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paoLa SoLdi confermata aLLa guida di anag

Sono ancora rosa i vertici di Anag, Associazione nazionale assaggiatori grappa e acquaviti, che sarà guidata per il prossimo triennio da Paola Soldi, confermata presidente nazionale. La nomina è arrivata nei giorni scorsi dal consiglio direttivo, rinnovato a seguito delle assemblee territoriali e composto da 20 soci provenienti dalle 12 regioni in cui Anag è presente. La presidente nazionale sarà affiancata da Giancarlo Francione, vicepresidente; Marirosa Gioda, tesoriere; Maurizio Molinaro, direttore dei corsi, e Andrea Toselli, segreteria generale. Nei giorni scorsi, inoltre, Anag ha rinnovato anche i referenti territoriali fra conferme, qualche new entry e una crescita delle quote rosa che si uniscono alla presidente nazionale, Paola Soldi. «La nomina del presidente nazionale - afferma Paola Soldi, confermata alla guida di Anag - chiude un percorso articolato e

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complesso previsto dal nuovo Statuto di Anag, trasformata nel 2020 da federazione in associazione. Il rinnovo degli organi direttivi nazionali, infatti, ha preso il via nei primi mesi del 2021 con assemblee territoriali che, per la prima volta, hanno visto la partecipazione diretta dei soci. Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte a questo momento con grande interesse e spirito associativo e ringrazio, in particolare, tutti coloro che mi hanno dato ancora fiducia affidandomi il compito di proseguire sulla strada del rinnovamento e di portare avanti scelte e obiettivi avviati nel 1978 da chi ha fondato questa associazione, che ho l’onore di guidare dal 2014. Ringrazio anche coloro che hanno espresso un pensiero diverso rispetto alla maggioranza degli elettori, dando un segnale che raccolgo volentieri e con la massima attenzione. Guardando al futuro, a partire da quello più immediato, credo fermamente che il rapporto di fiducia possa essere ripristinato con disponibilità reciproca.»

vino, export -2,2% neLL'anno deL covid

Raggiungono quota 6,29 miliardi di euro le esportazioni di vino italiano nel 2020, un risultato che segna un -2,2% rispetto al 2019, ma un +0,8% rispetto al 2018: è quanto emerge dalle elaborazioni dell'Osservatorio Qualivita Wine su dati Istat, che descrivono il complicato anno del comparto. Il risultato è frutto di andamenti contrapposti fra i vari periodi dell’anno: il 2020 era iniziato infatti in maniera estremamente positiva rispetto al già ottimo 2019, con un +5,2% nel primo trimestre (1,51 miliardi nei primi tre mesi dell’anno rispetto a 1,44 nel 2019), mentre dal mese successivo si sono iniziati a sentire in maniera più forte gli effetti dell’emergenza Covid-19 con un forte calo delle esportazioni (a maggio si è toccato il -24,3%) per un risultato complessivo del -12,6% nel secondo trimestre (1,38 miliardi nel 2020 rispetto a 1,57 miliardi nel 2019). Il terzo trimestre con il -1,9% ha iniziato a mostrare una tenuta, con un risultato complessivo di 1,56 miliardi rispetto a 1,59 miliardi del 2019. Segnali positivi, però, sono giunti soprattutto nel quarto trimestre del 2020 con il +0,7%, con un export in decisa crescita nei mesi di novembre e dicembre, e con un risultato complessivo di oltre 1,84 miliardi rispetto a 1,83 miliardi del 2019. Le difficoltà sono state riscontrate soprattutto nei mercati asiatici (-12,6%), ma anche in America si è registrato un calo del -4,3%, mentre ha retto l’export destinato ai Paesi in Europa (+0,2%), che nel complesso rappresentano il 62% delle esportazioni di vino italiano nel mondo. Fra le principali destinazioni, gli Stati Uniti hanno segnato un -5,6% (è mancato il recupero nella seconda parte dell’anno nel mercato statunitense), mentre la Germania ha segnato un +3,9%, grazie soprattutto all’andamento positivo nel secondo semestre. A seguire il Regno Unito ha avuto un calo significativo del -6,4%, mentre la Svizzera, dopo un primo semestre negativo, ha confermato i risultati dell’anno precedente con un +0,3% sul 2019. Fra i mercati successivi, bene il Canada (+1,4%) e soprattutto i Paesi Bassi (che con il +17,5% si avvicinano a quota 200 milioni di export per il vino italiano) e a seguire la Svezia (+4,9%). Dopo un periodo di crescita stop importante per la Francia (-10,7%), cui fa eco il mercato del Giappone con un -15,6%. Fra i mercati Extra-UE in calo anche Russia (-2,3%) e soprattutto Cina (-26,5%) che torna a coprire una fetta dell’export vinicolo italiano molto ridotta (1,6%). Piuttosto stabili i risultati per l’Abruzzo (-1,9%) e positivi per il Lazio (+8,6%).

SucceSSo degLi Strumenti SimeSt

Tra gli sforzi volti a fronteggiare le difficoltà determinate dalla pandemia e nel contempo ad ‘attrezzare’ le imprese esportatrici affinché possano affrontare nelle condizioni migliori possibili il mondo ‘postpandemico’, vanno sottolineate senz’altro le misure straordinarie del Fondo 394-81 di SIMEST per finanziamenti agevolati a favore dell’internazionalizzazione. Grazie al Fondo 394-81 e grazie alla efficace e puntuale gestione dello stesso da parte dello staff della SIMEST, la presenza ed il peso del gelato e dei suoi cluster si rafforzeranno ulteriormente sui mercati internazionali. Si tratta di interventi importanti e in grado di offrire non soltanto la relativa protezione alle imprese in un periodo di forti complessità, ma anche di rilanciarne l’efficacia nell’ambito internazionale, l’unica dimensione dove nei prossimi anni si giocherà la crescita delle vendite di ingredienti, macchinari, impianti ed attrezzature per gelato. Sistema Gelato ha colto da subito il valore degli strumenti messi in campo da Simest, promuovendone i vantaggi presso le aziende. Molti sono stati i protagonisti della filiera affiancati da Sistema Gelato dall’analisi preliminare dei requisiti fino all’erogazione del finanziamento.

diventare “SpeciaLi” con cSc

La riapertura di bar e ristoranti sta portando con sé una nuova consapevolezza e la ricerca da parte di torrefattori e baristi di prodotti di alta qualità che permettono a chi trasforma e a chi opera al banco bar di offrire caffè con una storia, caratterizzati da una vera eccellenza. «Ai Baristi diamo caffè con una storia vera e bella, - afferma Paola Goppion, nuovo presidente di Caffè Speciali Certificati - che

prende il via dai luoghi di produzione, dai nomi e i visi di chi cura le prime fasi della lavorazione: trasformati con attenzione, diventano una vera opportunità di affermazione per il loro lavoro. Al prodotto uniamo la formazione delle nostre torrefazioni perché ottengano sempre i risultati migliori anche attraverso l’adeguato utilizzo delle attrezzature, per ottenere il riconoscimento da parte del pubblico. Perché ci piace pensare che il cliente del bar, il consumatore che cerca un caffè buono possa pian piano riconoscere nel marchio CSC una garanzia di caffè di pregio rispettosi della sostenibilità ambientale e sociale e buoni da gustare al bar oppure a casa».

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