Zuccherificio, e ora assessore facciolla

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Renato Sparacino

Zuccherificio, e ora assessore Facciolla? L’ a r r e s t o d i Vo l p e P a s i n i , l’assenza di pros pettiv e e la micro campagna di barbabietole rendono nebuloso il futuro

L'Oscar del giorno lo diamo a Renato Sparacino. Il simpatico sindaco di Scapoli, oltre alla sua conclamata capacità di amministrare il piccolo borgo avendolo saputo imporre anche a livello internazionale, nonostante l'ultima assenza contributiva da parte della Regione Molise, ogni mattina delizia i suoi amici su Facebook con delle gustose e semplici ricette. Così, dal festival delle Zampogne riesce a passare con estrema bravura alla proposizione di prelibate ricette.

Il Tapiro del giorno a Elio Madonna

SERVIZIO A PAGINA 3 Il Tapiro del giorno lo diamo a Elio Madonna, dal 1996 Consigliere comunale, nei vent’anni di amministrazione non si ha notizia di qualche iniziativa, proposta, dichiarazione, intervento in aula. Eletto per il rotto della cuffia, dopo essere passato dal centrodestra al centrosinistra. Oggi, nonostante girovagasse nell’androne del municipio, non ha risposto all’appello facendo mancare il numero legale in una seduta importante quale quella del conto consuntivo. Sono queste strambe strategie a rendere la politica un divertissement, e i diritti dei cittadini sempre di più un’opzione.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 21 maggio 2015

Il termine di scadenza dell’incarico di direttore già prorogato al 1 maggio 2015 è stato ulteriormente allungato fino al primo luglio 2015

Direzione della Fondazione Molise Cultura: da Arco ad Arco?

Sarebbe un fatto eclatante, il solo della covata di Michele Iorio capace di fare breccia nel cuore di Frattura, inducendolo ad allestire un bando pubblico molto specifico, molto circostanziato, che taluni attenti analisti degli atti regionali sospettano fatto su misura Se Sandro Arco, direttore della Fondazione Molise Cultura, avesse avuto i baffi, ci avrebbe riso sotto. Pur non avendoli, crediamo abbia riso lo stesso alla lettura della delibera della giunta regionale con la quale gli è stato differito, senza soluzione di continuità, il termine finale di scadenza dell’incarico di direttore, già prorogato al 1 maggio 2015, fino al primo luglio, periodo di tempo ritenuto strettamente necessario alla conclusione del bando pubblico per la formazione di un elenco di candidati idonei per il conferimento dell’incarico di Direttore della Fondazione “Molise Cultura”, emanato il 30 gennaio 2015, il giorno prima che il contratto di Arco scadesse. Formalmente la Regione pare essere intenzionata a reperire sul mercato delle professionalità il personaggio cui affidare la direzione della Fondazione; sostanzialmente punterebbe decisamente alla riconferma di Arco e sarebbe un fatto eclatante, il solo della covata di Michele Iorio capace di restare a galla, anzi di fare breccia nel cuore (di pietra?) di Frattura, inducendolo ad allestire un bando pubblico molto specifico, molto circostanziato, che in taluni attenti analisti degli atti regionali ha destato il sospetto fosse un bando fatto su misura per essere indossato disinvoltamente da Arco. Data l’esperienza analitica di coloro che hanno così considerato il bando, avremmo potuto fidarci, condividendo quella ipotesi,

perché il rendimento professionale di Arco alla Fondazione è stato proficuamente aderente alle indicazioni che gli venivano dall’alto e dal consiglio d’amministrazione che il presidente Frattura ha avuto cura di modellare sulle sue lunghezze d’onda, e perché è stato abile a staccarsi da ogni precedente aderenza politica e funzionale con Michele Iorio. Avremmo potuto fidarci, e invece preferiamo trascrivere i requisiti richiesti dal bando per partecipare alla composizione dell’elenco di candidati idonei per il conferimento dell’incarico di direttore, in modo che il lettore abbia la possibilità, come noi, di farsi una idea in pro-

Nelle ultime settimane il tema dei costi della politica è tornato alla ribalta in maniera prepotente. Si tratta di un argomento fondamentale per il MoVimento 5 Stelle, la cui trattazione non può, né deve lasciare spazio a fraintendimenti o ambiguità. Nell’ultima seduta di Consiglio regionale, in piena notte, è stata votata una proposta di legge di iniziativa popolarefirmata da seimila cittadini molisani. Una proposta che prova a ricalcare, ma con proposte meno ‘taglienti’, tutte le azioni portate in Aula dal Movimento 5 Stelle in questi due anni, circa la riduzione dei privilegi di una Casta, ancora lontana dalla realtà. Tutto questo non è stato fatto solo a chiacchiere, ma anche restituendo 248.000 euro di stipendi finiti in un fondo per il microcredito regionale alle piccole e medie imprese. Questa stessa coerenza è stata dimostrata anche

posito. Dunque, per partecipare, i candidati, pena l’esclusione, non devono essere titolari di contratti a tempo indeterminato (Arco non lo è); devono essere cittadini italiani o di Paesi dell’Unione Europea (Arco lo è); devono avere un’età anagrafica compatibile coi limiti previsti dal combinato disposto dell’articolo 33, comma 3 del decreto legge 223 del 4 luglio 2006, convertito, con modificazioni, con legge 4 agosto 2006, numero 248, dell’art. 16, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, e dell’articolo 24 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, con legge

22 dicembre 2011, n. 214 (Arco vi rientra); essere in possesso del diploma di laurea ovvero del diploma di scuola secondaria di secondo grado (Arco non è laureato ma ha il diploma di secondo grado); essere in possesso di documentata professionalità manageriale acquisita con esperienza pluriennale operando con funzioni direttive presso enti di promozione culturale (nessuno come Arco è in grado di poterne vantare); essere in possesso di specifica e comprovata conoscenza del tessuto culturale regionale con esperienza maturata in posizione direttiva nella gestione di attività ricadenti nell’ambito delle arti visive, della musica, del teatro, con connessa gestione del personale e di spazi destinati alle attività culturali (nessuno nel Molise come Arco è in grado di dimostrare che abbia diretto una struttura o un ente culturali); essere in possesso di documentata esperienza e professionalità nel campo dell’informazione e della comunicazione (Arco è stato nell’organico della Rai Molise). Le funzioni direttive di cui innanzi devono essere state espletate per almeno tre anni consecutivi nel quinquennio immediatamente precedente la data di scadenza del bando (altra peculiarità di Arco). A scanso di possibili equivoci, le esperienze lavorative riferite ad attività libero professionali, quelle di mera consulenza, quelle esercitate quali componenti di organi di amministrazione, non sono

Vitalizi, fraintesa la nostra posizione con il secco ‘no’ all’ultima Finanziaria che, tra le altre cose, ha introdotto un nuovo sistema previdenziale per i Consiglieri eletti. Abbiamo però anche provato a correggere l’incorreggibile e siamo riusciti nella riduzione delle percentuali di contribuzione, cosa che ha portato a unrisparmio annuo per i contribuenti molisani di circa 240.000 euro: da qui la votazione con il centrosinistra sul loro emendamento. Ma abbiamo sbagliato a non intervenire con la stessa determinazione su altri aspetti che costituiscono ancora dei privilegi, non onorando in pieno le aspettative di chi giustamente vede il

MoVimento come unica vera forza di contrasto della Casta. Una cosa è certa: i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle rinunceranno alla ‘nuova pensione’, come già fatto con molte altre prebende: dai sontuosi stipendi ai rimborsi elettorali; e si impegnano a mettere in campo tutte le azioni che il ruolo concede loro, per limitare i perniciosi effetti che produrrà la recente Finanziaria, lo ripetiamo, comunque bocciata dal MoVimento senza alcun dubbio. Movimento Cinque Stelle

valutate ai fini del bando. Costituiscono inoltre ulteriore elemento di valutazione: l’iscrizione ad albi professionali riguardanti la comunicazione e la promozione delle attività presso il pubblico; la partecipazione a corsi di specializzazione in management relativi al settore dello spettacolo; la partecipazione ad organismi e/o commissioni nazionali per la valorizzazione dei beni culturali e per la promozione e organizzazione di attività culturali e museali, biblioteche regionali e patrimonio storico e artistico, e una buona conoscenza dei sistemi informatici e telematici e della comunicazione web e social network. Condizioni, queste, che ad Arco calzano alla perfezione. Per cui, dovesse essere riconfermato nella prestigiosa e remunerativa poltrona dirigenziale della Fondazione Molise Cultura, nessuna meraviglia. Il segreto è tutto racchiuso nella capacità della Regione di imbastire un bando scandalosamente perfetto. Per completezza d’informazione, la commissione che dovrà stilare l’elenco dei candidati idonei per il conferimento dell’incarico di direttore della Fondazione Molise Cultura è composta da Vincenzo Rossi, presidente, Annamaria Mastronardi e Sarah Testa, componenti, e da Nina Antonietta D’Elia, segretario.

