Rivista bimestrale - anno XXI - Numero 4/2017 - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
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Lug/Ago 2017 anno XXI N°4
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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
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La Geodesy 4.0 di INTERGEO A settembre scorso si è chiusa a Berlino una tre giorni di fiera relativa a tutto ciò che impatta nel mondo con il prefisso Geo-. Un incredibile vortice di presentazioni che hanno consentito a chiunque di toccare con mano l’incredibile rivoluzione che vede alla base la fusione dei mondi della Geodesia con quello della Geoinformatica. Il motore di tutto è un’onda inarrestabile guidata dalla digitalizzazione di tutto il mondo che ci circonda da tutti i punti di vista possibili, oggi conosciuti. La geo information technology che ne deriva è l’espressione dell’unione dei due mondi resa possibile dall’evoluzione e penetrazione della geomatica nella nostra vita quotidiana. Siamo in un processo di modellazione del digitale che ovviamente non è fine a sé stesso ma cerca di realizzare modelli gestibili con la matematica per poter analizzare, prevedere e monitorare ciò che ci circonda per trovare soluzioni per le questioni sociali relative alla mobilità, all'energia, all'ambiente, alla sicurezza e alla salute; questioni che non possono essere affrontate senza digitalizzazione. Circa 580 espositori provenienti da 37 paesi e più di 1.400 delegati in conferenza hanno partecipato alla fiera internazionale per la geodesia, la geoinformazione e la gestione del territorio portando a Berlino più di 18.000 visitatori da oltre 100 paesi. Il ritmo con cui avanza la trasformazione digitale è incalzante e le professioni stesse stanno cambiando. Dobbiamo fare i conti col fatto che i geodeti di ieri stanno diventano i gestori di geodati del domani. La domanda di coloro che possono portare sul tavolo esperienza geodetica, know-how nella Information Technology e capacità di gestione è alta. L’integrazione della progettazione infrastrutturale baserà questo mix di conoscenze per avviarsi al processo integrale che acerbamente passiamo oggi come Building Information Modeling (BIM), il processo digitale applicato alla progettazione, costruzione e funzionamento di edifici e infrastrutture. Un processo che ci porterà finalmente all’evidenza progettuale dell’impatto del costruito sul complesso di relazioni sottosuolo-territorio-aria-spazio, con la possibilità di introduzione delle molteplici variabili in ballo prima neanche pensabili - che unite alla dimensione tempo porteranno alla visione completa del ciclo di vita di un’opera, fino alla sua ri-trasformazione negli elementi naturali che l’hanno inizialmente assemblata. Questo tema ha giocato un ruolo ancor più grande in INTERGEO, in particolare perché i geodati sono il cuore di questo metodo, ancora relativamente nuovo, che chiamiamo BIM; attualmente promosso per aumentare l'efficienza nel settore delle costruzioni. Ma il vero obiettivo sarà raggiunto solo quando con i geodati riusciremo a verificare quale sarà il ciclo di ogni pezzo che compone il complesso edilizio, fino a verificarne il naturale riassorbimento ambientale, al di là di qualsiasi ipocrita valutazione di impatto ambientale oggi largamente sottostimata. Allo stato attuale e visto l’enorme investimento che l’industria Geo- continua a portare avanti, non è ancora possibile dire fino a che punto ci influenzerà la digitalizzazione. L’importante oggi è trovare la giusta direzione per assicurare che tutti siano preparati quando l'Internet delle cose (IoT) e le metodologie di intelligenza artificiale ci porteranno a nuove dimensioni di digitalizzazione. E’ questa la nuova frontiera dell’ingegneria alla quale dobbiamo guardare tenendo presente che la base di tutto il futuro che stiamo definendo, tramite acronimi come il BIM, la realtà virtuale e aumentata, le città intelligenti, saranno possibili solo su una matrice di geodati completamente definiti, accurati e effettivamente rappresentativi del mondo reale. Su questo siamo d’accordo con Manfred Hauswirth, direttore del Fraunhofer FOKUS che nel suo discorso di apertura "Digital Networking - the Basis for the City of the Future", ha confermato che i geodati sono tra i dati più importanti a livello mondiale per la costruzione della rete digitale alla base delle città intelligenti che stiamo pensando. Buona lettura, Renzo Carlucci
In
questo
numero ...
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Il sistema FIRE-SAT pEr il monitoraggio post-incEndio:
FOCUS
il caso-studio dEll'incEndio di
potEnza dEl 21-23 luglio 2015
REPORT
Antonio LAnorte, FortunAto de sAntis, BiAgio tucci di
GUEST PAPER
LE RUBRICHE
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MERCATO AGENDA
Nell’immagine di sfondo si mostra una parte della Divisione di Sagaing, nel nordovest dello stato di Myanmar (o Birmania) e lungo il confine con l’India. Si osserva la serpentina del fiume Chindwin, che ha straripato i suoi argini nel 2015 durante un periodo caratterizzato da grandi inondazioni. Le piogge monsoniche iniziarono nel mese di luglio e portarono alla esondazione molti fiumi della regione, determinando danni estremamente diffusi e gravi conseguenze per milioni di persone. Questa immagine è stata generata utilizzando due acquisizioni effettuate dal radar di Sentinel-1 in altrettanti distinti passaggi: uno prima dell’inondazione del 20 marzo 2015 e l’altra nel corso dell’evento del 4 settembre 2015. La combinazione delle due acquisizioni mostra i cambiamenti occorsi a cavallo delle due date, come l’inondazione di circa 111 mila ettari di terreno su entrambe i lati degli argini del fiume e che è mostrata di colore rosso. La capacità del radar di Sentinel-1A di vedere attraverso le nuvole, la pioggia ed anche in condizioni di oscurità rende questo sensore particolarmente utile nel monitoraggio delle alluvioni.
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estione e pubblicazione
di dati territoriali con tecnologie open: le
esperienze maturate con piccoli e grandi enti del
Veneto di
Roberto Marzocchi, Roberta
Fagandini, Lorenzo Beggiato, Eugenio Berti, Rosario Ardini, Nicola Freddo, Tiziano Cosso, Marcello Missagia
Credits: ESA. Traduzione: Gianluca Pititto
20 In copertina l'immagine del lancio dell'Unmanned Aerial Vehicule (UAV) eBee di Sensefly che si allontana nel cielo pronto ad iniziare il proprio lavoro.
Delta Solutions: Sistema di monitoraggio delle deformazioni
Riduzione
del rischio
nella gestione degli asset
di
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GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,
geomediaonline.it
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
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caso studio di analisi geospaziale
applicata alla
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mobilità ciclistica:
l’analisi dei flussi della città di
Napoli
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Massimiliano Moraca, Carmine Aveta
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Direttore RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it Redazione VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO, redazione@rivistageomedia.it
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FOCUS
Il sistema FIRE-SAT per il monitoraggio post-incendio : il caso-studio dell'incendio di Potenza del 21-23 luglio 2015 di Antonio Lanorte, Fortunato De Santis, Biagio Tucci I sistemi di monitoraggio satellitare degli incendi boschivi sono fondamentali per stimare la probabilità di occorrenza degli incendi, prevedere la severità potenziale degli eventi, facilitare la gestione degli incendi, identificare la severità del danno, implementare ed indirizzare gli sforzi di risanamento e restauro ambientale. Tali sistemi, integrati ad altri strumenti di informazione geografica, consentono di caratterizzare gli eventi, agevolando la loro interpretazione e favorendo una più razionale organizzazione delle attività d prevenzione e lotta attiva.
S
econdo i dati della FAO (Food and Agricultural Organization) (FAO, 2007), ogni anno milioni di ettari di vegetazione nel mondo sono colpiti severamente da incendi connessi a molteplici cause, con danni a proprietà e mezzi di sostentamento e spesso perdite di vite umane. Gli incendi di vegetazione fuori controllo contribuiscono inoltre al riscaldamento globale, all’inquinamento, alla desertificazione ed alla perdita di bio-diversità. In alcuni Paesi esistono agenzie di gestione del territorio che sulla base di piani d’azione operano per gestire e mitigare gli effetti del fuoco con azioni di previsione e prevenzione, in altre aree del mondo invece tali azioni sono poco efficaci o inesistenti a causa di difficoltà organizzative e/o economiche. In
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Fig. 1 - Contesto di riferimento dell'area incendiata (in rosso) nei pressi del centro urbano di Potenza.
ogni caso comunque, sia prima che durante e dopo l’incendio, per i soggetti che operano nel settore della gestione del fuoco risulta necessario poter avere a disposizione tecniche e metodologie accurate, efficienti ed economiche per stimare il rischio d’incendio a scala di paesaggio. Strumenti e tecnologie di previsione del rischio incendio sono fondamentali per: 1) stimare la probabilità di occorrenza degli incendi, 2) prevedere la severità potenziale degli eventi, 3) facilitare la gestione degli incendi, 4) identificare la severità del danno, 5) implementare ed indirizzare gli sforzi di risanamento e restauro ambientale. Si deve tuttavia tener conto che il problema della gestione del fenomeno degli incendi di vegetazione è molto complesso, perché
comprende una serie di aspetti connessi alle caratteristiche della vegetazione, alla morfologia del territorio, ai fattori meteorologici, ai fattori antropici. Il rischio d’incendio quindi è la risultante di diversi fattori che determinano l’occorrenza degli incendi e conseguentemente l’innesco, la propagazione del fuoco e i suoi effetti. Il sistema FIRE-SAT e il monitoraggio post-incendio
L’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (IMAA) del CNR ha messo a punto, a partire dall’anno 2007 con sperimentazione pre-operativa nella regione Basilicata, il sistema FIRE-SAT di monitoraggio satellitare per la previsione del pericolo d’incendio boschivo, la mappatura delle aree percorse
FOCUS
Fig. 2 - In alto: confronto fra immagine Landsat 8 a veri colori pre-fire (a sin.) e post-fire (a destra) in basso: confronto fra immagine Landsat 8 a falsi colori pre-fire (a sin.) e post-fire (a destra).
dal fuoco e l’analisi dei danni (Autori vari, 2011-2015; Lanorte et al, 2010; Lanorte et al., 2012; Lanorte and Lasaponara, 2012, Lanorte, 2014). In particolare le attività svolte nell’ambito di FIRE-SAT sono state finalizzate a sviluppare e sperimentare tecniche integrate (satellitari e non) per la caratterizzazione e mappatura dei combustibili vegetali, l’analisi dei fattori predisponenti l’incendio, la stima del pericolo d’incendio boschivo e d’interfaccia, la simulazione della propagazione del fuoco, la perimetrazione delle aree bruciate con stima del danno sulla vegetazione e sul suolo e la valutazione dell’impatto sul sistema operativo di lotta agli incendi attualmente in uso presso la Regione Basilicata. In questo lavoro un caso studio di incendio viene utilizzato allo scopo di evidenziarne le interazioni con tutti gli elementi in cui è articolato il sistema FIRE-SAT. Pertanto l’evento in questione è stato anzitutto monitorato attraverso l’uso di immagini satellitari allo scopo di mappare i danni che ha determinato, successivamente è stato messo in relazione alle mappe di previsione del pericolo e infine è stato confrontato con la simulazione ex-post della propagazione del fuoco. L’incendio di Potenza del 21 luglio 2015
Come è desumibile dai report compilati in Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP)
presso la Protezione Civile delinoltre la gestione dell’area della la Regione Basilicata (http:// vecchia discarica comunale non sor.protezionecivile.basilicata. attiva, nel tentativo di impedire it - accesso riservato), l’incendio il suo diretto coinvolgimento individuato come caso di studio nell’incendio. è iniziato il 21 luglio 2015 inLa superficie percorsa dall’intorno alle ore 12:00 in un’area cendio corrisponde a circa 60 semirurale alla periferia della ha caratterizzati da praterie città di Potenza, ai margini di graminoidi con presenza di un’ampia area boscata (Bosco vegetazione arbustiva, intervalPallareta) e della vecchia discalate da nuclei di piantagioni di rica comunale non più attiva conifere. da 5 anni. Le operazioni di spe- L’incendio si è sviluppato presugnimento sono proseguite per il mibilmente in direzione ovest/ resto della giornata, con internord ovest-est/sud est, partendo vento anche di mezzi aerei, fino da una quota di circa 700 m, alla comunicazione di chiusura fino a giungere a circa 950 m dell’evento avvenuta intorno nel punto più elevato. alle 20:30. Tuttavia intorno alle ore 14:00 del 22 luglio, l’incen- Uso delle immagini satellitari per la perimetrazione dio è ripartito, avvicinandosi all’area della discarica e costrin- dell’area percorsa dal fuoco e la mappatura della severità gendo ad ulteriori interventi dell’incendio aerei per estinguere le fiamme Per il monitoraggio ex post fino a chiusura delle attività dell’evento sono state usate 2 intorno alle ore 21:30. Peraltro immagini satellitari Landsat8 le attività di spegnimento sono OLI-TIRS fornite gratuitamenproseguite anche nella mattina te da USGS (United States Gedel 23 luglio fino al tardo poological Survey) EROS Center meriggio con interventi a terra (http://landsat.usgs.gov/). e circa 20 lanci da Canadair. La cronologia degli eventi testimonia la pericolosità dell’evento e le condizioni meteorologiche particolarmente difficili in cui si è sviluppato e che hanno favorito l’innesco, la propagazione e anche le reiterate riprese dell’incendio. Particolarmente delicata è stata Fig. 3 - Zona dell' incendio (immagine Google Earth del 29/5/2015) con punti di vista fotografici (1,2,3,4).
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FOCUS
Le date di acquisizione delle immagini sono il 12 luglio e 28 luglio 2015. Operational Land Imager (OLI) e Thermal Infrared Sensor (TIRS) sono sensori presenti a bordo del satellite Landsat 8, che è stato lanciato nel Febbraio 2013. Landsat8 acquisisce immagini con una risoluzione temporale di 16 giorni su orbita ripetitiva, quasi polare, eliosincrona e circolare a 705 km di altitudine. Il sensore Operational Land Imager (OLI) include 9 bande
Fig. 4 - Foto 1 (Potenza – Località Montegrosso - foto del 28 luglio 2015).
Landsat 8 Operational Land Imager (OLI) and Thermal Infrared Sensor (TIRS)
Bands
Band 1 - Coastal aerosol Band 2 - Blue Band 3 - Green Band 4 - Red Band 5 - Near Infrared (NIR) Band 6 - SWIR 1 Launched Band 7 - SWIR 2 February 11, 2013 Band 8 - Panchromatic Band 9 - Cirrus Band 10 - Thermal Infrared (TIRS) 1 Band 11 - Thermal Infrared (TIRS) 2
Wavelength (micrometers) 0.43 - 0.45 0.45 - 0.51 0.53 - 0.59 0.64 - 0.67 0.85 - 0.88 1.57 - 1.65 2.11 - 2.29 0.50 - 0.68 1.36 - 1.38
Resolution (meters) 30 30 30 30 30 30 30 15 30
10.60 - 11.19
100 * (30)
11.50 - 12.51
100 * (30)
Tab. 1 - Caratteristiche tecniche di Landsat 8
Fig. 7 - Potenza – località Montegrosso - Punto di vista Foto 2 prima dell’incendio foto Google earth (Street View) - dicembre 2008.
Fig. 8 - Foto 3 Potenza – località Montegrosso (foto del 28 luglio 2015) - Area di innesco presunto.
Fig. 5 - Potenza – Località Montegrosso - Punto di vista Foto 1 prima dell’incendio- foto Google Earth (Street View) di agosto 2012.
Fig. 6 - Foto 2 - Potenza – località Montegrosso - (foto del 28 luglio 2015) - in primo piano una parte dell'ex discarica. Con le frecce bianche sono evidenziate aree bruciate che nella figura successiva sono visibili nel loro stato pre-incendio.
