Rivista bimestrale - anno 14 - Numero 4/2010 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
N°4 2010
GENERAZIONE PDA USABILITÀ E TECNOLOGIE X La gestione del Rischio nei Trasporti Scenari e Strumenti per la Mitigazione del Rischio
X L'eccellenza Cartografica è Marchigiana Il Premio Geoportali 2009 va al Comune di Jesi
X iPhone e Applicazioni Geomatiche Una Guida alle Applicazioni più Interessanti
X MDVLab e INGV: in volo sull'Antartide Droni e Telerilevamento al Servizio dell'ambiente
e l a n o i z a N a z a Conferen 14
Comune di Brescia
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Il crollo della cultura geomatica www.rivistageomedia.it
Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA, LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI, MICHELE DUSSI, SANDRO GIZZI, DOMENICO SANTARSIERO, LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI redazione@rivistageomedia.it Hanno collaborato a questo numero: V. BARBIERI, F. BORGHETTI, C. CAMOIRANO, A. CASETTO, P. CAVALLINI, L. CAVARRA, T. CONTI, S. COSTABILE, A. CROCIONI , E. L. DE ANGELIS, G. DI STEFANO, P. GANDINI, M. GATTI, F. GIULIETTI, E. LANZA, G. MARCHIONNI, M. PONTI, G. PROIETTI SILVESTRI, G. RAINOLDI, M. ROSINA, M. SALVEMINI, C. SIGOT, R. TERRINONI, M. TURCI. Redazione SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Via C. Colombo, 436 00145 Roma Tel. 06.62279612 Fax 06.62209510 redazione@rivistageomedia.it www.rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Via C. Colombo, 436 00145 Roma Web: www.aec2000.eu E-mail: info@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it Stampa Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di € 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Il presente numero è stato chiuso in redazione il 27 ottobre 2010. Editore A&C2000 s.r.l. Registrato al Tribunale di Roma con il N° 243/2003 del 14.05.03
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a formazione di base nel campo della geomatica sta lentamente dissolvendosi pur essendo il supporto vitale, direi “fondale” in termini ingegneristici, di qualsiasi infrastruttura territoriale. Sappiamo bene quale ruolo determinante sia affidato all'infrastruttura spaziale dei dati e quale debba essere il livello di certificazione necessario. E' ben noto a tal proposito che la cartografia ufficiale debba svolgere quel ruolo di attestazione dello stato di fatto tale che, una volta adottata, non possa essere confutata, addirittura in taluni casi anche se la realtà dimostri il contrario. Alla cartografia ufficiale ci si riferisce in un dibattimento giudiziale e anche per questo motivo esistono gli organi cartografici o le agenzie nazionali di oggi, in assenza delle quali chiunque potrebbe, avvalendosi dei bellissimi strumenti GIS disponibili, realizzare la propria cartografia ad uso e consumo personale così come, ad esempio, è accaduto a quel cacciatore che, accusato di aver ucciso un capriolo, porta al giudice la sua mappa in cui l'animale ucciso figura fuori del confine del parco nazionale. La cartografia ufficiale serve e va mantenuta con il valore di tale ufficialità. E' parzialmente assolto chi, progettando un'opera sulla cartografia ufficiale, commetta un errore, a patto che la scala di riferimento utilizzata sia quella adatta. Non lo è chi commetta l’errore utilizzando un sistema GIS che gli consenta di sovrapporre, ad esempio, cartografie senza certificazione che possono essere affette dal classico errore del “Datum” inesatto. La maggioranza degli operatori e degli utenti del mondo GIS ha limitate conoscenze per comprendere le caratteristiche geometriche e posizionali dell'Informazione Geografica a cui può riferirsi nella globalizzazione degli strati geografici presenti in rete, ulteriormente arricchiti oggi dal cloud computing, con distribuzione congiunta di software e dati come quelli proposti da Jack Dangermond il 26 ottobre, nel suo discorso di apertura della Conferenza utenti Esri EMEA tenutasi a Roma, nelle ultime versioni di ArcGIS. Tra i produttori c'è chi offre mappe “fresche” o migliori delle altre, oppure ora anche delle Basemap Gallery, senza che l'utente finale sia avvisato su quale tipo di accuratezze sia basato il livello geografico proposto. E il centro del sapere da cui si dovrebbe sviluppare la conoscenza di base, l'Accademia, non essendo riuscita ad assolvere al suo compito, trova oggi il solo spazio dell'autocommiserazione per mancanza di strumenti accusando il politico che taglia i fondi all'Università e alla Ricerca. Ben vengano i tagli se serviranno a far riflettere! Ben vengano le chiusure e fusioni tra Università, se queste non sono riuscite ad inserirsi neanche tra le prime 100 università della World University Ranking del 2010. Ma cosa possiamo fare oggi per cambiare questo stato di cose? Il primo passo dovrebbe essere quello della comunicazione con tutti gli altri settori disciplinari coinvolti per evitare l’isolamento, le competenze troppo spinte e per questo non universalmente sindacabili, la mancanza di confronto e lo scambio di conoscenze, attivando quindi comunicazione a tutti i livelli coinvolti e valido interscambio interdisciplinare. A questo obiettivo sembra si stia avvicinando la conferenza annuale del nostro settore ove con un grande sforzo si invitano esponenti di altri settori e si torna ad organizzare alcune sessioni plenarie. Il secondo passo è a cascata del primo, non appena cioè la cultura geomatica abbia riconquistato le giuste posizioni si potrà parlare del rinnovo della infrastruttura geografica. Abbiamo bisogno di un investimento di base, come quello che abbiamo fatto per tutte le infrastrutture. Abbiamo investito in linee di comunicazioni telefoniche, in linee elettriche, in vie di trasporto, in reti energetiche ed idrauliche ma abbiamo dimenticato di finanziare l'infrastruttura di base quella geografica. Ed è il momento giusto per pensare a questo investimento, nel modo corretto, anche nella visione di una nuova gestione della Pubblica Amministrazione.
ISSN 1128-8132 Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore. Rivista fondata da Domenico Santarsiero.
Buona lettura, Renzo Carlucci direttore@rivistageomedia.it
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SOMMARIO 4-2010
FOCUS
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Il SIT per la generazione di scenari di Rischio Trasporti della Protezione Civile DI
F. BORGHETTI, P. GANDINI, G. MARCHIONNI, M. PONTI, L. CAVARRA, G. PROIETTI, G. RAINOLDI
16 Tecnologie e soluzioni per un uso professionale dei PDA di nuova generazione : il caso iPhone di Apple DI DOMENICO SANTARSIERO
REPORTS
22 I cluster geografici M R 27 Il Geoportale Nazionale e l'attuazione della Direttiva 2007/60/CE DI
DI
AURIZIO
OSINA
SALVATORE COSTABILE
30 Utilizzo di dati satellitari per la pianificazione urbanistica: il PUG del Comune di Apricena DI VINCENZO BARBIERI
il GPS Augmenting System 32 EGNOS: per l’Europa DI
GIANLUCA PITITTO
36 Modello altimetrico di precisione a basso costo su un’area di ampie dimensioni DI MARCO GATTI, ALESSIO CASETTO
40 Il GeoPortale del Comune di Jesi T C A C 44 L'Informazione Geografica protagonista a ITN 2010 DI
DI
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ONINO
ONTI E
NDREA
ROCIONI
E. LANZA, C. SIGOT, C. CAMOIRANO
L’istituto sperimentale di rete ferroviaria italiana R T DI
ODOLFO
ERRINONI
UNIVERSITA' E RICERCA
52 MDVLab: in volo sull'Antartide DI
E. L. DE ANGELIS, F. GIULIETTI, M. TURCI, G. DI STEFANO
ALTRE RUBRICHE
In copertina un'immagine che mette in evidenza l'uso della tecnologia e il contesto ambientale in termini di riferimenti geografici, cartografici e di navigazione. Credits: Evgenia82 | Dreamstime.com
12 MERCATO 54 AZIENDE E PRODOTTI 58 OPEN SOURCE 59 GI IN EUROPE 62 AGENDA 62 INDICE INSERZIONISTI
FOCUS
Il SIT per la generazione di scenari di rischio trasporti della Protezione Civile di F. Borghetti, P. Gandini, G. Marchionni, M. Ponti, L. Cavarra, G. Proietti Silvestri e G. Rainoldi
Lo sviluppo di strumenti GIS può fornire una migliore gestione del sistema dei trasporti. Il Laboratorio per la Mobilità e Management del Politecnico di Milano ha implementato un GIS in grado di supportare il Dipartimento di Protezione Civile nella gestione del rischio associato a attività di trasporto. È possibile identificare i legami della rete stradale che richiedono una cura particolare per limitare gli inconvenienti e l'impatto negativo per l'intera rete.
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i fronte alla previsione ovvero al preannunciarsi, al manifestarsi e all’evolversi di un evento che possa costituire elemento di pericolosità per la popolazione, il territorio ed i beni, al fine di ridurre al minimo i tempi necessari per la valutazione della situazione e quindi per l’intervento, è necessario disporre, in tempo reale, delle informazioni relative alle caratteristiche del fenomeno ed alla capacità del sistema locale di fronteggiare l’emergenza. Tale attività viene svolta nell’ambito del Sistema di Allertamento Nazionale – previsto dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 – basato su una rete di Centri Funzionali e Centri di Competenza che operano in raccordo con il Centro Funzionale Centrale (CFC) istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile (DPC). I Centri Funzionali, nati principalmente al fine di supportare le decisioni delle autorità competenti per le allerte e per la gestione delle emergenze di tipo idraulico e idrogeologico, si stanno sempre più caratterizzando come veri e propri centri multi rischio. Nell’ambito del Rischio Trasporti, per le finalità sopra descritte, il DPC utilizza strumenti per la generazione di scenari di rischio che, partendo dall’impatto di un evento sul sistema dei trasporti terrestri, valuta le possibili conseguenze sulla mobilità dell’area interessata evidenziando eventuali criticità che dovessero comportare rischio per l’incolumità delle persone e difficoltà nella movimentazione dei soccorsi.
Il rischio trasporti Per definire il rischio associato al sistema dei trasporti è necessario
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adattare il concetto teorico di rischio alle caratteristiche tipiche del sistema dei trasporti. Una prima definizione del Rischio Trasporti (RT) può essere la seguente: il RT insorge in relazione ad attività di spostamento sul territorio di persone o cose e può palesarsi nel coinvolgimento diretto degli attori degli spostamenti (incidenti, congestione) o attraverso effetti esterni. Il RT come effetto esterno si può quindi manifestare in forma ‘attiva’ e/o ‘passiva'. Il rischio attivo si presenta associato alle attività di trasporto di qualunque natura che si svolgono sul territorio, allorché da tali attività possano insorgere pericoli per l’incolumità delle popolazioni non direttamente coinvolte nelle attività stesse, per l’ambiente e per il sistema stesso. Il rischio passivo si manifesta allorché, per qualche grave calamità naturale o accidentale (crollo di manufatti) e/o per eventi catastrofici correlati, si rendano localmente impossibili o complesse le attività di trasporto, per cui un’area circoscritta resta isolata o difficilmente raggiungibile. E’ importante sottolineare come le reti di trasporto, e in particolare la rete stradale, in caso di evento calamitoso, siano utilizzate dalla Protezione Civile per soddisfare due esigenze essenziali quali il portare i soccorsi nelle zone colpite e l’allontanamento della popolazione dalle zone a rischio. Queste due funzioni potrebbero reciprocamente ostacolarsi. Pertanto è opportuno che tali attività siano considerate all’interno dei piani di emergenza con la finalità di individuare i percorsi più efficienti in funzione delle condizioni di traffico prevedibili sulla rete. Tali strumenti sono finaliz-
zati – non solo nell’ambito dell’area colpita dall’evento calamitoso, ma anche in un’area più vasta – a mantenere libera la rete per inoltrare i soccorsi con la massima efficacia ed a limitare i disagi agli utenti della strada. Un SIT per la valutazione e gestione del Rischio Trasporti Il DPC, al fine di individuare metodologie e strumenti a supporto della gestione del RT si avvale del Laboratorio Mobilità e Trasporti del Politecnico di Milano che, in qualità di Centro di Competenza, ha implementato un Sistema Informativo Territoriale con la finalità di supportare la generazione di scenari di rischio mediante la conoscenza della rete stradale principale italiana e delle caratteristiche dei suoi archi. In particolare, è stato costruito un sistema informativo relativo alla rete stradale di interesse nazionale con l’obiettivo di conoscere le informazioni principali relative alle diverse tratte della rete stradale e in particolare le caratteristiche infrastrutturali, le dotazioni di emergenza e di comunicazione all’utenza, le competenze amministrative e gestionali, descrivendone livelli di vulnerabilità e rischio associati alle principali tratte, in funzione di eventi di tipo diverso; ciò allo scopo di restituire in modo immediato i punti della rete a maggiore criticità, per i quali sono richieste un’attenzione e una vigilanza maggiori (figura 2). La conoscenza del rischio associato alle diverse parti della rete stradale permette, inoltre, di valutare la capacità potenziale della rete di continuare ad assolvere diverse funzioni, ad esempio il transito dei mezzi di soccorso o il transito
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FOCUS
Figure 1 - Esempi di rischio attivo e di rischio passivo.
dei flussi veicolari ordinari di breve e di lunga percorrenza. La caratterizzazione della rete dal punto di vista dei trasporti permette di conoscere meglio il livello di servizio offerto dalle diverse infrastrutture e di prevedere il comportamento della rete stradale in seguito a eventi che possono limitarne in parte la funzionalità. Le informazioni sui trasporti legate alla rete stradale, una volta introdotte in strumenti appositamente concepiti, permettono infatti di simulare le ripercussioni su tutta la rete stradale (congestione, relazioni originedestinazione interessate, ecc.) di un evento puntuale. Il SIT, inoltre, è in grado di interagire con le altre banche dati e gli altri sistemi del DPC al fine di poter valutare i possibili impatti di altri rischi sulla rete dei trasporti (ad esempio le criticità legate alla viabilità derivanti da eventi nevosi intensi - figure 3). Valutazione del rischio associato alla rete stradale Il sistema informativo della rete stradale è l’ambiente ideale per integrare e rendere consultabili le informazioni che possono caratterizzare il livello di rischio associato a diverse tratte del sistema viario. Questo tipo di caratterizzazione della rete risulta indispensabile per una conoscenza sistematica di diversi elementi come la probabilità con la quale le diverse parti della rete possono essere interessate dal verificarsi di alcuni tipi di evento, la vulnerabilità delle diverse tratte della rete al verificarsi di differenti eventi avversi, e la quantificazione degli elementi potenzialmente esposti a un danno di diversa natura in seguito al verificarsi di un evento che colpisce determinate tratte della rete.
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Un’efficace caratterizzazione della rete dal punto di vista dell’analisi del rischio richiede la determinazione di dati e indicatori facilmente associabili agli archi della rete stradale, in modo da facilitare le interrogazioni del database e poter rappresentare in forma visuale e geografica i livelli di rischio e le criticità associate a differenti parti della rete. Le informazioni relative all’infrastruttura stradale risultano utili nel corso dell’analisi del rischio per determinare la vulnerabilità e l’esposizione delle diverse tratte della rete viaria. A titolo di esempio, il tipo di rilevato (in viadotto, in piano, ecc.) può essere un elemento caratterizzante per determinare la vulnerabilità fisica e funzionale di una tratta stradale in presenza di eventi di tipo sismico. I dati più utili risultano pertanto quelli che caratterizzano l’infrastruttura dal punto di vista fisico, tuttavia anche altre informazioni relative alle caratteristiche funzionali e alle dotazioni di sicurezza e di informazione all’utenza possono essere utili per determinare la vulnerabilità della rete. Anche i dati di traffico e di utilizzazione della rete possono risultare utili in particolare per la stima del livello di esposizione al rischio. Le mappe di rischio, che per ogni tipo di evento evidenziano la probabilità che determinate aree geografiche vengano colpite da eventi di intensità prefissate, risultano fondamentali per determinare l’estensione geografica della rete stradale coinvolta dal verificarsi di un possibile evento. La raccolta, l’analisi e la localizzazione di eventi storici registrati che hanno interessato direttamente o indirettamente la rete stradale, corredata dal maggior numero possibile di
informazioni utili relative agli eventi stessi, quali localizzazione, intensità, conseguenze registrate, ripercussioni provocate sui sistema di trasporto, modalità di gestione dell’emergenza adottate, ecc., risulta importante per la stima della frequenza con la quale si può verificare un determinato evento. La suddetta analisi può risultare utile per la creazione di prodotti simili a mappe di rischio nel caso di eventi per i quali le mappe di rischio non sono state realizzate o non sono reperibili in letteratura. In seguito ad un’analisi storica è infatti possibile determinare con una discreta approssimazione la frequenza di accadimento di determinati eventi e la relativa distribuzione geografica, riuscendo in questo modo a determinare per le principali tratte stradali una scala quanto meno qualitativa di probabilità di accadimento. Per eventi per i quali invece si dispone già di mappe del rischio dettaglia-
Figura 2 - Schema del Sistema Informativo Territoriale per il Rischio Trasporti.
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FOCUS
Figura 3 - Il sistema informativo autostradale ed i relativi strumenti.
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te, l’uso di informazioni storiche può comunque essere utile per evidenziare particolari ripetizioni di eventi localizzati in punti che per qualsiasi ragione non sono contemplati dalle mappe di rischio preesistenti. In presenza di numerosi casi documentati di accadimento di un evento si può pertanto valutare una possibile integrazione delle mappe di rischio con informazioni aggiuntive o correttive sulla localizzazione dell’evento stesso. L’uso dell’archivio può essere particolarmente utile nel caso di eventi classificabili nel Rischio Trasporti di ‘tipo attivo’ (grandi esodi, incidenti, manifestazioni, ecc.) per i quali generalmente non esistono mappe di rischio consolidate. Le mappe di rischio, integrate con le informazioni derivanti da analisi storiche di eventi rilevanti, vengono sovrapposte al grafo della rete stradale, tramite un’operazione di intersezione geografica, in modo da ricavare, per ogni evento e intensità prefissata, la mappatura delle tratte stradali ricadenti nelle aree di probabile accadimento dell’evento. In questo modo è possibile escludere la parte della rete stradale che ricade al di fuori delle aree di possibile accadimento degli eventi, attribuendo ad essa un basso livello di rischio. Alle tratte ricadenti all’interno di aree di probabile accadimento dell’evento, viene attribuita una probabilità di coinvolgimento proporzionale alla probabilità di accadimento dell’evento stesso nell’area dove la tratta è ubicata. In funzione del tipo di evento considerato e alla funzione che gli indicatori ottenuti devono supportare, è possibile considerare diversi tipi di vulnerabilità di una tratta stradale. A titolo di esempio, la valutazione della vulnerabilità fisica e funzionale di un’infrastruttura stradale risulta utile per determinare la capacità di una strada nell’assolvere il compito di garantire il transito di mezzi di emergenza e di soccorso. Mediante l’analisi della vulnerabilità sistemica può invece essere valutata la propensione di un certa tratta stradale, se interrotta, a mandare in crisi la mobilità di un’area vasta causando ripercussioni e blocchi su altre arterie stradali e rendendo particolarmente difficoltosi gli spostamenti tra diverse zone di origine e destinazione. Analogamente a quanto illustrato trattando della vulnerabilità, anche in questo caso si possono definire più tipi di esposizione.
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FOCUS La quantificazione dei potenziali danni materiali o in termini di perdite di vite umane conseguenti al danneggiamento di un’infrastruttura, costituisce la valutazione dell’esposizione fisica. La sua stima si discosta generalmente dall’ambito dei trasporti. Al contrario risultano spiccatamente legate ai trasporti le valutazioni dell’esposizione funzionale, che si focalizza sulla quantificazione degli utenti che in seguito alla perdita di funzionalità dell’infrastruttura non potranno più utilizzarla, e sistemica, che valuta gli effetti a largo raggio sull’utenza stradale. Per la valutazione dell’esposizione funzionale e sistemica è necessaria la conoscenza dei flussi di traffico che interessano le tratte stradali in questione. In mancanza di disponibilità di dati diretti di traffico, questi si possono stimare mediante l’uso di un modello di simulazione della rete di trasporto che consideri le caratteristiche connesse al sistema di offerta e domanda di trasporto e la loro interazione. L’implementazione di questo tipo di modello può permettere di conoscere, una volta identificata la tratta della rete soggetta a possibile interruzione del servizio, diverse informazioni come, ad esempio, il flusso medio di veicoli che abitualmente transita per la sezione interessata. E’ inoltre possibile ottenere indicazioni in merito alle origini e destinazioni di massima degli spostamenti che transitano per la sezione in questione, ai percorsi alternativi ottimali per aggirare la tratta interessata dall’evento, all’insorgenza
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Figura 4 - Vulnerabilità sistemica delle diverse tratte della rete stradale principale italiana.
ed all’entità di eventuali fenomeni di congestione derivanti dall’interferenza dei flussi deviati con i flussi ordinari che interessano la rete stradale, all’incremento per l’utenza dei tempi di percorrenza e delle distanze chilometriche percorse in seguito all’interruzione parziale o totale, alla determinazione dei nodi che in seguito a un’interruzione rimangono disconnessi dalla restante parte della rete, risultando pertanto isolati. Tale modello consente infine la quantificazione degli spostamenti che in seguito al blocco non possono più essere effettuati. Quest’ultimo punto assume particolare importanza in quanto può evidenziare la presenza
di tratte della rete particolarmente sensibili, la cui interruzione può mettere in seria crisi le connessioni tra differenti parti della rete stradale (figura 4). Una volta stimate la probabilità di coinvolgimento della rete da parte di un determinato evento, la vulnerabilità della rete associata all’evento stesso e l’esposizione, è possibile valutare il rischio complessivo associato all’evento e alle diverse tratte della rete stradale. In questo modo si attribuisce a ogni tratta o insieme di tratte della rete un livello di rischio che permette una immediata ed efficace valutazione d’insieme della rete; risulta così pos-
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FOCUS sibile identificare anche visivamente quali siano le tratte globalmente più sensibili in riferimento alla tipologie degli eventi. Conclusioni Il SIT prodotto dal Laboratorio Mobilità e Trasporto del PoliMI permette al CFC di valutare gli effetti, anche da rischio indotto, sul sistema della mobilità, fornendo un supporto nell’individuazione del livello di attivazione del Sistema Nazionale di Protezione Civile e nella successiva gestione dell’emergenza. In particolare il sistema fornisce una valutazione della vulnerabilità della rete dei trasporti terrestri che è una infrastruttura sensibile e strategica. Il garantire una mobilità accettabile è un’attività indispensabile per garantire la continuità nell’erogazione di servizi essenziali per la popolazione. Il progetto è il primo risultato di un convenzione di tre anni ed è previsto un ulteriore sviluppo e raffinamento del sistema. Allo stato attuale i prodotti descritti sono comunque integrati nel sistema informativo del DPC consentendo quindi di effettuare valutazioni multi rischio.
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Abstract The Civil Protection GIS for the generation of transportation risk scenarios The development of GIS instruments can provide a better management of transport systems. The Laboratory for Mobility and Management of Politecnico di Milano implemented a GIS system able to help the Italian Department of Civil Protection in its work of managing the risk associated to transport activities and of bringing relief. The GIS can, considering different kind of inputs (even not just related to transport systems), identify the links of the principal road italian network that require a particular care to limit inconveniences and negative impact for the whole network.
