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FOCUS
SOMMARIO Spatial Database per i GIS: open source o closed source di Fabrizio Bernardini e Renzo Carlucci
16 GIS e soluzioni in fascia alta per progetti mission critical di Marco Camirro
REPORTS
20 Un segno per il primo meridiano d’Italia a Roma di Tullio Aebischer e Paolo Battinelli
Inserto Agenzia Geodetica 22
Inserto staccabile: il Disegno di Legge n. 1766
L’Agenzia geodetica ai nastri di partenza di Fulvio Bernardini
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Il manifesto on-line, gli aderenti e l’iniziativa di Renzo Carlucci
Appunti per una politica nazionale dell’informazione territoriale di Luciano Surace
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L’assenza di un’agenzia, tra illegalità e difficoltà di coordinamento di Fernando Sansò
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In copertina un assetto territoriale di enorme interesse come "la strada", mezzo di interconnessione e di sviluppo del territorio, di connessione tra culture e popoli geograficamente distanti. Allo stesso tempo, il cambio di direzione che opera può metaforicamente rappresentare quella svolta che il nostro settore da tempo auspica e che, in relazione alla presentazione del Disegno di Legge sull’istituzione dell’Agenzia Geodetica recentemente effettuata in Senato, sembra forse essere più vicina. (crediti immagine © Sorinus | dreamstime.com)
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MERCATO
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AZIENDE E PRODOTTI
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UN ANNO DI GEOMEDIA
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AGENDA
50
INDICE DEGLI INSERZIONISTI
TERRA E SPAZIO
42 Nuovi strumenti di telerilevamento da satellite nel controllo del territorio di Michele Dussi
EDITORIALE
Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA, LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI, MICHELE DUSSI, SANDRO GIZZI, LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO Direttore Responsabile DOMENICO SANTARSIERO sandom@geo4all.it Hanno collaborato a questo numero: TULLIO AEBISCHER PAOLO BATTINELLI FABRIZIO BERNARDINI MARCO CAMIRRO MICHELE DUSSI GABRIELE MARASCHIN FERNANDO SANSÒ LUCIANO SURACE Redazione FULVIO BERNARDINI Skype: redazione.geomedia redazione@geo4all.it www.rivistageomedia.it Geo4All Viale Arrigo Boito, 126 00199 Roma Tel. 06.62279612 Fax 06.62209510 Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@geo4all.it Amministrazione A&C2000 s.r.l. Viale Arrigo Boito, 126 00199 Roma Web: www.geo4all.it E-mail: info@geo4all.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@aec2000.eu Stampa S.B. Servizi s.r.l. Via Monte delle Gioie, 1 00199 Roma Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista per il 2008 è di € 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell'abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’abbonamento decorre dal 1° gennaio per n° 5 fascioli con diritto di ricevimento dei fascicoli arretrati ed avrà validità per il solo anno di sottoscrizione. L’editore comunque, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall'abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Editore Domenico Santarsiero Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003 del 14.05.03 ISSN 1386-2502 Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.
Agenzia geodetica cartografica si... ma la formazione? Questo numero esce con un notevole ritardo: il motivo di questa dilazione risiede nella volontà di potervi fornire una cronaca della conferenza stampa tenutasi in Senato per la presentazione del Disegno di Legge n. 1766 dedicato all’Istituzione dell’Agenzia Geodetica Cartografica Nazionale. Si! Abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissati due anni fa quando, a conclusione del convegno nazionale sulle reti di posizionamento GNSS, ci si era resi conto della necessità di porre un rimedio all’enorme danno provocato alla Comunità dall’abolizione della Commissione Geodetica Italiana. L’illegalità della soppressione di tale Commissione è stata ben nascosta per molti anni a tutti coloro che non ne avevano notizia o che non conoscevano la legge quadro nazionale per la cartografia (Legge 2 Febbraio 1960 n. 68). Ognuno di noi avrà una sua opinione su quali siano stati i motivi; noi di GEOmedia ne abbiamo una che abbiamo più volte esposto relazionando il fatto al danno Urbanistico-Ambientale della fine del secolo scorso. Ma il bello è che molti hanno speculato su questo fatto trascinando, sull’onda emozionale della necessità di omogeneizzazione, gruppi di lavoro più o meno spontanei quasi a cercare di realizzare una task force per porre rimedio a tale mancanza. L’assurdo, poi, viene da quel gruppo di docenti e di studenti universitari che quotidianamente si arrovellano per georeferenziare cartografie con le più disparate immagini satellitari o foto aeree (google docet) forzando al massimo i tool messi a disposizione dai sistemi software GIS per realizzare trasformazioni completamente inutili. Per quale motivo si fa perdere tutto questo tempo agli studenti? Se fossero resi edotti del fatto che esisteva a livello nazionale una struttura atta ad eliminare questa inutile perdita di tempo e che questa è stata soppressa, cosa direbbero? Se gli stessi sapessero che stiamo guardando all’unificazione e omogeneizzazione dei dati cartografici con gli altri paesi europei e del mondo quando in casa nostra non abbiamo neanche una cartografia catastale vera e funzionate? Ma a loro - gli studenti che avranno in mano il territorio del domani - continuiamo a chiedere di georeferenziare senza aver prima unificato e sancito - con un Organo di Controllo - quali siano i sistemi di riferimento e gli standard cartografici ufficiali (almeno al livello nazionale). Con quale faccia i docenti di tali studenti si presentano nelle aule manifestando tale vuoto di conoscenza pretendendo di insegnare l’inutile e il dannoso! In un blog presente in rete è comparso un commento di uno studente che ci deve far riflettere: “Affrontiamo giornalmente questo problema anche noi studenti universitari quando ci chiedono di effettuare delle analisi urbanistiche con la famosa corine land cover che naturalmente è georeferita in un altro sistema e oltretutto ci sono anche delle correzioni da effettuare perché anche se portata in ED50 Monte Mario Italy 2 non si centra perfettamente. Immaginate mettere in un unico SIT foto Sara Nistri, cartografia dwg, ctr, corine land cover e foto landsat; si perde più tempo a georeferire tutto piuttosto che a studiare” L’appello di questo primo numero del 2008 va agli studenti: diffidate dei docenti poco consapevoli, in Italia ce ne sono fin troppi, fatelo presente ai vostri rappresentanti, ai vostri presidi, ai vostri rettori! Diffidate di coloro che anche inconsapevolmente vi fanno perdere tempo con cose inutili e impossibili, con coloro che vi chiedono di vedere perché “non si centrano perfettamente le cartografie” senza conoscere i fondamenti di base della rappresentazione cartografica e dell’univocità del riferimento.
Buona lettura, Renzo Carlucci direttore@rivistageomedia.it
Spatial Database
GEOmedia
FOCUS
N°1 2008
open source o closed source? di Renzo Carlucci e Fabrizio Bernardini Quando si parla dell'infrastruttura della attuale Information Technology (IT), i decision-maker di oggi che ancora non dispongono di un background costituito da un sistema di informazioni geo-spaziali (GIS) si trovano ad affrontare sfide cruciali. Le decisioni che coinvolgono componenti spaziali richiedono informazioni dettagliate, aggiornate allo stato attuale della conoscenza e puntualmente riferite spazialmente al territorio. In questo articolo si tenterà di fare un excursus tra le attuali soluzioni spatial basate su tecnologie open source e proprieterie.
I
Sistemi Informativi Geografici (GIS) utilizzano i database spaziali per l’acquisizione, la gestione, l’accesso, l’analisi e la visualizzazione geografica delle informazioni relative alle attività dell’uomo legate al territorio. La particolarità della tecnologia GIS è quella di unire in un unico sistema dati territoriali (o spaziali) e dati non spaziali: i primi fanno riferimento a informazioni tipicamente geografiche, i secondi ad informazioni di carattere generale proprietà del dominio dell’applicazione, quali ad esempio file di attributi, elenchi, classi o relazioni. Secondo Bédard (vedi bibliografia) una base di dati spaziali è definita come “qualsiasi insieme di dati che descrive la semantica e le proprietà spaziali dei fenomeni del mondo reale, comprese le proprietà temporali”. Dal punto di vista dell’integrazione in un’applicazione (software) queste basi di dati possono essere usate in Spatial Database Engines (SDE) con accesso attraverso interfacce appositamente realizzate dette Application Program Interface (API). Terminologia Geospatial è un termine ampiamente utilizzato per descrivere la combinazione di Spatial Database Engines con set di dati geografici. Il termine è spesso usato unitamente ai Sistemi Informativi Geografici ed alla geomatica. Geographic Feature è un’entità con una localizzazione geografica tipicamente descrivibile da punti, archi o poligoni. Geometry è un’altra parola che denota una geographic feature. Ovviamente la parola “geometria” mantiene il significato di misura della Terra, congiuntamente all’altro
significato derivante dalla cartografia che fa riferimento alle caratteristiche geometriche che i cartografi usano per realizzare le mappe. Normalmente tutti questi termini vengono utilizzati quali sinonimi. Il termine database descrive ovviamente uno dei cardini delle architetture informatiche e più o meno propriamente viene usato per descrivere i dati di un’applicazione, oppure l’intero impianto software che gestisce i dati. Dagli anni ‘80 si parla quasi esclusivamente di RDBMS (o anche solo DBMS) per Relational Database Management System nel senso di componenti software sè stanti che forniscono servizi di gestione dei dati ad altre applicazioni. Un programma che deve gestire dati si appoggia ad un RDBMS per tutta una serie di funzionalità espresse mediante il linguaggio SQL, che permette non solo di strutturare logicamente i dati, ma anche di gestire i contenuti della base dati così realizzata e soprattutto di eseguire delle ricerche. Le ricerche sui dati sono l’aspetto più interessante: si usa dire che un database contiene dati, ma viene usato per restituire informazioni. Infatti la possibilità di esprimere ricerche complesse relazionando dati diversi tra loro permette di ricavare informazioni che non sono descritte esplicitamente nel database. Ad esempio, organizzando una biblioteca in autori, titoli e prestiti è possibile sapere quali sono gli autori più letti, oppure quali sono i libri meno richiesti. Tutte le ricerche in un database utilizzando il modello di una tabella e la ricerca viene fatta linearmente in base al contenuto delle colonne (ad esempio: tutti i nomi che cominciano per “S”).
Open source e Free software Si fa spesso confusione tra i due termini. Open source è in poche parole una metodologia di sviluppo software che si basa sulla diffusione di sorgenti di prodotti software per permettere alla comunità mondiale di sviluppatori di elaborare varianti, aggiungere funzioni e soprattutto identificare possibili errori. Tra i prodotti più noti nel mondo open source troviamo il Kernel del Sistema Operativo Linux e il database MySQL. Si noti però che la disponibilità del codice sorgente di un prodotto non implica che l’utilizzo del prodotto per fini commerciali sia gratuita. Il termine Free Software invece viene interpretato come software gratuito, mentre invece deve essere interpretato come software libero. In base a questa definizione il termine Free Software identifica primariamente un movimento etico che stabilisce l’utilizzo e lo sfruttamento di software (anche acquistato) liberando l’utente da obblighi verso chi lo ha prodotto. Queste terminologie si incontrano, per esempio, nelle diverse licenze che caratterizzano i prodotti software che rientrano in queste categorie. Prima tra tutte la GPL o GNU Public Licence, adottata da molti sviluppatori, che in sostanza autorizza l’utente anche a modificare e ridistribuire il software ottenuto come sorgente a patto di non ricavarne guadagno. L’obiettivo primario della GPL è la propagazione delle modifiche e delle correzioni al codice quale contributo comunitario verso la realizzazione di prodotti migliori dando all’utente la possibilità di fare quello che vuole con i codici sorgente, ma senza nessuna garanzia o responsabilità per il produttore originale. Nel mondo dello sviluppo del software esiste una sorta di antagonismo tra open source e Free Software. Dal punto di vista degli utenti però, discutere se l’approccio open source o Free Software abbiano validità, è ormai fuori luogo. Le storie di successo di prodotti quali Apache, MySQL, Qt, e ovviamente Linux (con l’enorme bagaglio di prodotti a corredo), testimoniano la validità delle iniziative soprattutto in termini di qualità ed 6 affidabilità del software (www.gnu.org/licenses/gpl.html - www.gnu.org/philosophy/open-source-misses-the-point.html).
per i GIS: Quando un database contiene informazioni territoriali il problema si complica perchè per loro natura i dati richiedono una ricerca spaziale (cioè in almeno due dimensioni) cosa che non è normalmente prevista in un RDBMS. Uno Spatial Database è dunque un tipo di DBMS ottimizzato per la memorizzazione e la ricerca di dati relativi a oggetti nello spazio, compresi punti, linee e poligoni. Alcune tipi di dati aggiuntivi vengono sommati alle tipiche capacità di comprendere dati numerici e alfanumerici, al fine di ottenere questa caratteristica di spazialità. Queste sono in genere chiamate geometry o features. L’open Geospatial Consortium ha creato specifiche come le Simple Features e un set standard di specifiche per l’aggiunta di funzionalità spaziali ai sistemi di database. Inoltre il linguaggio SQL - ed in particolare il costrutto per l’esecuzione delle ricerche - viene ampliato sintatticamente per esprimere criteri di ricerca sul territorio che possano anche unirsi agli altri criteri di ricerca per l’estrazione di informazioni estremamente complesse. Quali sono dunque le principali caratteristiche di un’estensione spatial? Possedere uno schema che indica la sintassi, la semantica
e come vengono memorizzati i tipi di dati geometrici supportati; Disporre di un sistema di indicizzazione spaziale; Avere operatori, funzioni e procedure per eseguire query su aree di interesse, join spaziali e altre operazioni sulle geometrie contenute; Di seguito elenchiamo quali sono i Data Base Management System (DBMS) che possono fregiarsi di avere anche caratteristiche di tipo spatial; a fianco di ognuno viene indicato se si tratta di software open source o proprietario (closed source):
Oracle dalla versione 7 (closed) IBM DB2 (closed) Microsoft SQL dalla versione 8 (closed) MySQL dalla versione 5.0 (open) PostGreSQL con PostGIS (open)
ArcSDE di ESRI è invece un prodotto (closed source) che aggiunge capacità spatial ai DBMS che non ne hanno per poterne trarre vantaggio all’interno degli stessi software GIS di ESRI. Analizzeremo ora questi diversi prodotti mettendoli in parte a confronto. Dapprima quelli closed source e poi quelli open source. Oracle Oracle ha coperto e copre tuttora un ruolo fondamentale nel mondo dell’informatica: è stata pioniere nello studio delle basi di dati relazionali ed anche il primo - in termini di tempi di sviluppo - ad implementare nuove tecnologie. Il suo DBMS commerciale, basato su SQL, era tra i primi, disponibile già dal lontano 1979. Oracle recentemente ha rilasciato diverse soluzioni per venire parzialmente incontro alle differenti esigenze, anche se spesso l’utente finale resta confuso, in quanto è difficile scegliere quando ci sono in ballo molteplici soluzioni. In tabella 1 sono riassunte le caratteristiche delle diverse edizioni Oracle.
Fig.1 – La pagina web di Oracle per i diversi sistemi operativi.
Oracle è disponibile su Sistemi Operativi open source quali Linux, e per questo Oracle Database 10g Express Edition è stato premiato come miglior database, ricevendo il premio: “LinuxWorld Product Excellence Award for Best Database Solution”. Pur funzionando anche su Sistemi Operativi open source, nessuna delle edizioni di Oracle può definirsi tale. Questo significa che le sorgenti non sono di pubblico accesso, il che comporta l’impossibilità di installare i DBMS di Oracle sui sistemi i cui binari non siano stati pre-compilati e distribuiti dalla società stessa. L’unica edizione di facile accesso è la Express Edition, reperibile dal web, ma i cui binari sono disponibili solo per i sistemi Windows e Gnu/Linux basati su architettura x86. Per le edizioni a pagamento invece la gamma di sistemi compatibili è molto più vasta. Il discorso però si complica ancora sul settore delle licenze d’uso. Oracle propone una gamma di soluzioni talmente ricca da rendere molto complessa la scelta. Possiamo provare a semplificare illustrando nella tabella seguente le tre categorie principali di licenza che hanno però al loro interno alcune sotto-categorie, così come è evidenziato in tabella 2.
Tabella 2
Licenze legate alla modalità d’uso
Licenze legate alla tipologia
Licenze a scadenza
In questa categoria si hanno tre sotto-categorie: Full Use (che rappresenta la licenza standard), ASFU e Embedded. Le licenze Full Use permettono all'utente finale di utilizzare il software per qualsiasi tipo di applicazione. La licenza ASFU (Application Specific Full Use) consente un utilizzo limitato destinata ad un Partner Oracle per una singola e specifica applicazione allo scopo di rivendita ad un utente finale determinato. Permette all'utente di utilizzare il software solo congiuntamente all'applicazione con cui e' stato venduto. Le licenze Embedded (ESL) consentono un utilizzo limitato destinate ad un Partner Oracle Solution Provider per la vendita di una soluzione in cui il software Oracle e' appunto "Embedded", ovvero inserito all'interno nel pacchetto applicativo fornito dal Partner.
In questa categoria sono raccolte le licenze che si basano sul sistema dell'utente finale. Solo dopo aver studiato il sistema che ospiterà il software Oracle, sarà possibile scegliere una tra le tre sotto-categorie che seguono. La licenza Named User Plus viene utilizzata negli ambienti dove il numero di utenti può essere identificato e contato. La licenza Processor è una licenza che si applica su ogni singolo processore atto a processare il software Oracle. E' una licenza fortemente utilizzata negli ambienti dove gli utenti del software non possono essere facilmente identificati o contati, come le applicazioni accessibili via Internet.
Ci sono tre sottocategorie: A tempo determinato, indeterminato e a tempo esteso. Le licenze a tempo determinato sono cinque, e autorizzano l'utente ad utilizzare il software da un minimo di 1 anno ad un massimo di 5 anni. Al termine della validità di questa prima categoria di licenze, sarà necessario disinstallare il software. In caso in cui si abbia ancora bisogno di utilizzare il software, potrebbe essere possibile prolungare la durata di vita della licenza acquistando una licenza che vale come estensione della precedente. E' anche possibile acquistare una licenza perpetua, cioè a tempo indeterminato. In quest' ultimo caso l'utente è autorizzato ad usare “per sempre” il software Oracle, a meno che non violi almeno una delle condizioni del contratto.
Tabella 1
Standard Edition One (SE1)
Standard Edition (SE)
Enterprise Edition (EE)
Questa edizione è disponibile solo su un massimo di due processori. Mette a disposizione tutte le funzionalità necessarie per costruire applicazioni business-critical.
Questa edizione è disponibile solo su un massimo di quattro processori su una singola macchina o su più macchine in cluster. Ha le stesse funzionalità della versione SE1.
Non presenta limitazioni. Oltre a fornire le funzionalità delle due versioni precedentemente menzionate garantisce una gestione dei dati affidabile e sicura per applicazioni mission-critical.
Personal Edition (PE) Questa edizione è limitata all'uso da parte di un singolo utente. E' stata pensata per gli sviluppatori, supporta tutte le funzionalità delle versioni SE1, SE e EE.
Express Edition (XE) Questa edizione è limitata per un uso massimo di 1GB di RAM, lo sfruttamento di un solo processore e lo spazio per i dati memorizzati ristretto a 4GB. Realizzata appositamente per avvicinare gli utenti al mondo Oracle, è disponibile in download dal web. Chiunque può prelevarla ed usarla gratuitamente. Contiene quasi tutte le caratteristiche dell'edizione SE1.
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N°1 2008 Oracle Spatial - L’estensione Spatial di Oracle è venduta solo all’interno di soluzioni enterprise e consente di realizzare sistemi accurati di tipo LBS (Location Based Services), con memorizzazione di tipologia di oggetti spaziali ai quali si può accedere attraverso SQL e operazioni spaziali. Lo schema spaziale è realizzato sia con tecniche convenzionali che con tecnice object oriented. Il suo utilizzo diretto richiede però ampi approfondimenti tecnici. Per semplificare in parte il compito degli sviluppatori, Oracle fornisce anche un’ampia serie di servizi per lo sviluppo di determinate categorie di applicazioni. IBM Informix Dynamic Server IBM è nel mondo dei database sin dagli albori della teoria relazionale dei dati (E. F. Codd, autore delle regole per un DBMS relazionale, lavorava per la IBM). Nel corso degli anni il prodotto di punta di IBM, noto come DB2 è stato finalmente reso disponibile anche su piattaforme open source (Linux) e gode di buona diffusione. IBM ha acquisito Informix, un altro storico contendente nel mondo degli RDBMS, al quale va il privilegio di aver introdotto le basi di dati relazionali ad oggetti, prima ancora di Oracle ed IBM.
