Rivista bimestrale - anno XVIII - Numero 6/2014 Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma
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La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
N°6 2014
DAT I G E O G R A F IC I A P E RT I A C H E P UN T O S I A M O ?
AVANZATA E RITIRATA DELL’OPEN DATA
OPENDATA DINAMICI PER L’INFOMOBILITÀ
I-LOCATE PER INDOOR E OUTDOOR
PIÙ TURISMO CON IL GIS
Il dato prigioniero www.rivistageomedia.it
GEOmedia, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica. Da oltre 15 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati, in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In questo settore GEOmedia affronta temi culturali e tecnologici per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia, della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo. Direttore RENZO CARLUCCI direttore@rivistageomedia.it Comitato editoriale Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Beniamino Murgante, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Donato Tufillaro Direttore Responsabile FULVIO BERNARDINI fbernardini@rivistageomedia.it Redazione redazione@rivistageomedia.it SANDRA LEONARDI sleonardi@rivistageomedia.it GIANLUCA PITITTO gpititto@rivistageomedia.it Marketing e Distribuzione ALFONSO QUAGLIONE marketing@rivistageomedia.it Diffusione e Amministrazione TATIANA IASILLO diffusione@rivistageomedia.it Progetto grafico e impaginazione DANIELE CARLUCCI dcarlucci@rivistageomedia.it MediaGEO soc. coop. Via Palestro, 95 00185 Roma Tel. 06.62279612 Fax. 06.62209510 info@rivistageomedia.it ISSN 1128-8132 Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03 Stampa: SPADAMEDIA srl VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA) Editore: mediaGEO soc. coop. Condizioni di abbonamento La quota annuale di abbonamento alla rivista è di 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa. L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.
Ritorno in argomento sul tema degli Open Data geografici. In un post di qualche tempo fa esponevo il perché a mio parere in Italia i dati geografici non possano, ma debbano essere liberati. Ho cercato di mettermi dalla parte dei dati prigionieri e dei loro carcerieri e dare risalto a tutte le ragioni che si opponevano ad una liberazione. Come portavoce di un dialogo meditatamente astratto, volto a mediare le parti in causa, affrontavo gli argomenti che avrebbero potuto convincere me stesso ed i più agguerriti carcerieri e gestori di una liberalizzazione, più che necessaria, ad evidenza spontaneistica, se non casuale e disorganica, valutandone i pro ed i contro. Ho ricevuto molti commenti, più che altro denigratori, stimolanti la discussione, reimmaginando e rappresentando ad interlocutori non coinvolti, e ad altrettanti costrittori della veicolazione dei dati, le argomentazioni e le ragioni non dette, partecipando al dibattito in prima persona: delucidazioni, idee, contrasti e, soprattutto, estemporaneità ed incertezze. Gli eventi hanno dimostrato che i silenti senza forti obiezioni, partecipi di una presa di posizione diretta e perfino gli stessi operatori hanno mantenuto il più assoluto riserbo, quasi implicitamente invitandomi a chiudere la risollevata ed annosa questione, che non andava né accampata né affrontata, così come succede sempre in Italia, e suggerendomi in breve, in vista di tempi migliori, di trattenermi a mia volta da un superfluo brontolio equivalente a: “scoperchiare le pentole”. Oggi, a distanza di quattro anni, ci è concesso constatare come la storia degli Open Geo Data si sia arenata non solo sul piano legislativo, di programmazione governativa e di studio, ma anche delle direttive e consultazioni europee, preordinata da labili decreti di tamponamento, strumenti regolati dalla provvisorietà e dall’urgenza di ristabilire un’oggettività massiva quanto frammentaria, che azzera le possibilità offerte da tecnologie deprivate perfino di assistenza ordinaria, che poco hanno a che vedere con attuazioni, complessivamente ed organicamente, interagenti dalla base al vertice, di coordinamento e riordino, in cui il cittadino non sia un bersaglio, invece che tutelato da normative raccolte in testi unici tempestivi. Non vorrei entrare di nuovo nei termini portando elementi a riprova, ma sarebbe sufficiente elencare la disastrosa situazione dei sistemi GIS per la certificazione di Piano Regolatore, documento molto ambito che avrebbe dovuto con certezza sovrapporre Catasto e Piano Urbanistico, in genere finalizzato a costruire od occupare un suolo: la sua organizzazione attuale dipende più che mai dai punti di vista. Il cittadino che ne necessiti potrà compiere una ricerca su Internet e vedersi sommerso da decine di iniziative e progetti, locali, regionali, miste e perfino piratesche, ma i siti istituzionali, quelli dove i progetti dovrebbero poi confluire per dare e ricevere realizzazione ed effettiva utilità, non rispondono offrendo reperibilità, in qualche caso conformano call center meno razionali di un comune centralino telefonico ad obbligare l’utenza ad interagire a vuoto, perché il sistema è stato interrogato fuori limite di tempo, nessuno sembra più conoscere la validità e la decadenza di un atto informatizzato, e soprattutto la responsabilità. Ne sono certo, ognuno avrà provato anche per la sua città! L’infrastruttura geografica italiana ha bisogno di regia e armonizzazione per essere “liberata” ed un intervento deve essere programmato adesso più che mai, evitando di divenire nel corso del tempo condizionato alla sola emergenza della calamità, come potrebbe essere un terremoto o un’alluvione, in termini di efficacia, prendendo coscienza del fatto che anche la prigionia dell’informazione geografica territoriale può diventare di per sé catastrofica. I vari tentativi finora effettuati per ripristinare un coordinamento degli organi cartografici, basati quasi sempre su volontarismo di gruppi di esperti, sono purtroppo ad un punto di stallo, trovandosi di fronte ad un vuoto legislativo colmato solo da interventi non armonizzati che, oltre a contravvenire alle normative europee quali INSPIRE, duplicano la spesa nel settore. Giovani Biallo nel suo Focus di apertura a questo numero riporta una chiara visione di quanto sia successo in questi anni, evidenziando come dopo l’entusiasmo iniziale, una azione priva di solidi riferimenti legislativi sia scivolata confermando reticenze o semplice incompetenza generata dalla mancanza di chiarezza di direttive nazionali vagliate e condivise. Gli organi cartografici sono praticamente assenti non avendo ancora a tutt’oggi messo a disposizione dati open unificati, le Regioni, pur essendo più attive, pubblicano dati difformi tra loro, vanificando di fatto i principi di base che hanno trovato nell’iniziativa INSPIRE europea un punto di ulteriore coesione, le Provincie sono in chiusura e i Comuni sono ancora lontani da tutto ciò. Il bello è che gli ingredienti per una riorganizzazione ci sono tutti, leggi europee, nazionali, studi scientifici, dati, sistemi di controllo e verifica dei dati, anche le esigenze del mercato, ma manca solo una grande cabina di regia. Nella conferenza Open Geo Data a Roma il 19 febbraio prossimo si parlerà di valide esperienze di liberazione alle quali potranno far riferimento anche tutti quei lettori che non siano direttamente impegnati nelle azioni di liberazione dei dati geografici. Buona lettura, Renzo Carlucci
Numero chiuso in redazione il 7 febbraio 2015. Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.
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SOMMARIO 6 - 2014 FOCUS
6
La furia francese e la ritirata spagnola dell’Open Data in Italia di Giovanni Biallo
REPORTS
14 I-LOCATE - INDOOR/OUTDOOR LOCATION AND
10
ASSET MANAGEMENT THROUGH OPEN GEODATA di Claudio Eccher e Giuseppe Conti
18
Il Comune
di
Cesena
e gli open
geo data sugli incidenti stradali: conoscere per prevenire in ottica
Smart-City di Morena Moretti e Alessandro Greco
AL PEGGIO NON C’É MAI FINE di Attilio Selvini
20 IL RILIEVO DEL PONTE NORMANNO DI SERRAVALLE
di Fulvio Bernardini
22 GIS E OPEN DATA: SOLUZIONI E CASE HISTORY DI ESRI ITALIA
di Miriam Marta, Gianni Campanile e Giulio Lascialfari
26 OPENDATA DINAMICI PER I SERVIZI DI INFOMOBILITÀ DELLA SMARTCITY A BARI di Vincenzo Barbieri e Francesco Coletta
36 Gli Open Geodata e la Regione Toscana di Maurizio Trevisani
30 PIÙ TURISMO CON IL GIS di Erminio Paolo Canavese e Nicola Benedet 44 DAL LIDAR MAPPING FORUM DI AMSTERDAM UN REPORT DI
BUON AUSPICIO PER IL MERCATO DEL 2015 di Erminio Paolo Canavese e Nicola Benedet
Inserzionisti Aerrobotix 47 CGT 34 Codevintec 52 Crisel 42 Flytop 13 FOSS4G 9
Geomax 41 Planetek 4 Sinergis 51 Sistemi Territoriali 19 Teorema 50 TECHNOLOGYforALL 2
ALTRE RUBRICHE L’immagine di copertina è direttamente relazionata allo stato di stallo in cui versano gli Open Data in Italia. In questo numero si parlerà in particolare di Open Geo Data con numerosi contributi sulle capacità e potenzialità del relativo mercato. Foto di Sergey Nivens
13 RECENSIONE Graciotti, D'Orefice 16 RECENSIONE OpenGeoData 47 INTERVISTA 41 MERCATO 48 SMART CITIES 50 AGENDA
FOCUS
La
furia francese e la ritirata spagnola
Open Data in Italia
dell’
di Giovanni Biallo
Gli Open Data in Italia decollarono nel 2011 con un forte impulso iniziale mostrando il loro picco nel
2013. Nonostante una
legge nazionale del
2012 che ne decreta
l’applicazione, sono ancora tanti gli enti pubblici che oppongono resistenza. Inoltre la pubblicazione ed il riuso dei dataset aperti hanno evidenziato la scarsa omogeneità delle strutture e dei modelli dei dati, l’inadeguato ritmo di aggiornamento, l’uso di terminologie e vocabolari diversi.
L’
Open Data in ambito governativo nasce grazie ad una direttiva voluta dall’attuale presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama sull’Open Government nel dicembre 2009. Questa direttiva dichiara che: “Fin dove possibile e sottostando alle sole restrizioni valide, le agenzie devono pubblicare le informazioni on-line utilizzando un formato aperto (open) che possa cioè essere recuperato, soggetto ad azioni di download, indicizzato e ricercato attraverso le applicazioni di ricerca web più comunemente utilizzate. Per formato open si intende un formato indipendente rispetto alla piattaforma, leggibile dall’elaboratore e reso disponibile al pubblico senza che sia impedito il riuso dell’informazione veicolata.” E’ importante sottolineare che i dataset pubblicati e scaricabili sono da considerarsi open soltanto se ad essi è associata una licenza che consenta di poterli utilizzare anche per scopi commerciali citando eventualmente la fonte. Quindi un dataset scaricabile non è necessariamente aperto: lo è solo se ad esso è associata una licenza considerata aperta oppure se ai dati pubblicati non sono associate norme e disposizioni che ne limitano l’uso. In questo ultimo caso vige la regola dell’open by default, come è previsto dalla Legge 221/2012. Gli Stati Uniti partono dunque nel 2009 con il sito pubblico data.gov. E in Italia quando si comincia a fare Open Data?
6
Fig. 1 - Enti pubblici che hanno pubblicato dati geografici aperti dal 2010 al 2014.
A parte qualche sparuto precedente episodio, il vero inizio dell’Open Data in Italia è datato maggio 2010, quando la Regione Piemonte pubblica, in versione beta, il sito dei dati regionali aperti, dal quale è possibile scaricare dataset anche geografici liberamente riutilizzabili grazie ad una licenza Creative Commons di tipo aperto (Attenzione! Non tutte le licenze Creative Commons sono aperte. Lo sono solo la CC0 e la CC-BY). Gli altri enti che pubblicano in open dati geografici si scatenano a partire dall’autunno del 2011 (ISTAT e Regione Emilia Romagna), crescono molto nel 2012, (vedi figura 1) e raggiungono il massimo nel 2013 e poi…. E poi l’abisso (vedi figura 2). Per questo ho richiamato nel titolo un famoso detto delle mie parti: “furia francese e ritirata spagnola”. Lascio a voi la facile interpretazione! Il difetto maggiore lo si rileva soprattutto per gli Enti Centrali dello Stato, che potrebbero essere molti di più: ne mancano troppi all’appello! Anche i Capoluoghi di Provincia presenti sono meno del 20%, con una crescita vicina allo zero fra il 2013 e il 2014. Le Regioni e le Province autonome sono quelle più attive (manca all’appello “solo” il 30% delle Amministrazioni) ma purtroppo ben il 70% dei presenti pubblica dati di base in formato vettoriale con modelli difformi. Alcuni pubblicano DB geotopografici o parti di esso ed altri pubblicano cartografia numerica.
Le Province invece sono ferme per ovvi motivi di dismissione. Ma analizziamo un po’ più a fondo la situazione (possiamo farlo anche consultando il Rapporto OpenGeoData Italia al 31 dicembre 2014 pubblicato dall’Associazione omonima e scaricabile dal sito www.opengeodata.it ). Fra gli Enti Centrali dello Stato presenti all’appello c’è l’ISTAT, che ha pubblicato le basi geografiche dei censimenti e varie altre cose in gran parte riferite all’anno di censimento 2011 e precedenti. Aspettavamo però per dicembre 2014 la parte geografica degli stradari (dati toponomastici), promessa dal Direttore dei Censimenti, ma non l’abbiamo purtroppo vista. Proseguendo con la nostra rassegna troviamo: il MIUR, che presenta l’anagrafe delle strutture scolastiche del 2012, mai aggiornato da quel dì; il Ministero della Salute con le farmacie, le parafarmacie, le ASL, le aziende ospedaliere, ecc. (dichiarate aggiornate); il Ministero per i Beni le Attività Culturali e il Turismo con i siti italiani UNESCO, purtroppo anche questi fermi al 2012; il Ministero dello Sviluppo Economico con zone marine per prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, del 2012; ed infine l’ISPRA con dei dati SINAnet (Corine, idrologia, DEM, monitoraggio, gravimetria) anch’essi datati. Cosa è successo a dicembre del 2012? Un’esplosione nucleare? Eppure il 2012 è stato un anno importante perché l’OGEOmedia n°6-2014
FOCUS pen Data è stato inserito nel Decreto Crescita poi convertito nella legge 221 del 17 dicembre 2012. A parte questo stop temporale che non trova spiegazioni, notiamo l’assenza totale di Enti Centrali che producono e gestiscono importanti dati geografici. Ad esempio il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che gestisce il Geoportale Nazionale ricco di dati geografici e che dichiara termini di utilizzo molto lontani dalle licenze open; il Ministero delle Politiche Agricole che, se da un lato pubblica in modalità aperta e scaricabile alcune tabelle di dati, dall’altro tiene chiuse e inaccessibili le coperture di ortofoto d’Italia bianco/nero e a colori acquisite dal 1996 ad oggi; l’Istituto Geografico Militare del Ministero della Difesa, che custodisce gelosamente (ma vende anche a caro prezzo) i grigliati, molto noti agli addetti ai lavori, necessari per le conversioni fra sistemi di coordinate diversi (problema ricorrente in Italia in quanto abbiamo dati geografici in cinque sistemi di coordinate differenti). Possiamo citare ancora un caso di assente eccellente: l’Agenzia delle Entrate, che ha assorbito l’Agenzia del Territorio ed ha sancito questo atto con una Legge che istituisce nuovamente il balzello sulla visura catastale, invece di rendere aperti i dati geografici catastali. Ma gli enti centrali che gestiscono dati geografici sono ancora di più: il Ministero dei Trasporti e l’ANAS per le strade nazionali, l’Istituto Idrografico della Marina per la cartografia nautica e il CIGA per quella aeronautica, ecc. Al desolante spettacolo degli Enti Centrali dello Stato si contrappone un’intensa attività delle Regioni e delle Province Autonome, che possiamo considerare enti cartografici a tutti gli effetti. Qui abbiamo una varietà di approccio all’Open Data molto diverso. La dicotomia fra il sito open data ed il geoportale è presente in diversi casi con funzionalità diverse per la diffusione dei dati aperti (Figura 3). Troviamo siti molto strutturati (primo fra tutti quello della Regione Piemonte) ma abbiamo anche
Fig. 2 - Incremento di enti pubblici che pubblicano dati geografici aperti dal 2010 al 2014.
sezioni open data interne ai geoportali con semplici tabelle contenenti dataset open scaricabili, come nel caso della Regione Campania e della Regione Calabria. Abbiamo anche il caso della Regione Puglia, dal cui Geoportale è possibile scaricare dei dataset ai quali non è associata una licenza o altre norme restrittive e dunque (secondo la legge 221/2012) tali dataset sono open by default. I contenuti sono svariati ed in alcuni casi superano abbondantemente per ciascuna Regione il centinaio di dataset geografici. Il problema più grande comunque è la disomogeneità dei modelli di dati, un problema atavico per la nostra Italia. In barba ai modelli IntesaGIS nelle loro varie edizioni, nonché ad Inspire, sui dati di base troviamo di tutto: DB topografici strutturati in modo diverso, cartografia numerica vecchio stile, dati raster, ecc. Chissà se prima di andare in pensione riuscirò a vedere il famoso National Core, il database geotopografico unico d’Italia basato su un modello dati Inspire unificato per tutta Europa! Le cose poi non sono dissimili per gli altri dataset tematici. Saltando a piè pari, per ovvi motivi, la situazione delle Province (i cui dati geografici, e sono tanti, speriamo non si perdano e vadano ad arricchire il patrimonio dei dati delle Regioni) passerei ad analizzare i Comuni.
Le Amministrazioni Comunali sono gli enti a più diretto contatto con i cittadini, i professionisti e le imprese, ed hanno dati essenziali per la gestione e lo sviluppo del territorio, basti pensare ai piani regolatori, ai vincoli, alla cartografia tecnica, ai beni culturali, agli esercizi commerciali di ogni tipo. Alcuni di questi dati sono particolarmente utili per i professionisti, altri sono adatti per sviluppare servizi per i cittadini ed i turisti, altri ancora per le attività imprenditoriali. Eppure sono gli enti stessi che oppongono la maggiore resistenza alla politica dei dati aperti. Pensate che dei 118 Comuni capoluoghi di provincia, solo 18 offrono dati aperti di tipo geografico, cioè poco più del 15%. Questi pochi Comuni offrono essenzialmente dati tematici, spesso scarsamente utilizzabili perché provenienti da sistemi di gestione amministrativa. Gli esercizi commerciali ne sono un esempio lampante: un elenco con le anagrafiche di alberghi senza la classica categoria e le altre informazioni utili al turista, è un dataset di scarso interesse. Per quanto riguarda poi la cartografia di base, solo 9 Comuni la rendono disponibile, e naturalmente in formati e modelli differenti ed in alcuni casi offrendo solo alcuni elementi della cartografia (vedi ad esempio il caso di Palermo). Gli stradari sono poi spesso presenti ma anche qui con modelli sostanzialmente differenti (vedi Figura 4).
Fig. 3 – Sezione Download del Geoportale della Regione Sardegna; Portale Open Data della Regione Piemonte (con i dati più scaricati); Sezione Open Dati del Geoportale della Regione Calabria.
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FOCUS Vincoli e piani regolatori sono poi una vera rarità, pur essendo i dati più richiesti in assoluto da ingegneri, architetti, geometri, geologi, ecc. Questo per quanto riguarda i Comuni capoluoghi di provincia. La situazione degli altri 8.000 Comuni è più che desolante. Grazie a qualche stimolo regionale in Piemonte, in Emilia Romagna e nel Lazio, per esempio, c’è qualche buona pratica comunale, ma siamo ben lontani da percentuali di qualche interesse. Oltre gli enti citati c‘è anche qualche ARPA regionale e qualche comunità montana che offrono dati geografici aperti. Sono poi disponibili dati anche dinamici sui trasporti pubblici di quattro città, molto richiesti per le APP che consentono al cittadino di muoversi agevolmente nelle grandi aree metropolitane. Infine è importante citare iniziative di aziende private o di volontari che sopperiscono egregiamente alla mancanza di dataset geografici degli Enti Pubblici, con servizi e dataset open. In primo luogo il famoso OpenStreetMap a cui va fatto un ringraziamento particolare perché al momento è l’unico dataset open di cartografia di base a copertura nazionale, oltre che mondiale. Ci ha pensato la società e-Geos a pubblicare in open un servizio di interoperabilità a standard OGC di ortofoto a copertura nazionale (le ortofoto dell’Agea non sono pubbliche e quelle dei Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare non sono open – Figura 5). A conclusione di questa breve analisi della disponibilità di dati geografici aperti in Italia, vorrei sottolineare tre importanti questioni che devono essere affrontate con attenzione e serietà dai soggetti preposti. La prima riguarda la necessità di una maggior consapevolezza nei confronti
Fig. 4 – Esempio di modelli differenti di stradari open di quattro città italiane.
dell’Open Data. Tale consapevolezza è richiesta innanzitutto agli Enti ed in questo caso si deve concretizzare in una particolare attenzione alle necessità dei potenziali riutilizzatori (professionisti, imprese, sviluppatori, cittadini), dando quindi priorità a quei dataset geografici che sono richiesti anche dalle pratiche amministrative. Inoltre di tutti i dataset disponibili l’ente deve valutare con attenzione il contenuto in funzione dei possibili usi, la manutenibilità dei dati e l’aggiornamento periodico, gli aspetti giuridici e di licenza d’uso. Ma la consapevolezza riguarda anche il riutilizzatore, che spesso non distingue fra dato scaricabile con o senza licenza open. Il riutilizzatore deve anche fare molta attenzione all’integrazione di vari dataset pubblicati con licenze differenti soprattutto se questi dati sono poi resi consultabili da una APP o da un sito web pubblico. La seconda questione riguarda il fatto che le Amministrazioni si devono coordinare e cercare di usare modelli di dati identici magari utilizzati in tutta Europa (vedi Inspire), così da renderne semplice il riutilizzo ma anche l’interscambio fra enti e il mosaico dei vari dataset a
copertura locale per ottenere coperture nazionali. Infine la terza questione è la necessità di usare un lessico comune, un vero e proprio vocabolario definito e traducibile facilmente in altre lingue. Ci si può anche qui ispirare alla Direttiva Europea Inspire che l’Italia ha adottato. Oggi se cerco un determinato layer sui vari portali open, troverò oggetti diversi con modelli diversi e, a volte, non troverò affatto quel layer perché quel determinato ente lo ha chiamato con tutt’altro nome. Sono cose impossibili? Eppure tutte le condizioni a contorno ci sono: una legge nazionale, una direttiva Europea, una necessità impellente del mercato. Tutti ingredienti che possono aiutare il nostro Paese a crescere per essere al passo coi tempi ed a sviluppare l’economia che ne ha tanto bisogno. Prima di terminare non posso fare a meno di darvi appuntamento alla Conferenza OpenGeoData Italia “Dati geografici: l’open data consapevole” che si terrà a Roma il 19 febbraio 2015. Vi aspetto tutti!
PAROLE CHIAVE OpeGeoData; enti pubblici; dataset; Open Data; dati geografici
ABSTRACT The opening of the geographical data in Italian took off in 2011 with an initial strong impulse showing its peak in 2013. But, despite a national law of 2012 which decree the application of geodata, there are still many public agencies that resist. In addition, the publication and reuse of open datasets have highlighted the lack of uniformity of the structures and data models, the inadequate pace of renovation, the use of different terminologies and vocabularies.
Fig. 5 – La pagina del Geoportale Nazionale in cui sono riportati i termini di utilizzo dei dati e dei servizi che decretano un riuso certamente non aperto, secondo la Legge 221/2012.
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AUTORI Giovanni Biallo Presidente dell’Associazione OpenGeoData Italia www.opengeodata.it g.biallo@opengeodata.it
GEOmedia n°6-2014
FOSS4G
Europe 2015 Conference
Politecnico FOCUS di Milano Como Campus 14-17 luglio 2015 http://europe.foss4g.org/2015
Il Politecnico di Milano, insieme a OSGeo (Open Source Geospatial Foundation, ICA (International Cartographic Association) ed ISPRS (International Society of Photogrammetry and Remote Sensing), è onorato di organizzare la seconda edizione del convegno FOSS4G (Free and Open Source Software for Geospatial) Europe, che si svolgerà presso il Polo Territoriale di Como del Politecnico di Milano dal 14 al 17 luglio 2015. Il convegno riunirà sviluppatori ed utenti di software geografico libero (europei e non solo) sotto il motto “Open Innovation for Europe” e proporrà un ricco programma di interventi suddiviso in 6 sessioni: accanto alle tradizionali track accademica e generale, si terranno speciali track sulle applicazioni FOSS4G per risorse idriche, open geodata, librerie e posizionamento indoor/outdoor. Tutti i dettagli della Call for Paper sono pubblicati sul sito Web del convegno. Tali sessioni saranno precedute da una giornata di workshop (14 luglio) e seguite dal tradizionale code sprint (18 luglio). Altri importanti eventi complementari saranno un meeting dei laboratori coinvolti nell'iniziativa GeoForAll (http://www.geoforall.org), un mapping party per la città di Como per celebrare l'anno 2015 come International Map Year, e la terza edizione del concorso NASA World Wind Europa Challenge (http://eurochallenge.como.polimi.it) che premierà le applicazioni sviluppate dai migliori studenti. Tutto questo nella bellissima cornice estiva della città e del lago di Como, a cui il Comitato Organizzatore del convegno vi dà l'arrivederci!
https://www.facebook.com/foss4g.europe https://twitter.com/foss4ge visita il sito www.rivistageomedia.it
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REPORTS
IL COMUNE DI CESENA E GLI OPEN GEO DATA SUGLI INCIDENTI STRADALI: CONOSCERE PER PREVENIRE IN OTTICA
SMART-CITY
di Morena Moretti e Alessandro Greco
Il Comune di Cesena svolge dal 2005 una georeferenziazione degli
incidenti stradali sui propri territori, raccogliendo una mole di dati
che saranno pubblicati su un portale accessibile liberamente.
