Una citta' morta

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 55 mercOledì 9 mArzO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

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L’OSCAR DEL GIORNO

Pierpaolo Nagni L’Oscar del giorno lo assegniamo a Pierpaolo Nagni. Finalmente, è riuscito a dare un’inquadratura al problema del collegamento del Molise con il casello autostradale di San Vittore. In questo caso, stante il progetto dell’Anas, un nuovo casello si andrà ad aprire a Mignano Montelungo da dove partirebbe una quattro corsie fino al congiungimento con l’asse esterno di Venafro.

IL TAPIRO DEL GIORNO

www.lagazzettadelmolise.it

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Michele Durante IlTapiro del giorno lo assegniamo a Michele Durante. Nell’ultima riunione di Consiglio comunale sulla questione sanità, la sua assenza ha fatto rumore. Sicuramente avrà avuto giustificato motivo per assentarsi ma per il presidente del Consiglio comunale l’occasione sarebbe dovuta servire per ribadire le posizioni da sempre manifestate sulla sanità pubblica. Così non è stato e il Tapiro è ampiamente meritato.

Campobasso sta perdendo popolazione e imprese I giovani vanno via e perse occasioni di lavoro E la politica resta a guardare Servizio a pag. 3

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La Gazzetta del Molise da martedì 15 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento $ ! "" " "

La credibilità di sempre - la forza di domani


TAaglio lto

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

9 marzo 2016

L’Amministrazione di Palazzo san Giorgio: un relitto nei marosi della politica regionale

Connettere l’amministrazione comunale di Campobasso al resto del Molise (istituzionale). E’ il problema che di giorno in giorno si evidenzia in maniera esponenziale, specie quando all’orizzonte fanno capolino ipotesi progettuali che, nella mente degli ispiratori e dei realizzatori, dovrebbero migliorare la vita quotidiana dei cittadini, produrre benessere, e aiutare la crescita economica. Tra queste ipotesi, (ormai quasi una certezza, però), la realizzazione della Metropolitana leggera, ovvero un collegamento veloce e pendolare, tra Matrice e Boiano, per accrescere, viene detto e tentato di dimostrare, la mobilità in un’area interna del Molise orograficamente e climaticamente difficile e spesso a rischio di percorribilità, su strada, soprattutto nei mesi invernali, oltre che servizio pubblico a sostegno dell’economia del Nucleo industriale di Boiano, cui il governo di Roma ha riconosciuto il diritto ad avere un sostegno finanziario per il rilancio delle attività produttive, e della zona industriale di Colle delle Api di Campobasso. Al di là dei condizionamenti che il nuovo Codice degli appalti ha appena introdotto perché dell’opera pubblica venga tassativamente dimostrata la sostenibilità della spesa e l’utilità, pena l’addebito dell’eventuale fallimento, la Metropolitana leggera (nel titolo, ma pesante nel costo: 23 milioni di euro), così come è stata approvata in via definitiva dalla Regione Molise e data, per la costruzione, a Rete ferroviaria italiana (Rfi), soggetto attuatore, interferisce notevolmente con la realtà urbana e suburbana del capoluogo e dell’hinterland. Ciò avrebbe dovuto indurre l’amministrazione di Palazzo san Giorgio ad essere vigile e presente nella dinamica della progettazione soprattutto, per individuare i nodi da sciogliere e le soluzioni opportune per

l’intervento L’AIOP Molise registra con stupore la presa di posizione di una chiassosa componente politica della Regione che anziché compiacersi di una evidente capacità di attrazione della sanità regionale tutta, sia pubblica che privata, continua ad ingenerare confusione e paure. Dimentica, evidentemente, la centralità del cittadino in qualunque azione della sanità. Mentre altre Regioni si preoccupano di contenere il numero dei loro pazienti che vengono a curarsi nel nostro territorio, secondo questi improvvisati esperti il Molise dovrebbe pre-

La Metropolitana leggera (se realizzata) passando ogni mezz’ora costringerebbe, ogni mezz’ora, ad abbassare le sbarre dei passaggi a livello di S. Giovanni dei Gelsi e di Via Piave, bloccando, ogni mezz’ora, il traffico urbano e regionale, e lasciando spaccata in due la città I campobassani sono messi decisamente male con una Regione ostile e un’amministrazione comunale ad essa sottomessa

fare in modo che la Metropolitana si risolvesse in un’opportunità e non , come sembra, in un ingombro. Problemi di connessione, dicevamo, e lo ribadiamo. Il Comune di Campobasso è oggettivamente sconnesso con la Regione Molise che considera la città un’accidentale e fastidiosa appendice territoriale, e gli amministratori dei servili manutengoli, per cui decide a suo piacimento dove e come intervenire per soddisfare le sue necessità logistiche, le convenienze programmatiche (quali sono la

sede regionale e la Metropolitana leggera). Interventi che (se realizzati) influiranno in maniera evidente sulla agibilità urbana e sula vita dei cittadini. In modo estremamente negativo, mancando qualsiasi raccordo tecnico e progettuale in grado rendere la sede e la Metropolitana due riferimenti per una diversa concezione della città e non già due corpi estranei al suo contesto. Qualcuno a Palazzo san Giorgio sa di cosa si stia parlando, ha visto i progetti, s’è informato sulle conseguenze? Sa, per fare un esempio, che la Me-

tropolitana leggera (se realizzata) passando ogni mezz’ora costringerebbe, ogni mezz’ora, ad abbassare le sbarre dei passaggi a livello di S. Giovanni dei Gelsi e di Via Piave, bloccando, ogni mezz’ora, il traffico urbano e regionale, e lasciando spaccata in due la città? Ha idea del caos che ne verrebbe, delle difficoltà che si creerebbero alla mobilità, dei problemi agibilità del territorio nella sua complessa articolazione? Qualcuno s’è posto di considerare il ruolo (certamente ridimensionato) del terminale della autocor-

riere, e come renderlo a sua volta funzionale a sostegno della Metropolitana? Se l’amministrazione comunale di Campobasso fosse connessa al resto delle istituzioni e non fosse ciò ch’è, ovvero un relitto nei marosi della politica regionale, si sarebbe resa protagonista, avrebbe preteso che il progetto della Metropolitana leggera le fosse sottoposto al fine di renderlo compatibile, oltre che utile a migliorare l’esistenza dei cittadini, e non già che gli sia stato fatto passare sulla testa prefigurando ai altri accidenti campobassani. Avrebbe preteso che nel progetto definitivo della Metropolitana vi fosse prevista l’eliminazione dei due suddetti passaggi a livello e la integrazione del terminale automobilistico nell’ambito generale dei servizi correlati alla Metropolitana. Siamo messi decisamente male con una Regione ostile e un’amministrazione comunale ad essa sottomessa. Ne prenda atto il senatore Roberto Ruta che vive e risiede a Campobasso, che del sindaco Battista è stato un solerte e convinto assertore, e del presidente Frattura un critico avveduto. Dardo

La qualità in Molise per evitare che si vada fuori occuparsi del contrario, ovvero non curare chi viene da fuori regione. Evidentemente questi “esperti” dimenticano che se in tanti scelgono di farsi curare nel Molise è perché trovano proprio nel Sistema Sanitario Regionale adeguata assistenza e soluzione alle loro problematiche di salute. Come sottolineato dall’Arcivescovo di Campobasso, al paziente che va in ospedale interessa non il nome scritto sulla porta d’ingresso ma l’assistenza che troverà all’interno della struttura. Allora, ben vengano tutti i contributi di idee, tutti i tavoli di discussione, per

esempio in occasione della determinazione delle reti tempo-dipendenti, ma senza avere come fine ultimo quello della polemica se non addirittura del disfattismo. Ci saremmo aspettati, pertanto, un intervento costruttivo per ridurre la mobilità passiva della nostra Regione (i tanti corregionali che vanno a curarsi fuori con grave disagio sociale oltre che per le finanze proprie e regionali), e non questo patetico remare contro non si sa bene in difesa di chi o di che cosa. L’unica certezza è che se si tenta sempre di creare un clima di so-

spetto, con congetture che non hanno fondamento, il cittadino si disorienta e finisce col cercare fuori regione soluzioni che sono assolutamente alla nostra portata

se non di qualità ineccepibile o addirittura di eccellenza. Aiop Molise


TAaglio lto CAMPOBASSO. Doveva essere il Consiglio regionale pronto ad animarsi sul Piano operativo sanitario. Ma, in apertura, il consigliere Cristiano Di Pietro, ha chiesto il rinvio della discussione perchè mancava il presidente della Giunta regionale fuori per motivi istituzionali. Sono stati in tanti , a protestare davanti alla sede del Consiglio regionale del Molise, in via IV novembre, dove doveva tenersi l’assise per parlare della sanità e dei piani operativi, predisposti dal commissario-governatore Paolo di Laura Frattura. Era da tempo che non si vedevano insieme, riuniti per una battaglia comune, cittadini, sindacati e studenti: coloro che sono rimasti davanti Palazzo Moffa per tutta la mattinata. Una manifestazione, comunque, senza di-