DB2 Spatial Extender - DB2 è dotato nativamente di capacità Spatial tramite il DB2 Spatial Extender. Un sistema DB2 Spatial Extender comprende DB2 Universal Database, DB2 Spatial Extender e, per la maggior parte delle applicazioni, un geobrowser. I database abilitati per le operazioni spaziali si trovano sul server. E’ possibile utilizzare applicazioni client per accedere ai dati spaziali attraverso procedure memorizzate e interrogazioni spaziali di DB2 Spatial Extender. E’ anche possibile configurare DB2 Spatial Extender in un ambiente autonomo, che rappresenta una configurazione in cui sia il client che il server sono ubicati sulla stessa macchina. In entrambe le configurazioni - client-server e autonoma - è possibile visualizzare dati spaziali mediante un geobrowser, ad esempio ArcExplorer per DB2 o la suite di strumenti ArcGIS di ESRI eseguita con ArcSDE. E’ possibile scaricare ArcExplorer per DB2 gratuitamente al sito Web di IBM DB2 Spatial Extender. DB2 Geodetic Extender - DB2 Geodetic Extender si caratterizza per il fatto di considerare la Terra come un globo. Utilizzando lo stesso tipo di dati spaziali e di funzioni come per le altre operazioni di Spatial Extender, è possibile utilizzare Geodetic Extender per eseguire interrogazioni dei dati vicini ai poli o che oltrepassano il 180esimo meridiano. E’ possibile così conservare i dati che fanno riferimento a un punto preciso sulla superficie della Fig. 2 – IBM dichiara capacità Spatial per sistemi Linux. Terra.
Geodetic Extender è progettato per gestire gli oggetti definiti sulla superficie della Terra con un alto livello di precisione. Per ottenere questo livello di precisione, Geodetic Extender utilizza un sistema di coordinate di latitudine e di longitudine su un modello ellissoidale o datum geodetico, invece che un sistema di coordinate piane, con assi X e Y. Per accedere alle operazioni geodetiche, invece che alle spaziali, è necessario definire un sistema di riferimento spaziale geodetico per i dati. Microsoft SQL Server SQL Server è il prodotto RDBMS di Microsoft utilizzato in applicazioni client-server. Si differenzia radicalmente da MS Access - il prodotto usato in ambiente desktop per la gestione di piccoli database personali. Microsoft dichiara che la nuova versione, SQL 2008, avrà capacità spaziali, ma al momento della stesura di questo articolo non sono ancora disponibili notizie dettagliate.
Fig. 4 - Nella home page di Microsoft SQL 2008 vengono dichiarate esplicitamente nuove capacità Spatial.
ESRI ArcSDE Con lo sviluppo diArcSDE nel 1995, ESRI ha fornito un sistema completamente proprietario per la gestione di dati spaziali che si appoggia a RDBMS disponibili sulla piattaforma su cui sono installati i prodotti ESRI. ArcSDE consente un accesso veloce a grandi quantità di dati ed è accessibile in configurazione multiutente. L’indipendenza dal motore RDBMS consente di ottenere risultati consistenti in diverse configurazioni dell’applicazione, ma con ovvie restrizioni quando si tratta di integrare anche informazioni non necessariamente a carattere spaziale. ArcSDE è completamente integrabile con le funzioni e le capacità di DBMS spaziali come ad esempio Oracle Spatial, ma nel caso ne siano sprovvisti è ovviamente lui stesso a fornire le capacità Spatial, come nel caso dell’uso di Oracle Standard Edition.
Fig. 3 - Il Geodetic Extender di IBM consente di memorizzare coordinate geografiche (latitudine, longitudine). Fig. 5 - ArcSDE dota di caratteristiche Spatial anche DBMS standard.
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N°1 2008
MySQL MySQL, sviluppato a partire dal 1995 dalla MySQL AB (recentemente acquisita da Sun Microsystems per un valore di 1 miliardo di dollari) è oggi il RDBMS più usato al mondo e la sua popolarità è amplificata anche grazie alla presenza al suo interno della cosiddetta piattaforma di riferimento LAMP (LAMP è l’acronimo di Linux, Apache, MySQL e PHP/Perl/Python) orientata allo sviluppo per applicazioni web. Basti pensare che Wikipedia, uno dei siti più visitati al mondo, è interamente basata sulla piattaforma LAMP e questo dimostra come tale piattaforma sia in grado di offrire altissime prestazioni. MySQL è anche dietro a Google, Nokia, YouTube e moltissimi altri grandi nomi. Il linguaggio SQL di MySQL comprende anche numerose estensioni che sono tipiche di altri DBMS, quali PostgreSQL ed Oracle. In questo modo le interrogazioni non standard scritte per altri DBMS saranno interpretate e, salvo alcuni casi particolari, funzioneranno senza problemi. MySQL ha dichiarato nel 2006 di essere costituita da 300 dipendenti dislocati in 25 Paesi e di contare circa 30.000 downloads del DBMS al giorno supponendo al tempo stesso che ci siano state circa 5 milioni di installazioni del server in tutto il mondo. MySQL è rilasciato con due diverse licenze, una prima considerata libera (GPL) ed una seconda commerciale. La differenza sostanziale è che nella versione commerciale si ha diritto a varie politiche di supporto tecnico, tools dedicati, e sopratutto un sistema per l’aggiornamento della versione del RDBMS con minimo impatto per le applicazioni realizzate. A tutti gli effetti però il prodotto RDBMS è lo stesso e per questo motivo MySQL gode si un consenso mondiale vastissimo permettendone anche l’uso in prodotti a basso costo e dai requisiti operativi meno spinti. La libertà d’uso di MySQL - come di altri prodotti rilasciati sotto GPL - è tale che il prodotto è spesso disponibile in bundle con diversi sistemi operativi (non ultimo MacOS X della Apple) ed il suo utilizzo in qualunque tipo di applicazione è gratuito. Volendo però godere di un supporto enterprise-class MySQL AB offre la licenza commerciale con varianti per tutte le tasche. Per semplificare la diffusione del prodotto, MySQL sotto licenza GPL è comunque disponibile non solo come sorgente ma anche come codice compilato pronto all’uso per un gran numero di piattaforme tra cui Windows, Gnu/Linux, BSD, Solaris, Mac OS X, Hp-UX, IBM AIX e sia per architetture a 32 che a 64 bit.
Una colonna SQL Geometry-Valued è implementata come una colonna che possiede un geometry type. Le specifiche descrivono una serie di SQL geometry types, quali funzioni atte a creare e analizzare valori geometrici. Diverse sono le funzionalità spatial ancora in fase di sviluppo, che si presume saranno rilasciate a breve. PostGreSQL PostGreSQL è un DBMS open-source indipendente al 100%. Non è gestito da nessuna azienda. Non appartiene a nessuno. Non soffre di politiche aziendali o problemi di mercato. PostGreSQL è nato come un esperimento e continua ad esserlo dopo circa 20 anni. Viene sviluppato da una grande comunità di programmatori ed è finanziato da molte aziende interessate al progetto. PostGreSQL ha un’architettura ormai collaudata in varie situazioni il che gli ha permesso di acquisire una reputazione positiva per affidabilità, integrità dei dati e precisione. Funziona su tutti i sistemi operativi maggiormente noti e supporta anche la memorizzazione di grandi oggetti binari, immagini, suoni, video o altro. Ha un interfaccia nativa per programmare in molti linguaggi ed è molto apprezzato dagli sviluppatori. Secondo alcuni è il miglior DBMS, infatti ha ricevuto sia il “Linux New Media Award” e per tre volte il “The Linux Journal Editors’ Choice Award”. Rispetto ai suoi concorrenti commerciali, è da evidenziare come ci siano casi in cui PostGreSQL venga usato in sistemi di produzione che gestiscono più di 4 TB di dati. La sua architettura gli permette di avere limiti molto alti, garantendo prestazioni tali da potersi inserire nella stragrande maggioranza dei casi in cui è richiesto l’ausilio di un DBMS. Il suo modello d’uso, d’altra parte, è un po’ più difficoltoso di quello, ad esempio, del suo contendente principale (MySQL) e diverse funzionalità avanzate considerate standard in RDBMS enterprise-class non sono disponibili. PostGreSQL è rilasciato con la licenza BSD (Berkeley Software Distribution). La Berkeley University della California ha dato vita a questa licenza particolare che non impone vincoli e non offre nessuna garanzia all’utente finale. Da un altro punto di vista però, cede troppi diritti e ciò rappresenta un’arma a doppio taglio. Tale licenza è usata anche per altri software nati e sviluppati nella stessa università, quali ad esempio il sistema operativo BSD UNIX. La BSD Licence è considerata una delle licenze più permissive, infatti una delle poche clausole limitative è quella che richiede che in tutti i materiali sia riportato il seguente riconoscimento: “This product includes software developed by the University of California, Berkeley and its contributors”. Quanto descritto sopra potrebbe portare a credere che PostGreSQL sia una soluzione semplice e completa. Purtroppo non è così. PostGreSQL è ridotto ai minimi termini: è un sistema dalle grandi potenzialità ma necessita di uno studio molto accurato per poter essere sfruttato al massimo. Negli ultimi anni, in Italia sono nate le prime aziende che propongono soluzioni anche in ambiti di produzione centrate sull’uso di sistemi aperti, sposando dunque le politiche che contraddistinguono il free software e l’open source.
Fig. 6 – La home page italiana di MySQL AB.
MySQL spatial - MySQL comprende nativamente dalla versione 5 le estensioni spaziali seguendo le specifiche dell’open Geospatial Consortium (OGC). In particolare implementa un sottoinsieme di SQL con ambiente Geometry Type compatibile con quello proposto da OGC. Praticamente si ha un’estensione dell’ambiente SQL con una serie di geometry types.
Fig. 7 - Home page di PostGreSQL. PostGreSQL spatial: PostGIS
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N°1 2008 PostGIS - PostGIS è un’estensione che aggiunge il supporto di oggetti geografici in PostGreSQL, creando così una base di dati spaziale per i GIS del tutto paragonabile all’estensione Oracle Spatial. PostGIS è completamente compatibile con lo standard definito dall’OGC ed inoltre garantisce ottime prestazioni anche grazie alla possibilità di creare indici misti, utilizzanti sia colonne convenzionali che spaziali. A tutti gli effetti PostGIS è nel mondo open source il prodotto cui tutti fanno riferimento, ma è evidente dall’ampia letteratura disponibile che la curva di apprendimento per poterne trarre tutti i vantaggi non è facile da affrontare.
Fig. 8 – La home page dell’estensione geospatial di PostGreSQL.
Alcune definizioni DBMS (Database Management System) è un sistema software progettato per consentire la creazione e manipolazione efficiente di database (ovvero di collezioni di dati strutturati) solitamente da parte di più utenti. SQL (Structured Query Language) è un linguaggio creato per l'accesso a informazioni memorizzate nei database. L'SQL nasce nel 1974 ad opera di Donald Chamberlin, nei laboratori dell'IBM. Nasce come strumento per lavorare con database che seguano il modello relazionale. Nel 1981 IBM iniziò a vendere alcuni prodotti relazionali e nel 1983 rilasciò DB2, il suo DBMS relazionale diffuso ancor oggi. SQL divenne subito lo standard industriale per i software che utilizzano il modello relazionale. L'ANSI lo adottò come standard fin dal 1986, senza apportare modifiche sostanziali alla versione inizialmente sviluppata da IBM. Nel 1987 la ISO fece lo stesso. Questa prima versione standard è denominata SQL/86. Negli anni successivi si realizzarono altre versioni, che furono SQL/89, SQL/92 e SQL/2003. Open source, sorgente aperto, indica un software rilasciato con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali altri sviluppatori, in modo che con la collaborazione (in genere libera e spontanea) il prodotto finale possa raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di programmazione. Licenza Gnu/GPL, è una delle licenze più usate in internet, nel mondo informatico, tra gli sviluppatori indipendenti e non, basata sul movimento creato dal popolare Richard Matthew Stallman. Da lui nasce il concetto di Copyleft, di Free software e nascono le relative licenze “libere”, dalla famosa GPL alla GNU Free FDL (Documentation License). In realtà la libertà è un concetto molto personale ed esistono diverse idee di libertà, la GPL ne ricopre semplicemente uno. Il neo più grande che “affligge”questa licenza è la sua essenza virale. I sostenitori di questa licenza preferiscono però parlare di “persistenza”. In realtà questo però non è un neo vero e proprio perché l'intera licenza si basa proprio su questo concetto per affermare la sua forza. Il software secondo Stallman deve permettere all'utente finale di accedere alle quattro libertà fondamentali: esecuzione, studio, modifica, distribuzione. La licenza quindi garantisce queste quattro libertà e fa in modo che mai nessuna di queste libertà possa essere negata ad un utente. Questo pone dei limiti per lo sfruttamento economico. Per questi motivi l'economia sta mutando e sono stati studiati nuovi modelli di guadagno, meno redditizi ma sicuramente da un punto di vista etico più rispettosi e sociali. Questa licenza si basa sulle comunità libere, indipendenti spesso viste come gruppi di volontari. Per garantire che nessuna delle libertà fondamentali venga negata, la licenza impone che ogni modifica venga rilasciata sotto la stessa licenza o sotto una licenza compatibile. OGC (open Geospatial Consortium). Si tratta di un consorzio internazionale di più di 250 aziende, agenzie, e le università che partecipano nello sviluppo di soluzioni a disposizione del pubblico che possono essere utile con tutti i tipi di applicazioni che gestiscono dati territoriali. L'OGC gestisce un sito Web all'indirizzo http://www.opengis.org/.
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Riferimenti http://en.wikipedia.org/wiki/Database www.oracle.com www.mysql.com www.306.ibm.com/software/data/spatial/db2geodetic www.postgis.org www.esri.com
Considerazioni conclusive In questo breve excursus risaltano alcuni aspetti: Oracle Spatial è il prodotto di riferimento per tutte le applicazioni di classe Enterprise ed è disponibile solo su Oracle Enterprise Edition, la più costosa. DB2 e le sue estensioni sono molto meno utilizzate in confronto. Per avere un supporto spatial su sistemi ESRI insieme ad un database Oracle (che è quello che incontra più facilmente nel mondo delle grandi applicazioni) bisogna quindi o disporre della versione Enterprise di Oracle o usare ArcSDE su una versione standard. Il vantaggio di utilizzare direttamente Oracle Spatial è che esso fornisce un accesso diretto alle semplici features geometriche (punti, linee, poligoni). Questo, in termini di interoperabilità è notevole, in quanto anche altri sviluppatori possono averne accesso. E’ evidente che con prodotti Oracle Enterprise oppure Oracle Standard e i prodotti ESRI i costi vanno subito oltre le diverse decine di migliaia di Euro (50.000 è la cifra tipica su cui si deve ragionare). Ma ponendo l’accento sulla parola enterprise si può riflettere sulla reale necessità di tali prodotti nella maggioranza della applicazioni GIS, soprattutto quelle nel dominio delle applicazioni client-server (cioè quelle utilizzate via Internet o Intranet). In questo contesto l’utilizzo di prodotti open source quali MySQL e PostGreSQL+PostGIS permettono di conseguire elevate prestazioni a costi ridotti di almeno un ordine di grandezza o addirittura nulli. E’ vero che in alcuni casi la curva di apprendimento richiede tempo per lo sviluppo, ma è anche vero che prodotti di classe Enterprise (Oracle, ArcSDE, etc.) richiedono comunque diverso tempo per poter essere apprezzati nelle loro potenzialità. In particolare la chiusura di questi sistemi commerciali è tale da complicare l’accesso alle informazioni necessarie agli sviluppatori mentre l’utilizzo di prodotti opensource apre anche la strada ad una mole di documentazione ed esempi facilmente disponibili su Internet, oltre ai tipici canali di comunicazione tra sviluppatori. In un prossimo numero della rivista descriveremo come realizzare un’architettura client-server GIS a costi ridottissimi, ma sufficiente per sviluppare applicazioni di alto livello ed alta affidabilità.
Abstract Spatial Database for GIS: open source or closed source? Today's decision makers who do not have a geospatial information system (GIS) face critical challenges when making decisions pertaining to critical IT infrastructures. Decisions involving spatial components require detailed information, system-structure background and up-to-date IT knowledge. The objective of this paper is to review the fundamental concepts spatial databases used for geographic information systems (GIS) and a comparative analysis of current available software.
Bibliografia Aronoff, S. (1989). Geographic information systems: A management perspective. Ottawa: WDL Publications. Bédard, Y. (1999). Principles of spatial database analysis and design. In Geographical Information Systems: Principles, techniques, application and management, 2, 2nd ed. pp. 413-424. New York: Wiley.
Autori RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it FABRIZIO BERNARDINI fb@aec2000.eu
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N°1 2008 Annunciate le date del Map World Forum 2009
Intergeo East conferma la sua importanza a Belgrado A conclusione del quinto appuntamento, che questa volta si è tenuto a Belgrado, in Serbia, Intergeo East ha confermato la sua centralità come evento dedicato al settore della gestione del territorio, della geoinformazione, delle costruzioni e dell’ambiente. Intergeo East, a differenza dell’appuntamento di inizio autunno che si tiene ogni anno in Germania, è principalmente indirizzato nei confronti del mercato sud-orientale europeo, in cui stanno avvenendo importanti cambiamenti e si stanno sviluppando nuove opportunità. Con più di 3000 partecipanti, 160 congressi ed 85 espositori l’evento è stato come ogni anno un luogo perfetto per creare sinergie e sviluppare nuovi contatti. Il prossimo evento di questo tipo è previsto per la primavera 2009. (Fonte: Intergeo)
Bentley pubblica la versione digitale del “Year in Infrastructure 2007” Bentley Systems ha pubblicato la versione digitale dell’annuario “Year of the infrastructure 2007”. Il volume riporta le descrizioni e le illustrazioni a colori di più di 230 nomination di progetti e 36 vincitori dei premi dei BE Awards of Excellence 2007 nei settori Building, Plant, Civil, Geospatial, IT, Training e accademici. La novità di quest’anno è una categoria dedicata alla Progettazione Sostenibile. I BE Awards of Excellence vengono giudicati da un gruppo indipendente di esperti internazionali nel settore industriale. www.bentley.com/projectyearbook (Fonte: Redazionale)
Envisat butta un occhio alle nostre emissioni di CO2
MERCATO
Grazie ai dati dello strumento SCIAMACHY imbarcato a bordo del satellite Envisat dell’ESA, gli scienziati sono stati per la prima volta in grado di individuare una sacca ristretta (a livello regionale) di diossido di carbonio generata da emissioni di natura umana. Si calcola che annualmente vengano riversate nell’atmosfera da parte dell’uomo più di di 30 miliardi di tonnellate di CO2, principalmente a causa dello sfruttamento di combustibili fossili. Gli scienziati dell’Università di Brema hanno sfruttato i dati forniti da SCIAMACHY durante il biennio 2003-2005: la piena comprensione di queste informazioni e dei parametri coinvolti nel ciclo del carbonio, possono favorire una migliore comprensione del cambiamento climatico in corso così come la previsione delle minacce legate alle emissione dei gas serra. Ricordiamo che lo scorso anno l’Europa ha sottolineato l’importanza del tagliare le emissioni di almeno il 20% entro il 2020, su scala globale. (Fonte: Redazionale)
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A conclusione dell’edizione 2007, il Map World Forum si è rivelato come uno degli appuntamenti più importanti per quanto riguarda le problematiche ambientali e le tecnologie geomatiche ad esse correlate. In questo senso è importante sottolineare l’avvenuta comunicazione delle date della prossima edizione dell’evento che si terrà nel 2009. Dal 10 al 13 febbraio del prossimo anno, a Hyderabad in India, il forum ospiterà una congregazione di esperti nei settori dell’ambiente, della finanza, della gestione del territorio e della tecnologia che si confronteranno con alcuni dei migliori specialisti dell’ambito geospaziale, al fine di trovare soluzioni pratiche per i problemi che affliggono il pianeta. Il tentativo è quello di mettere in contatto la comunità geomatica con le organizzazioni ed i personaggi che nei prossimi anni si troveranno a prendere fondamentali decisioni. Il tema del forum “Geospatial Technologies for Sustainable Planet Earth” ben sintetizza questo tipo di emergenza: la natura delle informazioni possedute dalle tecnologie geospaziali può e deve indirizzare necessariamente in senso olistico le scelte che verranno fatte riguardo le istanze ambientali. www.mapworldforum.org (Fonte: Redazionale)
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N°1 2008
Research and markets ha reso disponibile un rapporto in cui si recensiscono i trend, i driver, le sfide e le opportunità che l’industria del GPS si troverà ad affrontare nei prossimi anni in giro per il mondo. L’analisi ha
abbracciato la situazione dei principali mercati del momento come quelli di Stati Uniti, Canada, Europa, Giappone e le principali nazioni asiatiche come India e Cina. I mercati presi in esame sono quelli degli utenti finali e cioè della navigazione, del rilevamento, del machine control, ecc. Dal rapporto emergono alcuni interessanti punti: attualmente il Giappone è il paese con la più cospicua penetrazione di sistemi per la navigazione automobilistica seguito dagli Stati Uniti e dall’Europa in generale. I giochi olimpici di Pechino ed il World Expo 2010 che si terrà a Shangai si pensa che favoriranno una vera e propria esplosione del mercato in Cina che, assieme all’India ed al suo crescente mercato, raccoglieranno entro il 2012 la maggior parte delle commesse per quanto riguarda la produzione dei prodotti
GPS. Taiwan è emersa come luogo in cui si soncentrerà la maggior parte delle industrie adibite alla produzione di sistemi GPS, probabilmente a causa del crescente mercato asiatico e della manodopera a basso costo. Con la crescente domanda di servizi per la navigazione, il mercato globale degli LBS è previsto che crescerà di un Tasso di Crescita Annuale Composto (Tasso di crescita annuale medio di investimento su un periodo di tempo specificato) del 104%. Nel 2007 il 90% mercato è stato saldamente in mano ai produttori di Personal Navigation Devices: nel prossimo futuro questo quasi monopolio sarà messo in discussione dai GPS-enabled handsets che prenderanno il 78% del mercato entro il 2012. www.researchandmarkets.com (Fonte: GIM International)
Con lo Space Show Tolosa diventa il cuore dell’innovazione nel campo spaziale Dal 22 al 25 aprile la Francia ospiterà due conferenze di grande importanza: la European Navigation Conference – Global Navigation Systems (ENC-GNSS) e la European Frequency and Time Forum (EFTF). Gli organizzatori hanno deciso di concentrare i due eventi a Tolosa affinché possa esservi associato anche un simposio internazionale sulle applicazioni spaziali e l’esposizione collegata. Il Tolouse Space Show si svolgerà all’interno della Città dello Spazio della città francese che, per la sua presenza, gode già di una notevole importanza a livello europeo. Il programma delle manifestazioni vedrà dunque la European Navigation Conference – Global Navigation Satellite Systems (annuale ed itinerante in Europa), lo European Frequency and Time Forum (stesse modalità del precedente), la Conferenza Internazionale sulle Applicazioni Spaziali (che diventerà un evento annuale in quel di Tolosa), l’esposizione dedicata alle aziende del settore (annuale a Tolosa) e una serie di eventi per il pubblico allo scopo di promuovere il valore delle applicazioni spaziali nella vita civile.
