tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 74 veNerdi’ 1 Aprile 2016
GIORNALE SATIRICO Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino rootostampa Molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it
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L’OSCAR DEL GIORNO
Gabriele Melogli L’Oscar del giorno lo assegniamo a Gabriele Melogli. Il valente professionista, per amore della sua città, ha deciso di scendere nuovamente in campo per correre come candidato Sindaco della coalizione formata da Forza Italia, La Destra e gruppi civici. Il suo è un amore per la città e cade proprio in un momento di debolezza economica e sociale del tessuto produttivo.
IL TAPIRO DEL GIORNO
reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk
Michele Iorio Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Iorio. Proprio sulle elezioni comunali di Isernia ha ritenuto, ancora una volta, di voler mettere bocca riuscendo a spezzare quel poco che resta della macchina di centrodestra nel capoluogo pentro. Purtroppo, ultimamente, non è più politicamente lucido così come lo è stato nel passato. E la rottura sancita a Isernia così come fatto a Campobasso sono esempi.
Tagliato anche lo screening oncologico, mentre a Isernia in piazza scendono i cittadini Servizio a pag. 3
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La Gazzetta del Molise da martedì 5 aprile 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento
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La credibilità di sempre - la forza di domani
TAaglio lto
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
1 aprile 2016
lI NO alla soppressione della Corte d’Appello visto dall’Associazione degli ex consiglieri regionali
Oggi a L’Aquila i presidenti delle assemblee regionali si riuniranno per aggiornare il proprio calendario e le problematiche che investono l’esercizio legislativo. Per il Molise l’occasione invece è particolarmente interessante perché il presidente dell’assemblea di Palazzo Moffa, Vincenzo Cotugno, ha chiesto ed ottenuto che l’assemblea aquilana prendesse in esame e si esprimesse sulla riduzione delle Corti d’Appello in Italia e delle gravi conseguenze che si avrebbero, in particolare, per la ventesima regione d’Italia. L’iniziativa di Cotugno ha il merito di aggiungere altre motivazioni a quelle che da mesi va conducendo il Comitato per la difesa della Corte d’Appello di Campobasso con a capo il magistrato Vincenzo Di Giacomo. Spostare in alto il dibattito, il coinvolgimento, la partecipazione e la considerazione dei motivi che “appellano” il diritto costituzionale e istituzionale per il Molise di evitare la mannaia del Governo. A sostegno di Cotugno s’è levata la voce dell’Associazione dei consiglieri regionali del Molise, in particolare del presidente Gaspero Di Lisa che sulla dannata ipotesi che la Commissione di studio voluta dal Governo per la ridurre le Corti d’Appello presieduta dal vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Vietti, dovesse ancora includere la soppressione della Corte d’Appello di Campobasso, tiene a sottolineare che ““La buona politica si ispira ai valori, lascia da parte il <pallottoliere>, ascolta le esigenze dei soggetti di sovranità e di diritti costitu-
“Siamo una Regione speciale non per lo statuto, che è ordinario, ma per l’entità socio-politica del suo territorio”
Quel poco di orgoglio istituzionale e di capacità di argomentare che possiamo ancora vantare lo dobbiamo agli ex consiglieri regionali più che ai consiglieri regionali. D’Altronde l’indirizzo cui Papa Francesco e il presidente della Repubblica Mattarella si sono rivolti per arrivare nel Molise è quello dell’università non certo quello di Via Genova (Palazzo Vitale) o di Via 4 Novembre Palazzo Moffa)
zionalmente garantiti e messi nelle mani dello Stato. Questi è realmente affidabile, quando è capace di onorare il patto con i cittadini e la loro pari dignità”. Una dose massiccia di sana e robusta rivendicazione anche del come e del perché il Molise è stato elevato a Regione, la ventesima. Condizioni che oggi più che mai pretendono di essere rispettate. Lo rivendica con dovizia e misura Di Lisa quando argomenta che
“per uscire da questo campo minato, e per noi particolarmente sfavorevole , dobbiamo tornare alle origini, al dibattito nella Costituente Repubblicana, prima, e in Parlamento, dopo, quando ottenemmo il riconoscimento non in ragione dei numeri (che anche allora erano eccezionalmente bassi), ma, piuttosto, per le nostre peculiarità, che - oggi ancor più e ancor meglio di allora - differenziano la nostra da altre realtà
territoriali del Paese, per cui siamo potenzialmente in grado di risolvere la crisi che riguarda noi, come le altre regioni italiane, se rispettati nei nostri diritti. I provvedimenti conferenti alla nostra storia regionale, di fatto, riconoscono al Molise lo status di regione speciale – non per lo statuto, che è ordinario – ma per l’entità socio-politica del suo territorio”. Pertanto, “nessuno può costringerci a omologare la nostra realtà a cri-
teri quantitativi che danneggiano il Molise e il Sud tutto intero”. Riferito alla Commissione Vietti, alla proposta che annovera tagli e soppressioni all’organizzazione giudiziaria sul territorio, per Di Lisa, “il lavoro di una commissione di studio sarebbe utile se l’obiettivo fosse però quello di debellare i mali e ridare salute al malato e non già ricorrere all’eutanasia o ad altri assurdi rimedi per sopprimerlo”. Quel poco di orgoglio istituzionale e di capacità di argomentare che possiamo ancora vantare lo dobbiamo agli ex consiglieri regionali più che ai consiglieri regionali. Constatazione amara e foriera di ulteriori amarezze. D’Altronde l’indirizzo cui Papa Francesco e il presidente della Repubblica Mattarella si sono rivolti per arrivare nel Molise è quello dell’università non certo quello di Via Genova (Palazzo Vitale) o di Via 4 Novembre (Palazzo Moffa). Da quelle parti abitano generici della politica e dell’amministrazione, non protagonisti.
“Non fate chiudere i piccoli negozi” AMPOBASSO – I piccoli negozi nei nostri comuni montani, rappresentano un servizio sociale e non occasioni di lucro per chi li gestisce. Oramai sono quasi tutti chiusi i classici generi alimentari, le mercerie che insistevano nei nostri centri, così stanno chiudendo, o hanno già da un pezzo restituito la partita iva i piccoli artigiani. Infatti, risulta ingestibile una piccola realtà commerciale o artigianale per il carico fiscale esoso e i guadagni inesistenti. Il tutto rientra in quel gioco al massacro che il fisco ha voluto indicizzare e applicare chiamato “studio di settore”, ove a prescindere dalla località in cui è collocata l’attività, i parametri di tassazione sono gli
L’appello alla Regione Molise viene dall’Associazione dei Comuni
stessi, se si ha un commercio di abbigliamento per esempio a Milano o a Vastogirardi, il Fisco presume gli stessi in-
cassi. Qualcosa si sta muovendo e parrebbe che anche il Fisco si stia rendendo conto che grazie
a questa misura assurda, tutti stanno chiudendo e quindi dovrebbero esserci degli aggiustamenti, proprio in tal senso. Purtroppo l’ecatombe di chiusure a cui assistiamo da anni hanno portato i nostri piccoli comuni montani ad un completo isolamento per la mancanza di piccole attività che dovrebbero garantire alla popolazione residente, per lo più anziani, di avere l’essenziale a portata di mano. Non si può restare inermi davanti a questo vero sfacelo, e finalmente qualcosa tardivamente inizia a muoversi. “Adottare misure per frenare la scomparsa dei
negozi dai piccoli comuni molisani”. E’ questa l’iniziativa dell’Anci lanciata in regione con una lettera inviata dal presidente Pompilio Sciulli a tutti i sindaci. Contro la “desertificazione commerciale” l’Associazione dei Comuni chiede al Consiglio e alla Giunta regionale di “varare una legge che individui sgravi fiscali e minor carico burocratico per chi possiede un negozio in un Comune montano, per chi avvia un’attività nelle Terre Alte, per chi vuole potenziare una piccola impresa, per chi apre una partita iva”.
