GEOmedia 4 2012

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Rivista bimestrale - anno XVI - Numero 4/2012 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

N째4 2012

Q UANTO SONO FRUIBILI I D ATI T ERRITORIALI DELLE P UBBLICHE A MMINISTRAZIONI ?

INTERVISTA A MAURO SALVEMINI

X Integrazione tra Database Topografico e Catasto

X Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali

X Una nuova piattaforma per gli Open Data

X Spending review: opinioni dal Geoportale Nazionale



Geomatici a rischio? www.rivistageomedia.it

GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 10 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Luciano Surace, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Nomentana, 525 00141 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Editore: A&C2000 s.r.l. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Numero chiuso in redazione il 15 Ottobre 2012. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore. Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

Una forte dibattito normativo sta interessando il nostro settore, segno che qualcosa deve cambiare, il che di per se è un segno positivo. Il problema vero è capire se l'evoluzione porterà reali benefici e in tal caso, a chi. La categoria dei geomatici ovvero, la categoria di coloro che a vario titolo si occupano di misurare le cose che si trovano sulla superficie terrestre, è quella al momento più dinamica e anche a rischio in quanto deve continuare ad effettuare enormi trasformazioni dovute all’adeguamento tecnologico che ci sta dando possibilità considerate impossibili ed inimmaginabili solo qualche anno fa. Il modo con cui vengono acquisiti i dati geografici, e la loro misura, ha attraversato un periodo di rinnovamento indotto dal digitale che è entrato poco alla volta all’interno delle nostre vite, consentendo di realizzare oggi quelli che erano sogni per coloro che rimasero affascinati e avvinti dalla prima era digitale quale quella che raggiunse all’epoca la comunità allargata con il 'Being Digital' del direttore del MIT degli anni ’80 (N. Negroponte). Un solco importante all’ingresso di una nuova conoscenza che si sta appoggiando oggi come mai sull'informazione geografica, la NSDI (o IDT che dir si voglia) distribuita all’interno di una vera infrastruttura complessa, assimilabile alle infrastrutture primarie, che assolverà ben presto al proprio ruolo negli impianti urbanistici dei rinnovati insediamenti cittadini ormai consci di dover restituire al territorio la sua naturale conformazione. Inserendosi, senza portare ulteriori sconvolgimenti e dando un senso reale alla disperata concezione di smart cities di cui stiamo inconsapevolmente parlando tutti, spinti anche un po’ dalle mode del momento, purtroppo cavalcate dalla classica speculazione intellettuale tecno-economica. Consiglio a chiunque di vedersi almeno il primo video della serie “Geospatial Revolution” realizzati dalla Penn State University (geospatialrevolution.psu.edu) di cui parlammo qualche tempo fa su rivistageomedia.it e che sono stati anche sottotitolati in italiano dagli autori del blog Tanto (blog.spaziogis.it), per avere una serena visione della evoluzione geospaziale che abbiamo vissuto. Agli operatori tradizionali del settore, categorie spesso neanche rappresentate, che avevano fatto investimenti cospicui su strumentazioni che escono fuori di scena prima ancora di essere state ammortizzate, agli investimenti forse mai recuperati su costosi restitutori analitici (per fortuna poi diventati digitali), alle camere fotogrammetriche anch’esse oggi digitali, ai gps base + rover, cosa possiamo dire se viviamo in un epoca in cui un rilievo fotogrammetrico viene venduto anche se eseguito con una camera e un software da pochi euro con qualità bassa ma non da tutti riconoscibile? Seguire l’onda dell’innovazione è il cavallo di battaglia del momento, non ci è consentito ora di rilassarsi sulle conquiste passate e sulla consistenza industriale precedente. Per questo il dibattito legislativo è ricco, come in questo numero ve ne diamo conto riportandovi opinioni dei responsabili delle organizzazioni che gestiscono i cataloghi e i repertori dei dati geografici nazionali. Buona lettura, Renzo Carlucci

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SOMMARIO 4 - 2012

FOCUS

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L’INTEGRAZIONE TRA DBT E CATASTO: UN NUOVO STRATO INFORMATIVO PER LA GESTIONE DEL TERRITORIO TRAMITE GIS DI

FRANCO GUZZETTI E ALICE PASQUINELLI

REPORTS

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OPERAZIONI

TOPOGRAFICHE PER IL COLLAUDO DI UNA

PASSERELLA CICLO DI

PEDONALE

GIORGIO BEZOARI, MARCO BORSA, DEMETRIO MALAVENDA, ATTILIO SELVINI

24 Una nuova piattaforma per i Dati Aperti DI

ERNESTO LATRES E ALESSANDRO GRECO

28 Verso i Linked Open Data Geografici DI

ALFREDO ABRESCIA

30 Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali: ruolo, stato di attuazione e adempimenti delle amministrazioni DI

GABRIELE CIASULLO

38 Sistemi WebGIS e Inventario IFFI per la Prevenzione

nel Rischio Frane DI ITALO DI GIOVANNI, FEDERICO FERRARI, FRANCESCO PEDRIELLI.

44 Il rilievo 3d dell’amplexus in aere E P C N B 48 RapidEye e la banda Red Edge per la creazione di Mappe di DI

Clorofilla

DI

RMINIO

AOLO

ANEVESE E

ICOLA

ENEDET

FABIANO CAMPO E VALERIO DE LUCA

GEOSPATIAL

40 S DI

INSERZIONISTI 3D Target AerRobotics ARVAtec CGT Codevintec Crisel Epsilon ESRI EXELIS Geogrà Geosolutions Geotop

55 10 26 22 4 21 32 51 56 29 27 17

GESP Gexcel Intergraph IUAV Microgeo NBL Planetek Sinergis SistTer Teorema Trimble Virtualgeo Zenith

23 53 43 54 18 16 2 47 33 52 11 20 19

MART

CITY:

ASPETTI GEOMATICI DI UN PARADIGMA

“FUZZY”

ANDREA FIDUCCIA

INTERVISTE

34 Intervista a Mauro Salvemini R 36 Intervistaall'arch. Martini del Geoportale Nazionale A CURA DELLA

EDAZIONE

sull’emendamento relativo alla fruibilità dei Dati Territoriali presenti sul testo legislativo della “Spending Review” A CURA DELLA REDAZIONE

The four Galileo In-Orbit Validation satellites in their orbits Credits: ESA - P. Carril Il 12 Ottobre 2012 è stato effettuato il lancio della seconda coppia dei 30 satelliti gemelli della costellazione GALILEO che, che raggiungendo in orbita i due esemplari già operanti dalla fine del 2011, consentono di realizzare la configurazione minima operativa (4 satelliti) per avviare le operazioni di validazione del sistema dando in pratica la possibilità di avere il posizionamento di un punto a Terra. I quattro satelliti in orbita avranno infatti il compito di completare la fase cosiddetta IOV (In Orbit Validation), grazie al fatto che la costellazione ha così raggiunto il numero minimo di unità in orbita (4) necessarie per poter testare le prestazioni del sistema ogni volta che i satelliti saranno visibili nel cielo. Attualmente si prevede per la fine del 2014 il dispiegamento di almeno 18 satelliti (inclusi i 4 attualmente in orbita) e con essi l'inizio dell'erogazione dei servizi previsti per i cittadini europei. La Full Operational Capability (FOC) del sistema sarà invece raggiunta con il dispiegamento di tutti i 30 satelliti, che è attualmente previsto per il 2018.

ALTRE RUBRICHE

18 MERCATO 50 OPEN SOURCE 52 ASSOCIAZIONI 53 RECENSIONE 54 AGENDA


FOCUS

L’integrazione tra DbT e catasto: un nuovo strato informativo per la gestione del territorio tramite GIS di Franco Guzzetti, Alice Pasquinelli

L’ampliamento dei tematismi del DbT attraverso l’acquisizione dei dati catastali e l’armonizzazione tra i due strumenti cartografici costituisce un importante passo verso la realizzazione di SIT di tipo gestionale: i nuovi contenuti informativi acquisiti al DbT vanno però strutturati in base agli usi che sono destinati a supportare.La gestione dei diritti edificatori derivanti da perequazione urbanistica ne costituisce un esempio.

C

on l’articolo 11 della legge regionale n. 12 del 11 marzo 2005 la Lombardia introduce nel proprio ordinamento giuridico-urbanistico il meccanismo della perequazione quale strumento di pianificazione finalizzato a ripartire, tra i proprietari degli immobili, vantaggi e oneri derivanti da interventi di nuova edificazione e trasformazione. Il funzionamento di tale meccanismo permette di riconoscere, a tutti i proprietari di suoli che presentino eguali condizioni di fatto (localizzazione, destinazione d’uso) e di diritto (previsioni urbanistiche vigenti) un unico indice di edificabilità, indipendentemente dalla destinazione pubblica o privata che verrà attribuita alle aree dal Piano di governo del territorio (PGT): una volta stabiliti gli indici di edificabilità per omogenei ambiti di territorio, i diritti edificatori che ne derivano sono svincolati dalla proprietà che li ha generati e possono essere trasferiti, lasciando libere le aree che il piano destina a servizi pubblici (aree di decollo dei volumi) e concentrando la realizzazione volumetrica dove consentito (aree di atterraggio). In questo modo ai proprietari, sia di aree edificabili sia di aree vincolate dal piano, viene riconosciuta l’edificabilità sulla base dell’estensione fondiaria dei terreni; i volumi riconosciuti dal piano potranno essere realizzati sulle aree in cui sono ammesse trasformazioni, riconoscendo lo “ius aedificandi” ad ogni proprietario, e contemporaneamente recuperando a titolo gratuito le aree necessarie a realizzare servizi di pubblica utilità.Lo strumento del-

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la perequazione, dunque, costituisce un’opzione facoltativa e non obbligatoria attraverso il quale sopperire al problema del doppio regime dei suoli (aree edificabili contro aree di interesse collettivo) permettendo, sia dal punto di vista economico sia giuridico, di basare il progetto urbano sulle esigenze che lo specifico contesto urbano presenta piuttosto che sull’assetto fondiario. Sempre la Lr 12/2005 sancisce che i diritti edificatori attribuiti a titolo di perequazione e di compensazione sono commerciabili e incarica i comuni di istituire un registro delle cessioni dei diritti edificatori, aggiornato e reso pubblico secondo modalità stabilite dagli stessi comuni. Non solo, ai sensi dell’ art 5, comma 3 del decreto legge 70/2011, convertito dalla legge 106/2011, la cessione di cubatura rientra a tutti gli effetti tra i contratti soggetti a trascrizione.È evidente che la mole di informazioni necessarie per la gestione del meccanismo perequativo determina la necessità di predisporre idonei strumenti applicativi per tenere conto dei volumi generati dal piano, dei loro trasferimenti e del loro utilizzo, nonché dei passaggi di proprietà delle aree rese disponibili per la realizzazione di servizi pubblici: non tanto per i casi di perequazione parziale, limitata ad ambiti interessati da pianificazione attuativa e programmazione negoziata, i cui perimetri circoscrivono il numero dei partecipanti allo scambio alle sole proprietà interessate; ma particolarmente per i contesti in cui si applica un modello perequativo genera-

lizzato, interessando l’intero territorio urbanizzato,con l’eccezione, sempre stabilita dal legislatore regionale, delle aree agricole. Si renderà necessario predisporre registri e meccanismi di controllo finalizzati a tenere conto dei trasferimenti volumetrici, a controllare che l’edificabilità originata da un’area non sia utilizzata più volte e a perfezionare la cessione agli enti comunali delle aree per servizi: tutto ciò comporta un’efficace organizzazione dei flussi di informazione e la strutturazione di un idoneo sistema informativo (De Carli, 2007). Ciononostante,le pubbliche amministrazioni possono oggi contare sui sistemi informativi territoriali quali strumenti in grado di trattare informazioni complesse e provenienti da differenti banche dati: il computo dei diritti volumetrici, generato a partire dalle superfici fondiarie dei terreni (desumibili dai dati catastali) sulla base degli indici di edificabilità attribuiti dal piano, è legato a banche dati di natura territoriale che possono essere facilmente gestite, con i dovuti accorgimenti, tramite i SIT comunali. Sfruttando quindi la componente alfanumerica delle informazioni territoriali, carattere peculiare di un GIS, è possibile procedere con l’editing dei dati disponibili, alla loro elaborazione, al calcolo di indici e parametri andando ad interrogare e ad incrociare informazioni di origine differente (nel caso specifico dei diritti edificatori, dati catastali e prescrizioni del PGT). Implicita è, nell’ambito dell’interoperabilità tra banche dati di natura di-

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FOCUS versa, la necessità di armonizzazione tra dataset, che deve garantire la sussistenza di una certa corrispondenza topologica tra geometrie e/o la predisposizione di correlazioni logiche tra le componenti informative alfanumeriche (per esempio attraverso l’univocità dei codici di identificazione degli oggetti). A tal proposito Regione Lombardia nel 2010 ha emanato un documento Quadro di riferimento per l’aggiornamento del Database Topografico e l’interscambio con le banche dati catastali al fine di indirizzare l’operato delle pubbliche amministrazioni intenzionate a procedere con la predisposizione di SIT per la gestione integrata del territorio (Regione Lombardia, 2010): il passaggio verso un’infrastruttura informatica di questo tipo presuppone l’arricchimento dei contenuti informativi a partire dalle esigenze gestionali (appunto) che gli enti territoriali esprimono e tramite questo documento l’ente regionale sancisce ufficialmente la volontà di procedere con un riallineamento del catasto sul DbT, cogliendo l’occasione per sopperire alle incongruenze geometriche che la mappa catastale attualmente presenta in particolare in quei contesti dotati di mappa a perimetro aperto (zona pedemontana. Tale operazione di armonizzazione comporterebbe, di conseguenza, anche il riallineamento con lo strumento di pianificazione i cui perimetri sono normalmente tracciati a partire dalle geometrie presenti nel Database Topografico. L’armonizzazione del catasto e la definizione delle aree di pertinenza degli edifici Attraverso una nuova variante all’attuale PGT adottato nel 2009, il comune Melzo (provincia di Milano) intende estendere l’applicazione della perequazione urbanistica ai tessuti urbani consolidati a prevalente destinazione residenziale, passando da un regime perequativo di tipo localizzato (limitato ai soli ambiti di trasformazione) ad uno tipo diffuso, con esclusione, oltre che degli ambiti agricoli, dei tessuti urbani a destinazione produttiva e terziario-direzionale. È nell’ambito della predisposizione del cosiddetto borsino dei diritti edificatori che per questa municipalità è stato predisposto uno studio finalizzato a valutare l’entità delle volumetrie residue insistenti sul tessuto urbano consolidato (TUC), che potrebbero partecipare ai meccanismi di commercializzazione e scambio attivati con l’istituzione del borsino. Lo scopo dello studio attivato su Melzo è finalizzato a elaborare una prima

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Figura 1 - Le mappe catastali presenti in Regione Lombardia: tipologie e localizzazione.

stima dei volumi commerciabili che lo strumento urbanistico genera sul territorio già urbanizzato, nonché a rendere noto, ai proprietari interessati, della possibilità di partecipare ai meccanismi di scambio previsti dal borsino. Il lavoro si configura così come un’analisi a campione basata sulla disamina di un certo numero di lotti edificati, suddivisi proporzionalmente per ciascuna tipologia di tessuto urbano ricadente su una specifica area d’analisi, i cui risultati sono estesi statisticamente alla porzione di territorio considerata (Guzzettiet al., 2012).

L’analisi ha preso avvio dalla preliminare predisposizione di idonee unità d’indagine: il computo dei diritti edificatori residui per i lotti costituenti il TUC dev’essere finalizzato a determinare, per ciascuna proprietà, l’ammontare di volumetria ancora realizzabile secondo quanto prescritto dallo strumento di pianificazione. Tuttavia, non sempre sussiste una corrispondenza univoca tra lotti edificati e proprietà; se infatti si mette a confronto la cartografia tecnica (nel caso specifico il Database Topografico) con quella catastale (descrittiva della ripartizione

Figura 2 - Il perimetro dell’area di indagine e la localizzazione dei lotti costituenti il campione analitico.

Figura 3 - Le tipologie di tessuto urbano ricomprese nell’area di indagine.

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FOCUS

Figura 4 - Una pertinenza edilizia ricompresa all’interno di un’unica particella catastale.

Figura 5 - Una pertinenza edilizia ripartita su più particelle catastali.

proprietaria del territorio) ci si può imbattere in due situazioni differenti: in un primo caso tutti gli elementi che concorrono a formare il lotto (edificio e relative pertinenze, quali cortile, box, aree verdi) possono essere ricompresi all’interno della medesima particella catastale; in una seconda ipotesi l’area di pertinenza dell’edificio potrebbe essere ripartita su più particelle motivo per cui, per procedere correttamente al computo dei diritti edificatori relativi al lotto, occorre disporre dell’informazione aggregata di tutte la particelle che lo costituiscono. Facendo riferimento alle indicazioni fornite dalla Regione tramite il quadro di riferimento emanato nel 2010, si è proceduto quindi alla predisposizione di un nuovo strato informativo in ambiente GIS finalizzato a materializzare una corrispondenza topologica tra

lotti edificabili, desumibili da Database Topografico, e aree di pertinenza (AdP), costituite da una o più particelle catastali: tale strato informativo è stato generato attraverso il ridisegno delle particelle catastali sulla base delle geometrie rinvenibili in DbT e la loro successiva aggregazione in AdP, ovviando così ai problemi di disallineamento e incongruenza riscontrabili tra i due strumenti cartografici (Pasquinelli, Ronconi, 2011). Ad ogni AdP è stato attribuito un codice identificativo exnovo, che permette di tenere traccia delle particelle che la compongono: in questo modo è possibile risalire in qualsiasi momento ai dati relativi ai singoli mappali e quindi alle informazioni rispetto alla proprietà dei beni immobili. Tenere traccia delle particelle catastali che compongono ciascuna AdP è fondamentale per reperire i dati metrici a partire dai quali procedere con il computo volumetrico: il lavoro di stima dei volumi residui è condotto a partire dalle misure di superficie, in particolare confrontando il volume realizzabile, calcolato sulla superficie fondiaria (Sf) del lotto in base all’indice fondiario (If) attribuito dal piano, con il volume esistente, calcolato sulla superficie lorda di pavimento (Slp) degli edifici. I valori di superficie così richiesti potrebbero essere reperiti nei computi metrici contenuti all’interno delle pratiche edilizie legate ad eventuali interventi di modifica dei fabbricati (ampliamenti, realizzazione di box,…) realizzati nel temposui lotti in questione: appare evidente però che non tutti i lotti presi in esame sono stati necessariamente soggetti a tale tipologia di interventi. Tuttavia la banca dati catastale è in grado di fornire i valori di superficie riferiti all’estensione fondiaria dei terreni e alla consistenza delle unità immobiliari. In particolare, la Sf del

Figura 6 - La creazione delle aree di pertinenza mediante il ridisegno e la generalizzazione geometrica dei mappali.

