TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 47 - giovedì 26 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Angelo Di Stefano
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Angelo Di Stefano. Il professionista molisano non ha avuto mezzi termini nel denunciare la situazione sanitaria molisana. Stiamo pagando come cittadini, come se fosse un prestito ad usura, e i servizi sono sempre meno con tagli imposti da chi viene fuori regione. La conclusione? Se il Consiglio regionale non difende i propri cittadini è meglio che sbaracchi.
Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia
Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore regionale al Lavoro continua a scrivere quantità illimitate di prese di posizione, di personali pensieri, di decisioni assunte da altri. Fino a questo momento, però, non è riuscito a tirare fuori un solo ragno dal buco. Come dire, che non è riuscito ad affrontare e risolvere un solo problema. Mentre si dice piccato delle critiche sindacali. Paradossale.
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Un tuffo indietro di anni per colpa di una classe politica inadeguata a difendere gli interessi veri dei molisani
Vogliono privatizzare pure Molise Acque Servizio a pagina 3
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TAaglio lto
2 26 febbraio 2015
“Danni alla sanità, Frattura deve andarsene” A Termoli si sono incontrati i rappresentanti dei movimenti e dei Comitati per fare il punto della situazione TERMOLI. Un utilizzo dei fondi della sanità “non per risolvere i problemi legati alle esigenze di salute della popolazione” ma per la “gestione del potere” è alla base della protesta che ha mosso i suoi passi a Termoli in occasione dell’incontro voluto da alcune associazioni e movimenti del Basso Molise. Alla base della protesta vi è la denuncia della rete R@p che attraverso il suo rappresentante Marco Cataldo, afferma: “riteniamo che la sanità molisana in questo momento sia fortemente a rischio perché stretta tra la morsa del debito sanitario e il decreto Balduzzi”. A ciò si assocerebbe il fatto che le nuove norme che il Governo sta mettendo in atto sarebbero del tutto in direzione opposta alle esigenze del territorio per questo, aggiunge Cataldo: “riteniamo che questa sia una battaglia che si vince o si perde insieme e quindi la necessità di superare i
campanilismi e cercare un’alleanza su tutto il territorio regionale è alla base della nostra protesta”. “Questa è una vertenza a favore di tutta la sanità pubblica che dobbiamo necessariamente condurre su tutto il territorio molisano e non sul singolo presidio o ospedale”, ha aggiunto Cataldo che ha inteso specificare:
Riceviamo e pubblichiamo: “In periodo di pandemia, occorre vaccinarsi. Può accadere di avere qualche reazioni, ma, sembra, che alcuni hanno una cronicità verso quella che per comodità chiameremo “Quadrite”. Così come per l’influenza periodica o ciclica, alcuni si interessano con morbosità all’argomento inerente alla c.d. “Quadri” , INDENNITÀ corrisposta ai dipendenti appartenenti alla Categoria “D” della Regione Molise. Occorre dunque, una volta per tutte, tentare di debellare questa morbilità che spesso affligge gli impigriti scribacchini, ormai forse anche anziani, ed i politici di turno e ricercando una idonea terapia, un vaccino o un antidoto che possa essere efficace allo scopo. Forse che pochi sono gli argomenti che la nostra Regione OFFRE alla stampa e alla politica allorché spesso e volentieri ci si sofferma a rifriggere argomenti che possono far male anche al fegato. Tant’è….. si sa…..a una certa età occorre fare i conti con la salute: è risaputo…. i fritti fanno male e sarebbero da evitare e la memoria, oramai carente di stimoli e di ricambi neurovegetativi, induce a ripetere sempre le stesse argomentazioni. Potrebbe anche trattarsi di stimoli e sobilli provenienti da interessi legati ad amicizia o a sentimenti nascosti ad altri, ad indurre gli scrivani a infierire su argomenti che sanno ormai di “rancido”. Tant’è….. che sul punto occorre fare un po’ di definitiva chiarezza nel tentativo di erudire la mente dei ripetitivi ed instancabili sostenitore del “bene comune”. Iniziamo: L’art. 45 comma 2 d.lgs. 165/01, il trattamento retributivo del dipendente ed il divieto di reformatio in peius. L’art. 2 d.lgs. 165/01, in materia di attribuzione di trattamento economico al dipendente pubblico, va letto in combinato disposto con 1’45 comma 2 del d.lgs. 165/01 (all.C), che impone alla pubblica amministrazione di non attribuire ai propri dipendenti trattamenti economici inferiori a quelli stabiliti dalla contrattazione collettiva (corollario del più generale teorema del divieto di reformatio in
“Sicuramente a livello generale critichiamo che, su una questione così delicata come la salute pubblica, si muovono politiche soltanto ragionieristiche. Si guardano soltanto i numeri e non si guarda la realtà di un territorio e una sanità che incide profondamente sulla qualità della vita delle persone”. E qui arriva la
critica serrata all’operato di Frattura che, a detta di Cataldo, non è che giudicabile “negativamente perché non si può non valutare quelli che sono i bisogni e le esigenze di un territorio nel suo complesso bisogna avere il coraggio quando questo territorio viene danneggiato dalle politiche che provengono dal Governo centrale o dall’Europa di avere il coraggio e la forza di opporsi perché dobbiamo smetterla di considerarci soltanto numeri e di portare avanti le politiche soltanto in termini ragionieristici”. Il problema, però, non è strettamente legato alla questione del decreto Balduzzi perché lo stesso non avrebbe “caratteristiche del tutto negative” in quanto, a detta di Pastore, cerca di trovare una proporzione decente tra quello che è il bacino di utenza e la capacità di risposta, ma il problema di fondo è perché questa riorganizzazione, che può essere fatta in tanti modi, non va
a toccare minimamente quelle che sono le strutture private. Il problema di fondo è legato all’esigenza di far capire ai molisani che la privatizzazione non è un atto neutro ma tende a portare quello che è il diritto alla salute in una merce e soltanto chi potrà pagare si potrà curare e questo è il grave pericolo che noi vorremmo evitare”.E conclude con un appello a Frattura al quale “non chiediamo niente perché dopo che ha promesso a Venafro di tenere aperto un ospedale e aver detto di avere firmato quel patto e non capiva cosa firmava posso chiedergli solo di andarsene.Chiedo ai cittadini molisani di mobilitarsi per non perdere questo diritto e quindi un cambiamento che sia radicale da un punto di vista culturale. Togliamo gli sprechi che sono tanti nella sanità, rendiamo efficiente la sanità pubblica ma non ne perdiamo il diritto”.
Ancora sulle leggi vergogna
pejus, confermato anche, tra le altre, dalle sentenze C. di St. sez. V n. 4681/01 e Cass. Civ. 5959/12). In altre parole, il combinato disposto delle norme citate non vieta assolutamente all’amministrazione di attribuire incentivi economici ai propri dipendenti, le vieta soltanto di assegnate ai propri dipendenti una retribuzione inferiore a quella stabilita in contratto collettivo. E ciò è perfettamente in linea con il fatto, certo ed assolutamente dirimente per la questione che ci occupa, che la “legge quadri” non è stata mai dichiarata costituzionalmente illegittima ed è perciò da considerarsi perfettamente in linea con le disposizioni costituzionali, legittima, vigente e conforme ai principi generali dell’ordinamento. L’istituto risponde ai criteri di qualità del lavoro svolto, alla valorizzazione delle capacità e dei risultati conseguiti. Inoltre la Legge Regionale 8 Aprile 1997, n.7 art.29 bis – disciplina l’Area Quadri, istituita con Legge Regionale n.6 del 2002 e n.30 del 2005, destinata a remunerare quelle specifiche attività svolte dal personale regionale appartenente alla “Categoria D” di affiancamento e collaborazione con il personale dirigente, attività connesse alla gestione di procedimenti e procedure amministrative, studio, ricerca ed elaborazione di atti
complessi. Attività funzionale al raggiungimento degli obiettivi di risultato assegnati ai dirigenti. L’indennità è conforme ai principi di cui al D.Lgs. n.165/2001 e al D. Lgs. n.150/2009 in quanto correlata e commisurata alle funzioni attribuite, ai risultati conseguiti ed alle responsabilità connesse. La Legge Regionale n.14 del 2010, modificata dalla Legge Regionale n.28 del 2011 ha poi disposto che, al fine di garantire significativi livelli di riduzione di spesa, annualmente sono ridotti, e soppressi, i contingenti numerici previsti dalla legge, in conseguenza della progressiva cessazione dal servizio, a qualunque titolo, dei dipendenti. Occorre far presente che i Direttivi e Funzionari che percepiscono la c.d. Area Quadri non beneficiano della produttività, istituto previsto dalla contrattazione collettiva, per tutti i dipendenti regionali appartenenti alle categoria A – B – C e D.. I Direttivi ed i Funzionari che non rientrano nella c.d. “Area Quadri” rientrano invece nell’attribuzione della produttività alla pari dei dipendenti appartenenti alle categorie A, B e C Quindi per coloro che scrivono il contrario, diciamo: che se ne facessero una ragione e la smettessero di dire baggianate .. oppure si facessero eleggere in consiglio regionale cosi da riuscire a modificare la legge senza escludere però che nel contenzioso che si ingenererebbe i Giudici (per i motivi su esposti) darebbero ragione al personale de quo, con ristoro dei consiglieri alla corte dei conti per procurato danno erariale! Giurisprudenza docet!! E per finire ribadiamo che d’ora in poi si risponderà ogni volta che saranno pubblicati articoli contro di noi”