TAaglio lto
3 1 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il licenziamento dei quattro amministrativi del servizio di screening oncologico è il segnale che non c’è alcuna mediazione possibile: la riforma dell’offerta sanitaria regionale si farà come vuole il governatore I quattro dipendenti della segreteria amministrativa del servizio di screening oncologico saranno, sì, licenziati, ma prima dovranno godere di tutte le ferie maturate. Un’ovvietà, certo, ma c’è voluto un nuovo atto della direzione generale dell’ASREM per sancire che i quattro licenziamenti saranno differiti rispetto alla data originaria del 4 marzo scorso a secondo dei giorni di ferie maturati dai dipendenti. “E’ la burocrazia, baby!”, direbbe il nostro giovanilissimo presidente del consiglio, ma questo è un altro discorso. Ci interessa piuttosto cosa avrebbe da dire il nostro presidente della giunta che è, ovviamente, il mandante di questa operazione che mette in crisi uno dei servizi più delicati dell’intera offerta sanitaria regionale e che aveva funzionato così bene, dal 2001 a qualche tempo fa, tanto da far inserire il Molise nella lista delle regioni virtuose in fatto di prevenzione del cancro. Ma evidentemente ciò non è bastato per salvare il servizio dagli strali della riorganizzazione; quella programmata, dichiarata, di cui da settimane discutono comitati, forum ed operatori del settore; e da quella strisciante, che viene costruita nel silenzio e grazie ad atti dirigenziali (non politici, quindi, ma solo apparentemente) come quello di cui
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE PRIVATIZZARE parliamo oggi e di cui ci siamo occupati ieri. Quattro licenziamenti che da soli possono mettere in crisi un intero servizio sulla cui delicatezza crediamo sia superfluo soffermarci oltre e che rientra nel famigerati Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da oltre quindici anni. Ma neanche questo ha fermato la ghigliottina dell’ASREM, come a niente è valso che i quattro dipendenti in questione godessero tutti dei requisiti che agli altri lavoratori precari sono serviti per la proroga dei contratti se non, addirittura, la per la stabilizzazione. Nebbie imperscrutabili ci impediscono di vedere e quindi di capire cosa abbiano fatto di male questi quattro precari per meritare questa sorte. Forse è solo il servizio presso il quale lavoravano che ha deciso per loro; o meglio il passaggio delle competenze in materia oncologica, con la chiusura del reparto dell’ospedale Cardarelli (insieme a
quello di cardiologia), alla Fondazione Giovanni Paolo II, che è uno dei cardini del progetto di riforma dell’offerta sanitaria regionale che il governatore Frattura vorrebbe diventasse realtà. Possiamo solo ipotizzare scenari purtroppo. Di più non ci è concesso, come osservatori e cittadini, almeno fino alle prossime elezioni. La CGIL, invece: “... invita l’ASReM, alla convocazione urgente di un tavolo
sindacale al fine di valutare soluzioni non solo nell’interesse dei lavoratori, ma anche della collettività oggi privata di un servizio essenziale. Invito che rivolgiamo anche al presidente Frattura e alla stessa Direzione generale della Salute affinché pongano in essere ogni utile iniziativa a salvaguardia degli interessi pubblici di cui l’ ASReM è portatrice.” Perché, alla fine della fiera, anche i sindacati
fanno quello che possono. Avevamo dato conto di un estremo tentativo di concertazione dei pilastri del progetto di riorganizzazione messo in piedi dal senatore Roberto Ruta, che aveva come binario dichiarato percorribile proprio la chiusura dei reparti di oncologia e cardiologia del Cardarelli (oltre ovviamente al rapporto pubblico/privato da riequilibrare a vantaggio nel primo nell’offerta sanitaria complessiva). Bene questo atto dirigenziale, apparentemente scollegato a tale operazione più squisitamente politica, ci pare proprio il de profundis finale per ogni speranza di mediazione e di dialogo con il presidente della giunta e la sua idea di sanità. Il segnale di smobilitazione del pubblico dai gangli dell’offerta sanitaria sono così chiari che non li vede solo chi si ostina a non volerli vedere.
“I pericoli del Piano operativo di Frattura” “I pericoli del Programma Operativo Straordinario 2015-2018 che abbiamo sollevato sono ben lontani dall’essere “falsi allarmi”, cosi come lì aveva definiti il Presidente Frattura con una sua precedente nota stampa. Anzi ormai sono diventati una vera e propria questione nazionale, oggetto di un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Salute dai deputati del M5S, a prima firma di Giulia Grillo.” Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva e Commissario di Cittadinanzattiva Molise. “Sono passati ormai più di venti giorni dalla nostra richiesta di pubblicazione sul sito internet della Regione Molise del parere positivo del Ministero della salute sul Programma operativo straordinario richiamato dal Presidente Frattura, ma ancora non abbiamo potuto leggere nulla e questo ci preoccupa molto. Eppure la trasparenza dei processi de-
Cittadinanzattiva sottolinea come il caso sanità Molise sia diventato una questione nazionale
Comunali, si vota il 5 giugno Sono 33 le amministrazioni da rinnovare in Molise
cisionali dovrebbe essere il faro al quale l’amministrazione dovrebbe sempre guardare”. A questo punto per fare chiarezza sulla vicenda e per rendere accessibili ai cittadini molisani le informazioni che li riguardano, confidiamo in una risposta
celere e sostanziale da parte del Ministero della salute all’interrogazione parlamentare depositata proprio sul tema, auspicandone anche un suo intervento per correggere il Programma operativo della Regione Molise, a partire dalle criticità che sono state da noi segnalate”.
TERMOLI. E’ stata ufficializzata nel prossimo 5 giugno la data scelta dal Governo che vedrà lo svolgimento delle elezioni amministrative 2016. Trentatré i comuni molisani chiamati alle urne di cui quindici in Provincia di Campobasso e diciotto in quella di Isernia. Unico turno di ballottaggio prevedibile sarà nel capoluogo pentro e si svolgerà il 19 giugno. Questi i Comuni chiamati al voto: Baranello, Bojano, Campochiaro, Civitacampomarano, Guardiaregia, Macchia Valfortore, Matrice, Molise, Morrone del Sannio, Portocannone, San Biase, San Giacomo degli Schiavoni, San Massimo, Sepino, Ururi. Provincia di Isernia: Acquaviva, Agnone, Bagnoli del Trigno, Cantalupo nel Sannio, Capracotta, Carpinone, Castel San Vincenzo, Chiauci, Colli al Volturno, Conca Casale, Forli del Sannio, Isernia, Pesche, Pescolanciano, Pizzone, Roccamandolfi, San Pietro Avellana, Santa Maria del Molise.
