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Il cuore della città
Molfetta
e le sue origini.
Per scoprire Molfetta ed entrare nei meandri della sua storia è consigliata una passeggiata nei pressi del porto cittadino per sostare dinanzi al bellissimo Duomo, un’immagine che sarà arricchita dai tanti pescherecci, da piccoli e colorati natanti e dal profumo inconfondibile del mare.
Molfetta appare così agli occhi del visitatore, fermo dinanzi al fascino delle antiche costruzioni in bianca pietra calcarea che si specchiano nelle azzurre acque del porto.
La città sorge e si sviluppa qui, tra le mura medievali, custodi di un tempo passato e di una storia millenaria.
La “serratura”, il foro della chiave che consentiva e consente tutt’oggi l’accesso alla città antica corrisponde alla Porta della Terra, il grande arco che da Corso Dante immette in un dedalo di strette stradine: la penisola di Sant’Andrea. La città sorge sulla penisola nota sin dall’altomedioevo
come Isola di Sant’Andrea, così chiamata per via della presenza di una chiesa medievale dedicata all’apostolo. In origine si trattava di un vero e proprio appezzamento di terra insulare, staccato dall’area continentale, mediante un canale, successivamente insabbiatosi, il cui tracciato coincide con l’attuale Corso Dante, già Via Borgo. Le fonti, risalenti al X-XI secolo, offrono l’immagine di un borgo cinto da mura a sud e a nord, sul mare, da una palazzata, interessante sistema abitativo-difensivo, tuttora visibile.
Nel corso dei secoli entro la piccola
penisoletta di forma ellittica si moltiplicarono le costruzioni, i caseggiati e i primi luoghi di culto, sino a dare vita ad una singolare planimetria
“a spina di pesce”. A partire da Via Piazza, strada che congiunge il versante sud a quello nord, la terra al mare, si diramano quattordici strette viuzze, di cui sette conducono ad est, verso l’antica Piazza Castello, attuale Piazza Municipio, sede storica del potere amministrativo della città e altre sette verso ovest, che si ricongiungono presso l’antica Cattedrale di Molfetta, oggi Duomo dedicato al patrono San Corrado di Baviera.
Molfetta nasce dal mare, pone le sue solide basi su una roccia affiorante dalle acque dell’Adriatico.
La sua vita e la sua storia sono profondamente legate a questo elemento, che per tanti secoli ha significato vita, viaggi, scambi, commerci e mescolanza di lingue e culture diverse, ha rappresentato ricchezza e un approdo sicuro per mercanti e pellegrini. Punto di riferimento il Duomo della città, la Cattedrale costruita sul mare tra il XII e il XIII secolo, capolavoro assoluto dello stile romanico pugliese con tre cupole in
asse. Per secoli i naviganti, avvistando le tre cupole e le due alte torri, hanno riconosciuto sponde tranquille dove poter ormeggiare.
Una costruzione dove si fondono in maniera inconfondibile elementi bizantini, lombardi e moreschi. Accanto al Duomo sorge il palazzo dell’antico Seminario Vescovile della città che conservò la sua funzione sino al 1785, anno in cui le sedi dell’Episcopio e del Seminario nonché della Cattedrale furono trasferite, in seguito alla soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, presso il palazzo dell’ex Collegio gesuitico e dell’annessa Chiesa di Sant’Ignazio, ormai definitivamente abbandonati, situati fuori dalle antiche mura. Il 10 luglio dello stesso anno con una solenne processione si trasferirono le reliquie del Santo Patrono Corrado ed il titolo di Cattedrale di Molfetta alla ex Chiesa dei Gesuiti da quel momento dedicata a Santa Maria Assunta. Il Palazzo del Seminario Vecchio ha avuto anche funzione di sede della Dogana e più di recente è stato ristrutturato per accogliere un resort.
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Le strade del gusto
L’enogastronomia locale.
L’enogastronomia molfettese affonda le sue radici in tempi remoti.