Per i funzionari dell’Amministrazione Regione Molise F.to Dr. Massimo Farina
________ Non sappiamo se il signor Farina sia un leguleio, qualora lo fosse, non ne apprezziamo lo stile e tantomeno la diffusa stupida gratuita ironia che gli lasciamo in dote a suo conforto personale. Ironia cui di solito ricorrono i deficitarii di argomenti, al di là degli sproloqui Cicero pro domo … della committenza . Ciò che conta è che due consiglieri regionali, Manzo e Federico, raccogliendo le nostre denunce, sono intenzionati ad affrontare la questione, e che l’opinione pubblica sia largamente disgustata nel vedere dipendenti della cosiddetta Area Quadri, grazie a due leggi vergogna passate in cavalleria nel sistema delle consorterie (in questo caso politica e sindacati), che non rispondono del lavoro ché non l’hanno: spieghi il presunto leguleio come si possano gratificare di indennità soggetti che sono capiufficio di se stessi o che svolgono mansioni inferiori, non avendo altra capacità. Che le leggi regionali 30 del 2005 e 33 del 2006 siano il risultato della peggiore associazione di interessi tra politica e apparato amministrativo, sta proprio nella determinazione che annualmente, della caterva di direttivi nati dal nulla, “si riducono i contingenti numerici, in conseguenza della progressiva cessazione dal servizio, a qualunque titolo”. Non avendo coraggio di eliminare le brutture giuridico - amministrative, come meriterebbero, i politici regionali si affidano al trascorrere del tempo. Saremo anche scribacchini, ma altri sono usurpatori: di legalità, di giustizia sociale, di equità. E figli della più becera delle sporche clientele politiche. (Dardo)
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3 26 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Dipendenti di Molise Acque sul piede di guerra
RSU e sindacati chiedono un incontro urgente al Presidente frattura, preoccupati per il futuro del personale Tanto tuonò che piovve. In tempi non sospetti avevamo cominciato ad interessarci ai “movimenti” che stavano delineandosi all’orizzonte di Molise Acque; del suo assetto amministrativo, così come della sua piena operatività nel delicatissimo e strategico settore del servizio idrico integrato della Regione. L’istituzione, voluta dalla Giunta regionale, di una Commissione esterna (nominata con delibera di Giunta regionale n. 27 del 22/01/2015) “…per lo svolgimento delle attività preparatorie e ricognitive relative alla definizione del nuovo assetto istituzionale nel comparto del servizio idrico regionale….”, ci aveva già dato da pensare: che bisogno c’era di una Commissione esterna (107 mila euro di costo per le casse regionali), composta, tra l’altro da persone senza nessuna comprovata competenza e/o
Le risorse idriche del Molise costituiscono una piattaforma di obiettivi di sviluppo, di progetti e di destinazioni d’uso intorno alla quale si concentrano e premono interessi di natura economica e sociale che a loro volta pretendono grande senso di responsabilità e grande padronanza da parte di chi istituzionalmente è chiamato a gestirle. Una ricchezza che solo pochi sanno considerare nella reale sua dimensione, quasi nessuno, invece, sa sviluppare in una reale politica di sviluppo. Da nessuna parte si riesce a raccogliere infatti un dato statistico, un atto amministrativo, un segnale politico da cui assumere la certezza che il Molise riesca a trarre dalle risorse idriche qualcosa per la sua economia Anche i rapporti con le regioni confinanti (Abruzzo, Campania e Puglia), che dell’acqua molisana fanno incetta a buon mercato, sono sostanzialmente piegati agli interessi prevalenti degli interlocutori. Ciò perché, è evidente, il Molise non ha un piano per lo
di Giovanni Muccio* Che fine ingloriosa il nostro amato Molise si sta avviando e chi l’avrebbe mai immaginato. Non passa giorno che il Presidente Frattura viene crocifisso sull’altare del massimo responsabile amministrativo di questa fine disonorevole in cui si avvia il glorioso Popolo molisano. Tutto chiude, nulla si costrui-
esperienza specifica nel settore, per ridisegnare assetto istituzionale e obiettivi di Molise Acque? Non c’erano già una legge istitutiva, lo
stesso statuto dell’Ente e le prerogative del Consiglio regionale a svolgere questo compito di indirizzo strategico e di controllo? Le preoccupazioni
hanno cominciato, ovviamente, a serpeggiare nelle stanze stesse di Molise Acque: il direttore generale, Sergio Di Vico, si è dimesso; i lavoratori, riunitisi ieri in assemblea, in un documento, esprimono malessere per un atto, la delibera n. 27, che viola il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, in quanto non rispetta le relazioni sindacali, in particolare l’obbligatoria informazione alle organizzazioni sindacali e RSU, e ne chiedono, quindi, la revoca immediata; le stesse organizzazioni sindacali chiedono, contestualmente, un incontro urgente con la parte pubblica, “…affinchè porti a conoscenza del personale le proposte messe in atto e che intende perseguire riguardo al futuro degli stessi, in un corretto e leale confronto sindacale”. Insomma nel già intricatissimo quadro di ver-
Abbondiamo d’acqua ma incapaci di gestirla L’assenza di un piano regionale per l’utilizzazione delle risorse idriche è un forte handicap sfruttamento e per l’utilizzo delle risorse idriche. Questa carenza autorizza le regioni confinanti a “pretendere” parte della nostra acqua e – incredibile, ma vero – a sottopagarla. Né l’acqua raccolta nelle dighe del Liscione, di Chiauci, di Occhito, di Arcichiaro (Guardiaregia) e quella da raccogliere a Piano dei Limiti, in prossimità di Colletorto, è finalizzata con certezza ad un uso specifico che aiuti l’economia del Molise a trarne vantaggio. Abbiamo un “tesoro” e non siamo nella condizione di farlo fruttare. I piani irrigui e i piani della distribuzione dell’acqua per uso potabile sono evanescenti. Eppure c’è stato un tempo in cui s’è discusso con sana intenzione e a livello alto di responsabilità. Viene alla mente l’incontro tra Michele Iorio, presidente della Regione, e Antonio Di Pietro, ministro delle infra-
strutture, per valutare già a quel tempo (siamo nel 2008) l’urgenza di portare a conclusione l’invaso sul Trigno e di stabilire con chiarezza assoluta i rapporti con l’Abruzzo sulla derivazione dell’acqua (a fluenza) all’altezza di S. Giovanni dei Lipioni, in ter-
ritorio di Trivento, troppo sbilanciati in favore del nucleo industriale di San Salvo. Sempre in quel tempo c’è stato l’incontro di Iorio con il governatore della Puglia Niki Vendola per mettere a punto l’invaso di Piano dei Limiti, a valle delle diga d’Occhito,
Che fine ingloriosa il nostro Molise sce e nulla si programma. Bastano queste due righe per dire tutto e non fare l’elenco della spesa. Detto ciò, mi chiedo e vi chiedo ci basta dire che il Presidente Frattura è il solo ed unico responsabile politico di tutto ciò, che sta avvenendo in questo nostro amato Molise?
Siamo onesti intellettualmente e politicamente e non addebitiamo tutta la colpa al Presidente, anche se la maggioranza di essa è la Sua e non si discute, ormai i ponti li ha chiuso da tempo il Guerriero Sannita con il Presidente e anche in malo modo, per cui ciò che dico non appaia una
difesa. Dove sono i suoi parlamentari e cosa fanno per coadiuvarlo in sede Governativa? Dov’è il suo Partito? Dove sono i suoi Assessori? Dov’è la sua opposizione? Tutti o quasi defilati, tutti o quasi nel loro silenzio, pensano di avere l’anima pulita e le cose che succe-
tenze, stati di agitazione, procedure di fallimento e/o riconversione, crisi occupazionale, mancava solo il nuovo fronte apertosi ufficialmente in seno a Molise Acque. Viene da chiedersi se l’intera questione non potesse essere gestita dalla Politica in modo più urbano, con più partecipazione e coinvolgimento delle parti in causa. Si sarebbe, crediamo, potuto migliorare impianto amministrativo e strategie operative dell’Ente sfruttando gli organismi che già c’erano; fissare obiettivi avanzati e concorrenziali includendo personale e sindacati, per migliorare le, pur presenti, criticità. Si è scelto, evidentemente, di andarci giù pesante e senza riguardi (istituzionali), aprendo, di fatto, un nuovo fronte di malcontento e agitazione, di cui, francamente, nessuno sentiva l’esigenza.
e la destinazione dei previsti 11 milioni di metri cubi d’acqua dal fiume Fortore. Tutto questo accadeva in ossequio alla considerazione che le risorse idriche del Molise costituiscono il presupposto cardine di un insieme di obiettivi di sviluppo, di progetti, e di destinazioni che il Molise, in proprio, e in partnership con le regioni confinanti, ha il dovere di tutelare e di valorizzare. Dobbiamo purtroppo annotare con rammarico che gli invasi si sono risolti nell’alterazione dell’ambiente e del territorio, le risorse idriche una potenzialità inespressa, e la contrattazione per un diverso e più redditizio rapporto con Abruzzo, Puglia e Campania, un impegno vistosamente mancato. Tra le regioni italiane nessuna più del Molise può vantare il numero di invasi artificiali e un volume di tanto misero e deludente. E meno che mai una classe politica e una classe dirigente così vistosamente inadeguata a farsi valere e a difendere gli interessi veri della collettività molisana.