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lotto può essere desunta dall’estensione dell’area di pertinenza (corrispondente all’estensione della particella o del gruppo di particelle che la costituiscono): attraverso l’applicazione Visure Online resa disponibile sul sito dell’Agenzia del Territorio è stato possibile recuperare i dati metrici indicando sezione, foglio e mappale per ciascuna particella. Inoltre, il comune di Melzo aderendo al progetto GIT (Gestione Integrata del Territorio) dispone dell’accesso alla piattaforma Diogene, la quale rende disponibili le informazioni di superficie delle singole unità immobiliari suddivise per tipologie di vani (vani principali e accessori): in questo modo si è proceduto con la determinazione della Slp per ciascun edificio ricadente all’interno delle aree di pertinenza identificate. La strutturazione di questa base informativa per aree di pertinenza consente di trattare correttamente anche gli insediamenti sorti nell’ambito di piani attuativi. A titolo esemplificativo prendiamo il caso in cui i volumi previsti da un piano di lottizzazione (P.L.) siano statati concentrati solo in una parte dell’area interessata dal piano lasciando libere porzioni a verde; con il passare del tempo il lotto in questione viene frazionato generando due particelle distinte di cui una (quella su cui è stata concentrata l’edificazione) presenta volumetrie realizzate in eccedenza rispetto alle previsioni di piano e una (quella libera) con volumetrie disponibili. Per una corretta gestione di situazioni simili l’AdP dovrà essere costituita dalle particelle che originariamente furono ricomprese nel P.L. permettendo di trattare unitariamente ed equamente le aree che hanno contribuito a generare l’insediamento attuale. Elaborazione dei dati e stima dei volumi residui All’interno dello strato informativo relativo alle Aree di Pertinenza sono dunque stati inseriti i valori di superficie sopradescritti. Va fatta però una specificazione rispetto ai dati metrici relativi alla Slp: la determinazione di tali valori non è univoca in quanto nel computo di questo parametro possono essere incluse o escluse le superfici di alcune particolari tipologie di vani (tra quelli di tipo accessorio) qualora presentino determinate caratteristiche. Per esempio sono escluse dal calcolo della Slp le parti di fabbricato destinate a cantina aventi la quota di intradosso del solaio di copertura non superiore a +1,20 m rispetto alla quota zero del lotto in questione. Appare

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FOCUS

Figura 7 - L’interfaccia della piattaforma Diogene sviluppata nell’ambito del progetto GIT (gestione intersettoriale del territorio).

evidente come il reperimento di un certo tipo di informazioni (come può essere la misurazione della quota di intradosso del solaio di una cantina) prevedano delle operazioni di rilievo di dettaglio che vanno oltre la stima di massima richiesta in questa prima fase di studio. Tuttavia, per non eludere l’obiettivo dell’analisi, si è voluto procedere con un doppio computo della Slp per ciascuna area di pertinenza, comprendendo in un primo calcolo i soli vani principali e in un secondo anche i vani accessori, configurando per ogni AdP la migliore a la peggiore ipotesi in termini di disavanzo volumetrico. Sarà poi il privato cittadino, qualora dalla stima risulti che sulla proprietà sussistono volumi residui utilizzabili e commerciabili, ad ingaggiare un professionista che proceda ad un computo di dettaglio utile a determinare precisamente l’ammontare di tali volumi. Una volta elaborati i dati di superficie e ottenuti gli scarti derivanti dal confronto tra volumi esistenti e volumi realizzabili è stato possibile identificare le aree di pertinenza sulle quali sussistono diritti edificatori residui e, sulla base del conteggio delle AdP presenti per ciascuna tipologia di tessutourbano (secondo la classificazione fornita dal piano), procedere con l’estensione statistica dei valori rilevati, mantenendo sempre la distinzione tra volume esistente calcolato a partire da Slp comprensiva dei soli vani principali e volume esistente calcolato da Slp comprensiva dei vani accessori. Occorre segnalare che volumetrie residue sono risultate solo per quegli ambiti urbani a bassa densità caratterizzati dalla presenza di edifici isolati su lotto, sorti nel tempo in modo autonomo e senza un progetto unitario che ne sfruttasse al massimo le capa-

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cità edificatorie.L’esito dello studio evidenzia un residuo volumetrico (cioè una capacità edificatoria) medio per area di pertinenza che varia da 130 m3(considerando vani principali ed accessori) a 323 m3 (qualora nel computo della Slp vadano ricompresi i soli vani principali); il valore medio di residuo volumetrico per metro quadrato di superficie fondiaria varia invece tra 0.31 m3/m2 e 0.77 m3/m2. Infine, disponendo di tutti i dati strutturati ed organizzati in ambiente GIS, si è proceduto con la restituzione grafica dei risultati, ottenendo una mappatura delle aree di pertinenza che evidenzia i fenomeni riscontrati in fase analitica: in verde sono state segnalate le AdP sulle quali è stata rilevata l’esistenza di volumi residui; in arancione si è dato nota di quelle AdP sulle quali sussistono volumi residui solo se si computano nel calcolo della Slp i soli vani principali, mentre non ne risultano se all’ammontare della Slp partecipano anche i vani accessori (spetterà al professionista in sede di rilievo di dettaglio stabilire se ne esistono e in che quantità); in rosso si segnalano le AdP che in nessun caso dispongono di volumetrie residue. Dall’analisi alla gestione Come è possibile notare dal racconto del lavoro svolto, al fine di ottenere i valori di superficie provenienti da un’unica fonte (catasto) si è reso necessario acquisire i dati tramite due piattaforme (Visure Online e Diogene) distinte rispetto al SIT comunale: la prima esigenza a cui sopperire è dunque quella di ampliare e integrare i contenuti delle infrastrutture informatiche territoriali con quelli catastali al fine di avere diretto accesso alle informazioni necessarie alla predisposizione dei

servizi di gestione informatizzata del borsino e più in generale dei meccanismi di trasferimento dei volumi e delle aree soggette a perequazione, non tralasciando la possibilità di spostare su supporto digitale gli iter procedurali e autorizzativi in materia edilizia. L’analisi qui presentata è ovviamente un primo step nell’indagine sui residui di piano insistenti sul territorio comunale ed è ampliabile a tutte le aree di pertinenza costituenti il TUC. I risultati che ne derivano vanno poi pubblicizzati al fine di rendere noto alle proprietà del potenziale volumetrico di cui dispongono: ovviamente, a questa primo calcolo di massima dovranno seguire rilievi di dettaglio atti a certificare correttamente l’entità di volumi residui per ciascuna AdP e tramite trascrizione notarile ciascun proprietario potrà partecipare ai meccanismi di scambio del borsino per la quota di competenza. Oltre all’utilizzo delle aree di pertinenza quali unità di indagine utilizzate a fini analitici è poi auspicabile pensare alle applicazioni di tipo gestionale che possono essere destinate a supportare il borsino: una volta predisposte correttamente le geometrie, lo strato informativo può essere utilizzato come strumento di supporto al registro delle cessioni previsto dalla normativa regionale, attraverso la collaborazione dei professionisti coinvolti nel processo perequativo (architetti ma anche notai). Software ad hoc possono essere studiati con diverse interfacce,

Figura 8 - La mappatura dei risultati relativi alle volumetrie residue riscontrate nel campione analitico.

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FOCUS che prevedano accessi specifici per le diverse tipologie di utenti: accessi per gli enti gestori, che permettano di predisporre la banca dati ed averne controllo; accessi per i professionisti, che permettano di acquisire i dati specifici relativi ai computi metrici e rispetto ai trasferimenti formalizzati tramite atti notarili; accessi pubblici per la cittadinanza, che permettano di prendere visione sia ai dati proprietari, ma anche di informazioni rispetto ai soggetti interessati a cedere o ad acquisire volumi edificabili permettendo di tutelare i dati sensibili. Inoltre, una volta giunti al completamento di questo tipo di informazione, e quindi aver raccolto tutti i dati relativi ai residui di piano, sarà possibile procedere con l’elaborazione di scenari rispetto allo stock edificatorio ancora in gioco, entrando nel merito di quante volumetrie ancora fluttuano sul territorio e quale potrebbe essere l’effetto del loro insediamento: si produrrebbe insomma una conoscenza utile anche ai fini della pianificazione, rendendo possibile la valutazione ottimale delle diverse ipotesi localizzative anche attraverso elaborazioni tridimensionali in grado di modellizzare, per ciascuna localizzazione potenziale,gli impatti generati dal punto di vista del soleggiamento e elle visuali. In questo caso le scelte di piano sarebbero supportate dall’evidenza probatoria del dato (Paolillo, 2010) in grado di motivare pienamente le ragioni delle azioni intraprese mettendo in risalto l’oggettività delle analisi condotte.

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Figura 9 - La creazione del Gis di gestione del trasferimento dei diritti edificatori.

Abstract

Bibliografia

Widening the range of contents forming the Topographical Database through the integration with the Land Registry geometries and data is an important step towardthe realization of amanagement GIS: new information acquired by the Topographical Database need to be structured depending on the applications they are going to support. Administration through GIS technology of development right trade, arising from urban equalization mechanisms, constitutes a good example for the automation ofprocesses and procedures related to the territory.

De Carli M. (a cura di) 2007, Strumenti per il governo del territorio: perequazione urbanistica e borsa dei diritti edificatori, Franco Angeli. Guzzetti F., Marchetti M., Pasquinelli A., 2012, Development rights management through GIS technology: the case study of Melzo(Milano), AttidellaConferenzaInput 2012. Pasquinelli A., Ronconi M., 2011, L’integrazione del database topografico di regione Lombardia con i dati provenienti dagli archivi catastale: la determinazione delle aree di pertinenza, Tesi di laurea magistrale Paolillo P. L., 2010, Sistemi informativi e costruzione del piano, Maggioli editore Regione Lombardia, 2010, Quadro di riferimento per l’aggiornamento del Database Topografico e l’interscambio con le banche dati catastali.

Autori FRANCO GUZZETTI FRANCO.GUZZETTI@POLIMI.IT ALICE PASQUINELLI

ALICE.PASQUINELLI@POLIMI.IT

Parole chiave

DIPARTIMENTO BEST POLITECNICO DI MILANO

DI PERTINENZA, DIRITTI EDIFICATORI.

DATABASE TOPOGRAFICO, CATASTO, AREE

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PRECISIONE TOPOGRAFICA, VANTAGGIO DEL PALMARE

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Operazioni topografiche per il collaudo di una passerella ciclo - pedonale di Giorgio Bezoari, Marco Borsa, Demetrio Malavenda, Attilio Selvini

Di norma, il collaudo di ponti, viadotti, cavalcavia, strutture quasi sempre in cemento armato (spesso presollecitato) oppure in acciaio (a travi reticolari od a travate piene) viene fatto con la ben nota livellazione geometrica di precisione ma se si desidera una analisi dei movimenti 3D si può procedere in altri modi.

In alto sullo sfondo del titolo, Figura 1 - Vista globale del manufatto. Qui a fianco, Figura 2 - Pianta e prospetto della passerella.

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ggi si utilizzano al meglio livelli digitali e stadie codificate, che permettono il più facile trattamento dei dati, oltre al loro accumulo nella memoria dello stesso livello. Le deformazioni vanno normalmente, in base alla luce delle travi, al loro materiale costitutivo ed al carico, da pochi millimetri ad alcuni centimetri; l’operazione viene fatta con ripetute livellazioni: a manufatto scarico, poi sotto carico ed infine nuovamente a struttura scarica, per valutare il comportamento elastico delle deformazioni. Ben diverso è il discorso per le passerelle pedonali e ciclopedonali, talvolta in legno e con travate rettilinee oppure arcuate, altre volte in legno od in acciaio ma sospese e rette da funi. In questo caso, pur essendo i carichi di collaudo assai minori di quelli dei manufatti più sopra ricordati (si tratta solitamente dell’equivalente di “folla compatta”) le deformazioni sono invece ben maggiori, e per luci forti raggiungono parecchi decimetri. Quindi sarebbe inutile ed anzi controproducente ricorrere alle livellazioni: l’impiego di un buon teodolite digitale, con o senza prismi retroriflettenti, costituisce oggi il mezzo di misura più adatto. Del resto, già negli anni Settanta del secolo scorso si erano compiuti esperimenti di misura delle deformazioni non con la classica livellazione geometrica, bensì con teodoliti al decimillesimo [Tomelleri1974]. Abbiamo detto nel titolo di “operazioni topografiche”; forse sarebbe meglio parlare di operazioni di “microgeodesia”, dato che nei collaudi delle strutture e nella misura delle deformazioni in genere si usano strumenti di incertezza molto bassa, tipici proprio delle osservazioni eseguite a scopo geodetico (reti di livellazione fondamentali, reti di appoggio). In realtà non è quasi affatto usata nella nostra lingua, l’espressione che per esempio è diffusa in tedesco: quella di Ingenieurgeodäsie; ci sia permesso di riportare qui di seguito la definizione di questa parte delle discipline del rilevamento e della misura, che ne dà un noto studioso nel suo libro citato in [Heribert1993]:

Figura 4 - Il teodolite su pilastrino stabile.

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Figura 3 - Vista d’infilata.

“Sotto la denominazione di Ingenieurgeodäsie si intendono quei lavori che il geodeta conduce nell’ambito della pianificazione tecnica, nel tracciamento e nella sorveglianza di oggetti tecnici, spesso di vasta estensione, quale collaboratore ed in stretto contatto con ingegneri di altre discipline”. Una esposizione di alcuni metodi di microgeodesia si trova in [Bezoari2000]. Ed ecco ora un caso concreto: in figura 2 si vedono pianta e prospetto del manufatto da noi collaudato, così come dai dati di progetto. Vediamo poi due immagini fotografiche della passerella (Figure 1 e 3), sita nel Comune di Seriate ed attraversante il torrente Serio. Per il collaudo si è usato un teodolite digitale Leica TRC1205 R, (Fig. 4) con adatti prismi e segnalini: questi disposti in molte posizioni della struttura, ed opportunamente ancorati; la figura 5 e la figura 6 ne mostrano un paio a titolo di illustrazione.

Figura 5 - Prisma ancorato.

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Figura 6 - Uno dei segnalini incollati.

Figura 7 - La passerella sotto carico globale.

Lunghe le operazioni di misura, conseguenti a quelle di carico; l’inizio del lavoro data delle ore 8,30, la loro conclusione delle 19,45. Infatti il carico, costituito da recipienti contenenti acqua, è stato disposto, nella fase 2 (avendo considerato la Fase 1 quella relativa alle osservazioni senza carichi), sulla metà sinistra (per chi osserva da monte verso valle) del manufatto (250 kg/m2); successivamente sull’intera passerella per analogo valore, quindi nella fase 3 il carico sulla parte destra è stato aumentato a 500 kg/m2. Altra fase, con carico da 500 sulle due parti e infine, nella fase 6, il manufatto di nuovo completamente scarico.

Una delle situazioni di carico è visibile in Fig. 7. Le deformazioni in quota sono rappresentate in figura 8, che riporta anche i valori tabellari delle frecce; ancor meglio si vedono separatamente in figura 9. Naturalmente le misure sono state riferite a due capisaldi ben lontani dalla zona interessata, e siti ai due estremi del manufatto; la fig. 10 ne mostra uno, costituito da pilastrino in calcestruzzo opportunamente stagionato e stabilizzato, ed un altro è in fig. 4 più sopra riportata. Va notato che il metodo qui descritto offre il vantaggio che di tutti i punti collimati si ha, dopo ogni serie di misure, la

Figura 8 - Tabella e vista delle deformazioni.

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Figura 9 - Vista separata delle deformazioni.

terna delle coordinate cartesiane spaziali e non soltanto, come nel caso delle livellazioni geometriche, il solo vettore nei piani verticali ove giacciono le stadie. Può sembrare inconsueto il valore delle deformazioni: ma come già detto all’inizio, le strutture sospese sono molto elastiche; del resto in figura 11 si vedono chiaramente i lunghi e flessibili cavi di sostegno dalle vistose catenarie, con le funi corrispondenti. Il trattamento dei dati di misura non offre difficoltà: si è utilizzato “Excel”, come si vede parzialmente in fig. 12. Concluderemo dicendo che le attuali strumentazioni, unite alle possibilità fornite dal calcolo e dal disegno compute-

rizzato, rendono facile ed assai conveniente dal punto di vista economico quelle operazioni, come per l’appunto la valutazione delle deformazioni in qualunque tipo di struttura, che solo qualche decennio fa avrebbero richiesto ben maggiore impegno in termini di tempo e di costo. Ringraziamenti In particolare al dottor architetto Pierluigi Borsa, che ha eseguito una parte delle osservazioni in campagna; alle dottoresse Leda Fontana e Marta Gavardi, laureate in architettura per il loro valido contributo.

A sinistra, Figura 10 - Uno dei pilastrini ben stabili di riferimento, con prisma ancorato. Sotto, Figura 11 - Particolare dei sostegni e delle funi.

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Bibliografia [T OMELLERI 1974] TOMELLERI, VALENTINO; MONTI, CARLO OPERAZIONI DI LIVELLAZIONE GEOMETRICO - ZENITALE ATTUATE SU UN VIADOTTO, RIVISTA D'INGEGNERIA, N. 7-8, N. 9-10, MILANO 1974. [HERIBERT1993] KAHMEN, HERIBERT VERMESSUNGSKUNDE. ED. WALTHER DE GRUYTER, BERLINO – NEW YORK, 1993. [BEZOARI2000] BEZOARI, GIORGIO; MONTI, CARLO; SELVINI, ATTILIO TOPOGRAFIA GENERALE CON ELEMENTI

GEODESIA, UTET, TORINO, 2000.

DI

Abstract Surveying for testing a cycle – pedestrian bridge As a rule, the testing of bridges, viaducts, overpasses, almost always reinforced concrete structures (often prestressed) or steel (truss girders or in full) is done with the well-known high precision geometric leveling but if you want a 3D movements analysis this can be achieved in other ways.

Autori GIORGIO BEZOARI GIORGIO.BEZOARI@ POLIMI.IT MARCO BORSA MARCO.BORSA@ GMAIL.IT

Figura 12 - Parte dei calcoli in Excel.

Parole chiave

DEMETRIO MALAVENDA DEMETRIO.MALAVENDA@ALICE.IT

ATTILIO SELVINI ATTILIO.SELVINI@ POLIMI.IT

LIVELLAZIONE GEOMETRICA, COLLAUDO PONTI, ANALISI DEFORMAZIONI 3D.

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MERCATO GALILEO: dispiegata con successo in orbita la configurazione satellitare minima Un nuovo e decisivo passo nella realizzazione operativa del GNSS europeo GALILEO è stato compiuto con successo. Dallo spazio-porto europeo in Guiana Francese alle ore 18:15:00 GMT (20:15:00 CEST) del 12 Ottobre è stato effettuato il lancio della seconda coppia di satelliti gemelli della costellazione, che raggiungendo in orbita i due esemplari già operanti dalla fine del 2011 consentono ora di realizzare la configurazione minima operativa (4 satelliti) per avviare le operazioni di validazione del sistema. Il lancio binario, gestito da Arianspace, è avvenuto utilizzando un unico lanciatore a 4 stadi Soyuz ST-B con upper stage Fregat-MT, racchiuso assieme ai due satelliti ed al loro dispenser in una carenatura di 4.1 m di diametro avente scopo protettivo per la fase di partenza e durante l'attraversamento degli strati più densi dell'atmosfera. Ricordiamo che i due satelliti appena immessi in orbita sono stati costruiti da un consorzio di aziende che vede Astrium come prime contractor e Thales Alenia Space con la responsabilità dell'assemblaggio, dell'integrazione e dei test. Le operazioni a regime sono gestite da SpaceOpal, una joint company formata dalla tedesca DLR German Aerospace Center e dall' italiana Telespazio. Le prime fasi dell'attività in orbita sono invece sotto la responsabilità di un team congiunto ESA-CNES (Agenzia Spaziale Francese) a Tolosa in Francia. Dopo aver esaurito le attività di check iniziali, i satelliti saranno presi in gestione dai due GALILEO Control Centers gemelli, che si trovano rispettivamente in Italia (Telespazio, Fucino) ed in Germania (Oberpfaffenhofen), che daranno il via alle attività di validazione del sistema. I quattro satelliti in orbita avranno infatti il compito di completare la fase cosiddetta IOV (In Orbit Validation), grazie al fatto che la costellazione ha così raggiunto il numero minimo di unità in orbita (4) necessarie per poter testare le prestazioni del sistema, in pratica consentendo di fare il punto a terra ogni volta che i satelliti saranno visibili nel cielo. Dal punto di vista delle performance la fase IOV fornirà indicazioni esattamente riconducibili alla costellazione finale di 30 satelliti prima del loro dispiegamento completo. La fase IOV sarà seguita dal lancio degli altri satelliti previsti per il completamento del sistema (la versione del vettore Arian 5 in allestimento ne potrà lanciare ben 4 alla volta) e dall'allestimento delle restanti componenti del segmento di terra, fino al raggiungimento della piena capacità operativa del sistema e quindi del suo impiego per usi civili. Attualmente si prevede per la fine del 2014 il dispiegamento di almeno 18 satelliti (inclusi i 4 attualmente in orbita) e con essi l'inizio dell'erogazione dei servizi previsti per i cittadini europei. La Full Operational Capability (FOC) del sistema sarà invece raggiunta con il dispiegamento di tutti i 30 satelliti attualmente prevista per il 2018. (Fonte ESA)

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Sokkia ridefinisce i sistemi robotici con la serie di Stazioni Totali SX Sokkia annuncia di aver ridefinito i sistemi robotici con la sua serie di stazioni totali SX Superior X-ellence, un sistema compatto, leggero che racchiude la più moderna tecnologia oggi disponibile sul mercato. La tecnologia robotica di alta precisione di SX comprende un avanzato sistema di misurazione angolare, tecnologia REDtech, EDM reflectorless, comunicazione dati a lungo raggio Bluetooth Classe 1, ed un sistema di auto-centramento ed inseguimento del prisma estremamente accurato con il sistema di controllo remoto RC-PR5. Combinando queste caratteristiche con l'applicazione software MAGNET™ Field e TSshield™, un modulo di comunicazioni telematiche dotato di tecnologia cellulare e GPS per il posizionamento, SX offre le più avanzate tecnologie laser e image processing oggi disponibili che assicurano prestazioni esemplari in ogni situazione. Dai lavori di picchettamento o riconfinamento, ai progetti di paesaggistica o forensi, o qualsiasi progetto richieda un preciso posizionamento 3D, la serie SX “fornisce le migliori soluzioni praticamente per ogni lavoro che necessiti di misurazioni rapide ed accurate,” secondo quanto affermato da Leighton Davies, survey products sales manager di Sokkia B.V. Oltre ad essere uno dei sistemi robotici più compatti disponibili, SX è completamente senza cavi e semplice da imparare e da utilizzare. L'unità completamente integrata offre 300 metri di raggio operativo con l'utilizzo della tecnologia Bluetooth. (Tutti i dati SX sono immediatamente disponibili sul controller.) Davies dice, “Con SX le misure reflectorless sono possibili sino a distanze di 1.000 metri, e possono essere effettuate misurazioni veloci in meno di un secondo, con precisione millimetrica e indipendentemente dall'oggetto.” La serie Sokkia SX adotta encoder assoluti originali che garantiscono affidabilità nel lungo periodo e nelle condizioni operative più avverse. Il suo compensatore biassiale assicura misurazioni stabili anche con lo strumento posizionato su terreni sconnessi. Caratteristiche aggiuntive della serie SX: • • • • •

IP65 protezione polvere/acqua; Porte USB Tipo A e mini B, porta seriale Pannello LCD touchscreen con tastiera 25 tasti Range di temperature standard da -20 a +50°C Scocca metallica robusta

Per ulteriori informazioni visitare il sito www.sokkia-italia.it (Fonte: Sokkia Italia)