Autori FABIO BORGHETTI FABIO.BORGHETTI@POLIMI.IT
PAOLO GANDINI PAOLO.GANDINI@POLIMI.IT
GIOVANNA MARCHIONNI GIOVANNA.MARCHIONNI@POLIMI.IT MARCO PONTI MARCO1.PONTI@POLIMI.IT LABORATORIO MOBILITÀ E TRASPORTI DIPARTIMENTO INDACO POLITECNICO DI MILANO WWW.TRASPORTI.POLIMI.IT LUCIANO CAVARRA LUCIANO.CAVARRA@PROTEZIONECIVILE.IT
GABRIELLA PROIETTI SILVESTRI GABRIELLA.PROIETTI@PROTEZIONECIVILE.IT
GIOVANNI RAINOLDI GIOVANNI.RAINOLDI@PROTEZIONECIVILE.IT
DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE VIA VITORCHIANO, 2 ROMA WWW.PROTEZIONECIVILE.IT
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MERCATO L’offerta speciale per i dati di GeoEye-1 ed IKONOS prorogata fino a dicembre 2010 Eurimage ed e-GEOS hanno annunciato, con soddisfazione, di voler estendere la possibilità di effettuare ordini sui dati ad altissima risoluzione dei satelliti GeoEye-1 ed IKONOS, tuttora attiva, sino al 20 dicembre 2010. L’estensione dell’offerta riguarda sia gli utenti finali che i rivenditori. Le principali caratteristiche dell’offerta prevedono l’applicabilità a tutti gli utilizzatori all’interno della copertura esclusiva di e-GEOS (principalmente Europa e Nord Africa). Il Geo Product Price per GeoEye-1 viene ridotto da 25$ a 20$ (per km2), mentre per gli Archive Products si passa da 12.50$ a 10$ (sempre per km2). L’attesa massima prevista è di novanta giorni sia per le immagini d’archivio di GeoEye-1 che per quelle di IKONOS. Una novità riguarda gli ordini di archivio per entrambe i satelliti: le immagini non inferiori ai 49 km2 sono offerte al prezzo speciale di 300$ anziché 490$. Gli sconti sono riferiti alla Official Price List e possono essere cumulati, fatta eccezione per i ‘pacchetti speciali’ (special packages), proposte ad hoc e contratti già fissati. Per ulteriori informazioni sui prodotti è necessario fare riferimento ai siti web e-GEOS ed Eurimage. (Fonte: Eurimage)
14a Conferenza Nazionale ASITA A Brescia, dal 9 al 12 novembre, si terrà la quattordicesima edizione della Conferenza nazionale ASITA, con il patrocinio delle più importanti istituzioni nazionali e locali. Scienziati e neofiti, docenti e studenti, tecnici e operatori, aziende di produzione e di servizi troveranno spazi e momenti di crescita culturale, opportunità comunicative, scambio di esperienze, domande e risposte tra le sessioni speciali, le sessioni parallele e le sessioni poster, tra gli stand dell'esposizione tecnico-commerciale di geomatica e lungo i percorsi della Mostra Cartografica. I cultori delle scienze legate alle informazioni ambientali e territoriali, i produttori e gli utenti, pubblici e privati, potranno cogliere a Brescia l’occasione di una visione aggiornata dell’universo della geomatica e delle sue articolazioni, dalla Topografia alla Cartografia, dalla Fotogrammetria al Telerilevamento, dai Sistemi Informativi Geografici e Territoriali alle Infrastrutture di dati spaziali, dalla Geodesia alle Geotecnologie, dalla Geografia all’Urbanistica. I temi della Conferenza investono tutti gli aspetti legati alla conoscenza del territorio, ponendo l’accento sui Sistemi Informativi Territoriali e sull’integrazione con il Sistema Informativo Catastale, sulle prospettive europee delle Informazioni Geografiche nel quadro della Direttiva INSPIRE, sulla crescente diffusione delle tecniche spaziali come aspetto positivo della globalizzazione. L’opportunità di integrazione, di confronto e di proiezione internazionale che la Conferenza offre – anche attraverso speciali eventi culturali e momenti di aggregazione tra i partecipanti – è il migliore stimolo per accrescere la consapevolezza che le informazioni ambientali e territoriali sono il nodo centrale delle politiche pubbliche, che la green economy è la nuova frontiera dell’economia globale. Per affrontare i problemi dello sviluppo sostenibile è necessaria una continua e costante sinergia tra mondo delle istituzioni, responsabili della formazione, produttori e utenti: la Conferenza ASITA costituisce il momento naturale di incontro tra questi mondi e la risposta alle domande di conoscenza scientifica. Nella giornata inaugurale della Conferenza saranno proclamati e premiati i vincitori del premio nazionale “Licinio Ferretti” e dei premi delle Associazioni federate: ricerca e formazione sono la leva fondamentale per la crescita dell’economia e per garantire sviluppo e futuro! (Fonte: ASITA)
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GSE LAND: servizi a supporto delle politiche di gestione del territorio Nelle strategie di sviluppo ed attuazione delle politiche europee per la gestione sostenibile del territorio, l’Unione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea conferiscono grande importanza alle Informazioni Spaziali e alle tecnologie di Osservazione della Terra, in grado di fornire metodologie e strumenti innovativi ed efficaci a supporto delle attività decisionali. Planetek Italia da diversi anni è in costante contatto le istituzioni nazionali e sovranazionali, nonchè con istituti e aziende operanti nei settori di riferimento, maturando esperienze di rilievo e forti competenze in progetti internazionali. Il progetto GSE LAND è dedicato alla realizzazione di servizi per il monitoraggio e la gestione del territorio. Planetek Italia fornisce prodotti derivati dall’elaborazione con tecniche di telerilevamento, quali Mappe di Uso del Suolo, specifici per il contesto urbano. Il prodotto principale detto Urban Atlas è una mappa di uso del suolo con una nomenclatura di tipo CORINE, che arriva al livello 4 per le superfici artificiali ed al livello 2 per le aree naturali. GSE LAND unisce i 3 progetti ESA GSE che hanno lavorato su applicazioni territoriali nella prima fase del programma GSE: • SAGE, specifico per l’inquinamento delle acque e gli indicatori agro-ambientali e per il soil sealing; • GUS, dedicato ai servizi di monitoraggio e mappatura de aree urbane; • CoastWatch, specifico per la gestione delle aree costiere. Obiettivo del progetto è realizzare una serie di servizi a supporto delle politiche nazionali ed europee per la gestione del territorio. Planetek Italia fornisce servizi di mappatura specifici per il contesto urbano.
(Fonte: Planetek)
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MERCATO INTERGEO promuove le relazioni internazionali tra le industrie in ambito geografico Oltre 17.500 visitatori (il 25% proveniente da oltre i confini tedeschi) e 1.500 partecipanti alle conferenze. INTERGEO, manifestazione conclusasi lo scorso 7 ottobre a Colonia, dopo tre giorni di intensa attività, mostra una crescita senza sosta, con un forte incremento di spazi espositivi e di partecipanti. Questo elemento conferma ancora una volta l’importanza di INTERGEO a livello internazionale, sia in ambito tecnico che commerciale, nella promozione e diffusione del mercato della Geodesia, dell’Informazione Geografica e della Gestione del Territorio .Ad una prima valutazione, il 90% degli oltre 500 espositori – provenienti da 32 nazioni – hanno dichiarato di aver raggiunto gli obiettivi commerciali auspicati. L’alto livello dei dibattiti e degli ospiti ha ricevuto un consenso unanime tra gli addetti ai lavori. La necessità, da un lato, di acquisire un maggior numero di giovani professionisti del settore e la volontà, dall’altro, di incrementare ulteriormente le relazioni ed i contatti internazionali, sono state istanze che hanno trovato terreno fertile durante la 16a edizione dell’evento. Tra le varie iniziative in questa direzione è stato realizzato, ad esempio, un collegamento interdisciplinare con la conferenza europea EnviroInfo 2010: l’opinione comune, dopo una giornata di conferenza unificata sull’Informazione Ambientale e Geografica, è stata l’impressione che l’iniziativa abbia portato un gran beneficio ad entrambi i settori. In occasione dell’evento sono stati condotti colloqui atti a rafforzare e proseguire la collaborazione avviata. L’aumento di relazioni e sviluppi internazionali associati ad INTERGEO sono stati evidenziati non solo dall’aumento della quota parte di espositori e visitatori provenienti da fuori dei confini tedeschi (rispettivamente l’aumento è stato del 10% e del 20% rispetto all’edizione 2009 della manifestazione), ma anche dalla prima presentazione congiunta delle aziende cinesi. La conferenza di Colonia ha visto inoltre l’introduzione di due importanti novità: le cosidette daily keynote speeches (ad opera di autorevoli personalità, quali il Giudice di Corte Costituzionale Ugo Di Fabio, il Presidente della ESRI Jack Dangermond, il Presidente della FIG Stig Enemark) e la INTERGEO Academy, il cui avvio è stato caratterizzato da un totale di 170 partecipanti. Queste novità saranno certamente integrate nell’evento INTERGEO del 2011. Mentre il motto del 2009 era stato “Geo is In” oggi, nell’industria, si parla soprattutto di “Geo is Interconnecting” – come ha tenuto a precisare il Dr. Hartmut Rosengarten, Presidente della INTERGEO Exhibitor Advisory Board. «In qualità di importante supporto per l'industria, INTERGEO continuerà a lavorare per il dialogo e la collaborazione internazionale tra le varie discipline, guardando avanti verso l'evento di Norimberga 2011», sono state infine le parole di Olaf Freier, Managing Director di HINTE GmbH ed organizzatore di INTERGEO. La diciassettesima edizione di INTERGEO avrà sede appunto a Norimberga dal 27 al 29 settembre 2011. Le ultime immagini dell’evento 2010 e le tre edizioni di Daily News sono disponibili e scaricabili all’indirizzo Internet: www.intergeo.de/ en/englisch/index.php. (Fonte: INTERGEO)
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MERCATO Informazione geolocalizzata: gli anelli mancanti L’11 e 12 novembre partirà ITN, Infrastructure Telematics & Navigation, l’unico evento europeo in grado di offrire una visione completa e integrata tra ITS (Intelligent Transport Systems) e le infrastrutture di mobilità. In particolare si segnala la sessione di conferenza “Domanda (potenziale) e Offerta (implicita) di Informazione Geolocalizzata: gli anelli mancanti”: la georeferenziazione delle informazioni e la cooperazione tra pubblico e privato nella Geographic Information (GI) è alla base dei servizi a valore aggiunto del campo dell’e-government, della pianificazione territoriale ed ambientale, della gestione di reti di infrastrutture ed è questa l’occasione per un focus sull’integrazione delle norme e politiche europee con quelle nazionali. La sessione è realizzata in collaborazione con AMFM GIS Italia e il supporto di GEOmedia. Per maggiori informazioni, per il programma delle conferenze e la registrazione gratuita previo accredito, è disponibile il sito web dell’evento www.itnexpo.com. (Fonte: ITN)
Nasce il Gruppo italiano d'interesse per INSPIRE È nato il Gruppo di interesse italiano per INSPIRE sul portale europeo Forum INSPIRE, un’occasione d’incontro per le più importanti esperienze del settore, per favorire la condivisione di idee ed iniziative utili a diffondere la consapevolezza della comunità geospaziale italiana in merito alla direttiva INSPIRE. È un gruppo libero cui possono partecipare tutti i soggetti, pubblici o privati, interessati alla realizzazione dell’Infrastruttura nazionale dei Dati Territoriali, che sono invitati a contribuire alla discussione. Per aderire al gruppo è sufficiente essere registrati sul portale del Forum di INSPIRE. Iscrivendosi alla newsletter ufficiale del Forum di INSPIRE si riceveranno aggiornamenti sui progetti più interessanti, si avrà notizia degli eventi e si conosceranno le opportunità per partecipare o semplicemente seguire le attività dei diversi gruppi di lavoro. L’obiettivo di questa iniziativa è favorire la discussione e lo scambio in merito al recepimento della direttiva INSPIRE in Italia, che come molti sanno è avvenuto con il D.Lgs. n. 32 del 27/01/2010. Lo spazio offerto dal Forum INSPIRE per ospitare quest’iniziativa è opportuno per favorire l’incontro delle più importanti esperienze del settore, ed agevolare la condivisione di idee ed iniziative utili a far crescere la nostra comunità geospaziale. (Fonte: massimozotti.it)
In orbita lunare sonda cinese Chang’e 2 Lo scorso 1 ottobre la sonda cinese Chang’e 2 si è inserita in orbita preliminare attorno alla Luna. Chang’e2 è un orbiter con una missione prevista di sei mesi per cartografia a media risoluzione della superficie lunare (10 metri) in vista della scelta di un sito di atterraggio per i lander che costituiranno la seconda fase del programma cinese di esplorazione del nostro satellite. L’orbita ellittica verrà progressivamente trasformata in circolare, a 100 chilometri di quota. Successive manovre potrebbero portare la sonda fino a 15 chilometri dalla superficie lunare, per ottenere il massimo della risoluzione possibile dalla camera installata a bordo. Il passo successivo del programma lunare cinese prevede l’invio di lander dal 2013 e successive missioni per la raccolta e ritorno a terra di campioni di suolo. (Fonte: Redazionale)
Nasce Map World, l’equivalente cinese di Google Earth La Cina ha annunciato di essersi dotata di un proprio servizio cartografico online: Map World. Il governo cinese ha deciso così di anticipare le intenzioni di Google che, a quanto sembra, non ha ancora richiesto i diritti per creare un repertorio cartografico online del paese asiatico. Lo State Bureau of Surveying and Mapping (SBSM) cinese ha svelato Map World lo scorso 21 ottobre. Secondo le affermazioni di Xu Deming, direttore dello SBSM, il servizio online comprenderà anche un’estesa gamma di dati di natura geologica. Map World permetterà agli utenti di navigare sopra montagne e pianure intorno al mondo, abbinando un sistema di ricerca di informazioni e punti d’interesse (ristoranti e informazioni sul traffico) relative al territorio cinese, il tutto gratuitamente. Si può accedere a Map World direttamente dal browser attraverso l’indirizzo www.tianditu.cn o www.chinaonmap.cn. Saranno disponibili immagini bi e tridimensionali, e non sarà necessario installare alcun client, al contrario di quanto accade con Google Earth. Il servizio si dota di immagini satellitari ad una risoluzione di 500m ma questo limite è migliorato a 2.5m per le immagini relative al territorio cinese e a 0.6m per più di 300 città cinesi. La tecnologia e la costruzione del sito web del servizio sono ancora in una fase preliminare. Al contrario di Google, che possiede migliaia di macchine virtuali, i provider del servizio ne possiedono poco più di 80. Ciò permette di gestire al momento circa 10 milioni di accessi giornalieri. Il servizio cartografico cinese per ora riuscirà ad aggiornare i dati geologici un paio di volte all’anno, mentre Google, grazie ai satelliti, può permettersi di farlo ogni 2 minuti. (Fonte: Redazionale)
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GEOmedia n°4-2010
MERCATO La Norvegia entra nella fase operativa di GALILEO La Norvegia e la Commissione Europea hanno sottoscritto un accordo di cooperazione per il sistema di navigazione europeo GALILEO. René Oosterlinck, direttore ESA del programma, ha affemato che: «La Norvegia è membro dell’ESA dal 1987, ed in qualità di membro della stessa ha contribuito dal punto di vista tecnico e finanziario alle diverse fasi di progetto e sviluppo di GALILEO. Sono contento faccia anche parte della fase operativa del progetto». Con questo accordo, la cooperazione da parte delle istituzioni norvegesi assumerà maggior forza ed importanza nella delicata fase di governo e gestione del progetto. La Norvegia è un attore importante nell’ambito di GALILEO, vista anche la forte partecipazione delle sue industrie sin dalla genesi del programma; senza considerare poi che il suo territorio ospita già due stazioni di controllo, localizzate una sull’isola di Svalbard e l’altra nella regione Antartica, mentre una terza è prevista nella regione dell’isola Jan Mayen. (Fonte: ESA)
Una stazione di controllo GALILEO nel panorama del Pacifico L’ultima stazione di controllo a terra del sistema europeo GALILEO, ha preso posto in Nuova Caledonia, vicino alla capitale Nouméa. La rete di stazioni a terra di GALILEO serviranno a verificare l’integrità dei segnali e a monitorare le orbite precise dei satelliti, così come a tenere sotto controllo l’intero sistema anche dal punto di vista del sistema geodetico di riferimento. Questa stazione di terra è una delle più lontane dall’Europa, ed è un elemento essenziale della rete a terra del sistema di posizionamento. La stazione è gestita dalla TDF, società di telecomunicazioni francese che è responsabile per il sito e il suo equipaggiamento. La cerimonia di inaugurazione ufficiale si è tenuta lo scorso 30 settembre, secondo il rito locale Kanak, e secondo il rito più classico in stile europeo, con un taglio del nastro da parte di Alain Lazare, sindaco del vicino comune di Boulouparis, di Patrick Puy, capo della TDF France, e del direttore ESA del programma GALILEO Renè Oosterlinck. Il lancio dei primi due satelliti di validazione del sistema GALILEO è previsto per la metà del 2011 a bordo di un vettore Soyuz dallo spazioporto europeo nella Guyana francese. (Fonte: ESA)
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FOCUS
Tecnologie e soluzioni per un uso professionale dei PDA di nuova generazione
Il caso iPhone di Apple di Domenico Santarsiero Le device così dette mobile sono ormai un ausilio quotidiano al nostro essere professionali, nel campo della geomatica, delle informazioni geografiche e anche oltre, fino al limite delle applicazioni di tipo sismografiche. Nell'articolo che segue una lettura passo passo dell'evoluzione tecnologica e delle applicazioni di interesse per i lettori di GEOmedia.
I
l rapido evolvere delle tecnologie IT ha sorpreso un po’ tutti in questo breve scorcio di tempo, un decennio circa, in cui IT e ICT sono letteralmente salite di forza sul podio dell’evoluzione digitale. Di fatto tutto ciò è avvenuto nell’arco di trent’anni e i risultati testimoniano una vera e propria rivoluzione copernicana. Ma se di rivoluzione dobbiamo parlare, dobbiamo tenere presente innanzitutto la capacità dell’IT di aver dato un supporto fondamentale alla nostra conoscenza, permettendoci di evolvere e di accelerare il passo, il tutto grazie anche agli sviluppi di altri campi applicativi come le nanotecnologie, che da sole meriterebbero un ‘oscar’ per la rivoluzione tecnologica del terzo millennio. Questo processo chiama in causa anche il settore della Geomatica, interessata sia dall’evolvere dell’Information Technology ma anche, e soprattutto, dagli sviluppi nell’ambito dei sensori o dei cosiddetti ‘device’ legati al mondo dell’Information and Communication Technology (ICT), dei satelliti e, in generale, del Geo-IT come campo applicativo professionale. Al punto di maturazione in cui sono giunte le tecnologie di base, però, l’innovazione vera e propria è rappresentata forse dalla migrazione delle tecnologie Geo-IT verso i grandi mercati delle applicazioni consumer. E’, questo, un tema già ampiamente trattato da chi scrive a partire dal 1999 (vedi riferimenti), quando si cominciò a sperimentare la vera convergenza tra il GPS e gli allora nascenti Mobile Location Services (MLS) o, ancora, le concept solution come i Personal Digital Assistant
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(PDA) che, di lì a poco, avrebbero generato le vere aspettative di mercato dell’intero settore dei Location Based Service (LBS), alla base anche del forte sviluppo delle applicazioni webGIS di tipo server centriche. Il prosieguo della storia è noto più o meno a tutti con l’evoluzione e la diffusione dei servizi internet map based come Google Earth e Google Maps, navigatori satellitari, Personal Navigator e PDA di ultima generazione come iPhone e i prodotti che tentano di imitarlo. ITS e Infomobilità Il contesto applicativo congeniale per dispositivi come l’iPhone, è quello della personal navigation o dei servizi LBS e MLS. Infatti, l’evoluzione delle tecnologie ICT alla base dei sistemi hand held è stata generata sotto la forte spinta dei sistemi orientati tanto all’ITS che alla cosiddetta ‘infomobilità’, ambiti questi ultimi in cui i sistemi di navigazione satellitare giocano un ruolo di primo piano. In termini di applicazioni, chiaramente, abbiamo forse il massimo di sviluppo possibile, ovvero informazioni sul traffico, accessibilità ai dati delle infrastrutture di mobilità come autobus, metropolitane, treni, ecc. Due esempi per tutti possono essere il sistema di personal navigation basato su Google Maps e installato nativamente su iPhone e l’avanzato sistema di divulgazione del progetto VIAC (www.intercontinentalchallenge.eu), così come il sistema Parrot Drone (ardrone.parrot.com) che, usando le componenti di attitude dell’iPhone, permette di pilotare un drone con web camera incorporata.
Le tecnologie di base Il mondo dei personal device come PDA, telefoni cellulari e altri sistemi come navigatori e console portatili, si è caratterizzato per essere, negli ultimi anni, il punto di convergenza tra le tecnologie di interesse della Geomatica moderna e quelle del mercato consumer (location oriented). Infatti, se si escludono Google Earth e i navigatori satellitari, che somigliano più a un servizio e/o ad un sistema che a una vera e propria tecnologia, la vera innovazione tecnologica è data dalle nanotecnologie, dalla disponibilità di materiali innovativi e, soprattutto, dalla convergenza tra gli aspetti della connettività e quelli delle interfacce grafiche e di visualizzazione (vedi Cartografica, GEOmedia 2-2010), testuali e touch: è qui che possono essere rintracciati i veri plus di un sistema come l’iPhone 3GS che ha letteralmente sbaragliato la concorrenza. Nell’iPhone 3GS sono infatti riassunte tutte le tecnologie più avanzate nel dominio della geomatica come campo applicativo. Di fatto le funzionalità degli applicativi, così come quelle delle funzioni di base, sono tutte centrate sulle tecnologie MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems), compass e GPS, che unite alla tecnologia touch ne determinano le caratteristiche all’avanguardia. Tecnologie MEMS e non solo Compass e GPS sono tecnologie ormai consolidate ma il loro uso, abbinato alle potenzialità degli accelerometri MEMS all’interno delle applicazioni disponibili per l’iPhone, dimostra le immense potenzialità di quest’ultimo sia come strumento
GEOmedia n°4-2010
FOCUS e ai tipi di sensori disponibil a bordo degli apparati e, ovviamente, alle precisioni degli stessi sensori. Le applicazioni in genere sfruttano le caratteristiche più salienti del sistema iPhone, ovvero la tecnologia touch, la videocamera, il GPS e la componente MEMS. E’ chiaro che le applicazioni sono decine e decine, anche in relazione al fatto che le soluzioni smartphone, e in particolare l’iPhone, sono orientate al mercato di massa; quindi tutto ciò vuol dire poter contare su una quantità infinita di progettisti del mondo ICT, incomparabili con il settore di nicchia della Geomatica. Ma veniamo alle applicazioni che più hanno suscitato il nostro interesse, e che riteniamo le più interessanti per i lettori di GEOmedia.
per i Mobile Location Based Services (MLBS) che le funzionalità come strumento di 3D attitude e, ovviamente, Augmented Reality (AR). Per toccare con mano la fantasia progettuale degli sviluppatori di gadget per iPhone bisogna però scomodare sia l’uso della componente multimedia (come il sistema audio e il sistema video) e, già che ci siamo, anche il sistema ad infrarosso presente in prossimità della porta di alimentazione e connessione USB. Infatti con l’uso del sistema a infrarosso, si è realizzato uno pseudo misuratore di distanze, mentre con l’uso della camera digitale diversi sono gli applicativi sviluppati per la Realtà Aumentata e per la documentazione sul campo attraverso le immagini, le notazioni testuali e attraverso applicazioni image georeferenziate, nelle quali coesistono sia la componente immagine che quella propriamente informativa derivata dalle informazioni EXIF (Exchangeable Image File format) inglobate nell’immagine stessa. Le applicazioni Geo-IT disponibili per l’iPhone Le applicazioni disponibili per i dispositivi simili all’iPhone sono di ogni tipo e la loro unica limitazione è legata alla fantasia del progettista
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Uso sul campo L’uso sul campo dell’iPhone è estremamente confortevole, anche se spesso la facilità d’uso è fortemente penalizzata dalla mancanza di accessori che ne rendano più facile l’impugnatura o, a volte, la stabilità di puntamento. Tuttavia l’uso intensivo dell’apparato finalizzato alla redazione dell’articolo non ha messo in evidenza altre particolari difficoltà, oltre forse al fatto che la camera fotografica ha una risoluzione limitata, caratteristica, questa, comune a tutti gli smartphone. Dal punto di vista dell’usabilità delle diverse applicazioni, questione di primaria importanza nel nostro caso, in genere è ottima sia a livello di interfaccia grafica che di praticità, grazie alla possibilità di poter utilizzare le sole dita della mano. Una libertà dalla tipica pennina di plastica della maggiorparte dei smartphone che si sente e si apprezza notevolmente. Conclusioni Le tecnologie e le facilities per le comunità nomadiche del ventunesimo secolo, sembrano proprio essere disponibili attraverso un uso facile e quotidiano. Gli accessori o i così detti gadget si trasformano da coltellino svizzero meccanico, a coltellino svizzero informatico 8 in 1(www.reduxsoft.com/AK.htm), strumento ormai a disposizione dei nuovi Nomadi Tecnologici che al posto della coperta di Linus hanno al seguito un iPhod e un iPad. Vero è che la velocità di liberazione che descrive Paul Virilio è sempre più una realtà intangibile.
MEMS MEMS sta per Micro Electro-Mechanical Systems, ed indica quindi i sistemi elettro meccanici dalle dimensioni del micron, ovvero sistemi nel dominio delle nanotecnologie. Questi dispositivi rappresemtano una delle tenologie più promettenti del XXI secolo, capaci di rivoluzionare sia il mondo industriale che quello dei prodotti di largo consumo. Trattasi quindi di sistemi ‘intelligenti’ che abbinano funzioni elettroniche, di gestione dei fluidi, ottiche, biologiche, chimiche e meccaniche in uno spazio ridottissimo. Tuttavia si parla già dei sistemi NEMS, ovvero di Nano ElectroMechanical Systems, a testimonianza del fatto che una rapida evoluzione è già in atto per portare verso dimensioni ancora inferiori questa tecnologia. La tecnologia dei microsistemi è adottata in ambiti applicativi tra i piu disparati, e da complessi apparati optoelettronici, display avanzati, ma anche sensori inerziali, accelerometri di precisione, scanner retinici, otturatori digitali, interferometri, sensori per misure sofisticate. Nell’ambito dell’elettronica delle microonde (1GHz-100GHz), il dispositivo MEMS è impiegato come singolo interruttore (o switch) per realizzare applicazioni più complesse come sfasatori, reti di adattamento, filtri risonanti, reti di alimentazioni per antenne array ed in genere sistemi riconfigurabili. Anche nella tecnologia della chimica e della bioingegneria vengono utilizzati i MEMS per nuove soluzioni. Tra le applicazioni, troviamo micromotori elettrici del diametro di due millimetri e della lunghezza di dieci, ingranaggi epicicloidali inclusi. La fabbricazione di dispositivi MEMS, si basa sostanzialmente sui metodi e gli strumenti utilizzati dalla microelettronica. Le parti elettroniche sono infatti realizzate usando i processi standard dei circuiti integrati; gli stessi processi vengono utilizzati anche per fabbricare componenti meccanici o componenti di altra natura. L’integrazione di elementi meccanici, di sensori, di attuatori e di circuiti elettronici in uno stesso substrato apre nuove possibilità in svariati settori. (Fonte: Wikipedia)
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FOCUS
Nome Applicazione 1
Descrizione
Tecnologie
Usabilità
Permette di lavorare su formati DWG e DXF, sia in ambito architettonico che cartografico. Ha funzionalità relative al rilievo topografico, ai profili e sezioni del terreno
Mapping e touch drawing
N.T.
