GEOmedia 4 2011

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Rivista bimestrale - anno 15 - Numero 4/2011 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

www.rivistageomedia.it

SMART GRID e reti intelligenti di distribuzione

X Proposta per un Sistema Informativo Catastale Probatorio

X Il nuovo scenario di Intergraph

X Intervista a Bruno Ratti, presidente e fondatore di ESRI Italia

X Il ruolo del topografo ieri, oggi e domani

N째4 2011


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Il pubblico interesse per la geografia e la geomatica www.rivistageomedia.it

GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 10 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.

La consapevolezza dell’interesse pubblico per materie quali la geografia e la geomatica non è sempre manifesta e richiede un momento di attenzione particolare se consideriamo l’evoluzione tecnologica legata ad eventi che hanno dato enorme spinta all'invenzione di mezzi atti alla conoscenza del territorio, non solo in termini di realizzazione della cartografia. Tra questi all’inizio del secolo scorso gli eventi bellici, a cui fa seguito il cosiddetto “boom edilizio” spinto dalla necessità di ricostruzione post-bellica, per concludersi con l’inizio dell’era informatica alla quale segue il posizionamento satellitare e l’avvio dell'attuale “era geospatial”, nella quale Google Map ha giocato un ruolo importante in termini di diffusione dell’uso di tali tecnologie.

Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Luciano Surace, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Hanno collaborato a questo numero: Tomaso Bertoli, Fabio Crosilla, Vanessa Braida, Andrea Fiduccia, Pierluigi Cara, Andrea Adami, Caterina Balletti, Francesco Guerra, Simone Orlandini, Sabina Tettamanzi, Paolo Vernier, Nikolaus Studnicka, Bryn Fosburgh, Luca Delucchi, Laura Berardi Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Nomentana, 525 00141 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Editore: A&C2000 s.r.l. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Numero chiuso in redazione il 17 Ottobre 2011. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.

Viviamo quotidianamente in un contesto georiferito e tutte le attività che svolgiamo sono immerse in contesti geografici assistiti da tecnologie geomatiche. La dipendenza dai Gis dal Gps e dall’Osservazione della Terra cresce continuamente. La maggior parte dei dati che vengono raccolti hanno una componente geospatial e abbiamo attraversato ormai quella soglia in cui le tecnologie geospaziali non sono più solo interessanti ma essenziali per la nostra vita. Tra poco avremo bisogno degli strumenti avanzati della geografia e della geomatica per essere in grado di dare risposte ai quesiti della prossima grande sfida globale che ci aspetta: Come è possibile che stiamo cambiando l'ambiente fisico della superficie e dell’atmosfera terrestre? Dove e come vivranno 10 miliardi di persone? Come faremo a nutrire 10 miliardi di persone? Come stanno trasformando il mondo i nuovi metodi di collegamento e comunicazione? La crescita del mercato della geomatica dei satelliti per il posizionamento (GNSS) di precisione è destinato ad aumentare quasi del 100% entro il 2016 secondo uno studio recentemente portato a termine da ABI Research . Negli USA la crescita del mercato geospaziale è al 35% annuo. E’ evidente la portata e l’importanza dello sviluppo del nostro settore all’interno di quelle competenze che usano i servizi geografici anche in prima persona, purtroppo però, senza conoscerne a volte limiti e attendibilità. La partecipazione dei “geografi e geomatici” a tutti quei processi innovativi che dovranno essere lanciati nel breve termine e che saranno legati alle informazioni geografiche e territoriali, non può essere più rinviata e dobbiamo attivarci velocemente per evitare che le nostre conoscenze vengano inglobate, per necessità e carenza di conoscenza, da altre professionalità. In questo modo non andranno perse competenze, risorse e strutture che hanno dovuto rinnovarsi in questi ultimi anni con investimenti enormi per mantenersi al passo del passaggio dall’era cartografica all’era geospatial. In apertura voglio qui riportare una domanda che ci pone il fondatore di una realtà prominente del mondo geografico italiano nell’intervista che vi proponiamo in questo numero. “Quale sarebbe l’impatto sulla tua vita se non avessi più l’accesso alla conoscenza geografica?”

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

Buona lettura, Renzo Carlucci


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SOMMARIO 4-2011

FOCUS

6S

MART

GRID IL RUOLO DELL'ICT

NELLA SFIDA GREEN DEL FUTURO

DI

TOMASO BERTOLI

12 Proposta per un Sistema Informativo Catastale Probatorio in Italia DI FABIO CROSILLA E VANESSA BRAIDA

INTERVISTA

22 Intervista a Bruno Ratti presidente e fondatore di Esri Italia A CURA DELLA

REDAZIONE

REPORTS

tecnologica e sinergie tra soluzioni 24 Innovazione geospaziali. Lo "scenario Intergraph" ANDREA FIDUCCIA

DI

28 Un sistema informatizzato integrato altamente efficiente per la gestione di acquedotto, depurazione e fognatura CASE STUDY DI

AUTODESK E ACQUALATINA SPA

32 L'esperienza del

Dipartimento della Protezione Civile sulle specifiche RNDTDI PIERLUIGI CARA

36 Il Canal Grande a Venezia in scansione 3D da natante DI ANDREA ADAMI, CATERINA BALLETTI, FRANCESCO GUERRA, SIMONE ORLANDINI, NIKOLAUS STUDNICKA, PAOLO VERNIER

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Il ruolo del topografo ieri, oggi e domani. DI

BRYN FOSBURGH

ALTRE RUBRICHE

16 MERCATO 47 GI IN EUROPE Humboldt DI LAURA BERARDI In copertina la panoramica di una via cittadina che mostra tubi e condotti sotterranei implementati da una esperienza di Acqualatina, società mista pubblico privato che opera su 38 comuni della provincia di Latina. Il sistema è stato realizzato con il software Autodesk Topobase per la gestione dei dati sul territorio e delle reti, che rende disponibile a tutti i soggetti coinvolti, le informazioni precise sulla posizione, lo stato delle risorse gestite e gli interventi effettuati per favorire una migliore efficienza operativa, sia all’interno che all’esterno dell’azienda.

50 OPEN SOURCE GeoExt DI LUCA DELUCCHI

52 IMMAGINI 54 AGENDA


FOCUS

Smart Grid il ruolo dell’ICT nella sfida green del futuro

di Tomaso Bertoli

Una introduzione alle Smart Grid ove vengono mostrate le opportunità, le criticità e i vantaggi nella sfida green del futuro, attraverso la visione degli autori che hanno maturato una particolare esperienza in Dedagroup ICT Network e nella controllata Sinergis, specialista di sistemi GIS.

L

a definizione classica di Smart Grid, la rete intelligente per la distribuzione di energia elettrica del futuro, prevede di affiancare al sistema distributivo una rete di comunicazione e controllo con cui monitorare e ottimizzare i flussi di energia, evitando sprechi e quindi accumulando e reindirizzando eventuali surplus di energia in tempo reale. Detto così sembra semplice, ma impostare un simile sistema implica una serie di problematiche e dettagli che fanno impazzire i tecnici e rendono il lavoro in questo campo estremamente avvincente.

La distribuzione tradizionale Innanzitutto è utile richiamare alcuni dei principi che hanno determinato la crescita e l’organizzazione dell’infrastruttura elettrica come la conosciamo oggi. A partire dal ‘900 la rete di distribuzione elettrica è cresciuta con un modello abbastanza semplice: un unico produttore, una centrale idro-elettrica o a carbone che produce l’energia per tanti consumatori direttamente collegati alla rete di distribuzione del produttore. Se l’energia costa poco e se le apparecchiature collegate non sono molto complicate, la rete di distribuzione urbana funziona esattamente come l’impianto elettrico di casa nostra. Sappiamo di avere un contatore e un interruttore “salva-vita” come punto di partenza, dei fili nascosti nei muri di cui non conosciamo l’organizzazione e una serie di prolunghe e ciabatte con cui alimentiamo un numero crescente di apparecchi elettrici ed elettronici. L’evoluzione del contesto impone alle aziende di migliorare i sistemi dedicati a conoscere, controllare e ottimizzare l’infrastruttura di distribuzione dell'energia elettrica.

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Smart Grid: un percorso per ottimizzare gestione e consumi, riducendo gli sprechi.

Tutti sappiamo cosa succede quando accendiamo il forno in cucina senza aver avvisato chi in bagno usa stufetta e asciugacapelli. Nella distribuzione elettrica tradizionale succede sostanzialmente la stessa cosa e qualcuno deve correre a ri-armare l’interruttore sul quadro generale. Naturalmente su scala urbana e nazionale coordinare i consumi e la corrispondente generazione è ben più complicato che coordinare l’accensione del forno in cucina con lo spegnimento dell’asciugacapelli in bagno. Un aspetto che complica la distribuzione elettrica nazionale, rispetto a quella domestica, è che a casa la quantità di energia disponibile è limitata dal contratto in essere con il fornitore, mentre a livello nazionale la quantità di energia che può essere utilizzata dipende da quanta ne viene prodotta nei diversi impianti. Siamo quindi giunti al primo problema: le diverse aziende devono iniziare a fare delle previsioni. Poiché l’energia prodotta dalle centrali e immessa in rete va persa se non vie-

ne consumata, è necessario pianificare quanta energia produrre in base ai consumi previsti per ogni momento della giornata. Inoltre, considerato che nel trasporto si perde tanta più energia quanto più le linee sono sovraccariche (come quando a casa si dice di non collegare troppe ciabatte e prolunghe in fila), è necessario configurare la rete in modo che i consumi siano bilanciati e serviti con equilibrio sui diversi rami. La distribuzione in evoluzione Rispetto al modello descritto fin qui, il sistema elettrico nazionale si è complicato moltissimo. La produzione è passata da un sistema di poche centrali controllate dal distributore a un vero e proprio mercato, in cui molti produttori possono decidere se e quanta energia produrre. In Italia questo mercato è gestito dal Gestore Mercati Energetici (GME); sul sito http://www. mercatoelettrico.org/It/Default.aspx è possibile verificare i prezzi e i volumi orari fissati un giorno per l’altro dal Mercato

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FOCUS del Giorno Prima (MGP). A fini statistici si può consultare l’andamento dei prezzi e dei volumi negli ultimi trenta giorni e molte altre informazioni sul sistema elettrico e sui correlati di efficienza energetica e ambientale. Inoltre l’evoluzione tecnologica ha portato allo sviluppo di una serie sempre più diversificata di fonti alternative di energia elettrica, che hanno caratteristiche e limitazioni molto diverse. Alcuni produttori possono essere classificati come controllabili o quantomeno condizionabili poiché possono produrre energia in base ad una scelta specifica del gestore, normalmente collegata al prezzo che sarà riconosciuto per l’energia prodotta. Oltre alle grandi centrali, che funzionano quasi sempre a pieno regime, rientrano in questa categoria gli impianti di (co)generazione diffusa a gas e biomassa in cui è praticamente possibile accendere e spegnere l’impianto in base al rapporto tra costo del combustibile e valore dell’energia prodotta. Grazie agli incentivi questi impianti stanno diventando sempre più comuni e si stanno affacciando sul mercato soluzioni sempre più economiche e di piccola scala. Alla rete vengono però collegati anche impianti la cui produzione è aleatoria o solo prevedibile. Per gli impianti fotovoltaici e ancor di più per quelli eolici, infatti, solo un sistema di previsioni meteo molto preciso e dettagliato può dare indicazioni sulla produzione attesa, ma è impossibile prevedere con certezza quella effettiva. Allo stesso modo è possibile classificare gli utenti finali in base alla capacità di controllarne, condizionarne o solo prevederne il carico. Già oggi per alcune categorie di grandi utenti è prevista la possibilità di installare opportuni apparati di telecontrollo che permettono al distributore di monitorare il consumo, eventualmente riducendolo a zero; ma la vera sfida di Smart Grid sarà riconoscere le opportunità e le peculiarità di gestione connesse agli utenti domestici con contatore elettronico, rispetto a quanto possibile nel caso di Smart Building e Smart Cities gestiti da un Facility Manager professionista o ad una gestione intelligente dei veicoli elettrici in crescente diffusione. L’evoluzione del contesto in cui si trova ad operare un’azienda di distribuzione elettrica impone di migliorare i meccanismi dedicati a controllare e ottimizzare il sistema elettrico. Ed è proprio qui che il nostro lavoro e l’expertise nella gestione della componente ICT e GIS fa la differenza. Smart Grid non è quindi un singolo sistema o, peggio ancora, un singolo software che può essere installato, ma

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è in realtà una serie di iniziative diverse (raccolta dati, installazione di apparecchiature e sistemi software) che devono essere portate avanti con equilibrio e con una certa sequenzialità. Il primo passo, e per certi versi quello che sta più a cuore di chi si occupa di Informazione Geografica, è quello legato alla mappatura della rete di distribuzione (vedi sotto) il caso di Progress Energy). In base all’esperienza di Progress Energy possiamo quindi affermare senza timore di essere smentiti che per poter parlare di Smart Grid bisogna innanzitutto disporre di un software (cartografico) e di un set di procedure aziendali che permettono di arrivare ad un aggiornamento in tempo reale del geodatabase di rete con tassi di errore sui dati fisici di riferimento tendente a zero. Considerato l’alto numero di elementi necessari a rappresentare correttamente la rete di distribuzione, disporre di interfacce e flussi di lavoro efficienti, è condizione necessaria a vincere la sfida. Si pensi, ad esempio, che il GeoDataBase di Gruppo Dolomiti Energia, –progettato da Sinergis assieme a Multi Utility User Group (MUUG) - contiene per la sola rete di distribuzione elettrica circa 440 mila archi e 300 mila nodi e per ogni giorno dal primo gennaio 2009 ad oggi esiste una specifica versione della rete in stato normale su cui eseguire le analisi di qualità tecnica. Da questo punto di vista sono stati fatti enormi passi avanti, come testimonia anche l’esperienza di Ascopiave spa.

Smart Grid non è un singolo sistema o, peggio ancora, un singolo software che può essere installato, ma una serie di iniziative diverse (raccolta dati, installazione di apparecchiature e sistemi software) che devono essere portate avanti con equilibrio e con una certa sequenzialità.

Superata la prima sfida di conoscere la rete in modo sufficientemente preciso per eseguire delle analisi di simulazione elettrica ci troviamo ingaggiati in un compito ancora più complesso e avvincente: conoscere i consumi. Grazie ai sistemi di telecontrollo installati sulla rete di Alta e Media Tensione, già da molti anni è possibile conoscere in tempo reale i consumi aggregati di svariate migliaia di utenze. Per poter avere un dato più puntuale le aziende di distribuzione hanno avviato programmi di installazione dei contatori elettronici. Oggi, dopo alcuni anni di esperienza operativa, ci si è resi conto che questo genera un problema opposto: un’informazione troppo dettagliata e disaggregata per essere utilizzata in modo efficace e tempestivo dai moderni sistemi di gestione della distribuzione. In base a queste considerazioni è in corso una revisione dei piani di adozione dei contatori elettronici che, almeno per le attività di misura e controllo in tem-

Progress Energy: la rilevanza dei sistemi GIS ed Enterprise per gestire la progettazione delle estensioni di rete Progress Energy distribuisce energia elettrica a circa 1.5 milioni di clienti in Florida, Carolina del Sud e Carolina del Nord. Confrontata con previsioni di consumi crescenti (circa 5,000 MW al 2025) l’azienda ha scelto di rinunciare alla costruzione di una nuova centrale a gas, che sarebbe costata circa 900 milioni di dollari e che sarebbe servita solo nelle ore di consumo di picco. A titolo esemplificativo è stato presentato il grafico di consumo registrato a luglio 2009 riportato nell’immagine seguente. Il piano da oltre 300 milioni di dollari avviato nel 2009 prevedeva l’implementazione di un sistema software per gestire la distribuzione (DMS) e l’installazione di un’estesa rete di apparati di telecontrollo necessari a conoscere e modificare dinamicamente l’assetto di rete. Nel suo complesso il progetto è stato un successo, portando ad una riduzione dei consumi di quasi 400 MW minimizzando il rischio connesso al coinvolgimento degli utenti finali. Nelle fasi iniziali del progetto ci sono state però tensioni poiché gli algoritmi del sistema di gestione (Telvent DMS) sembravano produrre risultati errati e proporre variazioni di assetto (riorganizzazione della rete di distribuzione) irragionevoli. Si è scoperto abbastanza rapidamente che il geodatabase di rete, normalmente utilizzato solo per produrre le mappe adoperate dalle squadre impegnate sul campo, conteneva una percentuale significativa di errori e di mancati aggiornamenti. Questi errori, trascurabili per la normale attività di gestione in cui a leggere e interpretare i materiali sono tecnici e operai con una discreta conoscenza della rete, impattano invece in modo insostenibile sulle funzionalità di calcolo più avanzate.

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FOCUS La mappatura della rete: le testimonianze “In questi giorni la procedura è stata utilizzata sia per le operazioni di nuova editazione sia per le operazioni di recupero dati storici. In entrambe le situazioni si è notata una maggiore ergonomia di lavoro che permette una maggiore produzione. Su un inserimento di una messa in esercizio di medie dimensioni si può avere un abbattimento dei tempi del 50% con un maggiore numero di dati che vengono inseriti…” Andrea Gigo, Ascopiave Spa, referente Sistema Informativo Cartografia Reti. “ Tra le migliorie significative possiamo citare la riduzione dal 2% allo 0.1% della percentuale di clienti con posizione di rete ignota ottenuta grazie alla migliore ergonomia e più efficace integrazione tra il sistema di gestione utenti SAP IS-U e il Sistema Informativo Reti Cartografico…” ing Mariano Fronza (Gruppo Dolomiti Energia Spa, responsabile SIR).

Sensori e terminali remoti di nuova generazione.

po reale della rete, vengono sostituiti da una nuova generazione di sensori e terminali remoti (RTU) di dimensione e costo compatibile con una diffusione di massa nella rete di Bassa Tensione. Grazie alle informazioni trasmesse da queste nuove apparecchiature diventa possibile attivare processi di gestione non solo dei consumi, ma anche delle generazioni distribuite intermittenti e incontrollabili (fotovoltaico ed eolico). Benché le potenze installate siano oggi ancora marginali, su scala nazionale forti fenomeni di clustering geografico di questi impianti di generazione già oggi pongono seri problemi ai distributori elettrici che si trovano a dover ammodernare porzioni di rete per poter sopportare flussi di energia che cambiano direzione in base al sole ed al vento. Ad esempio, la SET Distribuzione, per gestire il crescente impatto della generazione fotovoltaica, utilizza una mappa tematica che integra dinamicamente la cartografia del Sistema Informativo Reti con i contratti di generazione fotovoltai-

ca caricati nel gestionale clienti SAP IS-U e quindi aiuta ad evidenziare l’insorgenza dei cluster man mano che si addensano nella rete. Analizzando i report di controllo alfanumerico si osserva, infatti, che su tutte le linee di distribuzione in bassa tensione solo un quarto presenta impianti fotovoltaici, con una media generale di un impianto ogni due linee. Analizzando il decimo percentile delle linee, la media cresce a oltre sette impianti per linea, mentre prendendo in considerazione solo il primo percentile, la media per linea sale a oltre dodici impianti. La costante crescita degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e l’esigenza di sopportare consumi sempre più variabili (con carichi di picco anche tre volte superiori ai valori minimi), con tutte le problematiche che questi squilibri determinano all’efficienza del sistema, rendono sempre più importante sviluppare sistemi in grado di accumulare l’energia in eccesso e di rilasciarla quando necessario.

Clustering della generazione distribuita fotovoltaica.

