Rivista bimestrale - anno XVI - Numero 6/2012 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
N°6 2012
CLOUD COMPUTING E GIS
X Valutazioni sul consumo di suolo mediante dati telerilevati
X La trasformazione diretta delle mappe catastali
X Riflessioni su un programma ministeriale
X Trasformazione di coordinate nel GEOPORTALE NAZIONALE
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GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 10 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Luciano Surace, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Nomentana, 525 00141 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: SPADAMEDIA srl VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA) Editore: mediaGEO soc. coop. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.
La coscienza dell’informazione geografica Uno schema di facile comprensione per l’informazione geografica è quello che la descrive come un elemento della conoscenza ambientale e territoriale nell’ambito della quale sono ospitate tre componenti, la produzione del dato cartografico di base, la produzione del dato tematico derivato dalla fusione con altre informazioni e in ultimo il consumo di dati a vari livelli di fruizione. In questi intervengono professionisti, imprese produttive, strutture governative e cittadini, che instaurano rapporti in un mercato ristretto, quasi di nicchia, ma connesso ad una vasta area di utenti spesso poco consapevoli di quanta ricerca e tecnologia ci sia dietro. In questo quadro le strutture governative dovrebbero profittare del particolare momento che stiamo vivendo, in cui una crisi economica di tutto rispetto si sovrappone ad una richiesta di partecipazione dei cittadini alla gestione del dato pubblico. La possibilità di utilizzare apertamente i dati, che vengano o no rivenduti, stravolge le opportunità di mercato dando origine a economie innovative basate sulla disponibilità del rilevante elemento di conoscenza dettagliata del territorio e dell’ambiente in cui siamo relazionati. Le adesioni a questa tendenza sono condivise a livello globale da tutte le pubbliche amministrazioni ostacolate però da un apparato normativo complesso che andrebbe semplificato e forse riscritto. L’eccellenza si trova proprio in quelle amministrazioni che stanno trattando la realizzazione delle Infrastrutture di Dati Territoriali e in questo creano anche una coesione di interessi con efficaci sinergie da parte di tutti gli attori principali del mercato, con le piccole e medie imprese che danno segni di forte rinnovamento. Basti pensare che la costruzione della nuova base di dati geografici attraverso la compilazione dei geodatabase si sta finalmente realizzando ad opera di operatori unici non più scissi nei tradizionali ruoli di rilevatore ed operatore informatico gis, mentre le stesse strumentazioni di rilievo archiviano i dati direttamente nei geodatabase. Ciò è riscontrabile nella realizzazione di appalti di produzione cartografica che richiedono i DBT, Database Topografici multiscala, ricavati da aerofotogrammetria come stabilito dalla recente normativa sui sistemi di riferimento e sulle norme tecniche di realizzazione. In queste entra con successo lo strumento software di verifica del dato che è stato realizzato nell’ambito del progetto IntesaGIS, un Validator distribuito alle imprese che rilevano il dato per verificare la qualità della loro produzione. Un ciclo che si chiude tra amministrazioni, imprese e cittadini con una strada tracciata e la soluzione per il futuro è lì davanti a noi che aspetta di essere cavalcata senza esitazione per non vanificare gli sforzi pregressi. Ma in questo è fondamentale soffermarci sull’archiviazione sostenibile del dato generato, l’unico vero bene risultante dell’intera operazione che ruota intorno all’Informazione Geografica. Purtroppo l’informatizzazione che abbiamo avuto in questi anni ha prodotto seri danni sui processi di acquisizione e trattamento dei dati poiché ha spostato l’attenzione troppo su se stessa ed ancora oggi assistiamo ad attività che si concentrano più su quello che l’informatica può offrire rispetto a quello che il dato trattato dall’informatica può dare. Speriamo che giunga presto una presa di coscienza sulla questione e si esca dal luogo comune di voler far vedere cosa si può fare con certi strumenti, ormai lo sanno tutti! Buona lettura, Renzo Carlucci
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Numero chiuso in redazione il 30 Marzo 2013. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore. Rivista fondata da Domenico Santarsiero.
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CODEVINTEC Tecnologie per le Scienze della Terra 1973
40 2013
SOMMARIO 6 - 2012
FOCUS
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CLOUD COMPUTING E GIS DI
LUIGI COLOMBO, BARBARA MARANA
12 RIFLESSIONI SU DI UN PROGRAMMA MINISTERIALE DI
CARLO MONTI, ATTILIO SELVINI
REPORTS
26 GEOPORTALE NAZIONALE – Un approfondimento sulle metodologie di conversione e trasformazione coordinate DI SALVATORE COSTABILE, STEFANO MARTINI, AGOSTINO AVANZI, LAURA PETRIGLIA, GIUSEPPE CORRARELLO
30 Considerazioni sui nuovi servizi di
conversione di coordinate del
Geoportale Nazionale DI ROBERTO ROSSI
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SCAN&GO – IL
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VALUTAZIONI
A CURA DI
NUOVO MODO DI FARE
TOPOGRAFIA
SCAN&GO
SUL CONSUMO DI SUOLO MEDIANTE
DATI DI COPERTURA E TELERILEVATI DI
MICHELE MUNAFÒ, FLAVIO LUPIA, INES MARINOSCI
42 La trasformazione diretta delle mappe catastali al sistema Gauss - Boaga ROMA 40 della provincia Etnea DI GIUSEPPE SILIGATO INSERZIONISTI 3DTarget aeRobotics Arvatec CGT Codevintec Crisel Epsilon Esri Geosolutions Gesp Geogrà
53 53 49 47 4 19 32 51, 55 23 25 22
Intergraph MediaGEO Planetek Sinergis Sister Teorema Topcon Trimble Virtualgeo Zenith
33 54 2 41 29 48 37, 56 11 18 21
In copertina una immagine significativa del concetto di cloud computing che sta orientando le scelte degli utenti e delle comunità online ad abbandonare gli hard disk. Il cloud computing è un nuovo modo di memorizzazione dei dati e i sistemi GIS ne usufruiscono promuovendo servizi per comunità organizzate o singoli utenti. Immagine: Credits ©Jakub Jirs·k | Dreamstime.com
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FOCUS
CLOUD COMPUTING E GIS di Luigi Colombo, Barbara Marana
L’articolo si propone di fornire una panoramica sul cloud computing, tenendo presente che questa tecnologia sta sempre più crescendo e diffondendosi in tutti gli ambiti della vita e sicuramente avrà delle ripercussioni notevoli sul nostro futuro. La cosa riguarda anche il settore dei sistemi informativi territoriali: in questo contesto, mentre l’industria legata ai GIS sta ancora valutando quali servizi fornire agli utenti, oltre alle normali cartografie vettoriali e raster disponibili online, Esri ha sviluppato ArcGIS Online e lo sta promuovendo fortemente.
Hai la testa fra le nuvole?” non sarà più l’espressione che indica solo distrazione e allontanamento dalla realtà, perché oggi, sempre più, le nuvole stanno diventando la realtà quotidiana, sia nel lavoro che nel tempo libero. Questa è certo una svolta ma qualche cosa di intangibile resta, visto che la nuova realtà, cui si fa riferimento, è una realtà virtuale. Il termine nuvola (fig.1), in questa sua nuova connotazione, deriva dall’inglese cloud e, più precisamente, dal termine informatico cloud computing con cui si indica un insieme di tecnologie che permettono, sotto forma di un servizio offerto da un provider al cliente, di memorizzare, archiviare e/o elaborare dati, grazie all’utilizzo di risorse hardware e software distribuite e virtualizzate in rete (fig. 2). Grazie al cloud computing, un singolo utente, collegato a un cloud provider, può elaborare, archiviare e recuperare programmi e dati solo con un semplice browser di Internet. Infatti, tale tecnologia consente di utilizzare software remoti, non direttamente installati sul proprio pc, e salvare dati su memorie di massa online predisposte dal provider stesso. Specularmente, nella vita di tutti i giorni, si sta diffondendo la pratica di af-
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Fig. 1 – Il cloud/nuvola (http://www.coburgbanks.co.uk/blog/cloud-computing-next-big-thin/)
fittare spazi per depositare parte degli geospaziali che, grazie a sempre più oggetti, di cui proprio non si riesce a avanzate tecnologie di acquisizione, liberarsi, pensando che prima o poi sono ora disponibili in grandi quanpossano tornare utili. Si paga una cifra tità. Col tempo, queste informazioni ed ecco che la nostra casa recupera sono destinate a crescere e a diventaquello spazio in più che tanto desi- re ancora più pesanti nella gestione di deravamo e possiamo dormire sonni un’organizzazione; inoltre, le funzioni tranquilli, sapendo che i nostri beni e i servizi GIS che operano su questi sono salvaguardati da sistemi di con- dati sono distribuiti logicamente e geograficamente secondo l’origine trollo e sicurezza. Le nuvole vere stanno in cielo, si spo- dei dati e la localizzazione delle risorse stano e girano libere senza confini, di calcolo. L’analisi spaziale di ingenti mentre, per quanto riguarda i cloud, quantità di dati è complessa e pesante i confini ci sono: queste enormi ban- dal punto di vista computazionale. Per che dati risiedono, in moltissimi casi, in condividere i dati GIS e i risultati delle paesi lontani, ma per molti utenti questo aspetto non sembra destare preoccupazione, visto che tutto risulta comunque a portata di mano e accessibile con estrema velocità. Di fatto, però, ogni stato ha la sua politica e le proprie leggi e, proprio per questo motivo, stanno nascendo dei cloud forniti da provider italiani, quindi effettivamente residenti nel nostro stato e soggetti al nostro codice legislativo. La tecnologia cloud offre eccellenti prospettive anche per le applicazioni GIS. Negli ultimi tempi Fig. 2 – La tecnologia Cloud Computing (http:// si è assistito a un sempre maggioen.wikipedia.org/wiki/Cloud_computing) re interesse nei confronti dei dati
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FOCUS loro elaborazioni tra i vari utilizzatori in tutto il mondo, si può constatare come una piattaforma di calcolo scalabile e a basso costo, come il cloud computing, divenga praticamente necessaria per le applicazioni GIS. Tradizionalmente, le applicazioni GIS richiederebbero risorse dedicate e grande spazio di archiviazione in modo da poter trattare ed analizzare grandi quantità di dati. Con l’aiuto del cloud computing le responsabilità di immagazzinamento e di processamento possono essere demandate a un provider di servizi cloud. Tuttavia, mentre l’infrastruttura di supporto al cloud GIS è ora accessibile a tutti, la forma precisa che andrà ad assumere è ancora sconosciuta. Cos’è il cloud computing Il cloud computing è un concetto e un termine che sta crescendo in popolarità. A fronte delle numerose definizioni proposte, la migliore sembra essere quella pubblicata, nell’ottobre 2011, dal National Institute of Standards and Technology (NIST) e che consiste in cinque caratteristiche essenziali, tre modelli di servizio e quattro modelli organizzativi. Le caratteristiche essenziali sono: Network access (Uso di tecnologie Internet) – Si può accedere ai servizi di cloud computing da tutti i possibili dispositivi collegati in rete, come workstation, telefoni “mobile” e altri server, usando formati e protocolli di Internet (Url, http, Ip, ecc.). Un esempio in ambito GIS è quello di un servizio di informazione spaziale che consente l’accesso da browser o da altri server. On-demand self-service (Basato sul servizio) - Le interfacce di servizio devono essere ben definite e le risposte del provider al consumatore del servizio completamente automatiche. Il servizio deve essere pronto all’uso e tagliato sulle esigenze dell’utente e non sui vincoli della tecnologia. Un esempio GIS è dato dalla possibilità di avviare diversi server di cartografie con un’interfaccia browser. Resource pooling (Condivisione) – I servizi condividono un pool di risorse (come il processamento, l’immagazzinamento e l’input-otput), per realizzare economie di scala. Le risorse IT sono usate con il massimo dell’efficienza. La condivisone della piattaforma hardware e software permette di destinare le risorse inutilizzate ad altri servizi o compiti. Un esempio GIS è la condivisione di computer posseduti e amministrati da ESRI, Amazon, o Microsoft, senza sapere o interessarsi di come essi vengano forniti.
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Elasticity (Scalabile ed elastico) - I servizi cloud computing possono essere aumentati o ridotti, in modo automatico e alla massima velocità possibile, in modo da soddisfare le richieste e diminuire gli sprechi. Mentre l’elasticità contraddistingue i pool condivisi di risorse, la scalabilità fa parte della sottostante piattaforma hardware e software. Un esempio GIS è dato dal processamento di un grande set di dati spaziali utilizzando molti computer che poi sono abbandonati quando il compito è stato svolto. Measured service (Misurato secondo l’utilizzo) - I servizi cloud sono pagati esclusivamente in base alle risorse utilizzate, come la capacità di processamento, di archiviazione, le ore di consumo e il numero di account richiesti dagli utilizzatori. Un esempio GIS è quello di pagare per un server di cartografie solo per le ore di utilizzo, per la larghezza di banda che lo caratterizza, piuttosto che pagare per un intero computer. I tre modelli di servizio (Figg. 3 e 4) sono invece: Infrastructure as a Service (IaaS) che è il livello fondamentale, seguito da Platform as a Service (PaaS) e Software as a Service (SaaS). Nel primo caso presentato in figura 3, cioè quello di utilizzo di un classico computer, l’utente gestisce tutto; spostandosi a un servizio cloud, l’IaaS (Infrastructure as a Service) mette a disposizione dell’utente risorse di calcolo hardware (della CPU, della RAM, dello Storage e delle schede di rete con connettività) virtualizzate, gestite dal provider, e l’utente pensa al resto. Per fare un esempio, il classico servizio EC2 (Elastic Compute Cloud)/S3
(Simple Storage Service) di Amazon è un servizio IaaS: si compra il servizio, si installa il sistema operativo preferito e si creano le applicazioni desiderate in questo ambiente. Per quanto riguarda i costi di un simile servizio, si ha la fatturazione “a consumo” poiché un’istanza IaaS è un costo per il fornitore solo quando lavora e non quando è “ferma”: in pratica se un servizio IaaS lavorasse sempre a pieno regime i costi sarebbero analoghi (o di poco superiori) a quelli di una modalità standard, ma contando sui “tempi morti” si possono avere costi normalmente molto più convenienti. In un ambito GIS si potrebbe pensare ad affittare capacità di calcolo da un provider e utilizzarle per risolvere applicazioni. Un PaaS (Cloud Platform as a Service) consiste nel fornire una piattaforma software virtuale composta di servizi, programmi, librerie, ecc. In genere si tratta di un complesso di API (Application Programming Interface) specializzate per la realizzazione di applicazioni. Il cliente può ancora aggiungere i propri dati e del software, ma si deve adattare alla scelta effettuata dal provider riguardo alla piattaforma da utilizzare. Un esempio di PaaS è il Google App Engine (una piattaforma per lo sviluppo e l’ospitalità (hosting) di applicazioni web gestite dai Centri gestione dati di Google) che richiede applicazioni scritte in Java o Python. Questo tipo di servizio normalmente è fatturato in base ai MB di spazio su disco, alla quantità di banda, ecc. e si paga con cadenza periodica. In un contesto GIS si può immaginare di utilizzare il ModelBuilder di ESRI
Fig. 3 – I tre modelli di servizio della tecnologia cloud - (https://www.eeducation.psu.edu/cloudGIS/ cloud_introduction)
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FOCUS
Fig. 4 - I tre modelli di servizio e i loro utilizzatori (http://www. hostingtalk. it/articoli/ cloud-computing/10776/ guida-cloudcomputing-lezione-4-cloudcomputingiaas-funzionamento-ed)
(l’ambiente visuale integrato, in ArcGIS Desktop, che consente di realizzare, con semplicità, procedure di gestione ed elaborazione dati senza dover ricorrere a tecniche di programmazione) in una pagina web. SaaS (Software as a Service) prevede l’utilizzo di un’applicazione software remota tramite un comune browser e/o applicazioni client specifiche; è molto semplice da comprendere, si utilizza e basta. Un buon esempio è un accesso web mail, così come Google Maps; questo tipo di servizi è normalmente fatturato con cadenza periodica sulla base del numero di utenti attivati. In ambito GIS, si può considerare ArcGIS Online di ESRI. I modelli organizzativi (Fig. 5) sono: Private cloud (cloud privato) – L’infrastruttura cloud è fornita per essere utilizzata esclusivamente da una singola organizzazione composta di molteplici utilizzatori; può essere posseduta e gestita dall’organizzazione stessa o da una terza parte o da una combinazione delle due e può trovarsi nella loro sede o no. Public cloud (cloud pubblico) – L’infrastruttura cloud è fornita per un uso open del pubblico in generale; può essere posseduta e gestita da un’organizzazione finanziaria, accademica o governativa o da una loro combi-
nazione; si trova nella sede del cloud provider. Community cloud - L’infrastruttura cloud è fornita per uso esclusivo di gruppi di utilizzatori da organizzazioni che condividono gli stessi interessi e possono essere pensate come un sottoinsieme di public cloud fatte su misura per uno specifico settore verticale, che può essere un servizio governativo, la sanità o la finanza. Può essere posseduta e gestita da una o più organizzazioni o da una terza parte o da una combinazione delle due e può trovarsi nella loro sede o no. Hybrid cloud (cloud ibrido) – L’infrastruttura cloud è composta di due o più infrastrutture cloud distinte (private, community, o public) che restano entità distinte, ma sono legate insieme da tecnologie standardizzate o proprietarie. Cloud e GIS Facendo un passo indietro nel tempo, si può rilevare che Google Earth rappresenta un buon esempio, a livello primordiale, del cloud computing, in quanto, ricoprendo tutto il mondo con immagini collegate fra loro, provenienti da diversi centri di dati, è in grado di fornire una visualizzazione 3D altamente interattiva; inoltre rende disponibili un ricco insieme di strumenti di tipo
Fig. 5 – I modelli organizzativi (http:// en.wikipedia. org/wiki/ Cloud_computing
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geografico (ricerca di località, creazione di itinerari, ecc.) e non consente solamente al singolo utente di visualizzare le informazioni disponibili, ma anche di immetterne di nuove che sono visualizzate dal programma e che possono essere condivise con altri utilizzatori sparsi per il pianeta. Il cloud computing si presenta, a tutti gli effetti, come una delle sfide principali dell’IT di questi anni e sta sempre più diffondendosi anche nel mondo GIS; in questo senso, molte sono le novità proposte agli utenti. Ad esempio, per quanto riguarda Autodesk, i possessori di un contratto di aggiornamento per Infrastructure Modeler (software GIS tridimensionale che permette di costruire Città Digitali 3D, per poi ambientarvi progetti preliminari, sia di tipo architettonico che di infrastrutture) possono scaricare una importante estensione, che permette di condividere le Città digitali sul Web. La condivisione sul Web delle Città digitali avviene grazie ad Autodesk 360, il nuovo portale dei servizi cloud che Autodesk ha messo a disposizione dei suoi clienti. Per questo motivo l’estensione si chiama Autodesk 360 Infrastructure Modeler (più semplicemente AIM 360). AIM 360 mette a disposizione, come servizio cloud, la pubblicazione, la conservazione e la gestione di modelli di città digitali, anche molto grandi, via Web (Fig. 6). Grazie ad AIM 360 più persone possono lavorare in modo collaborativo sui modelli di città digitali; infatti, ogni autore può invitarne altri ad accedere, scaricare e modificare i modelli e gli scenari che desidera condividere. I gruppi di lavoro, anche se suddivisi in più uffici distanti tra loro, possono creare e modificare i progetti condivisi, senza dover spedire i dati via e-mail o più facilmente doverli condividere attraverso siti FTP. Anche il sistema GIS Cloud comincia a far parlare di sé. Si tratta di un sistema di cloud computing dedicato a servizi WebGIS che, in linea col concetto di Software as a Service, permette di sfruttare risorse hardware a software distribuite, per realizzare servizi GIS online. Tra le numerose funzionalità, c’è la possibilità di creare progetti costruttivi online, di caricare, gestire, editare, esportare, dati raster e vector in tutti i principali formati noti. I layer, una volta caricati e impostati, possono essere pubblicati e non manca il supporto ai servizi Openstreetmap, Google Maps, e simili. Sono presenti inoltre alcuni semplici strumenti di analisi GIS e statistica e ulteriori funzioni che saranno rese operative in futuro.