Dardo


TAaglio lto

3 21 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Cronaca di un disastro annunciato Avendo la giusta umiltà, basterebbe guardare a cosa hanno fatto in Emilia Romagna per salvare il salvabile Lo spunto di cronaca è l’arresto dell’imprenditore friulano Diego Volpe Pasini, per mesi in predicato di rilevare lo Zuccherificio del Molise. Ma, essendo il motivo dell’arresto legato alla sua vita privata e non alla sua attività imprenditoriale, elegantemente sorvoliamo sui dettagli. Ci piacerebbe, però, fare altrettanto sulle prospettive dell’impianto termolese ma i fatti ce lo impediscono. La settimana scorsa è stato concluso l’accordo tra la Regione Molise ed il Ministero per l’agricoltura per la campagna saccarifera 2015. Un accordo che rende perfettamente l’idea del punto di non ritorno cui si è giunti. Fino al 2014 lo Zuccherificio del Molise lavorava barbabietole provenienti dalla semina di cinque mila ettari di terreni. Terreni pugliesi, abruzzesi, marchigiani, oltre

alla quota molisana, ovviamente, essendo l’impianto di Termoli l’unico operativo a sud di quello di Bologna. L’accordo per il 2015 prevede invece

Pillole di quotidianità regionale

la semina di soli sessanta ettari. Un ridimensionamento di più di ottanta volte. Siamo davvero al de profundis. Numeri del genere non possono che

L’intervento di Lucio Pastore

L’Esu, l’ente per il diritto allo studio, cambia casa. Si trasferisce nei locali dell’università migliorando fisicamente il rapporto con la popolazione studentesca. La Regione, pare si liberi del fitto, ma non è chiaro se l’allocazione presso l’università sia a titolo gratuito o meno. La giunta regionale intanto s’è detta d’accordo al trasferimento. Sprazzi di buon senso. Niente di particolare. Si governano le esigenze spicciole e quotidiane e in questa ordinarietà l’Asrem s’è vista finalmente accreditare 400mila euro che serviranno in parte al rimborso delle spese che i pazienti affetti da particolare patologie o sottoposti a trapianto hanno affrontato. Qualcosa oltre l’ordinario riguarda il mondo scolastico, in particolare la composizione analitica dell’anagrafe degli edifici scolastici che sono sul territorio: data di nascita dei fabbricati e condizione di salute, per poter programmare interventi in materia di sicurezza e di agibilità più in generale. Alla Regione Molise è venuta in soccorso la Toscana che su questo problema è certamente all’avanguardia. La collaborazione è incentrata sulla realizzazione di una piattaforma digitale da cui poter attingere tutte le informazioni possibili sul patrimonio edilizio scolastico, sull’organizzazione amministrativa, e sulla popolazione studentesca. Al progetto sono stati chiamati a fornire una specifica collaborazione la sezione molisana dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), l’Ufficio scolastico regionale, e le Province. Dovrebbe venire fuori davvero un quadro d’assieme dello stato di fatto e delle necessità per migliorarlo. L’idea di ricorrere alle Regioni che su determinati problemi sono all’avanguardia, potrebbe aiutare ad uscire la Regione Molise dalla cronica incertezza, insufficienza e indeterminatezza che la costringe ad essere sempre fanalino di coda.

Ho letto questa legge di riordino del Servizio Sanitario Regionale e vorrei fare alcune osservazioni.

prefigurare la prossima dismissione dello Zuccherificio, la fine di un cardine importante della già traballante economia regionale. La montagna ha partorito il topolino. Mesi di incontri, di trattative con l’improbabile Volpe Pasini, proclami e slogan da parte della parte politica hanno prodotto il risultato che i più accorti avevano ampiamente previsto. Eppure, lo ripetiamo, lo Zuccherificio del Molise è l’unico impianto nel centro meridione d’Italia ancora (virtualmente) operativo. Avrebbe potuto rappresentare, cioè, per il basso Molise, ma per la regione intera, una miniera d’oro (bianco e dolce). Ma non c’è niente da fare. In Molise non c’è verso che un’azienda partecipata non subisca ciclici tracolli, ridicoli tentativi di salvataggio, ingloriosi rovesci, ormai

impraticabili iniezioni di finanza pubblica per dare a qualcuno l’occasione di millantarsi manager, amministratore, salvatore della Patria. Umilmente ci permettiamo di suggerire a chi di dovere di buttare un occhio a quanto è stato fatto in Emilia Romagna, dove un impianto simile è stato rimesso a regime creando una cooperativa, sostenuta dalla Regione, proprietaria del 51% della società e lasciando il residuo 49% nelle mani di una azienda privata che si occupa della distribuzione e commercializzazione. Niente di trascendentale. Buon senso e pragmatica mentalità imprenditoriale. Speriamo che il governo regionale molisano abbia l’umiltà e l’intelligenza di volgere lo sguardo a quanto fatto in Emilia, nel tentativo di salvare il salvabile.

Sanità, ecco cosa non va nella riforma Frattura

1) La Regione Molise è commissariata per la sanità dal 2009. Il consiglio e la giunta non possono legiferare su questa materia. L’unica podestà – spiega l’ex primario del pronto Soccorso dell’Ospedale Veneziale di Isernia – è affidata al commissario ad acta. La ratio di questa scelta sarà , probabilmente quella di fare alcune scelte strutturali che, penso, andranno in favore di una privatizzazione del sistema nel lasso di tempo che va dalla promulgazione della legge a quando sarà resa illegittima dagli organi giudiziari. A quel punto sarà difficile cambiare il sistema. 2) Appare del tutto illogico passare da una Azienda a due. In primis perchè si moltiplicano nuovamente gli apparati burocratici e poi perchè separare il territorio dall’ospedale è del tutto illogico e fa perdere l’unitarietà del percorso per il paziente. Da 7 USL si era passati a 4 ASL e poi ad un’unica azienda. Ora si tornano a moltiplicare gli apparati burocratici. Tra l’altro non si comprende come mai l’ospedale per zona disagiata di Agnone non venga messo nell’Azienda Ospedaliera ma in quella Territoriale. Probabilmente c’è un significato recondito di presa in giro per gli agnonesi. 3) Nella gestione patrimoniale le due aziende partono senza debiti. I debiti attuali dell’ASREM vengono affidati ad una gestione li-

quidatoria che va ad unirsi all’altra gestione liquidatoria di quando fu istituita l’ASREM. Penso che tutti questi debiti li pagheranno comunque i molisani anche se le strutture cambiano nome. 4) Nell’art.17di questa legge si parla di Sperimentazione Gestionale e nel comma 2 si prevede che l’autorizzazione alla sperimentazione venga concessa dalla giunta regionale su proposta dell’azienda sanitaria interessata. l’art 9-bis, e successive modifiche della legge 229/99 prevede che” La Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, regioni e province autonome, autorizza programmi di sperimenta-

z i o n e … probabilmente in quest’articolo si nasconde il tentativo di creare strutture miste pubblico private che come al solito lascerà al pubblico l’onere dei costi ed al privato il profitto. Tuttavia, da quello che dice la legge non può essere deciso a livello regionale na nazionale questa sprimentazione con regole molto stringenti e precise. 5) Per ciò che attiene il personale, solo quello stabilizzato sarà diviso tra le due aziende. Non si parla proprio del personale precario che costituisce l’80% del personale attuale dell’ASREM. Che fine farà in un processo che tende alla privatizzazione? lascio a voi il giudizio 6) Mentre le figure apicali dovranno essere scelte con i criteri di selezione previsti per legge tra gli ospedalieri, all’art. 20 di detta legge, si prevede che nel Cardarelli dette figure dirigenziali potranno, per necessità didattiche, essere scelte tra i ricercatori dell’UNIMOL sotto indicazione del Magnifico Rettore. Prevedo che tutti , o quasi i posti del Cardarelli , saranno assegnati con queste modalità.


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TAaglio lto

4 21 maggio 2015

La logica del “divide et impera” apre una crepa negli Indignati dopo l’incontro di martedì

Come dicevani gli antichi (romani)

Divide et impera, dicevano gli antichi (romani) e, ovviamente, dicevano bene. Dividi, provoca rivalità, fomenta discordie e discussioni fra il popolo/i sottomesso/i, tra i tuoi oppositori e comanderai, governerai, estenderai il tuo impero. Questo avrà pensato (?) il presidente del consiglio regionale, Vincenzo Niro, convocando una rappresentanza del Movimento degli Indignati per un colloquio riservato in una delle sale interne della sede istituzionale. Lo scopo principale sarà sicuramente stato quello di interrompere la vibrante contestazione che gli Indignati stavano conducendo durante l’assemblea, rendendo praticamente impossibili i lavori, ma il risultato più concreto ottenuto è stato quello di aprire un fronte di dissenso all’interno

dello stesso Movimento stesso. Alcuni militanti, infatti, non hanno affatto gradito questo abboccamento. Lo hanno considerato un deragliamento rispetto alla rotta che il Movimento si era dato; una deroga non richiesta agli obiettivi,

principalmente legati alla riduzione delle indennità di carica dei consiglieri; un mald e s t r o riconoscimento della Casta come interlocutore mentre, da mesi, non si fa altro che chiederne le dimensioni. Pare che il colloquio tra Niro e gli Indignati sia sfociato nella promessa, da parte del presidente del consiglio, della convocazione degli Stati Generali per l’occupazione, quanto prima. Obiettivo e

area di discussione che di certo non sono nel menù principale degli Indignati. E così sia Rino Ziccardi che Fernando Tartarino hanno preso carta e penna per rendere chiaro tutto il loro dissenso e, nel caso di Tartarino, la prese di distanza dal Movimento. “Credo, che il Molise sia l’unica regione in cui una forza di opposizione, nata sulla lotta alla casta, si chiuda in una sorta di auto referenzialità castale. Credo che sia stato un errore legittimare un consiglio regionale fallito, scambiando una rabbia giusta per il piatto di lenticchie degli Stati Generali, mi sembra scambiare Caporetto con il Piave.” Così Ziccardi. “Mi è dispiaciuto che quella degli Indignati, che doveva essere forma d’opposizione civile e democratica si sia tra-

sformata in una inutile riunione degli stessi con alcuni esponenti dell’Assise regionale. Un’inutile quanto ingenua forma di risposta politica da cui intendo dissociarmi. Forse ci si aspettava che la proposta (di legge popolare per il dimezzamento delle indennità n.d.r.), già rigettata, sarebbe stata riportata in Aula? O forse si credeva che sarebbero state risolutive, per le sorti della nostra regione, le parole dette dai politici attorno al tavolo di Palazzo Moffa? La politica è un’arte nobile, è strategia, tattica, requisiti che, sicuramente, gli Indignati, di cui mi onoravo di far parte, non hanno dimostrato, martedì pomeriggio, di avere.” Ancora più duro Tartarino. Divide et impera, gli antichi (romani) non sbagliavano mai.

