Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043
TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 108 - marTedì 12 maggio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
giornale saTirico
30.000 copie in omaggio
www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook
L’Oscar del giorno a Alessandro Pascale
L'Oscar del giorno lo assegniamo ad Alessandro Pascale. Il consigliere comunale di Campobasso di Forza Italia ha parlato chiaro, in merito alla situazione del settore Lavori Pubblici del Comune. Non è possibile che si proceda a tentoni, senza obiettivi e, soprattutto, non cercando di privilegiare le piccole imprese locali che, altrimenti, non hanno altre possibilità di partecipare a gare fuori regione. Per questo, ha chiamato in causa l'attuale assessore che ad un anno dall'insediamento non ha fatto nulla.
“Ricorda Micaela, ricorda...”
Il Tapiro del giorno a Pietro Maio
SERVIZIO A PAGINA 3 Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. L'assessore al Comune di Campobasso ai Lavori Pubblici non ha fatto vedere, fin qui, nulla. Anzi, ha più volte visto le segnalazioni dell'Associazione costruttori in merito ai bandi di gara ma, fino a questo momento, non ha ritenuto dare quella correzione auspicata a favore delle imprese locali. Non si è ancora avveduto della situazione in essere di strade, marciapiedi, del degrado cittadino visto e considerato che nessun provvedimento di migliorie è stato adottato. Ad oggi, è sonoramente bocciato.
Tantissima gente per l’ultimo saluto a Vincenzo Cosco nella sua Santa Croce di Magliano SERVIZIO A PAGINA 4
TAaglio lto
2
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
12 maggio 2015
I soldi del Programma operativo regionale 2007/2013 vanno tassativamente spesi entro e non oltre il 31 dicembre 2015, ma non buttati via
Circa tre miliardi delle vecchie lire a Formez Pa per la prima sperimentazione del modello “Sistema regionale di orientamento permanente” Le risorse finanziarie non utilizzate nel corso della programmazione 2007/2013 sono tantissime. Il governo di Michele Iorio avrebbe di che dolersi, soprattutto della sua e dell’altrui incapacità a spendere. Di ciò se ne sta avvantaggiando il governo di Frattura che di suo, della programmazione 2014/2020 non ha ancora speso o investito un euro. Vive di rendita sul lascito finanziario di Iorio. E si fa bello. Su queste colonne, delle risorse che risalgono al settennio 2007/2013, stiamo dando contro pubblicando e commentando gli atti amministrativi regionali che vi fanno riferimento. Soldi per svariate finalità e obiettivi: l’Europa sembra essere un campionario inesauribile di progetti dai nomi e dalle finalità esotiche (Adriatic Cross – Borde cooperation programme – Europe adraitic sea way – Adriatic sea forum cruise, ferry, sail&yacht – welfare to work), trattandosi spesso di obiettivi immateriali e, quindi, impossibile da quantificare e da verificare in concreto. Tra questi progetti può essere incluso il sistema regionale di orientamento permanente. Di cui esiste un ricco retroterra. A cominciare dalla legge regionale 10 del 30 marzo 1995 (Nuovo Ordinamento della Formazione Professionale) per finire all’Accordo tra il Governo, le Regioni e gli Enti lo-
L’INTERVENTO di Enrico Perretta* In Molise è andata in scena la farsa del vitalizio. Dove? Proprio in Consiglio regionale. E la messa in onda porta anche la firma di Antonio Federico e Patrizia Manzo, ossia i componenti del Movimento 5 stelle che si sono distinti per il voto favorevole (insieme al centrosinistra) a favore del reintegro dei vitalizi per i neo eletti rappresentanti del popolo. L’atteggiamento pare essere quello tipicamente dipietrista: in campagna elettorale ne esaltano la cancellazione ma poi, di soppiatto, reinseriscono il privilegio. In fondo, se ne possono godere i vecchi eletti perché diritto acquisito, qual è il motivo per cui non si può garantire una vecchiaia più dignitosa per i neo consiglieri regionali? Così, mentre Beppe Grillo a livello nazionale ne urla il taglio con lo slogan: “no ai vitalizi e si al reddito di cittadinanza perché i disoccupati ci costano di più”, in Molise i suoi esponenti all’interno della massima istituzione votano
cali del 20 dicembre 2012, concernente la definizione del “Sistema nazionale sull’orientamento permanente”; al decreto legislativo 167 del 14 settembre 2011 (Testo Unico dell’apprendistato); all’Accordo del 20 febbraio 2014 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano relativo all’approvazione delle “Linee guida per la disciplina per il contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere”, nonché al Decreto legge 34 del 20 marzo 2014 “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese” e al Piano
di attuazione regionale della Garanzia Giovani. Gira e rigira, impasta e rimpasta, visto, considerato, ritenuto e preso atto, la giunta regionale il 6 maggio scorso ha deliberato d’incaricare Formenz PA (Pubblica Amministrazione) di elaborare una progettazione esecutiva riferita alla prima sperimentazione del modello “Sistema regionale di orientamento permanente”, in coerenza con le finalità e specificità del Por (Programma operativo regionale) 2007-2013 e delle azioni del Piano Integrato Giovani approvato dalla giunta regionale nel 2011, il tutto per l’importo complessivo di 1.720.000 euro. Oltre tre miliardi
di vecchie lire per una progettazione esecutiva (!) riferita alla prima sperimentazione del modello “Sistema regionale di orientamento permanente”. Da farsi entro il 31 dicembre 2015, quindi in fretta e furia, avendo fatto passare inutilmente giorni, mesi e anni. Eppoi, perché un 1.720.000 euro? In base a quale analisi preventiva dei costi? Trattandosi di Formez PA, con cui la Regione intrattiene ottimi rapporti istituzionali, la giunta questi interrogativi non se l’è posti, mentre s’è premurata di dare mandato al direttore del Servizio sistema integrato dell’Istruzione e della Formazione Professionale di porre in essere gli
atti consequenziali “ ivi compresa l’assunzione dei provvedimenti amministrativi di impegno di spesa”. Pagare. In ossequio, crediamo, al dettato che i soldi rinvenuti dal Por 2007/2013 vanno tassativamente spesi entro e non oltre il 31 dicembre 2015. In un modo o nell’altro. Dovendo ricavare un fine pratico, dovendo indicare la finalizzazione dell’investimento, è credibile che la Regione si proponga di migliorare e di rafforzare la qualità dei servizi per l’impiego su tutto il territorio regionale, in linea con le politiche nazionali di riordino del mercato del lavoro (ex – legge 183/2014 detta Jobs Act), avvalendosi del supporto di Formez PA al fine di poter collegare le attività del Programma operativo nazionale con quelle del Ministero del Lavoro. Una ragnatela da tessere. Come fitte ragnatele di riferimenti, di rimandi, di recuperi di risorse sono da considerare i progetti europei del settennio 2007/2013, dei quali solo ben determinate sigle sono riuscite e ancora riescono ad ottenere vantaggi immediati. Del sistema regionale di orientamento permanente chissà quando sentiremo parlare, e a vedere i vantaggi che avrà apportato alla Formazione e all’Occupazione. Dardo
La farsa del vitalizio approvata anche dal Movimento Cinque Stelle per reinserire il vitalizio dopo che, nell’era Iorio, si era proceduto ad eliminarlo. Ora, che i grillini di Palazzo Moffa sembrano strizzare sempre l’occhio al governatore attuale è storia vecchia. Ma che si arrivasse ad approvare un atto che reinserisce per i neo eletti, e quindi anche per Federico e Manzo, un paracadute per la vecchiaia sembra veramente un oltraggio all’intelligenza umana. A ben guardare l’andamento dei lavori consiliari della scorsa settimana, a primo impatto sembra che lo scambio sia avvenuto con il reddito di cittadinanza. Ossia: il centrosinistra di Frattura si è impegnato ad inserire nella finanziaria una sottospecie di reddito di cittadinanza così da esaltare una vittoria pentastellare, e i grillini hanno approvato senza batter ciglio il documento che reinserisce il vit a l i z i o . Con una beffa, oltre al danno. E cioè quello che viene chiamato reddito di cittadinanza altro non è
che un fondo sociale per le famiglie in difficoltà, con una previsione di fondi pari a un milione di euro che esistono solo sulla carta. Premesso che, in ogni caso, ben venga il fondo sociale vista la situazione di forte disoccupazione peggiorata proprio con il governo Frattura, qualcuno dovrebbe far
gettare la maschera a chi predica bene e razzola male, e soprattutto i grillini dovrebbero spiegare alla popolazione molisana che mentre il reddito di cittadinanza è una erogazione monetaria distribuita a tutti coloro dotati di cittadinanza e di residenza in grado di consentire una vita minima dignitosa, il fondo so-
ciale è dato da fondi destinati a finalità di carattere sociale e rappresentano uno strumento indispensabile della politica socioassistenziale del nostro Paese. Fondo peraltro già esistente. Solo che nell’era Iorio era… come dire?… più sostanzioso. Detto questo mi chiedo: perché Beppe Grillo non volge per un attimo lo sguardo sul Molise per valutare l’atteggiamento dei suoi eletti? E’ normale che gli eletti prendano in giro la popolazione molisana con falsi slogan e agendo concretamente facendo l’esatto contrario di quanto professano, solo per cavalcare un malcontento popolare dettato dalla mancata speranza nel futuro proprio a causa di una classe politica inetta in cui essi stessi, a quanto pare, si sono ben amalgamati?”. *Consigliere comunale di Campobasso Gruppo “Campobasso Nuova”
TAaglio lto
3 12 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Questo partito non è un albergo... Scambio di colpi continuo all’interno di un partito, il PD, che non ha mai superato l’iniziale fase di sintesi tra esperienze diverse C’è un modo diverso, nella nostra ricchissima lingua italiana, per identificare lo stesso tipo di oggetto, di processo, di dinamica sociale o interpersonale. Si può chiamare “momento imbarazzante” una fragorosissima figura di… niente; si può chiamare “incidente” un grossolano errore; si può chiamare “simpatia” un vero e proprio grande amore; si può, quindi, chiamare “dialettica interna” o “confronto civile” quella che, in realtà, non è altro che una sanguinosissima faida. Come, tanto per fare un esempio, lo scambio di colpi di questi ultimi giorni tra il segretario regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, ed il deputato dello stesso partito (anche se davvero non sembrerebbe), Danilo Leva. Sotto un velo di ipocrite buone maniere (“con affetto e simpatia, Danilo”; “da amica, da segretario, da molisana ti chiedo ancora una volta: lavoriamo all’unità.”) si cela una sostanza di attualità politica, inquadrabile tanto a livello nazionale quanto locale, che ci
restituisce un resoconto abbastanza preciso del perché la politica post Prima Repubblica stia riuscendo nell’incredibile impresa di farla rimpiangere. L’onorevole Leva accusa il segretario Fanelli di non fare sintesi su temi portanti come sanità, politiche per il lavoro, programmazione europea; l’onore-
gine, per così dire. Ma, del resto, il frutto (PD molisano) non può certo cadere molto lontano dall’albero (PD nazionale). Quello che doveva essere un partito riformista d’ispirazione socialdemocratica, nelle intenzioni di Veltroni, non ha mai superato la primigenia fase di fusione fredda tra due esperienze, apparentemente inconciliabili, come quelle degli ex democristiani e degli ex comunisti. Le correnti, oggi rappresentate da Renzi (e la sua nouvelle vague) e Bersani/Cuperlo (e tutta la minoritaria sponda sinistra) non sono mai confluite nello stesso, unico, alveo riformatore; hanno sempre rappresentato (idro)dinamiche tra loro contrastanti. Davvero una pessima riuscita per coloro che, in partenza ed in teoria, potevano contare sul 60/70% del corpo elettorale di tutto lo stivale. Ed in mezzo ci siamo noi; involontari testimoni (e spesso vittime) di questa storia che sembra non voler trovare mai un finale se non lieto, quanto meno sopportabile.