www.toulousespaceshow.eu/toulouse_space_show.htm
(Fonte: Redazionale)
MERCATO
Research and markets prevede il futuro del mercato GPS
GEOmedia
N°1 2008
Galileo GPS News 2004
2006
VALIDAZIONE
2008
2011
LANCIO SATELLITI
OPERATIVITA’
50 mesi all’operatività di Galileo
Tutto Pronto per Giove-B Lo scorso 6 marzo una delegazione di giornalisti e professionisti dei media ha visitato il centro ESA-ESTEC a Noordwijk, in Olanda, per verificare la situazione del nuovo satellite della famiglia Giove, il cui lancio è previsto
per il 27 aprile. Il satellite ha correttamente superato tutte le campagne di test che si sono svolte al centro e l’11 marzo ha lasciato l’Olanda in direzione del cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, luogo prescelto per il lancio. Giove-B testerà tecnologie fondamen-
tali per il sistema Galileo come l’orologio atomico ad alta precisione (high precision passive maser clock) utilizzato come riferimento ed i tre canali di trasmissione per i segnali di navigazione. Giove-B sarà anche in grado di trasmettere un segnale utilizzando uno specifico standard (conosciuto come MBOC), in rispetto dell’accordo stipulato solo qualche mese fa tra Stati Uniti e Unione Europea riguardo i rispettivi sistemi. Il satellite è stato costruito da un consorzio capeggiato da Astrium Gmbh in collaborazione con Thales Alenia Spazio per la fase di assemblaggio, integrazione e test. Telespazio si occuperà invece delle operazioni una volta che il satellite è in orbita. Nel frattempo è stato creato un sito (www.esa.int/SPECIALS/GIOVEB_launch) dedicato al progetto che comprende immagini e news relative all’evento del 27 aprile. Da ora fino al completamento delle operazioni di messa in orbita, il sito sarà regolarmente aggiornato. (Fonte: ESA)
Sicilia in rete VRS con CGT e Assogeo
MERCATO
Lo scorso 15 dicembre è stata presentata a Palermo la nuova ed unica rete VRS siciliana realizzata a cura di un privato – CGT s.r.l. – che da oltre vent’anni si occupa della commercializzazione di strumentazione e software topografico in Sicilia. L’idea della VRS Sicilia nasce circa due anni fa da un brainstorming all’interno di CGT, in cui la stessa società ha deciso – unitamente ad un gruppo di utenti – di investire in prima persona su questo progetto. Attualmente la rete è composta da 18 stazioni permanenti dotate di antenne GPS Trimble Zephyr Geodetic con Radome di protezione e ricevitori GPS Trimble NetRS. Con la collocazione di 18 stazioni permanenti, il progetto copre in maniera perfetta l’intero territorio siciliano, e con l’attivazione del portale VRS Sicilia raggiungibile all’indirizzo internet www.vrssicilia.it, geometri, geologi e tutti gli operatori del settore, possono usufruire dell’accesso alla correzione differenziale GPS sia in tempo reale che in modalità post-elaborazione. L’evento realizzato insieme al Dipartimento di Rappresentazione dell’Università degli Studi di Palermo, ha avuto il supporto e il patrocinio del Comune di Palermo, del Dipartimento Regionale della Protezione Civile e del Collegio dei Geometri di Palermo. L’avanzamento tecnologico verso le soluzioni orientate alle infrastrutture GPS rappresenta senza alcun dubbio una forte spinta e supporto alle competenze degli operatori del settore in Sicilia che, avvalendosi dell’infrastruttura VRS realizzata da CGT potranno essere più produttivi, efficienti e precisi nelle loro attività di rilevo territoriale e catastale. Sui prossimi numeri di GEOmedia un report completo sulle funzionalità del sistema, sulle esperienze degli utenti e sui vantaggi applicativi per l’utenza privata e pubblica nelle applicazioni VRS.
(Fonte: Redazionale)
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N°1 2008
MERCATO
Avvicendamento in Deltadator Dal 2 aprile Gianni Camisa è Amministratore Delegato di DeltaDator, una tra le più significative realtà in Italia nel settore I&CT. Fulvio Rigotti, che ha ricoperto questo ruolo fin dalla nascita della Società avvenuta nel dicembre 2001, passa alla Presidenza succedendo al Cavalier Patrizio Podini. L’obiettivo è quello di far diventare Deltadator uno dei primi player del mondo IT in Italia, attraverso un deciso, robusto e sostenibile progetto di crescita a velocità ben maggiore rispetto a quella del mercato. Se da un lato l’esperienza di Gianni Camisa imprimerà uno slancio innovativo, dall’altro la presenza di Fulvio Rigotti alla Presidenza sarà garanzia di continuità con i progetti e le strategie sviluppate fino ad ora e che hanno visto l’Azienda crescere di anno in anno. Il Gruppo DeltaDator, significativa realtà nel settore dell’I&CT in Italia, fornisce ed integra infrastruttura tecnologica, progetta e sviluppa soluzioni applicative e consulenza di business rivolte ai principali mercati, ossia aziende e imprese, enti pubblici, banche/assicurazioni. (Fonte: Deltadator)
L’OGC approva lo standard dedicato alle osservazioni ed ai rilievi statistici I membri dell’Open Geospatial Consortium (OGC) hanno recentemente approvato la versione 1.0 dello standard di decodifica Observations & Measurements (O&M) per OpenGIS. Lo standard definisce un modello astratto ed uno schema XML di decodifica specificatamente studiato per adattarsi con gli altri standard OGC Sensor Web Enablement (SWE) così come per il supporto generale ai sistemi OGCcompliant che hanno a che fare con rilievi tecnico-statistici nei settori ingegneristico e scientifico. In un periodo di necessaria integrazione e cooperazione scientifica come quello cui stiamo assistendo, il nuovo standard è stato salutato con entusiasmo dagli addetti ai lavori, dal momento che O&M promette di giocare un importante ruolo nella pubblicazione – soprattutto su web – di dati di natura scientifica sia ottenuti in tempo reale che provenienti da archivio, mettendo in collegamento così discipline e campi d’applicazione differenti. L’obiettivo finale di O&M è quello di definire i termini utilizzati per i dati rilevati ed i rapporti che intercorrono tra di essi, principalmente per favorire le capacità dei software di utilizzare i differenti tipi di dati. www.opengeospatial.org
(Fonte: GEOInformatics)
Topcon e Sokkia si uniscono: nasce un gigante nel mondo del survey Lo scorso 5 febbraio, quello che fino a qualche tempo fa era un accordo in attesa di essere ratificato dalla commissione antitrust giapponese, è diventato realtà. L’operazione, del valore di 194 milioni di dollari, vede Topcon acquisire il 94% dello stock di azioni di Sokkia. L’unione delle due società giapponesi fa sì che prenda corpo un vero e proprio gigante nel settore degli strumenti per il rilevamento. A detta del top management di Topcon, questa unione produrrà nuove ed ulteriori opportunità per i clienti, i fornitori e gli impiegati legati ai nomi di Sokkia e Topcon, soprattutto grazie all’enorme rete di distributori sulla quale si appoggiano i due colossi nipponici. Dal punto di vista di Sokkia invece, viene evidenziata la particolarità di un accordo del genere, in cui due società caratterizzate da una cultura corporate molto simile, riescono ad unirsi pur preservando la propria identità. La gestione del mercato da parte delle due società rimarrà infatti più o meno inalterata così come l’immagine ed il network di distribuzione: la differenza più grande sarà ovviamente nella sinergia degli intenti del nuovo gigante. (Fonte: Redazionale)
Nasce Fugro Aerial Mapping B.V. Dopo essere stata parte di FugroInpark B.V. per più di 8 anni, la divisione di acquisizione aerea (meglio nota col nome di FLI-MAP division) continuerà come una società sé stante ed andrà sotto il nome di Fugro Aerial Mapping B.V. La nuova organizzazione è in realtà in atto dal 1 gennaio di quest’anno, nonostante alcuni dettagli siano stati resi noti solo recentemente. La società nata da questo distacco sarà coordinata da Huug Haasnot e concentrerà i propri sforzi commerciali sui servizi LiDAR e su attività fotogrammetriche. Fugro Aerial Mapping B.V. diventerà parte di un gruppo europeo di società che vivranno sotto il controllo di Fugro e che collaboreranno fortemente in termini di ricerca e sviluppo, di pianificazione delle risorse ed esecuzione dei progetti. (Fonte: Redazionale)
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N°1 2008
GIS e soluzioni FOCUS
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fascia alta per progetti mission critical di Marco Camirro
Spesso il GIS è stato inteso come una semplice consolle di visualizzazione di processi riferiti al territorio, mentre in soluzioni di fascia alta può raggiungere livelli globali di gestione e controllo dei sistemi come ad esempio in quelli per la security. L'efficiente ed efficace gestione dei temi della sicurezza, come quella qui proposta da Intergraph, rappresenta una delle importanti occasioni per poter affrancare il GIS dall'immagine stereotipata di strumento da backoffice.
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alla sua nascita fino ad un decennio or sono, il GIS è stato uno strumento scientifico nelle mani di specialisti di nicchia. Questo non ne ha sminuito l’importanza storica, ma ha però determinato la sua perimetrazione nei confronti di un uso diffuso. Una delle ragioni e, se vogliamo, degli stimoli che ha portato il GIS fuori dal suddetto perimetro riconoscendone, quindi, il valore in contesti diffusi, è stata la definizione di standard condivisi relativi a formati dati, modalità di interazione e scambio tra applicazioni. Questo aspetto è rappresentato, tra l’altro, anche dall’evoluzione tecnologica del mondo dell’Information Technology. Dal punto di vista storico si potrebbe dire che ci siano state tre fasi nella vita tecnologica del GIS.
La prima vedeva un GIS impiegato come strumento di analisi specialistica da parte di utenti professionali, facendone quindi uno strumento IT di nicchia. La seconda era quella che ne vedeva la diffusione in contesti funzionali comunque concettualmente analoghi ai precedenti, come quello della pianificazione urbanistica o comunque dell’analisi territoriale, con un livello di interattività che prevedeva come risultato la generazione di mappe tematiche e, spesso, la loro stampa come prodotto finale.
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La terza è rappresentata, ed è attualmente in corso, dall’era in cui il GIS ha conosciuto la diffusione al di fuori dei contesti tradizionali; è in sostanza quella del GIS come tool di analisi, integrato con altri strumenti simili o di data mining, per produrre risultati complessi che non sempre richiedono la produzione di una mappa ma, sempre più spesso, stimolano con i loro risultati processi in tempi conseguenti. E’ in sostanza l’era del GIS a supporto dei processi aziendali. In questo contesto, assolutamente attuale, occorre comunque distinguere due ulteriori e differenti fasi. Ad una prima fase, che può essere considerata oggi a regime, nella quale tale impiego si è consolidato in un contesto di analisi off-line dei dati - e quindi tipicamente a fini di pianificazione ed analisi dei risultati - si è andato ad aggiungere l’impiego in ambiti dove la trattazione del dato avviene in real-time (o nearly real-time). Questi ambiti una volta erano appannaggio di sistemi proprietari appositamente sviluppati e tipicamente residenti su piattaforme Unix. La seconda fase è l’introduzione dei Sistemi Informativi Territoriali nel lavoro svolto da utenti analisti cosa che avviene, ad esempio, per chi fa uso di strumenti di geomarketing o nel contesto della pianificazione di processi specifici come la progettazione di una rete tecnologica. La diffusione della coscienza dell’importanza dell’utilizzo degli strumenti di analisi e del controllo del territorio, hanno richiesto l’impiego del GIS e questo processo è stato facilitato, come risposta da parte dei vendor tecnologici, dall’introduzione sul mercato di soluzioni desktop che, per effetto delle predette evoluzioni tecnologiche, nulla avevano da invidiare alle più blasonate e complesse applicazioni specialistiche. I fattori che hanno quindi permesso la diffusione del GIS sono l’accrescimento, ovvero la nascita, della domanda diffusa e della risposta attraverso applicazioni più evolute anche in termini di interattività. Purtroppo però troppo spesso il GIS è stato inteso come semplice consolle di visualizzazione con un basso profilo funzionale.
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N°1 2008
I sistemi mission critical L’introduzione e la disponibilità in modalità pseudo-gratuite di piattaforme applicative come Google Earth-Map o Microsoft Virtual Earth, se da una parte ha grandemente contribuito alla crescita di una conoscenza e presa d’atto dell’utilità del GIS nei più differenti contesti di mercato, ha allo stesso tempo non colpevolmente illuso gli utenti che le questioni riguardanti il GIS fossero risolte una volta per tutte. La colpevolezza non è propria di quei sistemi che sono stati rivolti a precisi bacini di utenza e con modalità di fruizione specificatamente previste dai rispettivi modelli di business. I grandi system integrator - nostalgici dei sistemi proprietari che permettevano un effettivo controllo del cliente/utente hanno distorto l’impiego di questi strumenti proponendoli in differenti ambiti sotto la bandiera di sistemi se non open, almeno gratuiti. Ma purtroppo così non è. Peraltro nel contesto dei sistemi mission critical, oggetto della presente trattazione, se è vero che è possibile disporre di tali piattaforme in locale attraverso la loro acquisizione, è anche vero che si tratta di sistemi chiusi predisposti su specifici server (quindi proprietari). Nello stesso contesto appare erroneo pensare che si possa fare affidamento solamente a soluzioni basate sull’impiego di piattaforme open source. Occorre infatti considerare che i sistemi mission critical sono tali in funzione dell’importanza che rappresentano all’interno del business perseguito dall’azienda. Si tratta di sistemi complessi inseriti in ambiti complessi e che pertanto hanno un costo, chiavi in mano, dove la componente piattaforma applicativa è sicuramente inferiore al 10%. A fronte di tale costo - o risparmio laddove si propenda per l’open source - tali sistemi diventeranno critici anche sotto il profilo dell’assistenza e della manutenzione che risulterà ad appannaggio di chi ha provveduto al loro sviluppo. I sistemi mission critical uniscono alla piattaforma una componente di personalizzazione che spesso va al di là
dell’interfaccia uomo-macchina, ma piuttosto fa riferimento all’integrazione del GIS all’interno del contesto tramite interfacce con altre piattaforme dedicate che, a solo titolo di esempio, vanno dalla gestione procedurale (ERP), al reporting alla business intelligence. Quindi, proprio parlando di sistemi mission critical diventa opportuno porre la massima attenzione a limitare la componente sviluppo, perimetrandola nella contestualizzazione del sistema mediante lo sviluppo di interfacce, traendo il massimo beneficio - in sede di sviluppo e successivamente in sede di manutenzione - dall’impiego di piattaforme ricche da un punto di vista funzionale e dove la disponibilità di funzioni sia tale a livello COTS (Commercial Of The Shell). Al fine di meglio evidenziare i suddetti aspetti e sottolineare come questi siano fondamentali nella implementazione di un sistema mission critical, si analizzerà uno dei contesti più tipici dove tali tipologie di sistemi sono largamente impiegati: la Security. Il contesto della security Le crescenti problematiche derivanti dalla assoluta necessità di una più efficiente ed efficace gestione dei temi della sicurezza hanno rappresentato e rappresentano un importante occasione per poter affrancare il GIS dall’immagine stereotipata di strumento da backoffice. In questi sistemi particolarmente complessi, il GIS assume il ruolo di piattaforma per Comando e Controllo (C2), cuore di tali sistemi. All’apparenza, quindi, si tratterebbe di sistemi GIScentrici, ma se ciò può sembrare da un punto di vista topologico, così non è da un punto di vista logico-sistemistico. Si tratta comunque di sistemi Data Centrici che presentano una banca dati che viene aggiornata in real-time attraverso interfacce di acquisizione multimediali. Infatti i dati da gestire fanno riferimento a informazioni geografiche e anagrafiche degli asset da gestire (risorse), ad informazioni sugli eventi in corso, a video da CCTV, a stati di vari sistemi o di specifici punti dell’ambito sotto controllo (accessi) ed ancora alle posizioni (elemento di grande dinamica) delle risorse da gestire. L’apparente disomogeneità di tali informazioni trova il punto di contatto nell’informazione posizionale e topologica, propria dei Sistemi Informativi Territoriali. Quando tale gestione si unisce alla capacità di operare procedure e monitorare processi si parla di sistema di Comando e Controllo. Quindi il C2 è il cervello di un sistema che vede nelle interfacce di acquisizione la vista e nell’integrazione con sistemi di attuazione ed allarme le braccia. In presenza di un grande numero di informazioni è facile confondersi. Compito del C2 è quello di analizzare, possibilmente in una modalità la più automatica possibile e con varie tecniche i dati a disposizione, operare in regime di correlazione tra le informazioni (in quanto disomogenee) impiegando anche le modalità proprie delle analisi spaziali essendo l’informazione geografica l’elemento comune a tutte le informazioni ed integrando tutta la modellistica e l’algoritmica necessaria alla attività di reconnaissance.
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N°1 2008 Intergraph opera da sempre, sia mediante la fornitura delle proprie piattaforme sia offrendo le proprie competenze professionali derivanti dalle importanti esperienze collezionate a livello internazionale, in questo settore. Molti, come detto, sono i progetti realizzati o in corso di realizzazione. Dal sistema per la gestione della sicurezza sulle reti di trasporto pubblico della città di New York (MTA-NY), al sistema per la sicurezza del sistema di
Alcune schermate dai progetti sviluppati da Intergraph per la gestione della sicurezza sulle reti di trasporto, ma non solo.
metropolitane di Londra e Berlino, ai sistemi per la gestione della sicurezza degli aereoporti più grandi al mondo (Chicago, New York, San Francisco etc.), alla sala C2 della Polizia Europea (Europol) ed infine, per tornare sul territorio nazionale, le sale operative del 115, 118 e Protezione Civile della Regione Trentino Alto Adige, le sale crisi regionali delle Regioni Lazio e Marche e della Provincia di Verona. Insomma, un panorama importante e variegato dal quale è possibile recepire alcuni punti interessanti per la presente riflessione. Il primo è che si tratta di soluzioni scalabili. Infatti si adattano ad una grande varietà, per complessità, di utenti. Il secondo è che si tratta di una tecnologia ad elevata integrabilità; infatti nei vari casi il sistema GIS è stato integrato con vari sensori, interfacce e, talvolta, con sistemi di gestione procedurale specifici come SAP. Il terzo è che per poter coprire completamente i flussi di gestione previsti vengono garantite le varie e differenti modalità di fruizione. Il ciclo di gestione della Protezione Civile ad esempio è costituito da: prevenzione, previsione, gestione evento, gestione post-evento. Ognuna di queste fasi richiede strumenti specifici con differenti requisiti ma, tali strumenti, devono essere completamente integrati in modo da riflettere il ciclo di gestione. Così, nel contesto della prevenzione e previsione, l’analisi deve essere approfondita e volta alla determinazione, in sede di simulazione o previsionale, e localizzazione di fenomenologie specifiche. Al contrario durante la gestione dell’evento è importante la rapidità dell’analisi volta a riportare allo stato di normalità l’area colpita attraverso l’impiego sul campo delle risorse necessarie.
