GEOmedia 3 2012

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Rivista bimestrale - anno XVI - Numero 3/2012 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

www.rivistageomedia.it

IL

MIGLIORE DEI

MONDI POSSIBILI PER L'I 'INFORMAZIONE

GEOGRAFICA

NEIL A. ARMSTRONG 1930-2012 "... UN GRANDE BALZO PER L'UMANITÀ".

X Stromboli un vulcano sotto monitoraggio

X Il monitoraggio dell'esposizione al rischio sismico dei centri storici

X INSPIRE 2012 da Istanbul a Firenze

X Planetek una organizzazione proiettata al futuro

N°3 2012


Insieme per l’intelligenza del territorio

www.esriitalia.it


Definita la diffusione aperta dei dati geospaziali pubblici www.rivistageomedia.it

GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 10 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Luciano Surace, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Nomentana, 525 00141 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Editore: A&C2000 s.r.l. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Numero chiuso in redazione il 7 settembre 2012. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.

Recentemente, all’interno della legge sulla “Spending Review”, è stato approvato un interessante principio che stabilisce che tutti i dati e le informazioni acquisiti dal suolo, da aerei e da piattaforme satellitari finanziate con risorse pubbliche siano rese disponibili ad utenti anche privati. “Per sostenere lo sviluppo delle applicazioni e dei servizi basati su dati geospaziali e per sviluppare le tecnologie dell'osservazione della terra anche a fini di tutela ambientale, di mitigazione dei rischi e per attività di ricerca scientifica, tutti i dati e le informazioni, acquisiti dal suolo, da aerei e da piattaforme satellitari nell'ambito di attività finanziate con risorse pubbliche, sono resi disponibili per tutti i potenziali utilizzatori nazionali, anche privati, nei limiti imposti da ragioni di tutela della sicurezza nazionale…”( D.L. 6 luglio 2012, n. 95, art 23 comma 12-quaterdecies). E’ un intervento che arriva d’improvviso senza tanti proclami sembrando all’apparenza una risposta alle speranze delle comunità di utenti che da tempo portavano avanti battaglie per i Dati Aperti. Sta di fatto che con un piccolo emendamento all’interno di un importante intervento legislativo si da la possibilità alle Pubbliche Amministrazioni di distribuire liberamente tutti i dati geografici che siano stati acquisiti con fondi pubblici. Il provvedimento sembra colpire profondamente nel segno, con poche parole ben definite, delineando con precisione l’ambito di tutti quei dati geospaziali che possono finalmente “essere liberati”, anche se il fine sembrerebbe non essere solo quello ambientalista visto che ci si rivolge “anche” a fini di tutela ambientale. Ora il problema successivo sarà sicuramente quello dei contenitori che renderanno effettivamente pubblica la disponibilità di tali dati e qui probabilmente le ultime tecnologie del settore geografico potranno dare il meglio. Un qualsiasi intervento dello Stato quale gestore del dato dovrebbe limitarsi ad un sistema minimale da selezionare tra quelli esistenti e già realizzati all’uopo, che al limite lasci poi all’iniziativa privata la facoltà di costruire applicazioni che arricchiscano tali contenuti. Probabilmente il portale geografico del ministero dell’Ambiente già svolge un ruolo simile a livello nazionale ma la tecnologia potrebbe essere forse rinnovata e quello che effettivamente serve non è un nuovo ed ulteriore sistema GIS ma una applicazione che renda disponibile un catalogo di metadati a cui tutti gli Enti pubblici dovranno inviare informazioni. Porte applicative, sistemi cooperanti e servizi di discoveries troveranno finalmente pane per i loro denti rendendo disponibili quindi con web services le fonti informative. I contenuti e le visualizzazioni dettagliate potranno essere poi valorizzate anche con interventi di privati e di associazioni, come ad esempio il portale DatiOpen.it, appena inaugurato e gestito da un privato, che rendendo merito ai dati distribuiti con poco sforzo dagli ormai onnipresenti metadati e “webservices”, arricchisce il dato stesso di tutte quelle informazioni che possano mostrare all’utente i contenuti e le specifiche dettagliate. La legge stabilisce anche a chi andrà l’onere di rendere disponibili questi dati: “A tale fine, la catalogazione e la raccolta dei dati geografici, territoriali ed ambientali generati da tutte le attività sostenute da risorse pubbliche è curata da ISPRA, che vi provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. In questo momento l’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è diretta dal Prof. Bernardo De Bernardinis, ingegnere idraulico con una notevole esperienza di carattere ingegneristico-manageriale recentemente confermata anche nelle operazioni di Protezione Civile e da lui probabilmente sarà dato l’impulso alla realizzazione della “piattaforma” di gestione di tali dati geospaziali che servirà alla accesso, all'interoperatività e alla condivisione, anche in tempo reale, dei dati e delle informazioni. A noi è sembrato che non siano state rincorse “mode” del momento con questo decreto, ma nello spirito della limitazione dei costi sia stato posto seriamente un fondamento atto ad evitare inutili duplicazioni oltre che ottemperare a leggi democratiche –poco o male applicate, ma esistenti- che disponevano il libero interscambio dei dati tra le amministrazioni. Il bello poi è che trattandosi di spending review il tutto verrà fatto con le risorse esistenti e senza alcun aggravio di spesa. E’ il momento per ISPRA di dar fondo alle riserve, rispolverare strutture esistenti, mettere veramente in funzione i sistemi di cui dispone lo Stato che hanno dato già effettiva prova di efficienza.

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

Buona lettura, Renzo Carlucci


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SOMMARIO 3-2012

FOCUS

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Il migliore dei mondi possibili

DI

GIUSEPPE BORRUSO

IL RILIEVO LASER COME TECNICA DI MONITORAGGIO PER I

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FENOMENI DI INSTABILITÀ DEI VERSANTI DEGLI DEGLI EDIFICI VULCANICI: IL CASO DELL'ISOLA DI

STROMBOLI

DI

M. MARSELLA , C.

NARDINOCCHI , A. SALVATORI , S. SCIFONI E A. SONNESSA

REPORTS

22

CATONE,

UN NUOVO ROBOT NAVIGANTE PER RILIEVI

IDROGEOLOGICI ED AMBIENTALI

A CURA DELLA

REDAZIONE

28 Il monitoraggio dell'esposizione al rischio sismico dei centri storici italiani DI DONATELLA BENETTI E PIERLUIGI CARA

32 Sistema di Analisi, Divulgazione e Utilizzo delle Informazioni geospaziali dei borghi della Campania per il supporto del Turista DI

DIMITRI DELLO BUONO E MARIO BRUNO

36 Planetek 2020: un’organizzazione che si evolve DI

40 I

GIOVANNI SYLOS LABINI

L SISTEMA

SICURA NEI

EGNOS A SUPPORTO DELLA NAVIGAZIONE PORTI: IL PROGETTO SAFEPORT A. C , DI

ASORIA

G. MARUCCO, A. DEFI NA, B. HODGSON, G. MERMIRIS, T. GULDHAMMER MIKKELSEN, S. NORDLÖF, B. KENNES

GEOSPATIAL

44 Innovazione tecnologica e sinergie tra soluzioni geospaziali. Lo "scenario Intergraph" (Parte Seconda) DI ANDREA FIDUCCIA

INSERZIONISTI Archoematica Arvatec CGT Codevintec Epsilon Esri Geogrà Geosolutions Geotop Gesp Gexcel Intergraph

54 38 18 4 52 2 43 49 27 20 17 56

ITN IUAV Microgeo Microsurvey Mobbilitytech NBL Planetek Sinergis Teorema Trimble Virtualgeo Zenit

55 15 13 31 50 51 39 16 53 19 14 21

ALTRE RUBRICHE Il mondo dell’informazione geografica subisce forti innovazioni e trova ormai collocazione anche al di fuori della Terra come nell'immagine di copertina che è una vista, ripresa con la fotocamera del 'rover' Curiosity, di parte della montagna centrale nel cratere Gale, obiettivo della missione MSL su Marte appena iniziata. La cresta superiore è lontana circa 16 Km e l'area raffigurata, con ciottoli, dune e crateri, verrà percorsa da Curiosity. Si notano sia la colorazione particolare del suolo in prossimità della montagna al centro del cratere Gale, che le stratificazioni paragonate dai geologi a quelle del Grand Canyon sulla Terra. Tutti elementi di grande interesse e che puntano ad un passato in cui l'acqua aveva un ruolo importante nell'evoluzione del pianeta rosso. Queste immagini sono state alterate nei colori (bilanciamento del bianco) per apparire come se l'illuminazione avesse le stesse caratteristiche di una scena sulla Terra. Questa tecnica aiuta gli scienziati a riconoscere caratteristiche familiari nel terreno marziano. Credits immagine di copertina: NASA/JPL.

15 MERCATO 48 OPEN SOURCE 51 GI IN EUROPE 52 ASSOCIAZIONI 54 AGENDA


FOCUS

Il migliore dei mondi possibili di Giuseppe Borruso

Negli ultimi anni l’evoluzione delle tecniche applicate all’informazione geografica ha raggiunto dei livelli impensabili sino a pochi anni or sono. Mai come oggi la disponibilità di dati, programmi, procedure e metodi di analisi sono stati così ampiamente alla portata di tutti. Non più solo gli addetti ai lavori sono in grado di parlare di questi argomenti e di produrre Informazione Geografica, ma anche i cosiddetti neogeografi.

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iviamo nel migliore dei mondi possibili. Lo so è una provocazione! In tempi di crisi, austerità e calamità naturali sembra di dover soltanto stare in apnea e aspettare che passi la tempesta, per cui un’affermazione del genere sembra fuori luogo, in un 2012, iniziato non nel migliore dei modi, con il timore di poter peggiorare ancora. Il migliore dei mondi possibili è quello dell’Informazione Geografica, come si presenta nell’attuale momento, da leggere in termini di potenzialità e di opportunità da saper cogliere e sviluppare. Il consenso non sarà unanime, la crisi economica e finanziaria globale sta attanagliando anche questo settore, ma la mia riflessione è basata sulla situazione attuale per provare a immaginare ciò che ci aspetta nei prossimi anni – se non giorni! In quale altro periodo, infatti, ci si è trovati con una così grande varietà e quantità di dati disponibili, spesso in forma gratuita? In quale altro periodo software di gestione ed elaborazione di dati geografici e immagini satellitari sono stati così accessibili e disponibili a chiunque (v. GIS open source)? In quale altro periodo la parola ‘georeferenziazione’ non ha fatto cadere la mascella a un uditorio di persone che non fosse come minimo dotato di un master o dottorato di ricerca in geomatica? Ancora: in quale altro periodo la maggior parte delle persone – almeno nei paesi più industrializzati – ha avuto a disposizione un oggetto (o più d’uno) di uso comune che consentisse il posizionamento sulla superficie della terra, e magari la sua visualizzazione su una varietà di supporti cartografici digitali, condividendolo in tempo reale con altre persone (smartphone, tablet pc, trainer da polso, ecc.)? Mai come oggi la disponibilità di dati, programmi, procedure e metodi di analisi sono stati così ampiamente alla portata di tutti. Oggi chiunque voglia ci-

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mentarsi - per scopi di ricerca, d’iniziativa privata, o anche solo semplicemente per svago - con delle elaborazioni geografiche e ricavarne un contenuto informativo localizzato sul territorio, ha a sua disposizione una vasta gamma di opportunità, impensabili fino a pochi anni or sono. I globi virtuali (da Google Earth in poi) ci avvicinano al mondo del telerilevamento, facendoci fare la ‘caccia al tesoro’ e vedere se la nostra macchina sia stata fotografata dal satellite o dalla ‘Google Car’; a un livello più professionale, immagini satellitari di buona qualità, come Landsat, sono disponibili e utilizzabili gratuitamente. Un analogo discorso vale per altri dati, anche in formato vettoriale. Sono sempre di più gli enti pubblici che decidono di mettere in rete i propri dati, che diventano scaricabili e utilizzabili dagli utenti finali – ma non ancora abbastanza! Si parla e si parlerà molto in questo 2012 di open data e del loro peso – e già oggi i dati ‘liberi’ messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione italiana sono quasi prevalentemente georeferenziati o georeferenziabili (http:// dati.gov.it). Nel giro di pochi anni il mondo dell’Informazione Geografica è cambiato. Non più solo gli addetti ai lavori sono in grado di parlare di questi argomenti e di produrre Informazione Geografica, ma anche i cosiddetti ‘neogeografi’ (neogeographers); termine odioso per la categoria dei geografi, implicitamente sviliti nel loro ruolo, in quanto si banalizza una seria disciplina scientifica come la geografia, facendo sembrare vecchio e superato chi se ne occupa. Così s’identifica chi crea dei contenuti geografici ‘dal basso’, ovvero come utente e per il ‘gusto’ di farlo: ‘uomini della strada’, dotati un ricevitore GPS, un collegamento a internet e poco più. Questi “arditi” possono ormai costruire e diffondere nuovi contenuti posizionati

nello spazio, creando, ad esempio una cartografia vettoriale in costante stato di aggiornamento, con logica wiki e che molto spesso copre aree del mondo poco interessanti, secondo logiche commerciali dei produttori privati. Un esempio è l’iniziativa OpenStreetMap, che sta contendendo sempre più il ruolo di ‘cartografia di fondo’ a molti altri produttori di cartografia digitale e banche dati GIS (http://www.nytimes.com/2012/03/20/ technology/many-sites-chart-a-newcourse-as-google-expands-fees.html?_ r=1). Ricevitori e dispositivi low cost completano il quadro, trasformando il nostro running mattutino o serale in un’esperienza di “conoscenza geografica” e di sua condivisione, di fatto creando anche qui i presupposti per avere a disposizione grandi quantità e varietà di dati (Figura 1) e, perché no, per realizzare una forma più o meno consapevole di promozione ‘emotiva’ di un territorio, di un luogo dove si svolge un’attività gradevole. È un’informazione geografica volontaria, democratizzata, come la chiama Goodchild (2007), spesso anche, aggiungerei, inconsapevole. Esistono rischi di fraintendimenti? Certo. Per esempio, quello di confondere i globi virtuali con la cartografia o i sistemi informativi geografici o il telerilevamento; oppure confondere il GPS come sistema con il ricevitore, ovvero l’apparecchio portatile che in macchina ci fornisce indicazioni stradali, o ancora con la cartografia digitale (http://www.repubblica.it/rubriche/bussole/2010/01/21/ news/se_dalla_scuola_per_legge_scompare_la_geografia-2027266/). O ancora, ritenere superate tutte le specializzazioni di chi dedica anni di studio e di lavoro ad affinare una professionalità, nel mondo della ricerca, dell’impresa privata, degli enti locali e in tutti i consessi dove la cognizione delle problematiche spaziali e

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FOCUS delle metodologie e degli strumenti per la loro gestione è importante: specializzazioni importanti per produrre o analizzare informazioni geografiche di qualità, a vantaggio della collettività. È il rischio quindi di vedere banalizzato il proprio lavoro, o di perdere quote di mercato o di clienti / utenti, perché ‘tanto ci sono le mappe di Google’. Ebbene questi rischi esistono ma il bicchiere non lo vedo mezzo vuoto, sono convinto sia mezzo pieno – anzi, più che mezzo. E scorgo soprattutto opportunità. Un ricercatore che ne abbia voglia, oggi può svolgere delle interessanti ricerche quasi a costo zero, grazie alla disponibilità di dati geografici creati e curati dai “geo-volontari”, nella logica del Web 2.0, ma anche dati della pubblica amministrazione resi disponibili grazie alla politica degli open data. Egli può utilizzare software GIS open source (Quantum GIS, Grass, gvSIG solo per citarne alcuni), spesso con caratteristiche comparabili (se non addirittura in certi casi superiori, anche se ancora un po’ poco rassicuranti per l’utente medio) a quelle dei prodotti commerciali, grazie a una comunità di utenti interessati a migliorare ognuno un pezzo di programma e disposti a condividere soluzioni trovate a un determinato problema (spaziale), con l’idea che qualcun altro possa servirsene. Chi si trova a insegnare discipline geografiche o geomatiche, oggi, trova studenti più ‘sintonizzati’ a parlare di Informazione Geografica: da bravi ‘nativi digitali’ hanno maggiore familiarità, rispetto alle generazioni immediatamente precedenti - o addirittura rispetto a mezza generazione prima, quella dei ‘tardivi digitali’ -, con concetti base tipici dell’informazione geografica, avendo magari georeferenziato un’immagine o caricato su Google Earth l’ultima scampagnata in mountain bike. I produttori di dati geografici possono decidere di ‘terziarizzare’ o, meglio, dare in ‘crowdsourcing’, parte del proprio processo produttivo, quella più onerosa e lunga in termini di tempo e risorse richieste, ovvero quella dell’aggiornamento dei dati. Per minimizzare la componente di errore, essi possono mantenere il ruolo di ‘certificatore’ e di verifica delle azioni di aggiornamento effettuate nella rete. Come molte rivoluzioni che riguardano la nostra economia, si potrebbe prevedere che la trasformazione non risulterà indolore e che non tutti gli attori riusciranno a giocare un ruolo nel contesto mutato. Probabilmente sopravvivrà chi sarà in grado di coniugare una qualità consolidata dei propri prodotti e servizi con la ‘giusta’ devoluzione all’esterno

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Figura 1 - Tracciato GPS di unescursione in mountain bike, visualizzato in un globo virtuale (in alto) e in un software GIS (in basso).

delle componenti più costose e difficili da gestire in casa - l’aggiornamento della cartografia, ove non la sua completa realizzazione in certe aree geografiche. Al di là dei rischi generali di una diffusione incontrollata di contenuti geografici senza una validazione della correttezza e di perdita di ruolo istituzionale, in quanto tutti ormai diventano potenzialmente abili a produrre contenuti a carattere geografico, in un gioco di concorrenza al ribasso, si possono evidenziare ruoli interessanti e, per certi aspetti, nuovi rispetto al passato, anche per gli studiosi di fenomeni territoriali. Si pone senz’altro l’opportunità di assumere una funzione guida all’uso delle tecnologie e delle loro potenzialità, nonché nella possibilità di formare e di educare i creatori di contenuti con riferimento agli elementi fondamentali dell’informazione geografica, non soltanto riferita all’aspetto tecnologico ma anche a quello territoriale in senso più esteso (Tabella 1). Tutto bene dunque? Fino a un certo punto. Dati, software, rete, tutto questo

è ormai ampiamente disponibile, anche se il nostro Paese combatte costantemente una propria battaglia contro un digital divide, indotto anche da connessioni wi-fi alla rete ad alta velocità solo in certi punti del nostro territorio e spesso a fronte di un alto prezzo di connessione. Non si può negare tuttavia che il bicchiere sia anche mezzo vuoto. Davanti alle grandi opportunità e possibilità che oggi ci sono o erte le di coltà non si possono nascondere. Sono quelle delle imprese, dei professionisti ma anche degli studiosi che lavorano con l'informazione geografica nei suoi aspetti più avanzati, che ancora faticano a far decollare compiutamente le proprie iniziative, spesso per inerzie e di coltà di rinnovamento della 'macchina burocratica' pubblica ma anche del 'modo di fare' generale e del sistema privato, molto spesso poco sensibile al cambiamento. La crisi (generale e generalizzata) sembra colpire l’Informazione Geografica e chi ci opera che, quasi paradossalmente, si trova oggi a lavorare e ottenere risultati meno importanti rispetto ad alcuni anni fa, quando la

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FOCUS comprensione dell’importanza dell’informazione geografica era ancora inferiore. L'idea di base è che da una parte nel nostro Paese vi sia ancora poca 'consapevolezza territoriale', e con consapevolzza si intende 1) conoscere il territorio, 2) sape-

re che un problema ha dei risvolti territoriali e 3) che vi sono professionalità serie, metodi e strumenti adatti per il loro studio e risoluzione; dall'altra parte, il che è forse peggio, poco 'interesse territoriale' (o meglio per il territorio). Ne sono

esempi le edificazioni selvagge, il mancato rispetto delle dinamiche naturali e territoriali (quante volte in occasione di alluvioni e terremoti la natura matrigna è stata chiamata in causa e non l'uomo che vi ha costruito senza criterio?). Ma ne sono esempi anche la semplice incuria o il dare per garantito, scontato ed eterno un bene (il territorio) che raccoglie qualsiasi cosa ci buttano dentro e che possiamo permetterci di svendere (o alienare, spesso solo per ‘fare cassa’). O ancora l'interesse economico immediato, della speculazione e del guadagno veloce che lascerà per lungo tempo un segno visibile e indelebile. Molto rimane ancora da fare, soprattutto per inserire a pieno titolo l’Informazione Geografica nel novero di elementi utili a tutti e non soltanto a ristrette comunità di professionisti e di addetti ai lavori. In questo, chi lavora nel mondo dell’Informazione Geografica dovrebbe attivamente puntare su tre ‘pilastri’: cultura, informazione e innovazione.

Figura 2 - Longitudine...

Rischi generali

Produttori privati

Enti cartografici

Rischi

Perdita di quote di mercato

Nuovi mercati e nuove possibilità: crowdsourcing della parte più impegnativa del business (= aggiornamento)

Perdita di ruolo istituzionale

Fissare gli standard qualitativi e linee guida di produzione cartografica di qualità. Continuare a produrre contenuti e validare quanto creato all'esterno (organo di controllo e verifica)

Perdita di controllo e di aree di competenza (chiunque è in grado di accedere a informazioni di carattere geografico, di produrre contenuti e di condividerli)

Comunità scientifica (geografi, cartografi, topografi, studiosi del territorio e del terreno in senso ampio)

Diffusione incontrollata di contenuti cartografici / geografici la cui correttezza non sia stata validata.

Opportunità

Funzione di guida all'uso delle tecnologie e delle opportunità oggi disponibili; Utilizzo e produzione di contenuti per ricerca scientifica (dati e contenuti a costo zero);

Perdita di ruolo istituzionale / concorrenza a ribasso

Maggiore facilità nel comunicare i propri risultati a un pubblico vasto: Nuovi fenomeni da studiare; Importanza dell'analisi e del perchè accade dove accade (Favretto 2009); Creazione di contenuti geografici di alta qualità da condividere => entrare nella comunità dei produttori di contenuti

Tabella 1 - Le opportunità e i rischi della neogeography. Fonte: Borruso G., La nuova cartografia creata dagli utenti. Problemi, prospettive, scenari, Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia, 138 / 2010, pp. 231 242.