Taglio Alto
4 1 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Un finanziamento di 240.380 euro dei ministeri per lo Sviluppo del territorio e della Motorizzazione alla Regione Molise per il progetto “Sistema urbano Campobasso – Termoli”
Il futuro della mobilità su macchine e mezzi pubblici elettrici
Scenario “futuristico” incentrato sull’uso di mezzi di trasporto alimentati a energia elettrica non inquinanti Farà effetto ai lettori del La Gazzetta venire a conoscenza che nel Molise si sta pensando seriamente ad un sistema di mobilità con l’uso di mezzi alimentati a energia elettrica e leggere che la Regione Molise è stata destinataria di un finanziamento di 240.380 euro con decreto dei direttori generali delle Direzioni generali per lo sviluppo del territorio, la programmazione e i progetti internazionali e per la motorizzazione, a conclusione della graduatoria delle proposte progettuali prese in considerazione tra cui, appunto, quella denominata “Sistema urbano Campobasso – Termoli”. Dietro questa conclusione che, seppure timidamente e con una dotazione finanziaria tutto sommato modesta, apre uno scenario “futuristico” incentrato sull’uso di mezzi di trasporto alimentati a energia elettrica, quindi non inquinanti, ci sono la legge 7 agosto 2012, numero 134: misure urgenti per la crescita del Paese, che al capo IV bis contiene le disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli a basse emissioni complessive attraverso misure volte a favorire la realizzazione di reti infrastrutturali per
di Claudio De Luca Recentemente gli associati all’Acem hanno discusso in ordine alla situazione di difficoltà patita dai costruttori edìli soprattutto con riferimento alla ricostruzione nei 14 comuni del “cratere”. Quando il 1* ottobre del 2014 vide la luce la deliberazione regionale n. 498, la categoria comprese subito come sarebbero andate le cose. Si sarebbero continuati a vedere inquilini forzati alla reclusione nei cosiddetti “chalets“, strutture note ai Signori della politica solo nell’occasione delle tornate elettorali. I contenutii del provvedimento giuntale confermarono che non c’era un euro disponibile e che i fondi sarebbero stati erogati sulla scorta delle perizie redatte sul campo subito dopo il sisma ma non alla luce dei progetti esecutivi sopravvenuti. In sostanza i fondi erano stati tagliati ed i cittadini avrebbero dovuto versare in proprio la differenza tra la perizia originaria ed il costo reale concre-
la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica e la sperimentazione e la diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli a basse emissioni complessive, con particolare riguardo al contesto urbano, nonché l’acquisto di veicoli a trazione elettrica o ibrida; il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica (Pnire), al fine di garantire in tutto il territorio nazionale i livelli minimi uniformi di accessibilità del servizio di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica; la direttiva
del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi; il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 settembre 2014 che approva il Pnire; il bando pubblicato dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in favore delle Regioni per il finanziamento di reti di ricarica dedicate ai veicoli elettrici. L’ulteriore novità in merito a questa notizia è che la giunta regionale il 23 marzo ha approvato lo schema di
convenzione che disciplina i rapporti tra il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e la Regione Molise in relazione alla realizzazione del progetto “Reti di ricarica per il Sistema urbano Campobasso - Termoli”, dando mandato al direttore generale della Giunta regionale, Massimo Pillarella, di sottoscriverla, e incaricando il direttore del Servizio mobilità ad adempiere a tutti gli atti consequenziali. Convenzione da sottoscrivere e, quindi, avvio pratico del progetto regionale. Al quale sarebbe opportuno rivol-
gere attenzione e seguirlo nelle sue varie fasi di sviluppo essendo un primo passo verso una diversa maniera di concepire la mobilità seriamente con l’obiettivo di abbassare il tasso d’inquinamento atmosferico. Il processo di sviluppo delle macchine elettriche, il loro ingresso sul mercato, la loro capacità di attrazione sono strettamente collegate alla possibilità di avere di fianco servizi adeguati d’assistenza. E il primo dei servizi di cui si avverte la necessità, è certamente quello relativo alla ricarica dei veicoli. Il Molise con il “Sistema urbano Campobasso -Termoli” di cui abbiamo fatto cenno, si dispone a realizzare una rete sul territorio dove sarà possibile ricaricare le batterie. Oggi abbiamo le colonnine per il rifornimento di benzina e gasolio; predisponiamoci a immaginare per il futuro prossimo venturo una rete di colonnine per la ricarica delle autovetture e degli automezzi alimentati ad energia elettrica. Magari generata dalle fonti alternative: eolico e pannelli solari. Il futuro è tracciato.
Dardo
Edilizia, un dramma in Molise tatosi nella fase esecutiva dei lavori. Naturalmente la giornata di riflessione dell’Acem ha riportato al centro del dibattito la situazione di crisi dell’intero indotto che sta pagando a caro prezzo le conseguenze di una crisi diffusa anche a livello nazionale con un saldo fortemente negativo che ha visto venire meno 6.055 imprese. I dati diffusi da “Movimprese”, parlano di 4.191 imprese registrate e di 3.811 attive. Erano 4.035 nel primo trimestre del 2013. Segnatamente: 1.571 nella costruzione di edifici, 82 nell’ingegneria civile e 2.158 nei lavori specializzati. Le aziende cessate in Molise sono state oltre 300 e, nel 2015, si sono registrate 12 procedure fallimentari: il 71,40% in più rispetto al 2014. Insomma il settore è al collasso, al punto che in regione si sono persi oltre 5mila posti di lavoro. Eppure un tempo il “business” del mattone aveva fatto lievitare il nu-
mero delle colate di cemento. Sul territorio regionale i Comuni avevano autorizzato un numero di costruzioni tale che il calcestruzzo era cresciuto di oltre 261 milioni di metri cubi col risultato che, seppure il record (negativo dal punto di vista ambientale) apparteneva al Nord-Est (un miliardo di metri cubi), l’Istat aveva fatto sapere che l’”escalation” dell’edilità non aveva alcuna giustificazione demografica; cosicché rimaneva inattaccabile il primato ascrivibile al Molise (17,8%). Però i nemici del mattone sostenevano che l’edilizia selvaggia arricchiva solo i furbi; e l’Agenzia per il territorio aveva scoperto l’esistenza di un milione e mezzo di immobili totalmente sconosciuti al Catasto, presenti in pecentuale pure nella patria di Cuoco. A Larino intere contrade dell’agro avevano veduto nascere seconde case, al punto che circa 1.500 cittadini oggi dimorano (o ri-
siedono) abitualmente in campagna o vi posseggono un’abitazione per il “weeck-end“. La gran parte di questi edifici (privi di ogni requisito di ruralità) risultava sconosciuta al Catasto e, per essi, non veniva corrisposta l’ici-2.a casa. Spesso – sebbene abitati – risultarono classificati “in corso di costruzione”. Poiché l’Istat quantifica solo i permessi per costruire, alle statistiche ufficiali sfuggono tutti gli abusi e gli asfalti distesi per realizzare strade e parcheggi. Perciò, così quantificando, il Molise si approssimò ad un modello che, una volta cancellate le quantità minime di verde e di servizi, aveva finito con l’abrogare lo stesso principio del governo pubblico del territorio. L’Agenzia fiscale accertò che i comuni della provincia di Campobasso contavano oltre 14.000 particelle “ospitanti” fabbricati mai assentiti dall’Autorità; e che quelli
della Pentria ne vantavano 3.500 cementificate irregolarmente, col risultato che l’Isernino si collocava nella classifica nazionale proprio grazie al numero delle tante case “ignote” (2,5 particelle x kmq). Insomma, la 20.a regione era giunta ad un punto tale da richiedere l’apprestamento di una sfida finale dello Stato alle case abusive al fine di scrivere il capitolo finale di una lunga storia fatta di violazioni private e di pubbliche negligenze. E, per il WWF-Italia, “le violazioni sono frequenti proprio laddove la macchina pubblica funziona meno bene”. Dunque, sarebbero stati i Comuni ad essere i primi responsabili della situazione, dal momento che chi amministra “non combatte gli abusi nel timore di perdere i voti dei cittadini”.
