Un'ecografia ripassi tra 300 giorni

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 200 - sabaTo 12 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Romeo Faletra

L'oscar del giorno lo assegniamo a Romeo Faletra. Il presidente del Lions Club Tifernus di Termoli che, assieme alla Misericordia, ha organizzato per un gruppo di disabili una giornata alle Isole Tremiti. "L’obiettivo, quindi, è portare un po’ di sorriso a questi ragazzi provenienti sia dall’Abruzzo che dal Molise che abbiamo voluto portare a Tremiti perché non conoscono l’arcipelago. Ogni volta che li andiamo a prendere e il cielo è sereno loro vedono le Tremiti e gridano “Tremiti Tremiti” e da lì è nata l’idea di portarli sull’arcipelago per passare una giornata diversa"

Il Tapiro del giorno a Antonio Battista

Tapiro inevitabile al sindaco Battista che, nemmeno il tempo di gongolare per l’approvazione del bilancio di previsione, ha visto la sua maggioranza evaporare con la caduta del numero legale negli ultimi due consigli comunali, di cui uno, quello del 10 settembre, addirittura in seconda convocazione. Già l’adesione all’Egam era stata sofferta, con appena 13 voti sui 20, ma il doppio colpo di lunedì e giovedì è un segnale che il sindaco non può più ignorare, continuando a rimandare la verifica politica chiesta dai centristi Ambrosio, Colarusso e Madonna.

Dati drammatici in Molise per le liste di attesa

Un’ecografia? Ripassi tra 300 giorni SERVIZIO A PAGINA 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 12 settembre 2015

Il mancato rispetto della legge sulla trasparenza si sta allargando e come esso s’allarga, si restringe il diritto dei cittadini a conoscere l’operato dell’amministrazione regionale

Grave: le determinazioni del direttore generale della Regione spesso difettano sul piano della trasparenza

Le determine dirigenziali regionali stanno diventanto via via sempre più criptiche. Vale a dire, non si rendono pienamente intellegibili. E questo equivale al mancato rispetto della legge sulla trasparenza della Pubblica amministrazione che, tra l’altro, nessun organo di controllo, interno ed esterno alla Regione, fa rispettare. Il fenomeno si sta allargando e come esso s’allarga, il diritto dei cittadini a conoscere l’operato dell’amministrazione regionale si restringe. E’ del 4 agosto l’approvazione al Senato della legge di riforma della Pubblica amministrazione che porta la firma del ministro Madia. Tra i principali obiettivi (Digitalizzzione- Licenziamenti più facili – Licenziabilità dei vertici – Abolizione del voto minimo di laurea – Lotta all’assenteismo Fusione del Corpo forestale dello Stato – Drastica riduzione delle Camere di Commercio – Riduzione delle Prefetture – Grandi opere – Numero unico per le emergenze e il Libretto unico per le auto), è stata posta la Trasparenza, ovvero l’accesso libero ai documenti e ai dati della Pubblica amministrazione, tutti nessuno escluso. Vedremo cosa cambierà, e come. Intanto, a conferma di quanto andiamo dicendo

Sos: qualcuno di buon cuore e di buona volontà aiuti la Provincia ad uscire dal qualunquismo amministrativo in cui pare essersi impantana. Dell’ordinanza del Tar che ha rimesso in sesto la dirigenza dopo che la giunta provinciale l’aveva cancellata d’imperio, commettendo un stratosferica fesseria essendo la materia di stretta competenza del consiglio, abbiano già scritto. Sull’abbrivo di quella notizia abbiano preso in esame altre due delibere di giunta di pretta marca finanziaria, la 107 (Studio di fattibilità del progetto “Check up Iva”) e la 108 (Progetto di valorizzazione del patrimonio/affidamento dello studio di fattibilità), colpiti dal fatto che a firmarle sia il dirigente del 2° Dipartimento 1°Servizio, nonché segretario generale, Paolo D’Anello. In una Provincia che cancella indebitamente la dirigenza, ritenendola evidentemente superflua, poi si la si scopre munifica nell’assegnare (con quanta legittimità e correttezza procedurale rimane da vedere) al segretario generale la funzione più

sul vizio, ormai elevato a regola, di occultare parti significative degli atti regionali, segnaliamo la determinazione 491 del 12 agosto 2015 del direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco con all’oggetto la dotazione organica e l’organigramma degli uffici del Servizio “Centrale unica di committenza”. La segnaliamo per sottolineare che nel corpo della determina è scritto “di provvedere alla definizione della dotazione di risorse umane e dell’organigramma degli uffici, necessari al funzionamento del Servizio <Centrale unica di com-

mittenza> e, contestualmente, alla rideterminazione dell’organigramma del Servizio Logistica, Patrimonio, Demanio e Servizi generali, come da allegato A al presente atto”. Bene. Siamo andati a cercare l’allegato A, ma non l’abbiamo trovato; l’affermazione del direttore generale della Regione pertanto non corrisponde a ciò che afferma, venendo meno al dettato della legge sulla trasparenza. Ma non è finita. Nella determinazione del 6 agosto, la numero 486, relativa all’avviso pubblico per il percorso di formazione all’auto im-

prenditorialità (approvazione della graduatoria di merito dei progetti ammessi al finanziamento), è scritto: “Esaminate le risultanze dei lavori svolti dalla Commissione Tecnico Scientifica, in ordine alla valutazione dei business plan ed all’assegnazione dei relativi incentivi, formalizzate nel verbale numero 2 del 1° agosto 2015, custodito agli atti del Servizio politiche per l’occupazione della Regione Molise, e preso atto della graduatoria di merito dei progetti imprenditoriali/Business Plan formulata dalla Commissione,

parte integrante e sostanziale del presente atto”, ancora una volta all’affermazione non corrispondono i fatti. Nel corpo della determina non c’è traccia, infatti, della graduatoria, nonostante dichiarata “parte integrante e sostanziale” dell’atto stesso. E meno che mai c’è traccia della “allegata Graduatoria di merito dei Progetti imprenditoriali/Business Plan ammessi a finanziamento”. In bella vista, invece, sono indicati i nominativi dei candidati Giuseppe Castelli, Floriana Conte e Nicoletta Radatta in quanto decaduti “per il mancato rispetto degli obblighi di frequenza previsti dall’articolo 8 dell’Avviso pubblico per il percorso di formazione all’auto imprenditorialità”, e dei candidati Enea Anzovino e Simona Barone, per rinuncia al proseguimento del percorso all’auto imprenditorialità e al relativo contributo. La parzialità di trattamento tra chi, per un motivo o per l’altro, è fuori, e chi, invece, è dentro, è del tutto evidente. In netto contrasto con le regole della trasparenza. Ma non frega a nessuno. In questa regione degli accomodati e degli accomodamenti. Dardo

Provincia di Campobasso, dopo 200 anni di storia arriva la resa per inefficienze interne e per le storture della legge delicata e complessa e specialistica che esista: quella relativa alla gestione contabile e finanziaria dell’ente. Le due delibere, a leggerle, danno più di una impressione di approssimazione, mancando, forse, il dirigente segretario generale delle conoscenze specifiche che gli avrebbero evitato di rimettere in circolo il progetto “Check up Iva”, già in precedenza valutato in maniera negativa per gli improbabili e modesti esiti che avrebbe portato, e di averlo fatto sollevando più di una perplessità (per tenerci bassi), dovuta all’accettazione, a scatola chiusa, cioè senza conoscere preventivamente il costo della proposta presentata informalmente da Leganet Srl. Nella delibera è scritto: “Il compenso verrà concordato (proprio così, concor-

dato!) con la società proponente a seguito del progetto Check up Iva e la ricezione della relazione tecnica, con apposito atto). Non tocca a chi scrive commentare un dispositivo del genere, dovrebbero esserci (il condizionale è d’obbligo, visto che non si fanno vedere) organismi deputati a farlo, se sia possibile affidare un servizio in forma diretta (senza una indagine preventiva di mercato e/o un bando di gara), ri-

servandosi di concordare successivamente, “con apposito atto”, l’importo. La delibera 108, come detto, si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio immobiliare dell’Ente. Per raggiungere lo scopo, dato che all’interno della Provincia non ci sono professionalità adeguate al compito (ormai la formula è apodittica e standardizzata, sistematicamente priva dell’indicazione delle professionalità che mancano), è stato ritenuto necessario andare all’esterno, questa volta, guarda caso, con un’indagine di mercato, scegliendo nel mazzo la Asp Finance Spa. Cui è stato affidato, tra l’altro, il compito di definire l’attività esecutiva con particolare riferimento alla valutazione del patrimonio immobiliare; la verifica dei cespiti dell’Ente suscettibili di valorizzazione immobiliare; l’analisi dello stato attuale in ragione degli aspetti economici e fi-

nanziari; l’elaborazione della valutazione prospettica immobiliare in funzione del ruolo assegnato agli immobili. Una Provincia che si dichiara povera in canna, al punto di volersi sbarazzare della dirigenza, non si pone il problema di quantificare il costo del progetto “Check up Iva” né lo scrupolo di rivolgersi all’esterno per valorizzare il suo patrimonio immobiliare (che avrebbe dovuto e potuto fare a tempo debito e con la mannaia del fallimento sul collo), oltretutto con procedure eccessivamente sbrigative. Fa male al cuore vedere l’Ente territoriale per eccellenza (la Provincia di Campobasso ha doppiato i 200 anni di vita) ridotto così. Bastonato dal Tar, incerto nella dotazione organica e funzionale, e alle prese con provvedimenti amministrativi che sollevano perplessità. Dardo