Riforma della scuola, Leva non partecipa al voto

Il parlamentare molisano: “Un riassetto che presenta troppi limiti” CAMPOBASSO. “Pur ritenendo positivi alcuni cambiamenti che sono stati apportati al ddl durante l’esame in Aula – afferma l’on Leva- ho ritenuto opportuno, insieme ad altri colleghi della minoranza PD, di non partecipare al voto finale, in quanto esistono ancora dei punti critici che non hanno trovato soluzione. I più delicati sono principalmente tre: Il potere conferito ai dirigenti scolastici: benché grazie ad alcune modifiche passate in Commissione le deleghe attribuite ai presidi sono state tagliate da 13 ad 8, la permanenza della chiamata diretta dei docenti in una logica monocratica non può trovarci d’accordo, in quanto mortifica il merito oggettivo e curriculare dei docenti a vantaggio di una valutazione soggettiva e piuttosto arbitraria; la discriminazione che colpisce gli insegnanti abi-

litati di seconda fascia e tutti gli altri precari che saranno esclusi dalla stabilizzazione. Parliamo di docenti che hanno alle spalle anni di servizio, che hanno affrontato costi e sacrifici per conseguire l’abilitazione e che non hanno potuto fruire di alcuna finestra concorsuale. Dalla stabilizzazione restano esclusi anche 23mila insegnanti della materna; 3) La centralità della scuola statale: pur senza negare la libertà educativa delle famiglie, occorre che non vengano sottratte risorse alla scuola pubblica. Ma volendo analizzare più a fondo il DDL quello che manca è un quadro d’insieme del riassetto del nostro sistema di istruzione. Se guardiamo a evasione, discriminazione di censo, analfabetismo di

ritorno, la bussola di quel riassetto è fondamentalmente una: riagganciare la scuola ai valori della Costituzione. In questo senso è indispensabile che ogni modello di riforma coinvolga e venga condiviso dai soggetti che quel modello di riforma dovranno tradurre in pratica e realizzare. Se, invece, una riforma viene osteggiata e criticata da una opposizione così massiccia, alla politica e al governo si pone un’altra domanda: ha senso “piegare” la resistenza di insegnanti, studenti, lavoratori precari o se non sia una assoluta necessità proseguire il confronto nella costruzione di un largo campo democratico. Sul complesso di questi temi – in parte di merito e

in parte di respiro culturale e politico – siamo convinti, dopo il primo passaggio della legge alla Camera, che il contributo e l’impegno del Senato possano condurre a ulteriori e necessari cambiamenti del testo. Cambiare la scuola si può e si deve. Ma la scuola si cambia con la scuola.”

Giornata dell’Economia, conoscere per correggere

Si svolgerà domani, presso l’ex Gil di Via Milano a Campobasso la 13^ Giornata dell’Economia. Come è noto, le Camere di Commercio di Campobasso e Isernia, con il tradizionale appuntamento, offrono un’occasione di confronto per il sistema territoriale, per gli esponenti delle Istituzioni e per i rappresentanti delle categorie economiche, su temi di grande attualità e di stringente interesse, quali l’economia locale, lo sviluppo del territorio, le sfide della crescita. Durante l’appuntamento, organizzato

rale, manager di successo di importanti aziende. All’evento sono invitati a partecipare gli esponenti delle Istituzioni, i rappresentanti del sistema economico e tutti i soggetti che ritengano di offrire un contributo costruttivo alla discussione, con lo scopo di realizzare un confronto aperto da cui possano emergere elementi preziosi per definire gli interventi da attivare in sinergia, per contribuire al rilancio del nostro sistema territoriale.

Oggi la manifestazione per approfondire i dati relativi al tessuto economico da Unioncamere Molise e dalle Camere di Commercio di Campobasso e Isernia, verrà illustrato e discusso il “Rapporto sull’economia delle province molisane nell’anno 2014”, realizzato dal Centro Studi di Unioncamere Molise. Inoltre ci sarà un “focus” sull’ innovazione con la testimonianza di alcune aziende innovative del Molise: il sistema camerale molisano, durante que-

sta giornata, vuole mettere in luce le eccellenze del mondo imprenditoriale locale, attraverso preziosi interventi che raccontano la storia delle aziende più innovative, un valido esempio per tutti gli aspiranti imprenditori a dimostrazione che, attraverso valori quali impegno, capacità, dedizione al lavoro e innovazione, si può arrivare lontano. Il sistema camerale molisano infatti, oggi più di ieri, è impegnato, nel con-

solidare la propria esperienza di supporto alle imprese, favorendo lo sviluppo della cultura imprenditoriale molisana; inoltre, attraverso concrete iniziative, contribuisce a sostenere la competitività del sistema economico regionale dando una spinta alla nascita di nuove imprese e alla formazione di potenziali imprenditori. La giornata dell’Economia proseguirà con gli approfondimenti del Dott. Vito Gambe-


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5 21 maggio 2015

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Un tesoretto di oltre due milioni di euro dall’ l’Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea)

Ciò che la Regione utilizza per tenere in vita l’economia sono risorse finanziarie europee del programma 2007/2013 Vista e considerata l’inanità del governo Frattura a mettere a regime e a frutto il finanziamento europeo del settennio 2014/2020 forse è un bene che siano ancora spendibili L’accordo di programma sottoscritto il 10 marzo 2010 tra il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, la Regione Molise e l’Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) per la prestazione di garanzie nell’ambito del Piano di sviluppo rurale 2007/2013 è andato in buca, confermando che il Molise è una Regione quantomeno stramba. Vive di contraddizioni, ed è maestra nel non mettere a segno le risorse, i progetti e i programmi che gli sono stati finanziati. Non troviamo altro commento alla determinazione del direttore generale Pasquale Mauro Di Micro del 18 maggio con cui, a conclusione di un’articolata e complessa premessa, ha stabilito di revocare il finanziamento erogato all’Ismea nel 2010, concesso per le garanzie in favore delle imprese beneficiarie della misura 121 (“Ammodernamento aziende agricole”); della misura 122 (“Migliore valorizzazione economica delle foreste”) e della misura 311 (“Diversificazione

verso attività non agricole”). Il tesoretto che n’è venuto di 2.357.837,18 euro sarà pertanto restituito all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), organismo pagatore della Regione Molise, per essere riutilizzato nell’ambito delle nor-

mali attività di programmazione del Piano di sviluppo rurale: il settore che più degli altri, se gestito con accortezza tecnica e lungimiranza economica, con reali possibilità di sviluppo. Questi soldi non utilizzati per quelle specifiche mi-

surare sono una delle contraddizioni di cui vive il Molise e la conferma che l’organizzazione regionale è colpevole di molti errori ed omissioni, diversamente avrebbe fatto in modo che le risorse finanziarie europee legate al settennio 200/2013 fossero state debitamente investite entro quell’arco temporale e non lasciate a residuo. Risorse, queste non utilizzate a tempo debito, che l’Europa ha tassativamente stabilito da consumare entro e non oltre il 31 dicembre 2015, pena la revoca definitiva. Quindi il tesoretto di 2.357.837,18 euro deve pertanto essere speso (con ragionevolezza e utilità, si spera) entro quella data fatidica. Seppure genericamente, il direttore generale Di Mirco ha accennato alle normali attività di programmazione del Piano di sviluppo rurale. Cosa ci sia di normale nelle attività di programmazione del Psr a questo punto in cui ci sono rinvenienze finanziarie dal 2010 da spendere entro la fine dell’anno, diventa ridicolo pensarlo. Più che ridicolo

“Conservatorio, subito l’alta formazione”

Molto partecipato il convegno promosso dalla Uil Rua e che si è svolto stamattina al Conservatorio ‘Perosi’ di Campobasso. Durante il dibattito, sono emerse riflessioni e proposte interessanti sul futuro dell’Alta formazione artistica e musicale alla luce della legge di riforma del Miur (la 508 del ’99) che presenta ancora molte incognite e nodi da sciogliere. Particolare attenzione è stata riservata al Conservatorio ‘Perosi’, unica realtà Afam della nostra regione. In fase di avvio dei lavori, il Segretario Generale Uil Rua Molise Andrea Cutillo ha fatto il punto “sull’azione intrapresa dal sindacato a difesa dei docenti precari del Conservatorio che ogni anno, per lungaggini burocratiche, subiscono importanti ritardi nell’erogazione delle legittime competenze” e ha rilanciato l’importanza, nell’attuale fase, di restare “compatti nella difesa dell’istituzione dal rischio di un eventuale dimensionamento. Dai momenti di crisi – ha aggiunto – si viene fuori con l’unione e con la forza delle proposte e la proposta del sindacato è che, anche in Molise, come già accaduto in altre regioni virtuose, nasca un nuovo ‘Sistema dell’Alta formazione e della Ricerca’: un Sistema che persegua a favore del Conservatorio, ad esempio con il coinvolgimento dell’Università, una politica di promozione dell’eccellenza e della

Ad illustrare lo ‘stato di salute’ del Conservatorio ‘Perosi’ il direttore Lelio Di Tullio. Numerose le difficoltà anche logistiche della storica istituzione che opera in una sede di proprietà della Provincia di Campobasso, attualmente a secco di fondi dopo la soppressione sancita dal Governo Renzi. Il ‘Perosi’, inoltre, è costretto a misurarsi con una riforma sulla quale Di Tullio non ha nascosto perplessità: “Come può funzionare una riforma senza investimenti e nella quale si chiede solo di razionalizzare?”. Eppoi, nella nostra regione, “senza il Conservatorio di Campobasso, che vanta più docenti del Conservatorio di Firenze, non sarebbe garantito il diritto allo studio della musica”. Infatti, ha aggiunto, “se venisse confermato il finanziamento ministeriale di 32mila euro non potremo far fronte alle necessità. Nonostante ciò, noi stiamo reagendo: abbiamo incrementato i corsi e le iscrizioni ai nostri corsi sia del biennio che del triennio e abbiamo aumentato i contratti ai docenti”. Da parte sua, il Comune di Campobasso, rappresentato dall’assessore alla Cultura Emma De Capoa, ha ribadito l’impegno per il progetto di ristrutturazione dell’auditorium interno all’area della ‘Città nella città’ per risolvere almeno le esigenze di spazio del ‘Perosi’.

