Una citta' nel pantano

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xi - N° 274 mArtedì 15 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Paolo Frattura

LA VISITA

L’Oscar del giorno lo assegniamo al presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura. E’ riuscito a far firmare alla Cattolica e a Neuromed i relativi contratti per le prestazioni sanitarie da assicurare sul territorio. Dopo un momento di rottura e di un possibile braccio di ferro, è riuscito a rimettere i cocci insieme. Oggi, intanto, il tanto atteso confronto sulla sanità a Roma sul piano del rientro dal debito. Cosa succederà?

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A Poletti evitate le crisi di Gam, Zuccherificio, ecc.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Sandro Arco

Il Tapiro del giorno lo diamo a Sandro Arco. Il novello direttore della Fondazione Molise Cultura, dall’alto della sua carica e dei 100mila euro, se ne può fregare della cultura molisana. Di quel poco che resta. Preferisce, canzoni, scenette e palchi dimenticando tutto il resto. Ci manca solo che nocelle e birra diventino il simbolo del sistema culturale molisano. Dopo i salti politici di quaglia i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Campobasso, dopo oltre un anno e mezzo di Battista, tutto è immobile, fermo, morto

Il ministro del Lavoro, Poletti, è stato fatto girare in zone lontane dalla vera crisi molisana.

TRASPORTI

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Ferrovie disastrate, “Assessore Nagni, ci sei?” Ferrovie molisane sempre più disastrate. Intanto, l’assessore Nagni ostenta fiducia e i treni si rompono.

REGIONE

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Izzo incalza “Consiglieri, dimettetevi” Oggi, dinanzi i cancelli del Consiglio regionale, la manifestazione per chiedere le dimissioni dei consiglieri.

Lupi, una brillante vittoria pagina 7

Servizio a pagina 3

Per la tua strenna natalizia Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 15 dicembre 2015

Le furbizie della politica nostrana

Ieri ad Agnone al ministro Poletti è stata mostrata una trance di Molise, non tutto il Molise Certo non quello che al ministro è stato furbescamente e prudentemente tenuto nascosto, ovvero le migliaia di cassaintegrati, le miglia di disoccupati, le aziende a capitale pubblico che ancora giacciono inerti Lunedì 14 dicembre il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ad Agnone con l’imprenditoria locale e, soprattutto, con alcuni giovani della diocesi di Trivento portatori sani di fiducia e di speranza nel futuro, con proposte d’investimento nell’area depressa dell’Alto Molise. Presa d’atto del governo di Roma di una comunità che la storia ha temprato e reso coriacea e determinata, che alle disattenzioni dei governi nazionali e dei governi regionali, entrambi colpevoli di considerare marginali le aree interne e di alta montagna (la Regione ha cancellato le Comunità montane), disconoscendone la sobrietà e la caparbietà con cui si batte, ha mostrato il meglio di sé. Al ministro Poletti hanno dato una dimostrazione di ciò che valgono e di ciò che hanno saputo e sanno fare anche in barba alla crisi, alle disquisizioni politiche, alle analisi economiche e alle programmazioni di là da venire, gli eredi Marinelli, titolari della millenaria Pontificia Fonderia; i Di Nucci dell’omonimo caseificio; i Mastrostefano dell’Iveco service partner per il Molise; i Carosella dell’omonima Azienda Agricola; i Labbate della ditta dolciaria che ha sbancato all’Expo di Milano; i Mainella della Mae elettronica; i Di Filippo della Cooperativa Sociale GPS; i Di Pasquo della ristorazione e dell’accoglienza

l’intervento di Vincenzo Musacchio Avevo giurato a me stesso di occuparmi il meno possibile del Molise e della sua classe politica non perché non voglia ma perché credo che ormai questa regione sia da eliminare al più presto se resta così com’è. Purtroppo per puro caso vedo su un canale nazionale l’intervista di un giornalista sui vitalizi proprio nella nostra regione e tre consiglieri regionali che fuggono scocciati e con grande arroganza non rispondono alle domande. Uno di loro addirittura minaccia la querela per violenza privata al giornalista che tenta di fargli

turistica (Locanda Mammi). Una trance di Molise; non tutto il Molise. Di sicuro, non quello che al ministro è stato furbescamente e prudentemente tenuto nascosto, ovvero le migliaia di cassaintegrati, le migliaia di disoccupati, le aziende a capitale pubblico che ancora giacciono inerti e che taluni della sedicente politica sociale e di sinistra vorrebbero definitivamente tagliate fuori, affossate e sepolte. Nella realtà agnonese che ha sopperito di suo, senza alcun merito o concorso della politica regionale, ad attutire l’insieme complicato, forse drammatico, della crisi economica e del mancato ritorno alla produzione e allo sviluppo generalizzati, il ministro Poletti non ha

potuto fare a meno di considerare nell’assieme il Molise, le difficoltà che lo tengono nelle retrovie italiane e anche le opportunità che potrebbero in parte risollevarlo. Una delle quali, da potersene vantare: il riconoscimento dell’area industriale che comprende i Nuclei di Boiano e di Venafro - Pozzili soggetta allo speciale finanziamento dello Stato finalizzato alla ripresa economica e allo sviluppo. Siamo nella fase d’avvio di questo procedimento eccezionale, che vedrà interagire la Regione e i ministeri romani competenti. A quattro mesi dal decreto interministeriale del riconoscimento dell’area di crisi, siamo ancora alla formulazione e all’allestimento dell’ap-

parato burocratico, delle partecipazioni e delle rappresentanze. Purtroppo, anche delle complicanze e delle compiacenze. Il ministro ha promesso. Come tutti i ministri. Lo hanno applaudito come da rito. In attesa che le parole si traducono in fatti. E sarà dura, se il vice presidente della giunta regionale, nonché assessore alle Politiche sociali e al Lavoro, Petraroia, in una delle sue ultime sortite istituzionali continua a restare ilare e fiducioso nel limbo delle intenzioni, delle probabilità, dei desideri e delle speranze, digiuno di una proposta regionale, di una linea d’indirizzo programmatica, di una pianificazione territoriale da mettere sotto gli occhi del governo nazionale e

delle commissioni europee. Sarà dura per i molisani, ma anche per gli interlocutori italiani ed europei raccapezzarsi di fronte alle incertezze e alle titubanze di chi da un lato afferma che “Il Molise non elemosina assistenza ad aziende decotte (le hanno cucinate loro, i regionali! – ndr), né chiede finanziamenti per attività parassitarie, ma chiede di poter progettare il futuro delle proprie aree interne sostenendo la creatività ed il coraggio di giovani imprenditori che si affermano sui mercati con prodotti competitivi e capacità concorrenziali”, e dall’altro aggiunge “Sul Decreto per l’Area di crisi industriale possono essere appostati finanziamenti aggiuntivi per il Molise tesi ad agevolare l’agroalimentare, il tessile, l’avicolo ed il settore metalmeccanico a partire dall’indotto dell’auto”, ovvero le “aziende decotte” e le “attività parassitarie”. Per essere più chiaro nella sua dicotomica visione delle cose, ha meglio specificato che “Con misure in via di predisposizione, nell’Accordo di programma presso il ministero dello Sviluppo possono essere incentivati i contratti di ricollocazione lavorativa in favore degli addetti dell’Ittierre, della Gam e delle aziende collegate”. Il governo regionale non è padrone di niente. Soprattutto di se stesso. Dardo

La politica molisana è al punto più basso una semplice domanda. L’argomento è la reintroduzione dei vitaliziche in maniera furbesca e indiretta si cerca di reintrodurre facendo sostenere gli oneri maggiori ai cittadini peraltro già tra i più tartassati d’Italia. Il consigliere Di Nunzio (che prima di ieri non avevo mai sentito), intervistato dal giornalista all’uscita di Palazzo Moffa, con tono seccato, la spara davvero grossa. Alla domanda: “Non le sembra scorretto reintrodurre il vitalizio in questo momento?“ Di Nunzio risponde: “è già troppo che vi concedo la ripresa!“. Ma,a mio giudizio, e credo anche a quello di tantissimi molisani, il baratro della ver-

gogna arriva nel momento in cui il giornalista di Mediaset chiede al nostro rappresentante a Palazzo Moffa: “secondo lei i giovani non hanno bisogno

anche loro di qualcosa visto che sono arrabbiati?“ e qui Di Nunzio da il meglio di se stesso: “ho capito ma non mi interessa”.Ora, se l’italiano

non è un’opinione, tradotto alla Alberto Sordi, ciò significa: ciò che accade al mondo giovanile non mi interessa un c…o! E’ proprio così, e forse egli dice proprio la verità: il consigliere regionale che intasca mensilmente oltre 10 mila euro e per la cui pensione i molisani dovranno versargli oltre 45 mila euro, dichiara che i giovani disoccupati e precari non sono affar suo. Non credo che possa aggiungere altro e credo che se lo facessi rischierei una querela peraltro ingiusta. La politica quella vera con la “P” maiuscola in Molise ha toccato i livelli più bassi della sua storia e questo, diciamolo, anche per colpa di noi cittadini.


