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Un geometra in tribunale: il ruolo del CTU

“Ciò che ci chiede il Giudice è nella quasi totalità dei casi un preciso input, su alcune situazioni che il Giudice ha ben in mente, ma non ha ancora chiarito, avendo per ovvi motivi lacune in materie tecniche”.

Geometra

Camillo Pasqualini

Consigliere del consiglio direttivo del collegio dei Geometri e Geometri laureati, commissione condominio, specializzato in estimo

Che attinenza può avere un geometra con il Tribunale? A dire il vero sono molteplice le occasioni che ci possono portare ad aver a che fare con gli uffici giudiziari. Il modo più semplice è quello di provare a fare una rapina, magari per integrare il proprio fondo pensionistico o per anticipare il proprio ritiro dalla scena lavorativa. Un altro modo è quello di collaborare con il Tribunale mettendo a disposizione la propria competenza professionale. Accantoniamo per ora la prima ipotesi, che se pur nell’immediato potrebbe anche apparire remunerativa, non coincide perfettamente con quanto previsto dal codice deontologico e potrebbe anche avere conseguenze disastrose. Torniamo quindi alla seconda circostanza e vediamo di analizzare come può essere richiesta ed esplicitata la nostra professionalità nel ambito della giustizia. In ciascun Tribunale vi è un apposito registro, ove vengono iscritti, previa domanda e previo possesso dei requisiti, i cosiddetti “Esperti del Giudice”, ne esistono diversi per materie specifiche; medici, traduttori, commercialisti, psicologi, ecc. ecc. Nel nostro caso, vi è un registro per gli esperti in materia edile, estimativa, catastale ecc. ove siamo iscritti assieme a Ingegneri, Architetti, Periti edili e Geologi ed altri che hanno a che fare con il mondo della edilizia e delle costruzioni. Tra i requisiti necessari ad essere iscritti nell’ambito dell’elenco dei CTU del Tribunale, è prevista una buona condotta morale e l’assenza di condanne.

Una volta iscritti all’elenco dei periti, possiamo or dunque essere finalmente “nominati” consulenti tecnici di ufficio (CTU) da parte di un magistrato, che avendo in carico un contenzioso tra due parti, inerente in tutto o anche parzialmente su materie tecniche, che concernono quello che è il nostro “campo di azione” professionale ci chiede delucidazioni in merito. Ciò che ci chiede il Giudice in tali avvenimenti è nella quasi totalità dei casi un preciso input, su alcune situazioni che il Giudice ha ben in mente, ma non ha ancora chiarito, avendo per ovvi motivi lacune in materie tecniche. Tali input sono tecnicamente e giuridicamente detti “quesiti “ . I quesiti sono sempre indicati nelle nomine del CTU e negli atti processuali, ovvero sono dei veri e propri ordini scritti. Se pur a volte potrebbe essere non del tutto chiaro il perché vengano richiesti alcuni quesiti in luogo di altri, che all’occhio del tecnico potrebbero avere più attinenza con la problematica del caso, il dovere del CTU è rispondere SOLO ai quesiti posti. Anche perché, in un processo vi sono sempre due parti e una delle due tramite il proprio legale potrebbe non gradire “l’uscita dal seminato” in totale autonomia del CTU e potrebbe quindi chiedere in forza di ciò l’annullamento dell’elaborato peritale (specie se quanto scritto gli è avverso) ed il Giudice potrebbe rimuovervi dall’incarico. Nella nostra professione, possiamo essere chiamati quali ausiliari del Giudice (un altro modo per chiamare in CTU) sia in cause civili e penali, sia per esecuzioni immobiliari o procedure fallimentari o anche dal Giudice di Pace. L’esecuzione immobiliare, che è una procedura civile che ci “coinvolge con frequenza” è un procedimento al quale un creditore ricorre per recuperare un credito mediante la vendita all’asta di un bene immobile di proprietà del creditore insolvente. Per la quasi totalità delle volte, sono procedure promosse da Banche che ipotecando i beni immobili, procedono nei confronti del moroso, (da non confondere con il moroso, cosi come viene chiamato per consuetudine, il fidanzato in alcune zone della Emilia Romagna) ovvero colui che non ha onorato il mutuo/credito concesso. In tali procedure civili, il Giudice ha assoluta necessità di nominare un esperto e qui noi geometri la facciamo da padroni (diamo due giri a tutti, come si suole dire). I quesiti per l’espletamento di tali incarichi spaziano dalla edilizia, al catasto alla valutazione dei beni, alla urbanistica, all’estimo puro (stima di un vitalizio, divisioni patrimoniali, verifica fondi interclusi, calcolo indennizzi e servitù ecc. ecc ), alla redazione di ape ed alla topografia. Un'altra figura importante che possiamo assumere e svolgere nell’ambito delle cause giudiziarie è quella del Consulente Tecnico di Parte ovvero CTP. Il CTP è sempre un esperto in materia che però viene nominato da una delle parti in causa (ogni parte di norma nomina il suo) affinché coadiuvi il legale per quanto è inerente a materie tecniche specifiche, ossia una sorta di ausiliario della parte in causa, ad ogni modo la nomina di un CTP è facoltativa. Per questa figura, non è prevista alcuna iscrizione ad alcun Tribunale, a mio avviso sarebbe meglio se lo fosse in quanto già a conoscenza delle procedure. Il CTP se nominato ufficialmente ovvero se ne viene formalizzata la nomina agli atti del processo, deve essere poi sempre chiamato da CTU durante l’espletamento del proprio incarico (alle cosiddette operazioni peritali ) nei sopralluoghi, rilievi, accertamenti, ecc., affinché abbia contezza di come il CTU svolge il proprio mandato e possa eventualmente relazionare nel merito. Anche per tale incarico, il mio consiglio è quello di acquisire esperienza prima di ac-