Cara Fanelli, basta con l’esibizione del potere
La lettera di Danilo Leva Cara Micaela, ho letto la tua risposta alle mie dichiarazioni, con cui ovviamente l’unica cosa che provi a fare è scimmiottare Matteo Renzi, ma, purtroppo per noi, è una parte che non ti viene neppure bene. Qui gli schemi nazionali non c’entrano nulla. Io pure avrò combinato tanti disastri, come dici tu, tra cui quello di aver abbattuto l’impero di Michele Iorio, e avere consentito al centro sinistra di vincere in Regione, a Isernia per ben due volte, a Larino e in tanti altri comuni del Molise. Lo so, ho, poi perso alla Provincia di Campobasso quando la candidata a Presidente eri tu, ma non rinnego neppure quella scelta. In queste settimane ho posto il problema di un partito poco autorevole, che su grandi temi come la sanita, la programmazione, le infrastrutture, il lavoro, rincorre e prende ordini dal governo regionale, senza avere un minimo di autonomia culturale e di pensiero. Quella che divide il PD sei tu, in quanto ancora non sei riuscita a mettere in campo una proposta di sintesi tra le diverse anime, perchè hai preferito esrci-
Fare e disfare determinazioni: è toccato al direttore della Salute Marinella D’Innocenzo che di problemi importanti e complessi da risolvere ne avrà sicuramente a iosa. Invece, di recente, tra il 21 aprile e 6 maggio, ha dapprima costituito il Gruppo di Lavoro per l’elaborazione della proposta di un nuovo “Piano di riorganizzazione delle strutture pubbliche e private di diagnostica di laboratorio”, in coerenza con le indicazioni ministeriali; quindi, il 29 aprile ha giudicato necessario ed opportuno integrarlo per poi, il 6 maggio, revocare l’integrazione. Se il tempo di un direttore generale deve essere impiegato in questa sorte di cuci e scuci, dobbiamo
vole accusa il segretario di spalleggiare l’operato del governo regionale, per partigianeria renziana, avallandone le macroscopiche mancanze proprio su questi, delicatissimi, temi; l’onorevole accusa il segretario di essere passata, con leggiadria, dalla corrente bersaniana a quella renziana senza scrupoli né,
tantomeno, troppo indugiare. Il segretario accusa l’onorevole di lavorare per lo sfascio; di fare guerriglia interna sempre in obbedienza a quelle correnti interne che, politicamente, non sembrano essere tanto diverse, per modalità di appartenenza, a quelle famiglie per l’onore delle quali non si guarda in faccia a nessuno; figurarsi ad “amici” per cui si nutre “simpatia”. E questo partito governa la Regione Molise, il Comune di Campobasso, quello di Isernia e quello di Termoli. Con maggioranze ad estrazione politica di variopinta, multietnica ori-
tare il ruolo di tifosa e non quello di Segretario. Nei diversi comuni della regione stiamo imbarcando tutto e il contrario di tutto, dando credito a personaggi che una volta erano le colonne portanti dello iorismo e oggi le ritroviamo punto di riferimento e classe dirigente della vostra proposta politica. Tu rispetto a questo non dici nulla e preferisci
un silenzio che sa di complicità. Ti ostini a difendere l’alleanza con Patriciello, che se aveva un senso due anni fa, quando Patriciello era in uscita dal centro destra, non lo ha più oggi, in quanto sta riorganizzando in Molise, Forza Italia. Governare significa dare risposte all’altezza. Significa cambiare il Molise. Significa di-
fendere la qualità della sanità pubblica, difendere i livelli occupazionali, la dignità del lavoro, significa azzerare le consulenze esterne e affermare una nuova politica industriale in grado di rendere più attrattivo questo territorio. E significa poi che la programmazione comunitaria, a capo della quale sei da oltre 15 anni, deve tradurre in fatti quelle che fino ad oggi sono state solo belle parole. Per cambiare il Molise serve discontinuità. Se invece governare diventa semplicemente l’esibizione del potere, io non ci sto, perché questo modo di fare non ha nulla a che vedere con i valori e i principi fondanti del centro sinistra. Capisco che per chi nel corso della sua esperienza politica è passata da Bersani (ti ricordo festante e gioiosa applaudire alla presentazione della sua mozione congressuale al Teatro Ambra Jovinelli di Roma) a Renzi, da Iorio al centro sinistra con estrema facilità, questi sono aspetti marginali, ma per me no. E ti garantisco che il popolo del centro sinistra molisano in questa battaglia le tue alchimie non le comprende affatto. Con affetto e simpatia, Danilo.
La tela di Marinella ritenere che i soldi che l’erario regionale sborsa sono mal ripagati. I fatti nella loro cronologica attuazione. Le Regioni per legge devono disporre di un Piano di riorganizzazione della rete delle Strutture pubbliche e private accreditate eroganti prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio, al fine dell’adeguamento degli standard organizzativi e di personale coerenti con i processi di incremento dell’efficienza resi possibili dal ricorso a metodiche automatizzate, per cui il direttore D’Innocenzo il 21 aprile 2015 ha ritenuto necessario ed opportuno costituire un gruppo di lavoro con il compito di proporre un
nuovo Piano di riorganizzazione delle strutture pubbliche e private di diagnostica di laboratorio, maggiormente in linea con le indicazioni ministeriali a suo tempo rese. Allo scopo ha chiamato in causa il direttore del Servizio di supporto al direttore generale della Salute, con funzioni di coordinatore, Francesco Sforza; il direttore del Servizio assistenza territoriale della Regione Molise, Giovanna Bizzarro; il direttore dell’unità operativa complessa “Laboratorio Analisi” dell’ ospedale Cardarelli di Campobasso, Giovanni Cuzzone ; il direttore dell’unità operativa complessa “Microbiologia e Virologia”
dell’Asl di Roma B, Alberto Spanò, il direttore dell’unità operativa complessa “Patologia clinica” della Asl di Roma C, Gianpaolo Leonetti, e il direttore del Distretto socio sanitario dell’Asrem, Sergio Rago. Non convinta in toto delle scelte fatte, la D’Innocenza il 29 aprile ha integrato il gruppo di lavoro con il Ilio Giambini, Coordinatore tecnico di laboratorio della Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma Un nome in più, una professionalità in più, un professionista romano in più, giusto per non sentirsi sola. Ma dovrà essere successo qualcosa, una ribellione, una protesta, una notazione, una rifles-
sione, una constatazione se il 6 maggio sempre la D’Innocenzo ha dovuto prendere atto che, “da una successiva valutazione è emerso che le professionalità già presenti nel gruppo di lavoro risultano idonee e sufficienti a garantire i lavori del gruppo in parola”, e che pertanto era opportuno revocare la nomina di Ilio Giambini e di confermare la costituzione del gruppo come in origine. Va da sé che nel determinare e nel revocare, il gruppo di lavoro non è stato attivo, e la direzione della Salute in tutt’altre faccende affaccendata, rispetto alla gravità della condizione generale della sanità molisana. Dardo
TAaglio lto
4
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
12 maggio 2015
Ritratto di uno sportivo da emulare
Quando Vincenzino fece scoccare la “Coscomania” Mediocre calciatore,meticoloso e fiammante allenatore, grande uomo di Gennaro Ventresca Quella favola finita male. L’ha scritta, dopo averla vissuta, un uomo speciale. Non a caso i tifosi rossoblù lo hanno ribattezzato Special Wolf. Sto scrivendo di Vincenzino Cosco che a soli 51 anni ha cambiato indirizzo. Lasciando secchi i cuori dei familiari e di quanti (tanti) gli hanno voluto bene. Ieri mattina alle 10, giorno libero per i calciatori e per tutto l’entourage del mondo dei calci d’angolo c’è stato il suo funerale. In quel piccolo cimitero di Santa Croce lo hanno accompagnato non solo i familiari in lacrime, ma centinaia di persone, senza contare l’andirivieni che c’è stato a Larino, all’Hospice, nei due giorni precedenti. E così la bella favola è finita. O, quantomeno, sembra finita. Anche se c’è più di un sospetto che sia appena cominciata. Vincenzino, grazie al suo carattere, al suo immenso affetto per la famiglia, gli amici e il lavoro è destinato a diventare l’icona dell’uomo da emulare. In questi tempi di sfrenato egoismo Vincenzino aveva trovato più di qualcuno pronto a prendersi cura di lui. Era un bel giovane quando, venti anni fa, il cancro lo aggredì la prima volta. Vinse un terno al lotto l’ex terzino dai piedi ruvidi di Turris, Campobasso e Termoli. O forse no, riuscì a trionfare sul quel male tiranno grazie alla sua forza d’animo, alla fede in Dio, tramite Padre Pio, e all’attaccamento alla famiglia che gli fece da angelo custode.