Non bastasse la sensazione generale, ci sono anche i numeri a confermare che la città di Campobasso sta vivendo una fase di riflusso. Una risacca inesorabile sta erodendo, palmo a palmo, tutto il margine faticosamente strappato, negli ultimi decenni del secolo scorso, all’arretratezza; tutto ciò che fu fatto per fare di Campobasso un capoluogo di Regione vero e non semplicemente segnato come tale sulle vecchie carte geografiche politiche appese nelle aule scolastiche. Il saldo demografico della città è negativo. Nel 2015 ci sono stati 327 fiocchi appesi alle porte delle case e 474 funerali. Molte più lacrime di dolore che di gioia. La popolazione residente in città, secondo i dati contenuti nel Documento Unico Comunale del Comune di Campobasso, è pari 49.174 abitanti; dal 2004, in cui si registrarono 51.633 residenti, un quasi impercettibile ma costante trend negativo ha procurato 2.459 campobassani in meno. Onestà vuole che si consideri il fatto che molti paesi della cintura esterna più prossima alla città (Ferrazzano, Oratino, Ripalimosani, Busso, Baranello, Vinchiaturo…) siano stati meta di molte giovani famiglie, ma la sostanza non cambia di molto. La sensazione netta è che, pur sorgendo, qua e là, qualche disarmonico casermone, la città sia ferma, non cresca. Da decenni a questa parte l’unica vera svolta significativa è stata segnata dall’Università che ha portato in città migliaia di ragazzi che, seppur raramente

3 9 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Consiglio, salta la discussione sul Piano sanitario sordini, ma con la delusione di un dibattito che, in aula, non c’è stato, essendo stato rinviato per l’assenza del Presidente della Giunta regionale, Paolo di Laura Frattura, che aveva voluto che la discussione arrivasse in aula. La discussione è soltanto rinviata e c’è da aspettarsi che chi si sta attivando in difesa della sanità pubblica continui la sua battaglia, con l’appuntamento in via IV novembre che sarà rinnovato quando arriverà in aula il tanto atteso dibattito. La vita vera, il mondo reale ed i tempi ed i modi della politica viaggiano ormai su binari paralleli. Sono mesi che diamo conto di riunioni surreali del consiglio regionale. Una paralisi amministrativa, di idee, di dibattito, che

meglio non potrebbe rappresentare lo spessore di questa classe dirigente. Sul tavolo non c’è lo straccio di un’idea per riavviare

anche solo la discussione di cosa sia meglio e più urgente per questo Molise narcotizzato. Piccole polemiche da cortile via face-

book a parte, naturalmente. E addirittura c’è qualche trombone che pensa di essere intellighente (e chissà se capirà che non si tratta di un refuso, almeno stavolta!) che dà del populista a chi, come noi, ritiene oltraggioso il trattamento economico di cui usufruiscono questi impiegati pubblici, rispetto alla mole di lavoro che sviluppano e, soprattutto, ai risultati che portano a casa. Ci toccherà sopportare ancora il suono del trombone, le chiacchiere vane dell’assessore, la riunione avvilente di un consiglio regionale che amministra alla stregua di un’assemblea di condominio per il livello della discussione ed il profilo dei provvedimenti.

Campobasso, una città che rischia l’agonia sI numeri della popolazione in calo e le attività ferme rappresentano un pericoloso campanello d’allarme al quale andrebbero date delle risposte immediate davvero partecipi della vita citda associazioni, è stato, alla di solito quelli che se vanno Da tempo tadina, quella che non riguarlunga, frustrato dall’impossibi- sono i più in gamba. Purtroppo dasse essenzialmente lo svago, hanno indiscutibilmente portato una ventata di aria fresca ed enormi benefici ai proprietari di case. Per il resto tabula rasa, o quasi. Campobasso è stata amministrata senza coraggio e senza coraggio continua ad esserlo. Non si ricordano scelte coraggiose, innovative, magari di rottura, che abbiano mai animato discussione e partecipazione. Il massimo cui si può aspirare in questo senso è se chiudere o meno al traffico piazza Prefettura. Pur dovendo riconoscere la progressiva perdita di disponibilità finanziaria da parte dell’Ente Comune, non si regi-

la politica non si occupa della situazione del Capoluogo strano investimenti tali da generare quantomeno la percezione della spinta in avanti. Solo mera, stanca, narcotizzante normale amministrazione. L’offerta culturale è deprimente per volume e qualità; anche qualche apprezzabile sforzo, praticato in genere

lità e dall’incapacità delle varie amministrazioni, compresa quest’ultima, di proporsi come tutor e motore; di proteggere, assistere e far crescere le forze migliori che a Campobasso sono nate e che lì vorrebbero vivere con una qualche soddisfazione. L’impiantistica sportiva giace abbandonata a sé stessa, l’incuria è totale e la sporcizia assedia sempre di più l’orizzonte, segno che il disinteresse e la noncuranza hanno attecchito anche nell’anima degli stessi cittadini. E’ un dato di fatto che, complice la cronica mancanza di lavoro, moltissimi campobassani hanno dovuto fare le valigie e

da quelli che sono restati e che si sono impegnati in politica abbiamo registrato parabole e comportamenti spesso avvilenti: nessuna capacità di fare squadra, anzi una litigiosità non da giovani ma da bambini; nessuna proposta di forza ed originalità dirompenti, magari anche semplicemente mutuata da qualche esperiemento di città più grandi e vitali; la stessa pervicace maniacalità di curare sempre e solo il proprio orticello, ereditata dai nonni e dai padri. Giuseppe Di Iorio


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 9 marzo 2016

Il Molise alla diciottesima assemblea nazionale dell’Associazione

Del successo degli Alberghi diffusi non sappiano il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura e il consigliere delegato al turismo (!!!) Domenico Di Nunzio: potrebbero arrabbiarsi!

Più cresce l’appeal di questa realtà turistica più gli amministratori regionali dovrebbero vergognarsi della loro esistenza come tali, portatori di nichilismo, arrendevolezza, rassegnazione Turismo a spizzichi e bocconi. Costretti a parlarne a strappi, ogni qualvolta, qualche realtà turistica (in questo caso, l’Associazione “Alberghi Diffusi”), si procura il diritto a un titolo da copertina. Una realtà territoriale che annovera catene montuose, paesaggi inediti, fiumi pescosi, laghi naturali e artificiali, boschi, immense radure, reperti archeologici, un ambiente naturale scarsamente alterato e inquinato, insediamenti umani preistorici, un tratto di costa adriatica con bandiera blu purtroppo è nelle mani di amministratori regionali che questa realtà la mortificano e la contraddicono con la loro affermata insipienza, al punto di aver rinunciato ad ogni forma di organizzazione e valorizzazione turistica. Altrove, ovunque questa assurdità regionale (politica, amministrativa e gestionale) non avesse complice la società civile, sarebbe oggetto di ostracismo, di ribellione, costretta a desistere nella sua perniciosa presenza sulla scena territoriale. Per cui di turismo molisano è velleitario

parlare. Se ne parla in occasioni sporadiche e particolare. Ne parliamo per dare conto ancora una volta della vitalità associativa degli “Alberghi Diffusi” e degli operatori molisani che vi fanno parte con grande incidenza e dignità, rappresentando un Molise “di grande importanza strategica nei futuri piani nazionale del turismo dove l’autenticità del paesaggio, dei territori e dei suoi alberghi diffusi gestiti dai “narra-

di Vincenzo Musacchio Partiamo da un assioma democratico nel vero senso della parola: le riforme costituzionali di grande interesse si possono fare solo se sono largamente condivise. Molte Costituzioni europee ed extraeuropee sono rimaste praticamente le stesse da secoli e nessuno si è mai sognato di cambiarle a colpi di maggioranze esigue e striminzite. Probabilmente la modifica della Costituzione (e anche della legge elettorale) più necessaria sarebbe quella di prevedere una maggioranza di almeno 2/3 dei parlamentari per le eventuali nuove riforme. Oggi non resta che mobilitare le persone in vista del futuro referendum, che il presidente del Consiglio promuove come fosse una sua iniziativa. Renzi sottoporrà la riforma al popolo perché la approvi, in caso contrario, si dimetterà. La personalizzazione di un refe-

tori del luogo” avrà un ruolo rilevante”. Questa affermazione è la sintesi più incisiva tra le tante che hanno costellato la conclusione della diciottesima assemblea nazionale dei soci dell’ Adi (Alberghi diffusi), tenuta il 7 marzo a Montemaggiore al Metauro, cui per il Molise hanno preso parte Manuela Cucoro, di “Locanda Alfieri”, e Michelino Lucarelli, della “Piana dei Mulini”, insieme al coordinatore nazionale del-

l’Associazione Giuseppe Nardone. Nel corso dei lavori assembleari non a caso s’è parlato del Molise, regione che ha avuto un ruolo fondamentale per la nascita dell’Adi, nonché sede del “Primo Convegno Nazionale dell’Albergo Diffuso” organizzato nel dicembre 2004 a Campobasso grazie alla collaborazione del Patto Territoriale del Matese che ha accompagnato l’Associazione nei suoi primi passi dopo la sua costituzione del 2006, quale possibile sede della “Giornata dell’Albergo Diffuso” per il 2016, anno del decennale dell’Adi, con l’assegnazione del Primo Premio Nazionale dell’Albergo Diffuso. Altri tempi, altro Molise, altri amministratori. Di quei tempi, fortunatamente, restano l’ “Albergo Diffuso”, la presenza sul territorio, la capacità d’attrazione turistica per “gli amanti delle peculiarità naturali ed antropiche del territorio”. Più cresce l’appeal di questa realtà turistica più gli amministratori regionali dovrebbero vergognarsi della loro esistenza come tali, portatori di

nichilismo, arrendevolezza, rassegnazione. Diverse relazioni ed interventi tenuti da esperti del marketing e Tour operator specializzati nella formula di turismo innovativa degli Alberghi Diffusi, hanno confermato trattarsi di un volano di sviluppo turistico locale tra i più efficienti e produttivi. Come efficienti e produttivi si sono rivelati i workshop in cui gli albergatori, tra cui Manuela Cucoro, di “Locanda Alfieri”, e Michelino Lucarelli, della “Piana dei Mulini”, hanno potuto colloquiare direttamente con i Tour operator particolarmente interessati all’offerta turistica emergente degli alberghi diffusi in evoluzione. Ma che non lo sappiano il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura e il consigliere delegato al turismo (!!!) Domenico Di Nunzio. Potrebbero infastidirsi. Dardo