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3 12 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Altri dati assolutamente inaccettabili si evincono dal monitoraggio Asrem sui tempi di attesa per prestazioni sanitarie

Mesi di differenza per uno stesso esame Tornando a scorrere il monitoraggio che la Asrem periodicamente redige sui tempi di attesa stimati tra la prenotazione e l’effettivo svolgimento di esami e prestazioni sanitarie presso le strutture pubbliche molisane, sono parecchie le considerazioni che, amaramente, vengono alla mente. Cosa giustifichi il fatto che per un’ecografia alla mammella (codice esame 88.73.2) all’ospedale di Isernia sia sufficiente attendere 15 giorni, mentre al Cardarelli di Campobasso siano necessari sette mesi, per esempio. Eppure è tutto scritto, nero su bianco. Senza che nessuno si senta in dovere di spiegare, innanzitutto e, poi, di provvedere. Senza perdere un minuto. Sette mesi di differenza per lo stesso esame in una regione grande come un fazzoletto e abitata poco più che un grande quartiere metropolitano. Probabilmente nessuno s’azzarda a prendersi una responsabilità, a provare a spiegare il perché di tanta negligenza proprio perché l’incredibile è, per sua stessa natura, inspiegabile. Mentre per noi tutti che ne patiamo, semplicemente insopportabile. Ma andiamo avanti. Altro esame delicatissimo, sulla cui tempestiva esecuzione (e quindi dia-

gnosi) si traccia la linea sottile tra una battaglia vinta ed una persa. Per una colonscopia (codice esame 45.23) all’ospedale Vietri di Larino la prima data utile è il 10/10/2015, al San Timoteo di Termoli 04/02/2016. Fateli voi i conti, lettori de La Gazzetta, cercatela voi una ragionevole motivazione al perché di una tale, macroscopica differenza, perché noi ne siamo totalmente incapaci. E se siete di

l’intervento

Campobasso e mentre leggete queste righe la rabbia dovesse portarvi ad un’eccessiva fibrillazione, vi consiglieremmo di prendere un bel respiro e darvi una calmata; per una visita cardiologica all’ambulatorio di via Petrella la prima data utile è il 16/2/2016. Al cospetto di questi dati un briciolo di onesta intellettuale dovrebbe portare tutti noi a ragionare su quale strategia di fondo (se c’è) si poggia una tale re-

Riapre la linea ferroviaria Campobasso Termoli CConclusi i lavori di manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria di Rete Ferroviaria Italiana. Posate oltre 80mila traversine in cemento armato precompresso, sostituiti 10 km di rotaie e risanata la massicciata con circa 55mila metri cubi di nuovo pietrisco. Investimento complessivo 18,5 milioni di euro. La linea Termoli - Campobasso ha un tracciato particolarmente tortuoso, con raggi di curvatura stretti – talvolta anche inferiori ai 200 metri - e con pendenze elevate, fino al 25 per mille. Caratteristiche per le quali è stato necessario utilizzare macchinari dedicati a interventi puntuali sulla linea e non i convogli manutentivi a nastro produttivo continuo. I lavori hanno interessato anche 25 passaggi a livello e 11 gallerie presenti sul tracciato ferroviario.

Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più

di Massimo Dalla Torre “Eccoci cadere nuovamente a fagiolo”, per commentare una notizia anzi un’indiscrezione che, se fosse vera, merita la giusta attenzione. Andiamo per gradi. Non so quanti ricordano la commedia musicale degli anni 70, per la precisione era il 1974, dal titolo “Aggiungi un posto a tavola”. Un musical scritto dalla coppia per eccellenza del teatro leggero italiano Garinei e Giovannini, magistralmente interpretato da Johnny Dorelli che, nelle vesti di un prete, tra una canzone e uno scherzo invitava alla letizia e all’amicizia aberrando i conflitti e le liti. Fin qui nulla di strano, perché di musical lo scenario teatrale nazionale è ricco. Invece, la particolarità della questione che, ci ha indotto a intervenire, è che il tema conduttore che ha dato il titolo alla commedia musicale, nella seconda parte ha un refrain alquanto singolare. Infatti, oltre all’invito con cui abbiamo titolato questo intervento, il motivo prosegue …se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu, gli amici a questo servono a stare in compagnia, sorridi al nuovo ospite non farlo andare via dividi il companatico raddoppia l’allegria… Proprio su questa seconda strofa vorremo che focalizzasse l’attenzione. Un’attenzione necessaria poiché “i signori di palazzo” in barba alle vicissitudini in cui versa

altà. Piuttosto che giocare letteralmente sulla pelle delle persone, chi ha responsabilità di governo, locale certo, ma anche a livello nazionale, dovrebbe dirci cosa intende fare della sanità pubblica. Quello che manca, infatti, a tutte le latitudini della politica è il coraggio. Il coraggio di portare fino in fondo a compimento delle scelte. Si sceglie di puntare, per motivi etici, culturali, sulla sanità pubblica? Bene da domani bisogna mettere sul piatto azioni che non permettano sette mesi di differenza di attesa per uno stesso esame tra Isernia e Campobasso. Neanche in un incubo di quelli da sudori freddi. Altrimenti si dica chiaro e tondo che la sanità pubblica è un lusso che non possiamo più permetterci, che si punta, strategicamente, ad un altro modello. Ma fare ciò implicherebbe un coraggio ed una determinazione che, storicamente, sono sempre mancati alla classe dirigente italiana (e molisana). Molto meglio il tirare a campare. A Roma, come in via Genova. Perché tanto, chi può, spende e va dal privato e chi non può, evidentemente, non ha mai occupato i pensieri o disturbato il sonno dei governanti di ogni stagione.

la nostra regione, barricandosi dietro ripensamenti e soprattutto malcontenti hanno pensato bene di allargare le file della maggioranza il che potrebbe starci visto che nel Molise una delle leggi della fisica più conosciute, ossia “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma” viene applicata quasi quotidianamente, permettendo l’ingresso a tre esponenti, che rispettiamo anche se non la pensiamo come loro; questo è il bello della democrazia, nonostante appartengano alla sinistra una volta estrema, hanno pensato di traslocare in acque

più sicure. Operazione che, di fatto, blinderebbe ancora di più la maggioranza che regge le sorti di questa malandata realtà. L’unica stonatura è che l’operazione “d’allargamento” favorirebbe un’ulteriore “emorragia” a danno delle altre compagini che costituiscono il blocco di governo. Compagini che non sarebbero più rappresentate e di conseguenza tagliate fuori dai tavoli delle decisioni, e questo non va assolutamente bene perché gli elettori di quell’area sarebbero ancora di più presi in giro. A questo punto i commenti sono inutili, anche se c’è ancora un piccolo spazio alle riflessioni che, ripetiamo, non devono essere considerate assolutamente lesive nei confronti di chi ha pensato di traslocare, di fatto, tra le braccia del partito del Tosco Renzi, che a Milano tramite la Boschi ha sbandierato un trionfale 40%; chissà poi di cosa. Riflessioni dettate unicamente dalla constatazione che i continui passaggi da “sinistra a sinistra” creano squilibri alla stabilità politica. Insomma, un vero e proprio travaso di anime che potrebbe essere arrestato solo se ci rendesse conto che siamo

arrivati al dopo caffè ossia al pagamento del conto soprattutto politico. Per quelli che come noi assistiamo attoniti a queste vicende, perché non edotti sulle “manovre” ordite ai danni degli elettori molisani, verrebbe spontaneo chiudersi naso, occhi e bocca, come le tre scimmiette, in modo da non respirare i “miasmi” generati da questa “insana palude”. Invece no, perché ci piacerebbe conoscere gli artifizi, messi in opera, dai “maghi locali”, ma soprattutto qual è la trama di questo dramma politico che potrebbe trasformarsi in una farsa. La quale, proprio perché tale non regge e di conseguenza si ritrasformerebbe nuovamente in un dramma che non esitiamo a paragonare a quelli scritti dai drammaturghi inglesi o tedeschi. Un dramma in cui le vicende, nonostante le proteste di chi è realmente legato a certe ideologie da rispettare appieno, sono offuscate grazie a complesse macchinazioni che, lette con la giusta attenzione, genera molti dubbi, numerosi sospetti e pochissime soluzioni. Un dramma dove la “guerra dei casati è iniziata da tempo. Un dramma in cui la colonna sonora non è lieta come quella di “aggiungi un posto a tavola” bensì, funesta, pesante le cui note purtroppo sono vergate su di un pentagramma sconosciuto a chi fa della politica, quella seria e vera, non un passatempo, ma una missio; ma questa è un’altra storia.