La Uil Rua lancia la proposta per il “Perosi” di Campobasso competitività regionale, anche attraverso maggiori rapporti internazionale, così da creare un collegamento con le principali realtà culturali e musicali dei paesi confinanti: un sistema – ha detto ancora Cutillo – integrato di relazioni, territoriali e internazionali, sui temi della valorizzazione della ricerca e della correlata produzione musicale , anche in relazione alle tradizioni e alle peculiarità del territorio”. In questo processo, per il Segretario Generale UIL RUA Molise, è necessario il sostegno delle istituzioni affinché “di quella integrazione possano farsi promotori e artefici”. Il tutto senza mai perdere di vista la tutela dei lavoratori: “avvertiamo l’esigenza di riscrivere un nuovo statuto dei lavoratori per garantire nuove forme di protezione per i tanti lavoratori precari di oggi sfruttati e mal

pagati, anche perché in questi anni la classe lavoratrice, soprattutto le fasce più deboli, hanno visto erose le proprie tutele”, ha concluso Cutillo. La parola è passata al Responsabile Nazionale AFAM UIL RUA Marco Ciamacco. “Il Conservatorio di Campobasso deve essere visto come un potenziale da sfruttare a favore della popolazione e – ha ribadito – per ampliare l’offerta culturale del territorio stesso”.

pensarlo, trattandosi di oltre due milioni di euro, diventa tremendamente importante capire come, a quale scopo, in base a quale progetto, e con quale convenienza verranno investiti e, soprattutto, spesi. Si tratta di una somma rilevante che la Regione potrebbe investire in unico intervento qualificante, oppure distribuire su più interventi, avendo la certezza, però, che i destinatari siano in grado di corrispondere alla tempestività e alla concretizzazione del finanziamento. Ciò che la Regione sta utilizzando per tenere in vita alcuni settori dell’economia sono risorse finanziarie europee del programma 2007/2013. E forse è un bene che siano ancora spendibili, altrimenti, vista e considerata l’inanità del governo Frattura a mettere a regime e a frutto il finanziamento europeo del settennio 2014/2020, staremmo qui a raccontare tutt’altra storia. Sicuramente peggiore di quella che raccontiamo, se non addirittura esiziale. Dardo


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Campobasso

21 maggio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Polizia municipale, via il dirigente” I consiglieri del Movimento Cinque Stelle chiedono la rimozione del facente funzioni CAMPOBASSO. Conferenza stampa del gruppo 5 Stelle al Comune di Campobasso che hanno bacchettato la maggioranza sul bilancio consuntivo prima di chiedere la rimozione del dirigente facente funzioni del Corpo Vigili Urbani. “Intanto denunciamo ciò che è accaduto oggi, si doveva tenere la sessione per l’approvazione del bilancio consuntivo, uno degli atti fondamentali, un atto dovuto. All’apertura dei lavori proprio la maggioranza si è presentata in poche unità, facendo cadere il numero legale. Il fatto grave è che la maggiornanza in tale situazioni dovrebbe essere presente e compatta, assumersi la responsabilità di atti importanti, ma così non è. Le faide interne alla maggioranza Battista sono evidenti, e non

solo in seno al Consiglio comunale, sappiamo che il gruppo PD ha preso le distanze con un documento. Ma la cosa ancora più grave è che il Comune ha già ricevuto una diffida da parte della Prefettura ( arrivata il 12 del cm) pertanto se non si rispettano i tempi per l’approvazione, 20 giorni dalla diffida, l’intero Consiglio rischia il commissariamento. Ad un anno di distanza siamo fermi al palo, gli atti più importanti nons ono stati approvati, è un lento procedere di questa maggioranza”. Ma è sulla questione del dirigente che attualmente sostituisce il vuoto in organico del Comandante di Polizia Municipale che si è soffermata l’attenzione dei consiglieri grillini: “ Le carenze in seno alla gestione dei vari assetti co-

munali, in primis la questione della polizia Municipale”. ” I vigili sono circa 45 a fronte degli 80, e nel tempo ci sono state delle risposte ma non sono state sufficienti. Noi denunciamo l’assenza di figure intermedie tra dirigenti ed agenti municipali, le cosiddette figure D1, per cui è necessario un concorso, che al momento non è attuabile. Nel corso del tempo poi si è generata una confusione nel settore a cui assistiamo ancora oggi. Le figure dei responsabili sono state trovate in maniera anomala, oggi ci sono una serie di persone che hanno responsabilità ed altri che fanno solo servizi su strada, ma senza una valenza di legge. Ciò che manca è la figura del Comandante, dopo il pensionamento del Comandante Primiani

la scorsa estate cosa è stato fatto? E’ stato reclutato un sostituto, ad interim è stato scelto il dott. De Marco, una soluzione che riteniamo sbagliata, perchè, e lo dice la legge, un Comanadante di Polizia Municipale non può avere responsabilità di dirigenza in altri settori, altrimenti viene a generarsi la situazione di controllore – controllato. ichiederemo formalmente la rimozione del dirigente perchè possa essere suddivisa da persona idonea, ricordiamo ancora che la legge stabilisce che un amministrativo non può fare il Comandante dei Vigili Urbani, in quanto è ruolo che deve ricoprire un appartenente del Corpo dei Vigili Urbani, capiamo l’emergenza urgenza, ma è passato un anno”.

L’assessore comunale, Salvatore Colagiovanni replica ai consiglieri Cinque Stelle

“Il Corpo dei Vigili va elogiato non biasimato” aHo ascoltato bene le interviste rilasciate dai pentastellati – le dichiarazioni dell’assessore alla Polizia Locale – e non capisco come mai si attacchi un settore di grande rilevanza per la città. Io credo che la vita amministrativa del Comune debba essere sempre di confronto, seppur nel gioco delle parti. Non ci sto, però, quando si prova ad alzare l’attenzione su situazioni inesistenti. A me non sembra che il Corpo della Polizia Municipale sia allo sbando e credo che la politica abbia dato efficaci ed efficienti risposte in tal senso. Nei dieci mesi di amministrazione, ovvero da quando ci siamo insediati, sono state diverse le situazioni che hanno dato orgoglio ai nostri Vigili Urbani. Ripenso all’ottimo lavoro svolto quando abbiamo ridisciplinato il commercio sul territorio citta-

dino: imponemmo la tolleranza zero. E non abbiamo visto nessuno che ha infranto le norme, grazie ai controlli predisposti dalla Polizia Municipale in una preziosa attività preventiva e, se solo necessario, repressiva. Gli agenti non si sono sottratti, applicando diverse sanzioni amministrative, quando abbiamo deciso di dare un segnale contro quei cittadini che non raccoglievano le deiezioni canine per la strada. Grazie ai nostri agenti, inoltre, siamo venuti a capo di una situazione che perdurava da anni: dati alla mano, raccolti dai solerti responsabili della Polizia Locale, abbiamo ravvisato la grande mole di traffico che transitava in Piazza Pepe e nel centro storico, con l’inquinamento acustico e ambientale che era arrivato a livelli insopportabili per i residenti. D’accordo

con l’assessorato alle Politiche Sociali e, dunque, ad Alessandra Salvatore, i nostri agenti hanno portato avanti un’attività di verifica e indagine, volte all’accertamento della veridicità dei dati trasmessi da coloro che risiedono negli alloggi di edilizia popolare, facendo venire alla luce diverse situazioni di persone che non hanno mai comunicato la cessata necessità di dover usufruire degli alloggi di edilizia popolare. Senza dimenticare la solerzia degli stessi nello sfratto, a seguito di sentenza del Tar, del commerciante Amilcare Iorio, che pur aveva creato qualche grattacapo agli agenti, i quali hanno fatto il proprio dovere e quasi nessuno se ne è accorto”. “Efficacia ed efficienza: è quanto ha dimostrato il Corpo della Polizia Municipale – ha proseguito Salvatore

Colagiovanni –. E questo è solo quello che mi è venuto in mente, ma l’attività degli agenti è stata ancora più complessa e laboriosa. Come già ho ribadito qualche mese fa, penso a tutti gli incidenti che avvengono, dalle 8 alle 21, in città, dove a intervenire in quella fascia oraria è solo il Comando dei Vigili Urbani. Solo con un’adeguata pubblicità, e a questo punto lo faremo, i cittadini meglio comprenderanno il lavoro che viene svolto, quotidianamente, dagli agenti del Comando della Polizia Municipale del capoluogo di regione”. Per quel che concerne la pianta organica, ribadisco come già ho fatto qualche settimana fa, a un agente di Polizia Municipale è stato trasformato il contratto da part-time a full-time e due nuovi vigili sono stati assunti; mentre, è stato pub-

blicato nuovamente il bando per il Comandante dopo che quello scaduto il 18 novembre 2014 andò deserto. La volontà, come si evince, c’è, tant’è che il bando è già avviato. Sul dirigente De Marco, io non posso che ringraziarlo per la sua opera professionale che sta svolgendo, in attesa dell’arrivo del nuovo Comandante del Corpo. Sta dimostrando di essere un professionista legato all’ente per il quale lavora, considerando che sta svolgendo tante mansioni allo scopo di mandare avanti la struttura, che deve rispettare dei tempi amministrativo-burocratici. È solo una situazione temporanea, che tra le altre cose il dottor De Marco sta portando avanti con puntualità, solerzia e rigore. Possiamo solo dirgli grazie”.

