Putignano 2024

PUTIGNANO

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Putignano

Alla scoperta della città alle porte della Valle D’Itria.

A poco meno di 40 km da Bari, su una collina della Murgia tra trulli e grotte sorge Putignano, il borgo gioiello famoso per il suo Carnevale, il più antico d’Europa e il più lungo d’Italia, per le sue tradizioni storico-culturali, le bellezze naturalistiche e le specialità enogastronomiche.

Cenni Storici

Da alcuni reperti archeologici, le origini di Putignano sembrano risalire alla civiltà peuceta. I Peuceti furono una tribù di origine illirica insediatisi in età preromana nella parte centrale della Puglia. Nei secoli a venire, dopo il crollo dell’Impero Romano che aveva annesso Putignano eleggendola a municipio, la città conobbe decadenza fino all’anno 1000 circa, quando passò sotto il controllo dei monaci Benedettini dell’Abbazia di Monopoli, diventando un piccolo centro agricolo. Per oltre sette secoli visse sotto il controllo della Santa Sede che gli assegnò lo status di ecclesia nullius diocesis. Nel 1317 passò all’ordine dei Cavalieri Gerosolimitani (Cavalieri di Malta) che diedero alla città ulteriori impulsi di sviluppo. Dopo la dominazione napoleonica, in seguito all’Unità d’Italia, Putignano visse un’epoca

florida - interrotta solo dalle due Grandi Guerre - durante la quale consolidò le sue tradizioni artigianali nel settore agricolo e tessile.

Cosa Visitare

Con i suoi vicoli punteggiati di bianco e i suoi balconi fioriti, il borgo di Putignano sorprende per l’eleganza dei

suoi palazzi storici e delle sue chiese, come la barocca Chiesa di San Domenico e la trecentesca Chiesa di Santa Maria la Greca. Passeggiare nel cuore del borgo dall’anima agricola, tutt’oggi famoso per le sue pregiate manifatture tessili, è un vero viaggio nel tempo. A partire da Piazza del Plebiscito, dove a catturare l’attenzione saranno il Sedile, sede del vecchio governo locale con la torre dell’orologio e lo stemma; la bellissima Chiesa Matrice; il Palazzo del Bali, antica dimora dei Cavalieri di Malta, oggi adibita a museo civico.

Imperdibile la visita al Museo Civico “Guglielmo Romanazzi Carducci”, antica dimora ricca di preziosi arredamenti ottocenteschi con un bellissimo giardino pensile.

Putignano Sotterranea

A Putignano potrete dedicarvi ad affascinanti esplorazioni sotterranee tra stalattiti e stalagmiti di alabastro riflesse nell’acqua.

Da non perdere l’escursione alla Grotta del Trullo, la prima cavità carsica scoperta nel 1931.

Il Carnevale di Putignano

Istituito nel 1934 per celebrare la traslazione delle reliquie di Santo Stefano, il Carnevale inizia il 17 gennaio con la festa di Sant’Antonio Abate e termina durante la Quaresima. Se vi trovate a passare di qui in questo periodo, potrete vivere momenti intensi tra eventi, sagre, degustazioni e sfilate di carri allegorici in cartapesta.

Prodotti Tipici Enogastronomici

Putignano sorprende per le specialità gastronomiche come il pregiato olio extravergine d’oliva Terra di Bari Dop dal profumo mandorlato per condire bruschette, braciole e le immancabili orecchiette con le cime di rapa.

Ma i veri protagonisti restano i Taralli fatti a mano e cotti in forni a legna nelle loro varie versioni, dai classici a quelli con i funghi murgiani, come pure la famosa Farinella che dà il nome alla maschera rappresentativa del Carnevale.

Questo singolare sfarinato a base di ceci e orzo tostati viene ancora utilizzato per fare la scarpetta in piatti cremosi e nel ragù di carne. Tra i vini autoctoni, da non perdere un calice di Gioia del Colle Doc dai sentori fruttati, ideale per accompagnare specialità di carne e formaggi stagionati del territorio.

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La “Farinella” e altri prodotti tipici

La cucina tradizionale pugliese.

La cucina tradizionale pugliese è ricca di specialità e piatti tipici radicati nella storia della gastronomia locale. Tra questi come non ricordare le orecchiette con le cime di rapa, le “brasciole” (involtini di carne ripieni di formaggio), fave e cicorie, grano con olio e formaggio, le polpette di pane, i fichi essiccati... e sì, anche la storica ‘farinella’ detta “pov’l”, da polvere, o “a farnedd”.La farinella è una farina antica dal colore giallo ocra molto apprezzata dalla cucina povera. Dal 1700, la Farinella è un alimento storico e un piatto simbolo della cucina putignanese, una farina molto fine che si prepara ancora oggi secondo la tradizione locale.

La preparazione di questo prodotto segue una procedura precisa: i ceci

e l’orzo vengono tostati separatamente, poi macinati insieme con un mulino a pietra. La farina che se ne ricava viene setacciata per ottenere una consistenza fine e omogenea, e con questa si prepara lo sfarinato di ceci e orzo tostati.