TAaglio lto
5 1 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Nel centro frentano saranno prossimi i lavori del «Complesso Polifunzionale per manifestazioni fieristiche» in Contrada Monte Arcano
Che sia Larino e non più Campobasso ad avere il primato nelle attività espositive non è un capriccio della sorte, ma la sorte delle amministrazioni Se immaginiamo il Molise un sistema di vasi comunicanti, possiamo immaginare ciò che per Campobasso s’è rivelato un fallimento, per Larino, al contrario, un successo. Da qualche anno il centro fieristico di Selvapiana, dove si sono celebrati eventi espositivi (Moliseinfiera) e propositi di sviluppo economico e produttivo delle industrie e delle maestranze molisane, è in un penoso abbandono, lasciato all’ingiuria del tempo, finanche cancellato dalla memoria collettiva. Un ingente patrimonio edilizio, una struttura progettata con dovizia d’ingegno e per alcuni anni misurata in tutta la sua ampiezza ed efficienza, sono diventati il simbolo del decadimento del capoluogo nel senso pieno del termine, economico e sociale. Il decadimento politico e amministrativo viene ancora più da lontano. L’una cosa e l’altra sono strettamente connessi. A proposito dei vasi comunicanti, il fallimento della struttura fieristica di Selvapiana sta per consacrare il
l’intervento di Candida Anna Stellato e Vincenzo Pietrantonio Il 17 aprile, tra diciotto giorni, si voterà per referendum promosso dal Consiglio Regionale del Molise e di altre 8 regioni italiane. Noi voteremo Sì e invitiamo tutti i molisani a partecipare al referendum per abrogare la norma che permette alle attuali concessioni di estrazione e ricerca di petrolio e gas entro 12 miglia dalla costa di non avere scadenze, perché: vogliamo che l’Italia rispetti gli accordi assunti a Parigi durante il vertice sui cambiamenti climatici. vogliamo che si inverta la tendenza sull’utilizzo di fonti fossili a favore delle energie rinnovabili. non vogliamo che i nostri figli domani ci dicano che potevamo
successo di un centro fieristico a Larino. Infatti, nel centro frentano saranno prossimi i lavori del «Complesso Polifunzionale per manifestazioni fieristiche» in Contrada Monte Arcano, “per corrispondere all’esigenza di garantire un’adeguata localizzazione alla tradizionale Fiera di Larino e di fornire alla realtà territoriale locale un’area attrezzata e spazi fruibili durante l’anno per eventi espositivi e per manifestazioni culturali e sociali oltre a of-
frire la possibilità di accesso alle comunità locali interessate senza interferire con la mobilità urbana del nucleo consolidato del Comune di Larino”. Proprio così: per garantire un’adeguata localizzazione alla tradizionale Fiera di Larino che, a differenza di “Moliseinfiera” a Campobasso, regge nel tempo, alle crisi, agli alti e bassi dell’economia locale, radicata, com’è, nel costume locale e fortemente difesa dagli amministratori e dai larinesi. Qualità e
circostanze che sono mancate per tenere in vita il centro fieristico di Selvapiana e la continuità di “Moliseinfiera”. A Larino il popolo e l’amministrazione hanno anche il pregio di essere coesi e compatti là dove l’interesse del paese è messo in discussione; a Campobasso ciò non avviene. A Larino per il “Complesso Polifunzionale per manifestazioni fieristiche” è stato sottoscritto uno specifico Accordo di Programma tra la Regione Molise e il Partenariato locale; a Campobasso la Regione e l’Amministrazione, se possono, si guardano in cagnesco. D’altronde, se la Regione, cui spetta legiferare e organizzare i settori produttivi, ha ritenuto non fosse necessaria una legge che regolasse la rete regionale delle Fiere e delle Mostre, attribuendo compiti e missioni alle singole strutture e organizzazioni, non c’è da meravigliarsi che “Moliseinfiera” sia finita e, di contro, il complesso larinese sia destinato a crescere, magari con la prospettiva di surrogare ogni altra mani-
festazione similare là dove dovesse ancora persistere. Più che logico che accada. Sul centro fieristico di Selvapiana incombe e permane il silenzio dell’amministrazione comunale e quello ancora più inquietante degli altri enti territoriali (Regione in testa) che hanno condiviso gli anni d’oro di “Moliseinfiera”. A Larino incombe e permane il coro delle voci concordi che postulano la realizzazione del Complesso Polifunzionale per farne luogo di eventi espostivi e manifestazioni culturali e sociali, fiduciosi - i larinate – nelle loro capacità di lavoro e determinati a sviluppare il territorio assecondando le vocazioni agroalimentari, artigianali, e industriali che lo contraddistinguono. Che sia Larino e non più Campobasso ad avere la palma del primato nelle attività espositive non è un capriccio della sorte, ma la differente sorte delle due amministrazioni. Dardo
“Referendum, lo strano silenzio della regione Molise fare di più! siamo certi che una politica consapevole che miri a salvaguardare l’ambiente possa contribuire in maniera determinante al rilancio di una serie di settori vitali per la nostra regione come agricoltura, pesca turismo. Sarà un’occasione importante così come afferma anche Enzo Boschi, fisico e vulcanologo, tra i più influenti ed esperti in Italia, schierato per il sì che afferma come “sia giunto il momento di avere una visione diversa, nuova su come coprire il fabbisogno energetico del nostro paese. Dobbiamo abbandonare lo sfruttamento di idrocarburi e cominciare a immaginare il futuro che vo-
gliamo. Il referendum è un momento importante per entrare in questa logica anche perché noi cittadini non abbiamo molte altre occasioni per intervenire sulla strategia energetica italiana.”
Dobbiamo però registrare,ad oggi, uno “strano” silenzio da parte del Consiglio Regionale che ricordiamo è tra le Regioni che hanno promosso il referendum- che avrebbe dovuto partecipare attivamente a questa
campagna referendaria anche attraverso iniziative di informazione sul quesito e su tutto il tema delle fonti fossili. Il Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise vorrebbe perciò sapere se sono previste iniziative durante questi gli ultimi giorni di campagna referendaria ma sopratutto conoscere la posizione del Governatore Paolo Di Laura Frattura, dei Delegati regionali per il referendum Nico Ioffredi e Filippo Monaco e di tutta la giunta. Noi voteremo sì e Voi? Co.Di.S.A.M. – No Triv.
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Campobasso
1 aprile 2016
Parcheggio di Sant’Antonio al Comune La Regione cede l’area per 113 posti auto attualmente utilizzata solo dai dipendenti CAMPOBASSO. Revisione della Convenzione tra Regione Molise e Comune di Campobasso” mediante “il trasferimento a titolo gratuito di suolo pubblico regionale sito in zona S. Antonio Abate, prospiciente piazza Venezia”. L’area parcheggio, attualmente utilizzata dai dipendenti regionali in servizio presso la sede di via Genova, è stata realizzata con fondi della Regione su suoli del Comune di Campobasso e su altri terreni acquistati da privati da parte dell’Ente regionale. Il progetto prevedeva due fasi: la prima, la realizzazione del parcheggio per i dipendenti regionali sul-
l’area comunale concessa a titolo gratuito per 20 anni; la seconda, la costruzione di ulteriori parcheggi e di una struttura polivalente per la comunità cittadina. La seconda fase non è stata mai realizzata, evidentemente per mancanza di fondi. Il Comune di Campobasso, quindi, ha richiesto alla Regione un canone per l’utilizzo terreno di sua proprietà, così come previsto nella Convenzione a suo tempo firmata tra i due Enti. Di qui l’opportunità di trasferire al Comune l’intera area, così come modificata, a titolo gratuito, rendendo disponibile tutti i parcheggi già costituiti all’intera città.
Giovani, imprese e territorio Nuovo evento di MoliHub al Castello d’Evoli di Castropignano CASTROPIGNANO. Continua senza sosta l’impegno del Polo Tecnico Giovanile MoliHub nelle attività di supporto alle startup e nella valorizzazione e promozione delle aree interne del territorio regionale. Sabato 2 Aprile è in programma il quarto appuntamento con “Il Sabato delle startup”, promosso da MoliHub in
collaborazione con l’Associazione MoliStart. Il Castello D’Evoli di Castropignano sarà la suggestiva cornice nella quale, per l’intero pomeriggio di sabato, si alterneranno le voci dei giovani professionisti molisani e delle imprese che operano sul territorio regionale. Si partirà alle ore 16:30 con una passeggiata alla scoperta del
Castello d’Evoli, monumento simbolo della cultura e della civiltà della transumanza. Alle 17:30 il via ai lavori con i saluti del Sindaco di Castropignano Margherita Brunetti e di Camillo Santilli, Sindaco di Pietracupa e presidente onorario di MoliHub. A seguire Alessandro Fioralba. vice direttore di Molihub, presenterà compiti, funzioni e finalità del Polo tecnico giovanile; Davide Vitiello, componente del comitato scientifico di MoliHub, illustrerà il progetto del Parco delle Morge Cenozoiche, realtà che interessa e coinvolge anche il Comune di Castropignano. A seguire spazio alla presentazione delle startup Coltivo Coltura (fagiolo di Acquaviva di Isernia) e Molise Home Cooking. Alle 19:30 di scena le storie dei giovani di successo con la testimonianza di Peter Farina, fondatore e presidente di ItalyMONDO. Concluderà l’evento la degustazione di prodotti tipici locali curata dall’Associazione Custodi del Territorio.