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Cultura dell’Informazione Geografica Fare uscire l’Informazione Geografica dai contesti ‘istituzionali’ e rendere il suo approfondimento un fatto culturale. Il “vasto mondo” che essa abbraccia è un viaggio nella geografia e nella cartografia, nella matematica e nella fisica, nell’astronomia, nella filosofia, nella storia, solo per citare alcune delle discipline coinvolte in modo più o meno diretto. Come non ricordare ad esempio lo stretto legame tra navigazione in mare, misurazione del tempo e osservazione delle stelle, nella ‘competizione’ tra un orologiaio e un astronomo, in tempi lontani dal GPS, sapientemente narrati e presentati da Dava Sobel nel suo libro “Longitude: The True Story of a Lone Genius Who Solved the Greatest Scientific Problem of His Time”? (Figura 2) o ripercorrere le vicende (cantate anche dall’ex Dire Straits, Mark Knopfler nell’album “Sailing to Philadelphia”) e quelle di Mason e Dixon (Figura 3), nell’avventura dell’osservazione del cielo e della risoluzione di dispute confinarie negli stati nascenti nel Nuovo Mondo (http://en.wikipedia.org/ wiki/Mason%E2%80%93Dixon_Line)? In quest’ottica, promuovere la cultura scientifica dell’Informazione Geografica è in linea con il recente ”Manifesto della cultura” (v. “Il Sole 24 ore” http://www. ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-18/ niente-cultura-niente-sviluppo-141457. shtml?uuid=AaCqMotE), perché essa contribuisca al rilancio della cultura nel nostro Paese, per il suo valore e il suo potenziale economico.

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FOCUS

Webgrafia I dati aperti della PA: http://www.dati.gov.it/ The Geospatial Revolution Project: http://geospatialrevolution.psu.edu/ La linea Mason Dixon: http://en.wikipedia. org/wiki/Mason%E2%80%93Dixon_Line Il Manifesto della cultura:. Il Sole 24 ore http:// www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-18/ niente-cultura-niente-sviluppo-141457. shtml?uuid=AaCqMotE Sailing to Philadelphia: http://en.wikipedia. org/wiki/Sailing_to_Philadelphia

Bibliografia

Figura 3 - La linea Mason Dixon e un omaggio musicale.

Informazione sull’Informazione Geografica Rendere il pubblico informato di quanto oggi avviene nello spazio (inteso in senso ampio) e grazie a tecnologie e dati digitali – dagli smartphones alle reti tecnologiche, passando per la riscossione dei tributi ai social networks e social media. Informare su come ciò che ci sta intorno molto spesso funziona ed è possibile grazie a un‘informazione geograficamente localizzata; divulgare, con un linguaggio semplice e diretto, anche ai non addetti ai lavori, il ‘dietro le quinte’ di tecnologie geospaziali, oggi alla portata di molti, e delle loro applicazioni a beneficio della collettività (si veda anche l’esperienza della Penn State University con il “Geospatial Revolution Project” http://geospatialrevolution.psu.edu/). Innovazione nell’ (e con l’) Informazione Geografica Spinte innovative oggi non possono fare a meno di un loro posizionamento e localizzazione sul territorio. Dati territoriali, loro elaborazioni e analisi possono trovare sempre più “spazio” in applicazioni innovative - dal monitoraggio degli spazi inutilizzati di una città, all’utilizzazione di modellizzazioni GIS in film d’animazione, al posizionamento indoor (http://blogs. technet.com/b/inside_microsoft_research/archive/2012/06/25/making-gpslike-localization-work-indoors.aspx) per utenti a mobilità ridotta o per scopi pubblicitari, allo sviluppo di apps a contenuto territoriale per nuovi prodotti mobili, quali smartphones e tablet. In tal senso gli sforzi in corso per legare Informazione Geografica e innovazione (v. Stati Generali dell’Innovazione http://www.statigeneralinnovazione.it/online/2012/02/ un-ordito-per-discutere-di-infrastrutturedi-dati-territoriali/) sono volti proprio a

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questo: fare sì che la complessità e articolazione dell’Informazione Geografica diventino elemento consolidato in ciò che riguarda i punti più caldi e promettenti del nostro futuro. Per realizzare pienamente il ‘migliore dei mondi possibili’, nel passare idealmente dai dati, all’informazione, alla conoscenza e alla saggezza (Longley et al., 2001),, a partire dai dati (geografici, ovviamente), dovremo quindi cedere un po’ delle nostre informazioni per aumentare il livello di conoscenza collettiva e, auspicabilmente, giungere a un po’ più di saggezza geografica, di cui, soprattutto nel nostro Paese, martoriato e violentato sempre più nel suo territorio, non ce n’è mai abbastanza. Ringraziamenti Vorrei ringraziare Andrea Borruso (twitter: @ aborruso) e Sergio Farruggia (twitter: @sfarruggia) di TANTO (http://blog.spaziogis.it/) per aver letto varie versioni di questo testo e per i loro preziosi suggerimenti. Ovviamente la responsabilità per quanto scritto, nonché gli errori, vanno interamente attribuiti al sottoscritto. Le elaborazioni cartografiche sono state realizzate usando il software Intergraph GeoMedia Professional 6.2, in base allaccordo RLL tra Intergraph e Università degli Studi di Trieste.

Borruso G., La nuova cartografia creata dagli utenti. Problemi, prospettive, scenari, Bollettino dellAssociazione Italiana Cartografia, 138 / 2010, pp. 231 242. De Biase L., Penso dunque siamo, in nva, Il Sole 24 Ore, 166, 26 marzo 2009, p. 1. Di Prinzio L. e Sylos Labini G., Informazione Geografica e PA: tra web 2.0 e mondi digitali, in GEOmedia, n. 1, 2009, pp. 68. Diamanti I., Se dalla scuola per legge scompare la geografia, Bussole, La Repubblica, 21 gennaio 2010 http://www.repubblica.it/ rubriche/bussole/2010/01/21/news/se_dalla_scuola_per_legge_scompare_la_geografia-2027266/ Favretto A., Progetti e strumenti a supporto della geografia e della cartografia: la terra digitale ed i mappamondi virtuali, in Ambiente Societ Territorio (Geografia nelle Scuole), 54 (2), 2009, pp. 15-20. Fischer F., Donate your Geo-data! Rethinking the Geo-information Economy with Neogeography, GeoInformatics, 12 (5), 2009, pp. 12-14. Goodchild M., Citizens as Sensors: The World of Volunteered Geography, GeoJournal, 69(4), 2007, pp. 211-221. Hardy Q., Facing Fees, Some Sites Are Bypassing Google Maps, The New York Times, 19 Marzo 2012. http://www.nytimes. com/2012/03/20/technology/many-siteschart-a-new-course-as-google-expands-fees. html?_r=1 Knies R., Making GPS-Like Localization Work Indoors, Inside Microsoft Research, 25 Giugno 2012, http://blogs.technet.com/b/inside_microsoft_research/archive/2012/06/25/ making-gps-like-localization-work-indoors. aspx Longley P. A., Goodchild M. F., McGuire D. J. e Rhind D. W., Geographic Information Systems and Science, Second Edition, Wiley, Chichester, 2001. Sobel D., Longitude: The True Story of a Lone Genius Who Solved the Greatest Scientific Problem of His Time, 1995. Triglav J., Geolocation and Time An Evolution of the Millennial Pair Part I, Geoinformatics, N. 7, 2009 pp. 44 49, Triglav J., Geolocation and Time An Evolution of the Millennial Pair Part II, Geoinformatics, N. 8, 2009, pp. 36-41. Turner A J, Introduction to Neogeography, O Reilly Media, Sebastopol, USA, 2006.

Parole chiave Abstract The best of all worlds In recent years the evolution of techniques applied to geographic information reached levels unthinkable a few years ago. Never as today the availability of data, programs, procedures and methods of analysis have been so widely available to everyone. No longer just the experts are able to talk about these issues and produce geographic information, but also socalled "neogeographers".

INFORMAZIONE GEOGRAFICA, OPEN DATA, NEOGEOGRAFI, CONOSCENZA COLLETTIVA.

Autori GIUSEPPE BORRUSO GIUSEPPE.BORRUSO@ECON.UNITS.IT DEAMS, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE

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FOCUS

Il rilievo laser come tecnica di monitoraggio per i fenomeni di instabilità dei versanti degli edifici vulcanici:: vulcanici

il caso dell'Isola di Stromboli di M. Marsella , C. Nardinocchi , A. Salvatori , S. Scifoni e A. Sonnessa

La metodologia di rilievo mediante Laser Scanner Aviotrasportato (ALS) per la ricostruzione dettagliata della morfologia consente l’acquisizione di dati tridimensionali di alta precisione da utilizzare per il monitoraggio di fenomeni franosi in evoluzione.

Figura 1DSM dell’Isola di Stromboli e indicazione delle strisciate acquisite.

I

modelli digitali della superficie (Digital Surface Model – DSM) generati a partire dai dati ALS costituiscono la base per l’esecuzione di analisi multi temporali utili alla valutazione, alla definizione dei fenomeni di dissesto e alla caratterizzazione dei relativi cinematismi. In aree vulcaniche le potenzialità della metodologia risultano essere notevoli per i numerosi vantaggi che questa tecnica presenta rispetto ai sistemi di rilevamento tradizionale: tra i quali la possibilità di acquisire dati a distanza e la velocità di acquisizione notevolmente maggiore (alcune migliaia di punti al secondo). Fattori limitanti sono la presenza di vegetazione fitta e di pareti sub verticali che richiedono l’integrazione con rilievi da terra e/o di rilievo aerofotogrammetrici. Di seguito vengono presentati alcuni risultati ottenuti dall’elaborazione e analisi di dati acquisiti con un laser scanner a forma d’onda completa, durante un volo effettuato nel 2009 sull'Isola di Stromboli a confronto con dati analoghi relativi al 2006.

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Il rilievo laser nel monitoraggio dei vulcani I fenomeni di instabilità fanno parte dell’evoluzione degli stratovulcani o vulcani compositi, formati cioè dalla sovrapposizione di colate laviche mediamente viscose e piroclastiti. Tali fenomeni sono caratterizzati da una scala volumetrica estremamente ampia anche nell’ambito di uno stesso edificio vulcanico (McGuire, 2003): si passa da frane frequenti, di poche migliaia di metri cubi, ad eventi di frana più rari di alcuni milioni di metri cubi, fino ad arrivare a eventi, denominati collassi di settore o collassi laterali, che coinvol3 gono centinaia di milioni di m , come lo spettacolare collasso laterale che nel 1980 distrusse un fianco del Mt. S. Elens (Voight et al., 1983). I fenomeni d’instabilità dei fianchi e degli edifici vulcanici sono molto diffusi e gli effetti da essi prodotti possono essere disastrosi per le popolazioni, le infrastrutture ed il patrimonio edilizio. Con

riferimento ai vulcani situati in aree costiere, un ulteriore fattore di rischio è costituito dalla possibilità del generarsi di onde di maremoto. In Italia si ricordano due casi recenti: Isola di Vulcano, 1988, dove l’evento di frana ha mobilitato cir3 ca 200.000 m di materiale, e Stromboli nel 2002, quando assieme al parossismo si è verificato un collasso calderico che 3 ha interessato circa 30.000.000 di m di materiale del versante subaereo e sottomarino (Baldi et al., 2008). La comprensione di tali meccanismi rappresenta quindi un nodo fondamentale sia nelle analisi di rischio che nelle decisioni in materia di protezione civile. L’utilizzo del laser scanner permette di ricostruire in maniera dettagliata la morfologia dei pendii e di utilizzarla come base per l’individuazione dei principali fenomeni di instabilità a piccola e grande scala e per la messa a punto di interventi di mitigazione.

GEOmedia n°3-2012


FOCUS

Analisi della forma d’onda

Conversione degli impulsi multipli registrati in nuvola di punti non georeferenziata.

Pre-classificazione

Sommaria classificazione tra punti terreno e non

Georeferenziazione

Applicazione dei parametri di posizionamento e assetto ottenuti da GPS/ IMU

Taglio e fusione delle strisciate

Riduzione e integrazione delle strisciate

Test di copertura

Valutazione della densità dei punti terreno

Test di precisione

Confronto su punti GPS e dati cartografici di adeguata accuratezza

Classificazione punti

Distinzione punti non terreno in edificato, vegetazione, altro…

Generazione DTM

Interpretazione dati terreno per ottenere un grid con passo 1m

Generazione DSM

Interpretazione dati terreno per ottenere un grid utilizzando punti di prima riflessione.

Tabella 1 - Schema elaborazione dati.

Il Dataset 2009: acquisizione ed elaborazione dei dati I dati utilizzati sono stati acquisiti con un laser a forma d’onda completa RIEGL LMS-Q560. Il sensore effettua l’analisi della forma d’onda completa di un numero illimitato di echi provenienti dai bersagli illuminati, permettendo quindi la classificazione di più target; è caratterizzato da un’elevata frequenza di ripetizione dell’impulso laser (fino a 240 kHz) e permette di acquisire fino a 160000 misure/s, con una precisione dell’ordine di 10-20 mm. L’angolo di apertura del fascio arriva ad un massimo di 60° mentre la divergenza del raggio è pari a 0.5

mrad. Il fascio laser è inviato a terra nelle frequenze dell’infrarosso vicino e gli echi di ritorno sono raccolti e campionati a 16 bit. La georeferenziazione dei dati raccolti è ottenuta tramite un’antenna GPS a doppia frequenza, e un sistema di navigazione inerziale IMU-IId (Inertial Measure Unit). Il rilievo di Stromboli è stato realizzato eseguendo strisciate con sovrapposizione laterale del 60% sull’intera isola (quota 800 m densità di 2.8 pt/mq) e del 70% sulla Sciara del Fuoco (quota 400 m densità di 7 pt/mq) (Figura 1). In tabella 1 viene mostrato lo schema di acquisizione ed elaborazione dei dati.

Figura 2- In alto a sinistra : ortofoto Isola di Stromboli - 2009 con indicazione delle frane individuate. In dettaglio: ortofoto e stralcio della mappa dei residui relativi alle frane Q7 e Q6 (Sciara del Fuoco) e Q1 (zona costiera).

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Analisi dei dati laser sull’Isola di Stromboli L’Isola di Stromboli è interessata da fenomeni di instabilità delle pendici del vulcano, sia a causa della sua composizione geologica, cioè un alternanza tra banchi di materiali duri e teneri che ne favoriscono il distacco, che per la presenza di fattori innescanti, quali lo scuotimento indotto dall’attività vulcanica, l’erosione al piede esercitata dalle correnti marine e fenomeni di fatica statica dovuta alle pendenze. Dall’analisi effettuata mediante confronto tra DSM acquisiti nel 2006 e 2009 è stato possibile evidenziare la presenza di differenti tipologie di dissesti che interessano l’Isola di Stromboli e il versante della Sciara del Fuoco, nella quale si riversano la maggior parte dei prodotti dell’attività esplosiva ed effusiva. In quest’area sono state individuate 4 zone di dissesto (Q2, Q6, Q7, Q8 in figura 2). In tabella 2 sono riportati i volumi erosi e accumulati di alcune aree analizzate. La frana Q7 si è sviluppata in un’area instabile dove è ancora in atto lo smantellamento della colata che ha interessato il versante nel 2002. La sua attivazione è da attribuirsi a fenomeni di erosione causati dal moto ondoso. Analoghi meccanismi di erosione al piede sono stati riscontrati per la frana Q6. In questo caso il fenomeno è di tipo retrogressivo, in quanto mostra un evoluzione tra il 2004 e il 2009. Questi fenomeni risultano più rilevanti per la stabilità della Sciara perché possono gradualmente coinvolgere volumi crescenti di materiale. Fenomeni di erosione si osservano anche in altre zone dell’isola, in particolare sulla fascia costiera (Q1, Q3, Q4 figura 2). In Figura 2 è mostrato il dettaglio della zona Q1 dove si evidenzia la frana che ha interessato la parte di costa sottostante. L’analisi dell’ortofoto ad alta risoluzione indica la presenza di crolli avvenuti per scivolamento/ribaltamento di blocchi o porzioni fratturate della falesia. Lo stesso meccanismo riscontrato nella frana Q1 è alla base della frana Q4. VOLUMI (m3) EROSI

ACCUMULATI

Q1

3430

1925

Q2

983

315

Q4

558

481

Q5

1586

571

Q6

68216

5829

Q7

178795

5381

Tabella2 - Volumi erosi e accumulati di alcune zone interessate da dissesti.

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FOCUS Le frane Q2, Q3 e Q5 sono relative a fenomeni di piccola entità dovuti principalmente alla forte pendenza e all’azione erosiva degli agenti atmosferici. Utilizzando i dati di intensità forniti dalle misure effettuate nel 2009 è stata effettuata una classificazione della copertura del terreno. Le classi individuate sono principalmente cinque, corrispondenti a valori di intensità media riportati in tab.3. Tale classificazione deriva da un’analisi generale della mappa dell’intensità dell’isola, e da uno studio di maggiore dettaglio effettuato utilizzando maschere di analisi per delimitare i perimetri sia di strutture antropiche (edifici, strade) che elementi naturali (colate laviche, aree vegetate). In figura 3 e figura 4 sono riportate a titolo di esempio le classificazioni in base al valore dell’intensità di lave recenti ed edifici. Figure 3 e 4-Classificazione in base al valore dell’intensità di lave recenti ed edifici e relativi istogrammi.2011,

CLASSI MEDIA

DEVIAZIONE STANDARD

Edifici

210

70

Lava recente

30

7

Roccia fumarolizzata

60

30

Vegetazione alta

70

37

Sabbioni

45

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Tabella 3 - Classificazione degli oggetti effettuata utilizzando il parametro dell’ intensità, integrata con l’impiego di Ortofoto ad alta risoluzione.

Conclusioni L’analisi multi temporale condotta utilizzando DSM ad alta risoluzione ottenuti da laser scanner aereo ha evidenziato la presenza di differenti fenomeni franosi che interessano sia il versante della Sciara del Fuoco che altre zone dell’Isola di Stromboli, in particolare le aree costiere. I risultati ottenuti evidenziano che, sebbene i volumi coinvolti siano di modesta entità, la collocazione di alcune frane in vicinanza delle aree costiere, rende necessaria un’accurata analisi del rischio per la valutazione di azioni di mitigazione mediante messa in sicurezza utilizzando appositi interventi e/o l’interdizione alla balneazione e al diporto. Gli episodi che hanno interessato l’isola di Ventotene mostrano infatti come il rischio connesso a possibili eventi di frana in area costiera venga troppo spesso sottovalutato, con conseguenze a volte tragiche in termini di vite umane.

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Il parametro di intensità associato al dato ha inoltre permesso di effettuare una classificazione del terreno, permettendo di distinguere le zone edificate da quelle naturali; l’integrazione con ortofoto ad alta risoluzione, ha permesso di stimare in maniera automatica il numero di edifici presenti nell’area esposta a rischio, e di conseguenza fornire un parametro per valutare il numero di persone coinvolte in un evento critico (tsunami, eruzione vulcanica). Tali informazioni, incrociate con i risultati delle simulazioni effettuate tramite software di propagazione dell’onda anomala e di ricaduta dei prodotti piroclastici, permettono di implementare validi strumenti per la valutazione e la mitigazione del rischio connesso all’attività vulcanica e ai fenomeni ad essa collegati. Ringraziamenti Si ringrazia il Dipartimento della Protezione Civile, ed in particolare la dott.ssa Chiara Cardaci (Servizio Rischio Vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile), per avere promosso e consentito lo svolgimento delle attività di rilievo e monitoraggio, per la collaborazione ed il supporto alle attività di coordinamento Si ringrazia la Geocart s.r.l. e il l’Ing Annibale Guariglia per il coordinamento e l’esecuzione delle attività di rilievo

Abstract The laser survey technique for monitoring the instability of volcanoes: the case of Stromboli In volcanic areas the flank instability represents an additional hazard for the surrounding inhabited areas. Landslides, ranging from small to large size, can easily develop both due to the weakness of the volcanic superficial layers and to the destabilizing effects from deformation and seismicity related to the volcanic activity. These phenomena are particularly dangerous along the coast line of volcanic islands because they cannot easily detected in a safe way. The use of remote sensing data represent an useful contribution to the risk assessment and hazard evaluation. Multi-temporal analyses based on the 2006 and 2009 Digital Surface Models (DSMs), generated from an Airborne Laser scanner on the Stromboli Island permitted to detect active landslides and to extract additional information useful to hazard assessment and related mitigation actions.

Autori MARIA MARSELLA, MARIA.MARSELLA@UNIROMA1.IT CARLA NARDINOCCHI, CARLA.NARDINOCCHI@UNIROMA1.IT A. SALVATORI, S. SCIFONI, A. SONNESSA AREA DI GEODESIA E GEOMATICA – DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE EDILE ED AMBIENTALE SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA SURVEY LAB S.R.L. VIA EUDOSSIANA 18 00184 ROMA

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FOCUS

Bibliografia • Baldi P., Bosman A., Chiocci F., Marsella M., Romagnoli C., Sonnessa A. Integrated Subaerial – Submarine evolution of the Sciara del Fuoco after the 2002 landslide 2008 AGU monograph, Vol.182, 171-182 • McGuire, W.J. 2003. Volcano instability and lateral collapse. Benefield Greig Hazard Research, Department of Geological Sciences, University College London. Revista. Vol 1 33-45. • Voight, B., H. Glicken, R. J. Janda, and P. M. Douglas. 1981. Catastrophic rockslide avalanche of May 18. In P. W. Lipman and D. R. Mullineaux, eds. The 1980 Eruptions of Mount St. Helens, Washington. U.S. Geological Survey Professional Paper 1250, pp. 347-377. 10.00-12.00) Dati disponibili presso http://www.aiub.unibe.ch.

Parole chiave LASER SCANNER, RILIEVO, MONITORAGGIO, STROMBOLI.