l’intervento
Chi non ha bisogno di un angelo custode, specie se invischiato nelle trappole del male del secolo? Vincenzino si è ritrovato accanto persone reali, non un semplice angelo alato. Persone che sono crollate quando i medici hanno crudelmente emesso il loro verdetto. Allora è stato lui a confortare tutti, attraverso un’analisi piena di metafora che riconduceva all’”architetto” che aveva voluto per lui una collocazione molto in alto. Lontano da chi amava, per esserne riamato. Cosco conosceva bene le emozioni. Intense e brevi, increspano la superficie e
poi esplodono, lasciando un vuoto che va riempito con dosi di adrenalina sempre più forti. E’ stato capace, nonostante i suoi guai, a costeggiare spavaldamente la sottile linea rossa che separata l’assennatezza silenziosa dalla pericolosa melassaggine, senza mai sconfinare. Lui, Vincenzino, non è stato un gran giocatore. E se n’è reso subito conto. Così, dopo aver giochicchiato di qua e di là, ha deciso alla svelta di spostarsi in panchina. Abbagliato dai successi splendenti di Sacchi, Mourihno e di tanti altri mister che sono diventati
Le donne di Tonino De Cesare
di sergio genovese
Qualche giorno fa Tonino De Cesare, da un po’ sparito dalla piazza Campobassana, ha presentato il suo ultimo racconto romanzato dal titolo “ Chi odia un maschio non fa peccato”. Il libro si presenta massiccio ma stimola lettura perché è scritto bene e soprattutto rimane identificativo per coloro che negli anni sessanta e settanta animavano i circoli, meglio ancora i club, spettacolari luoghi di incontro di una generazione, non proprio irreprensibile, ma che sapeva nettamente distinguere il limite senza violarlo. Aldo Gioia, Vittoria Todisco e Gennaro Ventresca, hanno recitato bene, senza ampolle, il ruolo di recensori, scavando ognuno per proprio intelletto, le parti più curiose e più significative. Tutto con piacevole brillantezza e non è consuetudine. Mancava alla presentazione il segmento intellettuale della città, di-
ventato tale per auto proclamazione. Quello composto di elementi che più si fanno scendere gli occhiali sul naso e più fanno salire la spocchia di un intellettualismo di maniera al più diretto verso i pari ( presunti) e non verso la gente comune, cioè la piazza. Proprio della piazza volevo parlarvi, al di là dei contenuti del libro, sul quale ogni
lettore potrà fare vaticinio di gradimento culturale o meno. Maschilisti, sessisti e femministe interpreteranno il romanzo. Alcuni (e) si fingeranno “incazzati”,( per copione) altri snobberanno il lavoro, ( per provincialismo cronico) altri ancora gradiranno per incompetenza ( presunta). Tonino De Cesare con la sua opera ha rimesso
malinconicamente in campo, il valore sociale che un giorno si assegnava alla piazza. Le donne Campobassane, quelle belle e meno belle, si conquistavano dove tutti andavano. Gli sguardi del primo approccio , si trasformavano in parole a volte di una vacuità disarmante ( Come ti chiami ? Che ore sono? Ti piacerebbe fare una pas-
quel che tutti sappiamo, pur senza aver dato del tu al pallone. Di recente aveva preso una “cotta” per Leonardo Jardin, il portoghese che allena il Monaco, uno che come lui ha cominciato dal niente. Diventato mister già a vent’anni. Era bello Vincenzino, piaceva la sua parlata svelta e franca. Mai banale, mai fasullo, poteva sbagliare una formazione, ma non una dichiarazione. Non si pentì mai di essere rimasto accanto ai tifosi del lupo pur sapendo di dare un dispiacere a Capone. Nella sua carriera ha sempre preferito non allontanarsi da casa, anche se per due volte ha dovuto sfacchinare per raggiungere Busto Arsizio (Pro Patria) e, per ultimo, Sassari, per allenare la Torres. I suoi giorni più belli, inutile rimarcarlo, li ha vissuti in C2 con la nostra squadra. Lo volle Franco Mancini a cui Capone aveva affidato, pro-tempore, la guida del club, stufo delle continue contestazioni. Nella nostra città è stato pienamente ripagato, facendo scoppiare un fenomeno, Coscomania. Leggeva e studiava molto, Vincenzino. Libri di sport, di psicologia e di medicina. Qualche Natale fa mi fece dono di un volumetto scritto da Gian Paolo Montali, “Scoiattoli e Tacchini” (Come vincere nelle organizzazioni con il gioco di squadra). Un libro a cui si era ispirato sperando di poter svettare nello scorbutico mondo dei calci d’angolo. Ma “l’architetto” non gli ha dato il tempo.a
seggiata con me?) con picchi di frequenza cardiaca, quando il cuore era già bello che andato, degni di uno sprint finale dopo una corsa di resistenza. Bellissimo! Tonino De Cesare, anch’egli sparito dal luogo sacro di Corso Vittorio Emanuele, con il suo libro sulle donne, ci ha fatto rivivere la Campobasso del Prof. Colagiovanni che imperava davanti al Circolo Sannitico,dello “Sceriffo” che trascinava stuoli di ragazzi al grido di “Forza Bisceglie”, di “Culino” con le sue infinite raccolte di dieci lire modificate nel tempo con l’inflazione, delle ragazze del Magistrale che all’uscita di Scuola si presentavano impettite e sculettanti davanti al super visore Angelo Struzzolino ( il re) e la sua corte. Tutto questo non c’è più! Per fortuna le donne ancora ci sono ma quelle di oggi non capiranno mai l’effetto di un bacio dato nel bosco della foce nella cinquecento ( sportelli a vento ) posteggiata rigorosamente in discesa dopo che tutto era stato combinato in piazza e solidificato nei club con un ballo a luci fioche, anzi spente. Grazie Tonino.a
TAaglio lto
5 12 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La Giunta regionale ha provveduto a nominare anche il nuovo commissario ma i problemi restano insoluti
Molise Acque, si fa tutto tranne rilanciarla
CAMPOBASSO. Purtroppo la Commissione esterna voluta dal governatore Frattura nei primi mesi di quest’anno per Molise Acque , pagando due consulenti esterni, nelle persone Mario Ferocino e Francesco Caruso, settantamila euro mal contati per il disturbo (più altri quaranta mila all’Anea), non ha avuto i risultati sperati. La ridefinizione dell’assetto istituzionale non c’è stata, l’ottimizzazione delle risorse e delle attività gestionali men che meno. Ma chi poteva immaginarlo? Noi, per esempio. Basta leggere l’edizione del 3 febbraio di quest’anno de La Gazzetta (e alcuni altri numeri successivi, a qualche giorno di distanza). Non che ci volesse la zingara, per carità. Ma questi sono i tempi. Intanto oggi veniamo a sapere che per Molise Acque arriva il commissario. Non sono stati sufficienti, quindi, l’indirizzo della giunta e del consiglio, previsti dallo statuto dell’ente, il consiglio d’amministrazione e la commissione esterna. Niente male davvero. Sap-
Dal 14 al 17 maggio prossimi assemblea permanente del neonato coordinamento “Frane Molisane” in piazza Municipio a Campobasso. Nato qualche settimana fa, il coordinamento ha riunito sotto una sola sigla tutti i movimenti, le associazioni, i comitati spontanei che hanno dovuto frapporsi tra gli appetiti di certa politica e certa imprenditoria, le mancanze dell’amministrazione pubblica in senso lato ed il territorio molisano, le sue picccole e piccolissime comunità, le istanze di giustizia dei cittadini, traditi e scontenti.
piamo però che il passivo di Molise Acque è di 20 milioni di euro, più o meno; che le esposizioni delle Regioni limitrofe, Campania e Puglia in particolare, sono cospicue ma nessuno si danna più di tanto per esigerle; che la rete idrica è un cola-
brodo e favorisce la dispersione di una percentuale di acqua vicina al 50%. Vedremo ora di quali poteri taumaturgici sarà dotato questo commissario (sperando soprattutto che si tratti di un profilo già a libro paga della Regione Molise e che il
suo insediamento non costituisca un altro aggravio per le casse regionali e men che meno un’altra evitabilissima, munifica regalia). Vedremo. Ma anche qui ci sentiamo facili profeti nel dire che non potrà mai essere l’attività di un solo uomo a porre rimedio a tanta incuria amministrativa. Solo il tempo, però, potrà dirci se questa nomina non è, molto più semplicemente, soltanto un dispettuccio da cortile nei confronti del senatore Ruta, come i soliti maliziosi hanno già ampiamente preconizzato. Tornando alla la rete idrica vi annunciamo, cari lettori, che i nostri brillanti amministratori hanno già partorito la genialata.
Assemblea permanente di “Frane Molisane” Dal 14 al 17 maggio prossimi in piazza Municipio il Molise che non ci sta Indignati, movimento a difesa degli ospedali, comitati contro le biomasse, gli inceneritori, l’eolico selvaggio, unione degli studenti del Molise. Non ci siamo fatti mancare niente, a quanto pare. C’è stato bisogno di parecchie voci di dissenso in questi anni, alcune delle quali servite ad evitare veri e propri disastri; discutibilissime operazioni al limite
aa
Campobasso. Nel primo trimestre dell’anno, tradizionalmente caratterizzato da un bilancio negativo tra iscrizioni e cessazioni d’imprese, a causa del concentrarsi di queste ultime sul finire dell’anno precedente, sono nate 617 nuove iniziative economiche, in rallentamento rispetto all’anno precedente; ma anche le cessazioni, 796 al netto di quelle operate d’ufficio, toccano il minimo da diversi anni. Il risultato è un saldo negativo di -179 unità e un numero di imprese registrate pari a 34.685, di cui 6.932 artigiane. Questa la dinamica del tessuto imprenditoriale che emerge dall’analisi dei dati Movimprese, relativi alla nati-mortalità delle imprese molisane tra gennaio e marzo, elaborati da Infocamere e diffusi da Unioncamere Molise. L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi in tutte e quattro le grandi ripartizioni, mentre tra le regioni, il Lazio è l’unica a far registrare un saldo positivo, per quanto contenuto (418 imprese in più, tasso di crescita di +0,07%). Il Molise con un tasso di crescita di -0,51% fa peggio sia del dato medio nazionale (-0,31%), sia di quello della area geografica di appartenenza (-0,31%). Tra le imprese artigiane, nessuna regione chiude in positivo, ma il Molise è quella che fa “meno peggio” di tutte: il tasso di crescita è pari 0,33% (rispetto ad un tasso medio nazionale pari a -1,05%), in netto miglioramento rispetto al -0,75% del primo trimestre 2014. Dal punto di vista delle forme giuridiche adottate dalle imprese, il contributo positivo in Molise viene dalle società di capitali (104
della decenza. “Le nostre richieste fondamentalmente sono semplici e chiare: zero vitalizi vecchi e nuovi per la casta, sanità pubblica, lavoro e scuola, legalità e giustizia, territorio, ambiente, trasporti, riduzione delle indennità dei consiglieri”. Così lo spiega Emilio Izzo, uno dei fondatori, il coordinamento “Frane Molisane”. Solo poche settimane fa
davamo conto dalle colonne de La Gazzetta del dissesto fuori controllo delle strade provinciali molisane. Un territorio trascurato che frana e viene a valle; una comunità regionale, parallelamente, amministrata da vere e proprie frane, più o meno consapevoli di esserlo. Una buona, saporita metafora, quindi, quella per il nome del coordinamento. Un parallelismo
Imprese, continua il segno meno Solo l’artigianato resiste
imprese in più nel trimestre, pari ad un tasso di crescita positivo di +1,70%); in lieve crescita anche le altre forme (cooperative e consorzi), mentre si riducono sia le imprese individuali (-249 unità, per un tasso di crescita di -1,05%), sia le società di persona (35 unità, -0,87% il tasso di crescita). Guardando ai settori, quelli che arretrano maggiormente sono il settore primario (-124 imprese per un tasso di crescita di -1,21%), le costruzioni (-84 imprese e un tasso di crescita di -1,97%), il commercio (-78 imprese, -1,03%): in particolare in quest’ultimo settore a soffrire maggiormente sono le imprese
del commercio al dettaglio in esercizi non specializzati, le imprese di manutenzione e riparazioni di autoveicoli, gli intermediari del commercio e il commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento. Trimestre negativo anche per le imprese dei servizi di alloggio e ristorazione (-43 unità e tasso di crescita di 1,91%): in questo caso i ristoranti (-23 unità) e i bar (-16 unità) sono quelli che presentano il saldo negativo peggiore. Gli unici settori a presentare un saldo positivo nel primo trimestre 2015 sono le attività immobiliari (+2 unità) le attività professionali, scientifiche e tecniche (+1 unità) e le
L’assessore alle infrastrutture, Pierpaolo Nagni, ha infatti annunciato che, entro settembre prossimo, verrà creato un altro ente che si occuperà esclusivamente della rete; dell’hardware. Eh, già. Molise Acque non bastava, era già tutta impegnata a non fare tutto quanto dovuto, se non accumulare 20 milioni di passivo; ci voleva, decisamente, Molise Acque 2. Una genialata, appunto. C’è poco da fare, la Regione Molise è un mostro ipertrofico che si nutre di burocrazia e più carta ingoia, più strutture sbrana, più diventa grasso, pigro, indolente. E così la risorsa che forse più di tutte, tra pochissime altre, poteva generare per la nostra regione un ritorno economico, un circolo virtuoso diventa il solito buco nero; si perde dai buchi dei tubi, viaggia verso altre regioni a qualche centesimo al metro cubo, che neanche incassiamo. Scommettiamo che tra un po’ le bollette dell’acqua nelle nostre cassette della posta cominceranno a pesare una tonnellata?