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Accumulare l’energia elettrica Sul tema dell’accumulo dell’energia elettrica la ricerca sta proseguendo in modo febbrile. Molti impianti idroelettrici svolgono questo servizio a livello di macro sistema (di notte acquistano energia elettrica per ripompare acqua nel serbatoio di monte), ma il tempo necessario a variare la potenza prodotta da un impianto idroelettrico è incompatibile con i tempi della generazione distribuita. Tra le tante tecnologie in studio una in particolare è passata dalla fase di ricerca alla fase di produzione industriale. La società AES Energy storage (http:// green.blogs.nytimes.com/2011/01/07/ hold-that-megawatt/) ha realizzato nello stato di New York il primo impianto di conservazione dell’energia a scala di distribuzione. Utilizzando 4 container da 16 metri pieni di batterie, per una potenza totale di 8 MW, possono comprare e rivendere energia a seconda del prezzo offerto dal mercato o anche in caso di emergenza: quando l’impianto sarà completamente integrato nel sistema di telecontrollo del New York Independent System Operator (NYISO) potrà rilasciare tutta la potenza disponibile in meno di un secondo dalla richiesta degli operatori di dispacciamento. Per capire i valori in gioco in questa partita di cattura e rilascio di energia in rete è utile dare qualche dato economico. Il mercato elettrico italiano per ora si presenta abbastanza stabile, con un prezzo indicativo che nell’arco delle ventiquattro ore passa da un minimo di 60 ad un massimo di 90 per megawatt/ora con valori medi attorno ai 70 euro. In Nord America si hanno invece fluttuazioni ancora più forti, con valori medi più bassi di quelli italiani ma prezzi di picco che negli anni 2000 di Enron e della crisi energetica Californiana (http://en.wikipedia.org/ wiki/California_electricity_crisis) hanno anche superato i 1400$ a megawatt/ ora. A parte questi casi estremi anche in realtà più comuni, come la regione di Toronto ove nel 2006 il prezzo spot è variato da 318 a meno 3 dollari (http:// en.wikipedia.org/wiki/Demand_response), in questi ultimi anni, grazie alla crisi che ha depresso i consumi e grazie a

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FOCUS

Il mercato elettrico americano.

tutte le misure adottate dalle Autorità di controllo ed alle iniziative Smart Grid adottate dai distributori il prezzo medio di picco è sceso a valori più sostenibili. Un ragionamento particolare va dedicato ai veicoli elettrici ibridi ricaricabili da rete (PHEV). Questi veicoli elettrici pongono una sfida particolarmente significativa al distributore elettrico perché, se usati male, possono aggravare molto gli sbilanciamenti di produzione e consumo. Ma se al contrario vengono usati bene possono funzionare da volano

elettrico (http://en.wikipedia.org/wiki/ Vehicle-to-grid) assorbendo energia nei periodi di basso consumo e rilasciandola nei momenti di picco, proprio come i sistemi dedicati di Energy Storage. Come nel caso della generazione eolica e fotovoltaica, anche nel caso dei veicoli elettrici è molto importante fare attenzione a non sottostimare l’effetto di clusterizzazione che caratterizza l’adozione di queste nuove tecnologie. Anche se i nuovi veicoli elettrici acquistati sono pochissimi rispetto al parco circolante

e rispetto ai nuovi veicoli convenzionali, questi nuovi acquisti risultano molto concentrati da un punto di vista geografico nelle zone dove vivono persone più sensibili alla tematica ambientale e dotate della necessaria capacità di spesa. Il mercato elettrico è in teoria una ragionevole applicazione della legge della domanda e dell’offerta, ma chi si addentra nello studio di Demand Response (DR) capisce presto che in pratica quello elettrico è un sistema molto complesso da governare. Ci sono consumi che si possono controllare e condizionare, ma anche consumi che, con la tecnologia attuale, possono essere evitati solo interrompendo completamente il servizio. Senza entrare nel dettaglio della trattazione scientifica, le curve rappresentative di produzione (S) e consumo (D) non sono lineari e anche piccole variazioni di consumo finiscono per determinare enormi variazioni di prezzo. Su questo fronte di riduzione dei consumi lavorano sia l’elettronica consumer che la domotica, realizzando apparecchi che da un lato consumano sempre meno e dall’altro possono contribuire attivamente all’ottimizzazione del mercato elettrico. Già oggi è quindi possibile condizionare i consumi attraverso l’introduzione di tariffe orarie; in Italia sono state introdotte

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FOCUS La flessibilità del Cloud Computing per una migliore gestione dei processi: lettura, contabilizzazione e gestione delle emergenze.

Wikipedia Demand Response.

due tariffe fisse, e si è assistito ad uno spostamento dei consumi dalle fasce orarie di picco (più costose) a quelle di minor consumo. Ma la differenza di prezzo è considerata ancora troppo bassa perché cambino veramente le abitudini di consumo degli utenti domestici. Dunque è possibile prevedere l’evoluzione verso un sistema di prezzi di mercato in costante aggiornamento. Dal punto di vista del sistema elettrico nazionale è però molto più utile poter controllare i consumi attraverso specifici contratti sottoscritti tra generatori, distributori e utenti. Questo è possibile sia integrando la domotica direttamente al contatore elettronico, così l’utente cede al distributore il (tele)controllo di una parte dei propri consumi, oppure aderendo ad un servizio esterno di informazione di mercato pubblico accessibile via internet che mette sullo stesso piano più produttori, come nel caso di NegaWatts di Suedtirol Smart Grid Initiative, un innovativo progetto avviato in AltoAdige. In considerazione delle difficoltà tecniche e dei costi di installazione delle attrezzature domotiche oggi gli sforzi di automazione e controllo vengono concentrati non tanto sui singoli clienti domestici, quanto sugli edifici di tipo commerciale caratterizzati da dimensioni e consumi più alti e anche da una più incisiva attenzione ai costi ed all’efficienza (Smart Building e Facility Management).

contatore - che in passato generava una o due letture all’anno - genera oggi 35.000 letture all’anno. Per un distributore medio piccolo con 200.000 clienti si arriva ad oltre 7 miliardi di record che ogni anno devono essere elaborati e archiviati per emettere le fatture. L’ordinaria amministrazione di un’azienda di distribuzione non prevede eventi di particolare emergenza, ma questo non esime dal predisporre e mantenere operative costose infrastrutture di backup e specifici piani per gestire situazioni di crisi, rare ma possibili. L’elasticità d’utilizzo e la tariffazione a consumo offerta dal Cloud Computing permettono di mantenere operativo ma in standby (e quindi con costi operativi trascurabili) un sistema parallelo per le emergenze, che può avere caratteristiche operative anche superiori a quello utilizzato per l’operatività quotidiana. Nuove Frontiere raggiunte Per concludere auspichiamo l’ampio orizzonte di temi trattati sia servito a capire che Smart Grid non è un singolo e semplice software da installare, ma un sistema ad elevata complessità, che per produrre dei risultati tangibili va correttamente impostato e gestito. La frontiera tecnologica viene regolarmente superata da soluzioni e processi sempre più evoluti. I sistemi di previsioni meteo oggi mettono a disposizione informazioni così ben strutturate che possono essere incorporate nei modelli di previsione e allerta

nelle centrali di comando e controllo delle aziende di produzione e distribuzione dell’energia, sia per stimare la capacità di produzione ed i consumi ma anche per ridurre il rischio connesso ad eventi metereologici estremi (temporali, tempeste, fulminazioni,...) cui vengono esposte le squadre in servizio. I sistemi di gestione della distribuzione, grazie all’interazione con i sistemi di telecontrollo, permettono di ridurre le inefficienze di distribuzione nella pratica quotidiana ( non solo nelle simulazioni di laboratorio) con importanti ricadute in termini di risparmio energetico, maggior sicurezza operativa e qualità dell’energia fornita ai clienti. Ad esempio Telvent DMS nel progetto pilota sulla rete di Milano ha permesso di identificare un centinaio di modifiche all’assetto di rete, il cui effetto cumulato è stata la riduzione del 4% delle perdite. Dedagroup ICT Network, grazie all’esperienza maturata dalla controllata Sinergis e al partner internazionale Telvent, può supportare le aziende di distribuzione elettrica italiane a determinare le azioni e le tecnologie necessarie ad avviare un progetto con cui rendere la propria rete una vera Smart Grid.

Rierimenti • http://www.mercatoelettrico.org/ It/Default.aspx • h t t p : / / g re e n . b l o g s . n y t i m e s . com/2011/01/07/hold-that-megawatt • http://en.wikipedia.org/wiki/California_electricity_crisis • http://en.wikipedia.org/wiki/Demand_response • http://en.wikipedia.org/wiki/Vehicle-to-grid

Abstract Infrastruttura IT, dai Mainframe al Cloud Computing Per rispondere a queste sfide è molto probabile che le aziende di distribuzione adottino una strategia diversa da quella impiegata finora. Dovendo disporre di potenza di calcolo molto diversa nel corso dell’anno è probabile che si rivolgano alla flessibilità offerta dal Cloud Computing per una molteplicità di processi, tra cui spiccano: lettura e contabilizzazione dei consumi misurati sui contatori elettronici e gestione delle emergenze. In apparenza di semplice applicazione, i contatori elettronici presentano per il reparto IT delle aziende di distribuzione elettrica una sfida tecnologica di non banale soluzione. Con letture programmate in media ogni 15 minuti, ogni

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Smart Grid: the role of ICT in the green challenge of the future Drawing on his experience designing and implementing Enterprise Geographic Network Information Systems with Italian Multi Utilities the author provides a simplified description of what is changing in the Electric Distribution System and explains the main drivers and challenges that are behind the revolution generally called “Smart Grid”. A simple prose and real world examples help explain the complex meaning and unexpected implications of the buzz words and acronyms used by the Industry: AMI Advanced Metering Infrastructure, MDM Meter Data Management, DMS Distribution Management System, DR DemandResponse, DG Distributed Generation, PHEV Plug-in Hybrid Electric Vehicles, and Energy Dispatching and Storage.

Autore TOMASO BERTOLI - SINERGIS SRL TOMASO.BERTOLI@SINERGIS.IT WWW.SINERGIS.IT

DEDAGROUP ICT NETWORK LOC. PALAZZINE 120/F. 38121 GARDOLO (TRENTO) WWW.DEDAGROUP.IT

Parole chiave ENTERPRISE GIS, SMART GRID, SMART BUILDING, SMART CITY

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FOCUS

Proposta per un Sistema Informativo Catastale Probatorio in Italia di Fabio Crosilla e Vanessa Braida

Da recenti congressi europei è emersa la necessità, per il catasto ed in genere per le organizzazioni di registrazione di beni immobili, di fornire dei servizi all’avanguardia al mercato informativo dei beni immobili in un ambiente di tipo e-government, contemporaneamente cooperando alla realizzazione delle infrastrutture di dati spaziali sia nazionali che europee. Il fulcro è sempre la particella catastale che andrebbe trattata in maniera probatoria come ci propongono in questo articolo gli autori.

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n un recente articolo, uno degli autori (Crosilla, 2009) ha analizzato le caratteristiche dei catasti in Europa approfondendo, fra l’altro, i due principali sistemi di registrazione dei beni immobili universalmente adottati: il sistema latino della trascrizione degli atti ed il sistema dell’iscrizione dei diritti in vigore nei paesi del Centro ed Est Europa. L’analisi trae origine dai risultati di due ricerche condotte da due organismi internazionali: l’associazione europea Eurogeographics (www. eurogeographics.org) e la FIG (International Federation of Surveyours). La prima associazione è stata impegnata con il progetto “Catasto e sistemi di registrazione nel 2012 in Europa”. I lavori hanno permesso di evidenziare che il catasto e le organizzazioni europee di registrazione dei beni immobili devono fornire dei servizi all’avanguardia al mercato informativo dei beni immobili, in un ambiente e-government, cooperando alla realizzazione delle infrastrutture nazionali ed europee dei dati spaziali. Si segnala in particolare come l’emergere dei mercati immobiliari transnazionali in Europa necessiti di sistemi di registrazione che garantiscano in modo affidabile la protezione dei crediti e dei mutui ipotecari sui beni immobili. Di fondamentale importanza è poi la particella catastale, che costituisce un elemento cruciale per generare una informazione spaziale interoperabile. La particella catastale determina infatti il collegamento fra l’informazione nel dominio legale, le restrizioni pubbliche, gli oneri privati, le informazioni ambientali, l’uso del suolo e le informazioni agricole. Dai

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risultati della seconda ricerca condotta dalla FIG, denominata “Prospettive sul Catasto 2014” (Kaufmann J., Steudler D. 1998), emerge invece l’esigenza di garantire il diritto di proprietà e la certezza dei titoli fondiari (Catasto 2014 propende per la registrazione dei diritti). Emerge poi l’esigenza di favorire il sistema di tassazione dei beni, di salvaguardare il demanio pubblico, di facilitare le riforme fondiarie e di fornire certezze in previsione dell’accensione di mutui ipotecari. Si evince pertanto l’importanza che vengono ad assumere le caratteristiche geometriche e giuridiche delle particelle e le specificità del sistema di pubblicità dei beni immobili. Pubblicità immobiliare: il sistema della trascrizione In riferimento a quest’ultimo punto, sul territorio italiano, quale eredità delle dominazioni francese ed asburgica, sono compresenti due sistemi di pubblicità immobiliare: il sistema della trascrizione, a base personale e pubblicità dichiarativa e il sistema tavolare, a probatorietà indiretta, base reale e pubblicità costitutiva. Il primo fa riferimento agli articoli 1376, 2644 e 2650 del codice civile. Questi affermano innanzitutto che la costituzione o il trasferimento fra vivi di un diritto reale si acquistano per effetto del consenso delle parti, legittimamente manifestato; inoltre che detti atti non hanno effetto nei confronti di terzi che hanno acquistato il diritto in base ad un atto trascritto anteriormente a quello in oggetto e, infine, che le trascrizioni non producono effetto se non sia stato

trascritto l’atto anteriore di acquisto. Per garantire il soddisfacimento di tali articoli del codice, a fronte del trasferimento di un diritto reale, la prassi richiede che vengano ottemperate una serie di azioni che prevedono la trascrizione del documento traslativo presso il Servizio di Pubblicità Immobiliare dell’Ufficio Provinciale dell’Agenzia del Territorio, la registrazione del documento traslativo presso l’Ufficio Territoriale dell’Agenzia delle Entrate, infine la sua presentazione all’Ufficio Provinciale dell’Agenzia del Territorio con la conseguente domanda di voltura entro 30 giorni dalla registrazione anzidetta. In base all’art. 1 del D.lgs. 18.01.2000, n. 9, oggigiorno, queste operazioni vengono effettuate contemporaneamente per via telematica. Inoltre, in base al, DL 31 maggio 2010, n.78, art. 19, comma 14, relativo all’istituzione della cosiddetta “Anagrafe Immobiliare Integrata”, negli atti di trascrizione è prevista, in aggiunta, una dichiarazione degli intestatari circa la conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie. Pubblicità immobiliare: il sistema tavolare Il carattere distintivo del sistema tavolare è che nei suoi registri vengono invece iscritti titoli validi a provare l’esistenza di un diritto reale gravante su una data particella, che è identificata completamente dalla relativa partita tavolare. Pertanto, una volta completata l’intavolazione, si considera regolamentata la situazione proprietaria del singolo fondo o immobile. Qualora insorgano controversie in termini di re-

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FOCUS de il possessore attuale il proprietario dello stesso. In tal modo la situazione di fatto, rilevata in campagna, non corrisponde più a quella di diritto.

Schema delle relazioni fra i principali attori del processo catastale e tavolare (fonte INSIEL S.p.A).

golazione dei confini, è sufficiente richiedere una visura per comprendere la geometria particellare e lo stato di diritto che la riguarda, senza ricorrere all’annoso espediente della “probatio diabolica”, stabilita dal codice civile italiano per il sistema della trascrizione, che costringe chiunque voglia dimostrare la propria titolarità del diritto di proprietà a risalire al modo di acquisto dello stesso a titolo originario. Ovviamente, ciò risulta estremamente arduo, soprattutto se si considera che, nei territori in cui vige il sistema del Libro Fondiario, una tal questione trova soluzione in pochi minuti, consultando i documenti cartacei, o, ove la informatizzazione sia stata completata, il portale che rende disponibile il database. È proprio in virtù di questo inestimabile vantaggio che l’Università degli Studi di Udine ha approfondito la tematica dell’introduzione di un catasto a probatorietà indiretta in Italia (Crosilla 2009). Il requisito di probatorietà discende dalla struttura stessa del sistema di pubblicità immobiliare e dalle modalità di iscrizione nel Libro Fondiario che hanno per oggetto l’immobile ed avvengono solo dopo l’emanazione di un legittimo decreto del giudice tavolare, su richiesta inoltrata da uno o più proprietari. Una volta completata l’intavolazione, quanto contenuto nel libro maestro e nei documenti allegati sancisce l’esistenza di quel determinato diritto reale. Invece, nel sistema della trascrizione si registrano atti che vengono ritenuti esistenti ed opponibili a terzi. L’Università di Udine auspica pertanto l’estensione del tavolare

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all’intero territorio italiano, realizzando un data-base comune di modo che i registri rappresentanti, ovvero lo stato di diritto di una particella, e lo stato di fatto, siano agevolmente consultabili nel medesimo portale multimediale. La valenza sussidiaria della mappa Inoltre, sempre gli studiosi dell’Università di Udine, hanno da tempo proposto di ricomporre la cartografia catastale tramite l’utilizzo dei rilievi PREGEO, riferiti al sistema di coordinate in cui sono realizzate le carte tecniche regionali ( si veda ad esempio Beinat et al. 2005). Tuttavia, per quanto precisa possa essere la tecnologia di rilevamento e la metodologia di compensazione ex post, non è attualmente possibile conferire alla cartografia il requisito di probatorietà, poiché l’articolo 950 del Codice Civile le assegna mera valenza sussidiaria, in ultima istanza, per quel che concerne l’azione di regolazione dei confini. Ciò non riguarda tanto la precisione con cui la mappa viene prodotta, quanto, piuttosto, il problema della sua realizzazione senza una ricerca dell’accordo tra i proprietari che avrebbero dovuto da sempre manifestare pubblicamente e legittimamente la volontà di accettare od impugnare quanto rappresentato. Il dilemma della ricerca dell’accordo tra i cittadini è rappresentato dalle modalità di acquisto del diritto di proprietà, illustrate all’articolo 922 del codice civile. Inoltre, all’articolo 1158 C.C. si parla dell’usucapione per cui il possesso continuato, pubblico e legittimo di un bene per vent’anni, vantando un “animus possidenti”, ren-

Un esempio straniero Tuttavia, vi sono esempi di progetti attuati all’estero, quali la riforma del sistema catastale e tavolare austriaco, che potrebbero essere presi a modello anche in Italia. In Austria, infatti, si è ritenuto opportuno assegnare un ruolo centrale al rilievo che è stato posto alla base, non solo della ricomposizione della cartografia, ma anche del reimpianto del Libro Fondiario e della verifica dei dati riportati nei registri delle Conservatorie. Catasto e tavolare hanno mantenuto la loro indipendenza, pur instaurando una collaborazione sinergica, grazie alla quale, dopo le dovute verifiche documentali, si è realizzato un data-base informatizzato comune ad ambedue gli enti, facilmente consultabile sul sito del Bundesamt für Eich- und Vermessungswesen, (BEV), (www.bev.gv.at), in cui sono disponibili i registri catastali. Da questi si deduce lo stato di fatto delle singole particelle, grazie anche alla precisissima rappresentazione cartografica, e la situazione giuridica grazie al Libro Maestro con i documenti allegati. In mancanza di concordanza tra i dati del tavolare e del catasto, prevarrà quanto trascritto presso le Conservatorie dei registri e, qualora non si raggiunga un accordo tra i proprietari, il giudice nominerà un topografo regolarmente iscritto all’albo che, in qualità di pubblico ufficiale redigerà un preciso rilievo della situazione di fatto ed un atto valevole ai fini della trascrizione e dell’intavolazione. È interessante osservare come in Austria si siano istituiti appositi corsi di laurea per formare ingegneri topografi ed un albo cui quelli che presentano i dovuti requisiti in termini di titolo di studio ed esperienza devono iscriversi per esercitare la propria professione ed ottenere la carica di pubblici ufficiali nel dirimere le controversie in materia di linee di confine. Questi soggetti si occupano anche di aggiornare e conservare la cartografia catastale, e di sovrintendere alla produzione di ortofoto. Anche i dati archiviati presso le conservatorie vengono controllati, rivisti ed, eventualmente, migliorati, con la stessa periodicità e con l’ausilio, appunto, delle informazioni ottenute sul campo. Un esempio nazionale Per Italia, l’Università di Udine (Crosilla 2009) propone di seguire l’esempio austriaco, ovvero l’introduzione di un catasto a probatorietà indiretta e la

