GEOmedia 5 2011

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Rivista bimestrale - anno 15 - Numero 5/2011 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma

www.rivistageomedia.it

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

GEOMATIC CITY SENSING CITTÀ,

INTERVISTA

RETI E SENSORI IN TEMPO REALE

A

SYLOS LABINI

X La stima dei fabbisogni irrigui da Satellite

X GEOmedia ad INTERGEO

X FreeGIS, un progetto per l'informazione geografica open

X Una soluzione GIS per gli itinerari escursionistici

N°5 2011


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Geomatica ed informazione geografica per l’innovazione www.rivistageomedia.it GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 10 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Luciano Surace, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Hanno collaborato a questo numero: Paolino Di Felice, Francesco Bartoli, David Adriani, Giovanni Borga, Flavio Lupia, Filiberto Altobelli, Silvia Vanino, Iraj Namdarian, Carlo De Michele, Pasquale Nino, Francesco Vuolo, Massimo Natalizio, Arianna Pesci , Giuseppe Casula, Elena Bonali, Enzo Boschi, Domenico Santarsiero, Francesco D'alesio ,Sergio Farruggia, John Edwards, Simone Dalmasso, Luca Casagrande Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Nomentana, 525 00141 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: Futura Grafica 70 Via Anicio Paolino, 21 00178 Roma Editore: A&C2000 s.r.l. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo. Numero chiuso in redazione il 7 dicembre 2011. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore. Rivista fondata da Domenico Santarsiero.

Sono appena tornato dalla Conferenza ASITA tenutasi quest’anno a Parma nella splendida sede della Reggia di Colorno, ove siamo rimasti avvolti nella nebbia per tutto il tempo, incredibile per un ‘non nordico’ come me constatare che, solo a pochi chilometri di distanza verso Parma, regnava un sole stupendo e con una separazione così netta. E’ stata una conferenza che ha colpito in vari modi tutti i partecipanti, molti si sono lamentati altri si sono lasciati contaminare dalle frastornanti e numerose informazioni che vagavano per stanze, corridoi e saloni affrescati, decorati finemente con quadri e dipinti. Abbiamo vissuto anche noi per qualche giorno in una reggia viva, non musealizzata e resa inaccessibile, come siamo abituati a vedere in molte strutture simili del nostro paese. Gli espositori ammaliavano i visitatori con le loro continue dimostrazioni e workshop che tradotti in numeri hanno portato 4 sessioni speciali, 36 sessioni diffuse, 7 workshop tematici, 300 relazioni scientifiche, 48 stand tra enti e organizzazioni (la più vasta mai organizzata in Italia) con numerose e ripetute dimostrazioni tecniche presso gli stand e gli speaker corners e un afflusso di circa 600 persone al giorno. Ma la cosa che più ha colpito l’ “homo digitalis” che sta nascendo in ognuno di noi, come naturale evoluzione della specie umana degli ultimi 50 anni, è stato il battesimo di Asita nel mondo del social networking, con l’hashtag #asita11 e i video YouTube, che hanno dato inizio a una comunicazione 2.0 in cui molti hanno commentato via Twitter l’evolversi della conferenza al punto che è stata immortalata sul web una storia di tali commenti all’indirizzo: http://storify.com/aborruso/asita-2011. Ha fatto veramente piacere a tutti, la registrazione video delle sessioni che, rese disponibili sul canale ASITAVIDEO2011 di YouTube, continuano ad avere un alto numero di accessi. Si può criticare il troppo caos, gli spazi ristretti, le sessioni sovrapposte che hanno impedito di seguire tutto, forse troppa carne al fuoco, probabilmente con lo stesso materiale si potevano organizzare ben due conferenze. Ma una cosa è certa ci siamo incontrati nello spazio del mondo dell'informazione geografica e ci siamo lasciati contaminare, chi c’è stato l’ha percepito e chi non c’è stato ha ancora la possibilità di farlo, immergendosi nell’osservazione dei video delle conferenze. Molti comunque hanno avuto l’impressione di scarso afflusso di visitatori, che, nella nostra opinione, si origina da una disattenta gestione delle problematiche del territorio, a cominciare dall’Università e dalla Ricerca scientifica, ove il lento degradare della qualità e della forza propositiva conduce a intervenire più a posteriori che nella prevenzione, mentre la base di conoscenza che ci offre la geomatica viene dimenticata oggi perfino nelle Facoltà di Ingegneria e di Architettura, ove si producono i tecnici che andranno a progettare su un territorio di cui non conoscono neanche i principi della rappresentazione convenzionale, figuriamoci quella digitale. L’innovazione va aiutata e, prendendo spunto da ASITA, dobbiamo dotarla di strumenti efficaci per una difesa del territorio diversa, e che tenga presente che qualsiasi opera dell’uomo è fonte di danno, dovendosi abbandonare la visione ingegneristica-architettonica del mondo delle costruzioni per passare a quella non più procrastinabile della ricostruzione del territorio da riportare al suo originario stato di equilibrio. In questa direzione abbiamo portato il nostro messaggio anche all’iniziativa di Stati Generali dell’Innovazione (www.statigeneralinnovazione.it #sginnovazione) ove GEOmedia ha dato tutto il suo appoggio per una proposta nella quale si spera che tutti gli aspetti legati all’infrastruttura geografica di base saranno considerati all’altezza del loro valore. Una Spatial Data Infrastructure quindi da costruire e che sia espressione di un’aggiornata ed esaustiva rappresentazione del territorio atta a dare un impulso economico guidato da scelte sicure in cui l’imprenditorialità delusa possa ricredersi. Online abbiamo già messo, come avrete già visto, uno spazio a disposizione per gli hashtag degli eventi. L'immagine dell' "homo geomaticus" è tratta dalla rivista Coordinates".

Buona lettura, Renzo Carlucci


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SOMMARIO 5-2011

FOCUS

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Una soluzione GIS per la scelta di itinerari escursionistici DI

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PAOLINO DI FELICE, FRANCESCO BARTOLI, DAVID ADRIANI

GEOMATIC CITY SENSING, CITTÀ, RETI E SENSORI IN TEMPO REALE - Tecnologie e approcci innovativi per conoscere e governare il territorio

DI

GIOVANNI BORGA

INTERVISTA

20 Inntervista a Giovanni Sylos Labini di Planetek A CURA DELLA

REDAZIONE

REPORTS

22 La stima dei fabbisogni irrigui a scala aziendale e consortile mediante tecniche di Osservazione della Terra DI P. NINO, F. LUPIA, F. ALTOBELLI, S.VANINO, I. NAMDARIAN, F. VUOLO, C. DE MICHELE, M. NATALIZIO

26 R

ILIEVO LASER SCANNING A LUNGA DISTANZA SU FRANA

MEDIANTE

ILRIS LR

DI

A. PESCI, G. CASULA, E. BONALI, E. BOSCHI

32 INTERGEO a Norimberga per la geomatica a giro d'orizzonte DI

36

DOMENICO SANTARSIERO

VECCHIE DI

STRUTTURE, METODI MODERNI

JOHN EDWARDS

40 Progetto FreeGIS.net: definita la Reference Implementation DI

FRANCESCO D'ALESIO E SERGIO FARRUGGIA

ALTRE RUBRICHE Nella immagine di copertina, scattata sul versante di Curmayer del Monte Bianco, la Imaging Station Topcon IS-3. Credits: Daniele Bartolucci.

14 MERCATO 43 GI IN EUROPE Plan4all

46 OPEN SOURCE GeoNode DI S. DALMASSO, L. CASAGRANDE

48 RECENSIONI Le linee della costa DI M.MILLI E L.SURACE ECDL GIS DI EMANUELA CAIAFFA

50 IMMAGINI 52 AGENDA


FOCUS

Una soluzione GIS per la scelta di itinerari escursionistici di Paolino Di Felice, Francesco Bartoli, David Adriani La crescente comunità di escursionisti si trova ciclicamente a dover affrontare il dilemma di quale percorso scegliere per la “prossima” escursione ricorrendo al Web per la ricerca di siti dedicati allo scopo, in apprezzabile aumento, ma non ancora consolidati nel supporto da offrire agli utenti nella fase in cui devono prendere la decisione di quale percorso sia più idoneo per loro. Il presente articolo propone una soluzione originale su questa delicata questione.

O

ffrire adeguato supporto agli escursionisti da parte degli enti (pubblici e privati) che operano sul territorio è una maniera diretta e concreta di valorizzare le enormi bellezze paesaggistiche dell’Italia. Come emerso in molteplici contributi nell’ambito delle recenti edizioni della conferenza ASITA, la valorizzazione del paesaggio nazionale è altresì un obbligo per le Regioni introdotto anche a livello legislativo. In tale contesto è ampiamente condiviso il convincimento che la migliore soluzione al problema della gestione efficiente del territorio sia costituita dalla tecnologia software dei GIS. Da tali lavori divulgativi emerge un quadro d’assieme circa il notevole fermento che da qualche anno si registra nel nostro Paese attorno alla problematica della sentieristica digitale, ovvero riguardo la realizzazione di strumenti software evoluti da offrire tanto agli escursionisti quanto ai gestori del territorio. La conclusione a cui si perviene è che la quasi totalità delle soluzioni oggi disponibili si concentra sull’esposizione del “pacchetto” dei percorsi senza però offrire alcun supporto a chi poi dovrà sceglierne uno da compiere. Questo passaggio è, a nostro avviso, cruciale.

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Il presente articolo, dopo aver messo a fuoco le ragioni di quest’affermazione, propone un metodo per superare il predetto limite; viene quindi discussa una realizzazione dello stesso con tecnologie software tipiche dell’universo GIS. La parte finale dell’articolo mostra come sia possibile assistere l’utente nella scelta di un percorso tra tanti. Di seguito il termine percorso è inteso come una sequenza di “sentieri” tra loro contigui. A sua volta, per sentiero s’intende una strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali come suggerito dal Codice della Strada. Metodologia e sue implicazioni La metodologia di riferimento del dominio escursionistico si articola in tre momenti: identificazione configurazione

del percorso, del dispositivo di

orientamento, effettuazione dell’itinerario impostato.

La fase nevralgica tra le tre è, evidentemente, la prima. Su di essa si focalizza il presente articolo. La soluzione proposta origina dalla convinzione degli autori dell’assoluta inadeguatezza di riproporre nel contesto escursionistico il

paradigma dei navigatori satellitari per spostamenti su strada. In questo secondo contesto, infatti, la necessità prevalente dell’automobilista (implicitamente assunta dai prodotti in circolazione) è giungere a destinazione nel minor tempo possibile. Coerentemente, il navigatore stradale propone (senza concedere margini di negoziazione) il percorso più breve/rapido, scartando eventuali soluzioni alternative nonostante possano avere il pregio di attraversare paesaggi più affascinanti oppure località di grande valore storico. La maniera più efficace per ottenere un radicale cambio di paradigma consiste nel fare ricorso ad un sistema informativo territoriale. Questo, tenendo conto di fattori caratteristici del dominio escursionistico, può farsi carico di fornire all’escursionista una lista di percorsi idonei e di strumenti utili nella scelta del percorso più adatto alle sue esigenze, sulla base di caratteristiche legate alla condizione fisica, alle conoscenze maturate, alla motivazione, nonché al periodo dell’anno in cui egli vuole realizzare l’escursione. Oltre a segnalare l’origine e la destinazione del percorso scelto fornendo un’indicazione dei tempi di percorrenza e della difficoltà che lo caratterizzano, il sistema deve fornire anche informazioni circa la sto-

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FOCUS ria, i personaggi “illustri” che lo hanno percorso, risaltarne la flora e la fauna locali, il nome delle cime, delle valli, i rifugi, e gli emozionanti paesaggi che impreziosiscono il sentiero. Concettualmente, una tale soluzione poggia su tre elementi architetturali: la Base di Dati dei percorsi, il sistema di gestione dotato di estensione spaziale che la governa (SGBD) e uno strato software “esterno” in grado di agevolare le operazioni di interazione con i dati. A questo livello della discussione è sufficiente fare riferimento a due categorie di utenti del sistema: il gestore e l’escursionista. Il primo fa parte della struttura che offre il servizio (regione, provincia, comune, comunità montana, azienda autonoma, etc), mentre il secondo è il fruitore del stesso, l’acceso al quale presuppone la registrazione ad un sito web. I fattori del dominio escursionistico Per intercettare le esigenze degli escursionisti associando loro percorsi appropriati, occorre che il sistema informativo tenga conto di tre fattori peculiari del contesto escursionistico: umano, motivazionale e stagionale. Il Fattore umano poiché affinchè un itinerario da proporre all’escursionista possa essere considerato idoneo, occorre che nel ricercarlo si tenga conto delle sue caratteristiche fisiche (età, altezza, peso, sesso e preparazione fisica). Il Fattore motivazionale perché l’interesse verso un percorso è influenzato dal profilo culturale, psicologico e dall’esperienza dell’escursionista. Non sempre, infatti, costui intraprende un percorso perché intende raggiungere una qualche precisa destinazione. Egli potrebbe, ad esempio, voler passeggiare lungo dei sentieri solamente per “rivivere” vicende storiche del passato. Il Fattore stagionale in ultimo consente di tenere conto come la rete sentieristica possa cambiare configurazione secondo la stagione (ad esempio, alcuni sentieri possono divenire impraticabili a causa della neve o percorribili solamente con attrezzatura e preparazione specifica) e, inoltre, che un sentiero “facile” nel periodo estivo possa diventare per soli “esperti” nel periodo invernale. Il primo passo consiste nel migrare il metodo di calcolo descritto nel box laterale nello schema Entità-Relazioni presentato all’interno della figura 1. Trattasi di uno schema minimale sufficiente, però, a implementare la teoria. Da esso si desume agevolmente una base di dati spaziale costituita da dieci tabelle: cinque discendono dalle enti-

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Figura 1 - Schema concettuale “minimale”.

Spazio dei sentieri Siano N ed M il numero totale dei percorsi (P) presenti nella base di dati e degli escursionisti (E) registrati al servizio. Come esposto dal Prof. Di Felice durante l’ultima edizione di ASITA, la sintesi “automatica” degli itinerari si basa proprio sui tre fattori del dominio escursionistico appena richiamati. In concreto, è stata proposta una soluzione innovativa al problema dell’individuazione, per un generico escursionista e∈E, di un “pacchetto” di percorsi adatti al suo profilo e alle sue motivazioni. La difficoltà principale ha riguardato la trasformazione delle predette tre nozioni qualitative in parametri quantitativi da implementare nel sistema informativo cui delegare la sintesi di uno o più percorsi da restituire per la scelta finale dell’escursionista. I parametri quantitativi individuati sono stati abbinati sia ai percorsi sia agli escursionisti. Ciò è equivalso a definire due spazi 3D (detti, nell’ordine, lo spazio dei percorsi e lo spazio degli escursionisti) le cui dimensioni prendono i nomi dai tre fattori del dominio escursionistico. Nonostante si possano assegnare nomi distinti a queste tre dimensioni a seconda dello spazio in cui ci si muove, si è preferito non appesantire inutilmente la lettura. Pertanto, la denominazione adottata è unica e risente della scelta fatta di porre in primo piano l’escursionista da “servire”. Dimensione umana Questa dimensione è stata quantificata mediante il valore di un parametro (espresso in chilometri) denominato S(forzo): nello spazio degli escursionisti, lo sforzo sostenibile dall’escursionista (Se) è calcolato tenendo conto dei suoi parametri caratteristici (ovvero: età, altezza, peso, sesso ed allenamento), mentre nello spazio dei percorsi, lo sforzo implicato dal percorso (Sp) è calcolato tenendo conto dei parametri intrinseci dello stesso (ovvero: lunghezza e dislivello). Evidentemente, ad un escursionista il cui fattore umano di sforzo sia pari a Se è necessario proporre solo itinerari il cui sforzo sia non superiore (Sp < Se). Dimensione motivazionale Siano Fm, Fm(e)⊆Fm ed Fm(p)⊆Fm gli insiemi che descrivono, nell’ordine: tutte le motivazioni abbinabili agli itinerari (esempio: {vetta, naturalistico, storico, religioso}), le motivazioni espresse dall’escursionista e nel ricercare l’itinerario da intraprendere e gli “aggettivi” che descrivono l’itinerario generico p. Evidentemente, all’escursionista e è corretto proporre solo gli itinerari tali che Fm(e)⊆Fm(p). Dimensione stagionale Essa consente di definire la difficoltà tecnica (detta anche intrinseca) di un percorso in relazione al periodo dell’anno. Per correlare il fattore stagionale all’escursionista e al percorso occorre definire i seguenti tre insiemi: T = {t1, t2, …, tJ}: periodi in cui si suddivide l’anno solare; C = {c1, c2, …, cK}: classi di difficoltà; D(c) = {d1, d2, …, dW}: valori di difficoltà tecnica che caratterizzano la classe di difficoltà c∈C. Alla richiesta proveniente da un gitante e di effettuare un’escursione nel periodo te, il sistema dovrà proporgli tutti e soli gli itinerari p tali che: tp = te ; cp ∈ C(e) ; dp < de , ovvero tutti e soli quegli itinerari che nel periodo indicato da e hanno difficoltà tecnica del percorso non superiore a quella che e può sostenere in te.

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FOCUS l’escursionista

Figura 2 - Un percorso da Pian de’ Valli fino alla vetta del Terminillo.

tà e cinque dalle associazioni N:M. La stessa è stata implementata in PostgreSQL/PostGIS e popolata importando i dati geometrici a partire da shapefiles dei percorsi della zona del Monte Terminillo (Rieti), acquisiti sul campo con il Mobile Mapper della Thales. La figura 2 propone un esempio. La fase successiva è consistita nella codifica, tramite la definizione di funzioni da aggiungere alle UDFs (User Defined Functions) integrate in PostgreSQL, delle equazioni costituenti il metodo di sintesi dei percorsi. Il linguaggio di sviluppo utilizzato è PL/pgSQL. Lo sviluppo delle UDFs ha beneficiato del pacchetto di operatori metrico-topologici parte delle specifiche SFS OGC (Simple Feature Specification di Open Geospatial Consortium). In cifre il lavoro di codifica ha richiesto: 16 UDFs per implementare le tre dimensioni (umana, motivazionale, stagionale) e 10 UDFs per la creazione di filtri pensati per agevolare l’escursionista nella scelta del percorso tra quelli a lui proposti in prima istanza. Nello specifico sono stati creati sei filtri a supporto delle seguenti potenziali ricerche dell’utente: partenza da un punto specificato; partenza e arrivo da due punti specificati; passaggio per punti specificati; durata massima escursione; lunghezza massima; dislivello massimo.

