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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 199 - venerdì 11 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Antonio Valerio

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Antonio Valerio. Dopo l'incendio dei rifiuti presso Smaltimenti Sud, Antonio Valerio, in rappresentanza della proprietà dell'impianto, ha inteso aprire il colloquio con le associazioni ambientaliste fuori dai cancelli sottolineando come l'azienda smaltisca solo ed esclusivamente rifiuti consentiti dalla legge. Ha accompagnato, poi, all'interno dell'impianto gli stessi volontari dei Comitati mostrando loro quanto e cosa è andato in fiamme. "Siamo qui per lavorare, differenziare e recuperare con personale locale".

Il Tapiro del giorno a Luigi Brasiello

Il Tapiro del giorno lo diamo a Luigi Brasiello. Il sindaco di Isernia non ha più la maggioranza e rischia di cadere sul bilancio di previsione. Siamo a settembre e il Comune ancora non ha lo strumento che ne determina le attività attraverso la spesa. Ora, ha inviato un messaggio al centrodestra ponendo sul piatto l'azzeramento della Giunta comunale per ottenere l'appoggio esterno e non tornare alle urne. Un vero e proprio dramma politico per la città di Isernia che rischia di restare intrappolata nell'inerzia amministrativa e programmatica.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 11 settembre 2015

Ciò che poteva essere e non è stato

La mobilitazione per lo Zuccherificio

Quando la Regione Molise, i sindacati e le associazioni di categoria si sono espressi in difesa della coltura bieticola e dello stabilimento saccarifero di Termoli Ciò che poteva essere e non è stato: la mobilitazione per lo zuccherificio. Eppure il tentativo di mettere in piedi un movimento politico, sindacale e istituzionale è stato provato. Lo riproponiamo per com’è stato, le volontà che ha raccolto, gli obiettivi che aveva fissati. C’è stato dunque un tempo, non troppo lontano, in cui rappresentanti dell’assessorato regionale all’agricoltura, dell’ Ersam, della Cgil, della Cisl, della Uil, dell’Ugl, della C.i.a. Molise, della Coldiretti Molise, della Confagricoltura, dell’Associazione Nazionale Bieticoltori, del Consorzio Nazionale Bieticoltori e della Zuccherificio del Molise Spa, hanno sottoscritto un documento senza fronzoli, essenziale nel contenuto e nell’esposizione, per sostenere in tutte le sedi competenti il mantenimento in esercizio della zuccherificio di Termoli. Di quella circostanza riportiamo in cronaca il commento a caldo, convinti che le considerazioni sviluppate allora siano di assoluta attualità ancora adesso. Più mani, una sola volontà, come disse con una legittima punta di orgoglio il segretario regionale della Cisl, Pietro Iocca. Tutti i firmatari si sono schierati a sostegno della filiera bieticola-saccarifera meridionale e della trasformazione della materia prima in condizioni di sostenibilità economica presso lo stabilimento di Termoli, alla luce del nuovo regime saccarifero utilizzando lo strumento

della <massa di manovra> di 120.000 tonnellate, che rappresentava la potenzialità produttiva dei bacini bieticoli meridionali nel contesto normativo. Va detto infatti che a Bruxelles era stato definito l’assetto europeo del settore saccarifero fino alla campagna 2014/15. Al suo interno sono state previste, a favore dei Paesi che rinunciano ad oltre il 50% della quota, misure accompagnatorie quali l’istituzione di un aiuto comunitario (per un quinquennio) accoppiato al 30% della perdita del reddito agricolo, e l’autorizza-

zione a concedere un aiuto nazionale di adattamento, per l’Italia, di 11 euro per tonnellata di bietola. L’attuazione di queste misure comportava una preliminare riduzione della quota nazionale di zucchero di oltre 778.000 tonnellate, con la conseguente possibilità di mantenere in attività 6 stabilimenti e una produzione annua di circa 130.000 tonnellate. In questo contesto lo zuccherificio di Termoli sarebbe dovuto essere il polo di trasformazione di tutto il bacino bieticolo meridionale, sul presupposto che il mantenimento

della coltivazione della barbabietola da zucchero nel Mezzogiorno è indispensabile per una lunga teoria di motivi che il documento ha elencato e dimostrato analiticamente. Il mantenimento dello stabilimento termolese, sarebbe rimasto l’unico impianto rispetto ai quattro zuccherifici del Sud, giudicato indispensabile per la trasformazione in loco della materia prima prodotta (elemento essenziale per garantire, anche per il futuro, la prosecuzione della coltura al Sud); indispensabile per non disperdere uno straordinario

e specifico patrimonio meccanico presente in molte aziende agricole che hanno investito in tecnologie e modernizzazione; per la natura di Società con capitale a maggioranza azionaria pubblica (Regioni Molise); per il fatto che la Società Zuccherificio del Molise si era dotata di un progetto di ristrutturazione a medio termine approvato dalla Commissione Europea fin dall’aprile 2002 con investimenti per oltre 43 milioni di euro e la realizzazione di un impianto cromatografico inserito nel contratto <Molise Agroalimentare> già approvato dal Cipe; perché l’elevazione della produzione a 120mila tonnellate dell’impianto di Termoli avrebbe permesso la realizzazione di economie di scala tali da allineare sostanzialmente i costi medi di trasformazione dello zucchero molisano a quelli degli altri impianti del Nord Italia. Il documento, per l’autorevolezza dei firmatari, tagliava di netto ogni tentativo di strumentalizzazione politica ed saerbbe dovuto essere un esempio da imitare. Purtroppo né l’una cosa né l’altra hanno avuto seguito, finite in una nuova visione politico/amministrativa di pura sopravvivenza. Anzi, di decadenza. Per cui ciò che poteva essere, non è stato. Dardo

Istituto Case Popolari, ci vuole la proroga aDa mettere in liquidazione, immaginiamo con sommo gaudio dei molisani, sarebbe la Regione Molise. Invece è la Regione Molise che ha messo in liquidazione l’Ersam, le Comunità montane e gli Istituti autonomi per le case popolarti (Iacp). Restiamo a queste tre sigle. La liquidazione dell’Ersam ha raggiunto e crediamo superato il decennio; le Comunità montane stanno per raggiungere il quinquennio; gli Iacp s’avviano a raggiungere l’anno. Le liquidazioni evidentemente sono processi lenti e complicati ma anche remunerativi per il liquidatore che, magari, ha tutto l’interesse acché la “missione” cui è stato chiamato vada avanti “ad libitum”. Forse è una malignità. Forse, è davvero necessario una così larga fascia di tempo per risolvere le complicazioni amministrative, oltre che economiche e finanziarie, degli enti da liquidare. E ce ne devono essere di problemi da risolvere per l’Ersam se Antonio Ventresca non li ha risolti in circa 9 anni e Antonio Iacobucci tarda a risolverli, da quando è subentrato a Ventresca. Non stanno facendo meglio i liquidatori Mari-

nelli e D’Alete a mettere la parola fine ai titoli di coda delle Comunità Montane che, a differenza dell’Ersam, tengono ancora a libro paga decine di dipendenti. La Regione avrebbe dovuto assorbirli ma lo sta facendo col contagocce. Frattanto volano milioni di euro per soggetti che non hanno compiti istituzionali da svolgere, costretti a inventarsi il modo e la maniera di passare le giornate. Qualche difficoltà deve averla incontrata anche l’ingegnere Ni-

cola Lembo nel liquidare gli Iacp se, anche per lui, per l’opera affidatagli, la Regione Molise ha dovuto ricorrere alla proroga. Per decenza, come del resto è stato fatto con il direttore generale Di Mirco, in questi casi le proroghe sono di pochi mesi alla volta. Così facendo però, il direttore generale ha superato abbondantemente l’anno in regime di “prorogatio”, e,come abbiano accennato, s’avvia a raggiungerlo anche Lembo, al quale, infatti, la giunta regionale ha allungato fino al 31 dicembre prossimo l’incarico di liquidatore degli Iacp di Campobasso e Isernia. E’ appena il caso di ricordare che il consiglio regionale del Molise il 2 dicembre 2014 ha varato la legge 21 relativa all’istituzione dell’Ente regionale per l’Edilizia sociale e che la giunta il 13 gennaio 2015 ha deliberato di mettere in liquidazione gli ormai inutili

e obsoleti Iacp, ricorrendo all’opera di un liquidatore, successivamente individuato nel profilo professionale dell’ingegnere Nicola Lembo. Che, per quanto risulta agli atti, s’è messo subito all’opera per stare nei tempi che gli erano stati assegnati con scarsa analisi della situazione e della complessità che gli Iacp si portano dietro. Sta di fatto che il 5 maggio, l’8 giugno e il 7 luglio 2015 il liquidatore Lembo con tre specifiche relazioni sull’andamento dell’incarico avuto, ha rappresentato alla Regione anche la necessità che l’incarico fosse prorogato. La richiesta è stata dapprima valutata dal direttore del Servizio edilizia pubblica e residenziale, Giuseppe Giarrusso, quindi dalla giunta. Entrambi gli organismi si sono detti favorevoli , tant’è che l’esecutivo regionale il 27 luglio scorso ha deliberato “di rinnovare fino al 31 dicembre 2015 l’incarico di Commissario liquidatore degli Istituti autonomi delle Case popolari di Campobasso e Isernia affidato all’ingegnere Nicola Lembo”. Appuntamento alla prossima proroga.


TAaglio lto

3 11 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sette mesi di attesa per un ecografia al Vietri di Larino, otto per un elettrocardiogramma al San Timoteo di Termoli...