Scopo
del portale è informare i cittadini rispetto ai luoghi ad elevato tasso di incidentalità, alla trasparenza dell’ente rispetto agli interventi di
sicurezza stradale e alle azioni di controllo nei periodi critici.
Fig. 1 - Home Page del portale Open Data del Comune di Cesena.
C
esena è un Comune di oltre 97.000 abitanti e, con un’estensione di 250 km2, è sicuramente un territorio la cui vastità presenta problematiche di gestione dal punto di vista “informativo”. Il Sistema Informativo Territoriale si occupa, dal momento in cui è nato come servizio di Staff nel 1998, di gestire e tracciare le trasformazioni del territorio, e di consolidarne il patrimonio informativo, in continuo collegamento e scambio informativo con la Regione E-R. Nel 2010 il SIT è stato congiunto alla funzione Statistica: tale processo di trasformazione di tipo organizzativo ha determinato una proficua e approfondita integrazione di processo, rese possibili soprattutto da un continuo arricchimento di statistiche territoriali, a supporto della pianificazione strategica. Lo svilupparsi ed il proporsi dell’Open Data a vari livelli è stato colto come una opportunità in quanto consente al Comune di raggiungere più obiettivi contemporaneamente. In tempi di continue revisioni di “spending resource” questo approccio permette all’Ente di ottenere tangibili risultati nello snellimento organizzativo, in quanto il portale Open Data è visto come punto unico di divulgazione di informazioni validate, certificate e complete dei Metadati, dove tutti, amministrazione comunale compresa, possono attingere per importanti
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risorse informative di riferimento, evitando ridondanze, incongruenze, duplicazioni di dati, “passaggi di mano”. LA GEOREFERENZIAZIONE DEGLI INCIDENTI STRADALI: CONOSCERE PER PREVENIRE Il Servizio SIT-STATISTICA, in collaborazione col Servizio Mobilità svolge dal 2005 una rilevazione dettagliata sugli incidenti stradali del territorio cesenate, in stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine (Polizia Stradale, Polizia Municipale e Carabinieri). Gli aspetti che rendono pressoché “unica” questa indagine sono: 4la georeferenziazione puntuale e lo studio mirato sul territorio 4la rilevazione anche degli incidenti con solo danni a cose, per una più corretta conoscenza dell’incidentalità (quasi sempre le statistiche disponibili si riferiscono a incidenti con danni a persone) Questa premessa metodologica va sempre tenuta in debita considerazione quando si confrontano i dati del Comune con altre statistiche nazionali. Tale indagine continuativa nel tempo risulta fondamentale al fine di: 4evidenziare i cosiddetti “punti neri”, ovvero i luoghi ad elevato tasso di incidentalità, nell’intento di definire interventi di Mobilità atti a migliorare la sicurezza delle strade.
4evidenziare i momenti (orari, giorni, periodi dell’anno) caratterizzati da criticità per valutare interventi di maggior controllo. Classico esempio la progressiva eliminazione di alcuni specifici incroci a raso in favore dell’inserimento di rotatorie, ritenute un valido strumento nel miglioramento della sicurezza e della qualità della circolazione. IL PORTALE OPEN DATA Il Servizio Sit-Statistica circa due anni fa, al divulgarsi dei primi portali Open Data nazionali, ha subito percepito anche per il Comune di Cesena l’opportunità di raggiungere vari obiettivi: 4aumentare la trasparenza della propria attività istituzionale; 4migliorare l’interattività tra Amministrazione e cittadini/imprese; 4ridisegnare i flussi informativi, revisionando i processi interni a beneficio dell’intera struttura comunale; 4aderire attivamente alle Direttive comunitarie e nazionali per una buona e-governance. E’ incominciata quindi la fase di analisi delle informazioni disponibili e maggiormente richieste e si è progettata la struttura del portale, realizzato in modo semplice ma estremamente ricco. Demografia, Cartografia, Bilancio sono le informazioni che dai vari portali risultano essere le più richieste;
GEOmedia n°6-2014
REPORTS partendo da queste, per le quali il Servizio SIT-Statistica aveva già strutturato una ricca produzione, si è reso disponibile una corposa panoramica della realtà cittadina cesenate composta da oltre 250 dataset, destinata a crescere costantemente nel corso dei mesi. La prima versione del portale è stata totalmente sviluppata internamente all’ente ed è stata messa on-line a Maggio 2013 (figura 1). Dal cambiamento organizzativo in atto, relativo alla nascita dell’Unione dei Comuni Valle Savio, è nata la necessità di adottare un nuovo Portale Open Data a servizio di tutti comuni aderenti. Nel corso dei primi mesi del 2015 il portale sarà quindi totalmente rinnovato e potenziato grazie alla migrazione verso la piattaforma open source StatPortal Open Data in ottica sia di riuso con il portale open data della Provincia di Forlì Cesena sia di notevole evoluzione rispetto alle funzionalità attualmente offerte, specialmente per quanto riguarda la capacità del sistema di rendere i dati non solo scaricabili ma anche visualizzabili in modo interattivo con tabelle, grafici e mappe interattive. GLI OPEN GEO DATA SUGLI INCIDENTI STRADALI I dati relativi agli incidenti stradali descritti nel paragrafo precedente sono tra quelli che sono stati pubblicati come open data nel portale del Comune. Con tale operazione i dati acquisiscono una nuovo valore: si passa infatti da un utilizzo esclusivo dell’ente per il supporto alle decisioni a quello aggiuntivo di strumento di comunicazione verso la cittadinanza per prevenzione e trasparenza. Grazie alle funzionalità di “data visualization” disponibili nel nuovo portale, questi open geo data possono esse-
LA PIATTAFORMA STATPORTAL OPEN DATA StatPortal Open Data (http://www. opendata.statportal.it) è una delle più complete soluzioni open source per realizzare portali open data. Sviluppata e mantenuta da Sistemi Territoriali s.r.l., la piattaforma è attualmente in uso presso Regione Abruzzo, Provincia di Lucca, Provincia di Forlì Cesena, oltre che nel portale DatiOpen.it (la più grande banca dati di dati aperti italiani) e vari altri contesti non direttamente correlati all’open data. (es. è usata da Eupòlis Regione Lombardia per la diffusione dei dati statistici regionali sul web attualmente a solo uso interno). Oltre ad offrire tutte le principali funzionalità di altre soluzioni per gli open data (es. CKAN) la soluzione si distingue perché: 4E’ un progetto completamente italiano, il che esclude problematiche di localizzazione della lingua (evidenti in molti portali) e facilita gli aspetti legati al supporto e alla manutenzione adeguativa ed evolutiva. 4E’ nativamente basato su Drupal, uno dei CMS più potenti e diffusi e che quindi può vantare una ampia community e disponibilità di plugin aggiuntivi. 4Ha una componente di data storage nativa in grado di gestire dati alfanumerici, geografici e triple RDF (Linked Open Data), consentendo quindi la gestione di informazioni di vario tipo. 4Ha un avanzato modulo di data visualization grazie al quale i dati catalogati non sono solo scaricabili ma possono anche essere fruiti sul web con tabelle, grafici e mappe interattive generate automaticamente dal sistema e personalizzate. 4Consente l’esposizione del catalogo e dei dati con molteplici formati e protocolli (es. XML, JSON, ODATA, RDF, endpoint SPARQL) agevolando quindi il possibile riuso dei dati. 4Grazie al protocollo ODATA consente la realizzazione di reti di portali federati che condividono non solo i metadati ma anche i dati senza che questi siano copiati da un database ad un altro. La piattaforma espone inoltre le API CKAN, rendendola quindi pienamente compatibile e federabile con altri portali realizzati con tale tecnologia, DatiGov.it compreso. re fruiti via web con mappe, tabelle e grafici che danno alla cittadinanza delle chiavi di lettura mirate. Per comprendere le potenzialità dello strumento, prendiamo ad esempio una mappa rappresentante la localizzazione degli incidenti stradali in
Fig. 2 – Rappresentazione cartografica puntuale degli incidenti stradali.
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una delle vie principali del Comune. Con una rappresentazione puntuale “classica”, ovvero in cui ogni incidente è rappresentato con un segnaposto stile google map, è difficile riuscire ad percepire quali siano le zone a più alta densità di incidenti (figura 2). La situazione cambia radicalmente se applichiamo alla mappa una classificazione a calore basata sulla densità dei punti, ovvero una mappa in cui le zone ad alta densità di incidenti sono colorate come diverse gradazioni di giallo, rosso e blu: il fenomeno diventa molto più comprensibile e quindi si riesce a comunicare in modo molto più efficace quali sono gli incroci più pericolosi, ovvero quelli in cui è bene prestare maggiore prudenza (figura 3). La stessa mappa può essere filtrata per ogni anno, in modo da evidenziare come un determinato intervento di sicurezza stradale abbia dato i proprio risultati positivi. Nella figura 4 si evidenzia come la realizzazione di
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REPORTS
Fig. 3 - Rappresentazione a mappa di calore delle zone con più alta densità di incidenti.
L’Open Data rappresenta uno degli attori di rilevanza strategica più importante per la costituzione della “Smart City”, a patto che i dati che si vanno a pubblicare siano davvero fruibili per il grande pubblico e riescano quindi ad offrire un valido ed utile servizio di comunicazione verso la cittadinanza. La scelta del Comune di migrare il proprio portale verso una piattaforma open data avanzata come StatPortal Open Data e di usarla per diffondere dati e loro rappresentazioni di pubblica utilità e di facile comprensione va proprio in questa direzione.
Fig. 4 – Mappa di calore che mostra la densità di incidenti prima (anno 2006) e dopo (anno 2013) la costruzione di una rotatoria.
una rotatoria abbia ridotto significativamente il numero di incidenti in quella zona tanto da ricondurla alla media degli altri tratti stradali. Se rappresentiamo lo stesso dato come un grafico sulla serie storica del totale degli incidenti per anno, riusciamo a dare evidenza alla cittadinanza di come le azioni ed investimenti del Comune sulla viabilità e sicurezza stradale hanno portato ad una diminuzione degli incidenti di circa il 25% negli ultimi 12 anni (figura 5). Altri grafici possono essere fatti sulle condizioni atmosferiche, sulla gravità dell’incidente, ecc. Tutte queste ed altre reportistiche saranno generate direttamente nel nuovo portale, e sarà realizzata una sezione tematica dedicata all’incidentistica stradale in cui il cittadino potrà trovare tutte queste reportistiche già “pronte” per essere fruite compren-
sive della descrizione dei fenomeni rappresentati. Offrire una lettura efficace di questi dati anziché il solo download è un mezzo indispensabile per aumentare la conoscenza dei cittadini sui luoghi ad elevato tasso di incidentalità e alla trasparenza dell’ente rispetto agli interventi di sicurezza stradale e alle azioni di controllo nei periodi critici. CONCLUSIONI L’ultimo biennio, iniziato con lo sviluppo del portale Open Data e giunto ad un concreto utilizzo di dati da parte di una variegata platea di “stakeholder” ha generato nel Comune un cambiamento culturale importante: le attività di integrazione di dati e l’analisi dei processi informativi, pane quotidiano di SIT e Statistica, acquistano ancor più valore se finalizzati anche alla loro divulgazione in “Open Data”.
RIFERIMENTI Formez PA (2011). Open Data Come rendere aperti i dati delle pubbliche amministrazioni. Comune di Cesena Assessorato infrastrutture e mobilità (2011). Per sicurezza informiamo. Gli incidenti stradali nel Comune di Cesena dal 1998 al 2009. Moretti (2013). Il dato Open è anche Smart, Open Data in Romagna: si deve fare!, Comune di Faenza, Emilia Romagna, ITALIA Portale open data Comune di Cesena: http://dati.comune.cesena.fc.it/ Piattaforma StatPortal Open Data: http:// www.opendata.statportal.it Portale DatiOpen.it: http://www.datiopen.it Portale open data Regione Abruzzo: http:// opendata.regione.abruzzo.it Portale open data Provincia di Lucca: http:// opendata.provincia.lucca.it Sistemi Territoriali s.r.l.: http://www.sister.it ABSTRACT The Municipality of Cesena held since 2005, a georeferencing of road accidents of its territory. Since January 2015 these data will be published on the new open data portal of the City realized with technology StatPortal Open Data. By acting as "data visualization" these open geo data will be accessible via the web with maps, charts and graphs with multiple benefits, from increased knowledge of citizens compared to places with a high accident rate to the transparency of the institution from the measures road safety and control actions during critical periods. PAROLE CHIAVE Incidenti; open data; smart city; info statportal open data; open source
mobility;
AUTORI Morena Moretti moretti_m@comune.cesena.fc.it Comune di Cesena
Fig. 5 - Andamento del numero di incidenti negli anni.
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Alessandro Greco a.greco@sister.it Sistemi Territoriali S.r.l.
2015
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RECENSIONE
RILEVAMENTO GEOMORFOLOGICO E CARTOGRAFIA AUTORE:
Maurizio D’Orefice, Roberto Graciotti
EDITORE:
Dario Flaccovio
PAGINE:
359
PREZZO: €€
45,00 euro
ISBN:
978-88-579-0402-3
A CHI É DIRETTO: Studenti e professionisti del rilevamento Geologico
I
l testo affronta il tema del rilevamento geomorfologico con una particolare attenzione all’aspetto dell’interpretazione cartografica e del territorio visto attraverso gli strumenti della fotointerpretazione e della aerofotogrammetria integrati e verificati con rilievo diretto a terra. Un manuale che descrive la materia non solo dal punto di vista scientifico e accademico, ma da quello di chi opera sul territorio, sia per realizzare cartografia geomorfologica, che per utilizzarla al fine di comprendere i numerosi caratteri ad esso connessi. L’aspetto digitale ed informatico è trattato con il giusto peso e la corretta importanza che ritorna al significato del dato contenuto, la sua affidabilità ed accuratezza, nonché la sua codifica ed interpretazione con i segni grafici che lo contraddistinguono e che servono a trasferire un’informazione molto complessa utilizzando il linguaggio del segno a prescindere da quale sia poi il suo trattamento informatico. Con ciò cercando di sfruttare le potenzialità dell’informatica a servizio del contenuto, spesso oggi troppo ignorato nella redazione della cartografia, sul cui contenuto si è scritto sempre meno negli ultimi anni, dando maggioritaria importanza ai sistemi di gestione più che alla qualità del contenuto e la conformazione della sua espressione.
PROMO
2015
Gli l’
Gli autori hanno indirizzato il testo ad una potenziale popolazione di lettori che sono coinvolti dal rilevamento geomorfologico, non solo nell’ambito dell’insegnamento universitario, ma anche ai tecnici del territorio presenti nelle istituzioni e nel mondo professionale diretto e collegato. Non solo geologi, pertanto, troveranno il testo di particolare interesse, ma anche architetti, ingegneri, geometri, periti agrari e tutti coloro che operando sul territorio o per la realizzazione di nuove infrastrutture o per difenderlo dalle azioni incombenti dell’uomo e della natura, abbiano necessità di una conoscenza approfondita della sua conformazione morfologica, che spesso oggi portano a necessità di particolare approfondimento anche nell’ambito delle applicazioni forensi. L’aspetto topografico, nel senso etimologico della parola, è quello in cui gli autori dimostrano una particolare competenza portando un valido contributo a quella “descrizione dei luoghi”, o intesa dalla sua etimologia greca tόpos (luoghi) -grafίa (descrizione grafica), che fa contemplare questo testo come un complemento base per una topografia geomorfologica indispensabile per leggere e rappresentare il nostro territorio, ferito da una azione dell’uomo sempre più incosciente ed ignara, proprio
per la mancanza di questa informazione usufruita al livello adeguato. Aquisite le principali nozioni fondamentali, gli autori hanno cercato di ridurre all’essenziale le definizioni, soffermandosi su questioni concrete e applicative. L’obiettivo è quello di fornire una serie di indicazioni pratiche che possono risultare di utilità agli operatori del settore e costituire una guida da adottare per il rilevamento geomorfologico. A questo proposito vengono richiamati elementi di fotointerpretazione e fotogrammetria e sono affrontate le principali problematiche inerenti all’informatizzazione dei dati per la realizzazione di carte digitali. Infine vengono riportate le indicazioni per la stesura di note esplicative e per la lettura e l’interpretazione delle carte geomorfologiche. Il testo, destinato agli studenti universitari, è rivolto anche a coloro che si apprestano a sostenere l’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di geologo, ai professionisti che affrontano le problematiche connesse alla gestione del territorio e agli specialisti che operano nel campo delle discipline forensi. di Renzo Carlucci
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REPORTS
I-LOCATE - INDOOR/OUTDOOR LOCATION AND ASSET MANAGEMENT THROUGH OPEN GEODATA
di Claudio Eccher e Giuseppe Conti
Studi recenti hanno evidenziato che, in media, trascorriamo circa il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi e, spesso, non familiari.
L’esigenza di localizzare/guidare
persone o oggetti in spazi sia esterni che interni (senza discontinuità tra esterno ed
interno) darà origine ad una serie di nuovi servizi di tipo
LBS (Location-Based Services)
che potranno avere anche una notevole rilevanza economica.
Fig. 1 - Mostra la mappa dei partner di progetto.
I
l mercato del indoor LBS è destinato a crescere a due cifre; le previsioni per il 2017 parlano di un giro d’affari di 2,5 miliardi di dollari nel 2017(Abi research. Indoor Maps: Winners, Losers, and Revenues: http://goo.gl/DEGUcq Last accessed December 2014). Si pensi quanto potrebbero essere importanti, ad esempio, la gestione ed il monitoraggio efficiente e accurato di persone ed “asset” negli ospedali o nei centri sanitari, sia in termini economici sia in termini sociali (per la rintracciabilità del personale medico, dei pazienti, di attrezzature portatili, per la navigazione assistita dei visitatori, ecc.) Per utilizzare questi servizi di localizzazione, diventano indispensabili sia i sistemi informativi geografici (GIS) sia i dati geografici di spazi esterni e, soprattutto, di spazi interni. I dati geografici territoriali (spazi esterni) sono facilmente accessibili anche come Open Data (OD); si veda ad esempio OpenStreetMap (OpenStreetMap http://www.openstreetmap.org/. Last Accessed Decembrer 2014). Le informazioni geografiche relative a spazi interni, invece, sono attualmente scarsamente disponibili, soprattutto come Open Data. Nel caso di edifici accessibili al pubblico, come ospedali, stazioni, aeroporti, centri commerciali e uffici pubblici, l’accesso a dati geografici indoor, in particolare come Open Data, presenterebbe una serie di vantaggi sia sociali sia nella prospettiva dell’avvio di nuove attività di business per le imprese che si occupano di GIS. L’obiettivo generale del progetto i-locate è quello di colmare queste lacune attraverso la creazione di servizi innovativi basati sulla localizzazione indoor/outdo14
or di persone e oggetti. In questo senso, i-locate è stato pensato per rispondere a questi requisiti di mercato emergenti sfruttando il “know-how” specifico di un gruppo di piccole e medie imprese europee (SME) specializzate in questi specifici settori. i-locate, infatti, è un progetto di innovazione che utilizza tecnologie esistenti, trasferendo i risultati di ricerche già effettuate in altri contesti in prodotti reali da mettere a disposizione del privato cittadino e degli enti pubblici. IL PROGETTO IL CONSORZIO I-LOCATE Il progetto i-locate ha un budget totale è di 4,7 Milioni di euro ed è cofinanziato al 50% dalla Commissione Europea (programma FP7 ICT-PSP). Partito il 1 gennaio 2014, durerà tre anni, e prevede un consorzio di 24 partner localizzati in 9 paesi europei: Italia, Romania, Regno Unito, Grecia, Olanda, Malta, Germania, Croazia, Lussemburgo (Figura 1 e Tabella 1). L’Italia partecipa al progetto con 9 partner, per un budget complessivo superiore a 2,2 milioni di euro. Siti pilota per la sperimentazione in Italia saranno il Comune di Genova e il Comune di Velletri, per servizi di guida del cittadino che accede ad uffici pubblici, e l’APSS con l’ospedale di Rovereto, per servizi di guida del cittadino che accede ad ambulatori per visite specialistiche in ospedale e per la localizzazione e gestione di apparecchiature ed ausili medicali (sedie a rotelle). Il Trentino gioca un ruolo da protagonista: è la sede del coordinamento del progetto e conta 4 partner (Trilogis, FBK, APSS e U-HOPPER) con un assegnamento di circa 1,7 milioni di euro di budget.
GLI OBIETTIVI E I RISULTATI L’obiettivo generale di i-locate è declinato in una serie di obiettivi specifici: • La creazione di un geo-portale pubblico, il cosiddetto “hub virtuale”, che raccoglierà e renderà fruibili, come Open Data, le informazioni geografiche degli interni di edifici accessibili al pubblico. • L’estensione degli attuali “open standard” per supportare la geo-localizzazione interna/esterna, che dovrà tenere in particolare considerazione fondamentali requisiti di privacy e di sicurezza, per la protezione dei dati personali e sensibili. • Lo sviluppo di un “toolkit” open source di servizi LBS per il tracciamento, il monitoraggio ed il “routing” di persone ed oggetti in contesti indoor-outdoor, basato sui protocolli standard definiti o utilizzati nel progetto. • Lo sviluppo di client per piattaforme mobili (app) che accedano ai servizi del “toolkit” attraverso i protocolli standard. • La sperimentazione dell’”hub virtuale” e del “toolkit” in alcuni contesti reali: sanità pubblica, servizi pubblici e privati, beni culturali. La sperimentazione durerà più di un anno e coinvolgerà utenti reali in 14 siti pilota in 9 paesi europei. • La promozione di attività di sensibilizzazione mirate a massimizzare l’impatto di i-locate attraverso una serie di conferenze, workshop, azioni di formazione. • La promozione di processi di trasferimento dell’innovazione in attività di business nel dominio dell’informazione geografica indoor, utilizzando GEOmedia n°6-2014
REPORTS l’accesso diretto a “smeSpire”, la più grande rete di PMI geo-ITC in Europa (SmeSpire, A European Community of Geo-ICT SMEs. http://www.smespire.eu/ Last Accessed December 2014). SmeSpire potrà garantire la massa critica di stakeholders potenzialmente interessati ai risultati di ilocate e promuovere lo sviluppo di servizi innovativi a partire dai risultati del progetto. Il sistema i-locate è basato sull’impiego di diversi dispositivi tecnologici “orchestrati” tramite sistemi informativi gestionali e geografici. Tra i risultati del progetto ci sarà la creazione e pubblicazione di un portale per la condivisione di “open data” relativi a spazi “indoor”: palazzi pubblici, centri commerciali, ospedali, ecc., e la creazione di una tecnologia per la localizzazione e la navigazione “porta a porta”, sia indoor che outdoor, attraverso l’utilizzo delle numerose tecnologie oggi disponibili (Wi-Fi, GPS, Bluetooth, ecc.) in maniera totalmente trasparente per l’utente. Le tecnologie sviluppate saranno validate nei 14 siti pilota in Europa con il coinvolgimento attivo degli utenti finali. La durata prevista della fase di validazione è di un anno. I casi d’uso che verranno esplorati sono di grande rilevanza tecnologica, sociale ed economica: • Servizi sanitari: supporto per la guida “porta a porta” dei pazienti all’interno di un percorso clinico, da casa sino all’ambulatorio all’interno dell’ospedale, tenendo conto di condizioni “dinamiche” quali disponibilità di mezzi pubblici (all’esterno) o code in ambulatorio (all’interno). • Servizi pubblici: supporto per la guida porta a porta dei cittadini sino all’ufficio pubblico di interesse (ad esempio l’ufficio anagrafe). • Percorsi culturali: supporto a percorsi culturali che si svolgono sia in esterno che all’interno di spazi museali. • Gestione della manutenzione di apparecchiature: supporto a responsabili e tecnici manutentori nell’individuazione all’interno di edifici di apparecchi che richiedono attività di manutenzione. • Condivisione di dispositivi e strumenti: supporto per la localizzazione di attrezzature all’interno di edifici che consentano meccanismi più flessibili di gestione, programmazione di utilizzo e condivisione, tra diversi utilizzatori, uffici, dipartimenti ecc. • Controllo di grandi infrastrutture: supporto alla gestione e controllo del traffico veicolare in tunnel e su tratti di strada pericolosi.