neanche troppo celato tra la condizione del territorio molisano e, di riflesso, dei suoi abitanti, e la maldestra opera di chi si è dato il gravoso compito di amministrarli entrambi, territorio e cittadinanza. Dopo i due giorni di assemblea pubblica, che speriamo essere i più partecipati possibile, ci sara una manifestazione presso la sede del consiglio regionale martedì 19, in occasione della convocazione del consiglio stesso che, lo ricordiamo, per un mese si è preso una non opportuna nè concepibile vacanza.
imprese di fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (+1 unità). A queste va aggiunto il saldo positivo delle imprese ancora non classificate. Aumentano i fallimenti in regione: tra gennaio e marzo le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare sono state 15, in aumento del 50% circa rispetto a ciò che succedeva nel primo trimestre del 2014. Rispetto alla struttura imprenditoriale molisana, che conta 34.685 imprese registrate negli archivi delle Camere di commercio di Campobasso ed Isernia, il fenomeno dei fallimenti, però, riguarda un numero di imprese molto limitato, nell’ordine di circa 4 unità ogni 10 mila: la media italiana è di 6 ogni 10 mila unità. Osservando la distribuzione dei fallimenti per settori, quello che contribuisce maggiormente in termini assoluti è il manifatturiero con 4 fallimenti, seguito poi da costruzioni (3 fallimenti) e dal commercio (3 fallimenti). “Il primo trimestre dell’anno è tradizionalmente caratterizzato da risultati negativi, ma accanto ad essi si possono notare piccoli segnali di ripresa – ha commentato il Presidente dell’Unioncamere Molise, Pasqualino Piersimoni. “Se alcuni settori mostrano ancora un certo affanno, su tutti costruzioni e attività dei servizi di alloggio e ristorazione, mi preme sottolineare il risultato incoraggiante delle società di capitali e ancor di più delle imprese artigiane che nella provincia di Campobasso chiudono il primo trimestre del 2015 con un saldo e un tasso di crescita positivo, unico risultato con segno ‘+’ in tutta Italia.”
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
6
Campobasso
12 maggio 2015
“L’assessore Maio? Un disastro” Il consigliere comunale, Alessandro Pascale, punta l’indice sull’immobilismo nel settore Lavori Pubblici CAMPOBASSO. “A quasi un anno dalla gestione amministrativa targata Battista, non posso fare a meno di avanzare alcune considerazioni soprattutto in relazione a ciò che concerne il “modus operandi” che interessa l’impostazione dei lavori pubblici in città, dove alla capacità di investimento progettuale è stata sostituita l’inconcludenza e l’approssimazione di interventi più che altro tampone e non conseguenza di scelte strategiche protese allo sviluppo del territorio.” Lo scrive il consigliere comunale di Campobasso di Forza Italia, Alessandro Pascale. “Come ex assessore comunale al settore, soprattutto nella fase finale del mio mandato, ho avuto modo di impostare un lavoro volto alla pragmaticità delle scelte strategiche che, seppur in brevissimo tempo, la città ha potuto constatare anche grazie ad un ottimo clima collaborativo che si era creato con la struttura, a mio avviso volano indispensabile per l’implementazione di idee progettuali ottimali per lo svi-
luppo infrastrutturale di Campobasso. Oggi, d’altro canto, seppur trascorso quasi un anno dal nuovo mandato amministrativo, assistiamo ad un lassismo procedurale che sta andando di pari passo con uno scollamento con il tessuto sociale ed economico della città che non si può fare a meno di sottolineare. Entrando nel merito, mi piacerebbe sottolineare due aspetti relativi al tema in
esame: L’impostazione “filosofica” della programmazione; Gli interventi messi in essere. Dal punto di vista filosofico, è come se la città fosse assente dalla macro programmazione regionale (metropolitana leggera, potenziamento ferroviario, edilizia scolastica, completamento dell’assetto viario, ecc…) che pure sta facendo i suoi
passi, ma che vede proprio il Comune capoluogo fuori da un coinvolgimento di pianificazione territoriale indispensabile per la crescita e lo sviluppo. L’Assessore Maio è più preso a rispondere a Comunicati o riflessioni magari di Consiglieri regionali e su argomenti fuori dalla sua competenza amministrativa, piuttosto che impegnato a dare soluzioni tangibili alle difficoltà
reali che scaturiscono in città. Non solo! Dal punto di vista delle priorità, ad esempio, emergono atteggiamenti “stereotipati” che sono più frutto di convincimenti idealistici da vecchio PCI e svincolate da qualsiasi logica di sistema (vedi forno crematorio) piuttosto che accertate necessità scaturenti dai reali fabbisogni cittadini. Per ciò che concerne strettamente gli interventi strutturali, invece, se si considera che la pianificazione triennale sulle infrastrutture pubbliche in città, a parte investimenti già programmati dalla passata amministrazione, constata di poche “paginette” relazionateci in Commissione, si percepisce la mancanza non solo di coraggio in termini d’investimento, ma anche l’assenza di idee in termini di capacità amministrativa. Anche nel settore dei Lavori Pubblici, pertanto, così come in Urbanistica, è ora di cambiare passo per dare un segnale di ripresa tangibile a questa città
Ambiente, ancora in azione Fare Verde La pulizia, questa volta, ha interessato il Parco Ungaretti Ancora una attività di manutenzione del verde pubblico per i migranti ospiti del Centro Temporaneo di Accoglienza di Campobasso (Hotel Eden). Questa volta l’area interessata all’attività di volontariato, è stata quella del Parco di via Ungaretti, dove questa mattina il comitato di quartiere ha effettuato un’operazione di manutenzione straordinaria, provvedendo allo sfalcio dell’erba, rendendo nuovamente fruibile, in particolar modo per i bambini, l’intero parco. Ancora una volta Fare Verde ha raccolto l’invito del comitato Parco Ungaretti, stavolta coinvolgendo i giovani migranti, per il 4° appuntamento dell’ormai consolidato progetto “Azione e Integrazione”, mirato alla piena inclusione nel tessuto sociale cittadino degli ospiti stranieri attraverso la
condivisione delle attività di volontariato a tutela dell’ambiente e del verde pubblico; una maniera utile e costruttiva per far conoscere e vivere la nostra città, nonché spezzare la routine quotidiana di questi sfortunati ragazzi costretti per mesi a non poter fare nulla se non confrontarsi con gli aspetti più spigolosi della burocrazia nel tentativo di regolare il loro status. Tagliata l’erba sugli oltre 15.000 mq. di prato, raccolti i rifiuti, sistemati gli alberi da frutta e l’area giochi per bambini: Parco Ungaretti, grazie alla straordinaria dedizione del comitato e dei tanti volontari che condividono questo percorso di partecipazione e riappropriazione degli spazi urbani, è adesso pronto per le iniziative estive
e per accogliere le famiglie ed i tantissimi bambini che lo frequentano. Un esempio virtuoso unico nella nostra
città, che Fare Verde continuerà a promuovere e sostenere. Come sempre, l’impegno lascia il segno
A Villa De Capoa il Coro della Petrone Secondo appuntamento in Villa de Capoa nel pomeriggio di domenica 10 maggio 2015. A esibirsi in un parco popolato è stato il Coro Scolastico della scuola media ‘Petrone’ di Campobasso, diretto dal professore Giuliano Mariano, coadiuvato dalle docenti Anna Maria Di Donato e, al pianoforte, da Maria Natalia De Simone. I ragazzi della ‘Petrone’ si sono contraddistinti in questo anno scolastico per il primo posto conquistato al 10° Concorso Nazionale di Musica d’Insieme 2015 con il punteggio 95/100 (kermesse organizzata dalla scuola ‘Montini’ di Campobasso) e per il secondo premio conseguito all’8° Choral Contest Cantagiovani 2015, organizzato dalle Associazioni Estro Armonico e Laes di Salerno. Gli alunni della scuola media ‘Petrone’, a fine esibizione, hanno ringraziato il Comune di Campobasso e l’assessore alla Cultura, Emma de Capoa, per l’opportunità avuta di essersi potuti esibire nel fantastico
scenario della Villa de Capoa davanti a centinaia di entusiaste persone. Presente al pomeriggio anche l’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Salvatore. “L’apertura domenicale della Villa de Capoa con gli eventi musicali funziona – ha affermato l’assessore alla Cultura, Emma de Capoa – . L’inaugurazione di sette giorni fa con gli studenti del Conservatorio ‘Perosi’ e il concerto del Coro Scolastico della scuola media ‘Petrone’ hanno affollato il polmone verde del capoluogo molisano. Ciò vuol dire che i campobassani vogliono vivere uno dei luoghi storici e più caratteristici della città. Noi continueremo nella politica di rendere la città fruibile e vivibile a tutti e le domeniche con i concerti proseguiranno alla Villa de Capoa”. Intanto, è un periodo di grande lavoro per l’amministrazione comunale, che sta mettendo a punto il cartellone del Corpus Domini con uno sguardo rivolto anche agli eventi estivi.