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MERCATO Nuovi Strong Motion da Nanometrics Nanometrics distribuisce sistemi sismici ad altissima tecnologia in oltre 100 Paesi, in 5 continenti. Fornitrice di centinaia di stazioni dislocate nella Rete Sismica Nazionale di INGV, considerata la migliore al mondo, Nanometrics presenta ora al mercato la nuova serie Titan di sismografi Strong Motion. Seismology Strong Motion Accelerometer Il sensore Titan: sensore accelerometrico triassiale, progettato per applicazioni strong motion ad alta precisione in campo aperto e di monitorabgio di strutture, dove serve un range dinamico eccezionale insieme a ottime caratteristiche di rumore che lo pongono in diretta concorrenza con alcuni sismometri. Fornisce prestazioni eccezionali in un ampio spettro da DC a 430 Hz. Ideale in situazioni dove lo strumento è di difficile accesso, perché è completamente gestibile da remoto, compreso il cambio dei fondoscala (regolabile da ±4g a ±0.125). Instalazione semplificata con bullone singolo. Ha uscita analogica e deve quindi venire connesso ad un digitalizzatore/acquisitore separato, come ad esempio il Taurus Nanometrics. L'acquisitore Titan SMA: specifico per monitoraggio ad alta precisone, ingegneria strutturale e ricerca, quando tecnici e scienziati hanno bisogno di un eccezionale reange dinamico su un'ampia frequenza di banda. • Registrazione su memoria locale e/o trasmissione dati in streaming • Estrazione dati da remoto • Possibilità di configurazione a bassissima latenza (0.25 sec) per reti "Early Warning" • Elaborazione in locale e trasmissione automatica dei valori di PGA, PGV e PGD • Riconoscimento automatico degli arrivi delle fasi P e trasmissione automatica degli allarmi • Configurabile in rete con gestione di gruppo dei trigger e dei voti

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• Funzionalità di PTP Server su rete Ethernet (Precision Time Protocol, con precisione di 0.001ms) L'acquisitore Titan EA: è le versione specifica per installazione in strutture dotate di cablaggio di rete: grandi strutture civili, palazzi multipiano, ponti, dighe... Caratteristiche simili al Titan SMA, ma con installazione enormemente facilitata: attraverso l'unico cavo di collegamento CAT5: • ci si connette ad una rete Ethernet • si alimenta lo strumento in PoE (Power-over-Ethernet) • si ottiene l'ora assoluta da un PTP Server (ad esempio un Titan SMA) Gli acquisitori Titan SMA/EA possono venir gestiti dalla console Strong Motion Dashboard che consente il monitoraggio degli strumenti e la visualizzazione dei parametri principali degli eventi (PGA, PGV, PGD, SA). I sistemi Titan SMA/EA possono inviare i dati (sia le serie temporali che i parametri degli eventi) ad Apollo Server, il software di acquisizione dati sismici di Nanometrics. Trasmissione dati in continuo (streaming), oppure subito dopo l'evento ('on-demand'). In alternativa alla telemetria è anche possibile lo scarico manuale dei dati (tramite PC o con lo scambio delle memorie Compact Flash), e la successiva elaborazione con Apollo Project (per la conversione di formati e la creazione/gestione degli archivi) e con Atlas (per l'analisi degli eventi). Per maggiori informazioni è possibile contattare il rivenditore italiano Codevintec. (Fonte: Codevintec)

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Università IUAV di Venezia Dipartimento di Architettura Costruzione e Conservazione SdL Laboratorio di Fotogrammetria SdL Laboratorio di Cartografia e Gis

Master di II livello Archeologia Digitale Il master vuole fornire ai laureati ed ai professionisti nel campo dell’archeologia e dei beni culturali una maggiore consapevolezza nell’uso degli strumenti informatici per il rilievo e la modellazione 3D. Nel campo professionale la conoscenza degli ausili forniti dal computer diventa sempre più rilevante. Lo spettro degli strumenti digitali è ampio e trova applicazione in diverse fasi dell’indagine archeologica (rilievo, documentazione, ipotesi ricostruttive, rappresentazione e comunicazione, divulgazione scientifica e museale, ecc). Il rilievo digitale diventa parte integrante del processo di conoscenza, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi strumentali e metodologici per l’acquisizione di dati sul campo. Software specifici sono pensati per svolgere compiti diversi, che partono dalla fase di documentazione del sito di interesse per arrivare alla gestione integrata dei dati raccolti e alla predisposizione di modelli rappresentativi ideati per rappresentazioni tematiche o dinamiche.

Docenti Francesco Guerra (Università IUAV di Venezia) Caterina Balletti (Università IUAV di Venezia) Stefano Campana (Università di Siena) Alessandro Capra (Università di Modena e Reggio Emilia) Fabio D’Agnano (Università IUAV di Venezia) Maurizio Forte (University of California) Attilio Mastrocinque (Università di Verona) Fabio Remondino (Fondazione Bruno Kessler) Fulvio Rinaudo (Politecnico di Torino) Luigi Sperti (Università Ca’ Foscari di Venezia) Camillo Trevisan (Università IUAV di Venezia)

scadenza domanda ammissione lunedì 15 ottobre 2012 responsabile scientifico Francesco Guerra Il master si avvale del supporto del Sistema dei laboratori Iuav sede Università Iuav di Venezia posti disponibili minimo 15 / massimo 25

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MERCATO

DatiOpen.it il nuovo portale italiano dell'Open Data E' stato inaugurato DatiOpen.it il più importante portale italiano dell'Open Data che vede la luce ad opera di una realtà imprenditoriale che ha l'amore per la ricerca nelle vene, accompagnata da una forte propensione per la socializzazione con spunti di lungimiranza al di fuori del comune. Mesi di progettazione capillare a cui è seguita una fase di implementazione che continuerà incessantemente nei prossimi mesi, hanno dato vita al più interessante contenitore di Dati Open presente oggi in Italia. La peculiare caratteristica è data dal motore di archiviazione, realizzato in una Banca Dati strutturata al meglio per rispondere ai requisiti di apertura, facilità ed interscambio dati. Quest'ultima assicurata da adozioni del calibro del Dublin Core, standard che ha segnato la storia rendendo possibile l'accesso e la ricerca in tutte le biblioteche o, per citarne i più famosi, l'accesso multimediale ai network scientifici di Musei e Gallerie del mondo. Il sistema di Management dei contenuti è un CMS Drupal, una garanzia di apertura e scalarità; il Database è in Postgres con estensione spaziale Postgis, con la quale i dati a valenza geografica acquistano la possibilità di gestione tipica dei GIS; ma quello che da più valore al tutto è la piattaforma statistica che c'è alle spalle: la piattaforma STStatPortal, un sistema di Business Intelligence a valenza geografica sperimentato da più di 10 anni. Completamente Open Source, si basa su OpenLayer e Geoserver, garantendo pertanto la massima interoperabilità per i Web Services (WFS, WMS); dispone di una API pubblica per l'accesso ai dati nonché per il Linked Data, adotta soltanto formati aperti quali XML, Atom, RSS, RDF, SPARQL, etc., è scalabile e già operante nel mondo del Cloud. E' prevista la possibilità di "federarsi" al portale in modo da poter mettere a disposizione dei cittadini qualsiasi tipo di informazione in una modalità Open con una straordinaria facilità per le pubbliche amministrazioni. Più che un semplice catalogo di pubblicazione del dato, è un motore di ricerca intelligente che consente anche di "vedere" i dati, rendendoli appetibili, attraverso l'interfaccia geografica 2D e 3D a cui tutti noi ci stiamo abituando da tempo. Un esempio valido per tutti? I dati Istat che prendono un valore aggiunto diverso dal noioso elenco ufficiale se ricercati attraverso questo portale. www.datiopen.it

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(Fonte: Sistemi Territoriali S.r.l.)

Topcon presenta il nuovo eGIS Nuovo software da campo facile ad usarsi per raccogliere e conservare i dati per progetti di mappatura e rilievo. Compatibile con Topcon FC-25, FC-236, Tesla e GRS-1 controller, eGIS rende tutte le funzionalità di precisione dalle misurazioni autonome a quelle RTK di livello centimetrico facile da raggiungere. Il nuovo software rende facile la raccogliere e il popolamento di database per una varietà di usi quali: utilities elettriche, gasdotti, gestione delle catastrofi, acquedotti e acque reflue, operazioni forestali, manutenzione delle strade, studi ambientali, così come altri progetti di mappatura sul campo. Jason Hooten, responsabile delle vendite TPS per i prodotti GIS, ha detto: "Poiché le applicazioni GIS per la raccolta dei dati continuano ad espandersi, siamo lieti di offrire una soluzione software per il campo facile da usare. Gli aspetti di personalizzazione dell'interfaccia e la grafica di questo software lo rendono molto semplice per raccogliere, visualizzare, scaricare ed esportare dati GIS". Le caratteristiche principali di eGIS includono: • ESRI compatibile (formato Shapefile Native); • Completamente integrato GRS-1 funzioni GNSS; • Acquisire, modificare, analizzare e visualizzare informazioni geografiche; • Controllo di qualità del posizionamento in tempo reale; • Integrazione di camere ad alta risoluzione, e • Barre degli strumenti e funzioni customizzabili

www.topconpositioning.com

(Fonte: Topcon)

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MERCATO Topcon presenta OS, la nuova Stazione Totale Reflectorless con Windows CE6.0 Topcon Europe Positioning ha annunciato l'uscita sul mercato di una nuova gamma di stazioni totali di fascia media, la nuova Serie OS. Disponibile in quattro diversi modelli di precisione angolare (1”, 2", 3” e 5”) e utilizzando l’ultima versione di Windows CE 6.0, la serie OS ridefinisce questa classe di dispositivi ottici di misura. La serie OS è fornita inoltre dell’innovativo sistema di comunicazione LonglinkTM di Topcon. Questa tecnologia usa un collegamento a lunga portata, Bluetooth Classe 1, che consente all’utente il controllo da remoto fino ad una distanza di 300m dallo strumento. Questo offre la possibilità al canneggiatore di avere il controllo completo del rilievo, senza più comandi o codici dimenticati, riducendo le possibilità di errore ed aumentando la velocità nelle operazioni di picchettamento. Gli strumenti della Serie OS inoltre, offrono la stessa funzionalità TSshield, introdotta recentemente nella Serie ES e sfruttano appieno i vantaggi offerti dall'adozione del modulo telematico, consentendo le stesse innovative funzionalità di sicurezza e protezione dell'investimento. Nell'eventuale necessità di dover segnalare il furto o lo smarrimento dello strumento, con il modulo di telematica, viene inviato automaticamente un codice digitale dal server remoto allo strumento. Questo significa che tenendo traccia della posizione dello strumento si può utilizzare l’ultima posizione conosciuta per facilitarne le operazioni di recupero. In aggiunta, la funzione telematica TSshield permette l’invio di notifiche di aggiornamento firmware direttamente all’operatore che può decidere se fare l’update dello strumento da remoto. Per prima tra tutti gli strumenti Topcon, la serie OS utilizza Magnet OnBoard: l’ultima soluzione software per la raccolta, la gestione ed il trasferimento dati di Topcon. Questa soluzione innovativa permette una completa interazione con il “Cloud”. In altre parole, i dati possono essere facilmente trasferiti da e verso server remoti, assicurando che il topografo o l’ingegnere abbiano sempre la versione più recente della grafica del rilievo, così come l’invio automatico dei dati di campagna. La Serie OS racchiude un'incredibile gamma di caratteristiche per uno strumento così piccolo, fra queste il potenziamento degli standard di precisione, sia per le misure angolari che per quelle delle distanze. Il sistema IACS (Integrated Angular Calibration System) è impiegato nel modello con precisione di 1” per avere il massimo in termini di affidabilità. Gli strumenti della Serie OS hanno una portata di 4.000m nella misura con il prisma, con precisione di 2mm + 2pmm, ed un’incredibile precisione di 3mm + 2ppm nella misura senza prisma, con una portata di 500m. www.topcon-italia.it

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(Fonte: Topcon)

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Crisi o non crisi, continuiamo a crescere. Ma non è solo questione di fortuna. La crisi colpisce tutti, per carità. Ma la vita va avanti e – soprattutto per chi fa un lavoro molto specializzato, come noi – c’è sempre mercato. A patto di lavorare bene, s’intende. E di aver fatto in passato scelte corrette, sviluppando competenze che con il tempo crescono di valore. Da molti anni, investiamo costantemente in R&D studiando soluzioni innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando in modo significativo la performance dei sistemi IT. Parallelamente, abbiamo messo a punto procedure che consentono di raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e del budget, con un livello qualitativo sempre certificato. Inoltre, abbiamo percorso prima di altri la strada del software open source, liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche e garantendo la massima qualità a costi competitivi Grazie a tutto questo, siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Romania, Turchia, Siria, Cipro, i Caraibi.

GESP Srl MILANO - BOLOGNA - TORINO http://w w w.gesp.it - gespsrl@gesp.it

E oggi affrontiamo nuove sfide in un contesto sempre più globale e allargato: attualmente, i nostri programmatori e i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri. Continuiamo a crescere, sia in temini economici, sia in termini dimensionali. I nostri collaboratori aumentano, abbiamo aperto nuove sedi e stiamo entrando in mercati che richiedono applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. Insomma, crisi o non crisi, continuiamo a perseguire il nostro obiettivo di fondo: confermare il trend che negli ultimi anni ci ha permesso di diventare una tra le principali realtà italiane nel settore del GIS. Non solo grazie alla buona sorte.


MERCATO

La rete NetGEO certificata dall’I.G.M.

Dallo scorso 8 Maggio l’Istituto Geografico Militare ha certificato l’inquadramento geodetico della Rete NetGEO nel Sistema di Riferimento ETRF2000-RDN. L’Istituto Geografico Militare, come è evidenziato nella relazione dell'IGM sul calcolo della rete NetGEO “...ha determinato le coordinate della rete Geotop NetGEO IGM LOWNetGEO coerenti con quelle della Rete Dinamica Nazionale (RDN): tali coordinate devono quindi essere espresse in ETRF2000, sistema ufficialmente adottato dall’Italia a partire dal 01/01/2009, e divenuto sistema ufficiale nazionale a seguito del DPRC del 10/11/2011.” Nel calcolo sono state inserite le Stazioni della Rete NetGEO e ulteriori 13 Stazioni appartenenti all’IGS (International GNSS Service) per vincolare tutta la rete al Sistema ITRF2008, da cui poi è stata effettuata la trasformazione in ETRF2000. “Nel calcolo di compensazione è stato inoltre verificato, per ogni stazione sia di NetGEO che di RDN, l’eventuale presenza di outlier, ovvero di soluzioni giornaliere con scarti sulle coordinate stimate superiori a 15 mm in planimetria e 30 mm in quota. (…) L’assenza di outlier rassicura sulla buona qualità dei dati raccolti dalla Ditta GEOTOP, ed anche sulla correttezza della procedura seguita nel calcolo.” Tutti gli utenti della Rete NetGEO possono quindi lavorare con i servizi in tempo reale e post-elaborazione nel nuovo Sistema di Riferimento ETRF2000 e passare agli altri Datum della Cartografia Italiana semplicemente impiegando i grigliati distribuiti dall’Istituto Geografico Militare. www.netgeo.it

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(Fonte: GEOTOP)

Infrastrutture e tecnologie per le Smart Cities e le Smart Communities E' il tema dal convegno ITN Infrastructures and Technologies for the Smart City (www.itnexpo.it/) che si terrà a Torino il 27 e 28 settembre 2012. Geomedia, come già da diversi anni, sarà media partner dell'evento e parte attiva promuovendo e partecipando alla sessione dal titolo SMART OPEN DATA & OPEN GOVERNMENT che si terrà all'apertura dei lavori (ore 10 del 27 settembre). Nel corso della sessione verrà affrontato il tema, oramai dominante, dell'open data. Il censimento dei dati, l'accessibilità agli immensi giacimenti di informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni, la necessità di certificare la fonte e la qualità dei dati, la normativa europea, sono solo alcuni spunti di riflessione che verranno portati sul tavolo della conferenza. Sono temi particolarmente vicini all'interesse dei nostri lettori in considerazione della crescita costante della mole di dati impiegabili per le applicazioni geomatiche. Gli interventi saranno di altissimo livello, portatori di punti vista diversi, quindi ci attendiamo un interessante e costruttivo dibattito. Chairman: Alfonso Quaglione, GEOmedia Michele Barbera, Associazione Linked Open Data Italia; Ernesto Belisario, Presidente, Associazione Italiana per l’Open Government, Segretario Generale Istituto per le Politiche dell’Innovazione; Lorenzo Benussi, Consulente del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e rappresentante del Miur nel gruppo di lavoro e-government e open data; Giovanni Biallo, Presidente, Associazione OpenGeoData Italia; Filippo D’Angelo, Referente Open data, Inps; Paolo Donzelli, Coordinatore Dipartimento per la digitalizzazione della P.A. e l’innovazione tecnologica, Presidenza del Consiglio dei Ministri; Roberto Moriondo, Direttore Regionale Innovazione, Regione Piemonte ITN si svolgera' il 27 e 28 Settembre 2012 presso il Centro Congressi Lingotto a Torino, in contemporanea con Telemobility Forum, dal 2002 l'evento italiano dedicato all'infomobilità e si candida a diventare il primo evento europeo in grado di offrire una visione completa sul tema Smart city, Smart Mobility e Open government. Iscriviti ad ITN (www.itnexpo.it/itn/visitare/registrazione-visitatori/) e nel form di registrazione inserisci il CODICE DI INVITO di GEOmedia TMITN2012_GEO

(Fonte: Redazionale)

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REPORTS

CatOne ,

un nuovo

robot navigante per rilievi idrogeologici ed ambientali a cura della Redazione

Visitando gli spazi espositivi della manifestazione Euregeo, recentemente tenutasi a Bologna, ci siamo imbattuti in un innovativo catamarano robotizzato specializzato per prospezioni nel settore idrogeologico ed ambientale senza operatori a bordo. Alle nostre richieste di informazioni abbiamo ricevuto risposte che hanno evidenziato aspetti di originalità molto interessanti e meritevoli di essere portate all’ attenzione dei nostri lettori, anche perchÊ si tratta di un prodotto italiano.

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GEOmedia n°3-2012


REPORTS

I

l concetto di natanti autonomi robotizzati non è nuovo, specie nel settore militare. Si conoscono infatti esempi di applicazioni pionieristiche fin da tempi immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, adottate per dragaggio mine o per effettuare verifiche dei danni prodotti da azioni belliche. Ad esempio, è noto l’utilizzo di “droni naviganti” per raccogliere campioni di acqua contaminata dopo le esplosioni atomiche sperimentali condotte nel 1946 nell’ atollo di Bikini. Da allora il progresso e la diffusione di natanti robotizzati sono stati oggetto di un continuo sviluppo che, negli ultimi anni, ha subito una forte accelerazione e si è esteso al settore civile grazie anche alla diffusione della microelettronica e dei sistemi di navigazione satellitare, raggiungendo livelli di costo che ne fanno un’interessante alternativa a metodi tradizionali alla portata anche di singoli professionisti o piccoli studi. Le applicazioni civili di questi mezzi sono oggi in crescita e risultano particolarmente efficaci laddove si tratti di eseguire missioni molto ripetitive e/o di lunga durata, in zone altrimenti pericolose per un equipaggio o in condizioni in cui il calo di attenzione di un operatore umano potrebbe indurre errori ed eventuali inefficienze. Tutto ciò implica miglioramenti misurabili, diretti o indotti, sul piano dell’ efficienza e della produttività. Il bassissimo fabbisogno energetico, favorevole conseguenza delle ridotte dimensioni, concorre ad aumentarne il vantaggio economico. Numerose università e centri di ricerca nel mondo stanno dedicandosi allo sviluppo di USV sperimentali per diverse applicazioni e un certo numero di aziende ha messo sul mercato internazionale prodotti di questo genere . Normalmente si tratta di piccole imbarcazioni prive di equipaggio, comandate a distanza o a guida autonoma, con propulsione marina. Le applicazioni più diffuse nel settore civile riguardano la batimetria ed il monitoring ambientale ma ne esistono anche in altri ambiti. La soluzione multipurpose proposta dalla ditta torinese aerRobotix presenta alcune peculiarità che fanno della sua famiglia di natanti robotizzati “CatOne” uno strumento unico al mondo nel suo genere. Esso risulta particolarmente adatto ad occupare nicchie operative quali la batimetria ed il monitoring ambientale di acque interne su bacini di piccolemedie dimensioni ( cave sotto falda, fiumi, laghi, bacini idroelettrici, lagune, porti, aree ecologicamente sensibili etc.). Una soluzione unmanned Per meglio illustrare i vantaggi di questa soluzione “unmanned” è opportuno un confronto con i metodi tradizionalmente adottati con personale umano e ricordare alcune difficoltà operative che si possono manifestare in tali contesti. Normalmente si utilizzano barche o gommoni (per lo più motorizzati con fuoribordo a benzina) di una certa dimensione, adatti ad ospitare il pilota oltre ad almeno un operatore del sistema di misura, alle relative apparecchiature e al carburante. Il trasporto, la movimentazione e la gestione di tali natanti non sono sempre fatti trascurabili e privi di rischi. Spesso, infatti, si tratta di raggiungere località difficilmente accessibili in auto o anche a piedi o di operare in prossimità di coste franose, melmose o in ambienti contaminati. A questo riguardo aerRobotix ci racconta proprio di una recente esperienza operativa in cui la presenza di persone in acqua avrebbe potuto risultare fatale: durante una campagna di mappatura batimetrica nel bacino idroelettrico di Comelico in Trentino, stretto fra due pareti di roccia a picco, alcuni animali montani hanno staccato una serie di massi che sono precipitati in acqua a pochi metri dal natante robotizzato. E’ evidente quanto la perdita del robot sarebbe risultata ben meno tragica rispetto alle possibili conseguenze per l’ eventuale equipaggio umano.

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CatOne esposto nello stand di EUREGEO.

Applicazioni tipiche I robot CatOne sono in grado di ospitare a bordo e trasportare una ampia varietà di sensori ed apparecchiature che, a seconda delle esigenze, ne permettono l’ impiego in numerosi e diversificati settori. Data la varietà di usi possibili la famiglia di natanti è stata concepita con caratteristiche di modularità e flessibilità, in modo da poter agevolmente adattarsi alle diverse condizioni operative (un pratico sistema di guide scorrevoli e di agganci rapidi permette rapide variazioni di configurazione). A titolo di esempio si possono considerare le seguenti applicazioni : • rilievo batimetrico a mezzo scansione sonar (bacini idroelettrici, sbarramenti fluviali, laghi, cave sotto falda, lagune) • rilievi correntometrici a mezzo sistemi ADCP (Doppler) • localizzazione di perdite in canali irrigui e idroelettrici • monitoraggio a mezzo di immagini video (del fondale, della superficie e della fascia costiera). • disseminazione puntuale di traccianti sulla superficie • dispersione in acqua di prodotti chimici o fertilizzanti • raccolta di campioni d’ acqua in punti definiti • acquisizione di dati chimico/fisico/biologici dello stato dell’acqua in modalità semistatica, in sostituzione temporanea di stazioni fisse

Uno dei natanti robotizzati della famiglia CatOne.