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Italia
Trilogis srl (Coordinatore) U-HOPPER Srl Epsilon Italia Srl GISIG - Geographical Information Systems International Group Azienda Provinciale per i servizi sanitari Provincia Autonoma (APSS) di Trento Fondazione Bruno Kessler Comune Di Genova Comune di Velletri (Roma) Comune di Tremosine (BS)
Romania
Municipalità di Alba Iulia Municipalità di Brasov Municipalità di Baia Sprie Urbasofia Srl S.C. Industrial Software Srl Fida Solutions Srl Museo Brukenthal - Sibiu
Regno Unito
Cadzow Communications Consulting Limited GiStandards LTD
Grecia
Epsilon International SA Ospedale di Mitera
Olanda
Technische Universiteit Eindhoven
Malta
GeoSYS Limited
Germania
ZIGPOS GmbH
Croazia
Grad Rijeka
Lussemburgo
Technoport SA
Tab. 1 - Paesi e partner del progetto i-locate.
IL GIS COME ELEMENTO PORTANTE DI I-LOCATE Quando si devono gestire dati interni ed esterni ad un immobile, oppure si devono gestire grandi infrastrutture di rilevanza territoriale (porti, aeroporti, strade, piste ciclabili, reti tecnologiche, ecc.), la scelta tecnologica ricade obbligatoriamente sul GIS, che risulta essere l’unica opzione in grado di consentire la scalabilità continua da grandi aree al singolo oggetto territoriale. Il GIS ha la capacità di fornire modelli di scenari complessi che includono la visualizzazione multidimensionale: 3D (spazio), 4D (tempo) e 5D (denaro), per integrare le informazioni provenienti da tutte queste dimensioni spaziali, temporali ed economico/finanziari. L’integrazione dei dati spaziali presenti nei geo-database GIS derivano spesso da rilievi aerofotogrammetrici, da fotogrammetrie, da rilievi GPS (Global
Positioning System); pur essendo dati spesso molto precisi ed accurati, essi non contengono informazioni di alcun tipo sull’interno degli edifici stessi. Queste “non informazioni” sono dei veri e propri “buchi” conoscitivi nel tessuto informativo. Quel che è peggio è che tali “buchi” sono in corrispondenza dei luoghi (di lavoro e di residenza) dove le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo, ma anche dove si concentrano importantissimi investimenti finanziari. Da qualche anno a questa parte, si sta assistendo ad una progressiva evoluzione dei sistemi GIS che stanno progredendo dal loro originario ruolo di gestore di territori a quello di gestione urbana fino ai più moderni ed evoluti concetti di “Site Geography” e “Building Geography”, e al recentissimo concetto di “indoor GIS”.
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REPORTS L’integrazione tra tradizionali sistemi GIS, tecnologie di indoor GIS e informazioni sule strutture interne degli edifici con un approccio Open Data, è il concetto alla base del progetto “ilocate”, che promette di affrontare e colmare i “buchi” conoscitivi che impediscono un’effettiva implementazione di servizi di supporto e guida senza soluzione di continuità tra territorio esterno e strutture interne. ASPETTI ETICO-LEGALI IN I-LOCATE Il progetto i-locate pone all’attenzione dei progettisti rilevanti problemi eticolegali. Prima di tutto, il progetto intende sviluppare tecnologie e servizi per la localizzazione e il tracciamento di persone e veicoli, in grado di rivelare la posizione dei soggetti in tempo reale, con la produzione di dati che devono essere adeguatamente protetti. In secondo luogo, l’applicazione di queste tecnologie a scenari di guida di un paziente in una struttura sanitaria per prestazione specialistiche, si configura come un trattamento di dati sensibili. Anche la semplice conoscenza di che tipo di visita un paziente debba fare, infatti, è un’informazione atta a rilevare lo stato di salute di un soggetto, anche se a questi dati non è associato nessun altro dato di salute. Pertanto il sistema ricade nell’ambito di applicazione delle normative sui dati personali sensibili (in Italia il Codice della Privacy 196/03). La situazione è resa più complessa dalla sperimentazione in siti pilota di vari paesi europei. Un terzo problema riguarda la pubblicazione di dati di struttura e disposizione interna di edifici (sedi di governo cittadino, musei, ecc.) che potrebbero essere obiettivi sensibili per azioni dimostrative o terroristiche. Questi aspetti hanno reso necessaria una prima fase di analisi approfondita delle normative europee e nazionali correlate alla protezione, gestione e divulgazione di dati riferibili a persone e strutture nel contesto degli obiettivi del progetto, che è stata la base per la scrittura e l’implementazione dei requisiti di sicurezza e privacy delle applicazioni e dei servizi i-locate. L’ADVISORY BOARD DI I-LOCATE L’Advisory Board di i-locate è costituito da esperti di alto livello appartenenti ad Aziende ed Enti operanti a livello internazionale nel mondo del GIS, degli standard, dei database, delle telecomunicazioni, della sicurezza; essi forniranno suggerimenti non vincolanti e raccomandazioni sulle attività del progetto a livello strategico. L’AB si riunisce almeno una volta l’anno, fisicamente o virtualmente; la prima riu16
Fig. 2 - L’Advisory Board del progetto i-locate.
nione dell’Advisory Board si è già svolta a fine gennaio 2014 durante il meeting internazionale tenutosi a Rovereto (TN) per il kick-off del progetto i-locate. L’elenco dei soggetti partecipanti alla prima versione dell’AB è rappresentato in Figura 2; questo primo elenco potrà essere successivamente esteso nel corso del progetto attraverso il coinvolgimento di altri componenti. Oltre al fondamentale compito di indirizzo e supervisione delle attività, l’AB ha anche il compito di trasmettere e di favorire una visione prospettica europea e globale; i membri dell’Advisory Board mettono a disposizione il loro qualificato patrimonio di esperienze e contribuiscono anche a svolgere un ruolo di networking con altre Aziende, Istituzioni ed Enti. LO STATO DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO Ad oggi (dicembre 2014), a quasi un anno dall’avvio del progetto, la fase di sviluppo e integrazione dei componenti del sistema è terminata nei tempi previsti dal piano di progetto. La prima versione del toolkit sarà rilasciata come Open Source per fine 2014. Per chi fosse interessato all’utilizzo del toolkit, non appena disponibile, è possibile registrarsi all’indirizzo http:// www.i-locate.eu/development/. È anche attivo un gruppo LinkedIn come canale privilegiato per ricevere aggiornamenti sul progetto, accessibile all’indirizzo: http://goo.gl/X9Qe7X. BENEFICI ATTESI Dal progetto i-locate si attendono importanti ritorni di carattere economico, occupazionale, sociale e di prestigio. Dal punto di vista economico, il progetto porterà in Italia più di 2 milioni di euro, di cui 1,7 in Trentino (finanziati al 50%). La buona riuscita del progetto sarà occasione di lavoro per le aziende che installeranno/manuterranno i sistemi di localizzazione indoor e che gestiranno i servizi relativi. Infatti, durante lo svolgimento del progetto, si prevede non solo il mantenimento dell’occupazione ma anche una crescita indotta dalle opportunità, anche a livello internazionale, generate dal progetto. Il prestigio nazionale e del Trentino vengono rafforzati per il ruolo estrema-
mente importante che essi rivestono nel progetto a livello europeo; ciò rafforza decisamente la già ottima reputazione dell’Italia e della nostra Provincia. Dal punto di vista sociale, l’introduzione di queste tecnologie porterà miglioramenti significativi sia al singolo cittadino che alla pubblica amministrazione in generale. Così come avvenne anni fa con la diffusione delle tecnologie GPS per la navigazione stradale, i-locate pone i presupposti per migliorare la qualità della vita anche del cittadino comune che, in base alle statistiche, passa quasi il 90% della vita attiva all’interno di spazi indoor. Da ultimo la Pubblica amministrazione, sia essa sanità, sociale, culturale, amministrativa, potrà innovarsi migliorando sensibilmente la propria organizzazione, ottimizzando i processi ed il flusso di persone all’interno delle proprie strutture, con notevoli vantaggi diretti ed indotti difficilmente quantificabili in questo momento.
ABSTRACT i-locate (Indoor / outdoor location and Asset Management Through open geodata) is a project that aims to develop a set of tools and services based on geo location technologies based on open data for the location and management of objects in indoor and outdoor spaces . The tools are intended both to citizens who use their smartphones to access services, aids to navigation from the front door to internal destinations to buildings (public office, clinic, shop, etc.), Obtaining any information available to support (code , unforeseen changes in the path, suggestions, etc.), and professionals for specific activities that require the location of people, equipment, etc. i-locate to an intense use of GIS technologies for navigation and tracking "indoor" (indoor GIS, 3D GIS), to locate people (eg. Alzheimer's patients) and their movements in areas not suited (geofencing) to identify and track objects / portable equipment for their location, management and maintenance. PAROLE CHIAVE Localizzazione; indoor LBS; GIS; GIS indoor; Geofencing; GIS 3D; indoor routing; open GeoData AUTORI Claudio Eccher cleccher@fbk.eu FBK – Fondazione Bruno Kessler Giuseppe Conti giuseppe.conti@trilogis.it Trilogis srl
GEOmedia n°6-2014
RECENSIONE
“DATI GEOGRAFICI APERTI: ISTRUZIONI PER IL RI-USO” IL NUOVO E-BOOK DELL’ASSOCIAZIONE OPENGEODATA ITALIA
AUTORE:
Autori Vari
CURATORE:
Giovanni Biallo
EDITORE:
Associazione OpenGeoData Italia
PAGINE:
90
PREZZO: €€
Gratuito
ISBN:
978-88-908951-1-1
A CHI É DIRETTO: a tutti coloro che pubblicano o riutilizzano dati
geografici. L’e-book in formato PDF è scaricabile dal
sito www.opengeodata.it
L
iberare i dati geografici della Pubblica Amministrazione, al fine di consentirne il libero riuso a tutti: aziende, professionisti, cittadini ed altri Enti pubblici e privati. E’ questo l’obiettivo primario che l’Associazione OpenGeoData Italia si prefigge e che persegue già da alcuni anni con attività diverse, quali convegni, seminari, studi, pubblicazioni e quant’altro utile alla diffusione della cultura dell’Open Data. Fra queste attività spicca senz’altro la Conferenza annuale, che giunge quest’anno alla terza edizione e si svolgerà il 19 febbraio 2015, focalizzandosi sulle tematiche dell’“Open Data consapevole”. Ma in attesa di scoprire cosa riserverà la nuova Conferenza, può essere intanto utile ed interessante la lettura di questo e-book che l’Associazione ha appena pubblicato, dedicato all’importante tematica del riuso dei dati geografici aperti. Si tratta di una raccolta di articoli, organizzati in capitoli, provenienti in parte dagli interventi alla Conferenza 2014 (dedicata appunto al riuso dei dati geografici), in parte redatti sulla base di nuove indagini, report e riflessioni successive all’evento. La pubblicazione è curata da Giovanni Biallo, presidente
visita il sito www.rivistageomedia.it
dell’Associazione OpenGeoData Italia, e fra gli autori figurano numerosi esperti del settore. L’argomento del riuso è dei più attuali e fondamentali in ambito Open Data, balzato alla ribalta dopo che il Decreto Crescita 2.0 (convertito in Legge a dicembre 2012) ha disposto l’apertura dei dati della Pubblica Amministrazione ed i primi Enti Pubblici hanno finalmente iniziato a convertirsi all’Open Data. Adesso l’attenzione è concentrata sulle possibilità e modalità di riutilizzo dei dati geografici aperti, e sulla spinta che questo riuso può dare all’economia italiana. Fra i contenuti dell’e-book spicca il Rapporto OpenGeoData (aggiornato al 31 dicembre 2014), un’attenta rassegna analitica dei siti della Pubblica Amministrazione che pubblicano dati geografici aperti. Altri capitoli parlano di esigenze dei professionisti, del riuso di dati geografici aperti per realizzare App e per sviluppare analisi di geomarketing. Non mancano le buone pratiche del Comune di Firenze, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e le novità sui dati satellitari aperti. L’intero e-book, ed il Rapporto in particolare, è costellato di comodi hyperlink che guidano l’acceso ai
siti di specifico interesse e consentono di ottenere rapidamente informazioni ed approfondimenti a quanto trattato nei capitoli. E’ questo il secondo e-book che l’Associazione OpenGeoData Italia realizza: il primo, pubblicato nel 2013 ed intitolato “Dati geografici aperti: istruzioni per l’uso”, è già stato scaricato diverse migliaia di volte dal sito associativo www. opengeodata.it . Allo stesso indirizzo è ora possibile scaricare liberamente questo secondo e-book, anch’esso disponibile – com’è ovvio che sia – con licenza aperta Creative Commons Attribuzione 3.0 (CC-BY) ed ampiamente riutilizzabile con la sola condizione della citazione della fonte. Arch. Giovanni Biallo biallogiovanni@gmail.com
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REPORTS
AL PEGGIO NON C’É MAI FINE di Attilio Selvini
Alcune considerazioni sulle problematiche della formazione geomatica in Italia che si trova essenzialmente
nelle scuole per geometri, ora prossime all’estinzione, e negli insegnamenti delle facoltà di ingegneria, due
realtà agli antipodi oggi anche per arretratezza da una parte e forzatura dall’altra, che ci propongono una riflessione che il nostro
N
on capisco più in quale paese io mi trovi. Un povero paese in cui da decenni ogni governo vacilla, in cui il parlamento è rissoso, in cui gli organi dello stato sono “l’un contro l’altro armati”. Governano i direttori generali dei ministeri, in modo surrettizio: ma almeno, controllano i loro sottoposti? Un rettore, quello del Politecnico di Milano, decide di usare solo la lingua inglese come mezzo per la didattica e per gli esami, negli ultimi due anni dei corsi di laurea in ingegneria e architettura: ma e la lingua madre? Non sta molto bene, a quanto si vede da ben due atti ufficiali del ministero della istruzione pubblica (!), quali sono i due temi scritti per l’esame di abilitazione professionale dei geometri (morituri, perché in via di sostituzione da parte dei cosiddetti “periti delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio”: da tutti ormai abbreviati con l’acronimo “CAT”, cioè gatto nell’inglese amato dal predetto rettore). Vediamo di parlarne, povera lingua nostra così bistrattata. La “Prima prova scritta o scritto-grafica” dell’anno del Signore 2014, dice testualmente: “Un lotto di terreno …. Insiste in zona B2 del PRG del Comune con indice territoriale, It = 0,65 mc./mq. , altezza massima degli edifici, 10,00 ml. , distanze dai confini, 5,00 ml. …” Ora, la marca ml indica i “millilitri” (e non va seguita dal punto); il metro è per sua natura e sin dalla fine del Settecento unità di misura delle distanze: l’espressione “metro lineare”, abbreviata in ml o Ml con o senza punto finale, lasciamola usare ai semianalfabeti delle agenzie di compravendita (quelli che scrivono “affittasi” invece del corretto “si loca”, scambiando l’affittanza agricola con la locazione di immobili urbani). Il metro, la cui marca è semplicemente “m”, è di 18
MIUR dovrebbe prendere seriamente in esame.
per sé unità di misura “lineare”. Ma l’estensore del tema d’esame ha anche scritto, sempre seguite dall’erroneo punto, le espressioni “mq” e mc”, che in un atto ufficiale sono assolutamente censurabili: e non mi si dica che ciò è stato fatto per comodità: qualunque sistema di videoscrittura permette oggi di scrivere correttamente “m2” e m3” senza difficoltà alcuna. Ma che l’estensore abbia scarsa dimestichezza con la lingua di Dante lo dimostra l’intero testo da lui malamente scritto; si legge infatti più oltre: “Gli elaborati da eseguire sono: 1)Pianta delle sistemazioni esterne e copertura del fabbricato in scala 1:500; Pianta P.T., Piano tipo,Prospetti e almeno una Sezione in scala 1:200”. Orbene, i sostantivi piano, pianta, prospetti e sezione sono nomi comuni di cosa; a me, sin dalle scuole elementari era stato insegnato che tali sostantivi si debbono scrivere con iniziale minuscola. L’iniziale maiuscola corrisponde a un errore di ortografia! E non risulta nemmeno chiaro, se la sola sezione vada disegnata in scala 1:200, oppure ciò valga anche per gli altri grafici precedenti: io avrei scritto per chiarezza: “… il tutto in scala 1:200”. Vi sarebbero altre mende da segnalare; i cosiddetti “stralci planimetrici fuori scala”, che in realtà sono uno solo, come si vede dagli allegati a questa nota, non permettono una ricostruzione corretta ai fini della progettazione, dal momento che del quadrilatero sono date le sole misure dei lati, insieme ad una altezza; manca una diagonale, per tale ricostruzione: come fare una pianta corretta nella prescritta scala di 1:500? Inoltre vi è un’altra incertezza; dall’immagine fotogrammetrica (od ortofotoproiezione?) della prima pagina, si evince che sul lato Nord vi è un edificio a confine (o quasi a con-
Fig. 1 - Il primo tema.
fine); qui la distanza dell’edificio progettando non potrà essere di 5 metri, bensì di 10 (se l’altra costruzione risulta a confine). Passiamo alla seconda prova. Viene fornita una tabella con l’indicazione di vertici, ascisse, ordinate e quote di una particella pentagonale. Il testo, subito dopo, dice: “Il candidato, dopo aver calcolato le distanze e le quote dei vertici A,B,C,D,E dia del terreno una rappresentazione a curve di livello con equidistanza di 1m.” Prima domanda: ma le quote, non sono già contenute nella tabella? Certo! Ma che brutta svista, da parte dell’estensore del tema! C’è di peggio; il terreno a forma pentagonale, avrà un suo andamento altimetrico dipendente (quanto meno, visto che non sono indicati punti quotati al suo interno!) dalla scelta delle diagonali. Le curve di livello, ottenibili anche per via grafica, dipendono dalle diagonali: se si scelgono BD e BE avranno un andamento diverso da quelle derivanti dalla scelta AC e AD.
GEOmedia n°6-2014
REPORTS
Fig. 2 - Allegato al primo tema.
Ricordo che la trasformazione di un piano quotato in piano a curve di livello può essere fatto (per interpolazione grafica o analitica) solo se esso è rappresentato da maglie triangolari, oppure da una matrice quadrata: tertium non datur! Equivoca la scelta del “collegamento stradale” AE: molti candidati lo hanno inteso coincidente col lato AE stesso: come dar loro torto, stando alla lettera del tema ? (ma probabilmente l’estensore avrebbe voluto un tracciato allacciante i vertici A ed E, passante per il piano a curve di livello, previa
visita il sito www.rivistageomedia.it
Fig. 3 - Il secondo tema.
esecuzione del “tracciolino” con pendenza massima del 5%, così come si faceva quarant’anni fa; non in epoca in cui i tracciati stradali di massima sono studiati direttamente sul modello fotogrammetrico). A questo punto, il commento di chi scrive non può che essere il solito già espresso negli anni precedenti. Qui si tratta di un esame di abilitazione professionale; ebbene, nella pratica per l’appunto “professionale”, il geometra risolverebbe il problema in pochi minuti: la trasformazione a curve di livello con un banale programma fra i tanti disponibili, con
immediata formazione grafica delle curve di livello via AutoCad e simili (date naturalmente le corrette indicazioni sulle facce triangolari del terreno, che qui latitano). Altrettanto per le distanze: è più il tempo per scrivere le coordinate che non quello di calcolo! Circa il tronco stradale, una volta scelto il percorso e fissati i dati su pendenze e raggi delle curve di raccordo, in qualche minuto si avrebbe ogni dato grafico e numerico del tronco stradale. Alla faccia quindi di un esame, come risulta dal tema ministeriale, fondato su presupposti topografici e di calcolo risalenti almeno a trent’anni fa. Egregi signori del ministero della pubblica istruzione: aggiornatevi, o continuerete a far ridere i colleghi d’Oltralpe, cosa che non è più tollerabile nemmeno in questa povera Italia.
ABSTRACT In this article, Professor Attilio Selvini expresses its views on various issues related to the qualifying examination of Surveyors. PAROLE CHIAVE Topografia; abilitazione professionale; geometra
AUTORI Attilio Selvini attilio.selvini@polimi.it Politecnico di Milano
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REPORTS
IL RILIEVO DEL PONTE NORMANNO DI SERRAVALLE
di Fulvio Bernardini
Un ponte normanno che versa in stato di totale abbandono nel contesto unico delle forre laviche ai piedi dell’Etna.
A
Un topografo che, nonostante alcune difficoltà
i piedi della “muntagna” così chiamano l’Etna i siciliani - si distende un ampio territorio formato da campagne coltivate, percorse da una fitta rete di stradine delimitate dai tipici muri a secco in pietra lavica. Ad Ovest del vulcano, il territorio attraversato dal fiume Simeto, il maggiore della Sicilia, è solcato dalle cosiddette forre laviche, splendide gole con pareti di altezza variabile tra i 5 e i 15 metri, scavate dallo stesso fiume Simeto erodendo il nero basalto formatosi in seguito alle colate laviche dell’Etna. Le forre presentano un interesse paesaggistico e geomorfologico, per la caratteristica geometria dei prismi basaltici e perché rappresentano il contatto tra rocce sedimentarie e lave etnee. Nel 2002 le forre laviche del Simeto sono state inserite tra i siti d’interesse comunitario con l’obiettivo di conservarne gli habitat naturali e seminaturali, nonché la flora e la fauna selvatiche. Il territorio attraversato dal Simeto risulta anche essere ricco di storia. Esso è infatti caratterizzato dalla presenza di numerosi manufatti di età romana, medievale e moderna tra i quali il suggestivo ponte normanno di Serravalle, che sovrasta il fiume Troina, un affluente del Simeto, non lontano dal comune di Bronte. Il ponte normanno è un’opera arditissima a schiena d’asino caratterizzata cromaticamente dall’uso delle pietre locali basaltiche in alternanza a conci di tufo bianco con un effetto bicromatico veramente particolare. Fu fatto costruire dal Conte Ruggero II “il normanno” nel 1121, per collegare l’entroterra con la costa orientale della Sicilia. Purtroppo l’antico ponte versa oggi in uno stato di totale abbandono.
20
logistiche ne effettua il rilievo.
Per questo, un progetto di restauro del ponte di Serravalle è stato avanzato dal Rotary Club Aetna NordOvest che, a seguito di un protocollo d’intesa firmato con l’Università di Catania, ha elaborato anche il progetto di riqualificazione paesaggistica dell’intera area. Le operazioni di rilievo volte ad acquisire le necessarie informazioni sul ponte e sull’area circostante sono state affidate a Tony Travagliante. Requisito fondamentale era che le operazioni si svolgessero rapidamente – in tempi utili per la consegna del progetto di restauro – e con costi contenuti. IL PROBLEMA DELLA VEGETAZIONE L’erosione della pietra basaltica provocata dal Simeto durante il suo millenario incedere ha creato una spaccatura nel terreno – un vero e proprio canyon – di circa 30 metri: è
Tony Travagliante posiziona una stazione totale per svolgere un rilievo utile per il restauro di un ponte normanno in Sicilia. Il ponte si trova su un terreno accidentato ed è coperto dalla vegetazione.
sopra di esso che si erge il ponte di Serravalle. Al momento del rilievo, il ponte era ricoperto da una folta vegetazione che, cresciuta incontrollata e rigogliosa, ne copriva parte delle pile e le spalle. Parallelamente al ponte medievale corre a poca distanza una strada statale, che restituisce un’ottima visuale di una delle fiancate del ponte e del terreno sottostante. Lo scopo principale del rilievo era la creazione di una rappresentazione accurata dell’antico ponte e dell’area circostante. Travagliante ha svolto il
I punti più difficili da raccogliere erano quelli sulle fiancate, sulle spalle e gli archi del ponte e sul terreno sottostante.