Campobasso
7 12 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Antonio Battista oppositore di Gino Di Bartolomeo il “Piano Città” lo ha invocato invano, ora che ha titolo e autorità necessari per riproporlo si guarda bene dal farlo
I “nonsense” della politica comunale e la negativa ricaduta sulla collettività Da anni Campobasso non ha un finanziamento europeo, né ha realizzato un Accordo di programma, né ha saputo cogliere le occasioni che pure non sono mancate, e quando le ha colte (vedi il Programma Urban) le ha fallite Rompere la stagnazione comunale; riempire il vuoto pneumatico in cui si trova Palazzo san Giorgio; promuovere l’uscita della giunta e del consiglio dall’astenia: dovrebbero essere propositi non solo dell’apparato politico quant’anche degli apparati sociali ed economici della città. Ma dall’una e dall’altra parte incombe il silenzio. Questo lasciare andare; questo scorrere sonnolento di giorni, di settimane, di mesi, e fra poco un anno dall’ingresso della maggioranza di centrosinistra a Palazzo san Giorgio, senza una iniziativa, una scelta programmatica, un obiettivo fissato, sono inaccettabili. Se non si hanno idee nuove, si possono sempre riesumare le vecchie. Le buone idee che non hanno trovato applicazione proprio per l’endemica vocazione all’inazione, alla inedia, da parte delle amministrazioni comunali e delle strutture dirigenziali, che più degli apparati politici sono “colpevoli” di assenza d’iniziativa, di proposta, di suggerimenti. Sarebbe pertanto il caso che il sindaco Battista ricorra a ciò che non è stato realizzato in passato sempre che abbia ancora validità e attualità. Crediamo che il “Piano Città” annunciato sull’abbrivo del Decreto legge del 22 giugno 2012, numero 83 (misure urgenti per la crescita del
Paese), possa essere una chiave di volta, uno strumento da rimettere in carreggiata, da riprendere e aggiornare e, se possibile, da realizzare. In quel Decreto è prevista l’immediata canteriabilità degli interventi; il coinvolgimento oltre al Comune, quale promotore delle iniziative, di soggetti e finanziamenti privati;la riduzione della tensione abitativa in linea con i processi di marginalizzazione e di degrado sociale in atto; il miglioramento delle infrastrutture per rendere tangibile la qualità urbana e soprattutto il contenimento del cemento con il recupero edilizio. In questo assieme di possibilità vi sono spazi enormi per un’ammini-
strazione che non sia distratta o, peggio, disincantata. Del “Piano città” parliamo a ragion veduta oggi che sindaco della città è Antonio Battista. A parlarne per primo, a presentarlo, a sollecitarlo, a promuoverlo e a proporlo è stato lui nella qualità di capogruppo del Pd in opposizione a Gino Di Bartolomeo. E’ stato lui a chiamare in causa il consiglio perché se ne occupasse. Cosa che non s’è verificata perché la maggioranza di centrodestra pensò bene di non dare alcun peso a quella proposizione, confermando il grado e la vastità delle scempiaggini che sono ormai patrimonio storico della città. Da anni Campobasso non ha
un finanziamento europeo, né ha realizzato un Accordo di programma, né ha saputo cogliere le occasioni che pure non sono mancate, e quando le ha colte (vedi il Programma Urban) le ha sistematicamente fallite. Se per Battista capogruppo Pd il “Piano Città” rappresentava una concreta possibilità per progettare e ottenere finanziamenti, non vediamo perché quel “Piano Città” non lo riprenda e lo metta in atto adesso che ha titolo e autorità per farlo. Egli sa bene, come lo sapeva da capogruppo dell’opposizione a Di Bartolomeo, che Campobasso è un campionario di aree urbane degradate (dal borgo me-
dioevale al centro murattiano, ai quartieri vecchi e nuovi, e all’estrema periferia): una concatenazione di caos edilizio e assenza di servizi sociali. Condizioni che un’amministrazione civica che si rispetti cercherebbe di rimuovere, utilizzando le occasioni opportune che le si presentano. Condizioni che, aldilà del “Piano Città” di cui s’è reso protagonista in qualità di capogruppo del Pd il sindaco Battista, anche l’assessore all’urbanistica, venendo allo scoperto, mostrando nei fatti e non più a parole in che cosa consista l’idea di Campobasso “Città europea”, dovrebbe sollecitare e perseguire. Probabilmente, per arrivare alla Campobasso “Città europea”, sarà il caso di iniziare dal “Piano Città”, a meno che, passando dalla condizione di oppositori ad amministratori, il sindaco, l’assessore e il gruppo di maggioranza non abbiano cambiato le carte in tavola, il modo di pensare e di vedere la realtà urbana. Col sospetto di essersi piegati agli interressi dei gruppi di potere imprenditoriali e professionali che (di fatto) governano la città, suggerendo e imponendo scelte e decisioni che vadano unicamente a loro favore. Dardo
Punto e virgola
Il mio Centro storico
di Gennaro Ventresca Sono nato nel centro storico. Esattamente in via Ziccardi, al civico 5. Proprio dirimpetto alla panetteria Palazzo, da cui allora come adesso arrivano odori di pane fragrante e di pizze al pomodoro che ogni molisano che vive lontano dalla sua città, quando torna per una breve vacanza si riporta al Nord, fosse altro per farne vanto con i “bauscia” del pianerottolo. Da qualche anno, per scelta di vita, ho ripreso a frequentare il nostro centro storico. Scoprendo un piacere che raggiunge quasi la goduria, quando come mi succede ogni giorno, giungo in sommità e, dal castello, osservo l’ordine delle nostre case di valle che sono proprio stupende viste da così lontano. Io il centro storico lo amo. Amo le sue scale, i suoi vicoli, i suoi angoli suggestivi. A cominciare da vico Pizzoferrato, splendido tanto se lo affronti in salita che in discesa. Sono pochi, però, i campobassani che hanno deciso di rimanere nel borgo antico. Ormai quelle case che abbracciano la collina dei monti sono sostanzialmente occupate
dai non residenti: pochi gli studenti, tanti, invece, gli extracomunitari. Questi ultimi li riconosci anche se non sono in strada, basta passare sotto le loro finestre per capire, attraverso la loro cucina ricca di spezie, che non si tratta di braciole e tracchiulelle di casa nostra. E’ un peccato che pochi campobassani abbiano scelto di rimanere nel centro storico. Sono più quelli che hanno speso una bella cifra per rimettere in sesto le case paterne. Per poi affittarle agli stranieri, magari senza pagarci le imposte. In questo modo il quartiere ha perduto le sue peculiarità. Anche se ci sono personaggi come Umberto Annuario e i suoi amici di Largo san Leonardo a tenere alta la tradizione. Da qualche tempo il sindaco Battista ha delegato il consigliere Francesco De Bernardo alla tutela del centro storico. Va detto che il “signor Giocagiò” è uno di quelli che vive in quelle zone che odorano d’antico. Ma si ritrova con una delega vuota, visto che non ha soldi da spendere. E, allora, gli restano solo promesse e parole. Che, col passare del tempo cadono nel vuoto, facendogli perdere anche la credibilità.
11
Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
12 maggio 2015
senza alcun finanziamento pubblico
“Il Caracciolo non si tocca” Riuscita manifestazione ad Agnone dei tassisti romani dell’Alto Molise a difesa dell’ospedale aaIncidente politico tra il sindaco Carosella e il presidente ANCI-Molise Sciulli. Come era prevedibile, ha avuto grande successo l’evento voluto dal “Gruppo tassisti di Roma per il territorio e l’ospedale interregionale di Agnone” che si è svolto sabato 9 maggio mattina. Giunti dalla Capitale, i numerosi tassisti romani ma di origine altomolisana e altovastese sono stati accolti con entusiasmo e con un rinfresco a Villacanale dall’omonima associazione culturale, che ha affiancato i promotori Tonino Schiappoli e Arnaldo Sabelli assieme ad altri sodalizi che da tempo si battono per la salvezza del “San Francesco Caracciolo”. Poi (scortato da Polizia Stradale, Carabinieri e Vigili Urbani) il lungo corteo dei taxi bianchi ha percorso i 6 km verso Agnone, dove ha effettuato un silenzioso, devoto e riconoscente “inchìno” alla struttura ospedaliera. Quindi, la sfilata è proseguita lungo il corso ed il centro storico della cittadina altomolisana, concludendosi in piazza Unità d’Italia, dove, sull’apposito palco, si sono avvicendate le maggiori figure di tale manifestazione, presenti le telecamere del TGR Rai, di Telemolise e di Teleregione oltre a tutti i giornalisti della stampa non soltanto regionale sia cartacea che internet, segno che l’evento ha suscitato tanto interesse anche al di fuori dal Molise.
Infatti, in tanti anni di lotte in ogni parte d’Italia per contrastare i tagli alla sanità pubblica, non si era mai vista una simile manifestazione indetta da una categoria di persone che, come i tassisti romani, pur essendo originari di queste zone, vivono e lavorano altrove ma hanno sentito la forte esigenza di contribuire a difendere l’ospedale dei loro nonni e dei genitori. All’incontro erano presenti i sindaci dei comuni di Agnone, Pescopennataro, Belmonte del Sannio, Schiavi di Abruzzo, Poggio Sannita (con fa-
scia tricolore e gonfaloni) ed il vescovo della diocesi di Trivento, mons. Domenico Scotti. Costoro si sono avvicendati nel prendere la parola per salutare i tassisti e le tante persone (alcune venute pure dai paesi vicini) che occupavano quasi tutta la grande piazza antistante la monumentale chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Hanno preso la parola pure i rappresentanti delle tante associazioni che hanno aiutato i tassisti di Roma a realizzare con vero successo tale evento e sono intervenuti con veemenza anche alcuni
tassisti provenienti dalla Capitale. Tutti hanno riferito sullo stato delle cose per impedire che l’ospedale agnonese venga ancora più fortemente penalizzato dai tagli. Tutti gli interventi hanno riconosciuto la necessità di un potenziamento di questa essenziale struttura sanitaria che per oltre sessanta anni ha sopperito, con efficienza e con i conti economici assai contenuti sempre in attivo, alle esigenze della popolazione di queste montagne di confine tra Abruzzo e Molise così tante disagiate. Tutti si sono impegnati a proseguire, con ogni mezzo legale e democratico, la lotta per il diritto alla salute fino alla vittoria. Per dovere di cronaca, si riferisce di un acceso diverbio tra il sindaco di Agnone Michele Carosella, assecondato dal suo vice Maurizio Cacciavillani, con il sindaco di Pescopennataro Pompilio Sciulli che stava parlando anche nella sua qualità di presidente dell’ANCI-Molise. Inspiegabilmente
ed improvvisamente, Carosella si è alzato dalla sedia sita in prima fila, si è tolto la fascia tricolore ed ha abbandonato, in modo assai plateale e stizzito, “la piazza dei tassisti”, i quali sono rimasti sbalorditi e delusi, assieme a tutte le persone presenti. Infatti nessuno si sarebbe mai potuto aspettare che un’autorità così rappresentativa, come il sindaco che avrebbe dovuto fare fino in fondo gli “onori di casa”, facesse un gesto così clamoroso. Tuttavia tale “incidente politico” come è stato definito dalle parti in diverbio, pur turbando gli animi, non ha tolto importanza, significato e validità all’evento così tanto originale e così tanto apprezzato dalla gente. I tassisti di Roma hanno dato appuntamento per un’altra loro manifestazione di sostegno all’ospedale Caracciolo con una sfilata di numerose auto d’epoca che avrà luogo in Agnone domenica pomeriggio 16 agosto 2015, quando ci saranno anche villeggianti, turisti ma anche altomolisani emigrati in ogni parte del mondo, poiché anche costoro dovranno prendere maggiore coscienza della necessità di trovare un ospedale efficiente che dia garanzie per tutti quelli che ci vivono ma anche per chi decide di venire qui per soggiornare.