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MERCATO Nuovo sistema rover Topcon Tesla RTK, affidabile e semplice con schermo da 5.7 Topcon Europe Positioning (TEP) ha rilasciato Tesla RTK, un sistema rover GNSS network RTK realizzato sulla base del controller Topcon Tesla™, introdotto di recente sul mercato. Il nuovo rover è progettato per tutte le applicazioni sul campo con in più i benefici di avere un grande schermo formato tablet. Con un ampio display a colori touchscreen da 5.7”, il Topcon Tesla RTK offre accesso diretto al controllo di tutte le funzioni, progettato per facilitare la leggibilità e l'operatività anche sotto la luce solare diretta. Stefan Naumann, TEP GNSS Products Sales Manager, dice, “Pensato avendo a mente le condizioni ambientali più ostili, il Topcon Tesla è stato testato sul campo e collaudato per essere una soluzione nota come un robusto computer da campo, ricevendone in cambio recensioni entusiastiche da parte degli utenti. Dotato di un fattore di potezione ambientale IP67, il Topcon Tesla RTK può essere immerso nell'acqua senza pregiudicarne il funzionamento. Lo strumento inoltre è progettato per resistere a cadute da 1,2m.” Il Topcon Tesla RTK è “studiato per essere tenuto facilmente in mano, pur essendo dotato dello schermo più grande rispetto ad ogni altro rover network RTK disponibile oggi sul mercato,” dice Naumann. “La risposta dei nostri clienti è stata eccezionale sia per quanto riguarda l'operatività che la durata nel tempo.” “In aggiunta alle avanzate caratteristiche fisiche, Tesla RTK è il controller ideale per esaltare il nuovo software Topcon MAGNET™ Field. Con MAGNET i dati possono essere scambiati da remoto con il cloud, risparmiando tempo ed assicurando un più sicuro back up dei dati.” dice Stefan Naumann. Caratteristiche standard: • Ricevitore di precisione GNSS doppia costellazione (GPS+GLONASS); • Tecnologia esclusiva Topcon "Universal Tracking Channel"; • Processore veloce 806MHz; • Fotocamera 3.2MP; • Modem cellulare 3.5G; • Connettività Bluetooth® e WiFi integrate. Il sistema operativo Microsoft Windows Embedded Handheld® 6.5, prevede una facile integrazione con altre applicazioni software, e consente di elaborare velocemente immagini ad alta risoluzione e grafica. “Per le applicazioni GIS il Tesla è una soluzione modulare che offre all'utente espandibilità con una gamma di precisioni da 2 a 5 metri, sub-metrica, decimetrica e centimetrica, con un semplice aggiornamento ed un'antenna esterna. Questo, combinato con una scelta di applicazioni software Topcon mobile GIS: software eGIS o ESRI ArcPad™ offre soluzioni diverse per adattarsi a qualsiasi applicazione GIS.” Aggiunge Naumann. Caratteristiche aggiuntive: • Il sistema rover include l'antenna PG-S1, robusta e leggera, dotata dell'esclusiva tecnologia Topcon Fence Antenna™; • Porte USB sigillate per interscambio file di dati semplice e rapido; • Batterie Li-Ion “smart charge” asportabili. (Fonte: Topcon Europe Positioning)

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MERCATO Planetek Italia è distributore autorizzato per l’Italia di ERDAS e della suite dei prodotti GeoMedia Intergraph ha reso noto in un comunicato che Planetek è diventato distributore autorizzato ERDAS e della suite dei prodotti GeoMedia per l’Italia. Nell’ambito delle strategie del gruppo Hexagon AB, la rete commerciale e i prodotti di ERDAS sono stati incorporati nell’offerta Intergraph, estendendone il portafoglio di tecnologie e la capacità di veicolarle sul mercato anche attraverso un nuovo e referenziato canale di distribuzione. Planetek Italia S.r.l. è stata individuata da Intergraph come distributore autorizzato per l’Italia dell’offerta integrata costituita dalle tecnologie ERDAS e dalla suite dei prodotti GeoMedia. Planetek Italia S.r.L., già unico distributore per l’Italia della tecnologia ERDAS ed esponente di spicco nel mercato dell’osservazione della Terra a livello internazionale, supporterà dunque Intergraph nel business diretto in Italia aumentandone la copertura di mercato e sfruttando l’integrazione delle famiglie dei prodotti GeoMedia e di ERDAS. Utilizzando i prodotti ERDAS integrati con la suite GeoMedia, grazie alla sua competenza nel settore dell’informatica applicata alla gestione del territorio, Planetek Italia S.r.l. sarà quindi in grado di offrire soluzioni software e consulenza per trasformare rapidamente dati grezzi in informazioni fruibili. Planetek Italia, inoltre, affiancherà l’attuale canale di distribuzione Intergraph nella proposta di tali soluzioni integrate. (Fonte: Intergraph)

EXELIS Visual Information Solutions annuncia una nuova soluzione cloud-based per Image Analysis Exelis Visual Information Solutions, leader nello sviluppo di software per l’analisi di dati ed immagini geospaziali, ha annunciato una nuova implementazione del software ENVI, cloud-based, per analisi di immagini, che sarà rilasciato all'inizio del 2013. ENVI Services Engine rendera’ disponibili immagini aeree e satellitari a personale militare e di intelligence attraverso dispositivi mobili. Questo nuovo prodotto consentirà loro di acquisire consapevolezza della situazione, valutare meglio le condizioni del terreno e identificare potenziali obiettivi e minacce. La nuova funzionalità consentirà una aumentata capacità di prendere decisioni più informate su attività critiche, grazie alla messa a disposizione della tecnologia atta a creare, pubblicare e distribuire immagini e metodi di analisi dei dati, basati su ENVI, sotto forma di servizi Web. "Il personale di soccorso della difesa, dell’ intelligence e di risposta ai disastri deve contare oggi su immagini geospaziali e dati prontamente disponibili importanti per valutare le condizioni geografiche", ha detto Jaye Lampe, presidente di Exelis Visual Information Solutions. "Ma non sempre hanno accesso al software desktop tradizionalmente utilizzato per eseguire le analisi necessarie. L'implementazione su cloud di ENVI, attraverso il nuovo ENVI Services Engine fornirà pronto accesso alle informazioni critiche di cui hanno bisogno per prendere decisioni accurate in modo rapido ed efficiente". I prodotti ENVI di analisi delle immagini sono già ampiamente utilizzati in operazioni militari e di intelligence in operazioni tattiche e strategiche. E’ ampiamente conosciuto nel settore per le sue funzionalità avanzate di analisi e per la capacita’ di fornire risultati accurati. ENVI Services Engine è stato testato sul campo da clienti chiave con implementazioni personalizzate. Con una architettura estremamente flessibile, può essere facilmente implementato in quasi qualsiasi azienda esistente, il che lo rende una soluzione conveniente che richiede poca formazione aggiuntiva per gli utenti. Exelis presenta in anteprima ENVI Services Engine al Simposio GEOINT 2012. (Fonte: Exelis Visual Information Solutions)

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MERCATO La Nuova Rete GNSS Interregionale e i Servizi Geografici della Regione Abruzzo Il 24 Ottobre 2012 verrà presentata la rinnovata rete di stazioni permanenti GPS della Regione Abruzzo che consente ora di ricevere anche la costellazione di satelliti GLONASS. Dal 2006 la Regione Abruzzo ha realizzato e gestisce una rete di stazioni permanenti GPS che copre l’intero territorio regionale e una consistente parte di quello delle provincie limitrofe; i servizi di correzione differenziale, sia real-time che post-processing, sono offerti gratuitamente agli utenti previa registrazione. Con l'obiettivo di mantenere elevato il livello qualitativo, si è provveduto all'aggiornamento dell'intera infrastruttura, rendendola pienamente compatibile anche con la costellazione di satelliti russi GLONASS; dopo un'approfondita fase di verifiche, la nuova rete GNSS regionale sarà a breve resa accessibile a chiunque ne faccia richiesta. Inoltre, al fine di facilitare l'accesso alle informazioni di carattere territoriale contenute nel Database Regionale, quest'Amministrazione ha realizzato un GeoPortale che, attraverso un'intuitiva interfaccia, consente un'agevole navigazione interattiva attraverso layers informativi che spaziano dalle cartografie di base in formato vettoriale o raster agli strati tematici relativi alla vincolistica, alla protezione civile, etc... Questo sistema, completamente aggiornato da qualche mese, costituisce un valido supporto sia per il comune cittadino che per il tecnico, al servizio del quale vengono messe a disposizione considerevoli quantità di informazioni in forma del tutto gratuita. Entrambi questi servizi saranno ampiamente illustrati nel corso di una giornata di studi, programmata per il giorno 24 ottobre 2012 presso il San Donato Golf Resort in località Santi di Preturo (L'Aquila). (Fonte: Regione Abruzzo)

La cartografia geologica italiana è completa? Riceviamo un appello per la ripresa del finanziamento pubblico al Progetto di CARtografia Geologica Nazionale (CARG) che riportiamo all'attenzione dei nostri lettori. Da oltre 10 anni non sono più stati erogati finanziamenti al Progetto; la comunità delle geoscienze chiede al Presidente della Repubblica che il Progetto sia considerato strategico e sia finanziato con continuità fino al suo completamento. Di seguito riportiamo parte del testo dell'appello che potrà essere letto integralmente sul sito GEOITALIA della FIST, la Federazione Italiana di Scienze della Terra, che supporta l'iniziativa attraverso il suo sito www. geoitalia.it con una raccolta firme. La cartografia geologica è uno strumento fondamentale per conoscere il territorio, per pianificare il suo uso sostenibile, per prevenire e ridurre i danni causati da pericoli naturali, ad esempio alluvioni e terremoti, per individuare risorse, come l’acqua, proteggerle ed utilizzarle in modo corretto. Il Progetto CARG (CARtografia Geologica) prevede la realizzazione di 652 fogli geologici alla scala 1:50.000 che coprirebbero l’intero territorio nazionale ma, ad oggi, ne è stato realizzato solo il 40%. Al Progetto, coordinato dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, nel quale è confluito il Servizio Geologico d'Italia), collaborano tutte le Regioni e le Province Autonome, Enti territoriali, organi del CNR, Dipartimenti ed Istituti universitari. Del Progetto fa parte una banca dati informatizzata, aggiornabile con facilità ed utilizzata in molteplici applicazioni indispensabili a una corretta gestione e pianificazione del territorio, in particolare per la prevenzione del dissesto geologico e la mitigazione dei danni da pericoli naturali. Il Progetto include lo studio e la rappresentazione delle aree marine: permette così di conoscere la distribuzione e lo stato di conservazione di diversi ambienti sottomarini e fornisce anche dati utili alla corretta gestione degli oltre 8000 chilometri di fascia costiera, una zona particolarmente vulnerabile per i molteplici usi, a volte conflittuali, cui è destinata. L’Italia ha un territorio articolato che richiede una gestione attenta ed accurata; possiede una forte componente di pericolosità naturale che può essere causa di rischi per la popolazione, purtroppo anche in occasione di eventi non eccezionali. (Fonte: Geoitalia.it)

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MERCATO Offerta sul Sismografo ES-3000, l’avvio professionale alla sismica ES-3000 introduce al mondo Geometrics dei sismografi più performanti e robusti sul mercato. Ideale per iniziare l’attività con la garanzia di un prodotto Geometrics alle spalle e il supporto Codevintec al fianco. Sistema Geometrics completo di cavi, geofoni …non serve altro. ES-3000 All-Inclusive è un sistema 24 bit completo per sismica a rifrazione, tutto incluso, pronto per andare in campo: Sismografo ES-3000 a 24 canali, 16k campioni per traccia cavi per sismica a rifrazione, con rulli avvolgicavo, 24 geofoni 14 Hz Geospace, standard mondiali per robustezza ed affidabilità, Piastra di battuta, geofono trigger, hammer switch e relativa prolunga con rullo, Software di controllo acquisizione ESOS, Software d'interpretazione per rifrazione SeisImager 2D Geometrics Uno strumento di assoluto valore, affidabilità ed eccellente supporto. Tutto a solo € 22.900 € 18.900 + iva. Le altre soluzioni disponibili Sismografo ES-3000 24 canali, in configurazione completa per rifrazione, MASW e ReMi con software, cavi sismici e geofoni da 4,5 e 14 Hz - € 29.900 € 24.900 Sismografo ES-3000 12 canali per sismica a rifrazione, con cavi sismici e geofoni da 14 Hz - € 14.500 € 11.900 Sismografo ES-3000 12 canali, in configurazione completa per sismica a rifrazione, MASW e ReMi, con software, cavi sismici e geofoni da 4,5 e 14 Hz - € 20.300 € 15.900 Altri software scontati fino al 30.11.2012 Software per zonazione sismica ReMi 5.0 Optim (MASW/ReMi) - € 3.000 € 2.490

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Crisi o non crisi, continuiamo a crescere. E non siamo neppure usurai. La crisi colpisce tutti, per carità. Ma la vita va avanti e – soprattutto per chi fa un lavoro molto specializzato, come noi – c’è sempre mercato. A patto di lavorare bene, s’intende. E di aver fatto in passato scelte corrette, sviluppando competenze che con il tempo crescono di valore. Da molti anni, investiamo costantemente in R&D studiando soluzioni innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando in modo significativo la performance dei sistemi IT. Parallelamente, abbiamo messo a punto procedure che consentono di raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e del budget, con un livello qualitativo sempre certificato. Inoltre, abbiamo percorso prima di altri la strada del software open source, liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche e garantendo la massima qualità a costi competitivi Grazie a tutto questo, siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Romania, Turchia, Siria, Cipro, i Caraibi.

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E oggi affrontiamo nuove sfide in un contesto sempre più globale e allargato: attualmente, i nostri programmatori e i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri. Continuiamo a crescere, sia in temini economici, sia in termini dimensionali. I nostri collaboratori aumentano, abbiamo aperto nuove sedi e stiamo entrando in mercati che richiedono applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. Insomma, crisi o non crisi, continuiamo a perseguire il nostro obiettivo di fondo: confermare il trend che negli ultimi anni ci ha permesso di diventare una tra le principali realtà italiane nel settore del GIS. Restando sempre competitivi.


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Una nuova piattaforma per i Dati Aperti di Ernesto Lastres e Alessandro Greco In un panorama di continua evoluzione ed interesse da parte della opinione pubblica sul tema dei “dati open” molti enti della pubblica amministrazione e di governo stanno svolgendo azioni specifiche per la concretizzazione di queste iniziative in ottica di open government. Tuttavia, sono in pochi quelli che nel settore privato hanno intrapreso delle iniziative importanti in tale direzione. In questo articolo presentiamo una iniziativa indipendente per una nuova piattaforma software dedicata ai dati open su internet che, se confermasse i propri scopi, costituirebbe un punto di partenza a livello nazionale per l’accesso a questi dati.

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nche se da tempo si sente parlare di “dati open” nel contesto internazionale, è solo di recente che in Italia si è assistito ad un crescente numero di iniziative a livello di Pubblica Amministrazione (PA), di governo e di privati. In effetti, sono recenti le diverse normative approvate da alcuni consigli regionali e gli sforzi per dotare l’Italia di una normativa di riferimento. Sono stati stanziati finanziamenti significativi e sono stati avviati progetti mirati alla raccolta e pubblicazione di tali dati. Questo vale anche per i dati GIS dove molti dei geo-portali realizzati da alcune regioni, in una visione di apertura, possono essere rivalutati come strumenti di diffusione di dati open. Questi fattori hanno sensibilizzato l’opinione pubblica ed hanno creato un clima favorevole a questa filosofia. In un tale contesto esistono diversi attori della PA che manifestano il loro interesse alla pubblicazione dei propri dati. Ma non essendoci né una standardizzazione tecnologica né una centralizzazione infrastrutturale, troviamo una situazione eteroge-

nea dove ogni ente risolve coi mezzi propri il problema della pubblicazione dei dati open, portando non pochi problemi al destinatario finale del dato e di fatto limitandone la fruizione. Per questi motivi si rende necessaria una soluzione che permetta agli enti la gestione la pubblicazione dei propri dati in autonomia e che dia agli utenti la capacità di poterli fruire in modo ottimale da un unico punto di accesso. Prendendo atto di questa situazione esistente in ambito nazionale, la società Sistemi Territoriali S.r.l. (http://www.sister. it), facendo tesoro delle esperienze maturate in più di 20 anni di attività in campo GIS e Business Intelligence e della forte tradizione verso la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative, ha avviato la progettazione e sviluppo della piattaforma open source StatPortal OpenData.

Aspetti che incidono sulla pubblicazione di dati open Ci sono molte questioni tecniche e organizzative che influiscono sulla problematica della pubblicazione dei dati open. Affrontare queste questioni è di fondamentale importanza per avere un punto di vista chiaro per una soluzione ottimale.

• autonomia nella gestione – gli enti devono essere in grado di pubblicare, documentare e aggiornare dati open in modo assolutamente indipendente sulle proprie infrastrutture; • fruizione ottimizzata – gli utenti devono poter ricercare, trovare, visualizzare in anteprima e scaricare dati open da un’unica interfaccia, come se tutto fosse centralizzato.

Ci sono molte questioni tecniche e organizzative che influiscono sulla problematica della pubblicazione dei dati open. Affrontare queste questioni è di fondamentale importanza per avere un punto di vista chiaro per una soluzione ottimale.

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L’idea progettuale L’idea alla base della soluzione proposta è quella di trovare il modo di sposare i due aspetti chiave, ovvero l’autonomia nella gestione e l’ottimizzazione della fruizione:

La conciliazione di questi due aspetti opposti è un problema arduo. Da una parte questo è possibile solamente adottando una piattaforma o tecnologia di base che permetta agli utenti di avere una interfaccia familiare per l’accesso al dato, perciò gli enti dovrebbero essere dotati della stessa piattaforma tecnologica o almeno di piattaforme compatibili tra loro. Mentre dall’altra parte, per garantire sia l’autonomia che l’accesso centralizzato al dato, gli enti dovrebbero essere collegati in una rete federata che permetta la condivisione e lo scambio trasparente di informazione. Per sviluppare questa idea è stata realizzata una nuova piattaforma tecnologica per costruire portali di dati open la quale adotta un CMS (un gestore di siti e contenuti web) per integrare i diversi contenuti e lo estende con servizi specifici sviluppati ad hoc. Fra i prerequisiti posti c’erano

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REPORTS DatiOpen.it un portale per l’Italia

Figura 1 - Il processo di pubblicazione dati open viene visto come un ciclo continuo di elaborazione.

l’adozione di tecnologie open source di recente concezione, indipendenti dal sistema operativo e pronte per essere calate in architetture scalabili di cloud computing. La scelta è caduta su uno stack tecnologico costituito da Drupal, Postgres, GeoServer e OpenLayers oltre all’utilizzo di ambienti di sviluppo Java e PHP. Ogni sito è costituito da un archivio di schede dati che descrivono i dati open pubblicati; la scheda dato contiene tutte le informazioni utili a descrivere il dato, come la provenienza, il tipo di licenza, le tematiche, le parole chiave, la descrizione, ecc. Inoltre c’è un archivio dove viene immagazzinata sia la versione originale del dato, pronta da scaricare, sia una versione strutturata su un databrowse per l’accesso e la visualizzazione online.

DatiOpen.it è una iniziativa indipendente realizzata con questa piattaforma (StatPortal Open Data) che mira a promuovere la diffusione del dato aperto e incentivare il loro utilizzo a tutti i livelli, tramite la creazione di un centro di raccolta di livello nazionale aperto a tutti. Il sito web conta attualmente più di 450 datasets a livello nazionale ed è in continuo aggiornamento. Su DatiOpen.it sono disponibili in anteprima tutte le funzionalità della piattaforma, per cui, non solo è possibile scaricare i dati ma anche vederli nel sito con diverse modalità fra cui visualizzazione in tabelle, grafici e mappe (anche in 3D). Il portale è dotato di un catalogo che permette la ricerca in base a diversi criteri e dispone di un area di condivisione, forum, blog, ecc. Gli utenti registrati possono caricare i propri dati o quelli di cui sono in possesso e ne conoscono la fonte. Possono anche accedere ai servizi di portale in modo completamente gratuito. Sono sempre più enti pubblici e i privati che aderiscono a questa comunità per segnalare o contribuire con dati aperti e di interesse comune.