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REPORTS rilievo usando una stazione totale Trimble 5605 equipaggiata con una Control Unit Trimble-Geodimeter e un misuratore laser. Nonostante il laser scanner rappresentasse la soluzione ideale per questo tipo di lavoro, il problema della densa vegetazione avrebbe imposto un duro lavoro di post-elaborazione e modellazione dei dati acquisiti. Al fine di soddisfare i requisiti in termini di budget e tempi di consegna, dunque, Travagliante decise di ricorrere alla stazione totale. UN RILIEVO CREATIVO Travagliante, supportato dal tradizionale e radioso maggio siciliano, indicò in due giorni il tempo necessario per le operazioni. Il primo giorno è servito per visionare con attenzione i luoghi e decidere come operare; il secondo giorno è servito per completare le operazioni di rilievo. Giunti sul posto, Travagliante ed il suo assistente hanno materializzato cinque capisaldi che seguivano il perimetro dell’area in oggetto. Per far ciò hanno impiegato un prisma e due treppiedi (uno per lo strumento ed uno per il prisma) posizionando i chiodi miniati sul camminamento del ponte normanno e nel parapetto e nell’asfalto del ponte adiacente. I chiodi sarebbero serviti per eseguire altre intersezioni inverse ed evitare inutili stazioni fisse che, data la conformazione del sito, avrebbero imposto angoli di visuale troppo ridotti. Il rilievo si è rivelato più ostico del previsto a causa della diversa tipologia di punti che Travagliante è stato costretto a misurare. Alcuni di essi, infatti, erano facilmente raggiungibili. Altri no. Per misurare i primi il team è stato costretto a districarsi tra la fitta vegetazione ed il terreno a volte sdrucciolevole; tutto sommato, però, una volta posizionato lo strumento, è stato abbastanza agevole raccogliere punti aggiuntivi. Cambiando la posizione della stazione totale Travagliante ha potuto eseguire intersezioni inverse basate su almeno tre punti di riferimento sfruttando un prisma montato su una palina telescopica. I punti più ostici si sono rivelati quelli in corrispondenza della fiancata del ponte ed, ovviamente, sul terreno sottostante. Oltre all’impossibilità di raggiungerli fisicamente, poi, si aggiungeva il problema della vevisita il sito www.rivistageomedia.it
Travagliante e il suo assistente hanno usato una stazione totale per stabilire una rete locale composta da cinque punti di controllo attorno al perimetro del sito, fissando chiodi miniati sul camminamento del ponte normanno.
getazione: la floridezza delle piante ricopriva gran parte del terreno, lasciando in vista solo pochi punti. Muovendosi da una stazione all’altra col lo strumento, Travagliante è stato in grado di raccogliere una serie di punti che seguivano la forma, gli archi e le spalle del ponte, battendo anche il terreno e gli spuntoni di roccia. Per raccogliere le informazioni a terra senza dover spostarsi sul difficoltoso terreno, Travagliante ha sfruttato la misurazione Direct Reflex della trimble 5605 puntando direttamente al terreno. In corrispondenza dei capisaldi materializzati sul ponte adiacente il manufatto da rilevare, è insorto un altro problema: il guardrail del ponte era troppo alto ed ostruiva la visuale allo strumento, soprattutto quando si puntava in basso, verso il fiume. Un po’ a malincuore, Travagliante è stato costretto a reimpostare l’altezza del treppiedi ed a salire sulla custodia della stazione totale, continuando il rilievo in precario equilibrio… sul bordo di un ponte: cose da non provare a casa. Il secondo giorno di lavoro è passato così ed ha visto Travagliante ed il suo assistente rispettare i tempi di consegna e raccogliere dati sufficienti per una descrizione accurata dello stato dei luoghi. In tutto sono stati raccolti 1382 punti compresi i punti di controllo, tutti descritti tramite codici per le feature. Travagliante ha fornito al Rotary Club punti 3D, creando planimetrie, prospettive e assonometrie. Le misurazioni hanno permesso la creazione di un modello tridimensiona-
le del ponte normanno – un primo passo verso il restauro di questo importante manufatto. La Sicilia, e così tutta l’Italia, sono ricchissime di manufatti storici inseriti in contesti selvaggi. E’ difficile per l’amministrazione mantenerne un controllo costante ed evitare che l’incuria prenda il sopravvento. Il rilievo del ponte di Serravalle ha fornito una basa accurata sulla quale pianificare le necessarie operazioni di restauro e rivalutazione. Grazie alla strumentazione Trimble, Travagliante è riuscito a superare le difficoltà imposte dalla conformazione dell’area oggetto del rilievo e terminare il lavoro nei tempi e costi stabiliti.
ABSTRACT An ancient norman bridge in disrepair at the foot of Etna, in Sicily. The project to restore the bridge needed a detailed scale model of the bridge and the surrounding area. The survey proved to be demanding due to the difficult conditions of the area: dense vegetation and steep terrain. PAROLE CHIAVE Trimble; Rilievo; Ponte Normanno AUTORE Fulvio Bernardini fbernardini@rivistageomedia.it
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REPORTS
GIS E OPEN DATA: SOLUZIONI E CASE HISTORY DI ESRI ITALIA di Miriam Marta, Gianni Campanile e Giulio Lascialfari
La realizzazione di infrastrutture per la pubblicazione dei dati ha rappresentato per la PA uno strumento per favorire l’accesso dei cittadini a servizi e informazioni. In questo contesto gli
Strumenti Informativi Geografici rivestono un ruolo chiave perché
rappresentano l’infrastruttura privilegiata per la gestione dei dati geografici.
Nell’articolo vengono illustrate le soluzioni di
Esri per la pubblicazione degli Open Data e alcune case history di Esri Italia.
LO STATO DELL’ARTE SUGLI OPEN DATA: IL RUOLO DI ESRI Negli ultimi anni sono state compiute numerose azioni per rendere i dati della pubblica amministrazione, che sono a tutti gli effetti un patrimonio comune, aperti e accessibili a tutti. L’utilizzo degli Open Data permette l’accesso dei cittadini a determinate informazioni, facilita la semplificazione delle procedure amministrative e può essere alla base di sviluppi commerciali, attraverso il riuso dei dati (Biallo, 2013). Sono tanti ancora i passi da compiere, le normative da definire e di cui garantire la piena applicazione ma, dal 2009, anno in cui Barack Obama, per primo nel panorama mondiale, ha firmato il Memorandum sulla Trasparenza e sull’Open Government (Gov Loop & Esri 2015), si è assistito a una rapida e positiva evoluzione. La diffusione degli Open Data ha indubbiamente contribuito a migliorare la comunicazione tra la pubblica amministrazione e i cittadini, e ha portato notevoli benefici anche a professionisti del settore privato, a giornalisti e operatori del Terzo settore, solo per fare alcuni esempi (Gov Loop & Esri 2015). In Italia sono proprio i dati geografici ad essere le informazioni più richieste. Alcune Regioni hanno infatti implementato servizi di consultazione, interoperabilità e download. L’Agenzia per l’Italia Digitale coordina e monitora l’operato della pubblica amministrazione (Biallo, 2013). 22
Fig. 1 - Vista del Geoservices Rest in JSON, formato di interscambio tra i più conosciuti perché aperto.
Come molti sanno, per i dati geografici esiste uno specifico standard di documentazione, definito in primo luogo dalla direttiva INSPIRE (INSPIRE, 2013b), ampliata secondo le specifiche italiane per il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriale (RNDT, 2014). Queste specifiche sui metadati, tuttavia, si riferiscono solamente a dati geografici che rientrano in uno dei 34 temi definiti da INSPIRE. Ad oggi la situazione degli standard per gli Open Data non è, invece, definita, anche perché non esiste uno standard europeo o internazionale. A livello europeo, l’iniziativa di maggior rilievo è quella che ha portato a definire un profilo specifico dello standard DCAT (Data Catalog Vocabulary. Lo standard, denominato DCAT-AP definisce un profilo in linguaggio RDF/XML oppure
JSON, due standard largamente diffusi). In Italia non è stato ancora definito uno standard “ufficiale”, ma esistono due documenti di riferimento: uno dell’AgId (AGID, 2014), che è un’analisi ad ampio spettro sull’interoperabilità e sulla necessità di avere una documentazione efficace, l’altro di Dati.gov (Dati.gov, 2014), il portale che raccoglie i dati della PA, che ha definito alcuni criteri per i metadati. Sfortunatamente le due proposte non sono perfettamente coincidenti e non è ancora ben definito se per i metadati geografici è necessario fare riferimento “esclusivamente” al profilo RNDT. Esri Italia sia impegnata fortemente su questo fronte, con gli enti normatori, per integrare nella piattaforma proposte operative che permettano di documentare in modo efficace dati generici e geografici.
GEOmedia n°6-2014
REPORTS Struttura Database
Per quanto riguarda la pubblicazione degli Open Data, la Piattaforma Esri offre diverse soluzioni, come ArcGIS Open Data, la Metadata Solution e ArcGIS for INSPIRE, che permettono di rendere accessibili all’esterno i propri dati. ArcGIS Online consente di creare, pubblicare, condividere i propri dati o di utilizzare quelli realizzati da altri. Le soluzioni offerte sono funzionali ai diversi obiettivi e alla differente tipologia di utenti. In particolare ArcGIS Online offre un tool di strumenti per la pubblica amministrazione per usare i dati e integrarli in un Sistema Informativo Geografico. Grazie ad ArcGIS Open Data, lo strumento pensato appositamente per questo scopo, moltissime agenzie governative e amministrazioni di tutto il mondo hanno potuto realizzare portali per la diffusione dei loro dati. Attraverso le soluzioni mobile, il cloud, i social media, è possibile garantire al cittadino l’accesso ai servizi e alle informazioni in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo. ArcGIS Open Data permette di realizzare rapidamente un sito web e di rendere disponibili i propri dati. È possibile personalizzare il layout del sito e individuare diverse tipologie di utenti con i quali condividere tutte le informazioni o solo una parte. Chi accede al sito può effettuare una ricerca per argomento o luogo, effettuare il download dei dati in diversi formati e visualizzarli su una mappa interattiva. La tecnologia Esri permette poi di realizzare veri e propri Geoportali, ovvero portali per la gestione dei dati geografici, che consentono la visualizzazione delle mappe (2D e/o 3D), la ricerca, la gestione di canali tematici, ed eventualmente includono un catalogo di metadati. Il catalogo di metadati si basa sulla Metadata Solution di Esri Italia, una personalizzazione del prodotto Esri Geoportal Server, prodotto FOSS (Free and Open Source Software). La personalizzazione di Esri Italia include diverse funzionalità aggiuntive, ma soprattutto include i profili di metadati conformi alle linee guida RNDT 2.0 per i servizi, per le serie, per i dataset e per i dati raster. La prossima versione, di rilascio imminente, includerà anche un profilo per gli Open Data, compatibile con le proposte AgId e Dati.gov (basata su DCAT-AP), e una lista dei metadati in formato JSON. Tramite ArcGIS for INSPIRE è possibile pubblicare visita il sito www.rivistageomedia.it
Contenitori Culturali (Macro-classe) Categorie
N° Rec
RM
Prov
Fonte
Teatri
189
si
si
Comune di Roma - Pagine gialle
Musei
246
si
si
Comune di Roma - MIBAC - Provincia RM
68
si
si
Comune di Roma - Romaguide.it
491
si
si
Comune di Roma - Romaguide.it
1228
si
si
Anagrafe ICCU - MIBAC
33
si
si
Comune di Roma
114
si
si
Fondazione Rosselli
Auditorio (sale concerto)
20
si
no
Comune di Roma
Case della Cultura
10
si
no
Comune di Roma
131
si
no
Comune di Roma
Esposizioni Gallerie Biblioteche Archivi Cinema
Accademie e Istituti
Beni Archeologici, Architettonici e Ambientali (Macro-classe) 258
si
si
Comune di Roma - MIBAC - Roma&Più
9800
si
si
Comune di Roma - Provincia RM
874
si
si
Comune di Roma - MIBAC
56
si
si
Comune di Roma - MIBAC
Giardini, Ville e parchi
424
si
si
Comune di Roma - Roma&Più
Riserve e parchi naturali
135
si
si
Comune di Roma - Min. Ambiente Provincia RM - Parks.it - Verdelazio.it
Aree/Siti archeologici Punti d’interesse archeologico Monumenti Beni architettonici e fontane
Manifestazioni e pratiche sociali (Macro-classe) Manifestazioni Periodiche
145
no
si
Comune di Roma - MIBAC - giraitalia.it
Bande Musicali
101
si
si
Provincia RM
Centro anziani
366
si
si
Comune di Roma - Provincia RM
Associazioni culturali
736
si
si
Comune di Roma - Artes.it - Nonprofit.org
Centri sociali
-
si
no
Comune di Roma - Soprattutto.co
Spazi culturali
-
si
no
Comune di Roma
Alberghi
1005
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
Affittacamere
1316
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM Istituti-religiosi.org
Turismo (Macro-classe)
112
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
1389
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
249
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
1271
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
Residence
39
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
Agriturismo
26
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
Campeggi
10
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
9
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
25
si
si
Comune di Roma - CCIAA - Provincia RM
374
si
si
CCIAA - Provincia RM
1891
si
si
CCIAA - Provincia RM
82481
si
no
Comune di Roma
Case-Vacanze imprenditoriali Case-vacanze non imprenditoriali Case per ferie Bed & breakfast
Ostelli Servizi Turistici Agenzie Turistiche Ricettività (provincia) Struttura Territoriale (Macro-classe) Centri e attività commerciali
8
si
no
Comune di Roma
2316
si
si
Comune di Roma
Librerie
755
si
si
Comune di Roma - CCIAA - paginegialle.it
Editori Roma e provincia
188
si
si
Centro per il libro e la lettura
Audiovisivo
373
si
si
Fondazione Rosselli
1222
si
si
Comune di Roma - DigitRoma.it
Corsi apprendistato professionale
174
si
si
Provincia RM
Istituti Scolastici della provincia
321
si
si
Provincia RM
98
si
si
Provincia RM
Popolazione e caratteristiche demog.
223
si
si
ISTAT
Livello d’istruzione
223
si
si
ISTAT
Livello e tipologia di occupazione
223
si
si
ISTAT
Nucleo familiare
223
si
si
ISTAT
Caratteristiche abitative
223
si
si
ISTAT
Distribuzione stranieri
223
si
si
ISTAT
Approf. Quartieri di RM Cap.
223
si
si
ISTAT - Provincia RM
Caffè storici Luoghi di culto
Wi-Fi Spot
Pro-loco Struttura Socio-economica (Macro-classe)
Tabella 1 - Il database geografico dell’offerta culturale del sistema romano.
23
REPORTS servizi che siano compatibili con le specifiche INSPIRE per i servizi di View e di Download, questi ultimi sia per dati basati sul protocollo WFS, sia per dati già pronti, basati sul protocollo ATOM. Questa modalità, definita Pre-defined Dataset Download, è attualmente la modalità maggiormente implementata in Europa (fonte INSPIRE). L’utilizzo congiunto di ArcGIS for INSPIRE e della Metadata Solution permette di definire i metadati per i servizi di download collegati direttamente ai dati scaricabili, offrendo quindi al tempo stesso una modalità di ricerca intelligente, una documentazione completa e un accesso diretto agli Open Data, il tutto in piena compatibilità con INSPIRE. Per concludere questa introduzione sullo stato dell’arte della tecnologia per la pubblicazione dei dati, vale la pena sottolineare che esistono diverse iniziative internazionali, sostenute da Esri, nate allo scopo di favorire la diffusione degli Open Data e di garantirne il più ampio accesso possibile. Tra queste si segnalano il programma GEOSS e lo European Location Framework. GEOSS è la più grande organizzazione mai esistita per monitorare il volto della superficie terrestre. Partecipano al Gruppo sui Sistemi di Osservazione della Terra oltre 140 governi e organizzazioni internazionali. Uno degli obiettivi è favorire il collezionamento, l’immagazzinamento e soprattutto la condivisione dei dati derivanti da queste osservazioni. Lo European Location Framework è una iniziativa, lanciata nel 2013, per creare una piattaforma pan-europea e un web service, a sostegno della Direttiva INSPIRE, per garantire l’accesso a dati e informazioni in diversi settore di interesse. GLI OPEN DATA COME FONTE DI INFORMAZIONE PER L’ANALISI DELL’OFFERTA CULTURALE A ROMA L’utilizzo degli Open Data è stato alla base della ricerca condotta dall’associazione SMART Planning sul sistema culturale romano e promossa da Fondazione Rosselli, Federculture e Camera di Commercio di Roma. Lo scopo di questa ricerca era innanzitutto analizzare il sistema culturale come parte di un sistema complesso. La prima parte della ricerca è stata, dunque, focalizzata sull’individuazione delle variabili che possano influenzare le politi24
che culturali. Ogni singola componente dell’offerta culturale, come teatri, musei, festival, è stata valutata in relazione agli aspetti territoriali, alla mobilità, all’accessibilità, agli impatti sociali. Fondamentale, in questa ricerca, è stato dunque il reperimento di fonti informative “Open” disponibili in rete per il territorio della provincia di Roma. La sfida posta da questo progetto è stata poi quella di “mappare” l’intero sistema delle politiche culturali nell’area romana per descrivere il livello di attuazione e la sua efficacia sul territorio. È stato ricostruito un database geografico allo scopo di descrivere il territorio attraverso indici statistici che ne potessero sintetizzare i punti di forza e debolezza. Nel caso della provincia di Roma e dei singoli comuni, compresa la capitale, la diffusione degli Open Data risulta ancora poco sviluppata e frammentata ma, se confrontata con il sistema informativo italiano, risulta virtuosa sia per quantità sia per qualità dell’informazione disponibile. Nella tabella, di seguito rappresentata, viene riportato un esempio del database geografico costruito. Ogni record è stato opportunamente geocodificato sfruttando le risorse di ArcGIS Online; poiché la maggior parte dei dati disponibili è in formato tabellare, a ciascun valore è stata associata la posizione geografica. Determinate le concentrazioni e normalizzati i dati per zona territoriale, si è proceduto elaborando una serie di analisi geografiche che hanno sfruttato un algoritmo (geoprocessing) di analisi spaziale di ArcGIS Desktop “Grouping Analysis (Spatial Statistics)”, che permette di
creare cluster omogeni di zone territoriali con caratteristiche simili, in base agli indici statistici calcolati a partire dagli Open Data raccolti. Come risultato di queste analisi geografiche è stato possibile individuare gli ambiti territoriali o le funzioni culturali carenti nel sistema culturale romano. Questa base conoscitiva permette di individuare le azioni e le politiche culturali da promuovere al fine di “bilanciare” i territori, dal punto di vista dell’offerta culturale, differenziando gli interventi in base alle necessità reali di ogni ambito urbano. CREARE WEB SERVICE CON GLI OPEN DATA: IL CASO DELL’AGENZIA PER LA MOBILITÀ DI ROMA L’Agenzia per la mobilità di Roma, dovendo rispondere a una espressa volontà del Comune di Roma di rendere disponibili tutti i dataset geografici in loro possesso come Open Data, ha deciso di avvalersi della soluzione cloud di Esri ArcGIS Online - per pubblicare i dati e rispondere in maniera veloce a questo compito. Ogni dataset è ora disponibile come GeoServices REST (http:// www.esri.com/industries/landingpages/geoservices/geoservices), un formato classico di ArcGIS for Server, o consultabile in JSON. Questi formati possono essere, creati, gestiti e visualizzati all’interno di ArcGIS Online. Il vantaggio sostanziale è che ogni dataset può essere ora richiamato da applicazioni esterne e utilizzato in maniera autonoma; il dato non è più quindi statico e scaricabile ma rappresenta un vero servizio web.
Fig. 3 – Un esempio dei servizi offerti sul sito dell’Agenzia della mobilità e dei dati che è possibile visualizzare su mappa: in questo caso i varchi, i parcheggi e le ZTL del Tridente. Le stesse informazioni, in alternativa, possono essere caricate in ArcGIS Online, se si è in possesso di un account.
GEOmedia n°6-2014
REPORTS
Fig. 2 - Esempio di uno dei dataset forniti dall'Agenzia della mobilità, in questo caso i semafori di Roma, visualizzati in ArcGIS Online.
A partire da questi dati è poi possibile realizzare mappe originali su ArcGIS Online. Nella sezione Open Data del sito sono accessibili anche ulteriori informazioni per webmaster e sviluppatori. Sul suo sito web, l’Agenzia per la mobilità utilizza ArcGIS Online e i dati open per consentire la creazione di applicazioni web per la visualizzazione delle informazioni sulla mobilità, come ad esempio varchi e ZTL (fig.3). Chiunque sia in possesso di un account pubblico su ArcGIS Online è in grado di realizzare mappe e applicazioni web che utilizzino questi dati sulla mobilità, in pochissimi e semplici passaggi. CONCLUSIONI Nella diffusione degli Open Data, i Sistemi Informativi Geografici hanno avuto un ruolo strategico e, nel futuro, si prospettano ulteriori importanti sviluppi. Le tecnologie per l’informazione geografica rappresentano l’infrastruttura di gestione dei dati, dalla visualizzazione, alla pubblicazione, alla condivisione. Inoltre, come è stato già sottolineato, sono proprio i dati di interesse geografico quelli maggiormente richiesti dai professionisti. Le tematiche di maggiore interesse in questo settore sono: il monitoraggio dei dati ambientali, la gestione delle risorse naturali e delle emergenze, la pianificazione territoriale, la gestione dei trasporti e delle reti tecnologiche, la salute e la sicurezza pubblica (Gov Loop & Esri 2015). Nell’utilizzo di queste informazioni i GIS hanno necessariamente un ruolo chiave.
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Più in generale, nell’obiettivo di favorire la diffusione degli Open Data geografici, il contributo dei GIS riguarda numerose funzioni, tra cui, facilitare l’accesso alle informazioni, fornire una piattaforma per l’innovazione tecnologica, promuovere il coinvolgimento della popolazione, incoraggiare la collaborazione tra pubbliche amministrazioni, accrescere la trasparenza informativa per i cittadini, favorire la comunicazione, migliorare la qualità dei dati e il rispetto degli standard, fornire un quadro di riferimento per dati validati (Gov Loop & Esri 2015). In questa prospettiva, gli strumenti messi a disposizione da Esri, come ArcGIS Online a ArcGIS Open Data, rappresentano soluzioni semplici ed efficaci per la pubblicazione e la gestione dei dati. Il valore aggiunto e innovativo di queste tecnologie, più recenti, sta nel fatto che non sono più esclusivo appannaggio dei professionisti del GIS ma possono essere utilizzate da chiunque, all’interno di un’organizzazione, con l’unico requisito di essere in possesso di un accesso a internet. All’interno di una struttura sono, dunque, presenti più figure professionali in grado di produrre dati e mappe e di condividerli all’esterno. Questo sviluppo tecnologico può quindi notevolmente accelerare il processo di diffusione dei dati.
BIBLIOGRAFIA AGID (2014) Linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico patrimoniopubblicolg2014_ v0.7finale.pdf ArcGIS Open Data https://opendata. arcgis.com/about Biallo G. (2013) Dati geografici aperti: istruzioni per l’uso. I quaderni di OpenGeoData Italia, Roma, Associazione OpenGeoData Italia. Can Data Save Education? http://www. govloop.com/profiles/blogs/can-datasave-education Chignard S. (2013), “A Brief History of Open Data”, in Paris Tech Review, http:// www.paristechreview.com/2013/03/29/ brief-history-open-data/ Dati.GOV (2014) Guida sintetica per lo scambio dati con il catalogo nazionale Open Data Guida_scambio_dati_catalogo_DATI.GOV.IT_v1.3.docx DCAT (2014) Application Profile for data portals in Europe , DCAT-AP_Final_v1.01. docx INSPIRE (2011) Guida tecnica per i servizi di ricerca dati TechnicalGuidance_DiscoveryServices_ v3.1.pdf INSPIRE (2013a) Guida tecnica per i servizi di scaricamento dati Technical_Guidance_Download_Services_v3.1.pdf INSPIRE (2013b) Regole di implementazione dei metadati MD_IR_and_ ISO_20131029.pdf Gov Loop & Esri (2015) GIS & Open Data, Washington, GovLoop. Open Data: A History https://www.data. gov/blog/open-data-history RNDT (2014) Guida operativa per la compilazione dei metadati RNDT sui dati in coerenza con il Regolamento INSPIRE, RNDT_guida_operativa_dati_ v2.0_20140725.pdf Transparency and Open Government memo from the White House http://www. whitehouse.gov/the_press_office/TransparencyandOpenGovernment/ ABSTRACT Many government agencies created infrastructures to share and open to the public their data. As a result citizens have now an easier and more efficient access to public services and information. In this framework the rule of Geographic Information Systems is very important; indeed GIS is the best solution to manage geographic information. In this paper we explore the Esri solutions for Open Data and we propose some case histories of Esri Italia. PAROLE CHIAVE GIS e Open Data; Piattaforma Esri; ArcGIS Online; ArcGIS Open Data; Standard; INSPIRE AUTORI Miriam Marta mmarta@esriitalia.it Gianni Campanile Giulio Lascialfari Esri Italia
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OPENDATA DINAMICI PER I SERVIZI DI INFOMOBILITÀ DELLA SMARTCITY A BARI di Vincenzo Barbieri e Francesco Coletta
Il Comune di Bari ed AMTAB, hanno deciso di “liberare” a
settembre
2014 i dati derivanti
dal telecontrollo dei mezzi di trasporto
AMTAB, rendendoli
fruibili in modalità “opendata”.