I piatti tipici della cucina molfettese evidenziano clima, colori e profumi tipici di questa terra, dove una grande importanza è data alla materia prima, sia di terra che di mare. La pasta, rigorosamente fatta a mano, si compone di alcune specifiche varietà, che è possibile ritrovare sulle tavole dei molfettesi in particolari festività dell’anno. Orecchiette, cavatelli e tridde o milleinfranti (frantumi di pasta all’uovo) sono soltanto alcuni esempi delle tipologie di pasta più utilizzate. Il cibo è sinonimo di festa e ogni domenica le famiglie si riuniscono a tavola attorno al tradizionale ragù con brascioele di carne di cavallo. Si tratta di una fettina molto ampia, farcita con del formaggio pecorino romano, lardo, prezzemolo, aglio pepe, avvolta poi su sé stessa, legata con cotone e messa a stufare unitamente a della salsa di pomodoro fatta in casa.
Altri ingredienti tipici della terra sono le verdure, dalle eccellenti cime di rape, alle cicorie accompagnate
dalla gustosa favétte (fave sgusciate) cotta nella tradizionale pegnéte (pentola in terracotta) che veniva posta accanto al fuoco.
E ancora la cicoriapuntarella, riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano, le erbe spontanee, i lampascioni locali.
Ma Molfetta vanta anche un’ottima cucina a base di pesce. I profumati frutti di mare possono essere consumati crudi, come le alici o i polpi, appena pescati, che vengono sbattuti contro gli scogli e poi agitati in un canestro per arricciarli. Ma ancora più gustose sono le famose zuppe di
pesce. Una meraviglia della cucina molfettese è u cémbotte, nato dalle ricette dei pescatori, che aggiungevano al pesce appena pescato pochi elementi aromatizzanti come olio, pomodoro, aglio e prezzemolo. Il tutto poi veniva messo a bollire in acqua per qualche minuto. Inoltre, il brodetto così ottenuto, veniva a e viene tutt’oggi utilizzato come condimento per la paste cu pesce. E il pesce, il merluzzo in particolare, è anche il protagonista della ricetta del calzone molfettese: una focaccia ripiena di pesce, cipolle sponsali, cimette di cavolfiore, olive verdi o nere snocciolate, acciughe salate e tritate, pomodorini e olio cotta in forno, meglio se a legna che allieta le tavole dei molfettesi in particolar modo nel periodo della Quaresima o il Lunedì dell’Angelo, quando le famiglie si riuniscono per una scampagnata.
Ma il vero protagonista delle tavole molfettesi è l’oliodi oliva, prodotto dalle distese di alberi d’ulivo che tingono di verde le campagne di questo territorio e dell’intero territorio pugliese. L’olio rappresenta un insostituibile condimento che rende unica qualsiasi preparazione gastronomica, anche la più semplice.
Da non sottovalutare è anche l’arte dolciaria, punto fermo della gastronomia popolare molfettese. Tra i vari dolci si ricordano le carteddate, pasta sottilissima friabile e croccante fritta in olio d’oliva insaporita con mosto cotto fatto con fichi o uva. E infine una varietà infinita di dolci di mandorle: calzoncelli, mostacciuoli e la scarcella, dolce tipico della tradizione, che viene consumato, come si tramanda, nell’ottava di Pasqua.
Peruna vita più sana!
La pasqua molfettese
Tra riti e tradizioni.
Processioni, preghiera, antichi e sentiti culti: suggestione, fede e tradizioni sono gli elementi che caratterizzano i riti pasquali a Molfetta.
Non un semplice tuffo nel passato, ma un rivivere suoni, sensazioni e odori tipici di questa terra. Ogni processione è annunciata dalla bassa musica e dal riecheggiare nel silenzio e nel buio, del “ti-tè”, un lamento di origine orientale eseguito da flauto, tromba, tamburo e grancassa. Ad introdurre ai riti della Settimana Santa è la processione dell’Addolorata che parte dalla Chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti, detta del Purgatorio nel pomeriggio del venerdì antecedente la Settimana Santa. Due lunghe file di confratelli dell’Arciconfraternita della Morte, vestiti con camice nero, procedono lente per le strade della città. Alle melodie funebri si alternano preghiere, la recita del rosario e il canto del Vexilla Regis.
La più suggestiva e scenografica delle processioni è certamente quella del Venerdì Santo detta dei Cinque Misteri. Organizzata dall’Arciconfra-
ternita di Santo Stefano dal Sacco Rosso, vede tutta la città raccolta nel cuore della notte, quando alle ore 3.30 su ordine del priore la processione ha inizio.