TAaglio lto

3 15 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sempre più probabile l’allargamento a nove della giunta al Comune di Campobasso, operazione discutibile dal punto di vista finanziario e preoccupante sotto il profilo politico

Più siamo, peggio stiamo

La miglior difesa è senza dubbio l’attacco. Piuttosto che lasciare che le disillusioni montino, meglio raddoppiare il numero degli assessori. Sarà questa parte della strategia che ci sarebbe dietro il sempre più probabile rinfoltimento della giunta al Comune di Campobasso. Un anno e mezzo di amministrazione della città capoluogo è bastato per capire quanto le forze che dovrebbero tenere insieme la maggioranza avessero, in realtà, dinamiche molto più spesso divergenti che convergenti. Legami di chimica istituzionale sempre in bilico, spesso vicini al punto di rottura. Tenuti insieme più dalla reciproca convenienza che dalla comune visione di una città nuova. Città che i campobassani fanno fatica a vedere, quand’anche ingentilita da indovinate luci natalizie. Ma la sostanza, sotto il pittoresco chiarore dei led, racconta un’altra storia. Detto dell’ingiustificabile, sia dal punto di vista dell’ impegno finanziario che dell’efficacia politica ed istituzionale, allargamento a nove delle giunta (a Milano gli assessori sono 12, 10 a Firenze,

8 a Pescara), va raccontato di un Consiglio Comunale in cui il profilo delle assemblee non ha mai brillato per il livello della visione, per il tono della partecipazione, per la qualità oggettiva delle idee e delle proposte che si sono discusse;

quelle volte che, faticosamente, è stato raggiunto il numero legale. A fine dicembre la biblioteca Albino con tutta probabilità chiuderà, sbattendo le porte su un secolo e mezzo di storia, spesso trascurata e mai valorizzata appieno, ma che ha co-

munque accompagnato la vita della città e di coloro che l’hanno abitata. La paternità di tale sconfitta va equamente divisa tra Comune di Campobasso e Regione Molise ma questo non sposta di una virgola la questione. Il Comune di Campobasso non appalta più lavori pubblici neanche sotto minaccia e quelli che ha appaltato, anche per colpa di leggi capestro, li ha dati ad imprese di fuori regione, vere cinture nere di offerte al ribasso. All’associazione dei costruttori molisani che chiedeva attenzione più di qualche stringato ed impersonale comunicato a mezzo stampa non è stato concesso. Dei fondi regionali su cui a lungo si è favoleggiato (con cui si sarebbe dovuto completare la tangenziale nord nel suo collegamento della parte recentemente aperta verso il Rivolo con la zona industriale) non si è avuta più notizia e nemmeno si è discusso in consiglio per trovare qualche strumento di pressione istituzionale che accelerasse le procedure. Per chiudere con le deficienze storiche in tema di assetto urbanistico complessivo e strutture spor-

tive. Amministrare le città in tempi come questi, dove il bullismo istituzionale, e quindi finanziario, di governo centrale, da un lato, e Regione, dall’altro, è sempre più sfacciato ed arrogante, è davvero cosa complicata. Quindi sono necessari progetti di estrema vitalità, oseremmo dire di pensiero, e di compattezza istituzionale d’acciaio. Qualità che non fanno parte, a ben guardare, del corredo della maggioranza che sostiene Antonio Battista e la sua giunta. Amministrare le città quando lo scaricabarile, dal Parlamento alle direzioni nazionali di partiti e movimenti, diventa una sofisticata arte burocratica ed amministrativa, ovviamente tutto a scapito dei servizi offerti al cittadino (quasi sempre dai Comuni di riferimento), è affare per gente col pelo sullo stomaco ed idee chiare. Questo paventato allargamento a nove della giunta, se dovesse davvero diventare realtà, racconta proprio del contrario. Di indecisioni e mollezze da tacitare con il solito contentino e un po’ di visibilità (oltre che con lo stipendio, naturalmente).

Decisione del Consiglio comunale di Campobasso di ieri Un consigliere comunale soddisfatto a conclusione del consiglio di ieri c’è. E’ Michele Ambrosio che, con 29 voti a favore, s’è vista approvata la proposta per l’adozione dell’inno d’Italia all’apertura di ogni seduta consiliare. Un piccolo ma significativo sigillo alla ricorrenza del Settantesimo dalla liberazione, del centenario dalla prima guerra mondiale e del Settantesimo dell’adozione dell’inno nazionale. L’inno in apertura di sedute è un richiamo al rispetto delle leggi, è senso di condivisione popolare, è invito a comportamenti rigorosi nel perseguimento del bene comune in linea con la recente approvazione del codice etico, sempre a firma di Ambrosio. Un consigliere soddisfatto nel marasma consiliare è di per sé un successo di questi tempi a Palazzo San Giorgio, luogo dell’inconcludenza amministrativa, denso di strumentalismi politici, vittima di giochetti di potere, di ambizioni espresse e di altre forzatamente represse. La presidenza del consiglio era un appuntamento tra i primi da soddisfare, ma dietro premono l’allargamento della giunta a 9, la presidenza della Sea, la strategia per arrivare alla presidenza della Provincia, il posizionamento egemone del Pd sull’accrocco politico seducentemente creduto e fatto passare per centrosinistra. Il Pd ha il sindaco, tre assessori, diverse presidenze di commissioni

Ad inizio di seduta consiliare tutti in piedi: c’è l’inno nazionale La presidenza del consiglio era un appuntamento tra i primi da soddisfare, ma dietro premono l’allargamento della giunta a 9, la presidenza della Sea, la strategia per arrivare alla presidenza della Provincia, il posizionamento egemone del Pd sull’accrocco politico seducentemente creduto e fatto passare per centrosinistra

Durante o Ramundo a presidente del Consiglio La città è nel pantano

ma non è soddisfatto. L’allargamento della giunta sarebbe necessario per imbarcare un altro Pd e accontentare la canea dei partitini satelliti. Il consigliere Ambrosio ne ha fatto una questione di rappresentanza numerica là dove è stato costretto a ribadire che dietro il Pd e l’Idv c’è l’Udc, allo scopo di moderare la famelicità altrui e il tatticismo del sindaco e del Pd. Che ha in animo di fare da schiacciasassi per spianare la strada alle rade possibilità che

l’amministrazione riesca a concludere un programma, a centrare un obiettivo, a realizzare un’opera pubblica. Due anni a giocherellare con il bambinismo politico è un tempo biblico. La città vegeta. Gli opportunisti ingrassano. Né le può interessare che a presiedere il consiglio comunale sia il consigliere Durante o chi per lui. L’uno vale l’altro e tutti valgono e incidono poco sul destino della città. Sono al guinzaglio del sindaco e del Pd, felici di essere portati a spasso. Meno, molto meno felici i cittadini, anche quelli che li hanno votati.

Sanità, Neuromed e Cattolica firmano i contratti Campobasso. A Palazzo Vitale la firma dei contratti per l’acquisto di prestazioni di assistenza sanitaria da parte delle due principali strutture operanti in regime di accreditamento per l’anno 2015. “Con la firma dei contratti da parte di Fondazione Giovanni Paolo II e Neuromed - ha dichiarato il presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura, - abbiamo consolidato il rapporto di collaborazione con i due principali centri privati accreditati operanti in Molise. Questo, da una parte, a conferma del percorso di riorganizzazione intrapreso, che trova evidente condivisione, e, dall’altra, a tutela dei servizi e della qualità degli stessi che vogliamo continuare a garantire a tutti i nostri cittadini, nel rispetto dei parametri di sostenibilità e adeguatezza previsti dal Piano di rientro. Un lavoro di squadra importante per il quale fondamentale è stato il riconoscimento delle reciproche esigenze per arrivare al giusto equilibrio finale. Prova di responsabilità da parte degli attori in campo, a cominciare da Fondazione e Neuromed”.


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TAaglio lto

4 15 dicembre 2015

L’opposizione di centrodestra in Regione apre la parentesi sulla disastrosa situazione del settore CAMPOBASSO. Duri i consiglieri regionali di centrodestra alla Regione sulla disastrosa situazione ferroviaria in Molise. “Potenzieremo il telaio infrastrutturale e ferroviario”. “Ci impegneremo a migliorare il servizio ferroviario”. “Noi crediamo che il ferro per il Molise sia un punto di riferimento importante della mobilità e intendiamo intervenire in maniera organica”. Ogni volta che rileggiamo questi impegni presi e ribaditi in più circostanze dal Governo regionale, non possiamo notare come in realtà siano stridenti con il contesto attuale del trasporto ferroviario molisano, che di settimana in settimana si arricchisce di nuovi capitoli negativi, che ledono il diritto dei cittadini molisani a muoversi liberamente sul territorio. Assessore Nagni, è possibile che non si riesca a garantire per il Molise un servizio essenziale che rispetti la dignità dei tantissimi pendolari molisani, troppo spesso in difficoltà nel raggiungere i propri luoghi di lavoro? Ci si rende conto della gravità della situazione che si è venuta a generare negli ultimi tempi? Perché degli impegni presi dal Governo regionale, così come delle rassicurazioni più volte fornite dall’Assessore Nagni, stentiamo a vedere i risultati, mentre i disagi e i disservizi per i viaggiatori molisani si registrano con cronica continuità e su tutte le tratte? Non si può restare in silenzio di fronte all’ennesima soppressione operata da Trenitalia,

“Ferrovie, Nagni se ci sei batti un colpo”

che ha deciso di cancellare dal prossimo 13 dicembre le corse sulla tratta Termoli – Foggia nella fascia dalle 6:40 alle 12:20, e in particolare quella delle 8:05, la più frequentata dai pendolari molisani; si è tenuto conto del disagio che si arrecherà a questi stessi lavoratori? La Regione ha provveduto a rappresentate presso Trenitalia le istanze di chi abitualmente usufruisce di questa tratta? Oppure il tutto è avvenuto nel silenzio assordante delle istituzioni? Tutto questo mentre continua a permanere grave ciò che avviene ogni giorno sulla tratta Campobasso – Roma, la direttrice più importante per il nostro territorio: soggetta a continui disservizi, a fermate prolungate, a notevoli ritardi, ad autobus sostitutivi; perché i cittadini molisani devono continuare a sentirsi considerati come pendolari di serie B? L’ultimo disagio mercoledì 9 dicembre, treno partito da Roma alle 9:07 che a causa di un guasto, dopo essersi bloccato in aperta campagna, si è fermato nella stazione di Carpinone, dove il bus sostitutivo si è dimostrato insufficiente ad accogliere tutti i viaggiatori presenti sul treno, con

dove, dopo 45 minuti di attesa vana da parte dei passeggeri, è stato annunciato che il convoglio delle 15:28 diretto a Caserta non sarebbe più partito a causa di un guasto meccanico. Un’altra giornata di calvario per i pendolari molisani, ai quali il Governo regionale non è riuscito a dare alcuna risposta né tantomeno a trovare soluzioni adeguate a quella che ormai si configura sempre di più come una grave emergenza, considerando l’importanza e la centralità che i tra-