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4 12 settembre 2015

Anche la Cgil Molise prende posizione sulla costituzione dell’Ente acquedottistico regionale

“Egam, troppe perplessità” CAMPOBASSO. Sul tema della costituzione dell’EGAM (ente di governo dell’ambito del Molise) per la gestione dell’acqua, la CGIL del Molise esprime perplessità e nutre forti dubbi . Come denunciato da tanti amministratori e dal forum per l’acqua pubblica Molise, tutto questo potrebbe essere l’anticamera della privatizzazione del servizio idrico integrato in Molise. In particolare, senza voler entrare nel dibattito politico in corso sull’opportunità o meno di dare ad unico soggetto la gestione del servizio idrico oggi in capo ai Comuni, riteniamo indispensabile puntualizzare e ribadire alcuni punti fondamentali per continuare a definire l’acqua un bene pubblico. In particolare, ciò che viene contemplato all’interno del disciplinare di organizzazione del costituendo ente EGAM sul tema dei costi di gestione, non è ammissibile . Non possono essere scaricati sulle tariffe di consumo anche le spese di funzionamento dell’EGAM stesso che si decide di costituire nonostante esistono altre strutture che già oggi

svolgono compiti analoghi in ambito idrico regionale. La CGIL è fortemente preoccupata per una possibile privatizzazione del servizio idrico regionale. Non basta dichiarare che l’acqua è un bene pubblico, va precisato e scritto anche che la gestione del medesimo bene pubblico sia in capo ad una struttura interamente pubblica , sia che si

scelga un modello con un unico ente gestore regionale, sia che si mantenga la gestione in capo ai Sindaci. Ancora oggi è troppo elevato il differenziale tra l’acqua che si consuma e quella che viene erogata, esiste un evidente problema di inefficienza delle reti idriche, servono quindi investimenti pubblici per migliorare e ammodernare il sistema idrico. Tali

investimenti non devono gravare sul costo dell’acqua, vanno reperite risorse nell’ambito dei finanziamenti europei , nazionali, regionali e comunali a valere sulle infrastrutture, serve quindi una programmazione ed un impegno delle istituzioni .E’ troppo facile scaricare sui cittadini le inefficienze e la mancanza di progettualità altrui.

Se non ponderato correttamente, l’altro rischio risiede nell’aumentare il costo per metro cubo di acqua. Il livellamento delle tariffe non può avvenire semplicemente nella logica del recupero integrale di tutti i costi anche quelli impropri . Per sua natura, l’acqua è un bene essenziale per LA VITA degli esseri viventi, va evitata l’idea che essa possa diventare una merce comune assoggettata alla logica del profitto. Il suo costo dovrebbe essere puramente un contributo che i cittadini erogano per salvaguardare e migliorare la qualità stessa delle fonti idriche. Ricordiamo infine, che con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 da noi fortemente sostenuti, furono abrogate alcune norme emanate dal Governo Berlusconi in materia di privatizzazione e profitti sull’acqua pubblica. In maniera chiara ed inequivocabile si sancì la non possibilità di privatizzazione dell’acqua, così come la non possibilità di ottenere dalla stessa profitti, utili, dividendi o remunerazione dei capitali investiti.

E se il sistema fosse un’opportunità? di Albino Iacovone* oggi sono pochi i Comuni che hanno una propria sorgente sufficiente e, quindi, come tutti gli altri devono acquistare l’ acqua ( una volta alla Casmez, dopo all’ ERIM ed ora a Molise Acque).I Comuni a loro volta stabiliscono il canone ( tariffa) per coprire il costo del servizio ( approvvigionamento , costi di gestione- personale etc- e manutenzione);al canone acqua bisogna aggiungere quello della depurazione e delle fognature e molti comuni fanno pagare anche quote fisse ( un pò discutibili, per la verità!) e vi assicuro non è poco!.La mia modesta opinione è che il servizio idrico integrato, a prescindere che è ob-

CAMPOBASSO. Sono già centinaia gli agricoltori molisani che hanno prenotato la loro presenza alla mobilitazione di sostegno al Made in Italy di Coldiretti, che continua spostandosi all’Expo di Milano, dalle frontiere del Brennero, dove il primo TIR di latte tedesco fermato era diretto nell’Isernino . L’appuntamento – annunciano il presidente ed il direttore di Coldiretti Molise, Tommaso Giagnacovo e Saverio Viola – è per martedì, 15 Settembre a partire dalle ore 9,30, all’EXPO di Milano, dove si terrà la “Giornata dell’Agricoltura italiana” promossa da Coldiretti, alla quale parteciperanno decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni, guidati dal presidente nazionale, Roberto Moncalvo. La mattina sarà arricchita dal momento pubblico di approfondimento, all’Open Air Theatre di Expo, al quale hanno già comunicato la propria presenza il presidente del

bligatorio e se non lo si fa in regione scatteranno i poteri sostitutivi dello Stato,se gestito bene , per i nostri 136 Comuni, potrebbe essere anche una opportunità anche perchè l’ Organo di governo che costituirà l’EGAM, parte dal basso,e sono propri i Sindaci o loro delegati a far parte dei rispettivi ambiti territoriali di Campobasso e Isernia.In più questa forma di aggregazione va in direzione di gestire i servizi in forma associata e più allargata possibile come del resto è lo spirito della riforma delle autonomie locali dalla legge 142/90 a quelle odierne e senza trascurare che andremo incontro anche a possibili accorpamenti di piccole entità comunali oltre alla riforma dell’ ordinamento regionale con buona pace delle attuali Regioni in

vista delle macro regioni.In questo scenario mi sembra sempre più problematico che i Comuni possano, singolarmente, continuare un importante e vitale servizio, come quello che stiamo dibattendo. Io non farei questione politiche o partitiche, mi metterei intorno a un tavolo e tutti insieme, Comuni, Regione( maggioranza e minoranza), Sindaci ed amministrazioni locali, associazioni etc. e cercherei, con pacatezza e senza contrapposizioni ideologiche o di interessi particolari,di migliorare e modificare quelle parti dei provvedimenti, fin qui emanati, che si ritengono poco chiare ed allinearsi a quello che, forse, tutte le altre Regioni hanno già fatto. *Ex Sindaco di Castelverrino

Agricoltori molisani in coro “Il Made in Italy non si tocca” Consiglio, Matteo Renzi, insieme a rappresentanti del governo e delle istituzioni, con responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche. Per la prima volta all’Expo di Milano, ci sarà una vera e propria invasone di giovani, donne, uomini e anziani delle campagne italiane, per far meglio conoscere al mondo una realtà agricola italiana da primato per capacità di innovazione, creatività, salva-

guardia delle tradizioni, rispetto ambientale e sicurezza alimentare. Nell’occasione sarà presentato lo studio di Coldiretti sui primati dell’agricoltura italiana e l’impatto sull’occupazione nel 2015, ed anche il primo bilancio dell’Expo sull’agroalimentare Made in Italy. Intanto, dopo la mobilitazione di Coldiretti in atto, la reintroduzione dell’obbligo di indicare nell’ etichetta dei prodotti alimentari

lo stabilimento di produzione, anche se non risolve ancora il problema della indicazione dell’origine degli alimenti agricoli utilizzati, risponde alle aspettative dell’87 per cento degli italiani che lo avevano chiesto con una consultazione pubblica, ma, sottolinea Coldiretti, è anche una misura a costo zero che sostiene l’occupazione e la competitività del made in Italy. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato lo schema di disegno di legge di delegazione europea, che all’art.4 contiene la delega per la reintroduzione dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione o confezionamento per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura.


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5 12 settembre 2015

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La maggioranza di centrosinistra a Palazzo san Giorgio in due anni ha incrementato il decadimento della città e la sudditanza ai poteri della speculazione

Cementificazioni, supermercati, inceneritore, deposito di esplosivi e forno crematorio