Perchè no alla riforma costituzionale rendum costituzionale è una mistificazione giuridica e reale. Non è questo il senso istituzionale di un referendum costituzionale. L’istituto referendario in questi casi è stato concepito per rafforzare la rigidità della Costituzione impedendo alla maggioranza di cambiarla da sola senza il contributo di tutti. O la riforma è approvata da entrambe le Camere con la maggioranza dei due terzi - vale a dire con il concorso delle minoranze - oppure la legge, pubblicata per conoscenza, è sottoposta a referendum qualora entro tre mesi “ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali”. Se nessuno chiede il referendum, trascorsi tre mesi la legge costituzionale viene promulgata, pubblicata ed entra in vigore. Interessato a

chiedere il referendum dovrebbe essere chi è contrario ai contenuti della riforma, allo scopo di impedirne l’entrata in vigore. L’art. 138 se letto con attenzione non si presta a equivoci di sorta. Il referendum, a mio giudizio, è un obbligo nel caso in cui la riforma non ha coinvolto le minoranze, per consentire a chi non è d’accordo di addurre le proprie ragioni ed eventualmente farle prevalere con l’ausilio del popolo sovrano. Non dobbiamo neanche dimenticarci che la Costituzione sta per essere cambiata da parlamentari eletti con un sistema elettorale (Porcellum) dichiarato palesemente incostituzionale dalla Consulta. La nuova legge elettorale che entrerà in vigore nel 2016 e che presenta non pochi elementi di incostituzionalità rappresenta un percorso che

porta di fatto all’elezione diretta del premier. Quando si arriva al ballottaggio (per il quale non c’è quorum, e dunque le due liste più votate partecipano a prescindere dal seguito elettorale che hanno avuto), l’elettorato deve necessariamente schierarsi a favore di uno dei contendenti e chi vince si prende tutto. È una forma d’investitura popolare per chi guida il governo; un discorso non nuovo che precede Renzi di molti anni: le elezioni come strumento non tanto per eleggere il Parlamento, ma per scegliere e investire un governo e il suo Capo. Tutto questo si farà senza che a una simile trasformazione si accompagnino i contrappesi indispensabili in una democrazia costituzionale. Io voterò NO perché sono italiano e amo l’Italia.


TAaglio lto TRIVENTO. É duro il capogruppo di minoranza del Comune di Trivento, Tullio Farina di “Trivento che vorrei”, che con una nota interviene in merito alle condizione delle strade provinciali. “Penso sia sotto gli occhi di tutti lo stato pietoso per non dire comatoso delle due stradi provinciali: quella che collega Trivento a Campobasso e l’altra che conduce alla fondovalle Trigno. Per andare a Campobasso - si legge nella nota - bisogna fare la gimkana per evitare le buche nonché il gioco della mosca cieca nelle giornate di nebbia per l’assoluta assenza della segnaletica orizzontale. Più problematico e pieno di insidie si presenta il percorso Trivento – fondovalle Trigno per i continui smottamenti franosi, soprattutto quello verificatosi pochi giorni fa che ha quasi travolto metà della carreggiata stradale. Se in questi giorni disgraziatamente dovesse piovere o nevicare sicuramente salterebbe anche l’altra metà della strada con la

5 9 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Le strade provinciali sono in disastro” Il capogruppo di minoranza del comune di Trivento, Tullio Farina, denuncia la situazione in essere sciagurata conseguenza che Trivento risulterebbe isolato dalla Trignina e per raggiungere la stessa si dovrebbe passare per Salcito. Addirittura con la neve si sarebbe il rischio reale che qualche autovettura potrebbe sprofondare nella voragine che si è formata per lo scivolamento del terreno. Orbene di fronte a questo spettacolo allarmante e desolante le autorità regionali, provinciale e comunali evidentemente guardano le stelle e non si accorgono che la terra sta franando paurosamente sotto i piedi. La Regione plaude alla metropolitana leggera che tale è di nome e di fatto, in quanto non porta da nessuna parte, la Provincia si lecca le ferite e raccata le sue “penne” perché in corso di smantellamento, il Comune guarda ed assiste al rito

funebre di una strada che fra poco non ci sarà più senza tirare fuori neanche un lamento. Evidentemente è intento ad osannare i lavori comunali, - continua Farina - soprattutto quelli della ricostruzione post sisma ai nastri di partenza. Certo fa senso constatare

che mentre con il sisma non si è riuscito ad intervenire per consolidare l’impalcato di via Torretta con tutte le insidie che nasconde si spendano poi quasi 8 milioni di euro per ristrutturare abitazioni private e la casa comunale attiva e funzionante fino a qualche anno

fa. Ma questi sono miracoli tutti italiani e quindi anche triventini e gli uomini di chiesa ai miracoli non solo ci credono ma li invocano con artifici vari. Evidentemente anche per le strade si attende il peggio per poi invocare la famosa e scontata urgenza che permette di saltare tutte le procedure per procedere agli affidamenti diretti agli accoliti e turibolari di turno. Solo così i conti tornano e tutti sono felici e contenti. In Italia, e quindi anche nel Molise e a Trivento, l’emergenza lungi dal risolvere i problemi ha rappresentato la fortuna di pochi e le disgrazie di molti. Spero in un intervento celere - conclude il consigliere - che possa risolvere il problema senza che si arrivi a conclusioni devastanti.”

L’esito del concorso internazionale d’idee per la nuova sede regionale finisce in consiglio regionale

I perché dei 5 Stelle

Avesse rispettato i tempi e gli obblighi del bando, la Regione avrebbe evitato le polemiche, onorato l’esito del concorso, e informato la pubblica opinione In assenza di chiarezza da parte della Regione Molise sul Concorso internazionale d’idee per la realizzazione della sede regionale, inevitabili il persistere dei dubbi sull’esito finale e le polemiche di contorno. Il fascista degli Anni 30 a chi poneva problemi e domande sgraditi rispondeva: “me ne frego”; il prototipo del renzismo molisano all’interno del Pd regionale del terzo millennio Paolo Frattura sulla bando della nuova sede regionale” e sulle critiche che piovano a dirotto, “se ne frega”. Finora non ha mosso ciglio e non lo muoverà ,ne siamo certi, neanche di fronte ai consiglieri 5 Stelle, Manzo e Federico”, che, deludendo la natura stessa del Movimento che rappresentano, sul piano dell’aggressività politica, dell’insistenza amministrativa, della denuncia pubblica e, perché no, penale, come sarebbe il caso delle omissioni del bando sulla nuova sede regionale, probabilmente si adatteranno alla ritualità di una mozione in consiglio regionale. Lo desumiamo dalla ricerca di notizie sul caso, per farne una raffica di domande al presidente e alla giunta alla scopo di esigere finalmente una risposta. La Gazzetta del Molise in proposito ha svolto il ruolo di critica e di analisi che compete alla libera stampa for-

nendo ai lettori, per ciò che l’è stato possibile, grafici, relazioni, commenti e notazioni. Naturalmente, in ossequio al costume democratico che li contraddistingue, delle critiche e delle analisi la presidenza regionale e la giunta se ne sono impipati. Ai 5 Stelle ob torto collo - dovranno rispondere. Magari a modo loro: arrogante, approssimato, impreciso, deludente, ma dovranno rispondere perché “se il bando, tutto centrato sulla riqualificazione urbana, con la ricucitura dei nuovi volumi ad integrarsi con il contesto attuale, poi sarebbe possibile effettuare la ricucitura con la sola sostituzione del volume del Roxy maggiorato? Se La commissione

ha attribuito alla proposta progettuale vincitrice un elevato punteggio per l’uso di materiali ecosostenibili, come si giustifica che l’unica nota di riscontro per l’uso di materiali innovativi ed ecocompatibili per la finitura esterna dell’edificio è “nobilitato o ceramica”, e si sia lasciato alla commissione o a futuri concorsi la scelta tra l’uno o l’altro materiale? Dovranno rispondere, perché “la commissione aggiudicatrice ha attribuito un punteggio elevato alla proposta per il contenimento dell’inquinamento luminoso se nelle tavole grafiche e nella relazione non vi è alcun cenno alla tipologia dei corpi illuminanti?”