Questa iniziativa punta a soddisfare
l’esigenza d’integrare le diverse
soluzioni per la mobilità e realizzare un sistema di monitoraggio della mobilità sostenibile e intelligente nell’ambito del programma
I
Bari
Smart City.
l trasporto su gomma, che sia pubblico o privato, è una parte fondamentale della nostra economia. Basti pensare all’enorme quantità di mezzi che ogni giorno transitano sulle nostre strade sia per trasportare persone che merci. In questi ultimi anni l’attenzione dei governi e delle pubbliche amministrazioni, anche a livello locale (Regione, Provincia, Comuni), sta portando ad una consapevolezza diversa, ovvero ad un modo di intendere l’urbanizzazione e la circolazione sugli assi stradali mirata principalmente al risparmio del consumo di carburante, all’ottimizzazione dei percorsi, alla riduzione del traffico veicolare, e alla riduzione della quantità di emissioni di inquinanti nella nostra atmosfera. Quindi i veicoli che si muovono lungo le arterie saranno sempre più parte integrante ed attiva nella costituzione della infrastruttura cittadina e con essa condivideranno dati e informazioni in tempo reale, come prefigurato anche dai principali produttori di autoveicoli mondiali. Ad esempio Mark Fields, CEO della Ford, durante il Consumer Electronic Show che si è svolto a Las Vegas dal 6 al 9 gennaio 2015, ha dichiarato: “Immaginiamo un mon-
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Fig. 1 - Mappa delle fermate dei bus AMTAB a Bari @openstreetmap contributors.
do in cui i veicoli comunicano tra loro e interagiscono non solo con il guidatore, ma anche con le infrastrutture e con la rete dei trasporti urbani e dei programmi di condivisione dell’auto, per ridurre il traffico, rendere la vita più semplice e minimizzare i tempi degli spostamenti quotidiani casa-lavoro“(http://goo. gl/TOvNhM). In questa visione la Smart City che si sta progettando integra al suo interno, come sensori attivi, anche i veicoli. Una Smart City del futuro che dovrà essere in grado di implementare politiche di smart mobility senza la costruzione di nuove infrastrutture stradali, e quindi senza il relativo consumo di suolo, data l’enorme abbondanza di strade che ricopre i tessuti urbani delle nostre città, ma potenziando ciò che già abbiamo a disposizione. Per riuscire in questo fondamentale intento è necessario per prima cosa avere delle informazioni precise sul traffico veicolare nelle nostre strade, conoscere quali sono le arterie stradali maggiormente trafficate, ed avere una previsione nel tempo di come sarà la situazione sulle strade (aumento del traffico veicolare, industrializzazione su alcune aree invece che su altre, incremento sulla tendenza ad utilizzare il trasporto pubblico rispetto quello privato), così come informazioni sui servizi di Trasporto Pubblico Locale –TPLerogati con bus e tram urbani. Tutte queste informazioni possono essere suddivise in informazioni “statiche” ed informazioni “dinami-
che” sulla base della loro frequenza di aggiornamento. La localizzazione di un parcheggio è una informazione statica mentre è dinamica l’informazione della disponibilità di posti. I percorsi delle linee del TPL sono statiche mentre è dinamico il tempo di arrivo alle fermate in quanto sulla base del traffico si possono verificare degli scostamenti rispetto alla pianificazione degli orari di arrivo. I veicoli che si muovono lungo le strade possono svolgere un ruolo attivo nel fornire dati in tempo reale che possono a loro volta essere utilizzati per una molteplicità di utilizzi. La raccolta di questi dati può anche avvenire in modalità di crowdsourcing dove il soggetto che fornisce l’informazione la produce nel momento in cui utilizza un servizio su cloud. Google Maps, con la sua applicazione per smartphone, consente di conoscere in tempo reale il livello del traffico delle strade cittadine e di riprogrammare il routing sulla base delle informazioni che acquisisce dagli utenti del sistema stesso. Questi sistemi funzionano bene se vi è un elevato numero di utenti che utilizzano il sistema che funzionano da sensore lungo l’asse stradale in quanto la numerosità garantisce la disponibilità di dati con elevata frequenza e ben distribuiti spazialmente. Questo è il caso di una autostrada dove vi è una elevata concentrazione di utilizzatori di navigatori satellitari e quindi vi è la disponibilità di molti dati. In ambito cittadino una fonte infor-
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REPORTS mativa in grado di produrre dati dinamici aggiornati in tempo reale sono i sistemi di telecontrollo delle flotte dei mezzi del TPL. Questi mezzi si muovono lungo le principali direttrici cittadine e forniscono continuamente la loro localizzazione e velocità. Questi dati presentano le giuste caratteristiche per poter essere utilizzati sia per fornire informazioni agli utenti del TPL circa i tempi di arrivo alle fermate dei BUS che per fornire informazioni sullo stato del traffico lungo le arterie in cui si muovono i BUS. I dati di localizzazione e/o quelli da essi derivati come i tempi di arrivo alle fermate o il livello di traffico lungo le strade possono essere resi disponibili direttamente dal soggetto che li produce, il gestore di TPL, attraverso applicazioni specifiche o messi a disposizione della collettività in modalità opendata e lasciare alla comunità l’onere di sviluppare applicazioni che li possano valorizzare. Una guida al rilascio open di dati di mobilità è stata rilasciata dal Open Transport Working Group della Open Knowledge Foundation http://transport.okfn.org/. OPENDATA TPL A BARI Un esempio di rilascio dei dati di mobilità in opendata è quello del Comune di Bari ed AMTAB, la sua municipalizzata per il trasporto pubblico, che dal 22 Settembre 2014 hanno reso libero l’accesso ai dati derivanti dal telecontrollo dei mezzi di trasporto AMTAB. Il comune di Bari ha intrapreso la scelta di rilasciare in modalità opendata un numero crescente di dati adottando una licenza di tipo Creative Commons di tipo zero CC0 che consente a chiunque di riusare i dati e realizzare anche applicazioni commerciali liberamente senza alcun vincolo. I dati pubblicati sono di due tipi, dati statici e dati dinamici. I dati statici relativi ad una data linea in dato giorno sono relativi agli orari di passaggio teorici del bus dalla fermata come l’orario teorico di passaggio, direzione della corsa, codice della corsa e numero progressivo della fermata nella corsa. I dati statici sono quindi relativi a: 4Elenco delle fermate 4Elenco delle fermate vicino ad un POI (punti di interesse) 4Elenco delle linee visita il sito www.rivistageomedia.it
4Fermate delle linee 4Fermate di una linea considerando una corsa teorica 4Servizio giornaliero di una linea I dati dinamici si riferiscono ai dati che cambiano con una elevata frequenza come il codice della corsa che il bus sta svolgendo, la sua direzione, l’identificativo della fermata, il suo progressivo all’interno del percorso su cui la corsa si svolge e infine la posizione del bus istante per istante mentre è in movimento.
Alcuni di questi dati sono aggiornati giornalmente, come l’associazione mezzo-linea mentre altri sono aggiornati in tempo quasi reale (ogni pochi secondi) come la posizione dei mezzi e i tempi di arrivo alle fermate. I dati dinamici quindi riguardano: 4Orari dei passaggi (teorici e/o real-time) da una fermata 4Posizione dei mezzi su una linea
MHOO, L’HACKATHON, IL VALORE DEI LIVING LABS Un hackathon è letteralmente una “maratona tra hacker” dove informatici esperti di un preciso settore si incontrano per un tempo relativamente breve per approntare software, applicazioni o soluzioni informatiche di supporto alla collettività. Mhoo14 si è tenuto lo scorso 8 Novembre 2014 con lo scopo di riunire tutti coloro che sono interessati al tema degli opendata a supporto della mobilità urbana, semplici cittadini e appassionati informatici che amano sviluppare applicazioni e software. I risultati di questa iniziativa sono stati sorprendenti con cittadini comuni, sviluppatori ed enti pubblici che si sono trovati fianco a fianco per discutere di soluzioni per la mobiFig. 2 - L'hashtag #mhoo14 si lità urbana a Bari. Oltre 80 partecipanti handiffonde su twitter. no animato le tre track coordinati dai moderatori Simone Cortesi, Michelantonio Trizio, Paola Liliana Buttiglione e Giulio di Chiara (I dettagli su Mhoo14 http://blog.planetek.it/2014/11/12/mhoo/). Tre le track: 4APPlichiamoci: sviluppo di App per smartphone e tablet dedicati alla mobilità individuale 4OSMosi: per il caricamento all’interno di Open Street Map delle fermate di bus urbani per renderle più facilmente reperibili da parte dell’utenza 4MYobility: confronto aperto tra i rappresentanti del Comune di Bari e della sua municipalizzata AMTAB con i cittadini, utenti e associazioni con l’obiettivo di attivare proposte e nuove idee per una mobilità sostenibile.
Fig. 3 - Uno dei gruppi di lavoro dell'hackathon.
Durante la track OSMosi, animata da oltre 20 partecipanti, si proceduto al caricamento in OSM delle fermate dei bus Amtab di Bari. Questa operazione è stata portata a termine con l’inserimento di 389 fermate su 1324, ossia circa il 30%, come mostrato nella figura seguente: Nella sessione APPlichiamoci sono state presentate le APP opencity, Info smartcity e OrariBus. I partecipanti hanno deciso di contribuire alla evoluzione di opencity. Immediatamente si sono creati numerosi gruppi che si sono organizzati spontaneamente per sviluppare nuove funzionalità che sono state immediatamente integrate nell’APP.
Fig. 4 - Screenshot fermate bus @ openstreetmap contributors.
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REPORTS LE APP REALIZZATE A BARI Dal giorno di pubblicazione degli OD di Amtab sono state realizzate ben 6 fra App e webapp che ne fanno uso di tali dati: 4Bari Smart (https://play.google.com/store/apps/details?id=it.mls.barismart) 4Info smartcity (https://play.google.com/store/apps/details?id=it.macnil.semina.smartinfocity) 4Autobus Bari (https://play.google.com/store/apps/details?id=it.smartappg.bariautobus) 4Bari Bus (https://play.google.com/store/apps/details?id=org.av.busbari) 4opencity (http://opencity.gzileni.name/) 4OrariBus (http://bari.opendata.planetek.it/OrariBus/mobile/) Di seguito alcune immagini delle app/webapp.
Fig. 6 - OrariBus.
Tutti i dati sono disponibili al seguente indirizzo http://bari.opendata.planetek.it/OrariBus e sono accessibili secondo due modalità: • SOAP (Web Service con scambio dati in formato XML) • REST (Web Service con scambio dati in formato JSON) Allo stesso indirizzo è disponibile anche la documentazione con esempi di utilizzo, informazioni sulla licenza ed i relativi metadati. E’ possibile invocare il servizio per ricevere informazioni sia di tipo statico (ad esempio l’elenco di tutte le fermate della rete TPL che resti-
Fig. 5 - Infografica dell'Urban Control Center.
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Fig. 7- Opencity.
tuisce per ogni fermata il codice + descrizione + coordinate in WGS84) che di tipo dinamico (gli orari previsti di passaggio linee da una fermata). LA COMUNITÀ DEGLI SVILUPPATORI Il coinvolgimento della comunità di sviluppatori è un elemento fondamentale per la valorizzazione degli opendata. Con il loro coinvolgimento fin dalle prime fasi di rilascio dei dati è possibile migliorare il rilascio dei dati sulla base delle indicazioni e richieste che arrivano dalla comunità. In questo modo la probabilità che i dati vengano utilizzati in modo utile per sviluppare applicazioni gradite agli utenti aumenta sensibilmente. Nelle fasi iniziali di progettazione e rilascio dei servizi di pubblicazione degli opendata è stata aperto un canale diretto di comunicazione con tutti coloro avevano mostrato interesse nell’utilizzare questi dati. I servizi di pubblicazione sono stati rilasciati in modalità beta e sono stati raccolti feedback dagli sviluppatori. Le richieste di miglioramento del servizio hanno riguardato sia il contenuto dei dati che la modalità
con cui venivano restituiti i risultati delle richieste. In questa fase è fondamentale fornire riscontri immediati nell’accogliere i suggerimenti o nel spiegare il motivo per cui non vengono implementate le richieste. Solo in questo modo si mantiene viva l’attenzione degli sviluppatori verso i dati rilasciati. Per circa un mese dalla pubblicazione beta del servizio si è proceduto alla evoluzione dei servizi fino a quando le prime App sono state rilasciate. A questo punto si è deciso di allargare il coinvolgimento della comunità di sviluppatori organizzando un hackathon. Per l’organizzazione dell’hackathon Mhoo14 (Mobility Hackathon On OpenData) è stata coinvolta l’associazione Open Data Bari che ha contribuito alla progettazione del format. OPENDATA DEL TRAFFICO Una ulteriore categoria di dati di mobilità di estremo interesse per i cittadini è quella relativa allo stato del traffico in tempo reale lungo le arterie cittadine. Questo dato non è facilmente reperibile in rete e generalmente chi dispone di queste informazioni le rende disponibili
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Fig. 8 - Autobus Bari.
attraverso applicazioni o dispositivi proprietari, come fanno ad esempio Google Maps o TomTom. In letteratura non sono disponibili molti riferimenti su come strutturare questi dati e sui servizi con cui renderli disponibili. Il formato GTFS ad esempio non presenta le caratteristiche ottimali per essere utilizzato per questi dati. Dai primi mesi del 2015 il Comune di Bari rende disponibili i dati di traffico in tempo reale lungo le principali vie cittadine utilizzando i dati acquisiti dal sistema di telecontrollo del TPL. I Bus, muovendosi lungo le principali strade cittadine, vengono utilizzati come sensori mobili per determinare il traffico lungo le strade. E’ previsto che i dati di traffico vengano disponibili in modalità opendata, e l’avvio di una serie di iniziative per stimolare l’utilizzo di questi dati per lo sviluppo di nuove APP. LIVING LAB SEMINA E FUTURE EVOLUZIONI Le attività di rilascio degli opendata della mobilità, così come l’organizzazione dell’Hackathon Mhoo14, sono state realizzate nell’ambito del Living Lab SEMINA (Sistemi Evoluti
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Fig. 9 - Bari Smart.
per la Mobilità Intelligente in Network Urbani Agili), finanziato dalla Regione Puglia "http://www.progettosemina.it/" Il Living lab SEMINA nasce dalla volontà del Comune di Bari, partner ed utente del progetto, di integrare le diverse soluzioni per la mobilità avviate in questi anni nell’ambito del programma Bari Smart City, in un sistema integrato di monitoraggio della mobilità sostenibile che si integri nel Urban Control Center. Nell’ambito di tale iniziativa si inquadra lo sviluppo di un sistema di indicatori, prodotti sia in tempo reale che differito. Questi indicatori sono orientati a supportare tutti i soggetti interessati alla mobilità: gli Uffici Comunali della Mobilità, per il monitoraggio e la gestione dei piani di mobilità urbana; la Polizia Municipale, per la gestione del traffico; e le aziende di gestione del trasporto pubblico locale nell’erogazione di servizi informativi agli utenti e nella certificazione ed ottimizzazione del servizio.
Fig. 10 - Info smartcity.
ABSTRACT In September 2014 the City of Bari and AMTAB, the local public transport company, decided to open the data derived from the remote control of AMTAB buses with a creative commons CC0 license. The data published are both static and dynamic: they are accessible through web services and provide information, among others, on the list of bus stops and estimated times for the arrival of buses at the stops. These data are used to calculate information on the congestion level of traffic on the roads covered by the city buses. Such information are available as opendata too. This initiative is part of a Living Lab aiming to meet the need of the city of Bari for the integration of different mobility solutions and the implementation of an integrated system for the monitoring of the smart and sustainable mobility in Bari. PAROLE CHIAVE Infomobilità; SmartCity; OpenData; real time AUTORE Vincenzo Barbieri barbieri@planetek.it Francesco Coletta coletta@planetek.it Planetek Italia s.r.l.
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PIÙ TURISMO CON IL GIS di Erminio Paolo Canavese e Nicola Benedet
In questa case history Virtualgeo presenta la sua soluzione per diffondere l’uso delle nuove tecnologie geomatiche a supporto del turismo grazie a un
WebGIS
ricco di funzionalità.
La realizzazione di un percorso turistico digitale auspica di fornire possibili suggerimenti all’interno del processo di adeguamento tecnologico perseguito dalle municipalità.
Fig.1 - Home page del sito turistico www.i-ve.it
I
l turismo assume sempre maggior rilievo nella vita dei cittadini europei, ma nonostante ciò e come del resto anche per gli altri settori, anch’esso deve fare i conti con molteplici sfide, quali ad esempio la continua crescita internazionale, i cambiamenti climatici, la capacità da parte delle imprese di recepire l’innovazione e le nuove tecnologie. Internet e turismo sono due mondi strettamente legati e i continui sviluppi delle tecnologie informatiche di comunicazione (ITC) rafforzano ancora di più il peso che esse hanno per tutti gli attori e per tutti i processi coinvolti anche in ambito turistico. L’attrattività delle località turistiche e la competitività degli operatori di settore trovano un indispensabile alleato nell’informatica e nelle sue applicazioni più innovative. Nel mondo dei siti turistici, il GIS si sta ponendo come strumento desiderato, consigliabile e molto apprezzato dagli utenti. I siti turistici delle città e dei paesi offrono agli utenti informazioni riguardanti gli alloggi, le gite organizzate, i luoghi da vedere, le attività da svolgere e gli eventi cui partecipare. È chiaro che non bastano soltanto belle foto e descrizioni con-
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vincenti: agli utenti viene spontanea la necessità di vedere su una mappa dove si trova ciò che gli interessa e capire come raggiungere il posto. Tanto meglio se la mappa offerta non è una schermata statica ma bensì una mappa geografica interattiva con la quale l’utente può interagire ricevendo e scambiando informazioni online. L’interattività d’accesso alle informazioni geotematiche, rese fruibili in maniera sintetica e accattivante con la moderna tecnologia webGIS attraverso normali browser, la possibilità di utilizzare criteri di ricerca alfanumerici o geografici, la facilità di consultazione dei dati senza dover essere “addetti ai lavori”, sono solo alcuni dei principali vantaggi di una nuova frontiera di consultazione e condivisione di grandi volumi di dati territoriali. Per tali ragioni sedici Comuni della Venezia Orientale hanno sposato la proposta di Virtualgeo di diffondere l’uso delle nuove tecnologie geomatiche a supporto del turismo rurale, introducendo nel sito turistico www.i-ve.it un webGIS ricco di funzionalità(fig.1). La proposta di Virtualgeo è nata dalla volontà di soddisfare alcune esigenze a cui l’area doveva dare risposta da tempo:
4 Integrare, rivedere e aggiornare le informazioni geografiche di interesse turistico, attraverso software GIS di tipo desktop. 4 Diffondere le ricerche del VeGAL, l’Agenzia di sviluppo dell’area orientale del Veneto. 4 Fornire ai visitatori della Venezia Orientale una soluzione semplice per ottenere informazioni, senza dover possedere tecnologie GIS ad hoc, ma consultando una semplice mappa online. 4 Dare nuovo impulso alla rete dei servizi turistici offerti sul territorio ai visitatori grazie all’innovazione tecnologica. L’obiettivo che Virtualgeo ha voluto perseguire con questo lavoro è creare un webGIS che si configura come prodotto turistico utile sia all’ente direttamente interessato alla promozione del territorio, in questo caso la Venezia Orientale, sia all’“indigeno”, il cittadino che spesso conosce poco e male la zona in cui abita, sia all’ecoturista in visita presso questa splendida terra. Non va inoltre trascurata la straordinarietà che esso assolve come strumento di conoscenza del territorio (beni culturali, paesaggio, GEOmedia n°6-2014
REPORTS ambiente) per la didattica nelle scuole di ogni ordine e grado. Il GIS, applicato al turismo rurale, può sostenere lo sviluppo socio-economico di una regione, facilitando le relazioni fra l’amministrazione pubblica, le imprese e i cittadini in un’ottica di marketing territoriale. UN NUOVO PRODOTTO TURISTICO La Venezia Orientale rappresenta un’ottima possibilità per lo sviluppo di un prodotto turistico che soddisfi le esigenze di un turismo rurale di qualità compatibile con la salubrità ambientale. La scelta del tema rurale, chiave nuova e vincente del turismo ambientale, è scaturita dal riscoperto interesse per la natura e dalla necessità di salvaguardare le “ricchezze” locali promuovendo il territorio, le attività socio-economiche presenti e il rispetto per la cultura e i popoli. Infatti le peculiarità di questa terra, se opportunamente valorizzate, rappresentano un polo di attrazione per i turisti. Vestigia romane, chiese, antichi porti fluviali, musei, ville di nobili famiglie della Serenissima, alberi centenari, dune, spiagge rinomate, sabbie dorate, acque limpide, natura rigogliosa, lagune, tegnùe, valli da pesca, boschi, produzioni DOCG, DOC e DOP sono solo alcune delle attrattive della Venezia Orientale. Territorio ideale per chi vuole seguire i percorsi della storia, esplorare la natura senza conformismi didattici, abbandonarsi ai piaceri del buon vino e della tavola, attraversare l’entroterra pedalando lungo le vie verdi o scivolando lungo le vie d’acqua. Questa terra conserva, infatti, importanti testimonianze del passato e propone suggestivi itinerari, lontani dai luoghi turistici più frequentati, alla ricerca di atmosfere rilassanti. Per valorizzare tutte queste caratteristiche nel sito turistico della Venezia Orientale, disponibile in quattro lingue, è stata utilizzata una piattaforma webGIS, potente mezzo di gestione delle informazioni geografiche che offre ai turisti un sistema informativo completo e adeguato ai loro bisogni. Il turista, infatti, può vedere i vari punti d’interesse sulla mappa interattiva, cercando e filtrando i dati desiderati (fig. 2). La mappa turistica interattiva integrata nelle pagine web del sito turistico della Venezia Orientale è un esempio di servizio webGIS che che può essere usato in vari modi. Il modo più comune consente l’utilizzo della mappa interattiva a tutto visita il sito www.rivistageomedia.it
Fig. 2 – Visualizzazione dei musei e delle ville, sulla mappa interattiva del turismo storicoculturale, tramite filtro di ricerca.
schermo e la visualizzazione sulla mappa di diversi contenuti che possono essere approfonditi con un semplice clic, ottenendo così informazioni di base o dettagliate sull’elemento scelto (fig. 3). Sono inoltre disponibili diverse funzionalità che permettono di: 4 Trovare e visualizzare diversi contenuti, suddivisi per temi e sottotemi, come ad esempio musei, parchi, ville, servizi pubblici (trasporti, sanità, sicurezza) e molto altro, tramite un potente e veloce motore di ricerca. 4 Visualizzare itinerari fluviali o cicloturistici con i relativi dettagli e punti d’interesse visitabili lungo il tragitto e creare itinerari personalizzati per raggiungere i contenuti selezionati (fig.4). 4 Visitare le risorse disponibili online associate all’entità selezionata 4 Visualizzare, panorami virtuali 360°, foto e video relativi a diversi punti di interesse (fig.5). Con la sua facilità d’uso, il portale I’VE (questo il nome del brand identificativo del progetto di promozione del turismo rurale della Venezia Orientale) è uno strumento web 3.0 alla portata di tutti che offre soluzioni ispirate a un uso ancora più evoluto del web 2.0. L’I’VE Map (questo il nome dato alla mappa interattiva) offre informazioni utili e approfondimenti sui luoghi più suggestivi di questo territorio e sugli eventi che lo animano durante tutto l’anno: rassegne, festival, spettacoli, concerti, mostre, fiere, feste tradizionali e molto altro.
Questo la configura inoltre come un potente strumento didattico, dando agli studenti "nativi digitali" uno strumento per conoscere e scoprire il territorio in cui vivono e ai turisti di tutto il mondo l’opportunità di conoscere l’entroterra veneziano e la sua storia. Un affascinante viaggio che parte dalle vestigia romane passando per i fasti della Repubblica di Venezia, senza dimenticare il duro lavoro testimoniato dallo straordinario paesaggio della bonifica. La I’VE Map si avvale delle più avanzate tecnologie web-based per il georiferimento delle informazioni utili al turista e a chi desidera approfondire la conoscenza della Venezia Orientale. Contiene sia specifiche funzionalità informatiche di navigazione e ricerca, sia specifici contenuti multimediali e geografici che creano un’esperienza di immediatezza, coinvolgimento e condivisione nel percorrere luoghi che l’internauta virtualmente visita. Si ottiene in questo modo un quadro vivo del territorio, che lo fa maggiormente apprezzare
Fig. 3 – Approfondimento dell’elemento scelto con un semplice clic.