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REPORTS La propulsione brevettata La più evidente peculiarità dei catamarani CatOne, che ha permesso di depositarne il brevetto, è data dal sistema propulsivo. Questo è affidato a due ventole aeree side-by-side, azionate da motori elettrici gestiti da un opportuno sistema di controllo che, attraverso la continua modulazione delle rispettive velocità angolari, assicura la spinta adeguata, la guida e la stabilità direzionale dell’ imbarcazione senza bisogno di alcun tipo di timone. Tale scelta è stata motivata dal primario obiettivo di autonomia dei natanti. La sofisticata capacità di navigare ed eseguire percorsi di scansione in completa autonomia (guida GPS ed inerziale) sarebbe infatti vanificata dal rischio che alghe in superficie, sacchetti di plastica o altri oggetti galleggianti o semisommersi intrappolino le eliche immerse o i timoni del natante stesso, interrompendo così la missione e richiedendo l’intervento umano con un altro natante di supporto. Questo è il tallone d’Achille dei sistemi azionati da eliche immerse ed uno degli aspetti innovativi che l’azienda italiana ha ritenuto necessario proteggere depositandone il brevetto. Eventuali protuberanze sotto la linea di galleggiamento (eliche e timoni) renderebbero poi meno agevole l’avvicinamento alla riva in presenza di bassi fondali, sui quali invece CatOne riesce a scivolare senza intralci. Il tipo di propulsione adottato per CatOne , unitamente all’ assenza di timoni, riduce poi al minimo la presenza di organi mobili, con evidenti vantaggi in termini di affidabilità meccanica dell’ insieme, concepito per funzionamenti continuativi di svariate ore in ambienti non sempre favorevoli. Proprio nell’ottica dell’affidabilità e della semplicità logistica si colloca anche la scelta di una propulsione completamente elettrica, alimentata da batterie al Litio semplicemente sostituibili, la cui ricarica è compatibile con la logistica tipica di una campagna di rilievo. Il sistema di controllo Oltre all’innovativa configurazione e scelta propulsiva, il sistema di controllo rappresenta l’ elemento pregiato del robot, che gli conferisce autonomia e flessibilità operativa. E’ composto da un software di controllo di terra, installabile su qualunque PC (anche sui moderni palmari Tablet

Pianificazione di missione e controllo del sistema, con display interattivo installabile su qualunque PC (nel caso in esempio palmare Leica).

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Caratteristiche tecniche Lunghezza Larghezza Pescaggio

Peso a vuoto Carico utile Propulsione Velocità operativa Emissione CO2 Operatività Modi di navigazione Durata

Operatori Logistica

1.6 - 1.9 m 1.2 - 1.4 m pochi centimetri, assenza di eliche immerse e di timoni (adatti ad operare anche in acque molto basse e in presenza di formazioni algali) 12-20 kg fino a 50 kg Totalmente elettrica, con eliche aeree 3 nodi (6 km/h) nulla diurna e notturna totalmente autonoma o a controllo romoto (modo back-up) fino ad 8 ore, estendibili con aggiunta di pacchi batterie opzionali un solo operatore può controllare fino a tre natanti piena operatività in 10 minuti (facilmente trasportabile sul tetto di una berlina o all’ interno di un’auto monovolume)

Touchscreen da rilievo, classe Leica Geosystems CS25 o Trimble Yuma) attraverso il quale l’ operatore definisce il percorso e pianifica la missione su display interattivo con modalità semplici ed intuitive. Una volta attivato, il natante procede in autonomia nell’ effettuazione del piano previsto dalla missione. Un sistema di data link, in comunicazione col natante, permette all’ operatore che lo desideri di monitorare l’avanzamento della missione e, se necessario, di intervenire con opportune variazioni. Dispone inoltre di un sistema computerizzato di navigazione di bordo che attua in autonomia la missione utilizzando come riferimento dati acquisiti da sensori GPS. Nel caso di campagne di misura particolarmente onerose in termini di superficie da presidiare o di tempi molto stretti è possibile considerare l’operatività contemporanea di più natanti che si suddividono i compiti, comunque controllati dalla medesima stazione di terra. Il sistema è infatti concepito per essere utilizzato individualmente oppure in gruppi di più unità, intendendo con questo che un solo operatore con una singola stazione di controllo di terra può gestire sino a 3 (numero incrementabile in sviluppi futuri) natanti. L’intervento dell’operatore è limitato alla definizione delle missioni dei singoli natanti ed alla loro messa in acqua ed avvio. In caso di necessità si può estendere a correzione durante l’esecuzione del lavoro. Oltre ad aumentare proporzionalmente al numero di natanti impiegati la resa temporale del sistema (es. ettari di scansione nell’unità di tempo) tale soluzione riduce i costi operativi complessivi. Completa il sistema un software proprietario di pianificazione della missione, atto a consentire all’ operatore una rapida, agevole ed efficace preparazione. In particolare esso permette di generare interattivamente le traiettorie più opportune sulla base di considerazioni connesse alla geometria del bacino in esame, allo sviluppo delle sue coste, alla presenza di ostacoli e ai requisiti di accuratezza da soddisfare. Nuovamente, la capacità di navigazione autonoma non svilupperebbe per intero il suo potenziale se

GEOmedia n°3-2012


REPORTS L’operatore definisce il percorso e pianifica la missione su display interattivo con modalità semplici ed intuitive potendo anche agevolmente monitorare in tempo reale l’ avanzamento della missione.

non accompagnata da un intelligente sistema di pianificazione, in grado di gestire geometrie irregolari, presenza di ostacoli o informazioni incomplete sulla geometria reale delle sponde. Oltre alla capacità di operare in autonomia e all’assenza di eliche immerse, altre caratteristiche peculiari dei natanti CatOne, che li rendono particolarmente adatti ad operare su fondali bassi, in presenza di formazioni algali e in aree naturalistiche e faunistiche protette sono:

• minimo pescaggio • zero emissione di inquinanti (grazie alla propulsione di tipo elettrico) • bassa rumorosità • virtualmente nessuna perturbazione della conformazione naturale dei bassi fondali e della relativa flora/fauna, nessuna contaminazione delle caratteristiche dell’ acqua, apprezzabile caratteristica nel caso di rilievi chimici e/o ambientali. Semplicità di montaggio, unitamente a dimensioni e pesi contenuti, ne rendono molto agevole la movimentazione a terra e la gestione tanto che il numero di operatori necessari è ridotto ad una sola persona.

Parzialmente smontati in pochi minuti, i natanti possono essere agevolmente trasportati anche sul tetto di un’automobile berlina e, altrettanto rapidamente, messi in funzione.

Configurazione sistema di batimetrico in caso di mancanza di segnale GPS (tracking ottico).

Configurazione sistema batimetrico in presenza di sufficiente copertura GPS.

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Esempi applicativi e soluzioni sperimentali Per dare un’idea della produttività ottenibile in condizioni operative standard, aerRobotix riporta l’esempio del rilievo batimetrico single-beam di una cava di 17 ettari, effettuato su una griglia di 5 metri con acquisizione continua lungo la linea di traiettoria, completata da un singolo operatore in una singola giornata di lavoro. Perseguendo una continua ricerca di abbattimento dei costi, l’azienda sta sperimentando tecniche di rilievo notturne, rese possibili dalla completa automazione del processo di rilievo. I natanti robotizzati sono i primi prodotti offerti dalla dinamica ditta aerRobotix, che si pone sul mercato come “svi-

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REPORTS luppatrice di idee” e, pur di recente costituzione, affonda le sue radici nella lunga esperienza di progettazione aeronautica del suo titolare che si avvale della collaborazione di giovani specialisti di alto livello. Allo scopo di recepire al meglio i bisogni dei potenziali clienti aerRobotix adotta la filosofia di sperimentare approfonditamente le diverse applicazioni sul campo onde assicurare ai suoi prodotti la più efficace user-friendliness. L’attività batimetrica è quella più rodata grazie anche alla collaborazione operativa maturata con la GeoSurvey di Biella, ditta specializzata nel rilievo topografico che per prima ha utilizzato i natanti CatOne contribuendo con suggerimenti e critiche costruttive alla messa a punto e alla integrazione della strumentazione topografica nelle diverse situazioni operative. Fra queste sono state messe a punto sia situazioni che definiremmo “classiche”, in presenza di soddisfacente copertura GPS, sia altre in condizioni di assenza di segnale, affrontate efficacemente utilizzando il tracking ottico con stazione totale per il rilievo di posizione e modalità degradate del sistema di guida con riferimento magnetico. L’ impronta high-tech di aerRobotix implica una continua ricerca di soluzioni originali e applicazioni diversificate in stretta collaborazione con università, centri di ricerca e aziende interessate a valorizzare sinergicamente le reciproche competenze ed esperienze. Questo approccio è favorito dalla prolungata e approfondita esperienza che il personale dell’ azienda può vantare nella sperimentazione e nell’ integrazione dei sistemi di bordo dei velivoli. E’ infatti allo studio, a diversi livelli di maturità, una serie di capacità aggiuntive che faranno parte delle opzioni offerte. Per restare sul tema batimetria, oltre al già consolidato impiego di ecoscandagli single-beam è prevista l’ adozione di apparati multi-beam, per la quale è in corso un’attività di sperimentazione in collaborazione con un’ importante azienda leader nel settore. La visione è quella di realizzare il connubio tra la potenza di rilievo di un sonar multibeam (in termini di produttività, accuratezza, risoluzione) con la semplicità logistica dei natanti robotici e di operare il multibeam laddove impedimenti o difficoltà logistiche e i costi che ne conseguono ne rendano altrimenti sconsigliabile o ne precludano l’impiego. E’ in fase di sperimentazione un sistema di tomografia elettrica, sviluppato dalla collaborazione fra il Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino e quello di Ingegneria del Territorio, dell’Ambiente e delle Geotecnologie del Politecnico di Torino, che permette di localizzare le perdite d’acqua nei canali irrigui e idroelettrici (forse non a tutti è noto che le migliaia di chilometri di canali presenti in Italia sono oggetto di notevoli perdite con onerose conseguenze. Oltre al danno economico diretto, infatti, perdite non individuate tempestivamente comportano danneggiamenti strutturali agli alvei stessi con possibili

Esempio di evidenza di una perdita localizzata dalla tomografia elettrica in una sezione di canale irriguo.

ripercussioni anche sulla sicurezza). Il diagramma seguente illustra qualitativamente il risultato di un passaggio eseguito su un tratti di canale irriguo che evidenzia chiaramente la posizione di una perdita effettivamente verificata nel flusso idrico. Sono in fase di sviluppo collaborazioni con le più qualificate ditte che commercializzano apparecchiature per le Scienze della Terra e del Mare, per l’ambiente e la topografia allo scopo di offrire ai clienti soluzioni integrate complete “chiavi in mano”. Abbiamo capito che sono in maturazione anche altre novità applicative su cui però non ci è stato possibile ottenere informazioni, ma la promessa di conoscerle in futuro. Concludendo l’incontro aerRobotix ha tenuto a rimarcare il fatto che, proprio per la sua attitudine al problem solving e all’ innovazione, non si limita a “semplicemente…” produrre un natante autonomo ma a curarne la completa operabilità come sistema integrato. In quest’ottica sottolinea la disponibilità ad estendere il dialogo ad interlocutori interessati a sviluppare congiuntamente nuove soluzioni ed iniziative. Oltre, naturalmente, ad offrire ricorrenti servizi di noleggio (con o senza operatore) e vendita dell’innovativo strumento.

Parole chiave BATIMETRIA, RILIEVI AMBIENTALE.

IDROGRAFICI, UNMANNED SURFACE VESSEL, MONITORING

Abstract CatOne, a new family of multi-purpose catamaran-robots for environmental and hydrogeological survey presented by the Italian company aerRobotix Visiting the exhibition area of the Euregeo Conference, recently Held in Bologna, we came across aninnovative Unmanned Surface Vessel capable of performing its mission without human conductors and operators on board, in total or partial autonomy. To our enquiries we have received replies that highlighted very interesting aspects of originality, worthy to be brought to “our readers” attention.

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Autori REDAZIONE DI GEOMEDIA REDAZIONE@RIVISTAGEOMEDIA.IT LA CONVERSAZIONE È STATA EFFETTUATA CON IL TITOLARE DELLA DITTA, AERROBOTIX, PIERLUIGI DURANTI, CHE APPUNTO PROPONE LA FAMIGLIA DI NATANTI AUTONOMI ROBOTIZZATI (USV, UNMANNED SURFACE VESSEL) DENOMINATA “CATONE”. AERROBOTIX HTTP://WWW.AERROBOTIX.COM/

GEOmedia n°3-2012


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REPORTS

Il monitoraggio dell'esposizione al rischio sismico dei centri storici italiani di Donatella Benetti e Pierluigi Cara

Il Sistema WEB CSRS - Centri Storici e Rischio Sismico è uno strumento condiviso di indagine per il monitoraggio dell’esposizione al rischio sismico dei centri storici italiani, attraverso una rete nazionale di scambio di informazioni tra diversi livelli di governo territoriale.

I

l territorio italiano è densamente abitato e antropizzato e su di esso esiste un patrimonio edilizio costruito prevalentemente in epoca non recente. Nell’ambito del paesaggio antropizzato i centri storici sono beni culturali per eccellenza ed è impellente per il Dipartimento della protezione civile la necessità di una indagine finalizzata a valutare il loro interesse storico-artistico e il rischio di perdite a cui sono esposti, funzionale alle politiche di prevenzione e pianificazione del territorio per la riduzione del rischio. E’ nato così, in accordo con il MiBAC, il sistema Web CSRS, condiviso con tutti i livelli di governo territoriale, per il monitoraggio del rischio sismico con la raccolta, in regime di interoperabilità mediante servizi standard di rete, di informazioni (anche cartografiche) sull’esposizione e la vulnerabilità dei centri storici

Figura 1 – Home page del Sistema Web CSRS, alla quale si accede tramite autenticazione nel portale del Sistema Nazionale Integrato di Protezione Civile (https://snipc.protezionecivile.it/csrs).

Problema di partenza La collaborazione tra Dipartimento della protezione civile – DPC – e il Ministero per i beni e delle attività culturali – MiBAC – da sempre ha trovato nella tematica della mitigazione del rischio sismico del patrimonio culturale esposto, un argomento di comune interesse. Se, infatti, per il Dipartimento il tessuto edificato è oggetto di studi sempre più accurati per valutare l’impatto di un evento sismico in termini di perdite di persone e cose, la vulnerabilità del patrimonio culturale costituito dai beni immobili, è pure oggetto della massima attenzione per le ovvie implicazioni di tutela e conservazione.

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Già nei primi rapporti di collaborazione con il MiBAC era stato individuato il centro storico come “unità di aggregazione elementare” più adatta a compiere valutazioni di interesse comune alle due Amministrazioni sull’esposizione al rischio del patrimonio storico e sono state messe a confronto le informazioni tratte dalle rispettive banche dati (convegno “I centri storici minori” l’Aquila 1996, atti D. Benetti, M. Guccione). È maturata l’idea, quindi, di condividere le proprie basi informative per realizzare uno strumento in grado di valutare l’entità del patrimonio culturale esposto ai rischi naturali ed antropici e per procedere, in maniera più mirata, alle attività di prevenzione, previsione del rischio e alle attività in emergenza, collegate ai sopralluoghi post-evento di rilievo del danno agli edifici tutelati. La presenza in Italia di un patrimonio culturale inestimabile costituito, per una considerevole parte, dall’edificato storico corrente dei nostri centri storici, che ancora sfugge ad una quantificazione sistematica di consistenza, ha indotto il DPC a realizzare, in sinergia con il MiBAC, una applicazione WEB“Centri Storici e Rischio Sismico”– CSRS- di rilievo del patrimonio edilizio storico esposto al rischio sismico, da condividere con tutti i livelli di governo del territorio. Obiettivi Il Sistema WEB CSRS – “Centri Storici e Rischio Sismico” nasce come strumento condiviso di indagine per completare ed aggiornare, attraverso una rete nazionale di scambio di informazioni tra diversi livelli di governo territoriale (DPC, MiBAC, Regioni), la banca dati Atlante dei centri storici esposti a rischio sismico. Tale banca dati è finalizzata a supportare un modello di analisi dell'impatto sull' "interesse culturale" dei centri storici a seguito di un evento sismico. Fondamentale per il buon esito del lavoro è il coinvolgimento, attivato già in fase di sperimentazione, delle regioni, degli enti locali, delle soprintendenze e delle istituzioni comunque preposte e interessate alla tutela dell’edificato storico e del paesaggio antropico. Il Sistema CSRS intende, pertanto, essere uno strumento per elaborare valutazioni di massima, utili alla predisposizione di “indirizzi” e “direttive” per la mitigazione del rischio, sul grado di vulnerabilità ed esposizione dei centri storici nell’intero territorio nazionale.

GEOmedia n°3-2012


REPORTS colpita dal sisma (previsto in una attività evolutiva sul sistema, che consentirà a CSRS di essere anche uno strumento DPC di supporto al MiBAC per la gestione dell’emergenza). Metodologia utilizzata La prima fase di lavoro antecedente al progetto di un sistema on-line, è consistita nella impostazione dell’ “Atlante dei centri storici esposti al rischio sismico”, ovvero di un metodo di indagine e della relativa banca dati, che è stata realizzata con la collaborazione dell’Università di Roma Tre (DiPSA) Dipartimento di Progettazione e Scienza dell’Architettura [2000 - responsabile della ricerca prof. Paolo Marconi con la collaborazione del Prof. Antonio Pugliano]. Questa fase ha fornito informazioni per circa 990 centri storici dell’Italia centrale comprendendo Abruzzo e Molise. L’“Ampliamento dell’Atlante per le province di Reggio Calabria e della Sicilia Orientale” ha esteso la metodologia su ulteriori 760 località storiche (2001 – P. De Rosa) permettendo la messa a punto, su questo campione, di una prima analisi del rischio simico per la provincia di Reggio Calabria (2001atti X congresso ANIDIS – D. Benetti, R. Ferlito, G. Orsini, P. De Rosa, M. Guccione, A. P. Recchia). Parallelamente, un modello schedografico “centro storico” è stato messo a punto nell’ambito del gruppo di lavoro costituito per la predisposizione del progetto «Mitigazione del rischio sismico per le emergenze a carattere Figura 2 - Quadro territoriale nazionale che mostra la consistenza e diffusione dei centri storici individuati dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i beni e monumentale e ambientale nei comule attività culturali e la loro distribuzione nelle varie “zone sismiche” individuate nell’attuale Clasni ricadenti in tutto o in parte all’intersificazione sismica dei comuni italiani. no dei parchi naturali nazionali e regionali dell’Italia Meridionale» promosso Nel dettaglio il Sistema CSRS è: dal Dipartimento per la Protezione Civile e dal Ministero per il lavoro, nell’ambito dei Lavori Socialmente Utili, con • strumento condiviso di indagine sull’esposizione e il supporto del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, vulnerabilità del Gruppo Nazionale di Difesa dai Terremoti e del Servi• rete nazionale di scambio di informazioni tra diverzio Simico Nazionale (2000 - D. Benetti, M. Guccione). si livelli di governo territoriale (Dipartimento della La necessità di creare uno strumento di monitoraggio del Protezione Civile, Ministero per i Beni e le Attività rischio condiviso da tutte le istituzioni preposte, ha trovato Culturali, Regioni, Soprintendenze, Province, Enti nel contemporaneo affermarsi dell’uso di Internet la solocali) luzione ed il supporto tecnologico più opportuni ed effi• banca dati“Atlante dei centri storici esposti a ricienti. schio sismico”con individuazione geografica e inIl primo progetto di una “Scheda WEB Centri Storici e Ridicazione di: perimetrazione, consistenza e qualità schio Sismico - CSRS” è stato realizzato dall’ Ufficio Serdell’edificato storico, su GIS vizio Sismico - USSN dell’allora Dipartimento dei Servizi • modello di analisi dell'impatto sull' "interesse culTecnici Nazionali – DSTN, con la consulenza fornita dal Miturale" dei centri storici a seguito di un evento sinistero per i Beni e le Attività Culturali - MiBAC (2002 - D. smico. Benetti, P. De Rosa). • modello di analisi del rischio sismico dell’edificato Al fine di realizzare nella scheda uno strumento veloce e corrente per i centri storici non eccessivamente “oneroso” in termini di impegno di • strumento per la “Precompilazione anagrafica” e la personale e di tempo, per renderlo cioè adattabile alle stampa delle schede di rilievo del danno ai beni di diverse disponibilità offerte dagli enti coinvolti, sono stati interesse culturale definiti tre differenti livelli di compilazione in ordine cre• “Rapporto Informativo in Emergenza per i Beni scente di approfondimento. Culturali” su WEB con Quadro territoriale per l’area

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REPORTS L’Interesse Culturale è un indicatore di attenzione che viene calcolato sulla base dei caratteri artistici, storici, urbanistico-costruttivi e naturalistico-ambientali documentati dalla scheda WEB centri storici di CSRS. In particolare è il risultato di elaborazioni riguardanti dati di: interesse artistico, storico, ambientale e socio-antropologico. • L’Interesse Artistico è valutato tenendo in considerazione la consistenza di emergenze storiche ed edificato storico minore, il loro livello di conservazione quantitativa, fisica e tipologica, e la loro qualità. • L’Interesse storico è una misura delle permanenze immateriali delle epoche storiche vissute dal centro. • L’interesse ambientale quantifica il valore culturale del centro sulla base di vincoli imposti sia sull’intero centro che su singoli elementi ad esso appartenenti. • Infine l’Interesse Socio-Antropologico è una misura della sua vivacità culturale e turistica.

Figura 3 – Area tematica “Perimetrazione e caratterizzazione insediativa” di CSRS del centro storico di Montefortino in Val d’Aso – Regione Marche. In questa sezione dell’applicazione l’utente può digitalizzare il perimetro (in rosso) del centro storico con riferimento all’ortofoto del Geoportale Nazionale del Ministero dell’Ambiente e alla località abitata ISTAT.

L’attuale Sistema WEB CSRS - 2012, oltre ad essere stato esteso a tutto il territorio nazionale, è stato implementato con nuove funzionalità che permettono di rendere il sistema un effettivo “servizio di inserimento, consultazione e utilizzo delle informazioni” aperto a tutti gli enti preposti sul territorio nazionale alla pianificazione per la previsione, mitigazione e gestione del rischio in emergenza.