Dalla piccola Chiesa di Santo Stefano il corteo processionale si dirige verso la città vecchia, dando vita ad un suggestivo gioco di luci che i ceri accesi dai confratelli, in attesa dell’alba, creano nelle strette stradine di pietra.
L’ultimo grande rito processionale si
svolge il Sabato Santo. Alle 11.15 in punto ha inizio dalla Chiesa del Purgatorio la processione della Pietà
La prima statua è quella di San Pietro, seguono la Veronica, Maria Cleofe, Maria Salomè, Maria Maddalena e San Giovanni. Durante l’uscita
la banda suona celebri e struggenti marce funebri e, a mezzogiorno, compare sul sagrato della chiesa la statua della Pietà, portata a spalla dai confratelli della Morte che percorrerà lentamente le vie della città sino alle 21.00, orario della “ritirata”. Le processioni molfettesi si caratterizzano per i pregevoli simulacri.
Le statue della tradizione processionale molfettese sono vere e proprie opere d’arte che racchiudono la devozione di un popolo e la maestria di abili artigiani e artisti.
I Cinque Misteri, oggetto di nume-
rose teorie, sono riconosciuti come simulacri lignei del XVI secolo di scuola napoletana. Le sette statue della processione del Sabato Santo, invece, sono opere in cartapesta dello scultore molfettese Giulio Cozzoli, realizzate tra il 1906 e il 1957 su commissione dell’Arciconfraternita della Morte.
I riti sono accompagnati solennemente dalle melodie profonde e struggenti, eseguite dalla banda cittadina. Le composizioni più famose sono di autori celebri come Rossini, Verdi e Chopin; molte altre, invece, sono state composte da musicisti molfettesi: “U Conzasiegge” di Vincenzo Valente, “Patetica” di Francesco Peruzzi e “Fatalità” di Saverio Calò.
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Tra falò e luminarie
I festeggiamenti per i Santi Patroni della città.
Il senso di appartenenza dei molfettesi per la propria città emerge in alcuni periodi dell’anno in modo più forte e percepibile rispetto ad altri.
Molfetta, come tutte le città del Sud, è profondamente legata ai suoi riti e alle sue tradizioni in modo particolare quelle sacre e religiose. Nel mese di settembre, in occasione delle solenni celebrazioni in onore della compatrona della città, la Madonna dei Martiri, si svolge la festa patro-
nale o Fiera. Il clou della festa è l’8 settembre, giornata in cui la città si sveglia con fuochi d’artificio e la tradizionale fiera degli animali presso la Basilica della Madonna dei Martiri.
Dal sagrato della chiesa e fino al cuore della città molte bancarelle espongono le proprie merci tra cui
giocattoli per i più piccoli, prodotti tipici locali e prodotti provenienti da varie parti del mondo. Un grande luna park viene allestito per l’occasione per la gioia dei più piccoli. Alle 15.00 in punto dinanzi alla Basilica della Madonna dei Martiri i marinai molfettesi, bardati a festa con nastri colorati e remi tra le mani, bussano al portone della Basilica per chiedere ai frati, custodi del convento, di poter portare in processione il venerato simulacro della Madonna con il Bambino. All’apertura del portone la statua della Madonna, luccicante degli ori che la ricoprono (ex voto dei molfettesi) viene portata in processione, seguita da molti fedeli, fino alla Banchina San Domenico, nei pressi del Porto. Qui la Vergine viene imbarcata sui pescherecci, sorteggiati e addobbati a festa, per una suggestiva peregrinazione per mare. Molti cittadini, con natanti di ogni genere, seguono il simulacro. Alle ore 20.00, al rientro in porto, la statua viene portata in cattedrale, tra le musiche della banda cittadina, passando attraverso il lungo tunnel
di luminarie allestite in Corso Dante. La cassa armonica, ospita la banda che suona per tutte e tre le sere della festa patronale, diffondendo arie operistiche e sonate al chiaro di luna. Ma Molfetta non dimentica di festeggiare anche il suo Patrono, San Corrado, il monaco pellegrino, originario della Baviera. Le date delle celebrazioni a lui dedicate sono due, una invernale e l’altra estiva. Il 9 febbraio, memoria liturgica del Santo, la città si ritrova la sera in Cattedrale per la celebrazione solenne alla presenza del Vescovo e delle autorità.
