Rivista bimestrale - anno XVII - Numero 6/2013 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
N°6 2013
DALLE STAZIONI TOTALI ALLE MULTISTATION
Parametri di una trasformazione conforme 3D
OpenDataNetwork una iniziativa per Open Data senza confini
Imprese aerofotogrammetriche in Italia
Giardini storici e scansioni laser
Immagini, Droni e Multistation www.rivistageomedia.it
GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 15 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Palestro, 95 00185 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: SPADAMEDIA srl VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA) Editore: mediaGEO soc. coop.
Le novità che il mercato dei produttori di strumenti per il mondo della geomatica annunciano in questo momento hanno delle singolarità apprezzabili nel riproporre, con grande forza, l’uso dell’immagine quale strumento di analisi automatica delle caratteristiche metriche dell’oggetto del rilievo. Mi riferisco ad esempio ai sistemi di rilevamento aereo con piccoli velivoli a pilotaggio remoto, capaci di trasportare camere fotografiche di piccole dimensioni, ove la vera novità è costituita non dal drone stesso, ma dai software di gestione e restituzione in dotazione, che realizzano il trattamento quasi completamente automatizzato del processo di scansione 3D basata su immagini, usufruendo poi di sistemi GIS e GNSS per la pianificazione e la gestione del piano di volo. In questi sistemi il trattamento automatico dell’immagine è la base per la realizzazione di processi di restituzione automatica delle informazioni dal modello 3D dell’area rilevata. Una vera ottimizzazione e messa a frutto di tutte le tecniche che convergono nella geomatica simile per novità e innovazione a quella che abbiamo visto negli ultimi anni con i navigatori stradali. Ovviamente i droni hanno degli usi che vanno dai ben noti aspetti militari ad altri più curiosi come quello annunciato qualche tempo fa da Amazon per effettuare una distribuzione postale avviando dei centri di distribuzione capaci di effettuare consegne entro un raggio di qualche decina di chilometri. Siamo in un processo di attuazione di una vera regolamentazione del settore, e per chi volesse approfondire raccomandiamo una esauriente bibliografia reperibile sul sito della ISPRS (International Society for Photogrammetry and Remote Sensing), ove è disponibile un dettagliato elenco di tutta la normativa e dei regolamenti attuativi che normano il settore degli UAV/RPAS nel mondo. Per quel che riguarda l'Italia, è presente il regolamento ENAC e tutta la modulistica necessaria per richiedere le autorizzazioni che ENAC attualmente rilascia. Il tema dei droni UAV/RPAS è stato appena affrontato nel workshop, organizzato e coordinato da SIFET e EuroSDR, che si è tenuto dal 20 al 21 Febbraio 2014 in Italia, presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia a Modena. Si è diffusamente parlato sui droni UAV/RPAS per affrontarne gli aspetti specifici relativi alle piattaforme, i regolamenti, le applicazioni e le problematiche attuali. Ovviamente le novità di questo periodo non finiscono e tra queste vi segnaliamo le nuove Multistation che presto segneranno l’evoluzione delle attuali Total Station. Tali strumenti riuniscono tutte le avanzate funzionalità di una stazione totale, insieme ad un laser scanner 3D, alla presa di immagini digitali e la connessione ai sistemi satellitari GNSS. In questo caso le immagini sono riferite alle misurazioni della stazione totale, alla quale sono integrate nuvole di punti 3D, la cui colorazione è derivata dalle immagini stesse. Tutti i dati ovviamente, appartengono allo stesso sistema di coordinate, essendo referenziati a livello globale grazie al sistema GNSS o tramite la misura di punti noti. Le novità continueranno ad arrivare e per chi volesse avere una situazione aggiornata dello stato attuale di queste tecnologie vi annunciamo il primo Forum dell’Innovazione Tecnologica applicata al Territorio, ai Beni Culturali e alle Città intelligenti, al quale siete tutti invitati a partecipare il 4 e il 5 Giugno a Roma in un evento di particolare importanza che rappresenterà uno strumento per aggiornarsi e contemporaneamente orientarsi nella larga offerta che ci viene oggi proposta continuamente alimentata dagli incessanti sforzi dei produttori di tecnologie.
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Buona lettura, Renzo Carlucci
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SOMMARIO 6 - 2013 FOCUS
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Stima
dei parametri di una
trasformazione conforme
3D di Ernesto Sferlazza
REPORTS
24 L’iniziativa OpenDataNetwork, OpenData senza confini
14 Scansione
di Simone Giannecchini, Jurgen Assfalg, Chiara Lorenzini, Lorenzo Cipriani
30 Le imprese di cartografia aerofotogrammetrica in Italia laser per il rilievo dei
di Attilio Selvini
giardini storici
di Grazia Tucci, Alessandro Conti, Lidia Fiorini
32 Il Geoportale del Comune di Magliano in Toscana,
il webGIS e la generazione automatica dei CDU di Leonardo Bartoli, Valerio Noti, Marta Tringali
36 Leica Nova MS50 La prima MultiStation al mondo
di David Eugen Grimm
42 Il rilievo dei prati stabili come indicatore della
46 Sfida
dentro il
qualità delle banche dati regionali di Andrea Negro
Inserzionisti
San Giusto
di Fulvio Bernardini
3DFLOW 28 AERROBOTIX 21 CGT 49 CODEVINTEC 2 CRISE 22 EPSILON 52 ESR 55 FLYTOP 29 GEOGRA 54 GEOMAX 18 GEOSOLUTIONS 41
GEOTOP 56 GESP 51 R3GIS 11 PLANETEK 3 SINERGIS 45 SMART3K 50 TECHONOLOGYFORALL 19 TEOREMA 23 TRIMBLE 13 VIRTUALGEO 53
ALTRE RUBRICHE In copertina l'immagine di un professionista al lavoro che sta effettuando calcoli della superficie e del volume direttamente sul campo, grazie alla scansione Laser 3d e alle singole misure.
20 MERCATO 50 SMART CITIES 52 ASSOCIAZIONI 54 AGENDA
FOCUS
STIMA DEI PARAMETRI DI UNA TRASFORMAZIONE CONFORME 3D di Ernesto Sferlazza
Il presente articolo vuole illustrare un metodo pratico per determinare i sette parametri di una trasformazione conforme tridimensionale (3D), comunemente utilizzata nella operazioni di conversione di coordinate tra datum differenti, avendo a disposizione un insieme di punti dei quali siano note le coordinate espresse in entrambi i sistemi di riferimento.
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er esigenze di sintesi si è focalizzata l'attenzione sui passaggi ritenuti più salienti, dandone per scontati altri già di uso frequente nella pratica GIS. Pertanto si è implicitamente assunto che il lettore cui ci si rivolge: 4 sia a conoscenza degli elementi essenziali di geodesia e di cartografia, quali ad esempio il concetto di datum o il significato di coordinate proiettate, geografiche e geocentriche; 4 sia autonomamente in grado di compiere operazioni basilari quali la generazione di un tema di punti a partire da una lista di coordinate, o la conversione da coordinate piane a coordinate geografiche nell’ambito dello stesso datum utilizzando una qualunque applicazione desktop GIS. Non è richiesto, invece, che il lettore sia altrettanto capace di destreggiarsi operando direttamente con strumenti matematici più sofisticati, quali ad esempio il calcolo matriciale o i metodi di regressione lineare.
Cenni teorici Uno dei metodi più diffusi per trasformare le coordinate da un sistema geodetico ad un altro è quello della trasformazione conforme 3D, detta anche trasformazione per similitudine, in cui i parametri che consentono di realizzare il passaggio tra i due diversi datum sono in numero di sette, a ciascuno dei quali può essere attribuito un ben determinato significato geometrico. Considerando per ciascun sistema geodetico la terna cartesiana associata, tre parametri definiscono le componenti del vettore di scostamento lineare tra le origini delle due terne cartesiane, altri tre parametri le componenti di rotazione reciproca tra le due terne, mentre il settimo parametro rappresenta la variazione (isotropa) di scala. Tra le più diffuse implementazioni di tal genere si annoverano la trasformazione di Helmert a 7 parametri, la trasformazione di Bursa-Wolf e la trasformazione di MolodenskyBadekas. La figura 1 mostra lo schema geometrico della trasformazione di Bursa-Wolf. I tre assi X1, Y1 e Z1 che costituiscono la terna cartesiana associata al sistema 1 sono ruotati di angoli εX, εY, εZ rispetto agli assi X2, Y2 e Z2 della terna cartesiana associata al sistema 2; lo scostamento tra l’origine del sistema 1 e quello del sistema 2 può essere scomposto nelle componenti tX, tY e tZ lungo le direzioni degli assi del
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sistema 2; l1 ed l2 sono i vettori delle coordinate del punto P nei rispettivi sistemi, mentre t è il vettore delle traslazioni. Viene di seguito presentata, ma solo per completezza di esposizione e senza la pretesa di voler entrare nel dettaglio della trattazione matematica rigorosa, la relazione tra le coordinate dei due sistemi, scritta sotto forma di equazioni separate per ciascuna coordinata, cui si giunge nell’ipotesi di valori molto piccoli delle rotazioni, del parametro di variazione di scala ds e delle traslazioni (queste ultime molto piccole anch’esse, se raffrontate ai valori delle coordinate): X2 = X1 + Y1 εZ – Z1 εY + X1 ds + tX Y2 = –X1 εZ + Y1 + Z1 εX + Y1 ds + tY Z2 = X1 εY – Y1 εX + Z1 + Z1 ds + tZ Al fine di ottenere i 7 parametri (traslazioni tX, tY, tZ , rotazioni εX, εY, εZ e fattore di scala ds) di una trasformazione di Bursa-Wolf è necessario disporre di un insieme di punti dei quali siano note le coordinate in entrambi i sistemi di riferimento (per breFig. 1 - Schema geometrico della vità denominati punti trasformazione di Bursa-Wolf. “doppi”). Considerando un insieme di N punti doppi si dispone di 3N equazioni a fronte di 7 incognite (i parametri da determinare). Nell’ipotesi che gli scarti tra le coordinate note e quelle calcolate con il modello siano trattabili come variabili casualmente distribuite, è possibile applicare tecniche di regressione, come il metodo dei minimi quadrati, che consentono stimare i parametri cercati. Applicazione ad un caso pratico. Tra le problematiche che riscuotono un certo interesse in materia di cartografia in ambito nazionale, vi è quella riguardante la trasformazione di coordinate catastali, quando il datum coinvolto utilizza l’ellissoide di Bessel (nella maggior parte dei sistemi catastali in Italia il datum adotta l’ellissoide di Bessel 1841, orientato a Genova per il Nord
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FOCUS Italia, a Monte Mario – Roma - per alcune zone dell’Italia centrale, a Castanea delle Furie – Messina- per gran parte dell’Italia centrale e per il Sud Italia). Tra i dati a disposizione reperibili (cavilli burocratici a parte) vi sono le monografie dei punti di impianto della rete catastale, nelle quali si trovano contestualmente riportate le coordinate proiettate nel sistema catastale e le coordinate Gauss Boaga (in realtà molte volte si tratta di coordinate provvisorie, in quanto non ancora corrette mediante compensazione della rete all’epoca dell’impianto dei punti stessi). Nel presente esempio si vuol pervenire alla determinazione dei parametri di Bursa-Wolf tali da realizzare in maniera speditiva, nell’area interessata dall’insieme dei punti doppi, la trasformazione di coordinate dal sistema catastale al datum WGS84. La figura che segue mostra i valori delle coordinate desunti dalle monografie di un insieme di punti distribuiti sull’area di interesse, trascritti in un foglio di calcolo.
Fig. 2 - Foglio di calcolo contenente dati inerenti un insieme di punti di impianto di un sistema catastale locale.
Sequenza operativa Una volta acquisite le monografie e trascritti in un foglio di calcolo i valori delle doppie coordinate, la procedura si sviluppa attraverso i seguenti passaggi, qui sinteticamente elencati e successivamente trattati in maggior dettaglio: 1) definizione dei sistemi di riferimento di partenza e di arrivo e conversione delle coordinate da piane a geografiche; 2) generazione di temi vettoriali (punti) in formato shapefile a partire dalla lista di coordinate geografiche; 3) ricerca di eventuale presenza punti anomali (outliers); 4) sfoltimento (thinning), per rendere la distribuzione spaziale dei punti quanto più possibile sparsa, minimizzando la presenza di “grappoli” (cluster) di punti; 5) conversione dei temi nel formato vettoriale gestito da ILWIS; 6) stima dei parametri della trasformazione di BursaWolf mediante ILWIS. Le fasi di ricerca degli outliers e di sfoltimento dei cluster, pur se importanti per quanto riguarda l’attendibilità dei risultati, non sono propedeutiche per lo svolgimento delle fasi successive. Definizione dei sistemi di riferimento e conversione delle coordinate da piane a geografiche. Il metodo proposto richiede che le coordinate in entrambi i sistemi di riferimento siano espresse mediante i valori di longitudine e di latitudine riferiti ai rispettivi Datum di competenza. visita il sito www.rivistageomedia.it
Il passaggio dalle coordinate Gauss Boaga alle coordinate geografiche espresse nel sistema WGS84 si può realizzare in maniera precisa e al contempo speditiva per mezzo del servizio WCTS offerto dal Geoportale Nazionale (http:// www.pcn.minambiente.it/wctsclient/), avendo cura di rispettarne i limiti legali di utilizzo. Per quanto riguarda il sistema di riferimento geodetico catastale, preliminarmente è necessario adottare un datum “personalizzato” che utilizza l’ellissoide di Bessel 1841, impostando sempre l’origine delle longitudini a Greenwich. La conversione di coordinate da proiettate a geografiche nell’ambito del datum catastale si realizza impostando i seguenti parametri: 4metodo di proiezione: Cassini; 4valori di falso Est e falso Nord: coordinate piane catastali del centro di sviluppo (0, 0); 4meridiano centrale: longitudine rispetto a Greenwich del centro di sviluppo (sul datum catastale); 4latitudine dell’origine: latitudine del centro di sviluppo (riferita al datum catastale); 4fattore di scala: 1.00 Talvolta può accadere che non siano noti tutti i parametri necessari per definire compiutamente la proiezione. In tali casi il problema si complica un po’. Infatti, nel caso in cui non sia possibile risalire alle coordinate geografiche “vere” (cioè riferite al datum effettivo) del centro di sviluppo del sistema catastale locale ripetto a Greenwich, si possono assumere delle coordinate approssimate. Nel caso, ad esempio, dei centri di sviluppo dei sistemi catastali di piccola estensione, nel sito http://www.fiduciali. it è possibile reperire le coordinate geografiche approssimate riferite al datum “Genova1902”, basato sull’ellissoide Bessel 1841 orientato a Genova I.I.M. secondo la definizione astronomica del 1902 e con meridiano di riferimento passante per Greenwich. Il fatto di assumere per il centro di sviluppo valori delle coordinate geografiche leggermente diversi da quelli riferiti al datum effettivo equivale ad adottare un datum catastale fittizio leggermente diverso. Tale evenienza non inficia in maniera apprezzabile l’accuratezza del modello di trasformazione se si considera che i valori realmente significativi e di interesse pratico nella cartografia catastale si riferiscono alle coordinate piane e non alle coordinate geografiche. Ciò in quanto queste ultime, riferite al datum catastale, costituiscono solo valori di calcolo intermedi, meramente strumentali nell’ambito del modello di trasformazione in questione. Nel presente esempio sono stati utilizzati dati desunti dalle monografie di punti della rete di inquadramento catastale nel territorio della Provincia di Agrigento. Il centro di sviluppo locale è Monte Castelluccio, per il quale è possibile reperire in letteratura (Trevisani M., 2003) le coordinate i valori delle coordinate riferiti al datum catastale Bessel-Castanea delle Furie. Combinando tali dati con quelli relativi al centro di emanazione (Clifford J. Mugnier, C.P., C.M.S.,2005) si perviene alla determinazione delle coordinate di Monte Castelluccio nel datum catastale, con la longitudine riferita a Greenwich Latitudine: 37°24’52.480” Nord (37.414577777778° N), Longitudine: 13°46’50.295” Est (13.780637500000° E - meridiano di rif. Greenwich). Con i dati a disposizione è possibile definire compiutamente la proiezione dei dati in coordinate catastali, uti7
FOCUS lizzando una delle codifiche utilizzate nell’ambito del repertorio dei sistemi di riferimento disponibile nel sito web http://spatialreference.org/. La definizione appena creata può anche essere resa disponibile nel sito suddetto, effettuando l’upload nella lista dei sistemi di riferimento proposti dagli utenti (spatialreference.org/ref/sr-org/7848/). PROJCS[“Cassini_MCastelluccio_Castanea”, GEOGCS[“GCS_Bessel_Castanea”, DATUM[“<custom>”, SPHEROID[“Bess el_1841”,6377397.155,299.1528128]], PRIMEM[“Greenwich”,0.0], UNIT[“Degree”,0.0174532925199433]], PROJECTION[“Cassini”], PARAMETER[“False_Easting”,0.0], PARAMETER[“False_Northing”,0.0], PARAMETER[“Central_Meridian”,13.780637500000], PARAMETER[“Scale_Factor”,1.0], PARAMETER[“Latitude_Of_Origin”,37.41457777777778], UNIT[“Meter”,1.0]] Nella definizione di cui sopra i parametri “Central_Meridian” e “Latitude_Of_Origin” altro non sono che le coordinate geografiche, rispettivamente longitudine e latitudine, del centro di sviluppo del sistema catastale in esame. Una volta definito il sistema di proiezione cartografica è possibile convertire da coordinate piane a coordinate geografiche. Se si preferisce operare utilizzando temi vettoriali, bisogna prima generare il tema di punti in coordinate piane catastali e poi convertirlo in coordinate geografiche utilizzando, ad esempio, l’utility ogr2ogr di FWTools. Nell’esempio, il file (di input) dei punti in coordinate piane catastali è stato denominato “XY_7848.shp”, mentre al file di output, in coordinate geografiche sul datum catastale è stato assegnato il nome “LonLatBessel.shp”; le definizioni dei sistemi di rappresentazione di partenza (-s_srs) e di arrivo (-t_srs) possono essere impostate come segue: Ogr2ogr –s_srs “+proj=cass +lat_0=37.41457777777778 +lon_0=13.780637500000 +x_0=0.0000 +y_0=0.0000 +k_0=1.000 +ellps=bessel +units=m +no_defs” –t_srs “+proj=longlat +ellps=bessel +no_defs” LonLatBessel.shp XY_7848.shp In alternativa è possibile operare direttamente sulla lista delle coordinate, memorizzata come sequenza di righe di testo (valori dell’ascissa e dell’ordinata, separati da uno spazio) nel file di testo “XY_7848.txt”. Per ottenere i valori delle coordinate geografiche riferite all’ellissoide di Bessel (utilizzato dal datum catastale), si può utilizzare il seguente comando “cs2cs” nella shell di FWTools, come mostrato nella successiva figura. cs2cs -f %.9f +proj=cass +lat_0=37.41457777777778 +lon_0=13.780637500000 +x_0=0.0000 +y_0=0.0000 +k_0=1.000 +ellps=bessel +units=m +no_defs +to +proj=longlat +ellps=bessel +no_defs < XY_7848.txt > LonLatBessel.txt
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I valori della coordinate geografiche, ottenuti applicando all’inverso (da proiettate a geografiche) le formule della proiezione di Cassini, vengono quindi scritti come sequenza di righe di testo nel file di output “LonLatBessel. txt” (il parametro “-f %.9f ” serve per impostare il formato decimale per le misure angolari nel file di output).
Fig. 3 - Conversione di coordinate, da proiettate a geografiche, mediante FWTools.
Infine, si possono importare i dati dal file di testo al foglio di calcolo e generare i temi vettoriali in coordinate geografiche. Ricerca dei punti anomali Viene qui solo accennato un metodo empirico che può essere di aiuto nella ricerca di eventuali outliers. Inizialmente vengono calcolate le differenze di latitudine e di longitudine che si riscontrano nel passaggio dal datum catastale a quello di arrivo, per tutti i punti noti dell’insieme. A ciascun punto del tema di partenza risultano in tal modo associati i valori delle funzioni di trasformazione (scostamento di latitudine e scostamento di longitudine) che consentono di effettuare le conversioni da un sistema all’altro. Considerando separatamente le due funzioni di trasformazione possono essere generate, per interpolazione, due differenti superfici virtuali: una per lo scostamento delle latitudini ed una per lo scostamento delle longitudini. Se si sceglie un metodo di interpolazione che genera superfici con scostamenti molto ridotti o nulli in corrispondenza dei punti noti (ad esempio tensioned spline o TIN) è possibile rilevare irregolarità localizzate, come nella figura che si riferisce agli scostamenti in longitudine. Tali anomalie possono verosimilmente indicare un errore nella determinazione o nella trascrizione delle coordinate del punto noto intorno al quale si localizzano, che così può eventualmente essere scartato nel calcolo del modello di trasformazione, avendolo considerato come outlier. Le superfici generate nuovamente dopo averle depurate dalla presenza dei presunti outlier risultano avere un andamento piuttosto regolare in corrispondenza della “nuvola” di punti che le ha generate.
Fig. 4 - Rappresentazione della superficie degli scostamenti in longitudine, con evidenziati probabili outliers.