Singolare momento culturale al Sannitico In mostra 40 oli di Fredy Luciani E’ piuttosto frequente veder riemergere nella nostra città qualche figura che, per una serie di ragioni, si è allontanata per lungo tempo. Come è il caso di Fredy Luciani che s’è ripresentato con 40 tele ad olio nei locali centrali del Circolo Sannitico, dove rimarrà sino a venerdi. Sul principio l’artista che vive a Termoli ma si muove con le sue mostre su molti fronti era stato in qualche modo sottovalutato. Poi, è bastato che un certo giorno la sua produzione sia piaciuta a Vittorio Sgarbi e tutto è cambiato. Sia ben inteso, non ci si trova di fronte a un fulmine dei colori, ma ad un artista di rilievo si. Fredy non si gonfia e non si dà certamente un tono diverso da quello che è: un uomo che viene da lontano e che trova nei pennelli e colori il suo mondo naturale. Rieccolo, come si diceva, al Sannitico. Che lui ri-

cordava cuore nobile della città. Oggi il Circolo funziona a luci basse, pochi iscritti e occasioni di incontro sempre minori. Ma, per fortuna, l’arte riesce sempre a trionfare, così una dietro l’altra stiamo seguendo una serie di mostre pittoriche che piacciono e si lasciano apprezzare. Per questo recente incontro con la critica e col pubblico Fredy Luciani ha ricevuto una nuova testimonianza d’affetto e di stima da parte del suo mentore Vittorio Sgarbi che ha apprezzato particolarmente un suo pezzo che raffigura tre barche che affiorano nelle acque placide delle Valli di Comacchio. L’occasione per il visitatore è propizia. Non da meno per i collezionisti che potranno rendere più ricca e virtuosa le loro quadrerie aggiungendo qualche pezzo di Fredy, campobassano di radici, ma più propriamente cittadino del mondo.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

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Cinema Ariston, addio! L’abbattimento della struttura è solo l’antipasto di un banchetto edilizio/speculativo che vedrà altri spazi urbani e altri stabili “storici” fare da primi piatti Cinema Ariston, addio. La grande sala cinematografica della famiglia De Benedittis è out da decenni, ma rappresenta tutt’ora un riferimento incancellabile per diverse generazioni. Sala ampia (1500 posti), oltre alle pellicole cinematografiche d’essai, ha ospitato le più grandi compagnie di teatro e di spettacolo. Era la Campobasso degli anni impareggiabili del “boom economico”, dell’entusiasmo, della voglia di vivere, delle relazioni umane, non questa depressa, avvilita, involgarita che sta attraversando la crisi economica, per un verso, e con maggiori negatività la crisi culturale che la tiene fuori da ogni circuito virtuoso capace di muoverla in avanti, alla ricerca di una nuova identità dopo quella perduta di cui facciano cenno. Cinema Ariston, addio. Il mai abbastanza vi-

tuperato Piano casa regionale, ch’è la sintesi dell’imbarbarimento amministrativo rivolto alla speculazione edilizia, alle alterazioni dell’esistente in chiave predatoria, ha mosso, come si sapeva, gli appetiti edilizi. Un progetto di abbattimento dell’Ariston per far posto ad una struttura per civili abitazioni e locali commerciali (i volumi esistenti possono essere aumentati del 70 per cento, quindi ipotizziamo un fabbricato di 10 piani in su) è stato depositato a Palazzo san Giorgio per un esame che, per le deroghe previste dal Piano stesso, lo sottrae agli organi amministrativi, lasciandolo al visto “si costruisca” degli uffici tecnici. La famiglia De Benedittis, benemerita per gli anni in cui ha consentito alla collettività campobassana di utilizzare in maniera con-

sona e intelligente il tempo libero, ha tutto il dovere di salvaguardare i propri interessi, come crediamo abbia diritto di salvaguardare i propri l’impresa che ha progettato il progettabile in virtù del mai vituperato Piano casa regionale che, da soluzione straordinaria e tampone, è diventato lo strumento killer di ogni logica edilizia ed urbanistica. Scippando alle amministrazioni locali, di fatto, il governo e la gestione del territo-

rio. Nella fase preparatoria della legge 30 (alias Piano casa), l’amministrazione comunale non ha saputo esercitare il benché minimo correttivo: l’interesse politico del centrosinistra a non disturbare il manovratore regionale, è prevalso su ogni altra valida e opportuna ragione. Il caso dell’Ariston è solo l’antipasto di un banchetto edilizio/speculativo che vedrà altri spazi urbani e altri stabili “storici” fare da

primi piatti. Per il sindaco Battista, il mandato popolare si va spostando progressivamente, e inesorabilmente, verso i grossi interessi economici, i potentati imprenditoriali, gli studi legali, i desiderata professionali, lasciando nelle retrovie le soluzioni d’interesse sociale. Una brutta stagione politico/amministrativa. E a dire che non meno di 10 anni fa, l’allora assessore comunale al patrimonio e alla finanze, oggi sindaco, aveva previsto di acquistare l’Ariston per farne il perno di una politica culturale di largo respiro. Da dieci anni e passa, tutte le buone intenzioni, hanno dovuto cedere il passo alla poltiglia politica che n’è seguita, e alle mistificazioni dell’economia in crisi. Dardo

Punto e virgola

Quelle scritte sui palazzi di Gennaro Ventresca L’ultimo sbaffo l’ho visto l’altra sera, contro la parete interna dell’ascensore di un condomio, in via Garibaldi. Forse con un pennarello o uno spray una mano oltraggiosa ha lasciato il suo segno. Con un colore verde brillante è stata apposta una scritta. Svelta e con tratto sicuro, fatta verosimilmente da un giovane, non certo da un ragazzo. Inutilmente l’addetto alle pulizie ha provata a portarla via con lo sgrassatore. “Ci vorrà l’acetone”

ha spiegato l’inquilino del terzo piano, passandosi una mano tra i capelli. Ormai non se ne può più di queste scritte contro le pareti. Che, come ricordavo, si sono estese sino all’ascensore. Non si fa in tempo a pagare l’ultima quota all’amministratore per i lavori straordinari del palazzo che, nottetempo, arriva qualcuno armato di una o più bombolette per realizzare la sua “opera”. La città è stata oltraggiata anche nei rari monumenti del centro

storico. Le facciate delle chiese che portano ai Monti erano state diligentemente ripulite da un’associazione benemerita. Ma, dopo una breve tregua, ecco che sono ricomparse le orribili scritte colorate. Ormai sembra che ognuno abbia accettato impotente il provocatorio sopruso. Mentre il fenomeno dilaga non si hanno notizie di una sola denuncia. Tanto meno si può immaginare che qualcuno sia stato condannato a un congruo risarcimento.

Non paghi la Tares se adotti un cane: una proposta anche per Campobasso Di Giovanni Muccio* In Italia la norma stabilisce che, in assenza di un padrone, di ogni cane deve preoccuparsi il Sindaco della città e i costi per il mantenimento di un solo randagio finiscono per superare di gran lunga quelli che lo stesso Ente stanzia in favore di persone e famiglie meno abbienti. In media, un solo randagio costa alle casse comunali dalle 3 - 4 euro giornaliere, in un mese 90 – 120 euro ed in un anno dalle 1080 -1420. Una situazione difficile se si considerano

le difficoltà economiche in cui si muovono tanti comuni molisani. A tal riguardo, come esempio, solo nel canile di Santo Stefano a Campobasso oggi trovano ospitalità oltre 400 randagi e i costi per il mantenimento di tale struttura per il Comune di Campobasso sono ingenti, facendo due calcoli approssimativi si dovrebbero spendere oltre 400 mila euro annui. Molte Amministrazioni comunali in Italia hanno aderito all’iniziativa:

“Non paghi la Tares se adotti un cane”. Questa iniziativa, a parere del Movimento regionale del Guerriero Sannita, potrebbe dare respiro alle casse comunali considerando la spesa media di oltre 1.000 euro all’anno per ogni cane, risparmio che potrebbe servire a rimpinguare il capitolo di spesa per venire incontro alle persone e famiglie bisognose. Inoltre, si migliorerebbe anche la condizione dell’animale dandogli un

padrone che a sua volta beneficerebbe di un vantaggio economico che si tradurrebbe nel risparmio sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ciò darebbe anche una risposta concreta al randagismo. Per evitare che qualcuno possa fare il furbo solo per avere lo sconto il Comune, attraverso la polizia municipale e/o le Associazioni animalistiche riconosciute, provvederanno a verificare le condizioni del cane adottato.

Il Movimento Regionale del Guerriero Sannita lancia questa idea operativa a tutti i Sindaci della Regione Molise che hanno tali problematiche. Nei Comuni italiani dove si è adottata tale iniziativa sta dando risultati positivi che si traducono in risparmio economico per le casse del Comune e una casa, affetto e amore per il migliore amico dell’uomo, il cane. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita



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Isernia

21 maggio 2015

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“Fascitelli, la Provincia non ha disatteso il progetto” L’amministrazione ha dato il via all’indizione della gara d’appalto per i lavori di ristrutturazione ISERNIA. “La Provincia non ha disatteso il percorso organizzativo e procedimentale dichiarato all’inizio dell’anno in merito all’attivazione della cantieristica riguardante il liceo ‘Fascitelli’ al fine della sua utilizzazione per il prossimo anno scolastico”. Il presidente della Provincia di Isernia Luigi Brasiello intende così fare chiarezza sui lavori del glorioso istituto scolastico di Isernia.” In particolare – aggiunge Brasiello – sono stati risolti i problemi contrattuali intanto intervenuti con l’impresa operante, rescindendo il rapporto contrattuale e affidando all’impresa già ope-

rante nell’impiantistica i relativi lavori di restauro della facciata anche della parte anteriore dell’immobile.

Ciò non ha procur a t o alcun rit a r d o all’andamento dei lavori, né tantom e n o d a n n i conseguenziali alla rescissione, per cui i restanti lavori riguardanti i residui 80mila euro disponibili sono già in corso

di esecuzione a cura dell’impresa Nardolillo di Venafro. Il cantiere ad oggi è attivo. Né d’altronde si è perso tempo evitando ritardi per l’attivazione dei procedimenti di richiesta di ulteriori 600mila euro di finanziamento attraverso un apposito programma regionale finanziato da mutui Cassa Depositi e Prestiti a carico dello Stato, per essere presente la Provincia di Isernia, appunto nel suddetto programma, con gli interventi riguardanti il completamento del ‘Fascitelli’ (4° posto della graduatoria regionale e 1° posto della Provincia di Isernia) e gli interventi di

consolidamento strutturale e messa in sicurezza dell’Istituto ‘Cuoco’ di Isernia (15° posto della graduatoria regionale e 2° posto della Provincia di Isernia). Nonostante la carenza di un atto di concessione formale, ma sulla base delle previsioni normative riguardanti il programma, la Provincia ha già avviato le procedure di gara finalizzate a completare definitivamente e velocemente gli interventi per rendere totalmente agibile il Fascitelli. Pertanto in data odierna sono state firmate senza alcuna esitazione le determine inerenti l’indizione di gara”.