dono non è colpa loro. Intanto il Molise sta morendo e le responsabilità a parere del Guerriero Sannita sono di tutti, in varie misure a secondo del potere politico che rivestono. La croce la portano i molisani..ma nessuno o quasi è immune da responsabilità politiche. * Presidente Guerriero Sannita
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4 26 febbraio 2015
Nella riorganizzazione del servizio di Gabinetto del presidente della Regione Molise scoppia il caso Bollella Il direttore del servizio di Gabinetto del presidente della Regione Molise e degli affari istituzionali Mariolga Mogavero, in virtù del fatto che il servizio è annoverato tra le strutture dirigenziali “speciali”, cui è riconosciuta piena autonomia rispetto alle direzioni generali, fatta salva la dipendenza funzionale dal presidente della Regione, in sostanza può fare ciò che vuole (naturalmente d’accordo col Capo, s’intende) e come meglio loro aggrada. Lo deduciamo dalla determinazione sottoscritta il 21 febbraio scorso con la quale l’ingegnere Mariolga Mogavero ha determinato, appunto, di riorganizzare il Servizio nelle seguenti unità operative (uffici): ufficio di staff del Gabinetto e del cerimoniale (Carmine Vellucci, responsabile, Giuseppe Del Russo, Andrea Montella, Giacomina Struzzolino e Tiziana Visaggi, collaboratori); affari generali e giuridici del Gabinetto del presi-
dente (Sarah Testa, responsabile, e Rosanna Romoli, collaboratore); redazione del Bollettino ufficiale della Regione Molise (Nicola Di Pardo, responsabile); supporto alle attività gestionali, amministrative e di economato del Gabinetto del presidente (Rosaria Rizzacasa, responsabile); delegazione di Roma (Arcangelo Carozza, responsabile, Virginia Buonopane, Adele Neri e Rita Maddonni, collaboratori); coordinamento progetti speciali della presidenza della giunta e cooperazione territoriale europea (Ivana Mustillo, responsabile, la quale, per essere addetta al coordinamento dei progetti speciali del presidente, da quest’ultimo è stata nominata nella commissione che sta valutando le idee progettuali per la sede regionale, ciò a riprova della domesticità della commissione, come abbiamo avuto modo di scrivere e documentare su queste colonne); delegazione
di Bruxelles (Carlo Marinelli, responsabile); supporto e collegamento per le relazioni comunitarie sede di Bruxelles (Michel Petracca, responsabile); coordinamento produzione dell’attività di comunicazione e informazione, attuazione della legge 150/2000 (Pasquale Abiuso, responsabile); Cooperazione Territoriale europea, programmi transnazionali e transfrontalieri, cooperazione pubblica allo sviluppo (Mario Ialenti, responsabile); ufficio stampa del Presidente della Regione (Pasquale Abiuso, responsabile ad interim, e Sabrina Varriale, collaboratore a tempo determinato); attuazione del programma di governo, rapporti con il consiglio regionale e la conferenza Stato-Regioni, innovazione e semplificazione amministrativa (Luigi Bollella, responsabile). Il direttore e il presidente possono dunque fare ciò che meglio gli torna comodo e
funzionale, stante, come abbiamo detto, la piena autonomia del servizio rispetto alle direzioni generali. Possono farlo fino al punto di assegnare a Luigi Bollella la responsabilità del servizio sopra indicato, nonostante egli sia un dipendente dell’università degli Studi del Molise, categoria “D” (inquadrato nell’area tecnico - scientifica elaborazione dati), in posizione di comando presso il servizio competitività dei sistemi produttivi e sviluppo delle attività industriali ed estrattive e politiche della concorrenza della direzione dell’Area Prima (deliberazione della giunta regionale 310 dell’11 luglio 2014), fino al 15 febbraio 2015. Se abbiamo letto bene, il comando sarebbe scaduto il 15 febbraio, cioè 6 giorni prima che il direttore Mariolga Mogavero, nel riorganizzare il servizio che dirige, gli desse la responsabilità dell’unità operativa che si oc-
cupa dell’attuazione del programma di governo, dei rapporti con il consiglio regionale e con la conferenza Stato-Regioni, dell’innovazione e della semplificazione amministrativa. Con una particolarità da non sottovalutare: in nessun atto, di quelli che abbiamo potuto consultare, meno che mai nella determinazione dell’ingegnere Mogavero del 21 febbraio scorso, è detto che a Bollella gli sia stata prorogata la posizione di comando. Dimenticavamo: il presidente Frattura e il direttore Mogavero possono fare tutto. Anche assegnare la titolarità di un’unità operativa ad un comandato (proto, attenzione!: comandato, non raccomandato) dall’università, con contratto scaduto (alla lettura degli atti). Urge chiarezza. Dardo
Quando il cittadino è impotente di Massimo Dalla Torre Sono una ragazza di 34anni molto semplice, ciò che più desidero è incontrare un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle, per metter su famiglia. Fisicamente sono di altezza media, magra, riccia e occhi azzurri, vesto in maniera femminile ma senza esagerare perché non amo mettermi in mostra, sono una ragazza discreta e riservata.
Ciao, sono un ragazzo di 36 anni molto sportivo, mi piace leggere, soprattutto i thriller, il cinema e il mare. Sono riservato, ci metto un po’ prima di aprirmi agli altri, ma appena abbasso le mie barriere, divento simpatico e scherzoso! Fisicamente mi considerano carino, ma ciò che le persone apprezzano maggiormente in me è la mia personalità dolce e determinata nello stesso tempo.
Sono rientrata dal nord-Italia per problemi familiari, sono molto legata alla mia famiglia, ho dei valori solidi e spero di conoscere presto un bravo ragazzo con cui costruire una storia bella con dei figli. Ho 41 anni, fisicamente sono bionda con gli occhi chiari, mi piace vestire alla moda ma sempre in modo sobrio. Sono dolce e sensibile e quando mi innamoro mi dedico totalmente alla persona che ho accanto.
Sono un ragazzo abbastanza carino, alto, magro, mi piace vestire in modo curato. Mi sono iscritto a quest’ agenzia per essere aiutato a conoscere persone nuove, mi guardo intorno e vedo i miei amici fidanzati o sposati, uscire con coppie non è stimolante. Ho 40 anni, lavoro come commerciale per un’azienda molisana, ho una vita serena, ma mi manca una compagna.
Le persone mi definiscono dolce e romantica, amo la vita in tutte le sue sfaccettature, accetto le cose belle ma anche quelle brutte! Non mi arrendo mai, sono combattiva e sincera. Ho 45 anni, fisicamente sono magra, di altezza media, capelli lunghi, pelle scura, mi piace curarmi ma senza esagerare. Ho 2 figli abbastanza grandi e autonomi e di conseguenza tanto tempo libero da dedicare a un compagno amorevole e intelligente. Sono una ragazza nubile di 50 anni, mi piace definirmi scherzosamente “con pochi pregi e molti difetti”! Ho tanta voglia di tornare ad amare e, dopo le varie delusioni, non è facile per me. Sono carina e particolare, anche il mio look non è ordinario, amo ballare, gli animali e la vita. Ho 57 anni, sono separata da molto, ho 3 figli grandi e amo stare a contatto con la natura. Mi piace cucinare e preparare dolci, pane e pasta fatti in casa, adoro prendermi cura delle persone che amo. Fisicamente sono bionda, capelli lunghi, curata, ancora una bella “ragazza”! Sono vedova da molto, ho 63 anni e due figli grandi con le loro famiglie, vivo sola e mi sento “sola”! Mi manca la presenza di un uomo nella mia vita, sentirmi amata, ricevere dei gesti di affetto e di stima! Sono disposta anche a trasferirmi o ad accoglierti a casa mia.
Nella mia vita ho avuto soltanto due relazioni importanti, per il resto mi sono dedicato solo al mio lavoro di tecnico specializzato presso una grande azienda. Ho 46 anni, sono alto, occhi chiari, caratterialmente sono buono e disponibile, in casa mi occupo di tutto, sono autonomo, ma mi manca una compagna dinamica, attenta e vivace, che riempia la mia casa di allegria e vita. Non mi sono mai sposato, ho avuto relazioni di poco conto e adesso, a 51 anni, vorrei tanto conoscere una donna, anche con precedente matrimonio e figli, con cui condividere tutto! Ho una buona disponibilità economica, una casa di proprietà e tanto tanto amore da offrire alla donna che vorrà conoscermi. Credevo di non volere più una relazione, per diverso tempo sono rimasto solo, ma oggi ho capito che non è la vita che vorrei! Sono un uomo ancora giovane sia per l’età, ho 54 anni, ma soprattutto per lo spirito. Mi piacciono le cose semplici, il mare, le gite fuori porta e mi ritengo una persona sincera e solare. Sono vedovo, lavoro in un ente pubblico e ho un figlio grande e indipendente. Ho 61 anni, sono vedovo e pensionato. Mi sono ritrovato solo nella fase della vita in cui, forse, si può tornare a rilassarsi e a prendersi cura di sè e della propria donna. Mi sento ancora giovane, ho una solida posizione economica, vorrei una compagna con cui dividere le giornate, anche senza convivenza, purché diventiamo l’una il sostegno dell’altro
«Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo… quindi sfugge al giudizio umano»... Questa è la estrapolazione della citazione che appare nei titoli di coda del film di Elio Petri “indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” magistralmente interpretato dall’indimenticato Gian Maria Volontè e da Florinda Bolkan. Film vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e del Premio Oscar al miglior film straniero 1971, nonché una nomination per la migliore sceneggiatura originale agli oscar del 1972. Citazione che da il pretesto per fare qualche riflessione sui vari articoli che compaiono quasi quotidianamente sulla stampa locale. Articoli che evidenziano come la Politica e i cosiddetti poteri forti costituiscono una casta impossibile da scardinare e tanto meno capire quali sono le logiche che li legano a doppio fino. Riflessioni che fanno si che nel Molise, i cosiddetti “intoccabili” tanto per parafrasare un altro film del maestro De Palma si sentono al sicuro. Una sicurezza dettata forse dalle dimensioni dal territorio dove tutti si conoscono e dove uno ha bisogno dell’altro. Un qualcosa che lascia attoniti, sconcertati, disorientati perché se le cose stanno così, e non crediamo che non lo siano, si deve costatare che il “feudalesimo di provincia” che porta privilegi ai cosiddetti “soliti noti” non è seppellito, anzi è vivo e vegeto, tanto da proliferare a vista d’occhio. Una condizione che mette in risalto come le distonie del sistema non potranno mai essere corrette perché i poteri nonostante tutto sono a stretto contatto tra loro e di conseguenza difficilmente cozzano. Una condizione che pone alcune domande cui però difficilmente l’uomo della strada avrà risposta se non una…io sono io mentre voi non siete nulla…anche se il finale è diverso come ebbe a dire il Marchese del Grillo all’atto in cui gli veniva riconosciuta “la nobiltà” e di conseguenza non fu tradotto a Castel Sant’Angelo, luogo di detenzione dello Stato Pontificio. Citazione che mette in risalto, qualora non ce ne fossimo accorti, ma purtroppo è la realtà, l’esistenza delle “affinità elettive” tra poteri per cui non rimane altro che abbassare la testa, anche se si dissente e dichiararsi impotenti. Una condizione dettata proprio dalle attribuzioni delle “caste” che si avvalgono, nonostante più volte si è chiesto di stravolgere le regole e i privilegi, del termine IMMUNITA’ che, secondo la grammatica è una parola composta di origine latina, immunitas, inmunitas derivata dall’arcaico munus .