Inoltre, la commissione ha attribuito un punteggio elevato al contenimento dell’inquinamento acustico, ma non avrebbe tenuto conto che l’adozione del parcheggio pluripiano interrato determina, per legge, la necessità di avere 8 torrini di immissione aria distribuiti nell’aria parco (uno per compartimento) per una capacità di “20000 metri cubi di aria /ora. E non è finita qui. La commissione ha attribuito un valore elevato per l’uso dell’isolamento termico ma nel progetto non vi è alcun cenno alla stratigrafia delle pareti. Andando avanti. Nelle tavole grafiche sono rappresentate solo due piante dei 14 livelli progettati. Le due piante non sono arredate per illustrare gli spazi lavorativi di 20 metri quadrati per dipendenti e di 30 per dirigenti, ed è presente solo una sezione sull’atrio, a tutta altezza (che di fatto renderebbe irrealizzabile la proposta per normativa). Da donde la domanda: come può la commissione aver premiato il progetto come la miglior idea progettuale nel rispetto del bando, senza il progetto? Senza, cioè, la possibilità di verificare la congruità della proposta a tutte le richieste del bando? Secondo i 5 Stelle, la proposta vincitrice sarebbe incentrata sul grande atrio centrale aperto per l’intera

altezza dell’edificio, su cui si affacciano tutti i piani intermedi. Ebbene, la normativa antincendio vigente vieta una tale ipotesi progettuale. Eppure, la commissione ha attribuito il punteggio (più che buono) per le soluzioni spaziali e funzionali adottate. La proposta arriverebbe persino a presentare una forma ad emiciclo, che modifica la configurazione storica di Piazza Savoia, peraltro soggetta a vincolo ambientale, laddove addirittura il bando prescrive di attenersi al contesto urbano e alle radici storiche del luogo. Nella coda degli interrogativi, il veleno. Alla proposta progettuale vincitrice mancherebbe il computo metrico e il costo presunto sarebbe tutto in un’unica voce, come fosse a corpo, invece che a misura. Eppure nel bando è scritto testualmente : “la commistione giudicherà le idee dei concorrenti anche in base al quadro economico direttamente conseguente ai criteri di economia e sostenibilità adottati per il progetto”. Avesse rispettato i tempi e gli obblighi del bando, la Regione avrebbe evitato le polemiche, onorato l’esito del concorso, e informato la pubblica opinione. Ma se ne fregano. Dardo


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TAaglio lto

6 9 marzo 2016

Il ricordo della morte di Leo Leone nelle parole di due nostri collaboratori

Ci ha trasmesso il valore del non arrendersi o di farlo solo con l’onore delle armi

Ha saputo andare oltre le nebbie che ha trovato lungo il sentiero della vita

Ricordo del professore che ha vissuto per lo sport, il sociale e la cultura

Leo Leone lascia sconcerto e esempi rari

A 78 anni è stato stroncato da un male tiranno che ne ha spento il sorriso sereno di Gennaro Ventresca Col suo volto in permanente stato di freschezza Leo Leone ha vissuto in modo pieno e sereno. Sempre convinto che i veri traguardi della vita sono quelli che non si raggiungono mai. Il professore ha percorso tanta strada, per fermarsi in una camera del Cardarelli, l’ospedale che la politica vorrebbe depotenziare. Tirava un forte vento, sabato sera a Tappino, ma Leo, ormai in coma irreversibile, non l’ha potuto ascoltare. Di Leo Leone si sa che è stato il fondatore della Virtus e, per caduta, le molte cose che sono appese alla società sportiva campobassana, tra tutte la Su e giù che rappresenta la pepita più grossa. Ci sono delle persone di cui non possiamo avere nostalgia...perchè continuano a stare con noi. Come è dimostrato dalla dipartita di Nicola Palladino che di Leo Leone è stato felice sodale. Nicola è rimasto sempre in mezzo a noi, sarà lo stesso anche per Leo, state pur certi. Lo sport per Leo ha rappresentato un tracciato ideale per dare senso alla vita. Quando, giovanissimo, giunse agli Orfani di Guerra si mise subito le scarpette da calcio e dimostrò di sapersela cavare alla grande nel campetto retrostante l’enorme edificio. Nacque da lì a poco la Virtus che cominciò con il calcio, per passare all’atletica, vanno ancora famosi i suoi splendidi marciatori dei primi anni agonistici. Poi nacque la Su e giù, il resto è presente ogni giorno sotto i nostri occhi. Leo Leone aveva 78 anni, portati con sveltezza e bell’aspetto. Per due anni ha combattuto col male tiranno e si è dovuto arrendere. Con dolore. Perchè quando si muore, sino a quando si è lucidi, si prova inevitabilmente un profondo dolore per il distacco dalle cose terrene, dagli affetti più cari, dalle mille cose che ti hanno visto protagonista e che sei prossimo a doverle abbandonare. Professore, filosofo, uomo nobile sempre attento al sociale, cattolico democratico, marito, padre e nonno premuroso ed esemplare. Leo ha seminato per tutta la vita. A raccogliere saranno gli altri, non solo i suoi familiari. Oggi, del resto, abbiamo bisogno di raccogliere e rilanciare le sue limpide idee, sulle quali si poteva anche non essere d’accordo, ma a nessuno è mai venuto in mente che fossero banali. Leo è stato tante cose, soprattutto una gemma luccicante per il sociale, non solo per lo sport. Il suo viso luminoso e i suoi occhi chiari hanno sempre fatto leggere il piacere di vivere. Che non è mai stato un piacere fasullo legato alle tasche, ma ai valori. La radice del benessere interiore che ne ha accompagnato la feconda esistenza gliel’abbiamo letta ogni momento negli occhi. Leo è sempre andato oltre le nebbie che ha trovato lungo il sentiero della vita. Nel cui ultimo tratto ha dovuto accettare una impertinente sconfitta che l’ha costretto ad arrendersi.

L’addio di Leo Leone di Sergio Genovese Il Professore, evidentemente, male accettava che si fossero invertite le regole della vita. Non era possibile che il trapasso avesse ribaltato le regole: prima l’allievo e poi il maestro. Così la morte di Nicola Palladino di cui fu indiscusso mentore, lo aveva segnato e tramortito perché per Nicola, Leo Leone stravedeva. L’allievo ne carpì ogni cosa, lo stile del linguaggio, il profilo intellettuale, la barba, il cappellino di lana, le movenze. Con la sua morte che avrà distrutto la moglie Concetta e il figlio Paolo, il Professore avrà tentato di rimettere le cose a posto. Ma Leo Leone è stato il vero leader educativo di tutti coloro che, dagli anni sessanta in poi, volevano fare sport per crescere nelle strade del bene. Non c’è ragazzo, infatti, munito di quei desideri ,che non sia passato per il glorioso campo degli Orfani di Guerra. Un impianto sportivo assai improbabile, ma straordinariamente significativo, per l’idea di alto pedagogismo che camminava sulle gambe di quegli uomini al cui comando, per acclamazione e meriti conseguiti sul campo, c’era Leo. Le sue capacità “ascensionali” facevano facilmente breccia nell’animo di quei ragazzi pieni di sogni al punto che diventava per tutti il padre di complemento a cui non dare un dispiacere. Per come era convincente riceveva poche disubbidienze anche quando fuori dallo sport ci chiedeva di dedicare le splendide estati di quei giorni a raccogliere cartoni per finanziare la Nuova Frontiera. Crescendo abbiamo scoperto Leo Leone in una accezione meno profetica, abbiamo riscontrato i suoi punti forti ma anche quelli deboli, gli abbiamo dato un volto più umano, ma il rispetto non è mai venuto meno. Sono uno di quelli che riconosce alla Virtus il merito di aver instillato, con grande merito, una parte importante delle cose buone che posseggo. Leo Leone mi ha insegnato a non tradire un impegno o perlomeno a farlo il meno possibile. Quando da bambino per non essere andato a messa non fui scelto per una partita, la delusione e il pianto non mi abbandonarono per più giorni. Ma al Professore riconosco il pregio di avermi insegnato che l’istituto della sanzione è un metodo moderno dell’educare che ti fa crescere. Il Professore ci ha trasmesso il valore del non arrendersi o di farlo solo con l’onore delle armi. Ho avuto la possibilità di seguirlo, con discrezione, nel corso della sua malattia. L’ho visto combattere proprio in questo modo. Lo ha insegnato a Nicola Palladino, Nicola lo ha insegnato a me:” Mai nel cuore degli uomini vi siano sentieri di resa.” Basterebbe solo ragionare su questo versante dal significato così intenso, per capire come è morto ricco Leo Leone. Che eredità ci ha lasciato, il suo sogno sociale, la sua morbidezza relazionale, il suo intellettualismo di pregio.