Venafro, maggioranza in bilico Il sindaco Sorbo avrebbe solo un voto in più rispetto alle opposizioni VENAFRO. Gli Indipendenti fanno sul serio, lasciando il gruppo di maggioranza “Venafro cambia Venafro”. Dunque, Stefania Di Clemente, Elisabetta Cifelli e Pasquale Barile dal prossimo Consiglio comunale saranno nelle fila del gruppo misto, con Anna Ferreri ed Adriano Iannacone. La loro recentissima uscita pubblica, del resto, lasciava presagire una conseguente azione dirompente. L’amministrazione ora è spaccata a metà:

stando così le cose, può contare ufficialmente su un solo voto di maggioranza. Il cambio in giunta, con l’uscita di scena di Dario Ottaviano e l’ingresso di Carlo Potena, sembrava poter placare gli animi. Invece, tutt’altro. “Buon senso e dignità alla fine l’hanno fatta da padrone…”. Il capogruppo di minoranza, Alfonso Cantone, interviene sulla gravissima crisi in atto nella maggioranza. Dopo due anni, due assessori (Elisabetta Cifelli e Dario Ottaviano, ndr) si sono dimessi, sei consi-

glieri hanno restituito le deleghe, nell’ultimo Consiglio è mancato il numero legale per evidenti contrasti interni, della seconda convocazione di Consiglio dall’8 aprile scorso ancora nessuna traccia, ora la nota di sfiducia della presidente Di Clemente, di Elisabetta Cifelli (la più votata) e di Pasquale Barile che di fatto prendono le distanze da un modo di fare politica intriso di favoritismi nei confronti del proprio elettorato (così come dichiarato nella loro nota di sfiducia). Atto di

accusa gravissimo!”. Dunque, “cosa aspettano ad andarsene tutti a casa? Forse il ‘morto’? Ma il morto c’è già, ed è la città di Venafro, che è stata razziata, vilipesa, denutrita e ora derisa, da una amministrazione dove sono tutti colpevoli, venuta alla luce come ‘Venafro cambia Venafro’, ma che in realtà si è trasformata in ‘Venafro distrugge Venafro’”.

Fornelli, i bambini a scuola a Pedibus Singolare iniziativa di studenti e insegnanti della scuola primaria FORNELLI. Singolare iniziativa quella promossa dagli studenti e dal gruppo di insegnanti della scuola primaria di Fornelli. Martedì 19 maggio si sono recati tutti in gruppo per seguire le lezioni a piedi. “Pedibus” così è stata chiamata la mattinata all’insegna della salute e della scoperta del territorio. Una iniziativa programmata in collaborazione anche con i genitori degli alunni che hanno voluto prendere parte alla particolare “camminata” tra le vie cittadine. Una giornata a costo zero con la quale è stato lanciato un messaggio ambientale: “Alzando i piedi si risparmia”. La camminata ha preso il via dalla parte più alta del territorio comunale e quindi dalla frazione di Castelcervaro, dove i primi bambini hanno dato il via alla passeggiata. Il per-

corso si è concluso dopo aver accolto tutti i bambini ed aver raggiunto la scuola per iniziare la lezione mattutina. Ad attendere i piccoli studenti , prima della conclusione del percorso, anche il primo cittadino di Fornelli Giovanni Tedeschi che ha voluto ringraziare il gruppo di insegnanti, la Protezione Civile comunale ed i genitori protagonisti di questa mattinata all’insegna della riscoperta del territorio e del benessere. <Un grazie sentito va agli ideatori di questa singolare iniziativa. I piccoli studenti di Fornelli – ha spiegato il sindaco Tedeschi – oltre a beneficiare degli effetti salutari di una passeggiata all’insegna del benessere, hanno potuto anche scoprire angoli del loro territorio comunale osservandoli da una prospettiva differente>.


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Termoli

21 maggio 2015

Quattro Daspo per i tifosi giallorossi Sono stati individuati i giovani che hanno acceso fumogeni e portato striscioni proibiti TERMOLI. Prosegue, con rigore, la politica adottata dalla Polizia di Stato di Campobasso per prevenire e reprimere gli atti di violenza compiuti durante le manifestazioni sportive. Questa volta, sotto la lente di ingrandimento degli operatori di Polizia è finito il derby “Termoli – Campobasso” dello scorso 10 maggio. Poco prima dell’inizio della partita, infatti, alcuni tifosi del Termoli, che si erano trattenuti all’esterno del campo da gioco nei pressi della curva “Marco Guida”, si sono resi protagonisti dell’accensione di vari fumogeni e lancio di petardi. Analoghi episodi si sono verificati al termine dell’incontro con l’accensione di

altri fumogeni all’interno ed all’esterno del “Cannarsa”. Durante il secondo tempo della gara, inoltre, alcuni tifosi hanno introdotto nello stadio ed esposto al pubblico, per pochi minuti, due striscioni dal tenore offensivo nei confronti della tifoseria del Campobasso, distruggendoli immediatamente per non consentirne il sequestro da parte delle Forze dell’Ordine. L’immediata ed intensa attività di indagine condotta congiuntamente dal personale del Commissariato P.S. di Termoli e della DIGOS del Capoluogo ha consentito di risalire agli autori dei suddetti episodi, tutti residenti nella

cittadina adriatica. Il Questore Pagano ha, pertanto, emanato 4 provvedimenti DASPO nei confronti di altrettanti supporters termolesi che, in relazione alla gravità delle condotte poste in essere, dovranno rimanere senza calcio per un periodo dai 2 ai 5 anni. Per 3 di loro, inoltre, è stata prevista anche la prescrizione dell’obbligo di firma presso gli Uffici di Polizia. Tali provvedimenti imporranno ai 4 tifosi il divieto di accedere a tutte le manifestazioni calcistiche che vedono impegnata la squadra del Termoli, compreso quello di sostare nei luoghi circostanti lo stadio e nelle aree di transito di

coloro che partecipano o assistono alle manifestazioni sportive della compagine termolese. Sono in corso ulteriori indagini ed accertamenti per giungere all’identificazione di altri responsabili dei citati episodi di violenza. Ciò, nell’intento di non lasciare impuniti gli autori, ma anche per continuare a dare - da parte delle istituzioni – un forte segnale affinché gli stadi continuino ad essere luoghi di sport e divertimento, all’interno dei quali non sono consentite forme di violenza e di illegalità.

L’intervento

Profughi a Campomarino, il Comune risponda Apprendiamo dai media locali che anche a Campomarino potrebbero arrivare gruppi di profughi, in strutture alberghiere già individuate, e circola con insistenza in paese la voce che anche la nuova casa di riposo, non ancora in funzione, la cui destinazione è riservata ad anziani e ragazzi con varie problematiche, potrebbe essere utilizzata per ospitare immigrati. Il circolo comunale Fratelli d’Italia AN di Campomarino non condivide i modi di questa pseudo accoglienza

che maschera enormi giri di danaro pubblico, nel silenzio totale dell’amministrazione comunale, trinceratasi dietro lo scarno commento del Sindaco “non dipende da noi ma dalla Prefettura”. Al caro sindaco diciamo che, per questioni del genere, che riguardano l’intera comunita’ campomarinese, dovrebbe coinvolgere i cittadini che rappresenta. Non sarebbe il caso di indire un consiglio monotematico aperto alle riflessioni dei concittadini, come

accaduto in altri comuni, per sentire cosa ne pensa la nostra comunità? Ci chiediamo inoltre,per quanto tempo è previsto il soggiorno di queste persone? Siamo sicuri che a Campomarino non ci siano famiglie e persone a cui gioverebbe un trattamento simile in questo momento di crisi? Siamo sicuri che questa situazione non danneggerà ancor di più un settore già negli ultimi anni in crisi, come il turismo? Con conseguente perdita di posti di lavoro stagionale

per i nostri giovani. Siamo sicuri che tra i tanti profughi non ci siamo terroristi? La nostra posizione non è se dare o meno accoglienza ai profughi,il problema è che l’accoglienza è un’altra. Questo è un problema cui deve farsi carico l’Unione Europea,a cui regaliamo miliardi e miliardi senza avere nulla in cambio. Preferiremmo allora potremo utilizzare i 35 euro al giorno per gli italiani e quindi per i Campomarinesi che sono in difficoltà, lasciati al

loro destino. Siamo convinti che gli immigrati vadano aiutati nei loro paesi d’origine, non alimentando criminali, scafisti,terroristi, cooperative rosse che lucrano su tutto questo. Non è e non deve essere un problema solo italiano, noi siamo solidali con la gente che scappa dalla guerra, non con coloro che sui traffici di essere umani stanno costruendo enormi illecite ricchezze. FRATELLI D’ITALIA AN Campomarino