Il peggio del peggio di un’amministrazione in difetto di programmazione, di organizzazione territoriale e di lungimiranza, sottomessa ai poteri forti che del capoluogo regionale detengono le redini I consigli comunali di Campobasso che vanno deserti per mancanza del numero legale, è un segnale evidente delle difficoltà che la coalizione di centrosinistra (in cui prevale, diciamolo, la sinistra sul centro), sta patendo, soprattutto nell’ultimo dei due anni di amministrazione. Un patimento che corrisponde al progressivo abbassamento del livello di democrazia e di partecipazione, oltre, naturalmente, alla stagnazione dell’economia. Campobasso per molti aspetti è l’emblema del decadimento della politica e con esso, del decadimento della vita sociale e, ripetiamo, delle attività produttive. Politica, vita sociale ed economia sono inscindibili, e Campobasso, ribadiamo, è la prova concreta della loro deleteria connessione e dell’ inevitabile pessimo risultato. Nell’ultimo consiglio comunale del 10 settembre, alla solita sfilza di interrogazioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze che hanno fatto da sfondo a tutte le adunate consiliari connotate del nulla, erano in agenda migliaia di metri cubi di cemento che, se autorizzati, come è nella natura delle cose, si andranno ad aggiungere alle miglia di metri cubi di cemento che hanno fatto del territo-

rio campobassano un manifesto di insipienza urbanistica e di superfetazione edilizia. Il peggio del peggio che un’amministrazione locale possa esprimere, in quanto in difetto di programmazione, di organizzazione territoriale e di lungimiranza, nonché sottomessa ai poteri speculativi, quelli, cioè, che del capoluogo regionale detengono le redini. Mai una classe politica e amministrativa è stata così vistosamente compromessa. Non tutti i 40 consiglieri comunali, però, hanno gli occhi

bendati e le orecchie foderate. Vi sono coloro che vivono la condizione di amministratori deprivati di autonomia e di responsabilità con assoluta disinvoltura, soddisfatti di del titolo e delle briciole di favoritismo del sindaco e degli assessori. Vi sono coloro che, al contrario, del ruolo e della funzione di consiglieri comunali sono intenzionati a manifestare per intero il proprio peso politico, la propria capacità di giudizio, il diritto di esercitarlo contro ogni forma d’imbrigliamento. Da costoro

sta venendo a galla il disagio della maggioranza di centrosinistra di amministrare, la vuotezza programmatica, la lentezza gestionale e, cosa grave, la sudditanza politica alle gerarchie regionali, la complicità nella formazione delle condizioni di favore al monopolio edilizio, e il sotteso clientelismo. Questo, se si vuole, è la sintesi della denuncia politica e amministrativa sollevata all’interno della maggioranza di centrosinistra da parte del consigliere dell’Udc, Michele Ambrosio,

e condivisa da Madonna e da Colarusso. Un grumo consiliare insufficiente a creare ripensamenti e riequilibri nella maggioranza, ma decisamente in grado di sviluppare un processo di lievitazione delle coscienze meno cloroformizzate, specie nel versante dei gruppi di opposizione, come di fatto è avvenuto con la determinazione della caduta del numero legale e, quindi, del differimento (per un probabile ripensamento) della ulteriore cementificazione. Ovvero, per dirla con il consigliere Ambrosio, del differimento dei cinquantamila metri cubi di cemento fresco in deroga alle altezze, in attesa di dare anche il via libera all’accordo di programma per ulteriori cinquantamila metri cubi in piena zona agricola, a San Giovannello: massacro delle norme edilizie, del regolamento e della trasparenza amministrativa. “Cementificazioni, supermercati, inceneritore, deposito di esplosivi e forno crematorio: un anno di amministrazione Battista”. Non detto da noi, ma dal consigliere Ambrosio, pienamente condivisibile.

l’intervento di Nicola Farina* Ai sensi del decreto Madia oggi il Viminale ufficializza il taglio di 23 prefetture che diventeranno 80, rispetto alle attuali 103. Nello schema del decreto entro il 31 dicembre 2016 le ventitre prefetture verranno soppresse e accorpate ad altre prefetture . Nel caso specifico del Molise la Prefettura di Isernia sarà accorpata a quella di Campobasso. “Siamo alle solite!. Assistiamo ancora una volta ad un inaccettabile arretramento dello Stato dal territorio, soprattutto quando il tema della legalità diventa sempre più centrale . La politica “ ragionieristica “non mostra alcun interesse per i cittadini e per le comunità che saranno sempre di più lasciate in balia di se stessi! Secondo La FP CGIL la riorganizzazione dei servizi non si può concretare nello smantellamento dello Stato! Oltretutto la spendig review colpisce indiscriminatamente disinteressandosi com-

Lo Stato arretra ancora dal territorio Sparisce anche la prefettura di Isernia pletamente dei lavoratori che prestano servizio nelle prefetture, dei quali nello schema del decreto addirittura non si parla minimamente! Quale sarà il loro destino nella logica di questo Decreto? Il sindacato si opporrà a questo provvedimento e metterà in campo tutte le iniziative necessarie a salvaguardare da un lato i diritti dei lavoratori e dall’altro l’efficienza e l’efficacia della presenza dello Stato sul territorio”. Già martedì 22 settembre la FP CGIL terrà un’assemblea sindacale nella Prefettura di Isernia insieme ai lavoratori a tutti i cittadini molisani , i parlamentari e i politici locali che vorranno intervenire per rispondere con forza e determinazione a questo provvedimento governativo. *Cgil Funzione pubblica

Dardo


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Campobasso

12 settembre 2015

Ridotte nel numero, peggiorate nella missione e abbondantemente ristorate

Le Commissioni consiliari a Palazzo san Giorgio sono a comando Quale spazio di autonomia può avere mai una commissione il cui presidente appartiene allo stesso schieramento politico dell’Assessore? Le commissioni consiliari a Palazzo san Giorgio sono state ridotte di numero ma, se possibile, peggiorate nella loro missione. Se considerate correttamente, dovrebbero esaltare il ruolo dei consiglieri rendendoli quanto più autonomi possibile nel giudizio e nel merito. In questo senso la logica suggerirebbe di dare la presidenza delle commissioni ai consiglieri di opposizione. A Palazzo san Giorgio invece sono considerate semplici strumenti di potere, nonché una possibilità per dare ai consiglieri una parvenza di compiti, peraltro strettamente connessi all’interesse politico della maggioranza e dei gruppi di appartenenza, e al grado

di ubbidienza a chi gli sta sopra (Sindaco e assessore). Per cui, tutto questo andirivieni di meriti e demeriti espressi sulle commissioni finendo per ridurle di numero ma non cambiandone la natura e la missione (di supporto agli assessori e al sindaco), non è stato altro che un diversivo, un lenimento ai dolori di pancia di questo e di quel consigliere, un assestamento interno agli stessi gruppi consiliari, un appianamento degli umori, senza mai venir meno, però, al precetto che i presidenti designati fossero strettamente funzionali al partito di maggioranza (Pd) e/o all’assessore di riferimento. Tanto, da annodare strettamente le commis-

sioni al volere dei superiori, privandole di autonomia di giudizio, di proposta e di controllo. Insomma, non sono altro che una sorta di gettoniera (a getto continuo). Le hanno ridotte nel numero, ma assisteremo ad un sequenza impressionante di convocazioni, tali e tante, fino ad arrivare agli importi massimi consentiti per consigliere. Sarebbe estremamente interessante avere sottomano i verbali delle commissioni, le ragioni dei rinvii per poi essere riconvocate, il numero e la qualità delle proposte elaboratore e fatte discutere dal consiglio e quali, semmai, di queste in controtendenza con gli indirizzi della maggioranza, degli

assessori e del sindaco. Commissioni a comando. Quale spazio di autonomia può avere mai una commissione il cui presidente appartiene allo stesso schieramento politico dell’Assessore? E’ il caso Pietro Montanaro (Udc) con Sabusco; Ferdinando Massarella con Pietro Maio; Giuseppe D’Elia e Carlo Landolfi col sindaco Battista, tutti del Pd. Presidenti a comando. Quale spazio di autonomia può mai esercitare il presidente di un commissione cui il sindaco in precedenza lo ha gratificato di una delega settoriale e funzionale? E’ il caso di Lello Bucci e di Stefano Ramundo del Pd. Altri presidenti a

comando. Si distaccano dalla formula dell’appartenenza allo stesso schieramento politico Pasquale Colarusso (Ppi), Giovanni Di Giorgio (Molise di tutti) e Giovanna Viola (Pd). Commissioni di tale fatta e così composte sono un paravento, prive oggettivamente della capacità di sviluppare alcunché di autonomo, al di fuori di ciò che gli viene dettato e fatto discutere giusto per sottostare (formalmente) allo statuto e al regolamento comunali. Ridotte di numero, dicevamo, peggiorate nella missione. E abbondantemente ristorate.

Città bloccata dal Grande Fratello Praticamente paralizzata al centro è risultata la città di Campobasso, per l’area destinata alle selezioni del Grande Fratello in piazza della Vittoria che ha costretto gli automobilisti a code estenuanti nel traffico. Per chi proviene da via Roma non si può oltrepassare la traversa di via Trieste poiché ostruita dai camion della produzione. Da via Elena non si può svoltare in via Verdone (Distretto Militare) e via Scatolone ma solo proseguire diritto verso via Duca d’Aosta. Da via Milano tocca attraversare Piazza della Repubblica (Scuola Media D’Ovidio) e costeggiare la Asrem per reinserirsi su via Petrella.

“Piazza Venezia, segnaletica da rivedere” I residenti chiedono al Comune di intervenire per rendere meno pericolosa l’area CAMPOBASSO. Nicola Lanza del Comitato L’Altra Europa si rende portavoce delle numerose proteste degli abitanti di Campobasso per l’assenza di strisce pedonali, segnaletica e limitatori di velocità nei pressi della rotonda di Piazza Venezia e chiede all’amministrazione comunale di provvedere alla messa in sicurezza della zona. “Lo scorso 4 Agosto 2014 - fa sapere Lanza – un’anziana signora è stata investita da un’automobile riportando trauma facciale

con fratture e ferite delle ossa nasali, trauma cranico, distrazione del rachide cervicale, ferite ed ecchimosi in varie parti del corpo”. “Mettere in sicurezza la città è una priorità e ci auguriamo – conclude l’esponente del Comitato L’Altra Europa - che la nuova amministrazione provveda in tempi strettissimi a rendere sicura Piazza Venezia, così come tutte le altre aree che presentano rischi per i pedoni”.