cettarlo e valutare altresì molto bene, se la materia oggetto del contendere è di vostra specifica conoscenza. Ricordo che in una causa in cui ero CTU riguardate i confini di un fabbricato mal posizionato, durate il primo sopralluogo, (inizio delle operazioni peritali) dissi che dovevo tornare con il tipo mappale, ed un CTP, di altra categoria professionale mi disse “ si ricordi geometra che per servirsi di un ausiliario deve essere autorizzato preventivamente dal Giudice”. Effettivamente sull’ausiliario aveva ragione. Ad ogni modo, questo articolo è solo un microscopico flash di quello che è il nostro apporto professionale nell’ambito giudiziario, spero che mi passiate anche l’impostazione spiritosa della narrazione. Le procedure, le norme, sono molteplici e vanno applicate per evitare problematiche, qui ho espresso solo un breve quadro discorsivo, senza entrare nelle procedure vere e proprie, ovvero una superficiale panoramica rivolta principalmente ai giovani colleghi, di quello che è chiamato a fare un Geometra che collabora con il Tribunale. Il mio consiglio è quello di acquisire una buona esperienza professionale prima di iscriversi nell’elenco di CTU ed è fondamentale frequentare un apposito corso, ma il mio consiglio comunque è quello di iscriversi negli elenchi degli esperti nei Tribunali. E’ il nostro campo di azione, sono le nostre materie, non abbiamo eguali in questo, molti colleghi collaborano da anni con i Tribunali, hanno portato e portano prestigio a tutta la categoria. Sono stimati professionisti che spesso vengono chiamati dai giudici perché il Giudice si fida di loro, perché il Giudice sa bene che una consulenza tecnica di ufficio ben espletata, chiara, completa, con punti fermi che non possono dar adito a dubbi, li aiuta poi nella preparazione della sentenza. E’ oltremodo doveroso ricordare altresì, che a fare i CTU certamente non si diventa ricchi, ovvero: gli oneri e le responsabilità sono moltissimi, a fronte di tariffe per l’espletamento delle prestazioni professionali nelle procedure giudiziarie molto datate; tralascio tuttavia, per evitare innalzamento dei valori del cortisolo, di riportare la tariffa oraria a vacazione, (una vacazione è composta da due ore) e rimandando ciò a una ricerca su Google. Può capitare poi di vedersi “ tagliare “dal giudice l’istanza di liquidazione anche del 50% . Quanto sopra induce molti colleghi a non intraprende questa “carriera” o come molto spesso sento dire, di cancellarsi dall’elenco dei Periti del Tribunale, Sinceramente non posso dargli torto alcuno, specie se hanno già molto lavoro, anche perché una volta nominati vi è poi l’obbligo a svolgere l’incarico nei tempi sanciti dal Giudice. Una volta si diceva che ad iscriversi nell’elenco dei periti di un Tribunale è solo una questione di senso civico, oggi, credo che sia ancora così. Sono passati quasi 30 anni per me e continuerò a farlo, sia perché tutto sommato mi piace svolgere questi incarichi, sia perché rappresento una categoria professionale, che anche con il mio piccolo contributo viene apprezzata e stimata dai Tribunali di tutta Italia e comunque, credo che abbiamo il dovere di essere presenti dovunque sia richiesta la nostra preziosa competenza.

Superbonus e bonus minori, ultime novità: CCNL, polizza assicurativa dei professionisti, obbligo di SOA e controlli nei cantieri

Alcune puntualizzazioni sull’Agenzia delle Entrate che ha fornito delle “delucidazioni” in ordine alle modifiche che sono state introdotte nel burrascoso contesto normativo del Superbonus e dei Bonus minori.

Dottoressa

Fabiola Petrella

Esperta Dottore Commercialista presso lo Studio Associato Petrella e Bruè e Revisore dei conti, Professore universitario a contratto in “Bilanci bancari e Crediti non performing”

Con la Circolare 19/E del 27 maggio 2022 avente ad oggetto “Modifiche al Superbonus e ai Bonus diversi dal Superbonus – Misure anti-frode – Modifiche alla disciplina della cessione dei crediti di cui agli articoli 121 e 122 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34” l’Agenzia delle Entrate ha fornito delle “delucidazioni” in ordine alle modifiche che sono state introdotte nel burrascoso contesto normativo del Superbonus e dei Bonus minori. Più in particolare ho intenzione di soffermarmi sulle due recenti novità che sono state introdotte circa l’obbligo del CCNL nei cantieri dei bonus fiscali edilizi e la Polizza Assicurativa dei Professionisti. Successivamente, mi addentrerò nella tematica dell’obbligo di SOA per le imprese che svolgono lavori rientranti nel Superbonus nonché nella “campagna straordinaria” dei controlli dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro nei cantieri edili che usufruiscono delle agevolazioni fiscali. - OBBLIGO DI INDICAZIONE DEL CONTRATTO COLLETTIVO NELL’ATTO DI AFFIDAMENTO LAVORI E NELLE FATTURE Già nella Legge di Bilancio 2022 (L. 30/12/2021, n. 234) era stato introdotto all’art. 1, il comma 43-bis con il quale veniva previsto l’obbligo di applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (di seguito CCNL) nei cantieri per lo svolgimento dei lavori rientranti nella fruizione dei bonus fiscali edilizi. Senonché a seguito di una lunga gestazione normativa, che ha previsto anche l’abrogazione dello stesso provvedimento, si è arrivati alla sua definitiva introduzione con l’art. 28-quater del D.L. 4/2022 Decreto “Sostegni-ter” (definitivamente convertito, con modificazioni, dalla Legge 20/05/2022, n. 51).