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FOCUS

Processo catastale - tavolare adottato dal catasto austriaco che gode della piena efficacia probatoria.

realizzazione di una cartografia probatoria. Per ora, tuttavia, si può disquisire solamente dell’esperienza della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige in cui si ha la coesistenza dei suddetti sistemi di pubblicità immobiliare per tutto il territorio regionale. Presso tale amministrazione la gestione del catasto e del tavolare è stata regionalizzata sin dall’entrata in vigore delle norme attuative dello statuto speciale, negli anni Settanta. Questo ha reso possibile la verifica dei dati contenuti nei registri dei due enti, ai fini di realizzarne la perfetta concordanza e complementarietà. Dal 1999 si è attuato un processo di informatizzazione di tali dati, ritenuto completo al 31 maggio 2008. Oggi il data-base comune è consultabile agevolmente tramite il portale Openkat, che rende disponibili una serie di visure multimediali e l’accatastamento on-line. L’intavolazione avviene ancora in forma cartacea, ma si vorrebbe lavorare ad una legge che permetta la sua informatizzazione. Ovviamente, di pari passo al cambio di supporto dei regi-

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stri, si è ricomposta la cartografia, però non le si è potuto conferire il requisito di probatorietà, nel rispetto dei dettami dell’articolo 950 del codice civile. Vantaggi di una cartografia probatoria In questo senso, una cartografia probatoria potrebbe conferire maggiore chiarezza alla conoscenza dello stato di fatto e dello stato di diritto di una particella, in quanto, spesso, è più facile comprendere una rappresentazione grafica che gli atti archiviati, contenenti spesso termini le cui reali sfumature sfuggono a coloro che sono alieni all’ambiente giuridico. Inoltre, con un semplice estratto di mappa si potrebbero dirimere le controversie in materia di regolazione dei confini, che, attualmente, richiedono l’ intervento di un giudice e notevoli spese a carico degli interessati. Si può certamente asserire che le stesse spese dovrebbero essere affrontate, ex ante, per regolarizzare la propria situazione proprietaria e che, allo stato attuale dei fatti, potrebbero

essere evitate coltivando buoni rapporti di vicinato. Tuttavia, visti i nuovi valori della moderna società sarebbe importante poter contare sulla certezza documentale per dimostrare la propria titolarità di un diritto. Pertanto, per quanto l’ordinamento giuridico nazionale vieti il conferimento del requisito di probatorietà alla mappa catastale, i vantaggi che si trarrebbero da questa operazione sarebbero notevoli e soprattutto darebbero luogo a risultati che, con una minima manutenzione, durerebbero per lunghissimo tempo. Inoltre, un grande contributo all’informatizzazione dei dati dei libri fondiari, che verrebbero creati ex novo a partire dai dati delle conservatorie dei registri, e alla realizzazione della nuova cartografia proverrebbe dall’utilizzo degli strumenti forniti dal sistema PREGEO, istituito con le circolari n. 215 del gennaio 1987, (riguardante l’istituzione dei punti fiduciali), e n. 226 del febbraio 1988, (introducente un sistema informatizzato delle misure topografiche catastali).

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FOCUS Il sistema Pregeo Il sistema Pregeo prevede che i rilievi dei professionisti siano riferiti ad una rete di punti fiduciali omogeneamente distribuiti sul territorio a una distanza, l’uno dall’altro, di qualche centinaio di metri. L’insieme delle specificità del sistema Pregeo ben si adattano alla proposta di un sistema probatorio indicata in questo lavoro. Per quanto riguarda la materializzazione di una rete topografica di riferimento precisa e affidabile, si potrebbe procedere con la ricomposizione della rete dei punti fiduciali, vincolando un numero limitato di essi ad uno specifico datum geodetico- cartografico grazie a una campagna di misure GPS. Ciò è proprio quello che si è fatto finora nella regione Friuli Venezia Giulia. Grazie ad un protocollo d’intesa fra l’Agenzia del Territorio e la regione Friuli Venezia Giulia, è stata rilevata una rete GPS, corrispondente al 10% dei punti fiduciali totali. Sono stati rilevati 3538 punti GPS suddivisi in tre lotti: lotto 1 Gorizia – Trieste, lotto 2 Udine, lotto 3 Pordenone. Grazie poi ad un affidamento di servizi dalla regione Friuli Venezia Giulia ad INSIEL SpA, con la collaborazione dell’Università di Udine, è stata eseguita la ricomposizione della rete dei punti fiduciali per un numero totale di punti ricomposti pari a quasi l’80% del totale (Beinat et al 2010). Le operazioni topografiche indicate precedentemente che garantiscono piena efficacia probatoria dei risul-

Schema della rete GPS comprendente il 10% dei punti fiduciali (fonte INSIEL S.p.A)

tati, potrebbero quindi appoggiarsi alla rete ricomposta dei punti fiduciali dell’Agenzia del Territorio. Ciò costituirebbe, fra l’altro, la definitiva e completa attuazione di quell’azione virtuosa intrapresa dall’Agenzia alla fine degli anni ’80, grazie alla lungimiranza di alcuni suoi dirigenti, che aspetta ancora di essere pienamente valorizzata, considerate le potenzialità innovative in essa contenute e le aspettative dell’opinione pubblica.

Riferimenti BEINAT A., CROSILLA F., SOSSAI E. 2005, “Un metodo particellare per l'aggiornamento progressivo della cartografia catastale”, Atti 9a Conferenza nazionale ASITA, Catania 15-18 novembre 2005. BEINAT A.,CROSILLA F., SOSSAI E., BASSO M., BATTAINO S., BERTOS S., FURLAN M., PIUZZO R., GHIDINI M., TOMMASONI L., 2010 “ L’aggiornamento e la ricomposizione della carta catastale per i SIT della Regione e degli enti locali del Friuli Venezia Giulia: metodologie e risultati”, Bollettino SIFET, N° 1, 2010 pp 9-26 CROSILLA F. 2009 “I catasti in Europa: verso una infrastruttura europea del dato spaziale per un mercato informativo dei beni immobili”, Bollettino SIFET, N° 4 2009 pp 9-23 EUROGEOGRAPHICS “Cadastre and Land Registration in Europe 2012” www. eurogeographics.org, pp 1-12 KAUFMANN J., STEUDLER D. 1998 “Catasto 2014: visione di un futuro sistema catastale”, FIG, pp 1-47

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Considerazioni finali Pertanto con il coinvolgimento di professionisti abilitati e dei cittadini si potrebbe risolvere l’annoso problema della “probatio diabolica” fornendo la certezza documentale necessaria a dare prova della situazione di fatto e di diritto della particella. Ovviamente, per quanto arduo possa essere, si dovrebbe operare l’abrogazione dell’ultimo comma dell’ articolo 950 del codice civile, conferendo alla cartografia rilevanza primaria nella risoluzione delle controversie in materia di regolazione dei confini. In tal modo si otterrebbe la realizzazione di un catasto a probatorietà indiretta in tutta Italia con tanto di mappa che coadiuvi nell’atto di stabilire lo stato di fatto e di diritto di fondi ed immobili.

Ringraziamenti Immagini per gentile concessione della SIFET, pubblicate nel Bollettino SIFET n.4/09.

Parole chiave Abstract Proposal for a probationary cadastral information system in italy The paper first synthetically describes the characteristics of the real estates deeds and titles registration systems, currently applied in Italy. Afterwards, the realization of a probationary cadastral information system, both for cartography and for the real estates registration, is proposed. Finally, the results of some first experiments, carried out in the Friuli Venezia Giulia region for the Pregeo System fiducial points network updating, are shown.

CATASTO, PROBATORIETA', PUBBLICITA' IMMOBILIARE, PREGEO.

Autori FABIO CROSILLA, VANESSA BRAIDA FABIO.CROSILLA@UNIUD.IT

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE E ARCHITETTURA - UNIVERSITÀ DI UDINE

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MERCATO Dal CISIS gli strumenti per la verifica e validazione dei GeoDatabase Topografici Non è solo una questione di terminologia l'incomprensione storica tra topografi e informatici o meglio tra restitutisti fotogrammetrici e informatici dei sistemi GIS. E' questo l'argomento principale che il CISIS (Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici) sta affrontando da molti anni congiuntamente al gruppo spatialDBgroup del Politecnico di Milano diretto dal Prof. Giuseppe Pelagatti. La richiesta di Database topografici come prodotto finale per gli appalti di produzione cartografica sta portando notevoli difficoltà nelle ditte italiane che sono spesso ancorate a sistemi tradizionali di produzione. Per questo il CISIS ha promosso un Seminario a Roma il 13 Ottobre scorso “Gli strumenti della metodologia GeoUML: le sperimentazioni e le possibili applicazioni per le validazioni dei dati” nel quale sono stati presentati i due fondamentali strumenti adatti alla creazione e verifica dei GeoDB: il GeoUML Catalogue e il GeoUML Validator, due software che saranno a breve resi disponibili alle amministrazioni e alle ditte per facilitare il lavoro di verifica della Congruenza Intrinseca del GeoDB. Hanno partecipato funzionari ed esperti di alcune Regioni che stanno collaborando nella fase di messa a punto del software e sono stati illustrati i risultati raggiunti alla data attuale. Congruenza Intrinseca diversa dalla Congruenza Reale, un importante chiarimento che si è avuto nella Tavola Rotonda finale del Seminario ove il Prof. Luciano Surace ha consigliato di variare la denominazione di Congruenza Reale, che in pratica dovrebbe verificare la congruenza del GeoDB al mondo reale, tenendo conto della accuratezza che pervade tutto il mondo topografico nell'acquisizione della misura. L'appuntamento con questo interessantissimo tema prosegue a breve nella sede del Congresso ASITA a Parma ove è previsto un Workshop di avanzamento con il seguente programma: “La gestione e l'aggiornamento del database topografico (DBT)” coordinato dal Prof. Franco Guzzetti, del Dipartimento BEST del Politecnico di Milano con i seguenti interventi: • Geo-Progetto: studio di procedure geomatiche per la definizione di un Modello Unico Digitale Cartografico (MUDIC), integrato nel Modello Unico Digitale per l’Edilizia (MUDE) e finalizzato all’aggiornamento cartografico • Strumenti per l’integrazione fra Database Topografico e informazioni catastali • Controllo qualità dei dati e interoperabilità in aggiornamento • La gestione e l'aggiornamento del DBT in relazione alle procedure tributarie in un Comune. (RC)

Il 16 novembre è il GIS day Anche quest’anno, come ogni anno migliaia di persone in tutto il mondo celebreranno il contributo che la tecnologia GIS sta portando in tutto il mondo. Questo anniversario globale è il GIS Day. Più di 80 paesi parteciperanno a eventi locali come convegni, seminari ed eventi tematici dedicati al GIS. Grande o piccolo che sia l’evento, ci sono molti modi per partecipare al GIS Day. Si ha la possibilità di organizzare il proprio personale GIS Day all’interno della propria scuola, nelle Associazioni, Enti, Aziende e Università. Il GIS Day è l'occasione perfetta per mostrare il lavoro fatto fornendo un forum per insegnare agli altri la tecnologia GIS ed il significativo contributo che questa sta producendo nella loro vita e nelle comunità ogni giorno. Il GIS Day è un’ opportunità per condividere la passione per il mondo GIS con la comunità permettendo ad altri di vedere e sperimentare in prima persona il mondo della conoscenza del territorio. Come di consueto Esri Italia organizza, insieme ai suoi Business Partner, una serie di eventi sul territorio nazionale e invita tutti gli interessati a collaborare realizzando presso le proprie sedi Workshop, Seminari, Open House e altre iniziative promozionali dedicate alla cultura geografica e al GIS. (Fonte: Esri Italia)

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MERCATO 15a Conferenza Nazionale ASITA L’appuntamento annuale di ASITA è quest’anno a Colorno, in provincia di Parma, dal 15 al 18 novembre. Nell’anno in cui ricorre il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, anche ASITA celebra i suoi “luoghi della memoria”: nella provincia che diede i natali al grande Italiano Giuseppe Verdi, la prestigiosa Reggia di Colorno ospiterà la Conferenza nazionale, negli stessi luoghi dove la Federazione nacque - sedici anni orsono - per lungimirante e determinata volontà di alcuni uomini di scienza e di un imprenditore di successo. Da Colorno ASITA ripropone la sfida per condividere lo slancio culturale, tecnico e scientifico che porti anche il nostro settore fuori dalla pervasiva crisi economica globale. Ambiente, Territorio e Informazione Geografica sono le parole chiave della crescita e dello sviluppo. La prossima edizione sarà caratterizzata da un format innovativo, moderno e dinamico che, senza modificare le consuete valenze e finalità dell’evento, darà risposte adeguate alle crescenti richieste di dialogo e confronto. La nuova e arricchita lista di temi individuati quest’anno dal Consiglio Scientifico sottolinea quanto l’Informazione Geografica rivesta un ruolo di infrastruttura abilitante per tanti settori di intervento pubblico, dall’efficienza energetica alla mobilità, dal monitoraggio ambientale alla comunicazione con i cittadini e alla promozione turistica e quanto le tecnologie geomatiche possano contribuire alla realizzazione di servizi innovativi a partire dal primo livello di governo costituito dai Comuni italiani. Tra gli stand della più completa esposizione tecnico-commerciale di processi e prodotti per l’informazione geografica mai organizzata in Italia, attraverso sessioni speciali, workshop e sessioni “diffuse”, scientificamente e logisticamente correlate con le tecnologie in mostra, scienziati e neofiti, docenti e studenti, tecnici e operatori, aziende di produzione e di servizi troveranno spazi e momenti di crescita culturale, di opportunità comunicative, di scambio di esperienze, di domande e di risposte. I cultori delle scienze legate alle informazioni ambientali e territoriali, i produttori e gli utenti, pubblici e privati, potranno cogliere a Colorno l’occasione di una visione aggiornata dell’universo dell’Informazione Geografica e delle sue articolazioni, dalla Topografia alla Cartografia, dalla Fotogrammetria al Telerilevamento, dai Sistemi Informativi Geografici e Territoriali alle Infrastrutture di dati spaziali, dalla Geodesia alle Geotecnologie, dalla Geografia all’Urbanistica. I temi della Conferenza investono tutti gli aspetti legati alla conoscenza del territorio, nel quadro delle prospettive europee delle Informazioni Geografiche delineate dalla Direttiva INSPIRE, dell’Agenda Digitale Europea 2020, delle iniziative legate alle “Città intelligenti” e della crescente diffusione delle tecniche di osservazione dallo spazio come aspetto positivo della globalizzazione delle conoscenze. L’opportunità di integrazione, di confronto e di proiezione internazionale che la Conferenza offre, anche attraverso speciali eventi culturali e momenti di aggregazione tra i partecipanti, è il migliore stimolo per accrescere la consapevolezza che le informazioni ambientali e territoriali sono il nodo centrale di ogni politica pubblica. Per garantire sostenibilità allo sviluppo è necessaria una costante sinergia tra istituzioni, responsabili della formazione, produttori e utenti: la Conferenza ASITA costituisce il momento naturale di incontro tra questi mondi e la risposta alle domande di conoscenza scientifica efficace. Nella giornata inaugurale della Conferenza saranno proclamati i vincitori del premio nazionale “Licinio Ferretti” e dei premi delle Associazioni federate: ricerca e formazione sono la leva fondamentale per la crescita dell’economia e per garantire sviluppo e futuro al sistema Italia! Luciano Surace Presidente ASITA (Testo dalla presentazione del Presidente. Per maggiori informazioni www.asita.it)

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MERCATO Menci presenta ZSCAN EVO Pur basandosi sui principi del predecessore ZScan, ZScan Evo ne rappresenta a tutti gli effetti l’evoluzione, sganciandosi dall’utilizzo della barra di precisione e consentendo la creazione di modelli 3D completi, senza bisogno di moduli software aggiuntivi per il rimontaggio automatico. Zscan Evo è infatti una soluzione innovativa per la modellazione 3D che, attraverso processi completamente automatici, consente di creare nuvole di punti a partire da semplici blocchi di immagini. I modelli 3D ottenuti si prestano a tutte le elaborazioni più comuni in campo fotogrammetrico: DEM, Ortofoto, Ortomosaici, Profili, Curve di livello, Georeferenziazione ecc. Numerosi sono i settori applicativi, primi tra tutti l’Archeologia, l’Architettura e i Beni Culturali. Il kit operativo comprende: una fotocamera digitale calibrata (presso i laboratori Menci Software), un tablet, un cavo usb con prolunga e un’asta topografica con testa tilt regolabile. Il pacchetto software prevede l’utilizzo delle seguenti soluzioni: • EVO CAPTURE: è un software da utilizzare sul campo associato al tablet. Consente di visualizzare il live view della fotocamera e di memorizzare una serie di scatti a blocco, verificando in tempo reale i requisiti minimi per l’utilizzo delle immagini acquisite. • EVO CHECK: software installato sul notebook o PC da campo, da utilizzare per la verifica preliminare della nuvola di punti ottenuta. Garantisce in tempi rapidi il corretto legame delle immagini catturate prima di lasciare la zona di rilievo. • UMAP: è il software per il processamento e la ricostruzione di nuvole di punti RGB a densità parametrizzabile. uMap consente la visione complessiva dei modelli 3D reciprocamente orientati. Per ogni modello viene prodotta una texture RGB ad alta definizione. • AFTERWORK: software di post produzione, che rielabora e semplifica (dove possibile) i modelli 3D prodotti da uMap. AfterWork è in grado di riconoscere ed eliminare automaticamente le zone di sovrapposizione tra i modelli, rendendo omogenee e bilanciate le texture. Con AfterWork è possibile esportare il risultato in un unico modello 3D comprensivo di texture RGB, redistribuibile insieme a visualizzatori open source. (Fonte: Menci Software)

Licenza aggiornata per i dati geografici liberi del Comune di Pavia E' stata rilasciata la traduzione italiana del manuale del software open source QuantumGIS (http:// www.qgis.org/en/documentation/manuals.html). Realizzata grazie all'impegno di molti volontari, nel classico spirito che caratterizza gli open source e gli open data, è stata finalizzata anche grazie ad un finanziamento di gruppi open italiani. Il manuale è disponibile a questo link: http://download.osgeo.org/qgis/doc/manual/qgis-1.7.0_user_guide_it.pdf Quantum GIS (QGIS) è un Sistema Informativo Geografico a codice aperto (Open Source). Il progetto è nato nel maggio 2002 ed è stato ospitato su SourceForge nel giugno dello stesso anno. Si è lavorato duramente per rendere il software GIS (che è tradizionalmente un software proprietario e costoso) una valida prospettiva per chiunque avesse disponibilità di un Personal Computer. QGIS gira attualmente su molte piattaforme Unix (incluso ovviamente Linux!), su Windows, e OS X. QGIS è sviluppato in Qt (http://qt.nokia.com)e C++. Ciò rende QGIS reattivo e piacevole all’uso grazie all’interfaccia grafica (graphical user interface, GUI) semplice da usare. QGIS si prefigge lo scopo di essere un GIS facile da usare, in grado di fornire funzioni e caratteristiche di uso comune. Inizialmente pensato come semplice visualizzatore di dati GIS, attualmente QGIS ha raggiunto uno stato di maturità tale da essere utilizzato da sempre più persone per il loro lavoro quotidiano in campo GIS. QGIS supporta nativamente un considerevole numero di formati raster e vettoriali: il supporto a nuovi formati dati è assicurato dall’uso di opportuni plugin. QGIS è rilasciato con licenza GNU General Public License (GPL). Lo sviluppo di QGIS con questa licenza vi permette di esaminarne e modificarne il codice sorgente e vi garantisce l’accesso ad un programma GIS esente da costi di licenza e liberamente modificabile. (Fonte: GFOSS.IT)