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Il post-evento è tema di analisi e pianificazione per la valutazione dei danni e per la limitazione dell’impatto di questi sulla popolazione e sulle infrastrutture critiche. La specializzazione degli utenti varia ed è questo elemento del quale tenere conto nella definizione dell’interfaccia. Solo così il sistema assumerà il ruolo di Sistema a Supporto delle Decisioni (DSS) esempio tipico di sistemi mission critical. La vision di Intergraph Da un punto di vista tecnologico, la vision di Intergraph ha colto da tempo - anzi da sempre - alcuni elementi di fondamentale importanza nei sistemi mission critical. Questi sistemi hanno necessità di soluzioni infrastrutturali ITC e di landscape operativi particolari. La compatibilità da sempre offerta verso le aree IT complementari al GIS (per esempio i database) considerate industry standard, demanda (e non delega) a queste la specifica compliance. La rispondenza alle moderne architetture orientate ai servizi (SOA) fa della piattaforma Intergraph una soluzione che garantisce una rapida implementazione perimetrando l’attività di sviluppo al front end ed alle interfacce. Intergraph offre un vero e proprio framework, un sistema cioè che permette una totale personalizzazione con i moderni ambienti di sviluppo, ma che offre già in sè i modelli dati e quelli funzionali tipici di questo ambiente. Sono inoltre disponibili alcune interfacce con i più diffusi sistemi di acquisizione per supportare l’importante processo di sensor fusion, dove differenti dati, spesso disomogenei, vengono correlati offrendo già così un importante supporto alle decisioni. Alla corretta risposta a questi requisiti contribuiscono anche
le piattaforme che Intergraph offre per la gestione, in generale, delle infrastrutture Trasporti e Reti Tecnologiche che vedono nella sicurezza un problema altamente trasversale. Quindi il GIS è ormai parte integrante dei sistemi mission critical rivolti alla protezione delle Infrastrutture Critiche o per la gestione di eventi derivanti da azione antropica o da disastro naturale. Importanti esempi, che testimoniano inoltre, laddove fosse necessario, che le piattaforme GIS sono mature per questo impiego sono le realizzazioni attualmente in uso o in sviluppo in Italia. L’ultima in ordine di tempo è la Sala Crisi della Regione Lazio (in corso di realizzazione da parte di Selex Sistemi Integrati del gruppo Finmeccanica) dove le piattaforme Intergraph vengono impiegate nella gestione dei flussi di Protezione Civile. Per i differenti utenti vengono impiegate soluzioni applicative C/S piuttosto che Web per poter meglio supportare analisi di immagine, pianificazione territoriale e gestione eventi attraverso un integrazione con la piattaforma ERP SAP. La piattaforma GIS è quindi perfettamente inserita nell’architettura SOA e risponde ai criteri di sicurezza ed availability richiesti ed implementati attraverso un landscape ormai sempre più diffuso (Cluster, Load Balancing etc.). Sulla scelta della piattaforma hanno pesato alcuni fattori che sono: l’offerta di funzioni specifiche, l’adozione di protocolli e paradigmi standard a livello internazionale, la disponibilità di interfacce integrate e certificate con le altre piattaforme applicative (SAP). Queste specifiche esperienze sono state largamente testate nel contesto dell’implementazione del sistema informativo per il Gruppo Ferrovie dello Stato dove, specificatamente per Rete Ferroviaria Italiana, Intergraph ha sviluppato una piattaforma standard SOA in grado di supportare processi critici aziendali come la manutenzione delle infrastrutture, la localizzazione dei messi e le reperibilità del personale per la gestione di eventi ed emergenze, la gestione di dati meteorologici ed in generale l’offerta delle informazioni proprie degli asset aziendali a mezzo di protocolli standard OGC. Nel caso della Regione Trentino Alto Adige le soluzioni offerte supportano le attività di sala operativa 115, 118 e di Protezione Civile. La rispondenza ai criteri di interoperabilità e l’impiego di tecnologie industry standard ha permesso lo start up in un tempo molto limitato con la prima sala operativa partita ormai 10 anni fa. In questo caso la piattaforma impiegata è la più che referenziata I/CAD Intergraph Computer Aided Dispatch che unisce alle funzionalità proprie del GIS (analisi spaziale, network,topologica e di prossimità) anche il supporto alle altre operation di sala operativa (roster equipaggi dei mezzi, reperibilità, controllo percorrenza mezzi con pianificazione manutenzione, gestione di flussi e delle procedure operative, report di attività sala etc.). Tutte le referenze di successo qui presentate che testimoniano come le piattaforme Intergraph siano in grado già da molti anni di supportare i processi aziendali critici e quindi di avere un posto specifico nel contesto dell’implementazione dei sistemi mission critical una volta ad appannaggio delle soluzioni proprietarie offerte dai grandi system integrator.
Abstract High-end GIS and solutions for mission critical projects GIS technology is used predominantly to visualize land processes. Its applications can although reach far beyond, especially in high end solutions, where it can be used to manage and control complex systems on a global level (eg. security systems). As reported by Intergraph, GIS is used imaginatively out of the back office as a highly efficient and cost effective tool for dealing with security issues.
Autore MARCO CAMIRRO Sales Manager Intergraph Italia LLC
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REPORTS
Un segno per il primo meridiano d’Italia a Roma di Tullio Aebischer e Paolo Battinelli Il Primo Meridiano d’Italia segnava fino a qualche anno fa la linea di riferimento della cartografia italiana ufficiale. Con l’avvento del GPS il sistema di riferimento è cambiato relegando alla storia il Primo Meridiano passante per la cima di Monte Mario. Il progetto di monumentalizzazione del Primo Meridiano d’Italia, nato nell’ambito dell’Itinerario geodetico per Roma e promosso dallo Studium Urbis (Roma), si propone di attivare tutte le collaborazioni, sia culturali che operative, per rendere visibile il tracciato del Primo Meridiano d’Italia.
I
meridiani, pur essendo linee ideali ed invisibili che uniscono il polo Nord al polo Sud, sono costruzioni dell’uomo e la loro lunga storia è esattamente ciò che permette di considerare il Primo Meridiano d’Italia un monumento geodetico, ossia un oggetto utile per la misura del territorio. Nel febbraio 1870 il Governo pontificio annunciò un aggiornamento della cartografia dello Stato a seguito della Conferenza di Berlino del 1862 per la misura del meridiano centrale d’Europa e lo studio della forma della Terra. Le misure dovevano riferirsi ad una torretta costruita su Monte Mario, punto che sostituì la sommità della cupola di San Pietro. L’operazione fu affidata al padre gesuita Angelo Secchi (18181878), l’allora direttore dell’Osservatorio astronomico del Collegio Romano. Il nuovo Governo italiano, dopo gli eventi del settembre 1870, fece propria la decisione di utilizzare Monte Mario come punto di origine della nuova rete geodetica nazionale creando in questo modo il Primo Meridiano d’Italia (1871). Nell’ambito del suddetto progetto di rappresentazione del Primo Meridiano nel tessuto urbano di Roma, si sono individuati quattro luoghi dove si è ritenuto interessante collocare un segno del passaggio del meridiano. Il primo segno, una targa metallica, è stato collocato nei Giardini vaticani il 23 febbraio 2007 grazie al fattivo patrocinio della Presidenza del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dei suoi Servizi Tecnici. Le fondamentali misure per stabilire il punto di passaggio del meridiano sono state eseguite, su consiglio di padre Maffeo s.j. della Specola vaticana, dal prof. ing. Mattia Crespi della Sapienza Università di Roma DITS Area di Geodesia e Geomatica. Una stretta collaborazione per il suo valore Immagine da Google Earth del Primo Meridiano d’Italia nei culturale (disegno della cartografia per le gare) Giardini vaticani. I bulloni 1 e 2 ed educativo (avvicinare i giovani al territorio) si sono i pilastrini di riferimento per è avuta con la sezione Orientamento della ADP l’esatto collocamento della “Giovanni Castello” che ha così voluto targa.] festeggiare i suoi 40 anni di attività.
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Un importante contributo alle ricerche è stato fornito anche dal patrimonio della Biblioteca Casanatense (Roma) e dell’Archivio dell’Osservatorio Astronomico di Roma (sede di Monteporzio Catone). Testo della targa Il testo della targa posta in Vaticano si divide in quattro parti (dall’alto verso il basso). La prima riporta l’oggetto che si è voluto demarcare, il Primo Meridiano d’Italia. La seconda offre l’informazione cartografica del Primo Meridiano d’Italia nel sistema di riferimento (datum) ROMA1940 con la longitudine rispetto al Primo Meridiano di Greenwich (Gran Bretagna) (a sinistra); a destra vi è la stessa informazione riferita al datum WGS84-ETRF89, ossia quello utilizzato nel GPS, con la longitudine riferita al Primo Meridiano del sistema che si trova ad un centinaio di metri ad est del Primo Meridiano di Greenwich. Tra le due scritte, una linea nera indica il preciso tracciato del Primo Meridiano che taglia la targa stessa. La terza parte riporta, a sinistra, l’operazione geodetica di padre Angelo Secchi di costruzione (maggio 1870) della torre su monte Mario che doveva essere utilizzata per la misura del Grado del Meridiano Centrale Europeo, misura utile per lo studio della forma della Terra. Da segnalare che la stessa citazione è presente sulla targa posta sul terrazzo di Capo di Bove lungo la via Appia antica in occasione dell’utilizzo della base geodetica, misurata sempre da padre Secchi, da parte dell’Istituto Geografico Militare (Firenze). A destra si La targa posta in Vaticano: in evidenza le varie parti descritte nell’articolo. Vedi schema a pagina seguente.
PRIMO MERIDIANO 12° 27’ 08.40’’ E datum ROMA1940
12° 27’ 07.66’’ E datum WGS84-ETRF89
INDICATO DALLA TORRE DI PADRE SECCHI S.J. SITA SU MONTE MARIO PER LA MISURA DEL GRADO EUROPEO (1870)
ED UTILIZZATO PER LA CARTOGRAFIA DELLA PENISOLA ITALIANA (1871)
Qui posta per interessamento di STUDIUM URBIS Sapienza Università di Roma D.I.T.S. - Area di Geodesia e Geomatica
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menziona l’utilizzo della torre di padre Secchi come riferimento per le longitudini della cartografia della penisola italiana postunitaria (1871), anno di nascita del Primo Meridiano d’Italia. La quarta parte riporta le istituzioni promotrici del progetto.
Monte Mario Su monte Mario vi è la A.D.P. Giovanni Castello - Sezione torretta che dal 1870 Orientamento segna l’origine delle longitudini italiane, per cui il luogo, grazie anche alla presenza dell’Osservatorio Astronomico di Roma, è stato ritenuto ideale per demarcare il tracciato del Primo Meridiano d’Italia. Sono stati tenuti in considerazione due punti: il primo ad Ovest dell’edificio dell’Osservatorio in modo che il tracciato attraversasse il giardino ed una cupoletta pitturata di bianco che probabilmente ha ospitato un telescopio dei passaggi. Con un’adeguata monumentalizzazione ed una targa esplicativa, il luogo potrebbe infatti anche rivelare un valore aggiunto unendosi all’importante collezione del Museo Immagine da Google Earth del Copernicano. In questo PrimoMeridiano d’Italia su Monte Mario senso, il museo potrebbe infatti ospitare una sezione dedicata proprio alla monumentalizzazione del Primo Meridiano. Un secondo punto di interesse è stato individuato nel sottostante belvedere situato a mezza costa del versante meridionale del monte. Qui un progetto di demarcazione unito ad una toponomastica che ricordi personalità importanti per l’astronomia è stato proposto alla direzione della Riserva Naturale nella mostra “Roma Geodetica” (dicembre 2006-febbraio 2007) svoltasi presso lo Studium Urbis. Entrambi i luoghi si ritengono ideali anche per le possibilità di fruizione da parte dei cittadini che in questo modo hanno
una ragione in più per visitare allo stesso tempo la riserva naturale più vicina al caotico centro della città. Villa Doria-Pamphilj Un altro punto ritenuto interessante per una demarcazione e per l’elevato numero di persone che potrebbe interagire con esso, è nella parte orientale della villa Doria-Pamphilj, grande polmone verde della città di Roma. Il luogo si trova presso l’entrata della zona della Presidenza del Consiglio ad Ovest della Valle dei Daini (oggi, purtroppo, di nuovo chiusa per problemi igienici). Il tracciato si snoderebbe quasi parallelamente al viale che dall’ingresso della villa Corsini porta alla chiesetta neogotica. Come per i più antichi Primi Meridiani Immagine ancora da Google Earth del di Parigi e di Greenwich, la Primo Meridiano d’Italia nella villa Doriavisualizzazione del tracciato del Primo Pamphilj Meridiano d’Italia è quasi un dovere storico per ricordare personalità scientifiche vissute nel XIX secolo e per rendere conto sia ai cittadini romani che ai turisti che la Città Eterna ha in sé un’importante e ancor poco conosciuta storia scientifica testimoniata ancora oggi da luoghi che spesso sono chiusi o non curati. Questi luoghi vogliono essere riportati alla luce e resi fruibili dall’Itinerario geodetico per Roma. Altra idea che è stata proposta in occasione dell’inaugurazione della targa in Vaticano, è quella di un gemellaggio tra i tre Primi Meridiani. Autori TULLIO AEBISCHER PAOLO BATTINELLI
tullioa5@yahoo.it battinel@oarhp1.rm.astro.it
Abstract A sign for Italy's Prime Meridian Italy's Prime Meridian, defined in 1871, is situated in a brick tower at the top of Monte Mario - Rome's highest hill. The Italian Government chose the site to be the point of passage for the Prime Meridian on September 20 1870 the same time the italian army had arrived back in Rome. This meridian remained in use for official italian land maps until 1995 when a new cartography based on the WGS84 reference system was adopted. For this reason Italy's Prime Meridian can be considered an historical geodetic monument. Studium Urbis began the first demarcation of the meridian in february 2007 with a plaque inside the Vatican Gardens. The Studium Urbis is currently continuing the ongoing project of the demarcation of the Italy's Prime Meridian in significant spots in Rome.
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L’Agenzia Geodetica
Quello svoltosi lo scorso 19 marzo in Senato è un evento tra i più importanti della recente storia del settore dell’informazione geografica. In una conferenza stampa, è stato presentato il Disegno di Legge dedicato all’istituzione di un’Agenzia Geodetica Cartografica Nazionale (AGCN) allo scopo di coordinare i dati cartografici forniti dai vari organi, enti, agenzie e regioni.
di Fulvio Bernardini
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uella della ex Commissione Geodetica sembra essere una storia tipicamente italiana. Un bel giorno – per l’esattezza nel 1975 – spinti dalla necessità di riordinare le competenze dello Stato delegando alcune funzioni alle Regioni e sopprimendone altre, si è infatti deciso di abrogare la Commissione Geodetica Italiana, un organo che aveva già trovato fondamento istituzionale nel 1945 e che solo nel 1960 era stato per legge finalmente istituito. Da quando la Commissione Geodetica fu dichiarata a tutti gli effetti un “ente inutile”, le funzioni di raccolta, gestione e coordinamento delle informazioni e dei dati relativi al territorio italiano sono state prese in carico dalle Regioni che, a loro volta, hanno delegato il lavoro a vari enti, agenzie ed organi amministrativi diversi. Questo ha difatti creato una confusione nel coordinamento dei dati stessi, tanto da minare il loro dettaglio e la loro accuratezza, fondamento per la conoscenza del territorio e dell’ambiente. I documenti cartografici ufficiali prodotti dal 1975 in poi vivono inoltre il paradosso di essere fondati su metodi e normative figlie della ex Commissione e quindi con specifiche ormai vecchie di oltre 40 anni ma che ancora vengono prese in considerazione. Tutto ciò mentre, a livello internazionale, l’Italia si è trovata sempre in maggiori difficoltà rispetto agli altri paesi che hanno invece proseguito nel lavoro di coordinamento delle proprie informazioni territoriali affinché risultassero adeguate – soprattutto a seguito degli ultimi sviluppi tecnologici in termini di condivisione dei dati – agli standard europei, prima, ed internazionali, poi. Una base cartografica aggiornata e dettagliata a livello nazionale è il presupposto fondamentale affinché si possa effettuare un efficace governo del territorio o – come
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leggeremo anche nelle prossime righe – si riesca ad espletare una vera e propria funzione di “governo” nel senso più generale del termine. Negli ultimi due anni qualcosa in questo senso sembra essersi comunque mosso; grazie infatti alla determinazione di importanti esponenti del settore delle Scienze della Terra quali il prof. Luciano Surace (neo presidente di ASITA), il prof. Fernando Sansò ed il prof. Mattia Crespi, un importante convegno dedicato alla geomatica tenutosi a Roma nel 2006 fu lo spunto per il lancio di un Manifesto per l’istituzione di un Authority Geodetica Italiana, con lo scopo di raccogliere adesioni per questa iniziativa (www.commissionegeodetica.it). Il Manifesto – ampiamente divulgato anche dai canali informativi della nostra rivista – ha riscosso in questi due anni un insperato successo tra le varie figure professionali che animano il settore dell’informazione territoriale, tanto da favorire l’interessamento, anche a livello politico, della senatrice Loredana De Petris che si è fatta carico dell’iniziativa parlamentare. Il culmine della prima fase di questa corsa è stata appunto la conferenza stampa di presentazione del Disegno di Legge in Senato, lo scorso 19 marzo; è importante sottolineare che, se non fosse stato per la prematura chiusura della legislatura avvenuta nei mesi scorsi, forse questo primo obiettivo sarebbe stato raggiunto in tempi più brevi, dal momento che la comunicazione alla in Senato del DDL era già avvenuta lo scorso 2 agosto 2007. La conferenza stampa di Palazzo Madama ha segnalato la presenza di molti importanti esponenti del settore e, a dir la verità, qualche inaspettata assenza. Al tavolo dei relatori, oltre alla fondamentale figura della
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ai nastri di partenza
Qui sopra, la sala stampa del Senato durante la presentazione del DDL. Tra i partecipanti erano molti i rappresentanti dei diversi ambiti scientifici coinvolti. A sinistra la senatrice Loredana De Petris.
senatrice De Petris e dell’architetto-urbanista Loredana Mozzilli, anch’essa in prima linea nel sostegno a questa battaglia legislativa, sedevano il prof. Surace ed il nostro direttore prof. Carlucci grazie ai quali è stato possibile introdurre le tematiche, gli scopi e l’importanza dell’istituzione di un’Agenzia Geodetica Cartografica Nazionale, così come definita all’interno del DDL n. 1766. Gli interventi succedutesi velocemente hanno visto quello del prof. Fernando Sansò, che a causa di precedenti impegni non era fisicamente presente, sostenuto in sua vece dal prof. Mattia Crespi . L’intervento di Luciano Surace, di grande impatto, ha avuto lo scopo di sottolineare le condizioni di “devastazione” in cui versa l’informazione geografica italiana all’alba del ventunesimo secolo. Punti focali del suo intervento sono stati gli esempi pratici di discrepanze cartografiche, intollerabili per un paese che ambisce a definirsi “moderno”. Il discorso di Surace ha avuto anche il pregio di far presente come sia giunto il momento di “conferire responsabilità più che autorità” affrontando il problema impellente dell’adeguamento agli standard che invece, almeno nel nostro paese, è considerato ancora come un problema di second’ordine. Il riferimento al progetto europeo INSPIRE ed alle dinamiche ad esso connesse è lampante così come quello al “presente fallimentare” che sta vivendo il nostro paese, invischiato in problemi gravissimi che non fanno altro che rallentare il normale sviluppo delle politiche pubbliche, delle quali l’informazione territoriale rimane il nodo fondamentale. La parola è poi passata al nostro direttore, che ha chiarito come il ricorso ad un’armonizzazione dei dati dei diversi organi cartografici dello Stato tramite un’AGCN sia fondamentale per evitare inutili sprechi di denaro pubblico e privato in gare d’appalto carenti di specifiche e basate su rilievi cartografici obsoleti e dunque poco affidabili. Il prof. Fernando Sansò – come detto, grazie alla voce di Mattia Crespi – ha invece sottolineato la natura
sostanzialmente illegale dell’assenza di un’agenzia geodetica nazionale ed ha esteso un ringraziamento a tutti coloro i quali, in questi due anni, hanno fatto di tutto affinché la proposta inizialmente lanciata col Manifesto in rete non si perdesse nel buco nero della disinformazione. E’ stata poi la volta della senatrice De Petris che, positivamente colpita dalla forza e dalla convinzione delle posizioni dei precedenti relatori, ha ben definito politicamente la strategia e gli obiettivi sulla quale l’istituzione dell’AGCN deve fondarsi. Prendendo ad esempio l’esperienza maturata come assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, la senatrice ha infatti notato come spesso l’assenza di un coordinamento dei dati cartografici proposti da diversi enti sia stata alla base di problemi insormontabili in fase di conclusione di importanti opere pubbliche. E’ infatti fuor di dubbio che una corretta politica di governance del territorio non possa prescindere da una conoscenza approfondita e didascalica del territorio stesso, sia nel caso in cui si abbia a che fare con opere infrastrutturali che – come in questi ultimi tempi – nel caso in cui la motivazione principale sia il rispetto e la tutela dell’ambiente. La De Petris ha poi insistito sul fatto che la futura AGCN debba assolutamente avvalersi dell’esperienza e della preparazione di un comitato scientifico all’altezza dell’importante compito che si troverà a svolgere. La senatrice ha poi concluso: “Conoscere il territorio è cruciale. Senza una sua efficace comprensione è altresì impossibile governarlo”. La conclusione della conferenza stampa ha dato il via ad un vivace dibattito nel quale ha trovato spazio un corollario di tematiche particolari che, per ovvi motivi di tempo e di chiarezza degli obiettivi, non erano state toccate nei precedenti interventi. Giancarlo Atza, professore alla Seconda Università di Napoli, ha messo in evidenza come l’assenza di un organo preposto al coordinamento si rifletta anche in una carenza dal punto di vista della formazione, tanto da favorire il successo di persone che in realtà non possiedono una reale preparazione ed esperienza sugli strumenti e le discipline proprie del settore, andando così ad alimentare quel clima di approssimazione che permea il caso italiano. Mauro Salvemini, presidente di AM/FM GIS Italia, ha fatto notare quanto sia importante l’adeguamento alla recenti direttive europee in termini di coordinamento e ha sollevato
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N°1 2008 Alcuni momenti della presentazione alla stampa del DDL 1766. Alla manifestazione hanno presenziato non solo i giornalisti ma anche numerosi invitati sia in rappresentanza delle maggiori istituzioni rappresentative del settore che in proprio per manifestare solidarietà all'iniziativa. A fianco vediamo Giancarlo Carrai per AniaGeo e Domenico Tacchia del Servizio Geologico. In basso, in ordine, il prof. Mattia Crespi dell'Università "La Sapienza" di Roma e il Comandante Paolo Lusiani dell'Istituto Idrografico della Marina.
la problematica della proprietà del dato, ossia della sua fruibilità per tutti. L’intervento di Giancarlo Carrai, rappresentante di Aniageo (associazione che coordina le aziende attive nel campo della fotogrammetria e cartografia), ha poi posto l’accento sulle problematiche che le società produttrici di dati devono affrontare in termini di corsa al ribasso delle gare, di scarsa qualità e di delocalizzazione dei servizi verso l’estero, oltre che in termini di scarsi investimenti per la formazione, la ricerca e lo sviluppo di tecnologia in generale, il tutto a causa della scarsa domanda interna. Mattia Crespi, ancora insistendo sulla questione delle formazione, ha invece evidenziato come l’Italia sia l’unico paese moderno che non possiede un corso di studi specificatamente dedicato alle discipline geomatiche. La catena innescata da un’assenza di una vera e propria cultura dell’informazione geografica è infatti di così ampia portata che il riconoscere nei decisori del futuro delle specifiche competenze in questo senso sembra ancora a molti – a troppi – un optional. In rappresentanza dell’Istituto Idrografico della Marina ha invece parlato il Comandante Paolo Lusiani, che ha ironicamente sottolineato il paradosso della situazione italiana nella quale i dati, più che essere “dati” sono a tutti gli effetti “tenuti”. E’ infatti, questo dell’IIM, un caso in cui la disponibilità di dati aggiornati ed affidabili diventa cruciale in fase di redazione di una cartografia nautica, proprio a causa delle condizione particolari in cui si trovano ad operare le navi della Marina, ma non solo. E’ stato poi il momento di Domenico Tacchia che, anche lui tra i rappresentanti degli organi cartografici ufficiali dello Stato, ha espresso l’ entusiasmo nei confronti dell’iniziativa, portando come esempio pratico il fatto che la totalità della cartografia a disposizione del Servizio Geologico è ancora inquadrata nell’ED50, un sistema di riferimento ormai antiquato rispetto al più moderno e condiviso WGS84. Ha stupito l’assenza degli altri tre organi cartografici ufficiali dello Stato, ossia l’Istituto Geografico Militare, la sezione fotocartografica dello Stato Maggiore dell’Aeronautica e dell’Agenzia del Territorio per il Catasto. Nelle prossime pagine potrete leggere in maniera estesa gli interventi dei relatori che hanno presenziato la conferenza stampa di presentazione del DDL n. 1766.