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REPORTS come possibile scelta di destinazione rendendo “parlante”, ossia densa di significato per l’utente, una semplice carta geografica, richiamando idealmente le antiche mappe-itinerario romane come la Tabula Peutingeriana, dove sono rappresentati dei punti topografici notevoli (città, punti panoramici, locande, stazioni di sosta) lungo degli itinerari, il tutto corredato da annotazioni di viaggio. La Tabula, riproduzione del XII-XIII sec. di una carta d’età imperiale, cita Concordia Sagittaria, uno dei sedici Comuni coinvolti nel progetto I’VE. Facendo un notevole salto storico, nella sua funzione la I’VE Map richiama anche le esemplari iniziative editoriali di divulgazione geografica, rivolte alla scuola e al grande pubblico, di Giovanni De Agostini (1863-1941). Per avvicinare ancora di più i contenuti del portale al turista, e ai più piccoli (i turisti del futuro), sono state create delle sezioni dove esplorare spettacolari foto panoramiche 360° oppure scaricare e condividere i gadget I’VE: 90 originali souvenir della Venezia Orientale tra calendari-portapenne, disegni da colorare e modellini tridimensionali da stampare in 3D per creare tanti oggetti utili per la casa, la scuola o l’ufficio (fig.6). Un altro modo insomma per far conoscere le particolarità di un territorio anche a coloro che diventeranno futuri turisti: i bambini. L’ORGANIZZAZIONE DEL DATABASE Nel corso degli ultimi anni i Sistemi Informativi Geografici (GIS) sono entrati a far parte della gestione del territorio rivoluzionando il modo di trattare i dati, rendendoli spazialmente referenziati nella cartografia. Le opportunità offerte dai GIS a coloro che effettuano analisi, pianificazione e gestione di attività a carattere territoriale sono molteplici. Un GIS permette un’agevole interrogazione e le informazioni che si ricavano sono strettamente collegate al database geografico, cioè all’insieme di una o più entità geometriche (punto, linea, poligono) e ai vari attributi alfanumerici. La scelta delle entità geometriche da impiegare, così come l’individuazione degli attributi e il corretto settaggio dei parametri di configurazione del database geografico, sono processi estremamente delicati che vanno definiti nella fase di progettazione per rendere più agevole l’interrogazione del GIS da parte dell’utente. La diffusione di questi sistemi registrata negli ultimi anni, anche nelle versioni online, ne dimostra l’efficacia 32
Fig.4 – Utilizzo del portale I'VE come Geoscopio.
come supporto non solo alla pianificazione, ma anche alla gestione delle risorse legate al turismo. Il GIS è infatti un ottimo strumento per attività di archiviazione, elaborazione e analisi di un’enorme mole di dati legati ad esempio a risorse storiche, architettoniche, archeologiche e ambientali di un territorio. Dati che, se inseriti in un unico sistema informativo, evidenziano relazioni estremamente utili per valorizzare un territorio dal punto di vista della strategia turistica. La raccolta dei dati e la loro successiva georeferenziazione nell’ambito dei territori dei sedici Comuni della Venezia Orientale, oltre a fornire un
utile strumento ai turisti, ha permesso di realizzare un database geografico atto a fornire un concreto sostegno tecnico, logistico e pratico a quella parte di governo del territorio che punta all’incentivazione della presenza turistica in contesti rurali. L’area dei sedici Comuni, che da un punto di vista statistico rappresenta una modalità, con un approccio di tipo GIS diviene un’area vettoriale che costituisce la base di riferimento per tutti i dati. Si tratta di un oggetto del mondo reale riportato all’interno di una tabella avente per colonne una serie di attributi che si riferiscono a tutte le entità territoriali.
Fig. 5 - Panorama virtuale 360° della sala principale del Museo Nazionale Concordiese di Concordia Sagittaria.
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Fig. 6 – Alcuni dei gadget I'VE: Il paintI'VE con l'intonarumori di Luigi Russolo, il calendI'VE con la Tabula Peutingeriana e il modello di un casone da stampare in 3D.
Per la definizione delle entità territoriali sono stati acquisiti i dati presenti nella pubblicazione "Veneto Orientale. Studi e sviluppo", in un'ottica di collaborazione, di gestione compartecipata e di condivisione d’informazioni già raccolte. Il sistema informativo risultante è composto da una banca dati alfanumerica nella quale vengono gestite informazioni sottoforma di stringhe di testo e da una banca dati costituita da una serie di file multimediali (foto, video, documenti in formato pdf, foto 360°, link) descrittivi dei singoli elementi di risorsa (che per il turista sono i punti di interesse). La realizzazione del sistema si è articolata in sette fasi: 4 Definizione della struttura generale. 4 Progettazione della struttura del database. 4 Ricerca e inserimento dei dati. 4 Normalizzazione delle entità geomatiche acquisite dalla pubblicazione "Veneto Orientale. Studi e sviluppo". 4 Geocoding degli indirizzi degli elementi di risorsa (conversione di luoghi informali, come indirizzi stradali, in coordinate geografiche formali) e trasformazione delle coordinate.
4 Verifica delle entità geometriche inserite. 4 Importazione dei contenuti multimediali nelle singole entità. Della totalità degli elementi di risorsa censiti ne sono stati georeferenziati 971. Questa scelta è stata fatta per attribuire un valore aggiunto alla raccolta dati effettuata, privilegiando gli aspetti di attrattività e le conseguenti politiche territoriali volte alla fruizione dei beni storici, architettonici, ambientali e museali e legate alle loro ricadute economiche. Si è rilevato il legame fra le varie tipologie degli elementi di risorsa e gli itinerari di slow mobility, in particolare di cicloturismo. In questo modo è stato possibile evidenziare che, ad esempio, l’itinerario “Dalle Porte del Cavallino a Caorle” ha 27 punti di interesse che insistono su di esso o nelle sue immediate vicinanze; l’itinerario “Da Caorle a Bibione: tra natura e storia” ne ha 23 e così via (fig.7). Il portale è stato presentato ufficialmente al pubblico nel novembre 2014 in concomitanza con la Fieracavalli di Verona.
Fig. 7 - L’itinerario cicloturistico “Dalle Porte del Cavallino a Caorle” con i punti di interesse che insistono su di esso.
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UNA STRAORDINARIA OPPORTUNITÀ Un qualsiasi sistema (ente territoriale) si deve porre l’obiettivo di riconoscere le proprie risorse culturali e ambientali, diffonderne tale conoscenza per destare interesse e quindi promuoverne la fruizione. Deve avere la consapevolezza che ciascun bene appartiene a un tessuto territoriale e che tale rapporto è un problema non solo di contesto e di relazioni, ma anche di gestione, diffusione e aggiornamento di dati. Una serie di operazioni che richiedono un sistema informativo territoriale in cui possano essere integrati archivi eterogenei. Quindi un sistema pensato alla promozione del turismo, attraverso un accesso più agevole all’informazione e alle risorse culturali e ambientali locali, dev’essere funzionale al potenziamento della comunicazione e del marketing dell’offerta turistica, permettendo l’esaltazione delle parti più qualitative del paesaggio, elementi culturali e ambientali, che tendono a influenzare sempre di più la domanda. Si tratta quindi di restituire mediante informazione organizzata la conoscenza dettagliata degli insiemi prescelti che devono essere tra loro integrati per il superamento di ogni rischio di frammentarietà. Questo al fine di consentire un utilizzo contemporaneo, aumentando il valore aggiunto delle singole informazioni, in modo quanto più possibile trasparente rispetto al supporto e al formato con cui esse sono disponibili in fase di acquisizione e di elaborazione. Il progresso tecnologico è alla base delle maggiori trasformazioni avvenute in questi ultimi decenni nel settore del turismo. In particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) hanno contribuito a numerosi cambiamenti anche nell’organizzazione della filiera turistico-culturale. Il turismo rappresenta il settore economico più dinamico a livello internazionale, per sua stessa natura legato alla circolazione globale delle persone, delle informazioni, delle idee e dei prodotti. Pertanto il ruolo delle ICT è divenuto strategico nel settore turistico come fattore chia-
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REPORTS ve per la competitività tra le destinazioni, le strutture e i servizi. Il recente fenomeno web 3.0 potenzia le capacità dell’informazione anche in campo turistico, infatti, il web di terza generazione rende l’internauta membro attivo, capace di esprimere giudizi in tempo reale e di crearsi il suo viaggio personalizzato. Gli strumenti messi a disposizione dalle ICT incoraggiano le strategie di aggregazione, mettendo a disposizione numerosi modelli organizzativi e strumenti gestionali. La tecnologia è uno scopo non secondario di questo articolo, la realizzazione di un percorso turistico attraverso mezzi di elaborazione tecnologico-digitali, auspica di fornire possibili suggerimenti all’interno del processo di adeguamento tecnologico perseguito dalle municipalità, fornendo semplici soluzioni ormai sempre più “necessarie” in un’era che si costruisce attraverso la rete. Il rapporto tra tecnologia e cultura è infatti di vitale importanza, in quanto la tecnologia richiede l’organizzazione e quest’ultima non può sussistere
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se non vi è cultura. La tecnologia dei Geographic Information Systems integra dati e attori diversi, richiedendo così una base culturale per promuovere il recupero delle tradizioni e per condividere processi d’integrazione delle diversità, che sono fondamentali per la stabilità del sistema ambientale, sociale ed economico e quindi anche per lo sviluppo territoriale. Una corretta valorizzazione e promozione del territorio non può avvenire infatti senza la conoscenza delle complesse componenti che vi insistono. L’uso delle tecnologie GIS, la realtà virtuale e la sempre più pervasività delle applicazioni web geografiche, anche a livello mobile, sono una straordinaria opportunità a basso costo di condivisione, conoscenza e divulgazione dei “tesori” di un territorio. Virtualgeo si pone pertanto il preciso obiettivo di definire e supportare il rilancio e lo sviluppo dei comprensori territoriali, in funzione delle specifiche caratteristiche ed esigenze, producendo la più stretta simbiosi tra i potenziali clienti e i mercati nell’ottica “multi sided”.
PAROLE CHIAVE WebGIS; Turismo rurale; Web 3.0; Venezia Orientale; Geomatica; Comunicazione; Tabula Peutingeriana; ICT ABSTRACT In this case study Virtualgeo presents its solution to spread the use of new geomatics technologies to support tourism through a webGIS that is rich of features. The creation of a tourist route through digital technology-based processing tools hopes to provide possible suggestions in the process of technological updating pursued by the municipalities of Eastern Venice, providing those simple solutions that become more and more "necessary" in an era constructed through the network . The created webGIS is a tourist product that is useful for the institutions directly concerned with the promotion of the territory; for the "natives", i.e. the citizens who often know little the area where they live, and for the eco-tourists visiting this wonderful land. The webGIS should not be neglected as an extraordinary tool of knowledge of the area (cultural heritage, landscape, environment) for teaching in schools of all levels. AUTORI Erminio Paolo Canevese erminio.canevese@virtualgeo.it Nicola Benedet nicola.benedet@virtualgeo.it Virtualgeo S.r.l., Italia
GEOmedia n°6-2014
INTERVISTA
GLI OPEN DATA DEL COMUNE DI MATERA Dall’assessore all’innovazione tecnologica del comune di Matera un report su quanto è stato fatto per rendere disponibili i dati che testimoniano inoltre l’entusiasmo e il successo di tale iniziativa.
Home page del sito web dati.comune.matera.it
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EOmedia ha chiesto all’assessore all’innovazione del Comune di Matera informazioni sul processo di realizzazione del portale Open Data da poco realizzato e di seguito vi riportiamo la nota pervenutaci: “Per aver seguito un iter virtuoso che ha visto come tappa fondamentale nel 2013 la pubblicazione con licenza open, sul portale dedicato: dati.comune.matera.it, di interessanti dataset geografici fra cui la cartografia di base e la numerazione civica dei Sassi e vari altri dataset tematici”. Queste sono le motivazioni, per cui il Comune di Matera ha ricevuto il 27 febbraio dello scorso anno il premio nazionale “Comune OpenGeoData 2013”, assegnato dall’associazione OpenGeoData Italia, presso il Centro Congressi Frentani, a Roma. Effettivamente, è stato proprio questo il lavoro effettuato dal Comune di
Le linee guida degli Open Data del Comune di Matera disponibili al link: http://dati.comune.matera. it/dataset/linee-guida-opendata
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Matera, grazie alla preziosa collaborazione dell’open data manager, Piero Paolicelli, che ha coinvolto tutti i dipendenti comunali nella immissione dei dati, confluiti nel sito dati. comune.matera.it. Siamo tra le poche città in Italia ad aver pubblicato sul suddetto sito importanti dati geografici come il Piano Regolatore, da cui è stato possibile estrapolare l’abitato/ edificato del nostro Comune e tutti i numeri civici. Un lavoro minuzioso e dettagliato anche grazie al lavoro congiunto con la Comunità Open Street Map di Matera, che ha mappato tutti i dati geografici e cartografici in possesso del Comune di Matera. Si è trattata di un’operazione unica e straordinaria per la nostra città che ha contribuito, oltre a ricevere il riconoscimento ambito dal Governo Italiano, anche a sostenere la candidatura a Capitale Europa della Cultura per il 2019, poi andata a buon fine, come tutti sappiamo. Ricordiamo che siamo tra le poche città nel Sud Italia assieme a Napoli, Palermo e Bari, ad aver realizzato un sito Open Data. Ma non intendiamo fermarci qui. Adesso, stiamo pubblicando sul nostro sito tutti i dati in possesso dei due sportelli attivati recentemente nella struttura comunale. Si tratta di dati all’interno del SUDE (Sportello Unico Edilizia Digitale) e del SUAP (Sportello Unico Attività Produttive). Ad esempio viene inserita ogni pratica edilizia telematica. Entro la fine del mese di gennaio 2015, saremo in grado di correlare i file shape con Open Data. I dati dei due nostri uffici saranno aggiornati in tempo reale in relazione ad eventuali varianti.
Oggi c’è già l’aggiornamento giornaliero, in formato tabellare, delle pratiche edilizie presentate. E’ prevista anche una formazione costante, come già è avvenuta in precedenza, sull’utilizzo dei file shape sia all’interno dell’Amministrazione pubblica che negli ordini di professionisti (geometri, ingegneri, architetti). Saremo i primi in Italia a far dialogare attraverso “porte di collaborazione” SUAP e SUDE. Otre a questa marea di file inseriti in Open Data, abbiamo anche tutti quelli in possesso dei nostri uffici tecnici: tutti i vincoli paesaggistici e non presenti nell’abitato di Matera e il perimetro del Parco della Murgia Materana e delle Chiese Rupestri, Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelato dall’Unesco, cosi come i Sassi (in fase di pubblicazione in questi giorni). Tra le novità del secondo semestre del 2014 è stata la creazione della sezione linked Open Data relativamente alle chiese rupestri e avventi beni monumentali. Continuiamo sulla strada virtuosa intrapresa con sempre maggiore entusiasmo e determinazione. Giuseppe Tragni assessore.tragni@comune.mt.it Ass.re Innovazione tecnologica Comune di Matera
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REPORTS
GLI OPEN GEODATA E LA REGIONE TOSCANA di Maurizio Trevisani
La Regione Toscana e le altre Regioni operano in ottemperanza ad un contesto normativo che individua il rilascio dei dati geografici come
Open GeoData quale condizione necessaria per favorire Trasparenza, Partecipazione e Collaborazione.
L’attivazione di Open Services come previsto dalla Direttiva Inspire è di fondamentale importanza per favorire la fruizione dell’enorme patrimonio conoscitivo.
GLI OPEN GEODATA: UN PERCORSO INIZIATO QUARANT’ANNI FA La Regione Toscana, anche sulla scia di altre Regioni, quali il Piemonte, l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia, ha portato avanti le iniziative di rilascio come Open Data del proprio patrimonio conoscitivo di dati geografici. Se si prova a curiosare, spesso gli Open Data più scaricati dai siti delle diverse Regioni sono proprio i dati geografici, gli Open GeoData: in Emilia (http://goo.gl/9kZm4p), come in Piemonte (http://goo.gl/uUzbg9) la cartografia raster e numerica sono ai primi due posti dei dataset più scaricati, come in Toscana (http://goo.gl/ Onysu7) risultano ai primi posti la CTR ed il DataBase Topografico in scala 1:2.000. Ciò di cui la società ha particolare esigenza, in questa era dell’informazione (http://goo.gl/JbdzxN), è la conoscenza. E proprio la disponibilità di conoscenza del territorio, dell’ambiente in cui si vive, delle sue risorse e criticità, delle sue caratteristiche, delle sue infrastrutture, dei servizi che rende disponibili è una delle esigenze più sentite sia da parte dei cittadini, che degli operatori economici che dalle stesse amministrazioni pubbliche. La volontà di incidere positivamente sul fronte della conoscenza risulta evidente dagli stessi obiettivi che la Commissione Europea si propone per Europa 2020 (“Europa 2020: strategia per la crescita nell’Unione europea” http://goo.gl/Jea6qS): “La Commissione presenta la strategia che consentirà all’Unione europea (UE) di raggiungere una crescita: 36
Fig. 1 – Scarichi di Open GeoDAta della Toscana.
4intelligente, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e dell’innovazione; 4sostenibile, basata su un’economia più verde, più efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva; 4inclusiva, volta a promuovere l’occupazione, la coesione sociale e territoriale.” Tutti questi obiettivi, così come quelli già proposti dalla Convenzione di Århus del 25 giugno 1998 che, a valle del “Rapporto sui limiti dello sviluppo” (o Rapporto Meadows) pubblicato nel 1972 dal Club di Roma (http://goo. gl/bRh4sg), poneva in evidenza degli Stati la questione ambientale, si possono perseguire solo investendo ed operando positivamente, tra l’altro, rispetto alla formazione, condivisione, accessibilità ed interoperabilità di effi-
caci quadri conoscitivi, che consentano un più ampio accesso alle informazioni e una maggiore partecipazione ai processi decisionali e l’opportunità di promuovere la trasparenza in tutti i settori della pubblica amministrazione. DALLA CONVENZIONE DI ÅRHUS VERSO GLI OPEN DATA La Convenzione di Århus, ratificata dall’Italia con la legge n.108 del 16/3/2001, e recepita dalla Comunità Europea con Decisione del Consiglio 2005/370/CE (http://goo.gl/jbF7df), del 17 febbraio 2005, è stata poi seguita da una serie di Direttive che hanno meglio coniugato questi indirizzi. La Comunità Europea ha promulgato la Direttiva 2003/4/CE (http://goo.gl/ sBp3Nq) “sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale”, recepita dal D.Lgs 195 del 19 agosto 2005, la GEOmedia n°6-2014
REPORTS Direttiva 2003/35/CE (http://goo.gl/ Js4NRf) “che prevede la partecipazione del pubblico nell’elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale”, recepita dalla D.Lgs 152 del 3 aprile 2006, e ha elaborato una proposta di direttiva sull’accesso alla giustizia in materia ambientale (COM/2003/0624 def. - COD 2003/0246 - http://goo.gl/T15xmg). A queste è poi seguita, tra le altre, la Direttiva 2003/98/CE (http://goo.gl/ xeh4nE) “relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico”, recepita dal D.Lgs 36 del 24 gennaio 2006, la Direttiva 2007/2/CE (http://goo.gl/ NSxqZu) “che istituisce un’Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (Inspire)”, recepita dal D.Lgs. 32 del 27 gennaio 2010 e la Direttiva 2013/37/CE (http://goo. gl/MBjsDl) che modifica la direttiva 2003/98/CE relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico. LA PROTEZIONE DEL SUOLO: IL NODO CRUCIALE ANCORA NON SCIOLTO Merita una citazione anche la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2006, ancora non diventata norma, che definisce un quadro per la protezione del suolo e modifica la Direttiva 2004/35/ CE (http://goo.gl/7oZDO2) “sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale”: in tale strategia tematica per la protezione del suolo si evidenzia che “Gli scarsi dati esistenti non consentono di ricavare estrapolazioni delle tendenze attuali per prevedere cosa accadrà in futuro. È evidente, tuttavia, che i fattori antropici alla base delle attuali minacce per il suolo incidono sempre di più. I cambiamenti climatici — sotto forma di temperature in aumento e di eventi meteorologici estremi — stanno acuendo le emissioni di gas serra prodotte dal suolo e fenomeni come l’erosione, gli smottamenti, la salinizzazione e la diminuzione di materia organica dei suoli. Tutto ciò fa pensare che il degrado dei suoli in Europa continuerà, e probabilmente ad un ritmo anche più accelerato. Da molti dati risulta evidente che gran parte dei costi legati al degrado del suolo non è sostenuta dagli utilizzatori più diretti dei terreni, ma spesso dalla società in generale e da soggetti distanti dal punto in cui insorge il problema (esterni al sito).”. Quindi in carenza di dati e conoscenza ed in carenza di trasparenza, il danno ambientale viene ancora pagato da tutta la società. Anche il diritto di accesso alla giustizia visita il sito www.rivistageomedia.it
Fig. 2 – Numero di accessi per mese indica quante richieste vengono fatte ai servizi di visualizzazione ed interrogazione dei dati geografici (in un sito web normale corrisponderebbe al numero di pagine visitate nel mese). La stragrande maggioranza di accessi si concentra nelle ore e nei giorni di ufficio, confermando come tali servizi siano ampiamente usati da professionisti e operatori della PA.
in materia ambientale, previsto dalla Convenzione di Århus, è ancora in attesa dell’iter della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2003, “sull’accesso alla giustizia in materia ambientale” (http://goo.gl/e06vgB), in cui si evidenzia che “l’incapacità di assicurare il pieno rispetto delle norme ambientali può falsare le condizioni di concorrenza tra gli operatori economici e distorcere quindi il funzionamento del mercato interno. Così, a seconda dello Stato membro interessato, gli operatori economici che non adempiono ai loro obblighi ambientali possono trovarsi avvantaggiati dal punto di vista economico nei confronti di coloro che invece rispettano la normativa in vigore. …. Inoltre il mancato rispetto del diritto ambientale è troppo spesso dovuto al fatto che la legittimazione ad agire in giudizio è limitata a coloro che subiscono direttamente gli effetti della violazione. Uno dei modi per migliora-
re l’effettivo rispetto del diritto ambientale consiste quindi nel garantire alle associazioni rappresentative operanti nel campo della tutela dell’ambiente la possibilità di promuovere procedimenti di natura amministrativa o giurisdizionale in materia ambientale”. LA CONOSCENZA GEOGRAFICA A SUPPORTO DEL BUON GOVERNO Dunque la raccolta di dati, la formazione di banche dati geografiche, territoriali ed ambientali, la loro efficacia informativa, la loro condivisione tra i vari soggetti istituzionali e la loro accessibilità al cittadino per favorire trasparenza dell’operato della pubblica amministrazione e partecipazione ai processi decisionali, è una delle attività più rilevanti a supporto dell’azione degli Enti Territoriali e delle amministrazioni in generale. Appare evidente come sia indispensabile investire significativamente ed efficacemente nella costruzione,
Fig. 3 - Numero di utenti distinti per mese, indica quanti utenti accedono ai servizi ciascun mese.
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REPORTS organizzazione, integrazione e diffusione della conoscenza, ambientale, territoriale, delle risorse, delle fonti di pressione che su quelle risorse e su quel territorio producono o possono produrre impatti. E tutte le più recenti normative spingono i Governi, gli Enti, la Pubblica Amministrazione a dotarsi di efficaci Sistemi Informativi Territoriali ed Ambientali per poter decidere con maggiore consapevolezza. Ad esempio le già citate Direttive del Parlamento europeo 2003/4/CE e 2003/35/CE richiedono che si creino le condizioni per la massima trasparenza della PA nei suoi processi decisionali, favorendo la partecipazione del pubblico e condividendo tutti i quadri conoscitivi, proprio per consentire la più ampia capacità del cittadino di interloquire e partecipare. A quanto sopra, si aggiunge quanto indicato dalla Direttiva Inspire: “I problemi relativi alla disponibilità, alla qualità, all’organizzazione, all’accessibilità e alla condivisione delle informazioni territoriali sono comuni a molte tematiche politiche e categorie di informazioni e si riscontrano a vari livelli dell’amministrazione pubblica. Per risolvere tali problemi sono necessarie misure in materia di scambio, condivisione, accesso e utilizzo di dati territoriali e di servizi relativi ai dati territoriali interoperabili tra i vari livelli dell’amministrazione pubblica e tra i vari settori”, “Esiste una certa sovrapposizione tra le informazioni territoriali trattate dalla presente direttiva e le informazioni di cui alla direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2003, sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale” e “La presente direttiva dovrebbe applicarsi fatta salva la direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 novembre 2003, relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, che presenta obiettivi complementari a quelli della presente direttiva”. In questo contesto (normativo, ambientale, sociale, economico), e nella ormai sedimentata consapevolezza che la disponibilità e la condivisione di un medesimo basamento conoscitivo è condizione essenziale per favorire la efficacia dei processi decisionali (maggiore conoscenza, migliori decisioni) e la coerenza dei diversi piani (di settori o di enti diversi) (decidere sulla base delle stesse conoscenze), la Regione Toscana, analogamente a quanto sta avvenendo in tutte le altre Regioni, ha deciso di operare per la trasparenza e l’apertura. 38
Fig.4 – Utilizzo dei portali WebGIS Geoscopio.