L’ultimo miglio: l’interazione con il sistema informativo L’interazione dell’escursionista con il sistema informativo ha due finalità prevalenti, la prima di interrogare la base dati dei sentieri per arrivare a selezionarne uno (quello della “prossima escursione”) e la seconda per esportare lo shape del percorso prescelto da caricare sul dispositivo palmare utilizzato durante l’escursione. Tuttavia, essendo il sistema informativo web ancora in via di definizione, tale interazione viene di seguito discussa perché offre un’occasione unica per esemplificare la proposta metodologica a monte. Al momento si ipotizza che:

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interagisca direttamente con la base dati dei sentieri tramite la suite OpenGeo nella quale sono presenti i software open source PostgreSQL/PostGIS e GeoServer. Si è scelta questa soluzione per l’immediata capacità di pubblicare una applicazione webGIS in grado di visualizzare i percorsi e le rispettive informazioni di interesse consentendo di attingere agevolmente alle informazioni geometriche ed alfanumeriche raccolte nel SGBD in maniera efficace e versatile; il dispositivo da campo sul quale caricare i dati del percorso scelto sia MobileMapper. Selezione percorso e download dal server La figura 3 mostra la ricchezza delle informazioni proposte all’escursionista tramite OpenGeo Suite in termini di visualizzazione grafica dei percorsi e dei relativi attributi descrittivi.

Figura 3 - Visualizzazione dei percorsi su visualizzatore GeoExplorer di OpenGeo Suite.

E’ possibile arricchire la descrizione testuale dei percorsi avvalendosi delle UDFs di cui si è detto sopra. La figura 4 mostra il supplemento di informazioni relativo ai percorsi selezionati; la selezione avviene con un click sul tratto verde dopo aver abilitato il bottone “i” nella barra degli strumenti.

Figura 4 - Visualizzazione delle informazioni di un percorso.

Figura 5 - Visualizzazione di percorsi poggiata su raster della zona in GeoExplorer.

Terminata la fase di esplorazione dei percorsi in output e deciso quale percorso effettuare, rimane da esportarlo dal SGBD. OpenGeo supporta lo stardard OGC KML che può essere facilmente convertito in shapefile, l’unico in grado di essere fruito dal kit software del palmare in nostro possesso. Supponiamo che il file generato sia: percorso. shp. Caricamento sul palmare da campo Il GPS utilizzato legge solo file in formato proprietario mmj. Da qui l’esigenza di convertire l’itinerario a disposizione. L’operazione è agevole avvalendosi del software MobileMapper Office complemento del dispositivo palmare. Non rimane che importare il file percorso. mmj nel dispositivo (figura 6a). Durante la passeggiata, la posizione corrente dell’escursionista viene riportata costantemente sul percorso caricato (figura 6b).

Figura 6 - Il file percorso.mmj: come appare sullo schermo del dispositivo GPS, all’inizio (a) e durante l’escursione (b).

Lavoro futuro Al primo posto è lo sviluppo di un’interfaccia all’interno di un portale attraverso il quale esporre i servizi del sistema informativo cui si è ripetutamente fatto cenno nel presente articolo. Successivamente, sarà possibile avviare la sperimentazione e la validazione del modello delle tre dimensioni che, per essere significativa, dovrà essere “spalmata” su un adeguato intervallo temporale di utilizzo del servizio da parte di un cospicuo numero di utenti.

E’ altresì agevole “poggiare” la visualizzazione degli stessi su di un raster di sfondo in modo da contestualizzare al meglio la posizione geografica degli itinerari. La figura 5 mostra un esempio.

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FOCUS

Riferimenti

Abstract

Autori

• Scanu G., Podda C., GIS, politiche territoriali, cartografia, paesaggi. Atti ASITA 2009. • Adriani D. e Di Felice P., Sentieristica digitale: metodi e tecnologie in uso. Atti ASITA 2011. • Adriani D. e Di Felice P., Sentieristica digitale: una proposta metodologica per confezionare percorsi su misura. Atti ASITA 2011. • http://www.beniculturali.it/ • D.L. n.42 del 22-01-2004 (il cosiddetto Codice dei beni culturali e del paesaggio) successivamente modificato nel marzo del 2006 (D.L. n.156 e 157) e in aprile 2008 (D.L. n.62 e 63). • Codice della strada, Art. 3, Comma 1, n.48

A GIS solution for the choice of hiking trails The growing community of hikers is periodically faced with the dilemma of which path to choose for the "next" tour. The use of the Web to search sites for hiking, in noticeable increase, must be supported to better provide info to users, in the phase in which they must make the decision on which path is most suitable for them. This article proposes an original solution to this sensitive issue.

PAOLINO DI FELICE PROFESSORE DI SISTEMI DI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA ELETTRICA E DELL'INFORMAZIONE UNIVERSITA' DI L'AQUILA MONTELUCO DI ROIO, 67100 L'AQUILA

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FOCUS

Geomatic City Sensing, città, reti, sensori e tempo reale. Tecnologie e approcci innovativi per conoscere e governare il territorio di Giovanni Borga

Come si può governare senza conoscere? La soluzione delle problematiche territoriali mediante decisioni e azioni specifiche non può prescindere dalla comprensione di oggetti, fenomeni, correlazioni e dinamiche che ci forniscono gli elementi necessari a definire una strategia e, com’è noto, più il contesto è articolato e più è difficile conoscere e capire.

I

l territorio, entità oggettivamente complessa e bene collettivo prezioso, ha visto negli ultimi anni una progressiva diminuzione dell’efficacia degli strumenti messi in atto dagli attori istituzionali per assicurare la sostenibilità delle attività umane e contrastare il degrado dell’ambiente a fronte di una crescente vivacità del mercato e delle comunità locali sugli stessi temi, sia sul versante profit sia su quello non-profit. Data questa tendenza, oggi è probabilmente necessario pensare ad un nuovo ruolo degli attori non istituzionali all’interno dei processi decisionali per arrivare ad una reale ed effettiva “Governance del territorio” e, in questo contesto, il ruolo dell’informazione territoriale e ambientale e della comunicazione/condivisione della conoscenza tra attori diversi appare quanto mai centrale. L’esponenziale crescita degli archivi geografici digitali e della multi-attorialità nelle dinamiche urbane avvenuta negli ultimi anni ha reso quasi indispensabile un approccio all’interoperabilità dei dati territoriali e lo sviluppo delle Spatial Data Infrastructures (SDI). Su questo versante, mentre buona parte delle questioni tecniche e metodologiche sono pressoché consolidate, alcuni elementi di novità caratterizzano il panorama recente dei sistemi di informazioni territoriali e ambientali e stimolano qualche riflessione; ne evidenziamo tre: lo sviluppo della sensoristica, la pervasività delle connessioni di rete e la dimensione del tempo reale. Mentre i primi due elementi si riferiscono ad oggetti fisicamente

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L’applicazione Eye On Earth dell’Agenzia Europea per l’Ambiente basata sui servizi geografici di Microsoft Bing.

identificabili (nella sostanza si tratta di hardware e reti), il terzo elemento è invece di tipo immateriale e presenta risvolti politico-culturali e sociali di qualche interesse. Geomatic City Sensing In uno scenario caratterizzato dai tre aspetti sopra citati, appare sempre più verosimile che una SDI possa e debba integrare la conoscenza consolidata costituita dalle informazioni territoriali digitali detenute da enti e istituzioni, da un lato con nuovi flussi di dati prodotti in tempo reale da sistemi di sensori diffusi sul territorio, dall’altro lato da banche dati prodotte dalle comunità in rete con modalità cooperativa anche con l’impiego di disposi-

tivi tecnologici personali. E’ possibile anche immaginare che la conoscenza globale integrata possa essere direttamente accessibile a tutti i livelli tramite strumenti interoperabili aperti alle comunità di progettisti, tecnici e sviluppatori che ne possono utilizzare i contenuti all’interno di progetti rivolti alla collettività ma anche orientati allo sviluppo economico locale. Ebbene, chiameremo questo scenario Geomatic City Sensing e ne faremo oggetto di approfondimento. Per evidenziare alcune delle potenzialità di questo approccio è opportuno rifarsi ad un caso esemplificativo reale e apprezzabile riflettendo sui possibili scenari alternativi a quanto si è effettivamente verificato.

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FOCUS

Nuove Tecnologie per il territorio e l’ambiente all’Università IUAV di Venezia

Modello digitale della superficie (DSM) ad alta risoluzione acquisito con volo LIDAR.

I recenti avvenimenti del novembre 2010 in Veneto riguardanti l’esondazione del fiume Bacchiglione hanno prodotto nel vicentino e nel padovano circa un miliardo di euro di danni stimati; è facile immaginare che l’incidenza del solo valore delle automobili e mezzi industriali danneggiati possa incidere per almeno un decimo della cifra. Si è visto inoltre che coloro i quali hanno avuto notizia dell’avvenuta rottura degli argini con almeno 30 / 60 minuti di preavviso hanno potuto mettere in sicurezza i propri mezzi mentre auto, fugoni e camion delle moltissime persone che non hanno avuto un avviso tempestivo di ciò che stava succedendo sono stati irrimediabilmente danneggiati. Una prima riflessione, quasi banale, riguarda appunto la sola mera questione economica: oggi un sistema di misurazione in tempo reale capillare dei livelli idrometrici e di flo-

od alert via rete telefonica per un’area analoga a quella interessata da questi eventi ha un costo il cui ordine di grandezza si aggira intorno alle centinaia di migliaia di euro. Uno scenario low cost Iniziamo però ad immaginare di impiegare sensoristica low-cost come quella basata su tecnologia MEMS e piattaforme hardware/software open source attualmente prodotte per applicazioni varie e già presenti sul mercato: con questi componenti è realistico stimare un abbattimento drastico del costo globale di una rete di sensori completa che permetta di arrivare a monitorare i livelli di un fiume ogni 200 metri anziché ogni 2 - 5 chilometri come attualmente si verifica. Con un sistema raffittito, la rottura di un argine viene registrata immediatamente dal sistema che confronta le variazioni dei

Un nodo autoalimentato (mote) di una Wireless Sensor Network.

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Le tematiche del “City Sensing” e “City Model” costituiscono un preciso filone di ricerca su cui lavorano numerosi ricercatori e assegnisti di ricerca all’Università Iuav di Venezia con riferimento specifico ad un insieme di attività che fanno capo all’area denominata “Nuove Tecnologie e Informazione Territorio – Ambiente”. Oltre al Dottorato di Ricerca che opera in connessione con lo spin-off UniSky Srl, il quale si pone come laboratorio scientifico per i dottorandi, le discipline legate al trattamento delle informazioni territoriali e ambientali e agli strumenti di acquisizione e accesso ai dati geografici sono oggetto di formazione nel corso di Laurea Magistrale e nel Master di II° livello in Sistemi Informativi Territoriali e Telerilevamento. Sempre con afferenza a quest’area disciplinare, Iuav sviluppa inoltre progetti di ricerca in convenzione con soggetti esterni nell’ottica di integrazione delle conoscenze tra mondo universitario, mercato e società. Le attività di formazione, ricerca e i progetti sono completamente documentati tramite il sito web www.didatticaericercasit.it

Single Board Computer (SBC) prodotto da Phidgets alloggiato all’interno di un box metallico e collegato a cinque sensori.

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FOCUS

Un sensore acustico low-cost prodotto da Phidgets.

Un sensore di temperatura e umidità low-cost prodotto da Phidgets.

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livelli idrometrici di tratti contigui di fiume. Immaginiamo anche che su una piattaforma informatica interoperabile confluiscano segnalazioni di persone tramite invio di foto georiferite di punti critici e situazioni di emergenza e che tutti gli allarmi innescati dal sistema vengano diramati tramite i più diffusi social networks, web service e API, oltre che via SMS. Ipotizziamo ancora che gli elicotteri dell’Esercito, Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, oltre a scattare foto dell’evento possano “seminare” sulle zone maggiormente colpite, o quelle a rischio, micro-sensori autoalimentati che, interconnessi con sistemi NFC e agganciati alla rete GSM, monitorino l’avanzare dell’alluvione e altri parametri climatici, chimici o fisici. Immaginiamo infine che i dati in tempo reale dei livelli dei fiumi e delle aree inondate possano essere incrociati in tempo reale con un modello digitale del terreno ad altissima risoluzione e un modello idrodinamico per prevedere gli edifici che saranno allagati nelle successive 2, 4 , 8 ore e che, tramite l’associazione dei dati sull’edificato con quelli dell’anagrafe, si attivino procedure di soccorso per l’eventuale distribuzione di beni e farmaci salvavita alle famiglie potenzialmente in pericolo. Ad evento trascorso, utenti registrati e/o accreditati classificano i danni subiti da strutture e opere di regimazione e costruiscono con dinamiche web 2.0 lo scenario post-evento per la stima dei danni e la programmazione delle opere di ripristino. Di fatto l’altissima criticità della situazione idraulica e meteorologica della notte di ognissanti 2010 era stata segnalata con più efficacia e anticipo dalle communities di appassionati di meteorologia rispetto ai comunicati ufficiali degli organi preposti. Già dopo

GEOmedia n°5-2011


FOCUS oltre che il forum e il nowcasting del sito di appassionati “nordestmeteo. it” basato sull’aggregazione dei dati provenienti dalle centraline amatoriali diffuse sul territorio. Lo scenario evolutivo appena delineato è di fatto uno dei possibili scenari offerti dall’approccio di City Sensing: come è possibile verificare facilmente, le tecnologie e i protocolli necessari alla realizzazione di tutti i componenti di un sistema integrato sono in gran parte già collaudate e adottate singolarmente per le applicazioni più diverse. Quale può essere dunque il prossimo passo da compiere?

L’applicazione “dati on line” della Protezione Civile di Trento basata su mash-up Google maps.

un mese inoltre si è verificato un nuovo allarme a dimostrare che il grado di compromissione del territorio in queste zone è tale da rendere necessario un monitoraggio continuo; in questo frangente la fonte più utile alla comu-

nità nell’informazione tempestiva dei livelli di rischio è stata il sito dell’Ufficio Dighe della Provincia di Trento che pubblica un mash-up su Google maps con i livelli idrometrici dei principali fiumi con intervalli di circa mezz’ora,

Micro-sensori MEMS Di recentissima immissione sul mercato dell’elettronica, i nuovi trasduttori realizzati con tecnologia MEMS (Micro- Electro-Mechanical Systems) hanno dimensioni nell’ordine di qualche millimetro, costi e consumi contenuti e sono di estremo interesse in quanto il loro impiego diffuso apre una nuova prospettiva in tema di monitoraggio ambientale e urbano. Il ridotto costo unitario delle unità hardware (da qualche decina di dollari a qualche dollaro) consente infatti di aumentare notevolmente il numero di nodi installati, pur riducendo relativamente precisione e affidabilità, e di sviluppare reti a maglia fitta con la possibilità di mappare in modo più continuo le variazioni nello spazio dei parametri misurati. Le unità MEMS sono trasduttori miniaturizzati in grado di misurare un notevole numero di grandezze diverse. Sono composti da diversi elementi integrati di tipo meccanico, elettrico ed elettronico assemblati su chip e basette di dimensioni ridottissime. L’impiego della tecnologia MEMS permette di creare una strutture complesse in cui i sensori che interagiscono direttamente con i chip di silicio montati sul supporto i quali effettuano già un primo processamento del segnale. I fenomeni misurabili possono essere diversi, meccanici, termici, ottici e magnetici; il micro-sistema è in grado di variare Sensore inclinometrico il proprio stato in funzione delle condizioni esterne tradudi tipo MEMS (fonte cendo le grandezze fisiche misurate in impulsi elettrici e, in MEMX.com) molti casi, già di codificarli in digitale. Mash-up mapping Il temine Mash-up significa letteralmente “spalmatura”; nel gergo informatico relativo alle dinamiche del Web 2.0 e alle piattaforme geografiche in ambiente Internet, con questo termine si indica specificatamente la sovrapposizione di proprie informazioni georiferite ad base geografica pubblica disponibile sulla Rete, mediante utilizzo di librerie, applicazioni e servizi documentati e condivisi. La “pratica” del mash-up di dati geografici è letteralmente esplosa con la comparsa di Google Earth e i servizi associati avvenuta nel 2005; causa scatenante di una nuova alfabetizzazione geografica a scala globale, la disponibilità di un patrimonio immenso di immagini ad alta risoluzione del pianeta ha reso possibile, assieme allo sviluppo dei web services geografici la realizzazione di mappe interattive da parte di utenti web sprovvisti di competenze informatiche evolute. Attualmente numerosi competitor offrono su Internet servizi di tipo LBS (Location Based Services) costituiti di un set base di dati e funzioni facilmente integrabili in un progetto di web mapping; di norma il “pacchetto” offerto dai grandi operatori in rete come Google, Microsoft, Yahoo e altri è gratuito e si costituisce di un widget, ovvero un box con una mappa di base navigabile tramite pulsanti e slider, e una libreria di funzioni per sovrapporre alla base proprie mappe nei formati adatti al web come KML, o immagini JPG/PNG con pochissime righe di codice di programmazione.

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Abstract Geomatic City Sensing, city, networks, sensors and real-time. Technologies and innovative approaches to understand and govern the territory How can you govern without knowing? The solution of territorial issues by means of specific decisions and actions cannot be separated from an understanding of objects, phenomena, and dynamic correlations that provide the elements necessary to define a strategy and, of course, the context is more complex and more difficult to know and understand.

Parole chiave GEOMATICA, CITY SENSING, MONITORAGGIO, TERRITORIO.