L’attuale normativa prevede che a decorrere dal 27 maggio 2022, pertanto per tutti i lavori avviati successivamente a tale data, vi sia l’obbligo di indicazione all’interno dei contratti di affidamento dei lavori, nonché nelle fatture ad essi relative, del CCNL effettivamente applicato dall’impresa appaltatrice (ovvero subappaltatrice). Ma attenzione! Non tutte le imprese appaltatrici sono obbligate alla predetta indicazione. Difatti, è tenuta a tale adempimento solo l’impresa che esegue opere di importo superiore a € 70.000,00 (il conteggio si riferisce al complesso dei lavori da eseguirsi) e che svolge i lavori edili definiti dall’Allegato X al D.Lgs 81/2008 (rimanendo esclusi gli imprenditori individuali che pur avvalendosi di collaboratori familiari non impiegano dipendenti ovvero i soci di società di persone, o di capitali, che prestano attività lavorativa nell’attività non in qualità di lavoratore dipendente). A chi spetta l’onere di controllare tale inserimento? Anche in questo caso è il Committente ad avere l’onere di verificare e/o richiedere l’inserimento dell’indicazione del CCNL nel contratto di appalto, anche nel caso in cui si è incaricato un General Contractor o sono state date delle opere in subappalto. Che cosa accade se non si è indicato il CCNL nel contratto di appalto e nelle fatture? La “pena” prevista a livello normativo nel caso di omissione dell’indicazione del CCNL all’interno del contratto di appalto è assai severa: mancato riconoscimento del beneficio fiscale. Per converso, sembra più clemente il legislatore nel caso di mancata indicazione del CCNL nella fattura relativa ai predetti lavori. In quest’ultimo caso, infatti, sarà sufficiente per il contribuente richiedere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà all’impresa nella quale verrà attestato il CCNL utilizzato al momento dell’esecuzione dei lavori edili relativi alla fattura. Da ultimo ci si deve interrogare sulla data da prendere in considerazione come “avvio dei lavori”. Per i lavori edili che prevedono la comunicazione di inizio lavori (quale a titolo esemplificativo la CILA, CILAS, SCIA, permesso di costruire,…) non ci sono dubbi, farà fede la data della presentazione di tale comunicazione. Tuttavia ci si interroga se questo sia sempre valido o se ci possano essere delle eccezioni. In particolare, se il cantiere è soggetto alla notifica preliminare all’ASL ai sensi dell’art. 99 del D.Lgs 81/2008 (come nelle ipotesi di Superbonus 110%), la quale deve essere trasmessa obbligatoriamente prima dell’inizio lavori, potrebbe far fede la data della notifica preliminare all’ASL (si ricordi che la notifica preliminare deve essere obbligatoriamente avviata prima dell’inizio lavori a pena di decadenza delle agevolazioni stesse). Sul punto sarebbe opportuno un chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

- PROFESSIONISTI E POLIZZA ASSICURATIVA: SUPERBONUS Sì, BONUS MINORI NO. SIAMO SICURI? E proprio quando si pensava di essere giunti ad una quadra in tema di polizza assicurativa dei professionisti ecco che si insinua nuovamente il dubbio. Cos’è accaduto? Il D.L. Antifrodi (D.L. 157/2021) aveva previsto per tutti i soggetti che rilasciavano attestazioni e asseverazioni l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa di responsabilità civile per ogni intervento comportante le predette attestazioni o asseverazioni con massimale pari agli importi dell’intervento oggetto delle stesse. Pertanto, anche per i bonus diversi dal 110%, era necessario avere una polizza assicurativa ogni qualvolta doveva essere rilasciata un’asseverazione o un’attestazione. Senonché, l’articolo 28-bis del Decreto Sostegni-ter ha apportato delle modifiche all’art. 119 comma 14 prevedendo l’obbligo per il professionista di stipulare una polizza assicurativa “per ogni intervento comportante attestazioni o asseverazioni,

con massimale pari agli importi dell’intervento oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni”. Alla luce di tale modifica, il quesito che si pone è il seguente: la polizza assicurativa è obbligatoria per tutti i bonus, ivi compresi quelli c.d. “ordinari”, ovvero solo ed esclusivamente per il Superbonus 110%? Una chiave di lettura sembra essere stata fornita dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare 19/E del 27 maggio 2022 con la quale ha affermato che “la disciplina relativa alle polizze assicurative di cui al comma 14 dell’art. 119 non è richiamata dall’art. 121 comma 1-ter, lettera b), relativo ai Bonus diversi dal Superbonus” concludendo che “per questi ultimi, la stipula della polizza non sia richiesta”. Sembrerebbe che per i Bonus diversi dal Superbonus 110% non ci siano dei vincoli in ordine alla polizza assicurativa professionale. Pertanto una buona notizia! Ma ne siamo proprio sicuri? Sul punto si esprime una perplessità in quanto, nel grande groviglio di normative susseguitesi e di richiami da comma a comma e da articolo ad articolo, potrebbe essere stata una semplice svista il mancato richiamo della polizza assicurativa? Orbene, cercherò di esprimere il ragionamento sperando di non generare ulteriori dubbi. L’art. 121 comma 1-ter si dedica agli interventi rientranti nei c.d. “Bonus minori” che prevede alla lett. b) che “i tecnici abilitati asseverano la congruità delle spese sostenute secondo le disposizioni dell’articolo 119 comma 13-bis”. Senonché, l’art. 119 comma 13-bis richiama, a sua volta, il comma 13 lett. a) e b) relativo alle asseverazioni tecniche che devono essere rilasciate sulla base di quanto indicato dallo stesso comma 14 e, pertanto, con le stesse sanzioni e polizze assicurative obbligatorie del Superbonus 110%. All’esito di questo excursus, o meglio di fronte a queste scatole cinesi, ripropongo il mio quesito originario: siamo proprio sicuri che per i Bonus minori la polizza assicurativa per i professionisti non sia obbligatoria? Oppure con tutti questi rinvii effettuati si è trattata di una mera svista? Difficile capirlo e fornire una risposta definitiva. Per ora, quindi, sarà più semplice affidarsi all’interpretazione fornita da parte dell’Agenzia delle Entrate secondo la quale per i Bonus diversi dal Superbonus “la stipula della polizza non sia richiesta”. Accantonando tali quesiti, con la medesima Circolare 19/E l’Agenzia delle Entrate sembra aver chiarito le tipologie di contratti di assicurazione che possono essere stipulati da parte del professionista e, in particolare, ha individuato le seguenti: - polizza “single project”, che viene stipulata per ogni intervento che comporta attestazioni o asseverazioni avente massimale di importo pari all’intervento oggetto di quest’ultime; - polizza per responsabilità civile con massimale non inferiore a € 500.000,00 destinato al rilascio di asseverazioni o attestazioni la quale dovrà essere integrata dal professionista qualora non risulti capiente rispetto al valore degli interventi sottostanti alle asseverazioni e attestazioni rilasciate; - polizza “multi-project” dedicata alla sottoscrizione di asseverazioni o attestazioni per gli interventi rientranti nel Superbonus aventi un massimale adeguato al numero di attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi oggetto delle attestazioni o asseverazioni e, in ogni caso, non inferiore a € 500.00,00.