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FOCUS Un approccio più rigoroso può essere condotto applicando i metodi della statistica ai vettori che rappresentano gli scostamenti. Sfoltimento dei cluster Dall’esame visivo della figura precedente è possibile anche intuire la presenza di cluster, per cui sarebbe ulteriormente necessario effettuare un’operazione di sfoltimento (thinning), argomento che tuttavia non viene trattato nel presente testo. Cenni sull’utilizzo di ILWIS ILWIS, acronimo di “Integrated Land and Water Information System”, è un software libero avviato nel 1984 con un progetto sovvenzionato da parte del Ministero della Cooperazione allo Sviluppo olandese, sviluppato inizialmente da un istituto di istruzione superiore autonomo (ITC), cui è successivamente subentrato 52North, un consorzio di sviluppatori open source. Il pacchetto di installazione può essere scaricato al link seguente: http://52north.org/communities/ilwis/ilwis-open Il software integra funzionalità vettoriali e raster in un unico pacchetto software, ma in questa sede si esamineranno solo le funzionalità che servono al presente scopo. La versione qui utilizzata è la 3.8.3.0. Dopo aver avviato l’applicazione, è possibile esaminare il contenuto delle cartelle presenti negli archivi del computer, dopo avere attivato la scheda “Navigator” del pannello delle operazioni (“operations”) dell’interfaccia. Una volta selezionata la cartella attiva, la relativa finestra che ne mostra il contenuto verrà aperta nell’area di lavoro a destra del pannello.
nella scheda Operation-Tree del pannello delle operazioni. Lanciando il comando si apre la finestra Create Coordinate System, nella quale si inserisce il nome da assegnare al nuovo sistema di riferimento, una eventuale breve descrizione ed infine la tipologia. Se il sistema di riferimento è geografico (latitudine e longitudine), la tipologia da impostare è LatLon. Una volta confermati i dati inseriti, si apre una nuova finestra, nella quale bisogna specificare gli ulteriori parametri, relativi all’ellissoide ed eventualmente al datum. Nel caso in esame il sistema di riferimento per il tema in coordinate geografiche catastali è basato sull’ellissoide di Bessel-1841, mentre per il tema di arrivo il sistema di riferimento da creare è basato su WGS84, già presente nella lista dei datum pre-impostati.
Fig. 7 - Wizard per l’impostazione dei parametri di un nuovo sistema di riferimento in ILWIS.
Fig.5 - Scheda di navigazione attiva nella finestra di lavoro di ILWIS. Fig. 8 - Contenuto del file di testo con le impostazioni del sistema di riferimento.
Fig. 6 - Avvio del comando “New Coordinate Sistem” .
Impostazione dei sistemi di riferimento A ciascun tema geografico dev’essere associato il sistema di riferimento che gli compete, collegandolo ad un “oggetto” di ILWIS denominato, appunto “Coordinate System”. Tale oggetto viene creato la prima volta utilizzando il comando createcsy , presente come voce (Coordinate System) del sottomenù Create del menù File, oppure attivabile mediante l’icona corrispondente (Create -> New Coordinate System) presente
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Al termine della procedura, per ciascuno dei sistemi di riferimento creati, le impostazioni verranno memorizzate su disco all’interno di un file di testo avente il nome dell’oggetto creato ed estensione “.csy”. Importazione dei temi puntuali in ILWIS. I temi puntuali precedentemente creati in formato shapefile devono essere importati in ILWIS.
Fig. 9 - Avvio del comando “Import Map” .
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FOCUS A tal fine si utilizza il comando import, disponibile nel sottomenù Import/Export del menù Operations, oppure attivabile mediante l’icona corrispondente (Import/Export -> Import Map) presente nella scheda “Operation-Tree” del pannello delle operazioni.
Fig. 10 - Finestra per l’importazione di temi vettoriali da formati vari al formato di ILWIS.
Fig. 11. Avvio della finestra di impostazione delle proprietà da voce del menù contestuale.
Lanciato il comando, si apre la finestra di import, che consente di selezionare lo shapefile e di assegnare il nome (preferibilmente breve) del tema importato. Ne risulterà un “Point Map”, che in ILWIS rappresenta l’equivalente dello shapefile puntuale. Tra le proprietà che competono a quest’ultimo, è necessario assegnare il sistema di riferimento. A tale scopo si può selezionare il tema di punti ed aprire, tramite menù contestuale, la finestra di impostazione delle proprietà. Nella finestra delle proprietà va, infine, selezionato il sistema di riferimento, tra quelli precedentemente creati ed elencati nella lista della casella Coordinate System.
Se si effettua un doppio click sull’icona di un PointMap si apre una nuova finestra, nella quale viene mostrata la mappa (o vista) con la rappresentazione geografica del tema puntuale. Sulla stessa mappa Fig. 12 - Finestra di impostazione delle è possibile caricaproprietà di un PointMap in ILWIS. re anche il secondo tema puntuale, come mostrato nella figura che segue, dove si può osservare lo scostamento tra la rappresentazione dei punti nei due diversi sistemi di riferimento. Stima dei parametri della trasformazione di Bursa-Wolf Arrivati a questo punto tutto è pronto per poter effettuare la stima dei parametri della trasformazione cercata. A tal fine si utilizza il comando finddatumparms, disponi10
Fig. 13 - Rappresentazione in mappa di due Point Map, relativi al medesimo insieme di punti, ma con coordinate espresse in due differenti sistemi di riferimento.
bile nel menù Operations, sottomenù Spatial Reference Operations, sotto- sottomenù Coordinates , oppure attivabile mediante l’icona corrispondente (Spatial Reference Operations -> Coordinates -> Find Datum Parameters) presente nella scheda “Operation-Tree” del pannello delle operazioni.
Fig. 14 - Avvio del comando “Find Datum arameters” da menù Operation oppure da scheda Operation Tree del pannello delle operazioni.
Lanciando il comando si avvia la procedura guidata (wizard) Find Datum Parameters from Control Points. Nella prima finestra che si apre l’utente deve specificare i nomi del tema di partenza (Point Map with Local Datum) e di quello di arrivo (Point Map with Global Datum); se sono note anche le quote ellissoidi occorre attivare la corrispondente opzione (Use Heights). Proseguendo in avanti, deve scegliere l’opzione relativa al metodo di trasformazione desiderato (Bursa-Wolf, nel caso in esame). La successiva finestra, relativa al passaggio finale, mostra i risultati dell’elaborazione. Cliccando sul pulsante Fine la finestra si chiude. Il contenuto (report) dell’ultima finestra che mostra i risultati dell’operazione di stima dei parametri può essere selezionato, copiato negli appunti e memorizzato successivamente in un file di testo. Nella prima parte è possibile leggere le informazioni relative al numero di punti effettivamente utilizzati per la stima rispetto al totale di punti validi dei temi di input, seguite dai valori dei parametri cercati:
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Fig. 15 - Finestra di impostazione delle proprietà di un PointMap in ILWIS.
Using 192 common points: from 193 points in map geobessel and 193 points in map geowgs84 Translations (shifts of origin): dX = 763.901 m dY = 183.452 m dZ = 519.534 m Rotations: Rx = 9.884170 micro-rad = 2.0388 arcsec Ry = 29.131885 micro-rad = 6.0089 arcsec Rz = 34.904274 micro-rad = 7.1995 arcsec Scale difference: dScale = -0.000035296542 = -35.296542 ppm A seguire sono riportate le informazioni sull’accuratezza della trasformazione espressa in termini di differenze la posizione di ciascun punto stimata sul datum di arrivo applicando la trasformazione la posizione reale (coordinate note) sullo stesso datum . Tali valori sono espressi in millimetri, nelle direzioni della latitudine, della longitudine e della quota ellissoidica. Se ne riporta in appresso uno stralcio di esempio. Accuracy for Lat, Lon and Height: using 192 common points,
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Deviations: (dLat, dLon, dHeight) in mm WGS 84 (transformed from Bessel 1841) -(minus) WGS 84 (given) Pointnr nr 1: 126.050498 125.583109 6.576730 nr 2: -114.914384 -138.405466 -0.100479 nr 3: 80.811086 192.799856 7.840075 […] nr 191: -101.613824 7.838668 4.660289 nr 192: -111.854506 10.886164 4.371160 out of 193 valid control points. by retransforming the active points through CTS conversion. Purtroppo la numerazione dei punti effettivamente utilizzati non corrisponde alla numerazione dei punti del tema di input, per cui non è possibile individuare immediatamente quali punti sono stati effettivamente scartati nel calcolo. Le ultime righe riportano le statistiche sugli scarti rilevati tra le coordinate calcolate mediante la trasformazione e le coordinate note che esse invece hanno realmente nello stesso sistema di riferimento:
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FOCUS RMS_Lat = 0.004275742 arcsec (= ~ 131.96735935 RMS_Lon = 0.006764383 arcsec (= ~ 165.48836367 RMS_Height = 10.253 mm Max Lat Error = 0.013234342 arcsec 408.46733952 mm) at pnt 181 Max Lon Error = 0.012348983 arcsec 302.11372462 mm) at pnt 100 Max Height Error = 34.087 mm at pnt 93
mm) mm) (~ (~
Se si sceglie di memorizzare i parametri del metodo di trasformazione all’interno della definizione del datum locale (quello di partenza), attivando la specifica opzione presente nella finestra, il file .csy relativo al datum locale viene riscritto. In coda, la singola riga con il nome dell’ellissoide dell’esempio viene sostituita dalle seguenti: Datum=User Defined Ellipsoid=Bessel 1841 [Datum] dx=763.900676039530 dy=183.452353725742 dz=519.533519812506 Type=User Defined BursaWolf rotX=0.0000098842 rotY=0.0000291319 rotZ=0.0000349043 dS=-0.0000352965 Va rilevato che, a seguito della modifica del sistema di riferimento locale, al successivo riavvio di ILWIS il tema di punti di partenza apparirà trasformato “al volo” e pertanto sovrapponibile (con gli scarti minimi di cui si è detto) al tema dei punti noti in coordinate WGS84.
Conclusioni La trasformazione di coordinate tra datum differenti può essere attuata utilizzando diversi approcci. Tra questi, i metodi basati su una trasformazione conforme 3D sono normalmente implementati nei moderni applicativi GIS e consentono, il più delle volte, di conseguire buoni livelli di accuratezza. Anche nei casi in cui si renda necessario pervenire a modelli ancora più performanti, quali i grigliati di scostamenti, la determinazione della trasformazione confome 3D al netto delle distorsioni rimane un passo obbligato, seppure intermedio, dell’intera procedura. In taluni casi, che riguardano aree di limitata estensione (come può essere un singolo territorio comunale) è possibile verificare che il modello conforme a sette parametri risulta già sufficiente per le precisioni richieste a scala nominale anche grande (ad esempio 1:2000). Un’applicazione di interesse generale riguarda la stima dei parametri di una siffatta trasformazione per la cartografia catastale, nei casi in cui sia reperibile un insieme di punti in doppie coordinate ben distribuiti su una determinata area di interesse. La procedura proposta è indubbiamente alla portata di un buon numero di operatori ed esperti GIS, in considerazione anche della disponibilità di applicativi Open Source adeguati allo scopo e di semplice utilizzo. Rimane ancora l’auspicio che a ciò possa seguire anche una concreta apertura dei dati geografici, tra cui quelli riguardanti la cartografia catastale, in modo da poter favorire lo sviluppo di nuove applicazioni dedicate ed il superamento dell’attuale momento di crisi, economica ma anche culturale.
Abstract Parole chiave GIS; conversione coordinate; trasformazione 3D; Bursa-Wolf; WGS84
Bibliografia Deakin R.E. (2006). A note on the Bursa-Wolf and Molodensky-Badekas transformations - School of Mathematical & Geospatial Sciences RMIT University - http://user.gs.rmit.edu.au/rod/files/publications/Similarity%20 Transforms.pdf Trevisani M. (2003). Cenni sui Sistemi Informativi Territoriali con appunti di geodesia, topografia e cartografia - Università degli studi di Pisa – http:// www.di.unipi.it/~mogorov/Dispensa_Cartografia_Trevisani.pdf Clifford J. Mugnier, C.P., C.M.S. (2005) Grids and Datums – Italian Republic - PHOTOGRAMMETRIC ENGINEERING & REMOTE SENSING – August 2005, pagg. 889-890 . http://www.asprs.org/a/resources/grids/08-2005italy.pdf Timar G., Baiocchi V., Lelo K. (2011). Geodetic datums of the italian cadastral systems. - Geographia Technica, No. 1, 2011, pp. 82 to 90. http:// sas2.elte.hu/tg/patrick_it/08_gabor_timar_valerio_baiocchi_keti_lelo_ geodetic_datums_of_the_italian_cadastral_systems.pdf Camiciottoli F., Surace L. (2008). Trasformazioni planimetriche di coordinate in ambito catastale: il caso della Provincia di Arezzo. - Atti della 23a conferenza ASITA, -21-24 ottobre. 2008, L’Aquila. http://www.attiasita. it/Asita2008/Pdf/371.pdf Sferlazza E., Falciano A. (2009). Trasformazione della cartografia catastale mediante grigliati NTv2 - Atti della 13a conferenza ASITA, -1-4 dicembre. 2009, Bari - http://www.attiasita.it/Asita2009/Pdf/083.pdf
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The aim of this monograph is to explain a practical method to find the seven parameters of a conformal three-dimensional (3D) transformation, commonly used for coordinate conversion between different Datums, given the coordinates of a set of points expressed in both reference systems. This issue, in particular, deals with the Bursa-Wolf transformation’s parameters, also used in the operation methods supported by EPSG to perform datum transformation to WGS84, by means of “towgs84” values. The topic is illustrated through a practical example, having as subject the transformation used to convert coordinates related to a local cadastral reference system to the global datum WGS84. Open Source software ILWIS (Integrated Land and Water Information System) is used to perform the crucial phase relevant to estimate the Bursa-Wolf parameters.
Autore Ing. Ernesto Sferlazza
e.sferlazza@gmail.com
Responsabile gruppo SIT – Nodo provinciale di Agrigento del S.I.T.R. SICILIA
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FOCUS
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REPORTS
Scansione laser per il rilievo
di Grazia Tucci, Alessandro Conti, Lidia Fiorini
dei giardini storici
Il laser scanner consente nuove e più accurate indagini anche in un settore relativamente recente come quello della conservazione dei giardini storici e delle loro architetture
N
egli ultimi anni, il laboratorio GeCO (Geomatica per la Conservazione e Comunicazione dei Beni Culturali) dell’Ateneo fiorentino ha intrapreso una collaborazione con la Provincia di Firenze per il rilievo di alcune emergenze architettoniche superstiti nel Parco Mediceo di Pratolino. In alcuni casi i rilievi sono stati eseguiti per le per le finalità proprie di un laboratorio universitario (didattiche e di ricerca) – ad esempio il rilievo della Cappella, della Paggeria e della grotta di Cupido- (Tucci et al 2010, Conti et al. 2010), in altri l’Amministrazione ha richiesto una documentazione metrica di manufatti (come la fontana di Giove, Tucci et al. 2011) che ne erano ancora privi o come supporto a nuovi interventi conservativi, come nel caso del Gigante dell’Appennino del Giambologna (Tucci et al. 2012). Questa nuova campagna di rilievi integra ed aggiorna quella compiuta negli anni Ottanta e che ha costituito un termine di riferimento imprescindibile. Quegli studi univano, tra l’altro, le caratteristiche sia di essere le prime ricerche moderne su Pratolino, rese possibili finalmente dalla accessibilità del parco appena acquistato dalla Provincia, sia di essere stati eseguiti proprio da alcuni dei protagonisti del dibattito sul restauro dei giardini successivo alla Carta di Firenze del 1981.
Fig. 1 - Modello di superficie della Fontana di Giove.
Il restauro dei giardini Ripercorrendo per sommi capi la nota vicenda, si ricorda come in occasione del VI Colloquio ICOMOS-IFLA sulla “Conservazione e valorizzazione dei piccoli giardini storici”, il Comité International des Jardins et Sites Historiques Icomos-Ifla, riunitosi a Firenze il 21 maggio 1981, tentò di colmare una lacuna delle precedenti Carte elaborando la “Carta per la salvaguardia dei giardini storici”. Gli esperti italiani non sottoscrissero il documento ritenendo sottovalutata la centralità della conservazione materica dei giardini, ammettendone anzi il ripristino, sia pure a particolari condizioni. Predisposero quindi un altro documento, la “Carta italiana dei giardini storici” del 12 settembre 1981, a cui seguì una fase di studi ed esperienze che impegnò negli anni successivi i principali specialisti italiani del restauro (Cazzato 1989 riporta una significativa antologia di tale dibattito). Ovviamente la possibilità, in diversi casi, di confrontare i nuovi risultati con rilievi relativamente recenti ed eseguiti da studiosi contemporaneamente impegnati nella elaborazione teorica e nella sperimentazione concreta, ha consentito di verificare come si sono evoluti, in pochi decenni, i luoghi e ancor più i modi della misura e della rappresentazione e persino ciò che si auspica di
Fig. 2 - Sezione della Grotta di Cupido nel contesto della vegetazione del parco.
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REPORTS
Fig. 3 - Vista della nuvola di punti del Gigante dell’Appennino del Giambologna che mostra in la sezione degli spazi interni disposti di tre piani.
ottenere da un rilievo, anche quella committenza spesso disattenta ai temi del rilievo. Gli stessi autori di quegli studi per più aspetti pioneristici hanno mostrato, a volte, un certo disagio per non riuscire a rappresentare quelle stesse fabbriche -così tipiche del giardino manierista- rispettando pienamente i criteri consolidati del rilievo architettonico. Visto come, ancora oggi, neppure le forme di rappresentazione del rilievo dell’architettura sono rigorosamente normate, è facile comprendere come ancor più libere fossero quelle dei giardini, in particolare quando l’argomento era ancora in via di sistematizzazione. Limitandoci alla bibliografia sul Parco di Pratolino, Chiara Conforti considerava, nel caso di manufatti privi di una geometria chiaramente riconoscibile, “evidente come l’esatta misurabilità del manufatto, intimamente correlata alla sua struttura geometrica, possa determinarsi solo con ambiguità. Procedendo per triangolazioni, quanto più ravvicinate possibile, si ottiene un modello geometrizzato confrontabile per approssimazione con l’originale, una sorta di analogo, che tende inevitabilmente ad evidenziare la matrice originaria e artificiosa dell’oggetto, anteriore al processo di naturalizzazione” (Conforti 1987).
Analogamente, Dezzi Bardeschi e Zangheri, commentando il rilievo del Gigante dell’Appennino eseguito con i metodi tradizionali della trilaterazione (Dezzi Bardeschi e Zangheri 1988), ammisero di non aver seguito i principi consueti del rilievo ma di essersi “accontentati” di un sistema definito “organico” che permetteva solamente “verifiche e raffronti” tra parti (se pure singolarmente definite in modo rigoroso). Anche se il contesto quasi completamente analogico in cui si trovavano non consentiva ancora una piena consapevolezza, in sostanza questi autori esprimono l’impossibilità di discretizzare, nella fase di rilievo come in quella della restituzione, le forme organiche, naturali o foggiate dall’uomo, presenti nei giardini. Una diversa consapevolezza critica, suffragata dalla disponibilità di tecnologie più avanzate e resa evidente dalla ricerca di nuove forme di rappresentazione, è espressa invece da Lamberto Ippolito nel suo prospetto dell’Appennino (Ippolito 1988), un rilievo che ha costituito una pietra miliare dell’uso della fotogrammetria nei beni culturali e di cui abbiamo potuto constatare ancora la qualità metrica oltre che estetica.
Fig. 4 - Sovrapposizione tra il nuovo rilievo eseguito con scanner laser e quello risalente agli anni Ottanta.
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REPORTS Questi esempi ci hanno condotto ad alcune riflessioni: 4 Ippolito fu in grado di rilevare solamente quel prospetto anche perché gli alberi intorno alla statua impedivano adeguati punti di presa. Quindi proprio nel giardino, il luogo che più di ogni altro esemplifica la polimatericità, la materia vegetale che lo caratterizza può divenire ostacolo alla conoscenza dei manufatti edilizi, mentre -all’opposto- le tecniche tradizionali di rilievo risultano inadeguate a rappresentarne le architetture vegetali. 4 Gli strumenti del rilievo tradizionale erano inadatti ad acquisire la memoria geometrica di superfici prive di immediati riferimenti visivi, come piani o spigoli, imponendo quindi forme di rappresentazione simbolica o pittorica, in grado di evocare la grana dei materiali anche senza definirne compiutamente la forma. Rilievo dei giardini e scansione laser L’uso del laser scanner consente oggi di superare queste difficoltà. Gli scanner 3D rilevano automaticamente e in modo indifferenziato lo spazio circostante lo strumento. Anche se le nuvole di punti costituiscono ugualmente una acquisizione discretizzata, la loro densità è incomparabilmente maggiore di quella ottenibile con qualsiasi tecnica tradizionale, tanto da poter ricostruire con accuratezza la continuità delle superfici. La mancanza di discriminazione tra l’oggetto principale del rilievo e il suo intorno, generalmente considerata un inconveniente che obbliga a un lungo intervento manuale di selezione e suddivisione gerarchica, nel caso del rilievo dei giardini consente di contestualizzare gli elementi architettonici nel loro ambiente. La registrazione della geometria dell’architettura vegetale, soggetta ad una variazione morfologica certo più rapida di quella degli edifici, permette di individuare le interazioni ed interferenze tra i diversi elementi del giardino. I dati 3D acquisiti con laser scanner danno origine a un database interrogabile in molti modi. Anche se le ricerche eseguite hanno privilegiato il rilievo degli elementi architettonici, è essenziale che questi siano inseriti in una rappresentazione del “verde”corretta anche dal punto di vista metrico.
Fig. 6 - Sezione degli spazi nella testa e nelle spalle della statua.
Il rilievo tradizionale della vegetazione si basava sulla registrazione di alcuni parametri, quali il diametro dei tronchi e la misura -più o meno accurata- di altezze e diametri di chiome con l’ausilio di clinometri e fettucce metriche, quindi la restituzione grafica oscillava necessariamente tra modi sintetico-simbolici e forme meramente figurative. Attualmente la possibilità di vedere reali morfologie, rapporti dimensionali ed interazioni consente nuovi studi e visualizzazioni inedite. Come già visto, il campionamento indiscriminato ad alta risoluzione eseguito dal laser scanner consente di rilevare con dettaglio costante anche geometrie molto complesse. Questa caratteristica, che risulta per certi versi un problema perché, nel caso di superfici piane, si ottengono dati ridondanti senza riconoscere tuttavia spigoli e discontinuità, è particolarmente efficace per rilevare le spugne delle grotte artificiali. Un altro limite del rilievo tradizionale è rappresentato dalla necessità di determinare gli elaborati finali ancor prima di eseguire le misurazioni, particolarmente nel caso di manufatti della complessità di quelli in esame. E’ ora invece possibile “fotografare” lo stato attuale ed estrarre a posteriori le rappresentazioni richieste, quindi il rilievo deve essere progettato per ottenere un modello il più possibile completo con il minor numero di acquisizioni.