OPEN GEODATA: TRASPARENZA, PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE Dunque il rilascio dei dati, e nella fattispecie dei dati geografici come Open GeoData, si inserisce in una più complessiva strategia di trasparenza e di apertura (si veda ad esempio l’indirizzo stesso dato al progetto Open Toscana (http://goo.gl/NBqXdT), portata avanti dallo stesso Governo per la riforma della PA (“Tre i punti della riforma: capitale umano e innovazione, tagli agli sprechi e alle strutture non necessarie e open data come strumento di trasparenza.”) e che si auspica possa favorire anche da parte degli organi nazionali e governativi il rilascio dei propri dati (ortoimmagini, rilievi Lidar, grigliati per la conversione ufficiale di coordinate, cartografia catastale, ecc.) con formati aperti e con licenze che liberalizzano il loro impiego. Tale ruolo di supporto alla Trasparenza, alla Partecipazione ed alla Collaborazione è stato sottolineato anche dalla Direttiva sull’Open Government
promulgato dalla Casa Bianca (http:// goo.gl/JG0lPV). Ma ultimamente si è dato agli Open Data ed agli Open GeoData anche un ruolo di supporto al rilancio delle economie (si veda ad esempio lo studio “Assessing the Value of OS OpenData to the Economy of Great Britain” (http://goo.gl/ dAJyDr). Che ci sia un estremo bisogno di dati e conoscenza risulta evidente anche dalle statistiche che la Regione Toscana raccoglie rispetto agli scarichi degli Open Geodata. OPEN GEOSERVICES: LA FRUIZIONE DEI DATI GEOGRAFICI “SEMPLICE” In Toscana, come in altre Regioni, la coniugazione che si è operata di tale accessibilità ed apertura ha tentato di dare esito alle sollecitazioni ed indicazioni delle diverse Direttive Europee, in primis la Direttiva Inspire, mediante la implementazione di una Infrastruttura Geografica che favorisca la fruizione dell’informazione geografica raccolta, sia da parte degli altri Enti e
Fig. 5 – Accesso ai servizi WMS da Geoscopio e da altre utenze.
GEOmedia n°6-2014
REPORTS
Fig. 6 - DatabaseTopografico in scala 1: 2.000 (Vagli Sotto – LU).
Soggetti Pubblici, che da parte dei cittadini, dei professionisti. L’implementazione che si è avviata di tale Infrastruttura prevede la progressiva attivazione di una serie di webservices OGC (WMS, WFS, CSW, WCS, WPS, ecc.: “I servizi di rete sono indispensabili per condividere i dati territoriali tra i vari livelli di amministrazione pubblica della Comunità. Tali servizi di rete dovrebbero consentire di ricercare, convertire, consultare e scaricare i dati territoriali e di richiamare servizi di dati territoriali e di commercio elettronico.”), oltre che il progressivo rilascio dei dati geografici come OpenGeoData (h t t p : / / g o o . g l / H p W g Q E ma anche http://goo.gl/T5LO5R) e la attivazione di un GeoBlog (http:// goo.gl/P66WJz) per interagire con gli utenti dell’informazione geografica. Per il rilascio degli OpenGeodata si è fatto ricorso esclusivamente a formati aperti, per l'implementazione dell’infrastruttura esclusivamente a sistemi software GFLOSS. I riscontri che si hanno sono assolutamente positivi, come si evidenzia dalle statistiche di utilizzo dei servizi (http://goo.gl/YSbccG).
Oltre ai servizi OGC, sono stati attivati una serie di portali WebGIS (i portali Geoscopio – http://goo.gl/ke54Q6), per consentire visualizzazione e ricerca dei dati geografici anche a cittadini ed operatori pubblici e privati che non posseggono particolare dimestichezza con gli strumenti GIS Desktop. I portali consentono di visualizzare la cartografia e di scaricare gli Open Geodata (Portale Cartoteca – http://goo. gl/n3ACgA), di ricercare e visualizzare il patrimonio di oltre 100.000 foto aeree che spaziano dal 1954 ad oggi (Portale Fototeca – http://goo.gl/5o0PnX), di scandire il continuum di tutta la cartografia ottocentesca (Portale Castore – http://goo.gl/obhFE3), di accedere ad informazioni ambientali, escursionistiche, a vincoli ed infrastrutture. Tra i portali più consultati, oltre alla Cartoteca ed a Castore, vi è anche quello del recente Piano Paesaggistico della Regione Toscana (http://goo.gl/ dOVpkv). Il funzionamento dei portali Geoscopio è “dataless”: tutti i dati vengono richiesti ed ottenuti esclusivamente tramite invocazioni di servizi WMS e
Fig. 7 – Il progetto QGIS del DataBase Geologico.
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WFS, rendendo quindi completamente indipendente la possibilità di implementare un portale dalla effettiva disponibilità dei dati. Questo nell’ottica di implementare una infrastruttura geografica che consenta di assemblare, visualizzare, ricercare, sovrapporre, stampare dati pubblicati da soggetti diversi (ad esempio quelli pubblicati dalla stessa Regione, con quelli di Regioni limitrofe, di Autorità di Bacino, di Province e Comuni – si veda ad esempio il portale Pericolosità e Rischio di alluvione (D.Lgs.49/2010) (http://goo. gl/gyimaj) dove vengono serviti dati di RT insieme a quelli dell’Autorità di Bacino dell’Arno), che possono essere anche aggiunti dinamicamente dal singolo utente tramite lo strumento “WMS Explorer”. E quindi i servizi WMS vengono acceduti sia tramite i portali Geoscopio, sia tramite altri strumenti GIS desktop o web, come si evidenzia anche dal seguente report. Nei portali Geoscopio è poi implementata la possibilità di inserire “fumetti” che associno ad una posizione specifici testi ed anche hyperlink, e di salvare tali fumetti (che non vengono memorizzati da nessuna parte, ma hanno la durata effimera della sessione di lavoro col portale) in appositi permalink inviabili via mail ad altri soggetti o amministrazioni (ad esempio: http://goo.gl/MQ4Epu). In tal modo risulta possibile segnalare abbandoni di rifiuti, presenza di amianto, abusivismi edilizi, degrado di monumenti, situazioni di rischio, ecc. OPEN KNOWLEDGE COME EVOLUZIONE DEGLI OPEN GEODATA Oltre al rilascio di Open Geodata, alla attivazione di servizi OGC (WMS, WFS, …), alla attivazione di portali Geoscopio, alla attivazione del GeoBlog, si è recentemente adottata la strategia di predisporre appositi pacchetti compressi, contenenti sia i dati, che la documentazione, che le vestizioni SVG insieme con un progetto Qgis che ne favorisca la fruizione: ad esempio sono disponibili in tale forma sia i DataBase Topografici in scala 1:2.000 (http://goo.gl/KTlrta), che il DataBase Geologico in scala 1:10.000 (http:// goo.gl/1M33Re). I dati contenuti nel pacchetto sono organizzati in una serie di DataBase Spatialite (http://goo.gl/I7IomE), corredati di documentazione, 200 vestizioni SVG e di un progetto Qgis che, stratificando i dati secondo una legenda standard simile a quella della Carta Geologica Regionale, consente di utilizzare al meglio l’enorme mole di dati 39
REPORTS disponibili (oltre 500 i codici distinti per le unità geologiche areali, oltre 100.000 le frane perimetrate, di cui circa 25.000 attive). Proprio in virtù della elevata numerosità dei codici presenti, è stata implementata, nell’ambito del progetto europeo LIFE+IMAGINE (http://goo.gl/Jy8gDb), una nuova specifica funzionalità per il sistema QuantumGIS per una gestione “contestuale” della legenda, nella quale sono visualizzati solo i codici e le relative vestizioni grafiche corrispondenti alle entità effettivamente visibili nella finestra. La “Legenda contestuale” funziona anche nell’ambiente Qgis Server utilizzato per la pubblicazione dei servizi WMS (http://goo.gl/ZkysNI) che alimentano il portale Geoscopio della Geologia (http://goo.gl/b9cSYu). Lo sviluppo di progetti Qgis, delle vestizioni, di pacchetti compressi che contengano oltre ai dati anche quanto occorre per visualizzarli ed analizzarli al meglio, rientra tra le strategie volte a favorire la fruizione degli Open GeoData in un’ottica di Open Knowledge. LAVORARE INSIEME PER FAVORIRE INTEROPERABILITÀ E COLLABORAZIONE Allo scopo di favorire la interoperabilità dei dati che si producono, la Regione Toscana partecipa, insieme alle altre Regioni, ai lavori del CISIS – Centro Interregionale per i sistemi informatici, geografici e statistici (http://goo.gl/ zZEPjp), che tra gli altri ha coordinato la formazione dell’archivio di rilevanza nazionale DBPrior10K (http://goo.gl/ FrNWNf), il progetto Sigmater (un’infrastruttura informatica che, attingendo a servizi web erogati dall’Agenzia delle Entrate rende disponibili i dati censuari e cartografici del Catasto in un apposito DataBase Territoriale Integrato da cui risulta poi possibile erogare dati e servizi verso i Comuni) e che partecipa attivamente alle attività per l’Agenda Digitale. Ha poi siglato con le Regioni Emilia Romagna, Marche ed Umbria un accordo finalizzato allo svolgimento congiunto di attività funzionali alla implementazione di una base informativa geologica interoperabile ed integrata a partire dai dati delle quattro regioni, alla progettazione di geotematismi condivisi ed all’avvio di servizi INSPIRE per la divulgazione dei dati geologici e geotematici. Per favorire la diffusione dell’informazione e della conoscenza geografica sono anche stati siglati una serie di accordi, tra cui si citano in particolare quelli con le associazioni GFOSS.it (http://goo.gl/o85ViB), Wikimedia Italia/Open Street Map (http:// 40
goo.gl/onswW0) e con l’Ordine dei Geologi della Toscana per favorire la divulgazione e la manutenzione del DataBase Geologico. Molti sviluppi dei sistemi GFLOSS (Geographic Free Libre Open Source Software) vengono commissionati e finanziati dalla Regione Toscana, per implementare funzionalità utili sia alla elaborazione che alla pubblicazione dei propri dati geografici, con l’accortezza di imporre che ogni evoluzione venga veicolata poi nei repository ufficiali dei diversi prodotti (Qgis, Spatialite, Mapserver, Postgis, ecc.), senza produrre fork dei sistemi originali e consentendo che quei miglioramenti ed arricchimenti risultino poi disponibili per tutti. Insomma, l’idea è quella dell’adozione dei software Open Source non solo e non tanto per il risparmio sui costi di licenza, quanto proprio come scelta di Openness e condivisione. Questo anche in ottemperanza alle indicazioni che il Codice dell’Amministrazione Digitale, con l’articolo 68, fornisce: la scelta di soluzioni software mediante l’acquisizione di licenze d’uso, da parte della PA, deve diventare residuale e consentita solo in caso di indisponibilità o inadeguatezza di soluzioni a codice sorgente aperto, nella convinzione che la filosofia del software libero/open source, caratterizzata dalla trasparenza e accessibilità del codice sorgente, così come dalla sua modificabilità ed adattabilità alle singole esigenze operative, è pienamente in linea con l’idea di un’Amministrazione aperta. A questo proposito, sarebbe forse auspicabile l’assunzione di un ruolo, da parte della stessa Agenzia per l’Italia Digitale, chiamata a indirizzare e favorire il processo di informatizzazione delle amministrazioni pubbliche, di supporto e cofinanziamento della manutenzione e della evoluzione di quei pacchetti software, FLOSS e GFLOSS, che le PA usano e sono sempre più chiamate ad adottare e adeguare per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali. PERCHÉ? La produzione e manutenzione dei dati geografici, che si tratti di quelli topografici come di quelli geologici, pedologici, ambientali, infrastrutturali, tematici, presentano alti costi. La complessità di progettazione e di analisi di questi dati è enorme, e spesso non è alla portata di tutti gli operatori della Pubblica Amministrazione (la Convenzione di Århus sottolinea che “le pubbliche autorità possiedono informazioni ambientali nell’interesse pubblico”), e la stessa valorizzazione
di questi dati può essere favorita rendendoli facilmente disponibili, accessibili a tutti, lavorando per la loro fruibilità e interoperabilità. Così come è importante lavorare per costruire strumenti potenti ma semplici e senza costi di licenza (e quindi più “accessibili” in questi tempi di crisi alle stesse pubbliche amministrazioni), operare per una diffusione delle competenze nell’analisi ed elaborazione dei dati geografici, cercando di affrontare il digital-divide che in maniera sempre più evidente impatta sulla capacità della PA di informatizzarsi e quindi di sfruttare al meglio le potenzialità che l’informatica e più ancora l’informazione offrono nella stessa gestione e governo del territorio, del paesaggio, dell’ambiente. I costi per l’acquisizione di rilievi aerofotogrammetrici, di rilievi Lidar, per la produzione di cartografia topografica o di cartografia geologica, per la raccolta di dati relativamente a frane piuttosto che a documenti e cartografie storiche, per quanto necessari all’operare degli enti territoriali e della pubblica amministrazione, sono giustificati solo a condizione di valorizzarne al massimo l’uso in tutti i contesti e gli ambiti in cui tali dati possono garantire un contributo positivo, senza limiti e senza remore.
PAROLE CHIAVE Open Source; Open GeoData; Regione Toscana; SIT; GIS; ABSTRACT The Tuscan Region and other regions operate in compliance with a regulatory framework that identifies the release of geographical data as Open GeoData as a necessary condition to promote transparency, participation and collaboration. The availability of spatial and environmental data occurs not only through the release of compressed packets to download, but also through the activation of Open Services as required by Inspire Directive, and evolves more and more towards Open Knowledge in an attempt to encourage the enjoyment of the enormous wealth of information collected. AUTORE Maurizio Trevisani Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale della Regione Toscana http://www.geografia.toscana.it/
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6/d - 60 6/ 600 01 15 Fa Falc con ona arra M M..ma m (AN AN)) 6 - Fax ax 071 71..9 916 165263 52 5 263 63 oma max x--po posi siti tio on nin ing g..it it sitio ittNoi ioni io oning niing n ngnon ..iit pretendiamo siittio on niing in ng g.c com m//iit
MERCATO
che
i nostri strumenti
funzionino ovunque...
....ma promettiamo che lavorino quando tu lavori.
Arriva la trattazione automatica per l’aggiornamento del catasto terreni Le nuove funzionalità di Pregeo illustrate in una circolare delle Entrate. Più automatismo, minore manualità, maggiore semplificazione. Gli aggiornamenti catastali, dell'archivio cartografico e dell'archivio censuario diventano più rapidi, automatici e trasparenti grazie alla nuova versione di Pregeo 10, il software utilizzato dai professionisti per l'aggiornamento del catasto terreni. Con la circolare 30/E, infatti, l'Agenzia fornisce le indicazioni operative sulla corretta predisposizione di alcune specifiche tipologie di atti, nell'ambito del nuovo sistema di aggiornamento che diventerà obbligatorio a partire dal 2 gennaio 2015. Come funziona Pregeo 10 – In pratica, la procedura Pregeo 10 consente di registrare le variazioni del catasto terreni - CT - in maniera automatica, senza alcun intervento manuale, partendo dalla proposta presentata dal professionista, dall'estratto di mappa e dal modello per il trattamento dei dati censuari. Cosa cambia: l'automatismo è totale - Attualmente i professionisti abilitati presentano gli atti di aggiornamento del catasto terreni (come, ad esempio, i tipi di frazionamento, i tipi mappali per dichiarazioni di nuovi fabbricati, ecc.), su incarico dei soggetti interessati, utilizzando la procedura Pregeo 10, che permette di inviare telematicamente le istanze all'Agenzia delle Entrate, senza doversi recare presso gli sportelli, ogni giorno della settimana e in qualunque momento della giornata. Seguendo la vecchia procedura, la trattazione automatica delle variazioni catastali è possibile, ma non in tutti i casi. Con l'ultima versione, più evoluta, di Pregeo 10, la procedura riconoscerà e registrerà in via automatica tutte le variazioni catastali, a partire dalla proposta di aggiornamento, dall'estratto di mappa e dal modello per il trattamento dei dati censuari. In conclusione, la procedura Pregeo 10 garantirà la completa trattazione automatica delle variazioni del catasto terreni, con l'immediata registrazione degli esiti negli archivi catastali. Più automatismo, minore manualità = semplificazione - Grazie alla nuova versione, il software garantisce un più elevato grado di automatizzazione, semplificazione e trasparenza nel trattare gli atti di aggiornamento, consentendo all'Agenzia di risparmiare risorse e accelerare notevolmente i tempi di registrazione. (Fonte: Agenzia delle Entrate)
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Confronta le spese del tuo comune su mappe interattive! Pubblicati su DatiOpen.it alcune elaborazioni sui dati inerenti la spesa dei Comuni Italiani tratti da Soldipubblici.gov.it, il nuovo portale sulla trasparenza della spesa pubblica della PA lanciato a fine dicembre 2014 in diretta televisiva dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Grazie alle avanzate funzionalità di "Data Visualization" messe a disposizione dalla piattaforma open sourceStatPortal OpenData è possibile avere una visione complessiva della spesa pro capite per una determinata voce (es. formazione del personale, energia elettrica, spese per il personale, ecc.) su una mappa nazionale, aspetto fondamentale in ottica di confronto e benchmark tra i vari comuni. A tal proposito i dati sono stati elaborati al fine di ricavare la graduatoria dei comuni per spesa pro capite crescente (nei primi posti si trovano i comuni con la minore spesa, agli ultimi quelli con spesa più elevata) e le differenze percentuali rispetto alla media nazionale, regionale e provinciale. Queste ultime sono a nostro giudizio informazioni molto interessanti, in quanto permettono di effettuare dei confronti tenendo conto del contesto territoriale, ovvero consentono di sapere quanto spende un comune rispetto alla media degli altri comuni della stessa Regione e/o Provincia. In questo primo rilascio sono stati pubblicati esclusivamente i dati inerenti la spesa dei comuni nel 2014; nelle prossime settimane saranno pubblicati anche i dati relativi agli altri enti. (Fonte: http://www.datiopen.it/it/soldi-pubblici-comuni) 41
MERCATO Previsione del mercato UAV per i prossimi anni Il mercato globale per gli APR o UAV (Unmanned Aerial Vehicle) ha avuto un valore di 6762 milioni di dollari nel 2014 e si prevede una crescita molto forte che potrà raggiungere 10.573 milioni di dollari nel 2020. Questo è quanto afferma MarketsAndMarkets nel suo ultimo report di settore. Il mercato è guidato dalla cresciuta domanda di applicazioni non connesse alla difesa e la maggiore funzionalità degli UAV per eseguire operazioni complesse, nei casi in cui ad esempio potrebbe essere compromessa la vita umana. L’analisi di mercato in oggetto copre le applicazioni commerciali, quelle della difesa e per la sicurezza nazionale. Le acquisizioni per l’intelligence, la sorveglianza, e le operazioni di combattimento della difesa, oppure l'agricoltura, la ricerca e indagine sulla fauna selvatica o il clima e le operazioni di monitoraggio dell'inquinamento nel settore commerciale dovrebbero essere le principali aree di guida della domanda di UAV. L’America del Nord, attualmente, rappresenta circa il 69% del mercato globale UAV. Le innovazioni tecnologiche hanno aumentato il dispiegamento di UAV in operazioni di combattimento e pattugliamento, guidando così la crescita del mercato UAV. La regione Asia e Pacifico (APAC) ha la seconda quota più alta del mercato UAV essendo i mercati più importanti la Cina, l'India, il Giappone e la Corea del Sud. E’ previsto anche un aumento del mercato globale della formazione per la gestione e la manutenzione di UAV. Israele e l'Arabia Saudita dovrebbero essere i potenziali mercati della regione mediorientale, in futuro, a causa dell’aumento della spesa per la difesa e la domanda di UAV. Gli UAV sono comunque ampiamente utilizzati in settori commerciali, in particolare nel monitoraggio e nella sorveglianza. Sono ampiamente utilizzati oggi nelle operazioni pericolose relative alla risposta alle catastrofi, la ricognizione, la ricostruzione e le operazioni di soccorso durante le crisi. I grandi gruppi mondiali oggi coinvolti sono Northrop Grumman Corporation (USA), Elbit Systems Ltd (Israele), IAI Ltd. (Israele), e AeroVironment Inc. (US) che hanno il ruolo di protagonisti dell’industria UAV a livello globale e rappresentano oltre il 57 % della quota totale di mercato. Aziende come Lockheed Martin (USA), la Boeing Company (USA), BAE Systems Plc (UK), Textron (USA), Aeronautica Ltd. (Israele), Safran SA (Francia), SAAB AB (Svezia), Thales Group (France), TAI Inc. (Turchia), e Aviation Industry Corporation of China sono gli altri player di primo piano nel mercato UAV. (Fonte: MarketsAndMarkets)
La stampa 3D rivoluziona i modelli topografici La società MineBridge ha recentemente collaborato con 3D whiteclouds, fornitore di servizi di stampa 3D full color, per la realizzazione di di un modello topografico generato con il loro nuovo software Muck3D. La sezione del terreno è il Nevada settentrionale ed è stato stampato in 3D con la tecnologia ProJet 660Pro. Nello sviluppo di impianti minerari, diventa sempre più difficile – soprattutto negli Stati Uniti – scegliere i siti giusti. Hanno bisogno di essere a conoscenza di tutti gli impatti ambientali che le proprie operazioni possono causare, il posizionamento di costruzioni e strutture,devono essere in grado di pianificare per la conservazione o la rimozione dei rifiuti in eccesso. In genere si usano immagini aeree scattate da satelliti o aerei, o più recentemente droni, per pianificare i loro siti minerari, ma queste non mostrano sempre il quadro completo. Ecco dove il nuovo software di modellazione 3D canadese e la stampante 3D entrano in gioco. Il software di visualizzazione Muck3D genera superfici dai dati dell’indagine e dalle immagini aeree che possono essere convertite in un modello topografico adatto alla stampa 3D in scala naturale. “Non è sempre evidente, guardando un un disegno 2D, come impianti di rifiuti minerari si integrano con l’ambiente circostante“, spiega Carlo Cooper di MineBridge. “Utilizzando modelli stampati in 3D, è più facile qualificare e quantificare l’impatto di queste strutture.” La società ha realizzato il modello 3D utilizzando la stampante 3D Systems ProJet 660Pro 3D (http://www.3dz.it/prodotti/projet-660-pro/). Il plastico è abbastanza grande e misura 203 millimetri x 198 millimetri x 52mm ed uno spessore di circa 512 strati. Entrambe le società sono soddisfatte del risultato e stanno già utilizzando il plastico operativamente. (Fonte: 3DZ www.3dz.it)
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MERCATO Il Catasto italiano taglia il traguardo per una nuova importante tappa di civiltà amministrativa L'innovazione del Catasto Italiano non è solo sulle rendite e sugli estimi come stiamo leggendo ultimamente sui quotidiani. Non dobbiamo dimenticare infatti l'importante ruolo che il Catasto gioca nella gestione della cartografia ufficiale dello Stato a grande scala, per la quale si trova a gestire e ad aggiornare costantemente oltre 80 milioni di particelle distribuite su più di 300.000 fogli di mappa. In questo settore possiamo dire che è stato messo a punto un sistema partecipato per il processo di aggiornamento automatico del Catasto Terreni talmente collaudato che ormai riesce a funzionare in modalità quasi completamente automatizzata 24 ore su 24, anche di notte. Il sistema di aggiornamento del catasto attuale è partecipato dai Professionisti che possono aggiornare, dal proprio studio professionale, in qualsiasi momento la banca dati catastale in modalità telematica utilizzando una infrastruttura basata su uno strumento software appositamente realizzato, il PREGEO. Il necessario controllo del processo automatizzato viene svolto con delle metodologie completamente trasparenti e note a tutti perché realizzate sulla base di regole condivise. Le più avanzate tecnologie di posizionamento satellitare sono poi utilizzate per i controlli diretti sul terreno. Recentemente, con il supporto di Sogei, è stato implementato all'interno della procedura Pregeo 10, il nuovo modello concettuale che sfruttando insiemistica e topologia, riconosce in automatico le variazioni catastali, cartografiche e censuarie, a partire dalla proposta di aggiornamento, dall'estratto di mappa e dai dati censuari, superando di fatto il vecchio modello basato sulle tipologie degli atti. La nuova procedura già sperimentata su tutto il territorio nazionale nel 2014 è stata ora rilasciata e messa a disposizione degli utenti. La sperimentazione è stata accompagnata da vari convegni partecipati da tutte le categorie professionali abilitate alla presentazione degli atti di aggiornamento; è proprio in uno di tali convegni che i Consigli Nazionali degli OO.PP. hanno conferito all'Agenzia delle Entrate-Territorio, il premio Amministrazione Pubblica 3.0 (Fonte: Redazionale)
14.000 amministrazioni hanno comunicato all'AgID l’elenco della basi di dati Circa il 65% delle amministrazioni presenti nell'Indice delle PA hanno comunicato le proprie basi di dati all'Agenzia per l'Italia Digitale. L'inizio è stato un pò magro, ma dopo che l'Agenzia ha pubblicato le amministrazioni inadempienti sul proprio sito, si è scatenata la corsa. L'Agenzia ha riaperto i termini ed il risentimento ha fatto il resto. Così si sono aggiunte altre 2.000 amministrazioni. L'Agenzia sta proseguendo con l'analisi dei dati pervenuti con la finalità di implementare il catalogo della basi di dati della PA che in parte è già consultabile. Statistiche Basi Dati Pa (Fonte: www.agid.gov.it)
Dati geografici open anche dalla Regione Basilicata La Regione Basilicata cambia veste al proprio sito Open Data, supera i 200 dataset pubblicati di cui un buon 10% di tipo geografico. I dati geografici disponibili ad oggi sono essenzialmente tematici: ambiti territoriali di caccia, carta carbonati, carta granulometrica, carta capacità d'uso dei suoli, carta tessitura, carta pedologica Ci sono poi dei dataset di protezione ambientale: Zone di Protezione Speciale (ZPS), Siti Rete Natura 2000, Zone Speciali di Conservazione (ZSC), Siti di Interesse Comunitario (SIC) Per quanto riguarda i dati di base al momento sono presenti solo le zone altimetriche, tra l'altro incomprensibilmente suddivise in vari shape file ad intervalli di 100 metri. Aspettiamo quindi la pubblicazione di tutta la cartografia di base, modelli digitali di elevazione, ortofoto, uso del suolo Corine, ecc. (Fonte: http://dati.regione.basilicata.it/)
Reti del sottosuolo, microzonazione sismica , viabilità e foto aeree storiche dalla Regione Lombardia Il Geoportale della Regione Lombardia si arricchisce di nuovi layer e dati di particolare interesse. In primo luogo le reti e le infrastrutture del sottosuolo. La maggior parte delle informazioni è riferibile alle reti del ciclo idrico (approvvigionamento idrico e smaltimento delle acque reflue), reperite da Regione Lombardia nel periodo compreso tra il 2000 e il 2006. Le restanti informazioni sono riferibili al settore energetico e sono frutto di conferimenti da parte degli Enti locali. E' stata poi resa disponibile la microzonazione sismica in cui sono rappresentate le zone stabili e le zone suscettibili di instabilità o di amplificazioni locali in ambito comunale. E' stata inoltre pubblicata la rete viabilistica lombarda comprensiva di: rete stradale (autostrade, strade statali, strade provinciali, strade comunali e intersezioni tra strade) presenti sull'intero territorio della Lombardia; la rete ferroviaria (compresa l'Alta velocità); - la rete metropolitana di Milano e Brescia. Ed infine sono state rese disponibili le foto aeree del volo GAI del 1954 fornite dall'Istituto Geografico Militare alla scala 1:33.000 per la pianura e 1:45000 per la zona montana. Il volo GAI è la prima ripresa stereoscopica in bianco/nero dell'intero territorio italiano. (Fonte: http://www.cartografia.regione.lombardia.it/geoportale)
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REPORTS
DAL LIDAR MAPPING FORUM DI AMSTERDAM UN REPORT DI BUON AUSPICIO PER IL MERCATO DEL 2015
di Renzo Carlucci
Si è conclusa da poco più di un mese la European Lidar Mapping Forum la conferenza dedicata al Laser Scanning e all’imaging realizzata nell’accogliente spazio del
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olte presentazioni e novità nella mostra strumentale, hanno dato un’idea del livello di maturità delle tecnologie del 3D e dell’imaging segnando il punto dell’effettivo uso ottimale della tecnologia in grado di produrre risultati significativi, non sperimentali ma assolutamente accettabili dal mondo professionale e industriale in cui si collocano. Il tutto preceduto da tre keynotes iniziali di grande interesse che hanno attirato molti visitatori, per le analisi di potenzialità del mercato. LO STATO DEL MERCATO DELLA MISURA 3D La prima di Valentijn de Leeuw, vice presidente di ARC Advisory Group e responsabile della ricerca e della consulenza per le industrie di processo, con un focus sui clienti in Europa, Medio Oriente e Africa. Il suo obietti-
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Passenger Terminal di Amsterdam.