A seguire tutti a far festa attorno al grande falò acceso su Corso Dante, dinanzi alla Cattedrale, tra musiche, luminarie e la degustazione di ceci e fave, tipiche della tradizione. Dopo Sen Gherrare du Vierne (festa invernale dedicata al Santo), la città celebra anche la festa estiva il 10 luglio, con la processione del prezioso busto in argento, a ricordo di quel 1785 quando le reliquie del Patrono San Corrado furono solennemente traslate dall’antico Duomo nella nuova Cattedrale.
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L’arte in città
Musei e monumenti.
Molfetta è una città ricca di storia e cultura. Passeggiando tra i vicoli del centro antico, si rimane affascinati da alcuni siti di particolare interesse, pregevoli sedi espositive per mostre d’arte ed eventi culturali.
In primis il Torrione Passari, costruzione cilindrica protesa sul mare, edificata nel XVI secolo al fine di potenziare la difesa della città. Il torrione è oggi una delle più belle e
visitate fortezze a mare della costa adriatica pugliese.
Proseguendo verso Piazza Municipio si incontra dapprima la Chiesa della Morte, antica sede dell’Arciconfraternita della Morte, sodalizio che si occupava della sepoltura dei poveri della città nei vani sotterranei del luogo di culto e infine la Sala dei Templari, uno dei possedimenti dell’Ordine presenti in città. Composta da due gallerie, custodisce sotto il pavimento resti di edifici precedenti.
Lasciando l’Isola di Sant’Andrea alle proprie spalle, si abbandona il centro antico della città per incontrare il mondo al di fuori delle mura medievali.
La Basilica della Madonna dei Martiri si trova a qualche chilometro di distanza dal centro, la
si può scorgere guardando al di là del porto, in una sorta di dialogo con il Duomo. La sua facciata e le navate sono un ampliamento di stile neoclassico della struttura, mentre la zona presbiteriale conserva l’aspetto medievale. Qui si custodisce l’icona della Madonna della Tenerezza, considerata miracolosa. Dall’altare si accede ad un piccolo vano sotterraneo, fedele riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Del complesso, che ospita il convento di frati francescani, fa parte l’Ospedale dei Pellegrini meglio conosciuto con il nome di Ospedaletto dei Crociati: risalente al 1095, venne fatto costruire dal normanno Ruggiero Borsa, per accogliere i viaggiatori che giungevano in città durante i loro pellegrinaggi nei luoghi significativi che si trovavano sulla Via Francigena e recarsi ai porti che consentivano di imbarcarsi per la Terra Santa. Meta dei pellegrini in città era l’antica cattedrale sul mare: il Duomo romanico. Nel 1785 Il titolo di Cattedrale di Santa Maria Assunta fu traslato presso la nuova sede extra moenia, insieme a molti degli arredi sacri come la grande tela del famoso pittore molfettese Corrado Giaquinto del 1747 che rappresenta la Vergine Assunta tra i santi Pietro, Paolo, Antonio da Padova e due santi venerati in terra di Bari: San Nicola e San Corrado di Baviera, patrono della città. Accanto alla Cattedrale, in una parte del complesso del Seminario, è oggi ospitato il Museo Diocesano. Il percorso espositivo inizia dalla sala dedicata alle prime tracce
storiche della presenza dell’uomo sul territorio molfettese, provenienti in prevalenza dal Pulo. Segue al piano terra la galleria dei paramenti sacri, il lapidarium e la sezione dedicata alla scultura in legno con le antiche statue della Settimana Santa molfettese. Ciò che colpisce maggiormente i visitatori è sicuramente la Monumentale Biblioteca del Seminario Vescovile con la scaffalatura originaria della prima metà dell’Ottocento e la volta dipinta a tempera.
Al secondo piano è allestita la pinacoteca con dipinti risalenti ad un periodo che va dal XVI secolo all’arte contemporanea.