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FOCUS
Fig. 6 – Un modello di città digitale (http://www.bimacademy.it/gis/)
La proposta cloud di ESRI Già nel maggio 2010 ESRI aveva annunciato la possibilità, per i propri clienti, di acquistare ArcGIS Server, il software GIS nella versione server, con un abbonamento annuale di tipo cloud. In questo modo, i diversi utenti possono utilizzare ArcGIS Server Cloud Bundle che lavora sull’infrastruttura Elastic Compute Cloud (EC2) di Amazon, avendo a disposizione sia il supporto tecnico sia l’assistenza forniti da ESRI; vengono dunque semplificate e ridotte l’organizzazione e la gestione di un server, si possono aumentare carichi di lavoro, è possibile aumentare o diminuire il numero di richieste di ArcGIS Server senza dovere investire in nuove risorse hardware in loco e riducendo il consumo complessivo di energia elettrica. Gli utilizzatori acquisiscono anche un accesso veloce al programma e possono pubblicare servizi e supportare applicazioni Web mapping immediatamente. L’accesso al programma avviene tramite licenze su macchine virtuali offerte da Amazon, piuttosto che su computer fisicamente presenti nella sede. Perfettamente in linea con la direzione appena descritta, ESRI, con la nuova versione di ArcGIS 10.1 uscita a giugno 2012, rende innovativa, con il modulo ArcGIS Online (Fig. 7), la modalità con cui gli utenti possono gestire e rendere accessibili, all’interno delle organizzazioni o di chiunque partecipi alla comunità Web, le informazioni geografiche. In questa versione, con pochi click del mouse, gli utilizzatori di ArcGIS Desktop possono pubblicare e coordinare, con chiunque e nella forma più conveniente, i propri dati geografici, le cartografie e le elaborazioni realizzate, attraverso un’ampia disponibilità di strumenti di analisi; tale condivisione è resa possibile in rete locale, sul Web, oppure sfruttando i vantaggi delle architetture cloud. In questo senso, ArcGIS Online è un sistema Web-based personalizzabile, progettato per i professionisti che de-
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zione e interazione. Una precisazione va fatta riguardo alle rappresentazioni cartografiche che vengono create in ArcGIS Online solo utilizzando dati presenti nel sito di ESRI; tuttavia si possono produrre rappresentazioni che utilizzino dati da server esterni e dati originali creati dai clienti. In questo caso, però il servizio si sposta concettualmente dalla categoria SaaS alla PaaS, dove i dati sono maggiormente gestiti dagli utenti. ArcGIS Online è molto flessibile per poter soddisfare tutte le esigenze di sicurezza di un’organizzazione che, infatti, può decidere di condividere le proprie risorse solo privatamente o pubblicamente; così facendo, conserva il controllo dei propri dati, mentre si abbassano i costi delle infrastrutture e si arricchiscono gli utilizzatori e i clienti con contenuti abilitati per il Web e facili da gestire. ESRI ha il compito di prendersi cura dei dati archiviati e consente che le applicazioni Web Desktop e “mobile” possono accedervi da ogni luogo tramite Internet, sempre che il proprietario dei dati lo consenta. Come risultato di tutto questo, si possono effettivamente trovare oltre 100.000 cartografie, dati e applicazioni pubblicate dalla comunità GIS. L’accesso ad ArcGIS Online avviene attraverso browser, dispositivi “mobile”, visualizzatori e, ovviamente, con ArcGIS Desktop.
siderano gestire i contenuti geospaziali delle loro applicazioni, utilizzando strumenti e infrastrutture di tipo cloud; permette il controllo amministrativo sulla creazione e sull’accesso dei dati, rendendo facilmente disponibili le informazioni geografiche all’interno dell’organizzazione, così come facilita il coordinamento delle attività dei singoli operatori. ArcGIS Online è ora completamente integrato: un portale facile da utilizzare per migliaia di operatori, progettisti e professionisti di tutto il mondo. Le organizzazioni sono in grado di memorizzare e gestire le proprie cartografie, dati e altre informazioni geospaziali con ArcGIS Online, integrandole con migliaia di carte condivise e gratuite, set di dati, servizi e strumenti. Facendo parte della categoria SaaS, l’utente si deve solo focalizzare sull’utilizzo delle risorse disponibili, non Considerazioni finali avendo responsabilità né per l’har- Le caratteristiche principali del cloud dware, né per il software o l’infrastrut- computing riguardano dunque: l’utiliztura dei dati, perché tutto viene gesti- zo di risorse virtuali tramite accesso reto dal provider che, in questo caso è moto via Internet, la scalabilità e infine ESRI. ESRI aggiorna continuamente i la trasparenza dell’implementazione contenuti online di ArcGIS, per forni- (cioè i dettagli tecnici dei servizi sono re nuove immagini, attività e servizi, di generalmente ininfluenti per l’utente modo che gli utenti possano accedere sempre al meglio dei prodotti cartografici e GIS disponibili sul Web. La strategia di sicurezza di ESRI garantisce controlli a ogni livello e per ogni utilizzatore e, in questo modo, fa sì che ArcGIS Online garantisca confidenzialità, integrità e disponibilità dei dati. I dati sono resi disponibili sotto forma di servizi Web e apposite inFig. 7 – ArcGIS Online (http://resources.arcgis.com/en/help/getterfacce ne permettingstarted/articles/026n0000000v000000.htm) tono la manipola-
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FOCUS finale e la manutenzione dell’infrastruttura sottostante è a carico del fornitore). Si deve però ricordare che la scelta di utilizzo di una tecnologia cloud in vari ambiti, soprattutto da parte di un’azienda, va ben meditata e si debbono considerare tutti i possibili vantaggi e svantaggi. Nella prima categoria si evidenziano i bassi costi di esercizio, l’accessibilità remota delle risorse di elaborazione (che offre la possibilità di poter lavorare da qualsiasi parte nel mondo), l’indipendenza dai dispositivi utilizzati, la diminuzione dei costi fissi per le risorse hardware, software, la loro gestione e la possibilità di incrementarle semplicemente on demand. Nella seconda, invece, rientrano la continuità del servizio (i dati e l’elaborazione sono in balia dei provider del servizio e delle connessioni Internet utilizzate) e la sicurezza delle informazioni. Per quanto riguarda la sicurezza, occorre tener presente che i dati gestiti dal servizio cloud risiedono presso terzi e che quindi sono potenzialmente esposti a rischi di sottrazione, quando non di manipolazione. Per prevenire queste problematiche è opportuno analizzare con attenzione quali dati far risiedere nel cloud e come tutelarli, sia da un punto di vista tecnico che legale. Il discorso sulla continuità del servizio è legato sia all’affidabilità del servizio offerto dal provider sia alla robustezza della propria connessione Internet. Un potenziale disservizio potrebbe bloccare le attività dell’azienda con conseguente danno economico; il disservizio naturalmente può accadere, anche se le risorse di elaborazione sono interne all’azienda, ma il fatto di non poter controllare direttamente la situazione
Fig. 8 – Una finestra sul futuro (http://www.esri.com)
ha l’effetto psicologico di ingigantire il problema. Anche in questo caso è opportuno tutelarsi contrattualmente o, in base alla criticità dei servizi, prevedere una ridondanza delle risorse di elaborazione remota e delle connessioni Internet. Comunque, non si deve sottovalutare il verificarsi di una certa resistenza al cambiamento e un’inerzia che deriva da sistemi e cultura acquisiti; il vecchio motto: “non cambiarlo se non è rotto”, spesso ritarda, se non addirittura blocca, l’adozione di nuove tecnologie. In questo senso, anche il futuro dei GIS nel cloud è una questione aperta e in fase di evoluzione, nonostante sia opinione diffusa che i GIS siano nati apposta per esistere nel cloud, dove possono raggiungere il loro massimo potenziale. Infatti, un GIS richiede una grande capacità di eseguire analisi spaziali, modellizzare e simulare, tutte funzioni che con il cloud possono essere potenziate e accelerate nella loro diffusione. I GIS possono trarre un
beneficio notevole dal cloud, perché sono resi più accessibili, più veloci da organizzare, più largamente disponibili e facili da utilizzare. In questo senso la rivoluzione offerta dal cloud diviene una tecnologia praticamente necessaria per il governo delle città di qualsiasi dimensione. Infine, citando le parole del presidente di ESRI, Jack Dangermond: “I GIS sono disponibili sul Web, attraverso browser e con smartphone; in questo modo sono più accessibili ed utilizzabili e si diffonderanno sempre più. Se si cercano particolari informazioni geografiche e si vogliano eseguire analisi specializzate, si può semplicemente utilizzare un telefono portatile”. La tecnologia cloud schiude quindi le porte verso un futuro ricco di eccitanti possibilità: sarà come aprire una finestra sul mondo e assistere allo spettacolo, che appare davanti ai nostri occhi, comodamente seduti a casa (Fig. 8).
Sitografia Parole chiave Abstract Cloud Computing and GIS The aim of this article is to provide an overview about cloud computing which is increasingly growing and spreading in our lives and for sure will have remarkable impact on our future. This is also happening for GIS, where some decisions still have to be made about which services can be provided to the users, besides the online basemaps (vector and raster); meanwhile, ESRI has developed and is highly promoting ArcGIS Online.
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Autori
• • • • • • • •
LUIGI COLOMBO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA UNIVERSITÀ DI BERGAMO LUIGI.COLOMBO@UNIBG.IT
• • • • •
BARBARA MARANA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA UNIVERSITA DI BERGAMO BARBARA.MARANA@UNIBG.IT
•
CLOUD COMPUTING; WEBGIS; ARCGIS.
• •
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FOCUS
RIFLESSIONI SU DI UN PROGRAMMA MINISTERIALE di Carlo Monti, Attilio Selvini
L’articolo propone una riflessione sul programma ministeriale che concerne l’insegnamento della topografia nei nuovi corsi per i “Periti delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio” secondo quanto stabilito dal Ministero della Pubblica Istruzione.
O
ltre una decina di anni fa abbiamo dato alle stampe un libro di topografia per gli allievi ingegneri, cercando di trattare le questioni più importanti della disciplina, e facendo appena cenno su metodi e strumenti ormai desueti (Bezoari, Monti, Selvini 2002). Sulla Rivista dell’Agenzia del Territorio è poi comparso più avanti un articolo in cui l’autore si chiedeva se la topografia esistesse ancora come disciplina autonoma (Selvini 2008). Qualche ulteriore riflessione in merito ci sembra oggi necessaria, dopo aver visto le indicazioni sui programmi per la topografia che dovrà essere insegnata nei nuovi corsi per i “Periti delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio” (che sostituiscono i geometri) secondo quanto stabilito dal Ministero della Pubblica Istruzione. Vogliamo subito chiarire che se dovessimo oggi scrivere un nuovo libro di topografia per le facoltà di ingegneria, ci sentiremmo assai imbarazzati. Quali sono i “fatti” della topografia, intesa come disciplina a se stante, all’inizio del terzo millennio? Dopo la rivoluzione che ha colpito tutte le tecniche del rilevamento, a partire dall’inizio dell’era informatica, ci sembra che delle molte e distinte tecniche di quella che fu per qualche secolo la “geometria pratica”, detta anche “geodesia inferiore”, con il complesso armamentario di strumenti oggi per la maggior parte relegati nei musei, ben poche si siano salvate, mentre ben altre e con altri strumenti si sono aggiunte. Facendo un rapido sommario, ci sembra di poter citare le operazioni di poligonazione, con tutt’altri limiti di applicazione rispetto al passato e con altri strumenti e metodi di calcolo; poi le operazioni di intersezione (quelle dirette per il loro impiego soprattutto nella fotogrammetria dei vicini, quelle inverse, quanto meno per ben chiarire le determinazioni satellitari). Poi
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ancora la celerimensura del grande Ignazio Porro, sebbene provvista oggi di tutt’altri strumenti e con ben altri tempi di rilevamento e calcolo; certamente destinata al solo rilevamento per scopo cartografico, a grande scala, di piccole estensioni oppure di strutture edificate o di ammassi, frane, smottamenti e simili. Gli scansori laser non sono in realtà che i successori dei “pantometri” dell’Uomo di Pinerolo, Ignazio Porro. Valgono ancora le livellazioni geometriche, se non altro per il tracciamento e il collaudo, nonché per la formazione delle reti altimetriche fondamentali. Ovviamente la topografia serve ancora per la conservazione del catasto terreni (ma già il discusso programma “Pregeo” autorizza a tale scopo anche l’impiego del ricevitore satellitare) e per limitate operazioni di riconfinamento o di frazionamento di terreni. A proposito: le reti già di triangolazione o di trilaterazione sono ormai sostituite dalle reti ottenute dalle predette osservazioni satellitari, mentre il rilevamento del dettaglio di estensioni superiori a qualche decina di ettari, non vede che l’impiego della
fotogrammetria o addirittura del telerilevamento. Anche la geodesia è totalmente cambiata, essendosi svincolata dalla bidimensionalità e dalla sola superficie della Terra (già lo aveva intuito e indicato Marussi con la sua “Intrisic geodesy” mezzo secolo fa); ma di ciò non vogliamo qui parlare, essendo questo breve articolo dedicato come sopra detto al programma per i futuri periti. Vediamo ora le indicazioni dettate, con tanto di decreto ministeriale, sui suggerimenti di non sappiamo bene chi, indicazioni che riteniamo quanto meno discutibili e che quindi desideriamo qui discutere e criticare. Quella riportata in basso è una tabella che, così concepita, contiene al tempo stesso il tutto e il niente. E’ un esempio di perfetto ossimoro! Ad essa fa seguito quella coi programmi nella pagina a fianco. Ed ora, critiche e modifiche suggerite alle due tabelle ministeriali, che nella loro sintesi non chiariscono assolutamente quello che il docente di Topografia deve trasmettere agli allievi. Esaminiamole ambedue brevemente attraverso osservazioni pertinenti.
Fig. 1 -Tabella Ministeriale su abilità e conoscenze.
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FOCUS
2° anno Sostituire “trilaterazione” con “scomposizione in triangoli di poligoni”; come detto più volte e ben risaputo, la triangolazione è operazione geodetica, non di dettaglio. Parlare di “dislivelli” senza aver prima chiarito la superficie di riferimento e la nozione di “quota”, sembra quanto meno inopportuno. Queste considerazioni derivano dal fatto che per età e conseguente preparazione matematica gli allievi non sono in condizione di comprendere i fondamenti che permettono successivamente di definire cosa si intenda per quota e per differenza di quota in cui consiste il concetto di “dislivello” 3° e 4° anno “Sistemi di riferimento”: ma a che scopo e su quale superficie? O forse si voleva dire semplicemente di coordinate polari e cartesiane, coi relativi passaggi? Anche qui un termine così generico non fornisce alcuna indicazione su che cosa prendere come riferimento. “Angoli di direzione ed azimut”: sì, ma senza aver detto prima della Terra ed avere parlato di coordinate geografiche appare impossibile introdurre il concetto di azimut. Per definizione esistono tre azimut: astronomico, geografico e magnetico. “Rilievo e strumenti topografici”; intanto sarebbe meglio dire “rilevamento”, poi sembra che mescolare i due argomenti non sia opportuno. Oggi il rilevamento del dettaglio si fa con molti mezzi, dei quali la topografia è solo un elemento, peraltro ormai minore. Poi, perché più oltre parlare a parte di GPS? I ricevitori satellitari non sono “strumenti topografici”? “Concetto di distanza”: sì, ma su quale superficie? Se ci si limita al campo topografico, basterebbe mezza pagina,
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e sarebbe inutile parlare di “concetto”; sarebbe sufficiente dire: “ distanza di posizione e distanza topografica”, indicandone le relazioni con gli angoli zenitali o d’altezza. E il modulo di deformazione lineare? “Teoria degli errori di misura e compensazione”. Suvvia, oggi l’espressione corretta è quella, e solo quella, di “Trattamento delle osservazioni”; parlare di “errori” sarebbe errato e fuorviante, se ci si riferisce alla variabilità statistica delle misure. Quale “compensazione”? Ed in base a quali nozioni? Ci si limita alle medie semplici, od anche a quelle ponderate per le osservazioni dirette? E per le osservazioni indirette? E per quelle che sono funzioni di quantità osservate? E poi, come introdurre il concetto (questo, sì!) di quantità, di grandezza, di misura? “Poligonali”: sì, ma senza dire nulla sulle reti di appoggio per il dettaglio, sui vertici di appoggio? E come compensarle? Ancora con i mezzi empirici, in epoca di programmi rigorosi fondati sulla teoria dei minimi quadrati, dopo aver introdotte le correzioni necessarie per il passaggio dal terreno alla rappresentazione cartografica (riduzione angolare alle corde)? “Rilievo catastale”: che cosa si intende? Se si vuol dire delle modeste operazioni legate al frazionamento, ciò è già prescritto nel programma del 5° anno. Se invece si intende ricordare la formazione del catasto attualmente in vigore, si tratta di un paragrafo di storia della topografia, mentre se si intendesse del rilevamento di nuove carte catastali, si dovrebbe prima parlare di aerofotogrammetria! “Cartografia e GIS”: va bene, ma quanto? E al solito, le nozioni elementari di geodesia, premessa inevitabile per parlare di “carte”, ossia di proiezione delle superficie (quanto meno sferiche) su di un piano, qual è quello delle carte? Come distinguere IGM 40 da ED 50, poi da WGS 84 ed infine dal sistema ufficiale italiano ETRF2000 -2008.0, testé adottato? E come arrivare a UTM, senza prima aver detto qualcosa sulle proiezioni usate da Catasto e IGM, poi ancora di Gauss-Boaga eccetera? Ed al posto di “GIS” non sarebbe stato meglio dire “SIT”, Sistemi Informativi Territoriali, visto che il “Geographic Information System” si occupa di vaste estensioni e di piccole scale di rappresentazione? Teniamo presente che siamo in un programma di “topografia” e quindi applicata a limitate estensioni. “Tracciamento”: ma di che cosa? Di un semplice fabbricato o di più edifici
da costruire, oppure di strade e canali, visto che poi nel programma del 5° anno si parla per l’appunto di “Rilievo e tracciamento di fognature, canali, elettrodotti”? E con quali modalità operative e mezzi? Oggi i tracciamenti di grandi manufatti ed opere diverse, come la strade e simili, si fanno con teodoliti digitali o addirittura con ricevitori satellitari. “GPS”: e va bene, ma senza aver detto nemmeno in sintesi di intersezioni inverse sul piano e nello spazio? E poi, quali ricevitori e a qual fine? Oggi si va dal monitoraggio di movimenti crostali sino al dettaglio dei frazionamenti catastali (vedasi PREGEO 10), per non dire dei ricevitori da tasca con incertezza di qualche metro. E che dire delle coordinate plano–altimetriche ricavate col GPS e la loro utilizzazione, dopo opportune procedure, sul piano di Gauss per le coordinate planimetriche e sul geoide per le altimetriche? “Visione monoscopica e stereoscopica”: francamente, non si capisce dove si voglia arrivare. La visione “monoscopica” è quella che si attua nei microscopi e nei cannocchiali (non sempre, ormai anche in questi mezzi la visione è spesso binoculare): sì, ma a che fine? La visione “stereoscopica” è quella sia naturale binoculare dell’essere umano (e di molti animali superiori) sia quella artificiale che l’uomo, a partire dal Settecento, ha inventato usando molti artifici, dalle anaglife agli stereoscopi ed infine, dagli ultimi decenni del ventesimo secolo, con l’impiego sia di sistemi di polarizzazione che con l’uso di occhiali a cristalli liquidi. A che serve parlare di visione stereoscopica, se poi non si parla di misure sulle immagini? “Laser-scan”, definizione che non esiste in letteratura: il termine corretto è Laser Scanner o Laser 3D (si intende qui solo parlare di laser per uso topografico, naturalmente) . Perciò, perché non nell’ambito degli strumenti topografici? I cosiddetti “scansori laser” altro non sono che l’evoluzione dei teodoliti digitali robotizzati; certo, parlare della loro struttura e del loro impiego non è facile, soprattutto per quanto riguarda i programmi necessari per ricavare immagini geometriche adeguate dalle “nuvole” di punti registrati. Senza poi dimenticare che alcuni scansori sono anche provvisti di camere per l’acquisizione dei dati radiometrici. E le livellazioni geometriche, si sono perse per strada? Come si farà a parlare di “controllo di stabilità” (quinto anno) senza conoscere le livellazioni di precisione e di alta precisione, senza sapere cosa sia un mareografo cui queste sono sempre riferite? E’ chia13
