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Le cheratine che fanno la differenza

Istologia Le cheratine che fanno la differenza

Prof. Istvan Urban | Stati Uniti e Ungheria Scuola di odontoiatria, Università di Loma Linda Advanced Education of Implant Dentistry

FIG. 1: Colorazione con ematossilina ed eosina di una biopsia eseguita durante un trattamento (in alto). Colorazione di una biopsia eseguita durante un trattamento per cheratina 14 (rosso) e DAPI (nuclei cellulari, blu) allo scopo di confermare la distribuzione fisiologica dei cheratinociti basali (in basso).

L'intervento chirurgico analizzato in questo studio prospettico1 è denominato “tecnica di innesto combinata”, cioè la combinazione di una striscia di innesto gengivale autologo in posizione apicale con Geistlich Mucograft® in posizione coronale. Tale tecnica è indicata per correggere estesi difetti mucogengivali derivanti da procedure rigenerative avanzate, limitando il prelievo di innesti autologhi e la morbilità del paziente. Si tratta di un approccio minimamente invasivo utilizzato per rigenerare una notevole quantità di tessuto cheratinizzato mancante. Poiché si utilizza soltanto un'unica striscia di innesto in posizione apicale e il letto della ferita è per la maggior parte coperto con matrice in collagene, ci interessava scoprire i tipi di tessuto ottenuti dopo la guarigione. Oltre all'istologia tradizionale, abbiamo valutato il modello di espressione di diverse cheratine perché sono rivelatrici dello stato della gengiva e sono in grado di rilevare una differenziazione anomala. La colorazione istologica e l'esame con immunofluorescenza hanno rivelato che il tessuto rigenerato era cheratinizzato senza alcuna differenza rispetto al tessuto cheratinizzato "normale".

Riferimenti bibliografici 1 Urban IA, et al.: Int J Periodontics Restorative

Dent 2019; 39(1):9-14.

“Quando ho visto le immagini dell'immunofluorescenza e le cheratine brillare come lucine di Natale, ho sentito un fremito. Questo è un piccolo, ma chiaro esempio di ingegneria dei tessuti che sarà di grande utilità!”

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