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Fig. 9 - Foto 4 - Potenza – località Montegrosso (foto del 28 luglio 2015).
spettrali con una risoluzione spaziale di 30 m per le bande da 1 a 7 e per la banda 9. La risoluzione della banda 8 (panchromatic) è di 15 m. In confronto alla precedente missione Landsat (Landsat7) ci sono due nuove bande: la banda 1 (ultra-blue) è utile per studi costieri e sull’aerosol e la banda 9 è utile per il rilevamento dei cirri. Thermal Infrared Sensor (TIRS) ha due bande nel termico (bande 10 e 11) utili per fornire temperature superficiali più precise, acquisite a 100 m ma ricampionate a 30 m nei dati del prodotto disponbile. L’uso di immagini LANDSAT ha innanzitutto permesso di effettuare una perimetrazione speditiva dell’area percorsa dal fuoco. Nella Fig. 2 viene mostrata l’immagine Landsat 8 del 28 luglio 2015 sia a veri che a falsi colori, confrontata con un’immagine pre-fire del 12 luglio 2015. Nell’immagine a veri colori (RGB 432) l’area incendiata appare di colore marrone scuro, mentre nell’immagine a falsi colori (RGB 543) la stessa area risulta di colore verde scuro. Pochi giorni dopo l’incendio è stata effettuata una ricognizione in situ durante la quale attraverso un report fotografico e analisi
Fig. 10 - Area incendio 3D.
Fig. 11 - Area incendio pre-evento vista del lato ovest - foto Google earth (Street View).
sul campo si sono raccolti dati per la valutazione dei danni. In particolare in Fig. 3 vengono mostrati i punti di vista di quattro scatti fotografici, mostrati nelle Figg. 4, 6, 8 e 9. Per le Foto 1 e 2 viene anche mostrato un confronto con lo stato preincendio attraverso foto tratte dal tool Street View di Google Earth (Figg. 5 e 7). La severità dell’incendio è stata valutata usando le bande Lan-
dsat 8 più sensibili ai cambi di riflettanza post-fire. In particolare la riflettanza nella banda dell’infrarosso medio (OLI7 - SWIR), che è sensibile al contenuto in acqua sia del suolo che della vegetazione, aumenta dopo l’incendio, mentre nella regione dell’infrarosso vicino (OLI5 - NIR) si verifica un declino della riflettanza a causa della diminuzione del contenuto in clorofilla della
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fitomassa (Key and Benson, 2006; Lanorte et al., 2013). Per questa ragione l’indice calcolato sulla base di queste due bande sensibili agli effetti del fuoco (NBR - Normalized Burn Ratio) è considerato il miglior indice per identificare le aree bruciate. Un’immagine NBR (Fig. 12) è calcolata normalizzando le bande 5 (NIR) e 7 (SWIR) nell’equazione 1.
Fig. 12 - Mappa dell'indice dNBR.
Fig. 13 - Mappa di severità dell'incendio.
(1) La mappa ottenuta calcolando la differenza tra NBR pre e post-fire (equazione 2) fornisce una misura del cambio che quindi può essere utilizzata per caratterizzare il grado di severità dell’incendio perché è correlata alle modifiche ambientali causate dal fuoco (Figg. 12 e 13)
(2) Mappe di previsione del pericolo d’incendio
Allo scopo di stimare la probabilità di innesco e propagazione dell’incendio nel periodo e nell’area in esame, sono state utilizzate le mappe di previsione
Fig. 14 - Mappa di Fire Severity (dNBR) importata in GoogleEarth- in alto: vista 2D.
del pericolo d’incendio elaborate nell’ambito delle attività di supporto operativo previste dall’Accordo di collaborazione scientifica tra CNR-IMAA e Regione Basilicata per la stagione estiva 2015. Le mappe di previsione del pericolo d’incendio sono elaborate quotidianamente in base ad uno specifico algoritmo (Lanorte et al., 2012; Lanorte and Lasaponara, 2012) che stima la probabilità all’innesco e propagazione
degli incendi di vegetazione (da nulla ad estrema) utilizzando dati satellitari a bassa (MODIS) e media (LANDSAT) risoluzione spaziale, dati territoriali (relativi ai combustibili vegetali e ai fattori topografici), dati storici sugli incendi e dati meteorologici, per l’elaborazione di indici riferibili a parametri statici e dinamici connessi alla stima del pericolo d’incendio. Il modello è finalizzato a fornire una previsione almeno a 24 ore
Fig. 15 - Mappa di Fire Severity (dNBR) importata in GoogleEarth- a sx: vista 3D; a dx: vista 3D con centro urbano di Potenza sullo sfondo.
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Rosso = Pericolo Estremo Viola = Pericolo Molto Alto Arancio = Pericolo Alto Giallo = Pericolo Moderato Blu = Pericolo Basso Bianco= No-Fuel (assenza di combustibili)
Fig. 16 - Mappe di previsione del pericolo d'incendio nell'area e nei giorni dell'evento analizzato.
del pericolo d’incendio in un dato territorio alla risoluzione geometrica di 250 metri. Lo scopo della mappa di pericolo d’incendio non è predire i singoli eventi ma stimare la probabilità di sviluppo (ignition danger) e propagazione dell’incendio (fire spread danger). Pertanto, essa può essere utilizzata come supporto per l’identificazione delle aree più critiche, allo scopo di coadiuvare la pianificazione delle azioni di prevenzione e l’organizzazione delle attività di estinzione. In effetti il livello di pericolo (da nullo a estremo) identifica la diversa capacità di propagazione dell’incendio a seguito di innesco e il grado di difficoltà delle attività di estinzione. Come mostrato nella Fig.16, l’area percorsa dal fuoco è stata sovrapposta alle mappe di previsione del pericolo d’incendio dei tre giorni in cui si è sviluppato l’evento. Ogni mappa
con risoluzione spaziale di 250 metri è stata elaborata il giorno precedente a quello a cui si riferisce. Pertanto la mappa elaborata il 20 luglio in previsione del giorno successivo in cui inizia l’evento, segnalava che tutta l’area interessata fosse classificata in pericolo d’incendio molto alto ed estremo (Fig. 16a). Tale previsione viene confermata anche per il giorno seguente (Fig. 16b), mentre la mappa relativa al 23 luglio (Fig. 16b), mostra una sostanziale diminuzione del livello di pericolo, sebbene ancora alto in alcune aree. Simulazione ex-post della propagazione dell’incendio
La previsione della propagazione del fuoco mediante sistemi di simulazione dell’incendio basati su modelli fisico-statistici in grado di fornire informazioni su come e in quale direzione un incendio si può sviluppare, rappresenta un tema di grande in-
Fig. 17 - Simulazione della propagazione del fuoco (in rosso) senza previsione di interventi di spegnimento. Il perimetro reale dell'incendio è in blu.
teresse nel settore della gestione degli incendi di vegetazione. Nel caso studio qui esaminato sono state realizzate simulazioni dell’incendio con l’obiettivo di verificare quanto il modello potesse approssimare il perimetro finale. Nello specifico è stato utilizzato il simulatore FARSITE - Fire Area Simulator (Finney, 2004), un software gratuito di diffusione mondiale realizzato dal Missoula Fire Sciences Laboratory (USA) che è il simulatore più adottato per predire il comportamento del fuoco. Per poter operare il software prevede l’inserimento degli input relativi alla topografia, al tipo di combustibile, al grado di copertura della vegetazione e alle condizioni meteorologiche della zona in esame, oltre naturalmente al punto d’innesco dell’incendio. FARSITE permette anche di scegliere tra diverse metodologie
Fig. 18 - Simulazione della propagazione del fuoco (in rosso) con previsione di interventi di spegnimento da terra (frecce bianche). Il perimetro reale dell'incendio è in blu
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di attacco alle fiamme (barriere tagliafuoco). Il software può generare mappe rappresentanti l’avanzamento del fronte su diversi passi temporali. In Fig. 17 è riportata la simulazione dell’incendio oggetto di studio con passo temporale di 30 minuti, con velocità del vento di 20km/h e durata complessiva di 30 ore senza prevedere interventi di spegnimento. Successivamente come mostrato in Fig. 18 si è ipotizzato l’intervento da terra in punti compatibili con esso. Le frecce bianche indicano le zone in cui con FARSITE attraverso il tool “barriera” è stato simulato l’intervento da terra per cui in esse il fronte del fuoco viene bloccato pur essendoci le condizioni di diffusione dell'incendio. Conclusioni
Gli incendi di vegetazione sono considerati una delle maggiori cause di degrado ambientale, in grado di compromettere la funzionalità degli ecosistemi e di indurre complessi effetti a livello locale e globale. Il problema della gestione del fenomeno degli incendi è molto complesso, perché comprende una serie di aspetti connessi alle caratteristiche della vegetazione, alla morfologia del territorio, ai fattori meteorologici, ai fattori antropici. Risulta pertanto molto utile un approccio modellistico in grado di valutare l’efficacia di possibili strategie politiche di previsione e controllo del fuoco. Il sistema FIRE-SAT sviluppato presso l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (IMAA) del CNR, ha l’obiettivo di sviluppare algoritmi e modelli basati su tecnologie di Osservazione della Terra, con lo scopo di ottenere, integrare e gestire, a differente risoluzione spaziale e temporale, informa-
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zioni sulla vegetazione in funzione di una stima del rischio d’incendio anche con risvolti operativi al fine di supportare le azioni di tutte le componenti di Protezione Civile preposte agli interventi. Utilizzando come caso studio di applicazione di FIRE-SAT, un incendio sviluppatosi in area di interfaccia nel comune di Potenza nel mese di luglio 2015, abbiamo mostrato l’uso di tecniche EO-based sia per la stima degli effetti del fuoco sulla vegetazione che per la previsione del pericolo d’incendio. Infine è stata valutata l’applicabilità di sistemi di simulazione dell’incendio in grado di prevedere il comportamento e la propagazione del fuoco.
BIBLIOGRAFIA Autori vari - Implementazione e sperimentazione di un modello di previsione del rischio d'incendio boschivo - Report tecnici 2011, 2012, 2013, 2014, 2015. Disponibili presso l‘Ufficio di Protezione Civile del Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità della Regione Basilicata. FAO (Food and Agriculture Organization). Fire management global assessment 2006. Food and Agriculture Organization of the United Nations Rome, 2007 Finney M.A. FARSITE: Fire Area Simulator - Model Development and Evaluation. Ver. 2004. Rocky Mountain Research Station USDA Forest Service, MT Key, Carl H.; Benson, Nathan C. 2006. Landscape Assessment (LA). In: Lutes, Duncan C.; Keane, Robert E.; Caratti, John F.; Key, Carl H.; Benson, Nathan C.; Sutherland, Steve; Gangi, Larry J. 2006. FIREMON: Fire effects monitoring and inventory system. Gen. Tech. Rep. RMRS-GTR-164-CD. Fort Collins, CO: U.S. Department of Agriculture, Forest Service, Rocky Mountain Research Station. p. LA-1-55 Lanorte A, De Santis F, Aromando A, Montesano T. Lasaponara R, Coluzzi R.: Monitoraggio satellitare per la previsione del rischio d’incendio Boschivo. Sperimentazione pre -operativa in Basilicata, Collana "ilmiolibro.it" (2010) - ISBN: 978-88-8080-117-7 Lanorte A., F. De Santis, A. Aromando, R. Lasaponara: Low cost pre-operative fire monitoring from fire danger to severity estimation based on satellite MODIS, Landsat and ASTER data: the experience of FIRE-SAT project in the Basilicata region (Italy) (2012) - Computational Science and Its Applications - ICCSA 2012 Lanorte A., R. Lasaponara: FIRE-SAT un sistema satellitare per il monitoraggio sistematico, dinamico ed integrato degli incendi boschivi: la sperimentazione operativa nella regione Basilicata (2012) - Geomedia 5 (2012) Lanorte A., M. Danese, R. Lasaponara and B. Murgante: Multiscale mapping of burn area and severity using multisensor satellite data and spatial autocorrelation analysis (2013). International Journal of Applied Earth Observations and Geoinformation, Vol. 20 (42-51) Lanorte A.: Applicazioni di Telerilevamento per il monitoraggio degli incendi. Edizioni Accademiche Italiane (2014) - ISBN: 978-3-639-65855-2 ABSTRACT Remote sensing data can usefully support the fire management operational applications in different spatial and temporal scales with a synoptic point of view and low cost technologies. The satellite monitoring systems together with other geographic information, historical data and field measurements, can provide the fire management operators useful tools of fire danger assessment, fire prevention, fire-fighting and post-fire planning. The FIRE-SAT monitoring system was applied to a fire event which developed in a wildland-urban interface area of the Potenza town (Basilicata, Italy) on July 2015, in order to assess the fire occurrence danger, to evaluate the fire effects and to simulate the fire propagation. PAROLE CHIAVE Incendi; monitoraggio; osservazione della terra; previsione pericolo; simulazione; fire severity AUTORE Antonio Lanorte alanorte@imaa.cnr.it Fortunato De Santis fortunato.desantis@imaa.cnr.it Biagio Tucci biagio.tucci@imaa.cnr.it Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (CNR – IMAA)
FOCUS
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Gestione e pubblicazione di dati territoriali con tecnologie open: le esperienze maturate con piccoli e grandi enti del Veneto di Roberto Marzocchi, Roberta Fagandini, Lorenzo Beggiato, Eugenio Berti, Rosario Ardini, Nicola Freddo, Tiziano Cosso, Marcello Missagia
In questo articolo sono presentati due esempi di pubblicazione di geodata realizzati con GFOSS per due città del Veneto: il SitVi 2.0 webGIS del Comune di Vicenza e il webGIS del Comune di Legnano.
Fig. 1 – Applicativi utilizzati da SitVI 2.0 e loro interconnesione.
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n moderno geoportale è un “cruscotto” per il controllo del territorio e costituisce un potente strumento di divulgazione delle informazioni sia geografiche che alfanumeriche ad esse associate. A poco serve pubblicare solo mappe cartacee o statiche in formato PDF, essendo i dati in continuo aggiornamento. Pubblicare su un geoportale è sicuramente molto più utile sia per cittadini e professionisti sia dal punto di vista di aggiornamento e trasparenza nei confronti di tutti coloro che vogliono essere informati. Ci sono due aspetti fondamentali a cui le due soluzioni presentate in questo contributo riescono a dare risposta • da un lato il fatto che un geoportale non può né soprattut-
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to deve, essere uno strumento a se stante, ma al contrario, per fare fruttare a pieno le proprie funzionalità, deve poter interagire con diverse fonti di dati, con altri strumenti analoghi e con diversi interlocutori. • Inoltre un geoportale è uno strumento utile non soltanto per un grande comune, una città metropolitana o una regione. Spesso è uno strumento di fondamentale importanza anche per i piccoli comuni, o qualsiasi altro ente, che debba gestire dati territoriali; si pensi per esempio agli enti di promozione territoriale, ai soggetti che si occupano di protezione del territorio, alle grandi aziende che gestiscono moli di dati geografici o a singoli professionisti che si
occupano di gestione e/o monitoraggio del territorio. In questo senso, basare un geoportale su strumenti Open Source diventa importante e il presente contributo mette a confronto due sintomatiche esperienze parallele. Due enti di Regione Veneto, di dimensioni ed esigenze differenti, hanno entrambi scelto soluzioni open, basate su software geografici Free e Open Source (GFOSS Geographic Free and Open Source Software) per l’organizzazione e pubblicazione del proprio repertorio di dati territoriali. In un caso una soluzione custom made e molto evoluta, nell’altro caso una soluzione basata su un servizio di hosting, più semplice ed economica che ugualmente consente di ottenere un geoportale dedicato.