Fulvio Bernardini redazione@geo4all.it
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SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA
N. 1766
DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa della senatrice DE PETRIS
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 2 AGOSTO 2007 (*)
Istituzione dell’Agenzia geodetica cartografica nazionale
(*) Testo non rivisto dalla presentatrice.
Atti parlamentari ONOREVOLI SENATORI. - Disporre di una cartografia nazionale dettagliata e continuamente aggiornata è il fondamento per la conoscenza del territorio e delle componenti ambientali, ne rappresenta la proiezione documentale, è alla base della sua tutela e valorizzazione. Qualsiasi opera dell’uomo, che abbia un impatto sul territorio, deve essere rappresentata su un documento convenzionale a scala opportuna necessariamente “cartaceo”e informatizzabile in forma georeferenziata, affinché lo stato dei luoghi abbia valenza probatoria sia nella rappresentazione dell’ante operam che del post operam. La situazione italiana nel settore della produzione, informatizzazione, aggiornamento e gestione della cartografia ufficiale versa in uno stato di profonda confusione. Dopo la prima proposta di riorganizzazione dei servizi cartografici di Stato risalente al 1945 e la legge quadro del 1960, la situazione è peggiorata negli anni Settanta a seguito dell’abrogazione della Commissione geodetica italiana, avvenuta durante il primo passaggio legislativo di competenze dallo Stato alle regioni con la chiusura di una serie di enti allora considerati inutili. Molti sono gli enti territoriali della pubblica amministrazione che oggi si occupano di realizzare e/o utilizzare la cartografia (dai comuni alle province, alle regioni, alle comunità montane, alle autorità di bacino), oltre naturalmente ai Ministeri (infrastrutture, ambiente, agricoltura, difesa, eccetera) e agli enti di ricerca e/o di controllo quali l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente (ENEA), l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT), l’Agenzia Spaziale Italiana, eccetera. Il tutto avviene in forma poco coordinata e senza più un riferimento nazionale univoco, funzione che fino al 1960 era rappresentata dalla Commissione geodetica italiana. La citata legge quadro n. 68 del 1960, che dettò le norme sulla cartografia ufficiale dello Stato e sulla disciplina della produzione e dei rilevamenti terrestri e idrografici, stabiliva all’articolo 2 che «Alla Commissione geodetica italiana è devoluto l'incarico di coordinamento dei dati di non completa coincidenza forniti dai diversi organi», ieri limitati a soli cinque organi cartografici nazionali, oggi invece rappresentati, come abbiamo detto, da innumerevoli amministrazioni. La Commissione geodetica italiana aveva il compito di armonizzare la produzione di cartografia, che di per sé deve essere realizzata in modo univoco su tutto il territorio nazionale e non diversamente tra una regione e l’altra; questo presupposto è tanto più necessario dal momento che da quasi un secolo si è proceduto alla realizzazione di “Cartografia unitaria”, anche per l’adozione di un unico sistema di riferimento, oggi legato universalmente a sistemi satellitari, GPS americano o in futuro al sistema europeo Galileo, al quale ultimo l’Italia sta dando un particolare contributo. Lo Stato italiano ha oggi enormi difficoltà di rapporto con gli stati europei confinanti che dispongono, oltre che di attive commissioni geodetiche, anche di cartografia dettagliata e aggiornata, necessaria per la realizzazione ponderata delle infrastrutture e delle opere di interesse interregionale. Successivi interventi nel settore hanno visto solo gli sforzi del Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) per disciplinare i sistemi informatici per la gestione del territorio ed emettendo standard anche per il coordinamento Stato-regioni. Nessuna azione,
altresì, è stata intrapresa per procedere ad un’approfondita analisi dei contenuti e dei valori specifici dei documenti cartografici. In pratica si continua ad ignorare la necessità di avere una cartografia con requisiti standard, non solo di natura informatica, su tutto il territorio nazionale, aggiornata a diverse scale, necessaria a rappresentare la realtà territoriale in continuo mutamento. In assenza di un organo nazionale preposto a dare direttive, si assiste ad un fenomeno grave che è la mancanza di cartografia di qualità adeguata alle esigenze degli organi che la usano. Basti pensare al fatto che la cartografia che spesso si trova oggi a disposizione dei vari enti è inquadrata nel sistema European Datum 1950 (ED50), che riporta un disallineamento di qualche centinaio di metri rispetto alla cartografia realizzata con il sistema World Geodetic System 1984 (WGS84). In base alle considerazioni svolte, l’adozione di un massimo comune denominatore, dotato della necessaria ufficialità, appare ormai non più procrastinabile. Quanto sopra non basta ovviamente a descrivere l’intera problematica ma è comunque esplicativo di una necessità che ormai non può essere più rimandata. Da tempo, infatti, tutti gli operatori del settore hanno auspicato più volte e in vari convegni un processo di riposizionamento dell’Italia a livello degli altri Paesi in tale delicato settore. Al fine di risolvere tali problematiche, il presente disegno di legge, prevede la istituzione della Agenzia geografica cartografica nazionale (AGCN) avente personalità giuridica di diritto pubblico, che opera in qualità di organo centrale cartografico dello Stato, per il coordinamento degli enti cartografici previsti nella legge 2 febbraio 1960, n. 68 e dei servizi tecnici dello Stato, delle regioni e dei vari enti territoriali o specialistici, utenti o produttori di cartografia dedicata. L'Agenzia, che si avvale di un comitato scientifico, provvede a seguenti compiti: 1. adottare, di concerto con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, il sistema di riferimento cartografico univoco nazionale; 2. rappresentare l’Italia per le obbligazioni da assumere collegialmente sia a livello europeo che mondiale; 3. assolvere a tutti i compiti affidati alla ex Commissione geodetica italiana; 4. pubblicare le Linee guida per tutti gli enti cartografici accreditati, emanare le specifiche tecniche, redigere le norme e i capitolati per la realizzazione e l'aggiornamento della cartografia nazionale; 5. promuovere la conoscenza geografica, lo studio, la ricerca, la sperimentazione e l’informazione scientifica nel settore delle discipline geodetiche, topografiche e cartografiche, stipulando apposite convenzioni con le università e con altri enti scientifici pubblici. All'Agenzia, che dovrà comunque operare in accordo con tutte le amministrazioni interessate, sono inoltre affidati compiti innovativi quali la realizzazione di un portale geografico nazionale, collegato con le banche dati esistenti, e l’arbitrato specialistico agli enti cartografici. Si prevede, infine, l'istituzione di un osservatorio sullo stato di avanzamento della produzione cartografica. Per tali motivi si auspica un rapido esame del presente disegno di legge.
Atti parlamentari DISEGNO DI LEGGE N. 1766 Art. 1. (Istituzione e finalità dell’Agenzia geodetica cartografica nazionale) 1. È istituita l’Agenzia geodetica cartografica nazionale (AGCN) di seguito denominata «Agenzia», avente personalità giuridica di diritto pubblico ad ordinamento autonomo, dotata di autonomia tecnico-scientifica, regolamentare, organizzativa, gestionale, patrimoniale, finanziaria e contabile. L’Agenzia, quale organo cartografico dello Stato, assicura il coordinamento degli enti cartografici di cui alla legge 2 febbraio 1960, n. 68, delle regioni, degli enti territoriali e degli enti specialistici produttori di cartografia dedicata. 2. L’Agenzia si avvale, per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali, degli organi cartografici di cui all’articolo 1 della citata legge 2 febbraio 1960, n. 68. In particolare, per l’aggiornamento e la fruizione della cartografia di base l’Agenzia si avvale dell’Istituto geografico militare. 3. L’Agenzia, d’intesa con gli enti cartografici dello Stato e con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, fornisce le linee guida per l’omogeneizzazione e la standardizzazione dei dati geometrici e qualitativi del territorio, prodotti dagli organi tecnici centrali e periferici della pubblica amministrazione. L’Agenzia ha altresì il compito di curare l’ottemperanza alle linee guida da parte degli enti che producono cartografia a fini pubblici. 4. L’Agenzia ha sede in Roma. Essa è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ed è sottoposta al controllo della Corte dei conti. Lo statuto dell’Agenzia è approvato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e ne stabilisce i princìpi di organizzazione e di funzionamento. Art. 2. (Compiti specifici dell’Agenzia) 1. Nel rispetto delle competenze delle regioni e degli enti locali e ferme restando le disposizioni di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, l’Agenzia svolge i seguenti compiti: a) cura il sistema di riferimento cartografico univoco statale, definito ed adottato di concerto con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano; b) rappresenta l’Italia per le obbligazioni da assumere collegialmente, sia a livello europeo che mondiale; c) assolve ai compiti già affidati alla Commissione geodetica italiana di cui alla legge 2 febbraio 1960, n. 68; d) pubblica, in accordo con le amministrazioni
interessate, le linee guida per gli enti cartografici ed emana le specifiche tecniche, redige le norme e i capitolati per la realizzazione di nuova cartografia e l’aggiornamento della preesistente; e) promuove la conoscenza geografica, lo studio, la ricerca, la sperimentazione e l’informazione scientifica nel settore delle discipline geodetiche, topografiche e cartografiche, stipulando apposite convenzioni con le università e con altri enti scientifici pubblici; f) realizza un portale geografico nazionale, assicurando i collegamenti con le banche dati esistenti e coordinando le amministrazioni interessate; g) offre arbitrato specialistico agli enti cartografici; h) istituisce un osservatorio sullo stato di avanzamento della produzione cartografica per il territorio nazionale. Art. 3. (Comitato scientifico) 1. È costituito, presso l’Agenzia, un comitato scientifico composto di sette membri, esperti nel settore cartografico, con compiti consultivi nei confronti del consiglio di amministrazione, relativi agli aspetti tecnicoscientifici dell’attività dell’Agenzia. 2. Il comitato scientifico è nominato dal consiglio di amministrazione ed è composto da cinque componenti di qualificata professionalità ed esperienza nel settore di competenza dell’Agenzia, designati uno ciascuno dal Ministro della difesa, dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministro delle infrastrutture, dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e dal Ministro dell’università e della ricerca e da due componenti di chiara fama. 3. I membri del comitato eleggono il presidente e durano in carica cinque anni e possono essere confermati. 4. La retribuzione dei membri del comitato scientifico è stabilita dal direttore generale sentito il consiglio di amministrazione. Art. 4. (Organi dell’Agenzia) 1. Sono organi dell’Agenzia: a) il presidente; b) il consiglio di amministrazione; c) il collegio dei revisori dei conti. 2. Gli organi di cui al comma 1 sono nominati dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle infrastrutture. Essi assumono le loro funzioni a decorrere dal mese successivo a quello del provvedimento di nomina e durano in carica cinque anni. Il decreto di nomina è emanato entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore delle presente legge.
Atti parlamentari 3. Gli emolumenti del presidente e dei membri del consiglio di amministrazione sono fissati con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Art. 5. (Il presidente) 1. Il presidente dell’Agenzia è scelto fra docenti universitari, professionisti, dirigenti pubblici o privati, esperti nelle materie di cui alla presente legge e può essere confermato nella carica una sola volta. 2. La carica di presidente è incompatibile con quella di amministratore o dipendente di enti pubblici economici o di membro degli organi di amministrazione di società a capitale pubblico o privato. Il dipendente pubblico che è nominato presidente è collocato in aspettativa, compatibilmente con l’ordinamento dell’ente di appartenenza. Con lo stesso decreto di nomina gli viene assegnata un’indennità di carica. 3. Il presidente convoca e presiede il consiglio di amministrazione, rappresenta legalmente l’Agenzia ed esercita le altre attribuzioni conferitegli dal regolamento interno. Art. 6. (Il consiglio di amministrazione) 1. Il consiglio di amministrazione dell’Agenzia è composto dal presidente dell’Agenzia e da tre componenti scelti tra esperti designati dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro delle infrastrutture. 2. Il consiglio di amministrazione provvede a: a)
formulare il bilancio di previsione, il conto consuntivo, il regolamento interno; b) determinare la pianta organica che sarà strutturata in via preferenziale da personale proveniente da altre amministrazioni dello Stato; c) promuovere opportune forme di consultazione con gli organismi sindacali per gli indirizzi finanziari ed organizzativi, nonché per la redazione del regolamento interno; d) redigere un piano triennale, aggiornabile annualmente, che stabilisce gli indirizzi generali, gli obiettivi e le risorse. 3. Il consiglio di amministrazione è convocato dal presidente ogni qualvolta questi lo ritenga opportuno o su richiesta di almeno due membri; nomina il direttore generale; sovrintende alla gestione dell’Agenzia ed esercita i compiti non attribuiti dal regolamento interno al presidente o al direttore generale. 4. Il consiglio di amministrazione delibera a maggioranza dei presenti, con prevalenza, in caso di parità, del voto del presidente. Per la validità delle deliberazioni è necessaria la presenza di almeno tre membri.
Inserto staccabile allegato a GEOmedia N° 1 2008
Art. 7. (Il collegio dei revisori) 1. Il collegio dei revisori dei conti dell’Agenzia, costituito ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, è composto da tre revisori effettivi, di cui uno con funzioni di presidente designato dal Ministro dell’economia e delle finanze, e due scelti fra funzionari dei Ministeri dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture. 2. Il collegio dei revisori dei conti provvede al riscontro degli atti di gestione, accerta la regolare tenuta dei libri e delle scritture contabili, effettua verifiche di cassa, redige una relazione sul bilancio consuntivo e riferisce periodicamente al consiglio di amministrazione. 3. Il presidente del collegio dei revisori dei conti, o un membro da lui delegato, può assistere alle riunioni del consiglio di amministrazione. Art. 8. (Direttore generale) 1. Il direttore generale dirige la struttura dell’Agenzia ed è responsabile dell’attuazione delle deliberazioni del consiglio di amministrazione ed è scelto tra persone di comprovata competenza ed esperienza professionale, con profonda conoscenza delle normative e degli assetti organizzativi degli enti pubblici. Il direttore generale resta in carica sino alla scadenza del mandato del consiglio e partecipa alle sedute del consiglio di amministrazione senza diritto di voto; i suoi emolumenti sono fissati dal consiglio di amministrazione. Art. 9. (Regolamento di contabilità) 1. Il regolamento di contabilità dell’Agenzia è deliberato dal direttore generale della medesima Agenzia ed è approvato con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Art. 10. (Copertura finanziaria) 1. All’onere derivante dalla presente legge, pari a 1,5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2007, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. 2. Il Ministro dell’economia e delle finanze e autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
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Appunti per una politica nazionale dell’informazione territoriale Intervento di Luciano Surace Le brevi note che seguono sono riflessioni maturate in più di trent’anni di attività nel settore, tendenti a sistematizzare i problemi, prima di organizzare le soluzioni; una strategia che potrebbe sembrare ovvia, ma che risulta in assoluta controtendenza rispetto al panorama nazionale degli interventi in materia di informazione territoriale, che da anni si susseguono senza coerenza di obiettivi strategici. Sono, queste, riflessioni che rispondono primariamente al dovere di testimonianza, dovere minimo cui la classe intellettuale non può sottrarsi, quando si rende conto della complessità dei problemi e della conseguente difficoltà dell’individuazione delle soluzioni; un dovere innanzitutto intellettuale. Un intellettuale non ha infatti potere di incidere direttamente sulla realtà, ma questa debolezza è al contempo la sua forza, perché può dire e scrivere ciò che ritiene importante per la collettività, senza interessi diretti. Ne consegue però anche una grande responsabilità morale, quella di monitorare le scelte collettive segnalando pericoli ed errori, formulando possibili alternative. C’è chi sostiene che il tema dell’ambiente e del territorio riesca a ritagliarsi qualche spazio solo in casi di emergenze o gravi disastri, e nei periodi di benessere. Nei periodi di crisi economica preoccuparsi del territorio diventa un lusso troppo costoso, contrapposto a temi quali disoccupazione, immigrazione, insicurezza ecc. Un’incapacità progettuale di fondo, unita - salvo casi particolarissimi come nel settore delle informazioni di interesse nautico - ad una totale deresponsabilizzazione della classe dirigente variamente e vagamente delegata a gestire le strutture pubbliche che producono informazioni territoriali, costituisce lo sfondo su cui si muovono gli attori della commedia dell’arte in cui è precipitato da molti anni il complesso delle attività dedicate alla conoscenza organizzata del nostro territorio. Incapacità progettuale e deresponsabilizzazione capaci di generare piani straordinari in assenza dei piani ordinari, rinviati sine die: una straordinarietà che non nasce da eventi straordinari, come potrebbe essere un terremoto o un’alluvione, cui pure siamo periodicamente abituati, ma dall’urgenza periodicamente ordinaria di spendere risorse pubbliche a prescindere. In realtà, in un periodo di relativa quiete della natura bisognerebbe avere la lungimiranza di decretare lo stato di calamità nazionale non per un evento specifico, ma per le condizioni catastrofiche in cui versa l’informazione territoriale in Italia. La vera emergenza non sta nel territorio, bensì nel sistema delle informazioni territoriali. E’ necessaria una riforma ad impatto strutturale per costruire un futuro normale. E’ necessaria una riforma delle strutture deputate alla conoscenza del territorio, piuttosto che inseguire un impossibile coordinamento dell’esistente fallimentare, utile solo ad aumentare la cultura dell’irresponsabilità! Conferire responsabilità piuttosto che conferire autorità. Dobbiamo imparare a leggere diversamente il concetto di globalizzazione per capire come le questioni globali vanno affrontate in chiave di etica della responsabilità: questioni globali non solo e non tanto perché riguardano un mondo che è divenuto un unico villaggio, ma soprattutto perché la possibilità che l’attuale generazione di adulti ha di influire nel bene e nel male e a livello globale - sulle generazioni
Luciano Surace, attualmente presidente di ASITA , la Federazione delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali ed Ambientali, è stato Dirigente Tecnico e Direttore Geodetico dell'Istituto Geografico Militare fino al 1998 e ha curato personalmente i rapporti istituzionali tra vari enti cartografici nazionali ed internazionali.