Campobasso

7 12 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Niente notturna nel prossimo incontro di metà settimana con la Samb Selva Piana ancora vietato, questa volta per colpa delle luci esterne di Gennaro Ventresca Si pensa già alla Samb, dando quasi per scontata la “gita” a Scoppito che non è Cortina e neppure la Maielletta, ma un posticino con poche anime, a due passi dal centro ancora martoriato dell’Aquila. Attenzione a non farsi fregare dalle manie di grandezza. Ogni partita ha la sua storia, quindi è bene diffidare delle gare agevoli. Molte volte si rivelano le più ostiche. Giacchè mi trovo e visto che l’argomento sembra interessare più del resto mi sembra il caso di spendere qualche riga proprio sulla sfida con la Sambenedettese. I più giovani, tanto per spiegare meglio come stanno i fatti, sanno poco della bollente rivalità che esiste da più di 30 anni tra il nostro club e quello marchigiano. Che cominciò in C1, per proseguire poi in B. Il destino volle premiare i rossoblù adriatici prima di quelli molisani. La Sambenedettese vinse il campionato mettendo in campo una gran bella squadra che ebbe in Walter Zenga il suo numero uno in tutti i sensi e subito dopo Tacconi. Il Campobasso aveva uno squadrone, ma dovette aspettare un anno per raggiungere la formazione di Nedo Sonetti tra i cadetti. I duelli tra i due “undici” sono stati sempre croccanti, ma al tirar delle somme le cose sono andate quasi sempre meglio a loro. Per vedere il nostro unico successo esterno abbiamo dovuto aspettare

lo scorso campionato. La vittoria, come ricorderete, fu formidabile: giunse in rimonta, all’ultimo respiro. I tifosi locali rimasero di sale, i nostri invece festeggiarono a lungo. Ora il calendario assegna Campobasso-Samb a metà della prossima settimana. E si scopre che, contrariamente ai voti dei nostri vertici societari, non si possa giocare in notturna. Neanche a dirlo è la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli a mettersi di traverso. “L’impianto di illuminazione non è a norma” hanno sentenziato gli esperti. I quali hanno dimenticato che lo stesso impianto ha ospitato la Nazionale del Trap e tante altre partite di cartello. Tra le meno lontane col Foggia, sotto una pioggia battente. A voler esser pignoli va detto che l’illuminazione esterna del nostro stadio lascia un po’ a desiderare. La sicurezza, con quelle luci, è da mettere in discussione. Ma vivaddio, in D si gioca su certi campacci che mai meriterebbero l’omologazione, per questo viene da chiedersi perché mai nella nostra città si facciano sempre tante difficoltà. Nel 1985, quando fu inaugurato l’impianto di Selva Piana, nes-

suno si fece passare per la testa che ci eravamo messi in un brutto pasticcio. Al pari di chi si mise a costruire villette, senza pensare che un giorno manutenzione e imposte avrebbero prosciugato il bilancio familiare. Resta da consolarsi col fatto che in concomitanza con Campobasso-Samb in tv ci sarebbe stata la Champions League. Manifestazione che attrae un pubblico numeroso. Giocando di pomeriggio, invece, il tifoso potrebbe seguire tutte e due le partite. Anche se resta la delusione di avere uno stadio da 30 mila posti che una volta per una ragione e una volta per un’altra ci dà sempre una serie di problemi.

“Una scuola al passo con i tempi” Ieri l’inaugurazione dell’anno scolastico alla presenza del sottosegretario Rossi CAMPOBASSO. E’ toccato al sottosegretario all’Istruzione, Rossi, inaugurare il nuovo anno scolastico a Campobasso. In apertura, però, a tracciare le linee di condotta della struttura scolastica regionale, Anna Paolo Sabatini. “L’anno che ci apprestiamo a inaugurare nasce all’insegna dei valori della legalità e sicurezza, come dimostra la presenza del sottosegretario Rossi. La sua vicinanza – ha sottolineato – rappresenta infatti l’interesse del Governo Nazionale alle istanze ed esigenze del nostro territorio. Oggi è un momento di gioia per tutta la comunità per questo colgo l’occasione per ringraziare tutti i responsabili dell’Usr, i presidi e il corpo docente che hanno lavorato dura-

mente in questo periodo per permettere un regolare svolgimento delle attività. Il nostro obiettivo - ha proseguito – è quello di migliorare la scuola potenziando l’insegnamento delle lingue, dell’arte, della

musica e dell’informatica. Le nuove tecnologie, in particolare i social network, saranno centrali nella formazione, anche dei docenti. Quest’anno siamo entrati in Twitter e ci siamo dotati, come Usr, di un referente della comunicazione istituzionale. Vogliamo raccontare quotidianamente la scuola e renderla aperta al territorio. In tema di legalità partiranno poi numerose iniziative di educazione civica e cittadinanza attiva. Occorre, infatti, sovrastare l’egoismo. L’istituzione scolastica, come luogo fisico che permette l’incontro, deve far capire

ai giovani l’importanza delle dimensione relazionale per superare l’individualità. Solo tramite il confronto ci può essere la crescita. Una crescita dell’individuo sana, responsabile e sicura. Invito – ha aggiunto la Sabatini – gli studenti a cogliere l’opportunità che viene offerto loro tramite la formazione scolastica e sfruttare tutti i momenti trascorsi tra i banchi di scuola per arricchire la persona. Infine abbiamo pianificato e definito progetti di alternanza scuola-lavoro per permettere al mondo produttivo di entrare nelle scuole avviando nel concreto la crescita professionale degli studenti”. L’evento si è concluso con l’intervento del sottosegretario Rossi che ha rimarcato la

vicinanza delle istituzioni formative ai giovani. “Il ruolo degli insegnanti – ha detto l’esponente del Governo - è di fondamentale importanza per trasmettere agli studenti i principi di altruismo, dovere e spirito di sacrificio. Valori, questi, che risultano indispensabili per la crescita ed evoluzione di un’intera società. La legalità in questo contesto ne rappresenta il motore. Anche la scuola ha l’obbligo morale e istituzionale di trasmettere i principi costituzionali ai giovani. Intendo – ha proseguito - la legalità nella sua duplice accezione, formale e informale. Formale, così come definito nei testi normativi, e informale come promotore di libertà, giustizia e idee”.

Vivi la tua città, oggi l’inaugurazione L’assessore alla Polizia Municipale, Salvatore Colagiovanni, attraverso una nota stampa, ha diramato l’elenco delle strade che resteranno chiuse al traffico (dalle ore 14) nella giornata di sabato 12 settembre 2015 e dove non sarà consentita, sin dalle ore 7, la sosta. In occasione della manifestazione ‘Vivi la tua Città’ - si legge nel comunicato stampa -, dalle 7 di domani, sabato 12 settembre 2015,con ordinanza della Polizia Municipale è stato disposto il divieto di sosta, mentre dalle ore 14 scatterà la chiusura al traffico nelleseguenti zone: Via Mazzini (da incrocio via Umberto a incrocio Piazza Cesare Battisti), Piazza Pepe, Piazza Vittorio Emanuele (antistante il Palazzo di Città), Via Verdone, Piazza della Vittoria, Via Pietrunto, Via Orefici, Via Cannavina, Via Marconi (tratto da ingresso Piazzetta Palombo a

Piazza Pepe), Via Palombo, Via Roma, Via Romagnoli, Via Cardarelli, Piazza Vittorio Emanuele (da Piazza D’Ovidio a Via Nobile), Viale Elena (da Via Nobile a Piazza Savoia), Via Gazzani (tra Via Herculanea a Viale Elena), Via Albino, Via Scatolone, Via Nobile, Corso Bucci (sopraelevata), Via De Attellis, Via Petrella (stradina Asrem solo divieto di sosta). “Innanzitutto – ha affermato l’assessore alle Attività Produttive e alla Polizia Municipale, Salvatore Colagiovanni – approfitto dell’occasione per invitare tutta la cittadinanza e a coloro che arriveranno dai centri limitrofi a prendere parte agli eventi di ‘Vivi la tua Città’. Ci sarà spazio per tutti i gusti e per persone di tutte le età, dai bambini agli anziani. Un momento per rivivere appieno il centro cittadino e il suo borgo antico. Mi scuso per qualche disagio per la chiusura delle strade nella

giornata di sabato 12 e per quelli che, eventualmente, i cittadini hanno accusato oggi, venerdì 11. C’è da dire, però, che in molti dicono che nella nostra città si organizzano poche manifestazioni. È normale che gli eventi nel centro del capoluogo possono arrecare qualche piccolo fastidio, che sono ben superati se si pensa che per due giorni faremo rivivere la nostra città. Non vedo l’ora di rivivere le belle emozioni delle due edizioni di ‘Vivi la tua Città’ del 27 settembre e del 15 novembre 2014. Invito tutti a partecipare anche alla cerimonia di inaugurazione dell’evento”. L’inaugurazione di ‘Vivi la tua Città’, col taglio del nastro, si terrà oggi alle ore 17,30 nell’atrio di Palazzo San Giorgio.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