Quota Mille

L’intervento di sergio genovese Chiedo mille volte scusa al lettore se dovesse pensare che l’articolo avesse il senso di un ‘auto promozione. La piccola passione che coltivo per rappresentare una quota parte di idea libera,ha raggiunto la vetta dei mille articoli. Certo poca cosa se confrontata con i numeri di Dardo, Gennaro Ventresca, Pino Saluppo e compagnia. Tuttavia mi ha permesso e ne sono grato a tutti, di conoscere meglio il mondo editoriale molisano che vive sempre di più in un contesto di precariato che ha fatto diventare colla, la saliva della bocca. Mi è stato chiesto negli ultimi trent’anni ma forse anche più, di scrivere per Molise Sport, Extra, Il Nuovo Molise, Il quotidiano del Molise, Telemolise, Molise TV, La Gazzetta del Molise, Il Primo e chissà quanti ne dimentico. Ho cercato, sia pure in maniera poco ordinata, di conservare tutto ma sono stato anche attento a verificare se le cose denunciate,

le inevitabili e giuste proteste di coloro rimasti a piedi e impossibilitati a raggiungere in orario il proprio posto di lavoro, il proprio appuntamento, costretti ad arrivare con grave ritardo alla stazione di Campobasso. Assessore, a cosa serve aumentare le corse se ogni corsa diventa il viaggio della speranza, dove l’incertezza non è “quando arriverà il treno?” ma piuttosto “arriverà il treno?”. Nella stessa giornata un altro episodio increscioso si è verificato alla stazione di Campobasso,

sporti hanno nello sviluppo del tessuto sociale del territorio. Disagi frequenti poi anche sulla tratta ferroviaria Campobasso – Termoli, chiusa per quasi due anni e riaperta alla circolazione dei treni solamente lo scorso 13 settembre, “il servizio sarà efficiente e sicuro almeno per i prossimi venti anni”, Assessore Nagni purtroppo non è così nonostante i 18,5 milioni di euro impegnati da RFI per la manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria. “Andare verso la procedura di gara significa che l’impostazione del trasporto su ferro subirà una trasformazione complessiva rispetto al quadro attuale”; ma nel frattempo il Governo regionale come intende garantire la dignità e i diritti dei viaggiatori molisani che quotidianamente devono viaggiare su treni vecchi e inadeguati? Dove sono i nuovi treni che Trenitalia ci avrebbe dovuto già consegnare e che già sono stati pagati grazie all’investimento avviato dal precedente Governo regionale? Occorrono risposte chiare e concrete e certezze per i cittadini che si vedono costantemente negati i propri diritti.

senza alcun condizionamento, o le idee espresse, fossero servite a creare migliori sensibilità o più marcate operatività. Rileggendo gli articoli degli anni settanta mi sembra di ritrovare in essi la attualità dei nostri giorni, fatta salva, senza ombra di dubbio, una

migliore educazione di vita degli uomini e delle donne di quegli anni. Significa che il passo della storia di chi ha gestito la cosa pubblica della nostra regione, al meglio del successo, è stato orizzontale e non piramidale. Ma è anche onesto ricordare che su al-

cuni versanti c’è stato un indietreggiamento sconcertante se si pensa che sono passato dalla decantazione della bellezza di Campobasso Città giardino e Città più pulita d’Italia, (aprile1977) alla denuncia del degrado insostenibile che vive la nostra stessa città rispetto al verde ma soprattutto rispetto alla pulizia delle strade.( dicembre 2015). Ho scritto dei netturbini che salivano fino ai piani alti delle nostre case per un servizio efficientissimo,ma pure degli stessi che oggi al meglio rimuovono i cassonetti dimenticando l’uso della ramazza. Ma torno al tema per dire che non sono affatto convinto che la stampa molisana e italiana siano un servizio libero. I profili di autenticità mancano soprattutto in quei contesti in cui sono risibili le forze economiche. Se mi fosse perdonata questa banalità, aggiungerei che così vivendo la Stampa impoverisce il suo ruolo pedagogico che

in un contesto di degrado potrebbe fare tanto. Ma lasciatemi dire che scrivere almeno duemila pagine di racconti e di opinioni, finalmente senza un fine di opportunismo, scrivere senza essere cassato, dire sotto esclusiva dettatura della propria coscienza e in regime di volontariato puro, è stato l’elemento che ha reso preziosa la fatica ancorché il piacere. Solo qualche giorno fa ho incontrato una personalità di spicco della nostra città ed ho ribadito che nella vita valgono le storie scritte e non quelle raccontate. Vale la sostanza e non il fumo negli occhi. Nei mille articoli ho cercato di valorizzare questo assunto ma ci vuole molto altro. C’è l’esigenza di contare altri avamposti del pensiero libero, al netto delle amicizie, del credo politico e di ogni altro profilo commerciale. Sono proprio queste variabili di criticità che in larga parte drogano e non rendono credibili i professionisti della parola.


TAaglio lto

5 15 dicembre 2015

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Chiamata a raccolta dal Movimento degli Indignati del Molise

La Piazza protagonista, partecipe e reattiva Franco Mancini, Angelo Di Stefano e Rosario De Matteis a confronto coi cittadini Uno degli elementi d’indignazione dei molisani è certamente l’aumento, al massimo delle aliquote consentite, delle addizionali regionali all’Irpef. Un problema che sui cittadini ha riversato più pesantemente il carico fiscale, e all’intelligenza e alla capacità professionale dell’avvocato tributarista Franco Mancini ha stimolato la redazione di un ricorso per incostituzionalità che la Commissione tributaria provinciale di Campobasso presieduta dal giudice Di Nardo ha accolto e trasmesso per competenza alla Corte costituzionale. Un successo per Mancini; una speranza per i molisani di vedersi sollevati di un’odiosa aggiunta fiscale. Le motivazioni che sorreggono il ricorso sono molteplici in direzione dell’incostituzionalità dell’addizionale all’Irpef regionale per essere il Molise una Regione inclusa nel Piano di rientro del deficit sanitario. Questo e al altri aspetti probatori efficacemente trattati da Mancini hanno trovato, come detto, piena accoglienza nella valutazione della Commissione tributaria provinciale e aspettano di essere presi in esame dalla Corte costituzionale. L’attesa è carica di speranze, giustificate dalla chiarezza con cui le motivazioni sono state dimostrate d’incostituzionalità, di scarsa ragionevolezza, di indebita applicabilità. Che l’attesa sia tale, ovvero carica di speranze, l’hanno manifestata

L’intervento

di Emilio Izzo “Ci riprendiamo il palazzo che fu dei cittadini” 15 dicembre Anno Domini 2015 ore 9.30, in massa davanti al consiglio regionale del Molise in via IV Novembre a Campobasso per riprendere possesso di quello che fu il luogo deputato alla discussione e al confronto tra eletti ed elettori, tra governanti e governati, tra pochi unti dal Signore e le migliaia di cittadini! “Fu” infatti, da parecchio tempo non è più così. Tra prebende da sceicchi, vitalizi inventati, furtive e notturne sedute per fottere i malcapitati cittadini, la distanza tra il popolo e gli amministratori è diventata siderale! A questo si aggiunge l’ormai impossibile occasione di poter interagire con

a chiare lettere i cittadini di Campobasso che hanno preso parte all’incontro in Piazza Municipio organizzato dal Movimento degli Indignati del Molise, interloquendo con l’avvocato Mancini a conclusione del suo apprezzato intervento.

Bravo, l’avvocato nel rendere comprensibili aspetti e caratteri giuridici, economici e culturali particolarmente complessi, brava la platea ad ascoltarlo con attenzione e a chiedere lumi per sé e per un futuro possibilmente migliore per il Mo-

lise. L’occasione è stata procurata dagli Indignati del Molise (motivati dalla tenacia di Mattucci e Botinelli), che caparbiamente non molla la presa nei confronti delle debolezze strutturali del governo regionale, che caparbiamente persegue

Pastorino: “Nessun programma per la sanità regionale” “Nei fatti si continua a registrare un aggravio della spesa sanitaria, con aumento dei ticket e delle addizionali IRPEF (tra le più alte d’Italia), il mancato riequilibrio tra offerta sanitaria territoriale ed ospedaliera, oltre che tra sanità pubblica e privata convenzionata”. Lo sostiene Susanna Pastorino della Cgil Funzione pubblica. “La Regione Molise non ha avuto la capacità politica di procedere ad una seria programmazione e riorganizzazione del suo sistema sanitario pur avendo ricevuto continue no-

stre sollecitazioni e proposte di merito sulla questione. Ci auguriamo di non assistere oggi all’ennesimo viaggio della speranza con valigie vuote. Quale misterioso piano di fuoriuscita dal Piano di Rientro presenterà il Commissario ad acta nella riunione dei tecnocrati romani? Quale riforma sanitaria si intende proporre e realizzare per fare in modo che anche i cittadini molisani possano tornare a disporre di un diritto fondamentale quale quello della salute e a che prezzo?”

l’obiettivo di muovere le coscienze dei molisani a prendere atto della realtà in cui vivono, con il supporto della conoscenza diretta delle cose e delle cause del loro malessere. L’avvocato Mancini ha dato un contributo sostanziale a tale scopo; con altrettanta passione partecipativa il già consigliere regionale Angelo Di Stefano, primario ortopedico al Cardarelli, ha sminuzzati uno ad uno i problemi che affliggono la sanità e ha indicato i responsabili che non sanno correggere il tiro, né taluni ordinamenti capaci di imporglielo. Meno specifico, più politico e amministrativo, l’intervento del presidente della Provincia De Matteis sullo stato confusionale il cui la pessima riforma Delrio ha posto l’ente, le carenze finanziarie che lo avviliranno per l’avvenire, la resistenza della Regione nel prendere i provvedimenti che le competono sulle materie delegate, sulla definizione dell’organico e sui debiti pregressi. Una condizione di provvisorietà, d’incertezza istituzionale, anche questa fatta pagare amaramente ai cittadini. La Piazza è stata protagonista, partecipe, reattiva: un segnale confortante per gli Indignati sulla crescita della presa di coscienza della impellente necessità di farsi sentire, di contestare, di chiedere e, soprattutto, ottenere. Ottenere che una classe politica inerte si decida a togliere il disturbo. Dardo