Autore GIOVANNI BORGA IUAV - ISTITUTO UNIVERSITARIO DI ARCHITETTURA DI VENEZIA GIOVANNI@BORGA.IT - WWW.BORGA.IT

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MERCATO GeoSolutions annuncia le relaese 2.1.2 di GeoServer. GeoSolutions è lieta di annunciare il rilascio della release 2.1.2 del GeoServer che ha interamente sponsorizzato. Si tratta di una release di bug fixing con alcuni miglioramenti nella interfaccia di amministrazione e nel modulo di amministrazione REST. Riteniamo opportuno segnalare un paio di nuove interessanti caratteristiche: 1 Possibilità di marcare un layer con “non advertised”. I layers contrassegnati in questo modo non compariranno nelle funzionalità del documento, questo darà la possibilità di aggiungere un gruppo di layer senza rendere pubblici i layer in esso inclusi e sarà utile per ogni work in progress o layer temporanei che l’amministratore non desidera rendere visibili. 2 Il plugin imagemosaic-jdbc adesso può caricare dati raster da raster WKT PostGIS 2.0. GeoSolutions ringrazia gli utenti che vorranno scaricare e testare le nuovi versioni e li invita a segnalare eventuali problemi tramite il sistema di bug reporting, fornendo feedback sulla mailing list ufficiale o su quella in italiano gestita da GeoSolutions. Il download è gratuito! GeoSolutions partecipa come leader nello sviluppo del GeoServer e fornisce servizi di supporto enterprise per il prodotto. (Fonte: GeoSolutions)

Nuovo Topcon IS-3, l'Imaging Station leader nel settore La nuova Imaging Station di Topcon – IS-3 ridefinisce gli standard richiesti per le stazioni totali robotiche imaging. Con l'introduzione di una serie di nuove caratteristiche e miglioramenti, Topcon assicura che IS-3 sarà l’unico strumento imaging robotizzato di cui avrete bisogno! Seguendo le orme della stazione totale robotica cugina, QS A, oggi la IS-3 viene offerta di serie con la tecnologia brevettata di inseguimento del prisma XTRAC 8®,con la quale si incrementa notevolmente la produttività nelle modalità di utilizzo robotico dello strumento, sia con due operatori che con singolo operatore. Usata in combinazione con il sistema di controllo remoto Topcon RC-4, IS-3 è in grado di centrare ed inseguire prismi fino a 1000 metri di distanza. In alternativa si può usare l’innovativo dispositivo Wi-Fi wireless a lungo raggio WT-100, con il quale è possibile controllare lo strumento attraverso interfaccia video, fino a 300 metri di distanza. La stazione totale IS-3 è stata progettata per essere uno strumento versatile da poter essere utilizzato in svariati modi. Gli utilizzatori affrontano le situazioni più disparate nei siti di lavoro e spesso necessitano di cambiare configurazione facilmente e velocemente. Tenendo a mente queste necessità, la IS-3 può facilmente passare da un setup one man robotico ad un sistema di scansione reflectorless a lunga portata, e ad una confortevole interfaccia portatile per controllo remoto. Topcon continua ad essere all’avanguardia nella tecnologia imaging station con due fotocamere on-board, una grandangolare per la navigazione generale del sito, l’altra un vero e proprio sensore TTL (Through The Lens). Questa innovativa tecnologia TTL è utilizzata in combinazione con le prestazioni dell'ottica 30x per fornire importanti vantaggi agli utenti nel controllo remoto dell’IS-3. Con questa caratteristica gli operatori possono visualizzare immagini video in tempo reale sul display LCD dell’IS-3, oppure lavorare da remoto su un controller o PC connesso alla Imaging Station via Wi-Fi, passando istantaneamente da una fotocamera all’altra. Il software ImageMaster in dotazione con IS-3, ora include il calcolo dei volumi come funzione standard. Il software fornisce agli utenti il controllo video in tempo reale attraverso i propri laptop, per misurare punti, per l'inseguimento del prisma e per definire aree di scansione. In aggiunta, IS-3 ha la nuova funzione di scansione Grid Scan ad alta capacità che consente di ottenere dati 3D realizzando automaticamente la scansione ad un passo specifico all'interno di una determinata area. Utilizzando il software di analisi delle immagini Topcon ImageMaster, si ottengono facilmente e velocemente modelli 3D dai dati misurati sul campo. (Fonte: Geotop)

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GEOmedia n°4-2011


MERCATO ArcGIS 10.1, il GIS per tutti! Già da qualche giorno in Beta 2, ArcGIS 10.1 è sulla rampa di lancio. (http://www.esri.com/software/arcgis/arcgis10/whats-coming/index.html). Il rilascio del prodotto è previsto nei primi mesi del prossimo anno ed il tema principale che guida le innovazioni in ArcGIS 10.1 è la condivisione e la collaborazione. In ArcGIS 10.1 sono presenti nuove funzioni e strumenti per mettere ancora più facilmente mappe e funzionalità di analisi geospaziali a disposizione di una platea sempre più ampia di utilizzatori, non esclusivamente esperti GIS. Gli utilizzatori di ArcGIS saranno in grado di fornire qualsiasi risorsa GIS, come mappe, immagini, geodatabase e strumenti, come servizi su web, sia all’interno della propria organizzazione sia a gruppi di lavoro predefiniti pur mantenendone il controllo e la proprietà. L’accesso a tali servizi sarà possibile dalle applicazioni ArcGIS, incluse le ArcGIS Web Mapping APIs così come qualsiasi applicazione in grado di utilizzare servizi basati su standard. Con questa release Esri è in grado di soddisfare gli utenti che cambieranno modo di lavorare, portando completamente il GIS nelle architetture di cloud computing, sia pubbliche che private. ArcGIS è infatti in grado di sfruttare la natura efficace, scalabile e sempre disponibile delle infrastrutture cloud per archiviare, pubblicare e mettere a disposizione contenuti geospaziali ad applicazioni desktop, web e mobile. Nella 10.1 ArcGIS Server viene rilasciato in architettura nativa a 64 bit e saranno introdotte novità in grado di aumentare ancora di più le prestazioni nel web editing, nella gestione della cache, nell’analisi spaziale, nella ricerca indirizzi e nella gestione dei raster e delle immagini. La gestione delle immagini, componente chiave in ArcGIS, nella 10.1 viene ancor più integrata nel nucleo del sistema. Sarà ora più semplice utilizzare dati raster ed immagini provenienti da più fonti quali radar e lidar. In aggiunta alla già formidabile piattaforma di sviluppo qual’è ArcGIS, nella 10.1 viene introdotta la nuova componente ArcGIS Runtime, che permette agli sviluppatori di creare e distribuire applicazioni specializzate in ambiente desktop configurabili in termine di funzionalità GIS per una più efficace gestione delle risorse. ArcGIS Runtime si inserisce tra ArcGIS Engine e le ArcGIS Web Mapping APIs, ed è in grado di operare sia in ambiente desktop che in architetture cloud. L’elevata velocità nella visualizzazione dati e la possibilità di eseguire le applicazioni da CD o dispositivi USB, senza alcuna installazione, è tra le principali caratteristiche di ArcGIS Runtime. Gli sviluppatori che hanno familiarità nell’uso delle ArcGIS Web Mapping APIs potranno iniziare a sviluppare con ArcGIS Runtime senza la necessità di formazione specifica. Oltre a questi miglioramenti di ArcGIS, nella 10.1, Esri ha aggiunto numerose nuove funzionalità per aiutare gli utenti a produrre ancora più velocemente mappe di qualità superiore: strumenti per la realizzazione di legende dinamiche, generalizzazione dei dati, gestione delle modifiche, editing di particelle, analisi. Prosegue inoltre, nella 10.1, l’attività di integrazione di Phyton quale fondamentale strumento in grado di colmare il divario tra gli analisti GIS e gli sviluppatori. Sempre con la nuova versione 10.1, per rafforzare il concetto che, indipendentemente da dove e come viene utilizzato, ArcGIS è un unico sistema, Esri ha definito una nuova nomenclatura, in famiglie, dei prodotti quali ArcGIS for Desktop, ArcGIS for Server, ArcGIS for Mobile, ArcGIS for Smartphone e ArcGIS for Sharepoint. Per saperne di più: http://www.esri.com/software/arcgis/arcgis10/whats-coming/index.html http://www.esri.com/news/arcnews/summer11articles/a-note-about-names.html (Fonte: esri Italia)

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Stazione Meteo

Data acquisition System 15


MERCATO Indicatori Geospaziali per la VAS dei Piani Urbanistici Nella redazione dei Piani Urbanistici è fondamentale disporre, fin dalle prime fasi di predisposizione del quadro conoscitivo, di indicatori geospaziali in grado di rappresentare in modo esaustivo, aggiornato e standardizzato lo stato dei luoghi e i suoi trend evolutivi storici. Gli stessi indicatori saranno utilizzati, nelle fasi di monitoraggio della VAS, per valutare l’impatto reale del piano sul territorio. Preciso® Land è la soluzione ideale per la Pianificazione Urbanistica in quanto offre ai progettisti una base conoscitiva unica, aggiornata e oggettiva sullo stato dei luoghi, in grado di descrivere l’evoluzione storica dei cambiamenti che sono avvenuti sul territorio. Preciso® Index, direttamente derivato da Preciso® Land, è un mix di indicatori geospaziali specificatamente studiati per il monitoraggio della VAS dei Piani Urbanistici e supportare la valutazione dell’impatto del Piano sul territorio (Direttiva 2001/42/CE). Preciso® Land dispone di livelli informativi georeferenziati geometricamente congruenti tra loro: • Copertura Suolo: livello informativo poligonale con 42 classi conformi alla nomenclatura Corine • Edifici: livello informativo poligonale dei singoli edifici • ReteTrasporti: livello informativo poligonale del reticolo stradale e ferroviario • Aree impermeabili (soil sealing) • Ortofoto Satellitare Preciso® Index è un mix di indicatori geospaziali: • Coefficienti di copertura di suolo per categoria • Dinamica della copertura/uso del suolo • Coefficiente o indice di biopermeabilita’ • Consumo suolo I prodotti della famiglia Preciso® sono caratterizzati da: frequenza di aggiornamento elevata; Tempi di rilascio brevi; Elevato livello di standardizzazione del processo; Organizzazione ottimizzata del prodotto che viene fornito in formati GIS Ready, con struttura in GeoDatabase conforme ai regolamenti nazionali, e corredato dei Metadati; Rispetto degli standard nazionali ed internazionali, ISO e OGC. Preciso® Land e Preciso® Index sono già stati adottati da numerose amministrazioni pubbliche italiane. Sulla pagina http://www.planetek.it/preciso è possibile trovare tutti gli approfondimenti utili, le case history, i video. (Fonte: Planetek)

SITI Cloud, per la gestione avanzata dei dati catastali SITI Cloud è la nuova soluzione di ABACO con cui è possibilie accedere a tutti i dati catastali di propria competenza tenuti periodicamente aggiornati e sovrapposti alle immagini aeree o satellitari. Si potrà accedere al servizio, via web, con un semplice canone annuale e senza alcun costo di acquisto di software o hardware! SITI Cloud mira a favorire la trasparenza tra Amministrazioni ed Utenti nel controllo del territorio, consentendo di effettuare le osservazioni ai Piani di Governo del Territorio, di emettere i Certificati di Destinazione Urbanistica e di eseguire innumerevoli altre consultazioni. E’ lo strumento adatto ad ottenere analisi e statistiche utili agli amministratori nelle strategie d’intervento, riducendo i costi e moltiplicando l’utilità del dato catastale. Per scoprire tutte le funzionalità di SITI Cloud si può accedere al sito: http://www.abacogroup.eu/it/siti_cloud.html Per informazioni commerciali: info@abacogroup.eu , +39 0376 222181 (Fonte: ABACO)

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GEOmedia n°4-2011


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MERCATO

Offerta lancio nuova versione Mapinfo Professional 11.0 MapInfo Professional, leader nel mercato della Location Intelligence grazie alla sua semplicità d’utilizzo, fa parte di una piattaforma geografica completa ed integrata. Grazie all’opzione Premium ed alla facile integrazione con MapInfo Manager che offre funzioni di gestione dati, MapInfo Professional è un modello in termini di efficacia di creazione, modifica e analisi di dati spaziali. La nuova finestra dati offre opzioni avanzate di inserimento dati alfanumerici. Integrandosi direttamente con MapInfo Manager, MapInfo Professional ottimizza e facilita l’utilizzo dei dati spaziali di un’azienda. La nuovissima opzione Premium permette di accedere a dati, mappe stradali e di ricercare un indirizzo. Vantaggi: • creazione ed analisi dei dati sotto forma di tabelle più semplici e rapide da consultare con la nuova finestra dati; • integrazione diretta a MapInfo Manager per l’accesso, la ricerca e la gestione dei dati spaziali all’interno di un’organizzazione; • ricerca e visualizzazione istantanea delle informazioni di mappe stradali di tutto il mondo, grazie Bing e Open Street Map dell’opzione Premium; • migliore capacità di gestione di processi complessi grazie al supporto 64bit. Inoltre questa nuova versione vi permetterà di: • ottimizzare la gestione dei vostri dati, grazie alla riscrittura delle funzioni di inserimento, smistamento, ricerca e modifica dei dati, che permette di gestire i vostri dati con più agilità ed efficacia. • razionalizzare l’utilizzo dei dati, grazie ad un’interfaccia di gestione dei metadati completamente integrata che vi permette di localizzare tutti i dati all’interno della vostra azienda; • dimezzare il tempo di lavoro, infatti con il supporto di Windows 64bit, la nuova versione 11.0 vi permette di assegnare più memoria alle operazioni complesse sugli oggetti cartografici come unioni, esportazioni, creazioni d’immagini, gestione di grandi volumi di dati; • utilizzare le mappe Microsoft BING e Open Street Map, alle informazioni stradali, così come all’interfaccia di localizzazione di indirizzi di tutto il mondo. Per informazioni sulla promo di Mapinfo Professional 11.0: contattare il numero: +39 06 54832131 oppure inviare una email ad andrea.tolli@pb.com (Fonte: Pitney Bowes Business Insight)

In un gis online il nostro conto con la natura Tutti noi dipendiamo dalla natura per vivere. In un certo senso, la generosità della Terra è come una carta di credito che viene ricaricata ad esempio dalla crescita delle piante alimentate dal sole. Di contro abbiamo i prelievi effettuati come individui, come nazioni e come comunità globali. Ma al crescere del numero di esseri umani noi spendiamo sempre di più nei confronti della disonibilità della natura. Siamo arrivati a un debito con un tasso che eccede qiesta capacità di ricarica? Siamo in grado di tornare ad un saldo positivo? La Global Footprint Network indaga su questa domanda chiave. Gi specialisti di tale rete esaminano la biocapacità disponibile (definita come la capacita della natura di produrre materiali utili e assorbire rifiuti come ad esempio le emissioni di anidride carbonica che pesano conro la nostra impronta ecologica) rispetto a quanta capacità biologica gli esseri umani attualmente consumano. Secondo questi calcoli stiamo sendendo più di quanto la natura può rinnovare. In altre parole stiamo superando la capacità di rigenerare le risorse che consumiamo. La mappa mostra la biocapacità di ogni nazione conto la sua impronta ecologica. Le Nazioni verdi sono creditori con un saldo positivo in banca; le Nazioni rosse sono debitori in quanto chiedono di più dalla natura di quanto i loro ecosistemi possono rinnovare.

Mars 500: un primo passo verso Marte Martedì 6 Dicembre ESA e l’azienda alimentare italiana Granarolo hanno indetto una conferenza stampa a Roma, presso l’accogliente Boscolo Aleph Hotel al centro della capitale, per la presentazione della missione MARS 500: la sua storia ed una overview dei risultati, grazie anche alla presenza dei due membri europei dell’equipaggio, l’ingegnere italiano Diego Urbina e l’ingegnere francese Romain Charles. All’incontro, che ha visto la presenza di una folta schiera di testate giornalistiche italiane (tra cui Geomedia) ed internazionali, è intervenuto tra i relatori anche l’ing. Andrea Borsari, Responsabile Scientifico della Granarolo, azienda coinvolta nel progetto per gli studi e la realizzazione di prodotti alimentari idonei al particolare tipo di missione. I due astronauti hanno partecipato ad un TweetUp organizzato per l’occasione. MARS500 è stata la più lunga missione spaziale internazionale simulata di sbarco umano su Marte finora condotta e che ha visto un team di sei volontari vivere per 520 giorni in condizioni di isolamento, tentando di riprodurre il più fedelmente possibile il contesto operativo di una missione di sbarco sul Pianeta Rosso. Lo studio è stato condotto dal russo Institute of Biomedical Problems (IBMP), con una forte partecipazione dell’ESA. Il progetto-missione si è articolato in tre fasi: iniziato nel 2007 e terminato il 4 Novembre scorso con il “rientro” a Terra dell’equipaggio. La prima fase, di 14 giorni di durata, è stata principalmente dedicata al test della infrastruttura ospitante utilizzata e sulle procedure operative. Nella seconda fase, sviluppata nel 2009, i sei membri dell’equipaggio (4 russi e 2 europei) hanno trascorso un periodo di pre-isolamento nella struttura di 105 giorni. Infine, la terza fase di simulazione della intera missione, è iniziata nel Giugno 2010 ed è durata 520 giorni. La struttura utilizzata è stata una speciale costruzione realizzata presso l’Institute of Biomedical Problems di Mosca, comprendente il vero e proprio ambiente di isolamento (in cui l’equipaggio ha vissuto ed in cui sono stati ricreati sia gli interni che gli esterni di un ipotetico sbarco su Marte), la Sala Operativa, infratstrutture tecniche ed uffici. In particolare, l’ambiente di isolamento è stato composto da quattro moduli abitativi ermeticamente sigillati, ma interconnessi (modulo per le attività mediche, modulo abitativo, simulatore del modulo di atterraggio, magazzino), con aggiunto un quinto modulo utilizzato per simulare la superficie marziana e consentire attività esplorative esterne. Il totale del volume abitativo è stato di 550 mc… Vedi tutto l’articolo al link: http://www.rivistageomedia.it/kk8h

Consulta la mappa online al link: http://www.rivistageomedia.it/kkqq (Fonte: ESRI)

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(Fonte: Redazionale)

GEOmedia n°4-2011



INTERVISTA

Intervista a Giovanni Sylos Labini Uno dei temi che accomuna il lavoro divulgativo di GEOmedia e la visione di Planetek Italia è quello di “rendere semplice la complessità”, per questo motivo abbiamo proposto al suo Amministratore, Giovanni Sylos Labini, una serie di domande finalizzate a comprendere lo straordinario posizionamento sul mercato di questa realtà imprenditoriale localizzata in Puglia.

G

EOmedia: Se Planetek Italia non avesse avuto la sede a Bari sarebbe stata differente?

Giovanni Sylos Labini: Al solito vale la vecchia barzelletta, se mia nonna avesse avuto le rotaie sarebbe stato un treno, ma a parte gli scherzi ogni localizzazione ha i suoi pro e i suoi contro, le sue minacce e le sue opportunità. In Puglia la domanda locale ci ha sostenuto poco, e ci siamo dovuti guadagnare i mercati del nord ed europei, ma questo ci ha rafforzato e resi molto competitivi, d’altro canto Bari ha un’ottima università e molta meno competizione sulle capacità umane essenziali per un’azienda come Planetek Italia e questo ci ha molto aiutato in passato. Negli ultimi anni lo sviluppo del Distretto Areospaziale Pugliese ha anche offerto un ulteriore spinta alla crescita del nostro settore in un difficile momento di crisi. G: Il ruolo dell’azienda si è caratterizzato in questi ultimi anni per la particolare capacità di integrare dati provenienti da satelliti in sistemi informativi geografici accessibili con facilità d’uso per gli utenti. Tale investimento ha dato un ritorno non solo di immagine ma anche di revenue per l’azienda? GSL: La componente “Spazio” nei nostri prodotti e servizi ha sempre avuto un ruolo importante, negli ultimi 3 anni ci siamo molto concentrati su questo elemento distintivo che ci sta finalmente dando anche soddisfazioni in termini di risultati economici. G: Abbiamo sentito parlare di Planetek “estesa” qualche anno fa (2007), oggi che significa? GSL: Planetek Italia ha abbracciato un modello di impresa aperta dal 2007.

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Aperta alla ricerca con i nostri due spin off GEO-K, realizzato con il gruppo del Prof Solimini di Roma Tor Vergata, specializzata in sistemi avanzati di classificazione, e con GAP di Bari specializzata sui sistemi SAR interferometrici. Esistono inoltre partnership consolidate con altre aziende del settore spaziale, italiane e non, con cui condividiamo progetti, tecnologie e cultura di impresa. Planetek estesa è anche le nostre iniziative di internazionalizzazione con Planetek Hellas la nostra controllata greca e NearMap che è un innovativa media company Australiana, in proposito suggerisco ai tuoi lettori di dare uno sguardo a www. nearmap.com . G: Che tipo di clienti ha la Planetek Italia? GSL: L’80% dei nostri clienti sono clienti pubblici, PA centrale e Regioni, inoltre il 70% delle regioni Italiane sono utilizzati i nostri sistemi di SDI assieme ad ISPRA, e al centro comune di ricerca JRC dove stiamo realizzando il portale INSPIRE. Inoltre siamo fornitori dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’ESA, e dell’Agenzia Europea per l’Ambiente EEA. Stanno emergendo anche utenti privati grazie al sostanziale calo del costo dei dati satellitari e al continuo sforzo di Planetek Italia di sviluppare prodotti dedicati agli Utenti con prezzi sempre più bassi e qualità maggiore.