L’Appennino del Giambologna Il nuovo rilievo dell’Appennino del Giambologna rappresenta, in questo senso, un caso paradigmatico dei vantaggi e delle difficoltà presentate da rilievi di questo tipo. Nonostante abbia grandi dimensioni (circa 12 x 14 metri x 15 di altezza), le sue superfici minutamente incrostate di conchiglie e concrezioni e fortemente degradate richiedono una descrizione dettagliata. Inoltre è stretto ai lati da una folta vegetazione, mentre la presenza del laghetto anteriore impone punti di presa o molto vicini o troppo distanziati. Gli spazi interni sono su tre livelli non comunicanti e sono raggiungibili da passaggi angusti. Poiché i laser scanner possono acquisire solamente superfici direttamente visibili dal punto di presa e che le zone d’ombra rimangono prive di dati, ciò rende impegnativa la completa acquisizione di superfici ricche di sottosquadri quali le incrostazioni che scendono come stalattiti nelle grotte artificiali o dalla barba dell’Appennino. Fig. 5 - Modello di superficie del Gigante dell’Appennino eseguito con MeshLab (ISTI-CNR).
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REPORTS definire a priori i piani di sezione sufficienti per descriverne gli spazi. Un modello di questo tipo, non ha solamente un'accuratezza metrica collaudabile ma consente anche visualizzazioni realistiche. La riproduzione dei valori cromatici delle superfici (eseguita includendo ad esempio i valori RGB dei punti acquisiti o mediante l’applicazione di texture fotografiche) accresce molto il potenziale comunicativo del modello, soprattutto nei confronti di operatori non specialisti o di un pubblico più ampio. ad esempio per applicazioni finalizzate alla Fig. 7 - Dettaglio del modello del drago di G. B. Foggini sul retro dell’Appennino. comunicazione interattiva. La mancanza di piani, spigoli o altre geometrie ricono- Infine, anche se la conoscenza di un bene così complesscibili non consente di verificare visivamente con imme- so non si esaurisce certamente nella descrizione geomediatezza disallineamenti ed errori grossolani, quindi per trica della superficie, queste possono costituire la base valutare i risultati è possibile solo fare affidamento su pa- tridimensionale per un database spaziale, a cui riferire i rametri di valutazione statistica dell’errore. risultati di altre indagini specialistiche, realizzando opOccorre quindi una metodologia più rigorosa per mini- portune mappe tematiche 3D. mizzare le possibilità di errore all’origine. Il primo strumento per superare queste difficoltà è la definizione di una rete topografica di inquadramento che raggiunga tutte le zone, per evitare deformazioni del modello complessivo. Allo stesso tempo occorre studiare attentamente i punti di vista che consentano di ottenere un modello completo, anche se questo comporta un numero di scansioni maggiore di quello sufficiente a descrivere architetture con una morfologia più semplice. Questo può comportare anche l’uso di apprestamenti, ad esempio, per rilevare la schiena e la testa dell’Appennino si è dovuto far uso di una piattaforma elevatrice. Un gran numero di scansioni produce d’altra parte una quantità di dati persino ridondante, per la cui gestione sono necessarie risorse hardware performanti. E’ evidente che anche le tecniche di visualizzazione devono essere studiate in modo da valorizzare adeguatamente la ricchezza dei dati raccolti. In questo caso un primo obiettivo consisteva nella realizzazione di elaborati 2D secondo gli stessi piani di proiezione definiti nel rilievo e nel progetto di restauro degli anni '80, in modo da istituire un confronto. La sovrapposizione tra le due serie di elaborati presenta differenze significative, mettendo definitivamente in evidenza come solo le nuove tecnologie consentano di rilevare un organismo così complesso con accuratezza metrica. Le potenzialità del rilievo 3D si esprimono però, ovviamente, nelle restituzioni tridimensionali. Solamente un modello di superficie con risoluzione elevata permette l’estrazione automatica di piante e sezioni secondo qualsiasi piano desiderato. Un modello di questo tipo risulta ancor più importante nel caso dell’Appennino e nelle grotte artificiali in genere perché la mancanza di punti di riferimento Fig. 8 - Vista del modello dell’Appennino che evidenzia la polimatericità rende difficile la valutazione degli spessori e la posiche caratterizza i manufatti del Parco di Pratolino. zione reciproca delle parti e, di conseguenza, anche
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Parole chiave GeCo; restauro giardini; Laser scanner; rilievo 3D
Bibliografia
....ma promettiamo che lavorino quando tu lavori.
Cazzato V. (1989) (cur.) Tutela dei giardini storici. Bilanci e prospettive. Roma: IPZS Conforti C. (1987) Il rilievo architettonico degli apparati del giardino: esempi di grotte. In Acidini, L.C., Magnani, L., Pozzana, M.C.(cur.) Arte delle grotte. Genova: SAGEP Conti A., Fiorini L., Nobile A., Tucci G. (2010) La Cappella e la Paggeria del Parco mediceo di Pratolino: un caso studio per il workshop del Corso di perfezionamento in Geomatica per la Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Firenze. In Atti della XIV Conferenza Nazionale ASITA, Brescia, 9-12 nov. 2010, http://www.attiasita.it/ASITA2010/Pdf/324. pdf (Retrieved: 02.01.2014) Dezzi Bardeschi M., Zangheri L. (1988) Note sui metodi di rilevamento e restituzione grafica dell’Appennino. In AA.VV. Risveglio di un Colosso, Firenze: Alinari, 75-77 Ippolito L. (1988) Il rilievo fotogrammetrico del Colosso dell’Appennino. In AA.VV. Risveglio di un Colosso, cit., 78-81 Tucci G. (1999) Note sul rilievo dei giardini. In Giusti M. A. (cur.), I tempi della natura. Restauro e restauri dei giardini storici. Firenze: EDIFIR, 39-46 ISBN 978-88-7970-084-9 Tucci G., Bonora V., Conti A., Fiorini L. & Nobile A. (2010) Il rilievo integrato: occasione di approfondimento ed aggiornamento professionale. Archeomatica 1 (3), 38-41 Tucci G., Conti A., Fiorini L. (2011) La fontana di Giove. Uno studio pilota per la conoscenza e conservazione delle fontane del parco di Pratolino. In Pretelli M., Ugolini A. (cur.), Le fontane storiche: eredità di un passato recente. Restauro, valorizzazione e gestione di un patrimonio complesso, Cesena 29-30 aprile 2011, Firenze: Alinea, 262-269 Tucci G., Conti A., Fiorini L. (2012) Geomatics for Knowledge and Conservation of Cultural Heritage: The Pratolino Park Case-Study, Proceedings of the 1st International Congress ICONARCH, "Architecture and Technology", November 15-17 2012, Konya: Selçuk University Department of Architecture & Selçuklu Municipality of Konya, 428-440
Abstract The 1981 ICOMOS-IFLA Florence Charter
and the subsequent
debates pointed out the problems of the conservation of historical gardens, including their survey.
However,
traditional survey
techniques proved to be unsuitable to represent properly the organic forms (both natural and built) of the historical gardens and, in particular, the
Mannerist
artificial grottoes encrusted
with rustic mosaics and sponge-like rocks.
The new laser scanner surveys of main remains of the Pratolino Park show how it’s possible accurately describe very complex artifacts too, as the giant Appennino statue. The new surveys show the relation between architectural and natural elements in a realistic way, helping knowledge, conservation and communication projects.
Autori Grazia Tucci grazia.tucci@unifi.it
Alessandro Conti arch.a.conti@gmail.com
www.geomax-positioning.it
Lidia Fiorini lidia.fiorini@tiscali.it
Laboratorio GeCO, DICEA,Università di Firenze
GEOMAX SRL Via G. Marconi 86/d - 60015 Falconara M.ma (AN) tel. 071.9173386 - fax 071.9165263 mail vendite@geomax-positioning.it 18 store.geomax-positioning.com/it
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MERCATO
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INGV comunica attraverso il GIS L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia utilizza da tempo il GIS come uno strumento fondamentale della gestione del rischio e degli eventi sismici. Da anni si avvale della tecnologia GIS di Esri in molti settori della sua attività: dalla gestione della sala operativa, alla ricezione dei dati in tempo reale, alla visualizzazione cartografica degli eventi. I vantaggi che ne derivano sono quelli di consentire agli utenti di dare tutta la loro concentrazione sui dati da mostrare evitando di perdere concentrazione per risolvere problemi della tecnologia in uso. Una recente novità nell’attività dell’INGV è la realizzazione di una gallery inArcGIS Online dedicata a Story Map sulla sismicità del nostro territorio. Queste Story Map diventano un potente mezzo di comunicazione sul rischio, e quindi di diffusione della consapevolezza dell’importanza di queste tematiche, come dimostra la Campagna “Terremoto Io non rischio”. Alcune di queste Story Map saranno presentate alla prossima 15a Conferenza Italiana Utenti Esri. Sul sito www.arcgis.com è possibile vedere la Gallery.
(Fonte: Esri Italia)
Retelit sceglie Fiber Optic Works per il sistema di gestione geospaziale della rete Retelit S.p.A., uno dei principali fornitori italiani di servizi dati e infrastrutture per il mercato delle telecomunicazioni, ha selezionato Intergraph G/ Technology Fiber Optic Works (FOW) per migliorare il proprio sistema di gestione geospaziale delle risorse (GRMS). La soluzione gestirà tutte le informazioni degli asset in fibra in un ambiente multi-utente distribuito che include la componente outside plant e il supporto alle attività di campo. Il portfolio integrato di Intergraph supporta la gestione degli asset, le attività in campo, la gestione della forza lavoro e la generazione di reportistica. Il sistema GRMS migliorerà le operazioni, garantirà un migliore servizio erogato ai clienti, ridurrà il rischio, migliorerà l'efficienza dei processi e ridurrà i costi organizzativi. "Siamo impressionati dalle capacità e dalle funzionalità dell'ambiente Fiber Optic Works," ha detto Vladimiro Rinaldi, direttore operations di Retelit S.p.A. "Usando FOW di Intergraph, Retelit migliorerà la pianificazione e la realizzazione della rete in fibra ottica; la soluzione verrà utilizzata sia per disegnare la rete che per configurare il sistema." Retelit implementerà anche G/Technology NetViewer di Intergraph, che combina l’accesso standard via Web al database con una “grafica intelligente" e con una varietà di strumenti per consentire lo sviluppo di applicazioni Web robuste. G/Technology NetViewer supporta la creazione di diversi profili di accesso che consentono a Retelit di abilitare sia il centro operativo di rete che le squadre in campo ad analizzare la rete. (Fonte: Intergraph)
smeSPIRE agevola il matching tra domanda ed offerta di lavoro nel settore della geomatica La rete smeSpire, finanziata nell'ambito del FP7 per tradurre le sfide tecnologiche legate all'attuazione della Direttiva INSPIRE in opportunità di business per le PMI ed i professionisti del settore ICT, ha raggiunto le 450 adesioni in tutta Europa da parte di soggetti pubblici e privati del settore geomatico, inclusi Università e Centri di ricerca. Tra le ultime funzionalità attivate si segnala la possibilità di partecipare ad un mercato virtuale del lavoro incentrato sulle nuove professionalità della geomatica inserendo: richieste di professionalità specifiche, sfruttata per lo più da aziende ed Enti pubblici offerte di professionalità specifiche, riservata ai singoli professionisti. Aderire alla rete è molto semplice: basta compilare il modulo on-line disponibile sul sito www.smespire.eu (Fonte: smeSPIRE)
GEOmedia n°6-2013
MERCATO
SuperGEO: novità per i software GIS, mobile e 3D La suite SuperGEO raccoglie una serie di prodotti nel settore delle soluzioni GIS con strumenti di sviluppo per la parte server e mobile, prodotti per il rilievo sul campo, soluzioni per il geoprocessing avanzato, strumenti per l'elaborazione in 3D. Helix distributore italiano dei prodotti SuperGEO presenta le ultime novità. SuperGIS Desktop 3.2 Rilasciata la versione 3.2 di SuperGIS Desktop caratterizzata dal potenziamento di alcune funzioni e performance nonché dalla messa a disposizione dell'utente di una nuova serie di funzioni e strumenti per la gestione e l'analisi dei dati spaziali. SuperGIS Desktop 3.2 è il desktop GIS dei prodotti GIS SuperGeo; integra una serie completa di strumenti GIS e offre agli utenti una piattaforma professionale per eseguire l'analisi, la visualizzazione dati, l'editing, la gestione e l'interrogazione di dati spaziali e geoprocessing. SuperSurv per iOS SuperSurv è un'applicazione GIS progettata per il rilievo sul campo con dispositivi mobile quali Tablet e Smartphone su piattaforma Android e ora anche per iOS. SuperSurv è integrato con il GPS e consente ai rilevatori e ai topografi di raccogliere dati geografici con facilità. Supporta i formati vettoriali (GEO e SHP) consentendo agli utenti di caricare e utilizzare una mappa cartografica di sfondo memorizzata a livello di cache (SGT file) locale o collegarsi via internet agli web services pubblicati da SuperGIS Server. Nell'APP Store sono disponibili la versione base gratuita e la versione PRO a pagamento con numerose funzionalità. La versione PRO, oltre che tramite iTunes, può essere acquistata anche presso Helix. SuperGIS 3D Earth Server 3.2 Helix è felice di annunciare l'uscita di SuperGIS 3D Earth Server 3.2 in versione Beta mentre la versione completa sarà disponibile entro la fine di marzo. SuperGIS 3D Earth Server è il software GIS progettato per sovrapporre ai modelli digitali del terreno edifici ed altri dati GIS al fine di pubblicare e visualizzare i dati spaziali in un ambiente 3D. Caratteristiche principali di SuperGIS 3D Earth Server 3.2: 1. Pubblicare e condividere dati GIS come servizio web attraverso la tecnologia Cloud. 2. Predisporre la mappa per una visualizzazione 3D. 3. Gestire a livello centrale, tramite GeoDB, i dati GIS. 4. Interagire con i dati GIS nello spazio 3D attraverso varie applicazioni, tra cui browser web. 5. Affrontare e risolvere i problemi spaziali in un contesto 3D. Sono disponibili versioni dimostrative in download. (Fonte: Helix)
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MERCATO ConveRgo: il software gratuito ufficiale per la trasformazione di coordinate geografiche Grazie a un progetto delle Regioni (CISIS–CPSG), è disponibile il software ConveRgo (Conversioni di coordinate per le Regioni) diffuso a titolo gratuito a livello nazionale. ConveRgo, opera la trasformazione delle coordinate nel nuovo Sistema di Riferimento Geodetico Definito con il DECRETO del 10 novembre 2011 "Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale". Il CISIS-CPSG mette a disposizione di tutti gli utenti il Programma ConveRgo (realizzato dall'Ing. V. Cima) per eseguire trasformazioni di coordinate fra i vari sistemi di riferimento in cui sono espressi i dati geografici delle Amministrazioni regionali (ROMA40, ED50, ETRS89 nelle due realizzazioni ETRF89 e ETRF2000), considerando anche i rispettivi sistemi cartografici (Gauss-Boaga, UTM-ED50, UTM-ETRF89 e UTMETRF2000). Viene considerata anche la componente altimetrica, per le conversioni fra quote ellissoidiche e geoidiche. In base all'Accordo quadro di collaborazione stipulato tra CISIS e IGM (Istituto Geografico Militare) l'Istituto ha messo ha disposizione i "Grigliati" necessari per una maggiore accuratezza nell'esercizio di trasformazione delle coordinate. Per l’esecuzione dei calcoli di trasformazione il programma utilizza i “grigliati” IGM, caricando i file GR o GK contenuti in una cartella indicata dall’utente. In assenza dei grigliati il programma è in grado di eseguire comunque le trasformazioni, utilizzando un modello di calcolo approssimato (accuratezza metrica). I grigliati sono resi disponibili alle Pubbliche Amministrazioni, mentre i privati devono rivolgersi a IGM. (Fonte: CISIS - CPSG)
Sul Geoportale Nazionale sono ora disponibili le ortofoto AGEA 2009-2012 Finalmente pubblicata la copertura nazionale più recente delle ortofoto AGEA, come dice il comunicato pubblicato sul Geoportale: "A seguito dell'accordo di programma tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA), il Geoportale Nazionale pubblica le ortofoto a risoluzione 50 cm/pixel, le date dei voli ed i relativi metadati; le ortofoto sono state realizzate da AGEA nell'arco temporale 2009-2012. I dataset relativi sono pubblicati come servizi sia nella versione OGC WMS che ESRI ArcGIS Server." Adesso aspettiamo la pubblicazione delle altre coperture che AGEA dal 1997 ha acquisito, prima in bianco/nero e poi a colori, varie volte sull'intero territorio italiano. Questo consentirà, insieme alle altre coperture di ortofoto già disponibili sul geoportale, di eseguire analisi diacroniche delle modificazioni del nostro territorio. Si attende inoltre che questi servizi di interoperabilità siano presto associati a licenze aperte come previsto dalla legge 221 del 2012. (Fonte: Geoportale Nazionale)
e-GEOS "apre" la piattaforma RealVista alla Pubblica Amministrazione e alle aziende e-GEOS, la società costituita da Telespazio e dall'Agenzia Spaziale Italiana, specializzata nei servizi di osservazione della Terra, rende da oggi di libera utilizzazione i dati della sua piattaforma RealVista 1.0. Enti pubblici e aziende potranno quindi usufruire di questa preziosa banca dati, costituita da immagini telerilevate dell'intero territorio italiano con una risoluzione di 50 centimetri. L'annuncio è stato dato a Roma nel corso della Conferenza OpenGeoData "Istruzioni per il RI-uso", il 27 febbraio 2014 alla presenza di 400 persone oltre i collegati in streaming. "L'obiettivo di e-GEOS – sottolinea l'Amministratore delegato Marcello Maranesi – è quello di stimolare tramite la disponibilità di questi dati la pubblica amministrazione e le imprese a un maggiore utilizzo di sevizi e applicazioni basate su dati di osservazione della Terra, con benefici anche per i cittadini." I dati RealVista potranno consentire lo sviluppo di servizi applicativi a valore aggiunto basati sull'impiego di dati territoriali fino a oggi costosi e difficilmente accessibili. (Fonte: www.realvista.it)
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GEOmedia n°6-2013
MERCATO Il nuovo radar MALA Ground Explorer GX La tecnologia Mala HDR (High Dynamic Range) è il risultato di uno sviluppo che rappresenta un enorme passo avanti per i prodotti e soluzioni GPR. Il nuovo Georadar MALA Ground Explorer GX, non è un semplice radar ad impulsi. Questa tecnologia consente di lavorare su una banda di frequenza allargata rispetto agli altri radar, con una definizione maggiore e una capacità di penetrazione superiore. I prodotti MALA costruiti con tecnologia HDR forniscono prestazioni e qualità di dati senza precedenti. Grazie alla larghezza di banda eccezionale e all'High dynamic range, Mala Ground Explorer e altri prodotti abilitati HDR potranno ottenere risultati di gran lunga migliori rispetto alle soluzioni convenzionali GPR. Nella maggior parte dei media, le soluzioni GPR abilitate HDR garantiscono una maggiore penetrazione di profondità senza compromettere la risoluzione di superficie. Gli utenti apprezzeranno l'elevato rapporto segnale-rumore (S/N) di definizione maggiore e una capacità di penetrazione superiore. Il low noise output a 32-bit, porta una chiarezza ai dati GPR mai vista prima. Mala Ground Explorer è l'ultima aggiunta ad una gamma versatile di soluzioni GPR. Ad oggi, è la prima soluzione GPR commerciale disponibile che integra i vantaggi di un campionamento moderno in tempo reale. La potente tecnologia Mala HDR offre all'utente versatilità e prestazioni senza pari. L'integrazione, facilità d'uso e configurazioni flessibili sono solo alcune delle caratteristiche della Mala Ground Explorer. A questo si aggiunge una qualità superiore dei dati, risoluzione e prestazioni migliori rispetto al GPR convenzionale. (Fonte: IND.A.G.O.)
Opengeodata L'Associazione OpenGeoData Italia ha pubblicato il nuovo rapporto sui dati geografici aperti. Per facilitare la ricerca di documenti e dataset geografici open sono state predisposte le seguenti sezioni: riferimenti legislativi, licenze d'uso per dati aperti, altri documenti utili (manuali, vademecum, guide, ecc.), l'elenco dei cataloghi di dati aperti, i dataset aperti dei privati, l'open by default, i siti che pubblicano i dataset geografici degli enti centrali, delle regioni, delle province, dei capoluoghi e delle agenzie regionali per la protezione ambientale, i dati sui servizi di trasporto pubblico. La licenza associata al rapporto è la CC-BY 3.0.In evidenza in questo nuovo rapporto gli enti pubblici centrali e locali che producono e gestiscono dati geografici che non li pubblicano secondo le regole dell'open data. Aggiunto un approfondimento sui dati del trasporto pubblico locale messi a disposizione da alcuni enti locali come i comuni di Milano e Roma. www.opengeodata.it
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REPORTS
L’iniziativa OpenDataNetwork, OpenData senza confini di Simone Giannecchini, Jurgen Assfalg, Chiara Lorenzini, Lorenzo Cipriani
Negli ultimi anni, il movimento Open Data ha avuto un impatto significativo sul mondo IT portando l'attenzione su un valore non sfruttato rappresentato dalla enorme quantità di dati tenuti nascosti dietro i cancelli delle infrastrutture esistenti, sia nelle amministrazioni pubbliche che nelle società private. Nel presente articolo si delineano le potenzialità del progetto OpenDataNetwork.