La Provincia di La Spezia introduce il Portale dell'Informazione geografica provinciale La Provincia di La Spezia ha introdotto il Portale dell'Informazione geografica provinciale, per raccogliere il complesso delle risorse messe a disposizione della comunità web del S.I.T.I. provinciale (intranet-extranet-internet), che prevede specifiche sezioni, facilmente accessibili e liberamente disponibili, dedicate al supporto e all'autoformazione degli Utenti (http://siti. provincia.sp.it). A corredo di un globale rinnovamento dei sistemi informativi provincialib verrà introdotto anche il SitiSET - Sistema cooperativo per l’integrazione dei dati amministrativi a titolarità comunale in materia di demografia ed attività produttive (http://sitiset.provincia.sp.it). Tra le novità di rilievo per l'informazione geografica anche il Geomonitor, un sistema geografico di monitoraggio degli indicatori ambientali della Provincia della Spezia che consentirà a cittadini ed associazioni di accedere alle informazioni derivanti dal sistema di monitoraggio degli impatti ambientali in materia di rifiuti, sostenibilità ambientale e carico ambientale derivante dai flussi turistici (http://geomonitor.provincia.sp.it). Lo sviluppo dell’informatizzazione provinciale vede anche servizi per la sentieristica con: i servizi Web-GIS, utilizzabili ai fini di protezione civile, vigilanza e controllo, escursionismo, fruizione turistica, promozione e pianificazione del territorio (http://sentieristica.provincia.sp.it) (Fonte: www.cittadellaspezia.com)

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MERCATO

Il Quarto Gfoss Day a Foggia 24 e 25 novembre Due giorni concreti per conoscere il software geografico libero, i dati aperti e i vantaggi per la Pubblica Amministrazione. Il 24 e 25 Novembre l'Università degli Studi di Foggia ospiterà la quarta conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi organizzata dall’associazione italiana per l’informazione geografica libera GFOSS.it. Dopo gli appuntamenti di Pontedera, Bolzano e Foligno, GFOSS.it, l’associazione per l’informazione geografica libera, organizza a Foggia la sua quarta conferenza in collaborazione con l'Università degli Studi e la Provincia di Foggia. La conferenza intende illustrare lo stato dell’arte dei programmi GIS Open Source e della condivisione dei dati geografici in Italia, analizzando i progetti e le applicazioni di pubbliche amministrazioni e aziende.. Il tema degli Open Data in quest’ultimo anno è stato al centro di molte iniziative e anche GFOSS.it ha svolto una ampia riflessione sulle licenze libere adatte ai dati geografici. “Dopo molti convegni sugli open data che spesso finiscono in tante parole adesso abbiamo l’occasione di fare qualcosa di pratico” - dice Maurizio Napolitano socio di GFOSS.it e membro di Open Knowledge Foundation - “mostrare effettivamente a cosa servono questi fantomatici open data e quali vantaggi può concretamente trarne la pubblica amministrazione.” La scelta di Foggia come sede è stata guidata anche dalla volontà di confrontarsi con la Realtà pugliese, dove la Giunta Regionale ha presentato a luglio un disegno di legge su “software libero, accessibilità di dati e documenti e hardware documentato”. Il presidente Vendola ha avuto modo di incontrare Richard Stallman, fondatore della Free software foundation, nel dicembre 2010 e già allora aveva annunciato un provvedimento sul tema. “La proposta di legge della Giunta Regionale è molto interessante” - afferma Marco Ciurcina, esperto di diritto digitale, socio di GFOSS.it e Assoli - speriamo venga ancora migliorata con il dibattito in Consiglio Regionale. Per questo è molto importante che chi ha cuore il software libero, i dati aperti e le libertà digitali aiuti i Consiglieri Regionali Pugliesi a decidere per il meglio”. Nella prima giornata sarà possibile apprendere l’utilizzo di software GIS e WebGIS guidati da esperti di fama nazionale ed internazionale. Particolare attenzione verrà dedicata alle applicazioni utilizzabili nel rilievo e classificazione degli scavi archeologici. Inoltre ci sarà un ambito di discussione apposito per funzionari della Pubblica Amministrazione che si trovano a fare i conti con la distribuzione dei dati geografici, in ossequio all’articolo 52 del CAD. La seconda giornata vedrà invece un dibattito sui dati aperti e sul software libero nella pubblica amministrazione, alla luce della proposta di legge regionale in materia della Regione Puglia: ci sarà modo di confrontare i diversi ordinamenti regionali e presentare esperienze concrete di pubblicazione dei dati con licenze aperte. Al pomeriggio la consueta presentazione di studi e lavori geografici realizzati con tecnologie open source. Durante la conferenza sono previste sessioni tematiche ed eventi paralleli a carattere applicativo, divulgativo, di sviluppo e di discussione. La call for abstract è disponibile sul sito di GFOSS.it, presto il programma definitivo. L'evento sarà aperto e gratuito per tutti i partecipanti.

La Regione Umbria rilascia cartografia online per impianti di energia elettrica da fonti rinnovabili

E' stata rilasciata la traduzione italiana del manuale del software open source QuantumGIS (http://www.qgis.org/en/documentation/manuals. html). Realizzata grazie all'impegno di molti volontari, nel classico spirito che caratterizza gli open source e gli open data, è stata finalizzata anche grazie ad un finanziamento di gruppi open italiani. Il manuale è disponibile a questo link: http://download.osgeo.org/qgis/doc/manual/qgis-1.7.0_user_guide_it.pdf Quantum GIS (QGIS) è un Sistema Informativo Geografico a codice aperto (Open Source). Il progetto è nato nel maggio 2002 ed è stato ospitato su SourceForge nel giugno dello stesso anno. Si è lavorato duramente per rendere il software GIS (che è tradizionalmente un software proprietario e costoso) una valida prospettiva per chiunque avesse disponibilità di un Personal Computer. QGIS gira attualmente su molte piattaforme Unix (incluso ovviamente Linux!), su Windows, e OS X. QGIS è sviluppato in Qt (http://qt.nokia.com)e C++. Ciò rende QGIS reattivo e piacevole all’uso grazie all’interfaccia grafica (graphical user interface, GUI) semplice da usare. QGIS si prefigge lo scopo di essere un GIS facile da usare, in grado di fornire funzioni e caratteristiche di uso comune. Inizialmente pensato come semplice visualizzatore di dati GIS, attualmente QGIS ha raggiunto uno stato di maturità tale da essere utilizzato da sempre più persone per il loro lavoro quotidiano in campo GIS. QGIS supporta nativamente un considerevole numero di formati raster e vettoriali: il supporto a nuovi formati dati è assicurato dall’uso di opportuni plugin. QGIS è rilasciato con licenza GNU General Public License (GPL). Lo sviluppo di QGIS con questa licenza vi permette di esaminarne e modificarne il codice sorgente e vi garantisce l’accesso ad un programma GIS esente da costi di licenza e liberamente modificabile.

Rilasciata on line la cartografia per facilitare l’individuazione delle aree non idonee all'istallazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Animata dall'esigenza di aiutare cittadini e imprese a investire in maniera sicura in un settore in rapida crescita la Regione Umbria lancia online le cartografie per le aree non idonee alle installazioni. L'iniziativa è stata illustrata venerdì scorso a Perugia dall'assessore regionale all'Ambiente, Silvano Rometti, ai rappresentanti di enti locali, operatori e ai cittadini. Il progetto delle mappe prende le mosse dal regolamento sulla 'Disciplina regionale per l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili', approvato di recente, frutto di “un confronto serrato con tutti i soggetti interessati”, ha spiegato Rometti. La disciplina regionale individua le “aree non idonee” in ragione dei “diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati, stabilendo specifici vincoli per gli ambiti del territorio umbro di notevole pregio, volti quindi ad escludere o limitare la realizzazione di nuovi impianti, avendo cura, in ogni caso, di attenuare l'impatto negativo degli interventi ammessi”, ha ricordato l’assessore. “In questo contesto – ha precisato - la cartografia offre una ricognizione per l'individuazione territoriale delle aree non idonee su scala regionale. Si tratta di uno strumento che faciliterà il lavoro degli enti locali (chiamati anch'essi a delimitare i territori vietati agli impianti, ndr) e degli operatori e che - ha concluso Rometti - risulterà utile ai cittadini che vogliono investire in questo settore dinamico, ma ancora 'giovane', dell'economia”. La cartografia regionale è pubblicata all'indirizzo www.umbriageo. regione.umbria.it. Nella localizzazione puntuale degli impianti sarà tuttavia necessario effettuare approfondimenti negli strumenti urbanistici a scala comunale. “In questo contesto – ha precisato - la cartografia offre una ricognizione per l'individuazione territoriale delle aree non idonee su scala regionale. Si tratta di uno strumento che faciliterà il lavoro degli enti locali (chiamati anch'essi a delimitare i territori vietati agli impianti, ndr) e degli operatori e che - ha concluso Rometti - risulterà utile ai cittadini che vogliono investire in questo settore dinamico, ma ancora 'giovane', dell'economia”. La cartografia regionale è pubblicata all'indirizzo www.umbriageo. regione.umbria.it. Nella localizzazione puntuale degli impianti sarà tuttavia necessario effettuare approfondimenti negli strumenti urbanistici a scala comunale. I Comuni sono infatti tenuti a indicare nel dettaglio aree di loro specifico interesse, sulla base delle disposizioni normative regionali.

(Fonte: GFOSS.IT)

(Fonte: www.zeroemission.tv)

(Fonte GFOSS.IT)

Rilasciato il manuale di QuantumGIS in italiano

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MERCATO Rilasciato il nuovo portale cartografico della Provincia di Lecco

Da esri un manuale sui GIS e i modelli idraulici

Rilasciato il nuovo portale cartografico della Provincia di Lecco disponibile all'indirizzo: www.cartografia.provincia.lecco.it Cittadini, professionisti e tutti i soggetti interessati possono accedere al prezioso patrimonio di mappe e dati informatizzati che la Provincia di Lecco ha raccolto ed elaborato in collaborazione con Comuni e Regione Lombardia e che rappresentano la base per la conoscenza del territorio e l’attività di pianificazione. Il sito rende disponibili on line le basi geografiche di riferimento più comunemente utilizzate (cartografia tecnica, foto aeree) e diverse basi informative tematiche (uso del suolo, pianificazione territoriale, infrastrutture, ambiente e paesaggio). I servizi offerti includono un visualizzatore di informazioni geografiche che consente la composizione di mappe sovrapponendo differenti livelli informativi; un catalogo dei dati e dei servizi geografici; un servizio di download per scaricare gratuitamente alcune banche dati. Il sito web è l’esito dell'applicazione della Legge Regionale 12/2005, la legge quadro in materia di pianificazione territoriale, che ha radicalmente innovato l’approccio in tema di programmazione, pianificazione e gestione del territorio e introdotto nuovi strumenti per favorire una visione più dinamica di questa attività strategica, per renderla più coerente all’evoluzione di una comunità locale e dei suoi bisogni. Nell’attuazione concreta di questo quadro normativo la Provincia di Lecco si è dotata del Sistema Informativo Territoriale (S.I.T.) provinciale, gestito direttamente dal Servizio Pianificazione Territoriale, e ha realizzato, in collaborazione con Regione Lombardia, Comuni e Politecnico di Milano, il Database Topografico, l’innovativa cartografia tecnica in formato digitale, che costituisce il riferimento geografico per i sistemi informativi territoriali destinato a sostituire le vecchie mappe.

Scritto da professionisti del settore dell'ingegneria idraulica, della modellazione idraulica e dei GIS propone misure necessarie per integrare efficacemente modelli idraulici con un GIS. L'integrazione ben progettata di un modello idraulico con un GIS consente un accesso immediato ai dati mission-critical per i professionisti delle reti di distribuzione dell'acqua o delle acque reflue. Di conseguenza, l'analisi del rischio di guasti, le riparazioni e le sostituzioni, la valutazione della capacità, il miglioramento della pianificazione del capitale, e numerose altre applicazioni relative alla gestione degli acquedotti possono essere trattate in modo più efficiente ed efficace. I passi citati nel testo per una buona integrazione sono i seguenti: • Stabilire una visione comune, compresa la progettazione dei dati, tra le parti interessate. • Sviluppare una metodologia standard per l'assegnazione di ID univoci per tutte le attività. • Riconciliare i dati GIS per ottenere un set di dati adatti per la modellazione idraulica. • Definire le regole di topologia per assicurare l'integrità del database. • Migrare le caratteristiche e gli attributi del modello idraulico nel GIS. Autore del testo Hydraulic Modeling and GIS è Lori Armstrong, manager ESRI mondiale per il settore delle reti idraukliche e delle acque reflue, scritto in collaborazione con l'American Water Works Association, Water Environment Federation, e International Water Association. Il libro è consigliato per i professionisti dell'idraulica, tra cui ingegneri, manager, manager dei dati e modellisti, tecnici e consulenti del settore. Hidraulic Modeling and GIS (ISBN: 978-1-58948-301-9, 82 pagine, US $ 11,95) è disponibile presso i rivenditori Esri online in tutto il mondo, visitare esri.com/esripressorders. Per ulteriori informazioni sulle soluzioni GIS di ESRI per reti idrauliche, visita esri.com/water-wastewater.

(Fonte: lecconotizie.com)

(Fonte: Esri)

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INTERVISTA

Intervista a Bruno Ratti presidente e fondatore di Esri Italia Sull'onda del motto "Intelligenza del Territorio" che, a livello mondiale, equivale al motto della Esri "Understanding Our World", il fondatore di Esri Italia ci porta la sua visione attraverso una intervista che la nostra redazione ha avuto l’occasione di effettuare in un momento di grandi evoluzioni nel settore.

EOmedia: Negli ultimi anni la tecnologia geospaziale si è veramente sviluppata velocemente aprendo a nuove opportunità, a nuove applicazioni ed a nuovi modi di usare l’informazione territoriale. Esri Italia come si posiziona nella società della conoscenza, caratterizzata dalla condivisione e dal riuso?

G

cazione all’interno della Società. Il pensiero spazialmente integrato introduce un approccio del tutto nuovo per la risoluzione dei problemi, creando una grande consapevolezza collaborativa all’interno di una comprensione geografica collettiva che noi definiamo come Geoknowledge. Elementi emergenti di questa rivoluzione geospaziale sono:

Bruno Ratti: Oggi ci muoviamo da una società industriale ad una società basata sulla conoscenza dove la nostra capacità di azione sostenuta da infrastrutture fisiche viene arricchita dalla disponibilità di infrastrutture cognitive. In questo nuovo contesto il sapere territoriale costituisce una componente fondamentale del sistema di conoscenza. Esri Italia convive da sempre con questa realtà: il suo motto Intelligenza del Territorio che, a livello mondiale, equivale al motto della Esri, Understanding Our World, racchiude interamente la consapevolezza che la conoscenza del territorio rappresenta la nostra migliore opportunità di capire il mondo attorno a noi. Questa cognizione è determinante per l’azione umana, non solo nelle aziende e nelle amministrazioni, ma anche nelle collaborazioni fra istituzioni, comunità, individui finalizzate alla creazione di un pianeta sostenibile. La conoscenza geografica sta già cambiando il modo in cui mentalizziamo il nostro mondo. E sta anche cambiando il nostro modo di ragionare, sia negli ambienti professionali sia nella Società, introducendo un pensiero d’integrazione geospaziale e permettendo alle persone di visualizzare e di pensare più facilmente alle cause/ effetto nei fenomeni territoriali.

• Lo sviluppo di un networking sempre più potente che porta all’affermazione del cloud. • La crescita delle informazioni geografiche, dovuta al potenziamento delle strumentazioni di misura in loco od in remoto. • L’arricchimento dei software GIS. • La valorizzazione delle Scienze della Terra nei processi decisionali. • L’affermazione della politica di Open Data. • Lo sviluppo del settore del Web che fornisce nuovi modi per rendere la conoscenza territoriale accessibile ad un pubblico “non GIS”, consentendo a chiunque di contribuire ai contenuti dei database geospaziali.

G.: La conoscenza geospaziale sta diventando sempre più pervasiva. Quali elementi guidano questa rivoluzione? B. R.: Le forze che stanno convergendo nel creare una conoscenza geospaziale pervasiva stanno anche cambiando il nostro metodo di organizzazione e comuni-

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G: Come si colloca Esri Italia nell’ambito delle tecnologie convergenti in tutti i segmenti dell’industria geospaziale, incluso i GIS, i GNSS, il processamento di immagini, hardware di posizionamento e così via? B. R.: Il tema della Convergenza mi ha sempre affascinato. Guardando la mia vita professionale ricordo che sono arrivato al GIS partendo dal Remote Sensing. Per il presidio del mercato della Convergenza ho creato da qualche anno una società ad hoc, denominata Galileian Plus. Esri Italia e Galileian Plus, entrambe controllate dalla nostra holding di settore (GKH-Geospatial Knowledge Holding), operano in maniera sinergica per servire il mercato dei prodotti/servizi per la conoscenza Geospaziale.

La mission di Esri Italia è nota nel nostro settore, qui desidero dare alcuni brevi cenni riguardo la Galileian Plus. Galileian Plus è in grado di generare soluzioni tecnologiche ad alto valore aggiunto e di facile utilizzo operativo per la conoscenza ed il monitoraggio dei rischi naturali (sismico, vulcanico e geologico), il supporto alle decisioni per la pianificazione logistica, il monitoraggio dei fenomeni antropici sul territorio (trasporti, logistica, urbanizzazione) e le indagini gravimetriche nel settore energetico. G: Esri Italia crea conoscenza attraverso l’analisi. L’esplosione delle web-map ha fatto male? B.R: No. Anzi, ha creato a tutti i livelli la consapevolezza dell’importanza delle variabili territoriali non solo nella vita professionale, ma anche nella vita ordinaria di tutti i giorni. Da un punto di vista egoistico questa consapevolezza mi ha semplificato la risposta a quanti mi chiedono che mestiere faccio. La mia risposta è: “Hai presente le web-map? Bene noi lavoriamo in questo settore dotando le mappe di intelligenza”. Le mappe intelligenti diventano così strumento di comunicazione capace di favorire la condivisione ed il riuso della conoscenza. Possiamo dire che attraverso le web-map intelligenti la conoscenza geografica entra a pieno titolo nei servizi essenziali che innervano la nostra società. Questo è un processo che abbiamo visto sempre realizzarsi negli ultimi decenni. Quando la tecnologia è così universalmente accettata, le persone diventano altamente dipendenti da questa. “Se ti fosse tolta l’elettricità per una settimana, come impatterebbe sulla tua vita?” “Se tutte le strade pubbliche e le autostrade fossero chiuse per un mese, come riusciresti a cavartela?” Nel prossimo futuro, potremmo aggiungere la domanda, “Quale sarebbe l’impatto sulla tua vita se non avessi più l’accesso alla conoscenza geografica?”

A cura della Redazione GEOmedia n°4-2011


Insieme per l’intelligenza del territorio

www.esriitalia.it


REPORTS

Innovazione tecnologica e sinergie tra soluzioni geospaziali

Lo "scenario Intergraph" di Andrea Fiduccia

Negli ultimi anni abbiamo potuto assistere all’espansione delle tecnologie per l’Informazione Geografica dall’originale ambito della cartografia numerica per la conoscenza del territorio (automated mapping) o per la gestione delle infrastrutture e delle reti tecnologiche (facility management) verso un dominio più ampio denominato "geospatial".