La relazione medico-paziente Interessante convegno organizzato dall’Ordine dei medici per domani a Campobasso CAMPOBASSO. Sabato 02 aprile, presso la Fondazione Molise Cultura, l’Ordine dei Medici di Campobasso propone una giornata formativa incentrata sul tema “LA RELAZIONE MEDICO PAZIENTE”. Questo evento è stato fortemente voluto dalla Commissione Cultura e Aggiornamento Professionale OMCeO Campobasso, il cui referente è la dott.ssa Celestina Clemente, MMG, e sostenuto dalla Federazione Nazionale degli Ordini. Si affronteranno nella prima parte del convegno i temi dell’ evoluzione storica della relazione di cura e l’insegnamento all’Università del rapporto medico-paziente, che per le sue peculiarità, la cognizione del dolore, della malattia e della morte, è un’ esperienza formativa continua per il medico, che raggiunge la ‘maturazione personale’ e professionale
nelle corsie degli ospedali, negli ambulatori pubblici e privati . Si discuterà poi dell’ascolto attivo nella relazione e della psicologia del transfert, essendo ormai superata la posizione paternalistica, amicale, burocratica del medico: solo con una comunicazione attiva, con un linguaggio appropriato a seconda delle diverse si-
tuazioni si può ricostruire un nuovo patto scientifico e morale tra le parti, che tenga comunque conto delle diversità e dei diritti costituzionali dei due principali attori. Seguirà un momento artistico e la tavola rotonda con confronto tra pubblico ed esperti.
Campobasso
7 1 aprile 2016
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C’è un inquietante silenzio intorno alla squadra rossoblù
Perchè nessuno parla di futuro? di Gennaro Ventresca Le voci di dentro arrivano solo dai giocatori. E, qualche volta, da mister Favo. Tace da tempo anche Tonino Minadeo che ha capito a sue (e nostre spese) quanto sia difficile cambiare mansioni. Pur restando nell’ambito della stessa azienda.
Si sommano banalità, sotto forma di promesse e di bla bla bla. Mentre non si ode una sola dichiarazione volta a far luce sul futuro. Questo sconosciuto. Il lamento fievole dei tarli fa più rumore del silenzio dei vertici societari che non hanno preferito commentare il flop dell’uscita casalinga pre-pasquale: scarso pub-
blico, gioco involuto e risultato deludente. Persino un’erba patita ha contribuito a rendere più opaca l’ultimo pomeriggio agonistico dei nostri ragazzi. Com’è capriccioso il prato del Romagnoli, non vuol saperne di essere pettinato all’inglese, preferisce i ciuffetti d’erba di qua e di là, per non parlare delle vaste zone in cui il terreno si mostra triste a spelacchiato. Magri e appassiti si fanno largo, non senza fatica, le voci fioche di alcuni protagonisti che annunciano impegno e passione, per non perdere il tram dei play off. Sui quali ci sono due diverse correnti di pensiero: la prima li accredita utili per mettersi il lista d’attesa per un salutare ripescaggio: un’altra, invece, li sottovaluta, ritenendoli addirittura inutili. Come si è visto negli anni scorsi.
Il dubbio dei play off non ha spinto Favo ad attuare la politica della linea verde. Del resto al mister, a cui non è stato proposto ancora il rinnovo del contratto per l’anno prossimo, interessa ben poco il futuro. Meglio per lui raggiungere la miglior classifica possibile, per poterla mettere in mostra di fronte a nuove proposte.
Intanto il calendario assegna alla nostra squadra di giocare il prossimo turno sul campo del Monticelli (Ascoli), contro una squadra di modesta levatura che come e più delle altre del nostro raggruppamento potrà contare su un numero esiguo di sostenitori. A testimonianza che se non ci sono interessi d’alta classifica tutto il resto è noia.
La borsa di studio alla memoria di Tommaso Di Domenico Per l’anno in corso avrà un importo di 4.500 euro e riservato ad uno studente del quinto anno dell’Agrario di Riccia RICCIA. E’ stata presentata l’iniziativa della borsa di studio alla memoria di Tommaso Di Domenico. Attraverso la borsa di studio, l’amministrazione comunale di Riccia intende offrire l’opportunità a un giovane studente diplomato all’istituto riccese di sostenere le spese economiche legate alla propria formazione universitaria, così come ha dichiarato il sindaco di Riccia, Micaela Fanelli: “Questa borsa è stata voluta dall’intera comunità, non soltanto dall’Amministrazione Comunale, per rispettare la sua persona e ricordare il professor Di Domenico per il suo impegno nella formazione di tanti giovani riccesi. Oggi vogliamo celebrare la sua umiltà, il rispetto che Tommaso ha avuto per il prossimo e la sua professionalità al servizio della comunità. Saluto con affetto la mo-
glie Maria e le due figlie Miriam e Iris e l’Assessore all’Agricoltura di Riccia, Gabriele Maglieri, che con entusiasmo ci hanno aiutati in questo percorso che spero duri nei molti anni a seguire. A settembre, nell’ambito di un convegno pubblico che avrà a tema proprio lo sviluppo delle aree interne e l’Agricoltura, celebreremo il vincitore della borsa”. “Ricordo – ha concluso il sindaco – che l’importo della borse potrà essere spesa esclusivamente se il giovane vincitore si iscriverà all’Università degli Studi del Molise in una facoltà ad indirizzo agricolo, ambientale o di scienze affini”. La borsa di studio, quest’anno alla prima edizione, sarà riservata annualmente allo studente del quinto anno che otterrà il voto di merito più alto dell’Istituto. Per l’anno scolastico 2015/2016 avrà un importo di 4.500 euro. La graduatoria sarà pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Riccia entro il 1° settembre 2016.
Per l’Onav a Vinitaly apre il Molise Domenica 10 aprile la conoscenza dei vini del Molise aprirà la manifestazione nazionale CAMPOBASSO. Il vino come strumento di comunicazione aperto a tutti, ‘abbattendo le barriere’: questo il messaggio che Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino) portera’ al prossimo Vinitaly. Dopo le lezioni dedicate ai ciechi, quest’anno Onav proporrà, infatti, le degustazioni con traduzione in Lingua dei segni italiana. Un percorso avviato lo scorso autunno, grazie alla collaborazione con l’Ente nazionale sordi. Un progetto che il pubblico e la stampa presente a Vinitaly potrà scoprire domenica 10 aprile, alle ore 14,30, presso il Pad. 10, primo piano – Sala B, grazie alla degustazione guidata dedicata ai grandi vini del Molise. In questa occasione, Vito Intini, presidente Onav, e Carla Iorio, delegato regionale Onav Molise, che guideranno l’incontro, saranno infatti affiancati da un operatore della cooperativa Segni d’integrazione, che effettuerà la traduzione simultanea in Lis. ‘E’ un progetto che Onav ha attuato da tempo – sottolinea Intini - perchè il vino e’ una passione aperta a tutti, che per sua natura non ha barriere ne’ confini ma, anzi, avvicina le persone e crea cultura – .