TAaglio lto
5 26 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Sul servizio di screening oncologico si gioca una partita di civiltà La prevenzione è lo strumento più importante per ridurre i costi, sociali e finanziari, che il cancro produce. Ed invece... Si possono affilare parole come coltelli quando si tratta di condurre battaglie di etica, di partecipazione collettiva all’organizzazione del convivere civile. Alle volte ci si può ergere, anche maldestramente, a censori di questo o quel provvedimento; si può avere il diritto-dovere di contrastare, esercitando con onestà intellettuale le proprie facoltà di intelligenza critica, le scelte di chi ha l’onere di amministrare (governare) il tessuto sociale di riferimento. Nel caso della sospensione del servizio di screening oncologico, deciso dalla direzione generale dell’ASREM (900.000 mila euro l’anno di spesa per un fondamentale servizio di prevenzione e diagnosi precoce, diffuso sul territorio regionale e supportato anche da un’unità mobile, per raggiungere le aree più
isolate), è davvero arrivato il momento di prendere una posizione; di rendersi conto che il futuro non è
un’entità astratta, filosofica, ma, molto più concretamente, la sommatoria delle scelte che ciascuno di
noi, quotidianamente, è chiamato a compiere, come membro attivo della società. Assistere passivamente alla costruzione di un futuro dove elementari principi di umana solidarietà, ma anche di corretta gestione delle risorse, vengono sfacciatamente contraddetti in nome di una supposta opera di revisione della spesa, è inaccettabile. Noi, dal canto nostro, una posizione l’abbiamo presa, denunciando i limiti di un provvedimento non solo degradante da un punto di vista etico, ma anche palesemente improduttivo sotto il profilo gestionale, dato che prevenzione e diagnosi precoce sono le armi più importanti, per un amministrazione intelligente, per abbassare i costi, sociali e finanziari, che il cancro produce. Per questo pensiamo sia opportuno proporvi,
nella lettera aperta pubblicata di seguito, le parole di altre persone che hanno deciso di assumerla una posizione, raccontando a tutti noi un’esperienza che speriamo troviate illuminante; utile per scorgere ancora un senso nel nostro convivere. L’esperienza di chi ha combattuto il Male, ma non supinamente, berciando contro un destino infame, ma scegliendo di offrire ad altri la possibilità di patire meno, di essere curati per tempo, magari di guarire. L’ esperienza di quelle donne che avevano fortemente voluto il servizio di screening oncologico, che un burocrate ha deciso di cancellare con un tratto di penna; tirando una riga su uno spiraglio di umanità e di intelligente e proficuo uso delle risorse pubbliche che s’era aperto all’orizzonte di questa regione.
LETTERA APERTA CANCRO. Ero una ragazzina e Antonio, mio fratello, un adolescente, quando abbiamo sentito pronunciare per la prima volta questa parola; il Dott. Tirabasso, medico competente e caro amico di famiglia, guardava avvilito mia madre, di cui ricordo nitidamente la paura e la disperazione per un nemico sottile e silenzioso scoperto in modo banale, che gli avrebbe cambiato per sempre l’esistenza. E’ strana questa malattia: si insinua senza che uno se ne renda conto. Non ci sono sintomi, non ci sono dolori. Nulla che faccia presagire il male. Eppure c’è. Forse per questo fa così paura. Da quel momento si sono susseguiti anni di inquietudine e solitudine; mia madre girava ospedali e città per vincere la sua battaglia. Strano riflettere che non più di venti anni fa nella nostra regione non esistessero centri in cui poter effettuare cure radioterapiche e chemioterapiche; chi era minato nel fisico e nello spirito doveva subire anche il disagio dell’esser lontano dai propri affetti e dal proprio “nido”. Poi la svolta: “Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze”. Giovanna decide, nel 1995, insieme ad altre amiche che avevano avuto esperienze simili, di fondare un’associazione, Molise Donna Lega Regionale per la lotta al tumore al seno, per battersi insieme perché non succedesse ad altri quello che era successo a loro. Siamo cresciuti accogliendo nel nostro salone-sede associativa, decine di donne: parole di coraggio, risate, foulard colora-
Le Amazzoni che scelsero di combattere il cancro tissimi per mascherare il vuoto di una mastectomia o dei capelli persi per la chemio, paure, sorrisi e lacrime non sono mai mancati. Dopo anni di denunce e battaglie risultate inefficaci, nel 2002, Giovanna, Nella, Cesira, Teresa, Maria, le mie amazzoni, con lo straordinario appoggio di altre Associazioni di Volontariato e dei Comitati spontanei di malati e familiari riescono finalmente a far impegnare la Regione Molise ad attivare questo fondamentale servizio. Certo è un grande risultato per quelle donne mai dome e combattive per necessità ma non basta avere le cure a “portata di mano” bisogna prevenire e fare informazione sul territorio per impedire o anticipare la comparsa del cancro. Rosa ne è la prova; ha bussato alla nostra porta proveniente da una contrada di un paesino molisano, ha paura perché nel suo seno nasconde una triste verità e ha aspettato tutto quel tempo perché non sapeva a chi rivolgersi. Le amazzoni sono piene di rabbia; non basta combattere la malattia, bisogna sconfiggere anche la ritrosia culturale di chi ha paura di essere emarginato e diverso. Devono puntare più in alto e l’occasione arriva con il progetto Mimosa, presentato dalla Regione Molise e finanziato dal Ministero della Sanità. Il progetto, del tutto gratuito, è uno screening per le neoplasie della mammella che successivamente verrà applicato anche nella prevenzione del carcinoma
della cervice uterina e del colon; vede il coinvolgimento di tutte le strutture sanitarie pubbliche della nostra Regione e si pone come obbiettivo la riduzione della mortalità del 30-40% grazie alla diagnosi precoce. La bella sinergia creatasi con i medici e i presidi coinvolti ha permesso in tutti questi anni a tantissime donne molisane, me compresa, di usufruire di questo servizio vitale, effettuando i test nei centri sede di stabilimento ospeda-
liero e venendo raggiunte in ogni singolo paese con un mammografo montato su una struttura mobile, ove fosse necessario. Fino ad oggi; è di queste ultime ore la notizia che il camperino da sempre utilizzato per queste attività ha smesso di girare la nostra piccola Regione. Scrivo perchè molte di quelle amazzoni, Giovanna compresa, non sono più tra noi a presidiare il territorio e sento il dovere morale di denunciare le bassezze di chi ha
deciso per scopi meramente finanziari di tagliare uno dei pochi fiori all’occhiello della nostra sanità. Provo sdegno per questa società che guarda alla vita di ciascun individuo come a un “prodotto”, che trasforma il diritto inviolabile alla salute in “costo di produzione” e l’assistenza sanitaria in “profitto” e sorrido dei nostri piccoli politicanti che credono di poter ripianare un buco di 400 milioni di Euro tagliando servizi fondamentali, come quello dello screening preventivo, che costano 900.000 mila euro all’anno! Da cittadina e da rappresentante di una famiglia che nel dramma del cancro ha saputo resistere e gioire della vita per oltre vent’anni ho imparato che con la rivendicazione cosciente, civile e responsabile si possono far valere i propri diritti e che le prevaricazioni messe in atto anche e soprattutto da chi detiene il potere possono essere contrastate e messe a tacere con la forza della razionalità, del buonsenso e della civiltà. Troppo spesso abbiamo delegato ad altri scelte e indirizzi che toccano direttamente la nostra vita, i nostri sogni e le nostre aspettative. Spero che questa testimonianza arrivi alle tante persone che credono in una democrazia partecipata e sia motivo di stimolo a ribellarsi e denunciare chi agisce con il sopruso e l’inganno contro la collettività. Chiara Santone Antonio Santone Lino Santone
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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Campobasso
26 febbraio 2015
Alberi monumentali, accordo Comune-Pilla Il censimento sarà effettuato dagli studenti dell’Istituto campobassano CAMPOBASSO. A Palazzo San Giorgio Comune di Campobasso, Università degli Studi del Molise e Istituto Tecnico ‘Pilla’ del capoluogo hanno firmato un protocollo d’intesa per il censimento del patrimonio arboreo e degli alberi monumentali, in riferimento alla Legge n.10 del 2013 e al decreto interministeriale del 23 ottobre 2014 che impongono ai Comuni di dotarsi di un catasto degli alberi, oltre a dover piantare un albero per ogni nuovo nato e realizzare un resoconto relativo al verde pubblico e all’impatto che le amministrazioni hanno su di esso. La partita sul verde, quindi, sembra continuare a muoversi nella direzione giusta per l’amministrazione Battista, complice
anche il beneplacito dai banchi dell’opposizione dei 5 Stelle, sostenitori della politica ambientalista. Non è un caso che Antonio Molinari, consigliere Pd con delega al verde pubblico, abbia sottolineato il ruolo dei grillini, la cui proposta ha trovato il consenso del Consiglio e quindi dell’Esecutivo, che ha messo nero su bianco con una delibera. “Il censimento degli alberi monumentali era previsto nelle linee programmatiche – ha sostenuto Molinari – La rilevazione verrà ora allargata all’intero patrimonio arboreo della città. Nei prossimi giorni i cittadini potranno effettuare delle segnalazioni scaricando un modulo dal sito internet del Co-
mune”. Attraverso il censimento si potranno individuare anche le piante allergeniche presenti in città. Il Pilla, rappresentato in conferenza stampa dal dirigente Rossella Gianfagna, lavorerà sul campo attraverso gli studenti di Agraria, che verranno supportati dall’Università del Molise – è intervenuto nella sala consiliare il Rettore Gianmaria Palmieri – che metterà a disposizione strutture e una serie di risorse scientifiche e dell’ambito agrario. Il censimento degli alberi monumentali dovrà essere completato entro il 31 luglio, ma il protocollo d’intesa avrà validità fino al 31 dicembre affinché possa essere redatto uno studio scientifico.