Il giorno del riscatto popolare questi egoisti, arroganti e prepotenti soggetti che non hanno mai trovato il tempo per discutere con chi glielo chiedeva, quello sparuto drappello di uomini e donne che, facendosi carico delle preoccupazioni e timori della gente molisana, a più riprese hanno tentato di interloquire, di cercare di comprendere come si potesse scendere così in basso nella scala dei valori, del sociale, del bene pubblico e collettivo! E così tra la disperazione dei senza lavori, dei pendolari, dei malati, dei difensori dell’ambiente, dei portatori di sani principi, i consiglieri regionali del Molise con in testa assessori imbarazzanti e presidente inqualificabile, bellamente e in modo strafottente, hanno tirato dritto tra i loro agi calpestando aspettative e dignità. Per queste e mille altre ragioni saremo in

massa, domani 15 dicembre 2015, per ricacciare indietro quello che è diventato il nostro incubo, la nostra negazione di speranza, la nostra certezza del baratro senza ritorno, quella maggioranza che non rappresenta più nessuno e che siede in quell’aula solo per incrementare i propri privilegi e carriere! Ci riprenderemo il nostro diritto alla rappresentanza, al rispetto delle regole, alle aspettativa da promesse elettorali, al dialogo e al confronto, insomma, ci riprenderemo quello che ci è stato sottratto con bugie, inganni e volgari sceneggiate. Domani i molisani sapranno riscrivere una pagina degna del loro passato, della loro pulizia, del loro orgoglio, della loro dignità, della loro onestà, sapranno riscrivere quello che, con un sol colpo, que-

sti indegni amministratori, hanno cancellato con il loro nefasto e vergognoso atteggiamento e comportamento! E chi non ci sarà, perderà un’occasione per dire ai propri figli e nipoti “io ho fatto quello che era giusto, quello che era nelle mie possibilità di uomo

libero e democratico, quello che la storia e il percorso degli uomini ci impone di fare per diritto e dovere: l’impegno quotidiano a difesa della cosa pubblica e collettiva”! LA PAROLA D’ORDINE E’ UNA SOLA: DIMISSIONI PER


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Campobasso

15 dicembre 2015

Dieci alberi donati dal comune Il consigliere del Pd, Antonio Molinari, sulla scelta per le scuole CAMPOBASSO. In occasione delle festività natalizie il Comune ha deciso di donare 10 alberi di Natale a scuole e associazioni. “Dopo la riapertura della Via Matris, bellissimo percorso non solo naturalistico ma anche spirituale e di meditazione, immerso nel verde in quella che una volta era denominata la “città giardino”, e la Festa dell’Albero nella “Villa dei Cannoni”, iniziative entrambe realizzate nello scorso mese di novembre, stiamo continuando la nostra attività con impegno serio e fattivo per rendere sempre più bello l’aspetto della nostra città, che diventa così più piacevole e accogliente per i suoi abitanti ” -

spiega il consigliere del PD Antonio Molinari, incaricato al verde pubblico. “Pertanto, anche quest’anno, per le feste di Natale abbiamo donato degli alberi prettamente natalizi, ovvero degli abeti, agli Istituti Comprensivi “Colozza”, “D’Ovidio”, “F. Jovine”, “L. Montini” e “I. Petrone”, che potranno essere addobbati con gioia dagli alunni rendendo più festose e accoglienti le loro scuole e che, dopo il Natale, potranno essere eventualmente piantati nelle aree prospicienti le scuole arricchendole di verde e aria salubre. Altri abeti, sempre con la medesima funzione di rendere più festosa e

più ricca di verde la nostra città, sono stati donati anche ai comitati di quartiere di San Giovannello, Campobasso Nord e Colle dell’Orso”. Nelle giornate dell’ 11 e 12 dicembre corrente anno, grazie al lavoro dei dipendenti della SEA, i

suddetti alberi sono stati consegnati tutti. “Un ringraziamento personale va al Presidente della Commissione Consiliare all’Ambiente del Comune di Campobasso, dott. Carlo Landolfi, che si mostra sempre molto sensibile alle tematiche del verde pubblico” – chiude Molinari.

Organizzati dal Conservatorio “Perosi” alla insegna della solidarietà

Concerti di Natale alla Cattolica Domani, in prossimità delle festività natalizie, la prima importante rassegna di concerti di Natale del Conservatorio “Lorenzo Perosi”, all’insegna della solidarietà, presso la Fondazione di Ricerca “Giovanni Paolo II” ’Università Cattolica del Sacro Cuore di Campobasso. Realizzati grazie alla collaborazione con l’Associazione Iris Onlus che opera presso il Centro di Ricerca “Giovanni Paolo II”, presieduto da Domenico Mantegna, ed alla sensibilità del Direttore generale della struttura, Mario Zappia, l’iniziativa rappresenta una novità nella regione. Questo ciclo concertistico si ispira a quanto già fatto in altre realtà dai cosiddetti “donatori di musica”, va cioè nella direzione di “umanizzare” la degenza condividendo e favorendo, attraverso il messaggio della musica, legami fra i malati, i loro familiari e i giovani artisti. Domani, 15 dicembre, alle ore 16.00, ad aprire la rasse-

gna, che si prolungherà fino al 9 gennaio 2016, sarà l’Ensemble del Conservatorio. con Chiara Trapani, soprano, Emanuele Di Giandomenico, tenore, e Daniele Terzano, pianista e direttore dell’Ensemble. “Molteplici e variegati dunque questi concerti realizzati con la collaborazione di altri enti ed associazioni che arricchiranno la programmazione degli eventi di questo periodo, una serie di appuntamenti all’insegna dell’arte e della condivisione, una altra strada intrapresa dal nostro Istituto che vuole, in un abbraccio simbolico, augurare a tutti, giorni di pace e serenità”.

Tecniche alternative di stampa fotografica La mostra che ha preso spunto dalle immagini di Altilia come brown print CAMPOBASSO. La mostra Brown Print prosegue un percorso di studi sulle tecniche alternative di stampa fotografica ideato e condotto dal fotografo Luigi Grassi (www.luigigrassi.com), organizzato dal Centro per la Fotografia Vivian Maier di Campobasso, con la collaborazione di Arte Studio e Me.MO Cantieri Culturali a.p.s.. Durante il corso gli studenti si sono confrontati fotograficamente con il paesaggio archeologico di Altilia e hanno avuto modo di sperimentare una tecnica di stampa artigianale. La stampa bruna si colloca indietro nel tempo - precisamente a partire dal 1889 grazie agli studi del chimico inglese W.J. Nichols - e l’obiettivo del corso e di questa mostra è quello di stabilire un legame tra antico e moderno, tra antichi metodi di stampa e tecnologia digitale. La semplicità, intesa come genuinità, insieme a una buona dose di precisione, tempo e concentrazione, della stampa bruna è il presupposto fondamentale per la creazione di immagini fotografiche di rara originalità. Oltre al procedimento

tecnico, la bellezza delle immagini è il risultato anche della scelta del soggetto: il sito archeologico di Altilia. La rappresentazione fotografica dell’antico nucleo abitativo romano contribuisce a rendere ancora più singolare l’immagine prodotta

attraverso la stampa bruna. Iscrizioni sparse ovunque, colonne che si innalzano verso il cielo, pietre che ancora definiscono i sentieri percorsi, le porte e le mura che invitano a entrare in città: tutti questi elementi sono stati catturati dalle immagini in

mostra con lo scopo di rendere visibile agli occhi di chiunque quel valore antico ed eterno che rende unica e autentica anche la stampa bruna. Per l’occasione Alessandra Capocefalo, archeologa, socia fondatrice dell’Associazione Me.MO Cantieri Culturali, guiderà gli ospiti in un tour virtuale dell’area archeologica di Saepinum Altilia attraverso le immagini realizzate da Rosso Albino, Chiara Brunetti, Paolo Cardone, Rossana Centracchio, Simone Di Niro, Alexandra R. Ionescu, Lello Muzio. Il percorso si snoderà tra le immagini sottolineando i particolari più significativi di una città antica scomparsa per secoli e riemersa, in parte, negli anni ’50 del Novecento. Il municipio romano, sorto a cavallo del tratturo Pescasseroli – Candela nel tratto che attraversa

la Valle del Tammaro in corrispondenza della montagna di Sepino, ha una lunga storia da raccontare a partire dalla sua prima organizzazione urbana, racchiusa all’interno delle possenti mura, che furono fatte edificare dai figli adottivi di Augusto, Tiberio e Druso. Diversi secoli di transumanza e opere pubbliche, finanziate dai membri illustri di famiglie locali che raggiunsero le più alte cariche dell’Impero, la resero uno dei municipia più importanti del Sannio molisano fino al suo progressivo decadimento che raggiunse il culmine in epoca altomedievale. Da questo momento in poi l’area sarà occupata da piccoli nuclei organizzati intorno alle aree coltivabili che conserveranno la loro fisionomia fino alla seconda metà del ‘900. Questo percorso storico, umano e sociale, si rivelerà attraverso gli straordinari scatti della mostra Brown Print – Altilia, organizzata dal Centro per la Fotografia Vivian Maier di Campobasso che sarà aperta al pubblico domenica 20 dicembre, dalle ore 18:30, presso Arte Studio, in via Zurlo 22 a Campobasso.