Dal punto di vista funzionale i portali sono composti da quattro moduli principali: • Ricerca dati – permette di ricercare i dati archiviati in base alle loro caratteristiche e contenuto. • Visualizzazione schede – consente la fruizione vera e propria del dato. o Dettagli – mostra tutte le informazioni presenti nella scheda. o Tabella – visualizzazione interattiva tabellare con possibilità di filtri, ordinamenti, statistiche. o Mappa – visualizzazione interattiva su una mappa. Mostra dati puntuali, lineari, poligonali e consente classificazioni statistiche. o Grafica – visualizzazione interattiva su grafici di vario genere (curve, barre, torte, ecc.). • Caricamento – Consente il caricamento in modo semplice e guidato agli utenti abilitati, permettendo anche la documentazione e strutturazione del dato. • Download – Consente l’esportazione dei dati sia nel formato originale sia in altri formati aperti (CSV, OData, XML, ecc.). A questi moduli si vanno ad aggiungere le funzionalità tipiche dei CMS: gestione utenti, profilazione, forum, blog, ecc. Inoltre bisogna ricordare che lo stesso CMS garantisce massima flessibilità per quel che riguarda l’adattamento ed l’estensione con nuovi moduli e funzionalità. La federazione Una piattaforma con queste caratteristiche offre un insieme completo di funzionalità per lo sviluppo di un sito istituzionale incentrato nella pubblicazione dei dati open, dando così una risposta efficace alla questione della autonomia della gestione. Per risolvere il problema della fruizione unificata e agevole dal punto di vista di cittadini, professionisti e altri utenti, è stata introdotta l’idea della “federazione”, intesa come un modo volontario di mettere a comune il patrimonio informativo sotto una interfaccia omogenea e standardizzata. Con la federazione un sito può decidere autonomamente ed in modo selettivo di “agganciarsi” ad un altro sito ed esporre, come se fossero in locale, i dati pubblicati altrove. Quindi anche se nella realtà i dati risiedono altrove, su un

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altro portale, l’utente li accede e li visualizza come se fossero presenti nel suo sito preferito. Questo complesso meccanismo è reso possibile grazie a specifiche scelte architetturali e soprattutto grazie tecnologie di nuova concezione per la condivisione dei dati sul web: • Open Data Protocol (OData) – protocollo pensato per standardizzare i meccanismi di accesso e di consumo dei dati attraverso l’utilizzo di tecnologie web ampiamente diffuse. • Linked Data – pratica standard W3C per esporre, condividere e connettere dati attraverso espliciti riferimenti (link) tra i dati in un’ottica di web semantico. La federazione, gli strumenti avanzati di ricerca , di visualizzazione e la possibilità di pubblicare i dati in modo rapido ed efficace fanno sì che questa soluzione sia unica nel suo genere nel panorama nazionale. Una piattaforma con queste caratteristiche è particolarmente indicata per la realizzazione di siti istituzionali dedicati ai dati open. In effetti, gli enti pubblici che producono dati open avrebbero già a disposizione quanto necessario: un portale per gestire i contenuti, strumenti per caricare,

Figura 2 - Fruizione di dati in un sistema di database federato (FDBMS).

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REPORTS catalogare e pubblicare i dati in ottica di federazione, il tutto disponibile in cloud sui principali ambienti hardware e software e con filosofia Open Source, ovvero senza costi di licenza e tutto quello che ne consegue. In questo senso è possibile partire subito riducendo l'impatto dei costi di start-up e di gestione. Queste caratteristiche sono adatte anche per altri scenari di utilizzo, ad esempio, per organizzazioni senza scopo di lucro, privati o comunità internet. Per queste ultime sono state predisposti strumenti di collegamento social e meccanismi di feedback per il gradimento e controllo della qualità delle pubblicazioni.

Questa piattaforma costituisce un nuovo gradino verso l’apertura, la condivisione e la centralizzazione dei cataloghi di dati online e contiamo che a breve possa dare i primi risultati concreti.

Prospettive In sintesi, la piattaforma presentata costituisce una novità assoluta nel panorama nazionale dell’open data, da una parte perché è pensata esplicitamente per l’Italia dall’altra perché è la prima a disporre di interfacce per il caricamento, tracciamento e visualizzazione dei dati con particolare riguardo alla condivisione e federazione dei dati. L’adozione di standard e tecnologie avanzate e la scelta di adottare software open source fanno sì che sia adatta maggiormente alla PA, in un ottica di autonomia di gestione, riuso ed estensione, essendo quest’ultima il principale produttore di dati open. Gli enti che adotteranno questa piattaforma avranno un’ampia visibilità e una notevole capacità di rappresentazione e valorizzazione dei dati pubblicati, nonché una totale autonomia nel caricamento dati e l’aderenza agli standard attuali. Nel prossimo futuro la piattaforma sarà potenziata con le estensioni riguardanti i geo-portali e la reportistica per inglobare così nuove tecnologie e standard come quelle relative a INSPIRE, Web Semantico, ecc.

Caratteristiche • Configurazioni: L1 GPS / L1 GPS + GLONASS / L1+L2 GPS • Accuratezza sub-metrica, decimetrica o centimetrica RTK • S.O. Windows Mobile 6.5

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• Fotocamera integrata da 3 megapixel • Impermeabile e antiurto (IPX7)

• GSM/GPRS, Bluetooth e WiFi integrati

Abstract A new framework for Open Data In a very evolving context and in a particular moment of public interest in theme of open data, many public organizations and government institutions are carrying out specific actions for the realization of initiatives in order to promote the open government ideas. However, very few private organizations have launched initiatives in this direction. In this paper we present an independent initiative for a new software platform for open data on the internet that aims to be a starting point at the national level for the access to these kind of data.

Parole chiave DATI APERTI, OPEN DATA, CATALOGO DATI, PORTALE DATI, DATABASE FEDERATI.

Autore ERNESTO LASTRES

E.LASTRES@SISTER.IT

ALESSANDRO GRECO A.GRECO@SISTER.IT

Caratteristiche GPS 20 canali L1 • Adatto ad ambienti ostili (IP54) • Windows Mobile 6.5 • Fotocamera integrata da • 3 megapixel Bluetooth, WiFi, • GSM integrati Possibilità Post-Processing •

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Eima 2012

stand B9 padiglione 32GEOmedia G n°4-2012



REPORTS

Verso i Linked Open Data Geografici di Alfredo Abrescia

Una soluzione riusabile per pubblicare i dati cartografici ed i loro metadati nei portali dei dati liberi sotto forma di Linked Open Data.

U

n numero sempre più ampio di soggetti pubblici e privati rende disponibili i propri dati geografici in modalità open con licenze d’uso che ne consentono la libera fruizione ed utilizzo. Gli open data sono la naturale evoluzione della semplice libera condivisione delle banche dati in quanto i dati, e relativi metadati, sono forniti in un formato standard ed organizzati in una struttura dati standard, secondo regole definite a livello internazionale. Queste caratteristiche li rendono utilizzabili direttamente da applicazioni software senza alcun intervento umano. Gli open data, grazie a questa caratteristica, possono essere utilizzati, ad esempio, dalle App degli smartphone, essere indicizzati sui motori di ricerca di open data e integrati con portali di dati aperti. Nel presente articolo introduciamo il lavoro realizzato da Planetek Italia e Sinergis, aziende esperte nel settore dell’informazione geografica in Italia. Unendo le proprie competenze i team delle due aziende hanno realizzato una soluzione utile a pubblicare Open Data geografici sotto forma di Linked Open Data. È stata così progettata un’applicazione software che consente di trasformare dati e servizi web cartografici in open data conformi alla classificazione “a cinque stelle” di Tim Berners-Lee (vedi riferimenti alla fine dell’articolo), ovvero con un formato ed una struttura standard che siano direttamente utilizzabili da applicazioni informatiche senza interventi manuali. Rendendo fruibili le informazioni geografiche sotto forma di open data, con particolare attenzione per il formato RDF/ XML, viene assicurata così la fruizione dei dati come Linked Open Data, e quindi il loro riuso, l’indicizzazione sui motori di ricerca di open data e l’integrazione con portali di dati aperti o con il Comprehensive Knowledge Archive Network (CKAN), il catalogo di dataset e progetti liberi. Si tratta di una soluzione OPEN e riusabile, che si può integrare in modalità standard a qualsiasi Geoportale cartografico o ad Infrastrutture di Dati Territoriali basate sugli standard per l’interoperabilità definiti dall’Open Geospatial

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Consortium (OGC). I dati geografici aperti possono inoltre essere valorizzati sia in formato RDF che in altri formati di interscambio (ad esempio in formato Shape File). L’esempio dell’Emilia-Romagna Sinergis e Planetek Italia hanno realizzato le prime componenti della soluzione nell’ambito di un progetto di sviluppo evolutivo dell’infrastruttura geografica del sistema degli enti del territorio emiliano-romagnolo. L’obiettivo del progetto è stato quello di rendere disponibili come Open Data (con particolare attenzione per il formato RDF/XML e quindi come Linked Open Data) i Dati ed i Metadati gestiti dall’infrastruttura di dati territoriali della Regione Emilia-Romagna. Con riferimento ai Dati, si è scelto di pubblicare come Linked Open Data solo alcune classi di oggetti territoriali, ed in particolare quelle che individuano i principali oggetti territoriali di riferimento, quali Edifici, Numeri Civici, Limiti Amministrativi comunali e Toponimi stradali. Propedeutica alla vera e propria pubblicazione dei dati RDF/XML è naturalmente la definizione dell’ontologia regionale che descriva il significato dei dati da pubblicare. Nel caso dell’Emilia-Romagna la modellazione concettuale degli oggetti da pubblicare non è stata definita ex-novo, ma piuttosto mutuata da quella utilizzata nei Data Mart di consultazione del DB Topografico. Durante la fase di definizione dell’ontologia è opportuno provare ad individuare i possibili collegamenti con i dataset LOD già esistenti ed appartenenti alla cosiddetta LOD Cloud, in modo da trasformare il dataset regionale in un nodo aggiuntivo del nuvola stessa. Parimenti, nel caso dei Metadati, è necessario definire una ontologia che descriva il significato dei metadati ISO 19115. Questi sono scaricabili dal Geoportale regionale in formato XML secondo lo schema definito dallo standard ISO 19139, ed è possibile mappare lo schema in questione in una ontologia OWL e così tradurre ciascuna scheda metadati in un file RDF/XML basato su questa ontologia.

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REPORTS Mentre la pubblicazione in formato Linked Open Data dei metadati, disponibili attualmente in formato XML secondo lo schema ISO 19139, ha senso a prescindere dal particolare dato a cui ci si riferisce, perché nota e codificata la semantica del metadato stesso, per i dati il discorso è differente. La pubblicazione di dati come dati aperti linkabili assume significato quando questi dati sono collegati a dati esistenti già pubblicati e sono a loro volta potenzialmente riferibili da altri. Questo vale per tutti i dati in generale ma in particolare per quelli territoriali che sono, per loro natura, base per la correlazione di informazioni. I servizi di estrazione di dati e metadati sono basati sull’utilizzo degli standard definiti dall’OGC® - Open Geospatial Consortium per i webservices geografici. I dati, interessati dalla pubblicazione in Linked Open Data, vengono quindi estratti in formato RDF utilizzando i servizi standard OGCWFS (Web Feature Service), messi a disposizione dalla Infrastruttura Dati Territoriale per l’accesso ai dati geografici. L’estrazione dei metadati geografici in formato RDF viene invece effettuata utilizzando i servizi standard di catalogo OGC-CSW (Catalog Service for the Web), con i metadati che possono essere così associati agli RDF (Linked Open Data) e agli shapefile dei dati. La generazione dinamica degli RDF partendo dai webservice esposti dal Geoportale assicura il costante allineamento

Immagine del Geoportale ER, il canale di diffusione delle informazioni territoriali prodotte dalla Regione Emilia-Romagna.

dei dati con il portale dati.emilia-romagna.it, che funge da repository/indicizzatore di dati e metadati (anche per RDF). La soluzione, infine, prevede l’utilizzo di software libero per garantire la riusabilità del sistema. Di questo si è anche parlato nel corso di due webinar dal titolo “I geoportali e gli open data geografici”. I webinar hanno offerto una sintesi dello stato dell’arte in Italia e proposto una panoramica sull’approccio tecnico e metodologico alla pubblicazione dei Linked Open Data geografici. (http://bit.ly/QWjvUa)

Parole chiave

Abstract

OPEN DATA, GEOPORTALE, METADATA GEOGRAFICI.

Towards the Linked Open Data Geographic A reusable solution to publish map data and their metadata into the free data portals as Linked Open Data.

Riferimenti • CLASSIFICAZIONE A 5 STELLE DI TIM BERNERS-LEE (ARTICOLO BLOG) http://bit.ly/PE8Hs7

• I DATI GEOGRAFICI LIBERI ED I GEOPORTALI (ARTICOLO BLOG) http://bit.ly/QUDXHH

Autori

http://bit.ly/QWjvUa

ALFREDO ABRESCIA ABRESCIA@PLANETEK.IT

HTTP://BIT.LY/SH8B6X

PLANETEK ITALIA SRL, VIA MASSAUA 12, I-70132 BARI ITALY, HTTP://WWW.PLANETEK.IT

• WEBINAR SUI LINKED OPEN DATA GEOGRAFICI • LINEE GUIDA PER L’INTEROPERABILITÀ SEMANTICA ATTRAVERSO I LINKED OPEN DATA (PDF) AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE

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REPORTS

Il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali: ruolo, stato di attuazione e adempimenti delle amministrazioni di Gabriele Ciasullo

Il contesto normativo vigente identifica il Repertorio nazionale dei dati territoriali (RNDT) come il catalogo nazionale dei metadati riguardanti i dati territoriali ed i servizi ad essi relativi.

N

el settore dell'informazione geografica, ma non solo, si riscontra un modello operativo "distribuito" di dati e servizi, in funzione delle competenze istituzionali e/o territoriali delle amministrazioni, e la presenza del Repertorio quale catalogo centralizzato per l'erogazione del servizio di ricerca a livello nazionale, in coerenza con la finalità perseguita dal legislatore attraverso la norma istituiva del Repertorio stesso: la pubblicità dei dati territoriali disponibili presso la pubblica amministrazione.

Home page del sito web RNDT http://www.rndt.gov.it

Contemporaneamente il Repertorio consente il perseguimento degli obiettivi comunitari derivanti dall'attuazione della direttiva INSPIRE e dei relativi regolamenti di implementazione, in particolare per quanto concerne la disponibilità dei metadati e i conseguenti servizi di ricerca, anche in funzione dei processi finalizzati alla interoperabilità e armonizzazione dei dati. In linea con dette previsioni normative, il decreto 10 novembre 2011 (Ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare) sancisce l'obbligo per le amministrazioni di documentare nel Repertorio i dati territoriali - e relativi servizi - di cui sono titolari, assicurando il contestuale rispetto degli adempimenti derivanti dall'attuazione della direttiva INSPIRE.

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A tal fine giova ricordare che il citato decreto 10 novembre 2011, contenente le regole tecniche afferenti il Repertorio, fa riferimento ad un insieme di tipologie di dati (indicati come "dati di interesse generale") che include tutte le categorie tematiche contemplate dalla direttiva INSPIRE. Allo stesso modo, l'insieme dei metadati che definisce il profilo nazionale italiano delineato con il medesimo provvedimento (specifiche tecniche per la formazione e l’alimentazione del Repertorio) annovera tutti gli elementi contemplati dal regolamento comunitario sui metadati e comprende altresì gli elementi di metadati obbligatori che le amministrazioni devono rendere disponibili in relazione a quanto previsto dal regolamento comunitario ai fini della interoperabilità dei set di dati territoriali e relativi servizi. Un discorso a parte va fatto con riferimento ai dati di nuova acquisizione, cioè i dati che le amministrazioni prevedono di acquisire. Anche per tali dati, il decreto 10 novembre 2011 sancisce l'obbligo per le amministrazioni di alimentare il Repertorio con i relativi metadati, in funzione di specifiche esigenze di pianificazione, con l'obiettivo di ottimizzazione delle risorse. Per tale fattispecie, non contemplata dalle specifiche comunitarie, le regole tecniche di riferimento sono solo quelle nazionali e sono quindi escluse eventuali problematiche di coerenza e compatibilità con altre normative o altri standard. Ruolo e funzioni In coerenza con il ruolo e le funzionalità proprie di un catalogo nazionale, il Repertorio è già individuato come "Base di dati di interesse nazionale", rispondendo alle caratteristiche di sistema informativo unitario che: • tiene conto dei diversi livelli istituzionali e territoriali; • garantisce l'allineamento delle informazioni; • eroga i servizi di ricerca in modo uniforme e generalizzato a livello nazionale. Inoltre, come previsto dal decreto 10 novembre 2011, la pubblicazione dei metadati nel Repertorio certifica l'esistenza dei relativi dati, prefigurando una specifica funzione di "pubblico registro".

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REPORTS

Consultazione del catalogo in modalità accessibile con semplici maschere alfanumeriche.

Consultazione del catalogo in modalità estesa con l'utilizzo di un navigatore geografico.

Oltre ciò, possiamo agevolmente Repertorio la funzione di:

attività professionale o imprenditoriale prevede il possibile impiego di dati territoriali, ipotesi oggi facilmente riscontrabile date le ampie possibilità di utilizzo di tale tipo di informazione, appare significativa la disponibilità di un catalogo che raccolga tutti i metadati prodotti dalle amministrazioni competenti e fornisca un servizio di ricerca su base nazionale. Il Repertorio diventa così anche un motore finalizzato alla valorizzazione dell'informazione geografica.

riscontare

nel

• verifica di esigenze comuni a più amministrazioni, di pianificazione delle iniziative e razionalizzazione degli acquisti, anche ai fini di possibili collaborazioni nella programmazione di nuove acquisizioni; • supporto ai processi di interoperabilità nel settore dell’informazione geografica, per lo sviluppo della cooperazione applicativa e l’implementazione di servizi basati sull’integrazione di dati di competenza di più soggetti e per la concreta attuazione di politiche di condivisione, accesso e riuso. Occorre però evidenziare, oltre tali funzioni tipiche, il ruolo strumentale del Repertorio al di là di quanto previsto o richiesto dalle norme. Innanzitutto, dobbiamo necessariamente pensare alla qualità e affidabilità dei metadati: stante la funzione di certificazione del Repertorio, appare indispensabile che la descrizione dei dati fatta attraverso i metadati sia corrispondente alle reali caratteristiche dei dati medesimi. L'accuratezza della descrizione dei dati diventa attraverso il Repertorio una caratteristica intrinseca del dato stesso, qualificandone il contenuto informativo. Conseguentemente, possiamo ragionevolmente supporre che l'obbligo di alimentazione del Repertorio induca le amministrazioni a una coerente verifica circa la qualità dei dati da documentare e, probabilmente, ad una coerente azione di selezione delle informazioni e, ove possibile, di normalizzazione dei dati stessi. Il Repertorio diventa quindi uno strumento di stimolo per una seria riflessione in merito alla qualità del patrimonio di dati, e relativi metadati, disponibili presso le amministrazioni. Un altra funzione significativa è direttamente connessa al contenuto informativo che il Repertorio può dare. Esprimendo indicazioni a livello nazionale esso diventa un tipico strumento per analisi complessive nel settore dell'informazione geografica e, conseguentemente, come supporto dei processi decisionali a tutti i livelli. In proposito, è appena il caso di sottolineare che tale funzione risulta immediatamente riferibile non solo con stretto riferimento all'informazione geografica ma per un esteso insieme di ambiti operativi, in linea con le numerose tematiche dell'Agenda digitale che si fondano sul binomio innovazione tecnologica e dato territoriale. Occorre concludere accennando alla particolare rilevanza del Repertorio quale strumento di ricerca per le imprese e gli operatori del settore. Laddove la propria

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Stato di attuazione e adempimenti delle amministrazioni L'implementazione del Repertorio è stata avviata sulla base di regole tecniche ampiamente condivise; inizialmente nell'ambito del Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali istituito con l'articolo 59 del CAD e poi anche attraverso una consultazione, estesa a tutti gli interessati, mirata a raccogliere osservazioni e suggerimenti. Successivamente è stato possibile, grazie anche ai diversi contributi e alle segnalazioni pervenute, assicurare la contemporanea aderenza del Repertorio alle regole tecniche nazionali e comunitarie oltre che agli standard ISO di riferimento. Con la pubblicazione del citato decreto 10 novembre 2011 è stato quindi dato l’avvio ufficiale in esercizio del Repertorio che dallo scorso mese di aprile 2012 è accessibile via web tramite portale dedicato - http://www.rndt. gov.it, in attesa di procedere al suo inserimento nell’ambito delle infrastrutture nazionali condivise del Sistema Pubblico di Connettività. La versione attualmente in esercizio, realizzata con l'impiego esclusivo di tecnologie open-source, fornisce i seguenti servizi: • accreditamento delle amministrazioni e relativi utenti; • alimentazione del catalogo mediante editor on line o mediante upload di file xml (inserimento, modifica, cancellazione); • validazione e pubblicazione dei dati inseriti nel catalogo; • ricerca nel catalogo attraverso l'impostazione di uno o più criteri di ricerca, sia alfanumerici che spaziali (area amministrativa, titolo, parola chiave, categoria tematica, scala equivalente, intervallo temporale, amministrazione responsabile, tipo di servizio); • visualizzazione dei metadati (elenco, dettaglio e localizzazione) • estrazione di file xml (anche in formato INSPIRE) a supporto della interoperabilità delle informazioni contenute nel catalogo.

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REPORTS Con particolare riferimento alle funzionalità di alimentazione del Repertorio va sottolineato che sono stati recentemente completati i web service in modalità di cooperazione applicativa, in coerenza con le disposizioni che disciplinano il Sistema Pubblico di Connettività. Tale modalità è attualmente in fase di test e può essere utilizzata dalle amministrazioni interessate. Sono invece in corso le attività finalizzate alla implementazione dei web service in standard CSW (OGC) adottato come riferimento nelle linee guida INSPIRE relative ai servizi di ricerca su catalogo; a seguire saranno implementate le funzionalità di harvesting per la raccolta automatica dei metadati resi disponibili dalle amministrazioni nella propria infrastruttura. Il completamento di tali attività consentirà la piena realizzazione del modello delineato dalla normativa vigente, basato appunto su un catalogo nazionale a supporto degli obblighi derivanti dalla normativa nazionale e comunitaria in materia di metadati e servizi di ricerca. Ciò stante, le amministrazioni possono dare corso agli adempimenti di propria competenza ai fini della alimentazione del Repertorio, sia con riferimento ai dati - e servizi - già disponibili sia con riferimento ai dati di nuova acquisizione, sulla base delle guide operative disponibili sullo stesso portale del Repertorio (http://www.rndt.gov.it). Per ogni informazione o chiarimento è possibile inviare una mail a: rndt@digitpa.gov.it.