12 settembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Antonelli agisce a titolo personale” Sinistra e libertà scarica il suo consigliere intenzionata a votare il bilancio ISERNIA. “Dopo aver appreso che, in seno al Consiglio Comunale di Isernia, la consigliera Bice Antonelli è intenzionata ad esprimere il proprio voto favorevole al bilancio di previsione ed agli altri provvedimenti contabili, contrariamente a quanto deciso nella riunione del 7 Settembre, Sinistra Ecologia Libertà precisa che trattasi di decisione del tutto personale della Consigliera Bice Antonelli che si pone in netto contrasto con le valutazioni del Partito, dei suoi iscritti e dei suoi elettori“. Così le segreterie di Sinistra e libertà. “Dopo aver sollecitato maggiore condivisione nelle scelte amministrative, non avendo riscontrato nessun impegno in tale direzione, Sinistra Ecologia Libertà continua ad avere una posizione critica nei confronti dell’Amministrazione del Sindaco Luigi Brasiello. La reiterata e accorata richiesta di maggiore attenzione alle fasce deboli, la difesa e valorizzazione dei beni comuni, della sanita’ pub-

blica e di un progetto articolato e condiviso per la città non ha avuto risposta alcuna. Inoltre, quanto accaduto durante il Consiglio Comunale del 9 settembre, è un fatto grave e senza precedenti. Impedire ai consiglieri comunali di esprimere il proprio voto, mina alle fondamenta la vita democratica della Città. Chi agita lo spettro del Commissario e della paralisi amministrativa dimostra di non conoscere il funzionamento delle istituzioni, mal celando solo il desiderio di continuare ad occupare posizioni di potere senza risultati apprezzabili per i cittadini di Isernia. Lanciare stucchevoli appelli ai consiglieri comunali di centro destra, ignorando la richiesta di coinvolgimento, ormai da tempo, sollecitata da tante e tanti consiglieri comunali di centro sinistra, ci fa ritenere che sia arrivato il momento di ridare la parola ai cittadini, con i quali, nonostante l’Amministrazione del Sindaco Luigi Brasiello, Sinistra Ecologia Libertà

non ha mai smesso di dialogare e lavorare per dare una vera alternativa alla Città di Isernia, non la brutta copia del passato. Saremo a di-

sposizione della Città, con le nostre donne e uomini, riappropriandoci di quello spazio culturale e politico che si chiama Sinistra“.

Sicurezza, controlli a tappeto Carabinieri ancora in azione, scattano controlli, denuncie e sequestri etilometro in dotazione alle unità di pronto intervento, per verificare l’eventuale guida in stato di ebbrezza. Un 25enne della provincia di Chieti, già con precedenti di reato a suo carico, è stato sorpreso alla guida della propria autovettura, dopo aver assunto sostanze stupefacenti, ed inoltre all’interno del veicolo occultava nel bagagliaio una spranga di ferro, che veniva sottoposta a sequestro quale oggetto atto ad offendere. Nei suoi confronti scattava la denuncia per guida sotto influenza di stupefacenti, porto illegale di armi, il ritiro della patente di guida ed il sequestro del veicolo. Infine, un 40enne, di Venafro, titolare di un’azienda agricola dovrà invece rispondere di sfruttamento del lavoro nero, avendo impiegato nella propria impresa operai sprovvisti di regolare contratto di lavoro.

ISERNIA. Continuano senza sosta le attività di prevenzione dei Carabinieri su tutto il territorio della provincia di Isernia. Lungo le arterie principali del capoluogo Pentro e dei comuni limitorfi, nelle ultime ore sono stati attuati numerosi posti di controllo, nel corso dei quali sono stati eseguiti accertamenti su un centinaio di veicoli in transito e sui relativi conducenti e passeggeri. Nei casi sospetti, i militari hanno eseguito anche perquisizioni per la ricerca di armi, droga e refurtiva. Ad agire i Carabinieri delle Stazioni e dei Nuclei Operativi e Radiomobile delle Compagnie di Isernia, Venafro ed Agnone, in collaborazione con personale del Nucleo Investigativo e di altri Reparti Speciali dell’Arma. Contestate dodici violazioni alle norme del codice della strada ed eseguiti numerosi accertamenti mediante l’apparato

A Rocchetta la Fabbrica dell’energia Domani sarà possibile visitare la Centrale idroelettrica dell’Enel ROCCHETTA AL VOLTURNO. Domani, Enel aprirà al pubblico la centrale idroelettrica di Rocchetta al Volturno, in Località Sorgenti, per una giornata di festa all’insegna di energia e divertimento per tutti, famiglie, bambini e adulti. Il programma prevede l’apertura dell’impianto dalle 10 alle 18 con visite guidate a cura degli esperti Enel: tutti potranno vedere con i propri occhi come funziona la “Fabbrica dell’Energia”, quali tecnologie applica, come rispetta l’ambiente in cui è inserita. Oltre alle visite alla centrale, ci saranno iniziative per i più piccoli, con gonfiabili, truccabimbi, sculture di palloncini, spettacoli, zucchero filato e pop corn. Dalle 10 alle 18 (con partenza dell’ultima visita alle ore 17), intrattenimento musicale con balli popolari e alle 13 verrà aperto il punto di ristoro. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma “Centrali Aperte”, con cui Enel apre le porte delle sue centrali per far conoscere al pubblico le modalità e gli standard ambientali con cui viene prodotta l’energia elettrica presentando il patrimonio tecnologico di grande rilievo nelle fabbriche dell’energia Enel. Si tratta di un’occasione unica per visitare gli impianti e scoprire i progetti a tutela dell’ambiente. L’impianto idroelettrico di Rocchetta a Volturno (IS), entrato

in servizio nel dicembre del 1958, utilizza le acque dei rii Vignalunga, Collealto e Salzera, appartenenti al bacino dell’Alto Volturno. La centrale produce ogni anno una quantità

di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di circa 5000 famiglie evitando così l’immissione in atmosfera di 10.000 Tonnellate di CO2.


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Termoli

12 settembre 2015

Referendum comunali c’è anche il Civico Il Comitato locale affianca l’iniziativa di alcuni cittadini di Termoli TERMOLI. Importante passo in avanti compiuto dai movimenti referendari locali, che incassano adesione, sostegno ed endorsement da parte dello storico Comitato civico termolese. Ad annunciarlo uno dei fondatori, Luigino Vitulli. “Il 29 luglio 2015 i cittadini di Termoli hanno scritto una pagina storica di democrazia per la città e per l’intera regione. Per la prima volta in un centro urbano molisano viene indetto un referendum. La portata di questo “gesto”può, deve essere, l’inizio di un nuovo corso nei rapporti tra rappresentanza politica e cittadini. Da oggi tutti i molisani sanno che anche nelle nostre terre è possibile riappropriarsi del destino della comunità di cui si è parte. Per troppo tempo, fin dagli inizi della costituzione della Regione Molise, i cittadini non hanno avuto gli strumenti istituzionali per poter influenzare, correggere, le storture che le” nostre classi dirigenti” hanno inflitto al corpo vivo e sanguinante di noi molisani. Hanno usato la conquistata autonomia regionale solo a fini personali, costruendo una casta regionale che nella loro “politica deformata” ha visto solo occasione di privilegi. I cittadini di Termoli oggi aprono uno spazio democratico dove tutti sono chiamati a confrontarsi. Non più petizioni supplichevoli, non più incontri e rapporti con gli “amici degli amici”.

Termoli oggi costruisce e impone un fondamentale strumento della coscienza democratica del convivere civile. Da oggi Termoli si affranca dalla visione distorta che ne hanno i suoi amministratori, reputando i suoi abitanti supini e non reattivi. Oggi Termoli cresce, e si afferma come anima e corpo maturo nelle proprie possibilità di città nuova. I tre quesiti referendari si delineano come progetto e corpo unico, configurando una

nuova sensibilità di vivere e di percepire il paesaggio urbano. L’acquisizione pubblica dell’ex cinema Adriatico, (attraverso una permuta o un partenariato con la regione ecc..), sarebbe l’inizio di una fioritura culturale oggi mortificata. Lo spostamento del tracciato della linea ferroviaria all’esterno del centro urbano, aprirebbe nuovi spazi pubblici e riconnetterebbe il centro sia col mare, che con la vicina periferia. Il blocco del progetto del tunnel di collegamento tra il porto e il lungomare Cristoforo Colombo, eviterebbe un ulteriore scempio urbanistico, nefasto per le poche bellezze rimaste nella nostra città, il paese vecchio e quel che resta del lungo mare nord. Queste proposte referendarie, se attuate possono invertire una pratica di governo che ha semidistrutto la nostra città, e che ha dei precisi responsabili. Per questi motivi appena accennati, e che approfondiremo nel prosieguo della campagna referendaria, aderiamo a tutti e due i comitati referendari e a tutti e tre i quesiti”.