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I due enti presi come esempio
Vicenza è un comune capoluogo di provincia che conta più di 110’000 abitanti e già da diversi anni è uno dei comuni più attivi del Veneto nell’ambito della progettazione, sviluppo e mantenimento di un complesso geoDatabase (geoDB) per la gestione dei dati territoriali comunali. Già da diversi anni si avvaleva di un visualizzatore di dati basato su librerie open source (Mapserver ed Openlayers) denominato SitVi (Sistema Informativo Territoriale della Città di Vicenza). A partire dal 2013 ha avviato una serie di analisi di fattibilità volte ad un utilizzo sempre maggiore di tecnologie open source nella pubblicazione dei propri dati geografici e allo sviluppo di diversi moduli di ricerca che consentono a cittadini, professionisti e tecnici comunali di accedere agevolmente alle informazioni contenute in banca dati attraverso l’interfaccia web utilizzata per la pubblicazione del dato territoriale. Alla fine del 2014, a seguito di una gara sul mercato elettronico della PA vinta da Gter srl si è dato inizio al lavoro che ha portato all’attuale SitVI 2.0 (http://sit.comune.vicenza.it/SitVI/vicenza/) inaugurato nell’estate del 2015. Il comune di Legnago, in provincia di Verona, è invece un comune di circa 25’000 abitanti, non capoluogo e per questo non è dotato al suo interno di un apposito ufficio per la gestione del Sistema Informativo Territoriale, il cui sviluppo è, come spesso avviene, in carico a un ufficio dalle molteplici funzionalità denominato nella fattispecie ufficio “Ambiente, S.I.C. (Sistema Informativo Comunale), Protezione Civile, Espropri”.
Fig. 2 – Schema di funzionamento del servizio GisHosting.
Tale ente necessitava quindi di uno strumento snello ed al tempo stesso economico per la gestione dei propri dati territoriali. A partire dalla primavera del 2016, il comune di Legnago ha scelto di avvalersi di GisHosting per la realizzazione, in completa autonomia, del proprio repertorio cartografico (www.gishosting.gter.it/comunelegnago) con il duplice scopo di: • organizzare i propri dati in un geoDB servendosi di un DBMS su server anziché avere dati sparsi su DB desktop (ESRI shapefile o altri formati vettoriali); • pubblicare online il proprio repertorio di dati territoriali organizzato in diversi progetti.
di vista tecnologico e grafico, con un grande ampliamento del ventaglio di funzionalità offerte. Si tratta di un servizio consultabile in maniera gratuita attraverso la rete internet rivolto a cittadini, professionisti che operino sul territorio (geometri, architetti, ingegneri, etc.) e studiosi che vogliono saperne di più sul Comune di Vicenza. Inoltre una sua versione ampliata, già attiva da febbraio 2015, è a disposizione degli uffici comunali attraverso la rete intranet. L’intero servizio è stato interamente realizzato con software geografico free ed open source (GFOSS).
Le soluzioni tecnologiche adottate
SitVI 2.0 è stato prodotto dall’ufficio Sistema Informativo Territoriale in collaborazione con l’Unità di progetto di pianificazione strategica e territoriale del settore urbanistica dell’ente stesso. Rispetto alla precedente versione esso è stato completamente rinnovato dal punto
Fig. 3 – Interfaccia grafica di SITVI 2.0 con particolare del modulo di gestione del patrimonio comunale che consente una visualizzazione sempre aggiornata di concessioni in atto e circa l’andamento dei consumi (gas, elettricità, acqua, etc.)
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Come si può notare dalla figura 1, alla base del nuovo sistema informativo territoriale del Comune di Vicenza si è instaurata una fase di migrazione delle attuali banche dati comunali che risiedono sul Database Management System (DBMS) Oracle a nuove banche dati basate su DBMS PostgreSQL / PostGIS attualmente utilizzate per la sola pubblicazione dei dati, su cui però si conta, a partire da quest’anno di migrare l’intero geoDB comunale. In particolare nel nuovo geodatabase (geoDB) si ha una totale integrazione fra dati geometrici e alfanumerici provenienti da diverse banche dati del Comune (anagrafe, pratiche edilizie, catasto, etc.). Proprio questa struttura integrata del geodatabase consente query complesse capaci di restituire informazioni provenienti da diverse fonti. Per discriminare la visualizzazione dei dati da parte degli utenti sono stati creati schemi diversi per la pubblicazione dei dati in funzione della tipologia e dei diversi livelli di accesso. Come application server si utilizza Geoserver, mentre l’interfaccia client del webGIS è stata realizzata con Heron Mapping Client, un framework javascript open source basato su Openlayers, ExtJS e GeoExt. Il nuovo webSIT del Comune di Legnago è invece basato su GisHosting (figura 2), una soluzione basata sul software free ed open source QuantumGIS (nel seguito QGIS), sempre più diffuso fra enti territoriali e professionisti per l’alta affidabilità assolutamente comparabile con quella di analoghi software commerciali, ma privo di costi di licenza e molto più interoperabile. Semplicemente utilizzando QGIS il tecnico comunale che, tra gli altri compiti, si oc-
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Fig. 4 – Particolare dell’interfaccia di GisHosting. Sulla sinistra l’albero dei layer, in lato a destra un esempio di geolocalizzazione sulla base della cartografia catastale.
cupa del Sistema Informativo Territoriale, è quindi riuscito ad organizzare un ricco geoDataBase PostgreSQL/PostGIS che contiene più di 90 strati territoriali (dato al gennaio 2017) suddivisi in circa 20 schemi (catasto, istat, pat, patrimonio, etc.) che possono così essere mantenuti sempre aggiornati. Sempre utilizzando il solo software GIS desktop lo stesso tecnico, pur senza specifiche competenze nell’ambito della pubblicazione di dati su web, è riuscito ad organizzare i dati in opportuni progetti QGIS utili per la pubblicazione web basata su QGIS server, come application server, e Lizmap, un moderno webclient open source ottimizzato anche per il mobile. Tutti i dati e i software sono su cloud su un server condiviso con altri enti e realtà, gestito da Gter e offerto all’Ente con un canone mensile a tariffe molto economiche proprio in virtù della condivisione del server. Le funzionalità delle due soluzioni
Il nuovo SitVi conta più di 400 layer pubblicati suddivisi in 12 macroaree di interesse. E’ basato su un solo geoDB PostGIS ed è stato realizzato in poco più di
180 giorni di lavoro. In poco più di un anno (a partire da agosto 2015) ha registrato più di 42’000 accessi e più di 3’800 visitatori unici. Un forte sforzo è stato profuso per assecondare le richieste del settore urbanistica comunale, per cui sono interamente pubblicati il Piano degli Interventi (PI) e il Piano di Assetto del Territorio (PAT), consentendo di attuare collegamenti fra normativa (schede e articoli) e layers del PI. Grazie all’integrazione fra i diversi livelli cartografici sempre aggiornati e alla possibilità di aggiungerne altri, il sistema offre non solo una puntuale mappa territoriale, ma anche la possibilità di eseguire interrogazioni estremamente personalizzate, selezionando solo la tipologia di informazioni che interessano. SitVI 2.0 offre anche, a chi ne avesse la necessità per studio o lavoro, di scaricare le banche dati territoriali nei formati digitali maggiormente diffusi, integrando e completando dunque il portale comunale degli Open Data. I principali moduli di ricerca sino ad oggi realizzati sono i seguenti: • modulo toponomastica: consente di effettuare lo zoom
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su un determinato numero civico, e di visualizzarne gli interni e l’anagrafica attraverso un’opportuna tabella; • modulo rete geodetica: permette di visualizzare i punti della fitta rete geodetica comunale e non solo, di effettuare zoom, interrogarne gli attributi e soprattutto generare monografie dei punti della rete in formato pdf; • modulo anagrafe: permette interrogazioni anagrafiche su vie, aree irregolari o regolari (cerchi di diametro prefissato), o sul singolo civico (solo lato INTRANET); • modulo catasto: consente zoom e visualizzazione intestatari sia per il catasto fabbricati che per quello terreni, la visualizzazione delle planimetrie del catasto fabbricati e la produzione di “carotaggi” ai fini del Certificato di Destinazione Urbanistica per le varie particelle del catasto terreni; • modulo pratiche edilizie: consente la visualizzazione su mappa delle pratiche edilizie e la loro interrogazione visualizzandone tutti i dettagli; • modulo patrimonio comunale: consente la visualizzazione su mappa dell’intero patrimonio immobiliare comunale e la sua interrogazione visualizzando nella fattispecie le concessioni in atto, l’andamento dei consumi energetici degli ultimi anni, eventuali certificazioni energetiche, etc. L’interfaccia grafica finale è quella visualizzata in figura 3. In particolare alla sinistra si ritrova un albero dei layer con legenda integrata, al centro la mappa con relative toolbar di navigazione e la status bar, mentre sulla destra si ritrovano una serie di finestre con i vari moduli di ricerca. Per quel che concerne il webSIT
• un aggiornamento sia automatico (con cadenza giornaliera) che manuale del geoDB PostGIS a partire dalle informazioni che altri settori comunali aggiornano sul DB Oracle ancora in uso; • pubblicazione di nuovi open data. Per quel che concerne il comune di Legnago, la gestione e manutenzione è ancora più semplice, in quanto, come anticipato, tutta la gestione della cartografia avviene attraverso QGIS desktop. Infatte grazie ad un intuitivo plugin di QGIS (plugin Lizmap) il comune stesso può gestire in autonomia le principali funzionalità volte alla pubblicazione del dato; per cui, in poche settimane di lavoro, il comune di Legnago si è autonomamente dotato di Manutenzione e gestione dati un proprio portale per la pubPer quel che riguarda SitVI 2.0, blicazione ed interrogazione come visto il prodotto realizzato dei dati territoriali sviluppando è stato progettato per rispondere opportuni progetti QGIS corria un gran numero di esigenze, spondenti alle diverse cartograma l’appalto ha previsto non fie tematiche da pubblicare sul solo la semplice implementazio- webSIT (Stradario Comunale e ne del visualizzatore cartografico numerazione civica, Cartografia e dei relativi moduli per l’acces- Catastale, Piano Regolatore so semplificato ai dati alfanuGenerale Comunale, Piani merici del geoDB comunale, ma Attuativi, etc.) anche la realizzazione di opportuni tool per la gestione in auto- Conclusioni nomia dei progetti da parte dei Nel presente contributo si sono responsabili del SIT comunale presentati due casi realizzati e un accurato ed approfondito per due diversi Comuni della percorso di formazione dei reRegione Veneto. Il punto in cosponsabili del SIT comunale al mune fra le due scelte, a nostro fine di permettere al Comune di avviso vincente, è stata l’adeVicenza di essere completamen- sione a software free ed open te autonomo nella gestione del source che ha consentito la reageoDB PostGIS, di Geoserver lizzazione di soluzioni differenti, e anche della pubblicazione di ma entrambe adatte alle specinuovi dati. Attraverso opportu- fiche esigenze dei due enti sia ni tool sviluppati ad hoc per i prestazionali che economiche. tecnici comunali è possibile: Il nuovo SitVi 2.0 realizzato dal • creare nuovi progetti di pub- Comune di Vicenza rappresenta blicazione su temi specifici; un esempio di come si possa re• aggiungere nuovi layer pubalizzare un portale cartografico blicati; molto customizzato e altamente • modificare i layer pubblicati; performante e user friendly. del comune di Legnago esso è pubblicato attraverso il webclient Lizmap che consente la gestione e pubblicazione di: • sfondi cartografici, livelli di zoom, geolocalizzazione tramite GPS, ottimizzazione della cache su server, etc; • strumenti di ricerca esterni (basati su Google, Openstreetmap, etc) o interni sui dati presenti nel proprio geoDB, quali la localizzazione basata su via e numero civico o quella per foglio e particella catastale; • visualizzazione di dati tabellari, popup di interrogazione dei dati, etc.; • editing online su specifici layer e per i soli utenti accreditati; • serie temporali.
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È una soluzione sicuramente replicabile per tutti gli enti dotati di un proprio ufficio dedicato ai Sistemi Informativi Territoriali e in grado di dotarsi di una propria infrastruttura informatica. Il portale del Comune di Legnago rappresenta invece una soluzione decisamente più snella che, per quanto meno performante rispetto a SitVI 2.0, costituisce un ottimo esempio di come anche un Ente che non si possa dotare di un’infrastruttura informatica ad hoc possa comunque dotarsi di un proprio geoportale utilizzando un server in cloud e un semplice GIS desktop già in uso presso l’ente stesso, senza nessun particolare aggravio di lavoro per uffici che generalmente debbono ritagliarsi del tempo per la gestione del dato geografico.
PAROLE CHIAVE GIS; geoportale; geowebservice; open source ABSTRACT In recent years, the use of Gegraphic Free and Open Source Software (GFOSS) by the Italian public administration is more diffused (CAD, 2013) even if the suspicion that proprietary software is more able to completely solve the problem of the management of a complex geoportal of a big municipality is still present. In this paper we present two examples of publication of geodata using GFOSS for two different town of Veneto Region (Italy): the SitVi 2.0, that is the webGIS of the Vicenza Municipality (~ 110’000 inhabitants) and the webGIS of the Legnago town (~ 25’000 inhabitants). AUTORE Roberto Marzocchi roberto.marzocchi@gter.it Roberta Fagandini roberta.fagandini@gter.it Tiziano Cosso Gter, spin-off Università di Genova, Piazza De Marini 3/61 - 16123 Genova Lorenzo Beggiato lbeggiato@comune.vicenza.it Eugenio Berti, Rosario Ardini, Marcello Missagia Comune di Vicenza, Settore: Risorse umane, organizzazione e segreteria generale, Corso Palladio,98 - 36100 Vicenza Nicola Freddo nicola.freddo@comune.legnago.vr.it Comune di Legnago (VR), Settore 3° - Lavori Pubblici ed Urbanistica, Attività Economiche e SUAP Via XX Settembre, 29 - 37045 Legnago
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Aeronike presenta City Explorer 3D: know how e innovazione tecnologica Aeronike, presente sul mercato dal 1966, ha saputo sviluppare negli oltre 40 anni di vita, tutte le attività legate al rilievo da piattaforma aerea, completando la filiera produttiva dotandosi della strumentazione necessaria per la redazione di cartografia numerica aerofotogrammetrica ai diversi livelli di dettaglio e sviluppando una competenza core sulla restituzione 3D dei dati aerofotogrammetrici. City Explorer 3D è una piattaforma tecnologica che consente di ricreare un modello virtuale 3D integrando dati e rilievi aerofotogrammetrici provenienti da diverse fonti (aereo-drone-terrestri) a supporto delle esigenze dei diversi enti, assessorati, associazioni, consorzi etc. Fornisce all’utente un’esperienza immersiva 3D della propria città o del territorio, del sito o del monumento di interesse. Al proprio interno è possibile progettare specifici itinerari turistici (Tour Virtuali) con il supporto di una voce narrante multilingue che permette di immergersi a 360° nel contesto. L’utilizzatore può accedere al tour virtuale 3D immersivo via web, via APP su dispositivi mobili, usufruendo anche di supporti tipo Google Cardboard oppure su un TOTEM / Monitor Touch Screen disponibile ad esempio nei vari Punti Informativi con integrazione di contenuti di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata.