- OBBLIGO DI SOA Con la Legge di conversione n. 51/2022, pubblicata in G.U. n. 117 del 20 maggio 2022, è stato previsto un nuovo requisito affinché si possa accedere ai benefici fiscali del Superbonus 110% e agli altri Bonus edilizi legati alle riqualificazioni energetiche ed antisismiche: obbligo di possesso della cer-

tificazione SOA per le imprese appaltatrici che eseguono i lavori di importo superiore a € 516.000,00. Che cos’è e da quando è necessario possederla? La certificazione SOA è un’attestazione che viene rilasciata da Organismi SOA appositamente autorizzati e che va ad abilitare l’impresa esecutrice (con validità di 5 anni previa conferma di validità del terzo anno) laddove questa sia in possesso di determinati requisiti quali: • Idoneità professionale; • Adeguata capacità economica e finanziaria; • Adeguate capacità tecniche e professionali; • Integrità morale e fiscale. La SOA sarà indispensabile per accedere alle detrazioni fiscali e sarà obbligatoria a partire dal 1° luglio 2023 tuttavia, già da gennaio 2023 sino a giugno 2023 sarà necessario dimostrare di avere almeno sottoscritto un contratto con uno degli enti certificatori che rilasciano l’attestazione. Non sarà necessario, per converso, avere la predetta certificazione per i lavori in corso di esecuzione a partire dall’entrata in vigore del provvedimento (cioè dal 21 maggio 2022) e per i contratti di appalto o subappalto stipulati in data anteriore alla data di entrata in vigore della legge (cioè 21 maggio 2022). Per tutti quei cantieri avviati successivamente al 21 maggio 2022, per i quali non sono stati rispettati i requisiti precedenti, sarà necessaria. In particolare se le opere verranno concluse entro il 31 dicembre 2022 non vi sarà alcuna problematica. Viceversa, se i lavori dovessero oltrepassare tale termine, l’impresa sarà costretta a rispettare il nuovo obbligo a partire dal 1° gennaio 2023 a pena di decadenza dal beneficio fiscale. È bene precisare, inoltre, che per ottenere l’attestazione SOA saranno necessari almeno novanta giorni pertanto sarà bene per le imprese che non ne fossero ancora in possesso di munirsene.

OBBLIGO DI SOA -CONTROLLI NEI CANTIERI EDILI A seguito della nota 27 agosto 2021, prot. n. 6023, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (di seguito, INL) aveva previsto un rafforzamento dei controlli nei cantieri edili che avrebbe dovuto concludersi il 31 dicembre 2021. Tuttavia proprio in relazione all’incremento dei cantieri, in particolare quelli che consentono l’accesso alle detrazioni fiscali, l’Ispettorato ha fornito una serie di direttive al fine di porre in essere ispezioni in maniera mirata proprio nel settore costruzioni per tutto l’arco del 2022. L’obiettivo perseguito da parte dell’INL è volto a contrastare il mancato rispetto della normativa in tema di sicurezza e salute sul lavoro, l’impiego di manodopera in nero nei cantieri, l’inadeguatezza e l’insufficienza della formazione dei lavoratori, la conformità alla normativa delle attrezzature e le macchine impiegate nel cantiere e le modalità con cui le stesse vengono utilizzate. Ma non solo. L’INL provvederà ad effettuare controlli anche in relazione all’applicazione di protocolli anticontagio da Coronavirus all’interno dei cantieri alla luce delle “Linee guida per la prevenzione della diffusione del COVID-19 nei cantieri” pubblicate in Gazzetta Ufficiale n. 113 in data 16 maggio 2022 e che hanno prorogato l’applicazione dei protocolli per tutto il 2022. Pertanto, a partire dal 16 maggio 2022 sino al 31 dicembre 2022, dovranno essere rispettate le linee guida anticontagio nei cantieri affinché non si incorra in sanzioni all’esito di verifiche da parte dell’Ispettorato.

Il nostro studio è quotidianamente impegnato a fornire le novità in tema bonus sia attraverso newsletter gratuita (da richiedere con mail a segreteria@studiopietrella.it), sia con specifici post in tutti i canali social e con video su canali youtube, FB, instagram, tik tok.

I Geologi delle Marche festeggiano 30 anni dall’istituzione dell’Ordine

“Le maggiori emergenze delle Marche vengono registrate in occasione dei terremoti che colpiscono con cadenza piuttosto regolare la nostra regione. In tutti questi ambiti abbiamo lavorato e stiamo lavorando molto, assumendo atteggiamenti virtuosi e dimostrandoci all’avanguardia rispetto alle altre regioni europee"

Intervista con Piero Farabollini

Presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche

Alcune informazioni per conoscere l'Ordine dei Geologi delle Marche: in che anno è stato fondato? Quanti sono i geologi iscritti? Come sono divisi tra uomini e donne? Come sono divisi tra le province? Quanti sono i nuovi iscritti ogni anno? Sono in aumento? Quanto dura il suo mandato? Quando scadrà? Come siete strutturati? Quest’anno si festeggerà il trentesimo anno dall’istituzione dell’Ordine dei Geologi delle Marche. Ad oggi i nostri iscritti sono circa 450, di cui il 19% è rappresentato da donne (situazione nel Marzo 2022). Durante l’ultimo decennio abbiamo registrato un trend di iscritti in costante diminuzione (dovuto soprattutto al perdurare della crisi economica ed edilizia) ma recentemente la curva degli iscritti è tornata a risalire e- dobbiamo dire- anche in modo vigoroso. Sicuramente complice la ricostruzione post-sisma ed i vari incentivi del Governo per le ristrutturazioni hanno influito aprendo il mercato alla libera professione. Il nostro Consiglio è attualmente composto da 9 membri e guidato da un consiglio direttivo composto da Presidente, Vicepresidente, Segretario e Tesoriere. Ciascun mandato dura un quadriennio e questo è il mio secondo come Presidente, sebbene nel 2018 mi dovetti temporaneamente assentare per incompatibilità con il ruolo di Commissario per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del 2016-’17 che avevo assunto. Il quadriennio in vigore avrà termine nell’estate del 2025.