Azioni intraprese Il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri – DPC - e l’allora Dipartimento per la ricerca, l’innovazione e l’organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, hanno stipulato nel 2005 un AccordoQuadro finalizzato alla gestione e allo sviluppo di banche dati di interesse comune per la valutazione dei rischi presenti sul territorio. Un Accordo Esecutivo ha poi regolato lo svolgimento delle attività ed ha istituito un Comitato Tecnico-Scientifico - CTS. Tale Comitato si è avvalso di un Gruppo di Lavoro che ha elaborato una metodologia per l’interoperabilità tra le due amministrazioni centrali. Nell’ambito e per la realizzazione degli obiettivi posti dal CTS, l’Ufficio Rischio Sismico e Vulcanico - SIV del DPC, ha curato lo sviluppo di un nuovo progetto di estensione della “scheda WEB CSRS” a tutto il territorio nazionale e di integrazione con nuove funzionalità (reportistica, valutazione dell’esposizione e analisi del rischio sismico dei centri storici) promuovendo un “Sistema on-line Centri Storici e Rischio Sismico” accessibile attraverso il portale del DPC agli enti interessati per territorio e materia di competenza. La realizzazione è stata affidata alla partner tecnologico del Dipartimento con la supervisione di due referenti interni. Risultati raggiunti Dal gennaio 2012 il Sistema CSRS per la valutazione dell’esposizione e vulnerabilità dei Centri storici esposti al rischio sismico è on-line sul Portale del Dipartimento della Protezione Civile per tutto il territorio nazionale con accesso riservato ad utenti personalizzati in base alle competenze istituzionali per territorio e disciplina. Attualmente è stata effettuata la compilazione del sistema per 24 centri storici della Val D’Aso nella Regione Marche.

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Attraverso il Bando per Progetto di Servizio Civile RIDRISV (La RIDuzione del RIschio Sismico e Vulcanico in Italia) è prevista una attività di documentazione del sistema “CSRS” in previsione della sua diffusione sul territorio. Il Sistema integra diverse fonti informative, interne ed esterne al DPC, mediante Web Services SOAP (Sistema Informativo sui Beni Tutelati) e Web Mapping Services geografici (ad esempio le ortofoto 2006 dal Geoportale Nazionale e il grafo stradale OpenStreetMap), nonché basi di dati tematiche (ad esempio Carta del rischio dell’ISCR e Censimento ISTAT 2001). I dati geografici ed alfanumerici risiedono in un DBMS abilitato spazialmente. Il Sistema, infine, eroga funzionalità geografiche utilizzando le API di un GIS Server all’interno di pagine PHP. Per la mitigazione del rischio sismico e la pianificazione dell’emergenza il Sistema elabora e visualizza on-line specifici rapporti tematici (mappe e tabelle) che illustrano: • • •

la consistenza e distribuzione dei centri storici sul territorio nazionale, la consistenza e distribuzione dei beni immobili di interesse culturale sul territorio nazionale, la valutazione di un indicatore di“attenzione”ovvero di“Interesse culturale”dei singoli centri storici, dei comuni o delle province.

È stato, inoltre già predisposto un modello di analisi dell'impatto sull' "interesse culturale" da implementare nella prevista attività evolutiva sul sistema. Lo strumento realizzato è attualmente in grado di rilevare via Internet la consistenza, la qualità culturale e la vulnerabilità dell’edificato storico dei centri esposti al rischio sismico effettuando in particolare: •

integrazione e aggiornamento dell’elenco centri storici (forniti dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le attività culturali –MiBAC), integrazione e aggiornamento dell’elenco dei beni immobili di interesse culturale (beni provenienti da

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• • • • •

archivi del MiBAC: Carta del rischio ISCR e Beni Tutelati della DGPaBAAP), georeferenziazione, perimetrazione, rilievo di consistenza dei centri, valutazione della rilevanza dell’interesse culturale del centro, vulnerabilità dell’edificato storico, produzione di rapporti tematici con mappe e tabelle dati esportabili, stampa su files pdf delle schede di rilievo del danno agli edifici di interesse culturale con la sezione anagrafica precompilata; Il Sistema è inoltre predisposto per previsioni di danno e analisi del rischio conseguente a eventi sismici.

Protagonisti Il Sistema WEB CSRS – 2012, è stato realizzato dall’Ufficio Rischio Sismico e Vulcanico del DPC (Direttore Prof. Mauro Dolce), nell’ambito delle attività del Sevizio Vulnerabilità e normativa tecnica (Dirigente Ing. Giacomo Di Pasquale; referenti Arch. Donatella Benetti e Dott. Pierluigi Cara). In particolare: •

i modelli di valutazione dell’ ”interesse culturale” e di analisi e del rischio sismico sono stati curati da D. Benetti e R. Ferlito (SIV –DPC); il gruppo di lavoro istituito dal Comitato Tecnico Interministeriale DPC-MiBAC – CTS, composto per il MiBAC da funzionari dell’ICCD, dell’ISCR, della D. G. PaAAC e per il DPC dai funzionari sopra nominati, ha attivamente supportato la realizzazione del Sistema individuando specifiche linee strategiche e mettendo a disposizione informazioni, banche dati e servizi WEB.

Parole chiave RISCHIO SISIMICO, MONITORAGGIO, CENTRI STORICI.

Abstract The monitoring of exposure to seismic risk of the Italian historical centers The Italian territory is densely populated and anthropized; on it there are heritage buildings built mostly in not recent age. The historic centers are the most important example of cultural heritage in the anthropic landscape. For the Civil Protection Department is pressing the necessity of a survey aimed at assessing the “cultural interest” of the historic centers and the risk of losses to which they are exposed, for the application of policies prevention and planning for risk reduction. In accordance with Ministry of Cultural Heritage and Activities, was implemented the Web system CSRS, shared with all levels of land government, for the monitoring of seismic risk with the collection, in interoperability via standard network services, of information (including maps) about exposure and vulnerability of historical centers.

Autori DONATELLA BENETTI DONATELLA.BENETTI@PROTEZIONECIVILE.IT ARCHITETTO - SPECIALISTA ESPERTO DI SETTORE SCIENTIFICO TECNOLOGICO PIERLUIGI CARA PIERLUIGI.CARA@PROTEZIONECIVILE.IT GIS SENIOR – SPECIALISTA ESPERTO IN SISTEMI INFORMATICI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE VIA VITORCHIANO, 2 TEL. 06-68204617 E 06-68202926

Datum

11 1 1.3 1.342 .3 342 212 1234 34 3 44.3 44 34 42 23 34 459 459 593

Gauss-Boaga

WGS84

ED50-UTM32 E D50-UTM32

Cassini-Soldner

ETRS89 Latitudine Longitudine

Eff ffe emeridi

UTM50-32N

ELLIS E SS SO SOID OID DE

63 378 7 13 37 63 35752 57 752 52.314 .3 314 4

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REPORTS

Sistema di Analisi, Divulgazione e Utilizzo delle Informazioni geospaziali dei borghi della

Campania per il supporto del Turista di Dimitri Dello Buono e Mario Bruno

Oggi, grazie ad una notevole evoluzione nel mondo dell’Osservazione della Terra, sia da remoto che “On Site”, la disponibilità di dati ed informazioni è cresciuta in modo del tutto rilevante e spesso ci si trova non più di fronte al problema di avere la disponibilità di informazioni e dati ma di discriminare tra essi e definire quale banca dati sia più idonea ai nostri scopi. Un esempio applicativo per supporto al turismo in Campania ne dimostra la fondatezza.

La crescita della produzione di dati è ormai nota e ogni 18 mesi si raddoppia la capacità sia di produzione che di immagazzinamento ma non evolvono allo stesso modo le metodologie e gli strumenti di interscambio ed interoperabilità che restano ancora legate a concetti ormai di svariati decenni orsono. Spesso ci si trova di fronte a ridondanza di dati e ancor più spesso i dati prodotti non sono disponibili. I motivi sono riconducibili ad errate politiche di condivisione ed a retaggi tecnologici che inducono i produttori e gli utenti a pensare con logiche di “possesso” e non di condivisione pensando, erroneamente, che il dato sia la soluzione ai problemi e non l’uso che di esso si fa o meglio dell’aiuto che può dare nelle scelte, nelle analisi e quindi nelle decisioni che comunque sono governate dall’utente e non dal produttore di dati. La piattaforma geoSDI La piattaforma geoSDI (geoSpatial Data Infrastructure) è una soluzione completa per la gestione di Spatial Data Infrastructure che ingloba strumenti per la gestione di geospatial data da parte di un’organizzazione che abbia una organizzazione federata. Questa soluzione supporta infatti

Geolocalizzazione area per indirizzo : Il sistema utilizza vari modi di localizzazione degli indirizzi (Google,Yahoo o opportuni WPS per scopi professionali).

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la necessità di un soggetto (sia esso un ente, una amministrazione o un privato) di utilizzare al meglio un network in cui vengono “scambiate” informazioni geospaziali attraverso modalità standard. geoSDI è anche il nome del programma di ricerca quinquennale (2008-2013) che un gruppo di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR - IMAA), su mandato e coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento di Protezione Civile, sta studiando e implementando mediante soluzioni Open Software per la gestione di Spatial Data Infrastructure. Il programma nasce dalla necessità di garantire al Dipartimento della Protezione Civile e agli organi governativi l’integrazione e lo scambio sia verso livelli internazionali (Stati Membri Unione Europea o Organizzazioni Internazionali ONU, WMO, etc) che verso livelli sussidiari interni alla struttura istituzionale (vari Ministeri, Regioni, Province e Comuni) per quanto concerne la produzione e l’uso del dato geospaziale. L’idea alla base del sistema è quella di realizzare un servizio web che, senza alcuna installazione di software, plug-in o altro, permetta di utilizzare le classiche funzionalità degli applicativi GIS desktop e che si basi solo ed esclusivamente su banche dati OWS (Open Web Services). Oltre a questo geoSDI realizza un sistema che permette la cooperazione remota tra N utenti con tutte le funzionalità del sistema. L’unione di logiche DaaS (Data as a Service) e SaaS (Software as a Service) ha permesso di andare avanti e di realizzare ulteriori funzionalità. Disporre di un sistema che eroga a richiesta i dati nel formato richiesto seguendo le specifiche di restituzione proprie dell’OGC (Open Geospatial Consortium) rende possibile avere qualsiasi tipo di dato disponibile direttamente in rete grazie a servizi dedicati (WMS, WFS, WCS) o risultati di specifiche elaborazioni (WPS). Ciò offre il vantaggio di non dover spostare grandi moli di dati, di avere il tutto disponibile in tempo reale e di poter utilizzare gli stessi al momento stesso che vengono inseriti, aggiornati e/o modificati dal produttore e/o gestore caratteristica questa che permette una iterazione in tempo reale.

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REPORTS

A sinistra, calcolo del percorso da indirizzo a indirizzo, a destra, informazioni approfondite d sull punto d di dii iinteresse: F Foto iin avvicinamento, i i F Foto d dettagliata li e d datii punto (telefono, note, giorni di apertura al pubblico, etc..).

Questa tecnica rende anche possibile all’utente la generazione di viste specifiche che sono la sovrapposizione ed un mix di strati informativi provenienti da fonti diverse che restituiscono così una vista del tutto unica che l’utente stesso può richiedere, modellare e generarsi. Le funzionalità classiche dei potenti GIS che possono elaborare grandi moli di dati e restituire informazioni vengono rese disponibili con tecniche web che garantiscono l’accesso alle funzionalità senza dover installare alcun software con enorme vantaggio in termini di tempo e performance e senza la predisposizione degli ambienti di interrogazione e soprattutto senza costi di licenze. Un qualsiasi PC, tablet, palmare o smartphone collegato alla rete può garantire funzionalità prima offerte solo da software costosi e molto evoluti che venivano lanciati su postazioni di una certa qualità e costo. L’elaborazione spesso viene eseguita dai server quasi completamente in remoto grazie ai servizi WPS (Web Processing Services) perfettamente customizzati ed è restituito all’utente il giusto risultato nella sua forma più leggera per garantire velocità, performance e soprattutto immediatezza nella risposta. Elaborare complessi modelli ed ottenere un volume senza dover spostare moli di dati ed ottenere il risultato come un valore. Il dato diventa quindi informazione che l’utente può decidere o meno di computare e di vedere nel momento stesso in cui se ne crea l’esigenza senza dover predisporre alcun ambiente, senza scaricare alcun software e quindi poter avere in qualsiasi momento e su qualsiasi postazione dati ed informazioni della federazione montati secondo le proprie esigenze in tempo reale. Condividere conoscenza Avendo online i dati, i servizi e il software, torna naturale che anche l’utente di fatto operi in rete. Un utente del sistema operando produce dati, informazioni, viste, mappe, scenari ed il modo con cui questi si compongono è di per sè un ulteriore valore, un valore aggiunto che a sua volta può essere condiviso. Una specifica sequenza di strati, con particolari proprietà di trasparenza, di attivazione e disattivazione è a tutti gli effetti una specifica vista che esprime esperienza, professionalità, analisi, sintesi: in pratica è un servizio che spesso si identifica col concetto di conoscenza. In geoSDI si può interagire in rete da postazioni remote senza necessità di altro che la propria professionalità. Dati, informazioni, viste, mappe diventano livelli condivisi e utilizzabili in modo del tutto cooperante ed offrono ai vari utenti del sistema la reale opportunità di cooperare tramite la rete raggiungendo così la tanto agognata cooperazione applicativa.

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Dalle Mappe agli scenari Web Shared Esiste una profonda differenza tra dati ed informazione e tra informazione e conoscenza e questo pervade tutti i settori. Il dominio dell’Earth Observation è completamente interessato da queste differenze e nel tempo la gestione dell’uno o dell’altro dominio ha caratterizzato i sistemi che i cartografi prima ed gli specialisti oggi hanno utilizzato ed utilizzano. Agli albori dell’era digitale l’obiettivo consolidato era quello di generare mappe che potessero contenere il maggior numero di dati ed informazioni e che rappresentassero un area con grandi capacità di sintesi e con completezza rappresentativa di informazioni anche a rischio di un overflow di informazioni. Oggi invece il dominio dell’OT (Osservazione della Terra) scinde le diverse fonti utili ed grazie alla grande opportunità offerta dalle potenzialità offerte dall’informatica rimette nelle mani dell’utente la fase di costruzione della mappa che così può essere modellata di volta in volta con le sole informazioni essenziali lasciando le altre a disposizione di chi ne volesse utilizzare i contenuti. Decine, centinaia e perché no migliaia di persone che lavorano singolarmente ma sono parte di un sistema che scambia dati, informazioni, conoscenza e rende possibile un elevato livello di collaborazione. L’utente decide cosa utilizzare, cosa sovrapporre, come sovrapporlo muovendosi nello spazio, nel tempo e nei temi ma utilizzando un comune sistema. Al termine lo scenario del passato, del presente o del futuro può essere visto a video, stampato o condiviso in rete a scelta dell’operatore. Le decisioni così possono essere assunte in tempi più brevi anche grazie alla velocità con cui le informazioni si rendono disponibili e, cosa altrettanto importante, con un supporto in più per decisioni da prendere comunque.

Menu WidGet : Una nuova Apps geoSDI può essere inserita nel sistema ed offrire nuove funzionalità (Ex:Prenota Hotel, Leggi Programma Eventi, etc.).

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REPORTS Una federazione di amministratori e di utenti che lavorano insieme Di fatto gli utenti del sistema sono autosufficienti perché ognuno può gestire, sia esso utente o gestore, il proprio dominio in base alle proprie autorizzazioni ma ogni utente o ogni gruppo realizza un proprio livello di utilizzo e di dati all’interno dello stesso sistema e quando più gruppi cooperano il sistema si configura come un vero e proprio ESSS (Earth Science System of Systems). Per fare un esempio, la propria posizione, se resa pubblica, è utile agli amici per rintracciarci ma anche ai vari operatori per garantire, potenziare o proporre un prodotto e/o un servizio. Gli studi effettuati dal team geoSDI nel tempo hanno permesso la fruibilità di queste nuove tecnologie e di queste nuove tecniche. Il team infatti sviluppando il framework geo-platform ha messo a punto un ambiente che rende possibile realizzare velocemente geoportali che offrono servizi in rete basati sulla condivisione di informazione e conoscenza geospaziale. Ospitalità dei Borghi in Campania: Finalità e Tecnologie A seguito di una errata comunicazione mediatica occorsa negli ultimi anni l’area campana è stata oggetto di una errata rappresentazione e le prospettive turistiche sono state notevolmente penalizzate dalla scarsa conoscenza dei luoghi. E’ da evidenziare inoltre che il corretto posizionamento delle risorse presenti rappresenta un punto importante per il recupero e la promozione turistica dei luoghi. Al fine quindi di far conoscere i luoghi e le risorse in esso presenti i responsabili regionali hanno inteso realizzare un sistema, completo di ogni componente, che possa raccogliere, elaborare e restituire una serie di dati ed informazioni utili al turista che intende visitare la campania. L’utilizzo delle moderne tecniche di rilievo che uniscono sia strumenti mobili che sistemi di elaborazione geospaziale rende possibile un capillare e semplice rilievo dei dati e delle informazioni direttamente sul campo da parte dei singoli operatori e/o di coloro che utilizzano il sistema come end users (turista, cittadino, operatore, specialista, etc...). Un semplice smartphone può essere configurato come terminale di visualizzazione e/o di rilievo delle informazioni e quindi concorrere al popolamento delle banche dati, alla correzione di informazioni esistenti o all’aggiornamento delle stesse per le più disparate esigenze (sicurezza, comunicazione, social networking, etc). La tecnologia studiata e resa utile per la gestione delle emergenze viene quindi applicata per soluzioni di natura diversa rendendo possibile lo scambio informativo per gli scopi più vari possibili.

Stampa Cartina : generazione di un PDF di stampa della area selezionata.

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Il sistema è stato studiato e quindi realizzato avendo come target di riferimento le aree relative ai borghi individuati all’interno di un percorso turistico ben definito e particolare. Il progetto è stato realizzato studiando le singole esigenze e ricercando la migliore soluzione possibile per un risultato che sia “State of Art” nell’interoperabilità e l’utilizzo dei dati geospaziali per il turismo. L’utilizzo delle moderne tecnologie mobili, ormai largamente diffuse e disponibili, ha offerto l’opportunità di garantire al turista ed al settore turistico un supporto utile a migliorare sia la sicurezza dei luoghi che la sicurezza del turista che supportare, per il tramite della stessa tecnologia, i tempi, gli spostamenti, le decisioni e le attività ottimizzando le sue varie fasi. Tutto ciò è reso possibile soprattutto fornendo, in tempo reale, una serie di informazioni che si auto configurano per l’utente in funzione della sua posizione, delle sue esigenze e delle sue richieste. In pratica il turista che si muove all’interno dei luoghi serviti può, con l’utilizzo di semplici tecnologie mobili (SmartPhone, IPhone, IPod, etc.) richiedere informazioni, percorsi, ed in futuro anche interagire, con vari elementi che lo circondano. Individuare un medico anche in base alla specializzazione, l’officina meccanica per la propria vettura, il posto di polizia, l’ospedale, l’ambulatorio o l’ufficio pubblico più vicino e farsi guidare per raggiungerlo sia in modo visivo che con istruzioni semplici e sequenziali (testuali) da seguire direttamente sul proprio dispositivo (cellulare, portatile, tablet). Evitare o scegliere luoghi di varia natura è parimenti semplice ed intuitivo e conoscere i punti, i luoghi, le aree, le informazioni relative ai posti che circondano il turista e che si aggiornano man mano che ci si muove. Tutto ciò per meglio utilizzare il tempo e lo spazio a disposizione. Il sistema è intuitivo, versatile, dinamico e soprattutto interfacciabile con future fonti di dati e di informazioni che possano interagire, fornire informazioni utili ed utilizzabili dal turista e dagli operatori che si muovono ed operano sul territorio. Come funziona In pratica è possibile utilizzare il sistema prima, durante e dopo il viaggio. Infatti sono disponibili una serie di strumenti che permettono di conoscere ed interagire con il sistema sempre. Grazie ad un geoportale sviluppato ad hoc utilizzando geoplatform è on line il servizio (http://www.geosdi.org/ OSBcampania) completo di una serie di mappe di base e di strati informativi aggiornabili da sistemi mobili completamente integrati e gratuiti. All’interno della home page è anche possibile scaricare una serie di relazioni che danno informazioni sui territori studiati ed è inoltre possibile scaricare gli applicativi iTurista e iRileva per l’utilizzo e per l’immissione delle informazioni specifiche. Infatti grazie all’applicativo iTurista è possibile ottenere assistenza direttamente sul dispositivo mobile (al momento android) che si autoconfigura in base alla propria posizione e da informazioni su quanto disponibile nel proprio intorno. L’applicativo iRileva invece permette agli operatori abilitati di aggiornare ed inserire le schede di interesse che giustamente classificate offrono sempre maggiori punti di informazione al sistema e quindi ai suoi utilizzatori. Una scheda completa di foto, posizioni, informazioni, telefoni, contatti e con pochi click immediatamente resa al sistema in tempo reale.

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REPORTS Proporre inoltre al gestore del geoportale di inserire le schede che grazie ad iRileva ogni singolo turista / cittadino può sottoporre per la pubblicazione in formato già utile per una immediato inserimento.

Selezione e filtraggio dei Punti di Interesse per tipologia.

Un esempio di utilizzo Prima del viaggio Il turista che intende visitare i luoghi serviti dal sistema potrà, utilizzando il portale ricercare i luoghi di proprio interesse selezionandoli da un elenco già organizzato per tipologia e per caratteristiche o navigando i luoghi con gli strumenti di navigazione cartografica classici. Queste funzionalità permetteranno di verificare la presenza o meno sul posto di particolari risorse (sanitario, turistico, sicurezza, servizi, etc..) in modo da garantirsi la presenza di strutture o risorse utili al proprio viaggio. Ricercare un professionista, un ufficio, un servizio potrà essere molto più semplice che in passato e grazie alle funzionalità di routing e di stampa sarà anche possibile avere un piano del proprio viaggio che contempli anche le schede utili (telefoni, vista del luogo, indicazioni stradali e altro) che possa agevolare e meglio gestire il viaggio del turista. La classificazione di luoghi di particolare interesse e il loro grado di “salubrità” potranno inoltre essere anche garanzia per il turista che intessere evitare particolari condizioni o ricercarne delle altre. Durante il viaggio La classificazione dei luoghi permetterà di conoscere non solo i luoghi antropizzati e noti grazie alle attività che li promozionano ma anche luoghi di interesse naturalistico che, essendo classificati in base alla stabilità della vegetazione o alla stima della vegetazione e della zonizzazione delle specie. Conoscere quindi la qualità dei luoghi naturalistici in cui i borghi si sono sviluppati e poter conoscere anche la qualità dell’ambiente che ne determina i luoghi. Il turista in difficoltà La disponibilità delle informazioni on line e la possibilità di utilizzo con strumenti mobile renderà al turista una serie di servizi unici nel loro genere. Grazie alla conoscenza della propria posizione (GPS) il turista potrà in tempo reale conoscere la dislocazione di particolari punti di interesse sul territorio circostante. Quindi conoscere dove sia il dentista più vicino o l’autofficina o il posto di polizia o la farmacia sarà molto semplice e il percorso per raggiungerla immediatamente calcolato e reso disponibile oltre che la scheda del punto completa dei riferimenti per mettersi in contatto (telefono, e-mail, etc..) L’itinerario grafico e descrittivo sarà naturalmente aggiornato man mano che il turista si sposta o selezione le alternative che il sistema renderà disponibili in modo del tutto gratuito e interattivo. Dopo il viaggio Poter recuperare informazioni utili relative ai punti di interesse più importanti dei luoghi visitati e poter mantenere i contatti con i luoghi e le realtà che li caratterizzano.