U

n osservatorio privilegiato per valutare l’ampliamento del campo di interesse della GI è l’Open Geospatial Consortium. Infatti, accanto ai gruppi di lavoro sulle tematiche GIS “tradizionali” (interoperabilità, metadati, Service Oriented Architecture) sono fiorite iniziative su tematiche innovative (ad es. la standardizzazione dei flussi di dati di sensori eterogenei attraverso i web service in un contesto geografico, creazione di quadri situazionali per sale operative, interoperabilià per problematiche di protezione civile). Un altro importante punto di osservazione e verifica di questa dinamica sono i provider di tecnologia. Da oltre 40 anni Intergraph realizza soluzioni tecnologiche a standard industriale innovative ed integrate per la gestione di tutto il ciclo di vita delle informazioni geografiche. Tali tecnologie costituiscono un riferimento a livello mondiale in termini di efficienza ed affidabilità:

• La piattaforma GeoMedia offre gli ambienti di produzio-

di sicurezza per la protezione delle Infrastrutture Critiche (offrendo in architetture web con terminali mobili). Dopo l’acquisizione di Intergraph da parte di Hexagon AB, poi, si aprono nuovi scenari. Nel Gruppo Hexagon, infatti, sono comprese Intergraph, Leica Geosystems ed ERDAS. In questo primo articolo evidenzieremo le innovazioni nell’offerta Intergraph rimandando ad un successivo approfondimento per l’analisi delle evoluzioni in sinergia tra le tecnologie Intergraph, Leica Geosystems ed ERDAS. MVE – Motion Video Exploitation La tecnologia GIS GeoMedia di Intergraph, il client geografico universale, è nata per supportare l’ dei dell’intelligence militare. Negli anni più recenti i droni, gli UAV di varie dimensioni, si sono affermati quali protagonisti della ricognizione in “aree calde”. Lo streaming dei dati video ripresi delle camere aviotrasportate degli UAV viene analizzato near real-time in un ambiente costituito – sempli-

ne, integrazione, consultazione ed analisi dei dati geografici/cartografici di riferimento e le tecnologie di condivisione degli stessi basate su web services (Spatial Data Infrastructures). • La famiglia software G/Technology per le reti tecnologiche (acquedotti, fognature, reti elettriche e di telecomunicazioni) supporta pienamente la gestione degli asset da parte di una pluralità di centri territoriali connessi in rete e le squadre di manutenzione dotate di terminali mobili. • Le soluzioni I/CAD (Computer Aided Dispatch), I/Security Framework, I/Planning & Response for Emergency Operation Centres e Intergraph Incident and Resource Management System (I2RMS) consentono di realizzare Sale Controllo per la Gestione delle Emergenze e dei Grandi Eventi ed i sistemi Figura 1 - Intergraph Motion Video Exploitation Solution.

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REPORTS ficando - da un videoregistratore digitale con un monitor di alte prestazioni. Poichè la camera aviotrasportata cambia spesso livello di zoom, il fotointerprete ha problemi nel contestualizzare l’immagine. MVE è la risposta a questa problematica. I frame dello streaming dello UAV contengono un metadato di telemetria con informazioni tali da consentirne la corretta georeferenziazione: MVE presenta un ambiente nel quale le immagini visualizzate in una finestra dedicata sono sincrone con un ambiente GIS nel quale le stesse immagini sono visualizzate georiferite e, quindi, fuse con tutto il contesto cartografico (Figura 1). Nella finestra di analisi delle immagini Figura 2 - Intergraph GeoMedia 3D. sono disponibili tools di derivati dalle tecnologie per l’analisi forense. I singoli frame possono essere identificati (), esportati e fusi creando vere GeoMedia SmartClient La ricchezza di opzioni e di funzionalità offerte dai software e proprie foto aeree ad altissima risoluzione. Questa tecnologia ha un elevatissimo potenziale di appli- Desktop o “” non è ancora raggiungibile con un approccio cazione anche nei segmenti della sicurezza e della gestione browser- based (applicazioni “”). Il , poi, non può lavorare delle emergenze: si pensi alla ricognizione post-evento in disconnesso dalla rete. Tra e , quello che realmente occorre caso di sisma o alluvione o in presenza di un ambiente le- è uno “”. tale o altamente pericoloso o alla sorveglianza di infrastrut- La tecnologia è un framework per realizzare applicazioni ture critiche estese sul territorio in ambienti climaticamente Web GIS con un client basato su Java che consente di supaggressivi ( nel deserto) o al monitoraggio ad elevata riso- portare funzionalità GIS avanzate (misure, data entry con snap tipo software CAD) e con un ambiente server – inteluzione temporale (traffico, inquinamento). grato con GeoMedia WebMap – ottimizzato per il a più livelli. GeoMedia 3D La navigazione virtuale dei dati geografici in un ambiente La tecnologia è Java e ciò rende GeoMedia SmartClient 3D è una modalità di fruizione indispensabile nei workflow una piattaforma supportata da tutti i sistemi operativi e pridi intelligence ma, ormai, molto richiesta ed apprezzata va di dipendenze da componenti di terze parti e non affetta da tutti gli utenti dei dati territoriali. GeoMedia 3D è un da problemi di versioni o compatibilità. Il prerequisito è la prodotto completamente integrato e aggiuntivo per la ver- presenza del framework SUN Java 2, ambiente ospite del sione desktop di GeoMedia che ne estende le funzionalità client. Le comunicazioni tra lo e l’sono interamente basate grazie ad una visualizzazione 3D ed un ambiente di analisi su mediante il protocollo SOAP. GeoMedia SmartClient è caratterizzato da un “intelligenintegrati con la tradizionale visualizzazione 2D (Figura 2). La capacità di capire e visualizzare lo spazio geografico tri- te” dei dati geografici vettoriali e/o raster. dimensionale permette più efficaci valutazioni del mondo È possibile settare una cache a livello server, a livello di LAN “reale” e, quindi, consente un migliore processo decisio- e a livello di client. Ciò vuol dire che i dati consultati, cioè nale. Esempi di applicazioni specifiche includono, tra le altre: 1) il miglioramento della valutazione del quadro situazionale per applicazioni militari e di sicurezza attraverso simulazioni 3D realistiche; 2) la valutazione delle interferenze sotterranee per i servizi pubblici; 3) la creazione di mappe “hotspot” per il supporto alle indagini delle forze dell’ordine e per l’analisi di altri dati statistici; 4) l’analisi del contesto di un’area di intervento per supportare gli operatori di una sala gestione emergenze; 5) l’acquisizione di dati relativi alla quota in visualizzazioni 3D realistiche per flussi di lavoro connessi alla fotogrammetria; 6) la valutazione dell’impatto ambientale di progetti di sviluppo dei trasporti e della pianificazione territoriale; e 7) la visualizzazione di un progetto civile o di impianti industriali nel suo contesto territoriale. Figura 3 - Intergraph GeoMedia 3D.

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REPORTS generati dal Map-Server, se richiesti una seconda volta, vengono forniti direttamente dalla cache incrementando la velocità di accesso ai dati e riducendo drasticamente i dati trasferiti tra server e client. L’aggiornamento della cache è un processo automatico settato a livello di consolle di amministrazione. Il caching “intelligente” consente anche di usare il client in modalità , cioè senza connessione con il server, garantendo il funzionamento anche in presenza di cadute di connettività. Un’ulteriore opzione che rende efficiente il meccanismo di è quello del : l’intero pubblicato è suddiviso, con coerenza spaziale rispetto alle che lo compongono, in elementi fisici secondo una griglia spaziale a maglia quadrata con il vantaggio di trasferire sulla rete solo i dati effettivamente visualizzati alla scala con la quale opera il client. Mediante i “Progetti” sono specificati – secondo una granularità a livello di utente o gruppi di utenti - i livelli cartografici e gli attributi che devono essere fruibili, nonchè tutti gli aspetti relativi all’interfaccia grafica del client, alla vestizione dei livelli cartografici e agli strumenti di analisi utilizzabili. Lo SmartClient è una componente strategica della nuova tecnologia , la tecnologia per l’erogazione di “avanzati” in contesti e . La prima release di EGF è già utilizzata per l’automazione, mediante , di flussi di produzione cartografica militare “speditiva” in contesti operativi (NGA – US DoD).

Abstract Technological innovation and synergies between geospatial solutions. The "Intergraph's scenario". Geospatial is much more than GIS. We can understand the evolution of Geographic Information considering some new working groups and OWS demonstrations of Open Geospatial Consortium: Sensor Web Enablement, Sensor Fusion Enablement, Feature & Decision Fusion, Aviation, Emergency and Disaster Management, etc. Another point of observation is to analyze some brand new products of a multinational enterprise committed to the innovation like Intergraph Corporation. Part of Hexagon AB, Intergraph, Leica Geosystems and ERDAS are working together to leverage joint strengths in geospatial innovation. Intergraph’s Motion Video Exploitation solution leverages full motion video, giving analysts the ability to collect, analyze, and maximize the value of video assets. GeoMedia 3D is a GeoMedia add-on product that extends the functionality of Intergraph’s geospatial solutions through an integrated 3D visualization and analysis environment. You can visualize, navigate, analyze, and interact with 3D data natively in GeoMedia. GeoMedia Smart Client delivers an enterprise geospatial platform engineered to support large numbers of users who are unable to operate full desktop products, but whose workflows need advanced geospatial functionality that cannot be supported by Web mapping tools. G/Technology Fiber Optic Works 1.0 streamlines the management of fiber optic infrastructure for utilities, municipalities, agencies and communications companies who are implementing a public or private fiber network. Fiber Optic Works is a complete, enterprise-scalable design and asset management system that allows users to efficiently manage the circuit complexity of a geospatially dispersed fiber optic communications network infrastructure, all in one integrated system.

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Figura 4 - Intergraph G/Technology Fiber Optic Works.

G/Technology Fiber Optic Works Intergraph Si tratta di un cioè un sistema per la progettazione e la gestione di reti tecnologiche “verticalizzato” per reti di telecomunicazioni a fibre ottiche. G/Technology Fiber Optic Works: • è un sistema GIS, CAD, Enterprise Asset Management System (EAM) e Workforce Management System integrabile con gli ERP; • è un sistema centralizzato con client desktop (Figura 4), web e mobili per poter essere il “connettivo” dei flussi informativi aziendali; • ottimizza ed integra la fase (e i dati) di progettazione con le fasi (e i dati) di costruzione, di gestione, customer care e manutenzione della rete con risparmio di risorse e bilanciamento dei flussi di lavoro; • fornisce un modello dati consistente (materializzato in un DB centralizzato) e strumenti allo stato dell’arte che permettono la condivisione tra i progettisti di regole di corretta progettazione (Figura 5) e di strumenti di calcolo; • fornisce strumenti di reportistica per il controllo di commessa (acquisti di materiali, stato di avanzamento lavori, subcontractors) e per le analisi di geomarketing.

Parole chiave GEOSPATIAL, GIS, RETI TECNOLOGICHE, INFORMAZIONE GEOGRAFICA.

Autore ANDREA FIDUCCIA PROJECT MANAGER SECURITY, GOVERNMENT & INFRASTRUCTURE INTERGRAPH ITALY LLC VIA SANTE BARGELLINI, 4 00157, ROMA – ITALY TEL: +39.06.43588889 ANDREA.FIDUCCIA@INTERGRAPH.COM

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Un sistema informatizzato

integrato altamente efficiente per la gestione di

acquedotto, depurazione

Dal 2003, Acqualatina si occupa della gestione del servizio integrato di acquedotto, depurazione e fognatura di 38 comuni del Lazio meridionale. Si tratta di una rete di tubi di 1500 Km e oltre 60 impianti di depurazione, oltre a più di 240 tra impianti di captazione, serbatoi, rilanci e partitori, e 1.800 km di rete acquedotto.

e fognatura

Grazie al software Autodesk Topobase, Acqualatina SpA ha implementato un modello infrastrutturale completo e interoperabile, per ottimizzare le decisioni aziendali, le richieste di assistenza e il supporto ai clienti. L’uso di un sistema GIS avanzato permette di passare da una gestione emergenziale a posteriori a una vera e propria gestione delle infrastrutture territoriali. case study di Autodesk – Acqualatina spa

Un’infrastruttura da gestire Nel 2003 Acqualatina, società mista con il 51% di capitale pubblico e il 49% di capitale privato, con un organico di circa 400 dipendenti e con un fatturato annuo che ammonta a circa 70 milioni di euro, prende in gestione il servizio integrato di acquedotto, depurazione e fognatura di 38 comuni del Lazio meridionale. L’azienda si occupa oggi della gestione di una rete di tubi di 1500 Km e oltre 60 impianti di depurazione, di cui 13 presenti solo sul territorio del Comune di Latina. Per quanto attiene alla produzione di acqua potabile, attualmente l’azienda gestisce oltre 240 tra impianti di captazione, serbatoi, rilanci e partitori, nonché 1.800 km di rete acquedotto.

Per gestire adeguatamente una rete di infrastrutture così ampia, Acqualatina ha deciso di implementare il software Autodesk Topobase per la gestione dei dati sul territorio e le reti.

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In seguito all’acquisizione di queste nuove infrastrutture, Acqualatina si è trovata di fronte alla necessità di produrre una mappatura dettagliata, insieme a un database completo di tutte le informazioni base necessarie: una quantità di dati estremamente elevata se si considera che il servizio offerto dalla società copre circa 3.000 km² di territorio. “All’epoca” – dichiara Stefano Giulioli, responsabile acquedotto di Acqualatina SpA - non esisteva nessun tipo di cartografia dell’infrastruttura affidataci, né tantomeno strumenti per gestirla: Acqualatina non disponeva di nessun tipo di informazione relativa a come questa infrastruttura si distribuisse fra i vari comuni o come fosse organizzata. Siamo partiti da zero”. Per questo motivo, in un primo tempo, la società ha avviato una gestione basata soprattutto su emergenze, guasti e problematiche di varia natura, ma ha successivamente deciso di compiere un significativo salto in avanti per passare a una gestione vera e propria delle infrastrutture, non più solo di tipo emergenziale. Un software integrato per la gestione Nel 2009, Acqualatina decide, infatti, di implementare il software Autodesk Topobase per la gestione dei dati sul territorio e le reti, in modo da rendere disponibili a tutti i soggetti coinvolti informazioni precise sulla posizione, lo stato delle risorse gestite e gli interventi effettuati per favorire una migliore efficienza operativa, sia all’interno che all’esterno dell’azienda. In particolare, condividere le informazioni con soggetti esterni, ad esempio con consulenti e tecnici di progettazione o GIS, si era rivelato piuttosto difficile, ma grazie all’ado-

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Il sistema GIS implementato da Acqualatina ha permesso di realizzare in tempo breve un sistema di gestione informatizzato completo della cartografia delle infrastrutture da coordinare.

Panoramica di una via cittadina che mostra tubi e condotti sotterranei.

zione di una soluzione tecnologica aperta e flessibile, progettata per facilitare la personalizzazione e l’integrazione con i software GIS, OMS ed ERP esistenti, Acqualatina ha potuto fornire una risposta efficace anche a questo tipo di problematiche. ”Era interessante per noi - dichiara Giulioli – disporre di uno strumento di gestione cartografica che si integrasse in maniera completa con gli altri strumenti al nostro interno per accorciare i tempi di formazione del personale e quindi l’implementazione complessiva”. Oggi Acqualatina può disporre di un modello infrastrutturale completo: l’integrazione delle informazioni CAD, GIS e dei clienti permette di comprendere più in fretta l’ubicazione degli interventi effettuati e lo stato delle risorse, fornendo al personale sul campo tutte le informazioni necessarie per rispondere alle richieste di intervento. La fase di implementazione Il sistema GIS implementato da Acqualatina è ancora in fase di sviluppo, ma il processo di implementazione sarà completato nel giro di pochi mesi. Il sistema sarà gradualmente sviluppato sino alla gestione controllata dei dati geografici e alfanumerici e il framework si articolerà e arricchirà progressivamente attraverso la progettazione e lo sviluppo di moduli e componenti integrate. L’introduzione del nuovo software ha già permesso di sperimentare alcuni significativi vantaggi. “Innanzitutto – spiega Giulioli - ci ha permesso in tempo molto breve di realizzare un sistema di gestione informatizzato completo della cartografia delle infrastrutture da coordinare. Il prossimo passo sarà la piena integrazione con gli altri sistemi informatici dell’azienda, in particolare con le applicazioni che si occupano della gestione della manutenzione delle apparecchiature o i software che sovrintendono all’anagrafica dei clienti”. Acqualatina ha inoltre in programma di implementare strumenti di analisi più approfonditi per acquedotto e fogna-

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ture per poter eseguire esami più accurati, ad esempio per poter riconoscere automaticamente i distretti presenti su una rete idrica e i punti di ingresso dell’acqua e i relativi misuratori di portata in modo da ricreare dei bilanci idrici automatici. Questi bilanci sono molto utili, in quanto permettono di monitorare il funzionamento di tutta la rete idrica nel tempo e quindi di essere immediatamente capaci di accorgersi di eventuali malfunzionamenti e intervenire di conseguenza, come nel caso di variazioni anomale dei consumi. “L’uso di un sistema GIS avanzato – aggiunge Giulioli - permette di passare da una gestione emergenziale a posteriori a una vera e propria gestione delle infrastrutture territoriali, il che significa poter mettere in atto un processo di manutenzione predittiva ottimizzando i costi gestionali, sia da un punto di vista dei costi operativi che degli investimenti futuri”.

Rendering di un paesaggio urbano che mostra la mappa tematica e l’analisi di lotti di terreno, reti di servizi e dati di costruzione. Da oggi Topobase Client si chiama AutoCAD Map 3D Enterprise. Questa nuova offerta unisce in un unico software i vantaggi di AutoCAD Map 3D e Autodesk Topobase Client.

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REPORTS Conoscere la posizione e lo stato delle risorse, inoltre, significa poter ottimizzare le decisioni aziendali, le richieste di assistenza e il supporto ai clienti. Giulioli aggiunge: “Stiamo anche riflettendo sulla possibilità di rendere queste informazioni accessibili dall’esterno dell’azienda; ad esempio, per la pianificazione territoriale dei comuni o per pianificare alcuni interventi, si potrebbe fornire un accesso via web al nostro database. Già oggi, per uso interno, siamo in grado di pubblicare le informazioni via web”. A implementazione completata, Acqualatina, prevedere di poter raggiungere una serie di notevoli vantaggi competitivi: • migliore capacità di pianificazione degli investimenti • maggior rapidità degli interventi in caso di emergenza • aumento della produttività nella progettazione anche di nuove opere • capacità di portare all’esterno informazioni importanti • ottimizzazione della gestione per ottenere una riduzione dei costi operativi.

Parole chiave

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Abstract An integrated computer system for highly efficient management of water supply, sewerage and sewage networks Acqualatina needed an integrated system for water purification, water supply and sewage disposal infrastructure management. Thanks to Autodesk Topobase the company is now able to manage data about ground and networks, and to share them with people working both inside and outside the company. This map management tool can also integrate with other tools used by the company, such as GIS, OMS and ER, as well as with information about customers. This advanced GIS system enables Acqualatina to manage its infrastructure properly, providing for itsr maintenance and optimization. The company is also planning to implement more in-depth analysis tools for water supply and sewage disposal infrastructure.

Autori

GIS, TOPOBASE, GESTIONE CARTOGRAFICA, GESTIONE INFORMATIZZATA

SABINA TETTAMANZI

DELLE INFRASTRUTTURE

S.TETTAMANZI@COMUNICACONSIMONETTA.IT

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Nel nostro piccolo, anche noi portiamo all’estero il know how italiano. L’Italia ha centocinquant’anni, GESP poco più di trenta. Per ovvie

Abbiamo continuato a investire in R&D, studiando soluzioni

ragioni anagrafiche non abbiamo combattuto guerre eroiche,

innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial,

ma teniamo alta la bandiera.

creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera tra-

Forti dell’esperienza maturata realizzando sistemi geografici per

sparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando

alcune tra le maggiori aziende italiane, siamo stati tra i primi nel

in modo significativo la performance del sistema IT.

nostro campo a misurarci sul mercato internazionale, sfidando

Abbiamo messo a punto procedure di lavoro che consentono di

concorrenti di ottimo livello.

raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e dei

Siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Ro-

costi, con un livello qualitativo sempre certificato.

mania, Turchia, Siria, Cipro. E oggi affrontiamo nuove sfide in un

Infine, per proporre la massima qualità a costi competitivi, ab-

contesto sempre più globale che comprende la Cina, gli Emirati

biamo percorso prima di altri la strada del software open source,

Arabi, il Lesotho, i Caraibi: attualmente, i nostri programmatori e

liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche.

i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte sem-

Insomma, nel nostro piccolo siamo un simbolo dell’eccellenza

pre più consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri.

italiana nel mondo: un risultato di cui siamo fieri e che saremmo

Continuiamo a crescere, entrando in mercati che richiedono

felici di condividere con voi.

applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. In ogni settore, abbiamo sviluppato progetti specifici, calibrati con precisione sulle esigenze e gli obiettivi strategici dei nostri committenti.