FOCUS ro che per i controlli di movimento altimetrico di una struttura civile non serve la quota del maeografo, ma per movimenti del terreno occorre riferirsi a capisaldi delle reti ufficiali di livellazione. E dunque accennare quanto meno alle grandi reti altimetriche. 5° anno. “Normativa catastale, frazionamenti”: va bene, ricordando le modifiche apportate ultimamente al catasto dei fabbricati con l’abolizione del NCEU, e riportando per bene sia DOCFA che Pregeo, e facendo un qualche commento sulla conservazione del catasto, dopo la circolare 2/88. “Rettifica di un confine”: sì, ma anche ”Spostamento di un confine”, che è altra cosa. “Spianamenti, volumetrie (cave, discariche, bacini idrici)”: va bene, a patto che si tratti di estensioni limitate; altrimenti, come fare senza i metodi fotogrammetrici di restituzione o ora con i laser scanner o la batimetria con rilievo sonar e GPS per le cave in falda, misura e calcolo dei volumi? “Manufatti stradali”: lo sono anche i ponti, i cavalcavia ed i sottopassaggi, i muri di sostegno, le tombe a sifone… ma queste, non sono opere del programma di costruzioni? E del resto, lo sono anche i corpi stradali stessi, sia in rilevato che in trincea o misti: la topografia entra solo nella progettazione delle vie di comunicazione, oggi operando direttamente sul modello fotogrammetrico, salvo che per brevi tratti locali, per i quali si usano carte a scala grandissima rilevate e costruite appositamente; non sarebbe stato meglio lasciare il “progetto di un breve tronco stradale” del vecchio programma? “Rilievi speciali (di fabbricati, controllo di stabilità, monitoraggio di movimenti franosi, rilievo archeologico, rilievi batimetrici)”. Pare che si mescolino operazioni assai diverse fra di loro; il controllo di stabilità è cosa ben distinta e complessa, rispetto al rilevamento dei fabbricati od a quello archeologico (per il quale ultimo occorrono speciali nozioni!). Così come occorrono altre nozioni ed altri strumenti per il rilevamento batimetrico, ben difficilmente affidato ad un “perito”. “Rilievo e tracciamento di fognature, canali, elettrodotti”. Passi per le fognature ed i canali, opere in genere di estensioni limitate (ma un conto è rilevarne il tracciato planimetrico e un altro conto quello altimetrico: per il primo si usa il teodolite, per il secondo il livello. Si ricordi che l’acqua segue il geoide, che è una superficie equipo-
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tenziale. Occorre separare quello che è il progetto o il rilievo di una modesta fognatura, da quello che è invece il progetto di un canale di scolo o di raccolta. Delicato il rilievo degli elettrodotti, sia nella posizione delle strutture porta fili, sia nella distanza minima (franco) dei cavi dal terreno. Delicato anche il tracciamento dei gasdotti con poligonali plano altimetriche (qui dimenticati)! Lunghi decine, centinaia di chilometri, senza nulla sapere del passaggio dalla carta al terreno (o viceversa) con le riduzioni cartografiche, le correzioni alle corde, le convergenze dei meridiani! Si immagini di riportare sul terreno un elettrodotto da 300 KVolt dalla Val Formazza a Parma (effettivamente realizzato negli anni Sessanta del XX secolo, dallo studio topografico di un eccellente geometra parmense) senza apportare in campagna le correzioni di cui sopra! Due parole sulle “Abilità” e sulle “Conoscenze”, come da indicazioni ministeriali, per il primo biennio (!!!). “Verificare e tarare strumenti semplici”: ma un quindicenne, senza approcci di carattere statistico, cosa potrebbe sapere di “taratura”, sia pure di “strumenti semplici”? Come “tarare” per esempio un nastro da 20 m? “La funzione e le modalità di utilizzo di: paline, livelle, longimetri tradizionali e a laser (!!!), squadri, bussola, GPS palmare (!!!)”. A parte che molti longimetri elettro-ottici non si servono di emittenti laser, bensì di diodi all’arseniuro di gallio, mentre altri per brevi portate utilizzano emissione di ultrasuoni, come spiegare “sic et simpliciter” cosa sia un ricevitore palmare per GPS (e non tout court “GPS palmare”!) ad un quindicenne? “Tecniche di rilevamento mediante trilaterazione, allineamenti puri ed allineamenti e squadro”. A parte l’uso scorretto del sostantivo “trilaterazione” di cui si è già detto all’inizio, sarebbe interessante una indagine statistica sul numero di topografi (anche solo italiani) che nel nuovo millennio usano ancora per il rilevamento il vecchio metodo degli “allineamenti puri” e la tecnica degli “allineamenti e squadri”, invece di ricorrere alla celerimensura informatizzata. “Concetto di pendenza”: se si conosce la tangente, si sa che misura proprio la pendenza di un segmento di retta (o di un piano) così come la cotangente ne misura la scarpa. Che bisogno vi è di addirittura un paragrafo con tale indicazione? Per ultimo: “Metodi di misura di un dislivello: idrostatico, per coltellazione e determinazioni indirette”. Supponia-
mo che l’estensore delle “conoscenze” abbia inteso, col termine “idrostatico”, l’impiego del vecchio livello ad acqua con tanto di bicchieri e tubo metallico: livello certamente visibile in qualche museo, non certo e non mai più nell’armamentario di un topografo e nemmeno in quello di un piccolo costruttore. In realtà l’impianto di livellazione idrostatica, per esempio quello installato nel Duomo di Milano, è un sistema fisso e molto complesso da impiegare solo per monitorare deformazioni altimetriche. In quanto alla “coltellazione”, intesa come operazione impiegante triplometri, aste e livelle toriche, su terreni scoscesi, pensiamo che sia scomparsa ormai da molti e molti decenni. E questo è tutto: a parere di chi scrive, il programma qui esaminato è stato steso da persone che non conoscono la topografia. APPENDICE Ci sia concesso, a chiusura di questa critica oggettiva di un programma come quello sopra riportato, che ci sembra redatto da chi non conosce per bene l’argomento di cui tratta, di riportare alcuni brani riguardanti, uno o due secoli fa, quella professione per la quale oggi in Italia (unico paese della Comunità Europea) non esiste ancora una laurea specifica. Dal Decreto Italico del 3 Novembre 1805: “…Art. 2) Per essere abilitati all’esercizio delle suddette professioni…occorre dopo aver riportato il grado di dottore nelle Matematiche, aver fatta la pratica… di anni tre per un agrimensore e di anni quattro per quelle dell’ingegnere civile.” Il governo austriaco mantenne in vigore il decreto napoleonico sopra richiamato, aggiornandolo ed integrandolo con le Circolari Governative del 24 Aprile 1819, del 1° Marzo 1837, del 21 Giugno 1844 e con la Sovrana Risoluzione del 3 Maggio 1845, prescrivendo fra l’altro che: “ …Terminata la prescritta pratica… chi vuol essere abilitato alla professione presenta un’istanza alla I. R. Delegazione del luogo ove fece la pratica… contenente…il diploma dottorale della I. R. Università ove percorse gli studi di matematica…” (Montefiori 1853) Nello Stato Pontificio, il governo pubblicava un “Regolamento” in data 25 Giugno 1823 relativo alla professione di “Perito Agrimensore”, il cui articolo 6 prescriveva lo studio per due anni di elementi di matematica in una Scuola Pubblica; il successivo articolo 7 richiedeva la pratica di altri due anni alle di-
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FOCUS pendenze di un “esperto professionista”. Infine l’articolo 19 prescriveva un esame abilitativo scritto, orale e pratico “sui punti essenziali e difficili della professione” (Montefiori 1853) L’Università di Udine rilasciava diplomi di Perito Agrimensore, come si rileva in Novelli-1961: “…E. Novelli nacque a Udine nel 1839. Compiuti gli studi al Ginnasio-Liceo locale, si iscrisse successivamente all’Università di Padova, ottenendo nel 1856 il diploma di Perito Agrimensore…”. Altrettanto per l’Alma Mater Studiorum, e sempre al tempo del Regno Italico: “…Pubblica Istruzione- L’Università Regia di Bologna…Dichiara il Sig. Andreoli Giuseppe della Comune di Mirandola, dipto del Panaro…decorato del Grado Accademico, e proclamato a pieni voti Baccelliere in Classe di Perito Agrimensore...Dalla Grande Aula della Regia Università di Bologna, questo dì, 26 Giugno 1812…” (Luciani 1966). Costituito il Regno d’Italia nel 1861, vennero istituiti i Regi Istituti Tecnici; il Regio Decreto del 1872 prescriveva fra l’altro: “Art. 1. Dal 1° Gennaio 1873 non sarà più concessa nella Provincia di Roma alcuna patente di agrimensore e misuratore di fabbriche se non a coloro che daranno rispettivamente l’esame di licenza nelle sezioni di Agronomia e Agrimensura e di Meccanica e Costruzione dell’Istituti Tecnici giusta la Legge 13 Novembre 1859 e i Nostri Decreti 18 Ottobre 1865, 9 Febbraio 1868, 25 Maggio 1871, 30 Marzo 1872”. Questi Istituti vennero ridenominati “Regi Istituti Tecnici per Geometri” con la Legge del 1929, che dava riconoscimento ufficiale al titolo di “Geometra” usato praticamente sin dal Seicento. Tanto per fornire una sommaria idea della severità con cui erano giudicati, verso la fine dell’Ottocento e nel Regno d’Italia, gli allora denominati Periti Agrimensori (tali saranno ancora fra i tanti, Umberto Nistri ed Ermenegildo Santoni, ormai nel secolo ventesimo) riportiamo alcuni dati qui avanti, tenendo conto che gli Istituti Tecnici erano nel 1863 ed in tutto il Regno trentuno, divenuti dieci anni più tardi settantadue. Nell’anno scolastico 1872/73 gli iscritti erano 505, i diplomati 342; nell’anno successivo, 656 iscritti e 66 (!) diplomati. Nel 1874/75 688 iscritti, 228 diplomati, e nel successivo 563 iscritti e 266 diplomati. Facendo ora un salto di poco più di mezzo secolo, ricorderemo a titolo di esempio che nel Regio Istituto Tecni-
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co Commerciale e per Geometri “Carlo Dell’Acqua” di Legnano, negli anni trenta del ventesimo secolo gli allievi delle quattro classi (diverranno cinque dopo la riforma Bottai del 1942) erano in media una quarantina, con minimo di 21 nell’anno scolastico 32/33 e massimo di 69 in quello 39/40 (AA.VV. 1998) ; va notato che in tutta la provincia di Milano allora vi erano solo altri due Istituti Tecnici, il “Carlo Cattaneo” di Milano e lo “Agostino Bassi” di Lodi. Nessuno ve ne era nelle provincie di Varese e di Como. Gli iscritti ai Collegi in tutto il Paese erano poco più di un migliaio. Solo a partire dal secondo dopoguerra vi fu l’afflusso straordinario di allievi geometri (Selvini 2013), e l’aumento incredibile degli Istituti Statali insieme alla nascita di quelli privati! Per la storia, il primo Congresso Generale degli agrimensori italiani si tenne a Roma il 30 Gennaio 1877, e venne inaugurato dal Principe ereditario Umberto di Savoia. L’anno successivo, nel Luglio del 1878 nasceva a Parigi la Féderation Internationale des Géomètres, (FIG) tuttora attiva; per l’Italia vi partecipò il Perito Agronomo Raffaele Tarantelli di Teramo, in rappresentanza della “Associazione Nazionale degli Ingegneri Agronomi in Italia”, i cui soci erano in quell’anno novantadue (!). Alle riunioni della FIG partecipa ancor oggi l’Italia attraverso il Consiglio Nazionale dei Geometri, che sono gli unici nella Comunità a non avere formazione universitaria. Va inoltre sottolineato che contro i circa novantamila geometri italiani iscritti agli albi (ma altrettanti sono i non iscritti!) operano oggi in Francia circa 3000 Géomètres Expertes, ed in Germania circa 4500 Vermessungsingenieure, fra i quali circa un migliaio sono gli “Öffentlich bestellten Vermessungsingenieure”, questi ultimi aventi le funzioni di pubblico ufficiale per le controversie in tema di misure e confini.
Parole chiave TOPOGRAFIA; GEODESIA; PROGRAMMA MINISTERIALE;
Bibliografia • AA.VV. Cento anni di istruzione tecnica a Legnano. Comune di Legnano ed., 1998 • Bezoari, G., Monti, C., Selvini, A.,Topografia generale con elementi di geodesia, UTET, pagg. 445, Torino 2002 • VII Hotine-Marussi Symposium on Mathematical Geodesy: Proceedings of the Symposium in Rome, 6-10 June, 2009 • Luciani Evaristo, Storia degli Agrimensori e Geometri dalle origini al 1900, Ed. T.E.R., Roma 1966 • Montefiori Cristoforo, Trattati legali per l’Ingegnere-Architetto e Perito Agrimensore, Turati Ed., Milano 1853 • Novelli Ermenegildo, La Patria del Friuli. Del Bianco Ed., Udine 1961 • Selvini Attilio. Appunti per una storia della Topografia in Italia nel XX secolo. Maggioli editore, Rimini, 2013 • Selvini, A., Rivista del Catasto e dei SS:TT:EE, n.3. Roma 2008
Abstract Autori The article proposes a reflection on the ministerial program that regards the teaching of new courses in topography for "Surveyors construction, environment and land" as established by the Ministry of Education.
CARLO MONTI CARLO.MONTI@POLIMI.IT ATTILIO SELVINI ATTILIO.SELVINI@POLIMI.IT
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MERCATO Ciao Stefano Stefano Morisi, Vice President EMEA di Bentley Geospatial, è mancato lo scorso gennaio a soli 53 anni. Vogliamo ricordarlo sulle pagine di GEOmedia dove in passato abbiamo pubblicato alcuni suoi interventi. Con Stefano abbiamo avuto la fortuna di collaborare per tanti anni ed in diversi ambiti, come partner Bentley prima e come redazione della rivista più recentemente. La nostra conoscenza risale al 1997, quando Bentley proponeva la soluzione futuristica della rappresentazione 3D dei centri urbani sulla scia del progetto “Philadelphia modelcity”. La collaborazione è continuata poi negli anni successivi con la redazione di GEOmedia. Abbiamo detto fortuna di collaborare con lui perché rapportarsi con Stefano è stato sempre gratificante e piacevole, un grande professionista ed una persona umanamente attenta, affabile, sempre pronta a creare nuovi stimoli sul lavoro, capace di ascoltare e valorizzare il lavoro degli altri.
Andiamo a Firenze per il Rinascimento Verde promosso da INSPIRE!
L'articolo 9 del DL n. 179/2012, convertito con modificazioni con la legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha riscritto l'articolo 52 del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD) riguardante l'accesso telematico e riutilizzo dei dati delle pubbliche amministrazioni. Tale norma prevede alcuni adempimenti immediati per tutte le pubbliche amministrazioni. Dal 19 marzo 2013 "i dati e i documenti che le amministrazioni titolari pubblicano con qualsiasi modalità, senza l'espressa adozione di una licenza di cui all'art. 2, comma 1, lettera h) del decreto legislativo 24 gennaio 2006 n. 36, si intendono rilasciati come dati di tipo aperto". Nel contesto delle funzioni istituzionali di cui è investita l’Agenzia per l’Italia Digitale, il tema dei dati di tipo aperto assume una particolare rilevanza nell'ottica della definizione delle politiche di ottimizzazione delle risorse e razionalizzazione della spesa pubblica e, contemporaneamente, di quelle finalizzate alla valorizzazione del patrimonio di dati pubblici e al loro impiego come motore di sviluppo e di crescita economica. In particolare, l’Agenzia svolge un ruolo di coordinamento e di riferimento ed ha il compito, tra gli altri, di definire le linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio dei dati pubblici, a cui le pubbliche amministrazioni devono uniformarsi. A tal fine l’Agenzia ha dato comunicazione alle Pubbliche Amministrazioni Centrali e a quelle Locali di voler istituire un tavolo di lavoro per la definizione dei contenuti delle suddette linee guida. I lavori partiranno entro la fine di Marzo 2013. L’Agenzia ha infine comunicato alle Amministrazioni la possibilità di riferirsi alle linee guida già pubblicate dalla Commissione di Coordinamento SPC per l’interoperabilità semantica attraverso i Linked Open Data e in particolare alle sezioni relative all’approccio metodologico, agli standard e tecnologie, e alle licenze d’uso per i dati. In relazione a quanto sopra, con particolare riferimento alle licenze d'uso per i dati geografici, si ricorda che nel Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali è possibile documentare il tipo di licenza associato a un dato mediante il metadato "Limitazione d'uso" nel quale si può citare esplicitamente la licenza d'uso adottata (standard o definita dall'Ente).
La conferenza INSPIRE organizzata annualmente dal Joint Research Center (JRC) quest'anno fa tappa in Italia dal 23 al 27 giugno a Firenze. Collaborano all'organizzazione della conferenza il Ministero dell'Ambiente ed Ispra. Quest'anno la conferenza punta al rinascimento verde, non solo nel titolo ("INSPIRE 2013: The Green Renaissance") ma anche nei temi e sin dalle fasi preparatorie, attraverso la condivisione e gestione dei dati territoriali ed ambientali. Precederanno la conferenza vera e propria due giorni di seminari (23-24 giugno) durante i quali la comunità italiana sarà presente con una serie di sessioni, coordinate da AMFM GIS Italia e dal CISIS/ CPSG sullo stato dello sviluppo delle infrastrutture di dati territoriali a livello subnazionale ed i modelli di sviluppo ad esso legati. Sarà disponibile il servizio di traduzione simultanea. Altri seminari saranno finalizzati a fare il punto sulla articolata situazione europea dove si registrano nuove iniziative della Commissione Europea quali la EULF (European Location Framework). Inizierà poi la conferenza vera e propria che come negli anni passati si articolerà in sessioni tematiche parallele. Il 2013 sarà certo un anno da ricordare nella evoluzione di INSPIRE: ci sarà infatti la relazione della Commissione Europea al Parlamento in merito alla Direttiva INSPIRE e nelle stanze e nei seminari ai quali la Commissione partecipa, già si parla di una revisione delle Direttive da presentare nel 2015. Le basi per queste nuove attività verranno certamente poste a Firenze. Questo poi è l’anno delle specifiche dei dati dell’Allegato 3 della Direttiva, quello più dipendente dalle singole situazioni nazionali. Le specifiche dei dati riguardanti una cospicua serie di temi quali gli edifici, le aree protette e le infrastrutture stanno per essere approvati a giorni, pronte ad entrare nelle norme tecniche di attuazione della Direttiva. A Firenze sarà quindi anche il momento per fare il punto su queste norme tecniche e, forse, per qualche stato membro che non ha partecipato alla definizione delle norme stesse, di condividerne la complessità ed essere consapevole della loro applicabilità.
(Fonte: RNDT)
(Fonte: Redazione)
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Open Data, un tavolo di lavoro per le linee guida nazionali
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MERCATO La provincia di Lucca federata su datiopen.it
La provincia di Lucca è open, tutti i dati sono ora ricercabili e fruibili in modo integrato. La provincia ha infatti messo a disposizione dei cittadini dati statistici ed amministrativi di interesse territoriale prodotti dall'Amministrazione Provinciale o da essa raccolti ed elaborati. Due le fonti principali dei dati pubblicati, ISTAT e Provincia di Lucca, per un totale di 36 dataset. I dati sono suddivisi per argomento (lavoro, popolazione ecc.) ed indicizzati per parole chiave in modo da rendere più agevole la ricerca delle informazioni di interesse. Per procedere alla pubblicazione la provincia ha aderito al portale DatiOpen.it in modo da poter mettere a disposizione dei cittadini qualsiasi tipo di informazione in una modalità open con facilità. Il portale DatiOpen.it più che un semplice catalogo di pubblicazione del dato, è un motore di ricerca intelligente che consente anche di "vedere" i dati, rendendoli appetibili, attraverso l'interfaccia geografica 2D e 3D a cui tutti noi ci stiamo abituando da tempo. La peculiare caratteristica è data dal motore di archiviazione, realizzato in una Banca Dati strutturata al meglio per rispondere ai requisiti di apertura, facilità ed interscambio dati. Quest'ultima assicurata da adozioni del calibro del Dublin Core, standard che ha segnato la storia rendendo possibile l'accesso e la ricerca in tutte le biblioteche o, per citarne i più famosi, l'accesso multimediale ai network scientifici di Musei e Gallerie del mondo.
GeoMax Misurate, una app per il controllo dei Punti Fiduciali GeoMax Misurate è la nuova app di GeoMax che consente di eseguire la verifica in campo delle distanze misurate tra i Punti Fiduciali. Con l'applicazione puoi verificare le tue distanze misurate e individuare immediatamente eventuali anomalie sui punti misurati senza aspettare di tornare in ufficio. E' inoltre possibile scaricare, direttamente dal sito dell’Agenzia del Territorio, gli archivi delle mutue distanze delle province in cui ti trovi a lavorare. Per verificare la misura è possibile inserire le distanze oppure le coordinate dei Punti Fiduciali che hai misurato in campo ed eseguire la verifica in tempo reale. Con GeoMax Misurate l’inserimento dei nomi dei Punti fiduciali è semplificato perché l’applicazione ti propone il tipo di tastiera (alfabetica o numerica) in base alla posizione di inserimento, ti inserisce la barra di separazione e ti propone l’ultimo foglio e l’ultimo comune che hai inserito. Puoi verificare in tempo reale le tue misurate con le corrispondenti mutue distanze dei libretti precedenti. Le distanze che differiscono oltre la tolleranza sono chiaramente indicate. Il report della verifica, in formato Excel, può essere inviato per posta elettronica. L'app è disponibile su Google Play al prezzo di 4,99 €. (Fonte: LSE)
Oracle Spatial and Graph alla conquista del mondo GIS In una intervista a Brad Williams, vice presidente della Oracle Global Business effettuata da Directions Magazine vengono svelati i prossimi passi di Oracle verso il mondo delle Smart Grid e della tecnologia Geospaziale. Il prodotto che darà filo da torcere ai suoi concorrenti è l' Oracle Spatial and Graph che include funzionalità avanzate per i dati spaziali, le analisi, i grafi, le applicazioni fisiche, di rete e sociali. Le Geospatial Features infatti supportano complessi sistemi di informazione geografica (GIS), applicazioni aziendali e applicazioni basate sulla localizzazione dei servizi. Si aumentano quindi le possibilità della funzione di Oracle Database Locator, che fornisce l'archiviazione, l'analisi e l'indicizzazione dei dati di localizzazione 2D accessibili tramite SQL e linguaggi di programmazione standard. Queste possibilità avanzate includono la manipolazione e l'analisi spaziale come ad esempio la generazione di buffer zone, un motore completo di Geocoding, archiviazione, indicizzazione, e l'analisi di immagini e dati raster grigliati, un modello dati topologico per le applicazioni di gestione del territorio, classificazione location-based e correlazione per l'analisi di geomarketing ed infine, per la sorpresa di molti, la gestione e l'analisi 3D di nuvole di punti LiDAR. Inoltre sono disponibili ora strutture per la modellazione di reti fisiche con due possibilità. Un modello di rete (NDM) per modellare e analizzare i link nodi-tratte per rappresentare le reti fisiche e logiche utilizzate nei trasporti, utilities quali acqua, gas, elettricità e telecomunicazioni. Un grafo RDF semantico per modellare e analizzare i dati rappresentati come triple per social network, linked-data e altre applicazioni semantiche.