Quando il servizio (sanitario) non serve Prevenire è sempre meglio che curare. Nessun dubbio in proposito, ci mancherebbe. A volte gli adagi, i motti nascondono davvero un’innegabile verità. Oltre i luoghi comuni e le dicerie. Ma se per un’ecografia all’addome o alla mammella all’ospedale “Vietri” di Larino occorrono 226 giorni di attesa se ne vanno a farsi benedire la prevenzione, la cura, la saggezza degli antichi e probabilmente anche molti tra quelli, più malamente destinati, che ci dovessero, per disgrazia, capitare. 226 giorni sono un’eternità. Non paragonabile a quella che tutti ci attende e che magari, con una diagnosi più precoce e tempestiva, si potrebbe spesso rimandare, ma pur sempre un’inaccettabile lasso di tempo tra la prenotazione dell’esame ed e la sua esecuzione. Qualcuno potrebbe pensare che siamo esagerati, che pur di contestare, di mettere il dito nella piaga, di fare le pulci a tutto e tutti, stiamo dando numeri improvvisati. Purtroppo non è così. E’ la stessa Asrem che periodicamente effettua un monitoraggio sui tempi di eroga-

zione di servizi e prestazioni. I dati che citiamo in queste righe sono aggiornati al primo di settembre. Più di sette mesi di attesa per un’ecografia, dicevamo. Tanto vale chiudere baracca e burattini a questo punto, dicendo chiaramente che il servizio sanitario pubblico in questa regione non può più essere sostenuto. Non

bisogna certo essere medici o scienziati per comprendere che sette mesi di ritardo nella diagnosi possono equivalere ad una condanna a morte. Sempre la solerte Asrem ci informa, e noi vi giriamo l’informazione con la gioia che potete immaginare, che per un elettrocardiogramma sotto sforzo all’ospedale di “San Timo-

teo” di Termoli sono necessari 241 giorni di attesa; i mesi diventano otto. Ma non tutto è drammaticamente perduto: per una visita specialistica ginecologica all’ospedale “Cardarelli” di Campobasso la pazienza è limitata a soli 162 giorni; che volete che siano 5 mesi e mezzo?!? Insomma delle due l’una:

o i vertici politici e dirigenziali di questa Regione vengono allo scoperto e ci dicono che siamo di fronte ad un default del sistema sanitario, chiudendo l’indomani tutte le strutture pubbliche, ammettendo, dinanzi a tali cifre, l’impossibilità di sostenere l’onere della salute pubblica degli amministrati e mettendosi così nelle mani di uno Stato commissario e salvatore, oppure da domani mattina smettano anche di mangiare e di dormire, se necessario, per cercare di mettere mano a questa rivoltante situazione. Altrimenti sono dichiaratamente complici di uno stato di cose che ha effetti diretti sulla vita, ma, più tragicamente, sulla morte di ciascuno di noi. Di fronte a tali numeri è insopportabile che ci siano sedute del consiglio regionale dedicate alla discussione di amenità irriferibili, di mozioni ed interpellanze che farebbero ridere se qui non ci fosse da disperarsi davvero, quando per un’ecografia alla mammella una donna molisana deve attendere sette mesi per essere servita dal servizio sanitario regionale.

l’intervento

di Vincenzo Cordisco

Si parla di rimpasto di Giunta regionale e iniziano i cambi di casacca Certo, lo Statuto nazionale, il Regolamento per il tesseramento ed il Codice Etico attualmente in vigore potrebbero mettersi di traverso a questa entrata “forzata”.

Leggo con non poca sorpresa che, in vista del tanto annunciati rimpasto di giunta regionale previsto per ottobre, i movimenti e cambi di casacca all’interno del Consiglio regionale sono iniziati, anzi proseguono. E’ pur vero che a livello nazionale oramai quello del cambio di casacca è all’ordine del giorno, essendo divenuto lo sport preferito di senatori e onorevoli che non voglio scomparire schiacciati nel loro 1 – 2 per cento, quindi nulla di nuovo sotto questo sole e se lo fanno in Parlamento, figuriamo in Regione Molise. Sinceramente, però, la notizia pubblicata qualche giorno fa in merito alla partecipazione alla Festa dell’Unità del Partito Democratico svoltasi a Milano della nostra Segretaria Regionale (e fin qui, ovviamente, nulla da dire) unitamente alla presenza del consigliere Ciocca (Pdci) dove si fa riferimento ad un suo probabile ingresso nel PD, mi lascia perplesso e non poco. Se poi all’eventuale passaggio nel PD del Cons. Ciocca ci sommiamo anche gli altri due consiglieri regionali Ioffredi (SEL) e Monaco (Costruire Democrazia, allora il panorama assume sfumature particolari. Qualora ciò avvenisse, potrebbe farmi piacere per due motivi: il primo è perché si rafforzerebbe l’azione di governo regionale, in particolar modo del PD, sperando che questa non sia una manovra per mandare “a casa” quelli non allineati col Presidente

Infatti, al momento non può essere iscritto al PD chi in una competizione elettorale si è candidato in una lista contro il PD (seppur nella stessa coalizione, figuriamoci contro), a maggior ragione se eletto. Praticamente si entrerebbe in una discussione della quale ne faremmo volentieri a meno, anche perché si dovrebbe chiedere alle Commissioni di Garanzia Regionale e Nazionale di intervenire per dipanare la matassa e si sa le Commissioni hanno tanto da lavorare (ironicamente!) e non hanno tempo per prendere in esame questioni di siffatto tipo.

Frattura, della serie chiodo schiaccia chiodo; il secondo sarebbe legato ad un risparmio nell’erogazione dei fondi regionali, un taglio, abbastanza consistente per i costi della politica, visto che attualmente i tre consigliere costituiscono ognuno per proprio conto un gruppo monocellulare, ne sono capogruppo con le prerogative del caso e con la gestione di importi per l’attività politica che, inevitabilmente, con l’ingresso nel gruppo del Partito Democratico sarebbero fortemente ridotti e dovrebbero sottostare all’attuale capogruppo PD, a

meno che nel “pacchetto” che si sta confezionando non ci sia anche la sostituzione di quest’ultimo perché non proprio in linea con le direttivi presidenziali ed il silenzio della segreteria regionale del partito. Personalmente ho sempre temuto, e temo, i silenzi assordanti! Comunque i risparmi in termini di soldoni per l’entrata dei tre consiglieri nel gruppo regionale PD si potrebbero destinare, magari, a progetti per i più deboli e le famiglie in difficoltà ed in Molise sono tante.

Dalla costituzione della nuova segreteria, ormai quasi 18 mesi, devo ancora vedere un atto rilasciato dalla Commissione, ho avuto solo il piacere di leggere comunicati stampa ridondanti di complimenti per i nominati che ne fanno parte (tra prima composizione e seconda o forse terza, ho perso il conto), ma nessuna presa di posizione o certificazione, per esempio, sul tesseramento. Del resto ottobre e vicino e, si sa, l’autunno è periodo di ripresa delle attività, in tutti i sensi!”.


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TAaglio lto

4 11 settembre 2015

Interrogazione presentata in Consiglio regionale dai consiglieri, Iorio, Fusco e Sabusco

“Piano Giovani, un patatrac” Con un anno di ritardo, pochi i segnali nonostante i fondi investiti. Gravi responsabilità politiche dell’assessore Petraroia CAMPOBASSO. Non sembra trovare pace l’attuazione del Piano Garanzia Giovani in Molise, fin dall’inizio rallentato da scelte politiche e di programmazione discutibili che di fatto ne hanno ostacolato il pieno avvio operativo. L’ultima indiscrezione, rilanciata dagli organi di stampa, getta una pesante ombra sulle norme procedurali connesse a Garanzia Giovani: la possibilità che alcuni ragazzi possano essere stati avviati ai tirocini extracurriculari senza passare tramite la profilazione e la stipula del patto di servizio presso i Centri per l’impiego, adempimenti necessari per l’iscrizione al programma, disegna scenari inquietanti, un’ipotesi che se dovesse essere confermata segnerebbe anche una forte responsabilità politica su chi dovrebbe vigilare sulla corretta esecuzione del programma operativo”. Questa la ragione alla base dell’interrogazione presentata dal consigliere Fusco Perrella, e sottoscritta dai consiglieri Sabusco e Iorio, per chiedere conto al Governo regionale delle procedure di avvio e controllo dei tirocini extracurriculari

di Garanzia Giovani. “Ci saremmo aspettati da parte del Vicepresidente Petraroia un comunicato stampa di smentita, con numeri e dati certificati; c’è allora la consapevolezza che qualcosa possa essere sfuggito ai dovuti controlli? È stato avviato l’accertamento delle presunte irregolarità? Quali sono le eventuali

L’ideale cassetta della posta del Prefetto di Cambobasso sarà davvero bella grande. Non c’è realtà istituzionale, economica o un po’ di tutte e due che non sia stata costretta, infatti, ad appellarsi al rappresentate locale del Governo per vedersi tutelati diritti, per avere il riconoscimento di un qualche status pubblico o legale, semplicemente per non aver ormai nessun altro santo cui votarsi. I contratti del personale stagionale che l’ANAS utilizza per mantenere operativo lo stato dei 500 km di strade regionali sono scaduti e non ci sono segali di sorta circa la sorte dei lavoratori in questione. Così la UILPA ANAS s’è vista costretta a scrivere al Prefetto. “In premessa generale - evidenzia Carmine Battaglia, Segretario generale della Categoria e dirigente della UIL Molisana – occorre considerare che le funzioni dell’ANAS in materia di sicurezza stradale sono assimilabili a quelle dei Vigili del Fuoco, della Polizia Stradale e della Protezione Civile, istituzioni per le quali la legge ha giustamente derogato al blocco introdotto per tutte le pubbliche amministrazioni, consentendo assunzioni finalizzate al mantenimento dell’erogazione dei rispettivi servizi. Non fosse che il blocco delle assunzioni non consente di rispettare il D.P.R. 1126 del 1981, condizione che accresce i rischi per la sicurezza nel lavoro e sanzioni, talvolta anche penali, per tutto il personale direttamente impegnato nel settore dell’esercizio. In più, tale blocco delle

iniziative che la Giunta intende assumere? Interrogativi che poniamo in funzione del nostro ruolo, e soprattutto perché è nostro dovere vigilare sulla corretta esecuzione delle azioni attuate dal Governo regionale, e di certo non perché gufi, come etichettati da qualcuno. Resta il fatto che questo è l’ennesimo ostacolo

lungo la via di un programma concepito per dare ai ragazzi la possibilità di avvicinarsi al mondo del lavoro: da principio una distribuzione dei fondi assegnati che ci aveva spinto a chiedere chiarimenti in aula al Vicepresidente Petraroia, data la scarsità di risorse destinate alle misure di politica attiva come