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Utilizzo del sistema su SmartPhone Android per il supporto in tempo reale al Turista.

Parole chiave WEBGIS, GEOSPATIAL, GIS, TURISMO, SICUREZZA, MOBILE SYSTEM.

Abstract System Analysis, Dissemination and Use of geospatial information of Campania's towns for the support to the Tourist Today, thanks to a significant change in global Earth observation, either remotely or "on site", the availability of data and information has grown quite significantly and there is often no more the problem of having the availability of information and data, but to discriminate between them and determine which database is more suitable for our purposes. A sample to support tourism in Campania demonstrates it.

Autori DIMITRI DELLO BUONO DIMITRI.DELLOBUONO@CNR.IT

CNR IMAA - RESPONSABILE PROGETTO GEOSDI MARIO BRUNO REGIONE CAMPANIA - CONSULENTE TURISMO E BENI CULTURALI ASSISTENZA TECNICA PON

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REPORTS

Planetek 2020: un’organizzazione che si evolve di Giovanni Sylos Labini

Un cambiamento radicale per allinearsi a un mondo nuovo è il processo avviato dalla Planetek Italia, che non può tuttavia prescindere dai mega-trend globali ove i nuovi processi di distribuzione della conoscenza hanno reso molto più interconnessi che in passato i diversi soggetti, tenendo comunque presente che le scelte aziendali devono essere compatibili con quelle degli stakeholder.

“It is the pervading law of all things organic and inorganic, Of all things physical and metaphysical, Of all things human and all things super-human, Of all true manifestations of the head, Of the heart, of the soul, That the life is recognizable in its expression, That form ever follows function. This is the law. (Luis Sullivan Architetto 1986)”.

I

ndividuare i bisogni reali, espliciti ed impliciti, presenti e futuri, degli utenti è alla base del successo nella realizzazione di sistemi innovativi. Il rischio maggiore e lasciarsi deviare dal push tecnologico guardando la realtà attraverso le lenti deformanti della tecnologia, invece di interpretare i veri bisogni e perseguire sviluppi sostenibili. Per questo motivo nel 2007 ho avviato i primi progetti di sviluppo della Planetek Italia applicando il Design Strategico che si prefigge di individuare l’intersezione dinamica tra Bisogni degli Utenti, Capacità Tecnologiche, Sostenibilità Economica.

Prima priorità la necessità di confrontarsi con un mondo profondamente cambiato dalle tecnologie, ma anche da nuovi comportamenti sociali, il tutto nel pieno della gravissima crisi economico/finanziaria che è tuttora in corso. Questi processi mi hanno portato a considerare la necessità di avviare un cambiamento radicale per allineare la Planetek Italia a un mondo nuovo. Un processo del genere non può tuttavia prescindere dai mega-trend globali: sicuramente i nuovi processi di distribuzione della conoscenza hanno reso molto più interconnessi che in passato i diversi soggetti, e anche nel cambiamento bisogna avere una bussola che renda le scelte aziendali compatibili con quelle dei nostri stakeholders. Per una società dal respiro europeo come Planetek Italia, la scelta di rendere il nostro cambiamento coerente con i programmi europei di innovazione è quindi una scelta obbligata, oltre che un’ottima ispirazione.

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Figura 1 – Schema Design Strategico.

Il programma comunitario Horizon 2020 ci offre un quadro di riferimento e un benchmark rispetto al quale valutare le nostre strategie di cambiamento e innovazione. È in questo quadro che ho avviato un percorso di rinnovamento e cambiamento che abbiamo chiamato Planetek 2020. Questo percorso è coerente con le scelte che avevamo intrapreso relativamente agli investimenti in ricerca e sviluppo e internazionalizzazione anche attraverso l’attivazione di collegamenti stabili con le Università e i Centri di Ricerca avviando gli spin-off GEO-K e GAP.

Figura 2 - Aforisma sull’evoluzione delle specie secondo Charles Darwin.

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REPORTS Seppure 8 anni sembrano un intervallo di tempo breve, nel settore delle tecnologie rappresentano un lasso di tempo molto lungo. Per questo la nostra strategia 2020 prevede 3 fasi. Le Strategic Business Units La prima fase, Planetek 2020.1, si focalizza nell’implementare un modello organizzativo di Planetek Italia orientata agli Utenti. Di qui la scelta di superare l’organizzazione per tecnologie verticali della produzione e la separazione tra produzione e commerciale, con la definizione delle SBU, Unità di Business Strategiche, che rispondono ai bisogni del mercato. Nascono quattro Strategic Business Units in Planetek Italia: Space Systems, European Institutions, Government & Security, Business 2 Business. Ci siamo riorganizzati strutturando delle funzioni corporate e 4 Business Unit Strategiche. Le SBU sono verticali verso i mercati su cui operano. SBU Space System si occupa del mercato delle agenzie spaziali offrendo soluzioni specifiche per questo mercato. Le altre 3 SBU offrono in modo cross sui mercati le nostre competenze tecnologiche ed applicative. La SBU European Institutions verso le agenzie internazionali e la Commissione Europea, Government & Security verso le PA nazionali ed internazionali e la difesa, B2B opera prevalentemente verso aziende private dell’energia e delle grosse infrastrutture. Le SBU hanno al loro interno tutte le capacità che servono per poter operare in autonomia, dalla capacità progettuale e commerciale a quella produttiva. In questo modo i nostri clienti sanno che quando si rivolgono a noi avranno sempre un unico interlocutore che, in ogni fase, ha il pieno controllo e responsabilità del progetto e degli obiettivi da raggiungere. Queste Unit sono definite Business Unit in quanto sono segmentate per mercato. Questa caratteristica consente di comprendere meglio le esigenze dei nostri clienti e contemporaneamente garantire la continuità nel tempo. Sono definite Strategiche in quanto ogni Unit ha la capacità di poter definire autonomamente i propri piani di sviluppo tecnico e commerciale per poter operare al meglio sulle aree di business assegnate. Così come la nascita delle SBU risponde al bisogno di migliorare il nostro rapporto con i Mercati su cui già operiamo per esplorare le nuove opportunità che possono derivare dalla rapida evoluzione tecnologica abbiamo avviato il Design Lab per la sperimentazione di soluzioni innovative da lanciare nei prossimi anni.

Figura 3 – Organigramma e modello operativo.

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La quattro Strategic Business Units di Planetek Italia European Institutions La SBU European Institutions è dedicata ad offrire soluzioni geospaziali verso il mercato dalle Agenzie e Istituzioni europee come l’Agenzia Europea per l’Ambiente, il Centro Satellitare dell’Unione Europea, l’Agenzia Europea per la Difesa, l’Unione Europea (EC, REA, JRC), l’Agenzia Spaziale Europea (cui offre servizi di Osservazione della Terra, Infrastrutture di dati geospaziali, user segment, applicazioni integrate) e l’Agenzia Spaziale Italiana (settore Osservazione della Terra). La SBU European Institutions opera principalmente nello sviluppo ed integrazione delle catene per il processamento di dati di osservazione della terra finalizzati alla fornitura e distribuzione di prodotti utente derivati da dati ottici e radar, oltre che all’integrazione degli stessi all’interno di SDI dello user segment. Ha inoltre competenze nello sviluppo di SDI a larga scala per la gestione di dati multi sorgente ed elementi dello user segment. Business 2 Business La SBU B2B è dedicata ad offrire le soluzioni geospaziali di Planetek Italia verso le società commerciali, italiane e straniere. I principali mercati su cui agisce sono quelli dell’energia, dei trasporti (ferrovie, strade) e delle società di ingegneria. La sua offerta spazia dai sistemi per la Business intelligence su dati geografici alla realizzazione di prodotti geoinformativi a valore aggiunto da dati di osservazione della Terra. Government & Security La SBU Government & Security offre soluzioni applicative e servizi sul mercato della Pubblica Amministrazione a livello nazionale ed internazionale, e per il mercato della Difesa in Italia. Cura anche le attività con il mercato della Formazione e della ricerca scientifica in Italia. Le soluzioni proposte dalla SBU utilizzano combinazioni di tecnologie differenti per fornire risposte semplici e di immediato utilizzo per i clienti, nel campo dell’osservazione della Terra, delle infrastrutture di dati territoriali e delle applicazioni di carattere territoriale e ambientale, per la pianificazione urbanistica, la protezione civile e le emergenze, il turismo, il monitoraggio costiero e la salvaguardia delle risorse idriche, agricole e forestali. Le tecnologie utilizzate vanno dall’utilizzo di dati di osservazione della Terra (da satellite, da aereo o di prossimità) all’impiego di piattaforme e prodotti Free Open Source (software libero) o prodotti commerciali dei principali vendor, nonché alla creazione di valore per il cliente sfruttando il patrimonio interno delle linee di produzione Preciso® e Cart@net®. Ha in carico la distribuzione dei prodotti Intergraph | ERDAS. Space Systems Il mercato di riferimento è composto dalle Agenzie spaziali (ad esempio l’Agenzia Spaziale Italiana con il programma COSMO-SkyMed, e l’Agenzia Spaziale Europea con il programma Sentinel), da quelle a loro correlate (come Galileo) e dai major player del mercato aerospaziale. La Space Systems SBU sviluppa ed integra infrastrutture hardware e software per l’acquisizione, il trattamento e la distribuzione di dati telerilevati, lungo tutta la catena di produzione degli stessi: dal Deep Space all’Earth Observation, dallo Space Segment al Ground Segment, allo User Segment. Le principali competenze della SBU ricadono infatti nel Systems and Software Engineering con forti verticalizzazioni verso lo Space Mission Analysis and Design (SMAD).

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REPORTS Cosa sarà la Planetek Italia alla fine di questo processo? Nelle intenzioni, una realtà in cui la capacità di adattamento è codificata e la gestione del cambiamento un’abitudine consolidata; nella sostanza, una specie industriale con molte più probabilità di evolvere e quindi sopravvivere alle trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche che affronteremo negli anni. In questo processo evolutivo i feedback che riceveremo dai nostri interlocutori saranno decisivi nell’indirizzare questo processo evolutivo. Come detto la forma segue la funzione, e la Planetek Italia rispetta questa legge.

Abstract Planetek 2020: an organization that evolves A radical change to align Planetek Italia to a new world is the process initiated by the company, who cannot act , however, regardless of the global mega-trends where new processes of distribution of knowledge have become much more interconnected than in the past with several subjects, bearing in mind that business decisions must be consistent with those of the stakeholders.

Parole chiave GEOSPATIAL, SPAZIO, INNOVAZIONE.

Autore GIOVANNI SYLOS LABINI SYLOS@PLANETEK.IT

Riferimenti

PLANETEK ITALIA SRL, VIA MASSAUA 12, I-70132 BARI ITALY,

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REPORTS

Il sistema EGNOS a supporto della navigazione sicura nei porti:

il progetto SafePort di A. Casoria, G. Marucco, A. Defina, B. Hodgson, G. Mermiris, T. Guldhammer Mikkelsen, S. Nordlöf, B. Kennes

Il progetto SafePort, sviluppato all’interno del 7° Programma Quadro promosso dalla Unione Europea con la supervisione di European GNSS Agency (GSA) che segue tutti i programmi applicativi inerenti ai sistemi GNSS europei, Galileo ed EGNOS, ha l’obbiettivo di migliorare la capacità recettiva dei porti europei, aumentando al contempo la sicurezza delle operazioni di navigazione, di attracco e di ormeggio.

L’

adozione del servizio EGNOS Safety of Life (SoL) nei sistemi a supporto della navigazione nei porti per i piloti portuali, quali i Portable Pilot Unit (PPU), ed una nuova generazione di sistemi di gestione del traffico portuale, Active-Vessel Traffic Management and Information System (A-VTMIS), capaci di gestire attivamente il transito di tutte le navi all’interno della propria area di giurisdizione permette di raggiungere questi obbiettivi, apparentemente inconciliabili . La presenza di un porto in grado attrarre quote rilevanti di traffico commerciale può diventare un volano essenziale per lo sviluppo economico di una regione: i porti si propongono non più come semplici punti di transito della merce,ma come abilitatori all’insediamento e allo sviluppo di società di servizi ad alto valore aggiunto direttamente collegate alle attività portuali tradizionali. In questo contesto virtuoso, fatto di servizi e vie di comunicazione efficienti per lo sbocco immediato verso i mercati delle merci prodotte, aree adiacenti alle infrastrutture portuali diventano attrattive anche per insediamenti industriali più tradizionali. Questa nuova fase di crescita di importanza per i porti commerciali deriva dal peso che il trasporto marittimo ha rispetto al totale: circa il 90% del trasporto intercontinentale avviene via mare e, a seguito dell’evoluzione delle logiche strategiche legate allo sviluppo economico nell’era della globalizzazione, il commercio intercontinentale è diventato il fattore trainante per la crescita economica locale e nazionale ed amplificante per il trend del ciclo economico mondiale. Tuttavia l’esplosione del traffico marittimo commerciale ha avuto un impatto critico su due fattori fondamentali per la sicurezza della navigazione nei porti: la congestione del traffico nelle aree portuali e la preparazione del personale imbarcato. Infatti, molti porti sono arrivati vicini alla saturazione della loro capacità di gestione del traffico, non potendo aumentare le proprie dimensioni per ragioni ambientali o per mancanza di spazio disponibile, mentre la necessità di aumentare il numero di equipaggi ha por-

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tato ad una diminuzione dell’esperienza e della qualità del personale imbarcato. Questa situazione ha comportato una diminuzione dell’efficienza delle operazioni nei porti e un aumento del rischio di incidenti nelle aree portuali. Infatti, analizzando il più recente report riguardante gli incendi in mare avvenuti in Europa nell’anno 2010 e pubblicato dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA), si evidenzia un incremento del numero di incidenti e di perdite umane rispetto al 2009, anche a fronte di una diminuzione del grado di gravità degli incidenti stessi. Estendendo tale confronto agli anni precedenti, si evidenzia un’inversione di tendenza rispetto al periodo precedente: il 2009 aveva visto una contrazione consistente del numero di incidenti in confronto al numero di incidenti avvenuti nel biennio 2007/2008. La crisi economica che ha colpito le economie mondiali da fine 2008, con la conseguente diminuzione dello scambio mondiale di beni e merci, suggerisce una possibile correlazione tra il numero di incidenti e l’andamento dell’economia globale. La Figura 1 mostra il numero degli incedenti per il quadriennio 2007/2010 diviso per mese.

Figura 1 - Numero di incidenti nel quadrienni 2007/2010.

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REPORTS Il progetto SafePort La sfida che i porti ed i loro gestori si trovano ad affrontare è molto stimolante: come mantenere i livelli di sicurezza ed efficienza, capaci di attrarre quote crescenti di traffico marittimo, nel momento in cui l’aumento del traffico nel porto provoca una diminuzione della efficienza e della sicurezza, senza prevedere incrementi delle aree destinate alle attività portuali. Una possibile risposta a questa nuova sfida può arrivare dal mondo del ICT, che è in grado di proporre sistemi che sfruttano le potenzialità offerte dai nuovi sistemi di posizionamento satellitari europei EGNOS e Galileo. Il progetto SafePort, sviluppato all’interno del 7° Programma Quadro promosso dalla Commissione Europea con la supervisione di European GNSS Agency (GSA) che segue tutti i programmi applicativi inerenti ai sistemi GNSS europei, Galileo ed EGNOS, European Geostationary Navigation Overlay Service, si inserisce in questo filone di ricerca, avendo come obbiettivo l’incremento dell’efficienza e della sicurezza nei porti diminuendo i tempi di attesa per un attracco, i tempi di ingresso e di uscita dai porti ed incrementando al contempo la sicurezza di tali operazioni. La disponibilità da marzo 2010 del servizio Safety of Life (SoL)[5]di EGNOS, il quale è riconosciuto facente parte dei sistemi di posizionamento satellitari utilizzabili per sistemi di navigazione marittima dalla Organizzazione Internazionale Marittima (IMO), permette di rendere disponibili nel mercato una nuova serie di servizi, integrati in sistemi attualmente in commercio, a supporto della navigazione sicura delle navi dal loro ingresso nell’area portuale fino all’ormeggio e ritorno. Il consorzio SafePort è composto da otto partner di sei paesi diversi caratterizzati da competenze complementari che coprono tutti i bisogni necessari alla realizzazione degli obiettivi progettuali. Il coordinatore BMT Group è una società multinazionale di ingegneria da anni attiva nei progetti di ricerca nel settore marittimo, mentre due sono i partner industriali leader nella produzione di sistemi per il settore marittimo: Kongsberg Norcontrol IT, che è uno tra i più importanti produttori di soluzioni integrate per la sorveglianza marittima, eMarimatech, che è leader nella produzione di sistemi a supporto dei piloti portuali. Il consorzio è completato da Next Ingegneria dei Sistemi S.p.A.,società attiva nel mondo ICT come system integrator per sistemi VTS e da anni impegnata, con il gruppo R&D, in progetti europei per lo sviluppo di sistemi e servizi abilitati dai nuovi sistemi europei di posizionamento satellitare EGNOS e Galileo, dall’Istituto Superiore Mario Boella, che è un centro di ricerca applicata e di innovazione nel campo dell’ICT, con un laboratorio specializzato nello studio dei sistemi di navigazione satellitare, e dal Ship Stability Research Centre della University of Strathclyde, centro di ricerche focalizzato nello studio del comportamento delle navi in navigazione. Gli ultimi due partner, i porti di Dublino e di Gjion, sono rappresentanti della comunità degli utenti per il necessario processo di validazione dei risultati del progetto. L’approccio concettuale Il progetto SafePort intende mutuare dal settore aereonautico l’approccio alla gestione del traffico nell’area portuale e quindi sviluppare una nuova generazione di sistemi di monitoraggio della navigazione portuale VTMIS [7] denominata Active-Vessel Traffic Management and Information System (A-VTMIS) e sistemi a supporto della navigazione, SafePilot, capaci di interoperare attivamente tra loro in modo da supportare il capitano di una nave nella

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Figura 2 - Tipologia di incidente nel quadriennio 2007/2010.

scelta della rotta ed allertarlo in caso di possibili pericoli, ma mantenendo le prerogative di comando e la piena responsabilità nella scelta della rotta da seguire. L’importanza di questo approccio può essere desunta analizzando le principali tipologie di incidente nel corso dell’anno 2010: la collisione tra navi o tra nave ed infrastrutture rappresenta la causa principale (45%) di incidente in mare, seguito dall’incagliamento (22%) e da esplosioni ed incendi a bordo (9%), e le cause che hanno portato ad incidenti navali: circa il 60% degli incidenti è attribuibile al fattore umano. Il concetto esplorato da SafePort propone che ogni nave, nel momento in cui entra in una area portuale, richieda al centro A-VTMIS la rotta da seguire per raggiungere la banchina di attracco; il A-VTMIS assegna la banchina di attracco alla nave, calcola il Time to Arrival e la rotta da seguire ed invia i dati alla nave. Il sistema SafePilot riceve i dati e li mostra al capitano, il quale ha la possibilità di accettare la proposta o di richiedere una nuova assegnazione. Dal momento in cui c’è accettazione della rotta e della banchina, sul display del SafePilot è visualizzata la rotta, rappresentata come un canale virtuale tridimensionale entro cui la nave si deve sempre trovare e, al contempo, SafePilot comincia ad inviare la posizione al A-VTMIS che attivamente monitora l’area portuale verificando in tempo reale l’assenza di possibili conflitti tra rotte. In caso di pericolo, il A-VTMIS invia alla nave o alle navi le rotte aggiornate da seguire per evitare una possibile collisione o incagliamento.

Figura 3 - Esempi di interfacce implementate su SafePilot.

Tutte le informazioni utili per la sicurezza della navigazione sono visualizzate sui sistemi di bordo mediante una serie di interfacce specificatamente sviluppate per migliorare la sicurezza della navigazione nell’area portuale. SafePort utilizza come piattaforme di sviluppo due sistemi attualmente in commercio: A-VTMIS usa come base di sviluppo il sistema VTMIS 5060 prodotto e commercializzato da Konsberg, SafePilot è un’evoluzione del sistema di supporto alla navigazione per piloti portuali, Portable Pilot Unit, prodotto e commercializzato da Marimatech. La Figura 4 rappresenta lo schema architetturale del progetto SafePort.

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REPORTS

Figura 4 - Architettura del sistema SafePort.

EGNOS come sistema abilitante di SafePort L’approccio proposto di mutuare dai sistemi di controllo del traffico aereo alcuni concetti di controllo e assegnazione delle rotte da seguire richiede che anche il sistema di posizionamento utilizzato risponda a requisiti più stringenti rispetto a quelli richiesti dai sistemi attualmente in uso in ambito marino: la presenza di una misura di integrità del segnale diventa presupposto indispensabile per l’adottabilità di sistemi per il supporto semi-automatico di operazioni di guida, sia in ambito aereonautico sia navale sia terrestre, basati su sistemi di posizionamento satellitare GNSS. A questo scopo, l’adozione di EGNOS in combinazione con il sistema GPS diventa fondamentale in quanto EGNOS, oltre a migliorare le prestazioni del sistema GPS in termini di accuratezza, che mediamente passa a circa 2 metri contro i circa 10 ottenibili con il solo GPS, fornisce la misura del grado di attendibilità del segnale stesso: cioè EGNOS è in grado di individuare e segnalare tempestivamente disfunzioni che possono compromettere le performance attese. Il sistema EGNOS è stato sviluppato dalla Agenzia Spaziale Europea (ESA), in collaborazione con la Commissione Europea e con Eurocontrol, l’ente europeo per l’aviazione civile, rispettando requisiti che permettono il supporto a tutte le applicazioni di navigazione definite nel manuale Performance BasedNavigation rilasciato dall’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (ICAO). Dal 2 marzo 2011, Il servizio SoL è certificato in ambito aereonautico per le operazione En-route e Non–Precision Approach (NPA) ed inoltre per le operazioni di approccio equivalenti alle operazioni CAT 1 mediante Instrumental Landing System (ILS). Strettamente connesso al concetto di integrità risulta il

Figura 5 - Il concetto di integrità su un piano orizzontale.