Domenico Lanciano
L’alleanza Cnr-Neuromed contro il Parkinson
L’occasione sottolineata da un convegno di altissimo valore scientifico per affrontare i temi più avanzati delle neuroscienze POZZILLI. La ricerca in Molise si arricchisce di una nuova alleanza rivolta a studiare a fondo i meccanismi genetici e molecolari alla base della malattia di Parkinson. E l’evento sarà segnato da un convegno scientifico di altissimo livello al quale parteciperanno esponenti di primo piano del panorama scientifico italiano. Venerdì prossimo sarà infatti inaugurata l’Unità di Ricerca presso Terzi (URT) dell’Istituto di Genetica e Biofisica “A Buzzati-Traverso” (IGB-ABT) del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso il Neuromed di Pozzilli (IS). La nuova struttura, nata dalla stretta collaborazione tra IGBABT e Neuromed, studierà con un approccio multidisciplinare la malattia di Parkinson. Questa patologia colpisce circa il 2% della popolazione dopo i 60 anni di età, ed il 3-5% di quella superiore agli 85
anni, ed è estremamente difficile da affrontare sia dal punto di vista della diagnosi che del trattamento. “La malattia di Parkinson, per cui tuttora non esiste una cura ma solo trattamenti sintomatici – spiega Antonio Simeone, Direttore dell’Istituto di Genetica e Biofisica “A Buzzati-Traverso” - è una patologia molto complessa ed eterogenea sia per la sua origine genetica che per la sua evoluzione clinica. Finora la ricerca di mutazioni genetiche specifiche ha prodotto risultati limitati, rendendo estremamente improbabile la diagnosi precoce della malattia, se non per un ristretto numero di forme familiari. E’ sulla base di tali premesse che l’URT-IGB presso il Neuromed svolgerà uno studio multidisciplinare, che metta insieme il potere di analisi delle moderne Biotecnologie (dalla genomica di
ultima generazione alla modellistica cellulare ed animale) con quello della Clinica e della Genetica Medica, allo scopo di approfondire la conoscenza della funzionalità del sistema dopaminergico (la parte specifica del sistema nervoso che viene colpita dalla malattia, ndr) e di realizzare nuovi protocolli che permettano di allargare la diagnosi della malattia ad una più ampia casistica di pazienti oggigiorno non diagnosticabile”. “L’ interazione tra CNR e Neuromed – commenta il Professor Erberto Melaragno, Presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed – è un segnale forte dell’impegno che il nostro Istituto rivolge costantemente alla ricerca scientifica nella regione Molise. Il Neuromed è da sempre impegnato in ricerche avanzate nel campo delle patologie neurodegenerative, cosa che lo ha reso
protagonista dello scenario scientifico a livello italiano e internazionale. E’ per questo motivo che abbiamo accolto con entusiasmo questo progetto. La collaborazione tra le nostre due strutture, con il bagaglio di conoscenze che ciascuna porterà con sé, segnerà un momento importantissimo per il futuro della nostra regione”. Il convegno che segnerà la nascita di questa nuova realtà scientifica è adeguato proprio all’importanza del momento e affronterà un tema estremamente complesso: lo scenario nel quale le neuroscienze si muoveranno negli anni futuri, le sfide che la società dovrà affrontare, quanto vorrà investire in questo campo. Ma c’è anche un altro punto: l’impatto che le maggiori conoscenze sul cervello potranno avere sulla vita degli individui e sulla società stessa.
“RiservAmica”, successo per la terza edizione nell’area verde di Montedimezzo I partecipanti sono stati coinvolti in una giornata speciale di educazione ambientale Si è svolta domenica 10 maggio la Terza Edizione di RiserVamica, la Festa Nazionale delle Riserve Naturali dello Stato. La manifestazione, curata dal Corpo Forestale dello Stato – Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Isernia, ha avuto come scenario la Riserva Naturale Orientata Montedimezzo (Vastogirardi – IS). Numerose le presenze di Associazioni, gruppi e singoli. I partecipanti sono stati coinvolti in una giornata speciale di educazone ed interpretazione naturalistica con lo scopo di stimolare un comportamento quotidiano sostenibile per la conservazione della biodiversità. A tal fine, hanno preso parte a visite guidate, sia in foresta che nel museo naturalistico, ed hanno assistito alla proiezione del filmato “Le quattro stagioni
del bosco”. Sono state apprezzate le bellezze del luogo precorrendo il “Sentiero Colle San Biagio”, un percorso didattito autoguidato accessibile anche ai portatori di handicap motorio o sensoriale, dove tabelle informative illustrano, sia in carattere visibile che in braille, l’ecosistema della foresta. Ai partecipanti è stata consegnata la speciale tessera “Cercatori di Riserve”, un invito a visitare oltre cento riserve naturali italiane gestite dal Corpo Forestale dello Stato per scoprire le foreste e la biodiversità d’Italia. L’UTB di Isernia ringrazia quanti hanno voluto prendere parte alla manifestazione.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
12
Termoli
12 maggio 2015
Festa di San Timoteo, di scena i vogatori Quattro squadre femminili e sette maschili nelle acque prospiciente la cittadina adriatica TERMOLI. Si sono svolti ieri due attesi eventi in programma nell’ambito dei festeggiamenti della festa patronale cittadina e diocesana di San Timoteo. Un carnet di iniziative curato e ben pensato dall’inossidabile don benito che nella serata di ieri ha concluso visto affollata la sala cinema “Oddo” in occasione del convegno alla presenza del vescovo diocesano, monsignor Gianfranco De Luca e dell’esperto teologo monsignor Masciarelli, durante il quale è stata data lettura ed è stato approfondito il messaggio della bolla d’indizione per l’anno della Misericordia, Giubileo straordinario indetto da papa Francesco. Un incontro molto seguito e preceduto dalla Santa Messa concelebrata dallo stesso e citato parroco e da don Timoteo Limongi che nell’omelia ha posto l’accento sulla necessità di imparare, come popolo di Dio, a “costruire e a chiamarsi fratelli nello stesso senso usato da Gesù”. Lo stare insieme e il con-
frontarsi sono stati così al centro delle esigenze e del messaggio di uno (forse) tra i più “ecumenici” dei discepoli, San Timoteo appunto, del quale la nostra città custodisce le spoglie, ritrovate, ricordiamo, for-
tuitamente l’11 maggio del 1945 durante alcuni lavori di ristrutturazione della cattedrale cittadina. Intanto, tornando agli eventi, si è svolta ieri mattina, nello specchio d’acqua tra l’imbocco del porto e il litorale di
Rio Vivo, la seconda regata “San Timoteo”, organizzata dall’A.S.D. Gruppo Voga tori Termoli. La gara, divisa in due tranche, quella femminile e quella maschile, ha visto competere quattro le squadre femminili
(Tracine, Sciroccate, Pulelepe e Murene) e sette maschili (Vacca Team, Marinucci, Termoli in voga, Ragazzetti,Vigili del Fuoco, Sharks, Unici Undici Ortona). A partire prima sono stati gli equipaggi femminili che, come i maschietti, hanno disputato due manche e poi si è provveduto al confronto dei tempi impiegati per il compimento del percorso. I risultati, per quanto riguarda le donne, hanno visto vittoriose le Tracine, seguite dalle Murene e dalle Sciroccate e dalle Pulepe. Per quanto riguarda i maschi, al primo posto è andato il Vacca Team, con un tempo totale di 16,39, secondo Sharks con 16,40, terzo Termoli in voga con 17,35, quarto Ragazzetti con 17,39, quinto Vigili del Fuoco con 18,45, sesto Marinucci con 19,11 e poi gli Unici Undici di Ortona fuori concorso. Tutto è filato liscio, in grande amicizia con un clima meteo perfetto.
Bullismo e cyber-bullismo per aiutare i giovani L’evento è stato promosso dalla cooperativa sociale “Il Piccolo Principe” aaLARINO. Bullismo e cyber-bullismo i temi protagonisti dell’incontro tenutosi a Larino presso l’Itag “San Pardo”. L’evento promosso dalla cooperativa sociale “Il Piccolo Principe”, da sempre attenta alle tematiche giovanili, si è fregiato di un relatore d’eccezione, il maggiore Alessandro Dominici, comandante della compagnia Carabinieri di Larino che, con encomiabile maestria, ha disquisito su fenomeni di particolare rilievo soprattutto tra i ragazzi, quali il bullismo e il cyber-bullismo. La platea presente all’incontro si è dimostrata molto attenta e interattiva apprezzando l’eloquio del maggiore, il quale, partendo dall’articolo 3 della Costituzione in cui si rivendicano il diritto di pari dignità sociale e di uguaglianza dei cittadini, e toccando aspetti importanti come il rapporto genitori-figli, la sinergia famiglia-scuola, ha così posto le giuste premesse per affrontare i temi principali dell’iniziativa. La finalità dell’evento è stata quella di informare le famiglie e i ragazzi stessi sulla pericolosità del bullismo e del cyber-bullismo, prima ancora di sensibilizzarli. Il maggiore ha perciò condotto la discussione sulla strada dell’informazione, illustrando le dinamiche che avvengono quando si verificano epi-
sodi di bullismo e quanto tali meccanismi possono ledere la persona non solo fisicamente, ma soprattutto a livello psicologico. Ha poi, servendosi di storie realmente accadute, posto l’attenzione sull’esplosione di tali fenomeni sul web (cyber-bullismo), la cui natura virale amplia in modo aggressivo gli episodi di violenza che assumono nei contesti virtuali risvolti talvolta anche più brutali per la psiche dei ragazzi. Ha sottolineato, quindi, quanto sia importante da parte dei genitori vigilare sui propri figli, prestare attenzione ai loro silenzi, e cercare di dialogare il più possibile con loro. Questo è l’unico modo per interagire con le loro problematiche, spesso celate dal mondo digitale, inaccessibile ai genitori. L’incontro è stato coordinato da Graziella Vizzarri, presidente della cooperativa sociale ”Il Piccolo Principe” e ha visto la partecipazione attiva dei dirigenti scolastici Angela Maria Tosto e Paolo Santella. La manifestazione si è conclusa con la lettura di un toccante brano tratto da “Alle porte del cielo” che narra le riflessioni dei ragazzi nei confronti del rapporto con i lori genitori: richieste di attenzioni al loro essere figli.