“Turismo, ma cosa è cambiato ? Nulla” La situazione di Campomarino è stata denunciata dai consiglieri Romano e Saburro CAMPOMARINO. “Sta per iniziare la stagione turistica 2015, ma tutto riparte da dove ci eravamo lasciati un anno fa o meglio, nulla di nuovo sotto il cielo di Campomarino”. Lo sostengono i consiglieri comunali di Campomarino, Luigi Romano e Antonio Saburro. “Dopo aver pubblicizzato la bandiera blu 2015, con tanto di foto, la nuova stagione turistica sta per iniziare come sempre. Basta farsi un giro in una delle piazze principali di Campomarino Lido “ Piazza Aldo Moro”, per verificare che, dopo un anno di amministrazione Cammilleri (sei dir la verità) la pavimentazione della piazza è completamente dissestata come la strada che la circonda, completamente dissestata (facciamo notare che in questa piazza oltre alle attivita’ commerciali esiste l’ufficio Postale). Percorrendo via Vanoni (via centralissima del Lido) , notiamo che dopo un anno di amministrazione (sei a dir la verità), tutti i marciapiedi della via sono ancora dissestati e che la rete della pineta, in molti tratti, risulta completamente inesistente o malmessa. Ci limitiamo a commentare la situazione della pineta senza entrare nel dettaglio, perché la pineta, merita un articolo a parte. Tutti i lotti di

terreno, a Lido e in tutte le strade del territorio (contrade comprese), sono ancora senza pulizia e taglio dell’erba e delle canne. In molte vie, l’erba e le canne escono sulle strade o sui marciapiedi di pubblica utilità, soprattutto a ridosso dei bidoni della spazzatura. Al Porto Turistico nulla è cambiato, anzi si, il prezzo per l’ormeggio delle imbarcazioni è aumentato, giu-

sto per giustificare il prezzo, infatti, in questo anno tanto è stato fatto per migliorare i servizi al Porto, “praticamente nulla”. Noi crediamo che , Sindaco e Giunta debbano mettersi al lavoro seriamente, perché chi viene a Campomarino per trascorrere un po’ di giorni di vacanza e riposo, merita un’accoglienza diversa. Continueremo a chiedere al Sindaco di essere più presente (magari mettendosi in aspettativa oppure a mezzo servizio dal proprio lavoro), ma non per posizione presa, ma solo per il bene dei nostri concittadini e dei tanti turisti che, provenienti da fuori Regione, aspettano con ansia di vedere una Campomarino lido diversa. Dopotutto, in campagna elettorale il Sindaco non ha fatto altro che scusarsi con i concittadini per la sua mancata presenza sul territorio durante lo scorso mandata. In questo primo anno del suo secondo mandato? ASSENTE”.


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Termoli

21 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Una ragazza arrestata mentre confezionava stupefacenti L’operazione è stata condotta dai Carabinieri di Termoli TERMOLI. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Termoli hanno tratto in arresto una ragazza termolese e deferito in stato di libertà un minore con l’accusa di detenzione ai fini dello spaccio di sostanza stupefacente pronto ad essere probabilmente immesso sul mercato locale. I militari a conclusione di una operazione “lampo” effettuata nella giornata di ieri hanno fatto irruzione in un garage dove la ragazza, una ventiduenne di Termoli che con la complicità di un amico diciassettenne era intenta a confezionare dosi di marijuana.

I due si erano “chiusi” nel garage pensando forse di passare inosservati e invece i Carabinieri, sviluppata la notizia, hanno fatto irruzione nel garage, in zona Porticone, dove i giovani si erano rinchiusi e dove non hanno potuto far altro che attendere le operazioni di controllo. I militari a seguito della perquisizione del locale hanno recuperato una busta in cellophane contenente 45 grammi circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana, 21 dosi di marijuana già pronte in singole bustine per essere “commercializzate”, in totale sono stati sequestrati 70 grammi di stupefacente, 2 grammi

di hashish, 495 euro in contanti oltre ad un bilancino elettronico per la pesatura dello stupefacente. Il tutto è stato sequestrato perché ritenuto destinato allo spaccio locale e la ragazza è stata condotta in Caserma e poi per lei si sono aperte le porte del carcere femminile di Chieti dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria frentana che ha coordinato l’operazione con i militari. Il minore invece è stato affidato ai genitori previ avviso all’autorità Giudiziaria minorile.

Bancarotta, i soldi finivano in America Ieri la conferenza stampa della Guardia di Finanza di Termoli dopo l’operazione in basso Molise TERMOLI. A far comprendere ai militari della Finanza che qualcosa in quelle operazioni non andava è stato il trasferimento di ingente somme di capitali all’estero, e precisamente in America dove l’imprenditore si era trasferito da alcuni mesi. Escono ulteriori particolari dell’indagine che è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Termoli sotto il coordinamento della Procura di Larino che ha portato all’arresto di un noto im-

prenditore di Termoli finito in carcere, di altre cinque persone (tutti agli arresti domiciliari) e all’esecuzione di un provvedimento di obbligo di dimora e di uno di divieto di espatrio con le accuse di bancarotta fraudolenta e frode fiscale. Stando ai particolari resi noti questa mattina in conferenza stampa dal colonnello e comandante della Finanza di Campobasso, Paolo D’Amata l’uomo avrebbe perpetuato per diversi anni

No Triv: una lotta senza confini Il MoVimento 5 Stelle non abbassa la guardia, anzi rilancia la battaglia sul litorale abruzzese-molisano TERMOLI. La lotta alle trivellazioni è uno dei punti cardine della politica ambientale ed energetica a 5 Stelle. Da anni il Movimento denuncia i rischi per la salute pubblica e ambientale connessi all’uso indiscriminato delle trivelle. Tuttavia, in concreto, nulla è ancora stato fatto, né dal governo regionale, né da quello nazionale. Più volte i portavoce del Movimento 5 Stelle Molise in Consiglio regionale, Patrizia Manzo e Antonio Federico, hanno evidenziato i danni prodotti dal Governo Renzi ai nostri territori e ai nostri mari con il cosiddetto ‘Sblocca Italia’, soprattutto in tema autorizzazioni per le estrazioni di petrolio e gas. L’articolo 38 del decreto, infatti, ha dato il via libera alle trivelle in maniera indiscriminata esponendoci a enormi pericoli: un incidente in un mare ‘chiuso’ come il nostro rischia di distruggere ecosistemi marini e intere economie. Una denuncia urlata in piazza e nei

palazzi istituzionali. A novembre scorso, lungo il litorale molisano, si è svolta una manifestazione No-Triv per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema e chiedere al Consiglio regionale di impugnare lo ‘Sblocca Italia’ per incostituzionalità, attraverso una mozione che il Pd non ha mai voluto discutere nonostante le tre richieste ufficiali dei due portavoce. A distanza di mesi, è chiaro che lo stesso Pd locale, pur mostrando visibili spaccature interne sulla questione, nulla ha fatto per tutelare il territorio da un governo più vicino ai petrolieri che ai cittadini. Il risultato è che oggi ci ritroviamo davanti alla società italiana idrocarburi che si appresta a realizzare un nuovo pozzo a Rotello e, in mare, a poche miglia dalla costa di Vasto e Termoli, la società Edison è pronta con quattro nuovi pozzi. Insomma, il campo di battaglia attraversa sia il Molise che l’Abruzzo. Ecco perché il MoVimento 5 Stelle ribadirà il No alle trivellazioni nel corso

della manifestazione di sabato prossimo 23 maggio, in programma a Lanciano. Come detto, una lotta senza quartiere che coinvolge tutta Italia. Si è scoperto infatti che, entro luglio, il nostro Paese deve recepire una direttiva europea sulle condizioni di sicurezza ambientale per le operazioni in mare nel settore idrocarburi. L’Italia avrebbe dovuto e potuto farlo prima del decreto, invece nulla è stato fatto. Per giunta, non si può sapere quante concessioni sono state rilasciate prima del recepimento della direttiva, perché il ministro interrogato non ha risposto! Ma anche l’Europa ci guarda. Proprio grazie a un esposto presentato dai portavoce M5S su più livelli, la Commissione europea ha avviato un’indagine sull’articolo dello ‘Sblocca Italia’ che dà il via alle trivellazioni nel Mediterraneo, così da valutare possibili violazioni della normativa europea.

lo svuotamento delle società che sarebbero state riconducibili a lui, alcune delle quali fittizie, creando un ingente danno erariale composto anche da debiti nei confronti di ignari fornitori rimasti insoddisfatti. Il tutto attraverso la vendita di beni intestati alle società, venduti a terzi ignari di tutto, il cui ricavato, però, non finiva nelle casse della società ma veniva ‘girato’ ai prestanome e ad alcuni parenti.

Tre studenti termolesi premiati a Expo Sono dell’istituto Nautico, sezione Geometri, ed hanno vinto la sezione “Trofeo del paesaggio” TERMOLI. Un gruppo di studenti 11 dell’Istituto Nautico sezione Geometri Ugo Tiberio, accompagnati dai professori Angiola Marinucci e Antonio Brunetti, si sono recati in visita e per ritirare un premio all’EXPO 2015 di Milano. Lo stesso faceva parte di un concorso “Trofeo del paesaggio” e loro ne sono risultati vincitori. Questo soprattutto il motivo del viaggio didattico. La classe è la 1 Bcat. Il viaggio per tutta la classe è stato possibile perché finanziato dalla F.I.S. anche se, in effetti, i vincitori sono stati soltanto tre: Amalia Simigliani, Davide Carito e Giusy Fatima Pia De Sanctis. Come dicevamo, la visita è servita anche per un excursus didattico im-

portante visto che Milano fino al 31 ottobre sarà una megalopoli al centro del modo meta ogni giorno di migliaia e migliaia di visitatori da ogni angolo della terra e in questi giorni anche Termoli e il Molise era presente con la ciliegina di poter ritirare un premio inerente allo stesso Expo.