Grandi Opere di difficile gestione di Michele Rocco Nella nostra città si è pensato sempre alla costruzione di opere faraoniche che, però, poi vanno gestite. Già è tanto se, dopo decine di anni dalla loro progettazione, entrano in funzione, come il terminal bus. Sono migliaia i viaggiatori che vi approdano ogni mattina, ma da anni la situazione è sempre la stessa. Mancanza di una sala di attesa riscaldata con servizi igienici e di biglietteria con tanto di tabellone indicativo delle partenze. come ho visto in tante città capoluogo (di Provincia).
Basta arrivare la mattina con un pullman, e vedere le direzioni di flusso dei viaggiatori, per capire lo stato di pericolosità degli attraversamenti pedonali non consentiti, ma di fatto utilizzati. Molti, volendo raggiungere il centro della città o l’università si trovano ad attraversare incroci stradali a notevole intensità di traffico, previsti solo per il transito di autoveicoli, pullman compresi. Da anni è in costruzione una megastruttura di passaggio pedonale sopraelevato di dubbio utilizzo fu-
turo. Un semplice sottopasso dal terminal al marciapiede opposto, lato ARSIAM, avrebbe risolto il problema in modo meno dispendioso e con utilizzo certo (credo che ci siano anche i livelli per evitare scalinate). Sul versante di chi prosegue per raggiungere la zona nord della città si potrebbero fare piccoli interventi di accessibilità, attuabili immediatamente. Prima di tutto pavimentare quel metro di marciapiede, che nel grande progetto urbanistico, doveva essere
un’aiuola; gli utenti di quel lato avrebbero preferito raggiungere il terminal dal parcheggio sovrastante, scendendo per la scalinata a chiocciola. Credo che rendere fruibile questa scala non comporti costi di adeguamento eccessivi (…in attesa di scendere comodamente in una sala d’aspetto).Un’ultima considerazione: come si pensa di gestire la linea e le piccole stazioni dell’altro faraonico progetto di metropolitana leggera? Terminal docet.
“Il Comune continua a ignorare le imprese locali” L’Acem torna a denunciare il ricorso alle gare d’appalto e minaccia azioni di piazza CAMPOBASSO. L’Associazione Costruttori Edili del Molise fa sapere di “manifestare indignazione sull’atteggiamento del Comune di Campobasso che persiste nel mandare in appalto con procedure aperte lavori di importi bassi, quali l’ultimo pubblicato in questi giorni di poco più di ottantamila euro, relativo alla rete fognaria contrada Feudo-versante Colle dell’Orso,
esponendo gli interventi al rischio di essere aggiudicati a imprese non molisane, con le aziende del posto ferme al palo, laddove la normativa consente il ricorso a procedure negoziate con invito a pochi operatori da selezionare mediante indagine di mercato o tramite apposito elenco, nel rispetto dei principi di trasparenza e rotazione”. “Siamo sconcertati dal comportamento del
Comune capoluogo che non ha inteso recepire i nostri suggerimenti, forse perché non hanno il coraggio di assumersi le giuste responsabilità - commenta il presidente dell’Acem Corrado Di Niro - ma si porteranno sulla coscienza il futuro a tinte fosche di aziende e lavoratori oppressi dalla crisi, perché se la normativa consente determinate scelte e si preferisce non coglierle vuol dire
che c’è disinteresse alle sorti dell’economia locale”. L’Associazione nell’evidenziare che sta monitorando gli esiti delle gare pubblicate in questi mesi, avverte anche che nell’ipotesi dovessero essere aggiudicate fuori regione, coinvolgerà imprese e operai in iniziative forti verso il Comune di Campobasso.
Campobasso
7 26 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La mappa dei numeri parla chiaro
Commissioni comunali e gettoni di presenza: Pd capofila
Se tutti però rientrassero correttamente nella moderazione, sarebbe, questo sì, un segnale apprezzabile La storia infinita dei gettoni di presenza a Palazzo san Giorgio trova sempre nuovi spunti e nuovi capitoli da sviluppare. Molti spunti hanno il sapore di gossip, per via dei sotterfugi che sono statati escogitati per arrivare al numero massimo mensile, tale da raggiungere l’importo (massimo) di mille e passa euro. Commissioni convocate e si aggiornano a piacimento; commissioni che un argomento lo trascinano per più e più sedute; commissioni che non raggiungono il numero legale e per questo costrette a convocarsi a ripetizione ripartendo ad arte le presenze dei commissari, e consiglieri che non se ne perdono una, passando nel corso di una stessa mattinata da un tavolo all’altro. Ma ci sono com-
missioni che non si convocano quasi mai, pur avendo materie importanti da trattare. Potrebbe essere il caso della commissione politiche europee e concertazioni territoriali dal consigliere Durante che, infatti, non risulta tra i presidenti più assidui nella funzione tra gli altri 11 colleghi che, invece, si danno fortemente da fare. Non convoca la sua di commissione, ma, dicono, sia molto presente alle altre di cui comunque fa parte. Questioni personali? Caratteriali? Politiche? Volendo, c’è un po’ di tutto a Palazzo san Giorgio. Anche la rara capacità (auto)critica di taluni consiglieri nel ritenere il numero delle commissioni eccessivo (Enrico Perretta) e la qualità dei lavori scadente, dovuta anche alla la-
bilità delle questioni trattate (e ritrattate) peraltro a sostegno di una giunta che a sua volta produce atti amministrativi di ordinaria amministrazione e di scarsa incidenza programmatica. Dovrebbero muoversi le commissioni a chiedere e a discutere argomenti di rilievo giusto per introdurli nella dialettica municipale e nel confronto tra maggiorana e minoranza. Niente. Neanche su questo lato si colgono segnali di vivezza politica e intellettuale. I consiglieri di opposizione a Battista se la stanno dando a gambe di fronte alla possibilità di mettere il primo cittadino e il centrosinistra in difficoltà. Se non ci fosse il consigliere Ambrosio a liberare i suoi soppesati giudizi di
merito rispetto ai comportamenti e alla scelte spregiudicati della maggioranza di cui fa parte senza vincoli di sottomissione, Palazzo san Giorgio sarebbe una “morta gora”. Le commissioni dicevamo: il numero (12), la qualità dei lavori (scadente). Delle 12, ben 7 sono presiedute da consiglieri del Pd, il partito di maggioranza relativa, il partito del sindaco, il partito che deve provvedere ai bisogni materiali dei propri eletti. E’ dunque in questi numeri e in queste finalità pratiche, di vita quotidiana, forse la ragione per cui le commissioni consiliari sono convocate sempre in numero crescente e tutti i santi giorni. Ma dalla spremitura di tanto impegno e dedizione, niente.
L’aspetto politico, non può essere tralasciato se consideriamo la campagna morale del Pd fatta contro la passata maggioranza di centrodestra anche e soprattutto sull’uso generoso e lassista delle risorse pubbliche. A ruota del Pd con le sue 7 presidenze su 12, c’è il partito dell’Italia dei valori (ma quali? – ndr). Anche questa sigla è tra le maggiormente presenti e accumulatrice di convocazioni. Sicuramente più dell’unica presidenza toccata al Lab; dell’unica presidenza toccata all’Udc, e dell’unica presidenza toccata a Segnale civico. Se tutti però rientrassero correttamente nella moderazione, sarebbe, questo sì, un segnale apprezzabile.
Sicurezza, l’impegno del Questore Continuano gli incontri con i Sindaci per valutare nuove azioni di prevenzione CAMPOBASSO. Continuano gli incontri tenuti dal Questore Pagano con i Sindaci della Provincia allo scopo di ricevere informazioni, suggerimenti e richieste attinenti alle esigenze di sicurezza dei vari Comuni, al fine di rendere sempre più diffusa ed incisiva l’attività di prevenzione generale e controllo del territorio che, con grande determinazione, la Polizia di Stato di Campobasso sta portando avanti in ambito provinciale. Nella serata dello scorso 23 febbraio, presso la Sala Consiliare del Comune di Riccia, il Questore – accompagnato dal Vicario, Dr.ssa Alessandra Faranda Cordella, e dal Capo di Gabinetto, Dr. Maurizio Ferraioli - ha incontrato i Sindaci di
Riccia, Jelsi, Gambatesa, Cercemaggiore, Tufara, S. Elia a Pianisi e Pietracatella. Pur non essendosi registrato un incremento dei reati nei Comuni interessati, nel corso dell’incontro i Sindaci hanno illustrato le necessità riscontrate - sotto il profilo della sicurezza - nell’ambito delle rispettive giurisdizioni, ponendo l’accento sulla necessità di incrementare l’attività di prevenzione verso alcune tipologie di reati come furti, spaccio di droga e truffe agli anziani, senza tralasciare i pericoli derivanti dal bullismo, nonché dall’abuso di alcool e dal crescente uso delle slot machine, causa – questi ultimi – di vere dipendenze patologiche con gravi risvolti di natura sociale.