GESP Srl MILANO - BOLOGNA - TORINO http://w w w.gesp.it - gespsrl@gesp.it visita il sito www.rivistageomedia.it

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L'esperienza del Dipartimento della Protezione Civile sulle specifiche

RNDT di Pierluigi Cara

Il Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali delle pubbliche amministrazioni ha approvato un provvedimento con il quale si definiscono le regole tecniche per la formazione e l’alimentazione del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali (RNDT), le quali tengono anche conto del Regolamento (CE) recante attuazione della Direttiva Inspire sui metadati. In questo articolo viene descritta l’esperienza svolta dal Dipartimento della protezione civile nell’applicazione di queste specifiche tecniche.

N

el contesto delle infrastrutture di dati territoriali la componente relativa ai dati riveste un ruolo fondamentale. Si ritiene, tuttavia, che il dato territoriale per il suo corretto utilizzo e per lo scambio e la condivisione in un contesto di interoperabilità su Web necessiti di un insieme aggiuntivo di informazioni: i metadati. Il processo di realizzazione dei metadati per la documentazione dei dati territoriali, è complesso ed è costituito da diverse componenti. Per il contenuto e per le questioni attinenti ai formati con cui i metadati sono scritti e condivisi, occorre anzitutto far riferimento agli standard. Non vanno trascurate, inoltre, le problematiche sottese all’organizzazione dei dati, che richiedono in taluni casi particolarmente complessi (livelli gerarchici), delle indicazioni specifiche sulla compilazione degli stessi. Rientrano tra queste problematiche, anche quelle collegate alla strutturazione, ovvero alla gestione delle loro reciproche relazioni. L’articolo descrive solo gli aspetti prima elencati e rimanda a eventuali successivi approfondimenti, la descrizione delle altre problematiche esaminate nel corso della sperimentazione, concernenti la collocazione dei metadati nelle infrastrutture per l’informazione territoriale (cataloghi, standard OpenGIS Catalog Service-Web, discovery e harvesting,…).

Standard Sono stati presi in considerazione i seguenti standard: • Federal Geographic Data Committee – FGDC: si tratta di uno standard risalente alla fine degli anni novanta, inizialmente adottato dal DPC; • International Organization for Standardization – ISO sui metadati: si tratta di una serie di specifiche relative al contenuto dei metadati per documentare le feature (ISO 19110), i dati geografici (ISO 19115), i servizi sui dati (ISO 19119) e alla implementazione dei relativi schemi XML (ISO 19139); • Regolamento (CE) n. 1205/2008 del 3 dicembre 2008 recante attuazione della Direttiva 2007/2/CE (Inspire) per quanto riguarda i metadati e relative Implementing Rules (la Direttiva è stata recepita dallo Stato Italiano con il D.lgs 27 gennaio 2010, n.32); • Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali – RNDT: viene

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istituito con l’art.59 comma 3 del D.lgs 7 marzo 2005, n.82 “Codice dell’Amministrazione Digitale” e s.m.e.i., allo scopo di: “agevolare la pubblicità dei dati di interesse generale, disponibili presso le pubbliche amministrazioni a livello nazionale, regionale e locale”. Il Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali delle pubbliche amministrazioni (da ora in poi Comitato) ha approvato nel 2009 lo schema di “Regolamento recante regole tecniche per la definizione del contenuto del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali, nonché delle modalità di prima costituzione e di aggiornamento dello stesso”, che nell’allegato 2 contiene le regole tecniche per la formazione e l’alimentazione del RNDT. Questo Regolamento ha tenuto conto delle specifiche tecniche emanate dal Drafting Team Metadata, della Direttiva Inspire. A livello di contenuto, il Regolamento sul RNDT identifica: “l’insieme minimo di metadati comune a tutte le tipologie di dati territoriali. Per le immagini .. e i modelli digitali del terreno .. sono inoltre individuati alcuni metadati supplementari; il set di metadati necessario per documentare i servizi; il set di metadati necessario per documentare le nuove acquisizioni”. Confronto ISO 19115 – RNDT I metadati del RNDT sono un sottoinsieme di quelli previsti in ISO 19115 e evidenziano alcune estensioni rispetto alle indicazioni dello standard ISO 19115, allo scopo di adattare i contenuti di quello standard alla realtà italiana. Si tratta, quindi, a tutti gli efFigura 1 - Esempio di profilo fetti di un profilo di metadati per di metadati del RNDT con una comunità nazionale. il profilo riferimento a ISO 19115 (e RNDT è comunque riconducibile, ISO Core). dal punto di vista del dizionario dei dati, allo standard ISO 19115 (Figura 1), se non si considerano le modifiche introdotte nelle liste di valori (codelist e enumeration) e non si considerano le modifiche dei livelli di obbligatorietà, tenuto anche conto della possibilità per RNDT di adottare gli schemi ISO nel caso delle modifiche introdotte per l’elemento “Estensione verticale”.

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REPORTS Confronto ISO 19115 – INSPIRE Il profilo Inspire, se non si considerano le modifiche dei livelli di obbligatorietà, non comporta una estensione degli elementi di metadati rispetto ad ISO 19115. Tenendo in considerazione, tuttavia, i requisiti meno restrittivi previsti nelle Metadata Implementing Rules (ver. 1.2) sugli elementi: TemporalReference, Figura 2 - Esempio di profilo di metadati di Inspire con Dataset, ResourceLanguage, riferimento a ISO 19115 (e Dataset CharacterSet, Metadata ISO Core). CharacterSet e Metadata DateStamp – considerando solo il caso dei dataset -, nonché tutti gli elementi del Core non considerati (ad es. MetadataFileIdentifier o TopicCategory), il profilo Inspire comporta una riduzione degli elementi che compongono il Core di ISO 19115 (Figura 2). I metadati come componente dei dati territoriali I metadati con il loro patrimonio informativo non sono un segmento di conoscenza separato dal dato geografico che documentano, ma una sua componente intrinseca da cui non possono essere scissi. In aggiunta, si deve intendere questo assunto come una best practice da perseguire nell’ambito delle scienze per l’informazione geospaziale. Per dare concretezza a queste idee, è stato attuato nell’ambito del Dipartimento della protezione civile (da ora DPC), un progetto avente per obiettivo la creazione di un sistema per la condivisione dei dati territoriali, che implementasse delle banche dati territoriali organizzandole in GeoDatabase in cui fossero archiviati sia i dati territoriali, sia i loro metadati (Figura 3). Tutti i metadati sono stati creati adottando inizialmente lo standard FGDC, che comprende informazioni sia sulle entità che sui relativi attributi. La scelta è stata condizionata dalla disponibilità nell’ambiente desktop del software utilizzato per l’editing dei metadati, solo delle interfacce per gli standard FGDC e ISO 19115 Core (quest’ultimo ritenuto però troppo restrittivo).

Figura 3 - Esempio di visualizzazione dei metadati nel formato RNDT nei GeoDatabase del DPC.

La sperimentazione delle specifiche RNDT L’applicazione delle specifiche tecniche dell’all. 2 dello schema di decreto sul RNDT predisposto dal Comitato, si è articolata in una serie di applicazioni e sottoprogetti che tengono conto delle problematiche legate alla formalizzazione dei contenuti dei metadati, in base al livello di detta-

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glio da documentare, alla loro organizzazione (dataset flat o livelli gerarchici) e alla loro strutturazione (relazioni tra i documenti di metadati). Una prima problematica che è stata affrontata ha riguardato la trasformazione dei metadati, per consentire il passaggio dallo standard FGDC a quello denominato RNDTplus. Con la sigla RNDTplus si intende la combinazione di un documento di metadati conforme alle specifiche per il RNDT e di un documento di metadati con i contenuti relativi al Feature Catalog compilato secondo lo standard ISO 19110, entrambi riferiti ad uno stesso dataset. Il passaggio non rappresenta una semplice traduzione di metadati, dal momento che i vari standard coinvolti rappresentano da un punto di vista semantico realtà tra loro collegate in modo complesso. Per la documentazione a livello di dataset è stata implementata una interfaccia per il caricamento e la visualizzazione degli elementi di metadati comuni a tutti le tipologie di dati territoriali secondo le specifiche RNDT (dataset flat). Sono stati esclusi, quindi, i metadati supplementari previsti per le immagini o i DEM, oppure quelli specifici previsti per i servizi o per le nuove acquisizioni. Per ogni dataset sono previste informazioni di carattere generale sui metadati stessi e sull’identificazione dei dati. Per gli elementi per i quali è prevista un molteplicità maggiore di uno, nella progettazione dell’interfaccia si è tenuto conto di quanto risultante dai documenti di analisi, per decidere se implementare o meno questa possibilità. Nel caso, ad esempio, della sezione sulle informazioni relative al responsabile dei metadati, si è scelto di documentarne uno solo, anche se le specifiche consentivano l’esistenza di più responsabili dei metadati. A seconda dei casi, certi elementi di metadati sono stati precompilati come non modificabili (ad es. il nome e la versione dello standard adottato) o “suggeriti” e, quindi, modificabili (ad es. la data di compilazione e il tipo di data). Nell’interfaccia, alcuni elementi di metadati sono stati raggruppati per chiarezza e leggibilità delle informazioni (ad es. gli elementi riconducibili al Responsabile dei dati ed al Punto di contatto dei dati, sono stati raggruppati nella sezione “Responsabile e contatti per i dati”, come pure tutti gli elementi di classificazione, che sono stati raggruppati nella sezione “Categorie tematiche e Parole chiave”). Per quanto riguarda le informazioni sulla qualità dei dati, nella sezione “Conformità a Inspire” è stato consentito di non compilare alcun dato nei casi per i quali non è prevista o non è ancora disponibile una specifica prodotta dai Thematic Working Group di Inspire, mantenendo comunque la conformità alle indicazioni delle Metadata Implementing Rules di Inspire. L’interfaccia prevede, inoltre, la possibilità di effettuare una verifica della disponibilità della Risorsa on Line documentata, accedendo ad una pagina di visualizzazione (GeoMapViewer) o di lettura dei dettagli sulla risorsa. Per quanto riguarda la documentazione a livello di feature, si è trattato un approfondimento non richiesto dalle specifiche del RNDT, ma derivato dalla necessità del DPC di documentare anche alcune informazioni sulle entità e sui loro attributi. Per questo scopo, attraverso un’analisi che ha tenuto conto degli elementi di metadati già previsti nel Feature Catalog dello standard FGDC e compilati dal DPC, nonché di quelli previsti nel modello concettuale del Feature Catalog di ISO 19110, è stato definito un profilo DPC di ISO 19110. Successivamente alla fase di analisi, è stata implementata un’interfaccia per la visualizzazione ed il caricamento del Feature Catalog Per i livelli gerarchici della documentazione, facendo sempre riferimento alle specifiche tecniche del RNDT, è stata approfondita la problematica della predisposizione de-

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REPORTS gli elementi di metadati con una strutturazione gerarchica completa, ovvero articolata in serie, dataset e sezione. Il caso preso in considerazione, per compatibilità con lo strumento software adottato e con il Metadata Editor di Inspire disponibile nel Geoportale di Inspire, ha comportato la realizzazione di documenti XML distinti per ogni livello gerarchico. Trattandosi di un caso per il quale non risultano disponibili sperimentazioni complete e consolidate, pur avvalendosi anche delle linee guida operative predisposte

Figura 4 - Esempio di visualizzazione di dettaglio dei metadati nel profilo RNDT (caso dataset “flat”).

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da DigitPA sia a livello generale che per il caso specifico dei database topografici, si è reso necessario predisporre apposite linee guida, sottoposte successivamente all’attenzione del Comitato. Il caso preso in esame per questo approfondimento, ha riguardato il GeoDatabase della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con il Servizio Geologico d’Italia dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e ha tratto spunto dall’iniziativa del Comitato di avviare in esercizio il Portale RNDT che il CNIPA (ora DigitPA) ha implementato, con l’inserimento di metadati riferibili a dati territoriali di pertinenza delle pubbliche amministrazioni. ISPRA e DPC hanno aderito a questa iniziativa inserendo propri metadati, per testare le modalità di applicazione delle specifiche tecniche. Per la gestione delle relazioni fra documenti di metadati, nel corso della sperimentazione derivata dal lavoro sui livelli gerarchici nella documentazione, sono state implementate anche alcune delle relazioni tra i documenti di metadati previste da ISO 19115 e presenti anche nelle specifiche del RNDT. Un primo tipo di relazione esaminato è stato quello di tipo orizzontale tra versioni differenti di documenti di metadati appartenenti al medesimo livello gerarchico (è stato implementato quello della “Serie”, ma potrebbe anche trattarsi di un dataset “flat”, nel caso non fosse presente una organizzazione gerarchica). Un altro caso di relazione esaminato è stato quello della relazione di tipo verticale tra documenti XML riferiti a livelli gerarchici differenti, ad esempio tra i livelli della serie e del dataset, dove il primo svolge il ruolo di padre e il secondo quello di figlio.

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REPORTS Conclusioni Nel contesto delle infrastrutture di dati territoriali la componente relativa ai dati riveste un ruolo fondamentale. L’esperienza svolta presso il DPC ha dimostrato, tuttavia, che il dato territoriale necessita di un insieme aggiuntivo di informazioni (i metadati) per il suo corretto utilizzo e per lo scambio e la condivisione dei dati stessi in un contesto di interoperabilità su Web. Il processo di realizzazione di questo insieme aggiuntivo di informazioni per la documentazione dei dati territoriali, è complesso ed è costituito da diverse componenti. L’adozione di standard per le questioni relative al contenuto ed ai formati dei metadati, attenua ma non riduce ulteriori questioni legate alla lingua da usare ed all’interpretazione da dare ai singoli elementi di metadati. Su quest’ultimo aspetto sono ancora necessarie ulteriori sperimentazioni. Non vanno trascurate, inoltre, le problematiche sottese all’organizzazione dei dati che richiedono, in taluni casi particolarmente complessi, delle indicazioni specifiche sulla compilazione dei metadati. Rientrano tra queste problematiche, anche quelle collegate alla strutturazione dei metadati in livelli gerarchici. L’evoluzione tecnologica gioca senz’altro un ruolo fondamentale nella diffusione della buona pratica nel GIS di documentare i dati territoriali con metadati. In questa direzione la disponibilità di interfacce sempre più sofisticate per l’inserimento, la visualizzazione e la consultazione dei metadati faciliterà l’attività di documentazione. Anche la disponibilità di strumenti software per la validazione e la traduzione di metadati tra vari standard, anche tenendo in considerazione aspetti semantici oggi difficilmente gestibili, amplierà le prospettive di interoperabilità. Resta comunque ancora necessario per le pubbliche amministrazioni proseguire la sperimentazione sull’applicazione degli standard e dei servizi nelle varie piattaforme applicative e tra vari profili, per verificarne completamente la reciproca compatibilità e migliorare le relative linee guida operative.

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Parole chiave METADATA, SDI, DATI TERRITORIALI, INFRASTRUTTURA SPAZIALE.

Abstract RNDT Specifications being tested at Civil Protection Department The Committee for technical regulation on the spatial data of the government, approved a measure to define the technical rules for the formation and feeding of the Repertorio Nazionale Dati Territoriali, which also take account of Regulation (EC) implementing INSPIRE Directive on metadata. This article describes the experience carried out by the Department of Civil Protection in the application of these technical specifications.

Autore PIERLUIGI CARA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE VIA VITORCHIANO, 2 TEL. 06-68202926

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Il Canal Grande a Venezia in scansione 3D da natante di A. Adami, C. Balletti, F. Guerra, S. Orlandini, N. Studnicka, P. Vernier

Sistema di acquisizione Riegl.

Natante attrezzato con il laserscanner lungo il Canal Grande.

L’Università Iuav di Venezia ha testato sul Canal Grande le più innovative tecniche di rilevamento, in collaborazione con Riegl e Microgeo, realizzando la scansione di tutti i prospetti attraverso un sistema di acquisizione integrato da natante.

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l Canal Grande è senza dubbio la principale via d’acqua di Venezia e deve la sua importanza sia al fatto che attraversa tutta la città lagunare, sia agli scambi commerciali che ospitava. Ciò ha portato, nel corso dei secoli, alla costruzione di palazzi nobiliari che hanno arricchito i fronti del canale di facciate ricche di decorazioni e di marmi policromi. Il grande patrimonio architettonico è oggetto di numerosi studi storico-artistico-conservativi che però mettono in luce le difficoltà legate al rilievo e analisi di un edifici “sull’acqua”. Risulta infatti difficile rilevare le facciate da terra perché sono pochi i punti in cui poter stazionare con gli strumenti topografici e soprattutto si hanno viste scorciate e non frontali. Per questo motivo l’Università Iuav di Venezia ha fatto del Canal Grande (lunghezza di circa 4 km e larghezza tra 40 e 70 metri) un caso d’eccellenza su ci testare le più innovative tecniche di rilevamento, in grado di sopperire ai problemi evidenziati. In collaborazione con Riegl e Microgeo, ha infatti progettato e realizzato la scansione di tutti i prospetti attraverso un sistema di acquisizione integrato (laser scanner, fotogrammetria e GPS inerziale) da natante, ottenendo quindi un punto di vista assolutamente nuovo e particolarmente adatto al rilievo degli edifici.

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Nella fase di progettazione si sono dovuti considerare molteplici aspetti come le dimensioni in larghezza e lunghezza del Canal Grande, il traffico di natanti, le altezze delle facciate (circa 20 metri), la presenza di ponti, spes-

Percorso lungo il Canal Grande e zone test.

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Nuvola di punti con indicazione della posizione dei punti di presa delle immagini.

so con una quota di intradosso esigua e la visibilità dei satelliti GPS. Tutti questi fattori hanno condizionato il lavoro definendo alcune caratteristiche del lavoro come il percorso, la barca da utilizzare, la necessità di una struttura per elevare lo strumento di acquisizione sopra la quota media degli altri natanti e dei vaporetti. Inoltre ha determinato anche la configurazione dello strumento come ad esempio l’angolo di fissaggio delle camere digitali per acquisire le intere facciate.

Rappresentazione in falsi colori rispetto al piano verticale (Ca’ d’Oro).

Prospetto della Ca’ d’Oro.

L’acquisizione è avvenuta con il sistema di scansione Riegl VMX-250, costituito da due scanner rotativi VQ250 2D, da un sistema inerziale INS e da un sistema di ripresa delle immagini composto di due sensori di 5Mega pixel ciascuno con ottica calibrata di 12 mm. Il VQ-250 ha una frequenza di misura di 300.000 mis/sec ottenuta con uno scanner rotativo a 360° per una completa copertura. La presenza del doppio scanner rotativo consente di minimizzare le zone d’ombra sulle facciate. Inoltre il sistema utilizza l’ultima generazione dei laser scanner che consente una superiore qualità, completezza e densità del dato, ottenuta con la consolidata tecnica Riegl di misura della completa forma d’onda del segnale laser (FULL WAVE FORM), già utilizzata negli scanner aviotrasportati e ora introdotta anche nelle scansioni in movimento “terrestri”. Ciò consente di superare molte delle zone di ombra dovute alla vegetazione o agli oggetti in movimento. Il sistema di acquisizione Riegl VMX-250 è stato montato sul natante tramite una gru e installato su una struttura sopraelevata per garantire un punto di vista senza ostruzioni. La scansione dell’intero canale è avvenuta in tre giornate, suddividendo il lavoro in diverse parti, percorrendo i tratti del Canal Grande compresi tra i ponti in entrambe le direzioni. Il risultato finale, al termine della fase di acquisizione e di post processing. è stato il modello per punti con una densità media di punti sulla facciata è di 15000 pts/m2. Grazie ai due scanner del sistema di acquisizione e alle due fotocamere per la ripresa completa delle facciate, le nuvole di punti non presentano grandi zone d’ombra e sono state colorate con il valore RGB. I dati, georeferenziati nel sistema nazionale Gauss Boaga, sono stati confrontati con alcuni control points rilevati topograficamente e hanno mostrato un errore di circa 13mm. La grande quantità di dati si presta a numerosi utilizzi nel settore dei beni culturali, sia per ottenere rilievi precisi lungo il Canal Grande, sia come punto di partenza per analisi specifiche. Come sperimentato su alcuni edifici, è stato possibile infatti ottenere diverse rappresentazioni di carattere dinamico e statico. Oltre alle animazioni che permettono la navigazione virtuale lungo il Canal Grande, sono stati infatti elaborati i prospetti di alcuni palazzi in forma di ortofoto, rappresentazioni in falsi colori dei fronti e disegni al tratto (elaborati da EKG Baukultur GmbK e Phocad Ingenieurgesellschaft).