(Fonte: opendata.provincia.lucca.it)
(Fonte Directions Magazine)
Corso Geoserver: nuove date a Milano Il 6 e 7 Giugno 2013 GeoSolutions organizza a Milano il corso avanzato su GeoServer. Dopo il successo incontrato con l’edizione romana dello scorso Settembre, questa volta sarà Milano la sede delle due giornate dedicate al Server geospaziale Open Source. GeoSolutions ha completamente rivisto e rinnovato il materiale proposto nelle edizioni precedenti per adattarlo alla versione 2.2 del GeoServer. Il corso è stato preparato dagli sviluppatori core del progetto i quali saranno anche i docenti delle due giornate, durante le quali l’utente verrà guidato dalle basi fino all’esplorazione dei trucchi per il deployment in ambienti enterprise. La partecipazione al corso non richiede particolari conoscenze di programmazione ma solo la familiarità con i concetti di base del mondo GIS e dei protocolli OGC. L’evento costituisce un’occasione unica per imparare ad utilizzare o consolidare la conoscenza di uno strumento sempre più diffuso in aziende pubbliche e private, analizzando problematiche e dubbi direttamente con gli sviluppatori del progetto. Il corso è aperto a tutti gli interessati, le iscrizioni sono aperte, il programma completo e tutti i dettagli sono disponibili sul sito http://geoserver.geo-solutions.it Sono attive interessanti promozioni per studenti e gruppi provenienti dalla stessa azienda o ente, contattaci per conoscere le condizioni di partecipazione! GeoSolutions Sas Via Poggio alle Viti 1187 - 55054 Massarosa (LU) Tel. 0584 962313 administration@geo-solutions.it
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MERCATO Nuovo Ashtech MobileMapper 120, ricevitore GPS professionale per rilievi GIS e topografici ARVAtec presenta il nuovo MobileMapper 120, palmare GPS espandibile per il tecnico GIS o per il topografo. Disegnato per rilievi GIS e topografici, include la tecnologia BLADE, esclusiva di Ashtech, che permette di lavorare in condizioni GNSS estreme (sottobosco e ambiente urbano) pur mantenendo sempre alta la qualità dei rilievi. MobileMapper 120 si distingue per la compattezza, maneggevolezza, leggerezza, flessibilità (grazie alla possibilità di installare diversi software GIS) e, soprattutto, per la possibilità per l'utente di espanderlo in base alle proprie esigenze senza dover cambiare strumento. MobileMapper può lavorare in RKT ricevendo i segnali di correzione via GPRS o mediante Radio Modem esterno. Caratteristiche GNSS: 45 canali: GPS, GLONASS, L1 + L2, SBAS (WAAS/EGNOS) tecnologia BLADE per ridurre l'effetto Multipath DGPS, RTK (GPS & Glonass) e Post-Processing con software da ufficio MobileMapper Office di Ashtech frequenza fino a 20Hz (FastOutput) Flying RTK output nel formato NMEA 183 protocolli RTCM 2.3 e 3.1, CMR e CMR+, DBEN, ATOM (Ashtech Optimized Messaging) reti RTK: VRS, FKP, MAC Accuratezza: Real-Time SBAS: <50cm Real-Time DGPS: <50cm Real-Time RTK: fino a 1 cm (in L1 anche senza antenna di precisione esterna, in L1+L2 con antenna di precisione esterna) PostProcessing: fino a 1 cm Caratteristiche Ricevitore: GPS/GPRS integrato Quad band Fotocamera integrata 3 Mpixel Audio e microfoni integrati Bluetooth 2.1, Wi-Fi, RS232 E-compass e G-Sensor S.O. Windows Mobile 6.5 Inoltre il processore da 806 MHz, la memoria non volatile da 2 Gb, l’espansione con schede SD da 32Gb (SDHC da 4 Gb), la resistenza a cadute su cemento e ad immersioni, le batterie sostituibili in campo con autonomia di 8 ore, rendono MobileMapper 120 un sistema GNSS unico nel suo genere.E' disponibile il software ProMark Field per utilizzare Mobile Mapper 120 come Reference Station per picchettamenti e rilievi topografici. CON L'ACQUISTO DI MOBILE MAPPER VERRA' RILASCIATA LA CERTIFICAZIONE JRC PER I CONTROLLI MINISTERIALI IN AGRICOLTURA PER CONTO DI AGEA. Per avere maggiori informazioni contatta direttamente ARVAtec ai seguenti riferimenti: www.arvatec.it info@arvatec.it Tel.(+39) 0331.464840
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MERCATO #14IEUC User Conference Esri ecco il programma, tra tante novità Il 17 aprile prende il via la 14a Conferenza Italiana Utenti Esri durante la quale si parlerà di tecnologie, applicazioni e dati in un contesto di condivisione di esperienze e di aggiornamento continuo. Un programma ricco di sessioni tecnologiche e sessioni tematiche, workshop e sessioni speciali dedicate ai segmenti più interessanti e innovativi del mercato GIS. Alla conferenza ci sarà anche una sessione plenaria totalmente nuova che vi catapulterà nel mondo delle notizie e dei report giornalistici. Inoltre: • un'Area Formazione con tante opportunità da cogliere • le sessioni speciali "Live Poster" • un hashtag #14IEUC per poter seguire tutti gli aggiornamenti ed interagire in tempo reale. Le sessioni "Live Poster" sono dedicate a chi vorrà cimentarsi con le ultime possibilità offerte dalla piattaforma ArcGIS Online. La visibilità del Live Poster non si limiterà a una presenza tra gli atti della Conferenza, ma rimarrà accessibile sul web, ampliando le possibilità di accesso anche a un pubblico internazionale. Durante la Conferenza è attiva, anche quest'anno, l'Area Formazione dove gli esperti Esri sono a disposizione per consigli su percorsi formativi personalizzati e per indicazioni su come ottenere certificazioni Esri. Sono disponibili alcune postazioni dove è possibile usufruire di brevi video-corsi inediti e gratuiti. L'appuntamento è a Roma il 17 e 18 aprile 2013, nell'elegante cornice dell'Auditorium del Massimo. Il programma della Conferenza è disponibile sul sito www.esriitalia.it (Fonte: Esri Italia)
Topcon IP-S2 Compact+, il nuovo sistema 3D mobile mapping Topcon Europe Positioning sta lavorando per ampliare l'utilizzo dei sistemi di 3D mobile mapping con il suo IPS2 Compact+. Il sistema 3D mobile mapping è un innovativo sistema di surveying e mapping installato su veicolo e caratterizzato da scanner LiDAR ad alta definizione. “Il Compact+ rappresenta il prosieguo delle innovazioni introdotte sul mercato nel 2009 con la presentazione del sistema di mobile mapping Topcon IP-S2 che incorpora ricevitore GNSS di alta precisione, IMU (piattaforma inerziale), encoder sulle ruote, fotocamera sferica a 360 gradi e laser scanner multipli,” dice Sander Jongeleen, Topcon product manager mobile mapping. Realizzato sulla scorta del più diffuso sistema mobile mapping del mondo, IP-S2 Compact+ è la più recente aggiunta al portafoglio prodotti Topcon. Questa nuova soluzione consente di misurare con precisione gli oggetti fino ad una velocità di 100Km/h anche sotto avverse condizioni meteorologiche, e date le sue dimensioni contenute, può anche essere utilizzato in ambienti di lavoro al chiuso, come le gallerie e le miniere. Jongeleen aggiunge, “Le nuvole di punti a colori ad alta densità ed alta risoluzione ottenute con IP-S2 Compact+ e la fusione con le immagini sferiche ad alta risoluzione, aumentano sensibilmente l'efficienza in una vasta gamma di applicazioni. Ad esempio il Compact+ è perfetto per i progetti di GIS asset management, come i servizi di pubblica utilità e le vie di trasporto quali strade, autostrade, gallerie e viadotti.” Il sistema Compact+ è disponibile in due diverse configurazioni: il modello standard con tre scanner od il sistema con cinque scanner. Il sistema a tre scanner offre già l'orientamento scanner ottimizzato ed un campo visivo verticale di 360°. Il sistema a cinque scanner aumenta la densità della nuvola, minimizza le zone d'ombra, ottimizza la visibilità degli elementi stradali e misura 150.000 punti al secondo in un raggio di 40-50m. La nuova camera da 30MP ad alta risoluzione consente all'utente di leggere testi di dimensioni inferiori sulla segnaletica stradale ed i pali della luce, oltre ad una migliore interpretazione dei dettagli della superficie stradale, dice Jongeleen. L'IP-S2 Compact+ può essere acquistato come: high accuracy commercial grade o tactical grade IMU. Il commercial grade IMU è un dispositivo 'non-ITAR restricted' esentato dal controllo doganale. “Il Compact+ è facile da usare in combinazione con la suite software completamente integrata fornita con il sistema, ed offre una soluzione dall'ineguagliabile efficacia per una vasta gamma di applicazioni. L' IP-S2 Compact+ fornisce rapidamente dati di alta precisione e immagini dinamiche per qualsiasi progetto di rilievo e mappatura.“ conclude Jongeleen. Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti www.topcon-italia.it e www.topcon-positioning.eu (Fonte: Topcon Italia)
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MERCATO FME World Tour 2013
Gesp e Safe Software organizzano la data italiana del FME World Tour 2013, una serie di incontri gratuiti, interattivi ed educativi, tra gli utenti FME e gli esperti di Safe Software. L’evento si svolgerà nella giornata di martedì 14 maggio 2013 a Milano, presso il Centro Congressi del Palazzo delle Stelline in via Magenta 61. L’evento gratuito è destinato agli utenti italiani di FME e a tutte le organizzazioni e gli operatori GIS/CAD impegnati nella gestione e trasformazione di dati territoriali e contenuti geografici. Lo scopo dello user meeting è duplice: favorire il confronto tra professionisti e dare visibilità alle nuove possibilità offerte dalla piattaforma FME. Durante la giornata saranno descritte le nuove funzionalità rese disponibili nella recentissima versione FME 2013 e saranno illustrate alcune case histories di importanti organizzazioni italiane che hanno implementato soluzioni per la transformazione di dati geospaziali sulla tecnologie FME. Per maggiori dettagli sull’evento contattare Gesp al numero 011 2440983 oppure visitare http://fme.safe.com/FMEWorld-Tour-2013. Per informazioni su Safe Software visita www.safe.com Per informazioni su Gesp visita www.gesp.it
Nuovo Spectra Precision ProMark700 rover system GMX Positioning Srl ha annunciato l'introduzione del nuovo Spectra Precision ProMark700 rover system, leggero, robusto e semplicemente affidabile. Il ProMArk700 è il GNSS rover system più moderno, leggero e compatto disponibile oggi sul mercato. Doppia frequenza e doppia costellazione, consta di 220 canali atti a ricevere tutti i segnali disponibili ed dotato di tecnologia GNSS e sistema wireless interni che lo rendono ideale ad ogni tipo di applicazione RTK. Estremamente compatto, in quello che normalmente è l'ingombro fisico della sola antenna sono racchiuse tutte le componenti del ricevitore, pesa solo 0,65 Kg il che significa poco più di 1Kg complessivo con controller e palina. ProMark700 è totalmente privo di cavi, resiste a cadute da due metri, ha protezione ambientale IP67, può operare da -30° a +60° ed ha batterie interne LiIon da 5000mAh per un uso continuativo di oltre 10 ore. Grazie all'interfaccia utente "ready to use" operare con Promark700 è estremamete semplice. Disponibile con due tipi di controller, il nuovissimo T41 o il noto ed apprezzato MM10, ProMark700 viene fornito con il software di campagna SurveyPRO. Il T41 rappresenta il massimo dell'avanguardia in termini prestazionali, dimensionali e di resistenza: processore da 1Gb, ha protezione ambientale IP68 che gli permette di resistere ad immersione temporanea e protezione da cadute e vibrazioni in accordo con gli standard MIL-STD-810G. Le sue dimensioni fisiche sono quelle di uno smart-phone (15.5 cm x 8.2 cm x 2.5 cm) e pesa solo 0,4Kg con batterie. T41 è dotato di modem telefonico da 3,75G, GPS, fotocamera da 8M, bussola elettronica ed accelerometro interni. Il suo schermo è protetto dal sistema anticaduta "Gorilla system" ed ha dimensioni di 4,3". MM10, già noto in quanto utlizzato con gli altri sensori della gamma Spectra Precision, rappresenta una valida alternativa ad un prezzo più contenuto ed un peso inferiore di 0,2Kg. ProMark700 ha un prezzo accessibile tra i sistemi rover d'alta gamma e soprattutto non ha costi di manutenzione. Per maggiori informazioni è possibile contattare: GMX Positioning Srl Via Lessolo 5 10153 - TORINO Tel +39 011 747 555 - Fax +39 011 19 70 77 00 info@gmx-positioning.it www.gmx-positioning.it (Fonte: GMX Positioning)
Dall'Application Prototype Lab di Esri uno strumento per analisi immediata di altimetria, pendenza e inclinazione Una nuova possibilità di concatenare funzioni raster è stata recentemente dimostrata dal Laboratorio prototipale di Esri e i risultati sembrano molto promettenti. L'applicazione sembra funzionare egregiamente con velocità e immediatezza dando disponibilità di analisi in tutto il mondo, mare compreso, con pochi clic. Si possono tematizzare le aree che corrispondo ad una o a tutte e tre le condizioni impostabili da un box ove compare la regolazione dei limiti altimetrici (elevation), la inclinazione (slope) e l'orientamento (aspect). La Super-Fast, Server-Side Raster Analysis in pratica consente l'analisi raster on-the-fly utilizzando una tecnologia denominata "concatenamento raster". Molte delle elaborazioni che in precedenza venivano realizzate con tempi lunghi dovuti a pre-elaborazione dei flussi di lavoro possono ora essere effettuate on-the-fly con una nuova classe di oggetti nota come "funzioni raster". Concatenando funzioni raster multiple, una varietà di prodotti trasformati possono essere generati molto rapidamente con fruizione in streaming direttamente all'applicazione client, eliminando la necessità di scrivere i dati elaborati su disco. Ne risulta un grande risparmio di tempo di elaborazione e di memorizzazione dei dati. ArcGIS 10.1 ha portato progressi ulteriori per l'elaborazione raster on-the-fly, inclusa la possibilità di implementare le catene di funzioni raster sul server e esporre i loro parametri via REST. Questo ha aperto una nuova gamma di possibilità per gli sviluppatori che possono creare applicazioni dinamiche web-based per eseguire una rapida analisi di immagini raster. Un esempio è al link: http://maps.esri.com/AGSFlex_Demos/avalanche/ ove si presenta l'applicazione "Avalanche" così chiamata perché un potenziale utilizzo di questo tipo di analisi potrebbe essere quello di identificare le aree a rischio valanghe. Da tenere presente che questa applicazione è in esecuzione su uno dei server test del laboratorio e non è progettata per la scalabilità e forti accessi. Se volete un esempio ad alta risoluzione provate un zoom sul Monte St. Helens dal momento che sono stati inclusi dati a più alta risoluzione proprio in quella zona.
(Fonte: blog.esri.com)
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MERCATO Nuovo DISTO LEICA D510 Teorema presenta il nuovo DISTO LEICA D510, con una portata di 200 M, telecamera a colori, inclinometro, free app DISTO SKETCH per Apple. Il nuovo Leica DISTO D510 rende facili e senza sforzi le misurazioni in esterno. La combinazione tra il Mirino Digitale e il sensore d'inclinazione 360° permette misure che non sono mai state possibili con distanziometri convenzionali. Inoltre, grazie al Bluetooth Smart e alle attraenti Apps gratuite, sei pronto per il futuro delle misurazioni. Principali carattecistiche: • Mirino digitale Zoom 4x • IP65 water jet protection and dust-tight • Sensore d'inclinazine 360° • Smart Horizontal Mode™ • Tracciamento altezza • Bluetooth® Smart • App gratuita Leica DISTO™ sketch • Puntamento semplice con Mirino Digitale Zoom 4x Con il Mirino digitale, Leica DISTO D510 misura con la massima precisione ed anche in condizioni di luce sfavorevole. Questo è un grosso vantaggio quando si lavora all'esterno con giornate di sole. Anche se il laser rosso non è più visibile ad occhio nudo, il punto da misurare si può vedere esattamente nel mirino del display. Misure fino ad ieri impossibili grazie all'inclinometro 360° Il Leica DISTO D510 è fornito di sensore d'inclinazione 360°. Questo significa che non solo è possibile misurare angoli, ma anche distanze orizzontali! Insieme al Mirino Digitale, vengono fornite molte opzioni di misurazione. Perciò, le misurazioni sono possibili anche quando non sono presenti superfici senza riflessione, es. misurando l'altezza di un albero o misurando l'altezza di una facciata in vetro. Queste cose non possono essere misurate con un qualsiasi distanziometro laser. Misure di altezze anche senza superfici di riflessione Utilizzando questa funzione, il Leica DISTO™ D510 visualizza distanze e altezze differenti rispetto ad un punto di riferimento stabilito. Ciò rende la misurazione dei profili più facile e veloce, senza dover utilizzare strumenti di misurazione più costosi. Inoltre, questa funzione, può essere utilizzata per controllare, tra le altre applicazioni, anche se le travi sono dritte e controllare il livellamento esistente. Ergonomico Fornire l'operazione più semplice possibile di complesse funzioni di misura è un must per Leica Geosystems. Il Leica DISTO ™ D510 è stato adattato per l'interfaccia utente dei telefoni cellulari moderni. Inoltre, le funzioni preferite possono essere assegnate a una coppia di tasti di selezione, per un accesso rapido premendo un solo pulsante. Robustissimo e facile da Pulire: Classe IP65 Il corpo e la tastiera appositamente sigillata contro acqua e polvere. Pulire con acqua corrente non è più un problema. Inoltre, il distanziometro laser può essere utilizzato in tutte le condizioni atmosferiche, essendo a prova di polvere e acqua. Norma ISO 16331-1 - Lo standard per metri laser Per informazioni: Teorema srl Via Romilli 20/8 20139 MILANO Tel 02/5398739 www.disto.it
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PROMO palmare Trimble JUNO SD con Terrasync
Georeferenziare, telefonare ed inviare file, tutto questo è possibile con un unico strumento, il Trimble JUNO. Ora in offerta promo da Crisel. Per tutti gli operatori che lavorano sul territorio avere un GPS per georeferenziare velocemente gli oggetti di interesse è ormai essenziale. Avere un cellulare che vi permetta di rimanere a contatto con i vostri colleghi è sicuramente una necessità ormai più che consolidata. Avere la possibilità di fotografare e, volendo di inviare i file che avete registrato, può costituire qualcosa in più per la qualità e la velocità della vostra attività. Utilizzare diversi strumenti costa molto. Crisel lancia un’offerta promozionale sul palmare Trimble JunoSD con il software di acquisizione dati Terrasync Standard. Il JunoSD ha un processore Samsung da 533 MHz, Windows Mobile 6.1, connessione dati e voce tramite modem integrato 3.5G HSDPA, fotocamera da 3 megapixel, Bluotooth, Wifi, espansione di memoria su microSD. Ricevitore GPS/SBAS ad alta sensibilità con precisione metrica. Il software Terrasync Standard, è un applicativo molto semplice che consente di acquisire punti, linee ed aree e di esportare i dati nel formato shp ESRI. Il tutto è proposto a un prezzo di 700 € più IVA. Per avere ulteriori informazioni ed acquistare puoi contattare: CRISEL S.r.l. via Clivo di Cinna, 196 – 00136 ROMA Tel. 06/35498681 Fax 06/35498686 info@crisel.it www.crisel.it
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MERCATO Workshop ENEA e AIT su Telerilevamento per il monitoraggio e la gestione del territorio L’ENEA e l’AIT, Associazione Italiana di Telerilevamento hanno organizzato il workshop tematico su "Telerilevamento per il monitoraggio e la gestione del territorio, Strumenti e metodi avanzati applicati ai sistemi costieri, agricoli, forestali e agli ambienti urbani". il workshop si terrà a San Martino in Pensilis (CB) il 13 e 14 giugno 2013. L’ENEA e l’AIT promuovono da anni l’organizzazione di workshop tematici allo scopo di fornire un quadro aggiornato sul complesso panorama nazionale delle applicazioni del telerilevamento. Il workshop 2013 è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi del Molise, Dipartimento di Bioscienze e Territorio, e con il SIN, Sistema Informativo Nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Il workshop si occuperà di gestione dei sistemi territoriali, naturali, semi-naturali ed antropici mediante tecniche integrate di telerilevamento e sistemi informativi territoriali. Il telerilevamento da satellite, aereo e di prossimità tramite l’utilizzo di velivoli radiocomandati propone oggi metodologie sempre più avanzate di supporto alla pianificazione territoriale che possono diventare un valido strumento di analisi per i professionisti che operano nel settore. Scopo del workshop è diffondere tali tecniche innovative e mettere in relazione, confrontandosi su progetti e risultati, ricercatori e professionisti, enti di ricerca e uffici governativi. Il workshop si articolerà in sessioni tematiche; in particolare una sessione sarà dedicata ai nuovi sensori aerotrasportati di grande interesse per la gestione e pianificazione delle risorse agricole, costiere e degli ambienti antropizzati di ambito urbano. Negli ultimi decenni le tecnologie di telerilevamento da piattaforma aerea e satellitare si sono sviluppate proponendo oggi soluzioni applicative utili a supportare le numerose esigenze di pianificazione territoriale a diverse scale e con diversi obiettivi tematici. Dal monitoraggio degli ecosistemi naturali o semi-naturali, alla pianificazione delle risorse agricole, dalla gestione degli ambienti antropizzati di ambito urbano ai sistemi costieri e marini. NOTE INFORMATIVE Il workshop si svolgerà presso il Palazzo Baronale di San Martino in Pensilis (CB) e si articolerà in sessioni tematiche con presentazioni orali e poster. Sono previste navette gratuite, in orari prestabiliti, Termoli - San Martino in Pensilis. L’iscrizione al workshop è gratuita previa registrazione al sito entro il 1° giugno 2013. CALL FOR PAPER Si invitano tutti gli interessati a presentare un contributo orale o in forma di poster al workshop a sottomettere un abstract in lingua italiana contenente titolo del contributo con nomi e afferenza degli autori. I contributi saranno stampati in apposito abstract book. Una selezione dei contributi più meritevoli saranno invitati per la pubblicazione di uno Special Issue dell’European Journal of Remote Sensing http://www.aitjournal.com SCADENZE 30 Aprile 2013 - Invio degli abstract 15 Maggio 2013 - Comunicazione agli Autori dell’organizzazione delle sessioni e programma definitivo del workshop 1 Giugno 2013 - Termine ultimo per la Registrazione Maggiori informazioni per l'invio degli abstract e la registrazione all'evento sul sito dell'ENEA nella sezione “eventi” SEGRETERIA WORKSHOP Fax +39-051-6098544 Email: workshop.telerilevamento@enea.it (Fonte: ENEA)
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MERCATO Blom Compagnia Generale Riprese aeree S.p.A. (Blom CGR) torna ad essere Italiana Dopo oltre 7 anni di intenso e proattivo sviluppo del business, Blom CGR ritorna ad essere azienda Italiana: le azioni di Blom CGR sono state infatti acquistate interamente dalla famiglia Banchini – Ferretti, ovvero dagli eredi del fondatore Licinio Ferretti; mantenendo inalterato il management, l’azienda garantisce il knowhow e le competenze di settore maturati in quasi mezzo secolo di attività. Con questa decisione, Blom CGR, leader nel mercato in Italia ed in Francia per il telerilevamento aereo e la conseguente informazione geografica, recupererà una totale indipendenza per lo sviluppo dei mercati di riferimento dell'azienda: Italia, Francia, Medio Oriente ed Africa. Blom CGR e il gruppo Blom conserveranno comunque una forte partnership tecnologica e commerciale. Entrambe le parti manterranno una stretta collaborazione in modo da essere sempre in grado di offrire la più ampia gamma di servizi sul mercato dell'informazione territoriale e geografica, a partire dalla acquisizione dei dati mediante le più sofisticate tecnologie in termini di aeromobili e sensori, fino alla fornitura di soluzioni a valore aggiunto per tutti i segmenti di mercato che ne fanno ricorso: Sicurezza e Difesa, Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, Risorse Naturali e Ambiente, Utilities, Web & Mobility. La partnership mira anche a proseguire nello sviluppo di prodotti e servizi Web su scala europea con nuove librerie di immagini aeree oltre che per le immagini storiche e dei servizi “cloud” come BlomURBEXTM e BlomURBEX3DTM. “Questa decisione non ha alcun impatto per tutti i contratti ed i presupposti commerciali in essere di Blom CGR - afferma Giovanni Banchini, dal 2005 Presidente ed AD di Blom CGR - al contrario, potremo disporre di una flessibilità ancora maggiore al fine di soddisfare sempre al meglio le esigenze del mercato del telerilevamento e quindi dei nostri clienti”. (Fonte: BLOM CGR)
ESA annuncia il primo fix 3D solo Galileo L'Agenzia spaziale europea (ESA) ha annunciato nelle settimane scorse un importante traguardo nello sviluppo del programma GNSS in Europa: la prima determinazione di un diritto di superficie utilizzando i quattro satelliti Galileo attualmente in orbita insieme alle infrastrutture di terra del sistema. Questo passaggio fondamentale conferma che il sistema Galileo funziona come previsto, dicono gli scienziati dell'ESA. Come noto sono necessari i segnali da almeno quattro satelliti per determinare una posizione fissa in tre dimensioni (correntemente denominata fix). I primi due satelliti vennero avviati nel mese di ottobre 2011, con altri due al seguito un anno dopo. "Una volta che le prove degli ultimi due satelliti erano complete, nelle ultime due settimane abbiamo concentrato i nostri sforzi sulla produzione di dati di navigazione e i loro messaggi acquisiti da ricevitori a Terra", ha spiegato Marco Falcone, manager del sistema ESA Galileo. Questa prima posizione di longitudine, latitudine e altitudine è stata registrata presso il Laboratorio tecnico di navigazione dell'ESA al centro ESTEC, a Noordwijk, nei Paesi Bassi ieri mattina. L'accuratezza del positionig è stata tra i 10 e 15 metri - che rispecchia l'infrastruttura limitata distribuita fino ad ora, secondo l'ESA. "Il test di oggi ha un duplice significato: storico e tecnico", sottolinea Javier Benedicto, responsabile del progetto Galileo dell'ESA. "Dal punto di vista storico, questa è la prima volta che l'Europa ha una determinata posizione sul terreno utilizzando solo il proprio sistema di navigazione autonomo, Galileo. Dal punto di vista tecnico, per quanto riguarda la generazione dei messaggi di navigazione Galileo è un passo essenziale per le attività che iniziano i piani di convalida, prima di iniziare il pieno dispiegamento del sistema previsto entro la fine di quest'anno". Con solo quattro satelliti in orbita fino ad oggi, l'intera costellazione Galileo è visibile contemporaneamente in un posto per un massimo di due o tre ore al giorno. Questa frequenza aumenterà aggiungendo più satelliti in aiuto ai primi quattro SV, inoltre con le stazioni di terra aggiunte verranno forniti dati on-line, al fine di avere segnali sufficienti per il lancio dei servizi Galileo previsti alla fine del 2014. Con le attività di test di validazione in corso, gli utenti potrebbero verificare interruzioni nel contenuto dei messaggi di navigazione trasmessi. Nei prossimi mesi i messaggi saranno maggiormente elaborati per definire la 'compensazione' tra il tempo del sistema Galileo e il Coordinated Universal Time (UTC), così come anche per l'offset del tempo Galileo rispetto al GPS in modo da garantire l'interoperabilità con il GPS. I parametri ionosferici per gli utenti con singola frequenza saranno in onda in un successivo periodo per contribuire a migliorare la precisione in tempo reale. La fasi di definizione della convalida in orbita del programma Galileo sono state realizzate da ESA e co-finanziate da ESA e dalla Comunità Europea. La fase di piena capacità operativa (FOC) è completamente gestita e finanziata dalla Commissione Europea (CE). La CE e l'ESA hanno firmato una convenzione di delega, ai sensi della quale l'ESA agisce come agente di progettazione e appalto per conto della Commissione.