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Alla luce di tali considerazioni, sono state concordate le strategie operative da mettere in atto e che saranno portate all’attenzione del Sig. Prefetto per la successiva approvazione nelle sedi istituzionali. Parole di grande apprezzamento per l’iniziativa sono state espresse dai Sindaci partecipanti all’incontro, mentre il Questore Pagano ha assicurato il massimo impegno della Polizia di Stato di Campobasso volto ad incrementare il livello di sicurezza nella provincia, venendo sempre più incontro alle crescenti richieste, in tal senso, da parte dei cittadini. Campobasso, 25 febbraio 2015
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Isernia
26 febbraio 2015
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Clan dei Casalesi, pregiudicato arrestato dai Carabinieri Altre due persone denunciate per ricettazione e droga. Sotto sequestro dosi di marijuana e recuperata refurtiva di ingente valore ISERNIA. E’ il terzo arresto eccellente eseguito dai Carabinieri nella provincia di Isernia nelle ultime due settimane. Dopo quello eseguito dai militari del Nucleo Investigativo nei confronti di Luigi Imundi, 50enne di Ciorlano in provincia di Caserta, responsabile di rapine in abitazioni e quello eseguito dai Carabinieri di Venafro nei confronti di Paolo Lama, 55enne, di Aversa, appartenente al Clan dei Casalesi, per evasione dai domiciliari per i quali si trovava ristretto in quanto responsabile di associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni, nella tarda serata di ieri è scattato l’arresto nei confronti di Omar Oreste Basco, 45enne di San Cipriano d’Aversa nel Casertano, appartenente al Clan dei Casalesi fazione “Zagaria”. Il pregiudicato è stato rintracciato dai militari della Stazione di Venafro presso il suo domicilio ubicato in quel centro e trasferito presso la casa circondariale di Isernia in esecuzione di un mandato di cattura emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Napoli, dovendo lo stesso espiare una condanna a due anni e mezzo di reclusione per associazione a delinquere di stampo camorristico. Le attività dell’Arma nella provincia sono proseguite con una denuncia eseguita dai Carabinieri della Stazione di Isernia nei confronti di un 27enne del posto, in quanto a se-
avvalso della complicità di qualcuno. Infine, sempre ad Isernia, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, hanno denunciato un 19enne del posto, sorpreso nei pressi della stazione ferroviaria in
possesso di un involucro contenente alcune dosi di marijuana. La droga è finita sotto sequestro mentre le indagini continuano per stabile se lo stupefacente era per uso personale o se destinato all’attività di spaccio.
guito di una perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di vari materiali ed oggetti di valore asportati da un esercizio pubblico di Isernia lo scorso mese di ottobre. La refurtiva, per un valore economico di circa diecimila euro è stata interamente recuperata e sottoposta a sequestro in attesa di essere restituita al legittimo proprietario. Il 27enne dovrà ora rispondere del reato di ricettazione, mentre proseguono le indagini per accertare se il giovane sia anche l’autore materiale del furto o se si sia
Piana di Venafro, inquinamento fuori limite Un problema che riguarda una vasta area ed ha la necessità di un monitoraggio VENAFRO. “La questione inquinamento ambientale per la Piana di Venafro, rappresenta ancora un problema per la popolazione che è costretta a convivere con dati sempre più allarmanti dei livelli delle polveri sottili e del diossido d’azoto. Le considerazioni di molte associazioni locali che difendono l’ambiente, il territorio e la salute, non lasciano dubbi sulla necessità di intervenire, da subito, su tale questione”. A esprimersi così l’assessore regionale Massimiliano Scarabeo che sul tema propone l’istituzione di un Tavolo Tecnico contro l’inquinamento.
“La prevenzione di ogni forma di inquinamento che mette in serio pericolo la nostra salute – ha continuato Scarabeo - va fatta non con semplici promesse, ma coi fatti. Le leggi ci sono e vanno applicate, è giusto allora appoggiare le iniziative che al riguardo chiedono e mirano a interventi risolutivi perché venga salvaguardato quello che è possibile salvare e bonificare quello che purtroppo è compromesso per favorire il territorio e le possibilità di crescita che esso può offrirci. La proposta formulata dal Presidente del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, sulla costituzione di un Tavolo
Tecnico Operativo contro l’inquinamento, al di là dei suoi contenuti, mi trova assolutamente d’accordo. Lavorare tutti insieme, associazioni, enti e istituzioni, per cercare, finalmente le giuste soluzioni è ciò che si deve fare, la Piana di Venafro ha ancora molte possibilità di limitare i danni prodotti da decenni di disattenzione verso le problematiche ambientali, la fretta di trasformare un territorio a vocazione agricola in uno industriale, ha fatto dimenticare di contrapporre ai disagi causati da tale scelta, tutti gli accorgimenti in difesa della nostra salute. Con l’istituzione di un Tavolo Tec-
nico possono mettersi insieme le proposte e le azioni che finora non hanno ricevuto risposte utili alla salvaguardia del territorio che ha subito forzature dirompenti con le conseguenze che stiamo registrando quotidianamente. Salvare il salvabile - ha poi concluso Scarabeo - è ancora possibile, lavorando per favorire l’agricoltura, salvaguardare l’ambiente e le bellezze naturalistiche, paesaggistiche che possono rappresentare oltre alla difesa della nostra salute, anche l’ occasione per sviluppare il tessuto economico locale attraverso lo sfruttamento di queste risorse.”
Donna disperata soccorsa dal 113 La polacca ha perso il lavoro e gli agenti fanno la colletta per il biglietto del treno ISERNIA. Un telefonata al numero di emergenza 113, una richiesta d’aiuto: ‘Ho perso il lavoro, non so cosa fare’. Lo stato di agitazione mostrato dalla donna all’altro capo del telefono, che si è rivolta alla Questura di Isernia, ha messo in al-
lerta l’operatore del 113 che intuendo la gravità della situazione e al fine di scongiurare il compimento di qualche gesto insano da parte della donna, faceva inviare sul posto una pattuglia della Squadra Volante. Gli agenti di Polizia – l’episodio è
accaduto due giorni fa – si sono recati in Piazza della Repubblica, dove effettivamente hanno riscontrato la presenza di una cittadina polacca in forte stato di agitazione dovuto ad una profonda crisi di sconforto. La stessa, una volta avvicinata, si è sfo-
gata con i poliziotti confidando loro di aver perso il posto di lavoro e di avere grosse difficoltà economiche. E’ stato a quel punto che gli agenti, dopo aver a lungo colloquiato con la donna, l’hanno riportata alla calma e sono riusciti a farla ospitare da al-
cuni connazionali che si trovano a Roma. In particolare, compiendo un lodevole gesto di solidarietà, hanno acquistato a proprie spese un biglietto ferroviario permettendo alla signora di salire sul primo treno diretto alla capitale.
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Termoli
26 febbraio 2015
Zuccherificio, si riparte dalla confezione Assenti il Comune di Termoli e la Regione, Pasini ha illustrato il piano di rilancio TERMOLI. Nuovi consensi arrivano all’imprenditore Diego Volpe Pasini che ieri ha inteso incontrare i Sindaci del Basso,. presso la sede dello zuccherificio, per offrire a ciascuno di loro l’opportunità di visitare la sede di Pantano Basso in discontinuità con i trend passati che non consentivano di visitare lo stabilimento. Due i nuovi obiettivi della gestione Pasini: primo tra tutti è l’urgenza di raggiungere accordi per la concessione e gestione dei terreni molisani incolti per permettere un congruo ribasso dei costi di acquisto delle bietole e successivamente si raggiungerà l’Expo di Milano quale partner ufficiale di Dolce Italia. Per Diego Volpe Pasini: “sono tutti a vedere questa meravigliosa fabbrica che è la fabbrica del Molise.
Io voglio ricordare a tutti che tutti i soldi che sono stati spesi per tenerla aperta, soldi dei cittadini molisani, manifestano solo una cosa: questa fabbrica è dei molisani e chiunque sarà il proprietario di questa azienda dovrà riconoscere che una parte di essa è dei cittadini di questa regione. Stiamo facendo una visita con (finalmente) il confezionamento che è partito e un grande appello ai bieticoltori e al mondo agricolo, ma anche ai proprietari terrieri del Molise vogliamo lanciarlo: se avete terreni liberi o incolti metteteceli a disposizione, dateceli in affitto noi li prendiamo in conduzione, troviamo subito un accordo che non vi espone neanche a un rischio ma abbiamo bisogno di bietola molisana”.
“Questa fabbrica – ha continuato Pasini – deve lavorare con il mondo agricolo molisano e siamo pronti a fare tutti gli accordi possibili da domani mattina senza esporre nessuno a nessun tipo di rischio. È un messaggio chiaro e preciso parte da quest’anno una fabbrica che sarà il centro di decine di migliaia di ettari del Molise. Così il presidente della provincia di Campobasso Rosario De Matteis che ha affermato: “è una risposta positiva in quanto oggi l’imprenditore ha illustrato questo suo progetto che ritengo valido e ambizioso del rilancio di uno stabilimento che negli ultimi 45 anni ha fatto la storia del Molise. Il rilancio di questo stabilimento
significa dare occupazione e una ripresa economica e penso che tutto questo ci possa essere; quindi, da parte degli amministratori e dei sindaci, c’è tutto l’interesse affinché questo avvenga. Manca Termoli all’incontro odierno, ed anche la Regione ma voglio pensare che vi sono dei motivi legati a questa assenza. Non penso che abbiano voluto boicottare l’incontro. Riguardo la presentazione della nuova confezione, la ritengo molto bella: attira chi va ad acquistare lo zucchero e quindi credo che per la prima volta abbiamo un imprenditore che camminerà sulle proprie gambe. Il tutto a differenza degli anni passati in cui questo stabilimento che era l’unico di Italia a partecipa-
zione pubblica che ha sempre elargito denaro penso che oggi il pubblico deve uscire fuori ma favorire l’imprenditore che vuole investire e portare avanti degli investimenti ambiziosi come questo. Io ci sono entrato negli anni 2005-2006 quando ero assessore all’Agricoltura quando lottammo per conservare questo Zuccherificio quando c’era la riforma dello zucchero e gli zuccherifici di Italia passarono da 19 a 6 dovemmo lottare contro lo strapotere del Nord per difendere questo stabilimento e si sapeva che con la riforma dello zucchero il prezzo della barbabietola calava. Negli anni successivi ricordo di aver visto tutti quegli atteggiamenti bellicosi, con momenti di rissa che dobbiamo dimenticare”.