Campobasso

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9 marzo 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Spiegato il perchè del tiepido tifo rossoblù: campionato deciso e mancanza di bomber

Resta Rosario Maiella il principe del gol Nella nostra storia nessuno ha fatto meglio del “principino” pagato da Ferruccio Capone di Gennaro Ventresca e’ difficile individuare il target di pubblico che dovrebbe ripopolare lo stadio di Selva Piana. O forse no. e’ troppo facile: non c’è un format capace di descrivere il tifoso da stadio. Per riempire i pochi stadi che ancora si riempiono serve innanzitutto avere una squadra di rango, in grado di battersi gomito a gomito con le più forti del girone. Magari come sta accadendo nel raggruppamento meridionale della Lega Pro, in cui in tre punti sono concentrare ci formazioni che hanno alle spalle un luminoso passato. Dico Cosenza, Benevento, Lecce, Foggia e Casertana. non sarebbe male vedersela in serie D con Cavese e Siracusa; ha addirittura maggior appeal il girone che vede lottare per la vittoria finale le due Francavilla e il Taranto. nel nostro gruppo, da quando la

Samb ha cambiato allenatore ha fatto corsa a sè, una specie di cronometro che non ha conosciuto ostacoli. La Samb ha ucciso il campionato, togliendo ogni speranza di risalita ai pur qualificati Matelica e Fano. noi che siamo al quarto posto non abbiamo mai partecipato al “piatto”, come dimostra il palese disinteresse che c’è stato da subito, il flop di Cappellacci è stato pagato a caro prezzo. La bontà del lavoro di Favo, pur apprezzato all’unanimità, non è andato oltre una semplice e decorosa risalita. Ma per accendere la santabarbara ci sarebbe voluto altro. neppure il prezzo politico è stato in grado di intercettare i tifosi di complemento. I quali te li ritrovi accanto solo quando le cose

vanno alla grande. e come avversarie ci siano formazioni tradizionalmente ostili come Taranto e Cavese, tanto per non fare nomi. LeOnI DA PALCOSCenICO Senza goleador non si accende la

fantasia dei tifosi. La nostra squadra ha il suo realizzatore più proficuo in Alessandro, fermo a otto bersagli, tre dei quali colpiti alla prima giornata, col caldo sett e m b r i n o . Storicamente il nostro club non ha mai disposto di un realizzatore di rango. Bisogna tornare agli anni Sessanta per trovare romano Sciarretta in doppia cifra. Dopo tante stagioni sofferenti, grazie ai suoi gol e alla luminosa stagione dell’intera squadra, allenata dal pescarese De Angelis, finimmo al terzo posto. risultato mai raggiunto in quegli anni difficili.

neanche quando (1974-75) vincemmo il campionato di Quarta Serie potemmo esibire uno sfondatore di reti. Il piccolo Pasquale Pirone, detto valigetta, rese meno del previsto; per fortuna segnarono un po’ tutti e alla fine arrivò la vittoria. vale lo stesso nell’81-82, anno magico del salto in B. Canzanese non fece gran che, meglio di lui si comportò Guido Biondi che oltre a dirigere l’orchestra arrivò in doppia cifra. Per trovare una punta che con la nostra maglia, per ben due volte, ha superato la soglia delle venti realizzazioni bisogna arrivare sino ai giorni di Capone. Il montelliano,, sborsando 120 mila euro a stagione, prese rosario Maiella che resta ancor oggi il principe dei marcatori della storia rossoblù, capace di segnare complessivamente oltre 60 reti. Il ritorno, in C2 non fu folgorante, ma pur sempre prolifico.

“Un Consiglio comunale ignavo” Il Comitato pro Cardarelli è duro sulla posizione adottata dall’assise di Campobasso CAMPOBASSO. e’ duro l’attacco del Comitato Pro Cardarelli dopo la votazione del consiglio comunale di Campobasso relativo alla mozione “sulla difesa della Sanità Pubblica e dell’ Ospedale Cardarelli”. In una nota infatti si legge “Il Comitato pro Cardarelli definisce scandaloso il comportamento del consiglio comunale di Campobasso che ha respinto una mozione a sostegno della sanità pubblica ed in particolare dell’ospedale Cardarelli, storico ospedale della città e dei campobassani tutti. Questo voto scandaloso avviene a meno di un anno da una mozione votata da tutti i consiglieri comunali, di destra e di sinistra o variamente incrociati, che allora, in evidente opposizione al governatore Frattura, chiedevano di investire nell’ospedale pubblico, per potenziarlo, riqualificarlo e mantenerlo Dea di II livello. Il pareggio dei voti in Consiglio Comunale – proseguono dal comitato – su una mozione che ribadiva l’autonomia del Cardarelli, in opposizione al Piano del governatore Frattura (che ricordiamo intende regalare alla Fondazione due reparti del Cardarelli nonché 36 milioni di euro dai fondi pubblici da destinare al restauro della Fondazione e ad ampliamenti della struttura) è un caso unico in Italia e da

‘guiness dei primati’: non è mai avvenuto che un consiglio comunale non difenda il proprio ospedale e con esso, la sanità pubblica. Quel voto, inoltre, mette in evidenza altre cose. La prima è che i consiglieri comunali di Campobasso e ci riferiamo agli 11 che hanno votato no alla mozione, nonché ai variamente assenti, hanno come prima priorità quella che ha anche il presidente del consiglio regionale Cotugno sintetizzabile nella frase da lui proferita in pubblico: ‘Fare politica vuol dire farsi i fatti propri’. La seconda è che una parte del Pd è strutturalmente connessa alla destra politica. La terza è che un Consiglio che si mostra privo di valori politici si delegittima da solo per aver tradito il mandato elettorale e non essere rappresentativo della volontà popolare che indipendentemente da loro si

esprimerà nella manifestazione odierna davanti al consiglio regionale. Il Comitato Pro Cardarelli – si conclude la nota – è rimasto negli anni sempre al suo posto, a tutela inflessibile della ‘Sanità Pubblica’ attraverso la tutela del massimo ospedale regionale. I consigli comunali passano ma il ‘Comitato pro Cardarelli’ resta come aggregato di operatori sanitari e cittadini che difendono la Costituzione attraverso la difesa della sanità pubblica. e il Comitato Pro Cardarelli ha sempre individuato i propri avversari e, soprattutto, non dimentica”

“#LASCUOLACHE”

Giornata studio sull’edilizia scolastica innovativa CAMPOBASSO. L’Ordine degli Architetti della Provincia di Campobasso, unitamente alla Fondazione Architetti, in vista dell’emanazione da parte del Miurdel bando di concorso per idee “Scuole innovative”, organizza una giornata di studio che si terrà a Campobasso domani presso l’ex Gil “Fondazione Molise Cultura” a partire dalle 9,30. Con la giornata l’Ordine si pone l’obiettivo di attivare processi di

dialogo tra progettisti e destinatari delle strutture nella convinzione che progettare e realizzare una scuola è sicuramente uno dei temi più complessi per un architetto perché si è,per certi aspetti, responsabili della qualità dell’apprendere delle nuove generazioni. L’intento è quello di arricchire e approfondire l’idea architettonica con il contributo dei dirigenti scolastici, degli insegnanti, del personale, dei genitori, degli

alunni e di esperti del settore. Il risultato ottenuto sarà anche merito di queste disponibilità. Conoscere le esperienze fatte da altri Comuni per la gestione dei servizi, così come conoscere le esigenze di chi fruisce la scuola, è un momento importante di crescita e confronto. L’obiettivo è quello di far fronte alle sfide del futuro con una nuova visione, valorizzando e gestendo ciò che già è presente sul territorio e al tempo stesso

co-progettando nuove opportunità . La giornata di studio è organizzata in tre sezioni: nella prima #LA SCuOLA Che InnOvA l’architetto Laura Galimberti, coordinatore della struttura di missione per l’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, illustrerà le misure e le attività svolte e quelle da svolgere da parte delMiurrelativamente all’innovazione della scuola, dall’edilizia scola-

stica alla didattica; nella seconda parte #LA SCuOLA Che FunZIOnAsarà di estrema importanza per chi vive, lavora e cresce nella scuola, la disponibilitàofferta da alcune amministrazionidi illustrare ed evidenziare l’esperienza maturata in questi anni; la terza sezione #LA SCuOLA Che vOrreI è finalizzata ad accogliere proprio le riflessioni, gli spunti e le necessità di chi la scuola la vive ogni giorno.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

9 marzo 2016

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“Il centrodestra resti unito”

Il segretario de La Destra, Mancini, interviene sulla questione delle comunali di Isernia una riunione politica dei segretari regionali dei partiti della coalizione, al fine di chiarire, una volta per tutte, la reale volontà di effettuare politiche di centro destra, la reale volontà di appartenenza a tale schieramento, senza equivoci e senza strumentalizzare le comunali di Isernia come occasione di misurare ciascuno le proprie forze anziché come momento di rilancio della nostra città”. L’avvocato isernino propone anche una data. “Tale riunione – scrive – da tenersi giovedì 10 marzo 2016 alle ore 19 presso l’Hotel Europa di Isernia (data, ora e luogo sono puramente indicativi restando a disposizione per ogni Vostra diversa determinazione), si rende ancora più necessaria per individuare unitariamente il candidato Sindaco poiché finora sia Melogli che d’ Apollonio, le cui candidature riscuotono ambedue

isernia. Comunali, il segretario regionale del partito ‘La Destra’, Giovancarmine Mancini, invita la coalizione all’unità in vista delle elezioni, e propone un incontro per individuare un percorso e un nome comuni per le amministrative di giugno. In una missiva indirizzata ai segretari regionali di ‘Forza Italia’, ‘Fratelli D’Italia’, ‘Noi con Salvini’, e inviata per conoscenza anche agli organi d’informazione, l’avvocato Mancini propone di fissare una riunione da convocare nell’immediato. “Le dannose polemiche che emergono dalla lettura della stampa locale in merito all’individuazione del candidato sindaco della coalizione di centro destra – scrive Giovancarmine Mancini – umiliano la volontà di rinascita della città di Isernia”. Per questo, aggiunge il segretario della Destra, “ritengo necessaria

il consenso del movimento politico che ho l’onore di rappresentare, sono stati indicati da singole componenti della coalizione e non unitariamente”. Perché, conclude il segretario regionale della Destra, “nell’interesse di Isernia e degli isernini è necessaria la sintesi, una decisione che veda tutti coinvolti nello stesso obiettivo: il rilancio del capoluogo pentro”. Intanto, Forza Italia considera positiva l’iniziativa intrapresa dal segretario regionale de La Destra di indire un nuovo tavolo politico tra i partiti del centrodestra teso a ricercare una soluzione unitaria per le elezioni comunali di Isernia” è quanto dichiarato dal portavoce Giacomo Papa, il quale ha anche sottolineato che “Siamo convinti che i cittadini di Isernia si aspettano da noi scelte responsabili nell’esclusivo interesse della città”.