L’iniziativa Open Data Network Gli Open Data rappresentano davvero la chiave per dischiudere nuovi scenari? Alla luce dei modelli di business che si vanno diffondendo (es. motori di ricerca, social network, ecc.) si può senza ombra di dubbio affermare che i dati hanno delle potenzialità, attualmente in larga parte inespresse, per lo sviluppo della società – tant’è che non è fuori luogo parlare di patrimonio informativo. Il principale ostacolo alla valorizzazione di questo patrimonio – ed in particolare di quello delle pubbliche amministrazioni, che non hanno necessità di sottrarli alla pubblica disponibilità – sono la dispersione e la disomogeneità dei dati che lo compongono. Anche limitandosi al solo ambito della pubblica amministrazione tale patrimonio, seppur limitato rispetto alla moltitudine degli ambiti di cui si compone la società, raccoglie un varietà ed una quantità di dati utili a descrivere innumerevoli fenomeni e processi (es. dai trasporti al mondo del lavoro, dalla gestione del territorio alla cultura e al turismo, ecc.).
Fig. 1 - La homepage del portale Open Data Network.
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Poiché la costituzione di questo patrimonio è avvenuta per gradi, spesso in maniera non coordinata ed in anticipo rispetto ai vari processi di normazione e standardizzazione, i dati che lo costituiscono sono raramente e difficilmente integrabili, correlabili e sfruttabili su larga scala. Pertanto, a meno di significativi investimenti che la situazione contingente non consente, è solo facendo le cose, facendole sul campo, confrontandosi sui problemi e verificando i risultati che si realizzano le condizioni per una effettiva fruibilità degli open data: oltre che aperti, i dati devono essere utili e fruibili. Procedendo da questa convinzione le Province di Firenze, Prato e Pistoia e l’Autorità di Bacino del Fiume Arno, hanno dato vita al portale opendatanetwork.it: un hub che, raccogliendo automaticamente i dati dai repository degli enti aderenti ed abilitandone il mash-up (anche al volo, tramite gli strumenti interattivi del portale), offre a cittadini, professionisti, imprese ed enti un unico punto di accesso agli opendata. Il punto di forza del progetto non è lo strumento in sé (che comunque presenta interessanti caratteristiche in termini di funzionalità, scalabilità ed adottabilità), bensì la comunità di pratica che lo ha sviluppato e che intorno ad esso va crescendo e maturando. Gli obiettivi del progetto Le banche date potenzialmente pubblicabili che sono in possesso di una pubblica amministrazione sono mediamente numerose ma quasi sempre la qualità degli archivi è scarsa a causa di duplicazioni, sovrapposizioni, mancata standardizzazione e scarso aggiornamento. La disponibilità del dato e la sua fruizione è pertanto spesso difficoltosa; la mancanza di cataloghi con funzionalità di ricerca avanzata rende il lavoro ancora più arduo, non consentendo l’individuazione degli archivi pubblicati; difficilmente sono disponibili strumenti per la visualizzazione in anteprima degli archivi e per il loro scaricamento. La metadatazione inoltre è spesso insufficiente e non standardizzata e difficilmente include informazioni sulla genesi del dato non consentendo di valutarne qualità e attendibilità. Anche limitandosi ad ambiti teoricamente omogenei, quali ad esempio gli archivi relativi di Enti omologhi (es. Province, oppure Comuni, oppure Regioni) si osserva che, seppur simili nella sostanza, essi presentano una forte disomegeneità in termini di struttura e di formato. Quindi, quand’anche ogni Ente procedesse alla pubblicazione di
GEOmedia n°6-2013
REPORTS tutti gli archivi di propria competenza, difficilmente questi potrebbero essere utilizzati da chi volesse realizzare applicazioni e/o servizi su scala regionale, nazionale o addirittura europea. In tempi più recenti, la diffusione del paradigma degli open data ha aggiunto un ulteriore elemento di confusione, e cioè la licenza d’uso con la quale il dato viene messo a disposizione - in pratica ogni Ente è libero di sceglierne una, così rendendo il panorama ancora più disomogeneo. Ravvisata la necessità di affrontare in maniera organica e sistematica il fenomeno degli open data, le Province di Firenze, Prato e Pistoia e l’Autorità di Bacino del Fiume Arno hanno avviato il progetto Open Data Network con l’obiettivo di fornire una risposta ai problemi sopra elencati mediante la realizzazione di una Infrastruttura di Dati Territoriali d’Area Metropolitana di tipo federato. L’infrastruttura, modulare e scalabile, comprende una serie di repository alimentati e gestiti autonomamente dagli Enti partecipanti alla federazione ed un unico portale per la ricerca e l’accesso ai dati da parte dell’utenza. In sintesi, i principi cardine alla base del progetto sono stati i seguenti: • Favorire l’accesso ed il riuso dei dati da parte dell’utenza. La struttura “federata” del portale opendatanetwork. it prevede che ogni Ente federato pubblichi gli archivi di competenza su un proprio nodo della rete che, grazie all’adozione di standard condivisi per la pubblicazione di dati e metadati sui singoli nodi periferici, sono resi disponibili su un hub centrale attraverso gli strumenti di ricerca, visualizzazione in anteprima e scaricamento del portale; il catalogo del portale, residente sull’hub centrale, viene aggiornato automaticamente con strumenti di harvesting, che raccolgono le informazioni relative agli archivi pubblicati sui singoli nodi e li rendono disponibili all’utenza sul portale. Con la realizzazione di un unico punto di accesso si è inteso favorire da un lato la visibilità - e quindi la probabilità di riuso - dei dati e dall’altro la realizzazione di sinergie per quanto attiene allo sviluppo e alla manutenzione degli strumenti di ricerca, consultazione, visualizzazione e prima analisi dei dati. • Architettura distribuita e scalabilità del sistema. La necessità di garantire ai singoli Enti la massima autonomia nella costituzione, manutenzione e catalogazione delle banche dati ha indirizzato le scelte verso un’architettura distribuita aperta, in maniera tale da consentire a qualsiasi ente di “federarsi” in maniera semplice, minimizzando gli interventi sulle proprie banche dati e massimizzando i benefici della condivisione degli strumenti per l’accesso da parte dell’utenza. La consapevolezza di realizzare un’infrastruttura di area vasta su cui potessero pubblicare i dati tutti i soggetti - enti, ma anche imprese, associazioni, ecc. - del territorio interessato ha subito evidenziato che la scalabilità del sistema è una caratteristica fondamentale per la riuscita del progetto. Vale la pena evidenziare che la scalabilità è stata intesa in senso lato, ovvero come l’insieme delle caratteristiche atte a favorire l’adesione da parte di un gran numero di enti: in questo senso, quindi, oltre alla modularità dell’architettura ed alla capacità di supportare un numero crescente di enti da un lato e di utenti dall’altro, si è posta una particolare attenzione anche ai costi d’impianto e di gestione, ricorrendo a software open source (quindi liberamente riusabili) e ipotizzando anche installazioni per più Enti presso un centro servizi territoriale (in applicazione del principio sussidiarietà verticale). • Condivisione di linee guida e buone pratiche. La limivisita il sito www.rivistageomedia.it
tatezza delle risorse ed i tempi tipici della società della conoscenza e dell’informazione non sono compatibili con un approccio in cui ciascuno reinventa la ruota: i processi possono convergere se i soggetti coinvolti nei diversi processi condividono le specifiche per la rappresentazione e l’interpretazione dei dati così come le buone pratiche per ottenere più rapidamente risultati spendibili. La realizzazione dell’infrastruttura e del portale vanno quindi intesi anche come il pretesto - o meglio, l’opportunità - per la formazione di una community che, favorendo il confronto costante fra persone che affrontano i medesimi problemi, è in grado di di individuare soluzioni - magari non perfette, ma sicuramente funzionali - per assicurare l’armonizzazione degli archivi, la loro integrazione e pubblicazione. In altre parole, la convinzione dei promotori del progetto è quella che attraverso la condivisione degli strumenti con i quali il patrimonio informativo viene messo a disposizione dell’utenza è più facile perseguire l’omogeneità dei dati, da un punto di vista sintattico e soprattutto semantico. L’infrastruttura tecnologica Ogni partner ad inizio del progetto era proprietario di una propria piattaforma tecnologica da tenere in considerazione per la creazione ed il deployment di un’infrastruttura che permettesse la gestione e divulgazione di dati alfanumerici e geospaziali in ottica e secondo i paradigmi Open Data. A questo si è aggiunto l’obiettivo di dispiegare un singolo punto di accesso (o anche Hub) per aggregare le informazioni messe a disposizione dagli enti partecipanti. Si è quindi installato presso ciascun partecipante un componente infrastrutturale realizzato con i migliori componenti di tipo Open Source che rispondessero alle richieste funzionali del caso (il dettaglio nel seguito), prevedendo sia il caso di integrazione con soluzioni preesistenti per la gestione dei dati sia l’impianto di una soluzione ex novo, con l’obiettivo diffuso di eliminare eventuali duplicazioni di componenti e di massimizzare il riuso di quelli esistenti (nonché di relativi investimenti in tempo e denaro) - ad esempio, nel caso in cui un ente disponga già di un Server Dati OGC, non si procede con l’installazione del prodotto previsto nell’architettura di riferimento ma piuttosto si procede con l’integrazione di quello pre-esistente. Si descrivono ora brevemente le funzionalità offerte ed i componenti infrastrutturali del singolo nodo della piattaforma, con riferimento alla Figura 2. Le funzionalità di consultazione offerte agli utenti esterni includono la possibilità di ricercare risorse, nonché visualizzare e scaricare i dati (sia alfanumerici che geografici). Le funzionalità di consultazione sono offerte tramite l’in-
Fig. 2 - Infrastruttura di un nodo partner.
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REPORTS terfaccia utente di CKAN, che permette la ricerca e la visualizzazione dei metadati, lo scaricamento dei dati e la visualizzazione d’anteprima. La visualizzazione dei dati geografici all’interno di CKAN è stata resa possibile dall’integrazione con il software Tolomeo. Le funzionalità di gestione includono la possibilità di inserire e modificare i dati ed i relativi metadati; per gestire diversi tipi di risorse sono previsti diversi applicativi: 4GeoNetwork per la gestione dei metadati geografici; 4GeoServer per la gestione dei dati geografici; 4CKAN per la gestione di dati e metadati non geografici.
La pubblicazione di metadati e dati geografici è disponibile anche attraverso interfacce programmatiche: è possibile effettuare ricerche e ottenere metadati attraverso il protocollo OGC CSW, gestito da GeoNetwork; la pubblicazione dei dati geografici è effettuata da GeoServer attraverso i protocolli OGC WMS, WFS e WCS. CKAN (http://ckan.org/) è una piattaforma open source per la pubblicazione di dati aperti che permette di catalogare i dataset e descriverli traverso una serie di metadati che da un lato aiutano gli utenti a navigare tra le informazioni e dall’altro favoriscono l’indicizzazione degli stessi dataset sui motori di ricerca. Il software è sviluppato in Python per quanto riguarda il backend e Javascript per il frontend; il motore di database è PostgreSQL e la ricerca è alimentata da SOLR. CKAN ha una architettura modulare che permette lo sviluppo di estensioni per fornire funzionalità aggiuntive. Il sistema di catalogazione utilizza il proprio modello interno per archiviare i metadati sui diversi record, e li presenta in una interfaccia web che permette agli utenti di selezionare e cercare tra i metadati. Nel progetto Open Data Network CKAN è stato adottato come frontend verso gli utenti esterni per la consultazione del catalogo e l’anteprima dei dati, è inoltre usato dall’amministratore del nodo locale per inserire dati (e metadati) non geografici. Sui singoli nodi CKAN importa i dati dal GeoNetwork locale, tramite harvesting CSW. L’istanza di CKAN sull’hub effettua l’harvesting sulle istanze CKAN di tutti i nodi partner. L’interfaccia utente di CKAN è stata completata integrando il software Tolomeo per consentire la visualizzazuibe di dati geografici da servizi WMS. Tolomeo (http://tolomeogis.comune.prato.it/) è un framework webgis Open Source sviluppato dal Comune di Prato, è stato integrato in CKAN in qualità di client per il mash-up delle mappe e assolve alla funzione frontend per la visualizzazione dei dati geografici forniti dai server WMS di backend indicati nei metadati. GeoNetwork (http://geonetwork-opensource.org/) è un progetto Open Source che fornisce i servizi di catalogazione e ricerca secondo specifiche OGC CSW, ISO 19115, ISO 19119 e ISO 19139. Nell’ambito del progetto è usato principalmente per la sua capacità di editor di metadati geografici e come servizio CSW per la consultazione remota di tali metadati. Notare che l’interfaccia CSW offerta da CKAN espone i soli dati geografici ottenuti tramite harvesting, e non anche i dati non geografici. E’ utilizzato quindi il solo CSW di GeoNetwork, mentre l’accesso diretto a GeoNetwork è previsto per soli scopi amministrativi nonché per l’inserimento e modifica di metadati geografici. I metadati editati in GeoNetwork sono caricati nell’instanza locale CKAN tramite harvesting CSW. L’istanza di GeoNetwork sull’hub effettua harvesting sulle istanze GeoNetwork di tutti i nodi federati. GeoNetwork può rispondere a interrogazioni CSW provenienti da applicazioni esterne. 26
Infine GeoServer (http://geoserver.org/) è un server Open Source rilasciato sotto licenza GPL per la gestione e la disseminazione di dati geospaziali secondo specifiche edite dall’Open Geospatial Consortium (OGC) e dall’ISO Technical Committe 211 (ISO TC 211), di conseguenza fornisce le funzionalità di base per creare Infrastrutture di Dati Territoriali, dette anche Spatial Data Infrastructure (SDI), basate su tali standard. GeoServer è stato sviluppato per acquisire, gestire ed esporre dati geospaziali sia vettoriali (feature nel gergo OGC) che raster (gridcoverage nel gergo OGC) ma anche per creare e pubblicare mappe georeferenziate ottenute giustapponendo versioni renderizzate dei dati menzionati in precedenza secondo specifiche regole di stile. È un componente di backend, per cui l’accesso diretto è consentito all’amministratore. I servizi di GeoServer sono richiamati dal frontend utente per la pubblicazione di dati geografici, visualizzati tramite Tolomeo. I servizi WMS saranno anche usati da client remoti per visualizzare i dati pubblicati.
Fig. 3 - Infrastruttura completa della OpenDataNetwork.
Si illustra adesso l’infrastruttura del nodo centrale (o Hub) facendo riferimento alla Figura 3. Il nodo centrale - l’hub - raccoglie tutti i metadati dei singoli nodi (tramite la funzionalità di harvesting) in modo da presentare agli utenti un punto di accesso unico dove poter effettuare ricerche su tutti i dati dei vari partner federati. Si noti che il visualizzatore di dati geografici usa come server di mappe i server WMS puntati dalle URL dei metadati relativi. Questo significa che, anche se i metadati sono trasferiti dai GeoNetwork federati all’hub centrale, le URL dei servizi WMS contenuti in tali metadati continueranno a puntare ai GeoServer originali situati presso i server di origine. Questo rende superflua l’installazione di un’istanza di GeoServer sull’hub ed assicura l’accesso al dato alla fonte (così riducendo, fra l’altro, il carico sui sistemi che ospitano l’hub). Dal diagramma si nota che l’istanza CKAN sul nodo hub effettua harvesting sulle istanze CKAN dei vari partner. Analogamente, l’istanza GeoNetwork sul nodo hub effettua harvesting sulle istanze GeoNetwork dei vari partner. Sebbene questa configurazione non sia ottimale dal punto di vista dell’uso di banda necessaria a trasferire i metadati geografici (che vengono in questo modo trasferiti due volte, sia fra i CKAN che i GeoNetwork), essa permette di evitare duplicazioni di metadati. Dal punto di vista sistemistico si evidenzia che, essendo l’hub in sola lettura (tutti i dati che risiedono sull’hub sono copie di dati raccolti tramite harvesting), più hub possono essere messi in parallelo per migliorare le prestazioni e/o la disponibilità del sistema. Dal punto di vista del servizio reso all’utenza, vale inoltre la pena esplicitare il fatto che un utente che acceda al CKAN sull’hub può consultare tutti i metadati, geografici e non, presenti su tutti i nodi federati; analogamente, un client GEOmedia n°6-2013
REPORTS esterno che interroghi tramite CSW l’istanza di GeoNetwork sull’hub potrà accedere a tutti i metadati geografici raccolti da tutti i nodi federati. Come accennato sopra, un metadato pubblicato su un nodo federato è di norma riferito al dato geografico pubblicato sull’istanza di GeoServer del medesimo nodo; quando questo metadato geografico viene copiato sul nodo hub, il link al dato geografico punta ancora alla fonte, ovvero al GeoServer del nodo di origine; conseguentemente, quando l’utente intende visualizzare in anteprima uno o più insiemi di dati tramite il componente di visualizzazione Tolomeo installato sull’hub, esso richiede i dati geografici ai nodi federati su cui sono stati originariamente pubblicati (Figura 4).
Per supportare in maniera efficace la catalogazione e la consultazione dei dati, è stata sfruttata la possibilità di configurare l’harvesting di CKAN in maniera tale da assegnare tag a tutti i metadati raccolti da un determinato nodo; sono cioè stati assegnati tag specifici per distinguere la provenienza (es. per metadati provenienti dalla Provincia di Firenze è stato applicato automaticamente il tag “provincia-firenze”). Inoltre, per identificare immediatamente il nodo di origine di una risorsa, sono stati previsti, fra gli extra, valori specifici per la chiave “nodo_origine_cerco” (Figura 5): 4“Provincia di Firenze” 4“Provincia di Prato” 4“Provincia di Pistoia” 4“Autorità di Bacino dell’Arno”
Con questi accorgimenti è possibile consultare agevolmente i metadati provenienti da un determinato nodo.
Fig. 4 - Elenco dei risultati di una ricerca sul portale: gli archivi trovati provengono da più nodi partner della federazione.
Prime valutazioni e prospettive future Dopo una prima fase di analisi di fattibilità, il progetto Open Data Network è entrato immediatamente nella fase di realizzazione, prevedendo lo sviluppo in parallelo di due filoni di attività: la realizzazione delle componenti software necessarie per il raggiungimento degli obiettivi fissati e la definizione dei criteri e delle procedure per la catalogazione dei dati. L’approccio iterativo adottato per lo sviluppo del software ed il confronto continuo tra gli sviluppatori e gli utilizzatori hanno consentito di verificare in corso d’opera la rispondenza del prodotto ai requisiti funzionali, così consentendo un avvio in produzione in tempi assai ristretti. La possibilità di tradurre immediatamente in pratica criteri e procedure per la catalogazione dei dati ha sicuramente favorito il processo di consolidamento dei requisiti, e quindi lo sviluppo di una piattafor-
Fig. 5 - Mash-up on-the-fly di archivi geografici su Tolomeo.
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REPORTS ma che, oltre a supportare la pubblicazione dei dati (e quindi la trasparenza delle amministrazioni), costituisce la necessaria premessa per nuove forme di erogazione di servizi a vantaggio di enti, professionisti, imprese e cittadini. Avendo anche verificato che, grazie alla condivisione degli strumenti e le esperienze maturate, nuovi soggetti possono concretamente aderire in tempi molto brevi, la prima fase può quindi dirsi conclusa con successo. I prossimi obiettivi riguardano principalmente la promozione della soluzione per incrementare la quota di patrimonio informativo pubblico liberamente accessibile ed il riuso dei dati aperti, anche e soprattutto quale strumento per lo sviluppo di applicazioni e servizi innovativi in grado di rilanciare la competitività del paese. Infatti, se nella prima fase attuativa la logica “federata” dell’infrastruttura di Open Data Network ha consentito da un lato la realizzazione di sinergie fra più enti e dall’altro la realizzazione di un unico punto di accesso alle diverse informazioni, il potenziale che potrà esprimere nel prossimo futuro è ancora maggiore: si pensi solo a quali possono essere le ricadute in termini di semplificazione per imprese e professionisti se tutti gli enti pubblicassero con la stessa metodologia (stessi formati e stessi protocolli) e con la stessa semantica (stessa interpretazione) il patrimonio informativo di cui dispongono, oppure si pensi a quali potrebbero essere da un lato i costi di sviluppo e dall’altro il bacino di utenza, e quindi il potenziale in termini di sviluppo economico, di un’app che deve confrontarsi con dataset che nella forma e nella sostanza variano da un Comune a quello accanto rispetto a quelli per un’app che può attingere a dati omogenei su scala regionale o nazionale. Tuttavia, perché la pratica degli Open Data non rimanga un esercizio sterile ed autoreferenziale, ma piuttosto si traduca rapidamente in uno strumento di sviluppo, è necessario superare l’approccio attualmente prevalente, in cui i dati sono pubblicati, ancora una volta, in base a criteri unilateriali. Invece, anche sulla scorta di esperienze maturate in altre realtà europee (quali, ad esempio, Zurigo ed Helsinki), pare improcrastinabile il ricorso a strumenti tanto informali quanto efficaci, quali community, sharing workshop, aperitalk, ecc., consenta di individuare i fabbisogni e quindi di verificare in che modo gli Open Data possono rispondervi - sì, affinché abbiano un senso, anche per i dati liberi è opportuno incrociare la domanda con l’offerta.
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Parole chiave Open Data; GeoPortal; GIS; GeoServer; GeoNetwork; CKAN; Tolomeo; Open Source
Abstract In the last few years, the Open Data movement has made a significant impact on the IT world by bringing the attention to an unexploited value represented by the tremendous amount of data that was kept hidden behind the gates of the existing infrastructures, both in public administrations and in private companies. This value can be declined in many ways depending on the perspective of the observer since unprecedented possibilities to correlate different sources of data to mine hidden trends and patterns, can all at a sudden provide innovative ways
to evaluate and monitor events and real life situation. After the initial period of the widespread adoption of the Open Data principles, we are now experimenting a situation where the amount of data available as
Open Data is becoming overwhelming as such the need for some kind of coordination effort between different Open Data infrastructures is needed in order to make the data easier to browse and to exploit. This is the goal of the Open Data Network initiative. The Open Data Network initiative aim at bringing together a certain number of Italian Public Administration with the goal of creating a standard infrastructure based on Open Source components suitable for the dissemination of data as Open Data. Moreover it aims at creating a network between each partner's node in order to ease the life of the end user as he will be allowed to access a central hub where all the information will be harvested, rather than having to deal with each single partner's infrastructure.