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Abstract The National Directory of Spatial Data: role, status of implementation and compliance of Government. The existing regulatory framework identifies the National Directory of spatial data (RNDT) as the national catalog of metadata on spatial data and services relating thereto.

Parole chiave SDI, REPERTORIO, INSPIRE, INFORMAZIONE GEOGRAFICA.

Autori GABRIELE CIASULLO CIASULLO@DIGITPA.GOV.IT AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE

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INTERVISTA

Intervista a Mauro Salvemini A cura della Redazione Esperto in ambito internazionale per l'e-government e le informazioni territoriali è stato tra gli iniziatori della direttiva INSPIRE della Unione Europea e Presidente dell’associazione EUROGI, e della associazione AGILE dei laboratori di GI in Europa , fondatore del Laboratorio di sistemi informativi territoriali e ambientali della Sapienza Università di Roma , è Presidente della associazione AMFM GIS Italia federata in ASITA.

G

EOmedia: Prof. Salvemini lei è stato presidente di AGILE Associazione dei laboratori di ricerca europei di GI e presidente di EUROGI, come considera la situazione contemporanea della GI in Italia ? Mauro Salvemini: Ritengo che la situazione italiana per quanto riguarda la GI sia simile a molte altre rilevabili in settori simili: con alcune mancanze ed eccellente allo stesso tempo. Mi spiego. Se prendiamo ad esempio la Direttiva europea INSPIRE e la Direttiva sul riuso della informazione del settore pubblico che in Italia ha poi preso il nome di Direttiva sul riuso del software non si può certo affermare che ne sia stato fatto un uso eccellente da parte delle Amministrazioni Pubbliche ad esse delegate, né tantomeno che le Direttive vengano utilizzate, soprattutto INSPIRE, per creare opportunità di sviluppo nel paese come invece accade nella maggioranza degli altri paesi europei. I fatti stanno davanti a noi. Lei pensi che come promotore di SDIC di INSPIRE, e quindi naturalmente informato degli eventi, ricordo, sul tema specifico, solo un seminario organizzato molti anni fa presso il Ministero dell’Ambiente del quale si sono perse le tracce ed il più recente seminario “ INSPIRE preparasi all’atterraggio” che abbiamo promosso ed organizzato noi di AMFM nel febbraio di quest’anno insieme a ISPRA anche per aiutare la situazione assolutamente stagnante Italiana che ha brillato sinora per tardiva o incompleta partecipazione a quanto richiesto dalla CE. Le eccellenze, ancorché più potenziali che reali, risiedono negli apprezzati contributi di alcuni singoli ricercatori italiani intenti a scrivere le regole tecniche di INSPIRE stesso ed alla agenda di ricerca europea, qualche ottimo, quanto raro, esempio di utilizzazione della GI secondo i più moderni standard tecnologici soprattutto realizzato nelle Amministrazioni locali, nonché qualche bel successo industriale con qualche ditta italiana che si è aggiudicata qualche esemplare bando europeo per fornitura di servizi nel settore. Paradossalmente, a volte accade che i tecnici provengano da Enti parenti di quelli che lamenta-

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no gravi inefficienze di gestione della Direttiva INSPIRE e che siano annoverabili alcuni esempi eccellenti tra altri Enti subordinati sempre a quelli di cui sopra. Purtroppo le deficienze citate per prime influiscono negativamente sullo sviluppo della GI in Italia ben più pesantemente delle eccellenze che rimangono, ad oggi, isolate e con poco effetto sullo sviluppo. G: Quale e di che tipo è lo sviluppo atteso in Italia della GI e dei servizi ad essa collegati ? MS: Se dobbiamo stare alla feconda produttività legislativa dello Stato italiano,nei primi otto mesi del 2012, chiunque rimarrebbe impressionato. I primi ad essere pubblicati sono stati i decreti della Gazzetta Ufficiale N. 48 del 27 Feb. 2012, quello su “Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”, quello su “Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei database geotopografici”, quello su “ Regole tecniche per la definizione del contenuto del Repertorio nazionale dei dati territoriali, nonché delle modalità di prima costituzione e di aggiornamento dello stesso”. Ancorché originati da una lunga gestazione di circa tre anni rappresentano un punto fermo. Purtroppo, a meno di quello più prettamente topografico, gli altri due necessitano l’uno quello del Repertorio dei dati di risorse adeguate e soprattutto della consapevolezza da parte delle Amministrazioni di popolarlo e di utilizzarlo, l’altro quello sul GEO-UML necessita di essere tradotto in realtà attraverso una necessaria operazione di diffusione e di spiegazione perché non rimanga un mero esercizio di ricerca. Le comunità italiane hanno inneggiato agli articoli art. 18 e art. 19 del DECRETO-LEGGE 22 giugno 2012, n. 83 “ Misure urgenti per la crescita del Paese”. La Vox populi della GI ha inteso includere negli open-data, in realtà introdotti per dare trasparenza alla PA, la GI . Alcune regioni e pochi ma rilevanti comuni stanno operando in tal senso ma si è lungi dal potere applicare il teorema della

GEOmedia n°4-2012


INTERVISTA circolazione libera ed interoperabile dei dati geografici digitali anche perché spesso non ci sono o non sono interoperabili e poi ogni operazione di diffusione, comprese il rimettere a posto gli eventuali dati che possono essere criticati, costa. L’articolo poi riguardante l’Agenzia Italia Digitale è poi visto come una ancora di salvezza considerando gli ampi, e qui è il punto debole : troppo ampi, mandati della Agenzia che comunque rimane il gestore del suddetto RNDT. Il Decreto sulla Spending Review, Decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, ha poi esplicitamente prescritto, nell’art. 12-quaterdecies, che “omissis …. TUTTI I DATI E LE INFORMAZIONI, ACQUISITI DAL SUOLO, DA AEREI E DA PIATTAFORME SATELLITARI NELL'AMBITO DI ATTIVITÀ FINANZIATE CON RISORSE PUBBLICHE, SONO RESI DISPONIBILI PER TUTTI I POTENZIALI UTILIZZATORI NAZIONALI, ANCHE PRIVATI,….. omissis”. Pur nell’encomiabile spirito di ottimizzazione della spesa non si può sottacere la confusione introdotta non considerando il già predetto RNDT e ponendo in capo alla ISPRA un ulteriore pesante incarico ovviamente a costo zero. Di GI se ne parla in tutti gli atti riguardanti le smart cities e ci si aspetta possa ricevere un impatto da quanto il Governo sta ponendo in essere per l’ Agenda Digitale cercando di colmare vuoti abissali lasciati dal precedente. Anche il disegno di decreto del Consiglio del Ministri n.45 del 14/09/2012 - VALORIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE E CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO è stato oggetto, da parte della Vox populi della GI, di osanna dato che da tempo in Europa, nonostante il silenzio di pietra Italiano, si sta studiando ed applicando il soil sealing e quindi le tecniche di GI ad esso connesse. In buona sostanza da parte del legislatore c’e’ una situazione proliferante di norme, da parte dell’utente e del fornitore finale i problemi aumentano ed il focus diventa più difficile da centrare, da parte dei cittadini che desiderano vedere tutti i servizi assurgere ad un funzionamento adeguato, economico, efficace e ovviamente basato sulla GI come sta avvenendo in tutti i paesi che stanno investendo nella sicurezza, buon governo fornendoli, i servizi, là dove servono. Tutto questo sarà incredibilmente difficile se non ci sarà presto una cornice di riferimento legislativo ed operativo con una finalizzazione certa. E’ per questo che AMFM GIS Italia ed io personalmente abbiamo collaborato e supportiamo il Disegno di Legge del Senatore Candido De Angelis “Disegno di Legge Delega al Governo per il riassetto delle strutture competenti in materia di gestione e fruizione dell’informazione geografica digitale, nonché per il più razionale utilizzo della stessa al fine dello sviluppo dei servizi connessi”. Se qualcuno non l’avesse ancora letto e digerito, invito a farlo e soprattutto, nello spirito che ha informato i circa quaranta senatori di tutto l’arco parlamentare cofirmatari, a collaborare alla discussione.

ne di euro in pochi anni partecipando ai più importanti progetti europei sulla GI . Oggi la CE punta ai servizi, alla interazione tra diversi settori di applicazione . Si sta puntando alla evoluzione di INSPIRE di GMES. In questi processi e nei tavoli dove accadono (generalmente in lingua inglese !) occorre esserci costantemente avendo idee e mandati ben chiari, rappresentando lo sviluppo pianificato del paese. Nella vita mi è accaduto di vedere i rappresentanti italiani spesso distratti, tardivi, a volte con problemi ad effettuare la missione ma soprattutto spesso non sapendo che posizione prendere. I programmi ed i bandi ricerca, come spesso accade per altre situazioni, si scrivono prima sapendo chi potrebbe e come partecipare. Ritengo quindi che ci sarebbero ottime possibilità per noi italiani che come ricercatori, tecnici abbiamo ottime idee ed altrettanto ottime qualità per proporle ma, ripeto, occorre che le persone giuste siano nel posto giusto a Bruxelles ed al momento giusto . Vorrei fermarmi qui considerate le cronache di questi giorni di alcune missioni in Belgio di esponenti politici. G: AMFM GIS Italia ha appena concluso la Conferenza 2012 dal titolo “informazione geografica digitale: prospettive per lo sviluppo”. Quale è la funzione e quali i programmi della associazione nel panorama da lei precedentemente tratteggiato ? MS: Per noi di AMFM GIS Italia le prospettive per lo sviluppo risiedono nella convinzione che l’esistenza delle associazioni NGO come la nostra è una necessità più che un lusso. La storia contemporanea, i fatti politici ed economici di questo periodo dimostrano che la PA e le imprese private non sono in grado da sole di creare uno sviluppo sostenibile o facilmente sostenibile . Il terzo settore, quello delle NGO,non quello dei blogsocial network- etc., sinora considerato solo per il welfare deve essere coinvolto efficacemente nelle politiche e tecnologie della ITC proprio partendo da quelle informazioni e servizi più vicine alla gente e straordinariamente utili alle PA : l’informazione geografica è certamente tra le prime. Non si tratta solo di citare o evocare open-data, smart cities, linked data, open source etc. si tratta di aiutare a sistematizzare lo sviluppo che su questi dati e su queste tecnologie si basa ponendosi a fianco dello Stato per sopperire a inefficienze e limitate risorse ed anche a fianco del settore privato per aiutarlo e per mitigarne gli eccessi a volte esistenti. Per dare gambe alla visione esposta l’Associazione ha in programma iniziative per realizzare webinar e workshop, tradurre e commentare documenti, diffondere i risultati dei progetti europei nei quali è impegnata, mettere a disposizione il suo know-how ed esperienza sia per il settore pubblico che privato.

G: C’è possibilità di avere fondi europei nel settore? MS: La CE non ha più come focus la GI per sé come è accaduto nel sesto e settimo programma quadro quando come responsabile del LABSITA della Università Sapienza sono riuscito a portare a casa circa un milio-

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Roma, Ottobre 2012 a cura della Redazione

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INTERVISTA

Intervista all' arch. Martini del Geoportale Nazionale sull’emendamento relativo alla fruibilità dei Dati Territoriali presenti sul testo legislativo della “Spending Review” A cura della Redazione Con il Decreto legge sulla Spending Review all’art. 23 comma

difesa, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del

12 –quaterdecies è stato introdotto il seguente emendamento:

mare, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e

“Per sostenere lo sviluppo delle applicazioni e dei servizi basati

regioni, adottata dalla Conferenza permanente per i rapporti tra

su dati geospaziali e per sviluppare le tecnologie dell'osserva-

lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolza-

zione della terra anche a fini di tutela ambientale, di mitiga-

no, sono definite le modalità per la gestione della piattaforma e

zione dei rischi e per attività di ricerca scientifica, tutti i dati

per l'accesso, l'interoperatività e la condivisione, anche in tem-

e le informazioni, acquisiti dal suolo, da aerei e da piattaforme

po reale, dei dati e delle informazioni in essa conservati, e gli

satellitari nell'ambito di attività finanziate con risorse pubbli-

obblighi di comunicazione e disponibilità dei dati acquisiti da

che, sono resi disponibili per tutti i potenziali utilizzatori nazio-

parte di tutti i soggetti che svolgono tale attività con il sostegno

nali, anche privati, nei limiti imposti da ragioni di tutela della

pubblico, anche parziale. Dall'attuazione delle disposizioni del

sicurezza nazionale. A tale fine, la catalogazione e la raccolta

presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri

dei dati geografici, territoriali ed ambientali generati da tutte

per la finanza pubblica.”

le attività sostenute da risorse pubbliche è curata da ISPRA,

In forza di ciò abbiamo chiesto all’arch. Stefano Martini, che cura

che vi provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie

lo sviluppo del Geoportale Nazionale del Ministero dell'Ambien-

disponibili a legislazione vigente. Con decreto del Presidente

te e della Tutela del Territorio e del Mare, attraverso l'attuazione

della Repubblica, sulla base di una intesa tra Presidenza del

di progetti di acquisizione dati, di evidenziare se sussistano in-

Consiglio - Dipartimento della protezione civile, Ministero della

compatibilità o erroneità in seno al citato emendamento.

G

EOmedia: Quali dati “geospaziali” sono di competenza del Geoportale Nazionale e del Piano Straordinario di Telerilevamento? Stefano Martini: Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il D.lgs 32/ 2010 recepisce la Direttiva Europea 2007/2/CE che delinea la Governance per lo sviluppo e la gestione della Infrastruttura Nazionale per l’Informazione Territoriale e del Monitoraggio Ambientale. Il decreto assegna un ruolo centrale al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, quale autorità nazionale competente per la sua attuazione, nonchè Focal Point per la Comunità Internazionale e Nazionale. Inoltre lo stesso atto legislativo, trasforma il 0ORTALE #ARTOGRAlco Nazionale, istituito e sviluppato attraverso diversi progetti, ed operativo al seguente indirizzo web http://www. pcn.minambiente.it, in Geoportale Nazionale presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Di massima rilevanza, altresì, il riferimento del D.lgs 32/2010 all’integrazione tra dati territoriali e del monitoraggio ambientale nel Geoportale Nazionale e la cooperazione tecnica ed informativa tra i diversi livelli nazionali e regionali. Un altro degli obiettivi fondamentali del suddetto decreto, della politica ambientale co-

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munitaria e delle politiche delle attività che possono avere ripercussioni sull’ambiente, è avvalersi, per l’espletamento delle proprie funZIONI DI UN PUNTO SPECIlco per la raccolta e la distribuzione di tutte le informazioni tematiche territoriali e Ambientali. Il Geoportale Nazionale è paragonabile ad una Biblioteca Nazionale Centrale, che mette a disposizione tutta l’informazione Territoriale ed Ambientale, corredata da un dettagliato set di informazioni (metadati) indispensabili per la ricerca, la comprensione e il confronto dei dati descritti. La Banca Dati ad oggi offre la possibilità di condividere dati di diversa natura ed origine, ivi inclusi i dati derivanti da rilevamento satellitare e aerofotogrammetrico, pertanto è perfettamente in grado di gestire quanto stabilito dall’emendamento in esame. Al riguardo si evidenzia l’esperienza maturata sin dal 2005 da parte di questa Amministrazione con il Piano Straordinario di Telerilevamento. Difatti, come noto, il Ministero dell’Ambiente con l’articolo 27 della legge n. 179/2002 è STATO DESTINATARIO DI UN lnanziamento per la realizzazione del Piano Straordinario di Telerilevamento ad Alta precisione per le aree a rischio idrogeologico (nel seguito PST). Il PST nasce per supportare le esigenze delle Amministrazioni Centrali che per missione istituzionale hanno il compito di coordinare le attività per la difesa del suolo (Ministero

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), prevedere e gestire le conseguenze degli eventi naturali nei casi di emergenza (Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile) e gestire le compeTENZE NAZIONALI DI TIPO GEOTOPOCARTOGRAlco e di sicurezza (Ministero della Difesa – Stato Maggiore della Difesa). ,E 0UBBLICHE !MMINISTRAZIONI lrmatarie dell’Accordo di Programma Quadro per la REALIZZAZIONE DEL 034 RATIlcato nel 2006 dalla Conferenza Stato Regioni, hanno da subito IDENTIlcato come strumento di pubblicazione e condivisione delle informazioni territoriali, NELLO SPECIlco satellitari ed aerofotogramMETRICI IL 0ORTALE #ARTOGRAlco Nazionale, ora Geoportale Nazionale. Il Ministero dell’Ambiente, attraverso il Geoportale Nazionale ed in collaborazione con le varie Amministrazioni competenti, ha così realizzato l’infrastruttura di dati Territoriali e Ambientali che, articolata in un Network di nodi periferici costituiti delle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali cooperanti e dialoganti tra loro,consente lo scambio di INFORMAZIONI CARTOGRAlche in modalità interoperabile. L’affermazione del Geoportale Nazionale è avvenuta così negli anni attraverso diversi Progetti di rilevanza nazionale con l’impiego di risorse economiche, anche comunitarie,

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INTERVISTA lnalizzate alla costruzione di un’Infrastruttura Informatica con tecnologia innovativa e di alTISSIMA AFldabilitĂ . Si evidenzia che è possibile connettersi al Geoportale mediante appositi atti convenzionali. Ad oggi sono giĂ connesse Istituzioni Centrali, Regioni, Province, Comuni, tutte le AutoritĂ di Bacino, Parchi Nazionali, Aree Marine Protette, Enti di Ricerca, UniversitĂ ed altri Enti Pubblici. A ciò si aggiunga che le AutoritĂ Pubbliche di Sicurezza (il Comando Generale dei Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, lo Stato Maggiore della Difesa) e la Protezione Civile Nazionale interagiscono in maniera diretta con il Geoportale Nazionale per le proPRIE lnalitĂ istituzionali. Pertanto, il Geoportale Nazionale è da tempo l’unico punto di riferimento per la cartograla tematica nazionale che garantisce a tutti i soggetti pubblici la fruibilitĂ delle informazioni Territoriali e Ambientali, con oltre un 1.000.000 DI ACCESSI ANNUALI PERMETTENDO GIĂ? UN SIGNIlcativo risparmio economico per tutte le amministrazioni centrali e locali dello Stato Italiano. G: Quali problemi di Competenze Amministrative sono stati sollevati all’interno di tale emendamento? SM: L’emendamento, sembra non collimare con quanto stabilito dal citato D.lgs 32/2010, che giĂ attribuisce all’art. 3 comma 2 il ruolo di AutoritĂ Competente a livello nazionale al Ministero dell’Ambiente (che a sua volta si può avvalere anche dell’ISPRA) per la realizzazione della â€?infrastruttura nazionale per l’informazione territoriale e del monitoraggio ambientaleâ€?. Si evidenzia inoltre che “la caTALOGAZIONE E LA RACCOLTA DEI DATI GEOGRAlci, territoriali ed ambientali generati da tutte le attivitĂ sostenute da risorse pubblicheâ€? come stabilito dall’emendamento, giĂ avviene per il tramite del Geoportale Nazionale che, come sopradescritto, negli anni si è sviluppato per garantire l’accesso alle informazioni territoriali di base e non solo a tutti gli enti aderenti ed al pubblico, nel rispetto della normativa vigente in materia di sicurezza nazionale. In sintesi con l’emendamento inserito nella Legge 135/2012 si autorizza l’ISPRA alla realizzazione di un Geoportale per la condivisione e fruibilitĂ dei dati Territoriali ed Ambientali. Tutto ciò mediante un’intesa tra la Presidenza del Consiglio – Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero della Difesa, questo Ministero, il Ministero dell’Istruzione, dell’UniversitĂ e della Ricerca e le Regioni, tutti enti che come visto giĂ sono connessi con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per il tramite del Geoportale Nazionale e del PST. Alcune di queste istituzioni, hanno giĂ espresso le loro perplessitĂ sulla fattibilitĂ della messa in atto di tale emendamento, non nascondendo uno sperpero di denaro pubbliCO CON ALTRESĂ— DIFlcoltĂ che incontrerebbero in un miscuglio di interconnessioni e sovrapposizioni di dati territoriali ed ambientali e il doversi adeguare ad un ulteriore processo CHE PORTEREBBE A MODIlcare il sistema di condivisione dati giĂ ampiamente collaudato e perfettamente funzionante. A ciò si aggiunga che, ad oggi, l’ISPRA non dispone di un’infrastruttura tecnologica come

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il Geoportale Nazionale capace di svolgere quanto viene stabilito con l’emendamento in esame. Quest’ultima certamente dovrĂ fare investimenti economici notevoli per potersi potenziare debitamente in termini di tecnologia Hardware, i.e. Centro di Elaborazione Dati, e DI lgure professionali per lo sviluppo di tutte quelle funzioni informatiche necessarie per il normale e corretto funzionamento di un Geoportale come invece giĂ compiuto dal Ministero dell’Ambiente con i diversi progetti che hanno permesso la creazione del Geoportale Nazionale. G: Analogamente per le problematiche Economiche? SM #IĂœ CHE RILEVA AI lni dello spirito del Decreto in materia di Spending Review è che questo emendamento di fatto costituisce un atto di segno opposto, ovvero che nella sostanza crea una palese duplicazione di spesa consentendo all’ISPRA di (ri)creare un portale tematico (Geoportale) nazionale che non solo giĂ esiste ma che è istituito per legge come focal point nazionale per le informazioni territoriali, anche a livello europeo. Ancora una volta la questione economica è essenziale poichĂŠ l’animus della Legge 135/2012, ovvero la messa in atto di una revisione della spesa per colpire sprechi delle pubbliche amministrazioni, in questo caso SPECIlco risulta contraddirsi, nei fatti,. Quanto stabilito dall’emendamento: “dall’attuazione delle disposizioni del presente comma non devono derivare nuovi O MAGGIORI ONERI PER LA lnanza pubblicaâ€?, non potrĂ mai, a conti fatti, trovare corrispondenza nella realtĂ . 0ER QUANTIlcare l’impatto economico che la duplicazione causerebbe si evidenzia che la mera costituzione di un Geoportale costa in termini infrastrutturali circa 10 milioni di euro a cui si devono aggiungere oneri per la sicuREZZA LINEE RIDONDATE lrewall etc.), per il personale, per la messa in sicurezza dei locali, per gli impianti di climatizzazione e quanto altro necessario per la gestione dell’iniziativa. Pertanto volendo dare una stima al ribasso si sta trattando di investire solo per il mero start-up tra i 12 ed i 15 milioni di euro a seconda delle soluzioni adottate, ciò senza aver minimamente cominciato l’operativitĂ reale del sistema che a sua volta, come evidenziato all’epoca dal CNIPA (ora Agenzia per l’Italia Digitale) nell’ambito del Comitato Tecnico per i Dati Territoriali (CTDT), ha un costo di circa 2 miLIONI DI EURO ANNUI ! CIĂœ INlne, si aggiunga l’aggiornamento dei dati di base che l’ISPRA dovrebbe mettere a disposizione per consentire l’interpolazione e la condivisione dei dati territoriali: un terzo del territorio nazionale costa mediamente 10 milioni di euro, per cui una copertura aggiornata del territorio completa costerebbe circa 30 milioni di euro per un tematismo di base a cui si dovrebbero aggiungere i costi l’elaborazione delle informazioni e la loro gestione online. Tirando le somme la duplicazione comporterebbe una spesa aggiuntiva di circa 40-45 milioni di euro per ottenere quanto giĂ in possesso da parte del

Ministero dell’Ambiente ed in uso quotidiano a centinaia di Amministrazioni e cittadini. G: Quali suggerimenti dovrebbe prendere in considerazione il legislatore? SM: Appare, agli occhi di chi legge, che il vero contenimento della spesa si otterrebbe annullando l’emendamento in esame visto che il Geoportale Nazionale, come ampiamente EVIDENZIATO NON SOLO GIĂ? ESPLETA CON PROltto dette funzionalitĂ ma che inoltre è strutturato per sostenere e gestire un simile carico di informazioni garantendone nel contempo i livelli di sicurezza ed accessibilitĂ come richiesto dalle normative di sicurezza nazionale. Roma, Ottobre 2012 a cura della Redazione

Immagini in sequenza a striscia con sotto: pericolositĂ idrogeologica - Digital Terrain Model - Permanent Scatterers.