Larino, a scuola di legalità con gli studenti Partecipato l’incontro con il magistrato Veronica D’Agnone LARINO. Grande evento a Larino lo scorso 9 maggio con l’appuntamento della scuola della legalità “Don Peppe Diana”, per l’iniziativa “Costituzione e lavoro”, che ha visto la partecipazione in veste di relatrice del magistrato Veronica D’Agnone, di Vincenzo Musacchio, docente di diritto penale nonché direttore della scuola della legalità, e di Graziella Vizzarri, Presidente de “Il piccolo principe” coop. soc. All’incontro moderato da Luigia Scarlato, vicepresidente di Co.Re.A, hanno partecipato il sindaco di Larino Vincenzo Notarangelo, l’assessore alle politiche sociali Miriam Petriella e il dirigente scolastico Paolo Santella. La platea costituita dagli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario di Larino e da molte associazioni del territorio, ha mostrato interesse per l’argomento di cui si è disquisito. L’incontro si è aperto con la proiezione di un cortometraggio realizzato da Luigia Scarlati, in cui si è raccontato il mondo del lavoro attraverso “il tempo”, passato e presente, mentre il magistrato Veronica D’Agnone ha relazionato sulla Costituzione Italiana affermando quanto essa
ritiene il lavoratore il soggetto forte che deve partecipare con il “fare” alla classe politica, alla realizzazione di quelle leggi che regolano lo status del lavoratore, essendo il lavoro pilastro sul quale si fonda l’Italia repubblicana. Il prof. Vincenzo Musacchio ha incentrato il suo intervento, citando Cala-
mandrei, sulla legalità e sulle regole che si presentano fondamentali per la convivenza civile all’interno della società e su quanto sia importante puntare sulla diffusione del concetto e delle pratiche di legalità tra i giovani, protagonisti della futura società. Al termine dell’incontro, in seguito ai saluti
del Sindaco, Graziella Vizzarri ha presentato il progetto “Il Molise in cammino per la legalità”, marcia itinerante che ha lo scopo di rafforzare il concetto di legalità, in modo da contagiare il territorio creando momenti di riflessione tra i cittadini, innescando in essi una forte propulsione nei confronti della giustizia. Il corteo, partendo dall’Itag di Larino, accompagnato dalla Master band “Don Luigi Marcangione”, ha attraversato la cittadina terminando la marcia presso piazza dei Frentani con la piantumazione di un ulivo, chiamato “l’albero della legalità” in onore delle vittime della mafia alla presenza di Don Antonio Mastantuono e delle Istituzioni. Inoltre, in occasione dell’anniversario della morte di Peppino Impastato, per ricordare la sua tenacia nella lotta contro la mafia, è stata letta una sua poesia, “Se si insegnasse la bellezza”. A breve sarà deposta accanto all’albero della legalità una targa con una frase a lui dedicata. La successiva tappa del “Molise in cammino per la legalità” ci sarà a Venafro il prossimo 30 maggio.
13
Termoli
12 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Parcheggi, una nuova linea in vista dell’estate Significative alcune novità preannunciate a Termoli dall’amministrazione comunale TERMOLI. Novità significative per la gestione dei parcheggi in vista della stagione estiva 2015 a Termoli. Sono state annunciate e confermate (quelle già emerse in precedenza) stamani in conferenza stampa dal sindaco Angelo Sbrocca e dall’assessore alla Viabilità Enzo Ferrazzano. Si parte con la riqualificazione del parcheggio multipiano di via Campania. L’Aipa effettuerà ulteriori investimenti, con una recinzione, con saracinesche automatizzate e tabel-
loni luminosi in via Corsica e via Pertini, che indicheranno i posti liberi e i tragitti per raggiungerlo. La tariffa oraria è di 50 centesimi all’ora e allo studio vi sono forme di abbonamento. I lavori sono iniziati oggi e termineranno a fine mese, per dare il via al rilancio della struttura da giugno. I tempi sono stati più lunghi perché l’accordo con il concessionario è stato rivisto e anche perché si è dovuto mettere mano alla sicurezza dell’edificio, che ogni
notte subiva incursioni vandaliche, con furto di estintori e quadri elettrici. Per i parcheggi omnibus i residenti pagheranno 130 euro l’anno e 15 euro al mese, solo i residenti. Ad aprile ne sono stati sottoscritti 56. Allo studio parcheggi agevolati in abbonamento per gli alberghi sul litorale Nord, 4 per struttura e per i lidi, con accesso di carico e scarico. Il porto registrerà altre novità. Via le giostre, che andranno o in via piazza del Papa o in una destinazione alter-
nativa. Ci saranno 50 posti a disposizione di ricettività e bar, 30 e 20 in gestione diretta delle attività del borgo antico, accanto a quelle per i residenti del paese vecchio. Annunciata una campagna di controlli più estesa dello scorso anno sul lungomare nord. Le dune saranno protette, c’è un progetto con l’Unimol e saranno potenziate le navette, con la possibilità di un servizio più ampio nell’arco del giorno e per i weekend anche la disponibilità di una terza macchina, oltre quelle in partenza
dal Terminal bus e dal cimitero. Una opzione su cui si punterà molto, visto il successo del 2014, anche con una cartellonistica migliore. Ma l’obiettivo dell’amministrazione è riuscire ad attrezzare nuove aree di parcheggio, come eliminare i due semafori rimanenti, di piazza Giovanni Paolo II e via Maratona. Infine, confermata la soppressione della Ztl per viabilità e parcheggi tra via Saverio Cannarsa e via Mario Milano, che torna a senso unico.
“Al Majorana, un vero e proprio giardino botanico” La zona trascurata dell’Istituto è diventata una macchia mediterranea. Presente l’assessore Colaci TERMOLI. “La Provincia si da da fare anche senza soldi e cerchiamo di trasformare quelle che sono delle carenze in virtù. Questo progetto nasce dal fatto che abbiamo avuto sollecitazioni da parte del preside di venire a pulire l’area verde di questa scuola e assieme al funzionario della viabilità che è il rappresentante del Lions ci siamo arrivati per fare pulizia dell’area e allo stesso tempo avviare un progetto”. Lo ha affermato Rita Colaci, Assessore all’Istruzione e alle Pari opportunità alla provincia di Campobasso, intervenendo ieri all’Itis Ettore Majorana in occasione di un riuscito evento che è stato frutto di molteplici collaborazioni. I soldi non sono tutto, pare il leitmotiv della giornata, e così, senza
fondi (o comunque con fondi esigui) ci si inventa qualcosa e quella zona trascurata dell’Itis “Ettore Majorana” di Termoli è diventata un giardino botanico anche grazie alla collaborazione con i membri dell’associazione Lions club Termoli host che attraverso il proprio numero uno Antonio Plescia, evidenzia: “oggi è la manifestazione di chiusura di un service che abbiamo promosso il 22 aprile nella giornata mondiale della terra quando, per l’occasione, è venuto anche il professor De Cosmo. In questo service abbiamo realizzato, grazie al contributo delle associazioni e istituzioni come la Regione col servizio agricoltura e foresta, ma in particolar modo la dottoressa Nicolina Del Bianco, un vero e proprio giardino
botanico. Voglio menzionare, e ricordane l’impegno profuso, l’assessore Di Labbio che ha dato un suo contributo personale per la realizzazione dell’intervento e l’assessore Filomena Florio che ci ha sempre sostenuto in questa iniziativa. Menzione va fatta anche per l’associazione Ambiente Basso Molise credo che è un giorno molto importante, di festa, dove andiamo a trattare quello che è il nutrimento dell’uomo perché le piante danno nutrimento all’uomo e lo fanno sostenere e ne parleremo con la presentazione che ci sarà a margine di questa iniziativa del libro “Testi Sparsi” del maestro Tascione e “Nutriamo la mente” perché la cultura nutre la mente.
Questo è un momento importante per le istituzioni che prendono possesso consapevolezza e coscienza che le istituzioni scolastiche sono importantissime per la nostra comunità”.
Un giorno di festa, quello trascorso, durante il quale sono state spiegate agli studenti anche le caratteristiche delle oltre venti specie di piante della macchia mediterranea allocate nell’area adiacente l’istituto.
Il Termoli è salvo ora di guarda al prossimo anno Dopo mille peripezie societarie, la squadra ha reagito sul campo ed è arrivata la salvezza diretta TERMOLI. … E alla fine salvezza fu. Il Termoli ce l’ha fatta, il risultato con i lupi ha regalato alla compagine giallorossa una salvezza insperata dopo una stagione che, a causa dei tanti eventi extracalcistici vorrà essere di certo dimenticata. Un inizio campionato con i peggiori auspici dopo la cessione multipla del maggior numero dei migliori giocatori dello scorso anno. con Cesare alla presidenza, la speranza era solo nel desiderio di “ottenere la salvezza”. Sconfitte su sconfitte, contestazioni e difficoltà economiche, ed ecco la rivoluzione d’inverno con la cessione societaria, l’addio/arrivederci di Cesare e l’arrivo di un nuovo presidente dal buon palmares e dalle belle speranze: Calarco. Speranze appunto … e tali sono rimaste perché dopo una buona campagna acquisti i punti deboli erano davvero tanti e crescevano giorno per giorno, sino a toccare il fondo e far traboccare il vaso. Casu (in compagnia con Calarco,
Le foto, per la storia della città di Termoli
responsabili di non aver dato attuazione alle promesse) diventano i capri espiatori di una stagione mortificante per una società che è passata in pochi mesi letteralmente “dalle stelle alle stalle”. La bagarre in comune, l’addio di Calarco, l’arrivo del sindaco Sbrocca negli spogliatoi e poi loro, i capisaldi, i tifosi, i calciatori, la città e i tanti che hanno creduto in que-
sto miracolo, sino a Pino De Fillipis, il nome in più, il collante tra passato, presente e si spera futuro. Oggi il Termoli c’è, è più forte e sogna il suo futuro, magari con lo stesso Di Meo in panca, un vero professionista, uno di quelli che senza dubbio è stato artefice di questo piccolo miracolo. Ci si appellerà alla voglia
di amare questa maglia, alla speranza che possano arrivare nuovi investitori desiderosi di proiettarsi in una società e una città legata allo sport del calcio, alle emozioni che sa donare e al bello che sa esprimere. Adesso è il momento di far festa, godersi questo risultato … “Dopotutto domani è un altro giorno”, anche se è figlio dell’oggi.
TERMOLI. Non solo Campomarino in vetrina con un concorso fotografico di natura paesaggistico. L’Amministrazione Comunale vuole fermamente ricostruire l’immagine della città come fulcro del turismo regionale. Per questo intende realizzare materiale promozionale, e tra i vari supporti, l’Amministrazione sta realizzando una brochure. Al fine di perseguire efficacemente tale scopo, si richiede a fotografi, professionisti e amatori, di dare un contributo professionale. Si richiedono fotografie, da concedere gratuitamente, ma con impegno della stessa alla citazione, diretta o indiretta, dell’autore su ogni supporto dove la foto viene riprodotta. La foto che sarà scelta per la copertina sarà invece premiata con un compenso di 200 (duecento) euro. Il concorso fotografico si configura come valido strumento per la raccolta eterogenea di scatti fotografici. Le foto dovranno avere come soggetto Termoli, i panorami, i monumenti, il mare, il borgo, le persone, le tradizioni, le gastronomie, il divertimento, la cultura o qualunque altro soggetto che trasmetta le emozioni che Termoli offre e in ogni caso contenuti positivi e funzionali alla promozione turistica. Per informazioni, rivolgersi all’assessorato al Turismo.