Un prodotto tipico della gastronomia di Putignano. Nella versione originale, la farinella veniva preparata solo con orzo prima tostato e poi ridotto in polvere. In passato, insieme ai fichi secchi, quest’antica pietanza rappresentava il pasto principe di chi lavorava tutto il giorno nei campi.

I contadini la utilizzavano per preparare una polentina che usavano cuocere in un brodo di erbe selvatiche e che potevano consumare anche con

altri cibi, dai fichi secchi alle cipolle selvatiche, alle erbe spontanee e altre verdure. Il piatto era semplice ma molto saziante e nutriente perché ricco di proteine, fibre, vitamine e minerali. La polentina avanzata diventata più solida, veniva tagliata a fettine e mangiata fredda, come sostituto del pane da condire con olio, sughi, o abbinata alle verdure. A cena, la si poteva gustare con la tipica purea di fave (il Macco).

Anche i ceti più agiati usavano mangiare la farinella con la pasta al sugo, i contorni di verdure ben condite, le patate lesse, la frutta secca o fresca, e anche come dolce. Oggi, oltre ai modi di consumo men-

zionati, la farinella può essere utilizzata come addensante per zuppe e minestre o come ingrediente per la preparazione di dolci e biscotti tipici. Dal piatto simbolo della cucina putignanese prende vita la maschera della Farinella (Farnëdd), creata dal maestro cartapestaio Mimmo Casale nel 1953, negli anni diventata il simbolo del Carnevale di Putignano, uno dei tanti giullari della tradizione italiana. Farinella, che ricorda la maschera veneziana del mitico Arlecchino, indossa un abito fatto di pezze variopinte, un gonnellino rosso e blu, e un cappello a tre punte con campanelli, simbolo dei tre colli su cui sorge Putignano.

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Carnevale di Putignano, il più lungo d’Italia e il più antico d’Europa

Il Carnevale di Putignano, tra i più antichi del mondo, è candidato a Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

È sicuramente il Carnevale più lungo d’Italia e il più antico d’Europa, e si festeggia in Puglia, nel magico borgo di Putignano, in provincia di Bari, famoso anche per le sue meravigliose Grotte del Trullo e per altre bellezze naturalistiche del territorio.

Da decenni ormai, durante questa festa così attesa, il corso principale di Putignano ospita le quattro sfilate dei maestosi carri allegorici meccanizzati, con al seguito i gruppi mascherati.I famosi carri, realizzati con la cartapesta dalle maestranze locali, sono al centro dei festeggiamenti che si svolgono ogni anno a partire dal 26 dicembre, giorno in cui celebra Santo Stefano.

La loro nascita, come pure la tradizione della cartapesta, risalgono all’inizio del XX secolo, ma le origini del Carnevale corrono indietro di secoli, fino al Medioevo.

In quest’epoca, infatti, avvenne un fatto storico che sancì l’inizio delle esibizioni carnascialesche di Putignano, oggi confluite nel suo Carnevale

riconosciuto Patrimonio di Interesse Nazionale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il 26 dicembre 1394 le reliquie di Santo Stefano Protomartire, fino a quel momento conservate nell’abbazia di Monopoli, furono traslate nella Chiesa di Santa Maria la Greca a Putignano, per proteggerle dalle

minacce dei saccheggi ad opera dei Saraceni. Ad accompagnare il tragitto delle reliquie fu un corteo sacro al quale presero parte anche i contadini tra riti propiziatori, balli, canti e versi satirici in dialetto. Da questi festeggiamenti nacque la “Festa delle Propaggini” che ogni 26 dicembre segna l’inizio del Carnevale di Putignano.

In principio, a sfilare erano semplici pupazzi di paglia e stracci su piccoli carretti. Negli anni iniziarono a comparire i carri allegorici in ferro rivestiti di carta pesta.

La sfilata dei carri di Putignano attira tutti gli abitanti del posto, gente dei paesi limitrofi e turisti da tutta Italia ed Europa, se non dal mondo! Il Car-

nevale viene vissuto come la festa di tutti. I festeggiamenti si protraggono per oltre quaranta giorni fino al martedì grasso che precede l’inizio della quaresima. Ogni giovedì si svolgono feste, sagre, degustazioni e balli in piazza a tema sociale, politico, storico o religioso, sullo sfondo della satira e della tradizione.

Il simbolo del Carnevale di Putignano è la maschera di “Farinella” (Farnëdd), uno dei tanti giullari della tradizione italiana, nata nel 1953. La maschera si ispira a un’antica pietanza contadina, la farinella, che un tempo rappresentava l’unico pasto dei contadini impegnati nel duro lavoro nei campi.

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In visita alla Chiesa Madre di S. Pietro Apostolo

La maestosa Chiesa Madre di S. Pietro Apostolo, situata nel cuore del centro storico di Putignano, in piazza Plebiscito, è un luogo di grande interesse storico e artistico.

Secondo un’antica leggenda, fu proprio San Pietro a portare il vangelo di Gesù nell’anno 45, durante un viaggio verso Roma, fermandosi a Putignano dove venne edificato questo primo luogo di culto in suo onore. Nonostante non si conosca con precisione la data di costruzione, sicuramente anteriore al IV secolo, la consacrazione della chiesa risale al 1158.