E’ in sostanza un vero e proprio teodolite. Integra tutti i sensori dell’iPhone, compresa la camera, il GPS e ovviamente il giroscopio e la bussola. Sull’immagine stampa tutti parametri, compreso il collimatore. Manca solo la distanza, ma è un ottimo sistema per fare fotografie, rilievi speditivi e georeferenziazione di immagini. Permette di avere un angolo di riferimento a 0’. E’ presente un calcolarore cartografico.
Tutte le tecnolcogie, comprese le funzionalità mapping di Google maps
superlativa
MotionX-GPS è in sostanza una applicazione per le così dette attività outdoor. E' quindi un sistema che consente di gestire tutte le attività GPS, dalla pianificazione alla registrazione di un percorso, alla gestione dei gay poni, per finire alla consultazione delle mappe di Google e molto altro ancora, con una interfaccia accattivante e funzionale.
GPS
Drawvis free
Visualizza file dxf anche di grandi dimensioni. Ottimo per portarsi sul campo o in cantiere disegni e progetti.
touch e visualizzazione
ottima
Architetti, rilevatori, topografi
http://www.dotsystems. pl/products/Drawvis.html
ipocket draw lite
Permette di disegnare facilmente in formato e con comandi CAD. E’ lo stesso produttore del software RealCADD per il Mac
touch
buona ma ancora incompleta
Disegnatori sul campo
http://www.adx-online.com/prog/ipocketd r a w / i p o c k e t d r a w. html
iHandy Carpenter
Una serie di cinque applicazioni che rientrano tra gli strumenti per il ‘carpentiere’. Due tipi di bolla, un metro, un filo a piombo e un goniometro.
Tutte le tecnologie di base come accelerometro e bussola
molto buona
chiunque ha bisogno di fare piccoli lavori domestici o bricolage
http://www.ihandysoft. com/carpenter/
iBolla
La tradizionale livella, compresa la procedura di calibrazione
Acceleremetro
buona
bricolage
http://www.domzilla.net/ en/
Amuck Plumb-Bob
Un’applicazione classica del filo a piombo. Comprende il codice sorgente.
Acceleremetro
standard
bricolage
http://www.appsamuck. com/day11.html
Google Earth
E’ un subset dell’applicazione principale Google Earth, veramente ottima se si pensa al piccolo schermo
touch e visualizzazione
ottima
consumer
h t t p : / / w w w. g o o g l e . com/support/mobile/
Layard
Applicazione orientata all’Augumented Reality anche se integra in maniera inimmaginabile i concetti di Mobile Mapping o Geo Personal Mapping Systems
Tutte le tecnologie di web mapping di imaging, di GPS, di ICT e MEMS
superlativa
consumer
http://site.layar.com/ support/
Head Up Navigation 3D
Un’applicazione basata sul GPS e sul concetto di AR attraverso l’uso della camera e delle informazioni mapping di google maps
Tutte le tecnologie di base come accelerometro e bussola, GPS e camera digitale
CARTOMAP
Theodolite Pro
MotionX
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superlativa
ottima
Target
Riferimenti web
Architetti, topohttp://www.aneba.com/ grafi, cartografi
http://hunter.pairsite. com/theodolite/
Topografi e rilevatori
Topografi, cartografi, consumer
http://www.motionx.com/
http://niftybrick.com/ GEOmedia n°4-2010
FOCUS
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FOCUS
Nome Applicazione 1
Descrizione
Tecnologie
Usabilità
Target
Riferimenti web
My Measures & Dimensions
Un’applicazione tra le più utili mai viste sull’iPhone, che sfrutta l’approccio touch, e l’uso delle immagini per produrre monografie quotate
Camera e touch
superlativa
Measure IT
un’applicazione che permette di ricavare misure da un’immagine, semplicemente avendo un oggetto campione sul piano visivo dell’oggetto da misurare
Camera e touch
ottima
consumer
Multi Measure HD
Una serie di applicazioni, ovvero goniometro, metro, livelle, filo a piombo, sismometro.
Tutte le tecnologie di base come accelerometro, bussola, ecc.
N.T.
professionisti
http://www.skypaw.com/
Multi Seimometer
Fa parte delle applicazioni di cui al precedente punto, ed è una applicazione in grado di misurare le vibraz vib razion ioni.i.
Acceleremetro
ottima
professionisti
http://www.skypaw.com/
http://www.sis.si/iphone/ my-measures
http://www.ikonstrukt. com/measure.php
1) E' il nome con cui è disponibile nell'Apple Store - 2) Tutte le applicazioni sono state testate, eccetto quelle con la nota N.T. (Non Testate).
Riferimenti PDA - Personal Digital Assistent o computer palmare (palmtop). Si tratta generalmente di un computer di dimensioni ridotte e che presenta le caratteristiche di un sistema di assistenza digitale, vuoi perchè permette l’accesso a internet, vuoi perchè porta a bordo le informazioni e le applicazioni in ambito PIM (Personal Information Managemet), ovvero informazioni critiche come agenda elettronica, rubrica, blocco appunti, browser internet, client di posta elettronica, ecc. Touch - L’insieme delle tecnologie impiegate nelle interfacce computer-uomo che fanno uso massiccio di terminali sensibili, ovvero di video con funzionalità touch screen. La particolarità delle tecnologie touch di nuova generazione è che le interfacce riconoscono il polpastrello come sistema di puntamento, ma le funzionalità dei sistemi sono state sviluppate soprattutto con modalità di interazione che vedono due dita che allargano o riducono lo zoom per vedere un’immagine o una mappa, lo scorrere veloce delle liste sul display, ecc. Glue - Insieme all’approccio ‘Focus’ e ‘Context’, fa parte dei nuovi paradigmi di visualizzazione cartografica sopratutto in relazione all’uso di navigatori e PDA (vedi Cartografica su GEOmedia 2-2010). AR -E’ l’acronimo di Augumented Reality, letteralmente ‘Realtà Aumentata’, ed è un termine generico con cui si intende una fase di visualizzazione in cui vengono miscelati la realtà visiva (immagini) e le informazioni digitali attinenti all’oggetto preso in esame. E’ un termine che si è diffuso abbastanza negli ultimi 2-3 anni; in campo professionale e scientifico stava ad indicare letteralmente l’uso di immagini reali con la sovrapposizione di informazioni geometriche digitali come, ad esempio, modelli di ricostruzione, ecc. In campo militare e in campo medico è una tecnica usata ormai da più di un lustro. Wikipedia in italiano ne riporta un semplice abbozzo anche se abbastanza esplicativo, mentre sul sito inglese la definizione è molto estesa e fa capire l’importanza di tale tecnica per il futuro.
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Nell'immagine sono evidenziate le coordinate GPS estratte dai file EXIF delle riprese con un iPhone 3GS.
Bibliografia Articoli già trattati sulla rivista GEOmedia: • • • • •
GPS & Telecomunicazioni, GEOmedia 2-1999. GPS News, GEOmedia 3-1999. Privacy e nuove tecnologie MLS, GEOmedia 6-2000. LBS avanzati su dispositivi PDA, GEOmedia 3/4-2003. L’informazione geografica mobile tra mercato consumer e professionale, GEOmedia 2-2008
Autore DOMENICO SANTARSIERO - DOMENICO.SANTARSIERO@GMAIL.COM
GEOmedia n°4-2010
FOCUS
be different Ý Termografia Ý Laser Scanner Ý Topografia Ý Fotogrammetria Mobile Mapping System Ý 600.000 pti/sec. e massima distanza di rilievo a 600 mt. Ý Tecnologia Multi-Target per una completezza di rilievo mai visto prima Ý Sistema Hardware configurabile in base alle esigenze di rilievo Ý Software di elaborazione con integrazione di dati fotogrammetrici; laser scanner e CAD Ý Gestione ed elaborazione dati in ambiente ArchGIS, tramite l’innovativo software ArcGDS (www.geosoft.it)
Laser Scanner Ý Nuova linea laser scanner Riegl V-line Ý Fino a 1200 mt. di scansione e 125.000 pti/sec. per l’acquisizione Ý Tecnologia Multi-Target in esclusiva su la serie V-Line di Riegl Ý Il più piccolo e leggero laser scanner mai realizzato Ý Integrazione con: fotocamera reflex. GPS Bussola Ý Predisposizione scansione in movimento Ý Interfaccia grafica a bordo, memoria interna 32 Gb, batteria integrata, il tutto per un utilizzo senza PC Ý Piombo laser e compensatore bi-assiale per un utilizzo come stazione totale
Topografia Ý Nuove stazioni totali Geomax Zoom con tecnologia portata fino a 600 mt. senza prisma Ý Stazioni totali con precisioni da 2” a 7” Ý Stazioni totali con Windows CE integrato a bordo; connessione Bluetooth e 2 porte USB 2.0 Graphic: simone@matteucci.fi.it
Ý GPS Geomax con tecnologia Q-Look per un miglior tracciamento dei satelliti Ý GPS Geomax RTK, tecnologia avanzata Novatel GPS/Glonas compatibili con tutti i servizi (www.polar.it) e (www.italpos.it)
Microgeo s.r.l.
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REPORTS
I Cluster Geografici di Maurizio Rosina
Un interessante esempio di uso di gruppi di informazioni (cluster) geografici che fa riferimento ai database alfanumerici georiferibili della pubblica amministrazione che sono cresciuti ad un ritmo impressionante negli ultimi anni ci porta nel mondo del progetto GEOPOI nato dal laboratorio di ricerca della SOGEI mostrandoci gli ultimi risultati di una affascinante ricerca.
«
In linguistica si chiama effetto ‘rumore’: succede quando il troppo stroppia, quando sei sommerso da una valanga di informazioni e il messaggio fatica a farsi strada, come fosse bloccato da un gigantesco ingorgo. I massmediologi parlano di ‘data smog’ […]» (Grasso 2000). Il contesto in cui la frase precedente è stata scritta è quello dei media radio-televisivi ma la loro valenza è molto più generale, come più generale deve essere considerato il concetto di informazione presente in tali affermazioni. In qualsiasi campo e disciplina l’eccesso di informazioni genera ‘rumore’ e quando ciò accade è spesso conveniente suddividere le tante, troppe informazioni in gruppi; questi gruppi vengono generalmente chiamati, soprattutto nella comunità tecnico-scientifica anglofona, cluster. Ciascun cluster contiene e raggruppa solo quelle entità/informazioni che soddisfano degli specifici criteri. L’esistenza stessa di un cluster quindi, oltre alla funzione di raggruppamento, ‘segnala’ che vi sono entità informative di base che soddisfano gli specifici criteri definiti per appartenere a quel cluster. I Geographic Cluster L’articolo tratterà esclusivamente di entità (rappresentative di oggetti, eventi o valori) singolarmente georiferibili su mappa tramite una propria (unica) coppia di coordinate, ed i criteri di classificazione di queste entità saranno quelli di vicinanza geografica e di correlazione/interconnessione. Ogni entità georiferita sarà quindi rappresentata da un POI (Point Of Interest). Tali entità, assoggettate ai criteri sopra citati, verranno raggruppate in gruppi (i cluster), e data la caratteristica di georiferibilità delle entità componenti, chiameremo i nostri gruppi Geographic Cluster. In conseguenza ai criteri di classificazione attivati sulle entità, vengono individuati e si farà riferimento a due macrocategorie di Geographic Cluster: • Geographic Cluster Territoriale: la condizione primaria e sempre necessaria delle entità costituenti sarà il loro appartenere tutte ad uno stesso specifico ambito territoriale (ad esempio essere tutte contenute entro uno specifico confine amministrativo o entro una porzione di territorio contenuta entro tale confine). Sulla base della tipologia dell’ambito territoriale distingueremo, in questa prima macro-categoria, tra: - Geographic Cluster Territoriale Amministrativo (cluster di ‘tipo A’): gruppo di entità contenute entro uno specifico confine/ambito amministrativo; - Geographic Cluster Territoriale Sub-Amministrativo
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(cluster di ‘tipo S’): gruppo di entità contenute entro una porzione di territorio distinguibile come un livello sub-amministrativo, ovvero presenti in una porzione di territorio che non contiene totalmente uno specifico e predefinito confine/ambito amministrativo; • Geographic Cluster Funzionale (cluster di ‘tipo F’): macrocategoria nella quale la sola condizione necessaria è l’esistenza di interrelazioni funzionali tra le entità costituenti, potendo ciascuna entità essere ovunque georiferita.
I Geographic Cluster in GEOPOI GEOPOI (GEOcoding Points Of Interest) è un framework – ottenuto dalla ricaduta della ricerca applicata di Sogei e coperto da brevetto – che mette a disposizione di più settori della Pubblica Amministrazione (PA), in modo centralizzato e condiviso, una WUI (Web User Interface) univoca realizzata secondo lo standard SVG (Scalable Vector Graphics) emanato dal W3C (World Wide Web Consortium); questa interfaccia propone una visione del territorio italiano come continuum territoriale rappresentativo della viabilità. La WUI di GEOPOI è corredata da funzionalità generali di base: dinamica sui dati cartografici (zooming, panning, ecc.), ricerca di città, strade e relativi civici, gestione di percorsi, ecc., e ne può essere richiesta la personalizzazione, con loghi e funzionalità sviluppate ad hoc, per ciascun settore della PA. Su tale strato cartografico/viario di base sono localizzati oltre 200.000 punti di interesse pubblici (identificativi di hotel, cinema, teatri, musei, ecc., la cui visione/fruizione è generalmente consentita a chiunque) e su di esso i vari settori della PA possono georiferire i propri layer di dati privati (classi di POI e/o di poligoni privati) associando a ciascun punto o poligono privato più hyperlink in grado di attivare applicazioni – generalmente web-oriented – preesistenti e/o realizzate specificamente. L’accessibilità ai vari layer e classi di dati privati è ovviamente riservata – tramite meccanismi di accredito e di profilazione sulla base di privilegi – ai soli utenti autorizzati dagli specifici settori titolari delle varie classi di dati privati. Figura 1 – La gestione in classi e sottoclassi (le icone) dei POI pubblici in GEOPOI.
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REPORTS Ciascuna entità puntuale in GEOPOI è rappresentata da un POI, distinguibile dalla propria specifica icona, appartenente ad una sottoclasse a sua volta contenuta in una classe di POI (Figura 1). Nel framework GEOPOI il problema dei cluster è affrontato secondo le logiche di classificazione e di definizione delle tipologie dei cluster precedentemente esposte. I Cluster di tipo territoriale in GEOPOI Per la costituzione e la gestione dei cluster di tipo A (Cluster Territoriali Amministrativi) è necessario poter far riferimento a limiti amministrativi riconosciuti, quanto più possibile univoci e con l’ulteriore capacità di ‘tassellare’ l’intero territorio nazionale senza discontinuità e senza overlap tra i vari poligoni costituenti i tasselli stessi. Confini amministrativi con tali caratteristiche e con crescente grado di granularità dei poligoni costituenti, sono quelli relativi rispettivamente a Regioni, Province, Comuni ed alle sezioni di censimento ISTAT. In figura 2 viene proposta la piramide delle tassellazioni amministrativo/geografiche italiane, ordinata, dall’alto verso il basso, per livelli di granularità crescente dei poligoni costituenti ciascuna tassellazione. La piramide propone, inoltre, il livello di clusterizzazione primario di ingresso (entry level) più idoneo per ciascuna PAC o PAL. Il risultato in GEOPOI di una gestione di cluster di tipo A a livello regionale risulta essere quello proposto in figura 3.
I cluster in GEOPOI presentano due specificità, spesso richieste dagli utenti e sovente presenti nelle clusterizzazioni di natura geografica: l’indicazione del numero delle entità/ POI componenti proposta direttamente sull’icona di ciascun simbolo di cluster e la rappresentazione dei cluster con icone di differenti colori. In GEOPOI i tre differenti colori delle icone sono rappresentativi della percentuale di POI che ciascun cluster raggruppa rispetto al cluster con la massima numerosità di POI presente nella porzione di territorio in esame. Ad esempio detto M il cluster con la massima numerosità di POI tra quelli presenti nella porzione di territorio in esame, ad esso viene attribuita l’icona rossa; vengono quindi attribuite le ulteriori icone rosse e celeste ai vari altri cluster che raggruppano rispettivamente un numero di entità maggiore del 66% e minore del 33% rispetto a quelle di M (Figura 4). Analoga gestione delle icone dei cluster si ha a livello provinciale (Figura 5).
Figura 2 – PAC/PAL: la piramide delle tassellazioni amministrativo/geografiche italiane, ordinata, dall’alto verso il basso, per livelli di granularità crescente dei poligoni costituenti ciascuna tassellazione, ed i confini/ambiti amministrativi primari (entry level) di clusterizzazione per le PAC/PAL.
Figura 4 – I cluster con massima, intermedia e minima numerosità dinamicamente automaticamente ridefiniti – sempre a livello regionale – al variare, rispetto alla precedente figura 3, della porzione di territorio in esame.
Figura 3 – Cluster di tipo A a livello regionale in GEOPOI.
Figura 5 – Cluster di tipo A a livello provinciale in GEOPOI.
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REPORTS Generalmente non è necessario proporre clusterizzazioni per tutti i livelli sottostanti il livello primario di ingresso, ovvero proporre cluster di tipo A riferiti ad ambiti amministrativi sempre più ristretti. Sulla base delle competenze e delle necessità della specifica PA, risulta conveniente che ciascuna Amministrazione individui e selezioni, rispetto alla piramide proposta, il livello amministrativo sottostante il proprio entry level in grado di proporre una granularità dei poligoni ritenuta adeguata. Tra questi due livelli si opererà tramite cluster di tipo A – ovvero tramite clusterizzazione su ambiti amministrativi. Al di sotto del livello amministrativo con la massima granularità di tassellazione selezionato si proporranno cluster di tipo S, ovvero cluster territoriali di tipo Sub-Amministrativo (Figura 6).
I Cluster di tipo Funzionale in GEOPOI La gestione dei cluster di tipo F in GEOPOI è una composizione e specializzazione di funzionalità più generali relative ai calcoli a run-time, sia della stella di distanze lineari tra un POI selezionato e tutti gli altri POI presenti nella porzione di territorio in esame che della minima copertura convessa (convex hull) dell’insieme di punti presenti nella porzione di territorio in esame. Lo specializzare la composizione di queste due funzionalità all’insieme di entità costituenti un cluster F conduce alla rappresentazione proposta in figura 8. I cluster di tipo F possono essere composti anche da entità rappresentate da POI appartenenti a sottoclassi diverse, sempre rispettando il vincolo che ciascun cluster F sia composto da entità tra le quali sussistano interrelazioni funzionali.
Figura 6 – La situazione in cui una PAC individua quale livello amministrativo primario (entry level) il regionale e come livello amministrativo (sottostante) di massima granularità delle tassellazioni adeguato alle proprie competenze/necessità il livello provinciale, al di sotto del quale la proposizione dei cluster avverrà per ambiti sub-amministrativi, nel caso in oggetto per ambiti sub-provinciali.
I cluster di tipo Sub-Amministrativo sono realizzati sulla base di una griglia di mattonelle (tiles) di eguali dimensioni le quali logicamente tassellano (a run-time) la porzione di territorio in esame. Per ciscuna mattonella viene proposto il relativo cluster di tipo S (Figura 7 nella quale, a solo scopo illustrativo, è stato sovrapposta la griglia che determina l’array di mattonelle). La numerosità delle mattonelle, ovvero la numerosità di righe e colonne della griglia, è gestibile in modo parametrico, sulla base delle esigenze della specifica PA.
Figura 7 – Cluster di tipo S, calcolati rispetto ad un array di 9 mattonelle.
In particolare la figura 7 evidenzia come i simboli dei cluster S si presentino variamente posizionati nell’ambito di ciascuna mattonella, in quanto ciascun simbolo di cluster viene georiferito nel baricentro dei POI che esso raggruppa.
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Figura 8 – Il cluster F costituito da un insieme di ipotetiche antenne costituenti una rete GNSS.
Il criterio di arresto I cluster sono di estrema utilità quando vi è un eccesso di informazioni, che generano rumore. Al di sotto di una determinata numerosità di POI non si ha rumore ma informazione immediatamente fruibile. E’ quindi conveniente che venga definito un criterio di arresto della proposizione di cluster (sia ad tipo A che di tipo S) basato sulla numerosità delle entità strettamente contenute nella porzione di territorio in esame. La tecnica più semplice, ma nel contempo assai efficace, è quindi quella che vede la definizione di un valore minimo di numerosità, al di sotto del quale non viene operata/proposta alcuna clusterizzazione e vengono, viceversa, proposte direttamente le singole entità georiferite. Una volta definito tale valore di soglia, una sua frazione propria può anche essere utilmente utilizzata come criterio di arresto in ciascuna mattonella in cui è suddiviso il territorio relativemente ai cluster di tipo S; questa frazione sarà ovviamente proporzionale al numero di mattonelle. Il criterio di arresto interessa anche le entità dei cluster F, in quanto in GEOPOI esse godono della proprietà di essere automaticamente gestite anche sotto forma di cluster A ed S, soprattutto a piccola scala. Quando incidono su vaste porzioni di territorio, la proposizione di cluster di tipo F avviene fruendo di tecniche di attivazione a run-time di ciascun cluster sulla base della selezione di una sua qualsiasi entità componente; ciò attiva la visualizzazione del cluster tramite una automatica gestione della scala di presentazione ed il filtraggio dei POI non interessati.
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REPORTS Cluster e grandi numeri Quando i numeri in gioco non sono nell’ordine delle poche centinaia o migliaia di entità, ma piuttosto delle centinaia di migliaia o dei milioni di entità, allora non è proponibile – se non altro in termini di efficienza elaborativa – che la logica di clusterizzazione possa operare totalmente a run-time. Un modo alternativo, efficiente e di grande flessibilità, è operare una pre-elaborazione delle entità, clusterizzandole rispetto ai tre livelli apicali (regione, provincia e comune) della piramide descrittiva dei confini/ambiti amministrativi (Figura 2). Tale metodica gode del vantaggio che le entità gestite dalle PA derivano, in massima parte, da dati alfanumerici strutturati nei quali è presente una connotazione di attribuzione amministrativo/territoriale e/o di toponomastica. Solo se strettamente necessario l’attività di pre-elaborazione includerà anche il livello base della piramide (i confini
Figura 9 – Dati alfanumerici aggiornati h24 e pretrattati per una efficiente gestione tramite cluster.
delle sezioni censuarie ISTAT); ciò sia perché tale estrema granularità di clusterizzazione sovente non è necessaria ed anche perchè l’informazione relativa al codice della sezione ISTAT non è un dato così diffusamente e direttamente presente quanto, ad esempio, quello relativo alla toponomastica. La tecnica di pre-elaborazione permette la gestione di DB alfanumerici contenenti milioni di dati, oggetto di elevati livelli di movimentazione (inserimento, aggiornamento cancellazione) sia come percentuale tout court dei dati movimentati nell’arco dell’anno che come frequenza delle movimentazioni nell’arco delle 24h (Figura 9). Conclusioni L’effetto rumore, ovvero l’essere travolti da un eccesso di informazioni, è uno dei fenomeni che sempre più affligge le grandi organizzazioni man mano che con il progredire dell’informatizzazione esse si accorgono della numerosità e valenza del thesaurus di informazioni e dati che posseggono e gestiscono. Il modello di cluster presentato contribuisce ad aumentare la valenza, la fruibilità e la flessibilità di uso del framework GEOPOI, in quanto mette a disposizione degli aderenti alla community istituzionale che lo utilizzano, un nuovo potente strumento per dipanare il groviglio formato da vasti insiemi di dati, frequentemente movimentati, che incidono sul territorio. Le tipologie di cluster utilizzate permettono di organizzare in modo efficace ed efficiente le informazioni georiferibili e georiferite, consentendone una comprensione e fruizione che si adegua agli ambiti territoriali, ai compiti ed alle necessità di ciascuna Amministrazione.
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©2010 Astech LLC. All rights riserved. The Astehc logo and MobileMapper are trademarkes of Ashtech, LLC. All other products and brand names are trademarks of their respective holders.
REPORTS Ringraziamenti Un doveroso ringraziamento va agli ingg. G. Caputo e F. Minuti, che hanno realizzato le funzionalità descritte, ed all’ing. A. Bottaro, che ha permesso ed incoraggiato la formulazione del modello di cluster e l’implementazione nel framework GEOPOI.
Riferimenti • Grasso A., Radio e Televisione – Teorie, analisi, storie, esercizi, pag. 198, ed. Vita e Pensiero, 2000. • Bottaro A., Rosina M., GEOPOI per la geocodifica dei punti di interesse, in GEOmedia 2-2007, ed. Geo4all, Roma. • Bottaro A., Rosina M., GEOPOI: la cartografia dell’ipertesto, GEOmedia 3-2007, ed. Geo4all, Roma.