Primo servizio del Lyons Tifernus Solidarietà e cultura a favore di un gruppo di disabili alle isole Tremiti TERMOLI. Solidarietà e cultura per permettere a un gruppo di disabili di Abruzzo e Molise di trascorrere una giornata diversa. E’ questa l’iniziativa messa in campo questa mattina dal Lions Club Tifernus di Termoli che, assieme alla Misericordia, ha organizzato una giornata alle Isole Tremiti. Si tratta, come ha affermato il presidente Romeo Faletra, del primo service organizzato dall’associazione. “Questo è il primo service che facciamo e devo dire che siamo partiti con il piede giusto perché il nostro motto è solidarietà e cultura”. L’obiettivo, quindi, è portare “un po’ di sorriso a questi ragazzi provenienti sia dall’Abruzzo che dal Molise che abbiamo voluto

portare a Tremiti perché non conoscono l’arcipelago. Ogni volta che li andiamo a prendere – ha affermato ancora Faletra – e il cielo è sereno loro vedono le Tremiti e gridano “Tremiti Tremiti” e da lì è nata l’idea di portarli sull’arcipelago per passare una giornata diversa. Devo ringraziare la Capitaneria di Porto di Tremiti con il maresciallo Angelo Cataldo che è un nostro confratello della Misericordia di Termoli e che ha organizzato tutto coinvolgendo il Comune, i barcaioli e anche l’Ente Nazionale del Gargano che ci offre il pranzo. Quindi il costo di tutto questo servizio, anche la navigazione con il Sorrento Jet è un costo zero e quando i Lions fanno dei service a costo zero vuol dire che la cosa è

riuscita. Speriamo bene perché il tempo ci accompagna”. Fondamentale anche la collaborazione con la Capitaneria di Porto e con l’Ente Parco nazionale del Gargano. I ragazzi hanno avuto la possibilità di fare una passeggiata sulle isole di San Domino e San Nicola per vivere una giornata

diversa all’insegna del sorriso.

Una sezione ‘insuperabile’ La sede di Termoli degli arbitri di calcio si sta imponendo a livello nazionale TERMOLI. La nuova stagione sportiva comincia com’era terminata quella precedente, sotto il segno dell’Aia Termoli. Le giacchette nere che rappresentano a livello nazionale la sezione guidata da Nicolino Musacchio sono quasi tutte impegnate nel prossimo weekend di gare dei vari campionati. A scendere in campo saranno l’arbitro Cai Davide Calvarese (coadiuvato da Bregoli e Tonti) che dirigerà la gara di Eccellenza marchigiana tra HelviaRecina e Trodica, l’assistente Antonio Pizzi che, insieme al corregionale Di Tomaso e all’arbitro Bertozzi, sarà a Giulianova per la sfida di serie D tra la squadra di casa ed il Matelica e, sempre in D, sarà protagonista anche l’arbitro termolese Giacomo Monaco, che dirigerà la partita Virtus

Castelfranco – Imolese, accompagnato dal duo Rondino-Facchini. Salendo di categoria, tra i professionisti saranno ben sei gli associati designati per il prossimo fine

settimana: Domenico Campitelli, insieme al campobassano Giuseppe Perrotti e all’arbitro De Remigis, sarà impegnato nella gara del campionato Primavera tra Pescara e

Lazio; sempre Primavera per altri due termolesi, saliti quest’anno alla Can Pro, ovvero Michele Pizzi e Leonardo De Palma, di scena ad Ascoli per la partita tra Ascoli ed Avellino (arbitro Viotti); in Lega Pro calcheranno i campi di Foggia e Caserta rispettivamente Luca Massimi (assistenti Oliviero-Della Vecchia) e Antonello Balice (Vitaloni-Salva-

tori); nella massima serie del pallone italiano, invece, si registra l’esordio stagionale di Maurizio De Troia, secondo assistente nella gara PalermoCarpi, che verrà diretta dall’arbitro Gavillucci (l’altro assistente è Costanzo, quarto ufficiale Marrazzo, addizionali Russo e Ripa). “Un grande in bocca al lupo va a loro che stanno rappresentando ad alti livelli la sezione “Daniele Rettino” di Termoli” commenta il numero uno dei fischietti bassomolisani, Nicolino Musacchio, che continua “Sarà un weekend importante per la nostra realtà, che cresce sempre di più sia dal punto di vista numerico che qualitativo. I risultati del buon lavoro svolto in questi anni sono sotto gli occhi di tutti e, ora, puntiamo a formare altri giovani talenti”.


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Termoli

12 settembre 2015

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Cimitero, finalmente tutto è in ordine Dopo una serie di lagnanze, l’area ora si presenta pulita e decorosa è ben ordinata. Certo, tutto questo per il rispetto di tutte le persone che riposano in pace in questo luogo dovrebbe essere una cosa normale, ma in tante altre occasioni ci siamo occupati di situazioni non certo molto decorose tra furti vari e lamentele. Per fortuna, da tempo non se ne sente più parlare di queste cose, segno tangibile che probabilmente oggi c’è anche molta più attenzione e controlli di qualche tempo fa. Nel cimitero del resto non si chiede che ci sia ordine, pace e tranquillità un posto dove passando in rassegna tutte le tombe e i loculi di una intera popolazione si trascorrono dei minuti a volte anche ore per ricordare, rimpiangere e immaginare quello che poteva essere e magari non è stato: rivedere genitori, fami-

TERMOLI. A tutti noi, chi più frequentemente e chi un meno, capita di fare visita al Cimitero ai nostri cari defunti e a me personalmente, l’ultima volta poco prima dell’inizio dell’estate. Ora, nella nostra ostinazione di scovare qualcosa di positivo, possiamo dire che finalmente siamo riusciti a trovare un posto dove questo decoro seppur non al 100% viene restituito in gran parte. A parte qualche lacuna comprensibile nelle zone nuove del Camposanto, per il resto dell’ormai enorme spazio che occupa il nostro cimitero, bisogna riconoscere che c’è un buon ordine nelle varie aree dei loculi murali e in quelle dei campi dove sono posizionate le tombe con steli marmorei, anche la disposizione delle Cappelle devote

liari, amici o anche semplici conoscenti che oggi in questo posto (si dice) riposino in pace. Di sicuro la pace l’hanno trovata sicuramente molto di più di quella che tutti noi riusciamo a trovare in vita e soprattutto al camposanto non ci sono invidie, arroganze e disuguaglianze sociali causa di molte problematiche per noi umani viventi. E qui non può che venirci in mente quella splendida poesia del grande Totò “’A livella” quando il netturbino vicino di tomba a un nobile che non gradiva essere a lui vicino di tomba, gli disse tranquillamente “Ma chi ti cride d’essere … nu ddio? Cca dinto, o vvuo capì, ca simmo eguale? Muorto si tu e muorto so pur’io; ognuno comme a ‘na’ato è tale e quale

Si ribalta col trattore, muore un poliziotto La Procura ha disposto l’autopsia sul corpo di Alberto Mastrangelo di 48 anni TERMOLI. Non sarà restituito nell’immediatezza alla famiglia il feretro col corpo senza vita di Alberto Mastrangelo, l’agente, che domani avrebbe compiuto 48 anni, e che è deceduto ieri pomeriggio tra i campi di San Giacomo degli Schiavoni a causa del ribaltamento del trattore con cui stava arando un campo scosceso. Dopo la prima ricognizione cadaverica esterna a cura del medico legale dell’Università di Foggia, giunto sul posto intorno alle 20.30, il Pm della procura di Larino Federico Carrai ha disposto l’autopsia (probabile il suo svolgimento martedì), evoluzione che farà slittare di qualche giorno i funerali (tra mercoledì e giovedì), anche in corrispondenza del fine settimana. L’inchiesta sulla morte di Mastrangelo è curata dalla compagnia Carabinieri di Termoli. Poliziotto modello, uomo amato in città

anche per le sue attività sociali, Mastrangelo lascia moglie e due figli. Ad essergli letale è stato lo smottamento di terreno sotto il suo trattore che, in pochi istanti, ha trascinato il mezzo agricolo e l’uomo giù per diversi metri in un dirupo facendogli concludere la corsa in un canale di acque bianche. Immediati ma inutili i soccorsi, con i Vigili del Fuoco che con non poche difficoltà hanno estratto il corpo dell’uomo e portatolo dove sarebbe stato possibile tentare una disperata rianimazione ad opera del personale medico del 118 e dei sanitari della Misericordia. Ancora sangue, quindi, sui terreni agricoli del Molise, ancora una tragedia che si ha difficoltà a raccontare e che questa volta ha solcato i volti distrutti di decine di colleghi della vittima della Polizia di Stato e di militari dell’Arma dei Carabinieri.