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REPORTS

Sistemi WebGIS e Inventario IFFI per la

Prevenzione nel Rischio Frane di Italo Di Giovanni, Federico Ferrari, Francesco Pedrielli

Frane ed alluvioni sono molto frequenti sul territorio italiano: ciò è dovuto soprattutto alle caratteristiche geologicogeomorfologiche (75% del territorio italiano è montano-collinare) e quelle climatiche, che determinano un alto rischio idrogeologico dell’Italia con conseguente impatto a livello socio-economico, sia per il numero di vittime sia per i danni prodotti ad abitazioni, industrie, infrastrutture, beni culturali e ambientali, ed agricoltura.

amministrazione del territorio rappresenta uno dei nodi fondamentali per una politica ambientale che assicuri un’adeguata qualità di vita alle persone, puntando verso lo sviluppo sostenibile che ormai è alla base delle politiche nazionali e comunitarie. Quindi necessaria diventa la mitigazione delle condizioni di rischio idrogeologico, che dovrebbe essere effettuata attraverso un’attenta gestione del territorio ed un’azione congiunta di previsione e prevenzione, svolta in maniera ordinaria e non solo in fase post-emergenziale. La previsione racchiude l’insieme delle attività volte allo studio e alla determinazione delle cause di eventi, nonché all’identificazione dei rischi e delle zone di territorio soggette ai rischi stessi. Nei dissesti idrogeologici, la previsione è possibile sulla base di una conoscenza storica ed attuale del territorio. Con l’obiettivo principale di fornire un quadro sulla distribuzione dei fenomeni franosi, nel 2007 sono stati presentati i risultati del Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), il quale ha censito con procedure standardizzate circa 485.000 frane, che interessano un’area di 20.721 km2, pari al 6,8% del territorio italiano (Figura 1). l Progetto IFFI, inoltre, ha anche lo scopo di realizzare un Sistema Informativo Territoriale Nazionale contenente tutti i dati

L’

Figura 1 - (A) Indice di franosità (%), rapporto fra area in frana ed area totale, calcolato su una maglia quadrata regolare di lato 1 km, (B) Livello di attenzione, riguardo il rischio da frana, calcolato per tutti i comuni italiani; le mappe sono derivanti dall’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Rapporti ISPRA, 78/2007 ed 83/2008), dal sito internet: www.sinanet.apat.it/ progettoiffi.

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sulle frane censite in Italia, oltre che ad offrire uno strumento conoscitivo di base per la valutazione della pericolosità e del rischio da frana, per la programmazione degli interventi di difesa del suolo e per la pianificazione territoriale. A tal riguardo, la cartografia tematica del Progetto IFFI è consultabile online tramite il Sistema applicativo dedicato Cart@ net-IFFI o i Servizi WMS, realizzati dalla collaborazione tra il Dipartimento Difesa del Suolo - Servizio Geologico d’Italia dell’ISPRA e Planetek Italia. Nel primo caso, attraverso una navigazione semplice e intuitiva, l’utente che accede al sito www.sinanet.apat.it/progettoiffi può visualizzare le frane (Progetto IFFI), l’urbanizzato sul territorio nazionale (Progetto Corine Land Cover 2000), il tracciato stradale e ferroviario, i fiumi, il modello digitale del terreno ombreggiato (DEM 20x20m), le immagini da satellite (Landsat), le Ortofoto a colori (solo utenti SINAnet) e la Carta Topografica (IGM 1:25.000). L’utente può, inoltre, effettuare ricerche geografiche per comune o località, nonché interrogare la banca dati acquisendo informazioni su frane e visualizzare documenti, foto e filmati. Mentre nel secondo caso, tramite il Servizio WMS del Progetto IFFI, l’utente può sovrapporre il tematismo delle frane dell’Inventario IFFI su altri livelli informativi, disponibili su Internet o contenuti in locale sul proprio PCcomputer. Infatti, il WMS (Web Map Server) è un protocollo di interoperabilità e interscambio che consente di condividere via Internet dataset geografici, provenienti e gestiti da fonti diverse; inoltre, il protocollo è conforme alla Direttiva Europea 2007/2/CE INSPIRE (Infrastructure for Spatial Information in Europe) e segue le specifiche tecniche dell’OGC (Open Geospatial Consortium). Il database del Progetto IFFI fornisce una prima valutazione del rischio da frana: difatti, confrontando le frane censite con gli elementi esposti (centri abitati, infrastrutture, etc…), si riscontra che i comuni italiani a rischio sono 5.708, pari al 70,5% del totale (Tabella 1). Inoltre, più della metà di questi presenta livelli di attenzione da elevato a molto elevato: cioè con presenza di frane sul tessuto urbano, aree industriali o commerciali, rete autostradale, ferroviaria e stradale, aree estrattive, discariche e cantieri. Dall’analisi dei dati raccolti e censiti, si possono evidenziare sia le regioni che presentano un elevato numero di fenomeni franosi censiti che quelle con la densità maggiore di frane, calcolata per aree di 100 km2 (vedi istogramma di Figura 3).

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REPORTS Infatti, stabilendo una soglia minima di circa 30.000 fenomeni franosi, si denota che le regioni con la presenza più elevata di eventi franosi censiti sono Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Piemonte Figura 2 - Esempio di Navigazione: Frane ed Umbria; mentre le della Regione Emilia-Romagna. regioni che, non solo mostrano una gran quantità di fenomeni franosi, ma hanno territori notevolmente dissestati con presenza di più di 1,5 frane per km2 sono: * Lombardia, Molise: circa 5 frane per km2 * Marche, Umbria, Emilia-Romagna: > 3 frane per km2 * Trentino A.A.,Toscana,Campania: > 1,5 frane per km2 Comuni a Rischio Frana

Livello di Rischio

5.708

Molto Elevato

Elevato

Medio

Trascurabile

(su totale di 8101)

2.940

1.732

1.036

2.393

Tabella 1 - Numero di Comuni a Rischio da Frana sul totale, suddivisi per i quattro livelli di Rischio.

Al giorno d’oggi, sulla base delle conoscenze pregresse acquisite, diviene molto più semplice la scelta e l’applicazione di opportune metodologie e strumenti per effettuare una prevenzione del rischio da frana, cioè quelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti ad eventi franosi. La prevenzione si può attuare attraverso interventi sia di tipo strutturale (opere di bonifica, consolidamento e sistemazione idrogeologica del territorio) che non strutturale (informazione e formazione culturale sui rischi e relativi comportamenti, corretta pianificazione territoriale, adeguati piani di protezione civile e, soprattutto, monitoraggio strumentale per allarmi). Quindi, un’azione congiunta di previsione e prevenzione delle zone soggette ad instabilità dei versanti è assolutamente necessaria: infatti, nei dati elaborati dal Progetto IFFI, risulta che la popolazione esposta al rischio da frana ammonta a circa 1 milione di abitanti. In conclusione, riparare i danni provocati da frane e alluvioni è costato all’Italia più che mettere in sicurezza il territorio, senza

contare la perdita di vite umane (il Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi e l’ISPRA, stimano che gli eventi provocano circa 60 vittime l’anno) e le ricadute sul sistema economico per le attività imprenditoriali perdute. L’Italia ha, infatti, speso oltre 52 miliardi di euro, una media di 1 miliardo l`anno, per riparare i danni provocati da frane o alluvioni. Le cifre evidenziano l’assoluta necessità di mettere in atto un’efficace gestione del territorio, di avere una prevenzione di qualità che va dalla manutenzione del territorio, al monitoraggio ed alla conoscenza delle aree esposte a rischio frane e alluvioni. Attualmente, dato che la previsione a breve termine degli eventi franosi è problematica, non si può prescindere dai sistemi strumentali di monitoraggio. Infatti, il monitoraggio dei fenomeni franosi non limita la pericolosità, però rappresenta la base per la realizzazione di piani che si propongono come obiettivo la prevenzione dei rischi connessi all’instabilità dei versanti. Bibliografia • Triglia A. e Iadanza C., “Il Progetto IFFI - Metodologia, risultati e rapporti regionali” Rapporto sulle frane in Italia (APAT, Roma), 2007. • Rapporto sulle frane in Italia (Rapporti APAT 78/2007). • Landslides in Italy – Special Report 2008 (Rapporti ISPRA 83/2008, in English). • Consiglio Nazionale dei Geologi – Centro Studi, “Terra e Sviluppo - Decalogo della Terra 2010” Rapporto sullo Stato del Territorio Italiano, Roma, 2010. • ISPRA, “Annuario dei Dati Ambientali 2010” (ISPRA: www. isprambiente.gov.it), 2011.

Parole chiave INVENTARIO FRANE; PROGETTO IFFI; WEBGIS FRANE; PREVENZIONE; MONITORAGGIO FRANE.

Abstract WebGIS system and IFFI Inventory for Prevention in Landslide Risk Geological, geomorphological and climatic characteristics determine a high landslide risk in Italy, with a consequent impact on the socio-economic level. As part of the IFFI Project, a WebGIS archive was created to provide a framework of the distribution of landslides. Final result: nearby 485.000 landslides have been recorded in Italy. Moreover in Italy the remediation of the damages, due to landslides and floods, cost more than secure the lands. Today, in the framework of prevention, landslide monitoring cannot be ignored by the authorities allowing control conditions that can become extremely dangerous, with damages to property and/or people.

Autori ITALO DI GIOVANNI, I.DIGIOVANNI@AMON-X.EU FEDERICO FERRARI F.FERRARI@AMON-X.EU AMON-X S.R.L., VIA DEL MULINETTO, N. 63, FERRARA (FE), ITALIA TEL. 0532/1940081 FRANCESCO PEDRIELLI

Figura 3 - Istogramma che illustra la situazione in tema di instabilità dei versanti a scala nazionale, individuando per ciascuna regione sia il numero di fenomeni franosi censiti che la densità franosa calcolata per aree di 100 km2 (dati Rapporti ISPRA, 83/2008).

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PEDRIELLI@FE.INFN.IT

DIPARTIMENTO DI FISICA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA VIA SARAGAT, N. 1, FERRARA (FE), ITALIA

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GEOSPATIAL

Smart City: aspetti geomatici di un paradigma “fuzzy” di Andrea Fiduccia

Il concetto di Smart City viene proposto con molte varianti non sempre tra loro coerenti. Ne sceglieremo l’accezione che propone la possibilità di una migliore qualità della vita negli spazi urbani rimpiazzandone la caotica complessità con innovazioni tecnologiche per realizzare i nostri progetti di lavoro e di vita. All’interno del paradigma ci concentreremo sugli specifici aspetti del segmento disciplinare della geomatica.

Alla ricerca di una definizione Le “prestazioni urbane” dipendono non solo dalla dotazione della città di infrastrutture materiali (capitale fisico), ma anche, e sempre più, dalla disponibilità e dalla qualità della comunicazione delle conoscenze e delle infrastrutture sociali (capitale intellettuale e sociale). Quest’ultima forma di capitale è determinante per la competitività urbana. È in questo contesto che il concetto di “Smart City” è stato introdotto come strumento strategico per inquadrare i moderni fattori produttivi urbani in uno schema comune e per sottolineare l’importanza crescente delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) e del capitale sociale e ambientale nella profilatura della competitività della città. L’importanza del capitale sociale e del capitale ambientale è fondamentale per distinguere le Smart City dalle loro controparti più tecnologiche, tracciando una linea netta tra le Smart City e ciò che va sotto il nome di “Città Digitali” o “Città Intelligenti”. Le Smart City possono essere identificate (e classificate) secondo sei assi principali o dimensioni (Caragliu et al 2009). Gli assi sono: smart economy, smart mobility, smart environment, smart people, smart living e smart governance. Questi sei assi derivano dalle teorie regionale e neoclassica della crescita e dello sviluppo urbano. In particolare, gli assi sono basati - rispettivamente - sulle teorie della competitività regionale, dell’economia dei trasporti e delle ITC, delle risorse naturali, del capitale umano e sociale, della qualità della vita e della partecipazione dei cittadini nella gestione della città. Una città può essere definita come “smart” quando gli investimenti in capitale umano e sociale e in infrastrutture di comunicazione tradizionali (trasporti) e moderne (ITC) alimentano lo sviluppo economico sostenibile e una qualità di vita elevata, con una gestione sostenibile delle risorse 40

naturali, attraverso la governance partecipativa (Caragliu et al 2009). Il concetto di Smart City come fase successiva del processo di urbanizzazione è stato molto di moda sulla scena politica negli ultimi anni, con l’obiettivo di distinguere la Smart City dalla “Città Digitale” o “Città Intelligente”. Il focus principale è ancora sul ruolo Figura 1 - Architettura di sistema integrata nelle soluzioni IMoSS. delle infrastrutture forme di pianificazione partecipativa ICT, ma molte riche mediante politiche di sviluppo amcerche sono state anche svolte sul ruolo bientale sostenibile e valorizzazione del del capitale umano e dell’istruzione, del patrimonio culturale. capitale sociale e relazionale e della qualità ambientale come fattori importanti di Quest’ultimo punto, l’importanza della socrescita urbana. Tra le caratteristiche distintive della Smart stenibilità, differenzia fortemente la Smart City dalla “Città Digitale” o “Città IntelliCity emergono: gente”. l’utilizzo delle infrastrutture di rete (con enfasi sulle ICT) per migliorare l’efficienza economica e politica e consentire lo sviluppo sociale, culturale e urbano (Hollands, 2008); il ruolo critico delle industrie ad alta tecnologia e creatività (Nijkamp, 2008); l’enfasi sullo sviluppo urbano guidato dal business; le città, cioè, possono progettare “parchi commerciali” come “città intelligenti” (Kochi, Malta, Dubai sono tutti esempi); la capacità di intelligence “locale” intrinsecamente legata all’economia basata sulla conoscenza; il ruolo del capitale sociale e relazionale nello sviluppo urbano sia mediante il coinvolgimento dei residenti nei servizi urbani (es. le smartcard) e nelle varie

Aspetti geomatici della Smart City La geomatica offre una serie di concetti e strumenti per la pianificazione e gestione delle Smart City. Stante il ruolo della connettività, la Smart City è un sistema caratterizzato dalla dimensione del tempo reale. Il concetto di riferimento è il City Sensing cioè l’insieme di sistemi, metodologie e tecnologie di monitoraggio con sensoristica diffusa e rilevamento immersivo sul territorio. In un precedente articolo abbiamo introdotto IMoSS Integrated Monitoring Solutions and Services, la società del gruppo HEXAGON che sfruttando le componenti sensoristiche ed applicative di Leica e le componenti applicative di Intergraph ed ERDAS per search, discovery, sensor fusion,

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GEOSPATIAL analisi, geospatial intelligence, mappe collaborative e sistemi per sale operative (Figura 1.) si pone sul mercato quale soggetto primario e partner ideale per sistemi di monitoraggio ambientale SDI-oriented. Il “modello IMoSS” in prospettiva Smart City viene generalizzato ad I(I&E)MaSS cioè Infrastructure and Environment Integrated Management Solutions and Services. In questo contesto, acquista un ruolo strategico l’uso di dispositivi tecnologici di rilevamento di piccole dimensioni, miniaturizzati, portatili o personali. I flussi di dati provenienti dai sensori fissi e mobili possono essere organizzati in un database geografico, sommandosi ai dati telerilevati e ai giacimenti informativi e generando il cosiddetto “rilevamento immersivo”. Lo scenario del dinamic geomonitoring è stato testato con successo in progetti mirati sia a esplorarne le ricadute operative per una più reale comprensione delle dinamiche dei fenomeni di inquinamento urbano (es. Progetto LIFE Ambiente 1999 ECO-EXPOLORER) che a metterne a punto le architetture ITC-SOA (es. progetti cofinanziati dall’Unione Europea S@ny, Orchestra, etc). La Smart City, ecosistema complesso, viene dunque rilevata e rappresentata mediante le tecnologie geospaziali sempre più in almeno 4D (geometrie 3D e dimensione tempo). In questo senso parliamo di City Model. Da un punto di vista del rilevamento dei dati, possiamo constatare due importanti fenomeni. La massiccia produzione di DDTM e DDSM – rispettivamente modello digitale denso del terreno (Dense Digital Terrain Model) e modello digitale denso di superficie (Dense Digital Surface Model) - mediante tecnologie LIDAR aviotrasportate e/o al suolo e la maturità delle tecnologie geospaziali per la gestione dei dati LIDAR stessi sia come dato nativo che come analisi. Si pensi al supporto diretto dei formati .las negli ambienti GIS di tipo grid (ad es. la nuova release di GeoMedia GRID) e nei software per il remote sensing (ad es. ERDAS IMAGINE rel. 12 attualmente in beta). L’ampliamento del dominio del telerilevamento. Al telerilevamento tradizionale, il Remote Sensing, si è affiancato il “Telerilevamento di Prossimità” (Proximal Sensing) cioè la georeferenziazione e l’analisi (possibilmente real-time) dello streaming di dati multispettrali catturati dagli UAV (es. Figura 2. Intergraph Motion Video Exploitation solution). Il City Sensing stesso diviene, poi, Immersive Sensing quando l’oggetto osservato è più piccolo del sistema osservante o si costituisce esso stesso di elementi che acquisiscono l’informazione. Il monitoraggio complessivo della Smart City, pervasivo, immersivo e real-

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Figura 2 - Intergraph Motion Video Exploitation Solution.

time vede affermarsi un “nuovo” sensore: il cittadino. Quest’ultimo – mediante sensori “indossabili” e a basso costo interfacciati con i suoi dispositivi personali di comunicazione – consente di infittire la rete di monitoraggio secondo un approccio bottom-up, di tipo “cloud”, con forte caratterizzazione WIKI (WIKI Sensing): “molte misure poco costose, qualità inferiore, diffuse sul territorio, esposte sul web” (Camporese, 2011). Smart City = Safe City L’analisi degli eventi critici, sia ambientali che di ordine pubblico, occorsi negli ultimi anni ha evidenziato la necessità per le Pubbliche Autorità di disporre di sistemi integrati “interagenzia” per la gestione della sicurezza e delle emergenze. Da questa diagnosi segue il requisito di un organo di gestione unico in grado di visualizzare il quadro situazionale e rimuovere i “silos di informazioni” e i colli di bottiglia di funzionamento che possono inibire la fase di risposta e quella di recovery. Il decisore ha bisogno di una completa situational awareness e di aver presentate le informazioni pertinenti tempestivamente in una forma che ha senso per ogni singola funzione operativa, senza sovraccaricare il quadro con dettagli inutili. Le conseguenze di una “situazione urbana critica” possono estendersi ben oltre il termine immediato della risposta all’emergenza. È necessario tenere conto della business continuity per le forniture di carburante e di energia, dell’accesso a rifugi e alloggi temporanei, delle disponibilità di cibo e di acqua dolce, di forniture mediche e di risorse. La resilienza della comunità è fortemente dipendente da questa continuità e la collaborazione con altre agenzie di servizi di emergenza tradizionali - sanità, servizi alla persona, servizi pubblici e privati, e organizzazioni di volontariato - è quasi sempre necessaria. Un Integrated Operations Center (IOC) consente ai soggetti - istituzionali e non che hanno in carico la risposta alle emer-

genze di avere una piattaforma operativa comune che supporta la condivisione di informazioni e il decision-making collaborativo. Tale Centrale Unificata – fisica o virtuale - è il fondamento del concetto di “Smart City Città Sicura”: nella Mappa Collaborativa (COP Common Opeartional Picture) si fondono le tecnologie di gestione, di rilevazione, di previsione e di informazione. “Operazioni integrate” significa non avere più soluzioni e processi distinti per le catastrofi naturali o di origine antropica, per il terrorismo e la sicurezza, per la tutela della salute dei cittadini e per i grandi eventi pre-pianificati. “Operazioni integrate” si riferisce anche alla capacità di attingere alle competenze sia locali che della periferia e di condividere le informazioni con gli esperti in modo che essi possano assistere i decisori. Una soluzione basata su un’infrastruttura di dati territoriali combina i dati geospaziali, i dati tabellari e le “nuove sorgenti di dati” in un’unica vista, coerente e completa che può essere adattata e filtrata in base alle esigenze di ogni utente. Per “nuove sorgenti di dati” intendiamo le informazioni provenienti da dispositivi sensoriali come sensori di calore e di movimento, videocamere fisse e mobili, la video-analisi del comportamento e il rilevamento delle intrusioni. L’ interoperabilità consente ad informazioni sulle risorse e a specifiche funzionalità di essere presentate agli utenti nel contesto dello sviluppo di scenari di sicurezza (o di emergenza) urbani incrementandone la situational awareness. Sapere dove sono tutte le risorse e i mezzi e le relative dotazioni strumentali in qualsiasi momento permette una risposta più veloce, più precisa e che tiene conto di tutti gli aspetti del contesto della situazione. Tra le applicazioni che supportano i decisori durante la pianificazione vi sono, poi, i “cruscotti”. Si tratta di rappresentazioni grafiche nella forma di indicatori analogici o di semplici cartografie tematiche che sintetizzano gli output di complessi modelli basati su algoritmi di business intelligence.