Autori Ing. Simone Giannecchini simone.giannecchini@geo-solutions.it
Fondatore, GeoSolutions SAS Via Carignoni 51, 55041 Camaiore (LU) Tel +390584962313 Fax +3905841660272 www.geo-solutions.it Ing. Jurgen Assfalg jurgen.assfalg@provincia.fi.it
Ing. Chiara Lorenzini chiara.lorenzini@provincia.fi.it
Servizio SIT e reti informative - Provincia di Firenze
http://www.provincia.fi.it
Ing. Lorenzo Cipriani lcipriani@provincia.prato.it
Servizio risorse Informatiche e SIT– Provincia di Prato
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Le imprese di cartografia aerofotogrammetrica in Italia di Attilio Selvini
Quando nacque la tecnica delle prese aerofotogrammetriche a scopo cartografico, cioè all’inizio degli anni Venti del Novecento, nei paesi europei ove la nuova disciplina si era diffusa (Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Gran Bretagna) sorsero imprese di rilevamento e rappresentazione cartografica private, accanto agli enti di stato ovviamente interessati alle nuove tecniche (catasto, istituti geografici nazionali o militari). Vogliamo qui ricordare le vicende del nostro paese, perché sono alquanto diverse da quelle sviluppatesi oltralpe.
D
ato che i due centri originari della aerofotogrammetria italiana furono Roma e Firenze, ove si trovavano i due ben noti pionieri Umberto Nistri ed Ermenegildo Santoni, fu proprio a Roma che sorse, accanto alla Ottico- Meccanica Italiana (O.M.I.), produttrice degli strumenti di presa e restituzione secondo il metodo Nistri, la prima azienda operativa del settore: la S.A.R.A. (1). A Firenze inizialmente fu solo l’Istituto Geografico Militare, IGM, a occuparsi degli esperimenti di aerofotogrammetria, richiamando in servizio Santoni, sotto la cui direzione vennero prodotti sia i primi strumenti che condotte le prime esperienze di rilevamento. (2). Nel giro di alcuni anni a Roma e in qualche altra città peninsulare sorsero altre imprese; a Roma la I.S.A e la I.R.A.P., a Firenze la E.I.R.A. (derivazione delle Officine Galileo, che si erano assicurata la consulenza di Santoni), a Parma lo Studio Carra & Olivieri, a Milano la I.R.T.A. (legata alla svizzera Wild di Heerbrugg); ne fanno fede le loro pubblicità sulla “Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE.” di quei tempi. (3). La situazione si stabilizzò, del resto come negli altri paesi europei sopra menzionati, sino agli anni Cinquanta, con la parentesi tragica della seconda guerra mondiale. In Italia, paese severamente provato dalle distruzioni belliche, proprio a partire da quegli anni, che videro l’inizio della incredibile ripresa economica detta addirittura “miracolo italiano”, incominciarono a sorgere altre minuscole o medie aziende di restituzione fotogrammetrica, quasi nessuna però in grado di eseguire le riprese aeree. Parecchie di queste aziende, alcune a struttura pressoché familiare, vennero formate da ex- dipendenti dell’IGM e successivamente di qualcuna delle storiche imprese più sopra ricordate. Erano infatti incominciate le richieste di carte a grande scala, da parte di Comuni e Provincie; per conto suo il catasto aveva iniziato il completamento della sua cartografia ormai con la tecnica fotogrammetrica, così felicemente sperimentata dalla stessa amministrazione nell’anteguerra. Ma fu solo un ventennio più avanti, con la nascita delle Regioni e il conseguente inizio della formazione della cartografia tecnica regionale, che le imprese si moltiplicarono. In modo del tutto difforme dal resto dei paesi europei, dove le aziende analoghe rimasero nell’ordine della decina ed anche meno; da noi a un certo punto si giunse invece al centinaio. Era sorta, per opera di uno dei figli di Umberto Nistri, il dottor Paolo Emilio, la “ANIAF”, Associazione Nazionale Imprese AeroFotogrammetriche”, con sede a Roma, la quale fra l’altro pubblicava un interessante periodico chiamato “ANIAFlash”. L’associazione cercava di coordinare l’attività delle affiliate, tentando anche di riordinare capitolati d’appalto e bandi di gara, lasciati nelle mani di più o meno sprovveduti funzionari locali, spesso digiuni di nozioni cartografiche e fotogrammetriche. Non solo: in breve la forte concorrenza soprattutto da parte di aziende minute e a conduzione familiare aveva portato a ribassi assurdi (che purtroppo sussistono ancora oggi!) dell’ordine delle decine percentuali: ribassi del tutto ignoti nel resto d’Europa. A ciò si opponeva ANIAF, cercando di ricondurre alla ragione imprese e committenti, il più delle volte però senza successo.
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Nel frattempo erano però sorte alcune aziende a forte carattere industriale, per esempio a Napoli, a Parma, a Firenze, a Brescia, munite di adatti vettori aerei e in grado di eseguire l’intera opera cartografica dal volo sino alla carta. L’avvio della restituzione analitica al posto di quella tradizionale analogica, mise in crisi molte delle aziende, soprattutto le minori, che non disponevano delle necessarie risorse per l’acquisto di nuovi strumenti. A titolo informativo e senza pretesa di completezza, si riporta in allegato l’elenco delle imprese di cartografia aerofotogrammetrica note sin verso la fine del millennio; alcune, anche di buona struttura come IRTA, EIRA, Studio Carra, ALISUD e altre ancora erano però nel frattempo già scomparse. L’ANIAF verso la fine degli anni Ottanta aveva mutato presidenza e sede, non solo: il numero degli aderenti era considerevolmente diminuito. Appena dopo il cambio del millennio era sorta un’altra associazione, nella quale erano confluite imprese provenienti dall’ANIAF; l’associazione si chiamò UNIGEO (4), anche in relazione al termine “Geomatica” che proprio allora si stava diffondendo (5). Un tentativo successivo di fusione fra le due (ormai piccole) associazioni portò alla nascita di “ANIAGEO”, sempre con modesto numero di associati. Ma vediamo di ampliare il discorso, per sottolineare la difformità fra la situazione italiana in questo ambito rispetto al resto del continente e soprattutto della Comunità Europea. In Italia vi sono pressappoco centomila geometri iscritti ai vari Collegi, e forse altrettanti non iscritti: tutti questi però si occupano non di topografia, fotogrammetria, cartografia bensì di ben altro. Da parecchio tempo infatti è nata la AGIT, Associazione Geometri Italiani Topografi, con evidente tautologia, visto che “geometra” e “topografo” sono sinonimi, od almeno dovrebbero esserlo. E lo sono infatti negli altri paesi della comunità: in Francia i geometri (tutti di formazione universitaria) sono all’incirca tremila. In Germania gli ingegneri topografi (di altrettanta formazione) sono circa quattromilacinquecento (6); ma il sinonimo non vale evidentemente da noi, dato che l’AGIT associa ben meno di mille topografi; pochissimi gli ingegneri che si occupano di rilevamento e cartografia, anche per l’assenza tutta italiana di un corso specifico di formazione. Nel passato, per opera di alcuni valenti topografi, come i geometri Odoardo Fantini, Francesco Albani, Rinaldo Benvenuti era sorta a Firenze la ASIT, Associazione Italiana Topografi, che per diversi anni pubblicò una bella rivistina; vi aderirono anche alcuni ingegneri, ma il numero degli associati non superò mai quello di alcune centinaia. Del consiglio direttivo fecero parte fra gli altri lo scrivente e il professor Mariano Cunietti. Nel nostro paese oggi si occupano di cartografia in molti e purtroppo non adeguatamente preparati: si tratta in prevalenza non di topografi ma di informatici di varia formazione, che negli ultimi due decenni si sono inseriti negli uffici pubblici, soprattutto regionali, distorcendo la cartografia tradizionale nei mille modi per fare “sistemi informativi territoriali”. Il più delle volte sorvolando tranquillamente sulla correttezza metrica di quanto rappresentato e sulle tolleranze relative, per
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REPORTS dedicarsi alla farcitura di millanta condizioni aggiuntive al grafico: il dirigente di una delle imprese tuttora attive e di ottima struttura, mi raccontava recentemente che un ente dell’Italia settentrionale ha preteso di indicare sulla carta urbana redigenda, ovviamente di tipo digitale, anche i “sensi unici” prescritti per i veicoli a motore. Evidentemente se la viabilità, come sempre, cambia in una città nel giro anche di pochi mesi, che valore avranno quelle indicazioni originarie, e chi le aggiornerà? E intanto il catasto, anziché provvedersi di una nuova cartografia direttamente rilevata, che costerebbe al paese una somma tutto sommato accettabile in confronto alle spese sostenute per altre iniziative fallaci (7), si balocca ancora con gli “aggiornamenti” fatti dagli utenti, AEROFOTOGRAMMETRICA NISTRI SRL Via P. Togliatti 1666 00155 ROMA AERONIKE S.r.l. Via Calamattia, 10 09134 CAGLIARI AEROMAPPA SUD Via Gioacchino Di Marzo 55 – 90144 PALERMO AEROSISTEMI S.r.l. Viale Don Minzoni 110 95014 GIARRE (CT) AIR DATA s.r.l. Aeroporto Civile, via Sorio 89 35141 PADOVA ALISUD SpA Via Terzo bosco Catene 80055 Portici (NA) A.T.P. S.r.l. Via Pievaiola 166/F2 06132 S. SISTO (PG) BENEDETTI ITALO S.r.l. Via G. Donizzetti 41 50019 Sesto Fiorentino (FI) CANAVESI S.r.l Via Vittorio Emanuele 23 24121 BERGAMO CARTA AER RILIEVI S.r.l. Via Vasco De Gama, 25 50127 FIRENZE CAR.T.AER. S.r.l. Via Respighi 12 63023 FERMO (AP) CENTRO CARTOGRAFICO ITALIANO S.p.A. Via A. Kircker 7 00197 ROMA COMPAGNIA GENERALE RIPRESEAEREE S.p.A. Via Cremonese 35/a 43010 FONTANA (PR) COMPUCART Soc. Coop. a r.l. Via Monte Sabotino 15 09122 CAGLIARI CORIP srl Via Laurentina 185 00147 ROMA
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ovvero dai mille professionisti che redigono tipi di frazionamento assai spesso discutibili. Dimenticando che la carta sin dal Settecento nasce dal generale al particolare e non viceversa. Un Parlamento discutibile ha cancellato quarant’anni fa la Commissione Geodetica Italiana: e queste sono, fra le tante, le conseguenze sin troppo facilmente prevedibili. Un buon elenco di firme richiedenti la ricostituzione della scomparsa Commissione Geodetica, fra le quali quelle di professori universitari, di liberi professionisti, di studiosi di vaglia, di impresari del settore, di funzionari dello stato, elenco compilato alcuni anni fa, è rimasto al solito lettera morta. “Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno!”.
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Parole chiave
Abstract
Aerofotogrammetria; cartografia; Italia
When it was born the aerial photogrammetric technique for cartographic purposes, at the beginning of the twenties of the twentieth century, in European countries where the new discipline had spread (Italy, France, Germany, Switzerland, Austria, Great Britain) were built businesses of survey and cartographic representation, next to the state agencies obviously interested in new techniques (cadastre, national geographic institutes or military). We recall here the vicissitudes of our country, because they are quite different from those developed across the Alps.
Bibliografia 1) A. Selvini A mezzo secolo dalla scomparsa di Umberti Nistri. Geomedia, Roma, n° 1- 2012. 2) A. Selvini Appunti per una storia della topografia in Italia nel XX secolo. Maggioli ed. Rimini, 2013. 3) A. Selvini, C’era una volta l’industria ottico-meccanica italiana. Rivista dell’Agenzia del Territorio, Roma, n°3-2009. 4) A. Selvini La Geomatica, trent’anni dopo. Rivista dell’Agenzia del Territorio, Roma, n° 1 – 2008. 5) A. Selvini UNIGEO: una nuova associazione. Rivista dell’Agenzia Del Territorio, Roma, n° 3 – 2004. 6) C. Monti, A. Selvini Riflessioni su di un programma ministeriale. Geomedia Roma. n° 3 – 2012. 7) A. Selvini, La banca dei dati catastali:considerazioni sul rifacimento totale. Geomedia, Roma, n° 2 – 2011.
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Autore Attilio Selvini attilio.selvini@polimi.it Già presidente SIFET
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REPORTS
Il Geoportale del Comune di Magliano in Toscana il webGIS e la generazione automatica dei CDU di Leonardo Bartoli, Valerio Noti, Marta Tringali
I webGIS su tematiche urbanistiche hanno assunto negli ultimi anni un ruolo chiave nella modernizzazione di molte Pubbliche Amministrazioni italiane apportando notevoli cambiamenti nelle modalità operative di erogazione di servizi al cittadino e raggiungendo, pur con grande fatica, le amministrazioni locali di piccole dimensioni. In linea con questa importante fase di cambiamento tecnologico e culturale il Comune di Magliano in Toscana (GR) ha promosso lo sviluppo di una piattaforma cartografica dotata di importanti servizi per cittadini e professionisti, tra i quali la generazione automatizzata dei Certificati di Destinazione Urbanistica.
I
webGIS su tematiche urbanistiche hanno assunto negli ultimi anni un ruolo chiave nella modernizzazione di molte Pubbliche Amministrazioni italiane apportando notevoli cambiamenti nelle modalità operative di erogazione di servizi al cittadino e raggiungendo, pur con grande fatica, le amministrazioni locali di piccole dimensioni. I benefici apportati da questi strumenti sono ormai riconosciuti da parte di tutti i soggetti coinvolti, dall’ente erogatore fino all’utente finale. I webGIS urbanistici svolgono infatti un’importante funzione di coinvolgimento di cittadini, professionisti ed imprese garantendo accessibilità al dato geografico, trasparenza e rafforzamento della comunicazione istituzionale. È inoltre fondamentale mettere in evidenza il sempre più frequente utilizzo di questo tipo di applicazioni da parte degli uffici interni spesso impossibilitati per carenze di organico a seguire percorsi formativi su software GIS desktop che, pur migliorati nelle interfacce, sono ancora orientati ad un’utenza strettamente tecnica. In linea con questa importante fase di cambiamento tecnologico e culturale il Comune di Magliano in Toscana (GR) ha promosso lo sviluppo di una piattaforma cartografica dotata di importanti servizi per il cittadino. La componente principale del GeoPortale comunale è rappresentata dall’interfaccia geografica che permette di consultare ed interrogare in rete gli strumenti di pianificazione (Regolamento Urbanistico, Piano Strutturale) e molti strati tematici che riguardano l’intero territorio comunale, oltre alla base cartografica tecnica e catastale. Questo archivio di notevoli dimensioni, derivante da circa 15 anni di studi sul territorio e per il quale si è resa necessaria un’importante attività di elaborazione e normalizzazione, rappresenta di fatto il patrimonio geografico della comunità e fornisce la base per molti servizi che l’amministrazione può erogare. Collegata all’interfaccia geografica è stata inoltre sviluppata un’applicazione che consente di generare automaticamente i Certificati di Destinazione Urbanistica (CDU) agli utenti abilitati. Questo strumento restituisce in tempo reale un documento elettronico stampabile fondamentale per ridurre i tempi di evasione delle pratiche da parte degli uffici. Il Geoportale ha come obiettivo principale quello di offrire un servizio innovativo rivolto a gruppi eterogenei di utenti
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(tecnici comunali, cittadini, liberi professionisti, enti) garantendo quindi un alto grado di accessibilità senza esigere particolari conoscenze informatiche. Questi presupposti favoriscono la trasparenza e la semplificazione nei rapporti del cittadino con la Pubblica Amministrazione ed incrementano l’efficienza degli uffici. Piattaforma tecnologica e architettura del sistema Il progetto è stato realizzato in ogni sua fase con tecnologie totalmente Open Source. La componente webGIS è basata su MapServer 6, uno dei migliori motori disponibili di web mapping e web service per robustezza, affidabilità e performance. Per quanto riguarda l’interfaccia web, è stato utilizzato p.mapper, un framework distribuito con licenza GNU General Public License e aderente agli standard OGC (Open GeoSpatial Consortium). p.mapper è in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di MapServer attraverso un layout pulito, estremamente intuitivo e nello stesso tempo altamente funzionale. Questa piattaforma tecnologica, molto utilizzata dalla Pubblica Amministrazione italiana, è stata considerata adatta agli scopi del progetto per le ampie funzionalità e molteplici possibilità di personalizzazione dell’interfaccia, nonché per la semplicità d’utilizzo da parte di una vasta gamma di utenti. I servizi di database dell’applicazione webGIS sono gestiti da PostgreSQL, un database relazionale ad oggetti basato sul linguaggio SQL e conforme agli standard ANSI-SQL:2008, a cui è stato affiancato Postgis come estensione spaziale. La piattaforma gira su una macchina con sistema operativo Linux Ubuntu Server 10.04 LTS (Lucid Lynx) installata presso un server interno alla rete comunale. La macchina espone i servizi web attraverso il software Apache HTTP Server 2.2 (Apache Software Foundation). Per quanto riguarda gli strumenti di programmazione, sono stati utilizzati i linguaggi di scripting lato server PHP, Javascript e la tecnologia Ajax (Asynchronous JavaScript and XML). Il webGIS è consultabile attraverso qualsiasi browser web compatibile con gli standard W3C (World Wide Web Consortium): Mozilla Firefox7+, Google Chrome 10+, Microsoft Internet Explorer 7+, Safari 4+, ecc. Tutti i dati geografici sono stati elaborati e preparati per
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Fig. 1 - Interfaccia webGIS con delimitazione Zone Omogenee.
la pubblicazione utilizzando il software GIS Open Source gvSIG e l’estensione spaziale SEXTANTE, installati all’interno delle workstation dell’ufficio tecnico. Infrastruttura dei dati geografici e funzionalità Dal punto di vista dei contenuti le dimensioni dell’infrastruttura geografica sono da considerarsi anomale per un comune scarsamente popolato (3.753 abitanti) anche se con superficie abbastanza estesa (251 km2). Il webGIS (Fig.1) si basa infatti su una banca dati cartografica e alfanumerica composta da numerosi layers geografici (raster e vettoriali) e caratterizzata da elevata eterogeneità tematica. A questo proposito, vale la pena elencare alcuni numeri del Geoportale: 4108 strati informativi 4504 perimetrazioni di destinazioni urbanistiche 4674 schede di edificio 417.591 particelle catastali 42.045 numeri civici censiti È importante mettere in evidenza il notevole lavoro di preparazione informatica che ha riguardato i geodati inseriti nella piattaforma. Molti strati informativi derivano, infatti, da lavori realizzati da professionisti e ditte esterne nel corso degli ultimi 15 anni con criteri tecnici e logici estremamente eterogenei. Le attività di elaborazione sono consistite prevalentemente in conversione di formati dati (nella maggior parte dei casi da CAD a GIS), georeferenziazione, conversione di sistemi di coordinate, digitalizzazione da cartaceo. Una problematica particolarmente importante ha riguardato l’elaborazione degli elementi contenuti nei file CAD, spesso digitalizzati in modalità non GIS-Oriented con layers contenenti features di tipologia grafica diversa o, peggio, appartenenti a tematismi non coerenti. Come conseguenza dell’eterogeneità iniziale della banca dati, è stata inoltre necessaria l’implementazione di tecniche di normalizzazione delle strutture di database, realizzate di pari passo con attività di data entry tabellare automatizzata o manuale sulla base delle indicazioni fornite dagli uffici.
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Va considerato infine il progressivo e generale miglioramento della qualità dei dati geografici resi disponibili negli anni più recenti; testimonianza di una, seppur lenta, tendenza alla produzione di dati GIS o almeno GIS-oriented da parte dei professionisti. Grande importanza acquistano i dati riguardanti il Regolamento Urbanistico ed il Piano Strutturale prodotti nel corso degli anni dall’Amministrazione Comunale, grazie all’apporto di numerosi soggetti esterni. Gli strati informativi sono stati organizzati nei seguenti macrogruppi tematici: n Piano
Strutturale (art.9 L.R.T.n°1/2005): è lo strumento di pianificazione di competenza del Comune che definisce i principi e le grandi strategie di indirizzo territoriale, dettando prescrizioni per la successiva pianificazione operativa e di dettaglio. All’interno di questo macrogruppo sono stati inseriti numerosi strati informativi tra i quali la vincolistica, la cartografia geologica, geomorfologica ed idrogeologica, gli aspetti forestali, le pericolosità idrauliche, geologiche e sismiche, la classificazione acustica; n Regolamento Urbanistico (art.10 L.R.T.n°1/2005): è lo strumento fondamentale di governo del territorio che definisce nel dettaglio la disciplina dell’attività urbanistica, sia per quanto riguarda gli insediamenti esistenti che per le trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi. I livelli geografici elaborati ed inseriti nel Geoportale riguardano i principali centri urbani, il territorio aperto e le aree standard che definiscono gli spazi pubblici (aree per l’istruzione, attrezzature di interesse comune, verde attrezzato, parcheggi). Tra essi riveste particolare importanza quello della fattibilità degli interventi in base alla pericolosità idraulica e geomorfologica secondo la normativa vigente; n Censimento degli edifici: nella fase di attuazione del Regolamento Urbanistico l’amministrazione ha realizzato un censimento puntuale dell’edificato esistente sul territorio. All’interno del Geoportale è stato inserito uno strato informativo contenente l’ubicazione dei singoli edifici con la possibilità per l’utente di consultare la scheda di censimento in formato PDF;
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Fig. 2 - Scheda di sintesi degli edifici del centro urbano.
n Zone
Omogenee (DM 1444/68): questo fondamentale macrogruppo comprende i livelli corrispondenti alla zonizzazione urbanistica del territorio comunale in base a determinate funzioni e destinazioni, la perimetrazione delle UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari) e dei centri minori, i piani attuativi (strumenti urbanistici di dettaglio); n Toponomastica e Viabilità: contiene gli strati relativi all’anagrafe della viabilità e dei numeri civici di tutto il territorio comunale; n Base catastale aggiornata e georeferenziata relativa a particelle e fogli forniti dal Centro Regionale Servizi Catastali (GISCa) della Regione Toscana; n Cartografia Tecnica della Regione Toscana nelle scale 1:10.000 e 1:2.000. Il GeoPortale presenta numerose funzionalità tipiche dei sistemi di web mapping; gli utenti possono utilizzare i classici strumenti di navigazione, estrarre informazioni dalle features con query puntuali o areali su diversi livelli, esportare i risultati, eseguire ricerche sugli attributi del database, misurare in modo interattivo distanze e superfici. Per quanto riguarda le interrogazioni è possibile effettuare ricerche libere o parametrizzate per foglio e particella catastale, località, interventi urbanistici ed edifici (presenti in UTOE, centri minori e territorio aperto), zone di vincolo archeologico e paesaggistico. Cliccando sugli elementi di alcuni strati informativi gli utenti possono inoltre visualizzare schede di approfondimento che riguardano, ad esempio, le Norme Tecniche di Regolamento Urbanistico ed il censimento degli edifici con descrizione e fotografie di tutte le costruzioni censite nel territorio comunale (Fig.2). Un ulteriore servizio offerto dal Geoportale, molto importante per professionisti e cittadini, è la funzionalità di stampa di stralci cartografici in formato PDF con impostazione di scala, formato e orientazione della carta definiti dall’utente. La generazione automatica dei CDU Il Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) è un documento fondamentale previsto dall’art. 30 del DPR 380/2001 che certifica le prescrizioni di un’area secondo le norme vigenti del Regolamento Urbanistico e deve essere allegato a molti atti relativi a trasferimento e vendita di terreni.