GSL: Planetek Italia fa ammortamenti in ricerca di circa 500.000 euro l’anno su un giro di affari di 5 Milioni. Questa cifra non comprende le attività di ricerca e sviluppo direttamente svolte nei progetti Spaziali dell’ASI e dell’ESA. G: In qualità di presidente AIPAS, Associazione Italiana di PMI per lo Spazio, ritiene che l’attuale trend di investimento dell’Italia nello Spazio sia destinato a dare il necessario ritorno in termini di sviluppo economico? GSL: Le PMI rappresentano anche nello spazio una risorsa importante del sistema industriale. Il ridursi delle risorse pubbliche e lo sviluppo di nuovi servizi le mettono in primo piano a patto che dalle chiacchere sulle PMI si passi ai fatti della applicazione di buone pratiche, smantellamento dei privilegi ai grandi gruppi industriali, spesso di stato, ad una sana politica industriale basata su innovazione e concorrenza. G: Innovazione per lo sviluppo, quale suggerimento darebbe per la ripresa economica?

G: Quanto impatta l’investimento per la ricerca scientifica e tecnologica nel bilancio dell’azienda?

GEOmedia n°5-2011


INTERVISTA GSL: Il mondo è profondamente cambiato, non possiamo utilizzare l’economia del XVIII secolo e l’ingegneria del XIX secolo per affrontare un XXI secolo con cicli di innovazione rapidissimi, prodotti smaterializzati, ignorando ambiente, giustizia sociale, sviluppo sostenibile. Basterebbe applicare nuovi modelli di sviluppo al Sud del Paese per guadagnare punti di crescita non solo industriale ma di giustizia sociale e promozione della cultura Nazionale. G: Un'ultima domanda: lei è un appassionato di vela e da questo punto di vista ritiene importante sfruttare gli elementi naturali senza opporvi resistenza, o andrebbe volenteri “controvento” nella attuale situazione di crisi economica? GSL: Mai perdere l’occasione di una crisi. Bisogna, e devo dire lo faccio senza grossi rimpianti, rassegnarsi ad un cambiamento strutturale degli equilibri mondiali, ed essere consapevoli che non esistono porti sicuri in cui attendere il passaggio di tempeste che non finiranno. Bisognerà sempre più integrare i propri utenti nelle strategie di sviluppo dei servizi, lontani dalle lenti deformanti della tecnologia, ma orientati a rispondere a nuovi bisogni. A cura della Redazione

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REPORTS

La stima dei fabbisogni irrigui a scala aziendale e consortile mediante tecniche di Osservazione della Terra di P. Nino, F. Lupia, F. Altobelli, S.Vanino, I. Namdarian, F. Vuolo, C. de Michele, M. Natalizio

Le applicazioni agrometeorologiche per la gestione delle colture in pieno campo e l’utilizzo di nuove tecnologie di monitoraggio sono sempre più diffuse e si concretizzano anche attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca internazionali orientati all’implementazione di servizi operativi. Particolare rilevanza assume il programma Global Monitoring for Enviroment and Security (GMES), che supporta lo sviluppo di capacità e servizi di monitoraggio globale attraverso tecniche di Osservazione della Terra.

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IRIUS (Sustainable Irrigation water management and River-basin governance: Implementing User-driven Services) è un progetto di ricerca europeo finanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro della Ricerca Europea. Le attività del progetto riguardano l’implementazione operativa di tecnologie di Osservazione della Terra (OT) alla gestione dell’irrigazione in ambienti caratterizzati da scarsità della risorsa idrica e della tecnologia ICT (telefonia mobile, Internet) per la loro trasmissione agli utenti finali. Lo scopo è di favorire un’agricoltura sostenibile e una gestione integrata delle risorse, dalla scala di campo all’intero bacino idrico. Il contributo presentato intende descrivere le principali caratteristiche del progetto, la metodologia adottata, i primi esempi di applicazione nell’area pilota e i benefici attesi. Il progetto SIRIUS, di durata triennale, si colloca nell’ambito del servizio “monitoraggio del territorio” di GMES (Global Monitoring for Enviroment and Security) con particolare riferimento all’utilizzo di tecniche di Osservazione della Terra per la determinazione dei parametri della vegetazione legati ai consumi idrici delle colture (in particolare il coefficiente colturale, l’indice di area fogliare e la frazione di copertura del suolo). L’iniziativa GMES, mira a costruire una competenza europea nella fornitura ed utilizzazione delle informazioni operative per il monitoraggio e la gestione dell’ambiente e la sicurezza civile (Harris R, 2003). GMES rappresenta la prima grande iniziativa europea nel settore dell’Osservazione della Terra, realizzata in collaborazione con i 27 Stati membri, in cui è evidenziata l’importanza per l’Europa di ottenere strumenti per il monitoraggio globale dell’ambiente e per la sicurezza, rilevando il ruolo centrale dei sistemi spaziali (Albertini, 2008). GMES è un’iniziativa per l’implementazione di servizi informativi tempestivi, affidabili e continuativi a supporto dei decision makers istituzionali e privati, per quanto riguarda l’ambiente e la sicurezza.

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ll sistema è basato sull’analisi di dati relativi all’osservazione della Terra forniti da satelliti e da reti di monitoraggio in situ; una volta analizzati e coordinati, questi dati saranno messi a disposizione degli utilizzatori finali: autorità e agenzie nazionali, regionali e locali, organizzazioni ambientali e di protezione civile. Il progetto SIRIUS è costituito da un partenariato esteso e internazionale di 18 istituzioni pubbliche e private. Le attività di studio e analisi coprono otto aree test che rappresentano anche gli otto casi di studio. Le aree si distribuiscono tra Spagna, Italia, Romania, Turchia, Egitto, India, Messico e Brasile. L’area pilota del progetto SIRIUS in Italia si trova in Campania, nella provincia di Caserta e più precisamente coincide con i limiti amministrativi del Consorzio di Bonifica Sannio-Alifano (fig.1). Il consorzio partecipa da molti anni ad attività di ricerca e sperimentazione utilizzando dati di Osservazione della Terra con lo scopo di implementare sul territorio i risultati della ricerca applicata.

Figura 1 - Confini area pilota del progetto SIRIUS in Italia.

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REPORTS Le principali problematiche riguardano la gestione delle risorse sul territorio consortile al fine di garantire a tutti gli utenti (gestori dell’irrigazione) risorse sufficienti per le proprie colture. Materiali e Metodi Obiettivo del progetto è implementare un sistema di supporto alle decisioni denominato SPIDER (System of Participatory Information, Decision-Support and Expert Knowledge for irrigation and River-basin water management), basato su software open-source, e destinato a produrre delle mappe di fabbisogno irriguo delle colture con diversa scala, dal singolo campo coltivato all’intero distretto irriguo fino al bacino idrico. Dal punto di vista tecnologico SPIDER è un sistema di calcolo basato su un motore GIS alimentato da informazioni statiche e dinamiche, quali dati vettoriali relativi alle caratteristiche delle aziende, come colture, limiti parcellari, pedologia e immagini telerilevate multi spettrali, ad es. Landsat TM e SPOT 5. Rappresenta la componente principale di una catena di processamento caratterizzata dalle seguenti fasi: acquisizione

del dato satellitare multi spettrale (LANDSAT TM, SPOT); “pre-processing” delle immagini (correzione radiometrica, georeferenziazione, calibrazione dei sensori); calcolo degli indici vegetazionali (NDVI, WDVI, LAI); acquisizione di dati agro-meteorologici dalle stazioni prossime all’area monitorata; produzione di mappe di evapotraspirazione potenziale (utilizzando la metodologia FAO) determinazione dei coefficienti colturali (Kc); calcolo del fabbisogno irriguo per ogni coltura e invio del “consiglio irriguo” all’azienda. Il sistema si basa sull’integrazione di misure agrometeorologiche, dati rilevati da immagini satellitari che permettono un monitoraggio costante (nel tempo e nello spazio) dello sviluppo delle colture praticate nell’area osservata e misure a terra degli indici di vegetazione su colture “target” per controllare la corretta applicazione della metodologia. Il risultato di tale integrazione è composto da mappe georeferenziate dei fabbisogni irrigui con scala temporale settimanale. Il sistema SPIDER é implementato in funzione delle condizioni locali (quali tipologia di utenti, dati necessari, linguaggio ecc.), della valutazione tecnica e dei requisiti degli utenti finali. La calibrazione del sistema verrà effettuata ogni anno a partire dal primo anno con gli utenti che effettuano irrigazione durante e dopo la campagna irrigua e riguarderà aspetti relativi all’operatività del sistema in termini di precisione, attendibilità e tempestività dei servizi forniti. Inoltre, sarà effettuata una valutazione di tipo socio-economico analizzando il rapporto costi/benefici per le singole aziende. Risultati attesi Il sistema SPIDER una volta implementato potrà essere utilizzato in modo operativo sia per finalità di pianificazione e gestione a livello di gestore della risorsa idrica, sia dalle singole aziende che potranno ricevere informazioni personalizzate e tempestive sulle proprie aree coltivate. Gli altri aspetti innovativi del progetto, oltre all’utilizzo operativo di tecnologie satellitari, si basano sullo sviluppo e impiego di strumenti partecipatori che consentono una presenza attiva di tutti gli utenti interessati all’utilizzazione (a scala di campo) o gestione (a scala di consorzio) delle risorse idriche considerando, non solo gli aspetti tecnici, ma anche eco-

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Figura 2 – Sistema di supporto alle decisioni Open-Source SPIDER, System of Participatory Information, Decision-Support and Expert Knowledge for irrigation and River-basin water management.

nomici, ambientali, sociali e la dimensione politica in modo integrato. Tra i prodotti attesi dal progetto che scaturiranno dall’attività di analisi delle immagini satellitari avremo: la produzione di mappe tematiche dell’area di tipo agro ambientale, nonché mappe delle aree irrigate nel corso dello sviluppo stagionale della coltura; mappe di indicatori di performance; mappe di fabbisogno di irrigazione, mappe di pesticidi e fertilizzanti applicati; mappe statistiche e analisi economico statistiche. Oltre alla produzione di informazioni sui fabbisogni irrigui delle colture nell’ambito del progetto verranno realizzati ulteriori prodotti, tra questi la produzione di mappe tematiche dell’area di tipo agro ambientale, nonché mappe delle aree irrigate nel corso dello sviluppo stagionale della coltura; mappe di indicatori di performance; mappe di fabbisogno di irrigazione, mappe di pesticidi e fertilizzanti applicati; mappe statistiche e analisi economico statistiche. L’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), contribuirà in accordo con gli altri partner del progetto alla creazione delle condizioni per la realizzazione sostenibile a lungo termine del servizio proposto in SPIDER, attraverso un’analisi multicriterio che vedrà coinvolti, in un processo partecipativo, gli utenti interessati nella definizione dei problemi e nell’identificazione di criteri e possibili alternative e dei relativi pesi alla questione irrigua. Sul Piano socio economico INEA realizzerà la ricostruzione del quadro storico istituzionale degli attori coinvolti nella gestione ed utilizzazione della risorsa idrica nell’area test italiana. Tale tipo di attività verrà effettuata attraverso indagini sia su territorio sia presso gli archivi storici. Il coinvolgimento dell’Istituto relativamente agli aspetti sociologici del progetto avrà ancor più visibilità con la realizzazione di un video illustrativo delle principali caratteristiche socio-culturali e socio economiche nell’area test con particolare riferimento all’acqua. La Ariespace srl, spin off dell’Università di Napoli, che ha già utilizzato con successo tali tecniche in Regione Campania (www.consulenzairrigua.it), è responsabile quale Service Provider per l’area test italiana dell’intera catena di processamento a partire dall’elaborazione delle immagini satellitari fino alla distribuzione dei consigli irrigui alle aziende. Il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, all’interno del quale ricade l’area test italiana, come gestore della rete irrigua avrà l’importante compito di testare sul campo l’utilità di tale tecniche innovative per un utilizzo razionale delle risorse idriche in agricoltura. Infine, un altro aspetto fondamentale del progetto è la descrizione del mercato di riferimento e lo sviluppo di strate-

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REPORTS gie di commercializzazione adeguate per la sostenibilità del servizio oltre il naturale corso temporale di SIRIUS. In questo contesto, Ariespace, in collaborazione con altri SP, analizzerà il servizio proposto descrivendone i prodotti offerti, la struttura dei costi, gli utenti, i partner e le possibili forme di finanziamento nei diversi Paesi. Quest’analisi offrirà una road map per possibili estensioni ad altri casi studio e per il trasferimento tecnologico e industriale del servizio. Un network di SP, esistenti a scala mondiale e già operativi a scala locale, sarà promosso per favorire competitività sia nell’ambito dei mercati regionali che in quello internazionale.

Bibliografia D’URSO, G., 2001. SIMULATION AND _MANAGEMENT OF ON DEMAND IRRIGATION SYSTEM: A COMBINED AGRO-HYDROLOGICAL APPROACH. PHD DISSERTATION, WAGENINGEN UNIVERSITY, 174 PP, ISBN 905808-399-3. HARRIS R. AND BROWNING R. 2003. GLOBAL MONITORING FOR ENVIRONMENT AND SECURITY: DATA POLICY CONSIDERATIONS. SPACE POLICY, 19 : 265-276. ALBERTI F.,2008. LA NUOVA INIZIATIVA EUROPEA PER LO SPAZIO: GLOBAL MONITORING FOR ENVIRONMENT AND SECURITY. ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI, ROMA, PP. 161 HTTP://WWW.SIRIUS-GMES.ES/

Parole chiave IRRIGAZIONE, GMES, OSSERVAZIONE DELLA TERRA, ICT.

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Abstract Irrigation needs estimation at farm and district level by Earth Observation techniques SIRIUS (Sustainable Irrigation water management and Riverbasin governance: Implementing User-driven Services) is a research project funded by EU FP7 in the GMES framework supporting the development of monitoring services through remote sensing and ICT technologies to deliver the service to the final users. SIRIUS is developing efficient water resource management services in support of food production in water-scarce environments. It addresses water governance and management in accordance with the vision of bridging and integrating sustainable development and economic competitiveness. The project is developing new services for water managers and food producers, and a range of additional information products in support of sustainable irrigation water use and management under conditions of water scarcity and drought.

Autori FLAVIO LUPIA, FILIBERTO ALTOBELLI - ALTOBELLI@INEA.IT, SILVIA VANINO, IRAJ NAMDARIAN, PASQUALE NINO ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA (INEA), VIA NOMENTANA, 41 - 00161 ROMA. CARLO DE MICHELE, FRANCESCO VUOLO ARIESPACE SRL - SPIN-OFF UNIVERSITÀ DI NAPOLI “FEDERICO II”, CENTRO DIREZIONALE IS. A3 – 80143 NAPOLI WWW.ARIESPACE.COM MASSIMO NATALIZIO CONSORZIO DI BONIFICA DEL SANNIO ALIFANO, VIALE DELLA LIBERTÀ, 61 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) - WWW.SANNIOALIFANO.IT

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Rilievo laser scanning a lunga distanza su frana mediante ILRIS LR di Arianna Pesci, Giuseppe Casula, Elena Bonali ed Enzo Boschi

I sistemi laser a scansione terrestre caratterizzati da una lunga portata, cioè capaci di rilevare su distanze fino a 3 km, sono oggi sempre più utilizzati nel monitoraggio del territorio e nel controllo del dissesto o, in generale, delle variazioni morfologiche.

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in dal 2005 l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha operato in ambiente vulcanico grazie alle interessanti prestazioni degli scanner ILRIS 3D e ILRIS ER (Optech). La precisione e l’alta densità delle misure ottenute, insieme alla potenza dei sistemi di allineamento delle immagini hanno reso possibile, tra le tante esperienze, il monitoraggio delle variazioni superficiali nel cratere del Vesuvio, l’identificazione delle pareti maggiormente interessate da fenomeni franosi e la valutazione, con buona precisione, dei volumi di roccia crollati [Pesci et al., 2011a]. Oggi, le nuove potenzialità offerte dallo sviluppo della tecnologia laser a scansione terrestre, principalmente concentrate nel ridurre i tempi di lavoro e aumentare la portata della misura, senza tuttavia alterarne sensibilmente la precisione, aprono senz’altro una nuova prospettiva nel controllo del territorio. In questo lavoro, oltre al confronto tra le caratteristiche tecniche degli scanner utilizzati, viene descritta l’esperienza di rilievo effettuata nel Marzo 2011 in un’area di frana dell’Appennino toscano di grandi dimensioni, densamente abitata, mediante il nuovo modello ILRIS LR (Optech), cortesemente messo a disposizione da Codevintec Italiana.

Lo strumento ILRIS ER Il laser scanner terrestre ILRIS ER (Optech),in dotazione all’INGV è caratterizzato principalmente dai seguenti parametri: lunghezza d’onda λ = 1535 nm; apertura angolare θ = 170 μrad; limite di diffrazione d = 12 mm; passo angolare α = 20 μrad; velocità di acquisizione 2500-3500 punti/s. Va notato che il segnale, a questa lunghezza d’onda, viene quasi completamente assorbito in presenza di acqua (o neve). La divergenza del fascio laser (in mm), che impatta l’effettiva impronta del segnale sulla superficie osservata (in direzione normale), è data dalla semplice relazione D (mm) = 0.17·R (m) + 12, in cui entrano in gioco l’apertura angolare (θ), limite di diffrazione (d) ed R, che esprime (in metri) la distanza dal punto di osservazione all’elemento illuminato della superficie. Il limite di diffrazione viene calcolato in base alla diametro del foro da cui viene inviato il segnale di una determinata lunghezza d’onda (il termine “foro” viene qui utilizzato per indicare in maniera semplice l’elemento semitrasparente che compone parte del sistema laser e dal quale la luce amplificata si irradia all’esterno);

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in questo caso si può calcolare come df (mm) =2.44 · λ/ (12·10-3) ≅ 0.3 mm [Balstavias, 1999]. Il passo angolare (α) è il parametro che determina il passo di campionamento sulla linea di scansione, che viene calcolato come: ss (mm) = 0.02·R (m). Si nota quindi da queste semplici formule che è possibile raggiungere un buon livello di overlapping scegliendo opportunamente il passo di campionamento in base alla distanza di lavoro. Inoltre, sopra a distanze dell’ordine di 100 m, si può sempre raggiungere il rapporto D/ss = 10. In merito alla velocità di acquisizione, lo scanner ILRIS 3D ER è in grado di misurare alla frequenza di 2.5 kHz. Oltre alle caratteristiche geometriche e fisiche che influiscono sulla precisione e sulla risoluzione delle scansioni ottenute, un parametro fondamentale è la portata dello strumento, cioè la massima distanza di lavoro possibile maxR. Tale valore dipende prevalentemente dalla riflettività degli elementi illuminati, cioè dalla loro capacità di diffondere il segnale ricevuto, ed è strettamente correlato alla rugosità del materiale ed alla lunghezza d’onda del raggio laser. In condizioni normali, lo strumento ILRIS ER è in grado di operare su distanze di alcune centinaia di metri in presenza di materiali con scarsissima riflettività (< 10%), raggiunge generalmente distanze comprese tra 500 m e 1000 m su materiali a media riflettività (10% < x < 40%) e supera 1 km, raggiungendo distanze anche maggiori di 1.5 km, nei casi migliori (80/90%).