Campobasso

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Finalmente s’è vista in campo una squadra equilibrata e sveglia

Ecco il Campobasso che aspettavamo Elogi per Favo. Bene Alessandro, cresce Raho, ok Rinaldi di Gennaro Ventresca Ho finalmente dormito, come l’angelo che non sono mai stato. Forse per colpa della stanchezza domenicale (sei ore di tv sono tante), ma più verosimilmente per merito dei nostri ragazzi che mi hanno regalato una prova calcistica scintillante, la più sciccosa della stagione e forse anche di quella passata. Specie nel primo tempo ho potuto godermi un calcio fluido, condito solo in qualche discutibile occasione di veroniche e ricerca del superfluo. Diventa così “notizia” scrivere della seconda vittoria consecutiva dei giovanotti con le bluse rossoblù che si sono prefissi di allungare la serie, ipotecando il nuovo successo sul campo isernino intitolato a Mario Lancellotta, signore di sport e di vita. Con la sua nudità pacata e ardente la nostra squadra ha saputo affrontare la sfida di Selva Piana come non aveva mai fatto in stagione, così sono venute a galla le innate qualità dell’italo-argentino Alessandro, la mobilità (e l’egoismo) di Aquino, le lune di Todino, la prestanza dei due bronzi di difesa (Gattari e Ferrani), l’arte sartoriale di Valentini, le mareggiate mancine di Rhao, il saper stare in campo del fresco acquisto Rinaldi, le parate istintive di Grillo, preferito a Capuano e i suoi continui mal di pancia. Una miscela di geometria e ricami: questo è stato il Campobasso nella domenica, col pubblico sempre più lontano. Va

spiegato che in molti sostengono di amare i colori della nostra divisa (escluso il grigio, naturalmente) ma poi finiscono col salire sull’Aventino appena il vento inizia a spirare in direzione sbagliata. Così accade di vedere intorno ai nostri ragazzi un gruppetto di giovani sostenitori e il plotoncino della laterale, formato sostanzialmente da persone che si scocciano presto e al secondo stop sbagliato si fanno venire le convulsioni. Come se avessero frequentato per decenni San Siro e il Camp Nou. La gente felice è cieca e sorda. Una volta il nostro popolo sportivo era sordo e cieco quando c’era da tifare per la propria squadra. Poi, forse per colpa dei tempi

che sono cambiati, ha inforcato gli occhiali e stappato le orecchie e si è messo a smoccolare. Chissà ora se i nostri ragazzi saranno tanto abili da far tornare le cose come nei giorni folgoranti, in cui la nostra città viveva di pane e pallone. FAVO. Meriti ne ha il nuovo mister. In poco più di un mesetto, sia pur nella precarietà di un organico che si è andato assottigliando, ha saputo mettere un po’ d’ordine tattico nella squadra. Finendo col costruire una formazione che fa sperare in un futuro migliore. PAGELLE. Il più bravo è stato senza meno Alessandro (8), un gran gol e un assist, oltre ad altre diavolerie; gli metto a ruota

Raho (7,5) per la snellezza di corsa e la padronanza nel crossare, numeri non facilmente riconducibili nei diaciannovenni; poi ecco il totem Gattari (7) finalmente liberato da quei macigni che sembrava portarsi sulle spalle nei primi tormentati mesi di stagione; ecco quindi Valentini (7), gol a parte, bravo sarto del nostro centrocampo, cuce e imbastisce, con licenza di concludere; niente male neppure Ferrani (7) che si sta sciogliendo dopo un periodo pieno di lapsus; piacevole sorpresa si è rivelato il diciottenne portiere Grillo che è intervenuto in modo determinante nelle due complicate situazioni in cui è stato chiamato in causa; si è calato diligentemente

nella parte il nuovo arrivato Rinaldi (6,5) almeno sino a quando le gambe lo hanno sorretto; meno brillante di altre volte l’amletico Todino (6) che è ancora lontano dal principino dello scorso campionato; onesto Corbo (6), un po’ troppo ingordo Aquino (6), da istruire Grazioso (6) che si fa apprezzare per personalità ma è ancora alla ricerca dei giusti tempi di gioco, tocca a Favo fargli capire che il tiro dalla distanza non fa parte del suo campionario, meglio quindi scaricare per piedi più esplosivi. Aveva fatto subito bingo il baby Carmine Perrella, entrato nei minuti di recupero: il suo gol è stato annullato per presunto fuori gioco. Ma presto si rifarà.

“E i rimborsi delle bollette?”

A Bonefro ancora non sono stati erogati i contributi ai residenti del villaggio provvisorio BONEFRO. A distanza di alcuni mesi da quando ricopriva il ruolo di Vicesindaco, Claudia Lalli, attuale capogruppo di minoranza, torna a sollecitare il Governatore Paolo Frattura a mantenere l’impegno preso nei confronti della comunità di Bonefro di erogare il contributo a parziale copertura delle spese sostenute per il consumo di energia elettrica alle famiglie che vivono nel villaggio provvisorio a seguito del sisma del 31 ot-

tobre 2002. Tanto è stato fatto per trovare le risorse da inserire nel Bilancio regionale 2015 e con determina dirigenziale n. 88 del 28 maggio 2015 sul capitolo 27923 dell’UPB 112 sono state impegnate le somme destinate al pagamento di queste spese a parziale ristoro delle famiglie che vivono da troppi anni in condizioni di disagio. “Ad oggi, però, i contributi afferma Claudia Lalli - non sono stati ancora erogati.

Per questo, a nome dell’intera comunità, torno ad invitare il Presidente Frattura, alla luce dell’impegno preso, a sollecitare gli uffici competenti e provvedere al pagamento delle somme prima delle imminenti festività”. “A pochi giorni dal Natale - conclude Lalli sarebbe opportuno e saggio da parte dell’Istituzione regionale a compiere un atto di responsabilità, solidarietà e giustizia sociale”.

La Prefettura aperta per una sera

Ad organizzare il tour delle visite, il comitato Trivisonno. Questa sera il giro nel palazzo CAMPOBASSO. Dopo la fortunata tre giorni di incontri che si è tenuta a Casa Trombetta dall’11 al 13 dicembre, il Comitato Trivisonno 2015 torna a proporre, martedì 15 dicembre, un nuovo appuntamento anche questo inserito nel cartellone degli eventi natalizi del Comune di Campobasso e sostenuto dall’Assessorato alla Cultura. Infatti, grazie ad un’apertura straordinaria dello storico edificio e grazie alla disponibilità mostrata dagli organi prefettizi cittadini, il Palazzo della Prefettura di Campobasso in serata, dalle 19.00, sarà il vero grande protagonista di una suggestiva ed affascinante visita gui-

data. Come altrettanto obbligatorie, sempre per ragioni strettamente logistiche, saranno le prenotazioni per poter prendere parte alla visita del 21 dicembre all’interno del Palazzo della Provincia di Campobasso. Invece, non ci sarà bisogno di prenotazione per l’appuntamento del Comitato Trivisonno del 18 dicembre in BiblioMediaTeca comunale in via Alfieri a Campobasso, quando Andrea Damiano con “Amedeo racconta Trivisonno. Disegni d’infanzia. Dipinti di Guerra”, proporrà a tutti un viaggio alla scoperta di storie di vita attraverso

la lettura di articoli, saggi, poesie. Naturalmente tutti gli eventi organizzati dal Comitato Trivisonno sono gratuiti, ma sono finalizzati a raccogliere fondi per finanziare il restauro dell’opera “Gli Evangelisti”, realizzata nel 1937 da Amedeo Trivisonno, nella volta della cappella dedicata all’Addolorata della chiesa di Santa Maria della Croce di Campobasso. L’obiettivo sembra essere davvero a portata di mano e con un ultimo sforzo natalizio i cittadini di Campobasso si riapproprieranno per intero della bellezza della loro storia.





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Isernia

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“Non alziamo polveroni inutili”

Il vice presidente del Consorzio di Bonifica di Venafro interviene sulla questione dell’erogazione dell’acqua alle imprese VENAFRO. “Desidero esprimere alcuni chiarimento alla luce del polverone, a mio avviso assolutamente spropositato, che qualcuno tenta di alzare strumentalizzando le giuste esigenze delle imprese agricole che operano ogni giorno, con tanto sudore e sacrificio”. A parlare è Carmine Falciglia, vice presidente del Consorzio di Bonifica di Venafro, nella sua veste di presidente della sezione Coldiretti di Venafro. “Innanzitutto - afferma Falciglia va chiarito che io personalmente e la Coldiretti, che rappresento a Venafro, non abbiamo alcuna intenzione ne alcun interesse ad appesantire il bilancio delle imprese agricole con generici aumenti di costi. Anzi, è vero il contrario: a solo titolo di esempio, ricordo con orgoglio a quanti hanno la memoria corta che io appartengo alla Coldiretti, quella organizzazione professionale agricola cioè che soltanto alcuni mesi fa, precisamente a metà settembre, ha riempito all’inverosi-

mile il teatro all’aperto di Expo a Milano con oltre 30 mila imprenditori agricoli, ed ha in quell’occasione chiesto e ottenuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, che ci onorò della sua presenza, l’abolizione totale dell’Imu, della Tasi, la stabilizzazione delle aliquote Iva in agricoltura e tutta una serie di interventi tendenti all’abbattimento dei costi e delle tasse governative sul comparto agricolo”. “Tutto questo, ripeto - prosegue il presidente della Coldiretti di Venafro - lo ha ottenuto Coldiretti in perfetta solitudine. Mi domando dove erano quelle organizzazioni che oggi si strappano i capelli sull’altare di un eventuale aumento del canone irriguo che tradotto in soldoni ammonterebbe ad una cifra di molto inferiore ai 10 euro/ettaro l’anno. Azzardo un’ipotesi: Questo strabiliante aumento equivale a un puro costo o piuttosto invece ad un investimento? Perché questo ‘insoppor-

tabile’ balzello altro non significa se non l’estensione dell’uso di un fattore produttivo, ovvero l’utilizzo dell’uso dell’acqua, ad un periodo che prevede l’utilizzo di tale bene per tutto l’anno e non per soli 5 mesi. Oltretutto, non va sottaciuto che, detto aumento sarà utilizzato anche per coprire i maggiori costi dovuti ai cambiamenti climatici che rendono indispensabile una puntuale pulizia dei canali e dell’intera rete scolante, per evitare quei disastri a cui ci stiamo abituando”. “Da imprenditore - aggiunge Falciglia - mi vergogno se qualcuno volesse, pur lontanamente, paventare che un simile beneficio dovesse essere pagato non dalla mia impresa ma dalla collettività. Perché quando si afferma che questi costi debbano essere trasferiti alla Regione, bisogna avere il coraggio di affermare più chiaramente che l’eventuale beneficio che deriverebbe alla mia e alla tante imprese agricole dovrebbe essere pagato da ciascun cittadino

del Molise. Allora - sottolinea - invito tutti a non strumentalizzare e a non scatenare una tempesta in un bicchiere d’acqua come si è verificato in una simile circostanza, ma piuttosto combattere le vere battaglie che la mia organizzazione quotidianamente conduce a tutela del mondo agricolo e soprattutto, più in generale, dei consumatori. La mia organizzazione infatti, continua a battersi per l’abbattimento delle tasse e dei costi fiscali del comparto agricolo (Imu e Tasi ne sono un esempio), per il prezzo del latte, per la tracciabilità dei prodotti e per l’etichettatura obbligatoria. Non vedo nessun’altra organizzazione muoversi su questi campi che costituiscono i veri problemi del mondo agricolo”. “Per quel che riguarda questo eventuale aumento dei canoni irrigui, che ripeto, altro non significa se non poter usufruire di un servizio che sicuramente porterebbe ad un sensibile aumento

delle produzioni agricole, in termini qualitativi e quantitativi, per pochi spiccioli al giorno, io e la mia organizzazione continueremo fino all’ultimo secondo ad adoperarci per trovare, nelle pieghe del bilancio di previsione del Consorzio di Bonifica di Venafro, quelle risorse che quantomeno ne riducano l’entità. Ma il vero problema - conclude Falciglia - è questo: le imprese agricole del venafrano hanno bisogno di questo ampliamento del servizio o piuttosto non ne sentono la necessità? A vedere gli entusiasmi insorti all’indomani della proposta di poter usufruire dell’acqua irrigua per tutto l’anno, fatta sin dalla scorsa primavera, si dovrebbe dire di si; a sentire chi oggi si strappa i capelli per meno di 10 euro/ettaro l’anno, si dovrebbe amaramente concludere che si erano fatti i conti pensando che a pagare sarebbe dovuto essere l’oste (leggi Regione)”.