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La tipica procedura di richiesta di un CDU prevede il recupero da parte del cittadino o del professionista dell’estratto di mappa catastale rilasciato dall’Ufficio del Territorio, in modo da consentire agli uffici comunali la corretta individuazione dell’area sugli elaborati del Regolamento Urbanistico. I CDU devono essere rilasciati da parte dell’amministrazione entro 30 giorni dalla richiesta e solitamente richiedono un’attività di confronto cartografico non banale da parte dei tecnici comunali. In molte amministrazioni si riscontra infatti l’assenza di una gestione GIS che permetta di sovrapporre cartografia catastale e zonizzazione di PRG. La motivazione principale è data spesso dalla mancanza del dato cartografico digitale e dalla disponibilità degli elaborati di piano e/o della cartografia catastale solamente su supporti cartacei o comunque non georeferenziati. Purtroppo dobbiamo notare come, anche in presenza di dati georeferenziati, si sviluppino spesso resistenze all’utilizzo di strumenti GIS nonostante la disponibilità di software Open Source gratuito ed ampiamente utilizzabile in produzione. Dal punto di vista tecnico è importante inoltre considerare il diverso sistema di proiezione della cartografia catastale (nativamente in Cassini-Soldner) e degli strumenti urbanistici (tipicamente georeferenziati nelle proiezioni UTM o GaussBoaga), che rende complicata la corretta sovrapposizione generando talvolta un disallineamento importante nella posizione degli elementi geografici. Per questi motivi l’emissione dei CDU risulta spesso un’operazione che comporta lunghi tempi di attesa per il cittadino occupando importanti risorse interne agli uffici comunali. Sulla base di queste premesse, è stata integrata all’interno del Geoportale un’applicazione che consente ad utenti abilitati la generazione automatica dei CDU attraverso una procedura guidata molto intuitiva. Tale procedura prevede l’inserimento dei numeri di foglio e particella oggetto della richiesta (è possibile generare CDU multi-particella) ed il successivo incrocio automatico con algoritmi GIS tra la base catastale e le zone di piano (Fig.3). Il risultato dell’operazione è la generazione immediata di un documento formattato stampabile contenente l’intestazione ed il logo del Comune, i dati del richiedente, i numeri di foglio e particella oggetto della richiesta, la vincolistica e le zone di regolamento urbanistico che insistono sulle particelle (Fig.4).
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Fig. 4 Modello di output del Certificato di Destinazione Urbanistica.
Questo strumento consente ai tecnici comunali di generare i certificati in maniera più rapida e precisa rispetto alle consuete procedure cartacee apportando evidenti benefici per il cittadino che può usufruire del servizio quasi in tempo reale. Infine, da non sottovalutare la facilità con cui è possibile produrre nel webGIS un documento cartografico, in formato PDF e con scala definita dall’utente, da allegare alla richiesta di certificato. Diviene quindi sostanzialmente non necessario il reperimento dell’estratto di mappa all’Ufficio del Territorio velocizzando notevolmente anche la procedura di raccolta della documentazione. Sviluppi futuri e conclusioni Il GeoPortale del Comune di Magliano in Toscana è stato progettato come strumento dinamico e con criteri di scalabilità in sintonia con le future scelte dell’amministrazione e con i nuovi dati che saranno resi disponibili. A breve recepirà infatti importanti aggiornamenti riguardanti l’implementazione di funzionalità aggiuntive e l’inserimento di strati informativi relativi a varianti urbanistiche, nuove basi catastali ed altri tematismi. In particolare, nei prossimi mesi, il servizio di redazione online dei CDU sarà aperto in via sperimentale a soggetti esterni dotati di credenziali di accesso. Questa apertura produrrà un ulteriore snellimento nelle procedure di generazione dei documenti pur rimanendo ovviamente sempre necessari la vidimazione ed il controllo da parte dei tecnici comunali. Il webGIS consente l’accesso ad informazioni geografiche semplici da consultare, interrogare ed analizzare, grazie ad un’interfaccia molto intuitiva ed altamente interattiva con funzionalità che ne consentono la gestione da parte dell’utente non esperto. La piattaforma così implementata costituisce un supporto per gli uffici dell’amministrazione che possono gestire con notevole precisione ed efficacia i dati relativi al proprio territorio, semplificando notevolmente la redazione di documenti o certificazioni. Parallelamente, rappresenta uno strumento utile per un’utenza più vasta e non tecnica alla quale viene data la possibilità di consultare, tramite internet, il patrimonio informativo dell’amministrazione, tradizionalmente disponibile solo presso gli uffici comunali. Queste caratteristiche portano notevoli benefici alleggerendo anche il lavoro di front-office con una sostanziale riduzione dei tempi di evasione delle richieste provenienti da cittadini, professionisti ed imprese. Il Geoportale si pone quindi alla base di uno sviluppo più partecipato ed efficace del territorio rappresentando il primo passo verso una concezione di amministrazione aperta alle esigenze del cittadino, non più semplice destinatario di un servizio ma anche protagonista attivo nella comunità in cui risiede.
Sitografia http://www.comune.magliano-in-toscana.gr.it/ http://www.regione.toscana.it/-/geoscopio http://www.regione.toscana.it/-/centro-regionale-servizi-catastali-giscahttp://mapserver.org/ http://www.pmapper.net/ http://www.opengeospatial.org/ http://postgis.refractions.net/ http://www.gvsig.org/web
Abstract In
recent years, web
GIS
on urban issues has played a key role in
modernizing many Italian Public Authorities. In line with these important technological changes, the municipality of
Magliano in Tos(GR) has developed a mapping platform (Geoportal) providing important services for citizens. The main application of Geoportal is the WebGIS interface which allows people to consult and search government resources (the Urban Structure Plan) and maps (Regional Technical Cartography and Cadastre) online. Linked to this geographical interface, an application has been developed that allows authorized users to create Town Planning Certificates (CDU) automatically. Through simple web screens with guided forms, users can print off a highly accurate document quickly, thereby improving the efficiency of council offices by reducing processing times. cana
Parole chiave SIT; Geoportale; webGIS; pianificazione urbanistica; Certificati di Destinazione Urbanistica; eGovernment
Autore Arch. Leonardo Bartoli urbanistica@comune.maglianointoscana.gr.it
Dirigente Urbanistica e Lavori Pubblici Comune di Magliano in Toscana Via XXIV Maggio, 9, 58051 Magliano In Toscana (GR) http://www.comune.magliano-in-toscana.gr.it/
Dott. Valerio Noti Dott.ssa Marta Tringali TerreLogiche info@terrelogiche.com
TerreLogiche Via G. Verdi, 3, 57021 Venturina Terme (LI) Fig. 3 - Incrocio automatico tra base catastale e zone di piano.
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http://www.terrelogiche.com/
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Leica Nova MS50 La prima MultiStation al Mondo di David Eugen Grimm
Leica Nova MS50 – La prima MultiStation al Mondo – include le avanzate funzionalità di una stazione totale, la precisione di un laser scanner 3D, immagini digitali e connettività GNSS. Leica Nova MS50 non solo combina le più recenti ed innovative tecnologie, ma integra anche i dati stessi; le immagini sono riferite alle misurazioni della stazione totale, le misurazioni della stazione totale sono integrate da nuvole di punti 3D, che acquisiscono l’informazione relativa al colore dalle immagini stesse. Tutti i dati appartengono allo stesso sistema di coordinate, referenziati a livello globale grazie al sistema GNSS o tramite la misura di punti noti.
L’
utente porta sempre con sé le diverse tecnologie utilizzabili in un rilievo: Leica Nova MS50 integra funzionalità di Scansione, Imaging e Misura TPS in un unico strumento. La fusione delle più recenti ed innovative tecnologie ed una intelligente combinazione dei dati risultanti sul campo, è ora possibile grazie all’introduzione della tecnologia mergeTEC, che integra le funzionalità tipiche della stazione totale, con la possibilità di effettuare scansioni laser 3D dettagliate e ad alta precisione, catturando immagini ad alta risoluzione. Le nuvole di punti acquisite con Leica Nova MS50 appartengono ad una stazione topografica. Pertanto le nuvole di punti sono già orientate sul campo. Le misure complementari e le immagini possono essere prese dalla stessa stazione. Codici ed attributi, aggiungono informazioni supplementari ai punti e facilitano la postelaborazione dei dati acquisiti. Leica Nova MS50 racchiude 90 anni di sviluppo continuo e di innovazione di Leica Geosystems per la realizzazione di tecnologie precise, affidabili e flessibili, ed è parte delle soluzioni Leica Nova, che comprendono:
4Eccezionali strumenti topografici, basati sulle più recenti tecnologie 4Flusso di dati integrato, flusso di lavoro semplice ed intuitivo 4Supporto per l’utente, accessibile a livello mondiale. Rapidità, versatilità e modularità, sono le parole chiave che descrivono i vantaggi di Leica Nova, una soluzione unica che copre l’intero processo, dall’ acquisizione e la visualizzazione dei dati, alla loro elaborazione e consegna. Funzionalità avanzate di una stazione totale Misure EDM (Electronic Distance Measurement) rapide ed a lungo raggio, combinate con un’elevata precisione angolare e la motorizzazione veloce, rendono Leica Nova MS50 lo strumento ideale per misure precise e dinamiche.
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Prestazioni di Misura Leica Nova MS50 offre una precisione angolare di 1” (conforme alla normativa ISO 17123-3). Questa precisione può essere ottenuta con il puntamento automatico, possibile grazie al Riconoscimento Automatico del Prisma (ATR), con il puntamento manuale o anche selezionando l'elemento dal display (Tap & Turn) grazie allo streaming video della fotocamera coassiale. La funzionalità PowerSearch supporta Leica Nova MS50 nel trovare, in modo rapido ed efficiente, i prismi. Il distanziometro laser (EDM) offre una precisione di 1 mm + 1.5 ppm sul prisma (Coperto, assenza di foschia, visibilità di circa 40 km, senza riverbero e conforme alla normativa ISO 17123-4) e 2 mm + 2 ppm per le misure senza prisma (Oggetto in ombra, cielo coperto, Kodak Gray Card (rifettente al 90%). L’EDM è basato sulla tecnologia wave form digitizing (WFD) di recente introduzione. Questa tecnologia permette la misura di distanze senza prisma fino a 2000 m e su di un singolo prisma fino ad almeno 10000 m. Inoltre, il nuovo EDM riduce significativamente il tempo di misura che viene ridotto di circa il 50% consentendo un notevole risparmio di tempo complessivo. Motorizzazione La motorizzazione, basata sulla tecnologia Piezo, permette movimenti precisi del cannocchiale con una velocità massima di 200 gon/s ed un’accelerazione massima di 400 gon/s. Inoltre, la motorizzazione silenziosa minimizza l’inquinamento acustico durante il funzionamento di Leica Nova MS50. La motorizzazione veloce e la funzionalità ATR consentono l’automazione del rilievo grazie alle prestazioni di tracciamento, blocco ed inseguimento del prisma. Design L’interfaccia seriale RS232 sulla parte fissa della MultiStation, insieme al Bluetooth e WLAN, assicurano il trasferimento veloce dei dati. La maniglia radio Bluetooth a lunga portata può essere collegata alla MultiStation e consente un campo d’azione in remoto fino a 1000 m.
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Fig. 2 Calcoli della superficie e del volume direttamente sul campo grazie alla scansione Laser 3D ed alle singole misure.
Il design di Leica Nova MS50 è stato sviluppato per la massima protezione contro le intemperie, permettendo il funzionamento anche in condizioni climatiche sfavorevoli. La MultiStation soddisfa lo standard IP65 (DIN EN 60529), assicurando protezione contro polvere e contro getti d’acqua a bassa pressione da qualsiasi direzione. Inoltre, la MultiStation è conforme agli standard MIL per pioggia battente, metodo 506.5-1 (MIL-STD-810G). Software on-board di Leica Nova MS50 Leica Nova MS50 utilizza il Software onboard SmartWorx Viva. Il software SmartWorx Viva, già noto per le stazioni totali Leica Geosystems, è intuitivo e facile da usare. SmartWorx Viva assicura la completa integrazione delle nuove tecnologie di misura come l’imaging e la scansione laser 3D, nel flusso di lavoro. Applicazioni software onboard dedicate (ad esempio per il tunneling, ferrovie e strade) estendono l’area di applicazione di Leica Nova MS50.
Fig. 3 - Video con definizione dell’area di scansione (metodo poligonale).
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Scansione laser 3D Una funzionalità unica di Leica Nova MS50 è la scansione laser 3D. Grazie al nuovo sistema EDM basato sulla tecnologia Wave Form Digitizing (WFD), alla veloce e precisa motorizzazione basata sulla tecnologia Piezo, al potente processore e all’esperienza nella scansione di Leica Geosystems, Leica Nova MS50 integra la funzionalità scansione laser 3D nel flusso di lavoro tradizionale di una stazione totale. Questo permette alle scansioni di essere sempre nel sistema corrente di coordinate della MultiStation. Basandosi sulla procedura di Setup (ad esempio il Set Orientamento, il Punto Indietro Noto, l’Intersezione) le nuvole di punti vengono orientate automaticamente in fase di misura. Il visualizzatore di scansione onboard permette all’utente di verificare e controllare la completezza delle nuvole di punti direttamente sul campo. In questo modo le ombre di scansione possono essere identificate e le parti mancanti possono essere misurate, evitando un’ipotetico ritorno sul campo. Le nuvole di punti possono essere combinate con misure singole. Superfici e volumi, ad esempio quelle di un cumulo di ghiaia (Figura 2), possono essere calcolati direttamente sul campo con l’applicazione Volume Rapido. Flusso di lavoro della Scansione La stretta integrazione della scansione con il regolare flusso di lavoro di una stazione totale, rende di semplice utilizzo la funzione scansione laser 3D della MultiStation anche per operatori senza esperienza. L’area di scansione può essere definita con precisione utilizzando il video per acquisire solo ciò che è necessario (vedi Figura 3). Questo aiuta l’utente ad ottimizzare la nuvola di punti sul campo riducendo il tempo di post-elaborazione. Modalità di scansione diverse consentono all’utente di ottenere il miglior dato possibile in funzione del tempo a disposizione e delle proprietà dell’oggetto (distanza e 37
REPORTS caratteristiche della superficie). La velocità massima di scansione di 1000 pts/s può essere utilizzata fino a 300m. Diminuendo la velocità di scansione ad 1 pt/s, si possono misurare distanze fino a 1000 m. Nuvole di punti Si riconosce l’alta qualità di scansione di Leica Nova MS50 anche dal basso valore del rumore (noise) (sotto 1 mm @ 50 m). Il rumore descrive la deviazione standard dei residui dei punti di scansione rispetto ad un piano della superficie modellata. A seconda della modalità di scansione, il rumore può anche essere ridotto. Per una qualità ancora maggiore della nuvola di punti, ci sono due filtri addizionali disponibili. Il filtro “punti deviati”, rimuove punti singoli che possono essere causati da riflessi indesiderati o oggetti che passano attraverso il raggio laser durante la scansione. Un filtro detto “pixel-misti” rimuove i punti di scansione che ottengono una distanza mista quando il raggio laser colpisce due superfici contemporaneamente. Le nuvole di punti di Leica Nova MS50 sono orientate automaticamente. Non vi è alcuna necessità di posizionare e scansionare target aggiuntivi. Le procedure tradizionali di setup di una stazione totale vengono utilizzate per l’orientamento dello strumento. Le scansioni vengono automaticamente orientate in funzione del setup corrente dello strumento. Inoltre i ppm atmosferici e geometrici sono applicati alla nuvola di punti in tempo reale durante la procedura di scansione.
Fig. 4 - Visualizzatore on-board, che mostra le nuvole di punti di 3 setup differenti, in colori diversi.
Visualizzazione dati Leica Nova MS50 offre un visualizzatore di scansione 3D che permette la visualizzazione in 3D delle nuvole di punti. Con lo zoom, la panoramica e la rotazione delle nuvole di punti, si può facilmente verificarne la completezza. Eseguendo il controllo di completezza direttamente sul campo, si può evitare di ritornare sul sito per una costosa seconda misurazione. Tre schemi di colorazione per le nuvole di punti migliorano la comprensione dei dati di scansione. La colorazione in funzione dell’intensità viene determinata in base all’intensità dei valori del raggio laser di ritorno e rappresenta la riflettività dell’oggetto scansionato rispetto all’angolo di incidenza. Una rappresentazione realistica della nuvola di punti si ottiene utilizzando i colori reali (RGB) presi dalle immagini digitali, mergeTEC assicura che le nuvo38
le di punti ed i dati immagine combacino perfettamente. Durante la scansione di un oggetto da differenti stazioni, la colorazione singola per ogni singola nuvola di punti, consente di rilevare sovrapposizioni o dati mancanti (vedere la Figura 4). Imaging L’Imaging è diventato un punto centrale nel processo di misurazione. Per questo la MultiStation è dotata di due fotocamere digitali da 5 Mpixel CMOS - la fotocamera panoramica e la fotocamera coassiale. La fotocamera panoramica si trova nella parte superiore del cannocchiale, mentre la fotocamera coassiale si trova in linea con l’asse ottico ed è caratterizzata dai 30 ingrandimenti del cannocchiale. Il video, che fornisce fino a 20 fotogrammi al secondo, può essere mostrato sul display dello strumento o sul controller. Entrambi i display hanno una risoluzione full VGA. La funzionalità autofocus aumenta l’efficienza di misurazione e riduce l’affaticamento degli occhi dell’operatore. Quando è in piedi davanti allo strumento, l’utente può scegliere se guardare il video o guardare nell’oculare. Quando si usa lo strumento in remoto, l’utente può sempre controllare la collimazione. Si può facilmente passare dalla visione tramite fotocamera panoramica a quella tramite fotocamera coassiale. L’Imaging di Leica Nova MS50 fornisce immagini accurate, rilievo videoassistito ed offre una documentazione con immagini ad alta risoluzione. L’Imaging migliora l’efficienza di misurazione, la qualità e la documentazione delle misure sul campo. Rilievo videoassistito Il rilievo videoassistito, supporta l’operatore con le funzionalità Tap&Turn, Tap&Measure e sovrapposizione dati 3D. Tap&Turn e Tap&Measure sono funzionalità semplici ed efficienti per misurare basandosi sul video. Lo strumento mira o misura direttamente il punto che viene premuto sul display. La possibilità di controllare direttamente lo strumento dal display rende il processo di misurazione veloce, più semplice e più comprensibile. Grazie alla sovrapposizione di dati 3D, l’utente può facilmente controllare i dati direttamente sul campo, aumentando la qualità della misura in termini di completezza. Il video della fotocamera panoramica aiuta l’utente a puntare approssimativamente sul bersaglio. Utilizzando il video della fotocamera coassiale, il bersaglio può essere collimato con accuratezza e misurato con una precisione angolare di 1 “(conforme alla norma ISO 17123-3). Per consentire tale precisione video, la fotocamera coassiale
Fig. 5 - Leica Infinity per processare singole misure e dati di scansione.
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REPORTS è posta lungo l’asse ottico di Leica Nova MS50. In questo modo si possono sfruttare appieno nel video, i 30 ingrandimenti del sistema ottico di alta qualità. Elementi ottici ad alta precisione, come il prisma interno, dirigono la luce in arrivo contemporaneamente sul sensore CMOS della fotocamera coassiale e sull’oculare per visualizzare la mira. Per poter collimare un punto possono essere utilizzati sia il puntamento tramite oculare sia il video delle fotocamere, garantendo un’ampia versatilità. Per massimizzare il comfort di lavoro, ridurre l’affaticamento degli occhi dell’utente o per abilitare la messa a fuoco da remoto, Leica Nova MS50 supporta la funzionalità di messa a fuoco automatica. La funzionalità di messa a fuoco automatica, può essere eseguita come singolo autofocus o come autofocus continuo, garantendo sempre
un’immagine nitida anche durante i movimenti del cannocchiale. L’autofocus fornisce un’immagine messa a fuoco contemporaneamente sul video e sull’oculare ottico. Documentazione Immagini Immagini ad alta risoluzione possono essere acquisite con entrambe le fotocamere e direttamente collegate e riferite alle misure. La possibilità di catturare immagini per ogni punto misurato, migliora la documentazione del lavoro sul campo. La funzionalità “Appunti sul Campo” consente di effettuare annotazioni direttamente sulle immagini per una migliore comprensione di ciò che è stato misurato. Avere una buona documentazione può evitare di tornare sul campo una seconda volta.