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
1 aprile 2016
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“Il Veneziale non va svenduto” Fiaccolata a Isernia a difesa della sanità pubblica. No al Piano proposto da Frattura ISERNIA. Tantissima gente alla FIACCOLATA a difesa dell’ospedale Veneziale di Isernia indetta a difesa della SANITA’ PUBBLICA, perché la salute è un diritto e non può diventare una merce costosa accessibile a pochi. “Al Veneziale, come del resto a tutti gli Ospedali Pubblici Regionali mancano medici e infermieri e mancano i fondi per adeguare le strutture. Il tentativo è quello di far morire le strutture pubbliche per consunzione. Le azioni promosse in
questi mesi dal Forum hanno modificato l’agenda politica in relazione al Piano di Riordino Sanitario illustrato dal Presidente Frattura. Hanno provocato lacerazioni all’interno del Partito di maggioranza relativa, che governa la regione grazie ad alleanze incompatibili con i Programmi su cui hanno ottenuto il consenso degli elettori. Hanno indotto il Consiglio Regionale a riformulare la Legge Sanitaria Regionale dopo attenta riflessione, auspicabilmente in modo
rispondente ai bisogni dei Cittadini Molisani e non all’aumento dei profitti degli imprenditori privati,convenzionati con il Pubblico. Il Piano proposto dalla struttura commissariale prevede,invece, lo spostamento di ulteriori risorse ed anche di interi reparti ospedalieri alla Sanità Privata,abbandonando al degrado le strutture pubbliche,deprivate di risorse umane e materiali. La massiccia partecipazione dei cittadini alla Fiaccolata di Isernia è espres-
sione della volontà popolare per un segnale forte a quei decisori politici che antepongono il profitto di pochi al diritto alle cure per tutti, universalmente garantito dalla COSTITUZIONE ITALIANA”. Alla manifestazione presente anche il deputato del Pd, Danilo Leva e i Giovani del Partito di Isernia che hanno sostenuto come “Il Molise non puó e non deve essere la locomotiva, a livello nazionale,della privatizzazione del sistema sanitario. Bisogna essere in grado
di costruire un sistema in cui il privato vada ad integrare il pubblico. D’altronde, basterebbe leggere l’articolo 32 della nostra Costituzione:”La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Riteniamo doveroso conclude la nota della federazione dei GD di isernia - partecipare alla fiaccolata in difesa della sanità pubblica che si terrà ad Isernia.”
Sequestrati disinfettanti scaduti Il blitz è stato condotto dai Carabinieri di Isernia in un esercizio commerciale ISERNIA. Biocidi,disinfettante per biberon scaduto blitz in esercizio commerciale. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia, nell’ambito di una serie di servizi predisposti per contrastare il fenomeno della contraffazione e del commercio abusivo, negli ultimi giorni hanno eseguito alcuni controlli presso attività commerciali del capoluogo “pentro”, rinvenendo all’interno di una di esse confezioni di prodotto biocida, presidio medico chirurgico del tipo disinfettante liquido, scaduto da circa due anni. La soluzione dei prodotti, che sono stati sottoposti a sequestro, era destinata tra l’altro alla disinfezione di oggetti per neonati quali biberon e stoviglie, e di generi alimentari quali frutta e verdura. Il gestore dell’attività, dove erano state messe in vendita le confezioni, un cittadino di nazionalità Cinese, residente ad Isernia, verrà segnalato alle competenti Autorità per commercio di prodotti scaduti di validità e ritenuti pericolosi per la salute. Sono tutt’ora in corso ulteriori indagini per accertare un’eventuale contraffazione del presidio medico chirurgico e la provenienza di tali prodotti, che sarebbero stati forniti da alcune ditte ubicate nelle vicine regioni della Campania e del Lazio. Ed è proprio su queste ultime che nelle prossime ore si concentrerà l’attenzione dei Carabinieri e dalle quali potrebbero emergere successivi sviluppi sulla vicenda.
“Cultura, non c’è distrazione” Il presidente della Provincia di Isernia, Lorenzo Coia, ha illustrato la sua posizione sul tema
ISERNIA. Il presidente della Provincia Lorenzo Coia illustra la sua posizione sui tagli alla cultura. Prendo atto che su alcuni organi di stampa compaiono articoli che lamentano disattenzione sul tema della cultura da parte della Provincia di Isernia , nella fase di salvataggio della biblioteca Mommsen dai tagli operati dalla legge Del Rio.
L’accusa di indifferenza è rivolta in primis al Presidente della Regione, al Consigliere delegato e al “ complice silenzio del Presidente Coia “. Premetto che da presidente eletto, in carica da 4 mesi esatti , ho partecipato a tutti gli incontri dell’osservatorio regionale sulla finanza locale, di cui fanno parte le OO.SS. di categoria, alle audizioni in commissione consiliare, ai tavoli regionali, provinciali e attivati dalla prefettura. Ho ,altresì, partecipato del problema il Commissario di Isernia Saladino, le associazioni delle biblioteche ( ABI ) nelle persone di Carnevale, Venditti e Cefalogli, ho richiesto l’intervento del Rettore Palmieri ( eletto da poco delegato nazionale degli atenei per le biblioteche). Ho seguito l’interlocuzione con il MIBACT ed il Ministro Franceschini in sede UPI sulla possibilità di trasferire al ministero le biblioteche che fossero anche Archivi di interesse storico. In questa fase , ma il problema è stato portato dal Presidente Frattura al tavolo dell’osservatorio nazionale al Sottosegretario Bressa, non vi sono altre prospettive di
ricollocare i 7 addetti di Isernia ( costo stipendiale 240.000 € annue ). Dopo tutti gli sforzi profusi, alcuni non proprio canonici, a fronte del disinteresse degli enti preposti al ricollocamento, mi pare che l’essere accomunato alla complicità del misfatto sia oltremodo ingeneroso. Ma l’articolista calca la mano sulla insensibilità culturale degli amministratori locali tutti, anche di chi, con spirito di servizio e con assoluta gratuità presta il proprio servizio per il bene comune, forse con magri risultati ma ci prova. Il sindacalista/movimentista evidentemente non sa che tra luglio e agosto riprenderà una campagna di scavi alla Pineta con 12 ricercatori dell’Università di Ferrara, sotto la direzione del Prof. Carlo Peretto, allontanato da diversi anni per volontà delle precedenti amministrazioni che di quella struttura ( CERP ) ne avevano previsto un punto di ristoro per i turisti. E che solo la sensibilità di questo Presidente ha riportato ad Isernia. Io non vado in cerca di medaglie o riconoscimenti, amministriamo in un momento difficile di spending rewiev e troppo spesso si fanno riforme per fare cassa e a farne le spese sono i servizi ed i lavoratori, anche quelli stagionali che resteranno in disoccupazione fino alla prossima stagione invernale. Nonostante tutto si governa, rischiando spesso la scure della corte dei conti o di una legislazione troppo spesso contraddittoria. Auguro all’estensore della nota di avere fortuna nelle prossime elezioni isernine, una gavetta di governo è sempre utile per chi ritiene di essere portatore di istanze, soluzioni e capacità assoluta di tutela degli interessi collettivi. Buona fortuna.
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Termoli
1 aprile 2016
Zuccherificio nell’area di crisi non complessa? L’area basso molisana potrebbe rientrare in speciali interventi finanziari previsti dal governo TERMOlI. Utilizzare la perimetrazione dell’area di crisi non complessa per salvare lo Zuccherificio del Molise. È quanto qualcuno ipotizza tra i lavoratori, le rsu e le organizzazioni sindacali all’indomani delle dichiarazioni rilasciate dall’ono-
revole del PD Laura Venittelli. La renziana aveva messo in evidenza l’avvio dell’iter per l’applicazione della legge 181 del 1989 che, in sostanza, consentirà anche a zone industriali che stanno risentendo della crisi economica in atto dal 2008 di acce-
dere a tutta una forma di finanziamenti e agevolazioni per il rilancio dell’economia. L’opportunità è esclusiva per le aree industriali e artigianali che non sono arrivate alle condizioni disastrose di altri territori. Di qui il pensiero è andato proprio allo
Zuccherificio, una delle aziende più in difficoltà del basso Molise, con la vecchia società già fallita e la nuova che annovera diversi milioni di euro di debiti. La speranza, quindi, è che gli aiuti provenienti dal Ministero possano servire a sbloccare anche
la situazione nello stabilimento termolese. Nel frattempo i lavoratori attendono la risposta dell’amministratore unico Fabio Marone alle tante proposte che sono state avanzate nel corso dell’incontro che si è tenuto martedì scorso.