Fig. 1 – Grafico comparativo tra la divergenza di ILRIS 3D ER e ILRIS LR; è rappresentata anche la funzione dello spot (minimo) che rimane invariato su entrambi i modelli.

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REPORTS Tenendo in considerazione la stessa dimensione del foro di emissione degli impulsi laser, relativa al sistema ILRIS ER, si ottiene la semplice relazione per il calcolo della divergenza: DLR (mm) = 0.25·R (m) + 9, dove R indica la distanza ed è espressa in metri. Infine, è da considerare la maggiore velocità di rilievo: il nuovo ILRIS LR, infatti, acquisisce i punti ad una frequenza di 10 kHz (quattro volte più veloce del modello precedente). In figura 1 sono riportate le funzioni della divergenza e del passo di campionamento con la distanza per entrambi i modelli. L’esperimento in frana Il rilievo effettuato si trova in una interessante area di frana, in provincia di Massa Carrara e, Fig. 2 – a) La frana di Patigno ed il punto di stazione TLS in località La Dolce (mappa da precisamente, ci si riferisce alla frana di PaGoogle Earth); b) la vista di Patigno dal punto di stazione; c) la nuvola di punti totale e le tigno (comune di Zeri, MS). Tale frana, si svisottoaree delle scansioni successive. luppa in direzione NW-SE per una lunghezza massima pari a circa 2.5 km e una larghezza Lo strumento ILRIS LR di circa 1 km al piede, per una superficie complessiva di Il nuovo strumento ILRIS LR è stato sviluppato per mante- circa 1.4 km2, su un versante debolmente inclinato, i cui nere quasi inalterate le caratteristiche del modello prece- tratti morfologici essenziali, idrografici e orografici, sono dente ma sono stati introdotti alcuni cambiamenti signi- fortemente condizionati dall’assetto geologico-tettonico ficativi al fine di migliorarne le prestazioni. La lunghezza dell’area dell’ Appennino settentrionale. Studi recenti, ord’onda λLR = 1064 nm permette il rilievo in presenza di ganizzati mediante analisi integrate tra dati GPS di stazioni superfici bagnate o innevate. Inoltre, il segnale attualmen- semipermanenti e immagini da fotogrammetria aerea mote è più potente: si tratta infatti di un laser classe 3 che strano un continuo e lento movimento differenziale nelle raggiunge il livello 1M solo oltre i 114 m (http://www.scien- parti del versante franoso, dal piede alla parte sommitale cebuddies.org). Per questo motivo una maggiore cautela (nicchia) con valori di abbassamento variabili tra 3 e 6 cm in fase di utilizzo è consigliabile agli operatori. La nota più annui [Baldi et al., 2006]. Il punto di stazione per l’esperiinteressante è la possibilità di raggiungere distanze assai mento è stato scelto dopo un accurato sopralluogo nel maggiori rispetto allo scanner ILRIS ER: infatti, la porta- paese di Patigno e nelle aree limitrofe. In particolare, la ta garantita in presenza di materiale a bassa riflettività è ricerca si è concentrata nella zona del versante opposto, di oltre 1 km ed in presenza di materiali più riflettenti si negli snodi sterrati che passano per il paese La Dolce e raggiungono i 3 km. A parte la nuova portata, le carat- portano ai campi coltivati, dove la copertura di alberi e teristiche geometriche di rilievo sono rimaste abbastanza boscaglia è assente. In figura 2 è mostrato il punto di stasimili. Il passo di campionamento è rimasto lo stesso e la zione, e sono evidenziate tre zone del paese caratterizdivergenza è solo leggermente maggiore. In particolare, zate da movimenti differenziali di scivolamento lungo il si è passati da θ = 170 μrad a θLR = 250 μrad . versante. In particolare, la zona 1 identifica la borgata di

Fig. 3 - a) La scansione totale in vista aerea a mostrare le distanze planimetriche dal punto di scansione; b) Le scansioni successive inquadrate sulla nuvola di punti totale e l’individuazione di due punti di interesse: palazzo comunale e chiesa.

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Fig. 4 – Scan 2: il piano interpolatore della parte alta della chiesa. La mappa dei residui mostra sia l’alta densità dei punti misurati sia la precisione della misura.

case costruite al piede della frana; la zona 2 è posta nella parte inferiore del paese e contiene la chiesa storica ed il cimitero; la zona 3 racchiude la maggior concentrazione degli edifici di Patigno compresa la sede del Comune. Dal punto di stazione sono state effettuate 4 scansioni. La scansione iniziale (Scan tot) è stata realizzata selezionando l’intera area del paese con un passo di campionamento pari a 10 cm alla distanza di 1 km. In seguito sono state realizzate 3 scansioni più fitte per zoomare le aree 1, 2 e 3 descritte nella figura precedente.

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Le nuvole di punti, in vista prospettica secondo la linea di acquisizione ed in vista aerea sono meglio descritte nella figura 3: è facile verificare una portata di 3 km ed un rilievo completo nelle zone erbose e vegetate fino a 2 km. La figura 4 mostra un dettaglio della scansione Scan 2: in particolare, i punti che giacciono sulla chiesa (nella parte alta) sono stati interpolati con un piano e, successivamente, le distanze tra i punti ed il piano sono state misurate lungo la normale allo stesso. I dettagli della procedura per l’analisi dei dati non verrà qui descritta rimandando

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REPORTS i lettori alla vasta manualistica (http://facility.unavco.org). La mappa delle differenze mostra i dettagli architettonici della chiesa, quali le cornici, la finestra ed il rosone centrale. È da notare che dettagli dell’ordine di 5 cm sono rilevati ad una distanza di 1250 m circa, confermando la qualità della scansione. Simulazione e misure L’ultima fase dell’esperimento è una simulazione, mirata a dimostrare l’utilità di uno strumento laser a scansione terrestre nel controllo del territorio afflitto da dissesto idrogeologico. La scansione Scan 3 è stata utilizzata per creare una finta deformazione nell’area del paese; in particolare si è deciso di simulare un movimento di rototraslazione del solo palazzo comunale, identificato in figura 5.

Fig. 5 – a) Scan 3: estrazione e modifica dati. In fucsia, il palazzo comunale modificato secondo una piccola rotazione lungo l’asse x; b) Mappa delle differenze tra la scansione originale e la scansione modificata secondo una rotazione rispetto all’asse x (asse orizzontale).

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I punti relativi al palazzo di interesse sono stati estratti e modificati secondo una rotazione di 0.005° rispetto all’asse x (asse orizzontale). In seguito, la nuvola di punti modificata è stata creata incollando i nuovi punti relativi al palazzo nella scansione originale. La piccola deformazione, introdotta artificialmente nella nuvola di punti, consiste in circa 4 cm nella parte sommitale dell’edificio e di -1 cm circa nella parte bassa, poiché il fulcro della rotazione è stato scelto in un punto corrispondente al piano rialzato dello stabile. Alla distanza di circa 2 km, l’impronta laser è di circa 50 cm, mentre le deformazioni introdotte sono stimate in un intervallo di circa 5 cm. Il passo di campionamento, inoltre, è poco inferiore a 10 cm. Conclusioni Nel Marzo 2011 è stato possibile sperimentare il nuovo strumento laser a scansione terrestre della Optech, lo scanner ILRIS LR, una evoluzione della versione strumentale ILRIS ER, attualmente in dotazione all’INGV. L’esperimento è stato effettuato con lo scopo di rilevare l’intero abitato di un paese costruito su un versante in frana, caratterizzato da movimenti relativi differenziali di alcuni centimetri l’anno. Le scansioni sono state acquisite dal versante opposto (località La Dolce) ad una distanza (superficie-strumento) compresa tra 900 m e 3000 m. Il nuovo scanner terrestre, nonostante sia caratterizzato da una divergenza più grande (diametro dell’impronta del fascio laser), possiede delle caratteristiche che lo rendono assai più efficiente nel rilievo a grande distanza, rispetto al modello precedente. Un grande miglioramento, per esempio, è la portata, fino a più di 3 km (200% in più). Inoltre, è vincente sul piano della velocità di acquisizione: la possibilità di misurare 10000 punti al secondo, infatti, equivale al 400% in più, rispetto al ILRIS ER. Ciò significa poter eseguire rilievi a distanze generalmente acquisite solo mediante profilometri laser in tempi estremamente ridotti con una grande densità del modello finale. Una nuvola di punti completa e dettagliata viene cioè acquisita in una decina di minuti, rispetto ai quaranta minuti generalmente impiegati per ottenere alte risoluzioni. Nelle situazioni in cui sia necessario controllare le zone abitate interessate da dissesto ed instabilità, spesso si ricorre alle analisi di immagini digitali aeree, oppure si ricor-

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REPORTS re a precise misure, ma puntuali, mediante l’installazione di stazioni GPS permanenti o semi-permanenti. Nel primo caso, a parte il costo notevole per la realizzazione dei voli, l’analisi dei dati richiede un tempo abbastanza rilevante e, in genere, le risoluzioni spaziali sono dell’ordine del mezzo metro (o una ventina di centimetri) mentre quelle temporali dell’ordine di uno o qualche anno. Nel secondo caso, invece, le precisioni sono generalmente inferiori al centimetro ma l’informazione è relativa a soli pochi punti (a meno di non installare una fitta rete di stazioni, con costi elevati e la prospettiva di una complessa gestione delle stesse). Questa nuova tipologia di laser scanner, che ha superato i classici limiti di portata, potrebbe essere un elemento di integrazione e di congiunzione tra le due tecniche, aprendo nuove possibilità nel rilievo delle aree di frana. Inoltre, la non necessità di monumentare un punto di stazione permette di organizzare e realizzare in maniera speditiva e libera le campagne di misura, fatto che contraddistingue da tempo i lavori effettuati mediante laser scanning. I risultati dell’esperimento mostrano come sia stato possibile misurare piccole variazioni su distanze superiori a 2 km e come sia stato possibile, dalla elaborazione delle nuvole di punti, misurare i dettagli architettonici degli stabili (in questo caso la chiesa) a distanze maggiori di 1 km. Sebbene l’esperienza di rilievo descritta in questo rapporto tecnico riguardi un’area in frana dell’Appennino parmense, i risultati vanno considerati nell’ottica del rilievo in aree vulcaniche, quali per esempio le zone crateriche dell’Etna o le aree di difficile misura quali la Sciara del Fuoco (Isola di Stromboli). Lo scanner ILRIS LR potrebbe essere la soluzione per il rilievo a grande distanza, anche in condizioni atmosferiche difficili per la presenza di neve o di terreno bagnato; infatti la differente lunghezza d’onda (attualmente 1064 nm) si allontana dal picco di assorbimento dell’acqua.

Ringraziamenti Un grazie particolare a Marco Bacciocchi e all’intero staff Codevintec per la possibilità data di utilizzare il nuovo strumento scanner ILRIS LR e per la partecipazione alla campagna di misura.

Bibliografia • BALDI, P., CENNI, N., FABRIS, M., ZANUTTA, A. (2008), KINEMATICS OF A LANDSLIDE DERIVED FROM ARCHIVAL PHOTOGRAMMETRY AND

GPS DATA, GEOMORPHOLOGY, VOL.102, PP.435–444. • BALTSAVIAS, E.P. (1999), AIRBORNE LASER SCANNING: BASIC RELATIONS AND FORMULAS, ISPRS JOURNAL OF PHOTOGRAMMETRY AND REMOTE SENSING, VOL.54, PP.199–214 • PESCI, A., TEZA, G., CASULA, G., LODDO, F., DE MARTINO, P., DOLCE, M., OBRIZZO, F., PINGUE, F. (2011A), MULTITEMPORAL LASER SCANNER-BASED OBSERVATION OF THE MT. VESUVIUS CRATER: CHARACTERIZATION OF OVERALL GEOMETRY AND RECOGNITION OF LANDSLIDE EVENTS, ISPRS JOURNAL OF PHOTOGRAMMETRY AND REMOTE SENSING, VOL.66, PP.327–336. • (HTTP://WWW.OPTECH.CA)

Parole chiave LASER SCANNER TERRESTRE, MODELLAZIONE 3D, FRANE, MONITORAGGIO.

Abstract Laser scanning survey of landslides by means of long distance ILRIS LR Terrestrial laser scanning (TLS) is a remote sensing technique for high density acquisition of the physical surface of scanned, currently used in geologic surveys, engineering practice, cultural heritage, and mobile mapping. The very long range scanners, allow the acquisition from distances of the order of about 1 km with material characterized by medium/high reflecting properties. At present, the efforts in technological advancements are highly aimed at the extension of maximum range, at the reduction of acquisition time, and so on. The ILRIS LR laser scanner, provided by Optech, is used to survey a very dense populated landslide area in the Tuscany Apennines, in the frame of a scientific experiment planned by INGV to test its performances.

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Autori ARIANNA PESCI (ARIANNA.PESCI@BO.INGV.IT) E GIUSEPPE CASULA ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA, SEZIONE DI BOLOGNA, V. CRETI 12, 40128 BOLOGNA ELENA BONALI UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, DAPT, V.LE RISORGIMENTO 2, 40136 BOLOGNA. ENZO BOSCHI UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, DIPARTIMENTO DI FISICA - GEOFISICA, V. LE PICHAT 8, 40127 BOLOGNA.

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INTERGEO a Norimberga per la geomatica a giro d'orizzonte di Domenico Santarsiero

Quest'anno l'appuntamento per i provider di soluzioni nel campo del Geo-IT si e' tenuto a Norimberga dal 27 al 29 settembre, e come di consueto da alcuni anni, GEOmedia ha partecipato all'evento tra gli oltre 40 media partner, che spaziano dalle riviste internazionali come American Surveyor, InsideGNSS e GIM International, per finire alle riviste più o meno locali come la russa InternetGEO ed altre ancora in lingua tedesca o in indo-inglese.

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nnovazione ė la parola magica a cui tutti noi prestiamo attenzione, ma a volte sarebbe interessante capire dove finisce la tecnologia e dove comincia la vera innovazione. Idee e tecniche non sempre di fatto vanno d`accordo, soprattutto quando c`è di mezzo il mercato, e allora in questo caso mi torna alla mente la frase collegata al mio nikname su skype che recita più o meno cosi : “È ricercando l`impossibile che l`uomo ha sempre realizzato il possibile”. Ed è proprio in questa maniera che dobbiamo guardare alle novità in campo geomatico presentate all’ultimo salone Intergeo tenutosi a Norimberga. Su un totale di oltre 400 espositori non è stato facile trovare delle vere e proprie novità, anche se diverse sono le tecnologie e le soluzioni emergenti. Il 2011 si caratterizza infatti per la maturazione di diverse soluzioni tecnologiche e per la convergenza tra diversi settori applicativi. In primis una svolta operativa viene dai cosi detti sistemi UAV (Unmanned Aerial Veichle), già visti nelle precedenti edizioni di Intergeo, ma che con questo anno rappresentano forse la novità assoluta come evoluzione dei sistemi per il surveying territoriale. Di questo tema parlerò più estesamente nei prossimi numeri di GEOmedia. Alla ribalta ancora il mondo delle applicazioni MMS (Mobile Mapping System) e l`affacciarsi dei grandi player delle tecnologie geopaziali verso il mondo dei 3D City Model.

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Parliamo qui di Esri che nella sua area espositiva proiettava uno showreel sul sistema CityEngine che eredita dalla Procedural, società appena inglobata al punto che dal sito www. procedural.com si finisce proprio nel web di Esri. Questo segnale fa capire bene che anche questo è un mercato maturo, anche se è un mercato molto alto come budget, e che infatti in Italia ha ancora poche prospettive di crescere. Oltre ad Esri diverse aziende tedesche presentavano prodotti attinenti a questo comparto, come Server City Engine, e soluzioni per la produzione e gestione dei dataset geospaziali. Il mercato internazionale della geomatica Intergeo rappresenta l’evento fieristico e il meeting di settore tra i più importanti al mondo, con oltre il 22% dei visitatori provenienti da tutto il mondo, e una domanda di informazioni focalizzata su GIS e Geomatica per oltre il 38% delle persone. L`evento pur essendo focalizzato sul mercato internazionale, è fortemente europeo e soprattutto tedesco, con la pecca che in alcune conferenze, anche importanti, il relatore poteva parlare anche spesso in tedesco. La sostanza è rappresentata dagli oltre 400 espositori che rappresentano il top level delle soluzioni per il rilievo geodetico e topografico, per la fotogrammetria, per il mercato delle geotecnologie in generale e per le nuove ed emergenti tecnologie geopaziali di nuova generazione. Ma anche il mondo della ricerca, della comunicazione e dell’open source che ad Intergeo era ben rappresentato attraverso un vero e

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REPORTS proprio OSGeo Innovation Park, dove trovavano posto diverse aziende rappresentative del settore, tra cui una azienda italiana di frontiera come R3 GIS che opera a Bolzano e quindi su due potenziali mercati come quello austriaco, tedesco e ovviamente, quello italiano. Tra i big ovviamente Trimble, Leica e Topcon, insidiati da vicino dalla tigre asiatica, attraverso le numerosissime aziende che propongono GPS, stazioni totali, GPS palmari e l`intero armamentario del mondo del survey tra paline, chiodi e nastri adesivi riflettenti. Insomma, un top di gamma fatto dalle aziende della topografia e di quella che fu la grande fotogrammetria, ma anche tutto un mondo di applicazioni di tante piccole e medie aziende, con soluzioni per tutte le tasche e soprattutto per tutte le esigenze. Drone Sirus 2 MAVInc!.

La presenza italiana La rappresentanza italiana ad Intergeo è stata quasi nulla, se si escludono le poche decine di visitatori, le 3-4 aziende che propongono soluzioni di interesse per il mercato internazionale, e poi i diversi management, questi si numerosi, delle aziende straniere rappresentate in Italia. Eccezion fatta per le aziende tradizionali come Geosoft, R3GIS e Gexel, la quarta azienda presente presenta caratteri atipici per le nostre abitudini. Parliamo della più emergente delle matricole del sollevante nel settore delle soluzioni topografiche e geomatiche come GPS, Stazioni totali, laser scanner e soluzioni per il mapping GIS targati STONEX. STONEX è un’azienda localizzata a Milano, da dove gestisce la distribuzione e il supporto agli utenti di mezzo mondo, ovvero di europa, africa e sud america. Le soluzioni STONEX sono particolarmente performanti, e a detta di alcuni operatori del settore, tra le sue soluzioni batte anche un cuore della tecnologia dei concorrenti. Quindi una grande opportunità per gli utenti finali che ha semplicemente dell`incredibile in quanto consente di usare il meglio della tecnologia pagandola meno della metà.