Abstract Geographic Clusters Over the past decade, public alphanumeric database have been growing at exceptional rate. Most of data can be georeferenced, so that is possible gaining new knowledge from such databases. The contribution of this paper is two-fold. We first present a model of geographic clusters, which uses only geographic and functionally data properties. The model is useful to process huge amount of public/government data, even daily upgrading. After that, we merge the model into the framework GEOPOI (GEOcoding Points Of Interest), and show some graphic map results.
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Autore MAURIZIO ROSINA MROSINA@SOGEI.IT
SOGEI –SOCIETÀ GENERALE DI INFORMATICA INNOVAZIONE, RICERCA E SVILUPPO
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REPORTS
Il Geoportale Nazionale e l’attuazione della direttiva 2007/60/CE di Salvatore Costabile
Continuando la serie di articoli dedicati al Geoportale nazionale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ci illustra l'intensa attività istituzionale in attuazione delle ultime direttive comunitarie emanate per un efficace livello di intervento al fine di ridurre il rischio idrogeologico incrementando l’attività di pianificazione nei bacini idrografici e distribuendo efficacemente le risorse disponibili destinate agli interventi più urgenti di difesa del suolo.
L
a direttiva comunitaria per la gestione del rischio di alluvione nasce dalla giusta attenzione verso la mitigazione degli effetti delle inondazioni ed è inserita nell’ambito della direttiva ‘madre’ in materia di acque, la 2000/60/CE, secondo la quale ogni Paese membro deve provvedere a predisporre i piani di gestione dei bacini idrografici nell’ambito dei distretti idrografici individuati a livello del bacino stesso. La norma italiana sulla difesa del suolo, forte di numerose tragiche esperienze, aveva già ampiamente anticipato e impostato le azioni di pianificazione, di intervento e di tutela del territorio, sulla base delle valutazioni a livello di bacino idrografico, contemplando, a priori, lo stretto legame fisico e logico esistente tra la tutela della risorsa idrica e l’assetto del luogo in esame. Oggi, sostenuti dalla necessità di adeguarsi alle direttive comunitarie, si ha l’occasione di fare ordine e semplificare tutto il sistema di gestione del territorio, impostando finalmente i percorsi da seguire secondo valutazioni più integrate che tengano conto di tutti i settori ambientali i quali, inevitabilmente, interagiscono tra loro con continuità. Il Ministero dell’Ambiente è attualmente impegnato su molti fronti proprio per dare risposta e soluzione alle suddette richieste di adeguamento. Infatti, la revisione del Decreto Legislativo 152/2006 dà ordine e logica alle materie ambientali favorendo un maggior coordinamento e coinvolgimento su tutta la penisola, istituendo distretti idrografici impostati su logiche più moderne e più consone alle nuove norme ed esigenze territoriali. Si rafforza ancora in questo modo il ruolo che lo Stato deve assumere, ossia quello di coordinare le azioni e garantire omogeneità di tutela a scala nazionale. Per quanto riguarda l’assetto idrogeologico, l’Italia è molto avanti rispetto agli altri Paesi comunitari; in questo ambito, dunque, non si dovranno accelerare i tempi d'adeguamento alle direttive nazionali, ma si potrà avere la grande opportunità di operare con serenità per migliorare quanto è stato già fatto negli ultimi anni in materia di pianificazione. Difatti, le scadenze fissate dalla 'direttiva alluvioni’ sono previste per il 2011, 2013 e 2015, riferite rispettivamente alla valutazione preliminare del rischio di alluvione, alla mappatura della pericolosità e del rischio di alluvione, alla predisposizione del piano di gestione del rischio di alluvione, per i quali l’Italia ha già fatto gran parte del lavoro. Sarà questa l’occasione, invece, per omogeneizzare i risultati prima a livello dei nuovi distretti idrografici e poi a scala nazionale, avendo a disposizione moderni strumenti e tec-
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nologie correnti di studio del territorio derivanti dalle azioni messe in campo dal Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale. L’analisi del rischio idraulico di un bacino idrografico e la conseguente redazione del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) hanno importanza strategica nazionale. Molti eventi di piena che hanno determinato vittime e/o ingenti danni si sono verificati nel reticolo secondario e minore dei bacini idrografici ove non si ha una chiara evidenza della pericolosità del corso d’acqua e per i quali solo studi preventivi e strumenti quali i PAI possono aiutare a ridurre gli effetti di eventi calamitosi. Le analisi idrologiche e idrauliche coordinate dalle Autorità di Bacino riguardano maggiormente le aste principali dei corsi d’acqua sia per il più rilevante rischio che esse offrono sia per la loro forte interazione con aree antropizzate. Lo studio accurato del reticolo secondario e minore presenta costi molto elevati per cui la mappatura delle aree a rischio risulta a volte incompleta. Uno studio idrologico-idraulico è caratterizzato da due momenti distinti: la modellistica (oggi molto sofisticata) ed il supporto topografico digitale su cui applicarla. Quest’ultimo è rappresentato da tre elementi (il modello digitale del terreno dell’intero bacino, il rilievo in alveo per la definizione delle sezioni trasversali ed il rilievo fuori alveo delle aree di esondazione) e comporta notevoli costi di esecuzione per chilometro di asta fluviale. L’innovazione tecnologica offre un valido supporto per eseguire tali studi su larga scala. Il rilievo da aeromobile con sensore LiDAR (Light Detection and Ranging) fornisce il Modello Di-
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REPORTS • procedura idrologico-idraulica per la definizione delle fasce di rischio idraulico del reticolo minore.
gitale del Terreno (DTM) ad altissima risoluzione (pixel 1m x 1m) e precisione sulla Z (+/-15cm) permettendo così la definizione delle tre voci distinte prima citate. I costi di tale tecnologia sono elevati ma se pensati per un’applicazione su larga scala sono di gran lunga minori di quelli ottenuti con i rilievi tradizionali (figura 1). Il Ministero dell’Ambiente e del Territorio con la creazione del Geoportale Nazionale vuole superare tale limite tecnico-economico, attraverso il progetto Piano Nazionale di Telerilevamento Ambientale finalizzato al rilievo delle coste e delle aste fluviali di primo, secondo, terzo e quarto ordine. Con tali azioni è realistico pensare di poter disporre a breve di un DTM ad alta risoluzione dell’intera superficie nazionale. Tale procedura studia in dettaglio le varie fasi della modellazione idrologica cercando di ottimizzare le informazioni desumibili da un rilievo LiDAR da aeromobile. Le analisi morfometriche dei bacini idrografici, la determinazioni dei principali parametri idrogeomorfologici, i modelli afflussideflussi, i modelli idraulici di propagazione in alveo e fuori alveo verranno adeguatamente studiati per essere applicati partendo esclusivamente da informazioni desunte da telerilevamento. I principali obiettivi del progetto sono i seguenti: • produzione del Modello Digitale del Terreno ad alta risoluzione della superfìcie delle aste fluviali di tutto il territorio nazionale; • determinazione delle principali caratteristiche idrologiche dei bacini idrografici desumibili dal DTM e dal rilievo;
Il LiDAR è una tecnologia emergente nel campo del telerilevamento da piattaforma aerea, capace di generare con rapidità modelli digitali del terreno ad alta risoluzione geometrica, georiferiti e con livelli di precisione equivalenti alle tecniche di rilevamento terrestri, garantendo significativi vantaggi rispetto ai tradizionali sistemi di telerilevamento aereo. Il progetto prevede la produzione del Modello Digitale del Terreno (DTM) ad alta risoluzione di tutto il territorio nazionale (in formato di griglia regolare con spaziatura di 1m nelle due direzioni EW e NS) e la produzione del Modello Digitale delle Superfici (DSM) per le aree interessate dalle aste fluviali, il tutto al fine di fornire un valido ed adeguato input alla modellistica idrologico-idraulica (figura 2). Il sensore laser utilizza, al posto di un’emissione unidirezionale con cui è possibile determinare una sola distanza, un’emissione da uno strumento che ruota spazzando un determinato angolo. Questo permette allo strumento montato sull’aereo di monitorare una zona a forma di corridoio lungo il cammino dell’aereo, la cui ampiezza sarà funzione dell’angolo di scansione e della quota di volo. In particolare viene misurato il tempo impiegato dall’impulso laser a coprire il percorso di andata e ritorno da un generico oggetto colpito che lo riflette. Il sistema LIDAR utilizzato è di ultima generazione e dotato della capacità di registrare non soltanto il tempo di andata e ritorno del segnale, ma anche la forma d’onda dello stesso, cioè la distribuzione della sua energia nel tempo. Ciò consente non soltanto di conoscere la distanza dal sensore della superficie che ha generato la prima riflessione del segnale ma anche di avere informazioni su quanta energia, viene riflessa al di sotto di tale superficie nel caso il segnale riesca a penetrare in profondità. Questa tecnologia trova importanti applicazioni in campo ambientale e soprattutto forestale, in quanto le chiome ed in generale la vegetazione in parte riflettono il segnale alla sommità, in parte lo fanno penetrare fino a raggiungere il suolo. L’analisi della forma d’onda permette in questo caso di investigare proprietà della vegetazione quali la densità fogliare e la biomassa totale, nonché di rimuovere la vegetazione stessa dal modello ottenendo così dalla stessa base dati sia un DTM che un DSM. Le attuali procedure suggerite dai PAI prevedono la definizione di una pioggia critica per una durata pari in genere al tempo di corrivazione del bacino, alla quale è associata, tramite un semplice modello afflussi-deflussi, una portata al colmo a cui è assegnato lo stesso grado di rarità della pioggia. A tale portata è poi associato un semplice idrogramma sintetico il cui volume è analiticamente legato alla portata di progetto e al tempo di corrivazione. Tale approccio richiede la formulazione di due ipotesi difficilmente riscontrabili nella realtà: • che la probabilità di accadimento della precipitazione (peraltro non associabile ad un evento reale) sia uguale a quello del deflusso; • che il volume di piena sia definito in modo deterministico ad una data portata di picco. Alla luce della possibilità di generare scenari di precipitazione, si rendono disponibili scenari di onde di piena, definite tramite modelli afflussi-deflussi, per le quali è nota l’intera evoluzione temporale. La sintesi probabilistica di questa informazione può essere
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REPORTS eseguita analizzando separatamente le caratteristiche di interesse (portata massima, volume, tempo di picco, durata, ecc.), ovvero ricorrendo ad una analisi congiunta che permetta la definizione di idrogrammi sintetici le cui caratteristiche di interesse non siano più univocamente definite in funzione della portata al colmo, ma legate ad essa in modo probabilistico. Gli studi di modellistica idraulica devono eseguire un’analisi che associ ai valori dei parametri fondamentali delle onde di piena una probabilità di accadimento congiunta, e definire un idrogramma sintetico i cui parametri siano legati alle grandezze fondamentali delle piene osservate e simulate e quindi con probabilità nota. In altri termini, l’obiettivo è impiegare modelli di simulazione pluviometrica e modelli afflussi-deflussi per definire una famiglia di onde di progetto, e sintetizzare queste ultime tramite dei profili i cui parametri siano legati alle probabilità di accadimento delle principali caratteristiche delle onde simulate. Lo scopo è fornire una famiglia di idrogrammi sintetici prontamente utilizzabili e statisticamente basati accanto ad una procedura che contempli la generazione di piogge sintetiche. I primi potrebbero essere utilizzati per la pratica progettuale senza la necessità di modelli di simulazione, la seconda qualora si desiderasse ricorrere a uno strumento completo per un’analisi di dettaglio. La propagazione dell’onda di piena in alveo, la simulazione del processo di esondazione in caso di insufficienza della sezione di deflusso, l’interazione del complesso sistema alveo-golene con le aree extra golenali e possibilità di rientro in alveo dei volumi esondati, la simulazione del complesso sistema e dei relativi processi fisici in gioco durante eventi di piena finalizzata alla definizione delle aree inondabili, è al giorno d’oggi possibile utilizzando i modelli bidimensionali (o 2D). In realtà lo schema numerico adottato non rappresenta completamente la dinamica tridimensionale o bidimensionale, ma al suo interno sono semplificati alcuni processi quali la dinamica 2D/3D in alveo, mantenendo il massimo livello di sofisticazione. Suddetto schema rappresenta, invece, i processi che maggiormente influenzano la definizione del rischio idraulico, ossia la capacità di laminazione in alveo e fuori alveo, l’interazione con le strutture naturali ed antropiche interferenti coi deflussi, e in genere, la valutazione più accurata possibile dei tiranti e delle velocità, finalizzata alla stima della distribuzione nel tempo e nello spazio dell’inviluppo massimo dei tiranti che determina le aree allagabili.
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I risultati principali della modellazione 3D sono, quindi, sia la caratterizzazione idraulica completa in alveo e fuori alveo dell’andamento nel tempo e nello spazio dei tiranti, delle velocità e delle proprietà derivate (raggio idraulico, area bagnata, geometria della superficie idrica, ecc.). Tali iinformazioni, integrate dalla stima dei tempi di permanenza dei tiranti e delle velocità relative, permettono di caratterizzare con accuratezza l’inviluppo massimo delle aree inondabili, che si traduce a sua volta nella mappatura del rischio idraulico.
Abstract The National Geoportal in the context of Directive 2007/60/CEThe Ministry for the Environment, Land and Sea has the institutional activities to ensure an effective level of intervention in national defense policies of the soil to reduce landslide risk working hard to advance the planning activities in the catchment to increase the means of knowledge of the area and to allocate resources effectively available for more urgent action to protect the soil.
Autore SALVATORE COSTABILE COSTABILE.SALVATORE@MINAMBIENTE.IT
MINISTERO DELL'AMBIENTE
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REPORTS
Utilizzo di dati satellitari per la pianificazione urbanistica: il PUG del Comune di Apricena di Vincenzo Barbieri
Con l’entrata in vigore del DRAG (Documento Regionale di Assetto Generale) la Regione Puglia ha definito le ‘Norme generali di governo e uso del territorio’ per la redazione dei nuovi Piani Urbanistici Generali (PUG) comunali che devono perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di salvaguardia e valorizzazione del territorio attraverso l’introduzione di procedure di valutazione di sostenibilità del processo di pianificazione. In questa situazione la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) diventa parte integrante del processo di elaborazione e approvazione del PUG. Lo stesso DRAG indica i dati telerilevati da satellite tra le fonti informative che possono essere utilizzate a supporto della definizione del quadro conoscitivo esaustivo del territorio.
I
dati satellitari possono contribuire alla realizzazione di un quadro delle conoscenze aggiornato per rappresentare lo stato attuale dei luoghi, completo per garantire un idoneo livello di conoscenza, predisposto in modo oggettivo per garantirne la certezza del contenuto informativo e standardizzato per poter interoperare con tutti i soggetti che agiscono sul territorio. Inoltre consentono la definizione dei trend evolutivi dei fenomeni che insistono sul territorio attraverso aggiornamenti periodici della base della conoscenza. Uno stimolo efficace verso l’utilizzo dei dati di Osservazione della Terra nasce all’interno del progetto GSE LAND, finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito del programma GMES (Global Monitoring for Environment and Security), un’iniziativa comunitaria che prevede la realizzazione di servizi di informazione ambientale e per la sicurezza attraverso l’integrazione delle tecnologie satellitari. L’obiettivo principale di GMES è quello di definire servizi operativi per il sostegno al decision-making, sia istituzionale sia privato, in ambiti che riguardano la tutela ambientale e il controllo del territorio. Un aspetto cruciale consiste nel garantire una completa integrazione delle informazioni estratte da dati satellitari all’interno dell’infrastruttura e delle procedure in uso presso gli utenti del servizio. All’interno del programma GMES sono stati sistemati prodotti geoinformativi che oggi sono largamente utilizzati e utilizzabili da tutti gli utenti cui sono demandate le attività di monitoraggio e gestione del territorio.
Il caso di Apricena L’Amministrazione Comunale di Apricena (FG) ha affidato al Dipartimento ICAR (Ingegneria Civile e dell’Architettura) del Politecnico di Bari la redazione del PUG e ha sottoscritto una convenzione con Planetek Italia Srl per la produzione della base informativa geospaziale basata su dati telerilevati da satellite ad alta risoluzione. Il quadro conoscitivo dell’intero territorio comunale è stato realizzato da Planetek Italia predisponendo la base geoinformativa Preciso Land fondandosi su un’immagine
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satellitare ad alta risoluzione (50cm) multispettrale (otto bande) di nuova acquisizione. L’immagine è stata acquisita a maggio 2010 in soli dieci giorni. Attraverso l’elaborazione del dato satellitare e di dati ancillari è stato allestito il pacchetto geoinformativo Preciso Land, che è stato adottato dai tecnici dell’ICAR come base del processo di pianificazione. I livelli informativi di Preciso Land sono stati costruiti sulle geometrie della Carta Tecnica Regionale. In questo modo è perfettamente congruente, da un punto di vista geometrico, con la CTR e la Carta di Uso del Suolo Regionale (CUS). Inoltre per rendere completamente coerente il livello informativo ‘Copertura Suolo’ con la CUS della Regione Puglia sono state adottate sei classi aggiuntive arrivando a quarantadue complessive. Preciso Land contiene diversi livelli informativi che sono alla base dei processi di pianificazione e che sono risultati particolarmente utili ai tecnici pianificatori: la Carta di Copertura del Suolo, che ha consentito di inquadrare complessivamente il territorio, la Mappa dell’Impermeabilizzato che permette di visionare l’impatto antropico sul territorio, la mappa dei Morfotipi che fornisce una visione del paesaggio da un punto di vista paesaggistico.
Copertura satellitare WorldView-2 a 50cm di risoluzione.
Oltre alla definizione del quadro conoscitivo, il prodotto è risultato particolarmente efficace nelle fasi di condivisione delle scelte di piano durante le conferenze di servizio e di copianificazione. L’utilizzo di una base certa, aggiornata e di facile lettura come
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Il sito web del progetto GMES per chi volesse approfondire il tema all'url www.www.gmes.info.
un’immagine satellitare ha consentito di poter condividere serenamente, con i diversi soggetti portatori di interesse, lo stato dei luoghi e le relative scelte di piano. Il contenuto informativo di Preciso Land è stato adottato come base per la definizione di indicatori geospaziali a supporto delle attività di monitoraggio della VAS. Tra gli indicatori che sono in corso di definizione quello concernente il Consumo di Suolo è quello di maggiore interesse. Grazie alle procedure automatizzate di elaborazione risulta particolarmente efficace per rappresentare il fenomeno nel tempo. Infatti la produzione di questo indicatore si basa sulla predisposizione automatizzata delle mappe di urbanizzato sfruttando il contenuto informativo multispettrale del dato satellitare e il suo incrocio con la carta di copertura del suolo. Dall’esperienza europea a Preciso Land Grazie alla pluriennale esperienza maturata nel programma GMES, Planetek Italia ha potuto definire Preciso Land, un prodotto geoinformativo realizzato con immagini satellitari di nuova acquisizione, che fornisce un quadro aggiornato in tempo quasi reale del territorio grazie a tempi di realizzazione estremamente rapidi. Preciso Land è particolarmente utile per supportare la redazione e aggiornamento dei Piani Territoriali e nella relativa definizione degli indicatori geospaziali per la Valutazione Ambientale Strategica. Preciso LAND è costituito da un set di livelli informativi georeferenziati, geometricamente congruenti tra loro, che garantiscono un elevato contenuto informativo: • Copertura Suolo: livello informativo poligonale della carta di uso del suolo (36 classi) conforme alla nomenclatura Corine; • Edifici: livello informativo poligonale dei singoli edifici; • ReteTrasporti: livello informativo poligonale del reticolo stradale e ferroviario; • Mappa dei Morfotipi; • Mappa del soil sealing (aree impermeabili). Preciso Land deriva da procedure di elaborazione automatizzate che riducono drasticamente i tempi di produzione e conferiscono elevati livelli di accuratezza e oggettività al contenuto informativo. Le procedure standardizzate garantiscono inoltre il massimo della coerenza tra gli aggiornamenti e rendono i livelli informativi idonei
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ad analisi multitemporali che sono alla base della predisposizione di indicatori geospaziali per il monitoraggio della VAS.
Riferimenti Il progetto completo per il Comune di Apricena sarà presentato alla Conferenza Nazionale ASITA, Brescia 9-12 novembre 2010 (www.asita.it). Il sito ufficiale del programma GMES: www.gmes-gseland.info La pagina ufficiale Preciso Land: www.planetek.it/preciso_land
Abstract Apricena Municipality: using satellite data for urban planning With the entry into force of the Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) Puglia Region has called the 'General Government and land use' for the drafting of the new General Urban Plan. The municipality must pursue the objectives of sustainability environmental maintenance and enhancement of the region through the introduction of procedures for assessing the sustainability of the planning process. In this context, the Strategic Environmental Assessment becomes an integral part of the process of elaboration and approval of the General Urban Plan. DRAG shows the same data by satellite remote sensing between the sources of information that can be used to support the definition of comprehensive cognitive framework of the territory.
Autore VINCENZO BARBIERI BARBIERI@PLANETEK.IT
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EGNOS: il GPS Augmenting System per l’Europa di Gianluca Pititto
Proseguiamo la serie di articoli dedicati allo stato dell’arte dei sistemi GNSS attualmente operativi e di quelli in via di realizzazione. Un ambito tecnologico ed applicativo di grande interesse è costituito dai sistemi SBAS (Satellite Base Augmentation Systems), ovvero le infrastrutture satellitari il cui scopo è quello di aumentare le performance dei sistemi GNSS attualmente in funzione. Questi sistemi aprono il campo a tutta una serie di nuove applicazioni, fino ad oggi irrealizzabili a causa della insufficiente precisione ed affidabilità dei segnali GPS. Dopo aver offerto nell’articolo precedente un’esauriente panoramica delle costellazioni GNSS attualmente orbitanti attorno alla Terra, con questo secondo articolo ci proponiamo di presentare le caratteristiche essenziali dei sistemi SBAS, focalizzando l’attenzione sul sistema EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay System), precursore del GNSS europeo GALILEO ed alla base di un imminente salto di qualità dei servizi di posizionamento satellitare sul territorio europeo.
A
llo scopo di aumentare le performance del segnale GPS sono stati introdotti da tempo sistemi cosiddetti ‘differenziali’ (DGPS). Si tratta di tecnologie real-time che prevedono l’impiego di una rete di stazioni di riferimento fisse (e dunque di posizione nota a priori), che sono in grado di stimare varie componenti d’errore del segnale GPS all’interno della propria area di copertura. Ogni stazione calcola costantemente la propria posizione GPS e la confronta con la posizione reale nota, deducendo così vari parametri di correzione (detti correzioni differenziali), che vengono trasmessi via radio ai ricevitori GPS mobili che si trovano dentro i confini dell'area di copertura della stazione.. Le correzioni riguardano tipicamente: orbite dei satelliti, sincronizzazione temporale, ritardi troposferici e ionosferici; viceversa, tali correzioni non hanno a che fare con errori legati al singolo ricevitore, derivanti tipicamente da multipath (errore del segnale che si verifica quando l’antenna del ricevitore è posizionata vicino ad un ampia superficie riflettente), oppure dal rumore interno del dispositivo. I ricevitori mobili possono così affinare il calcolo dei cosiddetti pseudorange satellitari e meglio approssimarli alla reale distanza geometrica ricevitore-satellite. Il risultato è un miglioramento significativo dell’accuratezza del calcolo della posizione all’interno dell’area di copertura. Naturalmente è richiesto che il ricevitore mobile sia tecnologicamente equipaggiato per ricevere ed elaborare i segnali di correzione differenziale.
Correzioni differenziali e di integrità trasmesse dai satelliti EGNOS.