Cantonieri Anas, la Uil chiede “Quale futuro per i lavoratori?”

assunzioni, favorisce e accresce appalti ed esternalizzazioni, che si rivelano spesso più onerosi dei risparmi che si volevano conseguire con i provvedimenti volti al contenimento della spesa pubblica. Già nel

settembre 2010, di fronte alla gravità della situazione che si veniva a determinare quando i contratti di lavoro scaduti non erano rinnovati, in Molise si costituì un “tavolo tecnico” tra le istituzioni regionali, i

l’auto-impiego, l’auto-imprenditorialità e il bonus occupazionale, mentre erano sicuramente più sostanziose le risorse messe in campo per le misure di politica passiva come il servizio civile e i tirocini extra curriculari. Riconosciuto l’errore, è stata approvata dalla Giunta una prima rimodulazione, bocciata dal Ministero del Lavoro perché fuori dai limiti concessi, cui ne è seguita una seconda attuata di concerto con gli enti ministeriali. Poi il ritardo nella pubblicazione dei bandi, inizialmente previsti ad ottobre 2014 ma di fatto pubblicati nei primi mesi del 2015; infine la complessa e articolata fase burocratica propedeutica alla registrazione dei singoli ragazzi al programma operativo. Questi alcuni dei passaggi maggiormente critici che si sono registrati in Molise a differenza delle altre regioni italiane, dove, anche a fronte di oggettive difficoltà, i singoli piano operativi regionali sono stati avviati per tempo e in anticipo al nostro, nonostante le difficoltà economiche e produttive della nostra regione richiedessero una programmazione tempestiva”.

vertici aziendali locali e le parti sociali, conclusosi con un accordo che portò al rinnovo dei contratti stagionali, e quindi, al salvataggio di tante professionalità. Nell’interesse dei lavoratori e delle loro famiglie ma anche di tutta la comunità molisana.” In questo quadro molti dei lavoratori cui non è stato rinnovato il contratto hanno fatto causa all’ANAS ma dal sindacato, pure in presenzadi esito positivo delle stesse, si preferirebbe una mediazione dall’alto che arrivasse ad una soluzione del problema attraverso una strada meno conflittuale e quindi: “…si chiede un’attivazione del Prefetto, una intermediazione del Presidente regionale e di tutti i soggetti istituzionali per individuare una qualche soluzione, magari temporanea, e prefigurare un complessivo esito positivo all’intera vicenda. Anche perché, nel frattempo, qualche cosa di positivo si sta muovendo per i dipendenti dell’ANAS: settimana scorsa i Sindacati e i vertici dell’Azienda si sono incontrati per l'apertura formale del tavolo di confronto sul Contratto di lavoro per il periodo 2016/2018, a seguito della presentazione della piattaforma contrattuale rivendicativa.”. Prima dell’incontro già fissato per il 3 settembre prossimo tra sindacato ed ANAS. La questione lavoro sta assumendo connotati inquietanti. Restermo attenti all’esito di quest’ennesima vertenza.


TAaglio lto

5 11 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Una recente risoluzione del parlamento europeo va a dare manforte a chi si batte per l’acqua pubblica e contro la privatizzazione

Il sindaco di Campodipietra: “Venderemo cara la pelle”

Contro la istituzione dell’Ente per il governo dell’ambito regionale (Egam) è stato presentato ricorso al Tar e sarà interessante conoscere il giudizio di merito dei giudici amministrativi Una risoluzione del parlamento europeo dell’8 settembre, ai punti 28 e 46, va in aperto soccorso degli amministratori locali che si battono contro la privatizzazione delle risorse idriche e del servizio integrato. Va in soccorso del sindaco di Campodipietra Peppe Notartomaso che nel Molise è il vessillifero del movimento istituzionale che si fa carico di contrastare sul piano politico e amministrativo la Regione Molise, che s’è piegata alla volontà del Governo Renzi di rendere il Paese un campo aperto alla speculazione del capitale privato. Anche nel delicato settore delle risorse idriche, ritenendo l’acqua l’elemento naturale che meglio può essere sottomesso agli interessi economici di pochi e individuati Tycoon. La questione ha dimensioni tali e complesse, ancorché sorrette da una politica governativa tutta sbilanciata verso il fine e il concetto della privatizzazione del bene pubblico, da rendere il sindaco di Campodipietra un gigante in questa sua ostinata opposizione al prevalere dei poteri forti sui diritti delle autonomie locali con il soste-

gno del Governo Renzi e della pedissequa adesione della Regione Molise. Contro la istituzione dell’Ente per il governo dell’ambito regionale (Egam) è stato presentato ricorso al Tar e sarà interessante conoscere il giudizio di merito dei giudici amministrativi. Ma ciò che aiuta Notartomaso a permanere sulle barricate, come abbiamo accennato

l’intervento di Francesca Tribò “Il Molise è una regione spesso ignorata dai media nazionali, se non per catastrofi naturali come il terremoto del 2002, in cui persero la vita 27 bambini e una maestra della scuola di San Giuliano di Puglia, e l’alluvione del gennaio 2003, che provocò danni per 20 milioni di euro. Se c’è carenza di informazione e conoscenza del Molise è anche colpa della regione stessa, che ha troppo spesso cercato di snaturarsi dalla propria propensione turistica aprendosi all’industrializzazione, che ha portato delle conseguenze inevitabili sul piano dell’impatto ambientale e idrogeologico. Esistono in regione una decina di siti archeologici di età romana tra cui gli acquedotti di Venafro e Isernia, l’area archeologica di Pietrabbondante, risalente al V sec a.c con il teatro ancora ben conservato, l’antica Saepinum romana, con il foro, il teatro, la Basilica e i resti delle terme, l’abbazia e la cripta di Epifanio del IX secolo di San Vincenzo al Volturno, e ancora le cattedrali romaniche di Larino e Termoli e le torrette difensive di Federico II di Svevia. Nella regione meno conosciuta di Italia gli ingredienti per un turismo culturale ed enogastronomico ci sono tutti. Nella regione è presente il mare, la montagna e la collina, c’è la storia, la cultura e le tradizioni, eppure sembra che tutto questo venga poco valorizzato e sfruttato. Per quanto riguarda l’arte contemporanea il Molise ha dato i natali a grandi artisti del Novecento italiano come Gino Marotta, Achille Pace e Benito Jacovitti. Nel 1955 fu proprio Pace, tra i fondatori nel 1962 del romano Gruppo Uno, a gettare le basi a Termoli per la creazione di un prestigioso Premio annuale di Arte Contemporanea, che ha portato alla città una ricchissima collezione di opere di maestri indiscussi del dopoguerra italiano che conta circa 470 opere, dal post-informale all’astrattismo, dalla nuova figurazione all’arte cinetica e programmata, con opere di Schifano, Tano Festa, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato, Achille Perilli, Gino Ma-

sono i due punti indicati nella risoluzione del parlamento europeo: il 28 e il 46. Il 28 contiene l’invito del parlamento europeo alla Commissione, alla Banca europea per gli investimenti e agli Stati membri a sostenere i comuni dell’UE che non dispongono del capitale necessario per accedere all’assistenza tecnica, ai finanziamenti dell’UE disponibili

e a prestiti a lungo termine a tassi d’interesse agevolati, in particolare allo scopo di provvedere alla manutenzione e al rinnovamento delle infrastrutture idriche in modo da garantire servizi idrici di elevata qualità ed estendere i servizi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitari ai gruppi più vulnerabili della popolazione, tra cui gli indigenti e coloro che risiedono nelle regioni ultraperiferiche e remote; pone inoltre l’accento sull’importanza di una governance aperta, democratica e partecipativa per garantire che nella gestione delle risorse idriche siano adottate le soluzioni più efficaci sotto il profilo dei costi, a vantaggio della società e invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare piena trasparenza delle risorse finanziarie generate attraverso il ciclo di gestione dell’acqua. Me-

glio ancora e più circostanziata è la posizione del parlamento europeo là dove al punto 46 ricorda che la scelta di riassegnare i servizi idrici ai comuni dovrebbe continuare a essere garantita in futuro, senza alcuna limitazione, e può essere mantenuta nell’ambito della gestione locale, se così stabilito dalle autorità pubbliche competenti; ricorda che l’acqua è un diritto umano fondamentale che dovrebbe essere accessibile e alla portata di tutti; evidenzia che gli Stati membri hanno il dovere di assicurare che l’accessibilità dell’acqua sia garantita per tutti, indipendentemente dall’operatore, e di provvedere affinché gli operatori forniscano acqua potabile sicura e servizi igienici adeguati. Più chiaro di così sulla necessità di salvaguardare valori etici, diritti e autonomia, si muore. Ma non c’è peggior sordo di chi non sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere. La battaglia è aperta. Dardo