Rappresentazione dell’intensity (Ca’ d’Oro).

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REPORTS Sono stati realizzati anche i modelli 3d di alcuni palazzi, texturizzati con le mappe ottenute per via fotografica. Il lavoro sarà presentato durante il Convegno “il rilievo Laser scanning per l’Architettura e la città “ a Venezia l' 1 e 2 Dicembre 2011 presso il Telecom Future Centre Venezia . Per maggiori info http://www.iuav.it/SISTEMA-DE/Laboratori2/laboratori/in-evidenz/index.htm.

AutorI ANDREA ADAMI AADAMI@IUAV.IT

CATERINA BALLETTI BALLETTI@IUAV.IT

FRANCESCO GUERRA GUERRA2@IUAV.IT

Ringraziamenti Nikolaus Studnika e Philipp Amon di Riegl Laser Measurements; EKG Baukultur GmbK; Phocad Ingenieurgesellschaft.

Parole chiave LASER SCANNING, TEXTURE, NUVOLE DI PUNTI.

LUCA PILOT PILOT@IUAV.IT PAOLO VERNIER VERNIER@IUAV.IT SISTEMA DEI LABORATORI LABORATORIO DI FOTOGRAMMETRIA UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA TOLENTINI, SANTA CROCE 191 30135 VENEZIA SIMONE ORLANDINI INFO@MICROGEO.IT

Abstract The Grand Canal in Venice by boat 3d laser scanning The Iuav University in Venice realized a test on the Canal Grande with the most advanced detection techniques, in collaboration with Riegl and Microgeo, making the laser scanning of all the elevation through an acquisition system integrated on a ship.

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MICROGEO S.R.L. VIA PETRARCA,42 50013 CAMPI BISENZIO, FIRENZE ITALY NIKOLAUS STUDNICKA NSTUDNICKA@RIEGL.CO.AT

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GEOmedia n°4-2011


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REPORTS

Il ruolo del topografo

Uno dei primi strumenti per la misura elettronica di distanza.

ieri, oggi e domani di Bryn Fosburgh

Bryn Fosburgh, vice presidente di Trimble e membro del comitato esecutivo della società, fornisce ai lettori di GEOmedia la sua visione del ruolo del topografo (e dunque del geometra, in Italia) al giorno d’oggi. Come cambia il suo ruolo in questo contesto? Secondo Fosburgh il topografo è diventato un professionista della gestione, interpretazione, analisi e rappresentazione dei dati geospaziali; il suo nuovo ruolo dev’essere quello di guida per tutti gli utenti che hanno a che fare con questo tipo di dati.

I

topografi sono sempre stati figure centrali, fin dai tempi antichi: basti pensare agli agrimensori, che effettuavano il riconfinamento dei terreni nella Valle del Nilo durante il tempo dei Faraoni, o ai tecnici romani, che ci hanno regalato la via Appia. Parallelamente all’evoluzione civile e sociale, crebbe anche la richiesta per una maggiore qualità della vita; ciò impose un ripensamento della figura del topografo antico: egli doveva ora possedere conoscenze più avanzate e garantire una maggior precisione nelle misurazioni. Nasceva in pratica la categoria del ‘professionista della progettazione’. Oggi gli avanzamenti tecnologici – i computer, le nuove forme di comunicazione ed il mapping geospaziale dei dati – permettono di accedere alle informazioni geografiche in maniera più rapida e semplice. Gli effetti di questo cambiamento sono ancor più evidenti se si considera l’importanza, al giorno d’oggi, delle informazioni di natura geografica, soprattutto quando sono accurate, costantemente fruibili e di facile utilizzo. Sviluppi della disciplina e delle tecnologie di rilievo Il settore dei rilievi topografici si è sviluppato parallelamente a quello dell’ingegneria. I primi ingegneri erano di supporto alle attività militari, così come i topografi. Quando agli ingegneri fu richiesto di dedicarsi alle infrastrutture, i topografi si adattarono a fornire agli ingegneri i dati geografici utili alle attività in ambito civile. Le strumentazioni inizialmente a disposizione dei topografi erano decisamente rudimentali: legno, corde, placchette o parti a pressione manuale. Sebbene questi oggetti sembrino oggi primitivi, in realtà garantivano una precisione sorprendente. I metalli cominciarono ad essere utilizzati in ambito topografico con l’avvento dell’età della lavorazione del ferro,

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forse per creare i primi righelli. Più tardi ferro, acciaio, bronzo e ottone vennero utilizzati normalmente per gli aghi delle bussole, per i cerchi graduati, per la scocca e l’imballaggio degli strumenti, oppure per creare gli anelli delle catene. I nastri d’acciaio furono introdotti solo nel tardo Diciannovesimo secolo per sostituire l’utilizzo della catena; ed il cannocchiale, ideato durante la prima parte del Diciassettesimo secolo (doveva infatti essere inventato prima il vetro), ci mise quasi più di un secolo prima di essere adottato nella produzione di strumenti topografici. In questo arco di tempo, i dati raccolti dai topografi venivano registrati su libri o quaderni; i calcoli, soventemente di una certa complessità, venivano svolti a mano, utilizzando libri di calcolo e basilari strumenti per il disegno in bozza. Negli anni venti, i cerchi graduati in metallo lasciarono spazio a quelli in vetro. Fu, questo, un passo molto importante dal punto di vista dell’accuratezza delle misurazioni, portando gli strumenti ad essere meno sensibili alle variazione atmosferiche. Negli anni cinquanta l’invenzione della misurazione elettronica della distanza (EDM – Electronic Distance Measurement) ridusse significativamente le difficoltà e il tempo necessario per svolgere misurazioni su lunghe distanze. L’integrazione dell’elettronica all’interno dei teodoliti portò al tacheometro, che combinava i sistemi elettronici per la misura delle direzioni e delle distanze all’interno di un singolo strumento: quella che in pratica è oggi universalmente nota come ‘stazione totale’. Il topografo, per formazione ed esperienza, si occupava dunque principalmente della produzione e registrazione delle misurazioni; in realtà, però, questa fase rappresentava solo uno degli stadi iniziali di un processo ben più ampio. Una volta raccolti i dati, infatti, questi dovevano essere validati e trasformati in modo che le informazioni potessero essere trasmesse ai vari utenti sotto forma di mappe, tabelle e database.

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REPORTS Il topografo negli ultimi cinquant’anni Negli ultimi cinquant’anni, più che di un processo evolutivo, si è potuto assistere ad una vera e propria rivoluzione, sulla scia dell’introduzione dell’EDM.

Uno dei primi distanziometri integrati, il geodimetro.

I cambiamenti nel ruolo del topografo Le tecniche di machine control sono ormai molto comuni in ambito edilizio e vengono utilizzate anche nel settore minerario ed in quello agricolo. Il machine control sfrutta principalmente la tecnologia GPS RTK ma spesso vengono coinvolte anche altre tecnologie. Con l’introduzione del machine control, il ruolo del topografo in ambito edilizio è profondamente cambiato, sia durante la fase iniziale d’indagine che in quelle di gestione dell’as-built, di manutenzione e di restauro. Se il precedente ruolo dei topografi consisteva nell’effettuare valutazioni su come spianare ed allineare il terreno in modo da supportare il lavoro degli operatori dei mezzi pesanti, con l’introduzione delle tecniche di machine control, invece, la funzione del topografo può dirsi radicalmente cambiata. Oggi, il valore del suo lavoro è evidente durante la fase di supporto, ovvero durante la pianificazione di tutti quei processi che, solitamente, vengono svolti dalle stesse ditte edili; il topografo deve comunicare con le varie figure coinvolte nelle operazioni – compresi ingegneri, architetti, pianificatori, amministratori locali, proprietari dei terreni, fornitori di utility, ecc. – tutto ciò, spesso, ancor prima che si cominci a scavare. La nuova funzione del topografo è diventata quella di gestore di geodati; egli deve essere attivo nella creazione e nella verifica dei modelli digitali del terreno e di quelli di progetto, sui quali si basa effettivamente il lavoro delle macchine. Le sue attività includono, inoltre, il monitoraggio degli avanzamenti del lavoro, il controllo sul campo, l’aggiornamento delle modifiche da apportare sul modello come risultato delle inevitabili revisioni di progetto e la conferma che i documenti relativi all’as-built siano accurati e completi, ovvero che siano utilizzabili durante tutto il ciclo di vita del progetto . Ovviamente queste attività non vengano messe in pratica da tutti; nonostante ciò, queste mansioni corrispondono col ruolo che un moderno topografo dovrebbe ricoprire all’interno del settore edile. Tra le altre attività edili in cui il topografo può mettere in pratica la sua esperienza vi sono: l’impostazione dei sistemi di calibrazione e dei processi utili affinché le macchine creino in maniera accurata il progetto desiderato, la gestione on-site delle comunicazioni in modo da esser certi che tutte le macchine utilizzino la corretta versione del modello del terreno e di quello di progetto, il monitoraggio delle prestazioni di ciascuna macchina e la fornitura dei dati necessari per il Building Information Modeling (BIM).

I topografi infatti, da quel momento in poi, grazie ad una tecnologia ora in grado di sfruttare la luce, hanno potuto misurare le distanze praticamente in un batter d’occhio. La successiva innovazione degna di nota fu a bordo delle stazioni totali, con le funzioni per la riduzione delle distanze inclinate e il calcolo diretto delle coordinate a bordo dello strumento, le quali hanno velocizzato, e di molto, i tempi di svolgimento dei lavori sul campo. Nonostante queste innovazioni, però, i cambiamenti maggiori furono introdotti dai registratori dati (o Field Book): grazie ad essi, la trascrizione istantanea dei dati sul campo – virtualmente privi di errori – e la verifica della qualità degli stessi, erano ora accompagnate da funzioni COGO (COordinate GeOmetry). I calcoli potevano essere dunque svolti direttamente sul campo, permettendo ai topografi di completare il lavoro in una singola uscita. Un altro passo rivoluzionario fu l’introduzione del Global Positioning System, meglio noto come GPS. C’è voluto un po’ di tempo prima che questa innovazione entrasse a regime dal momento che il GPS cominciò ad essere utilizzato durante lo svolgimento di misurazioni tramite l’utilizzo di baseline statiche. Il grande avanzamento si ebbe con il posizionamento in tempo reale, ovvero la tecnologia GPS RTK (Real-Time Kinematic). Oggi, grazie ai Real-Time Networks (RTN), la tecnologia RTK è ancora più utile ed economica. Gli RTN rendono la fase di raccolta dati molto più semplice, evitando di utilizzare una base station e fornendo maggior velocità e Un’altra tecnologia chiave in cui sviluppare nuove competenze è il GIS. precisione. Anche le stazioni totali, però, subirono grandi cambiamenti: i più importanti furono l’introGestione on-site del lavoro delle macchine tramite strumenti per il duzione della misurazione elettronica della machine control. distanza senza prisma e le funzionalità robotiche. Come nel caso della tecnologia RTK, tali funzionalità permisero ad una sola persona di svolgere lavori che prima avrebbero richiesto un team intero di specialisti. Ognuna di queste tecnologie – l’EDM, la raccolta e l’elaborazione elettronica dei dati, le stazioni totali robotiche e il GPS – hanno cambiato per sempre i paradigmi sui quali si basava il lavoro del topografo sul campo. Nonostante ciò, i cambiamenti a livello professionale non sono stati del tutto evidenti almeno fino all’avvento delle tecniche di controllo attivo delle macchine, ovvero all’avvento del machine control.

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Il lavoro delle macchine sul campo (machine control) viene gestito anche tramite l'utilizzo di modelli digitali del terreno, in grado di integrare in tempo reale le modifiche di progetto.

GIS inteso non come mero ‘mapping’ e nemmeno semplicemente come un modo per fornire dati ai professionisti del GIS in modo che li facciano diventare parte di un’adeguata e accurata basemap. Il GIS, per un topografo, può e deve rappresentare la possibilità di far parte di un più ampio spettro di attività. Ciò è già evidente per chi, tra i topografi, ha fatto suo il concetto di ‘professionista di dati geospaziali’ Le attività che verranno richieste a questa figura professionale includono la creazione, la popolazione e la manutenzione di un GIS, sfruttando tale tecnologia anche per gestire gli aspetti ‘naturali’ del terreno, quelli del costruito e quelli catastali. In questo ambito, la raccolta dei dati non dovrà essere intesa solo come misurazione: i topografi si dovranno occupare di raccogliere anche gli attributi degli elementi che geolocalizzano, utilizzando sensori e tecnologie che vanno oltre i tradizionali strumenti per il rilievo. Il GIS si presenta, in questo senso, come uno strumento di gestione brillante e dinamico, in grado utilizzare dati provenenti da molteplici fonti, dotandoli di attributi spaziali. Nonostante le grandi opportunità, molti topografi sono rimasti ai margini di questa dinamica di crescita. Invece di limitarsi a pensare al loro possibile ruolo nel GIS, dovrebbero invece esplorare subito, attivamente e direttamente, le potenzialità racchiuse da questa tecnologia. Il futuro del topografo Gli avanzamenti tecnologici – sia in termini di evoluzione che di rivoluzione – hanno influito sul modo di operare dei topografi, ormai è chiaro. Altre tecnologie più recenti, come il livello digitale, lo scanner aereo e laser o la fotogrammetria digitale, si sono aggiunte a questo processo. Il costante miglioramento dei software ha permesso poi di creare soluzioni dedicate ad applicazioni sempre più di nicchia; questi sistemi, incentrati sull’acquisizione e la gestione dei dati di posizione, vengono oggi affiancati da tecnologie complementari come nel caso dei sistemi per

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il rilievo, oggi accoppiabili a telefoni cellulari con accesso ad internet, e quindi aperti al cloud computing ed allo sfruttamento di geodatabase basati su piattaforma web. Queste combinazioni aumentano la quantità di informazioni, per ogni singolo prodotto, in possesso del topografo. Il risultato è che il topografo (ora gestore di geodati) può combinare dati e tecniche in modo da gestire un progetto intero –in tutte le sue fasi – oppure gestirne solo una piccola parte. Per quanto riguarda le tecnologie per il rilievo, queste sono diventate talmente user-friendly da indurre molti utenti, che prima si affidavano al lavoro dei topografi, a raccogliere in prima persona le informazioni di cui hanno bisogno. Capita, però, che tali utenti non abbiano un’adeguata preparazione teorica e matematica – prerogativa del topografo –, quindi l’individuazione di eventuali errori invalidanti le informazioni raccolte potrebbe diventare assai difficile; inoltre, è importante comprendere che gli utenti che necessitano di dati di natura spaziale e che decidono di svolgere da soli la fase di raccolta senza affidarsi alla professionalità di un topografo sono molti, e spesso non sono mossi dalla sola volontà di risparmiare denaro. Gli ingegneri e gli scienziati naturali, ad esempio, hanno bisogno di raccogliere dati di questo genere e, spesso, si trovano ad operare con strumentazioni proprie del settore dei rilievi; anche esperti nel settore dell’amministrazione, della gestione dei rischi e delle infrastrutture si trovano nella stessa situazione. Ciò dà al topografo una grande opportunità: fornire servizi basati su best practices nella raccolta dei dati, garantendo così la qualità degli stessi. Se in superficie la raccolta dei dati sembra essere diventata oggi molto più semplice, è evidente come in realtà questa fase nasconda molte più complessità rispetto al passato. Passando al GIS, questa tecnologia è oggi maturata molto, anche in termini di assorbimento da parte di pianifi-

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Il topografo di oggi è in grado di intervenire sul progetto in tempo reale, direttamente sul campo.

catori, scienziati, professionisti edili, ingegneri e gestori delle infrastrutture. Anche qui si aprono grandi prospettive per il topografo del futuro, a patto che sia proprio esso a fare il primo passo; un topografo ben preparato, all’interno di questo settore, può infatti mettere a disposizione la sua professionalità in molte aree differenti. La fase di pianificazione con tecnologia GIS ed il suo utilizzo per la comprensione dei processi in corso rappresentano grandi opportunità per un gestore di geodati. Estrarre nuove informazioni e conoscenze da set di dati già esistenti è una delle attività chiave che il topografo può garantire supportando così chi si trova a gestire il territorio e ciò che su di esso è costruito. Un’altra grande sfida che il topografo si troverà a dover affrontare – nonostante sia ormai assistito da un gran numero di tecnologie – sarà la comunicazione delle informazioni agli utenti. I topografi possono presentare le informazioni sfruttando un’ampia varietà di media, visualizzandole in maniera statica o dinamica. In aggiunta alle rappresentazioni tridimensionali, i dati visualizzati potranno incorporare altre variabili come ad esempio i costi, i profitti, la programmazione e i livelli di rischio del progetto. Poi c'è il Building Information Modeling: questo è un settore in via di sviluppo ed è proprio qui che il contributo del topografo potrebbe essere determinante in futuro. Ingegneri, architetti, gestori di infrastrutture e ditte edili si stanno avvicinando con rapidità al concetto di BIM. Questo approccio permette una migliore gestione del ciclo di vita del costruito, dalla pianificazione alla manutenzione, dalle riparazioni al restauro. Il BIM necessita di dati adeguati ed i topografi potranno occuparsi di raccogliere le informazioni utili per un determinato luogo. Va da sé, quindi, che la gestione dei geodati rappresenta un’opportunità per collaborare ed allargare il ruolo ricoperto dal topografo all’interno del processo edilizio, considerandolo alla stregua di un vero e proprio professionista della progettazione. Il tutto sembra un paradosso: le attività di rilevamento una volta definite ‘particolari’ stanno ora proliferando ed allo stesso tempo segmentandosi, producendo competenze altamente specializzate. E’ così che, per essere una parte essenziale del processo edilizio, il topografo del futuro dovrà dimostrare un sempre più ampio portfolio di competenze multi-disciplinari. Tali competenze dovranno permettere al topografo di superare anche barriere di ordine culturale; certo, perché oltre alla competenze tecniche, esso dovrà essere in grado di comunicare nel contesto di aree attenenti a differenti conoscenze, discipline ed in cui il rapporto col cliente magari viene gestito in maniera inusuale.

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Conclusioni Il lavoro del topografo di oggi sta evolvendo dalla raccolta alla gestione dei geodati e delle informazioni, arrivando fino alla vera e propria estrazione della conoscenza. Questo cambiamento non sminuisce il ruolo del topografo; anzi lo allarga, e fa sì che la fase di raccolta dei dati si erga a fondamento di un più ampio ventaglio di competenze e servizi. Per operare questo cambiamento, però, anche la mentalità del topografo deve cambiare: egli dovrà essere sempre più consapevole di ricoprire il ruolo di professionista nella fornitura di strumenti di analisi e risultati al servizio di clienti che necessitano di informazioni spaziali molto complesse. Ma comprendere ed abbracciare il cambiamento non è abbastanza. I topografi come singoli che lavorano in proprio e le stesse aziende che li impiegano, dovranno collaborare maggiormente con le istituzioni accademiche, con l’amministrazione e l’industria in modo da raggiungere obiettivi e vantaggi comuni. Insieme, dovranno insistere sul nuovo ruolo del topografo – quello di gestore di geodati – e dovranno investire sulla preparazione futura dei professionisti tramite formazione, training e corsi di sviluppo professionale.

Parole chiave TOPOGRAFO, GEOMETRA, SURVEYOR.