Scoperto deposito di rame Operazione dei Carabinieri a Montenero di Bisaccia. Quattro le persone denunciate MONTENERO DI BISACCIA. A prima vista sembrava una discarica a cielo aperto. Dai controlli più approfonditi effettuati dai Carabinieri lo scenario è apparso molto diverso. Una distesa di cavi di rame abbandonati in contrada Padula, in territorio di Montenero di Bisaccia. Tanti, troppi per essere lasciati come un rifiuto. In realtà, stando a quanto emerso dalle verifiche potenziate nei giorni delle festività pasquali, in questoterreno incolto qualcuno aveva pensato di creare un deposito provvisorio di questo materiale prima di «sistemarlo» e portarlo sul mercato nero, in sostanza ricettazione. Quaranta quintali di cavi di provenienza sconosciuta. I Carabinieri della stazione di Montenero Di Bisaccia, coordinati dal maresciallo, Alfonso Grande e i colleghi della stazione di San Salvo, hanno capito che c’era più di un accatastamento di materiale quando hanno notato anche alcuni giovani di nazionalità romena intenti a ripulire i cavi dalla guaina di plastica che li avvolge come protezione. Nei pressi del campo c’erano anche due auto: un’Audi A6 e una Rover. All’arrivo dei militari il gruppetto ha cercato di dileguarsi tra le contrade al confine
con l’Abruzzo. Grazie alle targhe i Carabinieri hanno però identificato alcuni componenti e in totale quattro
persone per le quali è scattata la denuncia per ricettazione.
Carresi, ancora incertezze Manca ancora la comunicazione ufficiale per la prima corsa dei carri a San Martino in Pensilis
SAN MARTINO IN PENSIlIS. Manca esattamente un mese alla prima delle tre Carresi del Basso Molise che, dopo un anno di stop, si propone di riprendere una tradizione millenaria che rappresenta un punto di riferimento per l’intera comunità. È quella di San Martino in Pensilis con la corsa dei carri in onore del patrono San Leo. I preparativi sono in corso e la popolazione non aspetta altro di ricevere una comunicazione ufficiale, quella della conferma della data più attesa per un evento che richiama
non solo le comunità limitrofe e gli emigranti ma anche moltissimi appassionati che nel tempo si sono affezionati a una corsa che rappresenta un fattore della stessa identità dei riti del territorio così come per Ururi e Portocannone. Sembrava tutto risolto per organizzare la corsa anche alla luce del nuovo disciplinare presentato in Procura a Larino ma prima del sì definitiva manca ancora qualche dettaglio. «Si corre o non si corre?» questa è la domanda più ricorrente in paese.
L’esito dell’ultima Commissione di vigilanza pubblici spettacoli può essere considerato come una fumata grigia in quanto dall’ultimo incontro tenuto martedì 30 marzo sono arrivate altre prescrizioni. Da quanto è trapelato sono stati richiesti degli interventi per quanto riguarda alcuni tratti del percorso da coprire con la terra e altri accorgimenti. Il tutto si lega anche alla richiesta di un piano di rischi da allegare alla domanda di autorizzazione. In questi giorni l’amministrazione comunale, che sta cercando di fare tutto il possibile per assicurare lo svolgimento della Carrese, appronterà questa documentazione integrativa e la consegnerà ai rappresentanti della Commissione di vigilanza che dovrà dare un parere. Un ulteriore fascicolo per garantire vari aspetti che riguardano la manifestazione ed evitare conseguenze per chi partecipa e chi assiste. Dal Comune si ritiene «un passo in avanti» l’esito della riunione in attesa di presentare la documentazione integrativa e l’ottimismo non manca considerando anche l’attesa di moltissime famiglie.
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Termoli
1 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Isola ecologica o raccolta di immondizia? La porta della struttura è rotta da tempo e il gabbiotto si è trasformato in una discarica TERMOLI. La porta a ghigliottina è rotta da mesi, e il gabbiotto - aperto, a portata di chiunque - è diventato il passepartoutper gli incivili di ogni quartiere e strada, che si liberano di qualsiasi tipo di rifiuto scaricandolo là dentro. Come in una discarica a cielo aperto oppure - è questo il caso a porta a aperta. Il risultato è uno spettacolo che definire indecoroso è eufemistico. Scarti di cibo putrefatto, scie di percolato neauseabondo che solcano l’asfalto e appiccicano le suole delle scarpe, grasso compatto depositato su ogni centimetro quadrato. Vetro, plastica, latta e carta sono sparpagliati alla rinfusa, tra contenitori strapieni e disordinati mucchi di “differenziata” in attesa di un operatore che, quando arriva, non si prende nemmeno la briga di versare un
po’ di segatura a terra per rimediare agli effetti della sporcizia oleosa, che esala fetori indicibili e nello stesso tempo richiama topi e insetti come un pifferaio magico, moltiplicando il rischio di malattie. Colpa della gente, non c’è dubbio. «Inutile prendersela con l’Amministrazione, è sotto gli occhi di tutti la barbarie con la quale i nostri concittadini si approcciano al tema della raccolta differenziata» commenta un giovane residente che mercoledì sera è sceso per lasciare la plastica e non ci ha visto più per la vergogna e la rabbia. Possibile che le persone non si rendano conto che così facendo fanno del male a se stesse, ai loro figli, alla città intera? Domanda che rimbalza stancamente contro la stessa identica risposta: se anche
se ne rendono conto, sono disinteressati. «Ma io dico, paghiamo una Tari altissima. Quest’anno il 40 per
cento in più, e questo è il premio che ci meritiamo? Questo è il risultato dello sforzo quotidiano d separare le confezioni acquistate
al supermercato, sciacquare i vasetti dello yogurt, dividere la verdura dalla plastica o dalle cicche di sigarette?»
Via Catania, massimo il degrado I cittadini chiedono al Comune di intervenire per sanare la situazione in essere TERMOLI. Via Catania a Termoli si sta contendendo la palma della via più discussa in fatto di sicurezza stradale con via Udine; non a caso, in linea d’aria, le due sono anche molto vicine. Via Catania qualche mese fa
c’impegnò con la storia di quella enorme voragine apertasi in strada subito l’intersezione con via Torino che non si risolse in modo rapido anzi, nacquero molte polemiche in seguito che si stanno trascinando ancora
oggi. Purtroppo, in questi giorni, ha avuto a verificarsi un altro episodio analogo con una grata che non risulta più in linea con la pavimentazione stradale al punto da risultare anche pericolosa.
Centri commerciali aperti, è scontro Prosegue il dibattito sull’opportunità o meno delle aperture durante i giorni festivi TERMOLI. Sull’apertura dei centri commerciali di domenica e nei giorni festivi il dibattito è ampio e profondo. Discipline regionali e ordinanze comunali, che regolano le aperture di medie e grandi superfici di vendita, ma il nucleo di lavoratori meno disposti a derogare alle proprie prerogative è quello che opera nei vari siti del centro commerciale ‘La Fontana’. Per la seconda primavera di fila registriamo voci di dissenso dalla struttura di via Madonna delle
Grazie. Lunedì di Pasquetta al lavoro, quello di 3 giorni fa, con la direzione del Centro (un vero e proprio condominio di attività amministrato internamente) a varare la direttiva per aprire i cancelli e a rincarare il malumore di chi avrebbe voluto trascorrere il Lunedì in Albis coi propri cari in famiglia o con gli amici, magari in una gita fuoriporta. Ma quel che ha fatto inalberare i più è stata proprio l’assenza di due degli esercizi commerciali, che non hanno risposto all’appello condo-
miniale. Insomma, dopo il danno del man-
cato riposo la beffa perché non tutti hanno ritenuto di rispettare la
decisione. Come gettare sul cotto l’acqua bollita.
Lutto Serenamente si è spenta a Termoli, Carmela D’Angelo mamma del nostro direttore responsabile, angelo Santagostino. La proprietà, l’editore e la redazione de La Gazzetta del Molise si stringono al dolore che ha colpito il nostro direttore.