Dal Prefetto di Emilio Izzo Ci siamo lasciati qualche giorno fa con due appuntamenti in agenda, quello della mattina de 5 febbraio davanti al castello Pandone di Venafro dove, regolarmente e come preannunciato, abbiamo portato sacchi di immondizia all’assessore Facciola, il quale, disattendendo le promesse del giorno prima, abbassando la testa non si è fermato davanti alla nostra postazione per raccogliere le nostre motivatissime accuse! Ma questa non è una novità, l’assessore le cose le fa da solo e senza informare i cittadini! La sera dello stesso giorno, invece, regolarmente si è svolta l’assemblea dei comitati, delle associazioni e dei cittadini presso la sala gialla della provincia e come sempre la partecipazione è stata corposa, interessata ed interessante. Sintetizzando, nell’occasione sono state ribadite, con sempre convinta presa di posizione, che gli inceneritori o termovalorizzatori che dir si voglia devono cessare le attività in quanto fortemente inquinanti e mancanti di presupposti richiesti per legge. Inoltre, si è ribadito coralmente, che necessita una forte mobilitazione popolare e che questa vedrà, con ogni probabilità, la sua organizzazione per il giorno 19 marzo c.m. e la conferma di tale appuntamento ci sarà non appena l’organizzazione

studentesca farà sapere le proprie determinazioni in merito. Personalmente ho informato i presenti che avrei interessato il nuovo prefetto di Isernia della situazione e che avrei chiesto ufficialmente un incontro per rappresentare le nostre rivendicazioni cosa avvenuta nella mattinata di ieri. Nel giro di un paio di ore la segreteria del dott. Fernando Guida mi ha confermato l’assenso all’incontro e che lo stesso è stato fissato per il giorno di giovedì 10 c.m. alle ore 17.00 presso i locali della prefettura pentra! Questa è efficienza! Per ultimo, ma non per questo meno significativo (anzi), a breve convocheremo una conferenza stampa per rendere edotta

la popolazione dei contenuti di una straordinaria interrogazione parlamentare, da noi chiesta ed ottenuta per intercessione di parlamentari abruzzesi!

La Polizia incontra le donne Interessante confronto a Isernia per parlare di violenza e del ruolo delle donne nella società isernia. Si è svolto presso l’Auditorium della Provincia di Isernia l’evento-convegno orga-

nizzato dalla Polizia di Stato in collaborazione con l’Istituto Statale di Istruzione Secondaria

“Cuoco-Manuppella” di Isernia, in occasione della Giornata Internazionale della donna sul tema “La Polizia di Stato con le donne”. All’evento, al quale hanno assistito circa cinquecento studenti del citato Istituto, sono intervenuti come relatori la Dott.ssa Rosanna Venditti, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Minorenni di Campobasso, la scrittrice Bar-

bara Bertolino, la Dott.ssa Joanna Madejska, mediatrice culturale e Presidente dell’ Unicef di Isernia, la Dott.ssa Flavia Iannacone, nutrizionista presso il locale Ospedale “ Veneziale” e la Dott..ssa Erminia Visco, responsabile del Centro Antiviolenza di Montaquila, che, ciascuna per la propria competenza, hanno affrontato il tema della violenza sulle donne, il ruolo della donna nella società moderna e il rapporto delle donne con la Polizia di Stato anche in relazione alle proprie esperienze personali e professionali. Sono stati, inoltre presenti ed hanno preso la parola il Sig. Prefetto della Provincia di Isernia dr. Fernando Guida, il Vescovo della

Diocesi di Isernia e Venafro Monsignor Camillo Cibotti , in rappresentanza della Provincia di Isernia, il consigliere provinciale e Sindaco di Sant’Agapito, Giuseppe Di Pilla, il Vicario della Questura Dr. Antonino Russo, il Primo Dirigente della Polizia di Stato Dr.ssa Rosa Angelo, Dirigente della Divisione Anticrimine e, in qualità di moderatore, il Dirigente Scolastico Professoressa Annamaria Pelle. Il convegno è stato intervallato da momenti musicali, danzanti e teatrali, realizzati dagli studenti dell’istituto d’arte “Cuoco – Manuppella”. Erano presenti, infine, i Comandanti Provinciali di tutte le Forze di Polizia.


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Termoli

9 marzo 2016

Colletorto, incendiato un capannone Paese in soprassalto per il gesto compiuto. Indagini anche per un barattolo dinanzi ad un’abitazione COLLETORTO. Per cause da accertare un incendio è divampato in un capannone di Colletorto utilizzato fino a qualche mese fa come oleificio e successivamente venduto all’asta. Intorno alle due e mezza di notte un boato è stato avvertito dalle famiglie che abitano a poca distanza dalla struttura. Il fabbricato ha riportato diversi danni e, da una prima ricostruzione, era vuoto in quanto in fase di smantellamento

e utilizzato solo come deposito. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Santa Croce di Magliano che hanno spento le fiamme e messo in sicurezza la zona. In tanti sono scesi in strada per capire cosa fosse successo. Ma a destare sconcerto in paese non è stato solo il rogo che ha interessato l’ex oleificio ma un barattolo sospetto lasciato davanti una casa che si trova poco distante dal luogo dell’incendio.

Non è chiaro se il presunto ordigno possa contenere esplosivo e per questo sono stati chiamati gli artificieri di Chieti. Il personale specializzato è arrivato in paese e sta svolgendo gli accertamenti. Sul posto i Carabinieri della

Di Giandomenico resta all’azienda di turismo TERMOLI. Non ci saranno proroghe di tre mesi in tre mesi per il commissario straordinario dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo. Con decreto del presidente della giunta regionale, datato 11 febbraio, infatti, Remo Di Giandomenico

è stato confermato alla guida dell’ente di promozione turistica di piazza Bega, a titolo gratuito, sino all’avvenuto completo riordino legislativo degli enti di promozione turistica del Molise, oltre all’Aast i due Ept. Stesso procedimento per questi

ultimi, affidati alla dirigente regionale Maria Relvini. Intanto, forte di questa conferma, l’ex sindaco e parlamentare illustrerà domani in conferenza stampa le finalità della convenzione stipulata tra l’Università degli

Studi del Molise e l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Termoli per la progettazione del “Distretto Turistico Molise Orientale”, alle ore 11, presso la sede di Termoli dell’Università degli Studi del Molise.

Sequestrato un piazzale di rifiuti speciali L’operazione è stata condotta dalla Forestale di Petacciato. Deferita una persona PETACCIATO. Gli agenti del comando stazione Forestale di Petacciato Scalo a seguito di controlli finalizzati alla prevenzione e alla repressione dei reati, hanno deferito all’Autorità Giudiziaria due persone per reati di natura ambientale e urbanistica. In particolare nel Comune di Montenero di Bisaccia gli agenti forestali hanno posto sotto seque-

stro un Piazzale di circa 1300 mq adibito a deposito di rifiuti in assenza di autorizzazioni per lo stoccaggio, il responsabile veniva denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Nel Comune di Petacciato veniva deferita all’Autorità Giudiziaria una persona originaria del luoghi

per il reato di getto pericoloso di cose, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità per motivi di igiene e per inosservanza di messa in sicurezza e ripristino dello stato dei luoghi di un sito ove era presente amianto la cui presenza era stata accertata precedentemente dai Forestali e l’Arpa Molise mediante campionamento del materiale rinvenuto.

Se parte la classe capovolta A Termoli, circa 150 docenti hanno ascoltato la lezione sulla nuova pratica TERMOLI. Tranquilli, non si tratta di un incidente ma dell’argomento trattato ieri in un affollatissimo corso di aggiornamento, organizzato grazie all’ente formatore DeA Scuola ( Braccio didattico della casa editrice De Agostini) in collaborazione con Iannone Cosmo Srl e Scuola&Servizi di Michele Di Castro. Il seminario si è svolto nei locali dell’Alberghiero a Termoli in Contrada dell’Angelo grazie all’ospitalità della dirigente Maria Concetta Chimisso e all’attivismo di Giovanna Serio nel ruolo di animatrice digitale, profilo professionale di recente introduzione nelle scuole italiane. Circa 150 docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado hanno ascoltato con attenzione le caratteristiche e le modalità di esecuzione di questa innovativa pratica didattica detta appunto “ classe capovolta” o “flipped classroom”. Relatore Graziano Cecchinato, ricercatore

in Pedagogia Sperimentale all’Università di Padova nell’ambito delle tecnologie dell’educazione , docente di Psicopedagogia dei nuovi media e di Tecnologia dell’ e-learning presso la scuola di Psicologia dell’Università di Padova. Lo studioso ha spiegato come le nuove opportunità che ci arrivano dallo sviluppo dei nuovi media, con la grande disponibilità di materiale digitale consentono di invertire il classico ciclo didattico, lezione frontale ed esercitazioni domestiche. Una

classe alla rovescia, appunto, in cui i ragazzi a casa individualizzano il proprio percorso su di un certo argomento e al mattino, col qualificato contributo del docente e in un ambiente più collaborativo, si esercitano e rielaborano ciò che hanno appreso da soli utilizzando le nuove tecnologie. Gli insegnanti hanno potuto usufruire di esemplificazioni e suggerimenti metodologici di tipo pratico anche relativi alla progettazione di unità d’apprendimento.