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GEOSPATIAL mazioni nel Distribution Management System devono poter essere visualizzate sia su base geografica che come diagrammi schematici ingegneristici. La Mappa Collaborativa diviene in questo contesto il Consolidated User Environment (CUE). L’utilizzare un geodatabase per il modello delle infrastrutture per la fornitura di energia e dell’infrastruttura di telecomunicazioni è un valore aggiunto che le tecnologie geomatiche offrono alla realizzazione di Figura 3 - I2RMS - Intergraph Incident and Resource Management System. una Smart Grid. Il modello dell’infrastruttura di rete La diffusione della rappresentazione 4D deve essere geospaziale. Questa impoè già riscontrabile nel segmento delle so- stazione è importante per la localizzazione luzioni geospaziali per le sale operative. degli impianti, per la corretta distribuzione Dalla tradizionale rappresentazione carto- delle risorse sul campo e per esplicitare la grafica bidimensionale si è passati alla 3D dimensione geospaziale dei sistemi inforCommon Operational Picture nella quale mativi aziendali. Tuttavia, il valore reale è traiettografie, videosorveglianza e rileva- il fatto che si tratta di un modello dati di mento radar convivono con la rappresen- una rete tecnologica, manutenuto attratazione GIS 3D in architetture full- service- verso un’interfaccia GIS con estese funziooriented idonee a consumare web service nalità di disegno tipo CAD, che supporta le varie forme di analisi ingegneristiche standard OGC e di funzionamento che sono alla base dell’operatività della Smart Grid. Smart City e Smart Grid Secondo la definizione del MIT la Smart Il concetto di “spatial awareness” come City si prefigge un obiettivo di sostenibi- fattore di incremento della “ situation lità, vivibilità ed equità sociale mediante awareness” è autoesplicativo. Ad eseminnovazioni tecnologiche e di progetta- pio, la soluzione Smart Grid Intergraph / zione. Tra queste il MIT indica i “sistemi Siemens utilizza una serie di interfaccie GIS nervosi digitali”, la responsività intelligen- per aiutare il gestore del sistema a filtrare te e l’ottimizzazione ad ogni livello dell’in- rapidamente, analizzare e interpretare le informazioni in un contesto territoriale. La tegrazione di sistemi. I sistemi “Smart Grid” si inquadrano nella visualizzazione geografica dei dati operaproblematica dell’ottimizzazione ener- tivi, ivi inclusa la georeferenziazione autogetica ed anche in quella della sicurezza matica delle segnalazioni di disservizio e della città. Il personale del gestore della guasti da parte dei clienti, della previsione rete energetica deve essere in grado di automatica del funzionamento dei dispomonitorare la rete, scoprire velocemente sitivi di protezione e delle interruzioni di eventuali cambiamenti delle condizioni, servizio, della posizione delle squadre sul anomalie della rete e guasti e di inter- campo, dei sistemi previsti in fault migliovenire per il ripristino. Questo implica ra la situation awareness e la velocità del l’esistenza di uno Smart Grid Operations processo decisionale. Command-and-Control Center. Le infor- Il sistema può generare automaticamente la vista schematica dalla vista geografica, in modo i dati siano inseriti una sola volta come modello di rete GIS. La vista schematica e le viste geografiche sono diverse modalità di rappresentazione di un unico modello dati. Questo generatore automatico di viste schematiche è una caratteristica peculiare della soluzione Intergraph / Siemens. La tecnologia Sie-

mens Spectrum Power DNA include le applicazioni necessarie per determinare lo stato del modello operativo di distribuzione e di eseguire la gestione dei guasti. L’integrazione con i sistemi SCADA è gestita da componeti Siemens (Spectrum Power D-SCADA ) e Intergraph (I/SCADA). Intergraph fornisce, oltre al modello di dati su base geografica e la Mappa Collaborativa, le componenti per la gestione dei guasti e delle interruzioni di servizio compreso il supporto alle squadre sul campo dotate di terminali palmari derivate dalle soluzioni per le sale operative di pubblica sicurezza (Figura 4). Inoltre è sempre Integraph la componente funzionale su base geografica di integrazione dei sistemi di sicurezza della rete (controllo accessi, allarmi perimetrali, telecamere) che è sempre da considerare una infrastruttura critica.

Abstract Smart City: geomatics aspects of a fuzzy paradigm The label smart city is still quite a fuzzy concept and is used in ways that are not always consistent. We endorse the definition that “a city can be defined as ‘smart’ when investments in human and social capital and traditional (transport) and modern (ICT) communication infrastructure fuel sustainable economic development and a high quality of life, with a wise management of natural resources, through participatory governance”. Geomatics provides a set of concepts and tools for the planning and management of Smart Cities (City Sensing,City Model, Proximal Sensing, WIKI Sensing, etc). The Integrated Operations Center (IOC) is the foundation using geographic technologies to join Smart City with Safe City. Smart Grid Systems are a way to make operational the urban sosteneability in the energy sector. Some Intergraph’s technologies are used as examples of the contribution of geomatics in the implementation of Smart City paradigm.

Parole chiave SMART CITY, GEOMATICS, CITY SENSING, GEOSPATIAL.

Autore ANDREA FIDUCCIA ANDREA.FIDUCCIA@INTERGRAPH.COM PROJECT MANAGER SECURITY, GOVERNMENT & INFRASTRUCTURE INTERGRAPH ITALY LLC

Figura 4 - Intergraph / Siemens Smart Grid System.

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GEOSPATIAL

SOLUZIONI INTEGRATE: INTERGRAPH + ERDAS GIS + TELERILEVAMENTO + FOTOGRAMMETRIA Fotogrammetria

Telerilevamento

Intergraph® ImageStation | LPS

ERDAS IMAGINE® ERDAS ER Mapper

GIS

GeoSpatial Server [ SDI - INSPIRE ]

GeoMedia®

GeoMedia® Smart Client GeoMedia® WebMap | ERDAS APOLLO

UN CICLO COMPLETO Nell’ambito delle strategie del gruppo Hexagon AB, la rete commerciale e i prodotti di ERDAS sono stati incorporati in Intergraph, estendendone l’offerta e la capacità di veicolare i prodotti sul mercato attraverso un referenziato canale di distribuzione, la società Planetek Italia. Il nuovo portafoglio di soluzioni è oggi perfettamente in grado di integrare GIS, Telerilevamento e Fotogrammetria, coprendo l’intero ciclo di vita del dato: Acquisizione, Elaborazione, Gestione e Distribuzione. La nuova offerta di Intergraph fornisce una soluzione globale “GeoSpatial” a 360°: la connessione nativa e l’integrazione di complesse elaborazioni ed analisi (vector, raster e video), permette di trarre il massimo vantaggio dalle molpeplici sorgenti dell’informazione geografica, realizzando così sistemi di “REAL TIME DYNAMIC GIS”.

www.geospatial.intergraph.com www.geospatial.planetek.it Intergraph, GeoMedia, ERDAS IMAGINE and the Intergraph logo are registered trademarks of Intergraph Corporation. © 2012 Intergraph Corporation. visita il sito www.rivistageomedia.it

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REPORTS

Il rilievo 3d dell’ di Erminio Paolo Canevese, Nicola Benedet Accade molto spesso che i capolavori artistici siano fragili e non possano essere resi disponibili al pubblico con disinvoltura, oppure accade che i capolavori siano accessibili al pubblico, ma che non abbiano la meritata visibilità e valorizzazione. Eppure devono poter essere visti e fruiti dal maggior numero di persone possibile, perché solo così assolvono ad un compito importante: divulgare e tramandare alle generazioni future la conoscenza, la bellezza e l’arte del passato. Una possibile soluzione è affidarsi a un “intermediario”, come può essere una copia immateriale (digitale), perfettamente fedele all’originale, grazie a cui sia semplice avvicinarsi e comprendere l’opera, esplorandola da punti di vista inediti, arrivando a osservarne i minimi dettagli.

Da diversi anni Virtualgeo è impegnata nell’uso innovativo della geomatica per renderla, oltre che una sofisticata disciplina da esperti per “catturare”, rappresentare e analizzare qualsiasi oggetto o ambiente, un approccio inedito a disposizione di tutti per esplorare la bellezza. Nel caso dell’Amplexus in Aere, la ricerca Virtualgeo ha fornito gli strumenti progettuali e didattici che hanno permesso di analizzare, comprendere e indagare delle opere d’arte a diversi livelli, scientifico-operativo e divulgativo. Più che una sfida, quella di Virtualgeo è una rivoluzione che impiega le nuove tecnologie in modo “intelligente” anche per far intersecare mondi opposti, come potrebbero sembrare arte e geomatica. L’obiettivo è appagare il lato conoscitivo, emozionale e creativo delle persone partendo sempre da un approccio esclusivamente scientifico, di rigorosa corrispondenza tra modello tridimensionale digitale (non virtuale) e realtà. La ricostruzione 3D della statua è solo un esempio, estendibile a qualunque altro manufatto di valore culturale, di come certe conclusioni si possano trarre soltanto integrando tra loro tecniche e discipline diverse (geomatica e arte). Capita molto spesso che i capolavori artistici siano fragili, imponenti e non possano essere resi disponibili al pubblico con disinvoltura, oppure accade che i capolavori siano accessibili al pubblico, ma che non abbiano la meritata visibilità e valorizzazione. Eppure devono poter essere visti e fruiti dal maggior numero di persone possibile, perché solo così assolvono un compito importante: divulgare e tramandare alle generazioni future la conoscenza, la bellezza e l’arte del passato. Una possibile soluzione è affidarsi a un “intermediario”, come può essere una copia immateriale (digitale), perfettamente fedele all’originale, grazie a cui sia semplice avvicinarsi e comprendere l’opera,

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esplorandola da punti di vista inediti, arrivando a osservarne i minimi dettagli. Con un progetto pilota, Virtualgeo ha deciso di realizzare un modello digitale 3D multi-risoluzione e multimodale di una delle opere più significative dell’artista Pasquale Alessio Giusti: l’Amplexus in aere. L’opera in questione (figura 1), un bozzetto in gesso del 1894, eseguito in previsione di un gruppo bronzeo per Elisabetta d’Austria mai realizzato, ritrae due innamorati nel perpetuo gesto di dondolarsi sull’altalena, ed è arrivata intatta fino a noi. Il museo che ospita la gipsoteca Giusti (Vittorio Veneto – TV) si prodiga da anni nell’impresa di far conoscere in ambito internazionale l’attività dell’artista, incontrando tuttavia difficoltà legate agli enormi investimenti economici da sostenere. Volendo concretizzare le intenzioni del museo, dando la meritata visibilità all’attività del Giusti, l’esperimento di Virtualgeo è iniziato nel luglio 2011 con una giornata di lavoro al Museo del Cenedese di Vittorio Veneto (TV) per eseguire le scansioni laser (figura 2) della statua utilizzando un braccio di misura portatile equipaggiato con una testa laser. Questo ha permesso di restituire un modello geometrico di precisione sub-millimetrica, completo di colore e morfologia della statua. La criticità del rilievo della statua era legata soprattutto alla sua complessità e all’irregolarità delle superfici e all’elevato dettaglio necessario per coglierne tali caratteristiche. La delicatezza dell’opera e la mobilità limitata nel suo intorno hanno determinato la scelta Figura 1 - L’Amplexus in Aere. GEOmedia n°4-2012


REPORTS Infatti le tecnologie GeomaticsCUBE di Virtualgeo propongono un approccio nuovo che moltiplica le possibilità di usare tutte le informazioni ricavabili dai modelli 3D e dai dati acquisiti con strumentazione lidar, grazie a strumenti specifici e intuitivi. La combinazione di tre semplici elementi rende unici i modelli 3D generati dalle tecnologie Geomaticscube:

Figura 2 – Fase di rilievo della statua.

della strumentazione laser scanner da impiegare: un braccio di misura Romer Absolute Arm con sensore di scansione integrato. Alcune specifiche tecniche relative alla strumentazione sono riportate in tabella. Per la statua sono state eseguite diverse scansioni dettagliate con cui si sono acquisite le coordinate spaziali (figura 3) di oltre due milioni di punti. Successivamente, grazie alle 30 prese fotografiche, si è potuto acquisire il valore cromatico RGB.

• fedeltà al reale: le maglie intelligenti che costituiscono il modello seguono perfettamente la morfologia delle nuvole di punti e dunque del manufatto; • segmentazione degli elementi che costituiscono il modello 3D, in relazione a criteri materici, temporali, termici, di degrado; • leggerezza dei file generati (dimensioni ridotte in KB). La fase di post-processamento dei dati acquisiti con laser scanner è iniziata filtrando la nuvola di punti per eliminare l’eventuale rumore e i punti non significativi: un esempio del risultato di questa fase preparatoria è mostrato in figura 4. Il successivo passaggio si è concentrato nell’organizzazione della nuvola di punti. Impiegando le funzionalità di EasyCUBE LIM™ si è proceduto

GeomaticsCUBE ricerca e sviluppo Virtualgeo Nell’ottica di semplificare la gestione e la fruibilità dei dati di rilievo, il software per il processamento dei dati (finanche a miliardi di punti nel caso di rilievi di complessi architettonici), riveste un ruolo chiave nella tecnica di rilievo mediante laser scanner. Il post-processamento dei dati acquisiti con laser scanner al Museo del Cenedese è stato condotto con EasyCUBE LIM™, software proprietario sviluppato da Virtualgeo per la gestione e la modellazione delle nuvole di punti. Il software è la soluzione di GeomaticsCUBE, divisione ricerca applicata e sviluppo Virtualgeo, per generare modelli tridimensionali informativi e texturizzati unici nel loro genere perché hanno caratteristiche determinanti e indispensabili per l’ottimizzazione e l’efficienza nelle attività dei progettisti. EasyCUBE LIM™ consente, infatti, di gestire fino a 20.000 layer, di calcolare in tempo reale non solo distanze tra punti, pendenze, angoli verticali e orizzontali ma anche superfici reali 3D e 2D sui piani orizzontali e verticali. Con EasyCUBE LIM™ si può indagare in dettaglio la geometria degli elementi, individuarne le possibili deformazioni (applicando così i metodi usati in metrologia ai settori dei beni culturali, dell’archeologia, dell’architettura, dell’ingegneria etc.), elaborare fotopiani ad alta definizione con tecniche fotogrammetriche per punti omologhi e ortofotopiani dalle nuvole di punti. È stato pensato come strumento di lavoro efficace ed efficiente ad ampio raggio: per la conservazione del patrimonio architettonico e culturale, l’attività di certificazione, la produzione industriale, la realizzazione di infrastrutture, la gestione del territorio etc. EasyCUBE LIM™ rivoluziona completamente il rapporto software/utente con un modo di pensare diverso. È adatto a un’ampia gamma di applicazioni, in molteplici settori professionali e produttivi, per soddisfare al meglio sia gli scopi prefissati sia quelli potenziali, non ancora prefigurati. Il nuovo punto di vista per studiosi e progettisti EasyCUBE LIM™ appartiene alla EASYCUBE FAMILY, che sarà presentata entro la prima metà del 2013 ed è solo uno dei tanti risultati della ricerca Virtualgeo, frutto di un know-how ventennale negli ambiti della geomatica, realtà virtuale e multimedia. Negli ultimi anni la ricerca Virtualgeo si è focalizzata su metodi innovativi a supporto delle attività di reverse engineering (LIM™ - PDM™ - DITM™) e sulla realizzazione di tecnologie potenti e, allo stesso tempo, semplici e alla portata di tutti.

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Figura 3 – Fase di acquisizione delle coordinate spaziali.

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REPORTS

Figura 4 – La nuvola di punti.

Figura 5 – Il modello 3D in shade.

alla modellazione 3D della morfologia della statua ottenendo il risultato mostrato nella figura 5. Al modello 3D è stato possibile applicare rapidamente, grazie alle funzionalità del software, le texture (figura 6). Quest’ultimo aspetto, oggi sempre più importante, permette di creare direttamente modelli 3D contraddistinti, oltre che da un elevata qualità geometrica, anche da un alta qualità fotografica. Il modello 3D ottenuto dai dati laser si presta sia a scopi scientifico-operativi (possibilità di effettuare studi specialistici a distanza , simulazione e valutazione di ipotesi di intervento per la loro conservazione etc.) sia divulgativi (accessibilità “virtuale” e semi-immersiva, anche in stereoscopia, per il vasto pubblico, valorizzazione e promozione del sito, etc.). Intermediari culturali Il modello tridimensionale dell’Amplexus in Aere è stato poi affidato alla creatività dell’artista Stefano Mitrione che, impiegando il software EasyCUBE, ha reso la statua protagonista della sua installazione new media op029sm11 nella mostra Genoma Contemporary, organizzata in concomitanza con la Biennale d’Arte 2011. Il pubblico della mostra ha infatti avuto la possibilità di interagire e interrogare, grazie a EasyCUBE, un modello 3D di circa 2.500.000 di triangoli (TIN) della statua, contraddistinto da un’accuratezza di 0,05 mm, cogliendone la delicatezza dei dettagli e, soprattutFigura 7 – Interazione con il modello to, condividendo in rete 3D durante l’evento Genoma le esperienze emozionaliContemporary. conoscitive che hanno vissuto, concretizzandole in vere e proprie performance artistiche digitali. Grazie a questa iniziativa l’opera e il museo che la ospita hanno avuto una visibilità a livello mondiale, obiettivo che altrimenti avrebbe richiesto investimenti non sostenibili Figura 8 – La mostra Genoma dall’amministrazione pubbliContemporary (www. ca proprietaria del bene. genomacontemporary.com).

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Figura 6 – Il modello 3D texturizzato.

Figura 9 – Una delle oltre 2700 performance artistiche realizzate dal pubblico e condivise nel web.

Parole chiave GEOMATICA, COMUNICAZIONE, MULTIMEDIA, ARTE, BIENNALE VENEZIA, EASYCUBE.

Abstract 3D Survey of “Amplexus in Aere” Often it happens that art masterpieces are weak and can’t be easily available to the public, or it happens that they are accessible to the public but without the visibility and valorization they deserve. Yet they should be seen and appreciated by as many people as possible because, only then, they perform an important task: disclosing and transmitting knowledge, beauty, and art of the past to the future generations. A possible solution is an "intermediary", such a digital true copy of the original, thanks to which it’s easy to approach and understand the work of art, explore it by new points of view until the infinitesimal details.

Autori ERMINIO PAOLO CANEVESE, VIRTUALGEO S.R.L., ITALIA ERMINIO.CANEVESE@VIRTUALGEO.IT NICOLA BENEDET, VIRTUALGEO S.R.L., ITALIA NICOLA.BENEDET@VIRTUALGEO.IT

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RapidEye e la banda Red Edge per la creazione di Mappe di Clorofilla di Fabiano Campo e Valerio De Luca

RapidEye è una costellazione satellitare unica nel campo dell’osservazione della terra dallo spazio; è infatti costituita da cinque satelliti artificiali eliosincroni allineati sulla stessa orbita e perfettamente identici che permettono l’acquisizione d’immagini alla risoluzione di 5 metri e in cinque bande multispettrali, di aree molto vaste (fino a 5 milioni di km2 al giorno), con un tempo di rivisitazione molto breve (anche giornaliero).