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Opinioni di Gennaro Ventresca La fulminante eliminazione dall’inutile (?) coda dei play off dei Lupi mi offre l’occasione per fare qualche considerazione sulla nostra squadra. Che, storto o dritto, ha fatto il suo. Mantenendosi sempre nelle zone alte della classifica, senza però avvicinarsi alla vetta, dove, evidentemente, l’aria rarefatta le ha fatto paura. Dovendo fare un bilancio stagionale non si può fare a meno di ritrovarsi nel territorio roseo, anche se non sono mancate le spine. Specie sotto l’aspetto estetico. Prima con Farina e dopo con Vullo la nostra squadra non ha mai espresso un gioco elegante. E, a voler essere sinceri sino in fondo, tolta qualche rara circostanza (leggi San Benedetto e in casa con la capolista Maceratese) i nostri ragazzi non hanno mai dato la sensazione di sprigionare la grinta esagerata che sarebbe servita per indirizzare alcune gare verso il successo. Mi permetto di far notare che tanto Farina che il suo successore si sono limitati al minimo sindacale. Vivacchiando tra quarto e quinto posto, senza uno spunto folgorante e anche con qualche rumorosa caduta (leggi Macerata

di Domenico Lanciano

Si sa o si dovrebbe sapere che la nostra è una società organizzata in uno “Stato di diritto” dove la vita delle persone viene gestita da un insieme di leggi e regolamenti a 360 gradi. Nonostante la legislazione vigente sia ispirata da valori anche sublimi e immateriali che si sono evoluti nei secoli, tuttavia è preminente l’orientamento “economico-legale” in cui il denaro ha una sua preponderante e più decisiva importanza. Alla luce di fatti concreti e di esperienze consolidate, possiamo dire che la vita umana è ancora subordinata alla supremazia economica che condiziona l’esistenza umana e sociale. Ciò, in termini filosofici-politici, si spiega ed è possibile soprattutto perché c’è abbondanza di esseri umani e tale abbondanza tollera che si possano sprecare vite senza compromettere troppo o minimamente l’andamento sociale (vedasi i genocidi, le guerre e altre calamità più o meno naturali). In poche parole possiamo affermare che, oggi più che mai, più vale il denaro e meno vale l’uomo. Tanto è che sull’altare del denaro e delle ricchezze si sono sempre sacrificati interi popoli non soltanto singole persone. Oggi come oggi, in tale ottica, ad esempio, vanno inserite le fughe di masse di profughi che scappano da guerre, dittature, pulizie etniche ed altre violenze e che per l’Italia (come per altre aree geografiche) si traducono in sbarchi e flussi inarrestabili, accoglienza. L’Università delle Generazioni di Agnone si fonda su esigenze di quell’equilibrio che è legge fondante dell’universo stesso prima ancora che delle società, le quali generalmente si fondano sì sul diritto ma in modo assai squilibrato poiché ciò che è legale il più delle volte non è giusto ed equilibrato tra le parti. Ad esempio, la vita non è uguale per tutti e di conseguenza la legge non è uguale per tutti anche se, in termini teorici-legali, l’enunciazione è ufficialmente paritaria. Prendiamo, ad esempio, la situazione sanitaria di ognuno di noi, personalmente o come comunità agnonese e alto molisana ma anche regionale e nazionale. A parte l’accettazione diffusa del “destino” negli eventi umani, specialmente se tragici, appare chiaro che in termini di pronto soccorso sanitario

21 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Consigli per gli acquisti per un Lupo da sballo e Chieti prima di tutto, ma anche la sconfitta di Castelfidardo non è stata roba da niente). IL QUARTO POSTO è stato merito di tutti, ma soprattutto della società che, in silenzio, ha saputo assicurare il rancio alla truppa. Cosa che, invece, non hanno saputo fare a Matelica, Chieti e Maceratese, dove in estate avevano allestito tre autentici squadroni. Ecco, se Edoardo Falcione e i suoi più amorevoli collaboratori non avessero fatto per intero il loro dovere i nostri colori sarebbero quasi certamente stati risucchiati nella pancia del gruppo. Perdendo credibilità e posizioni di classifica. MI E’ RIMASTA SUL GOZZO la brutta figura con il San Nicolò, tre pere, ma potevano essere anche di più nella nostra porta, sono state una dannosa pubblicità estiva. Ma comunque preziose per avere le idee più chiare per costruire il nuovo telaio per l’anno prossimo. CONSIGLI PER GLI ACQUISTI. Mi permetto di dare alcuni suggerimenti agli amici che guidano (bene) la nostra società. Il primo è di fare una energica potatura al-

l’organico. Lasciando in disparte il lato affettivo: le squadre si fanno col cervello, non solo col cuore; Una delle mie idee fisse mi spinge a suggerire Vittorio Esposito come rinforzo di peso e di immagine per costruire una squadra più forte, innervata di gente che sappia dare del tu al pallone. Non credo all’accordo col Pescara, pertanto resterei vigile, per non farsi precedere da qualche squadra del nostro taglio. Per quel che ne so Esposito non ha la “testa” per il fare il “vero” professionista. Per questo prevedo che presto o tardi si tornerà a “sciolti si balla”. Un pensierino lo farei anche per l’agnonese Ricamato a cui l’Eccellenza dovrebbe vestire stretta. E, ultimo, pensare con attenzione ad alcuni giocatori della Civitanovese che nella sfida a Selva Piana hanno favorevolmente impressionato, pur essendo a corto di allenamenti. Mi fermo qui. Sicuro che, forti di un anno di esperienza in D, sapranno agire al meglio i miei amici che hanno l’onere di reggere il nostro club.

Codificare topograficamente il rischio sanitario nel nostro sistema di prevenzione e cura esistano disparità che a volte o spesso comportano la perdita di vite umane pure a causa di situazione logistiche difficili (permanenti o temporanee) ma ormai sempre più spesso tollerate per inesistenza o inefficienza organizzativa oppure per apparente insufficienza di risorse economiche impiegate nel salvare vite umane, specialmente negli infortuni sul lavoro e per cause naturali in termini di una logistica sfavorevole. Ed è proprio sulla “logistica” che si gioca, a parere dell’Università delle Generazioni, buona parte del valore della vita nei vari territori. Secondo questa realtà, l’esistenza di ognuno di noi può variare quotidianamente a seconda dei casi. Ad esempio, se il “signor Caio” ha un infarto o altro incidente che ne metta in serio pericolo la vita, ha più probabilità di essere salvato se si trova in un luogo più accessibile ai soccorsi. Il luogo dove avviene l’evento potremmo definire “posizione catastale di soccorso”. Infatti, essendo la nostra società prevalentemente economica si è cercato, finora, di privilegiare la suddivisione del nostro territorio in “particelle catastali” per le proprietà immobiliari (case e terreni) su cui si basa buona parte della sopravvivenza o della ricchezza delle persone. Ma tutti sappiamo che la ricchezza pratica più importante delle persone consiste nella buona salute. Eppure per la salute non ci sono gli stessi accorgimenti legali perché paradossalmente e solitamente noi stessi non prestiamo le medesime cure che usiamo per i nostri beni materiali. Allora, oltre a immettere nella società maggiore coscienza pedagogica sulla preziosità e sulla indispensabile difesa della primaria ricchezza della salute, perché non avvalorare meglio questa nuova concezione prioritaria sul va-

lore della nostra vita, cominciando a realizzare le MCRS - “mappe catastali del rischio sanitario” specialmente relative ai tempi e ai modi di soccorso. Ad esempio, seguendo le mappe catastali degli immobili, bisognerebbe assegnare dei valori inerenti il pronto soccorso in caso di emergenza-urgenza attraverso speciali codici numerici che evidenzino il rischio-vita in rapporto alla posizione della persona nel luogo dell’ipotetico malessere (infarto, ictus, politraumatismi, ecc.). Così, se io decido di fare una escursione in montagna, devo sapere in fase pre-

ventiva, leggendo il codice di rischiovita, che se mi capita qualcosa di grave in quella particella MCRS - “mappa catastale di rischio sanitario” il mio rischio è maggiore. Spesso capita che cardiopatici facciano escursioni impervie e ci rimettono la pelle proprio perché è difficile avere un soccorso efficace in quella determinata posizione logistica. Le MCRS - “mappe catastali del rischio sanitario”, oltre ad essere utili nella prevenzione e nella cautela, possono avere un valore legale nelle sue più varie espressioni (assicurative, sanitarie, turistiche, lavorative, stradali, ecc.). Infatti, a parte i contratti assicurativi nel settore privato, nel “Contratto Sociale” Stato-Cittadino è importante che tutto sia chiaro e consapevole al momento delle scelte possibili (volontarie o imposte) per avere una sicurezza della propria vita, specialmente in fase di emergenza-urgenza. Così, un conto è che l’escursionista scelga di effettuare una rischiosa salita su percorsi impervi e isolati di montagna, altra situazione è per un lavoratore cui viene “imposto” di prestare la propria opera in maggiori situazioni di rischio logistico-sanitario. Insomma, essendo complessa (come qualsiasi altra posizione legale), la materia giuridica del pronto soccorso sanitario nella logistica territoriale può essere semplificata e agevolata con la realizzazione delle “mappe catastali di rischio sanitario” e in un’educazione di base dei cittadini fin dalla più tenera età.


Ci avviciniamo alla data del 24 maggio. Cento anni dall’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il volume curato dal nostro collega Giuseppe Saluppo: “Il Molise e la Grande Guerra”, offre uno spaccato della nostra regione al cospetto degli eventi bellici e sociali. Immaginiamo una delle tante vallate del nostro Molise. Sembra vedere scendere da una di quelle strade, oggi asfaltate (seppure ridotte a mal partito), cento anni fa bianche e soffocanti di polvere, giovani con in tasca la cartolina precetto per la Grande Guerra. Hanno salutato i loro cari, prima di partire, qualcuno per l’ultima volta, tra silenzi cupi e parole sulla necessità della partenza. Un vocìo a passo a passo tra le fratte di bacche rosse che costeggiano quelle strade e frotte di uccelli che attraversano in alto l′aria. I ponti sul Biferno come sul Fortore o sul Volturno con l’acqua del fiume che pare immobile e metallica. Voci e gesti e in tutti gli animi il terrore superstizioso, le fantasie incolte, commenti, scongiurazioni lamentevoli, preghiere, in un rumorio cupo. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come prima. E’ possibile acquistare il libro di Giuseppe Saluppo, “Il Molise e la Grande Guerra”, a Campobasso nelle edicole di Via Mazzini, Piazza della Repubblica, Piazza Vittorio Emanuele e Terminal; a Isernia, presso libreria Della Corte ed edicola Stazione. Oppure presso la redazione de La Gazzetta del Molise, via Normanno 14 a Campobasso o chiedendolo via email: redazione@lagazzettadelmolise.it. Un Molise presente nella storia d’Italia.


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