L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, in particolare nel 1474, sotto la dominazione dei Cavalieri di Malta, per opera del Balì Giambattista Carafa.

Testimonianza di questo periodo è lo stemma del Carafa, che risalta sulla porta maggiore, mentre sulla porta d’ingresso è visibile quello pontificio, a rappresentare l’antico status della chiesa putignanese, “nullius diocesis”, ovvero non legata ad alcuna diocesi ma dipendente direttamente dalla Santa Sede.

La facciata in stile romanico, realizzata in pietra calcarea, colpisce per la sua maestosità. Si presenta con un rosone centrale in pietra intagliata del XV secolo e il campanile seicen-

tesco che svetta possente. L’interno, a navata unica, è stato anch’esso rimaneggiato a partire dal XV secolo, assumendo il suo attuale stile barocco. Una visita è sicuramente consigliata per ammirare tutte le sue meraviglie.

Gli altari marmorei, finemente lavorati e collegati da due scalinate laterali, si sovrappongono creando un effetto scenografico di grande impatto. Le statue in pietra policroma, tra cui S. Pietro e San Sebastiano, realizzate dallo scultore rinascimentale pugliese Stefano da Putignano, sono opere di grande pregio.

L’organo monumentale con cantoria e il soffitto ligneo dipinto, visibile a distanza ravvicinata salendo le scale che conducono all’altare collocato sopra quello maggiore, completano l’arredo interno.

Degni di nota sono l’altare di San Pietro Apostolo, con la statua del santo in una nicchia riccamente decorata, opera imponente ed espressiva risalente al 1502 di Stefano da Putignano, e l’altare dedicato a San Gregorio. Ai lati dell’altare maggiore si trovano le sculture settecentesche di San Giovanni Battista, patrono di Putignano, e di Santo Stefano, protettore della città.

Dietro l’altare, il coro ligneo è impreziosito da belle vetrate istoriate

con scene evangeliche su Gesù, San Pietro e l’Addolorata.

Il soffitto ligneo del 1734, arricchito da due grandi tele commissionate dal nobile putignanese Giandomenico Spilotros e da ricche decorazioni tardo barocche, si armonizza perfettamente con la maestosità scenografica dell’organo e della cantoria in legno dorato, situati sopra il portale d’ingresso.

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Grotte di Putignano, in visita alla Grotta del Trullo

La Grotta del Trullo è la prima grotta carsica Turistica della Puglia, una vera e propria meta turistica molto suggestiva, da scoprire nel territorio di Putignano, sebbene non molti ne conoscano l’esistenza.

Scoperta nel 1931 durante alcuni lavori di scavo, ancor prima delle rinomate Grotte di Castellana, che si trovano a pochi chilometri di distanza, questa piccola grotta carsica naturale, scavata nella roccia, a circa 28 metri sotto il suolo, si distingue per le sue spettacolari formazioni calcaree di colore rosa alabastrino, stalattiti e stalagmiti in una varietà di tonalità e sfumature di rosso, concrezioni che sembrano sculture scolpite dalla mano di un artista.

Nel percorso di esplorazione, da non perdere la visita al Trullo Segreto, uno dei rami sotterranei della grotta

di Putignano. L’origine del nome “Grotta del Trullo” deriva dalla costruzione composta da tre coni che ricalca l’architettura tipica dei trulli della Valle D’Itria, e che funge da ingresso alla grotta. L’inaugurazione ufficiale della Grotta del Trullo avvenne il 21 giugno 1935, alla presenza del principe d’Italia Umberto II di Savoia, su invito del marchese Guglielmo Romanazzi Carducci, all’epoca podestà di Putignano. Attorno alla Grotta si apre un ampio parco verde recintato e attrezzato per famiglie, bambini e sportivi, dotato di un’area di sosta per i camper.

Chiesa di San Michele

Arcangelo in Monte Laureto

A circa 3 chilometri da Putignano, in direzione Noci, su una collinetta a 370 metri sul livello del mare, si trova un sito di interesse storico e religioso strettamente legato alla tradizione e

alla devozione popolare della cittadina e dei suoi dintorni: la chiesa ipogea di San Michele Arcangelo in Monte Laureto.

La struttura appartiene alle grotte

o strutture religiose dedicate a San Michele presenti in Puglia, insieme alla Basilica Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

La grotta risale al periodo del Cretaceo Superiore (tra 65,6 e 99,9 milioni di anni fa) e misura 30 metri di lunghezza, 17 di larghezza e 6 metri di altezza.

Vi si accede da una scalinata in pietra, divisa in due parti: la prima conduce all’arco di ingresso dell’antro, datato intorno al 1684 come indicato dalle incisioni su un’acquasantiera laterale; la seconda, più antica e maestosa, si estende per tutta la larghezza della grotta.

Al suo interno si trovano opere scultoree di Stefano da Putignano, dipinti del Palvisino (XVI sec.) e il grande affresco della Crocifissione di Cristo, opera più importante del periodo Angioino nella pittura rupestre, che decora la parte posteriore dell’ altare principale.

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