Facendo un passo avanti verso il mondo dei cosiddetti droni, che hanno messo ormai le radici nel mondo della geomatica, oltre alle soluzioni delle aziende già conosciute (Gatewing, www.gatewing.com), abbiamo scovato almeno due sistemi che supportano il rilievo idrografico in acque calme che non hanno nulla da invidiare ai sistemi remoti per le riprese aeree. Sono infatti due piccoli natanti (un catamarano e una barca a chiglia singola), diversamente allestiti su cui sono istallati il sistema di navigazione GPS e un moderno ecoscandaglio. I produttori di tali sistemi sono uno giapponese e l’altro tedesco, e sembrano fare proprio sul serio. Tra le soluzioni orientate alle riprese aeree segnaliamo invece il sistema Aibot-X6, che per caratteristiche e prestazioni (payload di circa 2 kg. e struttura in fibra di carbonio) sembra rappresentare il superamento dei classici sistemi UAV, soprattutto in termini di sicurezza della navigazione. Diversi tipi di hydro drone.

Soluzioni per tutte le esigenze La varietà di soluzioni disponibili sul mercato, non pone più limiti alle possibili strategie di intervento e documentazione del territorio. Sistemi MMS che passano dalla soluzione caratteristica dei furgoni attrezzati e dalle soluzioni iper-avanzate come il sistema TIMMS (Trimble Indoor Mobile Mapping Solution) che rappresenta quanto di più avanzato per i rilievi di interni anche e sopratutto su grandi superfici. Una sorta di sistema MMS istallato a bordo di un carrello su ruote, o più semplicemente un sistema che può competere con la fantasia dei googoliani di Street View, che i sistemi MMS sono riusciti ad installare anche su biciclette. Drone Aibot-X6.

Drone Geocopter.

visita il sito www.rivistageomedia.it

Geospatial imaging Il mondo della fotogrammetria e del così detto geospatial imaging non può non essere rappresentato ad Intergeo, ed è quindi chiaro che questo è il posto giusto dove incontrare gli attori di sempre del settore, per lo più rimasti fedeli alla tradizione cartografica, ma con un piede nel mondo del GIS e uno nel mondo dei modelli full 3D, che aspirano al nuovo eldorado dei 3D City Model che occuperanno la scena per i prossimi 15-20 anni. Tra le aziende quindi è importante citare Inpho che fa ormai parte della corazzata Trimble, Microsoft con le camere Vexcel, Leica e Erdas, e la veterana BAE che porta avanti la sua politica di sistemi altamente verticalizzati, pur aprendo al mondo dei sistemi server based come l`architettura di GXP Xplorer. Numerosi anche gli operatori con sistemi di image survey orientati all`architettura come la svizzera FODIS.

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REPORTS OSGeo innovation park Come di consueto ormai da alcuni anni, ad Intergeo un`area espositiva è riservata al mondo dell`Open Source. Tra gli stand della scuderia open non potevano mancare quindi OSGeo che ha anche distribuito su DVD una ottima raccolta di software dell`area Il DVD OSgeo Live di GIFOSS2011. targato GIFOSS 2011. Altre 12 aziende più o meno tedesche presenziavano l’area, e tra questa la italianissima R3 GIS che nel lontano 2003 ha scelto la strada del web gis e dei sistemi open source affiancandoli ove necessario alle soluzioni proprietarie come Esri o altri. Tra le altre novità presentate per l`occasione, la prima uscita pubblica della nuova costola di Open Street Map, ovvero Open Sea Map, che comincia a muovere i suoi primi passi.

Conclusioni Essere aggiornati professionalmente può rappresentare in questi tempi quel plus in più rispetto alla concorrenza, che ci permette di allargare gli orizzonti, sia in termini di opportunità, che in termini di cultura tecnica. La cultura quindi, come sempre, è il leitmotiv, l’energia che ci permette di superare le barriere della conoscenza e di scoprire nuovi mondi possibili.

Parole chiave GEOMATICA, EVENTI, PRODUTTORI.

Abstract INTERGEO in Nuremberg for the geomatics at 360 degrees This year the event for solution providers in the field of Geo-IT was held in Nüremberg September 27 to 29, and as usual since few years, GEOmedia attended the event among the over 40 media partners, that ranges from international magazines such as American Surveyor, InsideGNSS and GIM International, to local magazines such as the Russian InternetGEO and others in the Indo-English or German laguage.

AutorI DOMENICO SANTARSIERO DOMENICO.SANTARSIERO@GMAIL.COM

Home page di open sea map (www.openseamap.org).

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REPORTS REPORTS

Vecchie strutture, metodi moderni di John Edwards

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er decenni, il vecchio ponte e la galleria sono stati considerati come facenti tutt’uno con il territorio aspro e montagnoso tipico della regione sud-orientale della British Columbia, in Canada. Tuttavia, anche per queste infrastrutture, giungeva infine il momento di essere ammodernate. L’Elko Tunnel, costruito durante i primi anni del ‘900, aveva bisogno di un nuovo rilievo per determinare se fosse abbastanza largo per favorire il traffico dei camion per il trasporto di carbone provenienti dalla vicina miniera; il Wycliffe Brigde, costruito nei primi Anni ’30, doveva invece essere ricostruito del tutto e modernizzato. Il British Columbia Ministry of Transportation (BCMoT) ha dovuto completare i rilievi facendo affidamento su un numero limitato di risorse umane e in condizioni molto impegnative: per gestire l’attività di raccolta dei dati in modo sicuro ed efficiente, dunque, sono state combinate tecniche di rilievo GNSS, stazioni totali senza prisma e imaging spaziale.

La ricostruzione del ponte Wycliffe aumenterà il limite di carico dello stesso, migliorerà la sicurezza e allungherà la durata della struttura.

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Capita spesso che, durante il rilievo di un’infrastruttura, la sfida principale sia in realtà quella di riuscire ad operare in condizioni atmosferiche difficili e su terreni impervi. Nel caso della British Columbia, in Canada, la regione ospita degli scenari straordinari ma, al tempo stesso, un terreno sul quale è difficilissimo costruire; per questo, le infrastrutture che vi sorgono sono spesso molto complesse – fattore che non fa altro che complicare le operazioni di rilievo. In questo articolo scopriremo come il British Columbia Ministry of Transportation ha portato a termine il rilievo dell’Elko Tunnel e del Wycliffe Bridge.

Sfide multiple Il Wycliffe Bridge, eretto sul fiume St. Mary, è una struttura in legno supportata da alcuni piloni in cemento; è lungo circa 115m e include una campata centrale e due strutture che collegano la campata alla strada. Il lavoro del team del BCMoT è consistito nel rilievo del ponte in previsione delle future operazioni di sostituzione del piano viabile, rimozione delle strutture che sovrastano i piloni e rifacimento delle ‘spalle’, ovvero delle parti che collegano il ponte con i tratti di strada adiacenti. Le ripide pendenze, la presenza del fiume e la vegetazione densa rendevano difficile la visibilità dei piloni e della struttura del ponte e ancor più difficile era accedere alla struttura. L’utilizzo di metodi convenzionali per lo svolgimento del rilievo dei piloni, delle travi, degli elementi di intersezione e del piano viabile avrebbe richiesto numerosi giorni di lavoro; si è deciso quindi di procedere con la scansione del ponte, operazione che – oltre ad essere più rapida e sicura – avrebbe fornito maggiori dettagli rispetto a quanto si sarebbe ottenuto tramite i metodi convenzionali. Il team del BCMoT ha quindi usato il GNSS statico per stabilire i punti di controllo attorno al ponte. Successivamente, i tecnici hanno utilizzato una stazione Trimble VX Spatial Station per scansionare il ponte da quattro punti diversi, impostando le coordinate dello strumento sulla base di quelle dei punti di controllo. Il team – composto da due persone – ha scansionato l’intera struttura da sotto il piano viabile del ponte, utilizzando misurazioni a riflesso diretto per catturare dettagli aggiuntivi della campata principale e dei piloni di cemento. Le operazioni di scansione hanno richiesto anche alcune immagini, che sono state raccolte grazie alla fotocamera ad alta risoluzione integrata nello strumento. Una volta completata la scansione, i tecnici dovevano dunque svolgere il rilievo topografico. Le operazioni di rilievo e la fase di localizzazione degli adiacenti marker catastali hanno visto i tecnici affidarsi al sistema RTK (Real-Time Kinematic) Trimble R8 GNSS. Nei punti dove, invece, la tecnica RTK non poteva essere utilizzata, i tecnici

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REPORTS hanno utilizzato lo strumento Trimble VX come una stazione totale, ottenendo così dati topografici aggiuntivi. Dal momento che lo strumento era in grado di svolgere le misurazioni senza dover utilizzare il prisma, i tecnici hanno di fatto ridotto al minimo il tempo di permanenza sulla carreggiata: l’operazione di rilievo, così, è stata condotta senza la necessità di chiudere la strada al traffico. Originariamente costruito per il trasporto ferroviario, l’Elko Tunnel si trova sulla Crowsnest Highway che collega Elko a Fernie. La galleria è lunga circa 100m e fu pensata per permettere il passaggio dei treni degli inizi del ‘900. Il programma per il rilievo era simile a quello svolto col ponte, e prevedeva l’impostazione dei punti di controllo utilizzando tecniche GNSS statiche e la post-elaborazione dei dati. All’interno della galleria, i tecnici hanno sfruttato lo strumento Trimble VX per eseguire nove scansioni da cinque diversi punti di setup; la posizione dello scanner è stata stabilita tramite la risezione dei punti GNSS presi all’esterno della galleria. Il team ha configurato lo strumento in modo da raccogliere automaticamente punti con la stessa distanza sul terreno, sulle pareti e sul soffitto della galleria. All’esterno del tunnel, un ricevitore RTK GNSS ha raccolto invece dati topografici lungo il corridoio autostradale. Durante la scansione, lo strumento ha potuto operare all’interno della galleria senza personale e non è stato necessario chiudere la strada al traffico. Poiché i sistemi Trimble VX e Trimble R8 GNSS sul campo usano lo stesso controller e lo stesso software, le squadre hanno potuto combinare le varie attività all’interno di un file di progetto facente capo ad un sistema di coordinate geocodificato comune. Elaborazione e analisi dei dati Al fine di definire la struttura esistente, il lavoro sul ponte ha richiesto un elevato numero di misurazioni. Per la galleria, l’enfasi è stata posta invece sull’analisi, in modo da determinare le distanze e le informazioni funzionali ad un possibile ampliamento della carreggiata: in questo caso il team ha raccolto all’incirca 56.000 punti. Per entrambi i progetti, per verificare ed analizzare i dati di scansione, il BCMoT ha utilizzato il software Trimble RealWorks. I tecnici hanno combinato l’insieme di punti e le immagini con i dati ottenuti tramite i rilievi con tecniche GNSS e i dati dello strumento Trimble VX, il tutto all’interno di un unico set di dati. Successivamente, hanno creato un modello 3D della galleria e ne hanno sviluppato una mappa dei margini a intervalli di 10cm. I margini (ora in forma di polilinee 3D) sono stati esportati nei sistemi CAD in uso dal BCMoT per svolgere analisi trasversali, tracciamenti e operazioni di progettazione. Nel ripensare alle fasi di svolgimento del lavoro di rilievo, a Mike W. Skands – responsabile del BCMoT per i rilievi e la mappatura nella regione meridionale interna – piace sottolineare come i team siano riusciti a completare i rilievi entro le tempistiche indicate, fornendo i necessari dati di alta qualità utili in fase di pianificazione e costruzione. “Certo, si potrebbe condurre il lavoro sul campo in minor tempo usando anche le attrezzature convenzionali, per poi trarre ipotesi sulla base di poche misurazioni essenziali”, ha osservato. “Tuttavia, usando le funzionalità di scansione, siamo stati in grado di saturare l’oggetto del nostro rilevamento con punti 3D, integrandolo con immagini georeferenziate. Questo ha evitato di dover basare il lavoro di rilievo solo su alcune ipotesi e ci ha fornito una rappresentazione di qualità nettamente superiore”. Skands fa notare quanto le caratteristiche di controllo automatico e remoto del Trimble VX siano state importanti nel progetto legato alla galleria, dove il clima rigido impediva le operazioni. La componente video Trimble VISION dello strumento ha consentito ai tecnici di “vedere” le stesse cose che lo strumento vedeva: un vantaggio importante, soprattutto

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Il team di rilevamento del BCMoT – Geoff Methuen, Rod Ralston e Luke Dickieson – imposta i punti di controllo per il progetto usando ricevitori GNSS Trimble R8.

quando i tecnici al lavoro sul ponte si sono trovati ad eseguire misure in luoghi difficilmente raggiungibili. Per Skands è proprio grazie alle nuove tecnologie che si è riusciti a completare i rilievi della galleria e del ponte anche se in presenza di un personale ridotto e in condizioni difficili. “Con la riduzione della forza lavoro a un terzo o, addirittura, un quarto rispetto a quanto fosse necessario prima, siamo ora in grado di utilizzare le nostre risorse in modo più efficiente e su un numero maggiore di progetti”, conclude Skands.

Nota QUEST’ARTICOLO È ORIGINARIAMENTE APPARSO SU CE NEWS, FAYETTEVILLE, USA 6/2011 LE FOTOGRAFIE SONO UNA GENTILE CONCESSIONE DEL BCMOT (BRITISH COLUMBIA MINISTRY OF TRANSPORTATION AND INFRASTRUCTURE).

Parole chiave RILIEVI TOPOGRAFICI, STRUTTURE, GNSS, LASER SCANNING.

Abstract Difficult conditions and complex structures present challenges for preconstruction measurements. Acqualatina needed an integrated system for water purification, water supply and sewage disposal infrastructure management. Thanks to Autodesk Topobase the company is now able to manage data about ground and networks, and to share them with people working both inside and outside the company. This map management tool can also integrate with other tools used by the company, such as GIS, OMS and ER, as well as with information about customers. This advanced GIS system enables Acqualatina to manage its infrastructure properly, providing for itsr maintenance and optimization. The company is also planning to implement more in-depth analysis tools for water supply and sewage disposal infrastructure.

Autore JOHN EDWARDS TRADUZIONE A CURA DELLA REDAZIONE

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REPORTS

Progetto FreeGIS.net: definita la Reference Implementation di Francesco D’Alesio e Sergio Farruggia

“Con il tempo, vedremo emergere un nuovo equilibrio all’interno del quale tutte le differenti forme di software troveranno la propria collocazione: il tradizionale software commerciale, in stile Microsoft o SAP, insieme al modello Business web del software in affitto, in stile Salesforce.com, e al software libero prodotto o da comunità finanziate o da individui ispirati”. T. L. Friedman (Il Mondo è Piatto, Mondadori 2006, pag. 116)

S

oltanto un lustro è trascorso: riletta oggi, quella previsione, descrive uno stato acquisito. Sono tanti i presupposti che hanno concorso all’affermazione di questo quadro. Si può ricordare la Rete come componente abilitante, che consente di liberare energie, creatività e ha contribuito a rendere il mondo “piatto”. Cambia anche il modo di vivere di noi tutti. Le organizzazioni deputate a occuparsi della cosa pubblica quindi s’interrogano e si trasformano gradualmente per far fronte alle esigenze sempre più multiformi della società. Scendendo precipitevolmente nell’universo dell’Informazione Geografica, dovremo essere per sempre grati ai pionieri di INSPIRE, per aver prima immaginato e poi codificato un processo di armonizzazione e di condivisione dei dati geospaziali esteso a tutti i Paese europei. Un modello così ben congegnato e flessibile che si sta affermando anche oltre i confini europei. Un programma di lavoro collettivo in grado anche di ascoltare, seguire e assimilare le novità che si presentano inevitabilmente, nel corso del lungo percorso per la sua implementazione: espresse dal mercato (“l’uragano” Google maps), tecnologiche (il semantic web, Internet of things, …), sociali (Volunteered Geographic Information), del settore pubblico (Open Government). In questo contesto, hanno un ruolo notevole i progetti promossi e co-finanziati dalla Commissione europea. Essi consentono, infatti, di applicare i concetti e le norme; dimostrarne l’applicabilità, valutarne l’efficacia e generare feedback. Ancora: favoriscono la nascita di partenariati e promuovono quindi la cooperazione tra operatori di Stati diversi, di amministrazioni di differenti livelli, tra queste e le istituzioni private e gli enti di ricerca. Contribuiscono allo sviluppo di Infrastrutture di Dati Territoriali aggregatrici di conoscenze e competenze. Realtà che si rivolgono alla tecnologia intesa come un contenitore di soluzioni per le proprie esigenze e i propri obiettivi, senza preconcetti: consapevoli della complessità sempre crescente e dei ritmi di obsolescenza a cui sono soggette. Il progetto FreeGIS.net Rientrando nell’ambito di quanto sopra, il progetto FreeGIS. net mira a soddisfare la gestione, l’analisi e la pubblicazione d’informazioni geografiche attraverso l’utilizzo di formati

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aperti dei dati, software libero e standard aperti. FreeGIS.net è un progetto INTERREG, finanziato dal Programma di cooperazione sovra-regionale “Italia-Svizzera 2007-2013” FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) dell’Unione Europea. Gli obiettivi di FreeGIS.net sono essenzialmente: • l’individuazione delle peculiarità dello sviluppo delle funzionalità per gestire il multilinguismo con software GIS; • la definizione delle specificità di un’applicazione web services aderente agli standard INSPIRE e OGC, basata esclusivamente su componenti di software libero; • l’identificazione di una licenza dati “FreeGIS.net”, appropriata per la comunità degli utenti e corrispondente ai requisiti nazionali. Tutte le fasi del progetto prevedono un’analisi dello stato dell’arte riferito al tema considerato, indispensabile per ricavare linee guida orientate principalmente per fornire risposte alle necessità delle Pubbliche Amministrazioni. Questo articolo descrive -evidenziando alcune conclusioni a cui è pervenuto- il metodo adottato, e illustra sinteticamente l’architettura dell’applicazione di riferimento, individuata per soddisfare le esigenze del progetto: una struttura composta da applicazioni FOSS, interagenti sulla base di Standard OGC e conformi alla direttiva INSPIRE. Tale architettura software è il risultato dell’indagine svolta sugli standard esistenti nel campo dei Sistemi Informativi Geografici e dell’analisi della loro idoneità in un contesto multilinguistico e di un esame dei progetti di sviluppo di software GIS liberi, volta a verificare la loro conformità a tali standard. I contenuti di tale studio sono riportati nel documento Analysis of the FreeGIS.net Software Applications, pubblicato e disponibile, nella sezione “Documenti”, sul sito del progetto: http://www.freegis.net/. Il lettore interessato potrà quindi approfondire gli argomenti esposti in questo articolo acquisendo ed esaminando il documento da cui è tratto: gli autori saranno lieti di ricevere sia commenti e suggerimenti riguardanti i contenuti dell’analisi condotta, sia osservazioni e contributi rispetto alle scelte effettuate.