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calcolo del Protection Level (PL), sia orizzontale sia verticale, in quanto i requisiti sono di derivazione aeronautica. In caso di applicazioni marittime, la componente verticale perde di interesse e per il progetto SafePort viene utilizzato il concetto di Protection Level orizzontatale (HPL) , per cui, nel caso in cui il HPL calcolato sia maggiore del massimo errore permesso, il sistema è considerato inattendibile e il dato calcolato scartato, vedere Figura 5. Il processo computazionale è descritto nel documento preparato dallo Standard Committee 159 del Radio Technical Commission for Aeronautics (RTCA) e l’Istituto Superiore Mario Boella ha lavorato per il calcolo del Protection Level che tenga conto degli specifici requisiti per i sistemi a supporto della navigazione marittima. In particolare si è tenuto conto dell’ambiente operativo e dei diversi errori che questo può comportare rispetto a quello aereonautico. Un tipico esempio di errore che è necessario modellare diversamente è quello causato dalle riflessioni multiple del segnale sulle superfici che circondano l’antenna ricevente. Altro parametro fondamenta di cui tenere conto è quello del così detto “Integrity Risk” che è specificata nei documenti di requisiti editi dall’IMO; questo valore ha un impatto diretto (come fattore di riscalamento) sulla varianza dell’errore stimata in base a quanto stabilito. Le routine di calcolo sono state implementate nel microcontrollore di gestione dei ricevitori satellitari GPS integrati nell’unità SafePilot. EGNOS, di contro, non offre una soluzione ad un atro aspetto cruciale per l’adottabilità del sistema proposto inerente l’autenticità del segnale utilizzato per la determinazione dei dati di posizione e navigazione. Infatti, già a partire del 2001, il Volpe Report analizzò l’impatto che interferenze volontarie ed involontarie hanno per l’usabilità di sistemi di navigazione basati su GNSS. Per le applicazioni in ambito marittimo, il report identificò particolarmente critiche le applicazioni inerenti alla gestione dell’approccio all’area portuale, della movimentazione navale in ambito portuale e della navigazione in acque delimitate. La NEXT Ingegneria dei Sistemi S.p.A. ha implementato tecniche di autenticazione del segnale che possono essere utilizzate con ricevitori sia single frequency sia dual frequency. Inoltre è proposto un meccanismo di autenticazione della comunicazione tra SafePilot e A-VTMIS attraverso l’uso del segnale GNSS autenticato mediante generazione di una One-Time-Password (OTP). Dimostrazioni Una prima sessione di dimostrazioni si è svolta all’interno del porto di Dublino nei giorni 26 e 27 maggio 2011. La dimostrazione ha terminato il primo ciclo di sviluppo del progetto SafePort, avente come obbiettivo la validazione della architettura proposta e delle funzionalità sviluppate in forma semplificata.

Figura 6 - Architettura del dimostratore.

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Bibliografia

Figura 7 - Flusso dei dati nel dimostratore.

Il dimostratore era composto dai seguenti componenti, come da Figura 6: • SafePilot sub-system • A-VTMIS sud-system Nella Figura 7 è rappresentato il flusso dei dati all’interno del sistema SafePort, come implementato nel dimostratore, sintetizzando il concetto che SafePort intende promuovere. Alla fine delle attività dimostrative si è tenuto un debriefing con rappresentati dell’autorità portuale, dei piloti portuali e di stakeholder per discutere i risultati della dimostrazione e per raccogliere suggerimenti e commenti per gli sviluppi della seconda fase. Il progetto terminerà nel primo semestre del 2012 con una sessione dimostrativa nel porto di Gjion.

European Maritime Safety Agency, "Maritime Accident Review 2010", http://emsa.europa.eu/documents/emsa-publications/19annual-maritime-accident-reviews.html, Lug. 2010. ESA, “Galileo: Mission High Level Definition”, Set. 2002. ESA, “EGNOS:The European Geostationary Navigation Overlay System– A cornerstone of Galileo”, Dic. 2006. SafePort Consortium, “SafePort Technical proposal”, Ott. 2009. European Union, “The EGNOS Safety of Life Service Definition Document”, Feb. 2011. International Maritime Organization, “Resolution A.915(22) REVISED MARITIME POLICY AND REQUIREMENTS FOR A FUTURE GLOBAL NAVIGATION SATELLITE SYSTEM (GNSS)”, Gen. 2002. VTMIS-NET project, “Final Report“, http://www.transport-research.info/Upload/Documents/200310/ vtmisnet.pdf, Giu. 2000. International Civil Aviation Organization, “Performance-based Navogation (PBN) Manual“, DOC 9613 An13 third edition,2008 Radio Technical Commission for Aeronautics, “Minimum Operational Performance Standards for Global Positioning System/ Wide Area Augmentation System Airborne Equipment”, DO229D,Dic. 2006. John A. Volpe National Transportation Center,“Vulnerability assessment of the transportation infrastructure relaying on the Global POSITIONING SYSTEM”, FINAL REPORT, AGO. 2001.

Autori ANTONIO CASORIA ANTONIO.CASORIA@NEXT.IT

Parole chiave NAVIGAZIONE, ATTRACCO, POSIZIONAMENTO ROTTE.

NEXT-INGEGNERIA DEI SISTEMI S.P.A. GIANLUCA MARUCCO, ANTONIO DEFINA ISTITUTO SUPERIORE MARIO BOELLA BENJAMIN HODGSON BMT GROUP LTD

Abstract The EGNOS system to support safe navigation in ports: the project SafePORT SafePORT The project, developed within the 7 th Framework Programme sponsored by European Union under the supervision of European GNSS Agency (GSA), which follows all applications relating to the European GNSS systems, Galileo and EGNOS, has the aim to improve receptive capacity of European ports, while increasing the safety of operations, navigation, docking and mooring.

GEORGE MERMIRIS UNIVERSITY OF STRATHCLYDE TOMMY GULDHAMMER MIKKELSEN MARIMATECH AS STAFFAN NORDLÖF KONGSBERG NORCONTROL IT BORIS KENNES EUROPEAN GNSS AGENCY


GEOSPATIAL

Innovazione tecnologica e sinergie tra soluzioni geospaziali Lo "scenario Intergraph" (Parte Seconda) di Andrea Fiduccia Continua in quest'articolo la descrizione delle soluzioni geospatial del nuovo scenario Intergraph che si sta delineando a seguito della fusione di molti player del settore della geomatica al'interno del gruppo Hexagon AB. La prima parte di questo articolo è stata pubblicata su GEOmedia 4/2011.

N

el 2010 Intergraph Corporation, storico brand delle tecnologie geospaziali, è stata acquisita dalla Hexagon AB, gruppo svedese quotato presso NASDAQ OMX Nordic Stockholm. L’acquisizione di Intergraph rientrava in una più ampia manovra strategica di acquisizioni (Leica, ERDAS, Novatel, etc) da parte di Hexagon AB, che colloca oggi la holding svedese in una posizione di indiscussa leadership nel segmento “geospaziale” in tutte le sue componenti (GIS, Infrastrutture Spaziali di Dati, software per il telerilevamento, software e hardware per geodesia, topografia e fotogrammetria includendo stazioni totali, sistemi LIDAR terrestri ed aerei e camere fotogrammetriche digitali, etc.). Soluzioni integrate GIS-Telerilevamento Nell’ambito delle strategie del gruppo Hexagon AB, la rete commerciale e i prodotti di ERDAS sono stati incorporati in Intergraph, estendendone il portaglio di offerta e la capacità di veicolare i prodotti sul mercato attraverso un nuovo e referenziato canale di distribuzione. La configurazione dell’offerta di “tecnologia geospaziale integrata” per il GIS e il telerilevamento è stata assestata su tre livelli di scalabilità funzionale: Essentials, Advantage e Professional. La piattaforma GeoMedia 2012 (Figura 1) infatti prevede le seguenti configurazioni: • GeoMedia Essentials: un software GIS con tutte le funzionalità base di analisi dei dati (query dinamiche, attributi funzionali) con IMAGINE Essentials integrato per le analisi di base delle immagini; • GeoMedia Advantage è costituito da GeoMedia Essentials più GeoMedia GRID (supporto al modello raster generalizzato); • GeoMedia Professional è GeoMedia Advantage più tutte le funzionalità per la costruzione dei dati e per il controllo di consistenza e qualità degli stessi precedentemente incluse nei verticali GeoMedia Parcel Manager, GeoMedia

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Figura 1 - GeoMedia 2012.

Public Works, GeoMedia Fusion, and GeoMedia Transaction Manager, GI Toolkit e Feature Topographer; Vengono forniti quattro applicativi verticali rispetto alla piattaforma base: • GeoMedia Transportation Manager per le analisi trasportistiche e il supporto alla segmentazione dinamica avanzata; • GeoMedia Mapping Manager per la realizzazione di prodotti cartografici sia digitali che cartacei; • GeoMedia Database Manager per funzionalità avanzate di gestione dei modelli dati e dei dati in un ambiente di produzione caratterizzato da un database centralizzato; • GeoMedia 3D per la visualizzazione, la “navigazione”, la gestione e l’analisi di dati GIS tridimensionali. Continuano ad essere disponibili GeoMedia e GeoMedia Professional 2011 (rel. 6.1). Il sistema di gestione della licenze è ormai sempre cuncurrent: il software può essere installato in più postazioni delle quali possono esserne contemporaneamente attive solo un certo numero pari al numero di licenze acquistate. Il controllo e la gestione delle licenze disponibili è centra-

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GEOSPATIAL

zioni o analisi dei cambiamenti su immagini satellitari e dati LIDAR). LPS ed i suoi moduli aggiuntivi integrati con ERDAS IMAGINE consentono di realizzare tali flussi a valore aggiunto che coniugano fotogrammetria e telerilevamento. Fotogrammetria “per le analisi nel GIS e nel CAD” - sono moduli che estendono con funzionalità di analisi stereoscopica software GIS (ad es. le ERDAS Extensions for ArcGIS Stereo Analyst for ArcGIS, Terrain Editor for ArcGIS, FeatureAssist for ArcGIS) o CAD (ad es. LPS PRO600 per Microstation).

Soluzioni Server La scalabilità funzionale è anche in questo caso su tre livelli nei quali il superiore comprende le funzionalità del livello inferiore: Essentials, Advantage e Professional (Figura 3).

Figura 2 - I nuovi Point Cloud Tools in ERDAS IMAGINE 12.

lizzato in un server connesso in rete locale con le postazioni operative. ERDAS IMAGINE, rilasciato nelle tre versioni Essentials, Advantage e Professional, è il software di riferimento per le analisi dei dati satellitari e per la generazione di Modelli Digitali del Terreno. ERDAS IMAGINE nella versione attuale (rel. 11.0.5.), oltre alle note funzionalità di image processing, già supporta il formato dati GeoMedia warehouse e può operare una prima serie di analisi con i dati LIDAR consentendo di pubblicare i suoi workflow come webservice OGC WPS (tramite ERDAS APOLLO) in una Infrastruttura di Dati Territoriale. Mediante specifici applicativi verticali IMAGINE consente, tra l’altro, la gestione di dati radar, la georeferenziazione rapida, le analisi di cambiamento e la vettorializzazione automatica. Nella versione attualmente in beta (rel.12), l’integrazione con GeoMedia è ancora più completa: infatti è possibile dallo Spatial Modeler, il potente ambiente grafico di costruzione dei workflow di analisi, costruire processi “ibridi” che sfruttano non solo il motore di analisi raster di IMAGINE, ma anche tutte le funzionalità di processamento vettoriale di GeoMedia. Sempre in questa nuova versione sono estese le funzionalità di supporto al dato LIDAR sia in visualizzazione che in classificazione (Figura 2). ERDAS ER Mapper complementa l’offerta per il telerilevamento (condividendo il file di licenza con ERDAS IMAGINE Professional e viceversa) fornendo funzionalità di image processing basate su wizard e di mosaicatura e compressione delle immagini nei formati ecw e jpeg2000.

ERDAS APOLLO Essentials: è di fatto Image Web Server (IWS) - ormai integrato nella suite ERDAS APOLLO - noto da anni come l’application server specializzato nella pubblicazione WebGIS di grandi volumi di dati raster (mosaici di ortofoto, immagini satellitari ad alta risoluzione, CTR raster). ERDAS APOLLO Essentials rende accessibili su Web in tempo reale immagini di ogni genere sia sfruttando la tecnologia di compressione ECW sia usando gli standard OGC WMS e WMTS. ERDAS APOLLO Advantage: è uno strumento software in grado di catalogare automaticamente grossi volumi di dati geospaziali, e renderli poi rintracciabili, interrogabili ed accessibili via Web nel rispetto degli standard OGC e ISO. In particolare i metadati di APOLLO sono pubblicati nel formato standard ISO 19115 Geographic Information Metadata, garantendo così la piena compatibilità con quanto richiesto dal CNIPA per l’aggiornamento del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT). ERDAS APOLLO Advantage fornisce gli strumenti per: • rintracciare nella rete aziendale, attraverso data crawlers intelligenti ed automatizzati, dati raster e Web services geografici; in questo modo l’archivio dei dati si aggiorna automaticamente risolvendo i problemi legati alla gestione di terabyte di dati;

Soluzioni per la Fotogrammetria Il segmento delll’offerta per la fotogrammetria è suddiviso in: •

Fotogrammetria “per la produzione” - è il contesto della produzione massiva di dati geografici. Il software di riferimento è ImageStation che permette – come modulo aggiuntivo di GeoMedia - di gestire orientamento, triangolazione, ortocorrezione di immagini, creazione di dati tridimensionali e di DTM. Fotogrammetria “da progetto” - è il contesto dei flussi di postprocesso “specialistici” con sorgenti di dati eterogenee (ad esempio classifica-

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Figura 3 - Geospatial Server Products 2012.

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GEOSPATIAL • estrarre con gli harvester le informazioni importanti dai dati e dai servizi rintracciati (metadati, caratteristiche del sensore, ecc.) in maniera automatica, garantendo un grande risparmio di tempo e la fedeltà delle informazioni reperite; • catalogare le immagini e i servizi web OGC trovati, indicizzandone i dati, ovunque essi si trovino all’interno dell’azienda, evitando perdite di tempo quando servono e consentendone l’uso immediato all’occorrenza; • servire i dati così organizzati, mediante web services OGC, sia come insiemi di immagini che sotto forma di mosaici ortocorretti, o di prodotti geografici a valore aggiunto, sia per applicazioni desktop (tutte quelle della suite ERDAS ovviamente, ed i software più diffusi per la gestione di informazioni geospaziali) che Web. ERDAS APOLLO Advantage include Geospatial Portal (vedi più avanti). ERDAS APOLLO Professional: mette a disposizione ulteriori funzionalità di geo-processing lato server: infatti supporta il formato standard OGC per i servizi di elaborazione di dati via Internet, il WPS (Web Processing Services). GeoMedia WebMap (GMWM) è la soluzione server altamente scalabile per l’erogazione di servizi Web standard OGC, nodo fondamentale di una Infrastruttura di Dati Territoriali. Integrando tutte le funzioni di analisi spaziale di GeoMedia, l’utente, via Web, può facilmente visualizzare, ricercare ed analizzare dati geospaziali di diversa natura, fino alla realizzazione della mappa finale. GMWM Essentials consente la pubblicazione dei siti WebGIS (eroga un Thin Client preconfigurato) e dei web services OGC ”di base” (WMS, WMTS, WFS, WFS-G, WCTS, WPS-CT), GMWM Advantage include Geospatial Portal e funzionalità per il data entry via web (anche mediante WFS-T) e, infine, GMWM Professional fornisce funzioni di elaborazione dati avanzate (ad es. gestione della segmentazione dinamica). Geospatial Portal è un client avanzato che, fruito attraverso un browser standard, integra i Servizi Web standard OGC di una Infrastruttura di Dati Territoriali in una singola finestra di navigazione cioè un geoportale.

Geospatial SDI è un componente che integra/eroga Servizi Web standard OGC e INSPIRE per una Infrastruttura di Dati Territoriali senza legarsi ad uno specifico WebGIS server. GeoMedia Smart Client (GMSC) è un framework per realizzare applicazioni Web GIS con un client basato su Java, che si colloca tra le applicazioni desktop GIS e le piattaforme WebGIS. GMSC offre, lato server, strumenti per sviluppare workflow di analisi geospaziale complessi, efficienti e personalizzabili fruibili tramite il client che presenta un interfaccia con prestazioni e funzionalità di editing dei dati, navigazione, query, editing, stampa in grandi formati, ecc paragonabili con quelle di un desktop GIS. Il server ottimizza il trasferimento dei dati al client mediante meccanismi di tiling e caching. GMSC Essentials offre solo funzionalità di analisi, GMSC Advantage consente anche di usare dei workflow forniti come template e di effettuare data entry via Web ed infine GMSC Professional abilita la costruzione di nuovi workflow “personalizzati”. Il licenziamento dei software server prevede, oltre alla scalabilità funzionale (Essentials, Advantage e Professional), la scalabilità “organizzativa”: la licenza “One” è rivolta al singolo dipartimento (es. Direzione Urbanistica di un Comune), la licenza “Workgroup” è multi-dipartimento (più di 5 server farm per compiti differenziati es. una Regione) e la licenza “Corporate” (CLA Corporate License Agreement) è multi-dipartimento per enti di grosse dimensioni (grandi società, Ministeri, etc). Apparirà chiaro, a questo punto, come le tecnologie Intergraph ed ERDAS siano – e sempre più saranno - integrate seguendo due approcci: • Integrazione di prodotto. Le funzionalità base di image processing diventano una componente della piattaforma GeoMedia e, specularmente, le funzionalità di analisi dei dati vettoriali diventano un componente a valore aggiunto in ERDAS IMAGINE e quindi possono essere fruite come WPS in una Infrastruttura di Dati Territoriali. • Integrazione di workflow. La complementarità dei software è evidente nel contesto delle Infrastrutture di Dati Territoriali dove le soluzioni serventi che erogano web service standard di base (servizi di pubblicazione di data source vettoriali – GeoMedia Web Map – e raster – ERDAS APOLLO Essentials) e avanzati (servizi di catalogo, indicizzazione e ricerca - ERDAS APOLLO Advantage – e servizi di processamento - ERDAS APOLLO Professional) forniscono funzionalità rese fruibili mediante i geoportali (Geospatial Portal). Ma, a loro volta, i software di fotogrammetria sono alla base della catena di produzione delle ortoimmagini a partire dalle quali o mediante image processing o per head up digitizing saranno realizzati database topografici e cartografie tematiche. Le soluzioni Intergraph-ERDAS consentono di gestire, infatti, tutto il ciclo di vita e di utilizzazione dell’informazione geografica (concetto di “Big Picture”).

Figura 4 - Architettura di sistema integrata nelle soluzioni IMoSS.

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Le soluzioni serventi Intergraph-ERDAS possono essere, infine, utilizzate in infrastrutture cloud (Amazon EC2).

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GEOSPATIAL Soluzioni integrate per il monitoraggio: IMoSS Nella holding HEXAGON è recentemente nata una nuova società: IMoSS Integrated Monitoring Solutions and Services. Ad oggi, nell’offerta Leica Geosystems, esiste una ampia gamma di sensori per il monitoraggio “in situ”: stazioni totali robotizzate, livelle digitali, sensori di spostamento basati su GNSS, inclinometri, sensori geotecnici, ecc. Tutti questi sensori sono abilitati a trasmettere informazioni utilizzando reti wireless e modem cellulari (sensor domain) e sono corredati di componenti informatiche remotizzate che trasformano il flusso di dati in servizi Web (acquisition domain). Altre componenti applicative si prendono carico da un lato dell’individuazione delle sorgenti di dati disponibili in rete (service discovery) e della pianificazione dell’attivazione dei sensori (sensor planning). I dati sono composti in quadri informativi dai quali si possono desumere situazioni di allerta (sensor fusion e event-alert management). Infine i dati e gli “eventi/allarmi” sono fruiti dalle applicazioni di sala operativa. Questa architettura di sistema per il monitoraggio ambientale basata su servizi Web, e progressivamente messa a punto mediante progetti cofinanziati dall’Unione Europea (S@ny, Orchestra, etc) mentre l’Open Geospatial Consortium individuava e validava le specifiche per i servizi, rappresenta la zona di sovrapposizione tra GMES e INSPIRE. IMoSS, sfruttando le componenti sensoristiche ed applicative di Leica e le componenti applicative di Intergraph ed ERDAS per search, discovery, sensor fusion, analisi, geospatial intelligence, mappe collaborative e sistemi per sale operative (Figura 4.) si pone sul mercato quale soggetto primario e partner ideale per questa tipologia di sistemi ad elevatissimo contenuto tecnologico. Il campo di applicazione dei sistemi IMOSS è costituito da: • monitoraggio delle infrastrutture (dighe, ponti, tunnel, infrastrutture viarie e ferroviarie, ...); • movimenti del suolo (frane, subsidenza, miniere, ...); • strutture con caratteristiche particolari (grattacieli, generatori eolici, piattaforme off-shore, relitti galleggianti o in secca...); • macchinari speciali (pontoni, draghe, escavatori, ...).

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Ad oggi sono già stati attivati diversi progetti di monitoraggio “intelligente” tra i quali citiamo il sistema di monitoraggio della diga di Cixeri (Cagliari), il monitoraggio delle aree in frana a Grohovo in Croazia, il monitoraggio della costruzione di grattacieli ad Abu Dabi negli Emirati Arabi e il sistema di monitoraggio del rischio frana del Comune di Ancona.

Parole chiave GEOSPATIAL, GIS, WEBGIS, REMOTE SENSING, INTEGRATED MONITORING.