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Il nuovo software della Pitney Bowes: MapInfo Stratus
Pitney Bowes Software lancia MapInfo Stratus, il servizio SaaS (Software as a Service) di web-mapping per la condivisione e la pubblicazione di dati e mappe interattive da MapInfo Professional. Creato per tutti i settori di mercato quali Pubblica Amministrazione, Retail, Telco, Banche e Assicurazioni, e per qualsiasi tipo di utente, MapInfo Stratus permette di condividere i benefici della Location Intelligence e dell’analisi geografica dei dati con un numero ampio di utenti. La modalità SaaS è l'alternativa in rapida crescita alle applicazioni tradizionali che permette di abbattere notevolmente i costi. Benefici MapInfo Stratus • Ottimizzazione dell’investimento ed estensione delle capacità di Location Intelligence di MapInfo Professional, • Pubblicazione e condivisione di mappe interattive e dettagliate, • Accesso a dati e mappe anche per utenti non esperti GIS, • Possibilità di accesso 24h/7gg per utenti sia interni che esterni all’azienda, • Interfaccia user-friendly, • Tecnologia SaaS che permette di usufruire di software aggiornato riducendo costi operativi per la gestione dei dati interni e delle infrastrutture di rete, • Controlli RIA (Rich Internet Applications) che permettono di includere la mappa interattiva all’interno di siti web e applicazioni, senza dover far fronte a costi aggiuntivi per lo sviluppo di software. MapInfo Stratus include • La Console Stratus Administration (Amministratore) che consente di importare dati, personalizzare mappe, aggiungere utenti ed impostare i loro privilegi di accesso • L’Application Stratus è il sito al quale possono accedere sia gli utenti autenticati che quelli pubblici per visualizzare e creare selezioni sulle mappe condivise. E’ possibile attivare la versione trial di MapInfo Stratus per 60gg al link http://web. pb.com/stratus-uk-evaluation Sul sito sono inoltre disponibili una serie di video tutorial di Mapinfo Stratus per esplorare tutte le possibilità ed i vantaggi di Stratus. (Fonte: divisione Italia di Pitney Bowes)
GEOmedia n°6-2012
Crisi o non crisi, continuiamo a crescere. Ma non è solo questione di fortuna. La crisi colpisce tutti, per carità. Ma la vita va avanti e – soprattutto per chi fa un lavoro molto specializzato, come noi – c’è sempre mercato. A patto di lavorare bene, s’intende. E di aver fatto in passato scelte corrette, sviluppando competenze che con il tempo crescono di valore. Da molti anni, investiamo costantemente in R&D studiando soluzioni innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando in modo significativo la performance dei sistemi IT. Parallelamente, abbiamo messo a punto procedure che consentono di raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e del budget, con un livello qualitativo sempre certificato. Inoltre, abbiamo percorso prima di altri la strada del software open source, liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche e garantendo la massima qualità a costi competitivi Grazie a tutto questo, siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Romania, Turchia, Siria, Cipro, i Caraibi.
GESP Srl MILANO - BOLOGNA - TORINO http://w w w.gesp.it - gespsrl@gesp.it
E oggi affrontiamo nuove sfide in un contesto sempre più globale e allargato: attualmente, i nostri programmatori e i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri. Continuiamo a crescere, sia in temini economici, sia in termini dimensionali. I nostri collaboratori aumentano, abbiamo aperto nuove sedi e stiamo entrando in mercati che richiedono applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. Insomma, crisi o non crisi, continuiamo a perseguire il nostro obiettivo di fondo: confermare il trend che negli ultimi anni ci ha permesso di diventare una tra le principali realtà italiane nel settore del GIS. Non solo grazie alla buona sorte.
REPORTS
GEOPORTALE NAZIONALE Un approfondimento sulle metodologie di conversione e trasformazione coordinate di Salvatore Costabile, Stefano Martini, Agostino Avanzi, Laura Petriglia, Giuseppe Corrarello Con il presente articolo si intende ampliare la conoscenza e la fruibilità del servizio di conversione di coordinate del Geoportale Nazionale già descritto nel precedente numero di GEOmedia, dando una dettagliata descrizione degli algoritmi impiegati e delle metodologie di trasformazione ricomprese all’interno del servizio stesso.
Con riferimento all’articolo “Interoperabilità dei dati territoriali: il GN si dota di un nuovo servizio per la trasformazione di coordinate per l’intero territorio italiano” pubblicato su GEOmedia 5 2012 con il titolo: Geoportale Nazionale – Varato servizio free di trasformazione coordinate, in cui venivano descritte le funzionalità di trasformazione implementate all’interno del Geoportale Nazionale, in allineamento alla Direttiva Europea INSPIRE (2007/2/EC), si riporta una dettagliata descrizione degli algoritmi impiegati e delle metodologie di trasformazione ricomprese all’interno del servizio stesso. Metodologie di conversione e trasformazione Per comprendere gli aspetti tecnici è necessario effettuare una distinzione tra i termini CONVERSIONE e TRASFORMAZIONE di coordinate:
Metodo Bursa-Wolf Il metodo Bursa-Wolf utilizza una trasformazione a sette parametri applicata alle coordinate geocentriche:
dove:
• XT, YT, ZT rappresentano le coordinate geocentriche del punto nel sistema di riferimento finale;
• Xs, Ys, Zs rappresentano le coordinate geocentriche del punto nel sistema di riferimento iniziale;
• dX, dY, dZ rappresentano i fattori di traslazione tra i centri dei due ellissoidi;
• CONVERSIONE: passaggio tra due sistemi di riferimento all’interno dello stesso datum;
• RX, RY, RZ rappresentano i parametri di rotazione dal siste-
• TRASFORMAZIONE: cambiamento di sistema di riferimento in presenza di datum differenti. Le conversioni nello strumento “Conversione di Coordinate” del GN sono realizzate attraverso l’applicazione di equazioni che calcolano la trasformazione diretta da coordinate proiettate a geografiche ed inversa da geografiche a proiettate, mentre le trasformazioni utilizzano algoritmi basati o sui grigliati IGM oppure applicando il metodo dei sette parametri Bursa-Wolf. Nella trasformazione la scelta dell’algoritmo da utilizzare avviene automaticamente e si basa sulla presenza o meno dei grigliati nel punto oggetto di trasformazione: si utilizzano i grigliati per le coordinate ricadenti nell’area coperta dai grigliati stessi, mentre il metodo Bursa-Wolf per le coordinate esterne all’area. Le trasformazioni che presentano contemporaneamente coordinate interne ed esterne all’area dei grigliati possono essere soggette a discontinuità geometriche causate dalla diversità degli algoritmi applicati. Conversione di coordinate all’interno dello stesso datum La conversione di coordinate aventi lo stesso datum (ad esempio il passaggio dal sistema ETRS89 Fuso 32 a ETRS89 Fuso 33) è effettuata con operazioni geometrico-matematiche che non causano perdite di precisione nel risultato finale se non per gli arrotondamenti di calcolo (a livello millimetrico).
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•
ma di partenza a quello di arrivo in funzione delle tre rotazioni intorno agli assi; M è il fattore di scala, che tiene conto delle differenze di scala che caratterizzano due diversi datum. M=(1 + dS·10)-6, dove dS è il fattore di scala espresso in parti per milione. (OGP, 2012 e Guarnieri, 2013).
Grigliati Il metodo di trasformazione con i grigliati dell’IGM si basa su matrici di punti che contengono le differenze di latitudine e longitudine fra i vari sistemi di riferimento per tutto il territorio nazionale, e senza discontinuità (Cartlab3). Tramite i grigliati si possono eseguire trasformazioni fra i sistemi ROMA40, ED50, ed ETRS89/WGS84 in tutte le possibili combinazioni ottenendo i valori necessari per mezzo di una interpolazione bilineare eseguita fra i valori della griglia (Ronci, 2007). Descrizione generale Un grigliato può essere suddiviso in tre parti: una contenente le correzioni di latitudine e longitudine per il passaggio da ED50 a Roma40, una contenente le correzioni di latitudine e longitudine per la trasformazione da Roma40 a WGS84/ETRF89 e l’ultima parte che contiene i valori georeferenziati in coordinate WGS84/ETRF89 per il calcolo dell’ondulazione. I dati sono organizzati in griglie 6x6 a maglia quasi quadrata che si estende anche fuori dai confini nazionali.
GEOmedia n°6-2012
REPORTS I grigliati consentono oltre alla trasformazione delle coordinate planimetriche, anche la trasformazione di altezze ellissoidiche in quote ortometriche (Barzagni et al., 2007).
Fig. 4 - Progressione dei dati in un grigliato IGM. Tra grigliati adiacenti è presente la sovrapposizione delle ultime 3 o 4 colonne (in alcuni casi tale numero cala a 2) lungo la longitudine e delle ultime 3 righe lungo la latitudine come rappresentato in Figura 4 (Ronci, 2007).
Versione e nuovo sistema di riferimento ETRF2000 Il 10 novembre 2011 è stato ufficializzato con DPCM il nuovo sistema di riferimento denominato ETRF2000 (2008.0) «In realtà non si stratta di un vero cambio di Sistema ma un cambio di realizzazione nell’ambito dello stesso Sistema: da ETRF89 e ETRF2000...» (Carlucci et al., 2012). I grigliati IGM più recenti, in formato GK contengono, in aggiunta ai parametri riportati nel paragrafo Descrizione generale 0, le correzioni per il passaggio dalla realizzazione ETRF89 alla realizzazione ETRF2000. Rispetto ai grigliati in formato .GR (.GR1 e .GR2) planimetricamente contengono due settori in più (∆φ, ∆λ) per passare dalla realizzazione ETRF89 a ETRF2000 ed altimetricamente contengono un settore in più (∆h) per passare da quote ellissoidiche ETRF89 a quote ellissoidiche ETRF2000 (Maseroli, 2009). Algoritmi applicati Tutti i grigliati distribuiti dall’IGM (gr1 .gr2, .gk1, .gk2 e .gk3) hanno la stessa organizzazione dei dati: per ogni trasformazione sono riportati 36 valori di correzione per la latitudine e 36 valori per la longitudine. Per ogni blocco di correzione i dati sono organizzati in griglie 6x6 in modo che il primo dei 36 record abbia come coordinate di riferimento quelle del grigliato e gli altri valori di scostamento siano disposti di seguito per formare i nodi della griglia con passo 7.50’ in longitudine e 5’ in latitudine. La disposizione delle correzioni all’interno della griglia procede per righe: da sinistra verso destra e dal basso verso l’alto.
Fig. 5 - Sovrapposizione di correzioni di longitudine tra grigliati adiacenti. La stessa disposizione è presente nelle correzioni di latitudine.
Dalla mosaicatura delle griglie si ottengono un grigliato per la latitudine ed uno per la longitudine che avranno tra loro lo stesso numero di righe e di colonne ma righe e colonne dipenderanno dal numero di grigliati IGM di partenza e dalla loro posizione nello spazio. Gli scostamenti per un punto qualsiasi ricadente all’interno del grigliato sono ricavati mediante interpolazione bilineare dagli scostamenti dei quattro nodi più vicini al punto stesso. La Figura 5 mostra come le informazioni delle correzioni di trasformazione, disposte in una griglia, possono essere utilizzate per determinare i parametri di correzione al punto p. I fattori di correzione sono calcolati a partire dai valori presenti ai quattro nodi della griglia (A, B, C e D).
Fig. 6 – Interpolazione bilineare (Mitchell & Collier, 2000).
Fig. 2 - Struttura dati di un grigliato IGM per la trasformazione Roma40-ED50.
L’equazione per calcolare la correzione in latitudine nel punto p è:
dove:
Fig. 3 - Visualizzazione in tabelle delle griglie 6x6 della latitudine (in alto) e della longitudine (in basso) con la disposizione degli scostamenti per un grigliato IGM. Le coordinate riportate nel file del grigliato fanno riferimento all’angolo in basso a sinistra della griglia 6x6.
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sono le correzioni di latitudine dai punti A al D. Per calcolare il valore di correzione per la longitudine nel punto p i termini devono essere sostituiti con il corrispondente della griglia.
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REPORTS
Per trasformazioni che interessano il sistema di riferimento ETRS89 alla nuova realizzazione ETRF2000 si eseguono due trasformazioni: una dal sistema di riferimento di input al sistema ETRS89 con realizzazione ETRF89 e sulle coordinate ottenute viene eseguita una nuova trasformazione dalla realizzazione ETRF89 alla ETRF2000, per entrambe le trasformazioni si applicano i metodi sopra descritti. I grigliati IGM hanno un intorno di circa 10 km da ciascuno dei vertici IGM95 e sono corrispondenti alla superficie di ciascuno dei fogli della carta d’Italia alla scala 1:50000. Per verificare se la coordinata o il file ricade nell’area coperta dai grigliati è possibile controllare nel sito http://www. igmi.org/prodotti/cartografia/carte_topografiche/quadro_25_50/index.html (Guarnieri A., 2013). Formato file input/output Con lo strumento “Conversione di Coordinate” è possibile convertire e trasformare singoli punti o liste di punti digitandoli direttamente nell’apposito form della pagina, oppure file contenenti dati vettoriali e raster. Attualmente i formati dati supportati sono i seguenti: • • •
File vettoriali: Shapefile (.shp, .shx, .dbf); File raster grid: ESRI Ascii Grid (.asc), ESRI Floating Point Grid (.flt), .file di testo con lista di coordinate xyz; File raster immagine: TIFF (.tif con world file .tfw), JPG (.jpg con world file .jgw).
Le immagini GeoTIFF non sono supportate, ma sono trattate come normali immagini TIFF e pertanto devono essere accompagnate dal loro world file, analogamente alle altre immagini raster. I file di output inviati tramite mail all’utente hanno lo stesso formato dei file di input.
Abstract With the present article is intended to broaden the knowledge and availability of the service to coordinate conversion of the National Geoportal already described in the previous issue of GEOmedia, giving a detailed description of the algorithms used and methods of transformation included within the service.
Autori COSTABILE SALVATORE COSTABILE.SALVATORE@MINIAMBIENTE.IT
MARTINI STEFANO MARTINI.STEFANO@MINIAMBIENTE.IT
PETRIGLIA LAURA LAURA.PETRIGLIA@GMAIL.COM
Conclusioni Il Servizio di Trasformazione di Coordinate è stato realizzato nell’ambito del Progetto MIADRA (Fornitura di Dati, Sistemi e Servizi per il Monitoraggio dell’Impatto Ambientale Dovuto a Reati Ambientali), finanziato con i Fondi PON “Sicurezza per lo sviluppo – Obiettivo Convergenza 20072013” e reso disponibile alle ARPA delle 4 Regioni CONV Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e al SITA del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente. Successivamente il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha ritenuto opportuno pubblicare e pertanto rendere disponibile, senza alcun onere aggiuntivo per l’Amministrazione, in linea con quanto previsto dal Codice dell’Amministrazione digitale nel D.L. 82 del 7 marzo 2005, lo stesso servizio sul Geoportale Nazionale, fornendo così la possibilità a chiunque, a titolo completamente gratuito, di operare la trasformazione di coordinate a partire dai dati in proprio possesso. Inoltre, occorre evidenziare che il Servizio di Trasformazione viene erogato nel rispetto della normativa INSPIRE e facendo uso dei grigliati che l’IGM ha reso disponibili al Geoportale stesso. Ringraziamenti Si ringrazia l’Istituto Geografico Militare per la fattiva collaborazione resa alla realizzazione di quanto richiesto dalla normativa vigente.
Bibliografia • Barzagni R., Carrion D, Testaverde A., Tornatore V. (2007). Trasformazioni di Datum per applicazioni cartografiche: aspetti teorici e pratici. Bollettino A.I.C 129-130-131: 101-113. • Carlucci R, Maseroli R., Petrosino G. (2012). L’adozione del nuovo sistema di riferimento geodetico italiano. Geomedia 2: 6-10. • Collier P. (2002). Development of Australia’s National GDA94 Transformation grids. Department of geomatics – The University of Melburne. http://www.icsm.gov.au/gda/natgrids.pdf • Guarnieri A. (2013). Slide del corso intensivo GPS: impiego della tecnologia GPS nel rilievo del territorio. Centro interdipartimentale di fotogrammetria, Telerilevamento e Sistemi Informativi Territoriali dell’Università di Padova. 20-22 febbraio 2013. • Junkins D.R., Farley S.A. (1995). NTv2 National Transformation Version2. Developer’s Guide. ftp://ftp.gouv.nc/sig/ESRI/ntv2/ NTv2DeveloperGuide.pdf. • Manuale Cartlab 3. • Mitchell D.J., Collier P.A. (2000). GDAit (GDA94 InTerpolation) software documentation. Version2.0. http://www.dse.vic.gov. au/__data/assets/pdf_file/0014/104450/GDAit_Software_Doc_ V206.pdf • OGP – International Association of Oil & Gas Producers (2012). Coordinate Conversions and Transformations including Formulas. Geomatics Guidance Note number 7, part 2: 120-121. http://www. epsg.org/. • Maseroli R (2009). La rete dinamica nazionale: integrazione dei servizi e delle reti a livello nazionale. http://www2.ogs.trieste.it/ gps-rtk/documenti/Presentazioni%202009/Maseroli.pdf. • Ronci E. (2007). Tesi di dottorato: Dallo statico al network RTK: l’evoluzione del rilievo satellitare. Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Ciclo XIX. • Sferlazza E., Falciano A. (2009) Trasformazione della cartografia catastale mediante grigliati NTv2. Atti 13a Conferenza Nazionale ASITA. 1-4 dicembre 2009. • Sferlazza E, Bellini E. Conversione di coordinate con grigliati NTv2 – un’applicazione per il territorio siciliano. http://www.provincia. agrigento.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/309
CORRARELLO GIUSEPPE G.CORRARELLO@GMAIL.COM
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
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Parole chiave
AGOSTINO AVANZI
GEOPORTALE NAZIONALE; SISTEMI DI RIFERIMENTO; METODOLOGIE DI TRASFOR-
INFO@BETASTUDIO.IT
MAZIONE E CONVERSIONE COORDINATE
GEOmedia n°6-2012
REPORTS
Considerazioni sui nuovi servizi di conversione di coordinate del Geoportale
Nazionale
di Roberto Rossi
La pubblicazione dei sistemi di conversione di coordinate sul Geoportale Nazionale ha suscitato commenti in generale positivi, ma anche qualche critica da parte degli utenti. Chi scrive auspica che i grigliati IGM, in un prossimo futuro, entrino a far parte del patrimonio dei dati pubblici e aperti del nostro paese. Ritiene però che, in attesa che i tempi siano maturi per questo passaggio, i servizi di conversione del Geoportale Nazionale siano un preziosissimo strumento a disposizione di tutti...
I Sistemi di conversione e trasformazione delle coordinate in Italia Sistemi di riferimento: croce e delizia degli operatori GIS, specialmente in Italia. In una decina d’anni di esperienza nel campo della formazione tecnica sull’uso dei software GIS, durante i quali abbiamo avuto la ventura di formare più di un migliaio di tecnici, abbiamo potuto verificare come il problema di gestire dati con diversi sistemi di coordinate rappresenti un passaggio cruciale per chi si trova a lavorare con i dati territoriali, in particolar modo qui (in Italia) ed ora (nel decennio attuale). Il nostro Paese ha infatti la ventura di avere un’estensione EstOvest sufficiente (ci vuol poco!) da richiedere l’impiego di tre fusi (per i sistemi di coordinate piane), e si trova in una fase nella quale convivono sistemi geodetici diversi: mentre il sistema globale WGS84 (o sistema di riferimento geodetico europeo ETRS89) va sempre più diffondendosi come sistema di riferimento standard dei dati territoriali (anche in virtù dell’adozione, con DM del 10/11/2011, quale Sistema di Riferimento Geodetico Nazionale), presso vari enti territoriali permangono ancora dati (ad esempio le CTR in formato numerico distribuite da varie regioni) pubblicati nel sistema nazionale Gauss Boaga (Roma 40) ed, in minor misura, nel Sistema Europeo ED50. Mentre i software GIS, restando nell’ambito del medesimo sistema geodetico (Datum), consentono di proiettare i dati con una precisione assoluta (mediante proiezione da coordinate geografiche a coordinate piane, proiezione inversa da piane a geografiche, o passaggio da un fuso all’altro mediante proiezione inversa e successiva riproiezione), ben più complessa è la gestione di una conversione che implichi la necessità di una trasformazione, intesa come passaggio di coordinate geografiche da un sistema geodetico ad un altro.