“Perchè aumentate le ore ai part time?” Di Schiavi ha scritto al commissario prefettizio di Isernia ISERNIA. “Il Commissario Prefettizio del Comune di Isernia con Delibera n. 13 del 25.11.2015 ha aumentato l’orario lavorativo per n. 7 dipendenti part time, portandoli a 34 ore settimanali cadauno e non ha aumentato le ore lavorative agli altri 35 dipendenti, anch’essi part time, senza fornire alcuna spiegazione in merito“. Lo sottolinea Feliciantonio Di Schiavi, Coordinatore del CSA. “Al riguardo il Sindacato Autonomo CSA, unitamente al Sindacato Autonomo DICCAP

FENAL CONFSAL, chiede quanto segue: l’aumento delle ore di lavoro per tutte le unità part time, in quanto le esigenze di servizio connesse, sussistono per tutti i settori in cui tali unità sono impiegate; nel caso in cui si ponessero esigenze legali connesse all’obbligo di non superare i limiti di spesa per il personale, tale aumento di ore nei limiti del budget disponibile sia distribuito equamente tra le varie unità;

di attivare tutte le azioni utili per recuperare i fondi necessari destinati agli ex lavoratori socialmente utili (LSU); mantenere ed eseguire l’impegno preso dal Comune di Isernia ad aumentare le ore lavorative a tutto il personale part time; impegno preso dal Comune di Isernia in più occasioni ed in particolare nella pubblica assemblea del personale organizzata dal Sindacato CSA presso l’aula consiliare del Comune di Isernia in data 11.06.2015. Infine questo Sindacato CSA contesta il

comportamento del Commissario Prefettizio in indirizzo sotto il profilo democratico e delle corrette relazioni sindacali, in quanto è stato riferito, salvo cortese smentita, che la S. V. abbia espresso innanzi ai lavoratori, durante l’incontro del 11.12.2015, concetti in cui si richiamava una mancata considerazione del ruolo del sindacato e delle esigenze manifestate dai lavoratori. Qualora ciò fosse vero si chiede al Commissario in indirizzo un ravvedimento operoso“.

Le lapidi all’Acqua Sulfurea non sono romane ma moderne di Napoleone Stelluti Il 23 ottobre scorso scrissi e sollecitai un articolo sulla stampa locale per segnalare all’Acqua sulfurea di Isernia la presenza di alcuni cippi con iscrizione latina forse d’epoca romana, osservate e fotografate dall’esterno dietro al vetro delle finestre dello stabilimento in restauro. Successivamente dopo aver effettuato un sopraluogo all’interno sempre nello stesso stabilimento grazie al permesso del Comune di Isernia e, all’esame autoptico dettagliato dei cippi sono costretto a rettificare in quanto non sono dell’epoca romana ma del 1847 come si evince dal testo da me rilevato e tradotto grazie alla mia amica Prof.ssa Marina Vavassori da Bergamo. Il testo redatto a stampatello in capitale quadrato di 3 centimetri di altezza, la cui trascrizione è in minuscolo corsivo con lo sviluppo delle abbreviazioni,dice: Aream / cuius medio / sulfur(ea) surgitaqu(a) /

Praef(ectus) urb(i) Aeser(niae) / acColleg(ium) Decur(ionum) / commu(ni) civ(ibus) usui / eor(um) restitut(am) cura(verunt). / Ne memor(ia) intercid(eret) / IV Sept(embris) termin(os) / metaver(unt) / a(nno) MDCCCXLVII. In front(e) ped(es) CXCII In agrumped(es) CXLI

Tradotto significa: Il Prefetto della città di Isernia (ovvero l’Intendente Francesco De Feo “1828-1879” patriota italiano ) e il collegio dei Decurioni si curarono di ripristinare la zona nel mezzo della quale sorge l’acqua sulfurea a comune vantaggio dei loro cittadini. Perché non sfuggisse alla memoria, il 4 settembre misurarono i confini nell’anno 1847. Sul lato principale piedi 192 (= m. 56, 832) In profondità piedi 141 (= m. 41,736) pes = m. 0,296 Quindi siamo nel 1847, comunque ripercorrendo la storia sappiamo che le Acque Sulfuree nell’omonima contrada Acqua Sulfurea di Isernia,è un uno stabilimento termale risalente ai tempi dei romani e che in disuso ormai da molto tempo, nello stabilimento è presente una fontana di acqua sulfurea tutt’oggi attiva e chiusa al pubblico per restauro. Nello stesso articolo suggerivo di trasferire le lapidi al Lapidarium di Isernia al Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache, invece col senno di poi conviene risistemarle e valorizzarle sul posto.


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Termoli

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“Ombrina mare non si farà” Soddisfazione di Legambiente Molise per il dietrofront del governo sulle trivellazioni TERMOLI. “La mobilitazione sta pagando, Ombrina può essere affondata. Il Governo, infatti, è “costretto” all’emendamento in legge di stabilità. Primo passo nella lunga lotta contro la deriva petrolifera in Italia?”. Lo sostiene il movimento Legambiente. “La notizia trapela dagli attivisti di No Ombrina ed è accolta favorevolmente anche in Molise che, ad oggi, è nell’occhio del ciclone per diversi progetti di perforazione al suolo consegnati. Nei giorni scorsi, il comitato Trivelle zero ha avviato una ricca campagna che li ha portati a incontrare le amministrazioni di vari comuni in attesa conoscere le scelte del Governo ed è di ieri la notizia secondo cui: “Il Coordi-

namento No Ombrina sta seguendo in questi minuti l’evoluzione dello scenario della legge di stabilità con l’emendamento presentato dal Governo per la modifica delle norme che riguardano gli idrocarburi, sia per quanto riguarda le 12 miglia che per quello che attiene all’art.38 dello Sblocca Italia. Le mobilitazioni dell’ultimo anno stanno costringendo il Governo Renzi ad una marcia indietro che può segnare una prima vittoria dei cittadini nei confronti dei petrolieri. I 40.000 di Pescara, i 60.000 di Lanciano, i manifestanti a L’Aquila durante la visita di Renzi, i 500 a Roma sotto il Ministero potrebbero avere ragione sui lobbisti del petrolio e sul progetto Ombrina mare.

Il lavoro degli attivisti contro un progetto che metteva a rischio l’intero Adriatico e contro il quale sono mobilitate tutte le istituzioni territoriali potrebbe quindi dare i suoi frutti. Ovviamente bisogna tenere alta la guardia per evitare sgambetti dell’ultimo secondo. Si tratterebbe di una prima vittoria nella lunga strada per l’abbandono delle fonti fossili che stanno uccidendo il pianeta e inquinando vaste aree. E’ un movimento attivo in tante aree del paese e nel mondo che si sta opponendo a leggi folli come lo Sblocca Italia. Praticamente l’emendamento prevede il ripristino del divieto delle 12 miglia facendo salvi solo i titoli abilitativi già rilasciati. Ombrina, dalle informazioni che abbiamo ad oggi, non ha la con-

cessione di coltivazione non essendo stato pubblicato il Decreto sul bollettino dell’UNMIG. E’, quindi, una vera e propria corsa contro il tempo. Nell’emendamento del Governo vengono abrogate anche alcune norme relative allo Sblocca Italia, tra cui la previsione di strategicità per le attività petrolifere. Ad una prima lettura un aspetto negativo contenuto nell’emendamento riguarda l’abrogazione della previsione del cosiddetto “Piano delle aree”, inserito ad ottobre 2014 nel passaggio in Parlamento per la conversione in legge dello Sblocca Italia. Prevedeva, finalmente, una pianificazione delle attività petrolifere, con uno strumento che avrebbe creato grossi problemi in futuro al MISE pre-

vedendo finalmente l’esame degli impatti complessivi di tutti i progetti attraverso una Valutazione Ambientale Strategica. In ogni caso quella norma, il comma 1bis, era stata scritta male perché affidava allo stesso Ministero il potere di approvare il Piano senza l’accordo con le regioni e gli enti locali. Un tema che andrà ripreso a breve ma oggi il dato è che la mobilitazione dei cittadini è l’unico strumento per opporsi a progetti potenzialmente disastrosi. E’ comunque ovvio che la lotta continuerà anche per i progetti collegati agli idrocarburi fuori le 12 miglia e sulla terraferma visto che tutti gli scienziati considerano ormai indispensabile lasciare gli idrocarburi nel sottosuolo.