Via Udine, forse trovata la soluzione L’appello del Comitato dei cittadini ha trovato pronta la risposta del grillino Di Michele TERMOLI. Non sarebbe caduto nel vuoto l’appello degli aderenti al Comitato dei cittadini di via Udine. Secondo quanto scrive alla sua pagina facebook il consigliere di Movimento 5 Stelle Nicola Di Michele, la IV Commissione Lavori pubblici ha inviato alla Giunta comunale la pro-
posta del comitato “credendo che con i dovuti distinguo, possa essere la soluzione definitiva dell’annoso e grave problema”. Il riferimento che chiamiamo alla memoria è il testo della legge finanziaria del 1998 che all’articolo 33 comma 21 prevede che “in sede di revisione catastale è data
facoltà agli enti locali, con proprio provvedimento, di disporre l’accorpamento al demanio stradale delle porzioni di terreno utilizzate ad uso pubblico ininterrottamente da oltre venti anni, previa acquisizione del consenso da parte degli attuali proprietari”. Dinanzi a queste istanze, il co-
mitato via Udine avrebbe tutti i requisiti (e anche il nulla osta da parte dei proprietari) per essere acquisita sulla scia di quanto fatto, analogamente, anche da altre città italiane. Adesso la ‘palla’ passa alla Giunta comunale che dovrà deliberare nel merito.
Turismo, meno 10mila presenze A Termoli è questa la media di turisti in meno registrata nel 2014 TERMOLI. Statistiche turistiche di fine anno dall’Azienda di soggiorno di Termoli. Secondo i dati raccolti dagli operatori della costa termolese, la ricettività nel 2014 ha segnato un ulteriore arretramento, del 6,4% in termini di presenze e del 3,2% in termini di arrivi. A giustificare questa tendenza a calare che purtroppo va avanti da diverso tempo, almeno tre annualità, oltre alla crisi economica, c’è la diversificazione dell’offerta, con i grandi alberghi ridottisi di numero. Complessivamente il numero dei pernottamenti è sceso di poco più di diecimila unità, da 159.054 a 148.898; quello degli arrivi e quindi del turisti e ospiti singoli è passato da 47.141 a 45.631. Le uniche note liete spalmate sui dodici mesi è il trend degli stranieri, che seppur venuti in maggior numero però, hanno drasticamente ridotto la permanenza media, altrimenti non si giustificherebbe una forchetta così
ampia con le presenze rispetto alle registrazioni. I mesi estivi per ec-
cellenza, quelli che trainano ogni rilevazione, giugno, luglio e agosto,
purtroppo, sono marcati in rosso e quelli in nero sono solo gennaio,
aprile (quasi un pareggio rispetto al 2103) e ottobre. Troppo poco. Da qui l’esigenza di invertire la rotta, poiché dallo sviluppo degli asset turistici dipende anche l’innalzamento della cultura dell’accoglienza, che stenta a consolidarsi. Il voler puntare su un brand unico per la costa adriatica, con l’emblema dei Delfini, rientra in questa esigenza. Dalla volontà di proporre un calendario unico di eventi al mettere in rete le strutture turistiche, per offrire davvero pacchetti competitivi. Non solo spiaggia e posto letto, magari affinare sinergie commerciali. Ma tutto questo è il frutto di una lungimirante programmazione che negli anni è venuta a mancare per vari motivi, così come le risorse ora scarseggiano e persino per i comuni costieri è difficile spuntare contributi da enti territoriali di livello superiore.
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Termoli
26 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Chimiche sì, chimiche no si apre il dibattito Dopo l’ampliamento dello stabilimento Momentive il Pd discute con le parti TERMOLI. E’ trascorso ormai un bimestre pieno dall’autorizzazione all’ampliamento nello stabilimento chimico Momentive Performance Materials di Termoli, ubicato nell’area industriale poco distante dalla palazzina del Cosib. Ma di questa espansione produttiva se ne continua a parlare e l’umore dell’opinione pubblica è contrastante, tra chi vede un’occasione di sviluppo e chi la lesa maestà nei confronti di un ambiente che già ha sacrificato troppo il
proprio diritto alla tutela. Per questo il Partito democratico, nell’ambito del circolo adriatico, ha voluto chiamare a relazionare le tre segreterie sindacali del settore, rappresentate da Carlo Scarati, Lino Zambianchi e Marcello Giuditta, rispettivamente per le sigle di settore della Uil, della Cgil e della Cisl. L’apertura del dibattito alla cittadinanza è considerato un elemento positivo, ma lo stesso Zambianchi evidenza che qualora l’amministrazione comunale non desse il proprio parere
la Momentive è pronta a realizzare l’investimento in Germania. Gli organizzatori, per voce di Antonio Sciandra, hanno dato spazio anche alle associazioni, ma tolta Marcella Stumpo della fondazione Milani, il tessuto movimentista non ha saputo cogliere questa occasione. Variegate le posizioni espresse nel corso del dibattito, davanti a una platea assortita di cittadini e iscritti, non tutti con le medesime corde, a conferma di come sviluppo e occupazione da una parte, sa-
lute pubblica e rispetto dell’ambiente dall’altro sono due partiti fortemente motivati e motivandi. Gli esponenti sindacali hanno difeso la scelta della logica industriale, garantendo in prima persone la bontà dei controlli e delle procedure interne. Sciandra ha tirato fuori, invece, il programma elettorale, che dinanzi a situazioni certificate per la garanzia di non aggressione al territorio privilegia gli insediamenti capaci di apportare occupazione.
Immondizia appesa in piena rotonda Succese sempre più spesso al bivio che porta a Petacciato nella zona San Pietro TERMOLI. Altro spettacolo indecoroso in città. Accade nell’area della fondovalle del Sinarca dove, nel bel mezzo della rotonda del bivio che porta a Petacciato, Guglionesi e zona san Pietro di Termoli, è possibile ammirare nuovi rifiuti “ mo’ di palle di Natale” sulle segnaletiche stradali. Qualche giorno fa, ricorderete, vi avevamo documentato di un albero, un pino in via Dante a Termoli, che alcuni sconsiderati e incivili cittadini avevano contributo a far diventare una sorta di “albero di Natale” appendendo ai suoi rami alcuni sacchetti carichi d’immondizia (vergognosi al sol vedere).
Ecco che appunto ieri mattina ne abbiamo trovato: si tratta di un cartello di segnaletica stradale con tre o quattro buste appese da tanto tempo; ricordo che a suo tempo documentammo la cosa stigmatizzandola ma allora c’era solo un sacchetto, nel frattempo l’incivile esempio ha fatto proseliti e “oplà”: i sacchetti si sono moltiplicati. La sola nota positiva di tutta questa incresciosa vicenda è che qualcuno ha notato la bruttura e ha avuto modo di dare un nome quanto all’autore di questa rappresentazione disdicevole.
Termoli calcio, la soluzione possibile Calarco è dimissionario ma ha firmato un titolo a garanzia. Di Meo nuovo allenatore TERMOLI. Dopo i continui cambiamenti di scena andati in onda dal palazzo comunale per quanto riguarda la vicenda del Termoli calcio, alle 20,20 l’uscita dalla porta della sala della Giunta comunale dell’assessore Pino Gallo, la presidente del Consiglio Comunale la signora Vigilante, il capitano del Termoli calcio Falco e il ds Pino De FIlippis ha raccontato gli esiti di quella riunione davvero importante e durata dalle 17,00 fino alle 20,20. Alla luce dei fatti possiamo dire che per il Termoli calcio si prospettano scenari forse sperati e alla fine si può dire gli sia andata bene, almeno secondo le richieste della tifoseria perché Calarco è dimissionario e lo ha fatto firmando un’obbligazione a garanzia su forte e decisa pressione dell’amministrazione comunale. Amministrazione alla quale bisogna fare un grosso plauso perchè le ha provate tutte, ha fatto la spola dall’atrio alla sala a portare e riportare le sensazioni con l’arrivo di attimi di vera tensione tra i tifosi e coloro che stavano dentro a trattare, tanto da far giungere nella casa comunale Carabinieri, Polizia e Vigili Ur-
bani per prevenire possibili gesti inconsulti di qualcuno. Vi proponiamo con le parole di Capitan Falco i termini dell’avvenuto accordo: “Questo è quanto è stato deciso: il presidente è dimissionario, a noi squadra ci ha firmato un titolo a garanzia, ha firmato l’esonero ufficiale dell’allenatore Marcello Casu come anche il contratto per quello nuovo (allenatore che salvo imprevisti, dovrebbe essere il già contattato Giuseppe Di Meo). Dimissionario significa che lui al momento stesso che non terrà fede all’impegno decadrà automaticamente ha un mese di tempo per onorare l’impegno”. In parole povere, l’amministrazione vigilerà sul fatto che questo accordo a garanzia venga rispettato e lo sarà ci è stato detto, Calarco ha messo nero su bianco davanti al Sindaco, il presidente ha poi (come dicevamo) fatto quello che molti si aspettavano squadra su tutti, firmato l’esonero del tecnico Marcello Casu, De Filippis resta saldamente al suo posto e ha poi dato mandato allo stesso DS di provvedere a far arrivare il nuovo tecnico che al
99% sarà Giuseppe Di Meo che arriverà proprio oggi a Termoli per il suo primo allenamento ufficiale. Alla fine possiamo dire dopo aver ascoltato nel pomeriggio di tutto e il contrario di tutto, sfiorato una crisi di nervi, possiamo dire che dopo
tre estenuanti ore e mezzo tutto sommato è andata, se non proprio benissimo, almeno “bene” visto gli scenari che si adombravano all’orizzonte. Sarà finita veramente? Ai posteri l’ardua sentenza.