Altri ambiti applicativi del Modello 3D del Territorio
Ambiente GIS 3D per interrogazioni
www.aeronike.com
Analisi e Pianificazione
Supporto alla progettazione
Analisi 4D
Rilievo 3D su cui realizzare i progetti esecutivi
Inserimento di cartografia Verifiche dimensionali Inserimento di modelli CAD/BIM Analisi relazioni spaziali (rapporto pieni e vuoti) Aeronike
Export in formato CAD
Realizzazione cartografia da modello 3D Fotoinserimenti Supporto per verifica impatto ambientale Simulazioni (idrogeologico, acustico,etc...) Profili stradali
@aeronikece3d
Aeronike City Explorer 19 3D GEOmedia n°4-2017
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Delta Solutions: Sistema di monitoraggio delle deformazioni Riduzione del rischio nella gestione degli asset di Chris Emery
Il sistema Topcon Delta Solutions per il monitoraggio delle deformazioni consiste nella sintesi di un hardware altamente performante e di un software intuitivo, che consente la gestione dei rischi durante l’intero ciclo di vita degli asset.
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l monitoraggio è essenziale per comprendere e gestire i rischi durante l’intero ciclo di vita delle infrastrutture. E lo è in modo particolare in questo momento, in cui il Regno Unito sta incrementando i suoi investimenti proprio nelle infrastrutture. Lo scorso anno, il governo della Gran Bretagna si è impegnato ad investire oltre 25 miliardi di sterline nel miglioramento di infrastrut-
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ture obsolete, oltre ai progetti già in fase di realizzazione come l’HS2 ed il Crossrail 2. La realizzazione di queste infrastrutture richiede anni di lavoro, spesso in ambienti urbani e trafficati: di conseguenza essa può presentare rischi elevati per le aree circostanti, laddove movimenti strutturali o cedimenti delle infrastrutture stesse potrebbero avere conseguenze catastrofiche. Ad esempio, durante la costruzione della Stazione della metropolitana Pinheiros di San Paolo del Brasile, a gennaio 2007 si aprì un enorme cratere all’interno del cantiere. Allo stesso modo, nel 2009 il crollo di un tunnel della Stazione della metropolitana ancora in costruzione causò una depressione che distrusse l’archivio storico di Colonia, il quale conteneva documenti risalenti fino al 922 d.C. L’applicazione della tecnologia di monitoraggio a progetti infrastrutturali su vasta scala risulta essenziale nel fornire dati che consentano di prevenire disastri come questi, garantendo, allo stesso tempo, qualità ed estrema accuratezza
durante la fase di realizzazione. In particolare nel caso di alcuni progetti urbani, spesso il cantiere si trova a pochi metri da edifici esistenti ed operativi, come uffici, abitazioni o mezzi di trasporto: questo significa che gli operai devono sapere in ogni momento in che modo il cantiere reagisce sia alle forze ambientali che a quelle artificiali. Monitoraggio dell’intero ciclo di vita dell’asset
Il monitoraggio, tuttavia, non è fondamentale solo nella fase di costruzione: infatti, anche le infrastrutture obsolete costituiscono una sfida continua non soltanto nel Regno Unito, ma in tutti i Paesi del mondo. Non esistono strutture eterne, e, man mano che la popolazione aumenta, le tensioni sulle infrastrutture esistenti non fanno che aumentare. L’invecchiamento delle infrastrutture, di per sé, comporta dei rischi legati a cedimenti potenziali ed imprevisti. Sia che si tratti di costruzioni verticali, come gli edifici, od orizzontali, come strade e ponti, l’impatto di un cedimento influisce, oltre che sulla struttura stessa e sui suoi occupanti, anche sulle persone e sugli edifici che si trovano nell’area circostante. Il monitoraggio continuo delle strutture nella fase successiva alla realizzazione consente di allungare la durata dell’infrastruttura stessa, attraverso l’i-
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dentificazione dello stato di salute e dei problemi strutturali, prima che essi si manifestino. Monitoraggio tradizionale
La raccolta manuale di dati dettagliati per il monitoraggio crea dei problemi legati alla sua stessa natura: i metodi di monitoraggio tradizionale, infatti, richiedono squadre di topografi presenti sul posto, che raccolgono dati nell’intera area del cantiere. Successivamente, questi dati devono essere trasferiti in ufficio per essere analizzati e confrontati con dati di riferimento. Per ottenere una visione adeguata ed una comprensione della stabilità della struttura durante la costruzione, il team dovrebbe attenersi ad almeno due set di dati al giorno per raccogliere le informazioni man mano che procedono i lavori. In primo luogo, questo richiede un enorme investimento in termini di tempo ed economici. Inoltre, cosa più importante, questo significa anche aumentare il numero delle persone a rischio per la loro salute e sicurezza, specialmente se il cantiere si trova in un ambiente particolarmente pericoloso come nel caso di miniere, gallerie e cantieri in quota. Il sistema Topcon Delta Solutions per il monitoraggio delle deformazioni
Il nuovo sistema Delta Solutions per il monitoraggio delle deformazioni è una combinazione di hardware e software all’avanguardia, progettata appositamente per fornire un set di dati completo per una comprensione accurata di qualsiasi asset. Realizzato per garantire affidabilità ed accuratezza, il sistema, integrando tecnologia di misurazione ad elevata precisione con un software
avanzato e dati di diversa natura, consente di incrementare il livello di conoscenza durante la realizzazione di complicati progetti e di rilievi strutturali, in modo da ridurre i rischi. Le stazioni totali sono strumenti molto diffusi per la raccolta di dati per monitoraggio, e la possibilità di controllarli da remoto si è già dimostrata estremamente efficace. Il nuovo Delta Link Topcon porta questa tecnologia un passo in avanti: con la sua brillante funzionalità e le dimensioni compatte, infatti, il Delta Link si differenzia da tutti gli altri prodotti sul mercato. Questo nuovo prodotto offre un’ampia scelta di caratteristiche innovative, disponibili su uno strumento grande quanto una scatola da scarpe. Tra queste caratteristiche: controllo embedded, data buffering, memoria locale, tecnologie on board di comunicazione multipla e gestione intelligente dell’energia. Ciò significa che l’unità Delta Link registra in continuo dati accurati e stabili, senza alcun impatto da parte di condizioni esterne avverse. Nel caso in cui il trasferimento dei dati fallisca per un qualsiasi motivo, i dati vengono salvati sull’unità locale fino a che non viene ristabilita una connessione stabile. Allo stesso modo, se la fonte di alimentazione principale si interrompe, l’unità passa automaticamente ad una delle due fonti di backup, fino a che la fonte di alimentazione principale non viene ripristinata. Piccolo e leggero, il Delta Link è facile da installare ed è dotato di classificazione IP65, per cui è totalmente resistente alla polvere ed impermeabile. Inoltre è dotato di una propria stazione meteorologica integrata, che misura la temperatura, la pres-
sione e l’umidità. Progettato per garantire affidabilità e precisione, il sistema salvaguarda da qualsiasi interferenza esterna o malfunzionamento della rete, in modo da proteggere i dati affinché siano sempre affidabili. Delta Log
Oltre al Delta Link, Topcon ha realizzato anche il Delta Log: un programma facile da usare ed intuitivo, installato sull’unità Delta Link per telecomandare le stazioni totali. Tramite il Delta Log, l’utente può progettare e configurare un regime di monitoraggio che può essere locale o da remoto. Questo programma impiega le tecnologie esclusive di Topcon per le stazioni totali, come il Reflector Prescan, che permette di identificare velocemente fino a 100 target per volta.
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Il Delta Log è provvisto di funzionalità avanzate che consentono di gestire le letture, i tipi di target e la programmazione dell’attività dello strumento senza dover essere sul posto. Delta Watch
Oltre a garantire un flusso di lavoro completo e senza interruzioni, il sistema Delta di monitoraggio delle deformazioni include anche il Delta Watch: il sofisticato pacchetto Topcon per l’elaborazione dei dati. Il software di monitoraggio funziona come una piattaforma, su cui si registrano, si confrontano e si processano i dati geodetici acquisiti in manuale ed in automatico. Oltre a consentire la visualizzazione, la reportistica e le funzioni di allarme, il Delta Watch include di serie anche avanzate funzionalità di compensazione della rete. Utilizzando il Delta Watch, l’utente può creare un numero illimitato di trasformazioni di sistemi di coordinate, o ‘sistemi di riferimento locali’, per ciascun progetto. Mediante la creazione di questi sistemi di coordinate, è possibile monitorare e visualizzare il movimento di qualsiasi edificio nelle vicinanze che potrebbe subire gli effetti diretti del cantiere. Il software è in grado di elaborare informazioni geodetiche provenienti da un numero illimitato di strumenti che lavorano allo stesso progetto, collegati nella stessa rete. In questo modo si elimina ogni potenziale anomalia dai dati, assicurando un dataset preciso, accurato e completo. Sistema modulare
Il nuovo sistema Topcon Delta Solutions per il monitoraggio delle deformazioni è stato progettato per essere facile da
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usare e per essere integrato senza interruzioni all’interno di qualsiasi flusso di lavoro. Trattandosi di un Sistema modulare, gli utenti possono scegliere la tecnologia che ritengono più idonea sia che si tratti di un software, sia che si tratti di una suite completa di prodotti. Questo approccio modulare consente di introdurre nel modulo Delta Sat, oltre ai dati geodetici terrestri, anche dati aggiuntivi, come ad esempio dati GNSS. In questo modo, gli utilizzatori possono monitorare gli effetti di movimenti sospetti causati da importanti fattori ambientali o geografici, per giungere ad una comprensione più dettagliata delle cause dei movimenti rilevati dalla stazione totale. La rivoluzione nel monitoraggio strutturale
Sistemi automatizzati come il Delta Solutions stanno rivoluzionando l’approccio alla gestione degli asset. Funzionando come una suite di comando centralizzata, questa tecnologia consente di creare dataset dettagliati, affidabili ed accurati, tali da poter essere analizzati rapidamente e da remoto, al fine di ridurre il rischio durante l’intero ciclo di vita degli asset. Inoltre, attraverso l’eliminazione della latenza potenziale della rete, grazie all’impiego di un canale di comunicazione altamente performante e di un pacchetto software smart, il sistema Delta per il monitoraggio delle deformazioni è in grado di offrire una rassicurazione costante sullo stato di salute di una struttura, finita o in costruzione.
PAROLE CHIAVE Monitoraggio; infrastrutture; safety; asset management; Total station; GNSS ABSTRACT Infrastructures and surrounding areas can present great risks where structural movement or failure of infrastructure can result in catastrophic consequences also for the people living and working in nearby existing buildings, besides for the teams of workers involved in the infrastructures underway. As a positive and important consequence of this growing awareness, the increasing application of systematic techniques for structural monitoring has proved essential for risk comprehension and management throughout the entire life cycle of infrastructures. In this article reference is made to the remarkable investments that the UK has been lately pledging (wishing similar measures are taken also in our country), both for the improving of existing aging infrastructures and for new projects. In the second part of the article, the hardware and software components of the Topcon Delta Solutions modular solution are analyzed in details: Delta Link, Delta Log and Delta Watch, designed for ease of use and seamless integration into any workflow. AUTORE Chris Emery Business Manager - Monitoring Solutions Europe, Topcon cemery@topcon.com Traduzione a cura di Giorgia Ausili STC – Projects Support, Topcon Positioning Italy gausili@topcon.com
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REPORT
Come velocizzare a dismisura il processo di identify su una mappa Il processo di creazione di una tile cache di mappa utilizzando identificativi univoci di Massimiliano Bernabe
Individuare e trasmettere velocemente le chiavi primarie delle features di una mappa in modo trasparente per l’utilizzatore finale. Il processo supporta nativamente molteplici layer, senza alcun peggioramento nelle performance.
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oi tutti conosciamo i tile di mappa e li utilizziamo per velocizzare il processo di rendering delle mappe, a scale predefinite. Ma cosa succede quando un utente desidera conoscere di più degli oggetti che vede a schermo? Deve effettuare un’operazione di identify, magari su un numero considerevole di layer cartogafici. Fino ad ora questo processo era lento, e veniva elaborato da server e database interrogando indici spaziali, filtrando risultati e effettuando clip, con l’unico scopo di ritornare all’utente delle informazioni aggiuntive su un
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ristretto numero di oggetti. Da oggi, con l’utilizzo di una nuova buona pratica chiamata Identification Tiles tutto questo sarà solo un ricordo. Mediante l’utilizzo degli Identification Tiles infatti il processo di identify può essere demandato completamente al client e l’unico compito rimanente del server di mappa è quello di repository di informazioni statiche. Il processo di identificazione tramite WMS
Il protocollo WMS, definisce la richiesta GetFeatureInfo per dare la possibilità al client di ricevere le informazioni di una data posizione su una mappa. Ogni client è obbligato nella richiesta a fornire i nomi dei layer nei quali effettuare la ricerca ed una zona dalla quale estrarre le informazioni desiderate. Questa tipologia di richieste genera un grande quantitativo di elaborazione lato server di mappa per essere evasa: 4il server di mappa esegue una interrogazione sul database per ogni layer richiesto 4per ogni layer il database utilizza l’indice spaziale per filtrare i record che soddisfano il filtro della richiesta 4se trova dei risultati li comunica al server di mappa 4il server di mappa compila la risposta da inviare al client e la invia Dopo tutta questa elaborazio-
ne il client deve interpretare la risposta e visualizzarla in modo opportuno all’utente. Il processo di identificazione tramite Identification Tiles
La buona pratica degli Identification Tiles definisce come memorizzare nelle immagini dei tiles tutte le informazioni necessarie ad ottenere un identificativo univoco per ogni feature all’interno di una mappa. Ogni feature viene obbligatoriamente individuata con un UUID versione 4 e queste informazioni sono già disponibili nei tile di identificazione. Il processo diventa quindi il seguente: 4il client conosce la posizione che l’utente vuole identificare 4il client calcola il corrispondente Identification Tile e lo richiede al server 4il server lo invia, è un’immagine statica che può facilmente essere cachata a tutti i livelli 4il client estrae dall’identification tile gli Identificativi delle feature presenti 4il client richiede al server le features utilizzando l’identificativo 4il server ad ogni richiesta risponde con un JSON, informazione statica che può essere cacheata a tutti i livelli. Quindi il server di mappa risponde solo con informazioni statiche e non viene eseguita alcuna elaborazione a livello di database.
REPORT
Limitazioni nell’uso di Identification Tiles
Non tutte le basi di dati sono pronte per essere interrogate tramite Identification Tiles , ma fortunatamente è facile trasformare una qualsiasi base dati in modo da diventare compatibile. Esiste infatti un’unica limitazione: ogni feature all’interno della base dati deve essere univocamente identificata mediante uno UUID versione 4. Creare una cache di Identification Tiles
Gli Identification Tiles sono una directory di immagini PNG che seguono la nomenclatura slippy map. Ogni PNG contiene moltissimi UUID, codificati in modo da essere facilmente interpretati dall’applicazione client: in ogni immagine viene individuata una griglia 64x64 dove ogni cella è composta da 16 pixel. Ognuna delle celle ha abbastanza spazio informativo per contenere al massimo tre UUID diversi ed alcune informazioni di controllo. Risulta quindi obbligatorio utilizzare il formato PNG in quanto senza perdita di informazione. Non è possibile utilizzare altri formati più compressi come il jpeg. Gestione delle richieste alfanumeriche
Usare gli Identification Tiles per interrogare una banca dati rende
molto facile il reperimento dei alcune informazioni fondamentali (gli identificativi) delle features, avendo la loro posizione. Ma come si può rimuovere completamente la dipendenza tra il server di mappa e il database? L’ultimo passo dunque è quello di esportare il contenuto del database in molti file JSON, da memorizzare direttamente sul server di mappa. I filesystem moderni gestiscono tranquillamente diversi milioni di piccoli file organizzati in sottodirectory. Col fine di individuare una nomenclatura utilizzabile in generale, si devono seguire queste regole: 4ogni feature del database viene esportata in un unico file JSON 4il nome di ogni file JSON è la rappresentazione in esadecimale dell’UUID della feature che contiene 4i nomi dei file son in minuscolo, ed hanno estensione “.json” 4usare i primi tre caratteri del nome del file come nome della sottodirectory che lo contiene, in questo modo si limita il numero di file nella directory dei dati. Fumo o arrosto?