Bimbi bosniaci a San Martino in Pensilis L’associazione “Lama” pronta per questo nuovo appuntamento con la solidarietà TERMOLI. L’Associazione Luciano Lama, il Comitato Molise presieduto dalla professoressa Giuseppina Stanziale, sono partiti alla volta della Bosnia, per il nuovo viaggio di solidarietà con cui, di fatto, si da il via a quella che per l’intera associazione sarà la 46^ accoglienza dei bambini bosniaci in Italia. La carovana di solidarietà che giungerà in Bosnia, come sempre del resto, porterà con se anche tutto il materiale raccolto dalle famiglie, dalle associazioni e da liberi cittadini che sarà distribuito nei vari orfanotrofi e alle famiglie dei bambini che non potranno venire in Italia. La delegazione della “Luciano Lama”, scesa dalla nave a bordo di 5 autobus, che compiranno il viaggio tra i territori devastati, raggiungerà gli orfanotrofi di Monstar, Selo Mira, Banja Luka, Sarajevo e le altre zone dove vivono gli altri bambini che saranno ospitati in Molise, in Sicilia, nelle Marche in Abruzzo e in Sardegna. Lo scopo di questa accoglienza, come del resto da vent’anni a questa parte, è di aiutare questi bambini a superare i traumi e gli effetti dolorosi, spesso profondi, trasmessi nella loro anima dalle conseguenze della guerra, ed ultimamente ance da quelli della violenta e tragica alluvione dello scorso anno. I minori che saranno ospitati rappresentano l’intero territorio della Bosnia Erzegovina e provengono da tutte e tre le maggiori etnie: musulmana, serbo/ortodossa, croata/cattolica. Le fami-

glie italiane che offrono un periodo d’accoglienza ai bambini bosniaci, compiono un gesto d’amore e contemporaneamente realizzano il primo passo di quello che sarà un rapporto di incontro e di scambio di culture, in un’unica logica di pace e fratellanza. Il soggiorno dei bambini avrà la durata di circa 35 giorni ed inizierà per i bambini che saranno ospitati in Molise il prossimo venerdì, 18 dicembre. Come da tradizione,

infatti, tutta la delegazione ed i bambini prima di raggiungere le altre destinazioni saranno accolti in Molise. Quest’anno l’accoglienza si svolgerà a San Martino in Pensilis, dove d’intesa con il dirigente scolastico i ragazzi e le ragazze del locale comprensivo si sono messi all’opera per animare l’arrivo dei bambini bosniaci. L’arrivo degli autobus provenienti dalla Bosnia è previsto per le ore 13.00.

“Montenero, no alla centrale” In piazza il Comitato dei Cittadini “NO-BIOMASSA MONTENERO” “ Il nostro impegno è rivolto a conseguire la chiusura della biomassa che sta procurando danni alla salute dei cittadini e all’ambiente che ci circonda“. Così, Pina Laezza coordinatrice del Comitato. “Non siamo più i soli a denunciarlo. Ora ci sono gli accertamenti ufficiali di ARPA MOLISE che attestano quello che sosteniamo da tempo. Gli ultimi accertamenti hanno procurato diffusa preoccupazione sociale in una realtà dove i decessi per neoplasie sono all’ordine del giorno. La nostra comunità è in con-

tinuo spopolamento per via di una pesante situazione economica e per assenza di lavoro. Con questo vogliamo dire che la nostra è una lotta di civiltà per la salute e anche per dire alla politica sorda che la direzione giusta è costituita dallo sviluppo sostenibile che crei lavoro serio e una nuova imprenditorialità che vuole valorizzare i giovani e le nostre ricche risorse territoriali. Quella politica la smettesse di farsi dettare le decisioni da chi ricatta quanti difendono i propri diritti e minaccia di rappresaglie chi lotta contro gli affari. La nostra, perciò, è una battaglia di tutti i cittadini che si sentono liberi e al di sopra delle appartenenze politiche. Non ci fermerà nessuno. Oggi ci sentiamo ancora più motivati per le adesioni spontanee e numerose che abbiamo raccolto intorno alla NOSTRA PETIZIONE POPOLARE CHE DOMANI DEPOSITEREMO CON CUI I CITTADINI CHIEDONO LA CHIUSURA DELLA BIOMASSA. Se non basta, stiamo pensando di ricorrere anche al REFERENDUM.”


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Termoli

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Ospedale da ridimensionare? Menti confuse” Annibale Ciarniello riporta una situazione familiare risolta al San Timoteo e chiede la revisione del sistema TERMOLI. Giorni se non ore decisive per la sanità molisana e c’è chi dopo aver dato battaglia in sede politica e associativa, persino giudiziaria, ha toccato con mano cosa significhi avere reparti salvavita che funzionano. Parliamo dell’avvocato Annibale Ciarniello, per fortuna uscito insieme alla sua famiglia senza conseguenze irreparabili da una brutta avventura. Sua madre ha subito un infarto,

ma la prontezza dei medici e dell’apparato del 118 Molise soccorso e dell’emodinamica di Cardiologia le hanno salvato la vita. “Chi osa dire che l’ospedale di Termoli va ridimensionato? Solo delle menti confuse possono continuare a pensare di tagliare irrazionalmente reparti in strutture ospedaliere che prestano servizi cosiddetti ‘salvavita’ ad una comunità (bassomolisana) che rac-

coglie circa 100mila abitanti che nel periodo estivo raddoppia. Taglio non necessariamente vuol dire risparmio! Gli illuminati governanti che abbiamo nella nostra Regione dovrebbero comprendere che i termolesi (così come i residenti della zona costiera), di fronte al taglio di un servizio sanitario presso l’ospedale di Termoli, si servirebbero del vicino ospedale abruzzese di Vasto e non di quello difficilmente raggiungi-

bile di Campobasso;. Il risultato? mobilità passiva, che vuol dire ulteriore debito sanitario nella nostra Regione a tutto vantaggio di chi effettua la prestazione e chiede conto alla sanità molisana. L’ho già denunciato più volte in passato, ma mi piace ancor più oggi sottolinearlo dopo ciò che lunedì scorso è accaduto a mia madre… Purtroppo è stata colta da infarto e grazie all’efficienza del nostro

ospedale e del reparto Utic di Termoli, posso tirare oggi un sospiro di sollievo visto che è tornata a casa sana e salva! Per questo mi corre l’obbligo di ringraziare tutto il personale medico e infermieristico ed umanità oltre che l’associazione Cuore Molisano che da sempre si è battuta per evitare che il reparto di Terapia Intensiva e l’emodinamica diventassero un servizio a tempo e cioè H12 anziché H24″.

Duomo, aperta la Porta Santa Tantissima gente a Termoli per l’evento religioso organizzato dalla Curia diocesana TERMOLI. La folla era di quelle inattese al punto che anche la spaziosa piazza Duomo è apparsa piccola per i tanti fedeli che non sono mancati all’apertura della Porta Santa della diocesi di Termoli-Larino. Emozionato, il vescovo De Luca che si è immerso nell’affetto di migliaia di persone che hanno pregato e deposto in questo anno giubilare le speranze per il proprio futuro. E lo stesso Vescovo De Luca non ha potuto non ringraziare i tanti che “sono rimasti per tutta la messa in piazza. Una piazza gremita”. Tra le centinaia di fedeli del Popolo di Dio anche tanti malati “che si sono fermati e hanno partecipato con devozione. Questo è un qualcosa che consola. E’ come un dono della Misericordia di Dio”. Nel cuore del Vescovo il pensiero è andato a chi è rimasto sino alla fine, nel freddo di una piazza, allo scopo di partecipare all’appuntamento che proseguirà all’insegna dell’accoglienza e della vicinanza agli ultimi. L’invito della guida della Diocesi di TermoliLarino, quindi, è quello a “cambiare la prospettiva. Ad entrare nello sguardo che Gesù ha sulla realtà”. Un Gesù che “parte dagli ultimi e su questo ci è maestro Papa Francesco che non fa altro che seguire Gesù e allora anche noi dobbiamo deconcentrarci o liberarci da tanti schemi ed entrare in questa visione che è la più giusta”, ha continuato Monsignor De Luca, al suo fianco il Nunzio Apostolico dell’Iran, Monsignor Boccardo e un rappresentante della Chiesa Ortodossa attiva anche in basso Molise. Anno Santo della Misericordia che vedrà le chiese aperte in Diocesi per ascoltare, condividere e riconciliarsi con Dio. “Ogni parrocchia organizzi le 24 ore per il Signore – ha affermato Monsignor De Luca – e nella Quaresima si organizzeranno le 40 ore in sequenza di parrocchia in parrocchia”, alle quali parteciperà lo stesso Vescovo della Diocesi bassomolisana. Aperta nei fine settimana anche la Cattedrale dove, dopo cena, sarà proprio Monsignor De Luca ad ascoltare le confessioni di chi si recherà nel cuore del Borgo per raccontare le sue vicissitudini e avere perdono e conforto. “Mi renderò presente il venerdì e il sabato dopo cena per l’ascolto delle persone – ha

affermato il Vescovo De Luca – mi auguro che quanti vivono anche situazioni di disagio nella famiglia, di separazione, nuove famiglie ricostruite e sentono il bisogno di sentire la Chiesa vicina vengano perché sono qui per ascoltarli e fare un cammino insieme”. Tra i punti focali della lunga omelia seguita al Vangelo di Luca, Monsignor De Luca ha toccato quello del perdono, tema cruciale dell’Anno giubilare assieme all’accoglienza nei confronti degli altri, dei diversi e di coloro che hanno bisogno. Un perdono che va raggiunto per “toccare con mano la grandezza della Misericordia”. Un perdono che viene dettato anche da Dio che “conserva il suo amore, perdona la colpa, la trasgressione del peccato fino alla millesima generazione”. E ancora la necessità “di interpretare la propria vita come servizio. Papa Francesco, nella Bolla di indizione dell’anno Santo sottolinea come la misericordia, che è la parola chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi, non consiste nell’affermazione di principi ma è un’azione che rende visibile e tangibile l’amore”. Di qui, quindi, la necessità della Diocesi di Termoli-Larino di farsi “segno e strumento della Misericordia che la fonda e la sostiene. Per questo tra le opere che la Diocesi intende realizzare ci sono quelle dell’accoglienza dei migranti e dei profughi”. Una celebrazione, quella che è stata coordinata dai militari dell’Arma e dalla Finanza, dalle altre forze dell’ordine nonché dai gruppi di scout e dai volontari del Sae112 alla quale, perà, è stata assente la rappresentanza politica del Comune di Termoli, che è stata anche l’occasione, per il Vescovo De Luca, di inviare un augurio alla cittadinanza. Quello di “entrare nella porta della Misericordia che, prima di tutto, è il proprio cuore dove abita Dio. Il nostro cuore è abitato da tante cose, da preoccupazioni ma anche da momenti belli, ma a reggere tutto c’è il Signore. Scoprire quella presenza, che è una presenza che riattiva la vita – ha concluso De Luca – è il primo augurio a ogni cittadino”.