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Le trasformazioni possono essere gestite, nell’ambito dei software GIS e di software dedicati, mediante equazioni di trasformazione (a 3 o 7 parametri) che operano il passaggio tra Datum, ridotti a sistemi cartesiani geocentrici (XYZ). Le equazioni di trasformazione sono spesso disponibili con set di parametri adatti al territorio nazionale, precaricati sui software GIS maggiormente diffusi: i valori più utilizzati sono quelli tratti dall’archivio EPSG (European Petroleum Survey Group Geodetic Parameter Dataset), con 4 diversi set di parametri disponibili, ad esempio, per la trasformazione da ROMA40 a WGS84 e viceversa. Le equazioni hanno però una validità locale, giacché i valori di scostamento δφ e δλ tra datum non sono costanti sul territorio nazionale, a causa degli errori insiti nelle procedure di realizzazione dei sistemi geodetici. Da questo deriva la necessità di utilizzare parametri di passaggio da un datum all’altro non costanti, ma variabili e distribuiti sul territorio, parametri archiviati sotto forma di griglie prodotte e distribuite in Italia dall’Istituto Geografico Militare (IGM). L’utilizzo dei grigliati consente di gestire, con precisione pressoché assoluta, il passaggio tra sistemi geodetici e di conseguire un risultato certificato dall’IGM. Fino ad oggi nel nostro paese è stato possibile procedere a conversioni di dati su tutto il territorio nazionale, utilizzando la trasformazione basata su grigliati ufficiali, solo acquistando il software Verto (dalla versione 1 alla 3) prodotto dall’IGM e distribuito con chiave hardware (con prezzi tra i 100 ed i 235 € a seconda delle versioni) e acquistando separatamente i singoli grigliati di interesse, nella misura di un grigliato per ogni elemento della Carta topografica d’Italia 1:50.000 (tra i 50 ed i 90 € a seconda che i grigliati contengano l’oscillazione geodetica riferita ad un geoide più o meno aggiornato). Alcune regioni italiane hanno messo a disposizione un sof-
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REPORTS tware di conversione, dal funzionamento del tutto analogo a Verto, distribuito gratuitamente dagli uffici cartografici regionali congiuntamente con i grigliati necessari a coprire il territorio regionale : applicativi come ConVe, ConvER, Conversione di Coordinate distribuiti rispettivamente dalle Regioni Veneto, Emilia Romagna, Sardegna. Si tratta di software che operano la trasformazione con i rispettivi grigliati solo all’interno del proprio territorio regionale, mentre per il territorio al di fuori dei loro limiti amministrativi, utilizzano le equazioni di trasformazione. Altre regioni (Basilicata, Lombardia, ecc.) hanno invece messo a disposizione servizi di trasformazione on-line, anch’essi operanti all’interno del territorio regionale, accessibili presso i siti dei servizi cartografici regionali. I Servizi di Conversione e Trasformazione messi a disposizione dal Geoportale Nazionale Da pochi mesi finalmente abbiamo a disposizione in Italia uno strumento utile ad applicare le trasformazioni, basate sui grigliati ufficiali, di libero accesso e funzionante su tutto il territorio nazionale. Si tratta dei sistemi di conversione disponibili sul Geoportale Nazionale (ex Portale Cartografico Nazionale), secondo quanto previsto dalla direttiva Europea Inspire (Infrastructure for Spatial Information in the European Community, 2007/2/EC). Gli strumenti per la conversione di coordinate a disposizione sul Geoportale Nazionale sono tre: • un’applicazione web che opera la conversione e trasformazione mediante una semplice interfaccia accessibile mediante browser; • un servizio WPS-WCTS (Web Processing Service-Web Coordinate Transformation Service), protocollo definito dell’OGC (Open Geospatial Consortium) che si configura come servizio web di trasformazione da utilizzare mediante client in grado di dialogare con protocollo WPS; • un software Open Source (AdB-ToolBox), liberamente scaricabile dal Geoportale Nazionale, che consente la conversione e trasformazione dei dati territoriali utilizzando grigliati in proprio possesso oppure il servizio WPS-WCTS pubblicato dal Geoportale Nazionale. Applicazione Web L’applicazione WEB è accessibile dall’homepage del Geoportale Nazionale (www.pcn.minambiente.it), cliccando su “Conversione di Coordinate”. L’interfaccia, richiedendo di scegliere il sistema di riferimento in ingresso e quello in uscita tra i 12 disponibili, consente di operare la conversione su coppie di coordinate inserite a video, oppure su file caricati (upload) da disco. I formati dei file supportati sono lo shapefile per quanto riguarda i vettoriali e ASCII, Floating Point, TIFF e JPEG per quanto riguarda i raster. La conversione delle coppie di coordinate avviene in tempo reale, quella dei file avviene in differita: l’utente riceve, dal Geoportale Nazionale via mail, nel giro di pochi minuti (nell’esperienza fatta da chi scrive), un link dal quale scaricare un archivio zip contenente i file convertiti.
servizi web (WMS, WFS, WCS) messi a disposizione dal Geoportale Nazionale. Secondo la filosofia dei servizi web si tratta di dati la cui gestione, manutenzione e eventuale futuro aggiornamento, spettano al Ministero dell’Ambiente (gestore del Geoportale Nazionale); l’utente deve solo preoccuparsi di recuperare le coordinate di accesso al dato o al servizio (un semplice URL). Nello specifico si tratta di un protocollo definito dal Open Geospatial Consortium (OGC), come Application Profile di un servizio WPS (Web Processing Service), servizio che consente di gestire operazioni di geoprocessing da web: in questo caso il servizio processa una trasformazione di coordinate. Al momento sono pochi i client in grado di utilizzare questo servizio: uDig, Quantum GIS (seppure con alcune difficoltà), AdB-ToolBox (dalla prossima release). In un prossimo futuro è prevedibile, come accaduto per gli altri protocolli OGC più maturi, che i vari software GIS, Open Source e proprietari, si doteranno di interfaccia in grado di utilizzare il protocollo WPS.
AdB-ToolBox Il progetto Geoportale Nazionale mette a disposizione AdB-ToolBox, un software GIS Open Source (sviluppato sulla base di OpenJump), che contiene le funzioni tipiche dei software GIS, oltre ad una serie di funzionalità di analisi messe a punto per gli scopi del Ministero dell’Ambiente (Analisi Topografiche, Analisi Idrologiche, Analisi e Verifiche Idrauliche, ecc.). Recentemente è stato reso disponibile lo strumento Sistemi di riferimento che consente di gestire la conversione di coordinate. Sulla release 1.7.3 attualmente (Marzo 2013) liberamente scaricabile dal sito web del Geoportale Nazionale, la conversione avviene mediante equazioni di trasformazione, oppure grigliati, qualora l’utente ne sia già in possesso. Dalla prossima release, che verrà presto resa disponibile, sarà possibile anche operare la conversione mediante servizio WPS-WCTS.
Servizio WPS-WCTS Il servizio WPS-WCTS consente di utilizzare i dati dei grigliati come servizio Web, analogamente a quanto avviene per quanto riguarda i dati territoriali diffusi mediante altri
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REPORTS Conclusioni La pubblicazione dei sistemi di conversione sul Geoportale Nazionale ha suscitato commenti in generale positivi, ma anche qualche critica da parte di alcuni utenti. Le critiche sono riconducibili in particolare agli ambienti che hanno aderito con entusiasmo alla filosofia degli Open Data, filosofia che sostiene ed incoraggia il libero accesso senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo, ai dati, in particolare ai dati territoriali. La mancata disponibilità al download come dato aperto dei grigliati dell’Istituto Geografico Militare, che rimangono al momento di proprietà dell’IGM, ha costituito secondo queste critiche un vulnus in grado di inficiare la riuscita dei nuovi servizi di conversione di coordinate come servizio offerto dal Geoportale Nazionale. Ad un giudizio inopportunamente drastico sul servizio, inoltre ha contribuito probabilmente anche un’errata interpretazione dei Termini di utilizzo: questi sono stati da taluni interpretati in chiave eccessivamente restrittiva, come se l’utilizzo del servizio non consentisse il libero impiego dei prodotti (dati trasformati) derivati dalla conversione; tale equivoco nasce da una restrizione, prevista dai Termini di utilizzo, che riguarda invece solamente l’eventuale generazione di prodotti derivati dai grigliati, di proprietà dell’IGM, per ricavarne ulteriori strumenti di conversione (ad esempio per procedere illecitamente alla vendita di un servizio analogo).
Chi auspica che i grigliati, in un prossimo futuro, entrino a far parte del patrimonio dei dati pubblici e aperti del nostro paese. Ritiene però che, in attesa che i tempi siano maturi per questo passaggio, i servizi di conversione del Geoportale Nazionale siano un preziosissimo strumento a disposizione di tutti, che consentono in maniera libera ed efficace di arrivare allo scopo per cui sono stati progettati: fornire uno strumento liberamente e gratuitamente accessibile a tutti gli utenti, in grado di convertire dati territoriali su tutto il territorio nazionale mediante il metodo di trasformazione più preciso a disposizione in Italia. Abbiamo oggi la possibilità di accedere a questo servizio mediante un’interfaccia web e, progressivamente, potremmo farlo sui software GIS più utilizzati. In attesa dei grigliati liberi, non è male.
Parole chiave GEOPORTALE NAZIONALE; SISTEMI CONVERSIONE COORDINATE; GIS; SERVIZI OWS
Autori Abstract Publication of conversion systems of coordinates on the National Geoportal has attracted positive comments in general, but also some criticism by users.The author hopes that transformation grids owned by Italian Military Geographic Institute will be soon available as Open Data. Anyway he believes that, meanwhile, conversion and transformation services offered by National Geoportal are precious tools accessible to everyone.
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ROBERTO ROSSI ROBERTO.ROSSI@UNIPD.IT
CIRGEO (CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI CARTOGRAFIA, FOTOGRAMMETRIA, TELERILEVAMENTO E SIT), UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA WWW.FORMAZIONE.CIRGEO.UNIPD.IT GEOMATICA E AMBIENTE S.R.L., AZIENDA SPIN-OFF DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA WWW.GEOMATICAEAMBIENTE.COM
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REPORTS
SOLUZIONI INTEGRATE: INTERGRAPH + ERDAS GIS + TELERILEVAMENTO + FOTOGRAMMETRIA Fotogrammetria
Telerilevamento
Intergraph® ImageStation | LPS
ERDAS IMAGINE® ERDAS ER Mapper
GIS
GeoSpatial Server [ SDI - INSPIRE ]
GeoMedia®
GeoMedia® Smart Client GeoMedia® WebMap | ERDAS APOLLO
UN CICLO COMPLETO Nell’ambito delle strategie del gruppo Hexagon AB, la rete commerciale e i prodotti di ERDAS sono stati incorporati in Intergraph, estendendone l’offerta e la capacità di veicolare i prodotti sul mercato attraverso un referenziato canale di distribuzione, la società Planetek Italia. Il nuovo portafoglio di soluzioni è oggi perfettamente in grado di integrare GIS, Telerilevamento e Fotogrammetria, coprendo l’intero ciclo di vita del dato: Acquisizione, Elaborazione, Gestione e Distribuzione. La nuova offerta di Intergraph fornisce una soluzione globale “GeoSpatial” a 360°: la connessione nativa e l’integrazione di complesse elaborazioni ed analisi (vector, raster e video), permette di trarre il massimo vantaggio dalle molpeplici sorgenti dell’informazione geografica, realizzando così sistemi di “REAL TIME DYNAMIC GIS”.
www.geospatial.intergraph.com www.geospatial.planetek.it Intergraph, GeoMedia, ERDAS IMAGINE and the Intergraph logo are registered trademarks of Intergraph Corporation. © 2012 Intergraph Corporation.
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REPORTS
SCAN&GO Il nuovo modo di fare Topografia a cura di Scan&Go L’articolo propone una nuova metodologia per il rilievo topografico del territorio che utilizza strumentazione laser scanner abbinata a ricevitori GPS. Il sistema, installato su autoveicolo in modalità “Rileva e Vai”, è studiato per ottenere una definizione tridimensionale centimetrica di singole scansioni in un unico sistema di riferimento.
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can&Go è una nuova metodologia per il rilievo topografico del territorio che utilizza strumentazione laser scanner abbinata a ricevitori GPS. Il sistema, installato su autoveicolo in modalità “Rileva e Vai” (Brevetto Depositato), è studiato per ottenere una definizione tridimensionale centimetrica di singole scansioni in un unico sistema di riferimento. Questa metodologia nasce dalla necessità di rendere più veloce e produttivo l’utilizzo dei nuovi sistemi laser scanner terrestri nel campo del rilievo tradizionale, stimolando il passaggio dall’attuale metodo di rilievo puntuale a quello della realtà virtuale tridimensionale consentendone l’uso quotidiano anche nella Topografia classica. Gli sviluppi della tecnologia applicati agli strumenti di misura e al trattamento dei dati misurati hanno portato a notevoli cambiamenti e miglioramenti nell’ambito della Topografia: stazioni totali motorizzate e robotizzate, distanziometri laser in grado di misurare grandi distanze senza l’ausilio di prismi riflettenti, ricevitori satellitari GPS in grado di misurare con precisione millimetrica grandissime distanze, ecc. . Tutte queste tecnologie però vincolano tutt’ora il rilievo topografico alla mera misura di entità “puntuali” materializzate sul terreno, costringendo il Topografo ad un enorme e difficile lavoro di rilievo punto-punto per rappresentare l’oggetto d’interesse. L’avvento e lo sviluppo di strumentazioni Laser Scanner che utilizzano sensori laser in grado di misurare migliaia di
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punti al secondo, sono una svolta epocale per la Topografia classica. Questa nuova classe di strumenti è in grado di svincolare il rilievo di dettaglio topografico dal singolo punto misurato offrendo la possibilità di ottenere in pochi minuti una realtà virtuale legata ad un sistema di riferimento tridimensionale classico. Dalle considerazioni sopra esposte, nasce l’idea di realizzare un sistema di rilevamento Topografico che permetta di georeferenziare le nuvole di punti acquisite ottimizzando i tempi di lavoro. Scan&Go viene realizzato con un sensore laser scanner abbinato a due ricevitori GPS e un target di riferimento, il tutto montato su un autoveicolo per permettere un facile spostamento tra le sessioni di misura e garantire una maggiore “portata” di misura grazie all’altezza da terra della posizione del sensore laser. L’esecuzione delle misure laser scanner e GPS con il veicolo fermo ne garantisce un’elevata qualità di misura e di posizionamento in un unico sistema di riferimento tridimensionale. Gli obiettivi così raggiunti sono la maggior portata possibile nella misura laser scanner, la riduzione dei tempi nella fase di rilievo, la semplicità della restituzione delle misure e una eccellente precisione nel posizionamento dei punti rilevati, in modo da rispettare le tolleranze centimetriche di un buon rilievo topografico di dettaglio.
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Realizzazione Per il rilievo, grazie ad un sistema di “livellamento automatico” (Level-Plan Evo) installato su due barre trasversali sul tetto di un fuoristrada, apparato da noi ideato per garantire in ogni condizione d’inclinazione del mezzo la corretta verticalità degli apparati con una precisione di 3”, è stato montato lo scanner, sufficientemente alto da permettere una buona portata di misura. Sul cofano anteriore del veicolo è stato collocato un sistema di “livellamento manuale” (Magnetic Level Bracket), da noi progettato, munito di tre magneti, tre barre verticali di regolazione e un “target” di riferimento sormontato da ricevitore GPS che servirà come orientamento della scansione stessa. il problema della definizione delle coordinate tridimensionali del punto di presa (laser scanner) e target di orientamento
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è stato risolto montando, in modo coassiale, due ricevitori GNSS rispettivamente sul laser scanner e sul target. Mentre il sensore laser esegue la scansione, i ricevitori acquisiscono misure in modalità “fast statica” che al termine della campagna di misura verranno post-elaborate, fornendo coordinate geografiche e locali del sensore laser e del target di orientamento; ciò consente di ottenere un unico sistema di riferimento tridimensionale con precisione sub centimetrica. Grazie all’inamovibilità e stabilità dei supporti di fissaggio e al fatto che i ricevitori GNSS sono solidali, coassiali e livellati rispetto al sensore laser (punto di presa) e al target di orientamento, l’apparato è in grado di garantire una buona precisione d’inquadramento di ogni sessione di misura, utilizzando un unico sistema di riferimento 3D.
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Fasi di rilievo Stabilita la posizione ideale per la prima scansione, si posiziona e si arresta il veicolo nel punto definito. Sensore laser e target di riferimento con sovrapposti i ricevitori GNSS, vengono livellati utilizzando i sistemi su cui sono montati (Level-Plane Evo e Magnetic Level Bracket).
Conclusioni Questa nuova metodologia di rilievo è una rivoluzione radicale nel mondo del rilievo topografico di dettaglio. La scelta dei particolari interessanti per la costruzione del modello matematico dell’oggetto del rilievo viene demandata al momento della gestione delle “nuvole di punti” in ufficio e non più affidata all’operatore in campo, ciò comporta notevoli benefici: Rilievo non invasivo (non è necessario raggiungere fisicamente gli oggetti da misurare); Completezza assoluta di informazioni (la strumentazione rileva tutto quanto è visibile); Modellazione e visualizzazione tridimensionale della realtà (servizio migliore al committente); Assoluta libertà di scelta dei punti interessanti durante la restituzione grafica del rilievo; Tempi di rilievo estremamente ridotti ed eseguibili anche da un solo operatore; Tempi di restituzione notevolmente ridotti grazie alla geo referenziazione automatica delle “nuvole di punti”; Mobilità in campo facile e veloce grazie all’installazione dell’apparato su autoveicolo.
Completato lo stazionamento, i ricevitori GNSS iniziano a registrare in modalità fast-statica e contestualmente si procede alla scansione laser con le caratteristiche di densità richieste dal rilievo. Trascorsi dieci/quindici minuti, tempo mediamente impiegato dal sensore laser per la scansione, si chiudono le misure GNSS e la misura laser. Successivamente il mezzo viene spostato nella posizione scelta per la seconda stazione di rilievo e si procede nuovamente alle operazioni di livellamento e di misura sopra citate. Tali operazioni verranno ripetute ad ogni spostamento del mezzo, fino al completamento del rilievo (Stop & Go), senza che ci sia la necessità di materializzare caposaldi o individuare punti omologhi tra la varie scansioni, permettendo all’operatore la massima libertà di scelta delle posizioni di stazionamento. Post-processing Al rientro dal rilievo verranno elaborate le misure GNSS in modo da ottenere coordinate 3D omogenee con precisione sub centimetrica per tutti i punti di presa (stazione laser scanner) e per tutti i target di orientamento. Assegnando tali coordinate alle stazioni e target, il software dedicato alla gestione delle “nuvole di punti” acquisite provvederà in automatico ad unire e georeferenziare tutte le scansioni effettuate. Questo permetterà, oltre a velocizzare e agevolare le fasi di rilievo in campo, di georiferire facilmente e con grande precisione anche le scansioni singole che non hanno tra loro punti in comune, diminuendo drasticamente i tempi di elaborazione delle “nuvole di punti” scaturite dalle scansioni stesse.
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Con questa metodologia il rilievo si sposta dal campo all’ufficio. Il sistema Scan&Go può essere utilizzato con qualsiasi marca di Laser Scanner e GPS.
Parole chiave TOPOGRAFIA; LASER SCANNER; NUOVE METODOLOGIE; GEOREFERENZIAZIONE
Abstract Scan&Go is a new method for the topographical survey of the area using laser scanner combined with GPS receivers. The system, installed on vehicle mode "Detect and Go" (Patent Pending) is designed to obtain a three-dimensional definition centimeter of individual scans into a single reference system. This methodology arises from the need to make faster and more productive use of the new systems terrestrial laser scanner in the field of traditional survey, stimulating the transition from the method of timely relief to that of the three-dimensional virtual reality allowing its use also in daily Topography classic.
Autore SCAN&GO S.R.L. STRADA DEL MULINO N°5 - 41126 FRAZ. SAN DONNINO MODENA - ITALY TEL. 059 798545 FAX 059 7579279 WWW.SCAN-GO.IT INFO@SCAN-GO.IT
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Valutazioni sul consumo di suolo mediante dati di copertura e telerilevati di Michele Munafò, Flavio Lupia, Ines Marinosci
La contrazione progressiva ed irreversibile delle superfici naturali ed agricole a favore delle aree urbanizzate è un fenomeno continuo con conseguenze di varia natura in termini ambientali, economici e sociali. Il fenomeno, conosciuto come “consumo di suolo” sta finalmente cominciando ad essere analizzato e considerato. Oggi, la disponibilità di informazioni sull’uso/copertura del suolo multitemporali e di dati di monitoraggio satellitare permettono di quantificare il fenomeno a livello spaziale e temporale con diversi livelli di risoluzione.
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l territorio nazionale, sta subendo da diversi decenni un progressivo processo di artificializzazione legato alle dinamiche dell’espansione delle aree urbane, delle infrastrutture e delle aree industriali. Il fenomeno comunemente definito come “consumo di suolo” o anche land take o land uptake, di seguito indicato come CdS, causa la contrazione progressiva ed irreversibile delle superfici naturali ed agricole a favore delle aree urbanizzate, con conseguenze di varia natura in termini ambientali, economici e sociali. Tra i principali effetti negativi ci sono la riduzione delle superfici permeabili, con effetti sul clima e sugli assetti idrogeologici, la contrazione delle potenzialità produttive dell’agricoltura, la riduzione della biodiversità e della funzionalità ecologica del suolo, la crescita degli effetti congestionanti con il conseguente insorgere delle diseconomie di agglomerazione con riflessi negativi sulla qualità urbana (e/o paesaggistica). Il CdS, un concetto per il quale non esiste una definizione univoca, può descrittivamente essere ricondotto all’occupazione di nuovi spazi, progressivamente inclusi nella classe di copertura del suolo “aree artificiali” (o a una parte di queste) e sottratti alle classi relative alla copertura naturale o agricola. Nell’ambito di questa macro-trasformazione si possono distinguere diversi fenomeni di consumo, ciascuno con specifiche caratteristiche e specifiche conseguenze (Munafò e Ferrara, 2012). Il CdS è un fenomeno che si esplica principalmente nelle aree urbane, i dati europei confermano che la popolazione è maggiormente concentrata nelle aree urbane (73%) e le proiezioni future confermano che tale percentuale è destinata a raggiungere la soglia dell’80% entro il 2030 (IEA, 2008). Entità e distribuzione del fenomeno sono funzione dell’evoluzione delle forme urbane e delle relazioni tra aree artificiali e naturali, ma la consistente espansione dell’edificato e delle infrastrutture, anche in forme spontanee e diffuse, ha determinato un forte depauperamento della risorsa suolo, spesso in forme irreversibili, anche all’esterno del territorio urbano (Munafò, 2011). La geometria del fenomeno è strettamente dipendente dai cosiddetti servizi ecosistemici che vengono forniti dalle aree rurali (es. acqua, cibo ed aree verdi ricreative, ecc.), inoltre, l’artificializzazione del territorio
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ed il cosiddetto urban sprawl contribuiscono alla frammentazione degli ecosistemi ed alla perdita di biodiversità, specialmente se non vengono adottate delle buone pratiche di pianificazione territoriale (EEA, 2010c, EEA, 2010d) Le stime disponibili a livello europeo, pur se con un dettaglio che porta a una sottostima dell’entità del fenomeno, evidenziano che la quota di incremento di terreno occupato tra il 1990 ed il 2000 sia stato di circa 1000 km2 l’anno, equivalenti a 275 ettari al giorno, mentre dal 2000 al 2006 l’incremento di tale quota sia diminuito a 920 km2 l’anno, equivalenti a 252 ettari al giorno (Unione Europea, 2012). A livello nazionale, gli ultimi dati disponibili con una scala di maggior dettaglio rispetto ai dati europei indicano come le aree artificiali siano passate dal 2,8% del secondo dopoguerra al 6,9% del 2010 con un CdS naturale, agricolo e forestale compreso tra i 60 e 100 ha al giorno nei diversi periodi analizzati (ISPRA, 2013). L’analisi del fenomeno può essere effettuata utilizzando dati e metodologie differenti con gradi di affidabilità distinta, tra questi si citano i dati del progetto europeo CORINE Land Cover (CLC) ed i dati del monitoraggio condotto da ISPRA in collaborazione con il Sistema nazionale per la protezione
Fig.1 – Stima del consumo di suolo per regione. Fonte: ISPRA, 2013
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Tab. 1 – Suolo consumato nella regione Lazio (in percentuale) per il periodo compreso tra il 1956 ed il 2010. Fonte: ISPRA, 2013.