La cultura nella regione che non esiste: il caso del Molise rotta, Jesus Raphael Soto e molti altri ancora. Ci si domanderà, quindi, se con una collezione del genere esista in città un museo dove sia possibile ammirare le opere, come ad esempio è accaduto per il Premio Nazionali Arti Visive di Gallarate, sorto appena sei anni prima di quello molisano, ma che ha portato, in appena 20 anni, alla costituzione di un museo, l’attuale Maga, volto ad ospitare, valorizzare e tutelare le opere acquisite durante le edizioni. Ebbene, seppure ne parlino i siti istituzionali, il museo ad oggi non esiste. Le opere sono state mostrate negli ultimi due anni per la sola necessità di sopperire a problemi di ordine organizzativo delle ultime edizioni del Premio. Per fare ciò si è dovuto procedere ad un oneroso restauro delle stesse che erano state conservate per anni in maniera non consona, e ad oggi esse sono conservate in una struttura appositamente ristrutturata per ospitarle, ma non aperta al pubblico. Ricchezze non sfruttate, quindi, e una cittadinanza che spesso nemmeno è a conoscenza della loro presenza. Per rinnovare tale stallo culturale si sta attivando la Create, un’associazione di giovani ragazzi diTermoli che cercano di importare da anni, grazie alle esperienze universitarie maturate nelle città del nord Italia, dei progetti culturali adatti al territorio, che puntino non solo al rinnovamento, ma anche alla riflessione e alla valorizzazione delle tradizioni e degli usi locali. A questo fine Create lavora costantemente per la creazione di un ecomuseo cittadino, sul modello di quello degliItinerari Frentani sorto nella vicina Larino, in provincia di Campobasso, che propone percorsi neitratturi, le antiche vie della Transumanza, nei siti archeologici e negli edifici sacri della zona, oltre ad attività di riscoperta di usi e costumi locali. Un modello sicuramente vincente è quello di preservare se stessi e la propria storia in una città come Termoli, dove la pesca e la cultura marinara si stanno dissolvendo a causa della crisi del settore, e la stra-

grande maggioranza dei giovani emigrano verso le città del nord Italia in cerca di lavoro e formazione. Un passo importante che è stato compiuto è quello di inaugurare nell’Università degli Studi del Molise la laurea in Beni Culturali, a cui molto spesso si lega la valorizzazione del territorio. Altra caratteristica della regione è la mancanza di coesione tra le città, che per storia, dialetti, usi e tradizioni condividono ben poco. Un’iniziativa interessante, ma che meriterebbe maggiore riflessione, è quella della costituzione nel 2011, a Campobasso, della Fondazione Molise Cultura, che negli ultimi due anni si è impegnata nella realizzazione di opere teatrali, mostre ed eventi culturali. La fondazione, come si legge dallo statuto stesso, è promossa e partecipata unicamente dalla Regione Molise e si propone di organizzare iniziative finalizzate alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico, letterario, di studiare e di valorizzare la storia e le tradizioni legate alla emigrazione molisana e ai molisani nel mondo. La Fondazione ha destato non poche polemiche in quanto, proprio perché costituita con i fondi pubblici regionali, essa dovrebbe lavorare per tutto il territorio della regione. Nella presentazione del cartellone di eventi per il biennio 2014/2015, però, sono stati previsti 200 eventi tutti nel capoluogo, dimenticando completamente Isernia, altra provincia della regione, e Termoli, principale meta del turismo in Molise. Gli eventi sono tutti di pregio, grazie anche alla fusione con la fondazione Teatro Savoia che ha previsto nel programma la presenza di Marco Travaglio, Serena Dandini, Giorgio Albertazzi, Carlo Buccirosso, Angela Finocchiaro, con prezzi accessibili al pubblico e agevolazioni per studenti e over 65. Ma il vero colpo grosso è stata la mostra il Gioco della Metafisica, inaugurata nel dicembre 2014 e conclusa ad aprile, con 70 opere di Giorgio De Chirico appartenenti al-

l’ultima fase di attività dell’artista. L’esposizione è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma e curata da Lorenzo Canova, professore di storia dell’arte contemporanea dell’Università del Molise. Come si legge sul sito della fondazione “è una delle mostre più complete mai realizzate in Italia sulla Neometafisica dell’artista, l’importante fase finale dell’opera di de Chirico”. Peccato che una delle mostre più importanti su Giorgio De Chirico sia costata, dati alla mano, ben 105.000 euro, e abbia registrato un totale di10.500 visitatori, di cui solo 3.500 studenti, in una regione di circa 350.000 abitanti, per un totale di incasso di 64.000 euro. Ora quello che sembra è che la fondazione abbia voluto correre, afferrando al volo l’occasione di un nome altisonante, ma per costruire in una regione come questa la Cultura della Cultura, e abituare le persone ad avvicinarsi e a frequentare i musei, non si può correre, ma si deve procedere a brevi passi. Una mostra costituisce sempre un momento di crescita per un territorio, purché essa abbia unlegame con esso o se in esso sussistano già delle basi per approcciarsi ad un evento del genere. Il presidente della regione Paolo di Laura Frattura si è detto soddisfatto, parlando di un vero e proprio trionfo, ma forse constatare che nemmeno tutte le strutture scolastiche della regione abbiano voluto portare gli studenti in visita alla mostra, non è poi un così grande trionfo. Per questo si rende necessaria in Molise la costituzione di politiche culturali mirate, non legate alla singola occasione o all’evento di grido, ma che piuttosto conducano per mano questo territorio vergine a crescere e maturare passo dopo passo, e un giorno, forse, sarà pronto per correre”. Studiosa e critica d’arte, pubblicato sul blog “24 Ore Business School”


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Campobasso

11 settembre 2015

Quando comandavano Molinari-Frattura-Di Stefano La scomparsa dell’ex vice presidente ci spinge a tratteggiare il ricordo di quei giorni indimenticabili di Gennaro Ventresca Correvano gli anni Ottanta. Veloci e felici. Anche il mondo dei calci d’angolo non si sottrasse alla gioia collettiva. Anzi, contribuì a far crescere il buon umore. A distanza di tempo ci siamo accorti di aver vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Come testimonia la costruzione del nuovo stadio, capace di ospitare 30mila spettatori, in una città che conta poco più di 50mila anime che è l’epicentro di una regione che di abitanti ne ha poco più di 300mila. Eravamo euforicii. Forse perché in quei giorni ardenti eravamo giovani e sentivamo nelle vene la voglia di spezzare il modo a metà. Il Campobasso calcio era una Società Sportiva, mentre in passato era stata Unione Sportiva. Dopo tre anni di onoratissima presidenza Gigino Falcione, con la decisione che gli fu firma, decise di cedere lo scettro del comando. A prendere il suo posto fu nientemeno che Tonino Molinari. Fu mio lo scoop, sulla pagina del Il Tempo, unico quotidiano che in quei

giorni pubblicava notizie molisane. A pilotare, da par suo, l’operazione fu Fernando Di Laura Frattura, da poco nominato assessore regionale alla sanità. Frattura, sino ad allora, era poco conosciuto al grande pubblico. Bastarono poche apparizioni a Telemolise, nello spazio sportivo che occupavo giornalmente, per far crescere la sua popolarità. Al suo

fianco agiva un signore elegante, schietto e simpatico, il cavalier Antonio Di Stefano da poco giunto da Colletorto dove era stato sindaco per oltre vent’anni. Il Cav era stato appena eletto alla Provincia ove aveva anche avuto assegnato un posto in giunta e la carica di vice presidente. Assieme a Tonino Molinari i due formarono un magnifico triunvirato

che portò la nostra squadra subito alla vittoria del campionato di C1. Vittoria che fu attesa con infinita ansia dal popolo rossoblù, data l’irriducibile resistenza della Nocerina che, a dir tutta la verità, nei momenti cruciali fu palesemente danneggiata. E, si pensa, che il trattamento privilegiato che fu riservato al nostro club fu merito non solo di Molinari che

con decisione andò più volte dal presidente della Lega, Cestani, per “farsi sentire”, ma soprattutto di Fernando Di Laura Frattura che col saper fare del politico col bernoccolo seppe muoversi con destrezza. A distanza di oltre 30 anni, di quel magistrale terzetto resta solo il ricordo del cronista d’antan. Uno per volta i tre impareggiabili dirigenti se ne sono andati, per sempre. Il primo a lasciarci, anche per ragioni anagrafiche, è stato Totò Di Stefano; il presidente Molinari e il suo vice Frattura sono deceduti nello spazio di pochi mesi. Tonino è morto il 1° Maggio, Fernando il 9 di settembre. Fu proprio Fernando Frattura a insistere, il giorno del funerale di Molinari, affinché nella chiesa di Sant’Antonio di Padova fossi proprio io a prendere il microfono per un intervento elogiativo in memoria del defunto. Oggi sono qui a fare altrettanto per lui, a cui tutta la regione Molise deve un grazie, per l’alto contributo offerto, per far emergere i nostri colori nel firmamento calcistico nazionale.

Minori che annunciano suicidi sui social network Immediatamente rintracciati dalla Polizia Postale L’ultimo caso pochi giorni fa: una minorenne annunciava sul social network Ask.Fm di essere stufa della vita e di volersi suicidare. Scattato immediatamente allarme da parte della stessa società irlandese che gestisce Ask.Fm, le autorità di quello Stato si sono messe in contatto con l’Interpol che a sua volta ha passato la notizia al Servizio Polizia Postale e Comunicazioni della Polizia di Stato di Roma, da cui dipendono tutte le Polizie Postali d’Italia. C’era il sospetto, ma non ancora la certezza, che la minore potesse essere molisana, quindi in brevissimo tempo l’attività è stata affidata al Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Molise. Constatato che la minore risiedeva effettivamente in un imprecisato luogo della provincia di Isernia, gli agenti isernini riuscivano a rintracciarla, portandosi immediatamente presso l’abitazione per sincerarsi delle sue condizioni e verificando che la piccola non aveva alcun intento suicida. L’episodio, ad ogni modo, è stato segnalato alla Procura dei Minori di Campobasso. Altro caso è partito da una segnalazione alla Polizia Postale

di Campobasso da parte di un utente del gioco on line “Clash of clans” residente a Bolzano che, in una chat del gioco, ha notato la presenza di un utente che si spacciava per un bambino di 8 anni che raccontava di vivere in una casa-famiglia in Molise, in quanto aveva perso entrambi i genitori, dove veniva picchiato e maltrattato dagli educatori, palesando l’intenzione di suicidarsi. Immediatamente sono partite le indagini telematiche degli agenti che hanno dovuto ricorrere - anche questa volta - alla collaborazione dell’Interpol in quanto la società che gestisce il gioco in questione ha sede in Finlandia. Ottenute le informazioni necessarie, con tutta l’urgenza dovuta a questi casi, gli agenti della Polizia Postale sono risaliti all’autore del post in questione, un minore di 13 anni che risiedeva a Milano. Subito avvisati, i colleghi lombardi si sono precipitati a casa del piccolo per sincerarsi delle sue condizioni. Anche in tale circostanza, fortunatamente, era tutto falso. Il minore viveva con i genitori, non aveva mai avuto intenti suicidi e non aveva mai avuto a che fare con il Molise, tanto-

meno con una casa-famiglia. Aveva scritto quelle cose solo per attirare l’attenzione degli altri giocatori e non aveva mai subito maltrattamenti. Ad ogni modo il caso è stato segnalato alla Procura dei Minori di Milano. In entrambe le vicende, mai i minori si sarebbero aspettati che la Polizia di Stato bussasse alla loro porta, come dimostra il comportamento tenuto dal tredicenne milanese che aveva dichiarato di vivere in Molise, mentre non si era mai allontanato dal capoluogo lombardo. In realtà, con le tecnologie a disposizione è difficile rendersi anonimi in rete. La Polizia di Stato, infatti, vigila sempre ed interviene repentinamente per scongiurare eventuali pericoli per gli utenti, prestando particolare attenzione ai minori. Tuttavia, è bene sensibilizzare gli stessi ad un uso corretto della rete, facendo capire loro che alcune dichiarazioni, creando inutili allarmi, possono configurare ipotesi di reato, oltre a distogliere risorse per il soccorso di persone che potrebbero davvero averne bisogno.