15
Opinioni
12 maggio 2015
Carmen Silva Castagnoli Pietrunti L’acqua non può essere gestita da privati perché come la storia ha insegnato chi possiede l’acqua comanda, non solo, ma il dominio illecito delle riserve d’acqua, sorgenti pozzi ecc., prima che fosse realizzata la rete acquedottistica gestita da Enti Pubblici, ha talora fatto proliferare organizzazioni malavitose che proprio sul controllo dell’acqua hanno fondato il loro strapotere attraverso ricatti e omicidi con relative faide. Perché un Atlante tematico delle acque del Molise, appare quasi scontato dopo le premesse su riportate; l’acqua è una risorsa vitale per tutti: uomini, animali e piante, ma oltre questa motivazione importantissima ce n’è un’un’altra che è strettamente correlata, e riguarda la conoscenza della risorsa idrica, della sua qualità e della sua effettiva disponibilità. Se non conosciamo un bene non possiamo intraprendere iniziative che comportino la sua salvaguardia, la gestione, gli usi, la lotta agli sprechi e all’inquinamento ed è in quest’ottica che prende spunto l’iniziativa di un Atlante delle acque del Molise. L’Atlante Tematico delle Acque del Molise nasce per gemmazione dall’Atlante Tematico delle Acque d’Italia, pubblicato nel 2008, che ha avuto nella Prof.ssa Maria Gemma Grillotti Di Giacomo la musa ispiratrice; con competenza, grinta, determinazione e tanta pazienza ha coordinato il lavoro di ben 238 autori. I riconoscimenti e il plauso che l’atlante ha avuto nel mondo scientificoaccademico e politico per l’attualità del tema esaminato, per il rigore scientifico della trattazione e per l’applicazione della metodologia di ricerca interdisciplinare GECOAGRI-LANDITALY (Deposito SIAE n. 2007005663) mi hanno spinto, in pieno accordo con la Prof.ssa Grillotti, a dedicare al Molise un volume specifico sul tema dell’acqua, ampliando i temi che, nell’Atlante d’Italia, per evidenti esigenze editoriali di contenimento delle pagine, erano stati sacrificati o eccessivamente sintetizzati, con l’obiettivo ulteriore di presentare il volume in una veste editoriale adatta a divulgarlo anche fra gli studenti. La squadra è formata da ben 43 autori, esperti di diversa formazione scientifico-culturale che con entusiasmo, e a titolo gratuito hanno aderito all’iniziativa; geografi, geologi, climatologi, esperti di carsismo, storici, archeologi, cartografi, economisti, architetti, botanici, zoologi, funzionari dell’Arpa Molise, dell’Arsiam, di Molise Acque, dell’Autorità di Bacino e della Regione Molise. Tutti hanno affrontato, secondo la loro competenza, il tema acqua da varie angolature, in un’ottica interdisciplinare, con l’obbiettivo di presentarlo nella sua complessità e problematicità. Cinque anni di lavoro fra varie stesure, revisioni, bozze e continui aggiornamenti; il risultato, saranno altri a giudicarne la qualità, è stato sorprendente. I numeri forse possono meglio spiegare la vastità del tema affrontato; 214 pagine, 49 autori, 43 tavole (alcuni autori hanno lavorato su più tavole), più di 500 figure (immagini, grafici, stralci di carte geografiche), e di queste ben 340 foto, che, rispondono magistralmente all’esigenza di esemplificare concretamente gli aspetti esaminati nel testo. Completano il corredo iconografico varie carte, prima fra tutte la carta Tecnica della Regione Molise, e ancora i fogli del Catasto, la carta di base dell’Istituto Geografico Militare e i documenti di archivio fra i quali estremamente rilevanti sono le carte storiche e i disegni di vari progetti relativi: agli acquedotti,
Nasce l’Atlante tematico delle acque del Molise alla galleria del Matese per il trasporto dell’acqua in Campania, al progetto risalente agli inizi del XX secolo, o quelli che provano l’esistenza nel primo decennio del XIX secolo della coltivazione del riso a Ripalta sul Trigno, l’odierna Mafalda. L’Atlante rispettando la struttura di quello nazionale, è suddiviso in cinque sezioni: Naturalistico- Ambientale, Storico-Culturale, Economico-Gestionale, delle Problematiche e gli Itinerari dell’acqua. Si apre con una tavola introduttiva “Abbondanza e fragilità del patrimonio idrico del Molise”, che offre un quadro sintetico dei problemi, delle potenzialità e delle prospettive future delle risorse idriche del Molise, ancora non pienamente valorizzate. -La prima sezione, naturalistico-ambientale, si articola in sette tavole che offrono uno scenario ampio sugli aspetti di natura fisica: dalla rete idrografica, alle basi naturali dell’acqua, al modellamento idrico del paesaggio, alla fauna ittica, non tralasciando aspetti più specifici riguardanti le Grotte, il Pantano di Montenero Valcocchiara e la presenza della Lontra nei corsi d’acqua molisani. -La seconda sezione, storico-culturale, si sviluppa in 10 tavole che affrontano temi legati all’approvvigionamento idrico nel passato: dagli acquedotti storici, ai pozzi, alle fontane, all’utilizzo dell’acqua negli impianti protoindustriali, quali mulini, gualchiere, cartiere la cui diffusione sul territorio dimostra che il Molise, nei secoli XVIII e XIX, era ben lontano dall’immagine stereotipata di una regione esclusivamente agreste e pastorale. La sezione si apre con una tavola relativa al paludismo che nel passato era molto diffuso in tutto il Molise tanto che ancora oggi la notevole presenza di toponimi legati a questo triste fenomeno testimonia l’esatta portata del fenomeno nella nostra regione, tanto da incidere sull’or-
ganizzazione delle attività produttive, sull’ubicazione dei centri abitati e sulla stessa distribuzione della popolazione. Non poteva in questa sezione non trovare spazio la tavola relativa agli idrotoponimi che nel nome portano scolpite le caratteristiche: geolitoligiche dei terreni, della flora, della fauna delle attività legate all’acqua ma anche la devozione religiosa; la tavola relativa ai proverbi ci permette di cogliere attraverso detti popolari l’importanza dell’acqua in tutti gli aspetti della quotidianità. – La terza sezione, economico-gestionale, si articola in 13 tavole che affrontano tematiche relative all’uso delle risorse idriche oggi: dalla gestione delle acque, alla rete acquedottistica, agli impianti di captazione, dagli aspetti normativi delle risorse idriche, alla qualità delle acque potabili, agli usi ed ai consumi idrici. Accanto a queste tematiche di grande attualità e al centro di numerosi dibattiti è stato affrontato il tema relativo all’energia idromeccanica e idroelettrica in particolare alle centrali idroelettriche, ubicate quasi sempre su preesistenti mulini ad acqua, che caratterizzano il paesaggio molisano; molte le centrali disattivate che possono costituire uno splendido esempio di archeologia industriale, con impianti che risalgono agli inizi del XX secolo, non poteva perciò mancare la tavola relativa alla tipologia architettonica delle centrali idroelettriche con alcuni esempi significativi. La tavola relativa alle sorgenti minerali focalizza l’attenzione, attraverso un censimento delle acque minerali dal XVIII secolo ai giorni nostri, sulla scarsa utilizzazione di questa preziosa risorsa, dai deboli tentativi di utilizzo dell’acqua di Isernia degli inizi del XX secolo fino a quelli recenti di Sepinia, Castellina e Molisia. Altrettanto significativa la tavola relativa agli invasi artificiali realizzati per contenere le piene disastrose, ma anche per disporre di una ri-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
serva idrica utile al Molise e ancor più alle regioni limitrofe. -La Sezione delle problematiche si sviluppa in 7 tavole e si apre sul difficile rapporto con le regioni limitrofe per l’uso delle acque: dalla problematica progettazione della galleria di valico del Matese, ai tanti progetti extraregionali di captazione delle acque risalenti fin dagli inizi del XX secolo, agli accordi relativi ai quantitativi destinati alle regioni vicine, in primis la Campania, affinché non fossero compromesse le esigenze della popolazione molisana sia per gli usi civici, ma soprattutto per quelli industriali ed agricoli. Questa sezione affronta in modo analitico le principali problematiche riguardanti: i rischi di inquinamento microbiologico delle acque di falda, la qualità delle acque fluviali, lacustri e i metodi di valutazione della qualità, nonché la qualità delle acque marino-costiere, strettamente dipendente dalle proprietà organolettiche delle acque fluviali che vi confluiscono. In una regione a forte rischio idrogeologico non poteva non essere affrontato il tema legato al rischio alluvioni ed agli interventi, attuati dall’Autorità di Bacino, tesi innanzitutto ad individuare le aree a rischio molto elevato, nonché l’adozione dei Piani Stralcio per evitare che le alluvioni, considerate troppo spesso fenomeni ineludibili e non prevedibili, possano attraverso questa politica conoscitiva e di pianificazione essere evitate o limitate nei danni. -L’ultima sezione è dedicata agli Itinerari dell’acqua e si articola in 7 tavole in cui sono stati costruiti itinerari lungo le principali valli del Molise: Alto Volturno, Trigno, Biferno, Biferno- Tammaro dove il fiume diventa elemento di unione dei vari aspetti non solo paesaggistici ma anche storico culturali- economici e di attualità. Seguendo questi percorsi sono stati analizzati alcuni siti particolari di interesse paesaggistico “I giardini di Guardialfiera”; architettonico-funzionale “La Peschiera Salottolo” e la valorizzazione di un manufatto del passato “Un esempio di recupero di un mulino ad acqua”. L’atlante, nel modo in cui il gruppo di ricerca lo ha inteso, ribadito più volte, sulla scia dell’Atlante Tematico delle Acque d’Italia, dalla Prof.ssa M. Gemma Grillotti, non è un’opera conclusiva, non è un traguardo ma piuttosto è il punto di partenza per ulteriori ricerche volte a censire, monitorare, salvaguardare e valorizzare i tanti aspetti del tema acqua; l’acqua potabile è una risorsa che non può esaurirsi per scelte sbagliate che rischiano di compromettere il ciclo vitale dell’acqua, «L’umanità rischia un effetto a catena distruttivo: esaurimento di energia, di acqua potabile, di alimenti base per soddisfare consumismi alimentari errati» (Umberto Veron e s i ) . Ringrazio la prof.ssa Maria Gemma Grillotti per la guida preziosa, per i continui suggerimenti ed incoraggiamenti, senza il suo aiuto non avremmo avuto alcun risultato. Ringrazio anche gli Enti e i vari Patrocinatori, la dott.ssa Anna Maria Manuppella, Direttore Tecnico Scientifico dell’ARPA Molise, per aver saputo dall’alto della sua competenza indicarmi i temi e gli esperti che hanno poi affrontato le tematiche relative alla qualità delle acque. Alla Cartografa e Grafica Paola Salvatori va un particolare ringraziamento per aver, con entusiasmo, competenza e dedizione, dedicato molto del suo tempo alla realizzazione delle varie bozze. Ringrazio in particolare chi non c’è più: Glauco Brigati e Edilio Petrocelli, Glauco per aver con l’entusiasmo che lo caratterizzava appoggiato subito la nuova iniziativa per la realizzazione dell’Atlante del Molise, Edilio per avermi incoraggiata e sostenuta dandomi insieme ai suoi preziosi consigli anche immagini del suo archivio. Un ringraziamento agli Autori per i loro eccellenti contributi e per aver “sopportato” e supportato le continue modifiche delle varie stesure, senza di loro e senza l’impegno morale che avevo preso nei loro confronti difficilmente sarebbero state superate le numerose difficoltà che molto spesso mi hanno spinto a desistere dal portare a termine il lavoro, ma, nonostante le tante avversità, finalmente siamo giunti alla meta.