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I sistemi DGPS sono stati implementati in varie modalità, orientate alle applicazioni specifiche (terrestri, marittime, aeronautiche). Nei casi più delicati, come quello aeronautico, sono in corso procedure di standardizzazione dei sistemi da parte degli enti preposti, quale ad esempio l’ICAO (International Civil Aviation Organization). In realtà, già a partire dagli Anni ’80, oltre ai sistemi differenziali basati su infrastrutture a terra si iniziò a pensare alla possibilità di implementare sistemi differenziali basati su un’infrastruttura spaziale, mediante l’uso di satelliti artificiali. I primi studi del CNES (l’agenzia spaziale francese) e del DGAC (l’Autorità Francese per l’Aviazione Civile) gettarono in pratica le basi del progetto europeo EGNOS. A partire dall’ottobre del 1994 ci fu un vero e proprio balzo in avanti degli sforzi di sviluppo, grazie alla decisione del Governo degli Stati Uniti di rilasciare alle aviazioni civili la possibilità di impiego gratuito del GPS. A quel punto in ambito aeronautico l’ICAO avviò studi su sistemi complementari al GPS per compensare i limiti in relazione all’accuratezza (soprattutto verticale), all’integrità ed alla continuità del servizio di posizionamento. Vale la pena ricordare che il segnale GPS non risponde as it is ai requisiti stringenti imposti sui precedenti parametri dalle normative aeronautiche internazionali (in particolare nelle fasi più delicate del volo come l’avvicinamento e l’atterraggio). Si è così dato vita al concetto di SBAS, includendo in esso i necessari processi di standardizzazione dei requisiti. I sistemi SBAS Il concetto di SBAS si basa sulla trasmissione via satellite di messaggi di correzione differenziale e di integrità relativi ai satelliti GPS visibili all’interno di una certa area geografica. L’area è delimitata da una rete di stazioni a terra appositamente realizzate: queste stazioni raccolgono istante per istante il segnale GPS dai satelliti che sono in visibilità e sulla base della posizione – nota – di ciascuna stazione, calcolano i messaggi di correzione differenziale e di integrità per ciascun satellite. Queste informazioni vengono trasmesse ai satelliti dell'infrastruttura SBAS che si trovano in orbita geostazionaria e che, a loro volta, ritrasmettono a terra verso i ricevitori mobili GPS all’interno dell’area di
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copertura delimitata dalle stazioni di terra. I ricevitori mobili possono in tal modo usufruire in tempo reale di tali segnali, incrementando le performance del segnale GPS in termini di accuratezza e di integrità. La banda di frequenza e la modulazione dei segnali inviati a terra sono identici a quelli adottati dal segnale GPS-L1, fatto che ne facilita l’impiego da parte dei ricevitori. Come è evidente, i sistemi SBAS sono infrastrutture tipicamente regionali, la cui estensione geografica è fissata dalla distribuzione sul territorio delle stazioni di ricezione ed elaborazione dei segnali GPS. A tutt’oggi nel mondo esistono quattro diverse implementazioni SBAS, che risultano tuttavia concepite per essere tra loro compatibili ed interoperabili, obbedendo a tutta una serie di standard comuni (vedi www.rtca.org). Queste infrastrutture sono: il WAAS (Wide Area Augmentation System), la cui copertura interessa gli Stati Uniti, il Canada ed il Messico; EGNOS, la cui copertura interessa i paesi europei dell’ECAC (Europen Civil Aviation Conference) con ipotesi di estensione a regioni limitrofe; il MSAS (Multifunctional Satellite Augmentation System) la cui copertura interessa il Giappone; il GAGAN (GPS And Geo Augmented Navigation) in via di sviluppo per il sub-continente indiano. EGNOS, l’infrastruttura SBAS dell’Europa EGNOS può essere considerata la prima importante infrastruttura europea GNSS e rende disponibile sull’intero continente un segnale di posizionamento permanente in accordo con standard condivisi. Il progetto è nato da una partnership trilaterale (Tripartite Group) costituita dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dalla Commissione Europea e da Eurocontrol (l’ente europeo per la sicurezza nella navigazione aerea). Dopo oltre dieci anni di sviluppo, il sistema è entrato nella fase operativa nel 2005 e già dalla fine del 2007 ha iniziato ad offrire eccellenti performance in termini di accuratezza ed integrità nel segnale di posizionamento. Nell’ottobre del 2009 è stato ufficialmente dichiarato operativo il servizio Open Service destinato all’utenza consumer, mentre sono in via di certificazione i servizi dedicati alle utenze professionali ed al comparto dell’aviazione civile. Tutti i servizi sono gratuiti. L’architettura del sistema prevede: uno Space Segment, un Ground Segment ed uno User Segment. Il Ground Segment è costituito da circa quaranta stazioni riceventi sparse principalmente sul territorio europeo, chiamate RIMs (Ranging and Integrity Monitoring Station). Queste stazioni hanno il compito di raccogliere i segnali provenienti dai satelliti GPS in vista e trasmetterli via radio ad un gruppo di cinque altre stazioni chiamate CPF (Central Processing Facility), dislocate presso quattro località dette MCC Tipici ordini di grandezza di alcune componenti di (Mission Control Centre), una errore per GPS ed EGNOS. delle quali si trova a Ciampino, in Italia (le altre sono in Germania, Regno Unito e Spagna). Le CPF hanno il compito, tramite complessi calcoli, di generare i segnali di correzione differenziale e le informazioni di integrità per ciascun satellite sotto osservazione. Da notare che EGNOS utilizza un proprio riferimento temporale chiamato ENT (EGNOS Network Time), Parametri di performance di un Global Navigation agganciato all’UTC (Universal Satellite System (GNSS)
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Le infrastrutture SBAS regionali attualmente esistenti al mondo.
Time Coordinated): dunque, tutte le correzioni differenziali trasmesse da EGNOS sono riferite al sistema ENT. Una volta prodotte, queste informazioni vengono inviate – sempre via radio (con un data rate di 1Hz) – ad un ulteriore gruppo di sei stazioni di terra chiamate NLES (Navigation Land Earth Stations), il cui compito è di trasmettere i segnali ricevuti allo Space Segment. Lo Space Segment è costituito (a differenza di quanto accade per il GPS) da semplici trasponder installati a bordo di tre satelliti per telecomunicazioni geostazionari, orbitanti a 36.000 km di quota: si tratta di due Inmarsat-3 (rispettivamente collocati sull’Oceano Atlantico orientale e sull’Africa) e del satellite Artemis dell’ESA (collocato sull’Africa). Ciascun satellite è caratterizzato, come i satelliti GPS, da un codice PRN (PseudoRandom Noise) univoco e da un identificatore NMEA univoco, in modo tale da poter essere identificati senza ambiguità dai ricevitori di terra. La loro posizione è sul piano equatoriale a tre differenti longitudini, tali da garantire la diffusione dei segnali sull’intera area dei paesi dell’ECAC. I tre satelliti non fanno altro che ritrasmettere verso terra, direttamente ai ricevitori mobili, i segnali di correzione ed integrità ricevuti dal Ground Segment. In realtà il lavoro è svolto da soli due dei tre satelliti citati: il terzo è infatti utilizzato come riserva e per operazioni di test e di validazione. I segnali raggiungono così lo User Segment costituito dai ricevitori mobili GPS, che dovranno avere a bordo una componente tecnologica aggiuntiva per la gestione dei segnali di EGNOS (attualmente molti dei ricevitori in commercio implementano già questa compatibilità). L’ESA ha pensato di offrire anche un servizio, sempre gratuito, di accesso ai dati di EGNOS scaricabili dalla Rete. Il servizio, denominato SISNet (Signal In Space through the interNET), operativo già dal 2006, permette l’impiego di EGNOS anche in aree dove i satelliti geostazionari sono mascherati, oppure quando il ricevitore non possiede la compatibilità con EGNOS (deve comunque essere in grado di integrare le correzioni differenziali e le informazioni di integrità). Per usufruire del servizio bisogna ovviamente avere a disposizione una connessione internet tipicamente di tipo mobile (GSM, GPRS, ecc.). La Commissione Europea ha varato un ulteriore progetto denominato EDAS (EGNOS Data Access System) che integra le funzionalità del sistema SISNet e le estende con servizi di trasmissione radio dei dati di EGNOS in varie modalità. Un breve cenno alle performance del sistema EGNOS sarà oggetto di approfondimenti successivi in relazione ai vari ambiti applicativi. In termini di accuratezza, infatti, EGNOS consente un miglioramento sensibile rispetto al GPS standalone (cioè un errore medio inferiore ai 2 m, come ordine di grandezza). Inoltre, il sistema fornirà le informazioni di integrità necessarie alla validazione dei segnali GPS: soglie di confidenza (affidabilità) del calcolo di posizione e sistema di alert (in meno di 6 secondi)
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Schema generico di un sistema di controllo multifunzione terraaria, area, civile e militare.
Dislocazione delle infrastrutture del WAAS, il sistema SBAS del Nord America.
per ogni eventuale problema di decadimento sottosoglia dell’integrità del segnale (requisiti imprescindibili in campo aeronautico). EGNOS fornirà poi miglioramenti nell’accuratezza e sincronizzazione temporale con l’UTC. Tutte queste caratteristiche consentiranno un ulteriore incremento della disponibilità e della qualità dell'informazione di posizionamento.
Abstract EGNOS: Europe's GPS Augmenting System Today, the actual positioning satellite technology allows a great number of civil applications for our life, but many of them are not yet achievable due to the low level of performance of the positioning service actually available. To use GPS for specific applications for which it was not initially designed, industry and reserchers have been designing and implementing technologies to improve its performances. This complementary systems, known as “augmentation systems”, are made up of ground-base (GBAS), space-based (SBAS) or receiver-level infrastructures and technologies. In this second article we continue to explore the GNSS technologies, presenting a summary of the existing SBAS infrastructures, with the focus on EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay System).
Autore GIANLUCA PITITTO GPITITTO@RIVISTAGEOMEDIA.IT
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La distanza più breve fra due punti non è quella per tornare al treppiedi.
STAZIONE TOTALE TRIMBLE S8
"Avanti e indietro dall'ufficio": probabilmente l'aspetto più odiato dai topografi. Insieme, forse, all'esclamazione "di nuovo". La tecnologia Trimble® VISION™ aumenta il livello di produttività della stazione totale Trimble S8 riducendo drasticamente la necessità di tornare al treppiedi. Ora dal controller potete vedere tutto ciò che vede lo strumento. Perché tornare indietro? Con l'EDM dalla portata più lunga potete restare fermi, mantenere i piedi all'asciutto e usare il vostro controller per mirare e acquisire le misurazioni su superfici senza riflesso, a più del doppio della distanza a cui eravate abituati. Trimble S8 vi mette a disposizione anche lo streaming video dal vivo con i dati rilevati sullo schermo, a supporto del vostro lavoro. Grazie alla documentazione fotografica avete la verifica visiva di tutti i dati prima di lasciare il cantiere, eliminando il costo di dover fare avanti e indietro. Trimble VISION è l'ultima di una lunga serie di innovazioni, studiate per rendere più produttivo il vostro lavoro in campagna: sul campo, in ufficio e ovunque vi conducano le possibilità.
© 2010, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati. Trimble e il logo Globe e Triangle sono marchi di Trimble Navigation Limited registrati negli Stati Uniti e in altri paesi. Trimble Access è un marchio di Trimble Navigation Limited. Tutti gli altri marchi appartengono ai rispettivi proprietari. SUR-183-I
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Modello altimetrico di precisione a basso costo su un’area di ampie dimensioni di Marco Gatti e Alessio Casetto
Viene proposta in quest’articolo una interessante risultanza di realizzazione di modelli altimetrici del terreno con rilievo diretto sul campo di 1.500 punti che vanno ad integrare i punti geodetici esistenti su un territorio di circa 100.000 ettari abbattendo così i costi delle normali operazioni realizzate spesso in modalità indiretta tramite tecniche aerofotogrammetriche. Figura 1 - Area interessata dalla realizzazione del modello altimetrico.
L
e tecniche più semplici per rappresentare l’andamento tridimensionale di un terreno sono costituite dalle proiezioni cartografiche quotate, per punti o per curve di livello. Queste tecniche associano ad una posizione planimetrica sulla carta il corrispondente valore numerico della quota. La disponibilità di questi dati ha offerto lo spunto per estrarre, da alcune Carte Tecniche Regionali (per l’esattezza 180), alla scala nominale 1:5.000, il loro contenuto altimetrico di impianto. Tale contenuto è stato poi impiegato per la realizzazione di un modello altimetrico del terreno, sufficientemente accurato per la realizzazione di un progetto idraulico del territorio. L’area interessata ha un’estensione di circa 100.000 ettari. L’estrazione dei punti dalla carta e la trascrizione delle loro quote di impianto, su supporto informatico, sono state eseguite in un ambiente dedicato, utilizzando una routine di trascrizione, validazione e registrazione dei dati. La tecnica TIN e il metodo di Delaunay La tecnica TIN (Triangulated Irregular Network) è utile quando si intende produrre modelli costituiti da un insieme di punti quotati collegati da segmenti a formare una rete continua di triangoli. La scelta dei punti significativi può basarsi su vari metodi, così come il collegamento dei punti può avvenire secondo vari criteri (ad esempio il criterio di Delaunay) che assicurino la continuità della superficie. La superficie di ogni triangolo è definita dall’elevazione dei suoi tre vertici ed in genere è assunta piana.
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L’interpolazione delle quote, circa 131.000, è stata effettuata nello stesso ambiente, attraverso gli algoritmi propri della tecnica TIN (Triangulated Irregular Network), con il metodo di Delaunay (vedi box). Poiché il modello ottenuto non possedeva una accuratezza idonea agli scopi idraulici, si sono rilevati, plano-altimetricamente, 1.550 punti ad esso appartenenti. Il rilevamento è stato compiuto con la tecnica GPS ad una via nelle modalità Navcom Starfire e VRS. I punti rilevati, opportunamente ridotti al datum cartografico nazionale ed a livello medio mare, sono stati utilizzati per eseguire il ‘bilanciamento’ delle sue quote, ovvero nell’apportare ai punti di interpolazione di ciascun elemento di CTR una correzione, in valore e segno, pari alla media delle differenze tra la quota del modello e quella misurata. Una successiva verifica sul modello bilanciato ha denunciato scostamenti in quota inferiori, nella maggioranza dei casi, ai 30cm. Nell’articolo vengono anche valutati i costi della realizzazione e confrontati con quelli di altre tecniche. Il modello altimetrico Il modello è stato realizzato in un’area nel basso ferrarese (Figura 1), avente un’estensione di circa 100.000 ettari (equivalenti a 1.700km2). Il dato altimetrico proviene da 180 tavolette, alla scala nominale 1:5.000, della Carta Tecnica Regionale realizzata, tra gli anni 1973-1980, dalla Regione Emilia Romagna per aereo- fotogrammetria. Ogni tavoletta (elemento) ha una estensione di 1’30” in latitudine e 2’30” in longitudine: l’altimetria è rappresen-
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Figura 2 - Un’immagine dell’ambiente di registrazione e la finestra di inserimento dei valori numerici delle quote dei punti quotati.
Figura 3 - A destra finestra di inserimento del raggio di inclusione e del valore di soglia. A sinistra, verifica degli errori.
tata mediante punti quotati isolati, in un numero medio di 5 per ogni dm2 di superficie. Ogni punto è rappresentato con un valore numerico espresso in metri, approssimato al decimetro: in talune aree è stato possibile individuare valori con due cifre decimali, ottenuti da livellazioni locali eseguite, negli anni successivi all’impianto della carta, dai Consorzi di Bonifica. L’estrazione dalla carta dei punti quotati e la trascrizione delle loro quote di impianto, su supporto informatico, è stata resa possibile riproducendo il supporto cartaceo in formato raster georeferito ed esplorando il formato in un ambiente AutoCAD dedicato. In quest’ambiente è possibile registrare la posizione planimetrica del punto, mediante un dispositivo di puntamento; per l’inserimento della quota è necessario utilizzare il comando ‘proprietà punto’ dell’ambiente CAD, trascrivendo il valore numerico da tastiera. Al fine di ridurre i tempi di trascrizione e limitare gli errori di inserimento, sono state sviluppate due utility, nel linguaggio di programmazione LISP, presente all’interno dell’ambiente AutoCAD. Attraverso la prima utility, dopo aver registrato con il dispositivo di puntamento la posizione planimetrica del punto, compare a video una finestra di dialogo che invita l’operatore ad inserire, da tastiera, il valore numerico della quota. Il valore è visualizzato immediatamente a video, per consentire un rapido confronto con quello impresso sulla carta (Figura 2). La seconda utility richiede la selezione a video dei punti registrati e, per ogni coppia di essi, calcola la distanza e la corrispondente differenza di quota, nell’intorno di un raggio, detto ‘di inclusione’, impostato dall’utente, in funzione della morfologia del terreno. Se la differenza di quota risulta superiore ad un valore di soglia, i due punti vengono connessi con una linea.
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In tal modo l’operatore è in grado di individuare immediatamente i punti che potrebbero essere affetti da errori di segno o di trascrizione ed, eventualmente, correggerli in quota. Anche il valore di soglia viene impostato in funzione della morfologia del terreno (Figura 3). Infine, la realizzazione del modello altimetrico digitale è stata ottenuta, nello stesso ambiente, per interpolazione di circa 131.000 quote, raggruppate nello stesso file di testo, attraverso gli algoritmi propri della tecnica TIN, con il metodo di Delaunay. Il modello altimetrico bilanciato In generale le quote di impianto cartografico sono affette da errori che dipendono principalmente dalla tecnica di produzione della carta e dalla scala di rappresentazione. Nella fattispecie, il capitolato d’appalto della Regione Emilia Romagna fissava in 1.20 metri, l’errore massimo per le quote altimetriche dei punti isolati. Ritenendo che il modello non possedesse un’accuratezza sufficiente agli studi idraulici, si è deciso di eseguire un bilanciamento delle quote. Il singolo elemento è stato suddiviso in nove riquadri, di estensione pari a circa 1km2, individuando al suo interno un punto il più possibile centrato (Figura 4). Ogni punto del riquadro è stato rilevato sul terreno. In alcuni casi, il rilevamento è stato surrogato, quando possibile, acquisendo le coordinate tridimensionali di vertici già misurati da altri enti, nelle modalità GPS classica, RTK o topografica tradizionale. Va però sottolineato che le condizioni operative non hanno sempre consentito di rispettare il criterio di scelta: in alcuni casi i punti acquisiti per singolo elemento si sono ridotti a tre; in altri casi si è arrivati a dodici. Pertanto, considerando 180 elementi, il numero dei punti rilevati ed acquisiti per bilanciare il modello, è risultato pari a 1.550. Le misure di campagna hanno occupato un operatore per circa cento giorni. Le coordinate dei punti rilevati sono state opportunamente ridotte al datum cartografico della CTR ed al livello medio mare. Per ogni elemento si è costruito il campione delle differenze tra le quote del modello ‘non bilanciato’ (Figura 5a), corrispondenti alle coordinate dei punti rilevati, e quelle di campagna (Figura 5b).
Figura 4 - Suddivisione di un generico elemento.
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a)
b)
Figura 6 - Immagine del modello altimetrico bilanciato limitata a quattro elementi.
L’accuratezza del modello bilanciato Per valutare l’accuratezza del modello bilanciato, si è eseguita un’ulteriore campagna di misure nella quale sono stati rilevati, con la sola tecnica VRS, circa 150 punti sparsi su tutto il territorio interessato. Dal modello bilanciato, applicando lo stesso criterio visto al punto precedente, sono state estratte le quote della superficie confrontandole con quelle misurate. Le differenze sono state raggruppate in tre distinti gruppi di valori:
Figura 5 - a) Quote da modello non bilanciato. b) Quote misurate.
I valori campionari sono stati analizzati uno ad uno selezionando e, successivamente eliminando, quelli che, all’interno del campione, denunciavano forti anomalie. La procedura di selezione e di eliminazione proseguiva fino a che la deviazione standard della media delle differenze campionare, risultava inferiore a 30cm. Di seguito viene riportata una tabella esemplificativa della procedura di bilanciamento, applicata all’elemento 186041. Sul totale di 1.550 punti di bilanciamento rilevati, sono state individuate ed eliminate circa 550 anomalie. Alle quote di interpolazione del singolo elemento veniva applicata, in valore e segno, la media delle differenze calcolata in precedenza. La procedura continuava per l’elemento successivo. Infine, dall’interpolazione dei punti quotati bilanciati di tutti gli elementi, si è generato il modello altimetrico ‘corretto’ o ‘bilanciato’ di cui si riporta un’immagine limitata a soli quattro elementi (Figura 6).
• minori di 15cm; • dai 15 cm ai 30cm; • maggiori di 30cm. Le percentuali per ogni gruppo di valori sono riportate nel grafico di figura 7. Come si evince, il 46% delle differenza di quota è risultato inferiore a 15cm ed il 76% a 30cm. I costi del modello Per valutare i costi del modello si sono considerati i seguenti fattori: a) Acquisizione e rasterizzazione degli elementi della Carta Tecnica Regionale; b) Estrazione dei punti quotati dalla carta, trascrizione della quota e ricerca di errori: totale 180 elementi; c) Operazioni di rilevamento e di acquisizione dei punti di bilanciamento: totale 1.550 punti;
Punto
Est (m)
Nord (m)
Hmis(m)
H modello non bilanciato(m)
(m)
1
736161.99
985025.44
0.22
0.48
-0.26
2
733730.46
985379.08
1.48
1.37
0.11
3
733944.30
984713.94
1.02
0.64
0.37
4
735359.16
985047.37
1.47
1.57
-0.10
5
734351.51
985295.46
1.35
1.68
-0.33
6
734838.06
984929.27
1.03
1.05
-0.02
7
734958.31
985552.06
0.53
1.97
8
734966.13
985554.20
0.92
1.93
9
734916.19
984702.87
0.20
0.42
-0.22
Media (m)
-0.06
Dev. Std. (m)
0.24
Anomalia
-1.44 -1.01
Tabella 1 - Esempio di procedura di bilanciamento applicata all’elemento 186041.
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REPORTS Alla fine del 2007 il ‘modello bilanciato’ è stato consegnato ad una multiutility del basso ferrarese, operante nel settore idrico, che lo sta utilizzando per la modellazione idraulica della sua rete di acquedotto.
Riferimenti Regione Emilia Romagna. Capitolato della Carta Tecnica Regionale. Figura 7 - Percentuali per ogni gruppo di valori.
Abstract d) Bilanciamento delle quote di ogni singolo elemento: totale circa 180 elementi; e) Tempi di calcolo e di elaborazione. I costi sono stati stimati per un periodo di realizzazione pari a circa 5 mesi, non ritenendo di considerare quelli derivanti dalle misure di verifica della sua accuratezza. Contemporaneamente sono state condotte alcune indagini di mercato, presso ditte operanti nel settore della realizzazione di modelli altimetrici. A parità di densità di punti acquisiti, se si opta per un modello di pari precisione, come per esempio un modello aereo fotogrammetrico, le ditte propongono un costo a punto fino a tre volte maggiore; viceversa, se ci accontenta di un modello meno preciso (un metro di accuratezza), per esempio da presa satellitare, i costi a punto si possono ridurre fino a dieci volte. Conclusioni Il recupero del patrimonio cartografico esistente e i ridotti costi di realizzazione, rendono il modello una valida alternativa alle tecniche di rilevamento da piattaforma aerea o satellitare.
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Low cost precise DTM on a wide area The paper describes the realization of a DTM on an area having extension of approximately 100.000 hectares. The model has been obtained from the interpolation of approximately 131.000 geodetic heights inside of 180 tablets of the Regional Technical Cartographic of the Emilia Romagna, to the nominal scale 1:5000. In order to improve its accuracy, approximately 1.550 benchmarks have been surveyed. The survey has been executed with VRS GPS technique. On the base of the benchmark geodetic heights a calibration of DTM heights has been executed, obtaining a new DTM. The new DTM has been verified and it has denounced differences in height less to the 30 cm. In the article we describe also the realization costs.
Autori MARCO GATTI MARCO.GATTI@UNIFE.IT ALESSIO CASETTO ALESSIO.CASETTO@GATTIEG.IT DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA
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Il GeoPortale del Comune di Jesi di Tonino Conti e Andrea Crocioni
Tra i portali di Informazione Geografica premiati dal concorso promosso da AMFM GIS Italia, c’è anche il Comune di Jesi «per l'efficacia comunicativa, la navigabilità e la completezza dei servizi di consultazione». Jesi è stato l’unico ente comunale a ricevere un riconoscimento, motivo di grande soddisfazione e sprone a continuare a lavorare sulla strada intrapresa al fine di completare quanto previsto dal progetto. Il comune ha ben chiari gli obiettivi da raggiungere e il ruolo che intende affidare a questo strumento.