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Opinioni
1 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Molise, economia all’incontrario di Claudio De Luca Nel “Rapporto sull’economia globale e l’Italia”, èdito dal “Centro Einaudi”, l’economista Enrico Deaglio, riferendosi al Meridione, ha scritto del “Fattore V”, vale a dire della volontà di progredire per riscattarsi dall’arretratezza. Gli ha dato ragione Federico Pirro dell’Università Statale di Bari che – contrariamente a quanto di recente sostenuto da “Svimez” – ha delineao un Sud capace di grandi imprese economiche e di conseguire un forte sviluppo: “Nell’Italia meridionale sono tante le Aziende che hanno raggiunto notevoli livelli“, ha precisato. “Sono anni che non esiste più nel Mezzogiorno un’area segnata da un pesante divario; anzi diversi ‘Mezzogiorni’ sono avanzati come quelli di Chieti-Pescara e del Teramano, della Città metropolitana di Bari e dei suoi 41 Comuni, del Salento e di Taranto, della Basilicata settentrionale e della Puglia“. Il prof. Pirro ha citato anche Napoli ed il suo “hinterland“, l’Avellinese ed il Beneventano dove pure operano aree industriali vivaci. Persino le grandi isole presentano eccellenze meritevoli. In tutte queste aree sono centinaia gli impianti facenti capo a multinazionali italiane ed estere che producono profitti, esportano ed alimentano innovazione tecnologica. In questo panorama chi fa veramente eccezione è il solo Molise che, con poco più di 300mila abitanti, viene delineato da anni dagli osservatori come una tra le regioni più indebitate ed assistenzialistiche d’Italia. Dalla produzione dei “jeans” all’allevamento dei polli sino alla lavorazione della barbabietola da zucchero, questa minimale espressione geografica ha fatto nascere sul territorio una costellazione di partecipazioni (sicuramente discutibili dal
aiciamo la verità, chi non ha mai sognato di fare jackpot per campare di rendita con la vincita? Il sogno degli italiani è vedere la slot machine fermarsi sulla combinazione fortuna e prendere l’incasso della vita. Più ancora di festeggiare la vittoria della Champions da parte della propria squadra del cuore, e questo è significativo. Ma se il desiderio è forte in tutta la nazione, il Molise ha una particolare passione per le slot machine rispetto agli altri tipi di scommesse. Solitamente sottovalutata per l’importo di puntate effettuate nei mini-casinò e nei siti dedicati, la regione si sta affermando negli ultimi anni in un settore florido in tutta la nazione. Addirittura secondo uno studio del 2014 condotta dall’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa il 57,5% degli abitanti sono dei regolari giocatori d’azzardo. Una punta decisamente alta, che collocherebbe il Molise nettamente al primo posto nella speciale classifica stilata a suon di dati. Sorprendente, considerando che la densità di centri di scommesse è piuttosto inferiore rispetto a molte altre regioni, tra cui soprattutto Toscana, Lazio e Lombardia. Probabilmente però la possibilità di affidarsi all’online con qualche semplice click ha influito sull’aumento degli utenti, sfruttando anche il lancio delle applicazioni per mobile da parte di operatori come 32Red, Lottomatica e tutti gli altri operatori AAMS. Il gambling è a portata di mano, ora più che mai.
punto di vista economico-produttivo) al solo scopo di realizzare un sistema di potere ruotante intorno al capo-cordata politico di turno. Ne è fuoriuscita un’economia “pubblica” (?) tramite cui gli Esecutivi “pro tempore” sono intervenuti nel capitale di numerosissime aziende che poi hanno finito con il fallire dopo di avere assorbito decine di milioni di euro di fondi nel tentativo di tirare avanti con intraprese che, con i fini istituzionali dell’ente, avevano a che fare come i famosi cavoli a merenda. Naturalmente il criterio di nomina dei vertici societari ha sempre avuto natura clientelare, con decisioni soventemente assunte monocraticamente in un sistema che ha perseverato benché la Magistratura abbia inflitto condanne in primo grado. In vigenza di questo sistema di “nomine regie”, praticate soprattutto nei vari enti strumen-
tali, è accaduto di osservare, “folgoranti in solio”, personaggi che non vorremmo vedere, manco di striscio, dinanzi alla porta di casa. E’ accaduto pure che ex-Assessori regionali, benché non rieletti, si siano visti conferire importanti sedi gestatorie. Per esempio, un “antico” Segretario della “Nuova Dc” diventò – dall’oggi al domani – Presidente di uno Zuccherificio; una Società di allevamento di polli di Bojano fu affidata al “consigliere diplomatico” presidenziale; un Segretario regionale fu posto al vertice di “Fin-Molise”, di cui ha finito con l’occuparsi prima il Tar, poi il Consiglio di Stato e – per un certo periodo – anche la Banca d’Italia e la Commissione Ue). Questa finanziaria pubblica fu sospettata di avere posto in essere procedure in violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato. In-
somma, persino secondo la Stampa nazionale, in Molise non esisterebbero poltrone se non lottizzate preventivamente soprattutto a vantaggio di personaggi di maggioranza ma anche di opposizione. Sono questi i misteri molisani che, forse, spiegano perché – su moltissime delle vicende industriali e finanziarie più spericolate – dai banchi dell’opposizione non si sia mai sentita alitare una protesta. Naturalmente i politici non sono tutti uguali; e c’è stato pure chi, negli anni, ha denunziato questo trasversalismo deteriore attivo tra Centrodestra e Centrosinistra. Oggi molte delle più grandi realtà produttive regionali sono fallite (o sono sul punto di esserlo) ad onta delle numerose somministrazioni di danaro pubblico; e, con lo Zuccherificio di Termoli, con la “Solagrital” di Bojano, con la “Geomeccanica” e con la “Pomolì” di Guglionesi sono finite sul lastrico migliaia di famiglie. Lo Stabilimento di lavorazione delle barbabietole, dopo disparate avventure, venne affidato alla gestione di un imprenditore isernino per un costo dieci volte inferiore a quello pagato dalla Regione solo pochi mesi prima di essere alienato. Poi fallì, lasciando un buco di 80 milioni di euro; e quell’imprenditore pentro ebbe addirittura a richiedere i danni alla Regione, accusando l’Ente di averlo indotto in errore con artifici e con raggiri. In sostanza il vertice dell’ente-Regione è stato denunciato per truffa e reso destinatario di una richiesta di risarcimento di danni per oltre 5 milioni mentre, ancora oggi, lo Zuccherificio di Guglionesi non riesce ad essere venduto.
Slot machine, in Molise cresce il numero dei giocatori Come già anticipato, il successo del settore è principalmente dovuto alle slot machine, vero e proprio must del Molise. In media un cittadino molisano spende infatti circa 885€ all’anno in macchinette e videolottery, cifra piuttosto importante se si considera che il dato (divulgato da AAMS a fine 2014) è il rapporto tra spesa totale e cittadini totali. Tradotto, presuppone che anche i neonati giochino quasi 900 euro in 12 mesi in queste specialità, cosa evidentemente assurda. Di certo hanno contribuito in modo decisivo le slot machine online di 32Red e degli altri siti specializzati, che con le nuove tecnologie sono riusciti a riprodurre l’effetto di una macchinetta o una videolottery direttamente in rete. Tra il primo e il secondo posto di questa speciale graduatoria si scava un abisso, con le Lotterie nazionali che ricevono 140€ all’anno dai molisani. Meno di un sesto di quanto viene destinato abitualmente alle slot, tanto per mettere in chiaro l’enorme differenza tra le categorie. Riesce a difendersi anche il settore del Lotto, che chiude il podio con 115€ e la consapevolezza di essere inattaccabile per gli altri giochi. Quelli a base sportiva infatti prendono solo
29€ al portafogli degli abitanti ogni 12 mesi, di certo non una cifra esorbitante. Ancora più indietro Bingo e Superenalotto, appaiati con 16€. Non riesce a decollare invece la categoria ippica, ancora incapace di smuovere i dati dallo zero. Il mercato dei cavalli non diverte tanto quanto le mac-
chine, forse perché richiede un po’ più di tempo e attenzione. Fatto sta che nell’interesse degli italiani le macchinette stanno iniziando a superare le macchine da corsa. Anche in Molise, dove la giocata alle slot sembra essere ormai diventata una sana abitudine.