L’utilizzo degli Identification Tiles è una pratica molto innovativa ed ancora non è standardizzata in nessun protocollo riconosciuto a livello internazionale, ma ci sono già delle implementazioni e
degli esempi funzionanti, di cui uno rilasciato con licenza EUPL V.1.1. Di questa implementazione sono disponibili: 4tutti gli script e le procedure SQL per generare gli Identification Tiles a partire da un database Postgis 4una implementazione javascript di esempio Non sono invece presenti al momento dei plugin per le maggiori librerie javascript (OpenLayers, Leaflet, ...) che integrano questa funzionalità. Conclusioni
In conclusione considero questa una vera innovazione nel campo dei sistemi informativi territoriali, ed anche se al corollario mancano moltissime integrazioni con i maggiori framework, è una pratica che vale la pena di considerare ed implementare, in particolare nel caso di applicazioni che devono essere utilizzate da quantità di utenti in contemporanea e per le quali i dati di base sono relativamente fissi.
PAROLE CHIAVE GIS; maps; layer cartografici; identification tiles; ABSTRACT The article describes how to quickly locate and transmit the primary features of a map to the end user. It supports natively multiple layers without any deterioration in performance. AUTORE Massimiliano Bernabe massimiliano.bernabe@gmail.com
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REPORT
Un caso studio di analisi geospaziale applicata alla mobilità ciclistica: l’analisi dei flussi della città di Napoli di Massimiliano Moraca, Carmine Aveta
Le analisi di seguito riportate sono tese a analizzare i dati dell’European Cycling Challenge 2015 in ottica geospaziale. Tali analisi, presentate anche al GIS Day 2016 oltre che al TIS2017, sono state condotte con l’ausilio dei software open source QGIS e Postgres/ Fig. 1 - La città di Napoli (in blu), le 10 Municipalità che la compongono e le città limitrofe.
L’
obiettivo del presente documento è quello di analizzare i dati della edizione 2015 della European Cycling Challenge per la città di Napoli - utilizzata come caso studio - definendo una metodologia per la elaborazione dei dati e presentando cosi i risultati ottenuti. La città di Napoli è suddivisa in 10 Municipalità (la suddivisione in Municipalità è stata presa come riferimento per le analisi effettuate), con una superficie di 117,27 km2. La città di Napoli presenta una complessa configurazione orografica del territorio - stretta tra le colline e il mare – e una rete stradale di circa 1200 km. La metodologia prevede step successivi, partendo dagli obiettivi della campagna di indagine fino ad arrivare alla modalità
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GEOmedia n°4-2017
con cui vengono ottenuti tali dati, e garantisce la replicabilità a qualsiasi tipo di indagine ottenuta a partire da un database georeferenziato. Tale analisi rappresenta in assoluto la prima campagna di indagine sulla mobilità ciclistica effettuata nella città. La European Cycling Challenge
La European Cycling Challenge (“ECC”), la cui prima edizione si è svolta nel 2012, è una sfida a squadre fra ciclisti urbani che si svolge dal 1 al 31 maggio. La manifestazione, a cui possono aderire tutte le città che ne fanno richiesta, prevede una competizione “virtuosa” tra i cittadini delle città coinvolte basata sui km complessivi che i ciclisti/cittadini percorreranno in quel mese, e sul numero di
PostGIS.
partecipanti “attivi” di ogni città. Per contribuire al chilometraggio della “squadra-città” è necessario registrare tutti gli spostamenti in bicicletta tramite l’App gratuita “Cycling365”, oppure inserire i propri spostamenti manualmente tramite il sito web della manifestazione. La ECC fornisce alle città partecipanti, mediante un database, i dati ricavati attraverso l’uso dell’App, per la durata della manifestazione. Per l’edizione 2015, sono stati 99 i cittadini del Comune di Napoli che hanno consentito di registrare i propri spostamenti in bicicletta nel mese di maggio. L’App “Cycling 365” ha salvato, per ogni spostamento registrato, e con una frequenza di 5 secondi, la posizione dei ciclisti (tramite GPS) e alcuni dettagli dello spostamento (identificati-
REPORT
vo dello spostamento, lunghezza dello spostamento, giorno e orario dello spostamento) in un database. La rete dei percorsi ciclabili di Napoli è stata istituita con Ordinanza Sindacale n.1233 del 9/11/2012, e si sviluppa lungo la direttrice est-ovest della città, nel tratto pianeggiante costeggiando il mare, e attraversa quattro Municipalità: la 10, la 1, la 2 e la 4. I percorsi ciclabili presenti a Napoli possono essere suddivisi in 3 categorie: Tipo 1: percorsi ciclabili in sede propria; Tipo 2. percorsi promiscui ciclo-pedonali (percorso segnalato su marciapiede per i ciclisti, ma con precedenza per i pedoni); Tipo 3: percorsi ciclabili in promiscuo con i veicoli. La pianificazione del caso studio
L’estrazione dei risultati dal database della European Cycling Challenge ha richiesto lo sviluppo di una metodologia basata sui classici schemi di analisi dell’ingegneria dei trasporti presenti in letteratura (Richardson, 1995), e prevede i seguenti passaggi: 4Definizione degli obiettivi; 4Definizione dei fattori chiave; 4Analisi del fenomeno secondo i fattori chiave identificati; 4Elaborazione dei dati; 4Valutazione dei risultati. Il database fornito dall’ECC, in formato .csv, ha una struttura nella quale in ogni riga vengono fornite informazioni circa lo spostamento registrato (codice identificativo dello spostamento, codice del singolo punto ricadente all’interno dello
Fig. 2 - La rete dei percorsi ciclabili della città di Napoli.
spostamento), informazioni sul tempo (giorno in cui si è effettuato lo spostamento, ora, minuto e secondo della rilevazione) e informazioni di carattere geografico (latitudine e longitudine del singolo punto rilevato mediante GPS). Consequenzialmente, i fattori chiave individuati sono due, “Spazio” e “Tempo”. Tali fattori chiave sono poi stati suddivisi in diversi “layer”, ciascuno atto ad analizzare un diverso aspetto del fenomeno: 4Fattore chiave “Tempo”: o Fascia oraria 0-24; o Fascia oraria 7,309,30 (Fascia oraria “Mattino”); o Fascia oraria 16,3018,30 (Fascia oraria “Pomeriggio”); 4Fattore chiave “Spazio”: o Ambito cittadino; o Municipalità; o Matrice O/D; o Strade del Comune di Napoli più percorse.
più accurato. Dall’unione dei layer si ottiene una matrice 3x4 in cui ciascuna delle quattro sotto-classi del layer “Spazio” è analizzata secondo le tre diverse fasce orarie del layer “Tempo”. L’unione dei layer consente di effettuare analisi di dettaglio e valutare se esistono fenomeni particolari come spostamenti casa-lavoro e casa-scuola, e come gli spostamenti si distribuiscono nell’arco di una fascia oraria di riferimento e sul territorio. L’applicazione della metodologia e l’uso del GIS
L’analisi dei dati è stata condotta importando il file csv in Fig. 3 - La metodologia applicata e il raggruppamento dei risultati ottenuti.
Le classificazioni cosi introdotte consentono di rispondere alla fase di definizione degli obiettivi con un livello di dettaglio progressivamente
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REPORT
ambiente GIS usando il client QGIS associato a Postgres/ PostGIS. Questo ha consentito di studiare ciascuna riga presente nel database. Di particolare importanza infatti sono state le colonne che riportano le coordinate geografiche di ogni riga (rappresentative di una posizione specifica raggiunta nell’ambito del singolo spostamento), espresse con l’EPSG 4326, la colonna che identifica il viaggio denominata TripID, le colonne con i dati temporali come giorno della settimana, data ed ora, e la colonna con i riferimenti alla distanza progressiva del viaggio. Importato il csv in ambiente GIS si è proceduto alla sua riproiezione usando l’EPSG 32633, sistema di riferimento geodedico in cui ricade l’area in esame. In QGIS è stato quindi possibile eliminare i viaggi che si svolgevano totalmente all’esterno dell’area in esame con una selezione inversa sui punti traccia usando come vettore di selezione i confini comunali di Napoli scaricati dalla sezione OpenData del sito del Comune di Napoli. In PostGIS grazie alle query SQL di raggruppamento si è potuto associare ad ogni TripID il computo totale dei km percorsi, le velocità media ed il giorno in cui è stato effettuato lo spostamento. Grazie a queste aggregazioni è stato possibile eliminare i viaggi che non ricadevano nelle specifiche dell’ECC come i viaggi con una distanza percorsa maggiore di 30km e/o una velocità media maggiore di 30km/h. In questo modo si è ottenuto anche il computo totale degli spostamenti. I passaggi descritti precedentamente ci hanno permesso di ottenere un geodatabase pronto per gli studi successivi. Sempre tramite SQL è stato
possibile individuare il primo e l’ultimo punto di ogni spostamento, chiamandoli rispettivamente start ed end, esportando così il dato in un nuovo vettore PostGIS. Si è provveduto poi a creare un vettore poligonale che contenesse la suddivisione del Comune di Napoli nelle sue 10 municipalità ed i Comuni ad esso confinanti. Con una serie di operazioni di spatial join sono stati poi associati agli start ed end individuati precedentemente le informazioni relative all’area di inizio e fine del viaggio. Questa operazione ci ha consentito di ottenere un vettore puntuale a cui ad ogni start corrisponde un’area di partenza, sia essa una Municipalità o un Comune, e ad ogni end un’area di fine viaggio. Da Open Street Map, per valutare quali strade dell’area in esame fossero state maggiormente utilizzate dai ciclisti, è stato
prelevato il reticolo stradale della città di Napoli. Tale reticolo è stato ripulito dai tracciati stradali in cui è vietato l’accesso alle biciclette, come autostrada e tangenziale o i tracciati ferroviari. Successivamente è stato possibile, con uno spatial join, associare ai punti traccia il nome della strada percorsa che ci ha consentito di individuare le strade con il maggior flusso di ciclisti. Infine è stato esportato il vettore puntuale come file csv per continuare le indagini con l’ausilio di Excel con cui grazie ad una serie di tabelle pivot si sono estratti i dati di interesse per il nostro studio. Analisi dei risultati
Il database dell’ECC ha registrato oltre mezzo milione di punti, che rappresentano le “fotografie” di tutti gli spostamenti effettuati nel mese di maggio 2015, con un intervallo di 5 secondi.
Spostamenti
Km coperti
0 - 24
1.293
7.960,94
6,16
Mattina
213
1.616,78
7,59
Pomeriggio
251
1.409,01
5,59
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spostamento
Tab. 1 - Tabella riassuntiva degli spostamenti e dei chilometri percorsi nella ECC 2015 a Napoli.
Municipalità
Spostamenti registrati 0 - 24
Mattino
Pomeriggio
1
713
104
110
2
257
41
35
3
28
8
1
4
293
36
36
5
422
80
87
6
118
27
33
7
27
0
5
8
47
3
5
9
38
8
2
10
542
110
95
Totale
2485
417
409
Tab. 2 - Spostamenti complessivi registrati nelle 10 Municipalità. 28
Km per
Fascia oraria
REPORT
Fig. 4 Mappa di concentrazione degli spostamenti.
Fig. 5 - Sommatoria degli spostamenti di origine e destinazione.
Da precisare il concetto riguardante la rilevazione della posizione mediante GPS: numerosi studi in letteratura (Lindsey, 2013), hanno evidenziato come l’accuratezza dei dati varia in un range compreso tra i 5 e i 10 m rispetto alla vera posizione del ciclista sulla sede stradale, nonostante questo limite l’accuratezza della posizione è tale da rendere corretto associare alle singole posizioni la giusta strada.
Il numero totale di spostamenti registrati in bici nel corso della ECC 2015 all’interno del Comune di Napoli è di 1.293, mentre i chilometri percorsi in totale sono stati 7.960, per una media spostamento pari a 6,16 km/spostamento. L’analisi del database per le fasce orarie evidenzia come gli spostamenti registrati sono spalmati nell’arco della giornata, senza registrare particolari picchi riconducibili a motivi casa-lavoro Fascia oraria
0-24 Spostamenti
Mattino
Pomeriggio
Interni
Esterni
Interni
Esterni
Interni
Esterni
Interni
1193
51
204
5
197
5
Esterni
48
1
4
0
10
1
Tab. 3. Matrice O/D, fascia oraria 0-24.
o casa-scuola. Infatti, solo il 16% degli spostamenti complessivi sono stati registrati nella fascia mattutina, mentre sono il 19,4% quelli registrati nel pomeriggio. Inoltre si evidenzia come gli spostamenti mattutini sono di lunghezza superiori a quelli pomeridiani (7,59 km per spostamento, rispetto ai 5,59 km di media registrati nel pomeriggio). La Tabella 3 mostra il totale degli spostamenti suddivisi per tipologie nelle 24 ore. Oltre il 90% degli spostamenti complessivi registrati si sono verificati all’interno della città di Napoli, con una piccola frazione di spostamenti da e per Napoli (spostamenti interniesterni e esterni-interni). I risultati complessivi per luogo di origine e di destinazione sono presentati nella figura successiva. I luoghi maggiormente generatori e destinatari di spostamenti sono le Municipalità 1, 10 e 5. Dalle matrici O/D complessive sono state estrapolate le matrici relativi ai solo spostamenti con origine e destinazione interna al Comune di Napoli. I risultati sono presentati nelle successive tabelle. Sulla diagonale principale è possibile visualizzare gli spostamenti con origine e destinazione nella stessa Municipalità. Il numero di spostamenti maggiori, come già evidenziato in precedenza, riguarda le Municipalità 1,5 e 10. Il database della ECC ha consentito di valutare i flussi ciclistici transitanti sulle strade della città di Napoli mediante l’associazione delle singole righe del database (dotate di coordinate geografiche) con la mappa della città (in ambiente GIS), e quindi ottenendo i flussi la somma degli spostamenti ricadenti sulla singola strada.
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29
REPORT
Nella tabella 5 sono evidenziate le prime 15 strade più frequentate, con - in parentesi - le Municipalità di appartenenza. Le prime 5 strade in graduatoria sono tutte con percorso ciclabile in sede propria, e ricadono nella
Partenza
Municipalità 1
Municipalità 2
Municipalità 3
Municipalità 4
Municipalità 5
Municipalità 6
Municipalità 7
Municipalità 8
Municipalità 9
Municipalità 10
Municipalità 1 (Via Caracciolo, Via Partenope, Via Nazario Sauro) e nella Municipalità 10 (Via Caio Duilio, Galleria Laziale). Inoltre, le prime 7 strade presenti nella tabella sono con percorsi ciclabili di
Municipalità 1
169
35
6
38
20
5
1
-
9
53
Municipalità 2
40
35
1
6
2
-
8
-
-
30
Municipalità 3
6
1
2
1
-
-
-
-
1
-
Municipalità 4
40
12
-
41
28
8
1
6
-
3
Municipalità 5
40
5
2
38
102
-
-
2
5
29
Municipalità 6
4
1
-
9
1
10
-
-
-
15
Municipalità 7
-
5
2
3
-
-
3
-
1
-
Municipalità 8
2
1
-
3
1
-
-
12
-
1
Municipalità 9
11
-
2
-
4
-
-
-
-
3
Municipalità 10
57
35
1
3
26
15
-
4
-
125
Tab. 4 - Matrice O/D degli spostamenti interni al Comune di Napoli – Fascia oraria 0-24.