Quando siete entrati nella Rete Provinciale delle professioni tecniche? State lavorando ad una rete regionale. A che punto è? Come vi proponete con questa

Rete? È da tempo che si ravvisa la necessità di una Rete delle Professioni Tecniche Regionale, per superare le frammentarietà dovute alle organizzazioni provinciali. Un accorpamento regionale potrà essere sicuramente utile ai fini di assicurare una maggiore coordinazione interordinistica. Tuttavia devo dire che siamo molto attivi territorialmente, attraverso i nostri rappresentanti del Consiglio nella Rete.

Riguardo alla rete provinciale quali sono le iniziative che lei valuta più importanti e interessanti da intraprendere? State pensando a dei seminari o convegni su che tematiche? Fra i compiti maggiori della RPT risiede quello di sollecitare le varie amministrazione affinché tengano in considerazione maggiormente sia la categoria dei geologi che le professioni tecniche, rispondendo alle nostre sollecitazioni soprattutto relative al rispetto dei tempi delle pratiche urbanistiche. Molti incentivi infatti, come ad esempio il sismabonus, prevedono delle richieste di accesso agli atti che troppo spesso vengono evase in ritardo, apportando grosse criticità tutto il sistema. Pertanto cerchiamo di intervenire con Sindaci, assessori e responsabili degli uffici tecnici affinché queste situazioni di stallo siano migliorate. Talvolta veniamo coinvolti anche nel supporto agli Enti pubblici, per offrire la nostra esperienza nelle corrette procedure da attuare nei concorsi. Infine, proprio in questi ultimi giorni abbiamo organizzato confronti pubblici con i candidati Sindaco di due delle più grandi città marchigiane, Fabriano e Jesi, ai quali abbiamo rivolto le nostre istanze cercando di sensibilizzare soprattutto verso la riduzione dei rischi geologici, alla resilienza delle città ed al rispetto dell’ambiente. E, notizia di oggi, la nuova Giunta del Comune di Fabriano ha previsto un assessorato con delega alla sicurezza degli edifici comunali e delle scuole. Ci piace pensare che siamo stati incisivi e che una volta tanto siamo riusciti a convincere ad investire in prevenzione.

Riguardo al Terremoto del 2016 come sono stati coinvolti i Geologi nell'opera di ricostruzione in atto? Quali sono le maggiori difficoltà? Durante il primo periodo emergenziale la Protezione Civile si è da subito attivata passando attraverso il nostro Ordine per assoldare geologi esperti nel rilevamento cartografico tramite software per la pianificazione territoriale. Sono stati molteplici i nostri iscritti che hanno dato disponibilità mettendo a disposizione le loro conoscenze in modo totalmente volontario per dare una mano nel momento del bisogno. Parallelamente, sempre coordinati dalla struttura della Protezione Civile, alcuni colleghi hanno prestato servizio nelle squadre come tecnici incaricati per i sopralluoghi di agibilità negli edifici (schede AeDES e AGeoTec). Una volta definiti gli esiti di agibilità delle strutture e infrastrutture, si è passati alla ricostruzione vera e propria, dove i geologi sono tuttora coinvolti come professionisti imprescindibili nei lavori di demolizione e ricostruzione, o di adeguamento sismico. Grazie ai finanziamenti del Governo, sono stati condotti gli studi di Microzonazione Sismica di livello III, in cui è stato approfondito il comportamento dinamico dei terreni attraversati dalle onde sismiche in tutti i comuni del cosiddetto “cratere”, anche tramite studi di Risposta Sismica Locale. Questi studi rappresentano il fiore all’occhiello di tutti i geologi marchigiani, in qualche modo considerati i precursori in questo campo fondamentale per la sicurezza del nostro territorio. Le maggiori difficoltà da un punto di vista tecnico sono rappresentate dalla conformazione del nostro territorio appenninico, molto eterogenea da un punto di vista delle amplificazioni sismiche che possono sca-

turire in seguito a un terremoto. Nasce da qui la necessità di studiare in dettaglio ogni metro quadrato del territorio, in modo tale da capire quali possono essere le criticità riscontrabili durante una sollecitazione dinamica dovuta al sisma e quali possono essere gli accorgimenti costruttivi da attuare per la riduzione del rischio. A tutta questa complessità geologica si aggiunge quella burocratica, che ha agito rendendo ciascuna pratica più farraginosa allungando i tempi della ricostruzione.

Una tematica che viene dibattuta a livello di professioni riguarda gli eccessivi ribassi proposti da professionisti per prendere incarichi pubblici, in sostanza quello che viene comunemente chiamato "svendita del titolo". Qual è il vostro punto di vista su questo tema? Come categoria riteniamo di possedere una importante qualifica professionale, maturata grazie agli studi nelle università regionali (sicuramente tra le più formative) e grazie alle esperienze quotidiane sul campo. Anni di duro lavoro e sacrificio non dovrebbero essere svenduti con ribassi irrispettosi del nostro decoro professionale, soprattutto per non falsare il mercato e sminuire la nostra professionalità.