U
n comune in quanto ente locale, pur non dovendo assolvere compiti istituzionali in materia cartografica, ha però l'esigenza - e, qualche volta, l'ambizione - di diffondere correttamente alcune informazioni geospaziali gestite a fini istituzionali. Esperienze passate in tal senso hanno dimostrato che all’aumentare della correttezza delle informazioni fornite all’utenza esterna, corrisponde sempre un ritorno sotto forma di correttezza delle istanze da parte dei cittadini; un circuito virtuoso nell’interesse di questi ultimi ma anche della Pubblica Amministrazione. Il GeoPortale del Comune di Jesi, in linea con il ruolo che gli viene attribuito dal ruolo di Sistema Informativo Territoriale, è paragonabile ad una finestra (o meglio ad una porta) aperta verso l’esterno tramite la quale transita la conoscenza del territorio. La diffusione di questa conoscenza non avviene soltanto tramite cartografie, ma soprattutto dall’integrazione di tutte le fonti disponibili in cui il cardine è costituito dalle mappe in un flusso bidirezionale: dal comune all’esterno e ritorno. E’ proprio in questa logica che è stata progettata una sezione del portale (ancora in fase di avvio) destinata allo scambio di informazioni con l’esterno. La gestione La gestione del GeoPortale è affidata all’ufficio SIT, soggetto promotore e gestore dei dati anche se, in realtà, si tratta di una collaborazione sinergica che vede coinvolti l’ufficio ‘Rete Civica’ (per quanto riguarda la formattazione delle informazioni su web) e l’ufficio ‘Innovazione Tecnologica’ (infrastruttura tecnologica, progettazione delle basi dati e soprattutto integrazione dei DB geografici con gli altri database utilizzati dall’Ente). Inquadrato all’interno del servizio Urbanistica e Ambiente, il SIT opera quindi in stretto contatto con i soggetti che seguono in continuo le mutazioni territoriali. Nell’ambito del proprio ruolo il SIT ha promosso l’approvazione di un regolamento comunale sui dati territoriali e dalle successive disposizioni attuative, un complesso corpus normativo che individua un set di dati strategici per l’Ente, stabilisce la titolarità sui dati gestiti, fissa le regole tecniche per l’implementazione e stabilisce la tenuta del Repertorio Comunale dei dati territoriali. Un’operazione che costituisce una vera e propria sfida di modernizzazione nell’ambito delle dinamiche degli Enti locali, purtroppo abituati (salvo importanti eccezioni) a tra-
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scurare l’importanza delle informazioni di cui dispongono, men che meno ad accrescerle e sistematizzarle. La raccolta, la gestione e la catalogazione di dati di dettaglio utilizza le fonti aerofotogrammetriche come punto di partenza ma integra le stesse tramite l’utilizzo di codifiche univoche, con dati provenienti da innumerevoli fonti interne all’Ente. Struttura del GeoPortale Le pagine web del GeoPortale sono inserite all’interno del sito del Comune di Jesi nella sezione 'casa e territorio' e sono poste allo stesso livello gerarchico delle sezioni più tradizionali (S.U.E., Tributi, ecc.). Nell’organizzazione delle informazioni si è seguita la logica secondo cui informazioni specifiche in forma documentale, di competenza dei vari servizi dell’ente, vengono poste nelle sezioni degli uffici competenti. Quando si fa riferimento a mappe, queste vengono poste nelle pagine del GeoPortale. Questo al fine di eliminare situazioni di ridondanza e garantire la rispondenza delle mappe pubblicate a determinati standard, consentendo la fruizione sia di utenti comuni ma anche da parte dei professionisti del territorio. Tutte le mappe contenute e pubblicate tramite il GeoPortale contengono dei riferimenti (sotto forma di link) ai documenti di pertinenza dei quali costituiscono allegato ed ovviamente la stessa cosa succede in senso contrario. Il GeoPortale del Comune di Jesi è strutturato in due parti principali: una documentale ed una mappa interattiva (strumento webGIS). La sezione documentale La sezione documentale contiene: • informazioni sul Sistema Informativo Territoriale, i regolamenti specifici, le attività dell’ufficio, ecc.; • informazioni sui dati gestiti (onomastica, toponomastica e numerazione civica, cartografia vettoriale CAD, i database territoriali, le mappe in formato raster, ecc.); • un’area interscambio dati, rivolta principalmente ai progettisti, ma ad accesso libero e quindi disponibile a tutta l’utenza. Si è scelto di inserire la possibilità di effettuare il download dei file pubblicati all’interno delle singole aree sopra descritte e non in una specifica area, al fine di poter illu-
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REPORTS
L'interrogazione di tipo puntuale oppure areale della mappa, restituisce una lista dei livelli interessati. Occorre scegliere il livello di cui si chiede il dettaglio per avere la lista ed accedere alla navigazione tra i dati a partire dal tema prescelto. La finestra mappa di Q2-WEB alla massima espansione, che con gli altri pannelli contratti, permette di ottimizzare la visualizzazione cartografica.
La finestra mappa di Q2-WEB in stato contratto per consentire la visualizzazione simultanea di legenda e pannello funzionale.
strare meglio, tramite pagine esplicative, il contenuto del materiale scaricabile. È possibile scaricare gratuitamente l’intera cartografia vettoriale del Comune di Jesi ed altre cartografie in formato raster. La mappa interattiva La sezione mappa interattiva utilizza Q2-WEB, uno strumento webGIS realizzato da Esalab Srl con sede a Pesaro (www. esalab.it). Tale applicativo è stato sviluppato su tecnologia Open Source ed utilizza Geoserver come motore geografico (www.geoserver.org). La mappa interattiva è stata sviluppata in modo da privilegiare la chiarezza di navigazione e la fruibilità anche da parte di utenti non esperti. Tre le parti (principali): una finestra mappa, una finestra legenda ed un pannello funzionale. Ognuna delle tre componenti è espandibile e questo permette, per esempio, di formulare agevolmente le interrogazioni dal pannello funzionale e di lasciare successivamente quanto più spazio possibile alla mappa per garantire un’adeguata visualizzazione della porzione di territorio prescelta. Nella parte alta della finestra 'legenda' è posizionata una combo box dalla quale si sceglie un livello attivo per il tool tip che permette di ottenere, da un semplice passaggio del mouse, descrizioni brevi degli oggetti posti in mappa. Accanto a molti degli strati informativi posti in legenda e rappresentabili in mappa c’è un’icona che raffigura un floppy disk che permette il download del tema in questione.
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Una finestra di dialogo permette di scegliere le classi selezionate appartenenti al layer interessato ed il formato del file (dxf per CAD e shape file per GIS) da ottenere in export. Il pannello funzionale presenta la possibilità di effettuare alcune ricerche di oggetti rappresentati in mappa. Sono possibili ricerche per indirizzo, per strada, per edificio e per identificativo catastale (anche se l’Agenzia del Territorio ha vietato la pubblicazione delle proprie mappe). Riguardo lo strato relativo all’edificato, che costituisce il principale collegamento tra diversi elementi informativi, si utilizza per gli edifici un codice univoco, legato all’omogeneità delle costruzioni in ordine alle caratteristiche architettoniche degli stessi. Tale codice rappresenta - per i cittadini e per i professionisti - una chiave pubblica con cui individuare l’edificio in occasione di qualsiasi procedimento amministrativo. Molte delle procedure utilizzate per la gestione dei procedimenti amministrativi gestiscono tale codice e ciò permette di avere un importante legame tra i vari DB dell’Ente. Il layer ‘Edificato’ in riferimento al 'Catalogo dei Dati Territoriali - Specifiche di Contenuto' è assimilabile di fatto ad una 'superclasse' in quanto contiene in sé molti elementi che nelle specifiche stesse vengono posti in classi diverse. Ciò si rende necessario al fine di semplificare la pubblicazione dei dati, lo svolgimento di ricerche, e la visualizzazione delle mappe in modo che siano comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Come accennato sopra, le istanze
Schema semplificato del flusso di aggiornamento dati che dalle procedure gestionali e dai GIS desktop portano, tramite il sw Q-Sync, ad aggiornare la DWH e quindi la geointranet. Da qui si aggiorna Q2-WEB sul GeoPortale.
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REPORTS della classe (o superclasse) 'edificato' sono quelle che più di ogni altra permettono la navigazione tra i dati associati alle costruzioni; per esempio in Q2-WEB, cliccando sull'edificio e navigando tra i dati, si può anche giungere ai titoli abilitativi edilizi rilasciati dal 1930 al 2010 sui singoli edifici. La scelta di rendere disponibile lo strumento con un accesso libero, ha imposto limitazioni nella pubblicazione di altri dati che sono invece contenuti nella nostra Warehouse, pubblicati nella intranet comunale tramite uno strumento realizzato con analoga tecnologia, chiamato Q-Share.
Conclusioni Mai come oggi, in un momento di grave crisi degli Enti locali, la Pubblica Amministrazione deve tornare a far fruttare un enorme capitale che spesso non sa neanche di avere: le informazioni. Ciò può avvenire solo attraverso un’opera di razionalizzazione di meccanismi e procedure e di sistematizzazione dei processi di acquisizione dei dati. In tal modo si può inoltre restituire una parte di questo patrimonio al pubblico: quel pubblico che, pure, contribuisce ad arricchire il patrimonio stesso. Sostenere questo processo è il ruolo e la finalità del nostro GeoPortale.
La qualità dei dati Uno dei principali obiettivi di questo GeoPortale consiste nella diffusione della conoscenza riguardo agli oggetti territoriali, in modo che questi abbiano un 'nome' condiviso per una loro univoca rappresentazione in DB diversi: uno sforzo vano in assenza di un aggiornamento continuo delle banche dati e delle mappe pubblicate. A questo scopo, si è ritenuto importante integrare strettamente gli applicativi GIS usati dal sistema informativo con la procedure gestionali usate da altri uffici ed il GeoPortale per la pubblicazione delle informazioni su web. La sincronizzazione e l’integrazione dei dati gestiti dai vari applicativi viene fatta in continuo (con cadenza quotidiana, durante la notte) da uno specifico software denominato Q-Sync. Questo permette di allineare tutti i giorni i DBT (le mappe pubblicate) con i dati presenti nei database dei singoli servizi sfruttando le codifiche univoche degli oggetti.
Abstract
Gli autori, a destra: Andrea Crocioni (Dirigente del servizio Urbanistica e Ambiente del Comune di Jesi), a sinistra: Tonino Conti (Responsabile del SIT).
Prospettive Il GeoPortale è in continua evoluzione, le modifiche e i cambiamenti a cui è frequentemente sottoposto sono rivolte a migliorare la leggibilità delle mappe mediante la duplicazione delle stesse; al potenziamento dell’area interscambio rivolta soprattutto ai professionisti; all’integrazione della sezione del SUE dedicata alla 'presentazione online delle istanze edificatorie' con gli applicativi webGIS messi a disposizione dal SIT; al completamento della sezione metadati; all’integrazione con i contenuti presenti nella sezione turismo del sito del Comune di Jesi; alla messa a disposizione di numerosi strati informativi in formato DBT conformi alle specifiche del Catalogo Nazionale dei Dati Territoriali.
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The GeoPortal of Jesi’s Municipality The GeoPortal of the Municipality of Jesi born to play a specific role in a more complex project. His main role is to provide correct and updated geographic information to users. The knowledge of the area by the user always provides a return in terms of correctness of the instances that citizens have in the administrative offices. This geo-portal is freely available and all parts are available without restriction including the download area of vector maps. The strength of the system is the continuous updating of published data that is fully automated and it has no effect with normal working conditions, but is based solely on the coding system of unique items.
Autori TONINO CONTI T.CONTI@COMUNE.JESI.AN.IT
RESPONSABILE UFFICIO S.I.T. ANDREA CROCIONI DIRIGENTE DEL SERVIZIO URBANISTICA E AMBIENTE
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REPORTS
L’Informazione Geografica protagonista a ITN 2010 di Eliana Lanza, Cristina Sigot, Chiara Camoirano Torino si conferma anche per il 2010 il luogo d’eccellenza per discutere il presente e il futuro di infomobilità e navigazione satellitare. L’11 e 12 novembre al Lingotto Fiere di Torino si terrà ITN – Infrastructure Telematics & Navigation, l’evento europeo in grado di offrire una visione completa e integrata tra ITS (Intelligent Transport Systems) e infrastrutture di mobilità. Lo scenario di mercato rappresentato dalla manifestazione al suo secondo appuntamento accoglie il comparto dell’ITC in un approccio globale e integrato che conduce fino alle infrastrutture di trasporto.
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n ITN sono coinvolte tutte le aree di interesse che riguardano la mobilità e la geolocalizzazione, dalla telematica alla navigazione satellitare, all’infomobilità e ai servizi di localizzazione, toccando tutti gli ambiti che rappresentano il maggiore potenziale di crescita per un settore capace di sviluppare le tecnologie chiave di una società che fa della trasferibilità il suo vantaggio competitivo. Le aree di interesse 2010
una manifestazione che sia di riferimento europeo per il mondo dell’infomobilità e servizi di navigazione» dichiara Gianluigi Ferri, fondatore Wireless, sottolineando che un’ulteriore novità è la nascita di ITN Qatar, una mostra-convegno che si svolgerà a fine gennaio 2011 a Doha, in contemporanea con Motorshow Qatar e che rappresenta una nuova opportunità di internazionalizzazione per gli espositori, italiani ed esteri. Scorrendo il programma delle sessioni di incontro vediamo che le due giornate aprono con le sessioni plenarie dedicate ai due argomenti chiave di ITN. Il tema scelto per giovedì 11 novembre è ‘Telematics and navigation - La telematica, la navigazione satellitare, l’infomobilità e i servizi di localizzazione’: una panoramica del mercato della telematica e dei servizi di navigazione satellitare fino all’applicazione ai settori emergenti, che vanno dal trasporto e logistica alla pianificazione e gestione del traffico, dalla navigazione e cartografia al Geomarketing. Venerdì 12 novembre invece si discuterà di ‘Smart infrastructures - Dall’Intelligent Transport Systems alle infrastrutture intelligenti’ con un approfondimento dei progetti per la gestione ‘intelligente’ di territori e infrastrutture, dalla progettazione di applicazioni che rendono le infrastrutture reattive alle sollecitazioni esterne, a quelle per ottenere informazioni intelligenti dai territori.
«Puntare su un settore così innovativo e strategico per l’economia italiana organizzando il primo, e per ora unico, evento interamente dedicato ha significato creare i presupposti perché ITN diventi un appuntamento di riferimento europeo» sostiene Andrea Varnier, direttore generale di Lingotto Fiere - GL events Italia S.p.A., la società che organizza l’expo con il supporto di Regione Piemonte, in partnership con la Camera di commercio di Torino, con il contributo scientifico di Torino Wireless e la segreteria organizzativa Wireless. «Abbiamo anche voluto proporre al pubblico internazionale una formula espositiva nella quale, oltre al focus sui prodotti più aggiornati del mercato, si creassero anche le occasioni per l’analisi delle dinamiche di un mercato in rapida e costante evoluzione, per il confronto tra le normative europee, per la presentazione delle innovazioni tecnologiche attraverso lo studio delle case stories delle più significative esperienze internazionali». «ITN prosegue sempre più verso l’internazionalizzazione, cammino felicemente avviato lo scorso anno, per diventare
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REPORTS della rete Enterprise Europe Network – dedicato a favorire incontri bilaterali personalizzati tra imprese, università e centri di ricerca provenienti da tutta Europa: il 12 novembre dalle 9.30 alle 17.00 avrà luogo un evento di brokeraggio tecnologico (www.b2match.com/itn2010/). Si tratta di un vero e proprio evento nell’evento, la cui partecipazione è gratuita, indirizzato principalmente ai costruttori specializzati, ai System Integrator e ai Service Provider attualmente impegnati nello sviluppo di nuove soluzioni e servizi ICT per il settore dei trasporti in generale e che desiderino stabilire nuovi contatti internazionali destinati a favorire accordi di partenariato e cooperazione tecnologica e commerciale. Gli speciali 2010 Si riconfermano anche per il 2010, dato il successo ottenuto nella prima edizione, gli approfondimenti tematici caratterizzati da workshop ad hoc – realizzati in collaborazione con le principali associazioni di categorie – e spazi espositivi collettivi dedicati alle tecnologie ICT più innovative per il mondo delle infrastrutture e trasporti.
L’altro grande appuntamento è previsto per il 12 – incluso nel programma degli Speciali 2010 – e riguarda ‘Domanda (potenziale) e offerta (implicita) di informazione geolocalizzata: gli anelli mancanti’, sessione realizzata in collaborazione con AMFM e il supporto di GEOmedia dove si tratterà della georeferenziazione delle informazioni e della cooperazione tra pubblico e privato nella Geographic Information (GI) alla base dei servizi a valore aggiunto del campo dell’egovernment, della pianificazione territoriale e ambientale, della gestione di reti di infrastrutture con un focus sull’integrazione delle norme e politiche europee con quelle nazionali. Infatti, l’analisi del contesto e della normativa posta alla base dell’Informazione Geografica del settore pubblico, affinché possa diventare efficacemente ed efficientemente fruibile nell’ambito di applicazioni significative, è il tema di interesse che coinvolge sia amministratori pubblici sia produttori di sistemi. Un focus sarà posto anche sulle dinamiche di mercato derivanti dalla generazione dei contenuti da parte degli utenti (UGC), ulteriore anello tra domanda e offerta di Informazione Geografica. Nel dettaglio le tematiche del programma presentate nel convegno sono:
AREA AUTO-ID & TRACKING – focalizzata sui nuovi sviluppi dell’identificazione automatica e del tracciamento di merci e persone, dell’integrazione delle tecnologie RFId e Auto-Id con le soluzioni legacy esistenti. E’ realizzata in collaborazione con Lab ID - LIUC. AREA E-TICKETING – dedicata alle infrastrutture tecnologiche per realizzare sistemi di ticketing elettronici nell’ambito di trasporti, accesso e sosta. E’ realizzato in collaborazione con l’associazione Club Italia. 2° SUMMIT OPERATORI INFOMOBILITA’ – secondo incontro istituzionale per la filiera di operatori dell’infomobilità, un momento per fare il punto sullo stato dell’arte del comparto. E’ realizzato in collaborazione con Assoknowledge aderente a Confindustria SIT. SPECIALE 2015 – secondo incontro tra gli organizzatori di Expo 2015, un panel di esperti e il pubblico con l’intento di trovare interazione con le realtà industriali e tecnologiche più interessate a diventare protagoniste dello sviluppo economico territoriale delle aree metropolitane declinate sui settori della mobilità, infrastrutture, ricerca, sicurezza e organizzazione.
• Informazione Geografica e contesto: Direttiva sul Riutilizzo dell’Informazione del Settore Pubblico (PSI) e Direttiva INSPIRE. Armonizzazione e interoperabilità dei dati spaziali e costruzione di Spatial Data Infrastructures; • Regolamentazione e linee guida: condizioni giuridiche di uso dei dati geografici del settore pubblico; • Dati geografici del settore pubblico o free, consolidati e facilmente accessibili, potenzialmente utilizzabili per la costruzione di significative applicazioni basate su informazione geolocalizzata; • Applicazioni geolocalizzate basate su mix di dati derivanti da diverse fonti; • Volunteered Geographic Information: l'Informazione Geografica fornita dagli utenti (geolocalizzazione, social network e web marketing). Di particolare interesse l’iniziativa organizzata da Camera di commercio di Torino – nell’ambito delle attività
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2 giorni di conferenze incontri b2b 3.000 mq di area espositiva
L’UNICA MANIFESTAZIONE EUROPEA DEDICATA ALLE INFRASTRUTTURE INTELLIGENTI E AI SERVIZI DI INFOMOBILITÀ E NAVIGAZIONE Aree tematiche AVL/AVM / Fleet Management
Innovators Forum
Emergency and Safety
Personal Navigation Devices
Galileo and GNSS
Smart Infrastructures
Green Mobility
On-board Telematics and Car Sensors
GIS 4 Mobility & Infrastructure
Smart ticketing and parking
Indoor Positioning & Asset Tracking
Web 2.0 & Geocontents
patrocini istituzionali
partner scientifico
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partner
patrocini
movin com sharing the future
organizzatore
con il sostegno di
partner organizzativo
partner scientifico
networking partner
segreteria organizzativa
PARTECIPAZIONE GRATUITA RISERVATA AGLI OPERATORI DEL SETTORE Per maggiori informazioni: Wireless s.r.l. - Tel. +39 02 48100306 - info@itnexpo.com - www. itnexpo.com
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AREA INFORMAZIONE GEOLOCALIZZATA – focus sulla georeferenziazione delle informazioni e la cooperazione tra pubblico e privato nella Geographic Information (GI) alla base dei servizi a valore aggiunto nell’ambito dell’e-government, della pianificazione territoriale ed ambientale, della gestione di reti di infrastrutture. E’ realizzata in collaborazione con AMFM GIS Italia e il supporto di GEOmedia. AREA INFRASTRUTTURE CRITICHE – focus su strategie, politiche di intervento, tecnologie, progetti e sperimentazioni per la protezione e gestione delle infrastrutture critiche, con un approccio interdisciplinare e intersettoriale. E’ realizzata in collaborazione con AIIC.
Ulteriore importante novità è la presenza di UCOM - Urgent & Critical Communication Technology, la prima mostra-convegno italiana dedicata ai sistemi ICT mission critical da utilizzare nelle situazioni di emergenza, che propone un momento di discussione e di riferimento per istituzioni pubbliche e private, operatori e aziende che operano in materia di protezione, pubblica sicurezza e gestione delle emergenze. Tre sono le aree in forte sviluppo nei sistemi di telecomunicazioni mission critical: interoperabilità dei sistemi, reti di emergenza e videomonitoraggio. In questo ambito le tecnologie wireless sono naturalmente protagoniste: sono oggi in uso diversi sistemi a radiofrequenza, dedicati come i collegamenti punto-punto o off-the-shelf come le reti cellulari, che fanno da infrastruttura generica. Tra le macroaree merceologiche focus su: • Tecnologie e sistemi in mobilità: l’ufficio mobile a supporto delle attività in emergenza; • IP Mobility: infrastrutture, reti e servizi per la gestione on site e da remoto delle emergenze; • Sistemi telematici e di localizzazione per garantire interoperabilità ed efficacia dei servizi in situazioni critiche; • Applicazioni verticali e progetti integrati per la pubblica sicurezza e in aree mission critical.
Abstract Geographic Information approaches ITN 2010 Turin is also confirmed for 2010 the most important location to discuss the present and the future of satellite navigation and mobile information. From Novembre 11 and 12 at the Lingotto Fiera in Turin will be held ITN - Infrastructure Telematics & Navigation, the European event can offer a complete and integrated picture of ITS (Intelligent Transport Systems) and mobility infrastructures.
Autori ELIANA LANZA, CRISTINA SIGOT - PRESS@ITNEXPO.COM AIR MEDIA/UFFICIO STAMPA ITN 2010 CHIARA CAMOIRANO - PRESS@LINGOTTOFIERE.IT UFFICIO STAMPA LINGOTTO FIERE
REPORTS
L’Istituto Sperimentale di Rete Ferroviaria Italiana di Rodolfo Terrinoni
Subito dopo l’istituzione delle Ferrovie dello Stato, nel 1905, l’ing. Riccardo Bianchi, primo Direttore Generale, sentì l’esigenza di fondare l’Istituto Sperimentale, per dare alla nuova Amministrazione Ferroviaria i mezzi scientifici e tecnici di collaudo e controllo dei materiali, L’Istituto Sperimentale, cui venne data sede nell’imponente e prestigioso edificio della vecchia Stazione di Roma Trastevere (in Piazza Ippolito Nievo), ha avuto fin da subito il compito di effettuare studi, ricerche e sperimentazioni, per definire le caratteristiche e le prescrizioni tecniche dei materiali per la costruzione e l’esercizio ferroviario e per elaborare le relative specifiche di acquisto e fornitura.
La sede storia storica in Viale Trastevere dove l’Istituto è nato ed ha operato per i primi cento anni.
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e attività di ricerca e sperimentazione svolte nel corso degli anni dall’Istituto Sperimentale delle Ferrovie (IS), hanno anticipato e accompagnato la crescita della ferrovia italiana. Cento anni dopo la sua istituzione, a partire dal 2005, dopo la vendita dell’edificio storico sito in Viale Trastevere a Roma, l’Istituto Sperimentale sta ampliando le proprie attività sulle nuove tecnologie e sulle prove e verifiche di componenti, materiali e sottosistemi, con particolare attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo dell’alta velocità italiana, presso la nuova sede di Via di Portonaccio. L’Istituto Sperimentale è inserito nel compendio industriale di RFI - Rete Ferroviaria Italiana SpA., società di gestione dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e strutturalmente espleta attività di ricerca, sperimentazione, sviluppo, normativa e certificazione su: • materiali; • prodotti (meccanici, elettrici e tecnologici); • infrastruttura ferroviaria (opere civili, geologia, armamento ed impiantistica); • tutela dell’ambiente; • trasporto di merci pericolose; • ricerca e sviluppo di sistemi innovativi per la sicurezza ferroviaria (treno sperimentale); In ambito ferroviario, difatti, RFI come gestore dell’infrastruttura ferroviaria italiana, sia AV che tradizionale, si è dotato di una serie di strumenti per garantire la sicurezza del traffico ferroviario che coinvolgono in maniera diretta
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le strutture dell’istituto (alcuni esempi sono il controllo del trasporto di materiali radioattivi, il rilievo della presenza di gas radon nelle proprietà ferroviarie, la misura di campi elettromagnetici, la ricerca del distacco dei rivestimenti in marmo delle stazioni attraverso l’uso di sofisticate telecamere a raggi infrarossi, il rilievo di rilevati e/o trincee ferroviarie per determinare il rischio geologico delle stesse, lo studio e la ricerca di soluzioni a rotture di componenti ferroviari). In alcuni casi, oltre ad effettuare le prove per RFI, l’Istituto si trova a competere con il mondo esterno su alcune specifiche prove, in particolare: • prove di verifica termica degli autocarri destinati al trasporto refrigerato di alimenti: l’Istituto è dotato di una camera termica per la simulazione climatica (da -30°C a +70°C) tra le più grandi d’Europa; un intero TIR (compreso il rimorchio) può essere analizzato nel ciclo caldo-freddo per verificare la corrispondenza del rivestimento termico e dell’impianto di refrigerazione alle normative correnti, e rilascia ovviamente valido certificato legale nei confronti della Motorizzazione Civili ai fini dell’uso del mezzo per il trasporto refrigerato di materiali deperibili; • rilievo del gas radon, dichiarato gas cancerogeno dall’OMS, attraverso il monitoraggio dei seminteratti di scuole, banche ed enti, con relativa analisi dei dati e relativo studio per evitare l’eventuale accumulo di tale pericoloso elemento; • verifica di materiali su incarico di tribunali: l’istituto è riconosciuto come ente notificato in caso di controversie legali.