“Subito l’elenco delle imprese” L’Acem sollecita il Comune di Campobasso per gli appalti in economia a favore dei locali CAMPOBASSO. L’Acem ha preso parte ieri, all’audizione in seno alla Commissione Lavori Pubblici presso il Consiglio Comunale di Campobasso, per essere ascoltata in merito alle problematiche del settore. Nell’intervento del presidente Corrado Di Niro, presente ai lavori consiliari insieme al direttore Gino Di Renzo, sono state ribadite le po-

sizioni più volte esplicitate in passato dall’associazione nei confronti del Comune capoluogo. Dopo aver stigmatizzato l’assenza di un confronto con la categoria e la mancata attuazione delle proposte avanzate più volte dall’associazione, visto che l’ultimo incontro con il sindaco del capoluogo si era avuto a fine novembre 2014, Di Niro ha

nuovamente richiesto la formalizzazione di un elenco delle imprese per l’affidamento dei lavori in economia rimarcando la necessità di salvaguardare l’imprenditoria locale negli affidamenti, entro i limiti consentiti dalla normativa vigente. Infine, l’Acem ha richiesto l’attivazione di un sistema di incentivazione

che porti alla riqualificazione delle case e dei quartieri del Comune capoluogo mediante la concessione di un bonus o sgravio da applicare sulle imposte comunali, a beneficio dei privati o condomini che intendano procedere al rifacimento delle facciate e l’avvio di una politica anch’essa incentrata sulla fiscalità, come può essere la statuizione di mi-

nori oneri per l’occupazione del suolo pubblico per la realizzazione dei lavori. A seguito della seduta, l’ha inoltrato un documento di osservazioni e proposte al Presidente della Commissione Lavori Pubblici del Comune di Campobasso Ferdinando Massarella.


Campobasso

7 11 settembre 2015

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“Vivi la tua città per la crescita di Campobasso” L’assessore al commercio, Salvatore Colagiovanni, punta molto sulla manifestazione CAMPOBASSO. Durante la conferenza di presentazione del cartellone degli eventi che animeranno l’edizione di “Vivi la tua città”, l’esponente di giunta di palazzo San Giorgio, Salvatore Colagiovanni, ha voluto rispondere alle critiche, giunte da vari fronti, inerenti ad alcune proposte inserite nel programma della manifestazione, che animerà il centro cittadino venerdì 11 e sabato 12 Settembre. “Abbiamo cercato di inglobare molte associazioni presenti sul territorio cittadino per la realizzazione dell’evento che vedrà come punto centrale l’attenzione verso il commercio cittadino. A tal proposito “-ha spiegato Colagiovanni-“ si inserisce la presenza dei casting per il Grande Fratello che con la proposta culturale non ha nulla a che fare, ma trova la sua ragione nel marketing territoriale. Ringrazio per questo la Confercenti che si è accollata il costo per l’organizzazione del casting, compreso il costo dei ticket che di solito i partecipanti sono dovuti a pagare, rendendo questa esperienza gratuita per tutti. Per ciò che riguarda la scelta in ambito musicale”- ha proseguito- “ non abbiamo ritenuto necessaria la presenza di un direttore artistico, in quanto abbiamo trovato la disponibilità di molti professionisti del settore che hanno deciso di collaborare volontariamente con l’amministrazione per la realizzazione della kermesse. Inoltre i 12 mila euro, utilizzati per l’occasione, sono serviti per portare sul palco artisti di fama nazionale, come

il comico di Made in Sud, Lello Musella e i musicisti di Radio Babylon. Saranno presenti anche artisti locali tra i quali spiccano i C.S.M. Live Music. Con questo budget si è assicurato anche il pagamento della SIAE, con il quale abbiamo coperto l’intera area del centro cittadino, permettendo cosi ai commercianti di organizzare in proprio intrattenimenti musicali per attirare l’attenzione dei passanti”. “Non bisogna confondere”- ha concluso l’assessore-“ l’idea della notte bianca con il principio che muove il ‘Vivi la tua città’, in quanto con questa proposta si vuole dare la possibilità

ai cittadini di Campobasso di vivere in modo attivo e propositivo le vie del centro, incentivando le attività commerciali alla vendita e alla promozione dei propri prodotti”. Tra gli appuntamenti di rilievo di sabato 12: Piazza della Vittoria Radio Babylon in concerto alle 19.30; Lello Musella da Made in Sud. Piazza V. Emanuele invece Luigi Farinaccio in concerto. Piazza Pepe Ballando sotto le stelle. Piazzetta Palombo Blue Iguana, Strangers, Sunset Band. Via Roma Five points rock live; Cafè Wha rock blus band ed esposizione club Fiat 500. Via Mazzini Antonio Armanetti Latin Quartet feat Simone Sala. Viale Elena area Sport ed expo auto. Piazza Pepe Incidi la tua voce a cura del Ludobus Seac. Corso V. Emanuele expo Vespa Club, Unicef, Museo del grano Jelsi. Palazzo S.Giorgio mostra fotografica e attività didattiche. Via Scatolone “Si gioca per la legalità senza diventarne schiavi” e “La dipendenza da sostanze” a cura del Ser.T. Villetta Flora “Divertimento responsabile” e degustazione vini a cura dell’Onav. Spettacoli itineranti clownterapia, Polifonica Monforte.

Figli, figliastri e chiacchiere campobassane Nelle ultime settimane abbiamo appreso esterrefatti una serie di notizie/dichiarazioni che ci hanno lasciati alquanto perplessi e riteniamo sia giunto il momento di chiarire alcuni concetti. Tralasciando gli abusi amministrativi subiti e taciuti dall’intera maggioranza di palazzo San Giorgio, che si discuteranno nelle sedi giudiziarie, l’Assessore all’urbanistica, nonche’ vice sindaco della nostra citta’ , BIbiana Chierchia, colei che aveva garantito il cambio di passo epocale e uno stampo europeo al capoluogo,unitamente al sindaco Antonio Battista,si erano fatti promotori ,seppur dopo 10 anni di assoluti silenzi ,di un timido tentativo di approccio finalizzato all’acquisizione della struttura che ospitava il “tanto amato”Cinema Teatro Ariston. L’Assessore Chierchia piu’ volte, senza fare i conti con la proprietà della struttura ed in maniera del tutto arbitraria,ha dichiarato a mezzo stampa(e solo li’)che lo stesso sarebbe diventato la casa della cultura e dell’integrazione del capoluogo e punto di riferimento dell’intera regione e che alcuni privati si erano fatti avanti per ristrutturarlo. Ora,noi chiediamo alla cittadinanza tutta: e’ mai possibile che alcuni privati si facciano avanti con l’assessore Chierchia senza aver mai interpellato i proprietari di quello che, si ricorda, essere un bene privato? e soprattutto: come fa un assessore a dichiarare che il Comune e’ pronto ad acquistare la struttura, senza aver mai fatto un’offerta ufficiale scritta(e non a mezzo stampa)alla famiglia De Be-

nedittis? Qualcuno forse dimentica che per 10 anni l’Ariston è stato offerto, con lo scopo di conservarne la destinazione d’uso, ad Enti ed Istituzioni, che hanno bellamente ignorato l’offerta, in barba agli spazi da dedicare alla cultura, dei quali oggi invece ci si riempie la bocca. Altra considerazione: negli ultimi giorni apprendiamo che la stessa Chierchia afferma che il nascituro centro commerciale di Parco dei Pini genererà molti posti di lavoro: ma forse il progetto di riqualificazione del cinema teatro Ariston non ne avrebbe creati? dimentichiamo che i commercianti della zona piu’ volte sono andati in Comune a sollecitare la riqualificazione di via Cardarelli,via Isernia e via Larino perche’ commercialmente morte? Dimentichiamo che le associazioni dei costruttori edili, settore portante dell’economia molisana purtroppo in grossa crisi, hanno in più occasioni sostenuto l’importanza del progetto di riqualificazione dell’Ariston per i posti di lavoro che lo stesso avrebbe creato, non solo per l’edilizia, ma anche per tutto l’indotto (forniture di materiali , servizi), oltre all’incremento del numero delle attivita’ commerciali ? Inoltre si era parlato,sbagliando tendenziosamente,di centri commerciali e colate di cemento al posto del teatro Ariston. Ci chiediamo:oggi non e’ presente del cemento vetusto li’? oppure a palazzo san giorgio qualcuno ha visto un parco verde a via Cardarelli, al posto dell’Ariston? e soprattutto ,una volta chia-

rito con molte difficolta’ ,che non ci sarebbero stati ulteriori centri commerciali,si permette di violentare una zona verde e con uno dei panorami piu’ esclusivi della citta’, qual è oggi Parco dei Pini, per far cosa?un centro commerciale.Ci auguriamo che la cittadinanza riesca a trarre le dovute conclusioni ed a farsi un’idea di come la nostra citta’ non si stia allontanando assolutamente dalle logiche dei figli e dei figliastri, del “a te si e a te no”. Infine, abbiamo appreso ieri che il CODACONS si è attivato per difendere la struttura Ariston con il fine di preservare il valore architettonico dell’immobile. Nobilissima causa che incrementerà sicuramente il numero di adesioni all’associazione: siamo altrettanto certi che chi rappresenta l’associazione in questa battaglia per la difesa della cultura non mancherà di mettere mano al portafoglio per garantire il mantenimento della struttura,per provvedere alla manutenzione ordinaria e al paga-