Abstract The Role of the Surveyor Yesterday, Today and Tomorrow Over the past 50 years, advances in technology have increased the efficiency of the surveying profession, particularly in measurement and data collection. However, the new technologies—coupled with the decreasing population of professional surveyors worldwide—mandate that the surveyor’s role must and will change to managing, interpreting, analyzing and portraying geomatics data. The surveyor must guide geospatial data consumers in a variety of related disciplines on how data is collected and used while maintaining a high level of data integrity.

Autore BRYN FOSBURGH VICE PRESIDENTE DI TRIMBLE

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GI IN EUROPE - di Mauro Salvemini

HUMBOLDT: il progetto EU per l'interoperabilità delle informazioni geo-spaziali

di Laura Berardi

L'interoperabilità si è oramai qualificata come il focus dello sviluppo delle GI per il vicino futuro. Risorse economiche, iniziative politiche, dati e soluzioni tecniche sono oggi protese a creare un ambiente collaborativo per rendere i dati quanto più interoperabili possibile e tramite essi ed i servizi associati a fornire sistemi di monitoraggio, controllo e decisione più efficaci ed efficienti. In EUROPA la direttiva INSPIRE è punto di riferimento ma non è il solo occorre infatti ricordare che altre iniziative e programmi quali GMES e successivamente SEIS offrono il necessario supporto alla interoperabilità facendone il proprio focus. Per questo in questo numero ho ritenuto di ospitare un articolo tematico scritto da Laura Berardi circa il progetto HUMBOLDT che , iniziato sotto l'egida di GMES, ha visto la sua conclusione di recente producendo un consistente corpus di software e di metodi per la interoperabilità della GI.

I

n Europa è emerso ormai da qualche anno che l’informazione geospaziale è caratterizzata dalla mancanza di armonizzazione, non permettendo così un uso efficace della condivisione del dato e della sua interoperabilità, tema che occupa attualmente una posizione di centralità all’interno della nostra società che si basa sempre più sull’informazione. Il concetto di armonizzazione dei dati digitali nasce dall’esigenza di risolvere lo scambio, l’integrazione e l’interoperabilità dei dati fra differenti organizzazioni al fine di integrare quelli provenienti da diverse fonti, di importarli nelle nostre applicazioni software e soprattutto di fornire gli stessi dati secondo standard riconosciuti, come definito dalla Direttiva INSPIRE (INfrastructure for SPatial InfoRmation in Europe) entrata in vigore il 15 maggio 2007. Il termine armonia deriva dalla parola greca “harmozo” che significa integrare, unire, prevalentemente utilizzato nel campo della musica per indicare il modo con cui diversi toni musicali si integrano fra loro. Quando si parla di “armonizzare” quindi ci si prepone di adottare le stesse regole, di condividere principi comuni, di rimuovere le discrepanze al fine di ottenere un risultato che sostenga il processo di integrazione. Nel caso specifico dei dati geospaziali la comunità geografica internazionale intende fornire risposte esaurienti legate a tre differenti aspetti: • specificare caratteristiche comuni di insiemi di dati, • creare insiemi di dati compatibili con caratteristiche predefinite, • eliminare incongruenze tra due o più insiemi di dati. La questione dell’armonizzazione dei dati geospaziali a livello nazionale ed europeo è un nodo che la comunità scientifica sta cercando di risolvere ormai da anni ma il lavoro da svolgere è cospicuo e sono state avviate una serie di attività e processi

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Figura 1- processo di armonizzazione dei dati in HUMBOLDT.

atti a soddisfare ed adeguarsi ai requisiti della Direttiva INSPIRE. L’armonizzazione dei dati, di fatto, è alla base delle attività di standardizzazione previste dalla direttiva e viene vista come una metodologia adottata per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Il processo di armonizzazione a livello europeo è ancora in evoluzione, e la trasposizione della Direttiva INSPIRE nelle leggi nazionali, in Italia con Decreto Legislativo n. 32 del 27 gennaio 2010, ha di fatto avviato il percorso verso la costruzione della Infrastruttura di Dati Territoriali Europea (ESDI). Il processo in atto vede le Pubbliche Amministrazioni Nazionali nella fase di adeguamento dei propri set di dati territoriali alle regole comunitarie, il cui stato di avanzamento lavori in Italia è coordinato e costantemente monitorato dal Comitato Permanente per i Sistemi Geografici (CPSG) del CISIS (Centro Interregionale per i Sistemi Informativi, Geografici e Statistici), che predispone annualmente la rendicontazione annuale dello state of play richiesto da INSPIRE. A sostegno di tale processo, si è reso necessario lo sviluppo e la messa a di-

sposizione di servizi che permettano di convertire i propri dati, da cui la necessità di disporre di soluzioni tecnologiche innovative per eliminare o perlomeno ridurre i problemi legati alla armonizzazione dei dati stessa. In risposta ed a supporto di tali esigenze vi sono una serie di progetti finanziati dalla Commissione Europea fra cui il progetto HUMBOLDT - Development of a framework for data harmonisation and service integration. HUMBOLDT è un Progetto finanziato nell’area tematica “AEROSPACE” del Sesto Programma Quadro della Commissione Europea che ha avuto inizio nell’Ottobre del 2006 e si è concluso lo scorso Marzo 2011. Il progetto, già noto e descritto negli obiettivi nell’articolo della rivista GEOMEDIA N. 5 del 2006 derivante da un’intervista rilasciata dal Prof. Mauro Salvemini, quale responsabile del LABSITA della Sapienza Università di Roma, partner del progetto, ha coinvolto 28 partners provenienti da differenti Paesi Europei ed ha avuto l’obiettivo di contribuire all’armonizzazione dell’ESDI per integrare la diversità dei dati spaziali disponibili per una moltitudine di Organizzazioni Europee.

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Il processo di armonizzazione dei dati in HUMBOLDT è stato diviso in due parti: 1.Definizione della destinazione, attraverso specifiche tecniche ed accordi internazionali: il cui obiettivo è l’armonizzazione dei modelli di dati e/o schemi di applicazione per i diversi insiemi di dati (nove scenari di HUMBOLDT); 2.Processo tecnico: con lo scopo di fornire soluzioni, attraverso dei componenti software, per l’armonizzazione dei dati. Humboldt è incentrato prevalentemente sul processo tecnico, per cui armonizzazione significa adattare dati, modelli dati e servizi a standard e regole definite in funzione delle necessità specifiche di un’infrastruttura di dati territoriali. Nell’ambito del progetto (HUMBOLDT WP3, 2007) il termine armonizzazione dei dati è stato definito come il processo che permette di: “combinare dati da fonti eterogenee in un prodotto informativo consistente, integrato e non ambiguo in una maniera il più trasparente possibile per l’utente finale”. Tale argomento è il motore che ha fatto muovere sin dall’inizio la macchina HUMBOLDT con l’obiettivo di fornire strumenti automatizzati, servizi e software col fine di permettere alle organizzazioni di documentare, pubblicare ed armonizzare i propri set di dati spaziali. La rilevanza del progetto HUMBOLDT in questo periodo in Europa è ed è stata anche il fatto che ha visto il suo svolgimento in sintonia ed in coerenza con quanto sta accadendo a livello internazionale sin da quando la Direttiva INSPIRE era ancora in discussione prima della sua entrata in vigore. HUMBOLDT ha basato lo sviluppo dei suoi prodotti su standards internazionali esistenti (ISO, CEN, OGC), mettendo le attività in stretta relazione con i processi di INSPIRE, per cui ha giocato il ruolo di banco di prova e valutazione delle regole di implementazione (IR) oltre che è stata registrata come SDIC (Spatial Data Interest Communities) della Direttiva stessa, partecipando regolarmente ai processi di consultazione e revisione, alla fase di test delle specifiche di cui all’Allegato I della Direttiva, fornendo input per le specifiche dei dati attraverso gli scenari e knowhow sui processi di armonizzazione dei dati. A sostegno di tali attività, fra l’altro, lo stesso progetto ha avuto una stretta collaborazione con altri progetti europei con cui vi sono stati scambi di risultati e approfondimenti ai fini di integrarli e rafforzarli all’interno della GI community. Il progetto si articola attorno a tre livelli principali ossia l’Humboldt Harmonisation Framework, gli Scenario Applications ed il Training Platform. Il primo è l’insieme di software, strumenti e servizi adottati e/o creati all’interno del progetto per permettere proprio l’armonizzazione automatizzata dei dati spaziali, ed è organizzato in tre livelli architetturali tesi a gestire la complessità di conoscenza del dominio a livello di utente esperto,

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Figura 2- Livelli di HUMBOLDT.

la complessità dell’integrazione dei servizi infrastrutturali e la gestione di aspetti specifici di armonizzazione. In funzione di tali livelli è stato sviluppato il software di armonizzazione a sua volta diviso in tre componenti. Il secondo fornisce una base su cui sono stati testati gli strumenti ed i servizi sviluppati all’interno del suddetto Harmonisation Framework ai fini di perfezionarne e migliorarne le prestazioni su nove scenari scelti all’inizio del progetto e, non meno importante da sottolineare, il punto di fornitura dei dati utili agli stessi scenari. Il terzo, livello del training, fornisce lo strumento con il quale si intende divulgare la conoscenza del software, degli strumenti e dei servizi sviluppati all’interno del progetto. Questo livello assume un significato fondamentale se visto non solo come utile strumento di formazione e training per gli utilizzatori dell’Humboldt Framework, chiamati ad utilizzare i suoi componenti e strumenti per le loro attività quotidiane in un contesto specifico, nello sviluppo di software e fornitura di dati, nonchè nell’integrazione di dati geografici eterogenei, ma di particolare importanza per le Pubbliche Amministrazioni italiane ed europee che, in seguito al recepimento della direttiva INSPIRE, si trovano in questo momento a far fronte ad una serie di attività molto complesse per adeguare i propri set di dati territoriali ai requisiti della direttiva stessa. Si fa sempre più pressante la necessità di disporre di risorse umane esperte ed opportunamente formate relativamente all’armonizzazione di dati e servizi, e l’Humboldt Training Platform ha messo a punto una struttura con contenuti formativi sviluppati su quattro livelli, che vanno dalle conoscenze di base dei GIS, per poi passare a comprendere il contesto ed il motivo per cui operare con tali strumenti (es.: INSPIRE, metadati, armonizzazione di dati, etc.), fino ad arrivare a formare l’utente in materia di armonizzazione di dati con gli strumenti realizzati all’interno del progetto e la sua applicabilità in scenari applicativi, dimostrandone l’uso in condi-

zioni reali in nove domini di HUMBOLDT, tuttavia ritenuti utili anche come modello in contesti simili. HUMBOLDT si dimostra uno fra quei progetti adeguati alle attività molto complesse che stanno attualmente fronteggiando le Pubbliche Amministrazioni italiane ed europee, e per le sue peculiarità può essere visto come un metodo, o come un semplice strumento tecnico o come una chiave di lettura per le problematiche che si stanno cercando di risolvere in termini di armonizzazione dei dati.

Parole chiave GEOSPATIAL, INTEROPERABILITÀ, ARMONIZZAZIONE.

Abstract HUMBOLDT: the EU project for interoperability of geo-spatial information By the INSPIRE Directive transposition, the geospatial data harmonization need is now established, and the National Public Administrations are addressing the problem. The HUMBOLDT European project provides some answers as method and tools to be implemented. A project overview is shown below in relation to what is addressing at this time in Europe.

Autore LAURA BERARDI LAURA.BERARDI@UNIROMA1.IT

SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA DIAP-LABSITA PIAZZA BORGHESE 9, 00186 ROMA WWW.LABSITA.ORG

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GeoExt

per sviluppare applicazioni WebGIS di Luca Delucchi

L'evoluzione degli strumenti per la realizzazione di portali WebGIS ha visto l'avvicendarsi di due fasi e una crescente utilizzazione delle tecnologie.

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ella prima fase si sono affermati i primi client WebGIS Open Source p.mapper (www.pmapper.net) e ka-Map (ka-map.maptools.org, che non è più sviluppato), i quali necessitavano di un map server (come MapServer, mapserver.org) per il rendering delle mappe. Nella seconda fase questi sono stati lentamente superati dall’avvento di OpenLayers (www.openlayers.org), una libreria Javascript per la visualizzazione e l’interrogazione di svariati formati di dati e servizi georiferiti. I punti di forza per l’affermazione di OpenLayers come software di riferimento per la pubblicazione di geodati sul Web sono stati sia la possibilità di poter visualizzare dati distribuiti mediate Web Service (come il WMS o il WFS), che avere un’interfaccia simile a quella di Google Maps, il maggiore competitor nel campo del software proprietario. Essendo unicamente un applicativo di tipo client, OpenLayers ha però alcune carenze rispetto i primi software WebGIS: per esempio non ha strumenti per stampare, per fare ricerche di toponimi, per generare legende dinamicamente. Soprattutto poi, la creazione, mediante OpenLayers, di applicazioni graficamente gradevoli, richiede un buon livello di competenze lato Web Design. La nascita di GeoExt (geoext.org), ha reso più agevole lo sviluppo di applicazioni WebGIS che consentono all’utente un’esperienza di navigazione più fluida e desktop-like. GeoExt, anch’esso scritto in Javascript, costituisce il raccordo tra OpenLayers e ExtJS (www.sencha.com/products/js). Quest’ultimo è un software, sviluppato in Javascript, per la realizzazione di pagine internet complesse: permette l’interattività con l’utente e animazioni senza l’utilizzo di Flash o Silverlight; ha la possibilità di creare facilmente elementi comuni come finestre, popup, tabelle, form oppure componenti più

complessi quali grafici, slider e soprattutto può interagire con linguaggi di programmazione server (per esempio PHP o Java) attraverso la tecnologia Ajax. Quest’ultima caratteristica può essere molto utile per leggere e/o modificare dati salvati su un database. GeoExt estende quindi le capacità di OpenLayers, dando la possibilità agli sviluppatori di creare WebGIS con interfacce complesse e con tutte le funzionalità richieste dagli utilizzatori finali. GeoExt viene rilasciato con licenza BSD, il copyright è detenuto da OSGEO (l’associazione mondiale per il software geospaziale libero) e la versione stabile attuale è la 1.0. Fanno parte dello sviluppo sia persone volontarie sia dipendenti di tre compagnie mondiali leader nel campo del software GIS libero; questo ha permesso uno sviluppo abbastanza rapido e di qualità. Di seguito sono riportate alcune delle caratteristiche specifiche di GeoExt: • modulo per la stampa altamente personalizzabile che si appoggia a GeoServer o MapFish, • slider per l’opacità dei layer e per lo zoom, • elenchi dei layer altamente personalizzabili, • selezione di feature da tabella o direttamente dalla mappa, • facilità nella realizzazione di pulsanti ai quali associare svariate funzionalità, specialmente geografiche, • possibilità di ottenere i valori da diverse tipologie di dati (vettoriali, servizi WMS, WFS e WCS) per poi gestirli con semplicità in tabelle oppure popup,

• semplicità nel generare legende a partire da layer WMS.Laddove si decida di usare GeoExt, ExtJS o OpenLayers. E' bene ricordare che, al momento di passare in produzione il proprio sistema, è possibile rimuovere i moduli che non si utilizzano. Ciò diminuisce il peso delle librerie da caricare sul client e velocizza la visualizzazione della pagina.

Ringraziamenti SI RINGRAZIANO IVAN MARCHESINI, CNR IRPI PERUGIA, E LUCA CASAGRANDE, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA, PER L'IMPORTANTE LAVORO DI REVISIONE DELL'ARTICOLO.

Parole chiave GEODATA, 3D, STEREOSCOPIA, OPEN SOURCE.

Abstract GeoExt to develop WebGIS applications The development of tools for the creation of portals WebGIS has seen the alternation of two phases and an increasing use of technology.

Autore LUCA DELUCCHI LUCA.DELUCCHI@IASMA.IT In alto: http://webmap.irpi.cnr.it/

PIATTAFORMA GIS & REMOTE SENSING, DIPARTIMENTO BIODIVERSITÀ ED ECOLOGIA MOLECOLARE, CENTRO RICERCA ED INNOVAZIONE IASMA, FONDAZIONE EDMUND MACH

Qui a fianco: http://montagneaperte.gfosservices.it/ webgis/

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GEOmedia n°4-2011



IMMAGINI

Napoli e il Vesuvio, immagine CIR RapidEye è una costellazione di 5 satelliti artificiali tedeschi eliosincroni, che acquisiscono immagini alla risoluzione di 5m,in cinque bande multispettrali. Le immagini RapidEye sono state le prime a disporre della banda "red-edge" che, grazie alla sua capacit‡ di individuare variazioni nel contenuto in clorofilla, Ë particolarmente indicata perl'analisi della vegetazione, per la sua classificazione e per la quantificazione di azoto nella biomassa. Inoltre i 5 satelliti, avendo lo stesso tipo di equipaggiamento di sensori, e viaggiando uno dietro l'altro nella stessa orbita, permettono un tempo di rivisitazione molto breve e líacquisizione d'immagini di grandi superfici su base giornaliera; la costellazione può infatti acquisire fino a 4 milioni di km2 al giorno (es. copertura della Regione Lazio in 15 gg). Le immagini RapidEye hanno il costo più basso della categoria, e sono ideali per lo studio della vegetazione, dell'agricoltura, delle foreste, dell'ambiente, e in tutti i campi applicativi che richiedono un monitoraggio aggiornato e frequente. Sono già a disposizione diversi scenari stagionali di tutta Italia a partire dal 2009. Per informazioni e immagini d'esempio contattare: rapideye@iptsat.com, oppure visitate il sito web www.iptsat.com.

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GEOmedia n°4-2011



AGENDA

2011 1 - 3 novembre Beirut (Libano) Esri Middle East and Africa User Conference Web: www.esri.com 31 ottobre - 3 novembre Brussels SeCoGIS 2011 5th International Workshop on Semantic and Conceptual Issues in GIS Web: http://cs.ulb.ac.be/ conferences/secogis2011/ 8 - 9 novembre The Hague (Paesi Bassi) SPAR Europe Web: www.sparpointgroup. com/Europe/ 16 novembre In tutta Italia GISday Web: www.esriitalia.it 15 - 17 novembre Canberra (Australia IGNSS 2011 Web: www.ignss.org 15 - 18 novembre Parma XV Conferenza ASITA Web: www.asita.it 16 - 18 novembre Torino ITN Infrastructure, Telematics & Navigation Web: www.itnexpo.it

16 - 18 novembre Deft (Paesi Passi) 2nd International Workshop on 3D Cadastres email: P.J.M.vanOosterom@ tudelft.nl

29 novembre - 1 dicembre Utrecht (Paesi Bassi) GIN Congres/Geo-Info Xchange 2011 Web: http://geoinfo. kingsquare.nl

18 - 19 novembre Istanbul (Turchia) Earth Observations for the Social Benefits of Balkan Areas Web: www.observe-fp7.eu 21 - 23 novembre Vienna (Austria) 8th International Symposium on Location-Based Services Web: www.lbs2011.org 24 - 25 novembre Foggia Quarto Gfoss Day Web: www.gfoss.it 28 - 30 novembre Venezia ICCCGW 2011 Web: www.waset.org/ conferences/2011/venice/ icccgw/ 29 - 30 novembre Salisburgo European LiDAR Mapping Forum 2011

Indice Inserzionisti ABACO

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ASITA

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BOVIAR

17

29 novembre - 2 dicembre Frascati Eart Observation for OceanAtmosphere Interactions Science Web: www. eo4oceanatmosphere.info

CGT

21

30 novembre - 2 dicembre Valencia (Spagna) 7th International gvSIG Conference Web: http://jornadas.gvsig.org

GEOGRA'

35

GEOGRAFICA

49

GEOTOP

2

7 - 9 dicembre Frascati GRSG Workshop - Advances in Geological Remote Sensing Web: http://earth.eo.esa.int/ workshops/grsg2011/

CODEVINTEC

4

CRISEL

18

EPSILON ITALIA

38

ESRI ITALIA

23

GEOCART

11

GESP

31

GEXCEL

34

INTERGRAPH

27

ITN

46

MAE

39

NBL

16

NETHIX

30

PITNEY BOWES

19

PLANETEK

45

PRISMA

55

ROMA MOBILITA

56

SINERGIS

51

TEOREMA

9

TRIMBLE

43

ZENIT

14


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