future, è enormemente maggiore di quella che ogni altra generazione precedente abbia mai avuto. La vulnerabilità della natura, che oggi possiamo constatare direttamente, nel passato era del tutto insospettabile. E’ necessario prevedere gli effetti del proprio comportamento e correggere il comportamento stesso in base a tale previsione. Ma come si possono costruire modelli di simulazione degli effetti su un oggetto che non si conosce a sufficienza? Per troppo tempo la scienza ha vissuto nella convinzione di avere il diritto di studiare il mondo per assoggettarlo alla tecnica: sapere è potere. Tale perverso modo di vedere, tipico dei tecnocrati, ha la pretesa di ridurre il rapporto con l’ambiente e il territorio ad un interrogatorio basato sulla tortura, per costringerli a rispondere alle domande dell’uomo; ed ha, sul lungo periodo, conseguenze incalcolabilmente nefaste. Il rischio maggiore non è tanto quello di una catastrofe immediata e di proporzioni incontrollabili, ma piuttosto quello di un’apocalisse strisciante, frutto della incapacità di governare responsabilmente il quotidiano, cosa che purtroppo non fa notizia. (continua a pag.32)
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N°1 2008 La legislazione italiana tratta i problemi del rilevamento e della rappresentazione del territorio con una miriade di leggi che affidano competenze ad enti e strutture nazionali e locali, senza una logica unitaria di efficienza e di utilità collettiva. In Italia, caso forse unico al mondo, vi sono cinque organi cartografici dello Stato, e qualcuno ipotizza di portarli a sei, quattro servizi tecnici nazionali in costante ristrutturazione, venti organi cartografici regionali e poi una sequela infinita di ministeri, enti, agenzie, istituti che sarebbe impossibile enumerare, che raccolgono e producono dati territoriali in un contesto di norme e di regole spesso tra loro contrastanti, con conseguenti duplicazioni, sovrapposizioni e sprechi di risorse pubbliche. E’ il problema dell’ eccessiva frammentazione delle competenze e della disorganica stratificazione di funzioni, origine di conflitti paralizzanti. La possibilità di raccogliere la sfida imposta dalle esigenze di trasformazione e di conseguire risultati anche in termini di sviluppo del settore occupazionale, è strettamente connessa al riordino del comparto geografico nazionale, attraverso l’elaborazione di un nuovo strumento normativo e di nuovi modelli organizzativi. Mancano norme quadro che definiscano i ruoli e le risorse destinate ai diversi organismi centrali e locali, per una razionale utilizzazione delle informazioni territoriali da parte di tutti gli utenti interessati. Occorre predisporre gli strumenti legislativi e finanziari per la più importante e meno costosa di tutte le opere pubbliche: un nuovo rilevamento generale del territorio all’altezza delle esigenze del terzo millennio e in sintonia con quanto si va facendo nel resto d’Europa; un rilevamento che costituisca la base di un moderno catasto multifunzionale, in sostituzione dell’attuale sistema informativo territoriale catastale, che versa in condizioni che - con un eufemismo - potremmo definire critiche (vedi figure in basso). Occorre individuare una soluzione strutturale che superi gli equilibri fragili, inefficaci e costosi costruiti negli ultimi decenni in materia di cartografia ufficiale. Occorre assicurare il coordinamento e la differenziazione tra
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pubblici produttori (in proprio o in appalto) e pubblici utilizzatori e gestori di informazioni territoriali, monitorando contestualmente l’avanzamento delle attività. Occorre contemporaneamente definire, con riferimento all’informazione territoriale, gli strumenti e i moduli formativi di qualità certificata a livello europeo, definendo le conoscenze essenziali nel ciclo educativo. A fronte di un quotidiano fiorire di Master, manca un corso di laurea in “Ingegneria Topografica”, o come altro lo si voglia chiamare. Ma è altresì vitale innescare processi di formazione permanente, per affrontare la prorompente evoluzione tecnologica, che rende in breve insufficienti le nozioni apprese e consolidate. La disinformazione incoraggia l’eccesso di delega, la deresponsabilizzazione e la tendenza a lasciarsi dominare dagli eventi. E’ necessario raggiungere la consapevolezza di essere di fronte ad una sfida cruciale: saper cogliere il punto di equilibrio tra l’espansione eccezionale delle conoscenze e la possibilità di renderle assimilabili tramite una nuova struttura dei percorsi formativi. Sarebbe facile dimostrare che non ha alcun fondamento enunciare la volontà di favorire un intenso sviluppo economico del paese se, al tempo stesso, non si investe nello sviluppo culturale, scientifico e tecnologico. Una consapevolezza che deve essere fatta propria anche dal sistema produttivo, opportunamente coinvolto, sostenuto e responsabilizzato. All’innovazione deve corrispondere in ogni caso una capacità di gestione dei cambiamenti tecnologici che passi attraverso processi di riorganizzazione dei modelli e di formazione degli addetti. Innovare senza un’organizzazione e senza una formazione può essere un business tattico per pochi; ad un intellettuale non può interessare la tattica: l’innovazione deve diventare opportunità di crescita del sistema, business strategico per tutti. Nell’era della competizione globale, si vince tutti insieme o si perde tutti insieme; ma soprattutto, si cresce o si arretra, sono finite le rendite di posizione. Ebbene, con quali modelli organizzativi possiamo affrontare
Le cartografie riportate sono relative ad una zona centrale di Milano e evidenziano bene lo stato dell'arte della mancanza di aggiornamento del Catasto. Gli sforzi del Ministero delle Finanze sono state rivolte principalmente all'aggiornamento tecnologico che ha visto nel tempo, l'introduzione della cartografia numerica, l'aggiornamento informatizzato, la misurazione con il GPS e in ultimo la distribuzione delle informazioni via Internet, ma mai ha potuto pensare ad un vero aggiornamento della cartografia catastale. Il compito di indirizzamento della Agenzia Geodetica Cartografica dovrebbe risolvere tali situazioni.
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tale sfida? E’ necessario prendere atto che i tradizionali alcune riflessioni critiche per evitare che spregiudicati organismi - talvolta nell’incolpevolezza degli uomini che vi trionfalismi, indotti dalle potenzialità tecnologiche, facciano lavorano, ma comunque da decenni incapaci di progettualità abbassare la guardia sui problemi di efficacia di un Sistema efficace - devono cedere il passo allineandosi ai modelli di Informativo. Assumendo la consolidata definizione di Sistema quell’Europa che stiamo faticosamente costruendo. Informativo Territoriale come complesso di risorse In un quadro internazionale di progressiva e veloce tecnologiche, risorse umane ed informazioni georeferenziate, evoluzione, riveste vitale importanza una chiara definizione occorre porre particolare enfasi sul fatto che qualsiasi livello del contesto nazionale, per evitare alla nostra nazione rischi di efficienza delle prime due componenti viene vanificato se i di emarginazione tecnologica, tecnica, scientifica e operativa, dati non sono adeguati a garantire un corretto processo quale potrebbe risultare da un’attività non coordinata. decisionale. In sintesi da essi dipende fondamentalmente Chi rappresenta dunque l’Italia nel contesto internazionale di l’efficacia del Sistema. Escludendo le risorse umane, il cui settore? Tutti e nessuno! costo è molto variabile in base alla complessità del SIT e al Non vi è praticamente alcuna amministrazione pubblica - dai contesto di realizzazione, le altre componenti assorbono ministeri alle regioni e al più piccolo ente locale - che non mediamente, secondo le indicazioni più consolidate a livello abbia previsto o non stia prevedendo qualche intervento internazionale, le seguenti percentuali sul costo globale: 85% relativo al rilevamento del territorio. Questo fiorire di dati, 5% hardware, 10% software. Ebbene, se i dati pesano iniziative va certamente considerato positivamente in quanto per l’85% e la loro gestione informatica per il 15%, chi qualsiasi programmazione per la gestione delle risorse dovrebbe gestire la progettazione e la manutenzione di un territoriali e ambientali deve sicuramente partire dalla SIT? Un’autorità dedicata istituzionalmente all’informatica o conoscenza dei dati. L’aspetto negativo è che a fronte di un’autorità geodetica cartografica? questo crescente interesse nei confronti della raccolta di Le dolorose esperienze delle ripetute e periodiche catastrofi informazioni territoriali, manca una politica nazionale di che fanno del nostro paese un’area ad elevato rischio indirizzo, e all’ombra di una formale intesa si assiste permanente - propongono in termini drammatici l’esigenza di impotenti ad una devastante destandardizzazione. Sembra di poter contare, specialmente nei momenti di emergenza, sulla assistere ad una perversa tendenza nell’assumere di continuo conoscenza del territorio e sulla disponibilità di un’adeguata nuovi impegni, piuttosto che realizzare o almeno pianificare ed efficace documentazione. Le calamità, talvolta annunciate, la tempistica di quelli già presi! Già, la tempistica dei hanno determinato nell’opinione pubblica una grande progetti! sensibilità verso la problematica della prevenzione dei rischi Quando sarà completata la Carta geologica d’Italia? Quando sul territorio; esse, nel contempo, hanno accresciuto la sarà completata la maglia primaria dei Punti Fiduciali del consapevolezza che sono causa di disastri non solo i “Catasto”? Quando avremo la disponibilità della serie fenomeni naturali - o quasi - come i cicloni e i nubifragi, le cartografica 1:50.000 di tutto il territorio nazionale con un alluvioni, le frane, le eruzioni vulcaniche, i terremoti, i tasso di aggiornamento almeno tendente alla media europea maremoti, i bradisismi, e quelli provocati dall’uomo, come gli (vedi figure al lato)? Quando si varerà un piano ordinario di telerilevamento, con obbiettivi chiari, tempistica ragionevolmente sostenibile e Cartografia ufficiale dello Stato alla scala 1:50.000 responsabilità definite, invece di lanciare un (situazione al 31.12.2007) forsennato piano straordinario, che di straordinario ha solo l’estemporaneità della preparazione e la superficialità del controllo? Siamo tutti ben consapevoli che la maggior parte delle attività umane sono correlate con il territorio. Una conoscenza pubblica di diritti, vincoli e responsabilità territoriali garantisce legalità e sicurezza in senso lato. Il sistema catastale gioca sotto questo aspetto un ruolo chiave e l’importanza di un catasto efficiente per l’economia di qualsiasi nazione è evidente a tutti. Sviluppo sostenibile è pura retorica senza un adeguato sistema di amministrazione del territorio che parta dalla sua conoscenza. I grandi progetti sfidano la capacità intellettuale ed economica di operare in ambiti innovativi: non è pensabile che questo possa avvenire in un contesto che implacabilmente ripropone modelli che appartengono ad un passato da dimenticare. Invece è proprio la capacità di progettare che manca, insieme alla capacità di gestire le risorse esistenti. Mancano idee-guida capaci di mobilitare entusiasmi e speranze attorno ai quali una classe dirigente riesca a formarsi e a crescere. Su quale sistema informativo si progettano i rigasificatori o le centrali di smaltimento dei rifiuti e se ne simula l’impatto ambientale? Su quale sistema informativo si progettano la difesa delle nostre coste o le grandi reti di comunicazione? A me paiono opportune - anzi doverose -
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N°1 2008 incendi, ma anche l’uso distorto ed incontrollato delle risorse, l’espansione urbana su aree di riconosciuta pericolosità geomorfologica, vulcanica o sismica, il progressivo abbandono delle zone di collina e di montagna, l’irrazionale e prolungato disboscamento ed altre interferenze di grande portata, operate dall’uomo sulla natura, come gli inquinamenti del suolo, delle acque e dell’atmosfera, i rilasci radioattivi e così via. Infine, tra le varie cause, bisogna certamente annoverare l’inadeguata conoscenza del territorio e delle sue risorse, quasi la madre di tutte le cause. Se a questo preoccupante scenario si aggiungono gli effetti indotti dal surriscaldamento complessivo della Terra che, accelerando il ciclo dell’acqua, rende più frequenti e intensi gli eccessi meteorologici il quadro, purtroppo, è quantomeno allarmante. E’ dunque necessario affrontare in tempo di pace il problema dei dati territoriali georiferiti, della loro organizzazione, consistenza, completezza, accuratezza e stato di aggiornamento, per non ridursi, in tempo di guerra, al sistematico atteggiamento di impotenza, di fronte ad un sistema informativo efficiente nelle componenti umane e tecnologiche, ma inefficace per le carenze della componente informativa. Nulla può essere difeso senza essere conosciuto. Il primo e fondamentale passo per l’opera di prevenzione è la conoscenza aggiornata di ciò che deve essere difeso: il territorio. Dopo decenni di scempi, è sentita la necessità di una politica di vincolo. Ma cosa vogliamo vincolare, se non abbiamo una documentazione attendibile, aggiornata, dettagliata e omogenea, su cui identificare e riconoscere l’oggetto del vincolo? Eppure in Italia, dove si sono compiuti sforzi importanti per adeguare la legislazione alle più avanzate norme europee, per combattere l’inquinamento e il degrado ambientale, per rafforzare ed estendere la tutela delle risorse naturali, la questione delle informazioni territoriali è rimasta esterna rispetto alla politica economica. Affinchè essa diventi parte integrante del progetto sociale complessivo occorre innanzitutto integrarla nella politica economica: significa dare alle informazioni territoriali dignità strutturale pari a quelle delle altre informazioni statistiche
Nell’immagine a fianco un tipico Processo Verbale della abolita Commissione Geodetica Italiana
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nazionali, cioè una definita e geograficamente omogenea cadenza di acquisizione ed una centralizzata regia di programmazione. Ciò vuol dire considerare le informazioni territoriali come nodo centrale delle politiche pubbliche. Infine, la questione ambientale non consiste solo nella difesa e nella riqualificazione dell’esistente; si tratta anche dello sviluppo ambientale: del valore aggiunto che una civiltà, se è veramente tale, ha il dovere storico di apportare, soprattutto una civiltà come quella italiana. Si tratta di lasciare nel territorio una traccia positiva del nostro passaggio e della nostra creatività. La qualità non è un lusso e va promossa e realizzata con una miriade di nuovi progetti, piccoli e grandi, per rendere il Bel Paese - discretamente imbruttito nel nostro tempo - di nuovo degno della sua grande storia. La pianificazione territoriale deve indicare l’utilizzazione sostenibile del territorio attraverso un’equilibrata distribuzione delle attività che tenga conto delle peculiarità e fragilità ecologiche. E’ necessario dunque un cambiamento concettuale della parola d’ordine che dagli addetti ai lavori più responsabili e attenti viene da sempre utilizzata per sensibilizzare la classe politica. Abbiamo sostenuto e sosteniamo che l’informazione territoriale è indispensabile per governare il territorio, ponendoci così sullo stesso piano di chi correttamente sostiene che l’informazione sulla giustizia è indispensabile per governare la giustizia, quella sulla scuola per governare la scuola e così via... Nulla di più autolesionista e fuorviante! L’informazione territoriale - logicamente alla pari e cronologicamente prioritaria rispetto alle informazioni provenienti dai cadenzati e strutturali censimenti generali della popolazione - è indispensabile per governare anche tutto il resto, e cioè per governare e basta, senza dover ricorrere ad un insensato e limitativo complemento oggetto. Quando avremo metabolizzato e fatto metabolizzare questo concetto, dando ai dati georeferenziati la valenza che meritano nella gerarchia delle informazioni, avremo compiuto la rivoluzione culturale del terzo millennio!
Luciano Surace luciano.surace@libero.it
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N°1 2008
Il manifesto on-line, gli aderenti e l’iniziativa Intervento di Renzo Carlucci Quello che stiamo affrontando è un problema grave che ha afflitto la conoscenza del nostro territorio per molti, troppi anni ormai: la redazione della cartografia ufficiale di dettaglio per scopi prettamente urbanistici e ambientali. Con l’istituzione di un’Agenzia Geodetica Cartografica Nazionale si vuole porre riparo ad un errore commesso negli anni ‘70, quando si abolì una Commissione che operava per armonizzare i dati degli Enti Cartografici di Stato e che da allora non hanno più avuto un corretto inquadramento legislativo. All’epoca l’esigenza di un passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni era così pressante che tutta una serie di cose che potevano essere passate alle Regioni vennero deferite senza ulteriore ripensamento. Venne anche abolita la Commissione Geodetica Italiana che aveva appunto il compito di armonizzare gli Organi Cartografici di Stato, perché ritenuto “Ente inutile”. Eppure, proprio in forza di una deferimento amministrativo regionale, si sarebbe invece dovuto rafforzare l’opera di armonizzazione e coordinamento nazionale. Fare cartografia e produrre elaborati è come usare il linguaggio per parlare o scrivere. I significati devono essere precisi e definiti per evitare fraintendimenti. Non si può infatti affidare all’interpretazione soggettiva quella che deve essere l’oggettiva rappresentazione del territorio. In special modo prima che ingegneri, architetti, geometri, agronomi, geologi o personale militare comincino a produrre su tale tale base cartografica i frutti dei loro progetti. Il Brunelleschi poneva alla base di qualsiasi progetto il rilievo dello stato di fatto. Noi oggi vogliamo porre alla base di qualsiasi progetto un rilievo cartografico affidabile, basato sulle opportune tecniche, sufficientemente normato, al fine di evitare anche gli sprechi, in termini economici, dovuti alla realizzazione di gare di appalto carenti di specifiche di realizzazione commisurate alla qualità della realizzazione richiesta. Nel 2006, durante un importante convegno tenutosi a Roma sui sistemi di riferimento e sulla disponibilità di tecnologie avanzate - a cominciare dai satelliti per il posizionamento globale - è stato evidenziato quali e quanti problemi implichi l’assenza di un’Autorità nazionale del settore.
I maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale presenti in tale convegno - auspicarono l’avvio di un’iniziativa legislativa per porre rimedio alla grave carenza. E’ stato così stilato un manifesto, poi reso disponibile su Internet, dal carattere chiaro e conciso che ha radunato le firme, fino ad oggi, di quasi 400 rappresentanti di tutti i settori coinvolti. rcarlucci@aec2000.eu
L’assenza di un’agenzia, tra illegalità e difficoltà di coordinamento Intervento di Fernando Sansò Sono spiacente di non poter essere presente a questa conferenza su un tema per me così importante come la rinascita della Commissione Geodetica Italiana, tuttavia precedenti impegni improrogabili presso il Politecnico (la presentazione del nuovo Dottorato in Environmental Engineering and Sciences di cui sarò coordinatore) mi hanno impedito di venire a Roma. Ciò nonostante non voglio far mancare la mia voce ed il mio impegno per questo obiettivo per il quale fu lanciata due anni fa una mozione di cui risulto tra i primi firmatari. L’assenza, per altro illegale, di una Commissione Geodetica Italiana è stata a mio avviso un fattore di difficoltà al coordinamento e allo sviluppo delle materie della geodesia e delle discipline ad essa connesse quali la cartografia, oggi vista nella sua versione informatizzata e le scienze del rilevamento. Occorre dire che gli enti che operano nel settore a partire da IGM, Agenzia del Territorio e CISIS hanno meritoriamente cercato, in particolare negli ultimi tempi, di supplire a questa assenza per mezzo di una serie di tavoli di consultazione e cooperazione tecnico scientifica. Sono perciò sicuro che anche questi enti riconosceranno la necessità che tale cooperazione trovi una espressione organizzata e garantita dallo stato, come per altro avviene in tutte le nazioni avanzate. Esprimo pertanto la mia gratitudine a quanti hanno mostrato sensibilità a questo problema e spero che le proposte, per il momento bloccate dall’interruzione della legislatura, possano trovare presto una conferma ed una approvazione del nuovo parlamento. fernando.sanso@polimi.it
La homepage del manifesto on-line www.commissionegeodetica.it
Abstract First steps for the italian Geodetic and Cartographic Agency A conference held in the italian Senate on march 19 saw the introduction of the first draft law dedicated entirely to the re-institution of a Geodetic and Cartographic Agency in Italy. The previous Geodetic Commission, presumed to be futile, was dissolved in the 70's, shifting geographical information and data management issues to single regions and private organisations and agencies. This resulted in the disastrous mismanagement of data which has become increasingly apparent in the past few years.
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N°1 2008
Ordnance Survey apre il codice sorgente alle applicazioni web 2.0
Intergraph ha annunciato la nuova soluzione all’interno del pacchetto SmartPlant Enterprise: SmartPlant Construction promette di soddisfare le esigenze di chi lavora in cantiere, mettendo in collegamento le fasi di progettazione con quelle operative. Per far ciò, la soluzione di Intergraph integra in unico ambiente tutte le fasi specifiche del mondo delle costruzioni, dalla progettazione all’approvvigionamento delle risorse, dalla costruzione alla gestione dei materiali in cantiere. Allo scopo di aumentarne ancora l’interoperabilità, SmartPlant Construction si pone come una soluzione integrata con un API aperta ad accettare modelli tridimensionali ed altri tipi di dati provenienti da applicazioni esterne all’universo Intergraph. L’intero pacchetto software (SmartPlan Enterprise), invece, include soluzioni modulari per la progettazione 3D, la schematizzazione intelligente 2D, la generazione isometrica, la creazione di diagrammi per strumenti e condotte, il design di sistemi elettrici, la gestione dei materiali e dei dati per l’ingegneria, la fase operativa e la manutenzione.