“Pesca, il piano assicurativo c’è” Soddisfazione è stata espressa dall’onorevole Laura Venittelli per l’emendamento alla legge di Stabilità TERMOLI. “Il mondo dell’economia marittima e ittica potranno beneficiare grazie agli interventi e agli strumenti messi in campo da un emendamento alla Legge di stabilità di un meccanismo innovativo, che fino ad ora era stato appannaggio esclusivo dell’agricoltura: per la prima volta abbiamo la possibilità che anche per la pesca e l’acquacoltura ci sia il

piano nazionale assicurativo, che sarà attivato in buona parte con le risorse attingibili dai fondi comunitari. Abbiamo ottenuto un risultato enorme per la categoria, che finalmente non sarà più discriminata e avrà grazie al coinvolgimento dell’Ismea la possibilità di avere un profilo assicurativo che la renderà autonoma e indipendente e quindi competitiva”.

E’ questa la dichiarazione rilasciata in sede congiunta nel pomeriggio di oggi dagli onorevoli del Partito democratico Laura Venittelli (responsabile nazionale Pesca e acquacoltura del Pd), Nicodemo Oliverio (capogruppo in commissione Agricoltura) e Luca Sani (presidente della Commissione) a margine degli emendamenti presentati in sede legislativa.

Ma non è tutto, con questo provvedimento si riaprono anche i termini per il ristoro dei danni maturati dal 4 luglio a fine 2015, utilizzando un fondo di 2,5 milioni di euro stanziati dal decreto legge 51, con cui si potrà aiutare quelle economie locali disastrate da fenomeni naturali che hanno messo in ginocchio produzioni che sono un vanto per l’Italia.

“Con questi provvedimenti – concludono i tre parlamentari dem – che si agganciano a molte altre misure che nell’ultimo periodo il governo ha varato a sostegno della pesca produttiva d’altura e costiera e agli impianti fissi, il 2015 si chiude nel migliore dei modi, per proiettare il Paese verso uno sviluppo eco-sostenibile anche nella cosiddetta economia Blu”.



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Opinioni

15 dicembre 2015

di Pasquale Di Lena Con la sottoscrizione e l’approvazione del documento che impegna gli Stati a prendere provvedimenti per avviare a soluzione la crisi del Clima che sta uccidendo il pianeta o, meglio, la vita sulla terra, si è concluso a Parigi la Cop 21, con i 185 rappresentanti di altrettanti Paesi già, chi più e chi meno soddisfatto, rientrati nelle loro case. Un fondamentale incontro che ha visto crescere l’attenzione e la mobilitazione di donne e di uomini in ogni parte del mondo, consapevoli che bisogna fare qualcosa e dare il proprio contributo se non si vuole restare indifferenti alla finestra a guardare, aspettando il crollo, il momento del non ritorno. Milioni e milioni di donne e di uomini si sono posti la domanda: che fare? E questo è importante per tutti quelli che hanno capito e sanno che Parigi non era e non è il punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso nuovo che ci vede “in marcia per il clima”, insieme e sempre più numerosi. Il Molise, che ha partecipato alla “marcia per il clima” e, con le due iniziative di Larino e di Colle d’Anchise, ha dato un suo contributo al grande successo della giornata del 29 u. s., sostenuta da oltre un milione di iniziative in ogni parte del mondo, ha tutto per diventare uno straordinario esempio, in primo luogo per il mezzogiorno e, anche, per il resto del Paese e dell’Europa. E questo è possibile per

adi Claudio de Luca

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

In marcia per il clima il Molise la sua agricoltura

l’insieme delle sue caratteristiche, non ultime quello di essere piccolo e ancora ricco di ruralità, Si tratta di ridare al territorio la considerazione e la dignità che merita; rendere le illusioni di un sistema fallito - ancora parla di crescita - elementi tangibili di un museo a cielo aperto, che tutti possono tranquillamente visitare; ridare all’Agricoltura (nel senso più ampio anche di zootecnia) tutta la centralità che le spetta per un suo pieno sviluppo umano, che è tale solo se sosteni-

bile. Lo stesso Molise - “luogo dell’anima” e, per me, anche una straordinaria “CittàCampagna” - che meno di un anno fa ha saputo reagire al rischio d’invasione di 12.000 manze e, quindi, di avvio di un processo di industrializzazione dell’Agricoltura, mortale per quest’attività primaria e per il territorio molisano. Mortale per il clima. C’è da dire che un aspetto centrale della crisi del clima, l’Agricoltura, non ha tro-

vato voce fra quelli che si sono messi, e sono, in marcia per il clima. Un vuoto, questo, tutto da recuperare visto che l’Agricoltura industriale e il Cibo nelle mani dell’agrobusiness, hanno inciso e incidono fortemente sui cambiamenti climatici in atto. Basti pensare alla deforestazione dell’Amazzonia o, anche, in Malesia o in Africa per dare spazio alla coltivazione delle palme e la produzione di olio, fonte di danno non solo per l’ambiente ma anche per la salute umana. Basti pensare solo ai quantitativi di energia proveniente da fossili dì cui ha bisogno questo tipo di agricoltura. Cominciare dal Molise e renderlo esempio di un’agricoltura che, prim’ancora che alla quantità, pensa alla qualità del cibo, alla biodiversità, al paesaggio, alla salvaguardia e tutela del territorio, vuol dire tracciare il percorso più giusto, con traguardi e obiettivi ben definiti. In pratica, mettersi “in marcia per il clima” avendo in mano la bussola della programmazione e della progettualità, del coinvolgimento e della partecipazione e non solo fiumi di parole, oltretutto vuote, che fanno tornare indietro il tempo invece di proiettarlo verso il domani. Pasqualedilena@gmail.com

Dalle nostre parti si vive di più ma sono sempre meno le nascite

Nello Stivale il censimento 2011 registrò oltre 59 milioni di abitanti (+4,3% rispetto a dieci anni prima). Di contro, in Molise, da 320.601 che erano, i discendenti di Cuoco diventarono (almeno sulla carta) 313.660. Solo la Basilicata (-3,3%) e la Calabria (-2,6%) fecero registrare numeri peggiori. Esigua anche l’entità degli immigrati (il 25,6% ogni 1.000 abitanti). In realtà, gli Italiani erano diminuiti di 250mila unità mentre gli altri erano cresciuti da 1.334.889 a 4.029.145, segnando un +201,8%. Pure in questo caso la percentuale molisana era rimasta esigua ove confrontata a quella del resto dello Stivale (67,8% ogni 1.000 unità). Oggi i dati Istat riferiscono che, nella 20.a regione si vive più a lungo, si nasce di meno (7 neonati per ogni 1.000 abitanti) ed i residenti continuano a diminuire (5.3%).Naturalmente il contenimento» delle nascite può dipendere da cause tra le più diverse. Le attese di vita sono pari a 79,6 anni per gli uomini ed 84,9 per le donne. Gli stranieri residenti sono 11mila e nella gran parte dei 136 Comuni della “ventesima” si assiste al fenomeno dello spopolamento. I dati dicono: 1) che l’11,9% dei Molisani sono infraquattordicenni; 2) che il 64,8 conta dai 15 ai 64 anni; 3) che il 23,3% ha più di 65 anni, compresi i tanti ultracentenari che affollano la regione. Nel 2014 si è registrato un aumento della speranza di vita alla nascita,

(1,29).

dal momento che i “maschietti” oltrepassano gli 80 e le “femminucce” gli 85. Altro dato analizzato è stato quello relativo al movimento migratorio. Il saldo con l’estero (che poi rappresenta la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall’estero e quello dei cancellati per trasferimento di residenza all’estero) è pari ad uno (stima su 1.000 ab.). Quello interno (che è la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da altro Comune e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in altro Comune) è negativo (-2 su 1.000 ab.). Per conseguenza il saldo migratorio totale

negativo è risultato pari a -0,9/1.000 ab.). In Molisesi ‘fanno’ pochi figli, e da tempo non si raggiunge il livello di 1,2 pargoli per ogni donna. Il dato permette di classificare la regione tra quellecon il livello più basso di natalità: 7,2 nati per ogni 1.000 ab. Il tasso di mortalità è pari a 11,5 decessi ogni 1.000, con un tasso di incremento naturale negativo pari al 4,3/1.000. La riduzione delle nascite costituice il frutto di due componente: quelle del concomitante contenimento riproduttivo delle italiane e delle straniere, caratterizzato da una fecondità solo poco più alta nel Nord (1,32) rispetto a quella del Centro e del Mezzogiorno

Nella 20.a regione il dato demografico più rilevante rimane quello degli ultracentenari. Per esempio, in Ururi, oltre ai 6 censiti, sono numerosi i 90enni. La cosa preoccupa con riferimento al sistema regionale di protezione sociale che non dovrebbe occuparsi soltanto dei fattori primari di sopravvivenza, bensì attendere ad uno sviluppo umano integrale. Per ciò stesso dovrebbe mirare soprattutto alla somministrazione degli ausili per le fasce di povertà e per il disagio familiare. In questo campo, secondo una elaborazione “Censis-Unipol”, fatto 100 il valore-indice Ue, il Molise si trova al 32° posto con un punteggio di 96,3 (medio-basso), quando la media italiana è di 97,9. In questa classifica, che accomuna Regioni italiane e Stati europei, il 1° posto rimane occupato dal Trentino-Alto Adige (108,7) che supera persino i Paesi Bassi (107,4), la Svezia (105,5), la Germania (105,0) e la Finlandia (102,7). Ad ogni buon conto la 20.a regione fa meglio di Spagna (93,0) e Grecia (92,2), ma soprattutto surclassa la Sicilia (fanalino di coda) che raggranella il punteggio di 82,4 (da considerare basso da 92 in giù).


INFO: 339.2733334 - 334.2739180


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