Tab. 2 – Suolo consumato nella città di Roma (in ettari e percentuale) per il periodo compreso tra il 1959 ed il 2008. Fonte: ISPRA, 2012.
Fig. 2 – Consumo di suolo in Italia e per ripartizione geografica. Fonte: ISPRA, 2013
dell’ambiente. Inoltre, è possibile analizzare il fenomeno utilizzando la metodologia LEAC (Land and Ecosystem Accounts) messa a punto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, il cui principale obiettivo è quello di fornire una maggiore informazione sui dati di land cover mostrando gli ‘stock’ disponibili per ogni classe di land cover ed i relativi cambiamenti. Il monitoraggio ISPRA rappresenta oggi sicuramente la più significativa collezione di dati a livello nazionale che ricostruisce l’andamento del CdS in Italia dal secondo dopoguerra. La specifica metodologia di rilevazione sviluppata, l’unica dedicata specificamente al tema del CdS, è in grado di integrare diverse fonti di dati secondo gli aggiornamenti via via disponibili con i dati locali e i dati di osservazione della terra a livello europeo, anche nell’ambito del programma Copernicus (già noto come GMES - Global Monitoring for Environment and Security), utilizzando analisi cartografiche e aero-fotogrammetriche. In particolare vengono integrati i dati provenienti dall’approccio campionario della rete ISPRA di monitoraggio del CdS, basato su un campione stratificato di circa 120.000 punti sul territorio nazionale, con il servizio informativo Copernicus ad alta risoluzione sull’impermeabilizzazione del suolo (Imperviousness Degrees 2009) ricavato da immagini satellitari e realizzato da Planetek Italia nell’ambito del progetto Geoland 2, cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito del settimo programma quadro. L’indagine si pone oggi come fulcro di un possibile sistema di monitoraggio del consumo di suolo a scala nazionale e regionale, svolgendo aggiornamenti periodici con cadenza annuale e analisi a scala locale sui principali comuni oggetto di rilevazione ed è, inoltre, pienamente integrabile con il sistema delle statistiche ambientali dell’ISTAT, con le informazioni fornite dall’AGEA e dall’INEA e con le numerose attività di ricerca svolte dal CRA, CNR, università ed enti regionali e locali sul tema. Di seguito si riporta un focus sull’entità del fenomeno del consumo di suolo per il territorio del Lazio utilizzando le diverse basi informative disponibili per la valutazione del CdS. I dati dell'indagine ISPRA per la regione Lazio portano a valori più alti della media nazionale e, pur considerando un possibile errore di stima, consentono di valutare il trend del CdS regionale. Il tasso di crescita è nettamente più elevato della media nazionale e, se nel secondo dopoguerra, la situazione del Lazio era complessivamente migliore di quella italiana, nel 2010 il valore di suolo consumato si attesta ben oltre l’8%, un dato che porta la regione tra le prime nella graduatoria delle regioni più cementificate (ISPRA, 2013). L’area di Roma, in particolare, è tra quelle dove il fenomeno desta ancora più preoccupazione e, nel 2008, il valore del suolo consumato superava il 26% della superficie comunale (ISPRA, 2012). Il confronto con la popolazione residente permette di analizzare la relazione tra la potenziale domanda abitativa e l’urbanizzazione del territorio. In termini di CdS, la dispersione urbana e la bassa densità abitativa comportano un au-
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Tab. 3 – Superficie consumata per abitante ed intensità di uso del suolo nella città di Roma per il periodo compreso tra il 1996 ed il 2008. Fonte: ISPRA, 2012.
mento dell’impermeabilizzazione media pro-capite. Roma mostra un leggero miglioramento negli ultimi anni, motivato da un aumento della popolazione con un minore incremento della superficie impermeabile, ma in generale si evidenzia una tendenza alla progressiva decrescita dell’intensità d’uso, con valori che ben rappresentano la progressiva tendenza alla dispersione urbana (ISPRA, 2012). La valutazione del fenomeno di CdS nella regione può essere anche effettuata attraverso l’analisi dei dati dell’uso/copertura del suolo del CLC in termini assoluti o come trend di cambiamento per gli intervalli temporali relativi alla realizzazione delle tre cartografie: 1990, 2000 e 2006. Le cartografie CLC hanno una scala di 1:100.000 con unità minima cartografabile (MMU) di 25 ha, mentre la cartografia CLC relativa ai cambiamenti (1990-2000 e 2000-2006) ha una MMU di 5 ha. Sebbene tali dimensioni non permettano una rilevazione di elevata risoluzione e non siano, quindi, direttamente confrontabili con l'indagine ISPRA tuttavia, la CLC costituisce una fonte informativa standardizzata ed omogenea per l’intero territorio nazionale e permette di studiare le tipologie di aree sottoposte a CdS. Sicuramente le dimensioni della MMU limitano la possibilità di catturare tutti quei fenomeni di artificializzazione che hanno dimensione inferiore a quest’ultima. Alcuni studi, infatti, hanno evidenziato che il dato CLC sottostima in maniera importante il fenomeno con livelli che superano il 50% rispetto alla superficie reale. Il confronto con i dati del monitoraggio ISPRA sul CdS illustrati sopra conferma tale valutazione. Analizzando i dati CLC si stima che la quota di aree artificiali (“Territori modellati artificialmente”, classe 1 al I livello della legenda CLC) nel Lazio fra il 1990 ed il 2000 è stata di circa 360 ettari l’anno, ovvero di circa 1 ettaro al giorno, con un incremento percentuale nel decennio di circa il 3.7%.
Fig. 3 - Impermeabilizzazione del suolo nell'area di Roma nel 2009. Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Copernicus-GMES (Commissione europea, Planetek Italia, 2012)
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Fig. 4 - Estensione regionale (ettari) delle aree artificiali (classe “Territori modellati artificialmente”dellalegenda CLC) per i periodi 1990, 2000 e 2006. (Fonte: Elaborazione INEA su dati CLC dell’Agenzia Europea per l’Ambiente).
Dal 2000 al 2006, la quota raggiunge i 540 ettari l’anno, circa 1.5 ettari al giorno, con un incremento nel periodo superiore al 3% ca. Complessivamente, tra il 1990 ed il 2006 le aree artificiali sono aumentate a livello regionale del 6.7 % ca. (da 96.225 a 103.126 ettari), ciò equivale all’incirca alla superficie amministrativa della città di Civitavecchia. L’impatto numerico del fenomeno è elevato se si ipotizza che il tasso di crescita individuato abbia una tendenza lineare costante, in questo caso è possibile stimare per un periodo di 100 anni una conversione di aree naturali in aree artificiali per un’area complessiva superiore a 43.000 ettari che supera in estensione di gran lunga l’intera area amministrativa della città di Viterbo. Il fenomeno può ulteriormente essere analizzato con la metodologia LEAC che analizza ed interpreta tutte le possibili combinazioni (44 x 43 =1892) della matrice dei cambiamenti ripartiti a vari livelli amministrativi, espressi sotto forma di flussi LCF (Land Cover Flows). Partendo dai dati CLC relativamente ai cambiamenti intercorsi tra il 1990-2000 ed il 2000-2006 per il Lazio, sono stati elaborati gli LFC che interessano la formazione di superfici artificiali: • Lcf1: Urban land management (trasformazioni interne di aree urbane che avvengono all’interno della classe 1 del I livello del CLC) • Lcf2: Urban residential sprawl (land uptake dovuto alla trasformazione di aree non urbane nelle classi 111 e 112 del III livello del CLC) • Lcf3: Sprawl of economic sites and infrastructures (land uptake dovuto alla trasformazione di aree non urbane in siti di interesse economico ed infrastrutture di vario tipo, rappresentate dalle classi che vanno dalla 121 alla 142, del III livello del CLC, ad esclusione della 141). Dai dati presentati si evidenzia l’entità e l’importanza del fenomeno nella regione Lazio anche soprattutto se viene inquadrato in termini di impatti negativi sull’agricoltura che subisce per prima un depauperamento della risorsa terra a causa della perdita di suoli agricoli, spesso di buona qualità, che potrebbero essere destinati alla produzione di cibo causando pertanto problemi per la sicurezza alimentare. Analizzando i dati ISTAT si nota che le variazioni della Superficie Agricola Totale (SAT) a livello regionale, ricavata dai confronti intercensuari, mostra una significativa riduzione a livello regionale nel periodo 1982-2010 (-38% ca.). Le variazioni per il medesimo intervallo intercensuario a livello provinciale hanno diversa entità con valori leggermente inferiori alla variazione complessiva regionale per le province di Viterbo, Rieti e Latina (-22%, -24% e -30% ca.) e valori notevolmente più elevati per le provincie di Roma e Frosinone (-48% e -72% ca.). La riduzione della SAT per le varie provincie è sicuramente il frutto della combinazione di diversi fenomeni tra cui la conversione delle aree agricole verso altri usi, la concentrazione dell’attività produttiva, la marginalizzazione e l’abbandono delle terre e non da ultimo il fenomeno di artificializzazione.
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Fig. 5 - Variazioni percentuali delle principali sottoclassi di uso del suolo (II livello della legenda CLC) della classe “Territori modellati artificialmente” per gli intervalli 1990-2000 e 2000-2006. (Fonte: Elaborazione INEA su dati CLC dell’Agenzia Europea per l’Ambiente).
Fig. 6 – Andamento degli LC Flows nel Lazio espresso in ha/anno (Fonte: ISPRA)
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Abstract Agricultural and natural areas conversion into urban areas is a progressive and irreversible process that has various negative impacts on the environmental, economic and social sphere. Nowadays, the process named "land take" is becoming relevant and it is receiving finally adequate consideration from decision makers and therefore it is starting to be deeply analyzed. The availability of multi-temporal land use/cover and satellite imaging enables the spatiotemporal evaluation and measurement of the phenomenon with different degrees of resolution.
Parole chiave GMES; CONSUMO DI SUOLO; LAND USE/COVER; SOIL SEALING; LAND TAKE
Autori MICHELE MUNAFÒ ISPRA – ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE, VIA VITALIANO BRANCATI 48 – 00144 ROMA MICHELE.MUNAFO@ISPRAMBIENTE.IT FLAVIO LUPIA INEA - ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA, VIA NOMENTANA 41 00161 ROMA LUPIA@INEA.IT INES MARINOSCI ISPRA – ISTITUTO SUPERIORE PER LA PROTEZIONE E LA RICERCA AMBIENTALE, VIA VITALIANO BRANCATI 48 – 00144 ROMA INES.MARINOSCI@ISPRAMBIENTE.IT
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La trasformazione diretta delle mappe catastali al sistema Gauss - Boaga ROMA 40 della provincia
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di Giuseppe Siligato
La cartografia catastale costituisce una base informativa indispensabile per qualunque ente che gestisce il proprio territorio con un Sistema informativo Territoriale (SIT). La trasformazione delle mappe catastali nel sistema di riferimento nazionale è un operazione di fondamentale importanza per assicurare l’interoperabilità tra i DB dei diversi Enti. Grazie a questa è possibile il collegamento tra i diversi livelli informativi (cartografia, piani regolatori, reti tecnologiche, etc.). Il presente lavoro analizza il caso della Provincia di Catania, composta da più sistemi d’asse di piccola estensione e mostra i risultati della trasformazione delle mappe catastali nel sistema GB realizzata con un procedura semplificata.
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rima dell’unificazione dell’ Italia esistevano sul territo- non solo la georeferenziazione dei beni immobili ma anrio nazionale numerosi e differenti catasti per metodi che l’estrazione degli indicatori della capacità di reddito. di rilievo, scale di rappresentazione, unità di misura e La valenza finanziaria della legge Messedaglia travalicò la rigorosa gerarchia della costituzione di una cartografia metodologie estimative. Con l’unificazione degli Stati italiani (1861) una delle prime a grande scala. Difatti il Catasto per la realizzazione della e più pressanti esigenze della nuova entità politica fu la rea- propria rete non determinò capisaldi geodetici, ma istituì la lizzazione di un unico catasto per tutti i territori del Regno, propria rete di raffittimento e dettaglio adottando i capisaldi per regolamentare la principale voce attiva per le finanze della costituenda rete trigonometrica dell’Istituto Geografico Militare. Utilizzando di fatto per le proprie operazioni dello Stato. Difatti dopo una serie di interventi legislativi quali: valori provvisori, senza attendere i dati della compensazio- la legge del conguaglio (n. 1831, del 14 Luglio 1864) ne finale; vennero così adottati dati provvisori ogni qualvolavente lo scopo di ripartire il gettito fiscale previsto per ta questi erano resi disponibili dall’IGM mentre in altri casi l’anno ai nove compartimenti catastali, grossomodo cor- vennero assegnati ai capisaldi IGM valori non compensati. rispondenti ai vecchi Stati presenti prima dell’ unifica- I due organi cartografici dello Stato, Catasto e IGM persezione, nei quali l’imposta fondiaria veniva ancora deter- guivano differenti finalità, difatti il primo iniziò le proprie minata secondo i criteri previsti dai catasti preesistenti; operazioni dal Sud, dove erano presenti i grandi latifondi, - legge 26 gennaio 1865, n. 2136, con la quale l’imposta sui fabbricati venne separata da quella dei terreni; nel 1886 dopo non poche resistenze della classe dei latifondisti vide la luce la legge sulla perequazione fondiaria (legge 1° marzo 1886, n. 3682, nota anche come legge Messedaglia) e venne istituito il nuovo catasto terreni. Il primo articolo di tale legge recitava: “Sarà provveduto, a cura dello Stato, in tutto il Regno, alla formazione di un Catasto geometrico particellare uniforme fondato sulla misura e sulla stima, ………..”. Nasce da questo l’esigenza di cartografare l’intero territorio nazionale a una scala tale da assicurare Fig. 1 - Centri di Emanazione della cartografia catastale della provincia di Catania.
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Gauss-Boaga La cartografia ufficiale italiana è stata adottata nel 1940 dal prof. Boaga modificando la rappresentazione conforme di Gauss. Boaga propose l'utilizzo di un cilindro secante e di due fusi, denominati fuso Ovest ed Est, tali fusi hanno come meridiano centrale, rispettivamente, il meridiano posto a 9° e a 15° ad Est di Greenwich. Il vertice di Roma Monte Mario (sistema Roma40) viene assunto come punto di emanazione per il calcolo delle coordinate geografiche di tutti i vertici della rete geodetica nazionale.
Fig. 2 - Monografia C.E. Paternò Castello (21 marzo 1890)
mentre l’IGM dal Nord. Accade così che nelle fasi iniziali il Catasto, vista la mancanza di valori definiti dei capisaldi geodetici, optò per la realizzazione di reti di raffittimento di piccola estensione, che generalmente interessavano pochi comuni creando una moltitudine di sistemi cartografici locali, denominati “piccole origini catastali” con una varietà di orientamenti locali dell’ellissoide. Finalità principale del Catasto era la perequazione delle imposte, la cartografia catastale doveva quindi contribuire all’individuazione dei diritti reali sugli immobili e di tutte quelle informazioni di natura giuridico amministrativa che avrebbero regolato il principale cespite dello Stato e perché ciò si realizzasse, era necessaria una rappresentazione “reale” delle aree catastali. Venne così adottata per prima la rappresentazione afilattica di Cassini, modificata da Soldner per l’utilizzo dell’ellissoide di Bessel, (Cassini-Soldner) e solo dal 1946 venne adottata la rappresentazione conforme Gauss modificata dal Professore Boaga (Gauss - Boaga). Per le province di Massa Carrara, Modena e Reggio Emilia, rilevate dal 1882 al 1886, venne invece mantenuta la rappresentazione equivalente di Sanson-Flamsteed. In circa settanta, anni: dal 1886 al 1956, il Catasto costituì diverse centinaia di sistemi di riferimento, si individuano 818 sistemi di piccola estensione “piccole origini”, alle quali corrisponde circa il 35% delle mappe catastali e circa trentadue sistemi di grande estensione “grandi origini”, alle quali corrisponde il rimanente 65%.
Le piccole origini castali della Provincia di Catania e il patrimonio Geodetico del Catasto. Per l’impianto della cartografia catastale della provincia etnea (1890) venne adottata la proiezione di Cassini – Soldner, definendo ben sette distinti centri di emanazione con altrettanti orientamenti locali dell’ellissoide di Bessel (figura 1). In particolare furono istituite le seguenti piccole origini catastali: Punta Lucia, Monte Ilice, Monte Cardillo, Monte Capezzano, Paternò Castello, Chiesa Mineo e Monte Sacchini. Le origini di Punta Lucia, Paternò Castello e Chiesa Mineo furono impiantate su capisaldi esistenti della rete IGM, mentre per le rimanenti il Catasto materializzò autonomamente le origini. Presso l’Ufficio Provinciale di Catania sono stati reperiti i grafi originali delle poligonali di raffittimento e i quaderni di campagna delle osservazioni eseguite dal Catasto. In (figura 2) è mostrata la monografia originale del C.E. “Paterno Castello”, coincidente con IGM 269023. In (figura 3) un raffronto tra le distanze IGM e le misure effettuate dal Catasto all’impianto relative al caposaldo geodetico di I° ordine Gerbini n° 269015, oggi coincidente con IGM95 n°269801. Vista l’entità ridotta delle “misurate” il calcolo della distanza “reale” e la determinazione dei moduli di deformazione cartografica sono condotte sulla sfera locale. La metodologia utilizzata Per i piccoli sistemi d’asse è possibile la stima dei parametri di georeferenziazione diretta dalla cartografia catastale Cassini-Soldner [GE 02] alla cartografia Gauss-Boaga [Roma 40], tale metodo opera direttamente sui piani cartografici e presuppone la disponibilità di “punti doppi”, ovvero punti noti sia nel sistema cartografico di partenza (C.E. locale)
Cassini-Soldner La proiezione Cassini-Soldner è una rappresentazione policentrica, dove ogni centro di emanazione è di solito coincidente con un vertice trigonometrico IGM, l'estensione massima della zona di proiezione è di 100 km in direzione Nord-Sud e di 70 km in direzione Est-Ovest. La rappresentazione di Cassini-Soldner è afilattica, ovvero ammette tutti e tre i tipi di deformazione, ma impone che ognuna di queste sia la più piccola possibile, si osserva che per Xmax = 70 km il modulo di deformazione superficiale è pari a 1.00005 e che lungo il meridiano centrale la rappresentazione è sia conforme che equivalente, queste considerazioni hanno suggerito di adottare tale proiezione per la rappresentazione delle carte catastali. Fig. 3 - IGM VS Catasto- Gerbini
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REPORTS che in quello di arrivo (G.B. ROMA40). Assunta l’ipotesi di coerenza dei fogli di impianto, tale metodologia permette la stima dei parametri trasformazioni per l’intera origine catastale locale. La collocazione spaziale dei punti doppi deve assicurare una copertura omogena del territorio, mentre il loro numero deve assicurare una buona ridondanza nelle equazioni generatrici per una stima affidabile dei parametri di trasformazione. La metodologia si articola in tre fasi:
individuazione dei punti appartenenti alla rete trigonometrica del Catasto, coincidenti con caposaldi IGM; eventuale individuazione sui fogli di impianto di evidenti particolari topo-cartografici ancora presenti sul territorio; rilievo sul territorio dei punti sopra indicati con metodologia GNSS e stima delle coordinate cartografiche;
Per assicurare una copertura omogenea dell’intera area, le ricerche dei punti doppi sono state estese anche alle provincie limitrofe di Messina, Enna, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta. I valori delle coordinate dei sistemi catastali (x;y) sono stati acquisiti direttamente dalle schede monografiche del Catasto, mentre le coordinate (N;E) sono state estratte dai cataloghi IGM. Al fine di validare l’insieme dei punti doppi, questi sono stati preliminarmente filtrati mediante l’analisi dei residui di una rototraslazione rigida (trasformazione conforme semplice) tra i sistemi cartografici Cassini - Soldner e Gauss - Boaga. Dalle verifiche sono emerse anomalie in alcune coppie di coordinate e da una più attenta analisi è stato possibile imputare tali discordanze a semplici errori di trascrizione dai libretti originali di misura alle monografie e in alcuni casi a una differente materializzazione tra il vertice trigonometrico del Catasto e il caposaldo geodetico IGM. In (figura 4) si riporta il caso del trigonometrico del II° ordine 262049 “San Leonardello” coincidente solo per omonimia. I rimanenti punti doppi sono trattati con un’analisi sui residui di una trasformazione conforme con variazione di scala isotropa (trasformazione che mantiene ancora le forme degli oggetti nel passaggio dal sistema cartografico di partenza a quello di arrivo). Tale trasformazione eseguita su ciascun centro di emanazione, vista la linearità del sistema, è risolta in maniera robusta con il metodo dei minimi quadrati, minimizzando i residui delle componenti cartografiche (N;E). Allo scopo di assicurare una rapida convergenza del sistema di equazioni lineari, nella prima iterazione è inserito un criterio di reiezione sui residui delle componenti cartografiche (N;E), ponendo un valore massimo accettabile pari a 2 volte
l’errore di graficismo per la scala nominale 1:2000, (0.80 m). In (figura 5) è mostrato il modello concettuale utilizzato per la stima diretta dei parametri di trasformazione, in (figura 6) i residui riguardanti la piccola origine catastale “Chiesa Mineo”.