vo orientato verso la tecnologia nella gestione delle operazioni di produzione, nella gestione delle prestazioni e nella catena delle forniture, è alimentato anche da una visione derivata dalla esperienza di dottorato in scienze tecniche della Delft University of Technology in collaborazione con la Ecole Nationale Superieure des Mines de Paris e dal master in chimica dalla Utrecht State University. La sua presentazione State of the Market: 3D Measurement sulla situazione del mercato della misura del laser scanning 3D ha portato alcuni interessanti numeri derivati dallo studio di settore concluso alla fine del 2013 e che vede nel 2014 il primo anno di attuazione del quadriennio previsto. Una previsione quindi già in corso di verifica con risultati provati da numeri effettivi. Partendo da un volume globale del mercato attuale superiore a 1500 mi-
lioni di dollari, l’incremento medio dell’11% annuo nel periodo 2014 – 2018 porterà a un volume globale superiore ai 2500 milioni di dollari al termine del 2018. Tale mercato è suddiviso in tre grandi campi di applicazione: 4Short Range: 1 metro (ispezioni, reverse engineering, beni Culturali e reperti) 4Medium Range: 30 metri (progettazione e cantiere, archeologia, forense, intrattenimento, gestione risorse) 4Long Range: 1000 metri (ingegneria civile, agricoltura e gestione idraulica) La ripartizione in regioni del mondo vede l’EMEA (Europa, Medio Oriente
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REPORTS e Africa) in prima posizione con il 41% del mercato globale, seguita dal Nord America al 34%, l‘Asia al 21% e l’America Latina (incluso Messico) al 4%. La suddivisione dei settori di mercato nel 2013 ha visto il settore Automobilistico in prima posizione con una variazione dal 2014 che vede il settore Spazio e Difesa in prima posizione, scavalcando il settore automobilistico. Il 2014 è stato infatti l’anno della grande crescita del mercato per lo Spazio e la Difesa. In conclusione i numeri di Valentijn confermano una crescita del mercato di alto livello ma con problemi per i produttori di hardware che dovranno adattarsi alla continua evoluzione del software che letteralmente “mangia l’hardware”.
Valentijn de Leeuw, ARC Advisory Group, presenta la sua visione sullo stato del mercato della misura 3D.
LO STATO DELL’ARTE PER L’USO CIVILE DI RPAS La seconda Keynote, tenuta da Peter van Blyenburgh, Presidente della Unmanned Vehicle Systems International (UVS, The Netherlands) è stata incentrata sullo stato dell’arte dell’uso di Veicoli a Pilotaggio Remoto per operazioni civili RPAS : The Current Status Regarding Civil Operations. Peter, che oltre ad essere Presidente della UAV, è membro dell’ ICAO RPAS Panel e dell’European RPAS Steering Group della Commissione Europea, ha subito fatto il punto sulla annosa questione della denominazione di quelli che volgarmente sono stati chiamati “droni” fino a ieri.
“il termine Drone
Dimensione del mercato globale e previsioni.
non va usato per i Remotely Piloted Aircraft
„
Su raccomandazione dell’ICAO e in accordo con la terminologia consigliata secondo la European RPAS Roadmap i termini Remotely Piloted Aircraft (RPA) e Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS) sono da usarsi al posto delle denominazioni Unmanned Aircraft (UA), Unmanned Aircraft Systems (UAS), Unmanned Aerial Veichle (UAV) e, ovviamente, la parola “drone”. Quindi i soli termini ammessi e consigliati sono RPA o RPAS che assumono lo stesso significato sia al singolare che al plurale. visita il sito www.rivistageomedia.it
Ambito di definizione degli RPA.
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REPORTS contano 2356, ha concluso con uno sguardo alle linee che la Comunità Europea intraprenderà nel prossimo futuro, rimarcando quelle che sono le linee di azioni già attive nel nostro paese e che riguardano le Autorità nazionali di certificazione. Da non dimenticare il fatto che il sistema di pilotaggio remoto e l’operatore devono essere autorizzati nel paese ove vengono effettuate le operazioni.
RPA della OnyxStar equipaggiato con LiDAR YellowScan dal peso di soli 2,2 kg.
Il sensore VLP-16.
Peter ha poi continuato con una chiara definizione di quale siano gli oggetti compresi all’interno di tale terminologia e quali siano quelli da escludere, come si può vedere nella pagina precedente ultima immagine. Peter ha illustrato lo stato dell’arte in Europa sia dal punto di vista degli operatori attualmente in corsa, che
della regolamentazione che si sta portando avanti. Una legislazione molto difficile che servirà a regolamentare il settore con indicazioni armonizzate tra i vari paesi. Facendo notare che gli operatori certificati in tutta l’Europa hanno raggiunto il numero di 2178 unità, mentre nel resto del mondo se ne
LO SCANNING PROFESSIONALE 3D NEL 2020 – EVOLUZIONE O RIVOLUZIONE? La terza Keynote tenuta da Shabtay Negry, COO della Mantis Vision si è incentrata sul 3D scanning professionale e sul suo futuro, con una presentazione titolata The Professional 3D Scanning World in 2020 – Evolution or Revolution? Il mercato di interesse è in crescita con un trend del 12% annuo con previsioni di superare un volume di 4 miliardi di euro nel 2020. Il settore è caratterizzato da una evoluzione partita con l’invenzione del laser negli anni ’60, che ha portato alla realizzazione del primo laser (Ariel LIDAR Technologies) negli anni ’80, con un sensibile incremento delle applicazioni terrestri, fortemente sollecitate dal mercato, negli anni ’90, fino alla produzione del primo sistema commerciale avvenuta alla fine degli anni ’90, costituendo così il primo turning point di questa storia. Nella prima decade degli anni 2000 poi gli scanner iniziano ad invadere il mercato arrivando fino al lancio del Kinetic della Xbox 360 di Microsoft. Ci si chiede ora quale sarà il secondo turning point di tale vicenda, previsto secondo Shabat nel periodo 201617. Il mercato sta per essere invaso dagli scanner 3D portatili, che potranno essere utilizzati in applicazioni di uso comune e da parte di utenti comuni. A partire dai segmenti assicurativi ove ad esempio i periti potranno effettuare rilievi 3D veloci e affidabili, per proporli poi nei mercati di massa come gli strumenti per meccanici, carpentieri, idraulici, etc. Gli scanner palmari diventeranno oggetti comuni nei prossimi due anni con una portata che andrà dai 50 cm a qualche metro. E non sarà difficile reperirli in futuro anche presso i negozi di ferramenta come è successo ad esempio oggi con il distanziometro laser, tipo il Disto della Leica, che è stato precursore in questo.
PointFuse il software che ricrea piani e linee architettoniche direttamente dalle nuvole di punti.
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REPORTS LA MOSTRA STRUMENTALE La grande mostra strumentale organizzata ha attratto l’attenzione del pubblico anche in considerazione del fatto che la stessa era aperta al pubblico di ogni genere anche non iscritto alle due conferenze. Gli espositori hanno portato le novità delle loro case madri, tra le quali citiamo le seguenti: Il nuovo sistema LiDAR YellowScan dal peso di soli 2,2 Kg e dimensioni di 20x17x15 cm attualmente commercializzato in Italia dalla Microgeo installato su RPA della OnyxStar francese in grado di avere fino a due ore di autonomia. Sullo stesso tema il LiDAR VLP-16 di peso contenuto atto per essere trasportato da RPA è stato presentato dalla Velodyne, società rappresentata in Italia dalla 3D Target. Il sensore VLP16 colpisce per le sue ridotte dimensioni, con un diametro di 10 cm che sta nel palmo di una mano, oltre ad avere la completa assenza di parti in movimento all’esterno. Per i laser scanner terrestri il modulo thermal imaging di Z&F una novità per laser scanner che consente di effettuare analisi termografiche su nuvole di punti. I punti cioè sono colorati con una gradazione di colore relativa alla temperatura rilevata, anziché il classico colore RGB delle immagini fotografiche. Tra gli scanner palmari ha attirato l’attenzione di molti visitatori la presentazione dello scanner palmare 3D della DPI-7 che si può utilizzare con device Android, presentato da Tom Greaves della Dot Product (vi consigliamo di andare a questo video per avere un’idea delle sue potenzialità: www.geoforall.it/r9kd ) Tra i software presentati per le trasformazioni di nuvole di punti è da ricordare sicuramente il software della PointFuse in grado di automatizzare
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Sistema di gestione Siemens di impianti 3D derivati da nuvole di punti.
completamente la trasformazioni delle nuvole di punti in elementi architettonici individuati da piani e superfici. Di sicuro impatto i sistemi di gestione dei dati laser scan per l’Asset Management e realizzazione di progetti impiantistici presentato da LFM (distribuito in Italia da 3DTarget). Una scoperta interessante per il software Autocad Civil 3D di Autodesk ove il comando Surface crea profili e superfici da nuvole di punti. Quello della Siemens colpisce per la possibilità offerta di ispezionare l’impianto attraverso avatar che simulano la presenza umana nello stabilimento. CONCLUSIONI Spar Europe e European LiDAR Mapping Forum ‘14 hanno avuto record di presenze con 621 professionisti del settore del Laser Scanning e del Geospatial Imaging, marcando così la più vasta partecipazione dall’inizio della loro storia cinque anni fa. Lisa Murray, direttrice dell’evento ha riportato di avere ricevuto moltissimi commenti positivi sia dai visitatori che dai partecipanti all’esposizione che hanno raggiunto il numero di 40 unità.
Quasi 90 presentazioni in due giorni e mezzo con cinque diverse linee tematiche hanno caratterizzato i contenuti congressuali per un intenso full immersion nel mondo del 3D e del laser scan.
ABSTRACT A report by the European Lidar Mapping Forum. The conference dedicated to the Laser Scanning and imaging wich took place in the Passenger Terminal of Amsterdam. The presentations and innovations in the exhibition gave an idea of the level of maturity of the technologies of 3D imaging, marking the level of the actual optimal use of technology capable of producing significant results, not experimental but absolutely acceptable by industrial and professional world, All this was preceded by three keynotes of great interest for the analysis of market potential, which attracted many visitors. The first relates to State of the Market: 3D Measurement. The second relates to The Current Status Regarding Civil Operations. The third concerns The Professional 3D Scanning World in 2020 - Evolution or Revolution? PAROLE CHIAVE Laser scanner; geospatial imaging; 3D; lidar AUTORI Renzo Carlucci renzocarlucci@gmail.com Rivista GEOmedia
Rilievi batimetrici automatizzati Fotogrammetria delle sponde Acquisizione dati e immagini
Mappatura parametri ambientali Attività di ricerca
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SMART CITIES
Smart cities or dumb cities? Smart communities, city dashboard e social network analysis Uno dei principali obiettivi di una Smart City è quello di raggiungere una migliore qualità della vita grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. Per perseguire questo obbiettivo le diverse comunità giocano un ruolo centrale principalmente connesso alla partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica della città. Per raggiungere un elevato livello di coinvolgimento degli abitanti è fondamentale un buon livello di istruzione, un approccio aperto, creativo e multiculturale, per accrescere la conoscenza di una comunità e la capacità di cooperare sui problemi quotidiani della città. Un fattore chiave è, quindi, la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, al miglioramento dei servizi pubblici e sociali, alla definizione di strategie e prospettive politiche. Un requisito fondamentale per raggiungere un maggiore coinvolgimento della comunità è rappresentato dalla governance trasparente in modo da generare fiducia nei cittadini. Di solito vengono utilizzate piattaforme online per incoraggiare i cittadini a partecipare alla vita pubblica, segnalando problemi, esprimere pareri ed opinioni su progetti o idee fino a creare referendum online. Da queste forme elementari di e-partecipation si è arrivati a forme molto sofisticate di city dashboard. Il progredire della medicina moderna ha portato al monitoraggio dei sistemi umani, l’incrementare della pervasività dei dispositivi elettronici ha portato ad un sempre più dettagliato monitoraggio delle organizzazioni umane (Batty, 2015). Il concetto di smartness, siano esse communities, cities, villages o quant’altro, si confronta comunque con problematiche, opportunità e rigidità non completamente nuove o diverse rispetto al passato. Comunemente si riporta in questi mesi come la quantità di dati generati ogni giorno sia enorme, e i dati creati in uno solo degli anni più recenti relativi alla città e alle sue dinamiche sia superiore a quanto realizzato in tutta la storia urbana precedente. Si valuta inoltre che a breve la maggior parte dei dati che navigheranno sulla rete saranno creati da sensori, oggetti o in ogni caso senza un intervento
‘diretto’ da parte della componente umana. Già oggi servizi sulla modellazione del traffico veicolare vengono basati spesso a partire dai dati del traffico degli smartphones, senza che gli utenti ne abbiano una eccessiva consapevolezza. Tali mole e disponibilità di dati hanno alcuni effetti collaterali che rendono tale periodo storico simile a quelli caratterizzati da maggiori penurie e voracità di dati. Il già citato Mike Batty (Townsend, 2013) riporta l’esempio di Londra, dove l’elaborazione dei dati derivanti dalla Oyster card utilizzata nella metropolitana consente di tracciare entrate e uscite dal sistema di trasporto pubblico locale e di realizzare delle mappature in tempo reale. Tali dati, seppure notevoli quanto a dimensioni e ampiezza, soffrono comunque di limiti già accusati in passato rispetto ad altri sistemi di rilevazione. Nelle ore di punta, infatti, le uscite vengono aperte per consentire un migliore deflusso, con una perdita dei dati relativi alle uscite dal sistema e conseguente riduzione nell’esaustività e completezza dell’informazione. L’altro aspetto ‘problematico’ è dato dal versante opposto, ovvero l’eccesso di dati disponibili. Se in passato metodi e modelli abbondavano, e ci si lamentava della quantità di dati disponibili e delle velocità di esecuzione dei programmi informatici, ora la potenza computazionale non rappresenta un problema e neppure la quantità di dati. Mancano invece standard e metodologie univoche e accettate relative all’analisi e all’estrazione di un vero contenuto informativo e di conoscenza a partire dai dati stessi. Ciò in quanto si rendono necessarie integrazioni e commistioni tra scienze e discipline diverse che rendono articolata e impegnativa l’analisi geografica e la pianificazione urbana. In ogni caso, già la disponibilità di dati, la loro aggregazione e visualizzazione consentono di ottenere a livello urbano notevoli e interessanti livelli di utilità e di prontezza nell’interpretare dinamicamente i processi in atto. In analogia con quanto accaduto nel secolo scorso quando gli indicatori socioeconomici, sono sempre più utilizzati dai governi, da agenzie sovranazionali, da investitori o da società di rating per valutare le performance una nazione molte città in tutto il mondo utilizzano indicatori per monitorare e tracciare le prestazioni, guidare la formulazione delle politiche, e per informare i cittadini sul governo delle città (Kitchin et al., 2015).
Ingressi e uscite dal sistema di trasporto metropolitano di Londra (UK) http://mappinglondon.co.uk/2013/londons-oyster-card-flows/
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GEOmedia n°6-2014
Si è passati, quindi, da un monitoraggio in tempo reale di fenomeni naturali e del traffico ad analisi sempre più integrate che includono anche dati socioeconomici e reazioni umane sui social media. Le “performance” della città possono rappresentare la sintesi di dati contenenti aspetti climatici, il funzionamento dei sistemi di trasporto e tutto ciò che è trend su Twitter. Già a fine 2012 David Cameron ha iniziato a testare la “N°10 dashboard” capace di fornire informazioni in tempo reale sul PIL, sul mercato finanziario, sul lavoro , sui sondaggi ed anche feed di Twitter. La città di Londra ha una city dashboard (http://www.citydashboard.org/) molto articolata dove è possibile controllare in tempo reale dati dettagliati sulle condizioni climatiche, sull’inquinamento, sulle linee della metropolitana, le notizie principali della BBC, l’aggiornamento di OpenStreetMap e le principali trending topic su Twitter. L’aspetto sicuramente più innovativo delle city dashboard è rappresentato dai dati derivanti dalla social network analysis. Si tratta di tecniche di mining di dati utilizzate per estrarre dati dai social network. Dopo una preliminare ripulitura dei dati testuali dalle congiunzioni, gli articoli determinativi ed indeterminativi numeri e simboli particolari che influenzerebbero negativamente il risultato si passa alla conversione dei plurali in singolari ed a rimodulazione dei verbi. A partire da queste operazione si passa alla costruzione delle reti semantiche mediante seguenti indici di centralità: Closeness centrality: misura quanto vicino è un concetto da tutti gli altri concetti. Betweenness centrality: misura quante volte un concetto è posizionato sul percorso più breve tra una coppia di concetti. Eigenvector centrality: Centralità di autovettore mostra quanto un concetto è collegato alle parti della rete con la massima connettività. Il risultato è riportato nelle figure in basso che rappresentano le reti semantiche generate dall’analisi del testo delle discussioni su Facebook riguardanti un’esperienza sviluppata a Potenza, il giardino in movimento (Lorusso et. al 2014), nella quale i social media hanno ricoperto un ruolo importante. Quindi il concetto di Smart community deve basarsi su un’amministrazione trasparente che utilizzi city dashboard a supporto delle decisioni quotidiane ed una comunità molto attiva in grado di sviluppare in rete discussione che in qualche modo possano influenzare il processo decisionale.
Il city dashboard di Londra (http://www.citydashboard.org/)
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Michael Batty, (2015) A perspective on city dashboards. Regional Studies, Regional Science 2:1, pages 29-32. Alasdair Rae & Alex Singleton, (2015) Putting big data in its place: a Regional Studies and Regional Science perspective. Regional Studies, Regional Science 2:1, pages 1-5. Kitchin R., Lauriaulta T. P., McArdleb G. (2015) Knowing and governing cities through urban indicators, city benchmarking and real-time dashboards Regional Science 2:1, pages 6–28. Lorusso S., Scioscia M, Sassano G, Graziadei A, Passannante P., Bellarosa S., Scaringi F., Murgante B., (2014) Involving Citizens in Public Space Regeneration: The Experience of “Garden in Motion” , Lecture Notes in Computer Science vol. 8580, pp. 723–737. Springer International Publishing Arthur C. (2012) “David Cameron tests real-time economic data app on iPad” The Guardian http://www.theguardian.com/technology/2012/nov/08/davidcameron-tests-data-app Townsend A. (2013) Smart Cities: Big Data, Civic Hackers, and the Quest for a New Utopia, W.W. Norton & Company, New York. Internet of Everything Italian Forum http://www.ioeforum.it/, accesso 20 gennaio 2015. Arup Connect. Anthony Townsend on smart cities http://www.arupconnect. com/2014/02/07/anthony-townsend-on-smart-cities/, 7 febbraio 2014. Accesso, 20 gennaio 2015. GWAVA, How Much Data is Created on the Internet Each Day http://www. gwava.com/blog/internet-data-created-daily-2014/ accesso 20 gennaio 2015.
AUTORI
Beniamino Murgante, murgante@gmail.com Giuseppe Borruso, giuseppe.borruso@deams.units.it
Ingressi e uscite dal sistema di trasporto metropolitano di Londra (UK) http://mappinglondon.co.uk/2013/londons-oyster-card-flows/
visita il sito www.rivistageomedia.it
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AGENDA
2014-2015 16-19 marzo 2015 RSCy2015 Third International Conference on Remote Sensing and Geoinformation of Environment Cyprus www.geoforall.it/r684 23-27 marzo 2015 FRINGE 2015 SAR Interferometry and Sentinel-1 InSAR Workshop Frascati www.geoforall.it/c6kk 24-25 marzo 2015 Munich Satellite Navigation Summit 2015 Munich (Germany) www.geoforall.it/fry3 25-27 marzo 2015 PIA15 Photogrammetric Image Analysis Munich (Germany) www.geoforall.it/9p8a
25-27 marzo 2015 High-Resolution Earth Imaging for Geospatial Information (HRIGI) Munich(Germany) www.geoforall.it/q99y 30 marzo-1 aprile 2015 JURSE 2015 Joint Urban Remote Sensing Event Losanna (Svizzera) www.geoforall.it/c6pd 7-10 aprile 2015 European Navigation Conference ENC 2015 Bordeaux (France) www.geoforall.it/fryu 12-17 aprile 2015 European Geosciences Union General Assembly 2015 Vienna (Austria) http://www.egu2015.eu/ 14-16 aprile 2015 Ocean Business 2015 Southampton (UK) www.geoforall.it/q9kc
15-16 aprile 2015 Conferenza Esri Italia 2015 Roma www.geoforall.it/quy6
1-4 giugno 2015 HxGN LIVE LAS 2015 Las Vegas (USA) www.geoforall.it/fryr
20-25 aprile 2015 The World Cadastre Summit Congress and Exhibition Istanbul (Turkey) www.geoforall.it/q9wa
9-11 Giugno 2015 World Geospatial Developers Conference China www.geoforall.it/hhfa
28-30 Aprile 2015 GISTAM 2015 Barcellona (Spain) www.gistam.org
22-25 giugno 2015 GEOG-AND-MOD 2015 Canada http://goo.gl/tVaX1U
13-14 maggio 2015 Forum TECHNOLOGYforALL 2015 Roma www.geoforall.it/qch8 17–21 maggio 2015 FIG WORKING WEEK 2015 Sofia (Bulgaria) www.geoforall.it/fryq 27-28 Maggio 2015 The GEOSPATIAL Event Londra www.geoforall.it/hhac
7-10 luglio 2015 GI-Forum 2015 Salzburg (Austria) www.geoforall.it/fryy 14-17 Luglio 2015 FOSS4G Europe Conference Como http://europe.foss4g. org/2015/
Technology for All 2015 Tecnologie per il territorio le smart city e i beni culturali Roma
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