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REPORTS Gli standard esistenti Il rapporto contiene una prima sezione, in cui sono introdotti sia gli standard OGC, sia quelli derivanti dalla direttiva INSPIRE. In particolare, facendo riferimento anche alle corrispondenti prescrizioni dell’OGC, sono sinteticamente descritti i servizi Discovery e View che –secondo la roadmap di INSPIRE- le organizzazioni di ogni Stato Membro dovranno rendere operativi dal novembre 2011. Per le finalità di FreeGIS.net, tali nozioni sono state necessariamente associate ai requisiti cui occorre fare riferimento per organizzare i dati disponibili in modo tale che possano essere fruiti da tali servizi software. E’ questo un aspetto affascinante del processo INSPIRE: riuscire a considerare qualsiasi dataset creato in passato ed essere in grado di rendere fruibili le informazioni contenute, quale sia la struttura dati adottata a suo tempo. Per effettuare tale operazione occorre seguire le linee guida INSPIRE per le specifiche dei dati, definite per vari temi (Unità Amministrative, Idrografia, Altimetria, Particelle catastali, ecc.). Tali specifiche saranno applicate ai dati che s’intendono utilizzare tramite un processo di estrazione, trasformazione e preparazione per renderli disponibili ai servizi software. La soluzione adottata per eseguire questo processo (comunemente indicato con la sigla ETL: Extract, Transform, Load) dipende dal software scelto per la pubblicazione dei servizi INSPIRE. Per gli obiettivi di FreeGIS.net è stato inoltre indispensabile prendere in esame le differenze tra gli standard OGC e le specifiche INSPIRE in merito alla gestione del multilinguismo. La gestione del multilinguismo secondo l’OGC Le regole individuate dall’OGC per i servizi web multilingue sono raccolti nel documento OGC Web Services Common Standard. Tali disposizioni si applicano a tutte le specifiche dei servizi web OGC (WMS, WFS, WCS, catalogo, ecc.). Esse stabiliscono che ogni servizio web OGC deve riportare nel capabilities document l’elenco delle lingue accettate. Inoltre, è previsto un parametro opzionale ‘acceptLanguages’ utilizzabile per ogni richiesta. Esso consente all’utente di specificare un elenco di lingue desiderate, in ordine di preferenza. Il server deve inviare la risposta in una delle lingue specificate; se non è in grado di effettuare questa operazione, deve essere segnalata un’eccezione ‘InvalidParameterValue’. Esistono due metodi per definire la lingua utilizzata: predeterminato oppure –il così detto- best-effort. Con il primo, il client ottiene l’elenco delle lingue ammesse dal capabilities document, permettendo all’utente di scegliere quale selezionare: il parametro scelto verrà poi utilizzato per le richieste successive. Adottando il secondo metodo, il client ignora l’elenco delle lingue riportate nel capabilities document, ma viene usato il parametro ‘AcceptLanguages’. In questo caso, non vi è alcuna garanzia che la risposta sia fornita utilizzando uniformemente la stessa lingua, poiché ogni stringa di testo verrà restituita nel miglior linguaggio disponibile, come specificato nell’elenco ‘AcceptLanguages’. Per quanto riguarda lo standard del tag per specificare una lingua, esso deve essere un codice RFC 4646 completo, cioè di 5 caratteri (ad esempio ‘en-CA’), oppure sintetico (cioè due caratteri, ad esempio ‘en’). Oltre ai codici RFC 4646, il server deve supportare il carattere speciale ‘*’, utilizzato per indicare “qualsiasi lingua”. La gestione del multilinguismo secondo INSPIRE Le Implementing Rules di INSPIRE riguardanti la gestione del multilinguismo non coincidono con gli standard OGC. Prima di tutto, INSPIRE prevede che l’elenco delle lingue sia inserito nella sezione inspire:common ExtendedCapabilities, mentre OGC stabilisce che esso sia parte delle specifiche di

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base di ogni servizio web. Inoltre, INSPIRE utilizza il parametro ‘language’, mentre OGC utilizza il parametro ‘acceptedLanguages’. Inoltre, INSPIRE richiede la traduzione di uno specifico insieme di attributi di risposta. Il Common Standard OGC afferma invece che: “Per ogni stringa di testo in una Lingua nella risposta del server, comprese le stringhe presenti in immagini grafiche (ad esempio in una risposta GetMap WMS), il server deve restituire tale stringa di testo nella Lingua maggiormente preferita che sia disponibile”. Quindi, le prescrizioni OGC sono più restrittive di quelle INSPIRE. Infine, INSPIRE utilizza codici di Lingua basati sullo standard alpha-3 ISO 639-2/B, mentre OGC per identificare le lingue –come abbiamo visto- usa il tag RFC 4646. Non ci sono conflitti tra queste due scelte. Tuttavia, esse creano la sovrapposizione di due diversi modi di gestire la stessa caratteristica. L’OGC afferma che: “I server che ignorano il parametro ‘acceptLanguages’ banalmente sono completamente compatibili”. Quindi, se è necessario un servizio INSPIRE, i vincoli multilingue OGC potrebbero essere ignorati del tutto. Tuttavia, un server per essere compatibile sia alle prescrizioni INSPIRE, sia a quelle OGC, deve considerare entrambi i parametri ‘acceptLanguages’ e ‘language’. E’ veramente difficile stabilire il comportamento lato server per tali condizioni. Allo stato attuale, la soluzione migliore sembra sicuramente quella di non considerare i vincoli multilingue INSPIRE e assumere quelli dell’OGC. Infatti, le Implementing Rules di INSPIRE affermano che: “... disponendo di versioni future degli standard OGC potrà essere necessario rivedere l’approccio raccomandato per gestire il multilinguismo”. L’esame dei software WebGIS liberi Un’applicazione WebGIS consiste in una pila (stack) di componenti software in grado di gestire informazioni geografiche attraverso il web. Gli schemi di strutture WebGIS riportate nel seguito comprendono tutte le componenti che soddisfano le esigenze specificate dalle caratteristiche della Reference Implementation di FreeGIS.net, dal livello dati a quello utenti. Un (GET) WebGIS è strutturato come mostrato nella figura 1. Il Data Layer immagazzina i dati: questa operazione può essere gestita con un DBMS spaziale (come PostgreSQL o MySQL), con dei file (per esempio, ESRI Shapefiles, XML o JSON Files) o utilizzando un servizio WFS. Il livello server riceve i dati dal Data Layer, esegue operazioni su dati e li pubblica principalmente attraverso tre servizi OGC: servizi

Figura 1 - Struttura del WebGIS.

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REPORTS di catalogo (CSW), servizi per la pubblicazione di mappe in formato immagine (WMS) e servizi per la pubblicazione di oggetti geografici (WFS). Questi servizi possono essere utilizzati sia con un’applicazione GIS desktop (come gvSIG o GRASS) o attraverso applicazioni web. Gli utenti possono infine utilizzare i dati WebGIS tramite un browser (come Chrome o Firefox), un’applicazione GIS desktop o un software per dispositivi mobili (per esempio, mixare). Invece, lo schema di figura 2 riporta l’architettura di un’applicazione WebGIS per attività di editing. I dati possono essere creati e modificati utilizzando un’applicazione GIS desktop o con un browser internet attraverso un’applicazione web. Essi saranno passati a un servizio WFS-T che trasferirà le modifiche al Data Layer.

Come si evince dal numero di combinazioni possibili, grazie a formati standard e all’interoperabilità, ci sono molti modi di ottenere servizi INSPIRE da diversi database spaziali. Tuttavia, nessuno di questi software permette di realizzare servizi perfettamente conformi ai requisiti di INSPIRE. Anche se tutte le comunità coinvolte nel loro sviluppo sono consapevoli delle esigenze INSPIRE, e alcune (specialmente DeeGree) orientano il proprio impegno verso le implementing rules di INSPIRE, ogni scelta comporta comunque lo sviluppo di software ad hoc. La Reference Implementation adottata in FreeGIS.net La soluzione individuata risponde ai seguenti requisiti: • pubblicazione dei dati tramite servizi Web standard, come WMS, WFS e CSW • pubblicazione dei dati seguendo quanto prescritto dalla direttiva INSPIRE e indicato dalle implementing rules • editing dei dati adottando lo standard WFS-T • memorizzazione dei dati in uno spatial DBMS “FOSS” • trasformazione dei dati di fonti diverse in formati standard e conformi alle specifiche INSPIRE, sia tramite trasformazioni una tantum, sia automatiche e on-the-fly • disponibilità di funzionalità di geoprocessing per i dati pubblicati.

Figura 2 - Architettura di un’applicazione WebGIS per attività di editing.

Lo studio ha analizzato prodotti software disponibili per i differenti layer (Data, Server, Web Application e User), focalizzando l’attenzione su come i diversi prodotti possono essere integrati, interagire tra loro, quali vincoli presenta ogni scelta. L’implementazione dei servizi INSPIRE coinvolge vari software. Lo schema di figura 3 descrive le possibili relazioni tra il software analizzato, dal livello Dataset sino alle tre richieste di servizi INSPIRE.

Figura 3 - Possibili relazioni tra il software analizzato, dal livello Dataset sino alle tre richieste di servizi INSPIRE.

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L’architettura dell’applicazione è descritta tramite lo schema di figura 4 , dove in verde sono evidenziati gli standard OGC e/o INSPIRE utilizzati per l’integrazione. Lo studio ha permesso d’identificare e prevedere l’impiego dei seguenti componenti software: • Framework HUMBOLDT (http://community.esdi-humboldt.eu/): HUMBOLDT è un progetto europeo (conclusosi nel primo semestre 2011) che ha contribuito allo sviluppo delle infrastrutture di dati spaziali, ponendo particolare attenzione ai processi di armonizzazione dei dati; il framework include diversi pacchetti software, che soddisfano quasi tutte le esigenze di trasformazione e armonizzazione dei geodati; • PostgreSQL (http://www.postgresql.org/): è il più avanzato DBMS open source; • PostGIS (http://postgis.refractions.net/): Integra il DBMS PostgreSQL per il supporto degli oggetti geografici, adottando le OpenGIS Simple Features Specifcation per SQL; • MapServer (http://mapserver.org/): è il software di web mapping più utilizzato; • GisClient (http://www.gisclient.net/): fornisce una GUI per configurare MapServer, è uno strumento potente e flessibile per la gestione e l’analisi dei geodati su piattaforma web; • PyWPS (http://pywps.wald.intevation.org/): implementa lo standard WPS, fornendo funzioni di geoprocessing; • GeoNetwork opensource (http://geonetwork-opensource. org/): si tratta di un catalogo per la gestione risorse georeferenziate; • OpenLayers (http://openlayers.org/): fornisce un’API Javascript per immettere facilmente mappe dinamiche in qualsiasi pagina web. Assumendo di dover fruire di diverse fonti di dati, l’utente sarà in grado di effettuarne la trasformazione utilizzando il software del Framework HUMBOLDT oppure processi ETL personalizzati. Il software di HUMBOLDT consente sia di trasformare i dati, sia di definire regole di trasformazione da utilizzare in un servizio WPS.

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REPORTS Dal punto di vista client, i servizi forniti saranno fruibili impiegando un’applicazione GIS Desktop compatibile con gli standard OGC (come gvSIG, GRASS o QGIS) oppure un browser web (come Firefox o Chrome). In questo secondo caso, le funzionalità di mapping saranno fornite dalla libreria Javascript OpenLayers.

Parole chiave OPEN DATA, SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI, OPEN STANDARDS, SOFTWARE LIBERO.

Abstract

Figura 4 - Architettura dell’applicazione dove in verde sono evidenziati gli standard OGC e/o INSPIRE utilizzati per l’integrazione.

L’uscita di questo processo è un file GML, che può essere importato in un DBMS spaziale (come PostgreSQL) oppure direttamente nel software web mapping (come MapServer o Deegree). L’utente potrà quindi configurare un’applicazione webGIS, conforme alle specifiche INSPIRE, utilizzando GisClient per i WMS e gli WFS e GeoNetwork per i CSW. Le funzionalità di editing saranno fornite da TinyOWS, usando il protocollo WFS-T, mentre quelle di geoprocessing saranno garantite grazie all’impiego di PyWPS: esso consente di utilizzare funzioni di GRASS, R e, se necessario, definire funzioni personalizzate.

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Project FreeGIS.net: defined the Reference Implementation FreeGIS.net aims to meet the management, analysis and publication of geographic information through the use of open data formats, free software and open standards. FreeGIS.net is an INTERREG project, funded by the supra-regional cooperation "Italy-Switzerland 2007-2013" ERDF (European Regional Development Fund) of the European Union.

Autori FRANCESCO D’ALESIO R3 GIS SERGIO FARRUGGIA - SERGIO.FARRUGIA@FASTWEBNET.IT CONSULENTE PATRICK OHNEWEIN- TIS INNOVATION PARK BZ

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GI IN EUROPE - di Mauro Salvemini

Interoperabilità e pianificazione territoriale: un libro prodotto nell’ambito di INSPIRE Gli autori generalmente non recensiscono i loro libri e quanto segue è in linea con questa prassi. La rubrica ospita questa volta la presentazione del libro prodotto al termine del progetto Plan4all ( www. plan4all.eu ), che ho chiesto a Franco Vico, responsabile scientifico della partecipazione del partner AM-FM GIS Italia. L’associazione AMFM GIS Italia ( www.amfm.it ) ha svolto nel progetto un ruolo rilevante per quanto riguarda aspetti quali la validazione dei modelli di dati, dei metadati e della usabilità delle soluzioni. Il lavoro svolto nel progetto ha creato nell’ambito della associazione un dominio di conoscenza e di ottima pratica che è a disposizione per essere condivisa con chi ne sia interessato. Quindi chiunque desideri approfondire il tema può rivolgersi ad AM-FM GIS Italia ( info@amfm.it).

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E’ stato pubblicato recentemente il libro Plan4all Project. Interoperability for Spatial Planning di Salvemini M., Vico F., Iannucci C., Eds, 2011 che sintetizza alcuni risultati del Progetto Europeo Plan4all. Il progetto, concluso il 31 Ottobre 2011, ha riguardato l’armonizzazione e l’interoperabilità dei dati per la pianificazione territoriale in accordo con i principi di INSPIRE. Plan4all è un consorzio di 24 partner fra cui università, enti locali e altri soggetti pubblici, associazioni paneuropee o nazionali, imprese private, di 15 paesi europei. Il progetto si è occupato di 7 categorie tematiche di dati territoriali (spatial data themes) di INSPIRE, tra cui Utilizzo del territorio (land use), Copertura del suolo (land cover), Zone a rischio naturale, e di networking services, dal punto di vista e in funzione della pianificazione territoriale. Per questi 7 temi sono stati preparati i modelli dati e i metadata profiles. La definizione dei modelli dati (questa dizione usata da Plan4all è sostan-

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zialmente un sinonimo della dizione data specifications usata da INSPIRE) sta all’incrocio di competenze diverse e richiede cooperazione di esperti di dominio (pianificazione territoriale), esperti di Geographic Information, informatici... Nella visione di INSPIRE, nei Thematic Working Group che si stanno occupando di data specification, vanno inclusi anche esperti di INSPIRE, che quindi sembra diventare un’area di competenza a se stante, pericolosamente autoreferenziale. La definizione di tali modelli, in particolare del tema land use, cioè del tema che comprende i dati della pianificazione territoriale (mentre gli altri temi riguardano i dati utili alla pianificazione), è uno snodo fondamentale per confrontarsi con questioni tecnico-disciplinari specifiche quali la mosaicatura dei piani comunali, la discesa di scala dei piani paesaggistici regionali ed in generale con la transcalarità della pianificazione e i rapporti tra pianificazione generale (ai diversi livelli), piani settoriali e piani specialistici.

Il libro nasce dall’idea che i risultati di un progetto come Plan4all, riguardante l’interoperabilità dei dati per la pianificazione territoriale, devono essere “interoperabili”, cioè essere ampiamente disseminati all’interno delle diverse comunità dei pianificatori e dei professionisti della GI e ICT. Con questo in mente il libro ha cercato di trovare un linguaggio che permetta di superare i confini e i vincoli dei “dialetti” peculiari di ogni disciplina, focalizzandosi sugli approcci più che sulle technicalities: non ha però rinunciato per questo all’uso di alcuni linguaggi formalizzati, in particolare a proporre qualche schema UML (Uniform Modeling Language), che è il linguaggio in cui vengono espressi i modelli dati, che può apparire ostico ma che è certamente un mezzo capace di veicolare sinteticamente, in una visione sinottica, molti concetti, e che non deve risultare una barriera per i diversi esperti interessati poiché è uno dei modi con cui ISPIRE comunicherà. INSPIRE postula la sussidiarietà; l’informazione geografica è locale per natura.

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Quindi dobbiamo pensare a flussi informativi che vanno dal livello locale a quello europeo, attraverso i diversi livelli intermedi, tra cui cruciale sembra essere quello regionale. Quanti sono i soggetti istituzionali in Italia che hanno responsabilità (ancorché diverse) per quanto riguarda la pianificazione territoriale? Certamente non molto meno di diecimila. Entro la fine del 2014 tutti i nuovi dataset geografici che saranno prodotti dovranno essere conformi alle specifiche di INSPIRE, cioè alle Implementing Rules, che, per quanto riguarda i modelli dati dei temi elencati negli Annex di INSPIRE, saranno approvate entro il 2012. Entro il 2019 lo stesso dovrà avvenire per i dataset rilasciati prima del 2014, ancora in uso a quella data. Quindi è necessario che i concetti di INSPIRE vengano metabolizzati, nella loro dimensione pratica, da un gran numero di soggetti, che sono i tecnici degli enti locali, i professionisti della pianificazione ecc., che con questi concetti, a un certo punto, saranno obbligati a fare i conti. Ciò per far sì che le Implementing Rules di INSPIRE non diventino una ulteriore, insopportabile, cappa burocratica, ma una opportunità di innovazione e di sviluppo tecnico disciplinare. In questo scenario il libro di Plan4all è ovviamente un granellino, ma è pur sempre qualcosa.

Il libro ha la seguente struttura: • Capitoli 1 e 2, definiscono il contesto per quanto riguarda la pianificazione territoriale, la ICT, il fabbisogno di interoperabilità, e introducono il concetto chiave di Spatial Data Infrastructure (Infrastruttura di Dati Territoriali); Capitolo 3, descrive complessivamente il Progetto Plan4all; • Capitolo 4, contiene una sintesi dello stato della pianificazione in Europa, problemi simili e soluzioni differenti, anche all’interno di uno stesso paese; • Capitolo 5, descrive i metadati e i loro cataloghi come strumento chiave per la condivisione dei dati; • Capitoli 6 e 7, introducono i modelli dati in generale e quelli dei temi land use, land cover e “Zone a rischio naturale”; • Capitolo 8, descrive le architetture di rete che possono supportare l’interoperabilità dei dati per la pianificazione territoriale; • Capitolo 9, mostra come, in casi concreti, è possibile l’armonizzazione e l’interoperabilità dei dati per la pianificazione territoriale; • Capitolo 10, sintetizza i risultati dei workshop a livello nazionale organizzati nei diversi paesi; • Capitolo 11, raccoglie i commenti dei partners del Consorzio di Plan4all riguardanti le prospettive.