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Termoli

9 marzo 2016

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“Un’amministrazione antidemocratica” Sulla mancata discussione in Consiglio della mozione sul tunnel, Di Michele scrive al Prefetto

TERMOLI. Si rischia seriamente l’incidente diplomatico tra maggioranza e opposizione sulla mozione del tunnel. Ecco il report del portavoce del Movimento 5

Stelle, Nicolino Di Michele. “Questa mattina la presidente del Consiglio comunale di Termoli Manuela Vigilante, comunicava ai capigruppo in seno al consiglio

e al Vice Presidente, che la mozione: “Discussione sull’opera strategica Tunnel”, presentata dalla minoranza, non poteva essere accolta e che quindi non sarebbe stata discussa nel consiglio comunale del 16 o 17 marzo 2016. Le motivazioni generiche lasciano l’amaro in bocca a chi, chiede solamente di salvaguardare il ruolo di coloro i quali democraticamente eletti vogliono portare la voce dei Termolesi in assise comunale. La stessa Presidente, inoltre, candidamente affermava di non aver sentito e neppure visto il Prefetto, invocato dalla minoranza, nonostante la questione non sia stata di poco conto e nonostante, un consigliere di minoranza, per far valere le ragioni della democrazia, avesse occupato la sala consiliare. Chiaramente siamo di fronte ad un atto di imperio, che stravolge ogni tipo di confronto, ogni lo-

gica di rispetto non delle opposizioni, ma dei cittadini e dei comitati referendari che in questi giorni stanno raccogliendo in tutte le piazze e strade della città, firme per una petizione che chiede di sospendere l’iter della costruzione dell’opera. Eccellentissimo Sig. Prefetto.In data 23 febbraio 2016, lo scrivente accompagnato dai consiglieri comunali Antonio Di Brino e Annibale Ciarniello, si è incontrato presso i suoi uffici per discutere sulla questione Consiglio Comunale di Termoli del 17 febbraio 2016, nel quale inaudita altera parte, il presidente del Consiglio, negava alla minoranza consiliare, di discutere sulla mozione presentata dalla opposizione, accettata in conferenza capigruppo, ma poi bocciata in consiglio prima della discussione, con una mozione d’ordine del consigliere di maggioranza Timoteo Fabrizio.

In quella occasione, al fine di ottenere un incontro con Lei, lo scrivente occupava l’aula consiliare. Veniamo ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi, questa mattina in conferenza capigruppo, il Presidente del Consiglio decideva ancora una volta di bocciare la nostra richiesta, di fatto impedendo alla minoranza di discutere democraticamente di un tema scottante per la città e per i cittadini. Allego risposta del Presidente del consiglio e documentazione precedente. Il consiglio è stato fissato per altri temi il 16 o 17 marzo 2016.Con la presente comunicazione chiedo alla S.V. un intervento volto a dirimere la questione e permettere a dei cittadini eletti di esercitare, democraticamente il ruolo, per il quale la cittadinanza termolese li ha scelti in seno all’amministrazione comunale.

“Sulla costa Polizia in prima linea” Manca il personale ma il Siap si dice soddisfatto dell’azione svolta sul territorio TERMOLI. Il personale manca ma l’organizzazione e l’efficacia degli agenti del corpo della polizia di stato in Molise restituisce risultati soddisfacenti. È questa la certezza da cui parte l’assemblea del Siap con la quale sono state rinnovate le cariche dirigenziali all’interno del più rappresentato sindacato di Polizia in Regione. Presenti in sede assembleare anche i vertici nazionali della sigla sindacale. Per Francesco Tiani “ci sono nuove sfide che ci attendono. Il lavoro che ha fatto il segretario regionale é stato importante perché ha rilanciato la grande sfida del sindacato del terzo millennio”. Un percorso che é “completamente documentato. I risultato che ci sono stati finta sono arrivati anche grazie all’appoggio del nuovo questore. Nel corso della relazione del procuratore generale si è attestato quanto il fenomeno di recrudescenza criminale sia inferiore nell’ultimo anno ed è stato registrato anche un decre-

mento della criminalità organizzata”. Per il neo segretario regionale Marco Pace si tratta di una conferma che evidenzia l’ottimo operato svolto nel corso del suo precedente mandato. Tra le sfide raccolte c’è quella dello svecchiamento degli uomini del corpo di polizia e la soddisfazione per l’arrivo dei nuovi allievi agenti alla scuola di Campobasso. L’obiettivo, quindi, é quello di “rivedere l’organizzazione territoriale ferma all’89 – ha affermato Pace – Importante é anche abbassare l’età ma rinforzare la Polizia che sta rallentando e chiedere maggiori risorse perché gioverebbero ai cittadini e alla sicurezza”. Il segretario provinciale del Siap, Vincenzo Quici, invece, ha puntato l’attenzione sulla “sfida che il Siap in questo momento vuole portare avanti e che riguarda l’apertura di nuovi concorsi in Polizia per puntare all’abbassamento etá anagrafica che è alta in Molise”. Ospite di onore dell’assemblea il questore Raffaele Pa-

gano. “Oggi siamo a un congresso del sindacato di Polizia più numeroso. Ho fatto i migliori auguri a che l’assemblea di oggi sia frutti nell’interesse generale dei cittadini e della Polizia”. Per Pagamo é chiaro che “quando c’è apporto e contributo ogni tipo di attività viene facilitata perché confrontarsi con personale e organizzazioni sindacali é positivo in quasi tutte le iniziative. Con loro si va in perfetta sintonia, e se su alcune cose ci sono piccole discrasie queste si superano”. Anche il Questore ha posto l’accento sulla carenza di personale. “In Italia mancano 20mila unità. I sindacati faranno in modo, non dico da colmare questo gap, ma saranno il contributo per far impegnare il personale e fare in modo che i cittadini non subiscano deficienze nel territorio perché bisogna governare e dare maggiore sicurezza”.

“Referendum arenato? Parte la petizione” Non si ferma l’azione del comitato che si oppone alla realizzazione del tunnel a Termoli TERMOLI. C’è un solo obiettivo per i referenti del comitato referendario “Termoli decide”: bloccare l’iter per la realizzazione del tunnel. E allora, mentre a loro dire la politica sonnecchia e il referendum si arena sempre più, si mettono insieme le forze per avviare una petizione cittadina. “Il comitato Termoli Decide – ha affermato Valerio Fontana – da oltre sette mesi chiede l’indizione di un referendum cittadino ma l’amministrazione ha alzato un muro su questo tema infatti l’iter è fermo da sempre, non riusciamo ad avere un dibattito con gli amministratori neanche in sede di consiglio e per questo abbiamo deciso di alzare il volume della nostra voce, mettendo in campo un nuovo strumento di partecipazione che è

quello della petizione popolare attraverso il quale i cittadini termolesi potranno aderire alla nostra richiesta di sospensione dell’iter del procedimento di approvazione del progetto del tunnel. Chiediamo – ha continuato Fontana – che l’iter sia congelato fino all’indizione del referendum che si ascolti quella che è la volontà dei cittadini termolesi e si proceda di conseguenza”. Appuntamento tutti i weekend in piazza Monumento. Sarà possibile, inoltre, sottoscrivere la petizione anche al bar “Grecale”, alla libreria “Il ponte” e al “Battello ebro”. Si punta a grandi numeri anche perché il quorum sarebbe già stato raggiunto. “Noi abbiamo fatto un banchetto pilota la scorsa settimana e in poco meno di due ore abbiamo già rag-

giunto il quorum di quasi 300 firme la risposta c’è ed è molto forte”. Questa la nota stampa del comitato. Alcuni cittadini di Termoli, facenti parte dell’assemblea generale dei comitati referendari, hanno notificato all’ufficio elettorale del comune di Termoli l’inizio della raccolta firme per una petizione popolare. Oggetto della petizione è: “il blocco di tutte le azioni inerenti e conseguenti alla realizzazione del tunnel sotterraneo di collegamento tra il porto e il lungomare Cristoforo Colombo in quanto è

in atto l’iter per un Referendum Consultivo”. Questa iniziativa si è resa necessaria in quanto l’amministrazione di Termoli, con a capo il sindaco Sbrocca, sta costantemente impedendo con ogni mezzo lo svolgi-

mento del referendum cittadino. Alcuni esempi di questo atteggiamento ostruzionistico, sono resi palesi dal comportamento dilatorio del procedimento referendario messo in atto dall’amministrazione Sbrocca.