Calcio, riapre il ‘Cannarsa’ Lo stadio comunale sarà disponibile, dopo i lavori, il 20 settembre TERMOLI. Stanno per essere conclusi i lavori di chiusura delle fessure del muro di cinta del Gino Cannarsa, pertugi che hanno costretto il questore a dichiarare inagibile lo stadio termolese e costringere la squadra giallorossa ad emigrare sia per la gara di coppa Italia contro il Castelmauro, sia per la prima di campionato, domenica scorsa, contro il Macchia di Isernia (giocata a Guglionesi). Una decisione sicuramente giustificata eppure a lasciarci perplessi sono stati più i tempi che altro perché quel problema esiste da sempre, anche lo scorso anno con la squadra in serie D. Ad ogni modo, tutto sarà sistemato e la prossima partita casalinga (20 settembre contro i 3 Pini di Bojano) si giocherà tra le mura amiche del Cannarsa con le feritoie chiuse. Ovviamente, alla luce di quanto avvenuto ieri, la priorità oggi è un’altra e si chiama “allenatore”. Si spera che lo spirito della squadra non sia “spezzato” dalle notizie estranee al campo che si sono susseguite nelle ultime ore



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Opinioni Di Claudio de Luca Riaprono le scuole in Molise e ritornano i “pensieri”. Nel 2003, molte rimasero chiuse per verificare la statica delle strutture. L’evento drammatico di S. Giuliano di P., i concomitanti fenomeni vulcanici in Sicilia, il terremoto registrato nel versante ionico dell’Etna scatenarono una sensazione di paura. Il tema della sicurezza dei plessi divenne un’emergenza nazionale, ma le spinte emotive finirono con lo spegnersi in breve tempo a fronte della limitatezza delle risorse. Ai Comuni, proprietari e manutentori degli edifici, spetta programmare gli interventi e le priorità con strumenti finanziari straordinari sorretti dagli interventi statali. Prima che da Renzi, ciò era stato già previsto dalla l. n. 265/1999 che, nel disporre la proroga di 5 anni per gli enti competenti ad effettuare lavori in osservanza alla legge n. 626 del 1994, aveva imposto un programma di interventi sugli edifici scolastici articolato in piani annuali attuativi, predisposti in relazione all’urgenza. In sostanza, la proroga della messa a norma degli edifici era stata imposta dalle legge dell’economia, ma risultava utilizzata per razionalizzare e distribuire nel tempo gli interventi necessari. I Comuni avrebbero dovuto assolvere il doppio obbligo della programmazione e dei piani annuali attuativi. Il problema del reperimento delle risorse è successivo a quello della individuazione delle situazioni di rischio nonché della relativa intensità. Il reperimento delle risorse non è solo un atto di scelta politico-amministrativa. La legge, che aveva differito fino al 31 dicembre 2004 il completamento degli interventi

Di Claudio de Luca Il “mattone” potrebbe rendere ai Comuni quattrini a iosa, trattandosi di una sorta di ricostituente prodigioso per casse poco pregne quali oramai sono quelle degli enti locali territoriali. Perciò i Sindaci che preferiscono affidarsi al Codice della strada ed ai misuratori di velocità per incrementare le proprie risorse, dovrebbero puntare sugli introiti tributari, soprattutto dopo che, negli anni scorsi, l’Agenzia del territorio ha censito centinaia di immobili abusivi. Purtroppo questi ultimi non sono stati mai tassati proprio quando riordinare fiscalmente il settore urbanistico sarebbe la cosa più giusta; anche se, a fronte delle cifre diffuse sui cosiddetti fabbricati-fantasma, c’è veramente da scoraggiarsi. Secondo la Direzione centrale per la cartografia, il Catasto e la pubblicità immobiliare, persino il piccolo Molise si è rivelato un problema. Già al 30 dicembre 2008, l’Agenzia del territorio aveva potuto verificare che, nel 93% dei Comuni della provincia di Campobasso, erano ben 13.446 le particelle che “ospitavano” fabbricati ignoti all’Autorità competente; e che, nel 100% dei paesi della provincia di Isernia, quelle cementificate irregolarmente erano state 3.487. Anzi, per l’Istat, la Pentria vantava un posto rilevante nella classifica di chi si era dotato di una casa “ignota” (2,5 particelle per ogni kmq). Naturalmente il fenomeno è ben lontano da quello campano e laziale al vertice della classifica per numero di violazioni edilizie. Ma una cosa è certa: nella Patria di Cuoco il problema è giunto al punto di richiedere l’apprestamento di una sfida finale alle case abusive. La veri-

12 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sicurezza nelle scuole e responsabilità dei dirigenti

per la messa a norma degli edifici, aveva consentito ai Dirigenti scolastici di portare a termine entro due anni (31 dicembre 2000) gli adempimenti posti ai fini di prevenzione dalla legge n. 626 del 1994. Ma, scaduto il termine, raramente era stato adempiuto l’obbligo di formulazione del piano-rischi, con la comunicazione all’ente locale di quella parte riguardante lo stato dell’edificio ed i rischi conseguenti. Queste segnalazioni avevano la finalità di richiamare l’ente sulla necessità di attivare accertamenti e verifiche. In sostanza, gli

obblighi relativi restano a carico dell’Amministrazione tenuta – per effetto di norme e convenzioni – alla loro fornitura e manutenzione, sottolineando che solo la richiesta dell’intervento di manutenzione (formulata con riferimento alle situazioni individuate, e non già in forma generica) libera il dirigente dalla responsabilità ipotizzata dalla legge n. 626 del 1994. Insomma la segnalazione ha sicuramente carattere e finalità di prevenzione, ma non esime il dirigente dall’interessarsi dei probabili effetti per il solo fatto di avere richiamato l’attenzione di chi

aveva il compito di attuare l’intervento. Sia nell’immediatezza della segnalazione, sia nelle more della effettuazione dell’intervento, possono (e debbono) essere adottati accorgimenti, o misure (tanto più in situazioni di pericolo imminente), atti a scongiurare gli effetti dannosi. Naturale, però, che tutto ciò può valere per situazioni ed aspetti che presentino margini di intervento preventivo o di attuazione di misure di emergenza, ma ben difficilmente potrebbero riuscire giovevoli con riferimento ai fenomeni straordinari ed improvvisi della natura. Cosa ha pensato di questi assunti l’Associazione nazionale dei Presidi? Solo dopo i fatti di S. Giuliano di P. questa ebbe a formulare considerazioni sul tema della sicurezza, sostenendo che quella assoluta non esiste. Nella migliore delle ipotesi ogni azione di prevenzione si basa sull’esperienza, e quindi sul passato, dal momento che non si può essere in grado di predire o di scongiurare il futuro, se non in quanto certi eventi si presentino come replica. Di questo occorre tenere conto pure quando si parla di sicurezza a scuola, intendendola non divisibile, dacché essa discende dalla contemporanea esistenza di molte condizioni, parte di cui possono essere riferite alle strutture fisiche (edifici, impianti) e parte alle condizioni di esercizio (utilizzo dei locali, segnaletica, addestramento del personale e degli utenti).

Case (cosiddette) fantasma: Comune se ci sei batti un colpo fica portò alla luce l’esistenza di migliaia di fabbricati “ignoti” attraverso l’attività di fotoidentificazione aerea, condotta in collaborazione con l’Agea ed incrociando i dati tra le varie banche. Gli elenchi delle particelle, su cui fu accertata la presenza di costruzioni o di ampliamenti non dichiarati, furono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale ed in Molise l’operazione fu dirompente per essersi rivelata un lavacro economico-sociale di imbarazzante verità. Questi immobili-ghost lasciarono capire che una regione, dove esistono tanti immobili non censiti, non è degna di esistere da un punto di vista istituzionale. È solo un apparato burocratico che gestisce un insieme di cose e di persone ben lontane da ciò che dovrebbero essere. Nella fattispecie, i beni sottratti alla conoscenza dello Stato erano (e sono) evidenti dal momento che si presentano fisicamente agli occhi di tutti senza di potere essere né nascosti né esportati. E se si vedono (ma nessuno vuole vederli), vuole dire che gli apparati locali di vigilanza dello Stato e dei Comuni non funzionano. Come si fa a non rendersi conto che intere aree sono abusive? Il fenomeno non è di data recente ma di antichissima e di impunita tradizione. Le cifre molisane dicono che i fabbricati rurali mai accatastati sono rappresentati da quasi 24mila aziende agricole, da una ottantina di cooperative agricole, con al-

meno un fabbricato rurale, e da oltre 47.000 fabbricati rurali. Purtroppo, dopo le conclusioni dell’indagine, partì un’operazione di regolarizzazione che procedette a rilento e fra mille difficoltà, sino ad arenarsi. Eppure persino il pagamento di una somma forfetaria per mettere una pietra tombale sul pregresso avrebbe generato un gettito di milioni di euro, consentendo di potere calcolare nuove entrate strutturali per gli anni a venire. A Larino sarebbero un migliaio i cittadini proprietari di un immobile abusivo abitato od usato per ilweek-end. In altri casi, benché si

tratti di ville, risultano classificazioni ancora da “F 3” (quasi fossero stabili tuttora in corso di costruzione). A Palazzo Ducale, sotto il sindacato Anacoreta, un professionista ebbe a denunciare formalmente la questione, puntualizzando che “la quasi totalità dei fabbricati, presenti in zona agricola (definiti rurali), non risultavano inseriti nella banca-dati del Catasto-fabbricati”, cosicché le situazioni comportavano un notevole ammanco di introiti che incideva sul bilancio dell’ente. Ma quella nota ebbe il medesimo effetto di una lettera mai scritta.



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