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REPORTS Autorizzazioni governative e riconoscimenti internazionali rendono l’Istituto un riferimento nella ricerca e nella sperimentazione nel campo delle applicazioni ferroviarie e nella verifica dei materiali. L’Istituto opera nel rispetto delle norme ISO 17025 per l’accreditamento delle prove eseguite nei propri laboratori, articolate in varie specializzazioni: prove meccaniche, metallurgia, metallografia, termotecnica, analisi strutturali, geologia applicata, ambiente e merci pericolose; inoltre lo stesso laboratorio è stato nominato dallo Stato (L.1086/71 e L.166/02) Laboratorio Ufficiale e Servizio di Pubblica Utilità per la verifica di strutture sia in c.a che in acciaio; autorità competente per l’omologazione dei recipienti per il trasporto di merci pericolose su strada, ferrovia e aereo (IATA 618/91); prove di reazione al fuoco (DM. 48/84); certificazioni ATP; certificazione di qualità lame di scherma conferito dalla Federazione Internazionale Scherma (3/6/96). L’Istituto è competente nella valutazione, attraverso prove e misure, della conformità interoperabile dei componenti ferroviari a livello europeo.
Le attività svolte dal laboratorio del rumore per la caratterizzazione del clima acustico sono ricerche sulla generazione e propagazione del rumore ferroviario, in particolare: • determinazione dell’inquinamento acustico indotto da infrastrutture di trasporto; • progettazione e determinazione dell’efficacia delle barriere acustiche; • esposizione del lavoratore al rumore dell’ambiente di lavoro • valutazione dell’impatto acustico per nuove infrastrutture ferroviarie e/o stradali; • piani di zonizzazione acustica; • sperimentazioni per la riduzione del rumore.
Il treno sperimentale ETR 500 Y1 ha stabilito il record italiano di velocità di 362 km/h (febbraio 2009), durante le prove sulla nuova linea AV Bologna-Firenze.
L’interoperabilità dei sistemi ferroviari è la nuova frontiera tecnologica europea che punta a rendere compatibili le ferrovie dei paesi dell’UE (significa che un treno di una compagnia ferroviaria tedesca potrà partire da Roma ed arrivare ad Amsterdam senza scalo tecnico e viceversa). L’IS ha contribuito in maniera determinante alla messa in servizio dei nuovi impianti del sistema AV italiano, primo sistema europeo ad applicare le regole della interoperabilità, questo è stato possibile attraverso l’utilizzo del treno sperimentale ETR 500Y1, equipaggiato con strumentazione idonea alla verifica di tutti i sottosistemi, conformemente alle Specifiche Tecniche di Interoperabilità (STI) europee.
I laboratori dell’IS: • Geotecnica • Rocce e Ballast • Prove Meccaniche Statiche • Prove Meccaniche Dinamiche • Metallografia • Failure Analysis • Materie Plastiche ed Elastomeri • Camera Termica • Termografia e Termometria • Metalli e Protezione Passiva • Tessuti • Misure Meccaniche in Campo • Rumore ed Effetti Aereodinamici • Laboratorio ERTMS • Laboratorio Interlocking • Laboratorio ACC • Diagnostica Catenaria • Energia e Compatibilità EM • Radioprotezione • Treni Sperimentali • Centro prove dinamiche Osmannoro (Firenze)
Zonizzazione acustica.
Studio del livello del rumore.
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REPORTS Il treno è attrezzato con sistemi di misura per la verifica della geometria del binario (piattaforma inerziale di derivazione aeronautica), misura delle accelerazioni per la verifica della dinamica di marcia, dell’iterazione ruota rotaia e pantografo-catenaria. Il treno è dotato inoltre di un sistema video integrato per la registrazione delle prove. Uno dei principali compiti dell’IS è lo studio e la misura della relazione tra treno ed ambiente. Questa attenzione ha permesso di consolidare il treno come il mezzo di trasporto di massa meno inquinante. Il monitoraggio ambientale svolto dall’IS ha permesso di documentare l’evolversi della situazione ambientale, garantire il controllo dell’ambiente intorno all’opera ferroviaria e segnalare eventuali emergenze ambientali; i primi risultati hanno permesso di verificare le basse emissioni gassose dirette ed indirette, il basso livello di rumore per passeggero e l’estensione contenuta delle infrastrutture. Uno degli aspetti più evidenti dell’impatto del treno nell’ambiente che lo circonda è il rumore. Da decenni gli specialisti di acustica e fonometria sono impegnati a ridurre l’impatto dell’inquinamento acustico sull’ecosistema e sugli insediamenti umani posti nelle vicinanze delle infrastrutture di trasporto. Particolare attenzione viene posta alle sperimentazioni in campo, infatti oltre ad effettuare misure e prove sull’infrastruttura nazionale, l’Istituto si è dotato di un campo prova, al km. 91 della linee AV Roma - Napoli, sviluppato lungo i lati della infrastruttura ferroviaria, dove sta effettuando una serie di sperimentazioni con la collaborazione del Politecnico di Milano e con l’Università de L’Aquila, per la verifica di alcune caratteristiche sia tecnologiche che meccaniche di componenti sollecitati dal passaggio di un treno a 300 km/h. L’IS è centro SIT (n. 209) per la taratura di macchine di prova materiali (trazione e compressione).
Rilevazione della geometria del binario con un sistema basato su un riferimento inerziale con giroscopi laser Il sistema utilizza una serie di strumenti diversi tra loro per caratteristiche fisiche, integrati attraverso una sofisticata gestione informatica, per consentire le misure di alcune caratteristiche geometriche dei binari del sistema AV italiano, volte ad una verifica sia della sicurezza che del comfort di marcia. È composto, in linea di massima, da una serie di giroscopi ottici laser, coadiuvati da un serie di accelerometri elettromeccanici, che rilevano il movimento nello spazio del carrello del treno dove la 'barra inerziale' è installata. La barra è montata al di sotto delle sospensioni di un carrello di una carrozza centrale del treno, ‘appesa’ ad un asse del carrello stesso, ad appena 12 cm dal piano del ferro (top delle rotaie), per renderla solidale con l’asse e con le ruote, evitando l’interposizione di elementi elastici che potrebbero alterarne la misura, questa soluzione estremamente valida ai fini delle misure sottopone però il sistema a sollecitazioni notevoli sia meccaniche che aerodinamiche e, di conseguenza, i supporti e l’intero sistema sono stati progettati per poter funzionare sul treno ETR500Y1 di RFI che può raggiungere velocità superiori ai 330 km/h. Il sistema inerziale durante la fase di messa a punto sulla tratta AV Bologna-Firenze è stato utilizzato, senza nessun inconveniente, fino a 352 km/h. Oggi le misurazioni vengono effettuate normalmente alla velocità massima commerciale del sistema AV italiano (max 305 km/h), e si rilevano con campioni presi ogni 25cm di binario (350km/h = circa 97 m/sec = circa 390 campioni al secondo, vengono rilevati 20 valori geometrici e un profilo di binario ogni campione). Il sistema inerziale è coadiuvato da una serie di proiettori laser e di telecamere ad alta velocità (>550 fps) per la misura del profilo del binario, necessario per una corretta elaborazione dei dati rilevati dal sistema inerziale (ad esempio altezza della barra dal piano del ferro, usura del binario, ecc.). Il sistema è stato costruito rispettando gli standard internazionali UIC. Un sistema di navigazione (o di riferimento) inerziale è un ausilio alla navigazione che utilizza un computer e dei sensori di moto per tracciare la posizione, l’orientamento e la velocità (direzione,verso e modulo) di un veicolo (aeromobile, auto o treno) senza la necessità di riferimenti esterni.
Abstract Research Institute of Italian Rail Network After the establishment of the State Railways in 1905, Eng. Riccardo Bianchi, the first Director General, felt the need to establish the Research Institute, to give the new administration will train the scientific and technical means of testing and control of materials, the Research Institute, which was based on the impressive and prestigious building of the old station of Roma Trastevere, had immediately set up to conduct studies, research and experiments to define the characteristics and technical requirements of materials for the construction and operation of rail and to develop processes on the purchase order and delivery.
Autore Macchina per prove dinamiche e di fatica (F=750 KN e frequenza max 10 Hz).
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RODOLFO TERRINONI R.TERRINONI@RFI.IT
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UNIVERSITA' E RICERCA
MDVLab: in volo sull'Antartide di E. L. De Angelis, F. Giulietti, M. Turci, G. Di Stefano
La base italiana MZS nella Baia di Terranova, Antartide.
Il Laboratorio di Meccanica del Volo (MDVLab) dell’Università di Bologna nasce nel 2006 presso la II Facoltà di Ingegneria. L’attività di ricerca riguarda principalmente problematiche di modellazione, simulazione e controllo del volo atmosferico e spaziale. Grazie all’intensa collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il gruppo di lavoro ha esteso le proprie conoscenze al di fuori del settore aerospaziale, presentando oggi un’ampia offerta di tecnologie per l’Osservazione della Terra. Un importante progetto in cui MDVLab è coinvolto insieme ad INGV riguarda l’impiego di velivoli non abitati per misure di campo magnetico in Antartide; nel presente articolo si descrive il sistema di acquisizione e sono presentati i primi risultati sperimentali.
I
te UAV sviluppando procedure dedicate inerenti alla condotta di volo, alla gestione dei sensori ed alla trasmissione di dati a terra. Le attività svolte nell’ambito di questa collaborazione, oltre alla realizzazione del velivolo e della sua avionica, hanno portato alla realizzazione di prototipi per applicazioni di remote sensing. Nei paragrafi successivi è descritto il sistema di acquisizione realizzato per una campagna di misure magnetiche nella regione Antartica e sono presentati i primi risultati sperimentali condotti durante la scorsa estate. Il progetto ha carattere sia tecnologico sia geofisico-ambientale ed è articolato in tre attività: 1) sviluppo del sistema UAV, 2) sviluppo di magnetometri, 3) sviluppo del sistema di acquisizione e telemetria. Il sistema UAV, progettato e realizzato presso il Dipartimento di Ingegneria Aeronautica e Spaziale (DIASP) del Politecnico di Torino, è costituito da una piattaforma modulare ad ala fissa propulsa ad elica, dotata di un sistema avionico tale da consentire lo svolgimento di missioni in modalità automatica o pilotata da remoto mediante stazione di terra. La seconda attività, svolta presso il Laboratorio Nuove Tecnologie di INGV, rappresenta la parte scientifica di interesse geofisico e consiste nello sviluppo di misuratori di campo magnetico di tipo vettoriale (flux-gate) e scalare ad alta sensibilità (carico utile della missione) e nell’analisi dei dati raccolti durante le compagne di misura, allo scopo di verificare i risultati ottenuti. Il sistema di acquisizione, realizzato presso il Laboratorio di Meccanica del Volo dell’Università di Bologna, è basato su architettura PC-104 ed ha il compito di fornire l’informazione del dato di campo magnetico associata alla misura della posizione. Inoltre, poiché il magnetometro è rigidamente fissato al velivolo, la misura sarà dipendente dall’assetto del velivolo stesso. Si rende, di conseguenza, necessaria la rotazione della misura dal sistema di riferimento del velivolo al sistema di riferimento terrestre. A questo proposito, il sistema di acquisizione è completato da una unità inerziale (Inertial Measurement Unit, IMU) che fornisce la matrice di rotazione. Una volta acquisito e ruotato, il dato di campo magnetico è salvato a bordo su una memoria allo stato solido (Compact Flash, CF) e viene inviato alla stazione di terra (Ground
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l crescente impiego di velivoli autonomisenza pilota (Unmanned Aerial Vehicles, UAV) trova la sua giustificazione in tutte quelle applicazioni in cui le condizioni ambientali possono rendere la missione difficoltosa, se non rischiosa, per l’equipaggio. Nel recente passato, i velivoli senza pilota sono stati esclusivamente usati per applicazioni militari; oggi rappresentano invece una promettente (ed economicamente efficace) alternativa ai velivoli con pilota per molte applicazioni di osservazione del territorio e monitoraggio ambientale. Si pensi, ad esempio, a quelle aree dove, a causa di un incendio o di altre condizioni avverse, la scarsa visibilità e la difficoltà del pilotaggio possono rivelarsi decisamente critiche per un equipaggio umano. In ambito scientifico, ed in particolar modo per le prospezioni geofisiche in Antartide, le osservazioni condotte su piattaforma aerea (ad esempio il rilievo delle anomalie magnetiche) si sono dimostrate vantaggiose soprattutto dove occorre coprire aree di notevole estensione spaziale in zone remote ed in tempi contenuti, ottenendo misure con buona capacità risolutiva del fenomeno osservato. Tali osservazioni, fino ad oggi condotte con mezzi tradizionali (elicotteri o aeroplani con pilota a bordo), presentano alcuni svantaggi come l’impiego di notevoli risorse umane per la pesante logistica necessaria e la poca flessibilità operativa, senza poi trascurare i problemi legati alla sicurezza: tutti fattori che accrescono in maniera considerevole la complessità ed i costi di missione. Attualmente l’Università di Bologna, INGV ed il Politecnico di Torino collaborano ad un progetto dal titolo Sviluppo di UAV per prospezioni geofisiche in Antartide, finanziato dal PNRA (Programma Nazionale Ricerche in Antartide), che mira allo sviluppo di un aeromodello UAV destinato ad operazioni di osservazione del territorio antartico per scopi scientifici e, in particolar modo, per condurre indagini aeromagnetiche fornendo un contributo alla ricerca geofisica nelle regioni polari. Tale progetto si inserisce anche nel contesto dello sviluppo di nuove tecnologie da applicare in situazioni ambientali particolari: risolvere le problematiche connesse all’utilizzo di mezzi aerei non abitati in luoghi poco noti e in condizioni severe/ estreme; verificare la capacità di acquisire dati scientifici median-
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Schema funzionale del sistema di acquisizione dati.
Control Station, GCS) attraverso un radio modem. Il software del sistema di acquisizione comprende: l’algoritmo di sincronizzazione tra il dato di campo magnetico ed il dato di posizione (acquisito tramite GPS), l’algoritmo di calibrazione del magnetometro, un algoritmo di stima (basato su filtro di Kalman), per incrementare l’accuratezza della misura di posizione attraverso la fusione di dati inerziali e satellitari. I suddetti algoritmi sono stati sviluppati in ambiente Matlab/Simulink ed implementati attraverso il relativo software XPCtarget. Prove sul campo e sviluppi futuri In attesa della missione in Antartide, il sistema di acquisizione è stato validato attraverso una campagna di prove di volo. Il sistema di acquisizione è stato imbarcato su di un aeromodello pilotato a vista da una stazione di terra, realizzata presso il Laboratorio di Meccanica del Volo. Le figure in basso mostrano alcuni risultati ottenuti durante l’attività sperimentale; in alto, le informazioni sulla traiettoria sono state riportate nell’ambiente tridimensionale offerto da Google Earth, mentre nella parte in basso sono riportate le tre componenti di campo magnetico (nel sistema di riferimento del velivolo). La fase successiva della sperimentazione, prima della missione in Antartide, riguarda l’integrazione del sistema di acquisizione con il velivolo realizzato presso il Politecnico di Torino. Rimane aperta l’esplorazione di possibili ulteriori campi di applicazione della piattaforma UAV sia nell’ambito dei progetti di ricerca scientifica in territorio polare antartico sia in applicazioni di interesse civile, geofisico e ambientale: il tutto volto ad approfondire tematiche fondamentali per la conoscenza e la salvaguardia del nostro pianeta. Questa ricerca si presenta come interdisciplinare e tocca tematiche di fondamentale importanza quali i cambiamenti globali ed i processi climatici, con un occhio rivolto alle nuove tecnologie.
Il velivolo impiegato nei test e la stazione di terra (GCS).
Dettaglio del sistema di acquisizione a bordo del velivolo.
Riferimenti www.ing2.unibo.it www.ingv.it www.polito.it
Abstract MDVLab: a flight over Antarctica The Flight Mechanics Laboratory (MDVLab) of the University of Bologna was born in 2006 at the Second Faculty of Engineering. The research activity mainly covers problems of modeling, simulation and control of atmospheric and spatial flight. Thanks to the intense collaboration with the National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV), the workgroup has extended its knowledge beyond the aerospatial field, showing a wide offer of technologies for the Observation of the Earth. An important project in wich MDVLab is involved with INGV regards the use of unmanned aircrafts for magnetic field measurements in Antarctica; in this paper the acquisition system is described and the first experimental results are shown.
Autori EMANUELE LUIGI DE ANGELIS - EMANUELE.DEANGELIS4@UNIBO.IT FABRIZIO GIULIETTI - FABRIZIO.GIULIETTI@UNIBO.IT MATTEO TURCI - MATTEO.TURCI@UNIBO.IT II FACOLTÀ DI INGEGNERIA, SEDE DI FORLÌ - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA VIA FONTANELLE, 40 – 47122 FORLÌ GIUSEPPE DI STEFANO - GIUSEPPE.DISTEFANO@INGV.IT Traiettoria e dati geomagnetici acquisiti da MDVLab durante una prova di volo (Forlì, luglio 2010).
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ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA VIA DI VIGNA MURATA, 605 – 00143 ROMA
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AZIENDE E PRODOTTI Un sistema di mappatura stand-alone da Bentley Bentley PowerMap fornisce servizi di grande impatto e precisione per la creazione, il mantenimento e l’analisi dei dati geospaziali. I suoi utenti sono messi nelle condizioni di integrare facilmente, all’interno di workflow di mapping e di ingegnerizzazione, dati geospaziali provenienti da una grande varietà di sorgenti. Dati diversi basati su differenti sistemi di coordinate vengono trasformati on-the-fly durante il processo di integrazione grazie a Bentley PowerMap. Il sistema supporta inoltre procedure di analisi spaziale estensiva, di mapping tematico e realizzazione di presentazioni. Queste potenzialità poggiano sulla disponibilità di strumenti mirati alla creazione di aree di buffer ed alla gestione di overlay topologici. Bentley PowerMap è un’applicazione di tipo stand-alone. Caratteristiche essenziali di Bentley PowerMap sono: l’elevata esperienza maturata nell’ambito del mapping stand-alone GIS e CAD, accesso aperto ai dati spaziali, sfruttamento della potenza di Oracle Spatial, facilità di realizzazione di analisi spaziali e presentazioni, utilizzazione avanzata di XML, una robusta piattaforma di sviluppo GIS con generazione di mappe ad elevata qualità di stampa, ricerca e reperimento veloci.