mento delle tasse, dato che fino ad oggi esclusivamente la famiglia De Benedittis se ne è fatta carico, in qualità, lo si ribadisce, di proprietaria dell’immobile. In merito all’interessamento di tanti soggetti per la struttura Ariston, va considerato che sia il CODACONS, sia i gruppi spontanei sorti sul web, tipo“Salviamo il teatro Ariston”, non propongono valide alternative volte a tenere aperto il cinema teatro Ariston nell’immobile “di pregio” ove è collocato: nessuno prospetta soluzioni volte a garantire contemporaneamente la conservazione dell’immobile e la prosecuzione dell’attività per cui è stato, all’origine, costruito. e questo perchè? Perchè tutti sanno che la normativa impedisce la riapertura al pubblico di quell’immobile che, dunque, resterebbe inutilizzato ed inutilizzabile: si difende l’idea di lasciare andare all’abbandono e al degrado un immobile che non può essere riaperto, a meno che non vangano

operati interventi strutturali tali da snaturarlo. verrebbe meno, quindi, il concetto stesso di valore architettonico dell’immobile, qualora si volesse riaprirlo. D’altronde, tenere l’immobile nell’attuale stato comporta costi onerosissimi, che mai nessuno, nè associazione, nè Ente, nè privato cittadino si è offerto di accollarsi, lasciando gravare tutto sulla nostra famiglia, senza darle la possibilità di disporre di una sua proprietà. Sarebbe auspicabile che tutti in questa vicenda passino ai fatti dopo 10 anni di tantissimi bei propositi e dopo tanti boicottaggi, che hanno creato notevoli danni a chi si è sempre comportato da cittadino esemplare: l’Ariston e’ di proprieta’ privata, ma, fino ad oggi ,in questa città tale principio non sembra valere. Concludiamo con un auspicio: che possano cessare gli inutili protagonismi e le dichiarazioni di facciata e che si pensi veramente al bene della nostra Campobasso, senza continuare ad ostacolare il diritto legittimo dei proprietari di individuare un serio imprenditore che, senza la minima richiesta di un centesimo pubblico(fattore non di poco conto nella nostra terra),garantendo decine di posti di lavoro a nostri concittadini (sia ad aziende che a lavoratori)e realizzando abitazioni all’avanguardia con risparmio energetico e materiali pregiati ,valorizzi una zona centrale da troppo tempo dimenticata da chi dovrebbe, invece, preoccuparsi di amministrare la cosa pubblica..



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Isernia

11 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Brasiello posticipa il bilancio La maretta all’interno della maggioranza avrebbe portato alla bocciatura del previsionale ISERNIA. Dopo ore di discussione, un nulla di fatto in Consiglio comunale ad Isernia. Per l’approvazione del bilancio di previsione 2015 bisognerà attendere ancora. Il sindaco di Isernia, Luigi Brasiello, in accordo con la Giunta, ha sospeso la seduta, chiedendo l’applicazione dell’art.35 del Regolamento del Consiglio Comunale dell’Ente “è facoltà della Giunta Comunale di ritirare la proposta iscritta all’ordine del Giorno. Il Consiglio ne prende atto senza discussione”.

Ha così di fatto ritirato i punti più “scomodi”: il 4, il 5 e 6. La decisione, inappellabile, è arrivata intorno alle 20,30, dopo che l’operato del primo cittadino e della sua amministrazione è stato aspramente criticato, in maniera bipartisan. Quello che da più parti è stato lamentato, la mancanza di un bilancio partecipato e condiviso. “Isernia ha bisogno di risposte – hanno affermato esponenti della maggioranza – e queste risposte potrebbe darle solo una nuova consiliatura”.

Un duro colpo per il capo dell’amministrazione che ha visto bocciare il bilancio anche dai suoi. “Il senso di responsabilità non è quello di appoggiare sempre e pedissequamente l’operato dell’amministrazione – hanno affermato i dissidenti – proprio perché riteniamo che Isernia debba cambiare rotta, votiamo contro”. Una dichiarazione di voto inaspettata, arrivata come un fulmine a ciel sereno, e che ha costretto il sindaco alla “manovra di salvataggio”.

Che figuraccia per la maggioranza di centrosinistra di Ivan Forte* Nietzsche diceva che a volte per fare politica occorre improvvisare e sperare nella fortuna, l´impressione é che il Sindaco Brasiello abbia preso troppo alla lettera questo aforisma in questi tre anni di sciagurata guida del capoluogo isernino e lo spettacolo inscenato dal primo cittadino la scorsa notte, rappresenta l´ennesima brutta pagina di una gestione politica pavida e inconsistente che non merita di governare ulteriormente la città di Isernia. Una città che più di altre sta soffrendo la crisi

economica per una mancata visione strategica e per scelte programmatiche inadeguate sprofondando in un degrado sociale e in un impoverimento demografico senza precedenti. Sembra che solo Brasiello ed i suoi fedelissimi non si siano resi conto che questa triste esperienza della sinistra al governo di Isernia sia ormai giunta al capolinea e continuano come i giapponesi, a combattere a guerra finita, farneticando di fantomatici cambi di poltrone o ricorrendo a singolari seppur legittime

soluzioni come quella di ieri notte per guadagnare tempo, ma la verità è che questa lunga agonia nuoce ad Isernia. Dopo mesi di stentata e sofferta sopravvivenza é il caso di porre fine a questo inutile accanimento terapeutico. E´ giunto il momento, non ulteriormente differibile, di fare un passo indietro e avere il coraggio di prendere una decisione sicuramente sofferta, ma inevitabile dopo aver riconosciuto l’assenza di qualunque possibilità di fermare il declino,

nella forma e nella sostanza, di questa gestione amministrativa. Un simile gesto contribuirebbe a riconsegnare ad Isernia la possibilità di uscita dalla cappa degli accordicchi finalizzati alla gestione del potere che producono solo immobilismo e allontanano sempre di più i cittadini dalla politica. *Coordinatore Provinciale Forza Italia

Controlli antidroga dei Carabinieri nei pressi di Istituti Scolastici Un 20nne, finisce nei guai perché trovato in possesso di marijuana ISERNIA. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, riprendono i controlli dei Carabinieri presso gli Istituti ubicati in tutto il territorio della provincia di Isernia, e presso altri luoghi maggiormente frequentati dai più giovani, con il preciso obiettivo di stringere la morsa intorno a spacciatori e consumatori di droghe. Le attività che vengono condotte sia da personale delle Stazioni e dei N.O.R.M. in uniforme che da personale in abiti civili, a bordo di auto sotto copertura, hanno portato nelle ultime ore al sequestro di alcuni involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, che un 20enne isernino, teneva occultati in una custodia per gli occhiali. A seguito del controllo e della perquisizione, avvenuti in una via periferica del capoluogo Pentro, nei confronti del giovane è scattata una denuncia per detenzione illegale di stupefacenti ed il sequestro della droga rinvenuta. Sono in corso ulteriori indagini per accertare se le dosi fossero per uso personale o se destinate all’attività di spaccio. Come già positivamente sperimentato nel

recente passato, tali operazioni verranno sistematicamente attuate dai Carabinieri, anche con l’impiego di unità cinofile specializzate per la ricerca di sostanze stupefacenti. Dall’inizio di

quest’anno sono complessivamente 15 le persone arrestate nell’ambito di operazioni antidroga eseguite dai Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, 46 quelle denunciate, e sottoposti a sequestro oltre quattro chilogrammi di stupefacenti, tra hashish, marijuana, eroina, cocaina ed ectasy. Tra le indagini più rilevanti, ricordiamo quella che tra i mesi di marzo e maggio, che ha portato i militari del Nucleo Investigativo a smantellare una rete criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, che si avvaleva anche dell’impiego di minori, con il sequestro oltre che di ingenti quantitativi di droga anche di rilevanti somme di denaro quale provento dell’attività di spaccio.

Agnone, sequestrati giocattoli contraffatti Intervento dei carabinieri per tutelare la salute dei bambini AGNONE. Nel corso di un servizio finalizzato a contrastare i reati di commercio abusivo di prodotti contraffatti, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agnone, hanno sottoposto a sequestro giocattoli con marchio contraffatto e privi delle prescritte istruzioni di sicurezza per i bambini. I giocattoli, prevalentemente pupazzi raffiguranti i più celebri protagonisti dei cartoni animati, erano stati messi in vendita da un

35enne, di origine asiatica, nel corso della fiera settimanale. La merce ritenuta particolarmente pericolosa per la salute dei più piccoli, è finita sotto sequestro, mentre continuano le indagini per accertarne la provenienza. Nei confronti del 35enne, è scattata una denuncia per detenzione ai fini di vendita di prodotti industriali con marchi contraffatti e inosservanza alle direttive della Comunità Europea sulla sicurezza dei giocattoli.


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Tutto quello che gli altri non dicono

Termoli

11 settembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Zuccherificio senza più un futuro I 79 lavoratori fissi sono, ormai, senza speranze TERMOLI. Una cattedrale nel deserto, questo appare all’esterno dello Zuccherificio del Molise di Termoli, che a settembre, di solito, raccoglieva i frutti di un lavoro durato quasi undici mesi, tra semine autunnali anticipate e poi la campagna di trasformazione saccarifera, che produceva zucchero dalle migliaia di tonnellate di barbabietole da zucchero messe a dimora in di-

verse regioni, soprattutto Puglia e Molise. Di tutto questo, di una tradizione quarantennale e più, quest’anno ancora non si conosce il destino che avrà la campagna micron, perché di dimensioni ultraridotte si tratta, avviata in tardissima primavera. Di fatto, dopo la protesta davanti al Consiglio regionale del Molise, i dipendenti dello Zuccherificio

hanno portato uno striscione con dicitura davvero chiara davanti ai cancelli dello stabilimento di contrada Pantano Basso. Parliamo dei 79 lavoratori ormai stretti tra cassa integrazione straordinaria e il futuro in mobilità. “Zuccherificio senza presente e futuro, ricollocateci”, il grido disperato di chi si sente esodato dal fallimento della politica agro-industriale.