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Opinioni
26 febbraio 2015
di Luciano Scarpitti Nato da un’intuizione del 2012, in occasione del 125esimo anno dalla fondazione della Società Operaia di Carovilli, ha preso vita e consistenza il Coordinamento Regionale delle Società Operaie di Mutuo Soccorso del Molise. Quel giorno, era il 12 agosto, molte società operaie attive in Molise, con tanto di bandiere e labari, si trovarono a festeggiare il sodalizio di Carovilli, al termine dell’incontro fecero la promessa di rivedersi per dare vita ad una fattiva collaborazione. Sono trascorsi quasi tre anni e quella promessa è stata mantenuta. Sotto la spinta propositiva della Presidente della Società Operaia di S. Martino in Pensilis, Ornella Mancini, e del Presidente della Società Operaia di Carovilli, Angelo Di Ianni, e con la preziosa partecipazione attiva delle Società di Lucito, Casacalenda, San Giovanni in Galdo, Colli al Volturno e Capracotta ha ricevuto approvazione unanime da parte dell’Assemblea Costitutiva il Regolamento del Coordinamento Regionale in una vivace riunione che si è tenuta a Lucito. Erano presenti ed hanno partecipato con vero entusiasmo delegazioni delle varie Società, quasi tutte composte da Presidente, Vicepresidente e due delegati, come previsto dal nuovo Regolamento, ed hanno fondato la nuova entità organizzativa approvando anche un preciso atto costitutivo. In questa fase, nel fissare le regole della collaborazione i fondatori hanno preferito utilizzare la forma di Regolamento anziché quella di Statuto al fine di dare snellezza e facilità di applicazione ai rapporti che dovranno essere improntati più allo spirito di amicizia che ad una serie di regole burocratiche vincolanti, lasciando comunque aperta ogni possibilità di modifica ed aggiornamento man mano che il Coordinamento realizzerà il proprio modo di essere e di
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mento svolge attività ed iniziative che realizzano e favoriscono la crescita sociale e culturale delle realtà all’interno delle quali operano i sodalizi aderenti, con particolare riferimento alla ricerca storica e alla conservazione e promozione delle tradizioni locali”. Inoltre “si impegna a promuovere momenti di socializzazione attraverso l’organizzazione di viaggi ed iniziative di carattere culturale, sociale e ricreativo, che valorizzino i beni storici, monumentali, artistici nonché il patrimonio naturalistico e ambientale del territorio”. In un momento in cui il Molise sembra in attesa di un evento che ne decreti l’accorpamento con altre regioni, se non addirittura lo smembramento del territorio, le Società Operaie trovano la forza di riportare in primo piano lo spirito di fratellanza, che è il fondamento delle antiche Società Operaie di Mutuo Soccorso, tutte nate prima del ‘900, e lo spirito di appartenenza ad una Regione che, seppur piccola, può vantare una storia ed una tradizione culturale assolutamente straordinaria. Nel corso degli interventi che si sono succeduti, tutti i presidenti hanno sottolineato i valori incancellabili trasmessi dai rispettivi statuti e dagli uomini che li hanno rappresentati e l’esigenza di farli comprendere alle giovani generazioni. Uno degli strumenti di modernizzazione è rappresentato proprio dal Coordinamento Regionale che può creare sinergie e collaborazioni in grado di rallentare o bloccare il processo di svilimento di questi antichi sodalizi. Prossimamente si incontreranno i Presidenti che formeranno il Comitato di Coordinamento all’interno del quale dovranno eleggere il Presidente ed il Vicepresidente, cariche che avranno la durata di due anni, senza possibilità di rielezione immediata anche per favorire la rotazione degli incarichi.
Le Società Operaie molisane danno vita al coordinamento regionale
Nell’Aula Magna dell’ITIS “G. Galilei” di Roma, gremita all’inverosimile, ha tenuto banco il Convegno Nazionale “Interventi e Prospettive per una Scuola Nuova e Inclusiva. Gli insegnanti di sostegno si confrontano e propongono” con il patrocinio dell’Assessorato alla scuola, sport, politiche giovanili di Roma Capitale e il sostegno dell’Istituto Europeo Pegaso Onlus. Il convegno, che ha riscosso un successo in termini partecipativi di valenza e di grande impatto mediatico sarà riproposto, con varianti di carattere sportivo, con la partecipazione di atleti diversamente abili, che si cimenteranno in discipline diverse e si confronteranno con gli alunni dei plessi scolastici delle dirigenza scolastica di Montenero di Bisaccia. A 40 anni dall’inserimento degli alunni con disabilità nella scuola pubblica, lo scenario culturale e sociale è completamente cambiato. Per questo, in occasione della campagna di sensibilizzazione della Tredicesima Edizione del FIABADAY 2015 “Educhiamo alla diversità….formiamo il nostro futuro”, il Diparti-
operare. Alla riunione hanno partecipato sia il Sindaco di Lucito, Fabiola de Marinis, che ha voluto fare gli onori di casa, sia il sindaco di Carovilli, Antonio Cinocca; entrambi si sono detti molto onorati di partecipare ad una riunione di tale importanza sia per i valori tradizionali che le Società operaie portano nel loro patrimonio, sia per i significati moderni che esse dimostrano di possedere nel realizzare un’operazione fortemente proiettata al futuro. Il Regolamento approvato precisa al-
l’Art. 2 che “il Coordinamento è il punto di riferimento delle diverse S.O.M.S. che vi aderiscono e costituisce un organismo unitario che le collega in maniera stabile e con carattere di continuità, costituendo una rappresentanza unitaria di iniziativa e proposta sia di attività comuni che di interazione con le istituzioni locali e regionali. Il Coordinamento svolge le sue funzioni nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia delle singole Società aderenti”. Tra gli scopi di questa nuova organizzazione l’Art. 4 precisa che “il Coordina-
Il progetto Fiaba Molise mento Scuola FIABA ha organizzato il Convegno Nazionale, con l’obiettivo di intervenire nell’attuale dibattito culturale e politico, sollecitando le Istituzioni ad avviare il cambiamento e adattare le normative sulla spinta delle sollecitazioni provenienti dal personale scolastico, docenti e dirigenti. Fiaba Molise, con il suo messaggero Maurizio Varriano, intende riproporre l’attenzione proprio quando la politica dimentica che l’assistenza ed il sociale sono un obbligo e non si può tagliare su un settore che vede in prima linea persone che dovrebbero essere difese e non bistrattate e relegate ad una vita di secondo livello. Una totale qualità della vita per una vita migliore per tutti ricordando che nella vita di un uomo almeno 4 volte ci si trova ad essere disabili. FIABA c’è sempre e come Fondo Abbattimento Barriere Architettoniche è pronta, come sempre, a battersi per la pari dignità delle persone, quale esse siano. Una battaglia che FIABA con l’UIC e le altre categorie condivide e che invita
alla sensibilizzazione del fare e non del pietismo. Si inizia il 27 febbraio ad essere presenti alla Giornata del Brail ad Isernia sala ITIS a partire dalle ore 9,00. Montenero di Bisaccia vedrà la sua due giorni, presso la sala consiliare del Comune di Montenero di Bisaccia e la palestra dell’Istituto Scolastico, i giorni 19 e 20 marzo a partire dalle ore 9,00 e, ci saranno davvero belle novità importanti e di assoluto spessore. I focus della giornata sono stati: il ruolo del-
l’insegnante di sostegno, l’aggiornamento e la formazione obbligatoria degli insegnanti e il confronto tra le esperienze umane e professionali dei docenti, in ambito nazionale e internazionale. Queste le proposte concrete: 1. Allargare le competenze di didattica speciale a tutto il personale: dai docenti al personale ATA (Ausiliari, Tecnici, Amministrativi), fino ai dirigenti scolastici. Tutti coloro che operano in una scuola dovranno avere competenze minime per accogliere e interagire proficuamente con tutti gli alunni. L’obiettivo è di superare la distinzione tra insegnanti di classe e insegnanti di sostegno. Il Titolare di classe sarà affiancato da un Vice ed entrambi avranno cura di tutte le diversità, da quelle culturali a quelle psico – motorie e sensoriali. In questo modo sarà eliminata la di-
scriminazione anche nella denominazione del ruolo dell’insegnante. 2. L’accesso alla scuola sarà di tipo inclusivo. Gli scuolabus e i pullman Gran Turismo per le Gite Scolastiche che partecipano alle Gare d’Appalto dovranno possedere i requisiti per accompagnare a scuola gli alunni a mobilità ridotta. In questo modo saranno superate le distinzioni tra allievi normodotati e portatori di handicap. Non ultimo il vantaggio sarà anche di tipo economico: rispettando le pari opportunità saranno attutiti i costi di mezzi ‘speciali’ anche in ottica di spending r e v i e w . 3. I genitori dovranno essere accompagnati dalla struttura scolastica a comprendere quanto saranno determinanti per dare opportunità ai propri figli con disabilità che frequentano la scuola. L’istituto scolastico si assume il ruolo di ‘formare’ anche i genitori a superare gli ostacoli qualunque essi siano, senza creare discriminazioni aprioristiche perchè la disabilità è soltanto una delle tante diversità dell’infanzia e adolescenza.