Il nuovissimo GPS portatile Mobile Mapper 100
(Fonte: Bentley Systems)
Teorema distribuisce la gamma completa di Leica DISTO Teorema srl Milano distributrice nazionale dei misuratori laser palmari della serie Leica DISTO, è lieta di presentare la gamma completa. Leica DISTO D2, il più piccolo al mondo, portata da 0.05 a 60 m., precisione 1.5 mm. calcola aree, volumi e perimetri. Leica DISTO DXT, il più resistente, grazie alla protezione in gomma ha superato il test di caduta da 2m di altezza, grado protezione IP65. Portata 70m, precisione 1.5 mm. Leica DISTO D3a, grazie al sensore d’inclinazione integrato, può misurare angoli verticali fino a +/- 45° e calcolare in tempo reale la distanza orizzontale. E’ disponibile anche nella versione BT, con tecnologia Bluetooth, per trasferire i dati direttamente a PC; portata 100m, precisione 1 mm. Leica DISTO D5, con mirino digitale 4X, è ideale per misure in esterno. L’inclinometro digitale (+/-45°) consente di effettuare misure ridotte all’orizzonte oltre che allo sviluppo di superfici triangolari e trapezioidali; portata 200m, precisione 1mm. Leica DISTO D8 ha le stesse potenzialità del DISTO D5, ma con in più l’inclinometro digitale a +/- 360°. Grazie ad esso è possibile ottenere il calcolo di lunghezze e altezze in 8 modalità. Questa funzione lo rende particolarmente adatto a chi utilizza il GPS per la misura di punti inaccessibili; è inoltre possibile trasferire i dati tramite connessione Bluetooth. (Fonte: Teorema)
Il mission planning GPS via web La programmazione delle missioni di misura GPS o GNSS è una pratica ancora diffusa tra gli operatori professionali del settore. Allo scopo di dare supporto a questi ultimi, Ashtech ha realizzato un applicativo grazie al quale gli utenti possono affinare il proprio lavoro e verificare le condizioni locali per pianificare un rilievo GPS+GLONASS al meglio delle prestazioni. L’interessante interfaccia del Web Mission Planning richiede solo tre step per avere un’informazione completa sullo stato dei satelliti, ovvero: coordinate del luogo dove effettuare il rilievo, sia attraverso l’interfaccia a Google Map del sistema che ovviamente fornendo le coordinate geografiche, selezione dell’ora di inizio rilievo e della sua durata, selezione della costellazione satellitare. Dopo aver fornito i parametri vengono restituiti i diversi set di informazioni sullo stato del planning, ovvero: rappresentazione 3D Google Earth dei satelliti (abbastanza interessante anche se poco pratica), rappresentazione standard GPS della disponibilità lineare dei sateliti (ovvero il grafico di visibilità), rappresentazione planimetrica della visibilità (ovvero un grafico polare dei diversi satelliti visibili alle coordinate definite). (Fonte: Redazionale)
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ARVAtec, distributore ufficiale per l’Italia dei GPS MobileMapper, annuncia l’arrivo sul mercato nazionale del nuovissimo MobileMapper 100; l’ultimo gioiello di casa Ashtech ed il solo GPS che si distingue veramente per la sua completa modularità. MobileMapper 100, infatti, racchiude in un solo dispositivo palmare tutto quello che serve per eseguire rilievi professionali. Può essere configurato, in base alle necessità del cliente, come GPS L1, GPS + GLONASS RTK, GPS L1 + L2 RTK o Post-Processing; integra inoltre un telefono GSM/GPRS per la correzione via NTRIP. L’utente, che sia un topografo o un tecnico GIS, partendo dallo strumento ‘base’, può espandere e aggiungere nel tempo le varie opzioni. In base ai moduli adottati la precisione arriva fino ad un centimetro. MobileMapper 100 è l’unico GPS palmare che può operare in RTK L1+GLONASS con l’antenna integrata; la tecnologia BLADE, proprietaria di Ashtech, permette inoltre di operare in condizioni estreme come nel sottobosco o in canyon urbani. A completare la caratteristiche professionali è presente il sistema operativo Windows Mobile 6.5, un processore da 800 Mhz, uno schermo touch-screen da 3,5”, una memoria fissa da 1 Gb espandibile con schede SD, un modulo GPRS, fotocamera da 3 Mpixel integrati; il sistema è dotato di robustezza e impermeabilità IPX7, connettività bluethoot e Wi-Fi e disponibilità di numerosi accessori tra cui un’antenna geodetica L1+L2. Non poteva infine mancare l’esclusivo software Ashtech per mappature MobileMapper Field con l’utility GNSS Tool Box. (Fonte: Ashtech)
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AZIENDE E PRODOTTI
La pianificazione dei percorsi si fa online e in pochi istanti grazie a Viamente Route Planner Ogni giorno, i professionisti del trasporto e della logistica di beni e servizi sul territorio affrontano le complesse sfide della pianificazione dei percorsi: l’obiettivo è massimizzare il numero di destinazioni servite e minimizzare il consumo di risorse. Una pianificazione veloce ed ottimale è un vantaggio chiave sia per i servizi di raccolta e consegna che per i servizi professionali, come ad esempio installazioni, manutenzioni o riparazioni. Viamente Route Planner soddisfa queste esigenze in modo ottimale ed è anche facile, veloce e conveniente. E’ sufficiente cliccare su www.viamente.com, importare gli indirizzi sulla mappa e poi lanciare l’ottimizzazione: grazie a sofisticati motori di calcolo che girano su un layer cartografico aggiornato costantemente, Viamente Route Planner analizza in pochi istanti un’enorme varietà di percorsi possibili e visualizza infine i migliori – pronti per la stampa o per l’upload sui navigatori satellitari degli autisti – evidenziando gli orari di arrivo previsti. Con un’intuitiva interfaccia web basata su Google Maps, Viamente Route Planner muove un passo importante nella direzione della Piccola e Media Impresa: non richiede alcuna formazione, nessuna decisione d’investimento, nessun costo di manutenzione o d’infrastruttura; la soluzione è infatti basata su un modello di business a consumo, secondo il quale gli utenti possono ricaricare i loro account in qualsiasi momento acquistando piccoli pacchetti con carta di credito è può essere provato gratuitamente fino a 4 veicoli e 24 destinazioni. (Fonte: Viamente)
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Una camera aerea A3 da VisionMap VisionMap è una azienda leader nel mercato internazionale delle soluzioni di ripresa per fotogrammetria aerea che, attraverso la tecnologia contenuta nel sistema A3, sta mettendo in pratica l’inversione del paradigma per le riprese aeree. Non più una camera di grande formato, ma una camera di piccolo formato usata al meglio delle sue possibilità, ovvero mutando le sue performance in termini di velocità di ripresa e quindi di qualità e quantità di informazioni. VisionMap ha messo a punto una camera che può ruotare e memorizzare le immagini così velocemente, che sostituisce al meglio delle sue funzioni una camera fotografica di grandi dimensioni. Le caratteristische del sistema A3 sono molto avanzate e in linea con le richieste effettive degli utenti più esperti e avanzati del settore. La soluzione VisionMap rappresenta l’ideale per chi necessita di caratteristiche avanzate a costi accettabili, senza dover ricorrere a tradizionali riprese aeree che a volte non raggiungono le prestazioni imaging e metric che il sistema A3 offre. Al contrario delle altre soluzioni, il sistema A3 CIR non richiede l’impiego del sistema pan-sharpening per le riprese NIR (Near Infrared Imagery), in quanto la risoluzione nativa del suo sistema NIR coincide con le qualità del sistema colour imagery alla base del sistema offerto. (Fonte: Redazionale)
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AZIENDE E PRODOTTI TerraSync, software per archiviazione di dati GPS Trimble ha rilasciato l’ultima versione del suo software TerraSync, applicazione leader nel mercato dell’archiviazione dati e della gestione degli asset. TerraSync è utilizzato nella gestione delle risorse naturali e dei beni pubblici da molte organizzazioni in tutto il mondo e costituisce un componente chiave dei progetti di categoria enterprise finalizzati alla raccolta di dati GIS ed alle gestione dei beni. L’ultimo rilascio del software è focalizzato su aggiornamenti richiesti direttamente dagli utenti, implementati con l’obiettivo di soddisfare le richieste degli utilizzatori. I miglioramenti chiave includono, tra gli altri: l’acquisizione dati intelligente basata su attributi; un’interfaccia utente personalizzabile; una visualizzazione rapida delle mappe raster (25 volte maggiore della precedente versione del software). Contemporaneamente alla nuova versione del software TerraSync è stata resa disponibile anche una nuova release del software GPS Pathfinder Office, che include miglioramenti dell’editor del Dizionario Dati per consentire la gestione degli attributi condizionali, così come la nuova utility TerraSync Studio per lo sviluppo e test di nuove interfacce utente personalizzate. (Fonte: Redazionale)
Cartografia Nautica Navionics su Android e iPad La Cartografia Nautica Navionics è ora disponibile per le piattaforme portatili di ultima generazione quali iPad e sistemi con Android (dalla versione 1.6 in poi). Le apparecchiature cellulari dotate di Android si trasformano in un navigatore marino di eccellenza, consentendo di scaricare le carte di navigazione della zona di vostro interesse nel mondo a prezzi contenuti. La splendida ottimizzazione grafica nelle applicazioni Navionics e lo sviluppo in alta risoluzione forniscono un’esperienza cartografica eccellente anche su piccoli monitor 240x320px. Disponibili anche direttamente sul market di Android a negli Store di Apple, i software con cartografia di Navionics si scaricano in pochi minuti e si installano senza problemi. Il GPS interno entrerà subito in funzione per localizzare la posizione e permettere di tracciare una rotta consultando preziose informazioni nautiche paragonabili a quelle dell’Istituto Idrografico della Marina Italiano. Altre particolari utilità sono la previsione del vento, le visualizzazioni di maree e correnti, le tracce e foto georeferenziate, la pianificazione di rotte ed i punti di interesse. (Fonte: Redazionale)
Stazioni totali Nikon da 1” e 3” INTERGEO 2010 è stata l’occasione per introdurre sul mercato due nuove soluzioni targate Nikon-Trimble ed orientate a diverse fasce di mercato. Il primo sistema, definito Nivo 1.C, è una stazione totale laser ad 1” a controllo meccanico, mentre il secondo sistema, Nikon DTM-322, è più orientato in fascia bassa, essendo un sistema di tipo classico con misurazione basata su prisma e precisione a 3”. Il sistema DTM-322 presenta ottime caratteristiche come la misurazione su due facce, e anche se il prezzo è contenuto, le sue funzionalità sono comunque di classe adeguata. Il sistema Nivo 1.C va a completare la serie Nivo 1.C della Nikon. Esso permette una lettura angolare al display di 0.5”. Il sistema monta Windows CE, un touchscreen e una connessione wireless basata su Bluetooth, oltre ovviamente ad una porta USB per sistemi di memorizzazione dati esterna. Nivo 1.C è dotato di tutte le funzionalità necessarie al rilievo tradizionale e catastale, cosi come quelle per il picchettamento in cantiere di progetti anche complessi; le sue due batterie a bordo permettono un’autonomia di lavoro di oltre 62 ore. Il sistema DTM-322 ha invece le caratteristiche di affidabilità tradizionale dei sistemi ottici Nikon, con una eccellente visibilità anche in condizioni difficili. L’alimentazione è possibile sia in maniera tradizionale, che con batterie standard di tipo AA ricaricabili. (Fonte: Redazionale)
Il primo sistema GNSS made in Cina passa le procedure di controllo e qualità L’azienda cinese, più famosa e attiva nel campo delle soluzioni GPS e GNSS, ha superato finalmente tutte le fasi per l'ottenimento del brevetto al primo Core Module GNSS, in sostanza una scheda madre utilizzabile dai produttori di sistemi per utenti finali. Il gruppo R&D della CHC lavora sul progetto dalla sua nascita, nel 2003 e il risultato ottenuto rischia di sbaragliare la concorrenza delle poche società europee e americane leader di settore. Il sistema sarà disponibile sulla serie di ricevitori X90, orientati al mercato delle applicazioni geodetichee cinematiche in tempo reale. (Fonte: Redazionale)
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AZIENDE E PRODOTTI Disponibile la nuova versione di Drivetime 7.1 Drivetime è uno strumento per l’analisi di mercato, la site selection, la pianificazione della logistica e il customer relationship management. Queste analisi sono fondamentali, ad esempio, per stabilire l’ubicazione migliore per un nuovo punto vendita, un nuovo bancomat o una struttura sanitaria. Drivetime permette di creare bacini di utenza, rendendo possile la comparazione tra i punti vendita esistenti e le nuove aperture, con visualizzazioni su mappe. La funzionalità di routing di Drivetime dà la possibilià di calcolare il percorso più breve e più veloce tra due o più punti. Dettagli come nomi delle strade, la numerazione civica, i tempi e le distanze, grazie anche al supporto di mappe utilizzate come sfondo, possono essere visualizzati e stampati facilmente. Le funzionalità Drivetime sono accessibili all’interno di MapInfo Professional richiamando le stesse sia dalle voci di menu, sia dai pulsanti presenti. Il network stradale fornito assieme a Drivetime è quello di StreetPro Italia (cartografia di derivazione TeleAtlas) ed è di due tipi: driving (veicolo) e walking (pedonale). La stessa analisi può essere applicata ai percorsi effettuati sia nelle strade cittadine che sulle autostrade. Le funzionalità di editing permettono di inserire dati sul traffico, aggiungere nuove strade, chiusure di strade, restringere l’utilizzo di alcune classi di strade, cambiare i limiti di velocità ed altro. Drivetime è facilmente estendibile, con una vasta gamma di dataset e di strumenti aggiuntivi di PBBI, per aumentare l’accuratezza delle analisi. (Fonte: Pitney Bowes Business Inside)
Disponibile il software di aggiornamento Leica GNSS Spider 4.0 Il software GNSS Spider 4.0 di Leica fa parte dell’ultimo pacchetto di aggiornamento in dotazione alla stazione di riferimento di Leica. Il pacchetto include anche Leica SpiderWeb v4.0 e Leica SpiderQC v4.0. GNSS Spider v4.0 ha le caratteristiche di un portale web (Spider Business Center) per servizi GNSS. L’uso dello strumento è notevolmente migliorato grazie ad un supporto avanzato addizionale per il ricevitore della stazione di riferimento GR10 (plug&play), a miglioramenti delle applicazioni di monitoraggio GNSS, e ad altre numerose nuove caratteristiche. Il GNSS Spider è una suite integrata di software per reti GNSS, con caratteristiche di modularità e scalabilità. Può essere personalizzata per soddisfare varie tipologie di applicazioni di monitoraggio strutturale, sismico, GIS e di rilevamento GNSS. Il portale web Spider Business Center è la soluzione integrata e sicura per la sottoscrizione e la gestione online di qualunque servizio di rete GNSS: integra senza problemi i servizi Leica GNSS Spider e Leica SpiderWeb e consente la loro integrazione con le utilities proprie di ciascun fornitore di servizi. Lo Spider Business Center mette inoltre a disposizione strumenti per operazioni di visualizzazione, registrazione e gestione in tempo reale, come pure in modalità postprocessing. E’ progettato per il monitoraggio dell’uso dei servizi, per consentire lo scambio di dati, per osservare online lo stato della rete e dei dispositivi mobili, per assistenza in termini di supporto e contabilità. Il ricevitore Leica GR10 è pienamente integrato con tutte le più importanti opzioni disponibili all’interno di GNSS Spider. (Fonte: Redazionale)
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OPEN SOURCE
FOSS4G 2010, un successo annunciato A cura di GFOSS.it Dal 6 al 9 settembre si è svolta a Barcellona la Conferenza FOSS4G 2010. FOSS4G è la sigla che identifica il Software Open Source in ambito Geospaziale. Tipicamente OsGeo alterna la conferenza tra i diversi continenti e dopo che l’evento negli anni precedenti si è svolto a Victoria (Canada), Sidney (Australia) e CapeTown (Africa), quest’anno è stata organizzata in Europa, 4 anni dopo l’evento di Losanna (Svizzera).
L
a conferenza, organizzata da OsGeo, la fondazione per il supporto e la promozione del software Open Source GeoSpatial, è stata come di consueto preceduta da un giorno e mezzo in cui si sono svolti dei tutorial e workshop sui più diffusi software e framework FOSS4G. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di svolgere le esercitazioni su delle workstation allestite per l’occasione, guidati da esponenti di spicco della comunità degli sviluppatori FOSS4G. La conferenza, che si è poi svolta in una serie di sezioni plenarie e parallele presso la sede della Fiera di Barcellona, ha toccato numerosi temi tra cui segnaliamo: • stato degli standard OGC e relative implementazioni; • stato delle implementazioni delle SDI (tra cui otto talk dedicati solo ad INSPIRE); • stato di vari progetti FOSS4G incubati da OsGeo; • comparazioni e benchmark tra implementazioni OGC OWS; • stato di OpenStreetMap; • punto della situazione di nuovi trend neogeografici (implementazioni di NoSQL Spatial Database e servizi GIS in the clouds). Alcune considerazioni e note di rilievo OpenGeo sembra aver definito una ben precisa toolchain per lo svilup-
po di SDI basate su FOSS4G, molto ben recepita dalla community, grazie al lavoro di noti sviluppatori e ad un solido ed innovativo business model. Risultato di tale sforzo è l’innovativa OpenGeo suite, basata su tasselli già consolidati (PostGis, GeoServer, GeoWebCache, OpenLayers) e in forte crescita (GeoNetwork e GeoNode). L’ormai consueto benchmark dei server WMS ha visto quest’anno la partecipazione di ben otto competitor, tra cui un paio di soluzioni proprietarie. Hanno ottenuto al solito i migliori risultati MapServer (il più veloce in assoluto) e GeoServer, affiancati quest’anno dalla novità Mapnik (che è il framework WMS sul quale si basa il sito di OpenStreetMap) e QuantumGIS. La conferenza di quest’anno verrà inoltre ricordata per la massiccia presenza di implementazioni dello standard WPS: se ne sono contate ben quattro (pyWPS, ZOO Project, GeoServer, 52° North), tra le altre messe a confronto in uno dei talk più seguiti e controversi della conferenza. Impatto altrettanto rilevante lo hanno avuto alcune implementazioni di Spatial NoSQL (tra cui GeoCouch DB, Cassandra e Neo4J). Parallelamente ai talk tecnologici, si è svolto un academic track finalizzato a presentare use case relativi all'utilizzo di software FOSS4G nell'ambito dell'analisi di rete, del telerilevamento e della modellizzazione spaziale. Principalmente le tecnologie utilizzate a tal fine si sono rilevate essere GRASS-GIS (talvolta combinato a QGIS), GDAL/ OGR e ORFEO-Toolbox. Era presente, come tutti gli anni, un’imponente sessione di poster (accademici e non) che ha fornito una efficace overview delle tecnologie emergenti e non utilizzate nell'ambito del supporto all'analisi di impatto ambientale, anali-
si delle immagini, strategie di storage dei dati e loro distribuzione e altri numerosi campi di applicazione. Alla conferenza hanno preso parte quasi novecento iscritti provenienti da oltre cinquanta nazioni, un’enormità se si considera il costo della conferenza non certo trascurabile (oltre 400 euro per prendere parte all’evento). Sono comunque ancora relativamente pochi, considerando le previsioni per l’evento del 2011 che si terrà a Denver (USA), dove si stimano circa 2.000 partecipanti. L’ultima nota è dedicata all’assegnazione del premio annuale Sol Katz Award for Geospatial Free and Open Source Software 2010 alla Prof.ssa Helena Mitasova per i suoi grandi meriti nell’attività ventennale nell’ambito del software GRASS: congratulazioni! A cura di GFOSS.it
Abstract A report from FOSS4G 2010 On September 6th to 9th was held in Barcelona FOSS4G Conference. FOSS4G is the symbol that identifies the area in Geospatial Open Source Software. This year the conference was organized in Europe, four years after the event in Lausanne (OSGeo typically try to alternate the conference between the various continents), after the event in previous years was held in Victoria (Canada), Sydney (Australia) and Cape Town (Africa).
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GI IN EUROPE - di Mauro Salvemini
Roma capitale anche dell'Informazione Geografica Il mese di ottobre ha visto Roma al centro dell’Informazione Geografica. Non solo l’evento del 5 e 6 ottobre di AMFM l’ha resa protagonista sul territorio nazionale ma, a fine mese, è tornata a essere il centro nevralgico della GI a livello internazionale.
L
a prima manifestazione ha avuto luogo nell’ex chiesa di Santa Marta al Collegio Romano: la Conferenza tematica dell’associazione AMFM GIS Italia (www. amfm.it), che quest'anno portava il titolo Le Istituzioni, la domanda, l'offerta per l'Informazione Geografica, realizzata in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale O.A.G.I.P. Il giorno 6 ottobre c’è stato il workshop tematico relativo al progetto europeo PLAN4ALL (www.plan4all.eu). La settimana successiva presso la Regione Lazio si è svolto un incontro di lavoro per la messa a punto di un progetto che vede la regione stessa in partnership con numerosi altri soggetti europei, enti pubblici, PMI, università e l’Associazione AMFM; contestualmente si è svolto il convegno su Sistemi di Informazione Geografica e governance territoriale, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli enti regionali oltre a quella del CISIS e dell’amministrazione centrale; vi hanno preso parte, naturalmente, anche i rappresentanti della componente tecnologica e della ricerca. L’ultima settimana di ottobre ESRI Italia, socio della associazione AMFM, ha ospitato a Roma la Europe, Middle East, and Africa User Conference (EMEA). Dunque, un mese particolarmente denso quindi per gli addetti ai lavori, gli esperti e gli imprenditori del settore. AMFM GIS Italia che nella sua ventennale attività di promozione e di scambio di conoscenze tra gli operatori dell'Informazione Geografica, si occupa anche di promuovere gli adeguamenti normativi necessari ad assicurare lo sviluppo di Infrastrutture di Dati Territoriali in coerenza con i programmi europei del settore, in particolare con la Direttiva INSPIRE, della quale AMFM è stata l’attuatrice non governativa in Italia, svolgendo un ruolo di liason e di integrazione europea, in quanto membro fondatore di EUROGI, l’associazione ombrello delle associazioni europee di GI.
visita il sito www.rivistageomedia.it
AMFM ha voluto, quest’anno, porre l’attenzione sul fatto che la realtà dell’Informazione Geografica attualmente si trova in equilibrio tra tre forze che ne caratterizzano l’utilizzazione e lo sviluppo: istituzioni, domanda e offerta. Il ruolo della Informazione Geografica nelle istituzioni cresce sempre di più. Iniziano ad esserci atti e disegni legislativi che entrano nel merito della questione e si fa strada la considerazione che le informazioni geografiche siano una componente primaria di un sempre più efficiente servizio per il cittadino. Gli utenti, le imprese, i private, le comunità di cittadini, le singole persone che coscientemente o in modo passivo utilizzano le informazioni geografiche sono svariati e sempre più numerosi e le loro necessità variano in funzione del tempo e dei servizi richiesti. Per l’offerta l’Informazione Geografica crea una variegata opportunità di occasioni economiche, di business e necessita di fornitori in grado di soddisfare le aspettative del mercato nazionale ed internazionale. Le relazioni dei provider di Informazione Geografica e di soluzioni tecnologiche sono state presentate da Intergraph, ESRI, Autodesk, Sinergis e Planetek, spaziando dalla presentazione ragionata delle attuali soluzioni tecnologiche ai trend di sviluppo delle applicazioni quali, ad esempio, quella della pubblicazione delle mappe su web, quelle relative alla sicurezza ed alla gestione integrata dell’Informazione Geografica dalla scala territoriale a quella del singolo edificio e delle sue componenti. La conferenza ha proseguito a sviscerare l’argomento attraverso gli interventi del CISIS (Centro Interregionale per i Sistemi Informatici, Geografici e Statistici), del Comune di Roma (che ha posto in essere un appalto di circa dieci milioni di euro per i sistemi di GI, la federutility), l’ISTAT, che si accinge a preparare il prossimo censimento sempre più basato sulla GI, l’Università Sapienza di Roma che ha presentato l’evoluzione della sua agenda di
ricerca tra sostenibilità e GI. Ha preso parte alla conferenza anche il Direttore Generale Arch. Antonia P. Recchia del MIBAC che ha evidenziato come «Le componenti presenti durante la conferenza devono sempre di più dialogare per il beneficio comune e soprattutto per migliorare la efficienza ed efficacia dei servizi offerti ai cittadini dagli enti pubblici. L’Informazione Geografica rappresenta oramai un asset della Pubblica Amministrazione e come tale deve essere utilizzata al meglio nella erogazione dei servizi culturali connessi sia al patrimonio che alle attività, offerti ai cittadini sul territorio». Per approfondimenti e per visionare le presentazioni della giornata: www.amfm. it.
Abstract Rome, Geographic Information's capital During October 2010 Rome has been the capital of GI. AMFM GIS Italia the leading association of GI in Italy held his own annual conference in the spectacular former church of Santa Marta, a specialized workshop has been held for planners Italian community about the EC co-funded project PLAN4ALL, the Lazio Region , the public administration dealing with the territory management of the region, held a conference addressing the topic of GIS and territorial management and on the end of the month ESRI Italia company, which is also member of AMFM GIS Italia, will have the EMEA regional conference in Rome. The three events together will gather more the several thousands of people too the capital of Italy. References may be found at: www.amfm.it
Autore MAURO SALVEMINI MAURO.SALVEMINI@UNIROMA1.IT
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RECENSIONE
Rilevare il 3D in maniera professionale Autori Gabriele Guidi, Michele Russo, Jean-Angelo Beraldin Edizione: McGraw-Hill ISBN: 9788838665318 Pagine: 480 Prezzo: Euro 29,00
I
l libro Acquisizione 3D e modellazione poligonale è, a nostro parere, uno dei migliori testi orientati alla comprensione delle metodologie di rilievo 3D. La pubblicazione prende in esame le diverse tecniche adottate nel tempo: fotogrammetria, laser scanner, photo scanning, CMM, ecc.
Sembra, per molti aspetti, un volume d'eccezione, a cominciare dalla sua completezza. Pur con un linguaggio divulgativo, trattandosi di un testo universitario, ben si presta alla lettura di tecnici e professionisti. Ne avranno agevole lettura e sicuro vantaggio anche quei committenti che hanno voglia di approfondire l'argomento. La struttura del testo, particolarmente ordinata ed accurata, è arricchita da comodi quesiti di autovalutazione e da una estesa bibliografia al termine di ogni capitolo. Si parte dalla misura delle entità geometriche, come metodo, principi e tecnologie di approccio e si prosegue esaminando tutte le tecniche moderne e contemporanee. La descrizione dei sistemi 3D non si ferma alla spiegazione dell'uso delle tecnologie, ma entra nel merito della fusione dei dati e dello sviluppo di progetti che integrano i metodi e le necessità operative. Parlare di integrazione, di texturing o di reverse modeling richiede una conoscenza approfondita delle tecniche, delle problematiche e degli strumenti operativi. La modellazione 3D, dal rilievo alla progettazione, richiede un ampio spettro di conoscenze a più livelli. Il libro entra nel merito di queste implicazioni ponendo l'attenzione sui focus principali quali il "Processo di Reverse Modeling" e i case application nel campo del Design Industriale e dei Beni Culturali. Ci sentiamo di consigliarne la presenza nella biblioteca dei nostri lettori. Domenico Santarsiero domenico.santarsiero@gmail.com
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AGENDA
2010-2011 3 - 4 novembre Berlino (Germania) V Workshop internazionale sull’Informazione Geografica in 3D Web: www.igg.tu-berlin. de/3dgeoinfo 3 – 5 novembre Frascati (RM) Earth Observation for LandAtmosphere Interaction Science Web: www.congrex.nl/10c13 10 novembre Glasgow (GB) GeoDATA 2010 Web: www.training4gis.com 9 – 12 novembre Brescia 14a Conferenza ASITA Web: www.asita.it
17 novembre GISday Web: www.esri.com 18 - 19 novembre Foligno (PG) 3a conferenza italiana sul software geografico libero Web: http://gfoss.it/drupal/ gfossday2010 Email: segreteria@ cstudifoligno.it 23 novembre Torino Il Governo dell'Informazione Geografica 23 – 25 novembre Cape Town – (South Africa) MapAfrica 2010 Web: http://mapafrica. gisdevelopment.net Email: info.mapafrica@ gisdevelopment.net
30 novembre – 1 dicembre Den Haag (Paesi Bassi) The European LiDAR Mapping Forum Web: www.lidarmap.org/ELMF Email: sarah.atkinson@ intelligentexhibitions.com
18 – 21 gennaio 2011 Hyderabad (Unione Indiana) Geospatial World Forum Web: www. geospatialworldforum.org Email: info@ geospatialworldforum.org
8 – 10 dicembre Noordwijk (Paesi Bassi) V Workshop ESA sulle tecnologie di navigazione satellitare - Multi-GNSS Navigation Technologies Web: www.congrex.nl/10c12
24 – 27 gennaio 2011 Londra (GB) Defence geospatial intelligence Web: www.wbresearch.com/ dgieurope
15 dicembre Roma Il Progetto CARG e le attività di coordinamento del Comitato d'area dell’Appennino meridionale Workshop ISPRA Web: www.isprambiente.it
1 – 3 febbraio 2011 Monaco (MC) Imagina 3D Web: www.imagina.mc/2011/ content/Home/homeUK.php
11 – 12 novembre Torino ITN 2010 Web: www.itnexpo.it
GEOmedia incoraggia i nuovi autori: il tuo contributo editoriale è benvenuto GEOmedia è il punto di riferimento nel panorama informativo dedicato al mondo della geomatica e della geografia intelligente con una decisa apertura verso tutte le esperienze tecnico-scientifiche che approcciano il settore con un carattere divulgativo. Per questo la Redazione di GEOmedia è sempre pronta a pubblicare articoli ritenuti di particolare interesse per la comunità geomatica e geografica del terzo millennio. Il tuo contributo, compatibilmente con gli spazi già assegnati ed in linea con gli argomenti delle varie uscite, consultabili sulla Guida Editoriale 2010, è dunque benvenuto, soprattutto in rubriche quali:
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Focus: gli articoli di approfondimento su questioni tecnico-filosofiche e metodologiche nel mondo della geomatica. Reports: per pubblicare risultanze di convegni ed eventi, esperienze professionali ed applicative. Cartografica: ove approfondire tutte le tematiche inerenti il mondo della cartografia e delle tecnologie correlate. Università e Ricerca: per dar visibilità alle facoltà, ai centri di ricerca ed ai laboratori attivi nella formazione e nell’aggiornamento. Invia le proposte all'indirizzo: redazione@rivistageomedia.it
Indice Inserzionisti Arvatec ASITA CGT Codevintec Copernico Crisel DB CAD Epsilon Geo4all Geogrà Geografica Geosolution Gesp Geotop ITN expo 2010 ITT Microgeo NBL Pitney Bowes Planetek Teorema Trimble VidaLaser Zenit
pag. 25 pag. 2 pag. 10 pag. 11 pag. 9 pag. 33 pag. 15 pag. 26 pag. 10, 39 pag. 29 pag. 19 pag. 51 pag. 63 pag. 5 pag. 64 pag. 35 pag. 21 pag. 47 pag. 61 pag. 43 pag. 35 pag. 5 pag. 55 pag. 57
GEOmedia n°4-2010
Nell’anno della Grande Crisi siamo sbarcati in America. Immaginate cosa faremo con la ripresa. Per molti il 2009 è stato il punto più basso della crisi.
geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in
Noi, invece, lo ricorderemo come l’anno in cui abbiamo rag-
maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva,
giunto un traguardo significativo: abbiamo superato l’Atlantico e
migliorando in modo significativo la performance del sistema IT.
acquisito un incarico nel Nuovo Continente (per la precisione, la
Abbiamo percorso prima di altri la strada del software open
realizzazione di un sistema informativo geografico per il gover-
source, per proporre la massima qualità a costi competitivi.
no di St. Vincent e delle isole Grenadines, nei Caraibi).
Abbiamo messo a punto procedure di lavoro che consentono di
Non è il primo cliente estero per cui lavoriamo, e non sarà l’ulti-
raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e dei
mo: aiutati dall’esperienza maturata lavorando per alcune tra le
costi, con un livello qualitativo sempre certificato.
maggiori aziende italiane, da diversi anni ci siamo messi in gioco
Se volete maggiori informazioni sulle nostre competenze, i
andando a competere con successo in Russia, Kosovo, Romania,
nostri servizi e ciò che abbiamo realizzato in Italia e all’estero,
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