Quali sono le emergenze geologiche della regione Marche? Che cosa si sta facendo per le aree più a rischio? Il territorio marchigiano vanta dei paesaggi magnifici, dove troviamo grandi catene montuose interposte ad altrettanto suggestive vallate intrappenniniche. Ma anche grandi fiumi, torrenti, gole, spiagge ed alte falesie. Tutta questa elevata diversità paesaggistica è purtroppo dovuta proprio all’incessante lavoro dei fenomeni geologici (soprattutto sismici, idrogeologici, idraulici, costieri) in atto da milioni di anni. Le maggiori emergenze, lo sappiamo, vengono registrate in occasione dei terremoti che colpiscono con cadenza piuttosto regolare la nostra regione. In tutti questi ambiti abbiamo lavorato e stiamo lavorando molto, assumendo atteggiamenti virtuosi e dimostrandoci all’avanguardia rispetto alle altre regioni europee. La regione Marche, infatti, vanta la più ampia copertura di studi di Microzonazione Sismica, uno strumento che a scala comunale definisce quali saranno le aree di una città in cui il moto sismico viene amplificato, o potrebbero verificarsi modificazioni permanenti della superficie terrestre (causate da frane sismoindotte, aree liquefacibili, fagliazione superficiale). La totalità del territorio marchigiano è coperta almeno dal primo livello di approfondimento e quasi la metà dal livello più avanzato, il terzo. Sicuramente il terremoto del 2016 ha dato un forte impulso per la conoscenza delle pericolosità geologiche e quindi per la riduzione del rischio. Un’altra importante criticità è rappresentata dai rischi idrogeologico e idraulico, soprattutto in un’epoca in cui i segni dei cambiamenti climatici sono tangibili e la loro influenza è notabile di anno in anno. Per quanto attiene al rischio idrogeologico, relativo alle frane, è bene ricordare che il 17,3% del territorio regionale è soggetto a franosità, con circa 95.000 persone a rischio (il 6,2% del totale) in quanto residente in aree classificate in frana (dati rapporto ISPRA 2021). Quest’anno la Regione Marche e lo Stato hanno stanziato quasi 800.000 euro per condurre approfondimenti scientifici su circa 30 situazioni di versanti instabili in altrettanti comuni. Sicuramente un buon esempio di prevenzione anche se questo rappresenta soltanto un punto di partenza. Per quanto attiene al rischio idraulico, relativo alle esondazioni dei fiumi è bene ricordare che, sempre per ISPRA, le aree inondabili sono il 7% del territorio regionale, con il 17,4% della popolazione totale residente in una zona a rischio. Come Ordine dei Geologi partecipiamo costantemente ai Contratti di Fiume, dei tavo-

li di lavoro che si prefiggono di mettere in campo buone pratiche di gestione dei versanti e dei corsi d’acqua che ricadono nei nostri bacini idrografici. Ma la gran parte del lavoro viene svolta quotidianamente dai colleghi geologi, che rappresentano le vere sentinelle del territorio individuando e segnalando le criticità agli enti preposti. In ambito costiero va detto che il 16,3% dei nostri litorali è in erosione, per cui in quei settori le spiagge sono in arretramento con gravi perdite dal punto di vista economico. Questo consumo di suolo è stato innescato soprattutto durante il boom edilizio del dopoguerra che ha spesso causato l’impermeabilizzazione dello stesso ed il prelievo di inerti in alveo, che fino a non troppo tempo fa era una pratica in vigore. Tutti questi fattori hanno influito nel tempo diminuendo il trasporto dei sedimenti dai fiumi alla costa, alterando pertanto l’equilibrio delle spiagge. Ma il dato positivo proviene dalla percentuale di spiagge in salute, quindi in cui la linea di costa è in avanzamento verso il mare: sempre secondo la fonte ISPRA 2021, queste rappresentano il 45,7% del totale, il secondo dato più positivo di tutta Italia. In questi giorni stiamo assistendo, oltretutto in modo impotente, a una forte carenza idrica, che sta spingendo e a breve obbligherà i nostri amministratori a razionalizzare l’utilizzo dell’acqua. La figura del geologo in questo campo è essenziale, in quanto la sua capacità di lettura del paesaggio e del sottosuolo gli permette di individuare come variano gli acquiferi al di sotto della superficie terrestre, tramutando le proprie conoscenze in qualcosa di essenziale per la vita e mettendole al servizio della collettività. Insomma, tantissimi ambiti di intervento in cui i geologi giocano un ruolo primario nella gestione territoriale. Ma per fortuna in geologia esiste anche un altro tipo di “emergenze”, quelle così definite dal Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR), uno strumento che si occupa di definire e perimetrare le situazioni di rilevante interesse geologico con il fine della sua tutela e conservazione. E il territorio marchigiano vanta un patrimonio geologico e geomorfologico tra i più importanti d’Italia e d’Europa. Buona parte di tali emergenze è stata censita nel 1991 all’interno di una pubblicazione denominata “Le emergenze geologiche e geomorfologiche della Regione Marche” (Edito da Regione Marche). Partendo da questo documento, come Ordine dei Geologi delle Marche abbiamo recentemente partecipato ad un tavolo di lavoro in collaborazione con SIGEA, che ha visto la partecipazione dei due atenei marchigiani. In tale occasione sono stati censiti tutti e 250 i geositi della nostra regione ed è stata presentata una proposta di legge volta alla loro salvaguardia, alla loro valorizzazione e divulgazione. Le risultanze sono state esposte durante un workshop tenuto lo scorso maggio, ora aspettiamo fiduciosi per la buona riuscita dell’iniziativa. L’Ordine dei Geologi serve anche a questo ed una cosa è certa: noi geologi non ci stancheremo mai di narrare e valorizzare il vastissimo patrimonio geologico marchigiano.

Come valuta il rapporto del vostro Ordine con le scuole superiori e le Università? Sotto questo punto di vista riteniamo di condurre un buon lavoro, aderendo costantemente alle iniziative avanzate dalle scuole. L’ultima iniziativa, purtroppo e per ovvi motivi, risale al periodo pre-pandemico, dove abbiamo partecipato all’iniziativa “A scuola con il geologo” promossa dal Consiglio Nazionale dei Geologi. Abbiamo risposto alle convocazioni delle scuole inviando i nostri Consiglieri ed anche alcuni colleghi professionisti che si sono gentilmente prestati a partecipare divulgando le scienze della Terra fra gli studenti. Con le università marchigiane siamo legati da un profondo rapporto di reciprocità, necessario per la reciproca crescita professio-

nale. I rappresentanti dell’Ordine dei Geologi delle Marche sono coinvolti dalle università negli esami di stato per l’abilitazione alla professione di geologo. L’Ordine dei Geologi delle Marche, dal suo canto, coinvolge costantemente docenti universitari in seminari, convegni e corsi di aggiornamento che organizziamo periodicamente per i nostri iscritti.