Gtm, si torna dal prefetto Autisti ancora senza stipendio mentre i problemi tornano a crescere TERMOLI. Il tempo passa, gli stipendi languono e la possibilità di una risoluzione in bonis della vertenza sul trasporto urbano di Termoli è sempre più peregrina. Dopo la mancata conciliazione di lunedì scorso tra Filt-Cgil e Gtm, col sindacato deciso a mantenere vivo lo stato di agitazione, il segretario generale Giorgio Simonetti ha inviato

l’ennesima missiva all’indirizzo del prefetto di Campobasso Francescopaolo Di Menna. “Visto il verbale di mancato accordo sottoscritto dal delegato aziendale della ditta Gtm di Termoli e dai rappresentanti della Filt-Cgil in data 7/9/2015, a seguito di infruttuoso incontro tenutosi nella sede dell’azienda, teso a trovare soluzioni

condivise per il superamento della criticità dovuta al perpetrarsi del mancato riconoscimento degli stipendi ai dipendenti e richiesto anche quale azione obbligatoria per l’apertura della procedura di raffreddamento; non ritenendo sufficientemente motivate le argomentazioni aziendali in ordine ai mancati pagamenti, chiede al Prefetto la

convocazione di un incontro al fine di esperire il tentativo di conciliazione ai sensi dell’art.2 della L.146/90. Si confida nella possibilità di giungere ad un accordo, attraverso l’azione conciliatoria dell’Ufficio in indirizzo, che possa evitare disagi all’utenza conseguenti ad una azione di sciopero

Via Mar Mediterraneo, una boscaglia I cittadini dell’area lamentano l’assenza di pulizia da parte del Comune TERMOLI. L’ennesima urbanizzazione periferica a metà, o per meglio dire fallita. I residenti di via Mar Mediterraneo, una delle ultime enclavi urbane prima del confine con Campomarino e il nucleo industriale Valle del Biferno, palazzine di recentissima costruzione, sono alle prese con atavici problemi. Quali? Beh, l’elenco è presto fatto: la strada non è asfaltata e possiamo immaginare come tra autunno e primavera con le piogge divenga un sentiero di guerra; non c’è l’illuminazione e la zona è preda di erbacce, sterpaglie con il relativo rischio incendi e una variegata collezione di animali, quali vipere, altri rettili e topi. Insomma, nulla che non si sia già visto anche altrove, ma il guaio è proprio quello. Perché le famiglie devono caricarsi dell’onere di acquistare una casa nuova, spesso col mutuo, e poi ritrovarsi a districarsi nella giungla urbana? Vogliamo riepilogare tutte le zone similari? Colle della Torre, contrada Fucilieri, via Udine, parte di colle Macchiuzzo, via Lissa, via delle Tamerici, via dei Pruni e sicuramente manca qualcosa all’appello. Ora arriviamo in via Mar Mediterraneo, trenta le abitazioni, tutte vissute, trenta le famiglie, tutte sul piede di guerra, nel 2015 non è tollerabile vivere in queste condizioni

Concerto d’Autunno a Larino La manifestazione prenderà il via oggi nella sede del Palazzo Ducale LARINO. Nella prestigiosa sede del Palazzo Ducale di Larino prenderà il via oggi 11 settembre, alle ore 18.30, la rassegna concertistica de ‘I Concerti d’Autunno’ – di musica da camera, organizzati dal Conservatorio di Musica ‘Lorenzo Perosi’. I concerti, tutti dedicati al compositore larinese Adriano Lualdi per la celebrazione del 130° anniversario dalla nascita, vedranno protagonisti alcuni docenti e studenti dell’Istituzione di Alta Cultura unica del Molise, con l’intento di proporre significativi momenti di ascolto per un pubblico molisano sempre più vasto. A tale proposito si ricorda il successo della rassegna

concertistica organizzata sempre a Larino dal FAI in un’altra location di prestigio, cioè Villa Zappone che ha riscosso grande consenso da parte del pubblico locale. A conclusione della stagione concertistica che proseguirà fino al 16 ottobre si terrà nella giornata del 4 novembre la conferenza – concerto sulla figura del compositore Adriano Lualdi con l’intervento dei relatori professori Mimma Bollella e Francesco Paolo Russo e l’esecuzione di alcuni brani significativi per canto e pianoforte interpretati dai professori Alda Caiello e Vincenzo Oliva.


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Termoli

11 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Parco comunale, fondati i nostri timori” I consiglieri di LiberaTermoli sottolineano il provvedimento dei giudici TERMOLI. Cavallo di battaglia tra i più importanti delle due ultime stagioni di opposizione, per i consiglieri di LiberaTermoli Daniele Paradisi e Paolo Marinucci, il parco comunale propone una ribalta irrinunciabile. “Apprendiamo con sollievo e piena soddisfazione che il Parco Comunale, a seguito di provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, è finalmente rientrato nella disponibilità comunale e dei cittadini. Dopo anni di battaglie, di denunce e di prese di posizione sul tema, finalmente vediamo riconosciute le nostre convin-

zioni, a cui la precedente maggioranza si era sempre mostrata insensibile. Avevamo sin da subito denunciato, in ogni sede, le gravi lacune del bando prima e l’assenza dei requisiti dell’aggiudicatario poi, oltre che una sconfinata serie di inadempienze contrattuali e non solo. L’auspicio, oggi come ieri, è di vedere il parco gestito direttamente dal Comune o, in via subordinata, che si proceda alla stesura di un bando che sappia coniugare in maniera equilibrata l’interesse pubblico con quello privato, in cui vengano valorizzate

la cooperazione sociale e l’associazionismo sportivo locale e che si pretendano garanzie personali ed economiche serie e documentate. I sottoscritti consiglieri comunali, in pieno spirito costruttivo, monitoreranno attentamente le decisioni che verranno assunte per la valorizzazione dell’area, riservandosi ogni possibile iniziativa, qualora le decisioni da assumere o assunte, vadano contro l’interesse pubblico e del Parco stesso; nel contempo si rendono disponibili ad ogni forma di confronto”.

Trivellazioni in mare, continua la mobilitazione Domani nuovo incontro a San Giacomo degli Schiavoni per discutere le nuove mosse TERMOLI. L’obiettivo è rendere edotta la cittadinanza rispetto a quello che sta succedendo. Si terrà sabato 19, presso la sala parrocchiale di San Giacomo degli Schiavoni alle ore 18.30, l’incontro organizzato dal comitato Trivelle Zero Molise per continuare nella mobilitazione contro le trivellazioni in mare. Mentre si attende anche una presa di posizione da parte della Chiesa diocesana (che già in passato aveva detto la sua all’interno del documento stilato dalla Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise e che di recente ha ospitato il summit tra i presidenti di Molise, Abruzzo, Marche, Campania, Calabria e Puglia), e la grande manifestazione del prossimo 26 settembre alla quale dovrebbero prendere parte anche operatori del settore, è dal vicino Abruzzo che arriva una proposta alquanto provocatoria: il ristoro per i Comuni della costa con il riconoscimento di adeguate royalties “utili per abbattere le imposte comunali”. La proposta è arrivata dal consigliere comunale dell’intergruppo ‘Vastoduemilasedici’ e già designato candidato sindaco per le amministrative dell’anno prossimo da una parte del centrodestra e dai movimenti civici, Massimo Desiati. E così se da un lato Desiati

spera “che ulteriori ricorsi giurisdizionali amministrativi riescano a fermare il danno che la politica governativa, nonostante le dichiarazioni di facciata, sta producendo”, in caso contrario “vengano riconosciute le royalties ai Comuni per abbattere le impo-

ste locali a carico di famiglie e aziende. In Italia, le royalties per le produzioni a terra sono del 10%, mentre per produzioni a mare sono del 7% per il gas e del 4% per il petrolio, applicate sul valore di vendita delle quantità prodotte.

Le royalties per le produzioni di idrocarburi in terraferma sono ripartite per il 55% alle Regioni, il 30% allo Stato e il 15% ai Comuni. Per le estrazioni a mare, invece, la suddivisione è per il 45% allo Stato e per il 55% alla Regione per le produzioni ottenute entro la fascia delle 12 miglia (mare territoriale), mentre oltre tale limite le royalties sono interamente dello Stato”. Da un lato la mobilitazione contro le trivelle dall’altro Desiati lancia un appello ai Comuni della costa affinché siano pronti a farsi “immediatamente interpreti della richiesta di modifica della legge nazionale, affinché essi siano ricompresi nella ripartizione percentuale delle royalties. Ciò che ne deriverebbe (diversi milioni di euro) non sarebbe certo cosa di poco conto se solo si pensa che le somme incamerate permetterebbero il sostanzioso abbattimento, se non il totale annullamento, delle imposte comunali che i cittadini pagano. Se ciò non avvenisse – conclude -, al danno si unirebbe la beffa: non solo i Comuni vedrebbero lesa la propria immagine ambientale e turistica, ma non potrebbero neanche beneficiare di quel ristoro finanziario che permetterebbe un reale ed effettivo risparmio per la popolazione residente”.