L’Ordnance Survey, la principale agenzia cartografica britannica, ha recentemente reso disponibile una piattaforma gratuita online grazie alla quale gli utenti potranno sbizzarrirsi nel creare applicazioni che sfruttino le informazioni geografiche che la stessa agenzia produce. L’esperimento – perché di questo si tratta – sfrutta una API (Application Programming Interface) per fornire agli utenti del web 2.0 uno strumento col quale creare i propri mash-ups (a scopo non commerciale) ed approcciare dunque in maniera differente i dati pubblici già messi online da Ordnance Survey. L’agenzia britannica è stata attenta, nel preparare l’operazione, ad assicurare alla propria community una base di più di 500
(Fonte: Intergraph)
AZIENDE E PRODOTTI
Intergraph semplifica le attività edili con SmartPlant Construction
business partners che possano contribuire con le proprie piattaforme alla sperimentazione, aiutando allo stesso tempo i membri della comunità a coltivare possibili ed innovative idee che possano richiamare eventuali ricadute commerciali. OS OpenSpace – questo è il nome del progetto – dispone di un sito di riferimento per la comunità in modo che gli sviluppatori possano incontrarsi, discutere collaborare sui progetti in corso. http://openspace.ordnancesurvey.co.uk/ openspace/ (Fonte: Redazionale)
Arc2Earth facilita l’esportazione dei propri dati GIS Arc2Earth è un utilissimo strumento che funge da interfaccia tra il database GIS dell’utente e popolari applicazioni software come Google Earth, Google Maps o Virtual Earth. Il tutto avviene grazie ad un semplice click: in questo modo si riescono infatti a superare alcune problematiche relative alle particolari funzionalità dei tre software, che in alcuni casi presentano strumenti non applicabili vicendevolmente. Con Arc2Earth è dunque possibile esportare i propri dati all’interno di uno qualsiasi dei tre prodotti, permettendo di divulgare le proprie informazioni GIS e sfruttando le potenti interfacce grafiche delle applicazioni di Google – foto satellitari e a volo d’uccello o modelli 3D compresi. Nel caso di Google Earth, Arc2Earth interviene sulla sintassi dei file KML (i file, cioè, che permettono di “comunicare” con Google Earth), traducendo i normali formati GIS (Shapefile, ArcSDE, ecc.) in modo che possano essere integrati all’interno dell’ambiente in questione. Per ulteriori informazioni: www.arc2earth.com (Fonte: Redazionale)
Faro presenta la nuova famiglia di laser scanner Faro ha recentemente presentato la nuova famiglia di laser scanner 3D, formata dai Photon 80 e 20, che andrà a sostituire la ex gamma di strumenti LS 880, 840 e 420. La serie Photon, grazie alla quale si possono ottenere rappresentazioni relaistiche e tridimensionali dell’ambiente che ci circonda, si caratterizza per la sua maneggevolezza. Le altre principali caratteristiche prevedono una riduzione del 300% delle fonti di rumore per un’immagine molto più chiara, un incremento del 200% nella precisione del posizionamento, una sensitività aumentata che permette il rilevamento di oggetti distanti, scuri o posti obliquamente. Inoltre la serie Photon fornisce semplici funzionalità di overlay dei colori in alta qualità, una più spinta velocità di rotazione dello specchio e dei tempi di acquisizione. Tra i nuovi accessori e funzionalità, poi, vi sono anche da segnalare una maniglia per favorirne il trasporto e la batteria che, se combinata con la Power Base Battery compatta, restituisce un’autonomia di circa 6 ore in fase di scansione. (Fonte: Redazionale)
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GEOmedia
AZIENDE E PRODOTTI
N°1 2008 Lazio e Umbria: un nuovo punto di riferimento per il GPS targato Trimble
CRISEL
Lo scorso 11 marzo è avvenuta la riorganizzazione della rete di distribuzione dei prodotti Trimble per il settore Surveying e Infrastructure, ovvero sistemi topografici tradizionali come Total Station e Laser Scanner, sistemi GPS per la topografia e sistemi GPS per le infrastrutture di stazioni permanenti e reti VRS. Con questa nuova organizzazione Lazio e Umbria saranno seguite da Crisel, già distributore unico nazionale dei sistemi Trimble per il Mapping GIS e Timing.
Crisel già forte della sua lunga esperienza nel campo del GPS in termini di fornitura di sistemi e di assistenza e supporto ai clienti finali, ha aggiunto alle sue competenze anche la componente topografia rinnovando lo staff commerciale e tecnico, e organizzando il supporto per i topografi di Lazio e Umbria attraverso un contatto diretto sul territorio e con un nuovo sito internet dedicato a questo particolare settore, le cui coordinate sono www.criselsurvey.it. Crisel, per la sola componente topografia, fa parte della più ampia rete di rivenditori Assogeo con cui si coordina per le politiche commerciali nazionali e per la centralizzazione di diverse attività legate al supporto e all’assistenza sui prodotti. In termini di soluzioni, la nuova capacità di offerta di Crisel si può dire unica in Italia, potendo offrire agli utenti finali
Leica aggiunge un nuovo tool per ERDAS Imagine
tanto le soluzioni topografiche basate sulla tecnologia innovativa di Trimble, tanto la lunga e consolidata esperienza nel settore dei sistemi GPS per il mapping GIS, quindi nuove opportunità per topografi, geometri e operatori del settore geo-topografico di Lazio e Umbria che hanno l’opportunità di accedere al supporto, alla formazione e alle competenze nel campo delle tecniche GPS orientate ai Sistemi Informativi Topografici e al GIS. Per maggiori informazioni info@crisel.it www.crisel.it. (Fonte: Redazionale)
Gestione dei dati sul campo migliorata con ArcPad 7.1
Leica Geosystems Geospatial Imaging ha annunciato di aver messo sotto licenza ed integrato il tool Imagine Subpixel Classifier all’interno di ERDAS Imagine 9.2 rendendolo disponibile per tutti i suoi utenti ERDAS Imagine Professional. Imagine Subpixel Classifier, che prima veniva venduto separatamente, è il tool di classificazione delle immagini più avanzato in commercio, utile per la loro analisi spettrale ed interpretazione. Lo strumento fornisce features come la ricerca dinamica e funzionalità di quantificazione, permettendo agli utenti di estrarre importanti informazioni dalle immagini spettrali. ERDAS Imagine 9.2 – assieme al quale i clienti Professional riceveranno il nuovo tool – è stato distribuito a marzo 2008.
ESRI ha da poco annunciato l’uscita dell’ultima versione dei software mobile GIS dedicati alla raccolta di dati per lavori di mappatura sul campo: ArcPad 7.1 ed ArcPad Application Builder 7.1 permetteranno infatti agli utenti, esperti e non, di raccogliere dati direttamente sul campo in maniera semplice ed intuitiva, facilitando inoltre il lavoro dei professionisti che si trovano a dover prendere decisioni critiche. L’ambiente ArcPad permette l’integrazione di funzionalità GIS, GPS e mapping su dispositivi mobile. Può essere facilmente customizzato a seconda delle diverse esigenze dell’utente proprio attraverso gli strumenti dell’Application Builder. ArcPad inoltre si integra pienamente con le tecnologie desktop di ESRI, permettendo dunque di integrare gli editing effettuati sul campo alla base di lavoro conservata in ufficio.
(Fonte: GEOInformatics)
(Fonte: Redazionale)
Problemi di coordinate? Non hai ancora
CartLab3!
Questa nuova edizione del programma permette il passaggio di coordinate fra i sistemi WGS84, ED50 e ROMA40, con le relative rappresentazioni UTM e Gauss-Boaga. E’ possibile elaborare file con liste di coordinate, file di georeferenziazione (es. tfw), shapefile e dxf. I calcoli possono essere eseguiti sulla base dei “grigliati” nazionali: il programma richiede l’indicazione della cartella che contiene i file *.gr1 o *.gr2, quindi carica automaticamente tutti quelli presenti. Viene considerata anche la componente altimetrica, con le opportune trasformazioni fra quote ellissoidiche e geoidiche. Il programma ovviamente non contiene al proprio interno alcun valore dei grigliati: l’acquisizione dei grigliati presso l’IGMI compete all’utente. Nel caso in cui non siano presenti i grigliati nell’area relativa ai file da trasformare, CartLab3 permette di eseguire il calcolo col modello approssimato. Cartlab conserva comunque le funzionalità di impiego e trasformazione delle coordinate catastali già implementate nella versione 2.
Per maggiori informazioni e costi di aggiornamento o di acquisito contattate la segreteria di Geo4all al numero 06.6227.9612 o via mail a: diffusione@geo4all.it www.geo4all.it/cartlab
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N°1 2008
AZIENDE E PRODOTTI
Topcon rilascia TopField Topcon ha annunciato l’uscita di TopField, il nuovo software per la raccolta dati dedicato alle stazioni totali della società giapponese. Il software è fondamentalmente costruito sulle esigenze del topografo; le principali caratteristiche prevedono la gestione di file multipli, l’opzione di Resection Routine, un opzione per la raccolta dei punti anche dopo il picchettamento, la possibilità di creare coordinate da punti offset partendo da una linea di riferimento conosciuta o misurata ed una funzione di download e upload delle coordinate tramite i software Topcon Link o Topcon Tools. Il nuovo software è già disponibile sulle stazioni totali GTS-3000 e GTS-100N senza nessun costo aggiuntivo, ma semplicemente alla stregua di upgrade del precedente software.
Il nuovo e potente laser scanner di Riegl
ESRI ha annunciato che la prossima versione di ArcGIS – la 9.3 – supporterà pienamente l’ambiente Microsoft Windows Vista sull’intera gamma di prodotti della famiglia di software. La compatibilità con Vista era stata già messa in opera a partire dal Service Pack 4 della scorsa versione di ArcGIS, estendendola anche agli altri software del pacchetto: ArcInfo, ArcEditor, ArcView, ArcReader, ArcGIS Desktop extensions, ArcGIS Engine, and ArcInfo Workstation. La versione 9.3 del famoso software di casa ESRI sarà invece caratterizzato da un pieno supporto anche per quanto riguarda il lato server e cioè ArcGIS Server – compresi ArcSDE e ArcIMS – e ArcGIS Image Server, aiutando in questo senso gli sviluppatori nel creare applicazioni basate su queste estensioni.
Riegl ha annunciato l’uscita del nuovo laser scanner LMS-Z620 studiato specificatamente per le applicazioni topografiche a lungo raggio e minerarie. Con misurazioni da oltre 2000m su target naturali ed una divergenza del raggio di soli 0.15 mrad, il nuovo laser scanner di Riegl si pone come un interessante soluzione all’interno del mercato di questo tipo di strumenti. Al di là dell’operatività a lunghe distanze, lo scanner presenta anche un laser sicuro di classe 1. Una nuova generazione di sensori inclinometrici interni con un’accuratezza di 0.008° ed un tilt range di +/- 10°, poi, permette – in combinazione con la funzionalità RiSCAN PRO per la correzione multi station – un’efficiente e precisa acquisizione dati, utilissima per le analisi geotecniche e le perizie in campo minerario.
(Fonte: Redazionale)
(Fonte: Redazionale)
(Fonte: Redazionale)
ArcGIS 9.3 offrirà pieno supporto all’ambiente Vista
Website: http://www.esri.com/whatscoming
LizardTech offre un’integrazione per il lavoro su immagini georeferenziate LizardTech, provider di soluzioni software per la gestione e la distribuzione di contenuti digitali, ha annunciato il lancio di GeoExpress 7, un’applicazione per la compressione e la manipolazione di immagini georeferenziate complesse. Quest’ultima versione del software della società americana permetterà a tutte le applicazioni appartenenti alla suite di software Express di integrarsi l’una con l’altra; il flusso di lavoro risentirà positivamente di questa innovazione dal momento che sarà permessa la decodifica e la pubblicazione delle immagini direttamente sul server LizardTech Express tramite un’unica operazione. Gli utenti potranno visualizzare le loro immagini all’interno di applicazioni WMS o ArcIMS, o renderle disponibili su applicazioni web, senza il bisogno di dover conoscere nessuna tecnica di programmazione o di dover editare documenti XML. Ciò si traduce in un netto risparmio di tempo, di risorse e di disponibilità dei dati e delle informazioni per eventuali decision makers. (Fonte: Redazionale)
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GEOmedia
TERRA E SPAZIO
N°1 2008
Nuovi strumenti di Telerilevamento da satellite per il controllo del territorio
1a parte
di Michele Dussi
Il sistema Cosmo-Skymed, soluzione innovativa per le applicazioni di osservazione della Terra, apre uno scenario nuovo nell’impiego del telerilevamento da satellite. In questo articolo viene data la descrizione generale del sistema e delle modalità di accesso.
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Credits: Boeing
ella notte tra l’8 ed il 9 dicembre scorso – precisamente alle 3.30 ora italiana – è stato messo in orbita il secondo satellite della costellazione Cosmo-Skymed. Il primo della serie venne a sua volta messo in orbita con un lancio nella notte tra il 7 e l’8 giugno 2007. Entrambi i lanci sono stati effettuati con un vettore Delta II 7420-10 della Boeing, dalla base di Vandenberg in California. Anche per il terzo lancio verrà usato lo stesso vettore, caratterizzato dall’elevata affidabilità dimostrata in rapporto al numero di lanci positivamente effettuati rispetto al totale. A questi due satelliti ne seguiranno – secondo i piani del programma dell’Agenzia Spaziale Italiana – altri due da lanciarsi uno a metà 2008 e l’ultimo a inizio 2009. A quel punto sarà interamente dispiegato e messo in operatività il primo esempio in assoluto di sistema dual-use costituito da una costellazione multisatellite per il remote-sensing con sensori SAR (Synthetic Aperture Radar) in banda X.
Nuovo e innovativo I contenuti innovativi che emergono dalla definizione precedente sono molteplici. Come vedremo più in dettaglio, toccano tutti gli aspetti di sviluppo di una missione spaziale, da quelli strategici a quelli finanziari e tecnologici per finire con quelli operativi. Nuovo e complesso L’intero programma Cosmo-Skymed (COnstellation of small Satellites for Mediterranean basin Observation) prese le mosse a metà degli anni ’90 con le prime valutazioni ed i primi studi di missione tesi ad analizzare la possibilità di mettere a frutto le rilevanti competenze industriali nazionali
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per mettere a punto un sistema di osservazione della Terra basato su sensori radar. Il punto di riferimento industriale all’epoca era la Alenia Spazio (oggi TAS-I, Thales Alenia Space – Italia dopo la costituzione dell’alleanza Finmeccanica - Alcatel ed al successivo subentro della Thales nell’accordo a seguito dell’incorporazione della Alcatel Space in quest’ultima). Lo sviluppo del programma divenne effettivamente operativo con l’avvio dello studio per il SAR2000, il sensore che poi avrebbe dato origine al payload attualmente installato sui satelliti Cosmo-Skymed. Furono anche avviati altri studi paralleli, sia per il Ground Segment sia per sensori ottici multispettrali a complemento della costellazione SAR. Tra il 2001 ed il 2005 gli sviluppi tecnologici e progettuali diedero vita alla fase realizzativa di Cosmo-SkyMed. Un sistema dual-use Cosmo-SkyMed può essere considerato un sistema dual use per via del doppio impiego – civile e militare – che lo caratterizza; in questo senso il Ministero della Difesa è poi un utente finale privilegiato del programma, dal momento che ha collaborato con le industrie nella sua realizzazione e ne ha finanziato buona parte. Il tema del dual-use, ossia del possibile impiego di tecnologie o sistemi sia per scopi civili sia per scopi militari, ha raggiunto una articolazione sufficientemente complessa da richiedere definizioni legislative e regolamenti attuativi sia a livello nazionale che internazionale. La convergenza tecnologica alla base di questo processo richiede però la regolamentazione ed il controllo di tali tecnologie e componenti dando il là alla creazione di un sistema analitico di definizione e identificazione molto rigoroso, utile ad esempio per il controllo delle esportazioni verso paesi terzi in periodi difficili come questi in cui si intrecciano terrorismo internazionale e paesi fiancheggiatori. Rispetto a questa canonica definizione, vale però una ulteriore specificazione egregiamente esposta di recente dall’Amm. Leonardi (rappresentante della Difesa in seno al CdA dell’ASI) in un recente convegno pubblico di presentazione del sistema. Il sistema Cosmo è in realtà un sistema a vocazione duale in quanto nasce dall’essere stato interamente pensato e progettato per assolvere alla duplice funzione d’uso. Tale vocazione è poi evidenziata dalle capacità tecniche di impiego in termini di intelligence territoriale, con requisiti operativi che spaziano dalle applicazioni commerciali a quelle di sicurezza e difesa.
Cooperazione internazionale Attorno alla partnership istituzionale tra ASI e MD si sono poi sviluppate altre linee di collaborazione, sia in campo militare tra Difesa Italiana e Difesa Francese per integrare i rispettivi sistemi di osservazione della Terra (lato francese con Helios – ottico militare e Pleiades – ottico duale in sviluppo), sia in campo civile tra ASI e altre Agenzie nazionali (CONAE argentino) o programmi europei (GMES). Come è fatto Venendo alle caratteristiche del sistema, un elemento di innovazione forte è l’architettura basata su una costellazione di 4 satelliti sun-sincroni posti sullo stesso piano orbitale. Questo fa sì che la costellazione completa potrà arrivare a realizzare una frequenza di rivisitazione molto alta - fino a 6 ore con un max di 12 - grazie al treno di satelliti che in formazione di linea inseguendosi sfasati di 90° nella configurazione nominale, ripassano tutti sulla stessa zona di rilevazione. Il singolo satellite ha una durata di vita attesa di 5 anni; il dispiegamento della costellazione iniziato nel giugno 2007 terminerà a inizio 2009 e subito dopo, a partire dal 2012, sarà necessario provvedere ai rimpiazzi dei satelliti a fine-vita. Tutta la costellazione viene e verrà gestita dal Centro Spaziale del Fucino di Telespazio, dove sono concentrate le infrastrutture necessarie alla gestione in orbita del sistema (Centro di Controllo Costellazione, Centro di Pianificazione Missione, Stazione di TT&C, Simulatore Operativo). Questo elemento primario è poi inserito all’interno del network condiviso con MD anche per la parte utente (CPCM – Centro Pianificazione e Controllo Missione) che dispone di capacità di accesso e uso indipendente ma coordinato con l’utenza civile. Come funziona Il singolo satellite, costituito dall’accoppiamento tra una “carrozza” derivata direttamente dalla piattaforma PRIMA (Piattaforma Riconfigurabile Italiana MultiApplicazione) ed il sensore derivato direttamente dal payload SAR2000 entrambi prodotti di sviluppo tecnologico avanzato dell’industria italiana Thales Alenia Space su contratto ASI e coordinamento/cofinanziamento MD - è caratterizzato da elevate capacità sulle prestazioni più sensibili di un flight-segment di rilevazione satellitare: risoluzione, puntamento con ampia inclinazione laterale delle riprese, capacità ognitempo. Il tutto dovuto sostanzialmente alle caratteristiche tecniche dell’antenna radar, realizzata con una matrice attiva di sensori disposti a griglia e che sfrutta le capacità direzionale ottenute componendo le onde elettromagnetiche direttamente nello spazio per ottenere un’onda risultante orientata entro un angolo che va da 0° a 38° rispetto alla verticale al terreno passante per il satellite. Nell’immagine è possibile vedere l’aspetto esteriore del satellite che, con un peso di circa 1500 Kg, rientra nella classe dei piccoli satelliti in orbita bassa ed equivale per ingombro e peso ad un’auto di media cilindrata. Come si può utilizzare Cosmo-Skymed è stato pensato innanzi tutto per rispondere ad esigenze di sicurezza civile e militare, questo requisito generale ha poi generato più specifici requisiti di uso dai quali sono discese le specifiche tecniche di dettaglio (architetturali, funzionali, operative, prestazionali, strutturali, ambientali, ecc.) tese a massimizzare le caratteristiche richieste ad un siffatto sistema. Sulla base di queste è ora possibile, tenendo conto della disponibilità operativa delle immagini acquisite di cui si darà conto nel seguito, sviluppare ed impiegare applicazioni nuove, per prestazioni o per caratteristiche, rispetto al panorama delle tradizionali applicazioni di remote-sensing nei diversi settori d’uso del monitoraggio. Poiché la tecnologia radar fornisce immagini ed informazioni significativamente diverse da quelle ottenibili con sistemi ottici o multispettrali, sia da satellite che da aereo (anche se le caratteristiche di impiego sono molto estese), tuttavia la platea degli utilizzatori estesa dovrebbe tener conto della necessità di approcciare la tecnologia attrezzandosi adeguatamente, in quanto a competenze e/o servizi. Un primo modo è infatti quello di utilizzare il supporto del gestore (Telespazio) o del proprietario (ASI) del sistema per ottenere soluzioni già pre-elaborate per gli scopi specifici. Questo eviterebbe ad un utente neofito della tecnologia di dover sopportare i costi di apprendimento/sperimentazione delle nuove soluzioni. Entrambi i soggetti citati (Telespazio e ASI) hanno dato origine a suo tempo ad una joint-venture dedicata al Credits: ASI remote-sensing ed inoltre sono impegnati congiuntamente, con ruoli propri, nella gestione della Stazione di Telerilevamento di Matera, vero centro di eccellenza sull’argomento, nella quale sono concentrate
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N°1 2008 dotazioni e mezzi tecnici uniti a personale altamente qualificato ed in grado di gestire e sviluppare tutto il segmento utente del sistema, dalla programmazione delle acquisizioni alla pre-elaborazione di prodotti standard fino alla messa a punto di applicazioni complesse erogabili anche come servizi. Come si può accedere L’utente che decide di impiegare le immagini Cosmo può ottenere, attraverso la pianificazione delle acquisizioni dei satelliti, prodotti base di risoluzione e ampiezze diverse a seconda delle modalità operative del sensore. Nelle figure sono riportate le diverse caratteristiche delle riprese, selezionabili a seconda dell’uso in funzione di esigenze di copertura estesa o di precisione locale. Le caratteristiche di risoluzione sono comunque le più avanzate oggi disponibili in un sistema SAR ad accesso non ristretto. Per consentire all’utenza di richiedere una acquisizione specifica, è stato progettata e realizzata una componente del sistema di terra deputata ad accodare, mettere in priorità e gestire le richieste dell’utenza civile e commerciale, coordinandole con le richieste privilegiate ricevute dall’utenza istituzionale, nonché di evadere le richieste secondo le specifiche di tempo e di modalità ricevute. A regime, l’utenza potrà accedere direttamente all’UGS per selezionare immagini di archivio o per richiedere programmazione di nuove acquisizioni, il tutto nell’ambito delle attività e delle dotazioni in carico alla Credits: ASI citata stazione di Matera. Prodotti standard e applicazioni Cosmo-Skymed fornirà un insieme di prodotti standard sia di base sia pre-elaborati da utilizzare per attività di analisi e monitoraggio tanto in modo diretto quanto come input di processi applicativi specifici. E’ evidente che, rispetto alla diffusione della conoscenza riscontrabile nel settore del telerilevamento sulle metodologie d’uso delle immagini ottiche, le competenze sul trattamento e l’impiego di immagini da sensori radar non sono altrettanto diffuse. Questo gap iniziale verrà nei fatti superato in parte grazie all’impegno degli enti coinvolti nello sviluppare e rendere disponibili soluzioni applicative o addirittura prodotti elaborati per l’utenza finale ed in parte grazie al riuso della grande mole di esperienze svolte su piattaforme analoghe benché meno performanti ma da tempo disponibili, quali i Radarsat canadesi, gli ERS1 e 2 dell’ESA. Questi sistemi sono corredati tanto di manualistica tecnica d’uso molto accurata quanto di una grande messe di esperienze operative pubblicate. In un prossimo articolo, visto lo spazio necessario alla cosa, passeremo in rassegna, col dettaglio utile ai diversi potenziali utilizzatori gli aspetti tecnici ed operativi dell’acquisizione e del trattamento delle immagini e dei prodotti base nonchè le applicazioni più significative realizzabili con questi, dal monitoraggio delle acque alla realizzazione del DEM (Digital Elevation Model) di precisione, alle applicazioni di
Foto della stazione di Matera Fonte: Telespazio
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sorveglianza a fini di sicurezza del territorio, per elencarne solo alcune. Credits: ASI
Conclusioni Il problema principale del telerilevamento è sempre stato la scarsa disponibilità di dati per un monitoraggio continuo causata dalle poche piattaforme accessibili nel tempo. Per esigenze militari il real-time è un obiettivo cui tendere in modo nativo ma anche per le esigenze civili occorrono prerogative analoghe. Solo una soluzione come quella varata con Cosmo-Skymed potrà rendere lo strumento del telerilevamento sempre più diffuso ed alla portata di un’ampia utenza, potendo così dispiegare al meglio le potenzialità di una tecnica logicamente semplice ed intrinsecamente efficiente. Studi importanti sono stati fatti sia in ambito militare (MoD e Congresso USA 2006) che civile al fine di analizzare la fattibilità di dispiegamento di costellazioni ad elevata numerosità di satelliti, progetti che ad oggi segnano il passo per ragioni essenzialmente di budget ma che progressivamente potranno essere sempre meglio approcciate. Altro elemento di confine su cui spingere è la tipologia e disponibilità di applicazioni e metodiche compiutamente validate. Anche in questo l’impegno dell’Agenzia Spaziale Italiana va nella direzione di coinvolgere tutta la comunità scientifica e industriale in uno sforzo finalizzato ad uno sviluppo mirato. Nel medio termine potremo certamente vedere i risultati positivi di questo impegno che si aggiunge ad una lunga storia, mai abbastanza illustrata, di una importante presenza nazionale dello spazio. Abstract New instruments for land management utilizing satellite remote sensing We are at the beginning of a new Earth Observation age comprised of large amounts of data, high revisit times as well as high resolution images. All these characteristics were “dream-requirements” for E.O. operators in the past years. Today a new solution dubbed Cosmo-Skymed is being developed which will be operational in the coming months. Cosmo-Skymed is a dual-use end-to-end global data providing system. It makes use of an innovative constellation of 4 sun-synchronous satellites equipped with multimodal high-res synthetic aperture radar (SAR). It operates in X-band and is supported by a wide G/S infrastructure to meet high performance data acquisition and distribution service requirements. It is a made in Italy solution.