Uno sguardo al futuro con la nuova scuola primaria in legno di Potenza Picena

Il nuovo polo scolastico si sviluppa su due piani per circa 4000 mq ed è caratterizzato dalla forte penetrazione del verde al suo interno, ritenuto elemento fondamentale nella crescita personale ed educativa del bambino.

SUBISSATI S.R.L

Case e strutture in legno Ostra Vetere (An)

Guardare al futuro, immaginare un futuro che sia migliore del presente è qualcosa di innato nell’essere umano. Oggi più che mai è importante essere consapevoli dei propri comportamenti e delle azioni che andremo a compiere per costruire il “futuro”. L’azienda Subissati ha scelto da tempo di guardare avanti scegliendo il legno come materiale da costruzione. Un materiale vivo, organico ed estremamente sostenibile. Nel corso del tempo oltre ad aver realizzato circa 800 edifici privati alle, abbiamo iniziato un percorso parallelo anche nel settore pubblico realizzando edifici nelle Marche, in Emilia Romagna, Abruzzo e Lombardia. Inutile elencare le oltre 50 scuole realizzate, ma di una in particolare vorremmo parlare in questo articolo: si tratta della scuola primaria di Potenza Picena (MC) che è stata inaugurata di recente. L’edificio in questione è uno degli edifici più grandi che abbiamo mai realizzato ed una delle più grandi scuole della regione Marche. Il nuovo polo scolastico si sviluppa su due piani per circa 4000 mq ed è caratterizzato dalla forte penetrazione del verde al suo interno, ritenuto elemento fondamentale nella crescita personale ed educativa del bambino. Proprio a loro l'amministrazione comunale ha lasciato in eredità un edificio all'avanguardia e totalmente sostenibile. "Un nuovo edificio scolastico è sempre una grande conquista – ha commentato il sindaco, Noemi Tartabini – Lo è ancora di più per la nostra comunità alla quale, negli ultimi anni, sono stati chiesti numerosi sacrifici proprio a causa della necessità di interveni-

re con urgenza sul fronte dell'edilizia scolastica. Questa scuola è Il primo tassello di un percorso che darà alla nostra città ulteriori nuove strutture, grazie agli importanti finanziamenti ottenuti" La scuola è stata intitolata a Rita Levi Montalcini ed al suo interno potranno essere accolti 320 alunni delle scuole elementari e sarà la sede temporanea per i 222 alunni delle scuole medie. Il progetto è stato realizzato da Settanta7, ed è stata prestata particolare attenzione ai materiali naturali, impanti efficienti ed energie rinnovabili. Per noi collaborare con loro e con Zintek s.r.l. e Cracking Art s.r.l. è stata un’esperienza altamente soddisfacente, in un clima altamente collaborativo, ben consci che l’obiettivo da raggiungere era importante anche da un punto di vista simbolico. I lavori sono iniziati infatti in piena pandemia e si sono conclusi pochi mesi fa. Quello che salta subito all’occhio è senza dubbio il rivestimento esterno in 'Quartz Zinc'; che è un laminato in lega di zincotitanio al quale sono stati aggiunti dei pigmenti minerali che grazie alla luce assumeranno sfumature sempre nuove. Il grande cortile centrale, invece, ha tratti più giocosi e gioca con le trasparenze ed è proprio in questo spazio che ha sede la scultura della giraffa che fornisce discontinuità creativa e iconica. Gli ambienti interni sono stati studiati per essere fruibili in maniera “creativa” anche ai fini didattici. Grazie all’utilizzo di pareti mobili è possibile creare ed usare gli spazi in maniera alternativa. Nell'atrio troveremo "l'albero della vita", un elemento strutturale che richiama nelle forme un albero vero e proprio. Oltre ai locali per la didattica l’edificio comprende anche una mensa, una palestra ed un auditorium. La struttura portante è in legno per garantire la sicurezza e la salubrità degli ambienti . Glii impianti utilizzati sono di ultima generazione per ottenere il massimo risparmio energetico. Il cantiere nella sua totalità ci ha impegnato per circa due anni ed ha coinvolto professionisti della nostra regione e non solo. Questo edificio è un altro deciso passo verso un futuro migliore e siamo orgogliosi di aver preso parte a questa nuova avventura per diffondere la cultura della sostenibilità.

Occorre un nuovo paradigma dell'abitare: i risultati dell'indagine NOMISMA FAMIGLIE

3,5 MLN LE FAMIGLIE ALLA RICERCA DI UN ABITARE ARRICCHITO, capace di guardare a tutte le diverse forme di vulnerabilità (economiche, sociale, dell’abitare) e le altre componenti (relazionali, intergenerazionali, di comunità, di contesto) perché si giunga a “una risposta credibile per le domande complesse delle famiglie italiane

NOMISMA

Osservatorio Immobiliare

L’ “abitare semplificato” non ha più ragione di sussistere. È lo stesso concetto di “abitare sociale” a non essere più adatto ai tempi che si stanno vivendo in quanto incapace di caratterizzare le proposte sul campo. È tempo, - secondo i dati raccolti da Nomisma - di un nuovo paradigma: l’“abitare arricchito” capace di guardare a tutte le diverse forme di vulnerabilità (economiche, sociale, dell’abitare) e alle componenti (relazionali, intergenerazionali, di comunità, di contesto) perché si giunga a “una risposta credibile per le domande complesse delle famiglie italiane”. È questo uno degli aspetti principali che emerge dall’ “Indagine Nomisma 2022 sulle famiglie italiane” presentata l’8 giugno. ferma Marco Marcatili, responsabile sviluppo Nomisma. “Ci sono 10,3 milioni di famiglie che non hanno fiducia nei propri mezzi e nell’evoluzione del sistema economico. 9,3 milioni di famiglie invece hanno fiducia del proprio contesto familiare, ma non in quello economico generale. Tuttavia, sono proprio questi nuclei, che ci riportano una tendenza caratterizzata da una nuova domanda abitativa legata soprattutto alla ricerca di un’abitazione in grado di migliorare le condizioni e le relazioni famigliari. Ad oggi, sono 3,5 milioni le famiglie interessate a ricercare una nuova condizione abitativa, di cui 880 mila quelle che avranno reale possibilità di farlo, in linea con le 750 mila compravendite che prevediamo quest’anno”.

più solida visione antropologica perché finalmente si giunga a una maturata transazione dal “contenitore” (Casa) ai “contenuti” (Abitare). Il tutto considerato come l’attuale congiuntura evidenzi una chiara ripresa del mercato residenziale in tutte le sue componenti.