La “Campolieti” con i palloncini gialli L’apertura dell’anno scolastico festeggiato con tanti colori TERMOLI. Anche la Scuola Primaria Paritaria “N.M. Campolieti”, ha riaperto il suo storico portone di legno per accogliere gli alunni di tutte le classi. Una grande emozione per grandi e piccini, la coordinatrice Antonella Dirella, ha salutato personalmente tutti gli alunni e tutte le famiglie, in palestra lo staff degli insegnanti ha preparato una grande festa di accoglienza per i nuovi alunni della classe prima. Accompagnati dalle note musicali al pianoforte, dal maestro Tiziano Albanese e al violino dal maestro Antonio Varanese, il momento dell’investitura

svoltasi con il passaggio della divisa dagli alunni di 5° ai piccoli alunni di 1°, visi commossi e applausi da parte di tutti i genitori. E’ seguita la Benedizione di Don Timoteo Limongi , e gli insegnanti, in un momento di preghiera, hanno affidato alla Madonna lo studio e la crescita dei bambini della scuola con l’auspicio di educarli “ al Vero, al Bene e al Bello” come ci ha indicato Papa Francesco. Il gran finale e’ stato vissuto con tanta allegria e gioia con il lancio dei palloncini arancioni da parte di tutte le classi, sotto gli occhi di genitori, nonni e tanti passanti del C/so Nazionale, che hanno condiviso questo momento all’urlo “RICOMINCIAMO INSIEME”.



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Opinioni di Pasquale Di Lena

La degustazione, come il corretto abbinamento cibo-vino, non è una novità. Anzi, è una pratica sempre più diffusa che permette di scoprire e capire i caratteri organolettici di un vino, pregi e difetti. Nel 2003, grazie all’Enoteca italiana di Siena, è uscito un libro “Sensi di vini – Il segreto del cervello nella degustazione “ che riporta, per la prima volta, il punto di vista di neurologi di fama mondiale con i risultati di una ricerca mediante risonanza magnetica, che hanno fatto capire il fondamentale ruolo di quella macchina meravigliosa che è il cervello. “Questi risultati – scrive, nel suo saluto di presentazione, il premio Nobel Rita Levi-Montalicini, che ho avuto la gioia di conoscere – pongono in evidenza la straordinaria proprietà del cervello umano di registrare un processo così altamente differenziato nella degustazione di una bevanda complessa quale quella del vino”. In pratica dal confronto di due gruppi di soggetti, sette sommelier, cioè esperti, e sette senza esperienza di tecniche degustative, è venuto fuori che vengono attivate aree diverse, nel caso del primo gruppo, più ampie. Il libro pensato da Benigna Mallebrein, giornalista tedesca in Italia, e illustrato da un grande artista, Michael Auth, è stato curato da un grande scienziato tedesco, Prof. Jürgen Mai, relatore al congresso mondiale sul cervello umano, che si è tenuto, nel 2002, a Roma presso la Fondazione Santa Lucia e che ha visto protagonista l’Enoteca italiana con i suoi grandi vini italiani Doc e Docg.Un libro fortunato, uscito in italiano e tedesco e, lo scorso anno – come mi ha subito informato il prof. Mai – anche in russo, che mi viene richiesto

di Claudio de Luca LARINO. Giocare d’azzardo è una delle manie dei Molisani. Secondo i contenuti di uno studio dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, su 40mila studenti, la percentuale di 15-19enni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno sarebbe lievitata rispetto al passato, soprattutto tra le ragazze. Quasi un adolescente su due (compresi gli infradiciottenni) si sarebbe lasciato prendere la mano da giochi come il “Gratta e vinci”, il “Superenalotto”, i “videopoker” e le puntate “on line“. Lungo lo Stivale, questi giochi vengono praticati da giovani e da adulti e sarebbero cresciuti al ritmo del 13% ogni anno. Ammonterebbero a poco meno di 60 i miliardi di euro puntati. Tutto questo è accaduto (e continuerà ad accadere) nonostante si sappia che, sui tempi lunghi, finisce col perdere sempre chi gioca. Una constatazione sicuramente poco allettante per gli incalliti praticanti dell’azzardo. La Dea bendata non esiste; ma, seppure Madama Fortuna fosse un’entità reale, bacerebbe raramente gli audaci. A dirlo non è un esperto di psicologia, e manco un educatore impegnato in una campagna contro siffatta tipologia di dipendenza, quanto piuttosto gli èsiti di un principio elaborato da alcuni matematici. Grazie ad una moltiplicazione, dal meccanismo difficile da esplicitare dai non addetti ai lavori, pure un “jouer” inarrestabile potrebbe conoscere in anticipo – e con estrema esat-

11 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La degustazione è vera e propria arte del vivere

da molti ricercatori, soprattutto nel campo filosofico, di Università del mondo, ultima la prof.ssa Giorgia Cecchinato, insegnante di filosofia presso l’Università di Belo Horizonte in Brasile. Di questo stupendo libro riporto quanto è scritto in quarta di copertina “Gustare il vino è un’arte, che va sviluppata nel tempo con un approfondimento costante. Il sapere del sapore, infatti, aumenta il sapore del gusto”. Un pensiero che mi trova perfettamente d’accordo e che mette in luce il ruolo fondamentale di quanti professano con grande passione

quest’arte della degustazione. Una verità di cui si era occupato qualche decennio prima uno studioso si Storia economica, il prof. Federigo Melis, che si definisce “un modesto dilettante, in materia” e racconta .”Il mio interesse per il vino – il gusto del quale, in me innato, mi è piaciuto di educare – si può riassumere nel termine oggi di moda: un hobby, che mi aiuta a sollevarmi dalle sudate carte della disciplina di mia specializzazione – la Storia economica – dalla quale ho, tuttavia, tratto qualche elemento alle mie indagini, alle mie riflessioni sui temi vitivinicoli: se non altro, perchè io localizzo i miei studi nel basso Medioevo, che è il periodo in cui rinasce il vino, così come rinascono tanti aspetti salienti dell’alimentazione”. L’ illustre studioso, autore di un libro stupendo, edito dalla Casa editrice, Le Monnier di Firenze, “Il vino nel Medioevo”, è un “dilettante” che conosce molto bene il vino, la sua storia e, di essa, uno dei periodi più importanti quando il vino, con la rivoluzione dei trasporti, si apre a nuovi mercati e, quindi, a nuovi consumatori

soprattutto per stare a tavola e combinarsi con i cibi, che educa il proprio gusto e prova gli abbinamenti stabilendo che “è proprio il vino che agisce da fattore di allacciamento, di coesione e connessione …secondo regole precise ed in maniera da formare un sistema”. Un sistema che deve trovare la sua realizzazione in ogni zona d’Italia e, visto come sono andate le cose in fatto di globalizzazione, anche nel mondo, tenendo presente un dato, e cioè, che “in moltissime località, il vino sembra fatto apposta per taluni piatti e viceversa. Una correlazione che riporta al concetto dell’origine, il territorio. E il territorio, straordinario bene comune solo dal quale è possibile programmare il futuro di un Comune, di una Regione o di un Paese, merita rispetto, soprattutto se l’intento è di valorizzarlo e promuoverlo e non di schernirlo e maltrattarlo. Una regola fondamentale, che i professionisti della degustazione e degli abbinamenti conoscono molto bene, è quella di un crescendo che fa divieto di tornare indietro nella sequenza dei piatti e dei vini, e questo per dare risalto al gusto, o meglio, al piacere del gusto. In pratica partire da un vino bianco per poi passare al rosato e al rosso; da un vino giovane a un vino invecchiato; da uno a bassa gradazione a uno a più alcolico. Non a caso, parlando di abbinamento, si dice “si sposa” molto bene con questo piatto, cioè esprime armonia nel senso che si lega bene ed esalta il gusto, senza soluzione di continuità, appunto in un crescendo di piacere, del cibo, del vino e della tavola.

I molisani e il gioco d’azzardo tezza – quanto danaro avrà perduto dopo mesi (od anni) di assidua pratica del tavolo verde. Gli esperti nel calcolo delle probabilità sono stati chiari: ”Per sua natura, ogni gioco rimane organizzato allo scopo di portare guadagni al banco che, quasi sempre, fruisce di un margine fisso e sicuro”. Dunque, sui tempi lunghi, la sconfitta rappresenterebbe soltanto un dato da calcolare; e, “ciò che uno perde costituisce il prodotto del margine di guadagno del banco moltiplicato per la somma messa in palio nel tempo”, dal momento che ogni trattenimento (“roulette“, “Superenalotto”, “Win for life” od altro che sia) ha una sua percentuale di vincita sicura. Ciò nonostante è stato calcolato che un’aliquota di adolescenti, pari all’11%, una volta coinvolta, rischia di diventare vittima della cosiddetta “patologia dello scommettitore”. Sulla scorta degli ultimi dati pubblicati, in testa alla classifica della gioventù che gioca si trova la Campania (57,8% di studenti); seguono la Basilicata (57,6%) e la Puglia (57%) ed il piccolo Molise conferma il suo 50%, unitamente a Sicilia, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Umbria. Per quanto riguarda i luoghi adibiti a siffatte attività ludiche, ai primi tre posti si trovano i locali pubblici, sia pure non dedicati espressamente al gioco (come bar, tabaccherie, “pubs“: 32%; case private: 20%; sale-scommesse: 12%). Il gioco virtuale viene utilizzato nel 7% dei casi; ed una quota

di quello praticato nelle dimore rimane effettuato tramite “internet” ed appare destinato a lievitare. Rispetto alla frequenza, cresce il numero di coloro che ammettono di avere giocato più di 2 volte in un anno (transitati dal 43% al 45%). Invece chi riferisce di avere giocato oltre 20 volte è parte di un’aliquota che oscilla tra il 13 ed il 14%. Infine, diminuiscono i soggetti che si sono impegnati 1 o 2 volte (dal 44% al 41%), mentre rimane pressoché stabile l’importo delle poste. In proposito, il 6,5% degli studenti dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese. In molti casi il vizio del gioco è tracimante; e

chi arriva a concretare una vera e propria dipendenza può essere paragonato tranquillamente ad un tossicodipendente che accusi una compulsione, vale a dire una necessità irrefrenabile che lo spingerà ad impegnarsi sempre di più, ed una sorta di astinenza nel caso in cui non riuscisse a prodursi nella “performance“. Gli psicologi descrivono tali soggetti (che nei Paesi molisani abbondano soprattutto fra gli adulti di sesso femminile) come abbisognevoli di forti emozioni, presumibilmente perché non riescono a ricavare scosse emotive dagli affetti familiari e dai rapporti con gli altri.



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