Abstract Technological innovation and synergies between geospatial solutions. The "Intergraph's scenario". 2nd Part. In October 2010, Intergraph was acquired by and is now a wholly owned subsidiary of Hexagon AB. Hexagon is a leading global provider of precision measurement technology systems. Intergraph Security, Government & Infrastructure (SG&I) provides geospatially powered solutions to the public safety and security, defense and intelligence, government, transportation, utilities, and communications industries. Now since ERDAS is part of Intergraph, Intergraph provides integrated products for remote sensing, photogrammetry, and geospatial data management and delivery. Using Leica sensors and technologies enhanced by Intergraph-ERDAS software technologies, IMoSS (another company of HEXAGON AB) is a reliable partner when it is needed to monitor, analyse and visualise movements at millimetre level accuracy and to trasform the monitoring data into actionable intelligence.

Autore ANDREA FIDUCCIA ANDREA.FIDUCCIA@INTERGRAPH.COM

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OPEN SOURCE

OSGeo - Open Source Geospatial Foundation di Margherita Di Leo, Massimo Di Stefano, Anne Ghisla

L'esigenza nata verso la fine del 2005 di selezionare ed organizzare più di 200 progetti FOSS4G porta alla nascita nel Febbraio 2006 di OSGeo (the Open Source Geospatial Foundation), organizzazione internazionale la cui mission è promuovere lo sviluppo collaborativo di software libero focalizzato sull'informazione geografica (FOSS4G).

I

progetti che attualmente fanno parte di OSGeo comprendono applicazioni di web mapping, desktop GIS, librerie geografiche e cataloghi di metadati. OSGeo offre supporto finanziario, legale e organizzativo alla comunità di sviluppatori ed utilizzatori di software libero geografico, inoltre offre a tali progetti l’infrastruttura necessaria a garantire la collaborazione e il miglioramento dei software stessi. Non tutti i software basati su codice libero ed open source, dedicati alle informazioni geografiche, fanno parte di OSGeo. La Fondazione ha una policy di certificazione ben precisa che prevede di analizzare il progetto in tutte le sue parti a partire dal tipo di licenza adottato al numero di utenti, sviluppatori e power user e il grado di attività della comunità dello specifico progetto. Un progetto software può fare richiesta alla Fondazione di essere monitorato in modo da accertare che abbia i requisiti per far parte della Fondazione: in tal caso il progetto viene messo in fase di incubazione, durante la quale viene analizzato in dettaglio da una specifica commissione che provvede in seguito a riferire ai responsabili del progetto se esso risulta valido e può entrare a far parte dei progetti supportati ufficialmente dalla Fondazione. Tra le tante attività della Fondazione, di rilevante interesse annoveriamo: • Il supporto al settore dell’educazione scientifica mediante la collezione di materiale didattico di corsi universitari che fanno uso di software geografico libero (Education Committee); • La sponsorizzazione di eventi locali (community/code sprints) dedicati allo sviluppo di uno specifico progetto (Marketing Committee); • La creazione di supporti multimediali allo scopo di diffondere e promuovere il software geografico libero (Live-DVD Committee); • La promozione dell’uso dei formati geografici standard nella pubblicazione di dati geografici, metadati e relative licenze e la promozione della fruibilità dei dati da parte di un’ampia comunità (Public Geospatial Data Committee). • Il conferimento annuale del prestigioso Sol Katz Award per premiare ogni anno le personalità che si sono distinte contribuendo ai progetti GFOSS. Ogni anno la Fondazione organizza una conferenza internazionale denominata FOSS4G Conference in grado di ospitare i

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più grandi sviluppi e novità nel campo del GFOSS. In media la conferenza ospita circa 1000 partecipanti. La conferenza ha luogo a rotazione nei vari continenti in modo da raggiungere potenziali partecipanti da tutto il mondo e conoscere i vari contesti nazionali e regionali in cui le attività di OSGeo hanno luogo. OSGeo ha partecipato ogni anno a partire dal 2007 come men- Chapters e utenti del Wiki] toring organization nel Google Summer of Code, un programIl Local Chapter Italiano di OSGeo è ma mediante il quale Google finanzia stuGFOSS.it, l’Associazione Italiana per l’Indenti da tutto il mondo ad avvicinarsi allo formazione Geografica Libera. sviluppo di software libero. In tale contesto, OSGeo raccoglie ogni anno notevole successo e un numero crescente di studenti e mentor. Parte degli studenti rimane nel team di sviluppatori del proprio progetto OSGeo anche dopo la fine del Google Summer of Code, e alcuni di essi sono negli anni diventati mentor a loro volta. Abstract Open Source Geospatial Foundation Esistono diversi gradi di membership nel(OSGeo) la Fondazione. Per diventare membri di The Open Source Geospatial Foundation OSGeo, basta semplicemente iscriversi al (OSGeo) is a not-for-profit organization, Wiki ed agire nello spirito collaborativo e created in early 2006 to the aim at supvolontario della Fondazione. A questo punporting the collaborative development to, il passo naturale è quello di scegliere of geospatial open source software, and uno o più progetti a cui contribuire, comipromote its widespread use. The foundatati, documentazione sul wiki ecc. tion provides financial, organizational and legal support to the broader open source Un secondo livello di memership è rappregeospatial community. It also serves as an sentato dai Charter Members, il cui unico independent legal entity to which comruolo speciale è quello di votare per il Board munity members can contribute code, of Directors, il presidente e per l’elezione funding and other resources, secure in degli altri Charter Members. Il Board è il the knowledge that their contributions will terzo livello di membership, ha il compito be maintained for public benefit. OSGeo di dirigere e rappresentare la Fondazione. also serves as an outreach and advocacy Nella scelta dei Charter Members, si cerca organization for the open source geospatial community, and provides a common in genere di dare massima rappresentanforum and shared infrastructure for imza possibile a tutti i Paesi membri della proving cross-project collaboration. The Fondazione. Dalle statistiche emerge che foundation's projects are all freely available OSGeo conta 450 membri registrati al wiki and useable under an OSI-certified open e ben 21000 indirizzi email registrati nelsource license. le diverse mailing lists dei progetti, 125 The Italian OSGeo local chapter is named Charter Members e 8 membri del Board of GFOSS.it (Associazione Italiana per Directors (dati giugno 2012). l'informazione Geografica Libera). Per facilitare le attività a livello locale, Autori OSGeo comprende 20 Local Chapters uffiMARGHERITA DI LEO cialmente approvati ed altri in formazione, DILEOMARGHERITA@GMAIL.COM ovvero associazioni locali che condividono la mission della Fondazione ed agiscono ANNE GHISLA a livello nazionale, oppure comprendoA.GHISLA@GMAIL.COM no gruppi linguistici (come i francofoni e gli ispanici). Ogni Local Chapter assegna MASSIMO DI STEFANO EPIESASHA@ME.COM ad uno dei suoi membri il ruolo di Liason Officer con il compito di favorire la comuniGLI AUTORI DESIDERANO RINGRAZIARE MARKUS cazione con la Fondazione. NETELER PER LA REVISIONE.

GEOmedia n°3-2012



Milano Palazzo Giureconsulti 22-23 ottobre 2012 città digitale, città sostenibile 7a EDIZIONE con l’adesione del PRESIDENTE della REPUBBLICA COMITATO PROMOTORE

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GI IN EUROPE di Mauro Salvemini

INSPIRE 2012 da Istanbul a Firenze Durante la conferenza INSPIRE 2012 svoltasi ad Istanbul la notizia che ha maggiormente colpito gli italiani presenti, anche quelli della pubblica amministrazione , è stata che la prossima Conferenza INSPIRE si svolgerà a Firenze dal 23 al 27 giugno 2013.

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turchi sono stati certamente all’altezza della situazione nell’organizzazione della conferenza impressionando peraltro per l’attenzione posta all’evento con la partecipazione alla sessione inaugurale del Ministro delle infrastrutture ed ambiente , del Governatore della regione di Istanbul e del Sindaco tutti salutati e seguiti nei loro speech, non solo di facciata, da circa cinquecento impiegati e funzionari delle amministrazioni pubbliche che si sono materializzati nella ampia sala delle conferenza all’arrivo delle autorità. Del resto la Turchia fornisce la sensazione solo epidermica, mentre in ogni dove si utilizzano gratis efficienti wi-fi, di vivere in un’atmosfera di qualche lustro fa e, per questo, si fa apprezzare. Sin dall’apertura della conferenza è stato chiaro che la EC intendeva porre un riferimento e fare una riflessione su quanto posto in essere dalla promulgazione, oramai cinque anni or sono, della Direttiva paragonata ad un oramai cresciuto giovinetto che sta decidendo della sua vita,. La diapositiva presentata da Annoni nella relazione di chiusura e qui di seguito esposta è rappresentativa e sintetizza quanto accaduto dal 1994 in poi. In buona sostanza INSPIRE sta crescendo, in ciascuno degli Stati Membri ha prodotto in cinque anni quello che la politica, le amministrazioni e le comunità tecniche hanno voluto e sono state in grado di fare a livello di nazione, il risultato è che ci sono stati i più bravi ed i meno bravi. Il processo Europeo di interoperabilità nel quale si colloca è comunque andato avanti: sembra riduttivo pensare ad INSPIRE come chiuso su se stesso ed auto referenziato ed ecco quindi che la Digital Agenda for Europe , la iniziativa strategica Europe 2020 , SEIS e la nuova frontiera denominata EULF ( European Location Framework) ,un documento che sta girando oramai da qualche tempo a livello tecnico-politico nella EC con qualche necessità a mio parere di maggiore concretezza, rappresentano gli sbocchi naturali di INSPIRE. Le critiche mosse allo sviluppo della Direttiva durante la Conferenza, ancorché alcune mi hanno dato l’impressione di essere state preparate in un sapiente gioco delle parti, evidenziano che non il tutto doveva essere fatto ma che la interoperabilità dei dati geospaziali doveva essere per la prima volta posta al centro dell’interesse e ci si è riusciti. I dati geospaziali , occorre essere modesti, sono una componente della società della informazione , una componente importante spesso poco considerata ma occorre considerarli nel sistema globale un pò come fa SEIS (http://ec.europa.eu/environment/seis/) per l’ambiente. Il problema sta nel come ciascun Stato Membro e le sue componenti sia stato in grado di approfittare al meglio delle opportunità offerte da INSPIRE . Promuovere nuovi modelli di business per il settore dell’informazione geografica digitale, coniugare il modello

Diapositiva dalla relazione di chiusura di Alessandro Annoni (JRC) presentata alla INSPIRE Conference Istanbul 2012.

collaborativo tra livello centrale e regionale per le infrastrutture di dati territoriali sono gli aspetti più rilevanti sui quali si è concentrata la attenzione della Commissione. E in Italia? Le potenzialità ci sono tutte: il Disegno di Legge De Angelis sulla utilizzazione della informazione geografica digitale, l’impegno del CISIS-CPSG per le IDT regionali e la loro armonizzazione, ma quando daranno frutti concreti? Forse la Conferenza del 2013 può essere una ottima occasione. Si vedrà. Quasi tutte le presentazioni di quest’anno si possono leggere su http://inspire.jrc. ec.europa.eu/events/conferences/inspire_2012/index.cfm/page/prel La Conferenza 2012 si è conclusa come al solito con la presentazione di un breve video sulla sede del 2013, il successo dell’annuncio, lasciato al solo video, è stato assicurato dal nome di Firenze mentre il testimone dell’organizzazione dell’evento è stato consegnato nelle mani di ISPRA. Ora la storia della Conferenza INSPIRE 2013 è tutta da scrivere. Come ho già affermato subito dopo l’annuncio l’associazione AMFM GIS Italia è pronta a collaborare

Abstract DURING THE CONFERENCE HELD IN ISTANBUL IN 2012 ISPIRE THE NEWS THAT MOST IMPRESSED ITALIANS PRESENT, EVEN THOSE IN THE PUBLIC ADMINISTRATION, WAS THAT THE NEXT INSPIRE CONFERENCE WILL TAKE PLACE IN FLORENCE JUNE 23 TO 27 2013.

Autore MAURO SALVEMINI MAURO.SALVEMINI@UNIROMA1.IT

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ASSOCIAZIONI Conferenza AM FM GIS Italia 2012 Si terrà a Roma il 26 e 27 settembre la prossima conferenza AM FM GIS Italia (Automated Mapping and Facilities Management Geographic Information Systems). Chiunque potrà seguire la discussione Twitter utilizzando l'hashtag #amfm2012 come chiave di ricerca e partecipare alla discussione inserendo lo stesso hashtag #amfm2012 in ciascun "tweet". Ricordiamo a tutti che la conferenza AMFM potrà essere seguita via Web anche da remoto, grazie allo streaming in diretta delle relazioni esposte ed alla successiva pubblicazione sulla piattaforma di broadcasting video YouTube dei contenuti più rilevanti. La Conferenza si svolgerà presso l'Aula Magna della Facoltà di Architettura Sapienza Università in Piazza Borghese 9. Nel corso della Conferenza AMFM GIS Italia assegnerà il RICONOSCIMENTO PER LA UTILIZZAZIONE DELLA INFORMAZIONE GEOGRAFICA DIGITALE NELLE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO 2012 allo scopo di segnalare l'alta utilizzazione civile e di pubblica utilità della informazione digitale geografica avvenuta durante e dopo il sisma da parte di enti ed organizzazioni nonchè da comunità che hanno attraverso di essa perseguito la pubblica utilità Riportiamo per comodità dei lettori il programma preliminare: 1° Blocco: sul Disegno di Legge “Delega al Governo per il riassetto delle strutture competenti in materia di gestione e fruizione dell’informazione geografica digitale, nonché per il più razionale utilizzo della stessa al fine dello sviluppo dei servizi connessi” Parteciperà il proponente del DDL Senatore Candido De Angelis insieme ai soggetti pubblici e privati interessati allo scopo di fare il punto della situazione e continuare il dibattito sulla iniziativa legislativa. 2° Blocco: sul Repertorio Dati Territoriali di recente avvio per il tramite dei decreti legislativi del 2012 con la partecipazione di DigitPA e rappresentanti delle varie componenti degli utenti, fornitori e gestori . La finalità è quella di fare il punto su le iniziative legate al Repertorio con particolare riferimento alla usabilità ed inquadramento nella Direttiva INSPIRE. 3° Blocco: sulla utilizzazione della GI per la Sicurezza. Il tema ,già in agenda di precedenti conferenze di AMFMGIS Italia è rilevante nei suoi vari aspetti tra i quali vale ricordare quello territoriale, quello della persona, quello delle reti di servizi.

4° Blocco: verrà organizzato in forma simile ad un “BarCamp” sugli aspetti di armonizzazione dei modelli dati di land-use e land-cover. Temi questi sui quali AMFM GIS Italia ha operato da tempo in qualità di partner di progetti europei.

Praga ha vinto la gara per ospitare il prossimo Convegno internazionale ISPRS 2016 Al Congresso ISPRS a Melbourne, in Australia, i delegati per la XXII° Assemblea Generale hanno assegnato il Congresso ISPRS 2016 a Praga. La capitale ceca ha battuto Parigi nel round finale. Lena Halounová sarà il Direttore del Congresso. Sempre durante il congresso di Melbourne, è stato eletto un nuovo Consiglio come segue: Presidente: Chen Jun (Cina) Segretario Generale: Christian Heipke (Germania) Primo Vice Presidente: Orhan Altan (Turchia) Secondo Vice Presidente: Marguerite Madden (USA) Tesoriere: Jon Mills (UK) Direttore Congresso: Lena Halounová (Repubblica Ceca)

SIFET Convegno Nazionale 2012 - I GNSS: DALL'INQUADRAMENTO AL RILIEVO DI DETTAGLIO - 12 - 14 SETTEMBRE 2012 AULA MAGNA FACOLTA' DI INGEGNERIA, MODENA Nel momento in cui questo numero andrà in stampa sarà in corso il Convegno SIFET affrontando iltema dei GNSS (Global Navigation Satellite Systems) che come noto rappresentano una delle tecniche di rilievo più interessanti da un punto di vista della ricerca e delle applicazioni professionali. Le loro applicazioni come tecnica di rilievo per la realizzazione dei sistemi di riferimento, per la definizione di reti di inquadramento locale e di monitoraggio e per varie tipologie di rilievo di dettaglio (aggiornamento di cartografia e GIS, aggiornamento catastale, tracciamento di opere di ingegneria, ecc.) sono in continua evoluzione e diffusione. La SIFET si propone quindi di presentare un quadro aggiornato dello


ASSOCIAZIONI sviluppo di questa tecnica di rilievo, offrendo un panorama esaustivo delle attivitĂ di ricerca in atto a livello nazionale e internazionale e delle ricadute che tali ricerche hanno e avranno a livello professionale nei prossimi anni. Il tema del Convegno SIFET 2012 apre una stagione di appuntamenti annuali che intendono affrontare le tecniche di rilievo di base di interesse dei soci SIFET offrendo ai soci e alle persone interessate la possibilitĂ di apprezzare le potenzialitĂ delle tecniche di rilievo metrico e di aggiornarsi sulla loro evoluzione. Il Convegno SIFET 2012 si propone anche come momento formativo, oltre che informativo, sulla tecnica GNSS offrendo in questo modo, anche a chi si avvicina per la prima volta aqueste tematiche, la possibilitĂ di accrescere il proprio bagaglio conoscitivo in modo graduale ed efficace. Conferenza ASITA 2012 – 6-9 Novembre 2012 Vicenza - Comunicazioni Il Prof. Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di BIOMETEOROLOGIA (IBIMET) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, parteciperĂ alla sessione inaugurale di ASITA 2012 con una Conferenza su "globalizzazione e cambiamenti climatici". Rilasciato il programma per la sessione speciale organizzata dalla Regione Veneto “L’IDT e i Database Topografici: strumenti per la gestione dell’Informazione territoriale nella Regione del Venetoâ€?, disponibile sul sito web dell’associazione www.asita.it Un Laboratorio Extraterrestre supporta il programma spaziale russo - Report della Commissione ICA (International Cartographic Association) sulla Cartografia Planetaria tenuto a Mosca nell’Agosto 2012 L’UniversitĂ Statale di Mosca di Geodesia e Cartografia (MIIGAiK) è la piĂš antica delle universitĂ russe (dal 1779), che ora ha 8.500 studenti e uno staff di oltre 600 addetti. Nel 2010 l'universitĂ ha creato un nuovo laboratorio per la ricerca spaziale chiamato Lab MIIGAiK extraterrestre (MExLab) in cui è previsto il supporto cartografico per le future missioni planetarie russe. Gli studenti che studiano in questo laboratorio sono cartografi plane-

tari. "Siamo venuti qui perchÊ in questo modo siamo in grado di sostenere le nostre future missioni spaziali, e siamo in grado di funzionare anche su dataset di missioni del passato" che non erano stati elaborati o analizzati. Tuttavia, molti dei dati registrati su nastri magnetici sono persi ormai. E c'è sempre qualcosa di nuovo nello spazio "- dicono Ludmila Shishkina e Natalia Kozlova, che lavorano in MExLab. Le attività sono svolte in quattro gruppi: Cartografia e mappatura, Elaborazione delle immagini multispettrali, Fotogrammetria, Geodesia e Navigazione. La MExLab nasce da un concessione triennale del Ministero dell'Istruzione e della Scienza della Federazione Russa chiamata "Misure per attrarre scienziati russi a istituti di istruzione". La proposta vincente congiunta di Jßrgen Oberst (DLR) e Kira Shingareva (MIIGAiK) è stato selezionata tra 500 proposte nel 2010. L'oggetto della proposta era quello di "sviluppare le infrastrutture e capacità di MIIGAIK ad assumere un ruolo importante nella pianificazione, l'esecuzione e l'analisi di dati provenienti da russi missioni planetarie" e anche di "sviluppare opportunità di lavoro per attrarre i giovani ricercatori e gli studenti a intraprendere una carriera nella geodesia, cartografia e scienza planetaria ". Ora ci sono circa 50 scienziati, tra cui circa 30 giovani, studenti di dottorato e la metà degli studenti dell'ultimo anno che lavorano a MExLab. Gli studenti stanno facendo un lavoro incredibile qui, che è anche il risultato del lavoro instancabile di tutti gli scienziati del laboratorio, dice Irina Karachevtseva, che è il capo del gruppo di Cartografia MExLab. Gli scienziati post dottorato Dmitry e Denis Uchaev studiano i campi di gravità di Phobos e Deimos utilizzando l'approccio di modellazione frattale. Irina Nadejdina e Anatoliy Zubarev stanno conducendo giovani ricercatori del gruppo di Geodesia che indagano Ganimede, Encelado, Ida e la Luna. Fanno elaborazione delle immagini utilizzando il software per fotogrammetria Photomod (prodotto da sviluppatori russi della Racurs) e insegnano agli studenti a creare DEM e ortomosaici per il supporto cartografico delle future missioni russe della zona polare della Luna. Tutti gli scienziati sperano che ci sarà una futura missione russa su Phobos, uno dei satelliti di Marte, per lavorare su di essa. http://icaci.org/

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2012 09 - 11 Ottobre Hannover, Germania INTERGEO 2012 http://www.intergeo.de 15 - 18 Ottobre Firenze SeCoGIS 2012, Sixth International Workshop On Semantic And Conceptual Issues In GIS http://cs.ulb.ac.be/conferences/ secogis2012/ 16 – 18 Ottobre LBS 2012 - - 9th Symposium on Location Based Services TUM - Technische Universität München Monaco, Germania http://www.lbs2012.tum.de 29 - 31 Ottobre Bologna Smart City Exhibition 2012 http://www.smartcityexhibition.it 29 ottobre – 2 novembre El Jadida, Marocco AARSE 2012 - Earth Observation & Geo-information Sciences for Environment and Development in Africa: Global Vision and Local Action Synergy www.aarse2012.org, 6 - 9 novembre ASITA 2012 Vicenza www.asita.it

12 – 17 novembre Conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi (GFOSS DAY 2012) e il quarto meeting degli Utenti di OpenStreetMap (OSMit 2012). Torino http://www.gfoss.it/drupal/ gfossday2012 28 - 30 novembre 2012 8th International gvSIG Conference - Generating Future: Technology, Solidarity and Business Complejo Deportivo-Cultural Petxina Valencia - Spagna http://www.gvsig.org/web/ community/events/jornadasgvsig/8as 6 - 9 febbraio 2013 XIV Meeting degli Utenti Italiani Grass e Gfoss Dipartimento di Scienze per l'Architettura della Scuola Politecnica Univesità di Genova http://geomorfolab.arch.unige.it/ genova2013/ 27-28 febbraio 2013 International Workshop ''The Role of Geomatics in Hydrogeological Risk” Padova http:// http//www.cirgeo.unipd.it/ geomatics4risk/ www.asita.it

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