Fig. 6 - Sezione trasversale di Leica Nova MS50 MultiStation.
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REPORTS Le immagini ad alta risoluzione delle due fotocamere possono essere utilizzate per l’elaborazione fotogrammetrica. La risoluzione fotogrammetrica di 1 pixel della fotocamera coassiale corrisponde a 5 cc che si traduce in una risoluzione di 2 mm a 200 m. Connettività GNSS Il sensore GNSS è completamente integrato nel flusso di lavoro e nella struttura dei dati. Leica Nova MS50 permette la configurazione SmartStation e SmartPole con sensori GS15, GS14 e GS08plus, permettendo la georeferenziazione diretta senza la necessità di vedere i punti noti. Grazie alle tecnologie Leica Geosystems GNSS come SmartTrack e SmartCheck, la posizione può essere definita in modo rapido ed affidabile.
SmartPole aumentano la flessibilità di applicazione sul campo. Un’avanzata tecnologia di Imaging, che comprende una fotocamera panoramica ed una fotocamera coassiale ad ingrandimento di 30x, permette di ottenere immagini accurate del rilievo, dallo strumento o in remoto, ed una vasta documentazione fotografica. La scansione laser 3D è completamente integrata nel flusso di lavoro e può essere combinata con i dati del rilievo e le immagini. Le numerose funzionalità on-board consentono di ottenere risultati direttamente sul campo. Leica Nova MS50 offre una nuova dimensione nella tecnologia di misura che permette all’utente di prendere la decisione giusta – make the right decision - sul campo. Questo articolo è un adattamento del white paper 2013 “Leica Nova MS50” (www.leica-geosystems.it).
Flusso di dati Il trasferimento dei dati dal campo all’ufficio e viceversa, e l’elaborazione dei dati in ufficio, sono cruciali per il successo del progetto. Per questo Leica Nova mette a disposizione i seguenti software di elaborazione dati: 4Leica Infinity 4Leica MultiWorx 4Leica Cyclone 4Software di terze parti Leica Infinity - il nuovo software per ufficio di Leica Geosystems - supporta l’elaborazione di dati provenienti da Leica Nova MS50. La visualizzazione della mappa in 3D permette di gestire dati 3D comprese le nuvole di punti (vedi Figura 5). Leica Infinity permette la compensazione delle singole misure della MultiStation ed il conseguente aggiornamento delle nuvole di punti 3D. Le immagini della MultiStation sono collegate agli oggetti correlati e vengono visualizzate quando viene selezionato l’oggetto corrispondente. Questo aiuta l’utente a comprendere e gestire i dati. Leica Infinity supporta il formato di esportazione .pts e l’esportazione nel formato standard di scansione .e57. Leica MultiWorx è un plug-in di AutoCAD e Civil3D e consente ai topografi di lavorare con nuvole di punti 3D in ambiente CAD. Leica MultiWorx fornisce strumenti semplici e potenti per navigare nelle nuvole di punti ed elaborarne i risultati. Leica Cyclone - il potente software di elaborazione delle nuvole di punti di Leica Geosystems – permette l’importazione diretta dei dati da Leica Nova MS50. Gli utenti esperti di nuvole di punti possono combinare direttamente i dati della nuvola di punti della MultiStation con le nuvole di punti degli Scanner Leica HDS. Sintesi In un unico strumento, con le dimensioni e il peso di una stazione totale, Leica Nova MS50 combina le funzionalità della stazione totale, imaging digitale, connettività GNSS e la scansione laser 3D (vedi figura 6). Il flusso di lavoro ben organizzato assicura una prestazione completa durante tutte le fasi, dalla raccolta dei dati e la verifica, l’elaborazione, fino ai risultati finali. Il nuovo, veloce e preciso sistema di misura della distanza riduce il tempo di misurazione fino al 50% e aumenta la portata della misura. Grazie alla motorizzazione veloce, è possible ottenere un tracciamento dinamico veloce. Il sensore GNSS è completamente integrato nel flusso di lavoro e nella struttura dei dati permettendo la georeferenziazione diretta. Le configurazioni SmartStation e 40
Bibliografia DIN EN 60529 VDE 0470-1:2000-09. Degrees of protection provided by enclosures (IP Code), DIN Deutsches Institut für Normung e.V. und VDE Verband der Elektrotechnik Elektronik Infor-mationstechnik e.V., September, 2000 MIL-STD-810G. Environmental Engineering Considerations and Laboratory Tests, U.S. Department of Defense, Washington, DC. October 31, 2008, pp506.5-1 – 506.5-11.
Parole chiave Leica Nova MS50; stazione totale; imaging; GNSS; 3D laser scanner
Abstract In a single unit, with the size and weight of a total station, Leica Nova MS50 combines the functionali-ty of the total station, digital imaging, connectivity GNSS and 3D laser scanning. The wellorganized workflow ensures full performance in all phases , from data collection and verification, processing , up to the final results . The new, fast and accurate system to measure the distance reduces the measurement time of up to 50 % and increases the extent of the measure. Thanks to the engine fast, it is possible to obtain a dynamic tracking. The GNSS sensor is fully integrated into the workflow and data structure allowing the direct georeferencing . The setup SmartStation and SmartPole increase the flexibility of application in the field. An advanced imaging technology, which includes a panoramic camera and a camera coaxial with 30x magnification, allows for accurate image of the relief, the instrument or remotely, and an extensive photographic documentation. 3D laser scanning is fully integrated into the workflow and can be combined with survey data and images.
The numerous on-board functionality allow you to get
results in the field.
Leica Nova MS50 offers a new dimension in measurement technology which allows the user to make the right decision on the field.
Autore Dr. David Eugen Grimm Application Engineer presso Leica Geosystems
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REPORTS REPORTS
Il rilievo dei prati stabili come indicatore della qualità delle
di Andrea Negro
banche dati regionali
Dal rilievo sul campo al confronto con la realtà dei più
comuni e usati database regionali per individuarne criticità e punti di forza attraverso strumenti GIS. Prato stabile in comune di Montodine (CR).
I
l rilievo svolto si è focalizzato principalmente sui prati stabili, aree agricole che mantengono nel tempo questa caratteristica e destinazione d’uso, che consentono pertanto di valutare la qualità delle differenti banche dati prese in esame. L’attività di monitoraggio è stata svolta all’interno della Regione Lombardia, ente dotato di un’Infrastruttura per l’Informazione Territoriale (IIT) che attraverso il proprio geoportale consente l’accesso ai database vettoriali e raster finalizzati all’analisi delle differenti componenti territoriali e ambientali. L’importanza di tali banche dati è sottolineata dalla legge regionale n. 12 del 11 marzo 2005 che individua le norme per il governo del territorio lombardo e ha stabilito come supporto dell’attività di programmazione e pianificazione comunale il Sistema Informativo Territoriale (SIT), al fine di disporre di elementi conoscitivi del territorio: il SIT è composto da dati geografici condivisi tra gli enti e aggiornati. Il rilievo dei prati stabili è stato eseguito all’interno del perimetro Parco Adda Sud, area protetta che si sviluppa lungo il fiume Adda nel tratto compreso tra le province di Lodi e Cremona, territorio storicamente a uso prevalentemente agricolo che assicurava la presenza dei prati stabili e di un orientamento urbanistico volto a tutelare e valorizzare pratiche agricole di pregio naturalistico. Sono state esaminate le ban che dati regionali che assicuravano un quadro esaustivo del settore agricolo ovvero: 4DBT: Data Base Topografico della Provincia di Lodi (adottato ufficialmente in data 14 maggio 2013) 4DBT: Data Base Topografico della Provincia di Cremona (solo per i comuni di Pizzighettone e Crotta d’Adda) (in fase di completamento e adozione) 4Siarl 2012: elenco alfanumerico dello shape file delle particelle agricole digitalizzate e utilizzi del suolo delle
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stesse particelle dichiarati dai produttori agricoli 4Dusaf (Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e forestali) anno2007 – Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’ Agricoltura e alle Foreste – Regione Lombardia) 4Dusaf (Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e forestali) anno 2009 – Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’ Agricoltura e alle Foreste – Regione Lombardia) (La versione 2009 del Dusaf ricomprende solo le provincie di Cremona, Milano, Monza e Brianza, Brescia e Sondrio) La codifica dei prati stabili riscontrabile nelle banche dati non è omogenea ma è un dettaglio che non limita il loro raffronto: 4Prati, erbai in genere e le marcite - DBT Lodi e Cremona (Figura 1 -2) 4Prato polifita non avvicendato (prato stabile) - Siarl 2012 4La codifica del Dusaf prevede due tipologie di Prati permanenti distinti in due sottocategorie: n Prati
permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive n Prati permanenti con presenza di specie arboree ed arbustive sparse Le aree dei prati stabili individuati dalle banche dati sopracitate sono state elaborati con un software GIS che consente di estrapolare le informazioni necessarie e a sovrapporle con una cartografia di base convenzionale come la carta tecnica regionale ed evidenziarne la localizzazione (Figura 3). Il rilievo sul campo è stato svolto con l’ausilio di ricevitori GPS su cui erano stati caricati i perimetri vettoriali delle porzioni di territorio da verificare e stralci cartacei delle
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Fig. 1 - Mappatura dei prati stabile del DBT di Cremona all’interno del Parco Adda Sud.
CTR, su cui erano stati inseriti i poligoni dei prati stabili, per una loro rapida ed esaustiva consultazione durante gli spostamenti sul territorio e avere un’alternativa agli strumenti tecnologici in caso di una loro temporanea disfunzione (carenza di satelliti, esaurimento batterie, ecc.).
Fig. 2 - Mappatura dei prati stabile del DBT di Lodi all’interno del Parco Adda Sud.
L’attività è stata svolta dal luglio 2011 al dicembre 2013: il dato geografico di partenza, come già accennato, appartiene a una delle banche dati utilizzate ed è stato verificato con un rilievo sul campo, dove si registrava la posizione con un ricevitore GPS, in seguito con un software GIS il
Fig. 3 - Sovrapposizione della Carta Tecnica Regionale con il database Dusaf 2009 dei prati stabili.
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REPORTS dato grezzo era rielaborato e sovrapposto con la ctr, per verificarne la corretta localizzazione, e i dati di tutti gli altri Database per confrontare le differenti interpretazioni proposte (Figura 4).
Fig. 5 - Confronto tra aree verdi urbane e aree verdi codificate come prato stabile nel centro urbano di Lodi (sfondo CTR 1:10000 - Regione Lombardia).
Fig. 4 - Comparazione del dato rilevato con i dati dei Database regionali.
Le aree rilevate e analizzate sono 435 di cui 315 risultano aree agricole ad uso prato stabile; il riassunto del quadro che emerge dal rilievo è il seguente:
Fig. 6 - Confronto tra aree verdi urbane e aree verdi codificate come prato stabile nel centro urbano di Lodi (sfondo CTR 1:10000 - Regione Lombardia).
La combinazione DBT di Lodi e Dusaf 2009, relativo solo alla provincia di Cremona, risulta essere la più affidabile con 232 corrispondenze totali sulle 315 individuate, pari al 73%, inoltre solo una delle tre marcite segnalate dal rilievo risulta codificata e solo dal DBT di Lodi. Le altre 120 aree codificate come prati stabili nelle banche dati dal rilievo risultano essere prevalentemente aree coltivate e in dettaglio:
Abstract Trascurando il Dusaf2007, che come già dimostrato è stato migliorato con la versione successiva del 2009, e il Siarl, la cui affidabilità risulta scarsa (31 corrispondenze rilevate su 315 pari a circa il 10%), e concentrandosi sulle due banche dati che hanno evidenziato una maggiore corrispondenza in positivo col rilievo si può notare che il Dusaf 2009 si dimostra ancora attendibile dal momento che solo 13 aree non risultano essere un prato stabile mentre il DBT rileva carenze soprattutto nel classificare semplici aree verdi urbane e periurbane come “agricole ad uso prato stabile” (Figura 5-6).
From the survey in the field to the comparison with the reality of the most common and regional databases used to identify critical issues and strengths through
The
GIS tools.
survey conducted has focused primarily on permanent grass-
land, agricultural areas which maintain this characteristic in time and destination of use, which allows an assessment of the quality of different databases under consideration.
The
Lombardy Region, Spatial Information (IIT), which
monitoring activity was performed in the
entity with an Infrastructure for
through its geo-portal enables access to databases aimed at the analysis of vector and raster different spatial and environmental components.
Autori Parole chiave GIS; rilievo; database
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Andrea Negro andrea.negro@tin.it
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Sfida dentro il San Giusto di Fulvio Bernardini
IL PARK SAN GIUSTO È UN AMBIZIOSO PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI UN PARCHEGGIO SOTTERRANEO NEL CUORE DEL COLLE SAN GIUSTO, A TRIESTE, PENSATO PER SODDISFARE LE ESIGENZE DI MOBILITÀ SOSTENIBILE. IL RILIEVO ASSOCIATO AL PROGETTO HA POI RAPPRESENTATO UN IMPORTANTE BANCO DI PROVA PER L'AFFIDABILITÀ DEGLI STRUMENTI COINVOLTI.
L
a pianificazione della mobilità sostenibile è uno degli esercizi che di diritto è entrato nell’agenda delle municipalità europee. Ridurre l’inquinamento atmosferico e l’utilizzo delle automobili e garantire ai cittadini spostamenti più efficienti, limitare la congestione stradale e il degrado delle aree urbane; questi ed altri aspetti sono le linee guida sulle quali si stanno uniformando le principali città del vecchio continente. Trieste, citt italiana di poco più di 200.000 abitanti situata al confine nord orientale della penisola, rappresenta storicamente un ponte tra l’Europa occidentale e quella centro-meridionale. Il suo carattere mitteleuropeo fa sì che essa sia anche una delle città che meglio sta recependo le esigenze di mobilità sostenibile. Nel 2010 il Comune di Trieste ha intrapreso la realizzazione del Park San Giusto, un’avveniristica soluzione per il parcheggio delle autovetture: una volta completato, si tratterà del più grande parcheggio in caverna in Italia e del secondo in Europa; i posti auto saranno complessivamente 718 disposti su 5 livelli interrati sotto il Colle San Giusto, nel pieno centro storico di Trieste. 46
Il progetto Il Park San Giusto è una struttura dal volume complessivo di 100.000 metri cubi, costituita da due caverne/gallerie lunghe 120 metri, larghe circa 20 metri e profonde più di 15. Le due gallerie corrono parallelamente l’una rispetto all’altra e sono disposte su 5 livelli, quelli che saranno poi i piani del parcheggio interrato; l’ingresso alle gallerie è assicurato da due rampe a senso unico che permettono di accedere ai livelli di parcheggio. L’uscita pedonale è garantita da un ascensore che porta fino alla sommità del Colle. Il cantiere lavora ininterrottamente 24 ore su 24 e gli scavi, iniziati dopo un’attenta analisi geologica, vengono portati avanti senza l’ausilio di esplosivi. Il termine dei lavori di scavo è previsto per la primavera del 2014, mentre la conclusione degli impianti, delle finiture e la conseguente apertura del parcheggio è prevista per il 2015; i tempi sono lunghi, dal momento che gli operai e i mezzi impegnati nel cantiere si trovano a dover operare nel complicato contesto del centro cittadino. Al successo del progetto è legato anche il futuro impiego di strutture simili in altre città italiane.
GEOmedia n°6-2013
La galleria è stata scavata senza l'uso di esplosivi e gli addetti ai lavori hanno utilizzato martelli pneumatici o cutter heads.
REPORTS
Valentino De Odorico è il titolare della TSD Servizi di Udine, una giovane e dinamica società attiva nel settore dei rilievi topografici: quando fu contattato dalla Park San Giusto (società gestente il progetto e che all’epoca aveva il problema di trovare qualcuno che potesse svolgere le operazioni di rilievo per la messa in sicurezza delle due gallerie), gli apparve subito chiaro che, con una risposta affermativa, non avrebbe accettato solo un lavoro, ma una vera e propria sfida. Gli obiettivi e le difficoltà Lo scavo in galleria è per definizione problematico. Oltre alla fase di scavo vera e propria è infatti necessario monitorare lo stato della galleria man mano che i lavori avanzano, affinché non avvengano cedimenti a livello strutturale; ciò è possibile tramite la misura topografica delle convergenze. Solitamente, lo sviluppo di una galleria procede in direzione longitudinale: in fase di avanzamento viene prima di tutto scavata la parte alta della galleria, che corrisponde alla volta o calotta. Il profilo di scavo viene poi rivestito da calcestruzzo armato e solo allora si procede alla realizzazione del cosiddetto arco rovescio il quale, ricoperto e unito alla volta, assicura una corretta distribuzione delle forze sulla struttura. La misura delle convergenze, in questi casi, dà risultati nella norma, conformemente al regolare andamento dei lavori: una volta completata una sezione della galleria e rivestito il profilo di scavo, è dunque possibile proseguire ed occuparsi esclusivamente delle seguenti sezioni di galleria. I lavori per la costruzione del Park San Giusto seguono lo stesso principio ma presentano una componente che ne aumenta di molto la difficoltà: gli scavi in senso longitudinale vengono eseguiti in maniera continua, senza utilizzare conci prefabbricati.
Il rinforzo superiore del tunnel usato per garantire la stabilità delle strutture.
Rendering 3D del parcheggio sotterraneo del colle San Giusto.
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REPORTS Successivamente alla realizzazione della calotta in calcestruzzo, le fasi di scavo si sviluppano in profondità, dando vita a quello che è il parcheggio multipiano. Questa modalità operativa, ovviamente, non garantisce alla volta della galleria una struttura di base adeguata sulla quale scaricare le forze: il profilo di scavo viene rinforzato man mano che si procede longitudinalmente e in profondità e la misura delle convergenze, oltre a dover essere forzatamente continua, diviene essenziale per tenere sotto controllo i non trascurabili valori dei cedimenti. In questa fase, infatti, oltre ai normali carichi strutturali, i rivestimenti in calcestruzzo armato delle gallerie devono subire le sollecitazioni provocate dagli eventuali spostamenti delle masse rocciose (e non) sovrastanti, oltre a quelli provocati dalle numerose macchine e dai mezzi in funzione nel ventre del Colle San Giusto. Inoltre, trasversalmente alle due gallerie, sono in costruzione altre strutture minori con funzioni di collegamento, le gallerie d’ingresso, un cunicolo pedonale e un pozzo profondo 60 metri: questo complesso di elementi contribuisce ad aumentare i valori di cedimento e di spostamento delle due gallerie maggiori. Non si tratta di un cantiere per deboli di cuore: si opera al chiuso, dunque le temperature, specie in estate, possono salire a livelli sfibranti; il via vai dei mezzi e le operazioni di scavo riempiono l’ambiente di rumori assordanti e di un denso fumo; la luce è poca e, come se non bastasse, il lavoro prosegue senza soluzione di continuità, di giorno e notte. E’ proprio in questo girone dantesco che la TSD Servizi sta svolgendo il monitoraggio delle gallerie; monitoraggio che, come si diceva, più che quelli di un lavoro ha assunto i tratti di una sfida. Le fasi del rilievo Oltre alla fondamentale misura delle convergenze, la TSD Servizi si sta occupando del tracciamento dei punti necessari per il proseguimento dei lavori (indicazione degli assi delle gallerie per orientare lo scavo, il posizionamento di quote ed altri punti necessari per la futura posa in opera di manufatti, ecc.). La ditta di Valentino De Odorico da anni ha scelto di affidarsi alla strumentazione Trimble. Nel caso del monitoraggio nel cantiere Park San Giusto, le stazioni totali Trimble S3 e Trimble S6 forniscono ai tecnici topografi un importante ausilio durante le fasi di tracciatura interna alle gallerie. La fase di misurazione delle convergenze, obiettivo primario della TSD, viene svolta con la stessa strumentazione ma richiede un lavoro preliminare che deve essere svolto ogni Le dimensioni del progetto e le condizioni generali del lavoro hanno reso le operazioni di monitoraggio estremamente impegnative.
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il monitoraggio effettuato durante tutta la fase degli scavi ha permesso un costante controllo dei cedimenti.
sera prima di entrare in cantiere. A causa del movimento costante, infatti, non è possibile per i tecnici posizionare dei capisaldi all’interno della galleria. Il team è dunque costretto ad ‘entrare’ in galleria con una poligonale aperta che parte da punti noti all’esterno posizionati nei pressi dell’ingresso e che segue i vari tunnel che costituiranno il futuro parcheggio. Inizialmente, durante l’esecuzione della poligonale (che avviene con il kit poligonale Trimble, 2 treppiedi e le stazioni totali) i tecnici hanno dovuto affrontare uno sfasamento delle misure del quale non capivano la ragione; è risultato poi evidente come esso fosse dovuto alla notevole differenza di temperatura tra esterno ed interno. Per ovviare al problema è stato deciso di rinforzare la poligonale con dei punti aggiuntivi. E’ così che ogni giorno, in pratica, il team della TSD si trova ad entrare in galleria come se fosse la prima volta ed a svolgere il lavoro con le incertezze e la necessità della massima cura tecnica e metodologica, uniformandosi alle strette tolleranze richieste. Nel transetto anteriore del cantiere viene acquisita le misura delle prime convergenze per poi proseguire con la poligonale e con la misura nel cunicolo pedonale, nelle gallerie e nelle altre zone interne. Per misurare le convergenze si posizionano vari prismi lungo la calotta e le pareti laterali della galleria. L’operazione si svolge sfruttando l’opzione ‘misura cicli’ della stazione totale, che permette di misurare automaticamente ‘in faccia 1’ e ‘faccia 2’ strumentale tutti i prismi preliminarmente indicati. I dati vengono poi elaborati allo scopo di comprendere l’entità dei cedimenti all’interno delle gallerie. Per quanto riguarda il tracciamento, la metodologia è pressoché analoga: se la zona interessata è facilmente raggiungibile da una delle stazioni della poligonale utilizzate per le convergenze, è da lì che si traccia; altrimenti, la poligonale viene allungata per raggiungere l’area. E’ proprio durante la fase di tracciamento che le performance delle stazioni totali Trimble S3 e Trimble S6 (entrambe con precisione angolare di 2”) si differenziano: operando con linee tridimensionali basate sul progetto, gli strumenti sono in grado di indicare agli operai i punti che corrispondono, ad esempio, alla calotta; questo senza dover svolgere calcoli in ufficio ed operando direttamente sul campo, con un risparmio di tempo notevole. Anche le tracciature dei binari necessari al cassero per gettare il rivestimento e quelle delle travi, delle quote e delle chiodature, vengono tutte realizzate con la stessa modalità. La complessità dei rilievi è accentuata dal contesto operativo: gli strumenti finiscono spesso fuori bolla a causa delle vibrazioni prodotte dai mezzi che, oltretutto, visti gli spazi ridotti, hanno anche difficoltà a muoversi.