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e immagini RapidEye si prestano ad essere utilizzate in particolar modo per lo studio della vegetazione, dell’agricoltura, delle foreste, e in tutti i campi applicativi che richiedono un monitoraggio aggiornato, frequente, con informazioni in tempo quasi reale. Il lancio in orbita è avvenuto nell’agosto del 2008 e già dopo pochi mesi i satelliti RapidEye sono stati in grado di acquisire immagini su tutto il mondo. Dopo appena due anni di operatività commerciale RapidEye aveva già accumulato in archivio oltre 3 miliardi di km2 di immagini ad alta risoluzione.

Sardegna Costa Smeralda (Comune di San Teodoro).

La Red Edge Band La Red Edge Band è una caratteristica unica che distingue RapidEye dalla maggior parte degli altri satelliti multispettrali. Questa banda è spettralmente posizionata tra la Red Band e la Near Infrared (NIR) Band senza sovrapposizione; poiché molti studi hanno evidenziato che l’intervallo tra l’assorbimento della lunghezza d’onda della Red Band e la riflessione del vicino infrarosso (NIR Band) è capace di fornire informazioni aggiuntive sulla vegetazione e le sue carat-

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teristiche, la rilevanza della Red Edge Band è riconosciuta da anni. Infatti, la risposta spettrale della vegetazione sana nella Red Band ha un forte assorbimento della luce causata dalla clorofilla e nella NIR band un alto valore di riflettanza dovuta alla struttura cellulare fogliare. Di conseguenza le variazioni di contenuto di clorofilla e struttura fogliare sono ben evidenti nell’intervallo spettrale della Red Edge Band, supportando l’identificazione dei diversi tipi di specie, l’analisi dello stato di salute e nutrizione delle piante e il monitoraggio della copertura della vegetazione. Per questo, essendo il sistema satellitare RapiEye concepito per acquisire e distribuire dati soprattutto nell’ambito agricolo, forestale e vegetazionale, la Red Edge Band è una delle sue principali peculiarità. L’utilizzo della Red Edge Band in agricoltura La resa delle colture dipende fortemente da un adeguato apporto di azoto (N). Pertanto, la conoscenza dello stato di tale componente rappresenta un fattore importante per la gestione agricola. I fertilizzanti a base di azoto sono uno dei principali costi di molte colture come mais, grano e riso e la valutazione dello stato di azoto è fondamentale nella ottimizzazione dell’utilizzo dei fertilizzanti. Dato che il contenuto di azoto non può essere direttamente misurato tramite telerilevamento è necessario conoscere il suo principale indicatore indiretto, ossia il valore di clorofilla, grazie alla sua forte correlazione con l’azoto in diversi tipi di colture. L’impiego di misure e indicatori spettrali per la determinazione del contenuto di clorofilla è basato sul fatto che tale pigmento assorbe fortemente la luce in alcuni intervalli ben definiti di lunghezze d’onda. L’aumento, infatti, della concentrazione di clorofilla è legata allo spostamento della pendenza della curva di risposta spettrale verso la NIR Band. Molto spesso il punto di flesso (λi) viene utilizzato come indicatore di questo spostamento e la sua rilevazione e l’entità del suo spostamento sono possibili solo con bande spettrali molto strette (Baranowski e Rokne 2005). Ciò solleva la questione se un sensore di banda più larga come il sensore multispettrale di RapidEye sia in grado di rilevare i cambiamenti nella banda Red Edge, combinando così questa capacità con la possibilità di monitoraggio di aree estese e con un’ alta frequenza temporale di rivisitazione. A conferma del buon esito del progetto satellitare RapidEye,

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La RapidEye Partner Conference 2012

Curve di riflettanza spettrale in relazione alle bande spettrali di RapidEye.

è ormai scientificamente consolidato che la Red Edge Band è adatta anche per ottenere informazioni sul contenuto di Clorofilla e quindi di azoto delle piante (Eitel et al. 2007). Per esempio una combinazione dell’indice Normalized Difference Vegetation Index (NDVI) e il Normalized Difference Red Edge (NDRE) è stata in grado di prevedere la concentrazione di Clorofilla nel grano con un coefficiente di determinazione R ² = 0,77 (Schelling 2010). Sulla base di questi risultati e su ulteriori ricerche del team di ricerca e sviluppo di RapidEye, è emersa la possibilità di creare, dal dato RapidEye, Mappe di Clorofilla, in cui vengono calcolati e rappresentati la variazione spaziale della clorofilla contenuta all’interno di un campo. Le mappe prodotte in genere mostrano diversi contenuti di clorofilla, che, quando si verificano all’interno di un singolo campo potrebbero indicare differenze nutrizionali nello stato della coltura. Queste mappe possono essere generate rapidamente dopo l’acquisizione delle immagini satellitari e sono un prezioso strumento per migliorare la gestione e la resa delle colture. In conclusione, si desume, quindi, che vi è una stretta relazione tra lo stato biologico delle piante e le loro risposte spettrali, in particolare nel range della Red Edge Band. L’esperienza italiana La società iptsat di Roma, Local Official Distributor di RapidEye per l’Italia, è da anni impegnata nello sviluppo di soluzioni per la gestione ed il monitoraggio del territorio attraverso l’interazione con la comunità degli utenti GIS (Geographic Information System) e del Telerilevamento, fornendo alta professionalità su tutti gli aspetti legati all’utilizzo di tali tecnologie e proponendo soluzioni ad alto valore aggiunto. L’azienda, da quando si occupa della distribuzione e dell’utilizzo del dato RapidEye, ha collaborato con importanti realtà scientifiche (Università di Firenze, Università la Sapienza

Si è svolta dal 26 al 28 settembre 2012 a Postdam la “Enable 2012” RapidEye Partner Conference. Particolare attenzione è stata data ai progetti REDD (Reducing Emission From Deforestation and Forest Degradation) e REDD + nei quali il sistema RapidEye, grazie alla sua capacità di acquisire dati multispettrali ad alta risoluzione di grandi aree con intervalli di rivisitazione molto frequenti, è stato di fondamentale supporto per i paesi partecipanti ai programmi (Norvegia, Messico, Guyana…). Durante l’evento è stato inoltre sottolineato il perfetto “stato di salute” di cui godono i 5 satelliti della costellazione, che resteranno in orbita fino al 2019. Per l’Italia era presente la iptsat, Local Official Distributor, che ha potuto confrontare da vicino le proprie soluzioni e servizi di GIS e Remote Sensing con il management ed il team di ricerca e sviluppo di RapidEye e con gli staff degli altri Partner presenti.

di Roma, Università della Tuscia, CNR, INEA, Arsial) per la creazione di Mappe di Clorofilla e di indice NDVI, soprattutto per il monitoraggio delle zone agricole e lo studio della vegetazione, ottenendo sempre conferme della solidità dell’utilizzo dei dati derivanti dalle bande spettrali del satellite RapidEye ed in particolare della Red Edge Band, grazie anche al supporto dei rilievi a terra e dell’accurato studio ed analisi di agronomi, biologi e botanici che hanno partecipato ai test e ai progetti. Sono state in particolare acquisite più riprese stagionali in varie zone della Toscana, della Campania e del Lazio, per le indagini e l’ottimizzazione delle risorse agricole e forestali.

Parole chiave MULTISPECTRAL SATELLITE, MONITORAGGIO AGRICOLO, DEFORESTAZIONE.

Abstract RapidEye is a satellite constellation unique in the field of Earth Observation. It is in fact made up of five sun-synchronous satellites with five bands aligned in the same orbit that allow the acquisition of images with a resolution of 5 meters (up to 5 million km2 per day), with a very short revisit period(even daily).

Autori FABIANO CAMPO F.CAMPO@IPTSAT.COM VALERIO DE LUCA V.DELUCA@IPTSAT.COM IPTSAT S.R.L. HTTP://WWW.IPTSAT.COM Mappe di Clorofilla multitemporali realizzate da iptsat srl da dato RapidEye: marzo, aprile, maggio 2012 Val d’Orcia.

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OPEN SOURCE

Le novità in Quantum GIS: versione 1.8 “Lisboa” ed oltre di Giovanni Manghi e Paolo Cavallini Cavallini Quantum GIS, il noto programma GIS libero ed Open Source distribuito con licenza GPL, ha compiuto nel 2012 i primi 10 anni di vita. La sua popolarità tra gli utenti finali è in continuo aumento* (statistiche dei download, gistackexchange, google trends, etc.) cosí come é in aumento** il numero di sviluppatori coinvolti e il numero di enti (anche importanti, tra cui la Regione Toscana, World Bank, vari cantoni svizzeri, ecc.) che ne finanziano lo sviluppo.

A

l momento Quantum GIS non si può più considerare semplicemente un programma GIS Desktop, ma piuttosto come una suite che include un componente server WMS, WFS (e fra breve WFS-T) INSPIRE compliant, e frameworks di pubblicazione di progetti in ambiente web, facendo in modo che la creazione di servizi OGC e applicazioni webgis diventi un task quasi banale. La versione 1.8 (detta “Lisboa”) è stata pubblicata nell’estate del 2012, marcando un notevole passo avanti riguardo la stabilità e la disponibilità di nuovi strumenti. Alcuni fra i principali sono: Browser: per poter facilmente aggiungere (con un doppio click o con il trascinamento) i dati presenti su disco o disponibili attraverso connessioni locali/remote quali PostGIS, WMS, WFS, etc. DB Manager: permette di importare/ esportare layers tra database PostGIS/ SpatiaLite e di importare shapefiles entro database PostGIS/SpatiaLite attraverso semplici operazioni di trascinamento. DB Manager permette inoltre di eseguire queries SQL e visualizzare i risultati sotto forma di “query layers”. Lo strumento permette inoltre di create, editare, cancellare tabelle e spostarle in altri schemi. Nuovi riempimenti per la simbologia vettoriale: riempimento con linee e con punti. Nuovo strumento per l’analisi geomorfologica. Possibilità di incorporare dinamicamente in un progetto i layers/gruppi presenti in altri progetti (mantenendo la simbologia e altre configurazioni a livello di layer). Messaggi di log: un pannello che permette di verificare tutti i messaggi di log generati da Quantum GIS durante il caricamento e il suo funzionamento. Personalizzazioni: un strumento che permette di modificare l’interfaccia di Quantum GIS disattivando tutti i componenti che possono non essere necessari. Strumento Azioni: un strumento per accedere e lanciare direttamente le azioni senza dover passare dallo strumento “informazione elementi”. Possibilità di copiare e incollare gli stili tra layers diversi. Ordine di disegno indipendente dall’ordine nella legenda: l’ordine mostrato in

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legenda può essere diverso da quello della sovrapposizione di disegno; questo consente di raggruppare gli strati logicamente simili, ma mostrarli comunque nell’ordine corretto. Supporto nativo per i geodatabase MSSQL Spatial. Possibilità di scegliere la dimensione delle tile per i layer WMS. Supporto per gli stili SLD. Lettura diretta dei layer compattati nei formati zip e gzip.

Supporto per il protocollo WFS-T in QGIS Server. Strumenti per le etichette migliorati. Simbologia vettoriale migliorata. Supporto per l’html nello strumento “suggerimenti di mappa” (possono essere incorporate pagine web). Pannello di gestione delle azioni migliorato. Nuova implementazione dei digrammi. Supporto per l’html nei layout di stampa (possono essere incorporate pagine web). Strumento per la creazione delle mappe di riferimento nei layout di stampa. Supporto per le tabelle WFS senza geometrie. Integrazione della “scatola degli attrezzi” analitica Sextante nel codice sorgente di QGIS. Supporto per gli stili SLD migliorato. Quindi, Happy QGISsing!

Riferimenti

* http://www.google.com/trends/ explore#q=qgis,%20gvsig,%20 udig,%20grass%20gis,%20arcmap http://gis.stackexchange.com/tags

La lista completa delle innovazioni della versione 1.8 si trova al link*** La prossima versione di Quantum GIS (2.0) sarà pubblicata nei primi mesi del 2013 e rappresenterà un ulteriore notevole passo avanti nello sviluppo del programma, con particolare riguardo alla generale ottimizzazione del codice e all’introduzione di nuove e importanti funzionalità, il cui sviluppo è stato nella maggior parte dei casi supportato dalle numerose entità che hanno scelto Quantum GIS come principale piattaforma GIS. Alcune delle novità:

** http://www.ohloh.net/p/3663 *** http://qgis.org/en/about-qgis/qgisreleases.html

Abstract

What's New in Quantum GIS version 1.8 "Lisboa" and over Quantum GIS, the well known GIS program free and open source GPL-licensed, reached in 2012 the first 10 years of life. Its popularity among end users is increasing as well as is increasing the number of developers involved and the number of entities (also important, including the Tuscany Region, World Bank, various Swiss cantons, etc..) that are financing the development.

Parole chiave Client WCS. Supporto per il formato WMTS. Ricampionamento raster. Nuova simbologia per i raster. Funzione “Salva come...” per la conversione dei raster.

Open source, gis, desktop gis.

Autori

GIOVANNI MANGHI, PAOLO CAVALLINI

INFO@FAUNALIA.EU

FAUNALIA, HTTP://WWW.FAUNALIA.EU/

GEOmedia n°4-2012


Insieme per l’intelligenza del territorio

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ASSOCIAZIONI GFOSS – Associazione Italiana per l’Informazione Geografica libera Dal 14 al 17 Novembre 2012 si terranno a Torino presso il "Centro Incontri" della Regione Piemonte, ubicato in Corso Stati Uniti 23, e il Politecnico di Torino la quinta conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi (GFOSS DAY 2012) e il quarto meeting degli Utenti di OpenStreetMap (OSMit 2012). Lo scopo principale della conferenza è quello di coinvolgere imprese, enti pubblici, sviluppatori, cittadini, operatori del settore ed appassionati dei temi del software libero geografico e degli open data. La partecipazione alla conferenza è gratuita e aperta a tutti. Argomenti affrontati: • Casi studio fondati su applicazioni che adottino standard internazionali nel campo della distribuzione/diffusione dei dati territoriali; • Casi studio fondati sull'utilizzo e/o lo sviluppo del software libero geografico; • Esperienze di condivisione, divulgazione, apertura dei dati nel campo dell'informazione geografica libera; • Esperienze innovative delle PA e delle scuole, basate sull'utilizzo di software libero geografico e/o migrazioni da software proprietari e/o sistemi ibridi. Nel solo caso di realizzazione di sistemi ibridi e' richiesto come pre-requisito che nel corso del processo sia stato sviluppato del codice rilasciato sotto una qualsiasi licenza open source riconosciuta OSI; • CrowdMapping: esperienze di comunitĂ che raccolgono dati georiferiti disponibili per il riuso (VGI - Volunteered Geographic Information); • Open Data - stato dell'arte, esperienze e limiti, con un occhio di riguardo all'aspetto geografico; • Progetti di sviluppo di software libero geografico.

ISPRS – International Society for Photogrammetry and Remote Sensing “ISPRS Test Project on Urban Classification and 3D Building Reconstructionâ€? Pubblicati online i risultati del progetto Test della ISPRS per la classificazione urbana e la ricostruzione di edifici 3D. L'estrazione automatica di oggetti urbani dai dati acquisiti da sensori aerei è stato un importante argomento di ricerca in fotogrammetria per almeno due decenni. Una osservazione che si può fare è che la maggior parte degli articoli che si occupano dell’estrazione automatica di features urbane ed estrazione di oggetti su una classe singola, ad esempio edifici, strade o, meno frequentemente, alberi, in genere, i risultati sono pubblicati su un paio di siti di prova a disposizione degli autori. Lo scopo di questo progetto è quello di fornire invece un set di dati state-of-the-art che possono essere utilizzati dai ricercatori interessati al fine di testare metodi e algoritmi di classificazione degli oggetti urbani e la ricostruzione dell'edificio. I risultati consegnati al gruppo di lavoro sono testati con rilievi reali a terra. http://www.itc.nl/ISPRS_WGIII4/tests_datasets.html SIFET – SocietĂ Italiana di Topografia e Fotogrammetria SIFET segnala il workshop internazionale "The Role of Geomatics in Hydrogeological Risk" che si terrĂ a Padova il 27 e 28 febbraio 2013.L'obiettivo del workshop è quello di riunire ricercatori, sviluppatori del settore, utenti e chiunque sia interessato al rischio idrogeologico e le tecnologie Geomatiche per discutere i piĂš recenti progressi in questi campi di ricerca, scambio di esperienze, conoscenze e promuovere la ricerca e lo sviluppo futuro per la mitigazione del rischio idrogeologico. DATE IMPORTANTI Ultimo giorno per l'inizio della registrazione: 30 Dicembre 2012 Termine per l’abstract (250-500 parole): 20 Novembre 2012 Notifica di accettazione: 10 dicembre 2012 Termine per il manoscritto finale: 1 febbraio 2013 Workshop: 27-28 febbraio 2013 Per maggiori informazioni: cirgeo@unipd.it

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GIS Open Source GRASS GIS, Quantum GIS e SpatiaLite Elementi di software libero applicati al territorio AUTORI: LUCA CASAGRANDE, PAOLO CAVALLINI, ALESSANDRO FRIGERI, ALESSANDRO FURIERI, IVAN MARCHESINI, MARKUS NETELER. EDITORE: DARIO FLACCOVIO EDITORE (2012) WWW.DARIOFLACCOVIO.IT PAGINE: 224 PREZZO: 42,00 ISBN: 9788857901497 A CHI È DIRETTO: PROFESSIONISTI E STUDENTI DI INGEGNERIA, ARCHITETTURA, GEOGRAFIA, GEOLOGIA, URBANISTICA E IN GENERE DELLA RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO.

D

a un gruppo di autori, di chiara fama nel mondo del software libero per i Sistemi Informativi Geografici, questo testo si propone in poche pagine (si fa per dire, sono oltre duecento) di dare tutte le cognizioni e gli strumenti iniziali per mettere in grado coloro che abbiano una comunque basilare conoscenza geografica-informatica di utilizzare un sistema GIS ed effettuare analisi su dati geografici reali, arrivando fino ad utilizzare motori di database spaziali tramite il linguaggio SQL. Dei più diffusi sistemi Open Source disponibili, QuantumGIS, GRASS e gvSIG, il testo tratta con dettaglio dei primi due mentre il terzo viene tralasciato in forza del fatto che quest’ultimo non è stato ancora riconosciuto dalla Open Source Geospatial Foundation (OSGeo). La parte più sostanziosa è comunque di GRASS al quale è, per ovvi motivi, dedicata la metà dello spazio disponibile, ma non

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si tralascia di vedere l’utilizzazione dei due sistemi congiuntamente per trarne il rispettivo profitto. Essenziale la parte sui motori di Database nei quali, dopo una sintetica rassegna delle possibili soluzioni esistenti, si passa ad esaminare lo strumento adatto a soluzioni GIS desktop costituita dal motore SQLite con l’estensione spaziale SpatiaLite. Non manca la necessaria, e forse giustamente contenuta, introduzione ai Sistemi di Riferimento, comunque aggiornata fino alla ETRF2000 e alla proiezione di Google Web, e quello che colpisce, nell’intero volume, è l’immediatezza e la essenzialità di quanto viene descritto che, privo di inutili orpelli, porta il lettore, che affronti la lettura per necessità di operare nel mondo GIS Open Source, a realizzare subito e praticamente quanto si aspetta. Ma nel contempo dà una chiara indicazione anche a coloro che debbano predisporre ed organizzare si-

stemi GIS, senza esserne effettivi operatori, con una chiara visione della funzione e delle possibilità degli strumenti illustrati. Si rimane attratti dalle possibilità esposte anche da parte di chi leggendolo anche solo per farne una recensione, indugi nel desiderio, purtroppo inesaudibile per motivi di tempo, di praticare tutto quello che viene proposto sul proprio laptop. Il testo si dirige a coloro che vogliano utilizzare sistemi GIS pur partendo da nozioni basilari, per arrivare in breve a poter gestire mappe e dati spaziali sia vector che raster in modalità desktop, ponendosi quasi come un tutor che guida, attraverso una serie di esempi che costituiscono la prima base di conoscenza dei gis, a realizzazioni di base per analisi territoriali. (RC)

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AGENDA

2012 - 2013 6 - 9 novembre

6 - 9 febbraio 2013

GFOSS DAY 2012 12 - 17 novembre

26 - 28 febbraio 2013

28 - 30 novembre 2012 27-28 febbraio 2013

7-8 marzo 2013 4-5 dicembre 2012

Dal 14 al 17 Novembre 2012 si terranno a Torino presso il "Centro Incontri" della Regione Piemonte, ubicato in Corso Stati Uniti 23, e il Politecnico di Torino la quinta conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi (GFOSS DAY 2012) e il quarto meeting degli Utenti di OpenStreetMap (OSMit 2012). Lo scopo principale della conferenza è quello di coinvolgere imprese, enti pubblici, sviluppatori, cittadini, operatori del settore ed appassionati dei temi del software libero geografico e degli open data. Persone di riferimento organizzativo: Adelaide Ramassotto Saverino Reale. Contatto : http://www.gfoss.it/drupal/gfossday2012

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