Fig. 5 – Modello concettuale
Fig. 6 - Residui sulla stima diretta dei parametri di trasformazione C.E. “Chiesa Mineo”
Le operazioni in campagna Il patrimonio geodetico dell’Agenzia del Territorio ha consentito la risoluzione di sei delle sette piccole origini catastali della Provincia etnea, solo nel caso del C.E. Monte Ilice sono state necessarie nuove misure, in particolare si sono individuati sulle mappe d’impianto i vertici della rete di raffittimento: Chiesa S’Alfio, Chiesa Mascali, Chiesa Trepunti (Giarre), Castello degli Schiavi (Fiumefreddo), Chiesa Giarre e Riposto Campanile. Le operazioni di misura dei trigonometrici IGM sono state condotte secondo lo schema di rilievo topografico della tripla intersezione in avanti (figura 7), mentre per i trigonometrici catastali è stato adottato lo schema della doppia intersezione (figura 8).
Fig. 7 - Giarre Cupola della Chiesa parrocchiale (asse geometrico).
Fig. 4 - Monografia IGM 262 III SE – 262049 Monografia vertice rete catastale “San Leonardello”.
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Una prima verifica Al fine di ottenere un riscontro immediato sulla bontà della stima dei parametri di trasformazione, si è scelto di effettuare una serie di test su fogli catastali apparenti a differenti origini catastali, di seguito si riporta un esempio relativo all’origine Punta Lucia
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REPORTS
Fig. 9 - Esempio di georeferenziazione diretta
Fig. 8 - Vertice rete catastale Trepunti Chiesa (asse geometrico campanile.)
Conclusioni Nel presente lavoro si è esposta una metodologia per la georeferenziazione diretta della cartografia catastale, il metodo utilizza una rototraslazione conforme per “adattare” la cartografia catastale Cassini-Soldner alla cartografia GaussBoga, stimando i parametri della rototraslazione grazie ai punti doppi. Detta metodologia risulta tanto più valida quanto più limitata è l’estensione dell’origine catastale; il metodo semplificato opera direttamente sui piani cartografici e risulta quindi influenzato dalle differenti proiezioni cartografiche dei sistemi di partenza e di arrivo. In figura 6 si sono mostrati i residui relativi alla piccola origine catastale Chiesa Mineo, la più estesa della Provincia di Catania; dal grafico si nota che i residui delle componenti N ed E in media risultano inferiori all’errore di graficismo. La metodologia esposta consente un utilizzo immediato dei fogli catastali per applicazioni GIS, inoltre rende possibile la georeferenziazione dei file di formato forniti dall’Ex Agenzia del Territorio, quali il CXF o il CMF.
Bibliografia • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
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Nuove analisi hanno mostrato che la scomposizione del fattore di scala nelle componenti Nord ed Est e quindi l’utilizzo di una trasformazione a cinque parametri consente di modellare meglio il contributo della contrazione cartografica assicurando una rapida diminuzione dei residui sin dai primi cicli di calcolo. Ringraziamenti Un doveroso ringraziamento è rivolto a l’Ufficio Provinciale di Catania e alla Direzione Centrale di Cartografica e Pubblicità Immobiliare dell’ Ex Agenzia del Territorio; all’ing. F. Ferrante per la costruttiva collaborazione; alla sezione S.I.F.E.T. di Catania per il significativo contributo alle operazioni di rilievo e verifica condotte in campo; all’I.N.G.V. sezione Catania poiché parte del presente lavoro è stato condotto nell’ambito del contratto di collaborazione alla ricerca “Sviluppo di tecnologie e metodologie di monitoraggio geodetico per mezzo di dati GPS acquisiti da stazioni permanenti in Sicilia”.
Parole chiave RICOMPOSIZIONE CARTOGRAFIA CATASTALE; CATASTO; CASSINI-SOLDNER; GEOREFERENZIAZIONE
Abstract The cadastral mapping is an essential information base for each institution that administers its land trough a Geographics Information Systems (GIS). The transformation of cadastral maps into the national reference frame is a procedure of fundamental importance for ensure the interoperability among topographical DB of different Agencies. Through this it is possible the connection between the different levels of information (maps, plans, technological networks, etc.). This paper analyzes the case of the Province of Catania, composed of multiple axis systems of small extent and shows the results of the transformation of cadastral maps in the GB system realized with a simplified procedure.
Autore ING. GIUSEPPE SILIGATO, LIBERO PROFESSIONISTA VICO S. DOMENICA N°4 TAORMINA, MESSINA SILIGATO.GIUSEPPE@GMAIL.COM 338/5421274
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OPEN SOURCE INTERVISTA
GeoServer: il server geospaziale Open Source novità della nuova versione 2.3.0 di Simone Giannecchini e Andrea Aime GeoServer è un server geospaziale Open Source sviluppato con tecnologia Java Enterprise per la gestione e l’editing di dati geospaziali secondo gli standard OGC e ISO Technical Committee 211. Esso fornisce le funzionalità di base per creare infrastrutture spaziali di dati (SDI) ed è progettato per essere interoperabile potendo pubblicare dati provenienti da ogni tipo di fonte spaziale utilizzando standard aperti.
G
eoServer viene rilasciato sotto licenza GPL, per fornire le funzionalità per creare SDI (Spatial Data Infrastructure) interoperabili basate sugli standard dell’ Open Geospatial Consortium (OGC) e dell’ISO Technical Committee 211. GeoServer è l’implementazione di riferimento degli standard Web Feature Service (WFS) e Web Coverage Service (WCS) ma implementa anche gli standard Web Map Service (WMS) e Web Processing Service (WPS). Sviluppato con tecnologia Java Enterprise per la gestione, la condivisione e l’editing di dati geospaziali, può pubblicare dati provenienti dalle più importanti fonti di dati spaziali e può essere utilizzato dalle più comuni applicazioni di mappa come Google Earth, Google maps, Microsoft Virtual Earth, Yahoo Maps. GeoServer può inoltre essere connesso con architetture GIS tradizionali come ESRI ArcGIS. GeoServer ha una vasta e attiva comunità composta sia da utenti che da sviluppatori. Essendo un progetto guidato da una comunità, GeoServer è sviluppato, testato e supportato da vari gruppi di persone e organizzazioni in tutto il mondo. Il supporto gratuito è disponibile attraverso le mailing list in inglese e in italiano (ma anche in spagnolo e portoghese) e IRC, inoltre il supporto commerciale può essere richiesto a varie aziende, alcune delle quali impiegano sviluppatori core di GeoServer. GeoSolutions è una delle aziende i cui sviluppatori sono tra i maggiori contributor di GeoServer. Attualmente utilizzato da un vasto numero di pubbliche amministrazioni e aziende multinazionali che decidono di investire nello sviluppo di nuove feature e nella personalizzazione dei prodotti anzichè nell’acquisto di licenze. Coloro che investono nel progetto permettono il continuo miglioramento del prodotto sponsorizzando e condividendo con gli altri utenti le nuove feature. In questo modo le funzionalità, prestazioni e robustezza di migliorano ad ogni rilascio. La release 2.3.0. di GeoServer è adesso disponibile da scaricare e testare secondo la filosofia release early, release often. Ecco le principali novità della nuova versione.
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Fig. 1 - Esempio di rendering avanzato di mappe con Geoserver.
Sistema di salvataggio della configurazione pluggabile Il sottosistema di salvataggio del catalogo e della configurazione è adesso stato reso pluggabile in modo da meglio supportare grandi quantità di layer (mediante moduli aggiuntivi che permettono il salvataggio della configurazione in base dati). GeoWebCache GeoWebCache è stato aggiornato alla 1.4.x. serie con significativi miglioramenti in tema di cluster. In particolare il sistema di disk quota è stato revisionato permettendo l’uso di database relazionali standard come PostgreSQL o Oracle. Infine è stato migliorato il tile management per permettere la coesistenza di istanze multiple in scrittura e lettura in parallelo senza l’insorgere di conflitti. Miglioramenti al sistema di sicurezza Il sistema di sicurezza è stato migliorato per incrementare la sicurezza delle catene di autenticazione nonché la loro flessibilità e facilità di configurazione. Gli amministratori ora possono creare catene di autenticazione personalizzate e associarle ai differenti URL esposti da GeoServer, o disabilitare la sicurezza per particolari URL. Il Central Authentication Service (CAS) subsystem e il modulo community authkey sono di nuovo in funzione.
Monitoring L’estensione di monitoring (monitoraggio richieste OGC) è diventata ora una estensione ufficiale e nel contempo ha ricevuto anche un estensivo refactoring: • ora può raccogliere più informazioni riguardo alle richieste come il HTTP referral e il migliore supporto per BBOX • il suo sottosistema di storage è stato reso pluggable, permettendo di usare sia sistem basati su DB relazionali che su file system Miglioramenti al modulo INSPIRE La estensione per il supporto ad INSPIRE è stata migliorata in modo da aumentare la compatibilità dei protocolli WFS 1.1 e 2.0 con la direttiva.
Fig. 2 - Formati di Input, Output e Servizi supportati da Geoserver
GEOmedia GEOmedia n°6-2012 n°5-2012
INTERVISTA OPEN SOURCE
GeoSolutions e tutti i contributor di GeoServer invitano gli utenti a scaricare e testare il GeoServer 2.3.0. Gli sviluppatori saranno lieti di ricevere le vostre domande, i vostri suggerimenti e feed-back attraverso la mailing list.
Abstract
Fig. 3 - Interfaccia di Amministrazione di Geoserver
Miglioramenti nella gestione dei dati raster Il sottosistema di gestione dei dati raster è stato migliorato significativamente nelle ultime versioni. Ad esempio per quanto riguarda la riproiezione è stata migliorata la gestione del NODATA in modo da eliminare fastidiosi effetti ai bordi, inoltre è stata implementata una serie di migliorie legataealle catene di riproiezione che hanno portato un beneficio in termini di miglioramento del throughput che è stato misurato (usando i set di test del “performance shootout” del FOSS4G) in circa l’80%. Altri sviluppi interessanti Altri sviluppi interessanti in essere da menzionare sono i seguenti: • Un modulo che implementa il servizio
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OGC CSW è stato implementato ed è presente come modulo community. Al momento esso permette di gestire record Dublin Core salvati su file system e record ISO che riflettono i layer attualmente serviti e configurati nell’istanza corrente di GeoServer in modo da permettere ricerche dentro i layer stessi senza elementi esterni. • La version e 2.0 del servizio WCS per la disseminazione dei dati raster è in sviluppo, una versione base funzionante è disponibile come modulo community. • Vari motori di scripting java orientati al processing sono attualmente in sviluppo per la creazione di processi WPS in modo agile e flessibile.
Open Source GeoSpatial server developed with Java Enterprise technology for managing, sharing and editing geospatial data according to the OGC and ISO TC 211 standards. GeoServer provides the basic functionalities to create spatial data infrastructures (SDI). GeoServer is designed for interoperability, it publishes data from any major spatial data source using open standards: it is the reference implementation of the Open Geospatial Consortium (OGC) Web Feature Service (WFS) and Web Coverage Service (WCS) standards, as well as a high performance certified compliant Web Map Service (WMS). GeoServer forms a core component of the Geospatial Web.
Parole chiave OPENSOURCE;OPENDATA; GEOSPATIAL
Autori SIMONE GIANNECCHINI ANDREA AIME GEOSOLUTIONS SAS VIA POGGIO ALLE VITI 1187 55054 MASSAROSA (LU) HTTP://WWW.GEO-SOLUTIONS.IT HTTP://TWITTER.COM/GEOSOLUTIONS_IT
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ASSOCIAZIONI Il telerilevamento per il monitoraggio e la gestione del territorio Strumenti e metodi avanzati applicati ai sistemi costieri, agricoli, forestali e agli ambienti urbani. San Martino in Pensilis (CB) 13-14 giugno 2013 Lâ&#x20AC;&#x2122;ENEA e lâ&#x20AC;&#x2122;AIT, Associazione Italiana di Telerilevamento, promuovono da anni lâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione di workshop tematici allo scopo di fornire un quadro aggiornato sul complesso panorama nazionale delle applicazioni del telerilevamento. Il workshop 2013 è organizzato in collaborazione con lâ&#x20AC;&#x2122;UniversitĂ degli Studi del Molise, Dipartimento di Bioscienze e Territorio, e con il SIN, Sistema Informativo Nazionale per lo sviluppo dellâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura. Il workshop si occuperĂ di gestione dei sistemi territoriali, naturali, semi-naturali ed antropici mediante tecniche integrate di telerilevamento e sistemi informativi territoriali. Il telerilevamento da satellite, aereo e di prossimitĂ tramite lâ&#x20AC;&#x2122;utilizzo di velivoli radiocomandati propone oggi metodologie sempre piĂš avanzate di supporto alla pianificazione territoriale che possono diventare un valido strumento di analisi per i professionisti che operano nel settore. Scopo del workshop è diffondere tali tecniche innovative e mettere in relazione, confrontandosi su progetti e risultati, ricercatori e professionisti, enti di ricerca e uffici governativi.
CALL FOR WORKSHOP PROPOSAL 17a Conferenza Nazionale ASITA 5-7 novembre 2013, Centro Congressi Riva del Garda La Federazione ASITA, anche per lâ&#x20AC;&#x2122;edizione 2013, ha deciso di destinare un appropriato spazio temporale dei lavori della 17a Conferenza Nazionale ai workshop tematici. Questa scelta ha lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo di accogliere e valorizzare proposte di enti, aziende e - in generale - produttori e/o fruitori dellâ&#x20AC;&#x2122;Infor-
mazione Geografica che intendano organizzare un proprio evento per lâ&#x20AC;&#x2122;edizione 2013 della Conferenza. Nelle intenzioni della Federazione ASITA i workshop dovranno caratterizzare â&#x20AC;&#x153;lâ&#x20AC;&#x2122;offertaâ&#x20AC;? tecnica, scientifica, organizzativa e formativa che emerge da specifici attori dei diversi settori (pubblico, privato, della ricerca e del terzo settore) dellâ&#x20AC;&#x2122;Informazione Geografica italiana. Per questo fine è stato predisposto il seguente CALL FOR WORKSHOP PROPOSAL, indirizzato a enti, societĂ o associazioni interessate a partecipare attivamente alla definizione del programma della prossima Conferenza. Il Consiglio Scientifico individuerĂ propri referenti per ogni workshop proposto. I rappresentanti del CS coadiuveranno gli organizzatori dellâ&#x20AC;&#x2122;evento nella fase di perfezionamento della proposta e del suo inserimento nel Programma della Conferenza.
8th EARSeL Workshop
Imaging
Spectrometry
8 â&#x20AC;&#x201C; 10 April 2013 At La CitĂŠ Nantes Events Center â&#x20AC;&#x201C; Nantes â&#x20AC;&#x201C; France EARSeLâ&#x20AC;&#x2122;s Special Interest Group on Imaging Spectroscopy is a forum whose aim is to encourage international discussions among specialists working with this innovative Earth Observation technology. The forum was founded by EARSeL at the University of Zurich in 1999, led by RSL, who conducted the first workshop. Since then, five more very successful workshops were held at ITC Enschede, the Netherlands (2001), DLR Herrsching, Germany (2003), the University of Warsaw, Warsaw, Poland (2005), VITO, Brugge, Belgium (2007), Tel Aviv, IsraĂŤl (2009) and University of Edinburgh, U.K. (2011). The next workshop will take place in Nantes, France, from April 8th to 10th 2013. We invite you to mark your calendar for this important meeting. The meeting will cover all themes related to imaging spectro-
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ASSOCIAZIONI scopy. As several spaceborne missions are scheduled for the near future, this workshop is particularly important and will provide a unique opportunity to discuss recent developments in imaging and related spectroscopic methods for environmental research, learn about recent developments in imaging science and thematic and environmental applications at ground, airborne and spaceborne levels, explore the integration of spatial and temporal coverage afforded by imaging instruments with the high spectral resolution data obtained for every pixel, discuss ground-based spectroscopic techniques, such as field spectroscopy and related hyperspectral sensing methods, learn and discuss how these methods can address key environmental issues and new areas of environmental science.
L'informazione geografica sale di scala Nell’ambito della Conferenza AMFM GIS Italia 2013, che si svolgerà a Roma il 26 settembre 2013, si terrà il seminario dal titolo "L'informazione geografica sale di scala. BIM (Building Information Modeling), infrastrutture a rete, sicurezza, 3D". L’aspetto della scala è rilevante nella GI e nelle SDI. Si assiste oggi ad una sempre maggiore attenzione alla multiscalarità dei data base cartografici e la prassi ed i regolamenti in vigore in molti paesi collegano la informazione cartografica a quella specifica del singolo manufatto edilizio creando un continuum di dati e di funzioni. L’OGC (Open Geospatial Consortium) è da tempo impegnato sul tema del BIM, il settore del AEC (Architecture Engineering Construction) ne fa un uso sempre più ampio e specializzato, le infrastrutture dei servizi a rete basano i loro sistemi informativi su una descrizione tridimensionale e dettagliata delle reti, la pubblica amministrazione definisce regole di utilizzo a riguardo e l’utente finale trae vantaggio dal potere usufruire di una descrizione del costruito che va dal territorio al particolare costruttivo. Si sta salendo di scala ed il processo è irreversibile. Si offrono nuove
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opportunità alle tecniche di gestione della sicurezza e di descrizione tridimensionale dei manufatti e dei contesti urbani. Il workshop organizzato da AMFM GIS Italia, ed aperto al pubblico gratuitamente, porterà all’attenzione della comunità italiana della informazione geografica gli aspetti collegati all’ingrandimento della scala di descrizione e definizione del dato geografico. Le relazioni saranno tenute da esperti italiani ed europei. Saranno presentati esempi di uso ottimale per vari settori applicativi ed in vari paesi , si tratterà degli aspetti della standardizzazione e multiscalarità, si affronteranno temi caldi quali la sicurezza delle reti in funzione della loro descrizione e funzionalità. Si presenteranno iniziative legislative europee sulla standardizzazione della misurazione degli edifici e le attuali direttive in essere relativamente ai dati geografici.Si tratterà il ruolo del 3D per la descrizione automatica di grandi modelli urbani e per la gestione di oggetti complessi. I leader delle soluzioni tecnologiche nel settore Autodesk, Esri, Intergraph e Sinergis avranno modo di discutere su soluzioni di metodo e proposte tecniche e soprattutto saranno a disposizione dei partecipanti al seminario per contatti specializzati nell’ambiente informale che AMFM da sempre garantisce nelle sue manifestazioni. La conferenza AMFM GIS Italia si terrà presso la Facoltà di Architettura, piazza Borghese 9 a Roma. Il seminario potrà essere seguito in diretta streaming sul web con possibilità di interazione diretta. Per maggiori informazioni: info@amfm.it www.amfm.it twitter: @AMFM_GIS_ITALIA
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ESA - Immagine della settimana Collegamenti Oceanici (15 Febbraio 2013)
L’ immagine che proponiamo questa settimana ai nostri lettori è stata acquisita dal satellite per telerilevamento europeo ENVISAT e mostra l’area centrale di Panama con il suo canale di navigazione lungo 80 km, che realizza una interconnessione tra l’ Oceano Atlantico – attraverso il Mar dei Caraibi – e l’ Oceano Pacifico. Il Canale di Panama, completato nel 1914, rappresenta ad oggi uno dei più grandi progetti di ingegneria del secolo scorso. Su entrambe i lati del percorso sono state realizzate delle chiuse che da un lato innalzano le navi in entrata di 26m fino al livello del canale, dall’ altro le riportano in uscita al livello del mare. Attraverso il Canale transitano dalle 12000 alle 15000 navi ogni anno e mediamente ciascuna di esse impiega dalle 8 alle 10 ora per effettuare il tragitto completo. Nell’ immagine su entrambe i lati del Canale le navi che sono entranti, uscenti oppure in attesa del transito appaiono come piccoli punti di color rosso, verde e blu. E’ possibile scorgerli anche all’interno del Canale ed all’ interno del grande Lago Gatun. Il Lago Gatun è di natura artificiale e la sua realizzazione risale al periodo compreso tra il 1904 ed il 1914: fa parte integrante del sistema idrico del Canale di Panama. A causa del fatto che Panama è caratterizzata da un inverno molto secco, il surplus di acqua immagazzinata nel lago viene utilizzata per le operazioni compiute dalle chiuse.
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Ancora, in prossimità dei due estremi del Canale l’elevata riflessione radar appare come grappoli di punti bianchi in corrispondenza di Panama City sul lato sud e di Colon sul lato nord. La nazione centro-americana ha le dimensioni corrispondenti all’incirca alla metà della Repubblica Ceca. E’ caratterizzata da un clima tropicale e costituisce una località di forte attrattiva turistica, grazie alle sue spiagge, alle montagne ed alle foreste pluviali. Negli anni ’40 il 70% circa di Panama era ricoperto da foresta. Oggi questo tipo di vegetazione ricopre meno del 50% del territorio, risultato dovuto soprattutto alla realizzazione di tante infrastrutture ed alle attività di allevamento di bestiame. Le foreste giocano un ruolo cruciale nel ciclo del carbonio terrestre, in quanto assorbono il carbonio dall’ atmosfera: pertanto, la riduzione della copertura forestale può avere rilevanti effetti negativi sul clima della Terra. L ’immagine è stata ottenuta con la composizione di tre diverse acquisizioni radar di ENVISAT, effettuate il 24 Dicembre 2011, il 23 Gennaio 2012 ed il 22 Febbraio 2012. Le immagini sono state acquisite dal satellite statunitense LANDSAT-7. (Traduzione Gianluca Pititto; credits: ESA)
L’immagine della settimana mostrata in questa pagina fa parte dell’archivio di Rivistageomedia.it disponibile grazie ad un accordo di collaborazione con ESA. Le immagini provengono dall'attività di ESA nel settore dell'Osservazione della Terra e sono ottenute da vari satelliti. Scelte per la loro bellezza o per la loro attinenza con particolari avvenimenti, sono corredate da una breve descrizione nella quale, oltre agli aspetti tecnici relativi alla "cattura" delle immagini stesse, vengono messi in risalto i dettagli geografici più interessanti. GEOmedia supporta con costanza le attività dell'ESA che, lo ricordiamo, si occupa di delineare il programma spaziale europeo e quindi di dargli attuazione.
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