Autore MICHELE DUSSI midussi@tin.it
GEOmedia
N°1 2008
UN ANNO DI GEOMEDIA FOCUS Antonio Bottaro
Dal GIS al GIS. Dall’ingegneria dei sistemi a quella dei servizi
numero 1 pag. 6
Andrea Adami, Francesco Guerra e Paolo Vernier
Modelli multiscala della città attraverso tecniche 3D
numero 2 pag. 6
Antonio Bottaro e Maurizio Rosina
GEOPOI per la geocodifica dei punti di interesse
numero 2 pag. 14
Monica Carro, Damiano G, Preatoni, Barbara Chiarenzi, Paolo Rigamonti, Guido Tosi
Analisi ambientale e funzionale del territorio per la pianificazione di reti ecologiche
numero 3 pag. 6
Antonio Bottaro e Maurizio Rosina
GEOPOI: la cartografia dell'ipertesto
numero 3 pag. 14
Antonio Falciano, Gabriele Nolè e Pietro Lucia
Analisi di congruenza tra cartografie catastali e tradizionali. Un caso di studio di alcuni centri storici lucani
numero 4 pag. 6
Nuovi sensori per aerofotogrammetria classica. Vexcel Ultracam X: una camera aerea da 216 Megapixels
numero 4 pag. 16
GEOmedia su Marte. Uno sguardo alla nuova cartografia di un pianeta
numero 5 pag. 6
Telerilevamento e fotointerpretazione per la scoperta di discariche illegali
numero 5 pag. 16
Stefano Bellesi ed Eva Savina Malinverni
La rete geodetica della Regione Marche
numero 1 pag. 16
Paolo Plini, Valentina De Santis e Rosamaria Salvatori
GIS per ricostruire eventi storici. Le truppe Alpine nella Campagna di Russia
numero 1 pag. 20
GPS Software Receiver. Una nuova frontiera per le applicazioni embedded
numero 1 pag. 26
Calibrazione di obiettivi amatoriali e rilevamento fotogrammetrico low cost
numero 2 pag. 18
Fulvio Bernardini
Decima Conferenza Italiana degli Utenti ESRI
numero 2 pag. 26
Andrea Scianna
Ottavo Meeting degli Utenti italiani di GRASS e GFOSS
numero 2 pag. 30
Renzo Carlucci
Londra 2007: it's time for learning
numero 3 pag. 22
Ivan Tani e Ciro Gardi
GeoCallCenter: quando il GIS entra in simbiosi con il telefono
numero 3 pag. 26
Fulvio Bernardini
140 anni di avventure ed esplorazioni
numero 3 pag. 28
Andrea Fiduccia
Dal GIS all'SDI: le infrastrutture di dati geografici per la PAL
numero 3 pag. 34
Domenico Santarsiero
Ricevitori GPS Software Defined. Lo stato dell'arte della tecnologia SR fa tappa in Sogei
numero 3 pag. 38
Andrea Scianna e Fabio Cernigliaro
Metodologia GIS per la valutazione ambientale strategica
numero 3 pag. 40
A Cura della Redazione
Dal laser aeroportato al laser terrestre. Il 3° seminario internazionale di Optech
numero 3 pag. 47
Geologia e Information Technology zerosette. All'ombra del Sagrantino i lsecondo meeting GIT
numero 3 pag. 48
Luigi Colombo
Laser e immagini per la geo-conoscenza del costruito
numero 4 pag. 20
A Cura della Redazione
La Conferenza AM/FM nel segno di INSPIRE
numero 4 pag. 26
A Cura della Redazione
Il mondo geomatico si incontra a Intergeo 2007
numero 4 pag. 28
Domenico Santarsiero
Tecnologie, informazioni e soluzioni
numero 4 pag. 30
Giorgio Vassena
Laser Scanner 3D. Applicazioni , metodologie e potenzialità del rilevamento con laser scanner terrestre
numero 4 pag. 33
Renzo Carlucci
Renzo Carlucci
Virgilio Bettini e Massimo Morigi
REPORTS
Roberto Capua
Daniele Baraldi, Andrea Chiorboli e Marco Gatti
A Cura della Redazione
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GEOmedia
N°1 2008
Una giornata tra Cooperative Positioning e SDR. MasterSpazio e SOGEI al centro della scena
numero 5 pag. 22
A Cura della Redazione
Tutti presenti ad ASITA
numero 5 pag. 26
Domenico Santarsiero
Tra innovazione e soluzioni, un salto generazionale necessario
numero 5 pag. 28
A Cura della Redazione
Viva il GIS Day!
numero 5 pag. 29
Francesco Bartoli
Simulazioni geospaziali (1a parte)
numero 5 pag. 30
Il laboratorio di fotogrammetria CIRCE dello IUAV
numero 1 pag. 30
Conoscere il patrimonio architettonico: il DARDUS dell'Università Politecnica delle Marche
numero 2 pag. 32
Bruna Baldi, Leonerdo Disperati, Giulia Gruppioni, Rudy Rossetto e Riccardo Salvini
Il Centro di GeoTecnologie. Dove la geomatica è di casa
numero 3 pag. 50
A Cura della Redazione
Il laboratorio di cartografia archeologica di Roma
numero 4 pag. 35
Mirko Antonini
Tor Vergata tra formazione e tecnologie
numero 5 pag. 32
Cartografia nautica per il diporto. Una nuova edizione cartografica conforme alle carte digitali ENC
numero 2 pag. 36
Marco Pantaloni
La nuova Carta Geologica d'Italia alla scala 1:250.000
numero 3 pag. 54
Fulvio Bernardini
Cartografia e comunicazione. L'evoluzione dei paradigmi comunicativi
numero 4 pag. 36
Generalizzazione cartografica tra ricerca e applicazione
numero 5 pag. 34
GEOmedia incontra Stefano Morisi di Bentley
numero 1 pag. 34
Fabrizio Bernardini
Un futuro chiamato Constellations
numero 1 pag. 41
Fabrizio Bernardini
Dal taccuino alla Electronic Flight Bag
numero 2 pag. 44
Fabrizio Bernardini
TerraSAR-X
numero 3 pag. 60
Fabrizio Bernardini
Sputnik + 50
numero 4 pag. 42
Fabrizio Bernardini
Missione Esperia: un'avventura ai limiti del possibile
numero 5 pag. 42
Isabel Gramesòn
Chi dorme piglia pesci
numero 1 pag. 43
Isabel Gramesòn
Cent'anni di geometria. La vita lunga e prolifica del padre dei Gruppi di Coxeter
numero 2 pag. 43
L'universo delle mappe
numero 4 pag. 45
Domenico Santarsiero
UNIVERSITA' E RICERCA Francesco Guerra, Luca Pilot e Caterina Balletti Eva Savina Malinverni, AnnaPaola Pugnaloni, Federica Fiori e Giovanni Issini
CARTOGRAFICA Alessandro Nobili
Stefano Bellesi
INTERVISTA Fulvio Bernardini
TERRA E SPAZIO
RECENSIONE
A Cura della Redazione
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GEOmedia
N°1 2008 GLI SPECIALI DI GEOMEDIA FOCUS
Il ciclo integrato dell'edilizia. Dall'analisi del territorio alla gestione del manufatto Le applicazioni geomatiche e geo-informatiche nelle Scienze della Terra
Edilizia Geologia
Caterina Balletti e Francesco Guerra Elena Latini Alessandro Carlino
Dal modello numerico alla reintegrazione della forma GIS e tutela del patrimonio ecclesiastico Valle dei Templi: dalla nascita dell'archeologia al laser scanner 3D
Archeomatica/pag. 14 Archeomatica/pag. 20 Archeomatica/pag. 24
Leonardo Carmignani, Giulia Gruppioni, Maria Cristina Salvi, Riccardo Salvini, Maria Grazia Bulgarelli, Rosalia Gallotti, Guy Kieffer e Marcello Piperno
Melka Kunture: tecniche digitali per l'archeologia preistorica
Archeomatica/pag. 28
Roberto Gabrielli, Daniela Peloso e Salvatore Piro
Studio e recupero 3D della necropoli di Colle del Forno
Archeomatica/pag. 34
L. Angeli, C. Arias, G. Cristofaretti, C. Fabbri, S. Legnaioli, V. Palleschi, G. Radi, E. Salvetti, E. Tognoni
Analisi sui pigmenti di ceramica neolitica tramite tecniche Raman e LIBS
Archeomatica/pag. 36
Rosalia Di Bella e Ivo Planoetscher
Il GIS tra progetto e gestione delle infrastrutture: il caso BBT SE
Edilizia
pag. 12
Francesco Maria Rotundi, Stefano Moretti, Fabrizio Bernardini e Ottavio Tripoli
Metro C di Roma: distribuzione dei dati di monitoraggio
Edilizia
pag. 17
Stefano D'Ambrosio e Valerio Costantini
Dalle esigenze dell'utenza alle linee guida del progetto: il caso Grandi Stazioni
Edilizia
pag. 20
Erminia Arenella
Facility Management: filosofia e tecnologie per la gestione e la manutenzione del costruito
Edilizia
pag. 30
Fulvio Bernardini
Le soluzioni Building Information Modeling di Bentley
Edilizia
pag. 33
Marco Pallotta
La gestione del movimento terra con i sistemi di controllo 3DMC di Topcon
Edilizia
pag. 36
A Cura di Autodesk Italia
Facility Management personalizzato per realtĂ complesse
Edilizia
pag. 39
Giorgio Paolo Maria Vassena, Matteo Sgrenzaroli, Giovanni Mataloni e Francesco Paolo Di Cesare
Laser scanner per il disaster management in ingegneria
Edilizia
pag. 46
F. Doumaz, S. Salvi, S. Vinci, L. Colini
L'utilizzo di strumenti GIS per la ricerca geofisica e per la sorveglianza sismica
Geologia
pag. 10
Rosalia Di Bella
Dall'analisi alla distribuzione delle informazioni. Il progetto Galleria di Base del Brennero
Geologia
pag. 16
La Carta Geomorfologica d'Italia alla scala 1:50.000. Un fondamentale strumento per la pianificazione territoriale
Geologia
pag. 25
Il caso del centro storico di Potenza
Geologia
pag. 38
Enrico Pozza
GIS ed esplorazione petrolifera: l'efficienza della condivisione
Geologia
pag. 42
Roberto Cervino
L'evoluzione delle tecnologie nel rilievo idrografico: la produzione dell'IIM
Geologia
pag. 44
Marco Pantaloni e Renato Ventura
Il SIT del Servizio Geologico d'Italia implementa i contenuti. La banca dati dei sondaggi profondi per la ricerca di idrocarburi
Geologia
pag. 48
Automatic Resistivity Profiling: una tecnologia per la conoscenza del suolo
Geologia
pag. 22
Ferrara: un punto di riferimento per i Beni Culutrali Aziende e tecnologie: una rassegna mirata ai Beni Culturali
Archeomatica/pag. 38 Archeomatica/pag. 40
I mille volti dell'arte del restauro. Intervista a Giorgio Accardo Sokkia ospita GEOmedia: intervista ad Andrea Mosca GEOmedia intervista Pasquale De Santis dell'INGV Trent'anni di supporto e ricerca per le migliori soluzioni. GEOmedia intervista Codevintec
Archeomatica/pag. 6 Edilizia pag. 42 Geologia pag. 14 Geologia pag. 30
Tra hardware e software: le tecnologie per l'edilizia diventano intelligenti Rassegna delle tecnologie e delle aziende leader in soluzioni
Edilizia Geologia
Domenico Santarsiero Piero Fantozzi, Giulia Gruppioni
pag. 6 pag. 6
CASE STUDIES
Roberto Graciotti M. Lazzari, M. Danese, B. Murgante
Analisi geostatistica di dati macrosismici per piani di emergenza e protezione civile.
TECHNOLOGIES M.G. Idili, A. Morelli, S. Gentile REPORT Fulvio Bernardini A Cura della Redazione INTERVISTA A Cura della Redazione A Cura della Redazione A Cura della Redazione A Cura della Redazione RASSEGNA PRODOTTI A Cura della Redazione A Cura della Redazione
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pag. 24 pag. 35
GEOmedia
N°1 2008
2008 5-8 maggio Girona, Spagna 11th AGILE 2008 Conference on GI Science Web: www.agile2008.es Email: agile2008@sigte.udg.edu
16 maggio Centro di GeoTecnologie Università degli Studi di Siena - San Giovanni Valdarno (AR) Incontro Tecnico “Fotointerpretazione applicata all’archeologia” Web: www.geotecnologie.unisi.it Email: callegari@unisi.it 3-5 giugno Offida, Ascoli Piceno Terza riunione Gruppo GIT Web: www.gitonline.eu/Offida2008.htm
4-5 luglio Fano (PU) Corso intensivo “Google Maps Mashups- Principi e Applicazioni Pratiche” Web: www.giscience.it/it/corsi/gmaps/gmaps. html Email: info@giscience.it 6-14 agosto Oslo, Norvegia 33rd IGC International Geological Congress Earth System Science: Foundation for Sustainable Development Web: www.33igc.org/coco Email: secretariat@33igc.org
Trimble Express 2008 Quali sono oggigiorno le capacità delle soluzioni topografiche più avanzate? E come possono contribuire a velocizzare la vostra attività? Trimble darà queste ed altre risposte durante gli incontri dedicati al Trimble Express 2008.
14 maggio – Padova, Castello di San Pelagio 20 maggio – Concorezzo (Milano), Agriturismo “La Camilla” 24 maggio – Catania, Facoltà di Ingegneria 27 maggio – Caserta, Grand Hotel Vanvitelli 29 maggio – Fiumicino (Roma), Borgo di Tragliata Per maggiori informazioni: www.assogeo.com
Undicesima Conferenza Italiana Utenti ESRI Si terrà il 21 e 22 maggio, presso l’Auditorium del Massimo a Roma, l’Undicesima Conferenza degli Utenti ESRI. Lo slogan di quest’anno, “GIS People for People”, intende sottolineare come la comunità GIS sia al servizio della società, mettendo a disposizione le tecnologie e le proprie competenze per il miglioramento dei processi legati alla conoscenza geografica ed a confe esim re dic al governo dell’ambiente e del territorio. Nella sessione plenaria, nelle sessioni applicative, nei workshop tecnologici e di approfondimento, non mancherà un’ampia panoramica sulla tecnologia ESRI e sui principali settori di applicazione del GIS. Per ulteriori informazioni: ww.esriitalia.it/conferenza2008/index.htm
aliana a it nz
AGENDA
8-9 maggio Monterenzio (BO) Corso GPS/GIS “Nuovi principi e metodi integrati per la raccolta dati GIS sul campo, anche di precisione topografica” Web: www.leicageosystems.com/it/it/lgs_69785.htm
9-20 giugno Toscana The Vespucci Initiative “Summer Institute on Geographic Information Science” Web: www.vespucci.org Email: summer08@vespucci.org
2008 un
18-19 aprile Centro di GeoTecnologie Università degli Studi di Siena - San Giovanni Valdarno (AR) Incontro Tecnico “Fotointerpretazione del rischio valanghe” Web: www.geotecnologie.unisi.it Email: callegari@unisi.it
Indice Inserzionisti Cartlab Codevintec Crisel ESRI Eurotec Geo4all Geogrà Geotop GESP GIT IDS Intergraph Menci SinerGIS Trimble Zenit 50
Pag...........38 Pag...........49 Pag...........13 Pag...........4 Pag...........19 Pag...........36 Pag...........27 Pag...........51 Pag...........52 Pag...........39 Pag...........2 Pag...........45 Pag...........43 Pag...........41 Pag...........11, 30, 31
Pag...........40
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Nel 2007, in Brasile l’occupazione è cresciuta del 6,5%. Da noi, del 29%.
3.500.000 euro fatturati nel 2007, 35 dipendenti, investi-
Disponiamo di uno staff composto da professionisti laureati
menti in R&D pari al 10% del giro d’affari. Cifre forse mo-
in varie discipline, con un grado di specializzazione superiore
deste, in assoluto: ma rilevanti per un’azienda che opera in
alla media del settore, disponibili a recarsi all’estero e a colla-
un settore specialistico come quello dei sistemi di infor-
borare con colleghi stranieri.
matica geografica e tecnico-scientifica sviluppando solo
Infine (ed è ovviamente il punto a cui teniamo di più) sap-
progetti software su commessa.
piamo offrire soluzioni adatte alle reali esigenze dei nostri
Per raggiungere questi risultati, ci siamo impegnati.
clienti. Sappiamo integrare efficacemente i dati geo-spaziali
Abbiamo messo a punto procedure di lavoro innovative che
nella filiera produttiva, migliorando in modo significativo la
ci consentono di raggiungere l’eccellenza di prodotto nel ri-
performance del sistema IT.
spetto dei tempi e dei costi, con un livello qualitativo costan-
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