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Opinioni Di Domenico Lanciano Quasi 30 anni fa, il 7 ottobre 1986, ho lanciato, con lo slogan “Badolato paese in vendita in Calabria” un SOS per salvare il borgo medievale del mio paese natio il quale, abbandonato allora da più dell’84 per cento dei suoi abitanti (da 4800 a 800), rischiava una morte certa.

9 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Spopolamento, difendiamo l’Alto Molise

Quell’appello ha fatto il giro del mondo e sulle colline dello Jonio sono giunti parecchi acquirenti, soprattutto dall’estero, i quali hanno avuto interesse non soltanto per le case vuote dell’antico ed ameno borgo (vero e proprio paese d’arte) ma anche per terreni e case rurali, dal livello del mare fino a 1200 metri di altitudine. Infatti, sono tuttora davvero tanti gli “stranieri” (persino provenienti dagli USA, tra cui Nicholas Iannone il cui nonno era nativo di Toro in provincia di Campobasso e la moglie Catherine Rosinski) i quali coltivano vigne ed uliveti, orti e serre di fiori, contribuendo così non soltanto a salvare il borgo come patrimonio edilizio e urbano ma anche la continuità agricola del territorio, riducendo significativamente le terre incolte. Successivamente con l’altra iniziativa del 1997-2000 di “Badolato paese dell’accoglienza” (di extra-comunitari) il borgo si è popolato di tante nazionalità (vi si parlano mediamente una trentina di lingue), diventando pure un borgo di artisti (ad esempio, ci abita pure il famoso cantante Pierò Pelù che contribuisce ad animare molto la locale vita culturale). La vicenda di “Badolato paese in vendita” (che ha tenuto banco nei mass-media italiani ed esteri per oltre due anni) ha evidenziato, per la prima volta in modo così clamoroso, lo stato di abbandono dei paesi e dei borghi non soltanto del sud Italia, ma anche del resto della dorsale appenninica ed alpina italiana e del resto delle regioni euro-mediterranee. Allora si stimò essere oltre dodicimila i borghi a rischio spopolamento ed estinzione. La stessa Comunità Europea affermò che nel vecchio continente erano ben 40 milioni le dimore rurali di pregio già abbandonate e in fase di sgretolamento. Una situazione che necessitava di un progetto unico europeo di valorizzazione di tale ingente patrimonio. Dopo seri studi sociologici e statistici, personalmente, intervistato da giornali e televisioni di mezzo mondo (una pagina fu dedicata a ciò persino dal lontano The New York Times), ho ritenuto in tutta coscienza di dover lanciare l’allarme ponendo un problema socio-economico assai strategico che, poi, i decenni seguenti hanno mostrato aggravarsi sempre di più in tutto il mondo. E, qui in Molise (specialmente in Agnone) fin dal 1987 (c’è traccia di ciò anche nel mensile agnonese L’ECO) ho cominciato ad esortare dirigenze e popolazioni a reagire al fenomeno dello spopolamento auspicando una strategia unitaria tra le istituzioni e le famiglie (specialmente emigrate) che avevano case vuote e terreni incolti. Un’azione, la mia, incessante di sensibilizzazione che è giunta, a varie tappe d’intervento, fino a portare il 9 e 10 maggio 2014 in Alto Molise 14 giornalisti della Stampa Estera per lanciare da Agnone un utile SOS internazionale al fine di rivitalizzare borghi e campagne dell’Alto Molise e dintorni (un po’ come è già avvenuto in modo spontaneo a Castelverrino e in altri paesi molisani con una prima significativa presenza di famiglie prove-

nienti da altri paesi europei). Quei giornalisti (provenienti da Inghilterra, Germania, Spagna, Belgio, Israele, Venezuela, Australia, Egitto, ecc.) erano rimasti così affascinati da queste montagne altomolisane che hanno chiesto di realizzare in Agnone una “Casa della Stampa” per un utilissimo “turnover” di giornalisti e loro amici scrittori. Una proposta, si può ben capire, tanto preziosa (si può immaginare l’eco mondiale che avrebbero avuto i loro continui reportages) quanto incompresa dalle istituzioni locali, nonostante fossero intervenuti nel dibattito (non si sa ancora se soltanto per pura visibilità e vetrina) il vicepresidente della Giunta regionale Michele Petraroia e il deputato europeo Aldo Patriciello, mentre l’Amministrazione comunale agnonese fu apertamente contraria o comunque contraddittoria alla presenza della Stampa Estera e i restanti sindaci altomolisani, pur avvisati per iscritto, risultarono assenti persino nel segnalare o no il loro interesse. Questa ormai è storia, memoria e anche monito! Adesso, a firma di Vittorio Labanca alla pagina 15 de “Il Quotidiano del Molise” di mercoledì 23 settembre 2015, si legge, sotto il titolone di apertura del foglio “Case, Agnone piace agli stranieri”, l’enfasi con cui il vicesindaco Maurizio Cacciavillani reclamizza l’interesse di fantomatici acquirenti esteri (quanti e da dove?) verso le case (del borgo o della campagna?). Leggendo, mi è parso di capire che il tutto sembra essere comunque frutto di spontaneismo (di cui si compiace l’assessore-vicesindaco ma in verità non attribuisce meriti della sua amministrazione, anche se forse lascia intendere che ci potrebbe essere un qualche “zampino” diretto o indiretto, lascia pensare, altrimenti perché una simile imbeccata alla stampa?). Quindi, al momento, tutto ciò pare sia frutto di spontaneismo non di una precisa strategia istituzionale o privata, promossa in collaborazione con i proprietari e in base ad un vero censimento (Maurizio D’Ottavio, direttore editoriale L’Eco dell’Alto Molise, scriveva un anno fa che sono addirittura attorno a mille le case vuote nel

territorio agnonese) e su un’assistenza tecnico-legale in loco a chi proviene dal resto d’Italia e dall’estero. Forse, Cacciavillani, con questo intervento intendeva premiare, in modo sottinteso, la mia iniziativa del maggio 2014 (sostenuta economicamente da Giuseppe Marcovecchio e dall’associazione “Tradizioni e Sviluppo”)?… Oppure il premio-stampa è riservato a quella analoga mia iniziativa realizzata un anno dopo nel maggio 2015 dall’Associazione I.A.M. (Identità Alto Molisana) la quale associazione, amica di alcuni amministratori che vi partecipano attivamente, non risulta produrre più iniziative significative dopo gli entusiasmi iniziali. O più probabilmente, Cacciavillani pensa di sommare come propri meriti, come spesso erano soliti fare tanti politici ambiziosi e di lungo vedere, con questo forse presunto ed indiretto successo amministrativo, in vista di un lancio politico regionale o nazionale?… Il dottore Cacciavillani Maurizio sembra non aver dato al giornalista Vittorio Labanca riferimenti chiari e certi su cui ragionare e valutare, perciò l’articolo si presta a tante interpretazioni e persino illazioni, che lette da una pagina di giornale sembrano illusorie soluzioni individuali che nuocciono, come dimostrano intere vecchie generazioni di politici nostrani poco lungimiranti, alla concreta ed efficace lotta per la migliore e condivisa difesa del territorio. Morale della favola: non lo spontaneismo, l’ambizione ed il mal’orgoglio individuale riusciranno a salvare l’Alto Molise ma una salda strategia unitaria (tra istituzioni e istituzioni e tra queste ed i cittadini) che poi dialoghi con il resto del mondo, con posatezza, concretezza e lungimiranza. Agnone nel suo insieme e senza personalismi (in particolare con la leadership della sua Amministrazione cittadina) può ancora giocare un utilissimo e meritorio ruolo comprensoriale di confine (molisano-abruzzese) anche in questo settore della rivitalizzazione di borghi e ruralità (non soltanto per la difesa dell’ospedale e di altre peculiarità). Finora amministrativamente (come dimostrano le cronache e i fatti seguenti al maggio 2014) si è preferito combinare pa-

sticci istituzionali, specialmente neutralizzando persone come me ed altri che per prima si erano mosse e a proprie spese per indicare una strategia comune per le case vuote ed i terreni incolti. Sono forse autorizzato a pensare che qualcuno volesse utilizzare e beneficiare gratis del lavoro fatto da me, da Giuseppe Marcovecchio e da “Tradizioni e Sviluppo”?… Comunque, nonostante il pesante boicottaggio dell’esperienza della Stampa Estera, nell’ultimo anno (giugno 2014-2015) ho cercato di coinvolgere ancora una volta nella strategia altomolisana le immobiliari agnonesi (già invitate precedentemente e rimaste mute), nonché il sindaco di Pietrabbondante Giovanni Tesone, il giovane Andrea Cirulli che poi ha realizzato il sito “www.casealtomolise.com” ed altri. Adesso ho rallentato alquanto in questa operosità, sia perché l’età non consente sforzi che qui diventano sproporzionati persino per la cose più semplici e sia perché ho ancora tanto lavoro intellettuale mio da portare avanti e da concludere. Spero, perciò, che Maurizio Cacciavillani e tutto coloro i quali vogliono veramente bene a questo territorio possano agire nel miglior modo possibile per il bene comune. Ribadisco, però, che l’esperienza ci dice e ci raccomanda che senza una strategia unitaria e lungimirante non si fa molta strada. Auguri, Alto Molise!



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