Spostamenti per fascia oraria Strade
Municipalità
0 - 24
Mattino
Pomeriggio
Via F. Caracciolo
1
324
54
65
Via Nazario Sauro (1)
1
235
40
46
Via Caio Duilio (10)
10
185
44
26
Via Partenope
1
185
30
38
Galleria Laziale
10-1
182
41
22
Via Nuova Agnano
10
171
47
27
Via Toledo
1-2
159
41
25
Corso Umberto I
2
156
22
23
Viale J. F. Kennedy
10
141
37
22
Corso V. Emanuele
1
137
56
27
Via Bagnoli
10
133
45
19
Via Salvator Rosa
2
120
36
15
Viale Augusto
10
91
22
18
Via Torquato Tasso
1
68
31
7
Via Domenico Fontana
5
63
11
18
Tab. 5 - Le 15 strade più frequentate per le varie fasce orarie.
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Tipo 1. Infine, con l’eccezione di Via Toledo – area pedonale – le strade presenti nella tabella sono tutte arterie principali per il traffico veicolare privato. Conclusioni
L’analisi dei dati rilevati durante la European Cycling Challenge ha consentito di valutare per la prima volta l’effetto prodotto dall’introduzione percorsi ciclabili in sede propria nella città di Napoli, in termini di utilizzo e di scelta dei percorsi. I risultati ottenuti hanno evidenziato come l’utilizzo della bicicletta è stato preponderante nelle Municipalità dove esistono i percorsi ciclabili in sede propria, o nelle immediate vicinanze (la Municipalità 1 e la Municipalità 10). I flussi calano progressivamente con il crescere della distanza da tali aree, segno che bisogna aumentare la fiducia dei cittadini nelle aree periferiche, eventualmente realizzando itinerari protetti. I risultati della European Cycling Challenge 2015 hanno spinto il Comune ad approvare il progetto di realizzazione di un percorso ciclabile in Corso Umberto, una delle strade più frequentate dai ciclisti secondo i dati a disposizione (considerando anche i 2100 passaggi mensili rilevati - con circa 70 utenti giornalieri - durante la sperimentazione del servizio di bike-sharing promosso da Cleanap e attivo a Napoli nel 2015). Inoltre, nel 2013 erano già stati approvati dall’Amministrazione i progetti per la realizzazione di nuovi percorsi ciclabili in sede propria nel tratto adiacente il Porto (Via Marina, Via Amerigo Vespucci e Via Alessandro Volta), e nell’Area Industriale (Via Emanuele Gianturco), progetti che sono stati avviati nel 2015 e attualmente in realizzazione, dotando
REPORT
la città di altri 5 km di percorsi ciclabili. Il successo dell’edizione 2015 è stato poi confermato dai risultati dell’edizione 2016, dove i km registrati nel mese di Maggio sono stati 14.701 (quasi il doppio dell’edizione 2015), e dove da una prima analisi dei flussi disponibile sul sito della manifestazione, emerge come i percorsi preferiti siano sostanzialmente gli stessi della edizione 2015. Dai risultati della edizione del 2016, e dalla volontà del Comune di costruire nuovi percorsi protetti in sede propria per i ciclisti, è evidente come il fenomeno presenti ampi margini di crescita negli anni.
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BIBLIOGRAFIA Richardson, A. & Ampt, E. & Meyburg, A. 1995. Survey Methods for Transport Planning. Eucalyptus Press. Lindsey, G. & Hankey, S. & Wang, X. & Chen, J. 2013. Feasibility of Using GPS to Track Bicycle Lane Positioning. University of Minnesota, Center for Transportation Studies. PAROLE CHIAVE GIS; mobilità sostenibile; GPS; percorsi ciclabili; Napoli ABSTRACT In May 2015, the City of Naples and forty others European cities have joined the fourth edition of the European Cycling Challenge. This event has been created to promote the bicycle as a sustainable transport mean in urban areas, and lasted for all the month of May. The event organizer, SRM Reti e Mobilità, provided an app where all citizens/cyclists could enroll and track their cycle journeys; the app was tracking, with a time interval of five seconds, the cyclist position (using GPS) and some journey details (journey name, length, speed, besides day and schedule). These data were registered by the app and saved in a database. Several months after the event, each database has been sent to the participating cities. Naples' database has been utilized to evaluate, for the first time, the cycling mobility in the city. Indeed, the City of Naples developed a cycle network longer than twenty kilometers in the recent years. Therefore, this evaluation aimed to understand how, when and where the cyclists have been using these paths. The evaluation required the development of a methodological framework to analyze the database in geospatial environment. The final product has been disaggregated in two categories, the territorial evaluation and the temporal evalua-tion. The territorial evaluation contains O-D matrices, an analysis involving Naples’ districts, and a flow count analysis for road. The temporal evaluation includes an analysis for each day of the month, for each day of the week (Monday, Tuesday,and so on), and for two time slots (7,30 – 9,30 A.M. and 4,30 – 6,30 P.M.). The overall results registered over 7961 kilometers covered and 1308 registered trips, with an average journey length of 6,07 kilometers and a massive use of the Waterfront cycle path (Via Francesco Caracciolo and Via Partenope). AUTORE Massimiliano Moraca, info@massimilianomoraca.it Carmine Aveta, carmine.aveta@gmail.com
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GUEST PAPER
Onwards and upwards: the evolution of integrated UAV solutions by Jean-Christophe Zufferey
As the geospatial industry looks for increasingly innovative solutions to improve operational efficiencies, Jean-Christophe Zufferey, CEO at senseFly, examines the impact of drone technology and outlines key predictions for 2018.
The unmanned aerial vehicles (UAV) industry has transformed in recent years. From increased awareness of commercial drone applications to regulations becoming more accommodating, the prevalence of, and advances in, the technology have been significant and rapid. The result of users becoming more knowledgeable about the benefits drones can offer has led to a growing need for tools that don’t simply perform a single function well, but are
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integrated, end-to-end solutions that address businesses’ problems and deliver a strong return-oninvestment. Market dynamics
With the market for drone technology moving so quickly, manufacturers have needed to adapt accordingly to meet demand and provide the right solutions. Across multiple industries, including surveying, construction and agriculture, UAVs have be-
come more mainstream and with increasing numbers of commercial businesses using drones in everyday operations, ease of use has never been more important. Features such as simple set-up and automated flight and landing are just a few examples of how processes are being simplified. Revolutionary reality
Reality capture has played a major role in helping to both expand the reach of UAVs and increase the appetite for an integrated approach. Highly accurate data is gathered and used to provide professionals with actionable insights that support decision-making and streamline ways of working. For example, aiding smarter workflows, as well as achieving cost and efficiency savings, all remain high on the agenda, and there is a consistent trend between the use of complete solutions and improved performance, both financially and operationally. For instance, on average, senseFly customers that have switched from terrestrial work methods to using UAV solutions see between a five- and ten-fold improvement in
GUEST PAPER
cost and efficiency gains. Such results are indicative of the change in perception regarding drones, building trust in the safety, reliability and performance of the technology on a commercial scale. Looking ahead to 2018
In 2018, we expect to see a number of existing trends evolve further, as businesses demand more from their solutions: Decision-making tools The application of UAVs has changed, both in relation to the industries that are using the technology and the way in which it works. Businesses don’t simply want a drone to fly; if they are going to invest, they want to know that they’re buying a robust tool that will provide highly accurate data and inform decisions at an operational and board level. To do so, it’s crucial that drone technology complements other software packages, such as data management and image processing programmes. At senseFly, we’ve formed strategic partnerships with other organisations to simplify and enhance our data-based approach. For example, our eBee Plus drone works in sync with Airware, a platform that creates georeferenced orthomosaics, point clouds and surface models. The result is a smarter, safer workflow through which users can process, analyse and act upon data insights.
them to navigate what we would term the fourth industrial revolution by improving the efficiency, accuracy and sustainability of data processing and analysis. The integration of UAV technology into every day, existing workflows will also help validate the growing reputation of drones as essential, reliable mapping tools. For example, we recently launched our 360 solutions to improve workflow integration in the surveying, mining and quarries, agriculture and inspection industries, bringing
together senseFly drone hardware and expertise, and flight planning and image processing softwares. Safety focus With drone adoption set to continue its upward trajectory in 2018—commercially and in the prosumer space—we anticipate that safety will be at the forefront of regulatory developments. Following the first European UAV Traffic Management (UTM) Day in Geneva, the attention on UTM has gained more traction
End-to-end and integrated Over the next twelve months, we expect such partnerships, alongside investment in R&D programmes, to play a crucial role in enhancing and expanding the reach of end-to-end solutions. This drive for innovation will benefit professionals working across multiple sectors, enabling
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GUEST PAPER
globally. While NASA is leading the way on this in the US through its drone-testing programmes and collaboration with the NUAIR Alliance, Italy has been pioneering the development of drone regulations in Europe. Since 2015, the Italian Body for Civil Aviation has regularly revised its UAV regulations, to remain abreast of the unmanned aviation industry and target specific safety measures, such as introducing training requirements for pilots, who can also be subject to obtaining flight authorisations. Our team at senseFly is working to support greater and safer access to airspace by continuing to engage with key stakeholders globally. For exam-
ple, our partnership with airspace management platform, AirMap, has allowed us to access situational awareness data to maximise operational efficiencies. In doing so, we can provide our customers with airspace intelligence such as the locations of critical infrastructure and real-time alerts, while also submitting digital flight notices to more than 125 airports from senseFly drones. Meeting market needs
Moving into 2018, actionable data, better integration and safety will all have a key part to play. Our role in this will be to continue listening to our customers and optimise our solutions accordingly, to ensure the technology we develop is tailored to the concerns and needs of individual industries. Not only has this approach already proved instrumental to our existing offer, but it’s given us the insights required to begin creating even more advanced systems. For instance, we know that our customers want to see greater interoperability with state-of-the-art software and graphical user interfaces,
and we are evolving our offer to continue to meet these demands. Ultimately, the focus for those working in the UAV industry in 2018 will be to invest in R&D and collaborate more closely, to enable professionals using the solutions to navigate the skies safely, efficiently and with complete peace of mind.
KEYWORDS Unmanned aerial vehicles (UAVs); drones; end-to-end solutions; integrated workflows; UAV regulations ABSTRACT The unmanned aerial vehicles (UAV) market has advanced significantly over the last 12 months. With professionals more aware than ever of the benefits of drone technology, there has been a growing need within the industry to innovate and invest in R&D programmes. Tools need to be integrated, complete solutions, marking a move away from users seeing drones in isolation. Throughout 2018, this investment in end-to-end is set to address businesses’ key operational challenges, deliver a strong return-on-investment and streamline adherence to emerging regulations. AUTHOR Jean-Christophe Zufferey senseFly Co-founder and CEO info@sensefly.com www.sensefly.com
Via Indipendenza, 106 46028 Sermide - Mantova - Italy Phone +39.0386.62628 info@geogra.it www.geogra.it
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MERCATO
LA GEOMATICA A SUPPORTO DELLA PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO
I Dipartimenti di Studi Umanistici e di Scienze dell’Università di Roma Tre organizzano anche quest’anno il Master di II livello DIGITAL EARTH E SMART GOVERNANCE. Strategie e strumenti GIS per la gestione dei beni territoriali e culturali. Il Master si propone di fornire qualificate conoscenze sull’uso delle più moderne metodologie messe a disposizione dalla Geomatica (GIS, WebGIS, modellizzazione dei dati in 3D/4D, rilevamento GPS, Laser Scanner, UAV/SAPR) e di formare e aggiornare figure professionali che, attraverso tali strumenti, siano in grado di analizzare, controllare e gestire realtà geoambientali complesse e di supportare possibili strategie di intervento nei processi di pianificazione e promozione territoriale sostenibile. Il corso mira a sviluppare: l’apprendimento delle basi concettuali, teoriche e pratiche dei GIS, del WebGIS e dei loro campi di applicazione; l’acquisizione di conoscenze necessarie per il rilevamento GPS, per lo sviluppo di modelli in 3D e per l’analisi e l’elaborazione di immagini rilevate da sistemi di pilotaggio remoto (droni); l’adozione di strumenti e approcci interdisciplinari (scienze geografiche, geologiche, botaniche, archeologiche, storiche, ecc.), applicati all’indagine degli impatti ambientali e sociali dei sistemi territoriali; l’individuazione di percorsi di analisi delle opportunità e delle criticità territoriali e dei relativi indicatori di base.