“Se nella fase pre-pandemica la domanda delle famiglie ricadeva sulla casa e non sull’abitare, oggi la situazione è molto diversa. L’emergenza sanitaria ha mostrato le inadeguatezze e i nuovi bisogni legati alle soluzioni abitative delle famiglie italiane. Ecco che diventa necessario passare da un abitare sociale ad un abitare arricchito, capace di comprendere tutte le diverse forme di vulnerabilità e le altre componenti perché si giunga a una risposta credibile per le domande complesse di tutti i nuclei famigliari” - ribadisce Marcatili.

Anche i contratti di affitto, dopo due anni di calo, sono tornati a crescere: sono 5,6% le famiglie italiane che per Nomisma hanno fatto ricorso a un affitto superiore ai 6 mesi nel 2022 rispetto al 4,2% del 2021.

La scelta relativa all’affitto è considerata dal 58,7% delle famiglie italiane l’unica opzione percorribile considerata la mancanza di risorse economiche a disposizione. Non manca però la componente familiare che non desidera impegnarsi in un investimento oneroso. Sono il 15,3% delle famiglie.

Nel complesso la domanda di casa vive ancora, per il Centro Studi bolognese, di un retaggio legato a una rappresentazione del ciclo d’oro immobiliare.

I dati dell’Indagine Nomisma 2022 evidenziano, rispetto allo scorso anno, una più marcata consapevolezza da parte delle famiglie che il Paese dovrà affrontare situazioni di difficoltà, in particolare nel 2023, anche per l’accumularsi del debito pubblico.

Ne viene per Nomisma un assottigliamento rispetto a quella “miopia familiare” riscontrata nel 2021. Le famiglie italiane sono più consapevoli che le difficoltà che il Paese dovrà affrontare avranno dirette ripercussioni su di loro.

Tuttavia migliorano, lo riporta lo studio di Nomisma, le condizioni economiche e reddituali delle famiglie rispetto al 2021. E’ infatti in crescita la quota di famiglie che giudica il proprio reddito adeguato a far fronte alle spese primarie: dal 28,2% del 2021, al 35,5% del 2022. Al contempo si assottiglia la componente che considera inadeguato il proprio reddito. Lo scorso anno rappresentava il 20,9%, nel 2022 il 15,8%. Quasi la metà degli italiani ritiene comunque ancora “appena sufficiente il proprio reddito”: 48,6% nel 2022, 50,9% lo scorso anno.

Siamo di fronte alla componente più vulnerabile che ha subìto maggiormente il blocco delle attività durante la pandemia. Il peggioramento più accentuato delle condizioni viene vissuto dalle famiglie con capofamiglia lavoratore indipendente: dal 2016 al 2020 questa quota è superiore di circa 15 punti a quella delle famiglie che hanno maturato un miglioramento. Passando al fronte risparmio aumenta la percentuale delle famiglie italiane che non riescono a risparmiare: dal 23,4% del 2021 al 29,3% dell’anno in corso.

Ed infine emerge un importante campanello d’allarme evidenziato da Nomisma: aumentano le famiglie che negli ultimi 12 mesi hanno accumulato ritardi nei pagamenti dell’affitto o del mutuo. Siamo però fortunatamente distanti dai livelli evidenziati nel 2020.

ulteriore indebolimento della capacità finanziaria delle famiglie. Le famiglie italiane che prevedono per il prossimo anno una difficoltà nel pagamento del canone di locazione sono il 31,4% di quelle in affitto (era il 27,9% nel 2021) ma il dato resta distante dal 40,9% registrato nel 2020. Sul fronte mutuo il dato percentuale è meno negativo: dal 16,2% del 2021 al 16,7% dell’anno in corso. Le famiglie italiane si confermano sfiduciate: 40% nel 2022 come nel 2021, ma siamo distanti dal 46% registrato nel 2020.

Diminuiscono le famiglie complessivamente fiduciose: dal 16% del 2021 al 13% nel 2022 ma, entrando nel particolare, rispetto al 2020 raddoppiano le famiglie ad – extra (ovvero fiduciose nel sistema economico nel suo complesso) che passano dal 4 all’8% del corrente anno. Crescono anche le famiglie fiduciose ad-intra (ovvero nelle possibilità e prospettive del nucleo familiare). Nel 2022 giungono al 36% del totale mentre nel 2021 erano il 33%. Tornando al fronte casa è interessante la tendenza, a conferma del 2021, relativa all’uso delle seconde case di proprietà delle famiglie. Esse vedono un aumento del loro utilizzo per fine personale (30,6% delle famiglie che possiedono una seconda abitazione) o come reddito supplementare (30,8 delle famiglie che possiedono una seconda abitazione).

Con riferimento all’acquisto, le famiglie italiane interessate all’acquisto continuano a privilegiare il desiderio di vivere in un contesto familiare (64%) mentre si riduce la quota di famiglie che intendono abitare in dimensioni minori (18%). Aumentano, seppur di poco, le famiglie alla ricerca di un contesto abitativo di dimensioni maggiori (17%). A fronte di una maggiore dipendenza dal mutuo da parte delle famiglie italiane crescono, ed è un segnale incoraggiante rimarcato da Nomisma, gli “equipaggiati” ossia i nuclei familiari dotati di un reddito adeguato: dal 3,9% dello scorso anno al 5,1% del corrente. Ulteriore segnale positivo la diminuzione della percentuale degli incauti: dal 7% dello scorso anno, al 6,3% del 2022.

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