Il libro è distribuito con licenza Creative Common Attribution 3.0, ed è scaricabile gratuitamente dal Geoportale di Plan4all (http://www.plan4all.eu che verrà mantenuto anche oltre la scadenza del Progetto).

Abstract Interoperability and territorial planning: a book produced in the framework of INSPIRE The Plan4all project www.plan4all.eu/ contributes to the standardisation in the field of spatial data from spatial planning point of view. Its activities and results will become a reference material for INSPIRE initiative; especially for data specification. Plan4all is focused on the following 7 spatial data themes as outlined in Annex II and III of the INSPIRE Directive and Figure 1: • • • • • •

Land cover Land use Utility and Governmental services Production and industrial facilities Agricultural and aquaculture facilities Area management/restriction/regulation zones and reporting units • Natural risk zones AMFM GIS ITALIA (www.amfm.it) is partner of Plan4all project and leading association in Italy for geospatial information. The book published by the project is freely available at http://www.plan4all.eu/simple cms/?menuID=65&action=article&presen ter=Article


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OPEN SOURCE

GeoNode

condivisione di dati e applicazioni territoriali

di Simone Dalmasso e Luca Casagrande

Negli ultimi anni si è passati da un sistema in cui la priorità era reperire le informazioni ad un sistema in cui la priorità è gestire l’imponente mole di dati disponibili e soprattutto rendere questi dati utili, cioè condividerli pensando anche ad un’utenza non necessariamente tecnica. Esempio di dato caricato in GeoNode

I

social network sono l’esempio principale di condivisione di informazione in quanto consentono lo sharing di documenti e dati multimediali. L’informazione geografica tuttavia è un tipo di dato che ha maggiori gradi di libertà ovvero di complessità e per la sua condivisione o per il suo utilizzo servono strumenti più raffinati. Questa necessità deriva proprio da come è strutturato il dato territoriale e da come si distingue da una semplice informazione di tipo alfanumerico. La prima caratteristica di un dato geografico è che è composto da due parti: • la geometria ovvero la serie di punti, linee o poligoni che ne definisce la forma e la posizione nello spazio; • gli attributi ovvero le informazioni associate alla geometria che ne danno una contestualizzazione. La seconda caratteristica è che difficilmente un dato geografico si “spiega” da solo, servono cioè altri dati correlati, detti metadati, che diano informazioni sullo scopo, sulla validità temporale o sul creatore del dato stesso. Queste peculiarità mettono in luce un elevato grado di complessità che implica l’utilizzo di numerosi componenti diversi, soprattutto in ambito web dove le tecnologie di accesso sono le più disparate e quindi l’unico modo per renderle compatibili tra loro è il rispetto di standard o protocolli di comunicazione. Uno sviluppatore di WebGIS deve infatti conoscere svariate componenti e diversi linguaggi per poter creare un’applicazione web per condividere dati geografici. GeoNode è un progetto nato dai labs del Global Facility for Disaster Reduction and Recovery della Banca Mondiale con lo scopo di rendere semplice la condivisione e l’utilizzo di dati geografici attraverso internet.

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GeoNode porta al sui interno tutti i componenti necessari a creare una complessa applicazione web geografica, attraverso una semplice interfaccia web che guida l’utente dal caricamento del dato fino alla redazione dei relativi metadati. Non solo servizi, ma completi applicativi Web GeoNode è stato sviluppato utilizzando i più noti strumenti dedicati alla gestione del dato territoriale. I servizi WMS sono realizzati mediante GeoServer mentre la catalogazione e la gestione dei metadati viene affidata a GeoNetwork. L’intero sistema, compresa l’amministrazione degli utenti e la gestione dei permessi dei dati o delle mappe, è connesso con il Framework Django, basato sul linguaggio di programmazione Python. GeoNode si appoggia ad una base dati pubblicata attraverso Geoserver ma consente anche all’utente di caricare e rendere disponibile il proprio dato. Ultimato il caricamento di un dato (attualmente disponibile in ESRI ShapeFile ed in GeoTIFF) è possibile impostarne i permessi di condivisione e creare uno o più stili. Caratteristica peculiare di GeoNode è quella di permettere all’utente di poter realizzare degli applicativi WebGIS combinando sia i dati presenti sia servizi forniti dall’esterno mediante lo standard WMS. Questi WebGIS chiamati Maps possono essere utilizzati per visualizzare ed interrogare i dati. Una volta realizzato il proprio WebGIS sarà possibile ottenere il codice da inserire all’interno di un IFRAME del proprio sito. Scenari di utilizzo Esistono già alcuni casi pratici di utilizzo di GeoNode, sia per la gestione di emergenze umanitarie che per semplice condivisione da parte di enti che vogliono aprire il loro database geografico.

Nel primo caso il portale “Open Data for The Horn” è un ottimo esempio di collaborazione per mettere a disposizione immagini satellitari, analisi e dati per l’emergenza siccità nel Corno d’Africa.Nel secondo caso “WorldMap” dell’Università di Harvard mette a disposizione moltissimi dati attraverso mappe (WebGIS) di tutto il mondo e con vari tematismi.

Ringraziamenti GEONODE HTTP://WWW.GEONODE.ORG GEOSERVER HTTP://WWW.GEOSERVER.ORG DJANGO HTTP://WWW.DJANGO.ORG OPEN DATA FOR THE HORN HTTP://HORN.RCMRD.ORG WORLDMAP HTTP://WORLDMAP.HARVARD.EDU/

Parole chiave GEODATA, 3D, STEREOSCOPIA, OPEN SOURCE.

Abstract GeoNode sharing of spatial data and land applications GeoNode is an open source platform that facilitates the creation, sharing, and collaborative use of geospatial data. The project aims to surpass existing spatial data infrastructure solutions by integrating robust social and cartographic tools. At its core, the GeoNode has a stack based on GeoServer, Django, and GeoExt that provides a platform for sophisticated web browser spatial visualization and analysis (excerpt from GeoNode website).

Autore SIMONE DALMASSO SIMONE.DALMASSO@GMAIL.COM – WORLD FOOD PROGRAMME (WFP) INFORMATION TECHNOLOGY FOR HUMANITARIAN ASSISTANCE, COOPERATION AND ACTION (ITHACA) LUCA CASAGRANDE LUCA.CASAGRANDE@GMAIL.COM STUDIO ASSOCIATO GFOSSERVICES - T4E S.R.L.

GEOmedia n°5-2011



RECENSIONE

Le linee della costa Definizioni, riferimenti altimetrici e modalità di acquisizione dei dati AUTORI: MANUELA MILLI E LUCIANO SURACE EDITORE: ALINEA EDITRICE, FIRENZE 2011 WWW.ALINEA.IT PAGINE: 79 PREZZO: 18 € A CHI È DIRETTO: PROFESSIONISTI E STUDENTI DEL SETTORE CARTOGRAFICO E IDRO-OCEANOGRAFICO, IDRAULICO E GEOLOGICO-PETROLIFERO. PROFESSIONISTI DEI SETTORI ECONOMICI, GIURIDICI E POLITICI.

L

a linea di costa è quella della vegetazione, quella della scarpata, quella raggiunta dalle onde di tempesta, il “bagna-asciuga” o quella della rottura delle onde? A questa e a molte altre domande con circa 80 pagine di geomatica alla portata di tutti, Manuela Milli e Luciano Surace esauriscono il tema della conoscenza della determinazione della linea di costa, la sua attendibilità e le modalità per il rilevamento ed il tracciamento digitale. L’argomento trattato con sapienza e maestria da due esperti del settore con chiara fama alle spalle, maturata anche all’interno dell’Istituto Idrografico della Marina, che ha la

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responsabilità per la definizione delle linee di costa e della cartografia nautica come Organo Cartografico di Stato, affronta anche il tema del riferimento altimetrico ufficiale. Si comprende appieno, attraverso la lettura di tale testo cosa si celi dietro alla semplice definizione di quota s.l.m. (sul livello del mare) per dare ai tecnici professionisti del settore gli elementi di certezza per il tracciamento di un elemento importante della cartografia, il confine di tutte le terre asciutte che con rigorosità viene trattato al fine di darne certezza nella localizzazione anche nella sua dinamicità. Vengono illustrate le possibili tecni-

che adatte al rilevamento e si conclude l’oper con l’illustrazione di esempi pratici quali l’estrazione di linea di costa da dati CTR e dati LIDAR e la stima della accuratezza conseguibile. Chiude il testo una copiosa bibliografia del settore e una sitografia che rimanda il lettore a proseguire la sua conoscenza nell’universo di Internet. Il libro è stato stampato con un particolare contributo della Leica Geosystem. (RC)

GEOmedia n°5-2010



RECENSIONE

ECDL GIS La rappresentazione cartografica e i fondamenti del GIS

AUTORE: EMANUELA CAIAFFA EDITORE: : McGraw-Hill, MILANO 2011 WWW.MCGRAW-HILL.IT PAGINE: 418 PREZZO: 31 € A CHI È DIRETTO: PROFESSIONISTI CHE PARTECIPANO AI CORSI PER OTTENERE LA PATENTE EUROPEA DEL COMPUTER (ECDL) PER I SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI

I

l testo tratta tutti gli argomenti necessari al superamento dell’esame per il conseguimento della certificazione ECDL specialistica per i Sistemi Informativi Geografici, atta al conseguimento di un titolo riconosciuto a livello europeo che attesti la conoscenza dei GIS e il loro uso con software specifici. La certificazione GIS si articola su tre moduli separati, il cui superamento complessivo porta al conseguimento della certificazione. I primi due moduli sono a carattere teorico, mentre il terzo ha un carattere più applicativo. Nel primo modulo si tratta della rappresentazione cartografica finalizzata alla verifica della conoscenza della rappresentazione cartografica nei GIS,

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partendo dai fondamenti della geodesia per arrivare ai sistemi di riferimento, le proiezioni cartografiche, la topografia e il GPS. Il secondo modulo è dedicato all’esame per la verifica della conoscenza delle componenti dei GIS, dal processo di modellazione della realtà nei sistemi informativi territoriali, al concetto di topologia e all'analisi spaziale applicata ai dati raster e ai dati vettoriali descriventi campi continui ed entità discrete. Il terzo modulo è basato sull’uso della versione 9.3 di ArcGIS della ESRI pur avendo una appendice che tratta delle principali variazioni avvenute nella versione 10 di ArcGIS. Si guida così l’utente a muovere i primi passi per arrivare a concludere un intero progetto

GIS conducendolo successivamente all’uso dei nuovi tools della versione 10 come ad esempio il Time Slider per l’introduzione del tempo come quarta dimensione di uno spazio cartesiano. La validazione del testo per lo scopo ECDL GIS e' stata effettuata da AICA (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) in base alla normativa internazionale, particolarmente rigorosa, emessa recentemente da ECDL Foundation. Chiude il testo una copiosa bibliografia del settore organizzata in sezioni che stimolerà il lettore a proseguire la sua conoscenza nell’affascinante settore dei GIS, dell’Informazione Geografica e della Geomatica. (RC)

GEOmedia n°5-2010


Insieme per l’intelligenza del territorio

www.esriitalia.it


AGENDA

2011-2012 7 - 9 dicembre 2011 Frascati GRSG Workshop - Advances in Geological Remote Sensing Web: earth.eo.esa.int/ workshops/grsg2011/ 23-25 gennio 2012 Ostrva, Repubblica Ceca Surface Models for Geosciences http://gis.vsb.cz/gis2012/ authors.php 7 – 9 febbraio 2012 Principato di Monaco Imagina 3D http://www.imagina.mc/2012/ content/Home/homeUK.php 6 - 10 maggio 2012 Roma FIG Working Week 2012 http://www.fig.net/fig2012/ 10 – 12 maggio 2012 Cagliari INPUT 2012 http://input2012.it 15-18 maggio Nuova Fiera di Roma FORUM PA 2012 http://portal.forumpa.it/ 5 – 8 giugno 2012 ASITA 2012 Vicenza http://www.asita.it

Settima Conferenza Internazionale in Informatica e Pianificazione Urbana e Territoriale (INPUT 2012) Si terrà a Cagliari, dal 10 al 12 maggio 2012, la Settima Conferenza Internazionale in Informatica e Pianificazione Urbana e Territoriale (INPUT 2012), organizzata congiuntamente dai Dipartimenti di Ingegneria del Territorio delle Università di Cagliari e di Sassari, dal titolo “Strumenti di supporto al piano: analisi, attuazione e valutazione”. INPUT nasce nel 1999 in concomitanza con la VI Conferenza dell’Associazione Computer in Urban Planning and Urban Management (CUPUM’99), che ha posto le basi per la costituzione di un network italiano di esperti, sviluppatori ed utilizzatori di modelli territoriali ed ambientali. A seguito dell’attenzione suscitata dalla prima edizione, INPUT è diventato un appuntamento fisso, gestito da un gruppo informale di studiosi e ricercatori italiani accomunati dall’interesse verso l’utilizzo dell’informatica nella pianificazione territoriale. Studiosi e professionisti sono dunque invitati a inviare i loro contributi su esperienze innovative nel quadro del tema generale di INPUT 2012 (Planning support tools: policy analysis, implementation and evaluation), nell’ambito di domini tecnologici trasversali, quali GIS, geo-visualizzazione, web 2.0. Una lista (non esaustiva) di argomenti è disponibile sul sito della conferenza, www.input2012.it sezione Conference/Topics. Sul sito sono presenti anche il call for papers e una sezione Latest news che contiene tutti gli aggiornamenti sulla conferenza. I contributi devono essere redatti in inglese, avere lunghezza compresa tra 9 e 12 pagine, essere formattati seguendo le istruzioni presenti nel sito e utilizzando un modello appositamente predisposto, ed infine caricati sul sito (previa registrazione) entro il 15 gennaio 2012. Ogni contributo presentato sarà valutato da due referees anonimi; i contributi accettati saranno pubblicati su un e-book con codice ISBN, a condizione che almeno uno degli autori si iscriva alla conferenza e versi la quota di iscrizione entro il 20 marzo 2012. È ammesso un massimo di due contributi per autore. 15.01.2012 28.02.2012 20.03.2012 20.03.2012 31.03.2012 10-12.05.2012

Scadenza per l’invio dei contributi completi Notifica di accettazione Scadenza per l’eventuale invio delle versioni riviste a seguito di osservazioni dei referees Scadenza per il pagamento dell’iscrizione della quota ai fini della pubblicazione del contributo nell’e-book Scadenza per il pagamento dell’iscrizione della quota a prezzo ridotto INPUT 2012

Quote di iscrizione

Ordinaria

Entro il 31.03.2012

Dal 1.04.2012

150

200

Ridotta studenti, post-doc, borsisti e assegnisti, giovani ricercatori (nati dopo il primo gennaio 1977)

80

Cena sociale

Comitato scientifico locale Michele Campagna, Andrea De Montis, Federica Isola, Sabrina Lai, Cheti Pira, Corrado Zoppi Telefono: +39 (0)70 675 5200 - 5206 Sito internet: www.input2012.it E-mail: info@input2012.it Twitter: www.twitter.com/input2012

GEOmedia incoraggia i nuovi autori: il tuo contributo editoriale è benvenuto! GEOmedia è il punto di riferimento nel panorama informativo dedicato al mondo della geomatica e della geografia intelligente con una decisa apertura verso tutte le esperienze tecnico-scientifiche che approcciano il settore con un carattere divulgativo. Per questo la Redazione di GEOmedia è sempre pronta a pubblicare articoli ritenuti di particolare interesse per la comunità geomatica e geografica del terzo millennio, compatibilmente con i nostri temi editoriali, così suddivisi: Catasto e Topografia – Articoli legati al settore topografico in generale e a quello del catasto in particolare. Terra e Spazio – Articoli dedicati al settore spaziale per lo studio della Terra, al Telerilevamento (Remote Sensing e Earth Observation), il posizionamento satellitare (GNSS) con particolare attenzione ai sistemi GPS, GLONASS, GALILEO, Beidou, ecc., e ai sistemi per il miglioramento della precisione (EGNOS, WAAS, ecc.).

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100 30

Scienze della Terra – Articoli relativi alla geomatica per le discipline che studiano la struttura interna, la morfologia superficiale e l’atmosfera, quali la geografia, la geodesia, la geofisica, la geologia e l’idrologia. GIS CAD e 3D – Articoli sui Sistemi Informativi Geografici (GIS), gli strumenti per il disegno automatico (CAD) e i sistemi per la gestione e l’editing dei modelli tridimensionali per la progettazione urbana e territoriale dell’edificato e delle infrastrutture territoriali. Infomobilità – Articoli relativi alla geomatica per le tecnologie dell’informazione a supporto della mobilità e degli spostamenti di persone e merci a seguito dello sviluppo di dispositivi di navigazione satellitare. Se interessati, potete sottomettere un contributo a: redazione@rivistageomedia.it

Indice Inserzionisti ABACO BOVIAR CGT CODEVINTEC CRISEL EPILON-ITALIA ESRI ITALIA GEOCART GEOGRA' GEOGRAFICA GESP GEXCEL INTERGRAPH MEDIAGEO NBL NETHIX PITNEY BOWES PLANETEK PRISMA ROMA S. MOBILITA' SINERGIS TEOREMA TOPCON TRIMBLE ZENIT

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GEOmedia n°5-2011


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Attività primaria

Società di ingegneria

Cartografia

Consulenza

Rilievi GPS

Formazione

Topografia, Geodesia

Università

Catasto

Produttore

GIS/SIT

Assoc. categoria

Ingegneria del territorio

PAC

Protezione ambientale

PAL

Banche dati territoriali

Ente parco

Formazione

Comunità montana

Editoria

Uff. Tecnico

Consulenza

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Abbiamo continuato a investire in R&D, studiando soluzioni

ragioni anagrafiche non abbiamo partecipato al Risorgimento,

innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial,

ma nella rivoluzione digitale abbiamo fatto la nostra parte.

creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera tra-

Siamo stati una tra le prime aziende italiane a investire nei sistemi

sparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando

GIS, realizzando applicazioni che hanno permesso a numerose

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Abbiamo messo a punto procedure di lavoro che consentono di

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Contestualmente, abbiamo sviluppato software che consen-

zazione dell’Italia: un risultato di cui siamo fieri e che saremmo

tono di snellire i processi della pubblica amministrazione e di

felici di condividere con voi.

coordinare con maggior efficacia gli interventi sul territorio in campo urbanistico, viabilistico o ambientale. In ogni settore, abbiamo sviluppato progetti specifici, calibrati con precisione sulle esigenze e gli obiettivi strategici dei nostri committenti. GESP Srl

MILANO - BOLOGNA

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