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Il Master è rivolto a neolaureati (Laurea magistrale o vecchio
ordinamento), professionisti, amministratori, funzionari, dirigenti e tecnici, impegnati a costruire e a sviluppare iniziative che coinvolgono a vario livello il controllo del territorio e delle relative infrastrutture e il miglioramento della qualità della vita (mobilità, insediamento, coesione sociale, azioni partecipative, erogazione servizi...). Il Master è rivolto a neolaureati (Laurea magistrale o vecchio ordinamento), professionisti, amministratori, funzionari, dirigenti e tecnici, impegnati a costruire e a sviluppare iniziative che coinvolgono a vario livello il controllo del territorio e delle relative infrastrutture e il miglioramento della qualità della vita (mobilità, insediamento, coesione sociale, azioni partecipative, erogazione servizi...). DIDATTICA Il Corso, svolto nella modalità didattica in presenza è organizzato in: sette insegnamenti (Geografia e cartografia per la gestione del territorio; Introduzione teorica al Digital Earth; Software GIS; WebGIS; Software GIS2; Analisi statistica; Applicazioni SMART per la governance del territorio), articolati al loro interno in moduli didattici; un ciclo di seminari di studio e di ricerca applicata; e un corso pratico di GPS e Laser scanner. Un piano formativo, quindi, finalizzato ad acquisire competenze e capacità tecnologiche per la progettazione di iniziative a forte contenuto innovativo. Il primo modulo di base si sofferma sugli aspetti della cartografia analogica e del processo che ha portato alla cartografia digitale, nella complessa evoluzione del pensiero geografico. Nel modulo 2 vengono forniti gli strumenti di base che permettono di comprendere il concetto di Digital Earth e delle potenzialità da esso
Eppur… si muove? MERCATO
offerte non solo grazie agli strumenti GIS. Il terzo, quarto e quinto modulo si focalizzano sul corso base e avanzato del software GIS, sugli strumenti GIS per il web e sulle piattaforme open source, sottolineando il valore aggiunto rispetto a sistemi “chiusi”. Il sesto modulo è rivolto a fornire le competenze di base per l’analisi del dato statistico e la costruzione di data base. Nel modulo 7 si analizza il GIS come sistema metodologico e come strumento tecnico in specifici usi applicativi, che possono essere affrontati separatamente al fine di fornire specifiche competenze settoriali. Le ore di Seminario di studio e di ricerca applicata sono rivolte all’approfondimento di tematiche affrontate durante le ore di didattica in aula con il coinvolgimento di professionisti operanti nel settore; sono previste anche escursioni didattiche e partecipazioni a convegni, congressi e giornate di studio su tematiche legate al mondo digitale. Nel modulo 9 si offre un corso pratico – anche attraverso la partecipazione a corsi intensivi (4-5 giorni) sul campo – sull’uso di due strumenti tecnici specifici (GPS e Laser scanner), divenuti ormai indispensabili per ogni attività ricognitiva. Grazie alla collaborazione con Esri Italia SpA, nel percorso didattico del Master sono previsti i Corsi Certificati che permetteranno di ottenere, oltre al titolo di Master, l’attestato di ESRI, riconosciuto a livello internazionale, di utilizzatore desktop ArcGIS. Sono a disposizione degli studenti alcune agevolazioni sulla tassa di iscrizione. È possibile applicare una riduzione della tassa di iscrizione ai candidati iscritti ai vari ordini professionali (riduzione del 20% del costo). Tale riduzione è proporzionale al numero e tipologia dei corsi frequentati, dopo esame del curriculum dei corsi frequentati da parte del Consiglio di Corso di Master. Sono infine previste agevolazioni per dipendenti e collaboratori di enti, aziende o associazioni convenzionati con il Master. CONOSCENZE E COMPETENZE ORIENTATE AL MONDO DEL LAVORO Valore aggiunto del Master è la forte sinergia con le realtà imprenditoriali del settore geomatico, attraverso accordi istituzionali e di collaborazione scientifica, volti a sviluppare iniziative di ricerca e di formazione nell’ambito della “gestione smart” delle risorse culturali e ambientali del territorio. A tal fine, l’offerta formativa prevede, come attività essenziale, un periodo di stage (di tre mesi) presso aziende/istituzioni convenzionate, finalizzato alla sperimentazione delle conoscenze pratiche e teoriche acquisite e alla stesura della Tesi finale di Master, su tematiche di interesse comune, di sviluppo e di ricerca applicata, nello spirito dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Gli sbocchi occupazionali del Master comprendono attività per le quali si richiedono competenze e capacità tecnologiche per la progettazione di iniziative a forte contenuto innovativo, in particolare nell’ambito delle tematiche prioritarie delineate dalle direttive europee per la gestione delle risorse culturali e ambientali del territorio e delle politiche comunitarie. L’organizzazione didattica del Master consente una formazione continua e la riqualificazione professionale per personale già attivo negli enti pubblici/privati. Il Master si svolge presso il Laboratorio geocartografico “Giuseppe Caraci” dell’Università degli Studi di Roma Tre (Roma - via Ostiense 236, piano terra). COME ISCRIVERSI Presentazione domanda di ammissione La domanda di ammissione deve essere presentata esclusivamente online entro l’11 dicembre 2017. A tal fine è necessario effettuare la registrazione al Portale dello Studente, collegandosi al link http://portalestudente.uniroma3.it e selezionando dal menu, posto sulla sinistra, la voce Servizi on-line; quindi Accedi ai servizi online > Registrati. Conclusa la registrazione, il sistema assegnerà le credenziali (un nome utente e una password), che consentiranno l’accesso all’area riservata del Portale dello Studente e a tutti i servizi online attivati dall’Ateneo. Nel caso in cui si riscontrassero problemi nello svolgimento delle procedure online, si può richiedere assistenza al link: http://portalestudente.uniroma3.it/index. php?p=assistenza_on-l Terminata la registrazione, occorrerà effettuare il login e selezionare il corso di proprio interesse seguendo le indicazioni fornite dal sistema. Alla domanda di ammissione dovranno essere allegati esclusivamente online i seguenti documenti: - Curriculum vitae; - Documento di identità in corso di validità
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REPORT
REPETITA (NON) IUVANT di Attilio Selvini
Riflessioni di Attilio Selvini sulla seconda prova per l’esame di abilitazione alla libera professione di geometra proposta dal MIUR.
Q
uesto detto latino di incerta origine, lo ho leggermente modificato con una interposizione negativa. Siamo di fronte all’ennesimo incidente in cui spesso incorre il MIUR (limitato alle prime due lettere, MI, Ministero dell’Istruzione). L’anno scorso, come seconda prova per l’esame di abilitazione alla libera professione di geometra, vennero concesse otto ore per risolvere il problema di ripartizione di un cosiddetto “quadrilatero”, che in realtà si rivelò essere semplicemente un rettangolo (1). In quest’anno bisestile (ann bisest, ann funest, dice un “vecchio adagio” delle mie parti!) il vigile Ministero ha con fare occhiuto ridotto le ore da otto a sei. Sì, ma per un lavoro che ne ha richieste proprio altrettante a me, avvezzo da almeno tre quarti di secolo a risolvere problemi di calcolo trigonometrico di varia natura, e naturalmente utilizzando non elaboratore, AutoCad e plotter, bensì i soli mezzi concessi ai poveri candidati. Quindi riga e squadra, con tanto di compasso e “calcolatrice non programmabile”, secondo lo ukase ministeriale (in russo: указ, che significa ‘editto’, ‘decreto’, con
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riferimento all’autorità suprema dello zar; perciò, ordine perentorio, impartito con spirito assolutistico; così dice Wikipedia e prego di perdonare il suono un poco scurrile che tale sostantivo russo ha in alcuni dialetti della nostra bella lingua!). Per l’ennesima volta non comprendo perché un candidato, se ne è in possesso, non possa quanto meno usare una buona HP programmabile in tastiera con la “notazione polacca”, per evitare la inutile fatica di risolvere lungamente per esempio la formula di Gauss che fornisce l’area di una figura, dati che ne siano le coordinate cartesiane dei vertici; oppure di calcolare le quote di inizio e partenza di una livelletta di compenso. Cosa vuole il beneamato Ministero dai candidati? Che sappiano risolvere i problemi della pratica professionale, oppure che si riducano a battere per ore inutili, i tasti delle “calcolatrici non programmabili”? Che follia! Anche stavolta l’anima bella di Mariano Cunietti, ordinario nel Politecnico milanese, quarto presidente della Società Italiana di Topografia e Fotogrammetria e grande amico dei Geometri, si rivolterà nella sua tomba varesina. Una delle prime cose che m’insegnò, al mio ingresso come suo assistente volontario, fu che la topografia era tutt’altra cosa del calcolo trigonometrico: era lavoro sul terreno, conoscenza accurata e uso adatto degli strumenti di misura, intuizione delle modalità operative più opportune, e prima di tutto valutazione sia a priori che a posteriori delle incertezze di misura, con adatti processi di compensazione rigorosa secondo gli imperituri dettami gaussiani e della statistica applicata. Pur a distanza di mezzo secolo da allora,
sia il Ministero competente che la maggioranza degli insegnanti di topografia negli Istituti Tecnici (questi ultimi con rare eccezioni) sono del parere che un topografo debba saper fare calcoli più o meno complessi, debba conoscere formule e teoremi; anche a costo poi di non saper usare non dico uno scansore laser oppure un ricevitore satellitare, ma nemmeno un modesto livello con stadia più o meno codificata. E in seguito, che non debba nemmeno capire che in un lavoro di calcolo su dati arrestati al secondo decimale, è stupido scrivere i risultati con i dieci o dodici decimali forniti dalla calcolatrice (mi raccomando: non programmabile!). Risultati che nel caso delle distanze o dei dislivelli, arrivano al significato di nanometri e picometri, così come ho visto purtroppo anche quest’anno, durante la correzione dei temi di abilitazione di cui sto parlando. Ma la trascuratezza del Ministero (vorrei usare un altro sostantivo, e ci rinuncio per tema di querela) questa volta è arrivata oltre ogni limite. Lo stesso tema di topografia, era già stato fornito per gli esami di stato del 2012; parola per parola, virgola per virgola, quesito per quesito, grafico per grafico: sono stati cambiati (di poco) solo i numeri relativi alle coordinate dei vertici del terreno da trattare nell’esame, non però la pendenza della livelletta richiesta (si veda le figure che seguono). Sempre a proposito del titolo di questa nota. Sino alla fine o quasi degli anni Settanta del ventesimo secolo, gli esami di abilitazione (prima, e poi detti di maturità ma pur sempre abilitanti all’esercizio professionale) per i geometri, comprendevano un tema di calcolo topografico più o meno complesso. Il calcolo era
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condotto per via logaritmica, e si preferivano ovviamente le formule monomie. Io stesso, negli anni Sessanta avevo pubblicato formule risolutive di alcuni problemi di intersezione con tali caratteristiche. Ma dalla fine di quel decennio in poi, l’avvento del calcolo elettronico mutò la stessa filosofia per quanto concerneva l’elaborazione dei dati raccolti in campagna: il calcolo diveniva secondario come importanza, visto che comparivano per l’appunto i “programmi” in vari linguaggi, dal noto Basic al Fortran e via seguendo. Non solo, le calcolatrici “programmabili” così odiate ancor oggi dal MIUR si diffondevano ovunque, quindi anche nell’ambito del lavoro topografico. Ma l’allora Ministero della Pubblica Istruzione (cui seguiranno, in ordine, il MURST e quindi il MIUR) così del resto come gli insegnanti di topografia degli Istituti Tecnici non se ne accorsero e continuarono imperterriti a far prevalere il calcolo puro e semplice nel giudicare la preparazione topografica degli allievi. Me ne accorsi in prima persona: negli anni Ottanta, per i tipi di Hoepli, io e due insigni colleghi del Politecnico, mettemmo in commercio un nuovo testo per i geometri, detto provocatoriamente “Fondamenti di rilevamento generale” diviso in due soli volumi e non negli allora classici tre per le corrispondenti classi del corso. Non solo: di proposito vi mancava la raccolta di esercizi svolti o
chi scrive ora questo articolo, così come si potrà vedere dall’elenco dei collaboratori, distinti per materia. Le richieste di calcolo dei vari punti specifici del problema, dalle coordinate degli estremi della dividente a quelle dei punto di tangenza della curva, comportano, se si opera con semplice calcolatrice “non programmabile”, alcune ore. Altrettante ne richiede la parte altimetrica relativa al “tracciato” della ipotetica strada, richiesta dal meno, tipici dei testi della concor- compilatore del tema; così pure renza; si raccomandava, nella pre- come parecchio tempo occorre per trovare la “livelletta di commessa, di dare maggior peso alla raccolta di dati e di misure sul ter- penso” avente la pendenza del 2% reno, da elaborare poi sia in classe (la stessa di quella del problema del 2012!). La cosa che stupisce è che nei compiti di casa. Fu un buco nell’acqua: quasi nessun do- questa: per la soluzione del tema proposto lo scorso anno, banale e cente volle adottare un tale testo, tanto che l’editore ci raccomandò richiedente solo l’uso dell’aritmetica (somme, prodotti e quozienti) di aggiungere ai due volumi un erano state concesse OTTO ore! terzo libretto coi soliti e consueti Altra osservazione: come si fa a esercizi più o meno svolti! parlare di “curva tangente ai tre E ora entriamo nel merito del rettifili ….” quando non di “rettitesto proposto quest’anno. Un geometra topografo (vorrei sapere fili” si tratta, bensì di semplici lati cosa ne pensa la AGIT?) che fosse di un appezzamento di terreno? posto di fronte a questo problema, Provate a immaginare tre rettifili stradali purchessia: come si poutilizzerebbe subito per la parte trebbero intersecare nello spazio grafica AutoCad; per la ricerca della dividente si rifarebbe a Excel, tridimensionale (se non a quote diverse) e ditemi come potrebbe con le semplici formule fornite una curva appartenente ad altra da qualunque manuale, a meno strada essere a loro “tangente”! Di che non disponga di un adatto fatto, basta uno sguardo al disegno e specifico software. Altrettanto planimetrico per constatare che farebbe per quanto concerne la curva circolare tangente a tre retti- la curva semplicemente raccorda fili. A questo proposito, lasciatemi il primo e il terzo lato della nuova figura, intesi come asse di una dire che si tratta di una inutile strada, ed è tangente al lato AE. cattiveria per i poveri candidati: Altro che “rettifili”! chi di loro ricorda al momento, Torniamo per un momento, alla che si parla di uno dei tre “cerbenemerita Casa Editrice più che chi ex-iscritti” a un triangolo? Guarda il caso: nel noto e diffuso centenaria Ulrico Hoepli. Nel 1989, giusto una intera genera“Nuovo Gasparrelli”, Manuale zione fa, era uscito un bel volume del Geometra edito da Hoepli, contenente programmi in “Basic” edizione ventitreesima del 2007 (2), a pagina L296, punto 16.3.5, per geometri e studenti vari, relativi a topografia e costruzioni vi è un lungo esempio numerico in genere. L’autore è un noto studi questo caso. Le oltre trecento dioso, già professore negli Istituti pagine dedicate a topografia, Tecnici per Geometri e caro fotogrammetria e cartografia di questo manuale, hanno per autore collega di chi scrive: l’ingegner
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Andrea Guadagni (3). Tra gli altri, vi erano programmi aperti per calcolare le aree secondo la nota formula di Carl Friedrich Gauss, per determinare raggi di cerchi vari, per ripartire superfici agrarie eccetera. Sottolineo la data: 1989. Da allora di programmi in linguaggi informatici vari per risolvere problemi di topografia (e non) ne sono usciti molti e molti; ma il Ministero non se ne è accorto, nemmeno a proposito della redazione dei nuovi programmi per la formazione degli altrettanto nuovi periti delle costruzioni dell’ambiente e del territorio: se ne è già detto in 1) e in 4). E il Ministero continua imperterrito ad impedire l’uso non dico di elaboratori portatili, ma di calcolatrici programmabili a tastiera con memorie varie, che un buon topografo porta di solito anche in campagna per verifiche rapide e immediate. Sembra di sognare: questa manfrina dell’uso di “calcolatrici non programmabili” ci riporta agli anni ottanta del secolo scorso, quando era appena tramontata l’era delle tavole logaritmiche e dei valori naturali di buona memoria! Mi sia permesso di parlare di alcuni casi che mi hanno coinvolto. Come professore di ruolo del Politecnico milanese, più volte sono stato presidente di commissioni di concorso per diversi posti dirigenziali in enti di varia natura. Ne ricorderò qui solo tre (omne trinum perfectum!). Concorso per un posto di dirigente dell’ufficio tecnico degli Istituto Clinici di Perfezionamento in Milano; per un posto di dirigente dell’Ufficio Tecnico del comune di Seriate (Bergamo); per un posto di capo dell’ufficio Sistemi Informativi Territoriali del comune di Somma Lombardo (Varese). In tutti questi casi, così come in altri che qui non cito, le prove scritte vennero preparate dalla commissione da me presieduta, mettendo a disposizione dei candidati il necessario,
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da elaboratore a plotter: vi era sempre una parte da gestire con AutoCad riguardante tronchi stradali, oppure inserimento di nuove particelle nel locale catasto e così via. Nessuna inutile prova di più o meno complesso calcolo In un caso capitò ai concorrenti di determinare la freccia di una trave sottoposta a carico variabile, caso tipico di un collaudo sia di edifici che di ponti o cavalcavia, ma sempre disponendo di adatto elaboratore, oppure a scelta di calcolatrice programmabile. A nessuno dei componenti delle commissioni, rappresentanti dell’ente e del sindacato o dell’ordine professionale, passò mai per la mente di vietare l’uso di appropriati mezzi di calcolo e di rappresentazione grafica degli elaborati. Ora facciamo un poco di fantasia. All’esame mi si presenta un giovane armato di elaboratore portatile e plotter UNI A4. Non lo ammetto in aula, dato l’ucaz (evito l’alfabeto cirillico) ministeriale, ma da curioso lo metto in una auletta chiusa poi a chiave, e gli fornisco (dopo averlo letto agli altri, ammessi perché armati di riga, squadra e calcolatrice non programmabile) il testo del primo tema. Dopo un paio d’ore, il giovane mi porta un ottimo disegno, con tutto quanto richiesto dal tema ministeriale, ben redatto e con scritte adatte, particolari a colore in giusta scala, il tutto corredato da una buona relazione scritta in Word. La vicenda si ripete il secondo giorno, e dopo una sola ora ecco la soluzione, fatta in parte con Excel, in parte con modesti programmi (area secondo i dettami di Gauss, distacco della parte est del pentagono, cerchio ex-iscritto) e in parte con AutoCad (livelletta di compenso con tanto di bel grafico nelle due scale richieste, divise per planimetria e altimetria). Non posso ammettere il bravo giovane all’orale, ma con un colloquio
informale vedo che sa tutto della professione di Geometra, anzi un poco di più, dato che sta frequentando al Politecnico il terz’anno di ingegneria. Mi racconta anche le ultime “minimalia” della cosiddetta “APE” che io nemmeno so (de minimis non curat praetor!) e sa pure gli ultimi aggiornamenti del famoso “ Pregeo” (che purtroppo mai contribuirà alla formazione di un catasto moderno e veritiero). Gli faccio le mie congratulazioni, e gli dico che mi spiace molto, ma per il MIUR non è possibile che si possa iscrivere all’Albo professionale. Vada magari a Londra, ove così come in tutto lo UK non è nemmeno richiesto il titolo di studio per esercitare la professione, basta solo dimostrare la propria capacità professionale. Questa è, fra le tante altre amenità, l’Italia del secondo decennio del secolo ventunesimo. Mala tempora currunt!.