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REPORTS I tecnici della TSD, in accordo con i responsabili del cantiere, sono alla continua ricerca del momento migliore per lo svolgimento contemporaneo delle operazioni di scavo e di quelle di misura. E’ così che, oltre alle difficoltà tecniche, si aggiungono quelle logistiche. I risultati Sulla base dei valori estrapolati dalla TSD Servizi, i progettisti addetti al tunneling, che nel caso del Park San Giusto fanno parte di una società specializzata con sede in Austria, correggono le strutture e mettono in atto opere di rinforzo geotecnico e strutturale, magari inserendo più chiodature nel rivestimento, applicando tiranti oppure rinforzi. I risultati finora ottenuti indicano spostamenti di notevole entità, il che significa dover apportare correzioni continue al progetto. Un lavoro di tale complessità mette a dura prova uomini e strumenti ma, nonostante ciò, la precisione e velocità della misura devono essere garantite. Una sfida per la TSD e una sfida per gli strumenti Trimble.
Abstract The planning of sustainable mobility is one of the exercises that for claim has entered on the agenda of European municipalities . Reduce air pollution and the use of cars and to provide citizens more efficient movements, limit traffic congestion and degradation of urban areas; these and other aspects are the guidelines on which are standardizing the major cities of the old continent. Trieste, an Italian city over 200,000 inhabitants located in the north-eastern border of the peninsula, is historically a bridge between Western and the south-central Europe. Trieste is one of the city that is better incorporating the needs of sustainable mobility, thanks to its central European character. In 2010, the Municipality of Trieste has embarked on the construction of the Park San Giusto, a futuristic solution for the parking of cars: once completed, it will be the largest park in the cave in Italy and the second in Europe, the cars will be a total of 718 on 5 levels buried beneath the hill of San Giusto , in the historic center of Trieste.
Parole chiave Rilievo; 3D; monitoraggio; Park San Giusto; Trimble
La presente pubblicazione vuole onorare la memoria di Donato De Angelis che con passione e professionalità ha collaborato alle fasi di realizzazione del Park San Giusto.
Autori Fulvio Bernardini
fbernardini@rivistageomedia.it
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SMART CITIES Smart cities or dumb cities? Città dall’alto, città dal basso di Beniamino Murgante e Giuseppe Borruso
C’è una certa convergenza tra gli esperti internazionali sulle Smart Cities (Ratti, 2013; Townsend, 2013) nel ritenere che queste città siano caratterizzate dalla sovrapposizione di un layer, di uno strato tecnologico abilitante, sulla città già esistente, non snaturando quindi le caratteristiche attuali della città, ma dotandola di una ‘quarta rete tecnologica’ (la rete Internet nella sua componente fisica, infrastrutturale) oltre alle utilities che già conosciamo (acqua, luce, gas), in grado di collegare persone e cose tra loro (l’Internet ‘classica’ e la ‘Internet of Things’ che sempre più caratterizzerà la nostra interazione con gli oggetti). Gli stessi autori vedono altresì l’altro ‘lato’ dell’intelligenza delle Smart Cities, ovvero il fatto di avere dei ‘cittadini intelligenti’ che, in tale rinnovato contesto urbano, diano vita ad attività che sfruttino le nuove tecnologie per la creazione di un valore aggiunto urbano, proponendo soluzioni e realizzazioni innovative in grado di risolvere anche ‘dal basso’ alcune istanze e problematiche. La Smart City quindi non appare come una ‘città del futuro’ cinematografica controllata in ogni suo aspetto da un grande occhio ed orecchio elettronico, ma piuttosto come un organismo che sfrutta le nuove tecnologie per gestirsi e crescere in modo più efficiente. Continuando nella similitudine biologica tecnologia, non tanto come un cyborg controllato da lontano, ma piuttosto come un essere umano che utilizza smartphones e altri dispositivi tecnologici per svolgere meglio le proprie attività. In questa logica la base è una ‘piattaforma abilitante’ e le attività sorgerebbero ‘dal basso’ da parte degli ‘utilizzatori urbani’ (dai cittadini alle associazioni alle stesse organizzazioni pubbliche). L’altro punto di vista sulla Smart City, testato da più parti (Songdo in Corea del Sud, PlanIT Valley in Portogallo) con risultati ancora lontani, è ancora fortemente presente nel nostro mondo di ‘principianti’ delle Smart Cities, ovvero quello, classico, top down, dove l’idea di base è di forti investimenti, spesso da parte di grandi operatori economici, con l’ausilio di fondi pubblici, per ‘grandi infrastrutturazioni’, con l’ottica che queste diano il via, dall’alto appunto, a opere di gestione e regolazione ‘intelligente’ della città. Un nuovo ‘boom edilizio’ in cui l’investitore privato è presente fortemente per infrastrutturare, per costruire nuovi edifici ‘intelligenti’, nuove reti tecnologiche, nuovi sistemi di
controllo. Il rischio qui, dal punto di vista del risultato, è di creare qualcosa che nasca ‘già vecchio’, o risponda a bisogni che non sono quelli dei suoi utilizzatori finali: Songdo basa la sua ‘intelligenza’ su sensori quali le schede RFID, non prevedendo il boom degli anni successivi di smartphone e tablet; oggi nelle nostre città vecchi spazi industriali o commerciali vengono utilizzati come luoghi di ritrovo o culturali, con destinazioni d’uso impensabili quando sono state realizzate. L’approccio top down sembra ancora molto presente nel nostro paese, spesso legato anche a una mancanza infrastrutturale di fondo, di divario digitale e di poca presenza di rete wifi e a banda larga fruibile nelle nostre città. Nel corso del 2013 una Regione italiana bandiva una gara per la realizzazione di dodici (dodici!) app turistiche per far fruire in modo innovativo e intelligente il territorio regionale. Perché dodici? E dopo la loro realizzazione, alla fine dei soldi destinati allo sviluppo, chi si occuperà di mantenere e aggiornare le app? e se non saranno utilizzate dai turisti, che magari preferiranno basarsi sugli onnipresenti players tecnologici (Google, Facebook, Foursquare, ecc.)? o ancora si parla di realizzazione di sistemi Smart per il parcheggio nelle città: ma quanto sono intelligenti i nostri parcheggi? Spesso disegnati ai limiti inferiori dimensionali per aumentarne il numero, ma di fatto non tenendo conto dell’aumento dimensionale delle nostre automobili, per cui due vetture di medie dimensioni (per non parlare di SUV) su tre posti auto non consentono neppure a un’utilitaria di parcheggiare e aprire le portiere (tantomeno estrarre un passeggino e un bimbo piccolo o una persona anziana)? E quanto sono smart le politiche e le modalità tariffarie, che magari incentivano soste lunghe e pagate solo ed esclusivamente con monetine o ‘smart card’, che però sono tanto ‘smart’ da essere utilizzate solo per quei parcheggi, in quella città e per nessun altro scopo? Riferimenti bibliografici Ratti C. Smart City, Smart Citizen, Egea, Milano, 2013. Townsend A. M., Smart Cities. Big Data, Civic Hackers, and the Quest for a New Utopia, Norton & Company, New York, 2013. Williamson L., Tomorrow's cities: Just how smart is Songdo?, BBC News, 2 September 2013, http://www.bbc.co.uk/news/technology-23757738 Redazione Cloudpeople, Da PlanIt Valley a Fundao: Human Smart City in tempi di crisi, 19 Luglio 2013, http://www.cloudpeople.it/2013/07/19/daplanit-valley-a-fundao-human-smart-city-in-tempi-di-crisi/
Crisi o non crisi, continuiamo a crescere. Ma non è solo questione di fortuna. La crisi colpisce tutti, per carità. Ma la vita va avanti e – soprattutto per chi fa un lavoro molto specializzato, come noi – c’è sempre mercato. A patto di lavorare bene, s’intende. E di aver fatto in passato scelte corrette, sviluppando competenze che con il tempo crescono di valore. Da molti anni, investiamo costantemente in R&D studiando soluzioni innovative per semplificare l’uso delle applicazioni geospatial, creare interfacce sempre più intuitive e integrare in maniera trasparente i dati geo-spaziali nella filiera produttiva, migliorando in modo significativo la performance dei sistemi IT. Parallelamente, abbiamo messo a punto procedure che consentono di raggiungere l’eccellenza di prodotto nel rispetto dei tempi e del budget, con un livello qualitativo sempre certificato. Inoltre, abbiamo percorso prima di altri la strada del software open source, liberando i nostri clienti da molte rigidità tecnologiche e garantendo la massima qualità a costi competitivi Grazie a tutto questo, siamo riusciti a competere con successo in Russia, Kosovo, Romania, Turchia, Siria, Cipro, i Caraibi. GESP Srl MILANO - BOLOGNA - TORINO http://w w w.gesp.it - gespsrl@gesp.it
E oggi affrontiamo nuove sfide in un contesto sempre più globale e allargato: attualmente, i nostri programmatori e i nostri tecnici sono attivi in quattro continenti e una parte consistente del nostro fatturato proviene da clienti esteri. Continuiamo a crescere, sia in temini economici, sia in termini dimensionali. I nostri collaboratori aumentano, abbiamo aperto nuove sedi e stiamo entrando in mercati che richiedono applicazioni geospatial sempre più evolute, come i trasporti, le telecomunicazioni, l’ambiente e i beni culturali. Insomma, crisi o non crisi, continuiamo a perseguire il nostro obiettivo di fondo: confermare il trend che negli ultimi anni ci ha permesso di diventare una tra le principali realtà italiane nel settore del GIS. Non solo grazie alla buona sorte.
ASSOCIAZIONI Sentinel 1-A a Kourou
Realizzato interamente in Italia, sarà il primo della famiglia di cinque satelliti del programma europeo di Osservazione della Terra Copernicus. Sentinel 1-A ha raggiunto la sua destinazione finale prima del liftoff, lo spazioporto europeo di Kourou. Partito dagli stabilimenti di Thales Alenia Space di Roma dove è stato concepito e realizzato, ha proseguito verso il sito di Cannes per poi raggiungere la base della Guyana Francese, dove verrà sottoposto alle ultime verifiche prima del lancio, il prossimo 3 aprile. Sentinel 1-A è il primo cinque di satelliti, del programma di Osservazione della Terra Copernicus (precedentemente noto come GMES, monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza). E' equipaggiato con un evoluto radar ad apertura sintetica, erede diretto delle piattaforme utilizzate per i satelliti Cosmo-SkyMed e Prisma. “Sentinel-1A non scatterà semplici istantanee del pianeta, ma produrrà un flusso costante e sistematico di dati, sempre disponibili per gli utenti” - ha spiegato Guido Levrini del direttorato ESA per l’Osservazione della Terra, durante la presentazione del satellite alla stampa - qualunque siano le condizioni meteo, che sia giorno o piena notte, il radar invierà a terra 600 gigabit di informazioni ad ogni orbita, per un totale di 2.4 terabit in sole 24 ore e produrrà una mappatura globale del pianeta in 12 giorni, che diventeranno 6 quando nel 2015 sarà lanciato il satellite gemello, Sentinel-1B". Il programma è una partnership di ESA e Commissione Europea che mira a fornire all'Europa un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni relativi all'Osservazione della Terra. L’obiettivo è quello di garantire al nostro continente una sostanziale indipendenza nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta, supportando così le necessità delle politiche ambientali pubbliche europee. “L’investimento fatto su Copernicus porterà un doppio beneficio per l’Europa - ha dichiarato Massimo di Lazzaro, vicepresidente esecutivo Osservazione, esplorazione e navigazione di Thales Alenia Space - da una parte ci saranno nuovi servizi derivati dall’elaborazione e dall’utilizzo dei dati prodotti dal sistema, dall’altra contribuirà a rendere le industrie del vecchio continente altamente competitive nel comparto dell’osservazione della Terra". I dati di Sentinel 1, una volta in orbita, saranno raccolti da quattro stazioni per il Core Ground Segment di Copernicus tra le quali figura il Centro spaziale di Matera. Il centro fornirà alla Commissione Europea informazioni e mappe satellitari di aree colpite da emergenze, mettendoli a disposizione delle autorità competenti dei Paesi dell'Unione.
34th EARSeL Symposium
EARSeL è una rete scientifica dei laboratori di telerilevamento europei, provenienti sia dal mondo accademico che del settore industriale/commerciale, che copre tutti i campi della geoinformazione e dell'osservazione della terra attraverso il telerilevamento. Tutti gli scienziati, professionisti e ricercatori interessati o coinvolti nel settore del simposio sono fortemente incoraggiati a presentare gli elaborati in base ai seguenti argomenti: • Applicazioni scientifiche di telerilevamento, i metodi e le tecnologie emergenti • Istruzione e formazione in scuola, università e vita pubblica • Potenziamento delle capacità presso le organizzazioni e le autorità coinvolte nel monitoraggio e nella protezione ambientale • Attività che concernono il patrimonio culturale e naturale • Telerilevamento per l'archeologia • Uso del suolo e copertura della terra, il degrado e la desertificazione • Telerilevamento urbano • Oceani, le zone costiere e le acque interne • Le catastrofi naturali e di origine umana • Economia forestale e gli incendi boschivi • Le domande relative ad aiutare i paesi in via di sviluppo: analisi di mappatura, monitoraggio e la modifica • Telerilevamento e il suo sostegno associato alla comprensione dei cambiamenti climatici • Applicazioni idrologiche: gestione delle risorse idriche, fonti di acqua sotterranee, ghiaccio terra e neve • Telerilevamento 3D, Radar, Lidar, Thermal Remote Sensing • Nuovi strumenti e metodi, tra verità a terra • Tecnologia di Telerilevamento • Applicazione di immagini iperspettrali APEX • UAV, dalla teoria all'applicazione • Applicazioni di telerilevamento per le aree Natura 2000 • Applicazioni di telerilevamento per prati e zone umide • Applicazioni di telerilevamento per l'agricoltura ambientale • Nuove tecniche di image processing, la classificazione e il cambiamento Visita www.earsel.org per maggiori informazioni
ASSOCIAZIONI FOSS4G-Europe Welcoming Contributions
Sviluppatori indipendenti di software, scienziati, esperti del settore e rappresentanti delle agenzie si incontreranno alla conferenza FOSS4-Europe che si terrà a Brema, Germania dal 15 al 17 luglio. I contributi possono ora essere presentati sul sito della conferenza www.foss4g-e.org/ fino al 15 aprile. Sotto il motto di quest'anno "Independent Innovation for INSPIRE, Big Data and citizen participation", la serie di conferenze FOSS4G-Europe (Free and Open Source Software for Geospatial-Europe) unisce nell'ambito della GIS community un ampio spettro di settori come la geodesia, le informazioni geografiche, la gestione del territorio e il telerilevamento. Le industrie e le autorità pubbliche sono espressamente invitate in quanto sempre più consapevoli del valore e del potenziale economico dei prodotti free e open source. Ulteriori eventi aggiuntivi rendono il FOSS4G-Europe a Brema un evento unico. La visione pubblica della finale del Campionato del Mondo di calcio segnala l'inizio di una settimana ricca di eventi che si aprirà con un workshop "Big Geo Data & INSPIRE", destinato in particolar modo a enti pubblici. Gli allegati INSPIRE II e III saranno discussi in relazione agli standard pertinenti l'Open Geospatial Consortium. Il canadese Jeff McKenna, presidente della Fondazione OSGEO, aprirà l'evento con il suo discorso introduttivo. In qualità di socio fondatore McKenna è stato coinvolto con la diffusione e l'utilizzo di software open-source per i sistemi informativi geografici per molti anni. In una seduta plenaria, saranno annunciati i vincitori del concorso accademico internazionale NASA World Wind Challenge Europe, e premiati durante la conferenza. Per maggiori informazioni: http://www.directionsmag.com/
Call for Proposal: Free FORMOSAT-2 Satellite Imagery
ISPRS-WG VI / 5 è lieta di annunciare la call for proposals for free FORMOSAT-2 satellite data. FORMOSAT-2 ha una capacità unica di acquisire immagini ad una risoluzione al suolo di 2m (pancromatico) e 8m (multispettrale). Le immagini sono adatte a varie ricerche e applicazioni. Per ogni proposta selezionata saranno concesse sino a 10 immagini archiviate e/o nuove possibilità di acquisire dati gratuitamente. Sponsorizzato da la National Space Organization, National Applied Research Laboratories e sostenuto congiuntamente da Chinese Taipei Society of Photogrammetry and Remote Sensing e dal Center for Space and Remote Sensing Research, National Central University of Taiwan, il presente invito è aperto a tutti i ricercatori di tutto il mondo. Le proposte presentate dal personale affiliato ISPRS (inclusi i membri del Consorzio per studenti), come PI o CI (co-ricercatori) avranno una maggiore priorità. Visita http://www.csrsr.ncu.edu.tw/FS2CFP/ per maggiori informazioni.
14-16 Ottobre 2014 Conferenza Nazionale ASITA
La 18ma Conferenza Nazionale ASITA si svolgerà dal 14 al 16 ottobre 2014 presso il Palazzo degli Affari di Firenze. A breve sul sito www.asita.it, verranno pubblicate le modalità per partecipare all'evento. ASITA è la Federazione italiana della Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali.
AGENDA
2014 IL FORUM DELL'INNOVAZIONE 4-5 GIUGNO 2014, ROMA CENTRO CONGRESSI FRENTANI 4 e 5 GIUGNO 2014 TECNOLOGIE PER IL TERRITORIO Generare e gestire dati geografici per progettare, individuare i rischi naturali ed antropici, monitorare il territorio e consentire la navigazione indoor e outdoor. Spazi dedicati a strumenti software di Computer Aided Design, Geographical Information System, Building Information Modeling, Augmented Reality, Webgis e ai sistemi di monitoraggio, rilievo, posizionamento e telerilevamento.
4 GIUGNO 2014 TECNOLOGIE PER LA SMART CITY Integrare le tecnologie per migliorare il controllo e la gestione della città e comunicare al cittadino i servizi ambientali, sociali, sanitari, turistici, di svago e cultura, di mobilità, infrastrutturali, energetici e di comunicazione, mostrando come progettare e modificare le nostre città al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini e per promuovere anche la loro fruibilità turistica.
5 GIUGNO 2014 TECNOLOGIE PER I BENI CULTURALI Usare sapientemente le tecnologie per conservare, valorizzare e gestire il patrimonio culturale con tecniche di rilievo e monitoraggio che fanno uso di Laser, Radar, Droni, GPS e 3D, con strumenti informatici di progettazione degli interventi, di gestione e fruizione dei Beni, quali ad esempio le guide turistiche digitali, le ricostruzioni virtuali 3D, gli spazi e gli ambienti immersivi.
WWW.TECHNOLOGYFORALL.IT
27 Marzo 2014 Tecniche geomatiche per la misura ed il monitoraggio del territorio e delle opere Dalmine (BG) www.geoforall.it/9hcu 7-10 aprile 2014 Second International Conference on Remote Sensing and Geoinformation of Environment (Cyprus) http://www.cyprusremotesensing. com/rscy2014/ 9 aprile 2014 15° Conferenza Italiana Utenti Esri Roma www.rivistageomedia.it/xycq 15 aprile 2014 ENC GNSS (Holland) http://www.enc-gnss2014.com/
24-25 Maggio 2014 Roma Drone Expo&Show www.geoforall.it/9hq4
16-20 giugno 2014 INSPIRE Conference 2014 (Danimarca)
28 maggio 2014 GEObusiness 2014 the geospatial event (UK) http://www.geobusinessshow. com/
16-20 giugno 2014 34th EARsel Symposium (Poland)
4 giugno 2014 International Course on Geotechnical and Structural Monitoring Poppi www.rivistageomedia.it/xcpp 12-14 Giugno 2014 7a Conferenza Internazionale Laser Scanning Optech Roma http://www.optech.com/ ugm2014/
23 - 25 giugno 2014 V ISPRS Symposium Riva del Garda http://isprs-commission5.fbk.eu/ 30 giugno 2013 IX Conferenza Internazionale su "Geographical Analysis, Urban Modeling, Spatial Statistics" (Portugal) www.geoforall.it/939q 2-4 luglio 2014 Convegno Sifet Torino http://sifet.org
15-17 luglio 2014 FOSS4G Europe Brema (Germania) http://www.foss4g-e.org/ 28-29 luglio PSATS 2014 Genova www.geoforall.it/9wk3 14 - 16 ottobre 2014 Conferenza Nazionale ASITA http://www.asita.it/
the
GeObservator
#thegeobservatory
9 10
APRILE
AUDITORIUM DEL MASSIMO Via Massimiliano Massimo, 1
ROMA
the GeObservatory Immergiti nel nuovo spazio della geografia LUOGHI, MAPPE, GIS, MULTIMEDIALITÀ E RICERCA
La mostra è ospitata all’interno della 15a Conferenza Italiana Utenti Esri 2014
esriitalia.it
Quando si sente pronunciare la parola ibrido, in genere non viene in mente la potenza. Non è così con la tecnologia Hybrid Positioning che vi fornisce potenza aggiuntiva per portare a termine i rilievi più impegnativi e più rapidamente che mai. La tecnologia GNSS e robotica Topcon connessa a MAGNET. Questo è il potere ibrido.
topcon-italia.it