BIBLIOGRAFIA 1) C. Monti, A. Selvini A proposito della buona scuola. Geomedia, Roma, 2016. 2) AA.VV Nuovo Gasparrelli, Manuale del Geometra. U. Hoepli, Milano, 2007. 3) A. Guadagni Programmi di Base per le costruzioni. U. Hoepli, Milano, 1989. 4) C. Monti, A. Selvini Riflessioni su di un programma.ministeriale, GEOmedia, n° 6/2012, Roma. PAROLE CHIAVE Topografia; MIUR; professione di geometra; esame di abilitazione ABSTRACT Reflections on the second test for the qualifying examination to the freelance profession of surveyor. AUTORE Attilio Selvini Politecnico di Milano, già presidente della Soc. It. di Topografia e Fotogrammetria, SIFET attilio.selvini.polimi@gmail.com
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Una metodologia analitica applicata alla razionalizzazione dei servizi urbani in aree pedemontane Ottimizzazione dei servizi primari nel Comune di Tivoli di Flavia Lorenzani, Francesca Perrone, Emanuele Tarquini, Alessandro Vanich
Il progetto si propone di valutare la distribuzione spaziale dei servizi primari basilari (quali farmacie, studi medici e negozi con generi di prima necessità) per fasce di popolazione a ridotta capacità motoria, al fine di fornire uno strumento conoscitivo a supporto di una programmazione e pianificazione del territorio da parte degli enti locali adeguata alle esigenze della popolazione residente. L’articolo concerne il caso studio del Comune di Tivoli.
Fig. 1 - Distribuzione della popolazione residente all’interno delle sezioni censuarie del Comune di Tivoli.
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ell’ambito della pianificazione urbana per il sociale, la tematica della ridistribuzione dei servizi in funzione delle necessità espresse dalle comunità territoriali, sta assumendo un ruolo di particolare rilievo nelle scelte di programmazione territoriale e amministrativa.
Fig. 2 - Distribuzione della popolazione over 60 sul totale della popolazione residente all’interno delle sezioni censuarie del Comune di Tivoli. 42
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Fenomeni demografici e socioeconomici recenti, quali il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento di unità familiari costituite da una sola persona, o comunque l’isolamento dell’anziano a causa della mobilità geografica lavorativa delle fasce di popolazione più giovane, e l’insorgenza di malattie croniche nelle fasce di popolazione con età al di sopra dei 60 anni, ha determinato lo sviluppo di problemi legati alla presenza di anziani soli e non autosufficienti (ISTAT, 2012). Tale fascia di età, a minor capacità motoria e spesso soggetta all’insorgenza di malattie croniche, è quella a maggior rischio di esclusione dai servizi primari ma, al contempo, necessita di una accessibilità agevolata all’uso di tali servizi (Di Donna et al. 2000). I servizi primari cui si fa riferimento sono, oltre ai servizi com-
Fig. 3 - Modello 01_service_areas.
merciali di generi alimentari di prima necessità, i servizi sanitari identificabili sia come grandi centri sanitari di interesse comunale o sovracomunale (ospedali, centri analisi e Aziende Sanitarie Locali) sia centri sanitari di interesse locale o di quartiere, i cosiddetti servizi sanitari di vicinato, costituiti da studi medici di basi e farmacie (Signorelli, 2011), in quanto sono i servizi di cui la fascia di popolazione in oggetto ha maggior necessità. Il contesto territoriale che è stato analizzato è il Comune di Tivoli, comune di circa 55.000 abitanti nella Città Metropolitana di Roma posto circa 30 km a est dal capoluogo. Il comune è caratterizzato dalla presenza di due grandi frazioni, oltre al nucleo storico, che per la particolare conformazione urbanistica del territorio, caratterizzata da ampie aree archeologiche e aree produttive di estrazione di inerti, rappresentano di fatto insediamenti a ridotta intercomunicabilità con insorgenza di problemi connessi con la distribuzione e raggiungibilità dei servizi primari (Figura n.1 e 2). Lo studio tiene conto della normativa vigente che impone specifiche norme per quanto riguarda la realizzazione di sistemi integrati di intervento e servizi sociali, la riorganizzazione dell’offerta assistenziale e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.
locali, nel caso specifico il Comune di Tivoli, al fine di provvedere ad una analisi critica del territorio e delle sue peculiarità socio-economico-demografiche. Lo strumento di conoscenza sviluppato consente in una prima fase di identificare le problematiche e le peculiarità del territorio; ed è propedeutico all’avvio di una seconda fase volta alla riorganizzazione dei servizi per la popolazione nel contesto territoriale. Il presente lavoro si inquadra quindi quale strumento conoscitivo della realtà territoriale a supporto di processi che i decisori politici ed amministrativi dovranno assumere sulla base delle conoscenze fornite (Scarpelli, 2002), con il fine ultimo di realizzare dei Piani Sociali di Zona. La soluzione
L’analisi territoriale condotta, realizzata tramite il software ArcGIS 10.1 della ESRI, ha necessitato in una prima fase dell’identificazione dei dati disponibili e valutazione
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della loro attendibilità in base alla fonte di pubblicazione e all’aggiornamento dello stesso. I dati utilizzati sono elencati nella Tabella 1. Al fine di valutare la raggiungibilità dei servizi primari si è costruito il network della rete stradale comunale; considerato che la fascia di popolazione interessata si muove prevalentemente a piedi o con i mezzi pubblici, tale network è stato considerato esclusivamente come pedonale, ossia non sono stati considerati i sensi unici o altri impedimenti che caratterizzano il traffico automobilistico. A causa della eterogeneità nei formati dei dati originari si è dovuto provvedere a uniformare i dati disponibili in formato Feature Class usando sia operazioni di geocoding, qualora fossero disponibili gli indirizzi, che operazioni di conversione da kmz/kml in formato Feature Class. Considerato quindi che la fascia di popolazione analizzata tende a muoversi maggiormente a piedi, o con mezzi pubblici, si sono determinate le distanze massime percorribili; la definizione delle stesse si è basata sulla normativa vigente laddove esistente (D.L. n.1/2012) o, laddove non esiste una normativa specifica di settore, la distanza massima percorribile è stata valutata in funzione sia della
L’esigenza
Esigenza primaria del presente lavoro è stata quella di sviluppare in ambiente GIS una procedura in grado di supportare gli enti
Fig. 4 - Service Area degli studi medici.
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frequenza con cui un anziano possa usufruire di un servizio che della possibilità di raggiungerlo con mezzi di trasporto. Data la necessità di semplificare la successiva modellizzazione si è uniformata tale distanza massima percorribile a 500m. Si è quindi dovuta valutare la raggiungibilità dei servizi primari considerati da parte della fascia di popolazione analizzata. Per far ciò è stato sviluppato un primo modello in ambiente GIS (riportato in Figura n.3) nel quale sono state definite le Service Area intorno ad ogni servizio, usando come raggio di pertinenza di ogni Service Area la distanza massima percorribile. Tramite iteratore di Feature Class il modello è in grado di elaborare le Service Area di tutti i servizi primari analizzati. Da un punto di vista logico è stata considerata la distanza massima percorribile a piedi, definita in 500m, sul network stradale da un servizio primario a un qualsiasi punto del territorio comunale; tale assioma deriva dal fatto che il raggio di pertinenza è pari alla distanza che un utente dovrebbe percorrere dalla propria residenza per raggiungere il servizio primario in oggetto. L’analisi ha permesso di evidenziare quali porzioni di territorio si trovano al di fuori dell’area afferente ad ogni servizio (Figura n.4). In un secondo modello sono state individuate le aree critiche, ossia quelle aree ove i servizi per i cittadini risultano essere scarsamente presenti, come riportato in Figura 5. A partire dalle perimetrazioni delle sezioni censuarie e dai dati
Nome dato Distribuzione popolazione Classi di età popolazione Farmacie/parafarmacie Ospedali ASL Studi medici Laboratori sanitari Esercizi commerciali Viabilità Uffici postali Patrimonio catastale disponibile
Formato kml kml csv con indirizzi csv con indirizzi csv con indirizzi csv con indirizzi csv con indirizzi csv con indirizzi shapefile csv con indirizzi csv con indirizzi
Fonte Censimento ISTAT Censimento ISTAT OpenData Lazio OpenData Lazio ASL RM5 ASL RM5 ASL RM5 OpenData Lazio Open Street Map Comune Tivoli Comune Tivoli
Aggiornamento 2011 2011 Feb. 2015 Feb. 2015 2014 2014 2014 Feb. 2015 Feb. 2015 2014 2014
Fig. 5 - Modello 02_critical_areas.
tabellari sulla suddivisione della popolazione in classi di età, si è calcolato per ogni sezione di censimento ricadente nel territorio comunale il numero assoluto dei residenti appartenenti alle classi di età e la densità delle stesse. All’interno del modello, per ogni sezione di censimento con una densità medio-alta di popolazione residente appartenente a classi di età sopra i 60 anni, è stata determinata la somma delle Service Area precedentemente realizzate. Tramite funzioni di Intersect si è trasferito il dato areale della sommatoria delle Service Area ai dati lineari del reticolo stradale. Intersecando le sezioni censuarie caratterizzate da densità medioalta di popolazione residente al di sopra dei 60 anni con le strade poco servite dai servizi primari, si sono individuate le aree critiche (Figura n. 6). Volendo fornire all’amministrazione locale una possibile ubicazione dei servizi primari attualmente non presenti nel territorio, si sono individuati gli elementi del patrimonio catastale disponibile, ossia quelle aree di demanio pubblico non ancora utilizzate. Il modello, tramite funzioni di clip, permette di individuare quali
di questi beni catastali ricade nelle aree critiche e risulta usufruibile per la ridistribuzione dei servizi primari mancanti, come riportato nella Figura n.7. Il cambiamento
La metodologia analitica adottata permette di fornire alle amministrazioni locali strumenti a supporto dell’attività di pianificazione dei servizi primari presenti sul territorio. Una programmazione di questo tipo, attenta alle dinamiche territoriali, permette un salto di qualità ed efficacia nella gestione delle risorse pubbliche e nella rivalutazione dei beni pubblici attualmente inutilizzati (F. Karrer in Santangelo 2014). Uno strumento conoscitivo così definito semplifica i procedimenti di regolamentazione urbanistica e territoriale, colmando la necessità da parte delle amministrazioni di migliorare la gestione del patrimonio, nonostante la scarsa disponibilità economica da destinare al benessere sociale. Si ritiene comunque che la metodologia proposta possa essere ulteriormente integrata ed ampliata tramite implementazione della base dati adottata. Si potrebbe considerare anche la distribuzione
Fig. 5 - Modello 02_critical_areas.
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GEOmedia n°4-2017
REPORT
Fig. 6 - aree critiche e servizi primari.
del trasporto pubblico locale utilizzato dalla fascia di popolazione presa in esame ed i dati di geomarketing delle attività commerciali per individuare l’ubicazione dei bacini di utenza. Inoltre la modellizzazione, avvalendosi di dati sanitari della popolazione (nel pieno rispetto della privacy), potrebbe essere usata per definire le aree con maggiore concentrazione di soggetti che necessitano di specifica assistenza o che necessitano di frequentare centri di assistenza diurna/farmacie/centri medici con frequenza elevata, al fine di realizzare una apposita pianificazione dei centri stessi e una razionalizzazione delle risorse economiche spese dalle amministrazioni locali. Il servizio proposto serve a fronteggiare le problematiche di rinnovo urbano e l’accrescimento della qualità dell’abitare e può essere applicabile, con eventuali modifiche del caso, a contesti urbani di natura e dimensioni variabili.
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Fig. 7 - Patrimonio catastale disponibile nelle aree critiche.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Di Donna V., Vallario A., (2000), L’ambiente, risorse e rischi, IX ed., Liguori Editore, Napoli. ISTAT (2012), 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 18 Dicembre 2012. Santangelo S. (2014), Edilizia sociale e urbanistica. La difficile transizione dalla casa all'abitare, I ed., Carocci Editore, Roma. Scarpelli (2002), Appunti delle lezioni di organizzazione e pianificazione del territorio, I ed., Edizioni Kappa, Roma. Signorelli C. (2011), Igiene, Epidemiologia, Sanità pubblica, VI ed., Società Editrice Universo, Roma. PAROLE CHIAVE GIS; SERVIZI PRIMARI; COMUNE DI TIVOLI; POPOLAZIONE; QUALITÀ DELLA VITA ABSTRACT One of the main debate topics between citizens and people who manage public property is urban quality of life. The project aims to evaluate the spatial distribution of basic primary services (such as pharmacies, doctors' offices and shops that sell all the basic necessities) concerning people with reduced mobility, in order to provide cognitive tools in support of a land-use planning (managed by local authorities), which meets the needs of the resident population. We decided to consider the village of Tivoli. The city shows some service management issues, mainly due to the presence of two portions with reduced intermobility. As regards the analysis of population, starting from the sections of ISTAT data, we evaluated the distribution of the population characterized by reduced mobility in the different parts, related to the onset of chronic diseases in age groups above 60 years. This study aims to suggest local authorities to optimize the redistribution of the above-written services and to improve the accessibility for people with reduced mobility. AUTORE Lorenzani Flavia. Master GEO-GST, Univ. Tor Vergata, flavia.lorenzani@gmail.com Perrone Francesca. Master GEO-GST, Univ. Tor Vergata, francesca.perrone8816@gmail.com Tarquini Emanuele. Master GEO-GST Univ. Tor Vergata, tarquini.emanuele@hotmail.it Vanich Alessandro. Master GEO-GST Univ. Tor Vergata, alessandro.vanich@hotmail.it
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AGENDA
28-30 November 2017 2017 Conference on Big Data from Space (BiDS'17) Toulouse (France) www.geoforall.it/kw9wh 16-19 Gennaio 2018 Geospatial World Forum Hyderabad (India) www.geoforall.it/kwacw
19-22 Febbraio 2018 FOSS4G Italia Roma www.geoforall.it/kwwh3 18-21 marzo 2018 GI4DM 2018 Geoinformation for Disaster Management Istanbul (Turkey) www.geoforall.it/kww3r
13-15 giugno 2018 21st International AGILE Conference AGILE 2018 "Geospatial Technologies for All" Lund (Sweden) www.geoforall.it/kw9w4
6-11 maggio 2018 Istanbul (Turkey) FIG Congress www.geoforall.it/k9cwx 22 - 23 maggio 2018 London (UK) GEO Business 2018 www.geoforall.it/kwxyc 7-4 giugno 2018 The ISPRS Technical Commission II Symposium "Towards Photogrammetry 2020" Riva del Garda (Italy) www.geoforall.it/kwwfa
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