È consigliata, inoltre, una visita alla Chiesa di San Bernardino e alla Chiesa di San Domenico, veri scrigni di arte e di fede. Accanto alla Chiesa di San Domenico ha sede la Fabbrica di San Domenico, ex convento, edificato tra il 1638 e il 1774, attuale sede della Biblioteca Comunale “G. Panunzio”, dell’Archivio Storico Comunale, della raccolta d’arte contemporanea della città e della mostra etnografica “De li mastri lavoranti vascelli nei cantieri di Molfetta”.
Prendersi cura della città in cui viviamo è un atto importante che parte da piccoli gesti quotidiani.
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Nel cuore della terra
Il Pulo di Molfetta, un tuffo tra natura e storia.
La città offre scorci unici e la possibilità di immergersi in atmosfere che non ti aspetti. Certamente una visita al Pulo di Molfetta non può assolutamente mancare.
Il sito si trova a pochi chilometri dal centro abitato di Molfetta, immerso nel verde della campagna. È la destinazione ideale pe mettere da parte la vita cittadina e rilassarsi al canto delle diverse specie di volatili che hanno trovato qui un habitat ideale. La dolina è una formazione di origine carsica sulle cui pareti si aprono numerose grotte e costituisce un esempio di biodiversità grazie alla presenza di oltre duecento specie floristiche. La discesa lungo i fianchi della dolina è piacevole e il paesaggio è in grado di soddisfare gli amanti della geologia, della botanica, della storia e dell’archeologia.
Il fascino di questo luogo risiede innanzitutto nell’aspetto diverso che sa offrire al visitatore in ogni momento dell’anno, catturando ciascuno con colori e profumi differenti
in ogni stagione. Potrebbe capitare di imbattersi in una specie rara, forse anche rarissima. Scendendo attraverso i sentieri si raggiunge il fondo, ad una profondità di circa 30 metri. Qui si percepisce realmente la sensazione di trovarsi al centro della terra.
Il sito è stato frequentato ininterrottamente dal Neolitico all’Età del Bronzo. Gli scavi archeologici hanno restituito importanti reperti. Tra questi la ceramica impressa, definita nelle classificazioni scientifiche come appartenente alla “Civiltà di Molfetta”. Nella seconda metà del XVIII secolo il Pulo con le sue grotte ricche di nitrati, diventa centro di interesse nel Regno di Napoli per i Borboni che promuovono la costruzione della nitriera sul fondo della dolina. Le indagini archeologiche hanno riportato in luce i resti di questo complesso protoindustriale.
A poche centinaia di metri dalla dolina si può visitare il Museo Civico Archeologico del Pulo, allestito presso la Casina Cappelluti, ex lazzaretto della città.
Il luogo custodisce i reperti rinvenuti durante le campagne di scavo effettuate dal 1997 al 2008 sia all’interno del Pulo che del pianoro di fondo Azzollini, sul ciglio della dolina. Suddiviso su due livelli, al piano terra ospita delle sale che attraverso numerosi pannelli illustrativi presentano il Pulo dal punto di vista geologico, botanico e faunistico nonché le campagne di scavo da fine ‘700 ai giorni nostri. Si ripercorrono inoltre le vicende del Convento dei Cappuccini del XVI secolo e della Reale Nitriera Borbonica, la cui attività ha fatto emergere numerose testimonianze archeologiche.
Il piano superiore è invece interamente dedicato alla fase preistorica di antropizzazione del sito.
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Dal centro alla periferia
Le vie dello shopping e le eccellenze dell’area industriale.
Passeggiando tra le vie del centro cittadino non può mancare una sosta nell’elegante Corso Umberto I.
Qui la moda, lo stile e il glamour sono di casa. Partendo dalla Stazione Ferroviaria e proseguendo fino alla Villa Comunale si può trascorrere del tempo libero all’insegna dello shopping. Lungo il viale alberato si affacciano le vetrine dei negozi dove è possibile acquistare abiti per ogni occasione, borse, scarpe, accessori e bijou sbarazzini o eleganti delle marche più prestigiose. Oltre a Corso Umberto, i migliori punti vendita di design, arredamento e oggettistica si possono trovare nelle strade limitrofe.
La seconda tappa del tour commerciale si svolge nella zona industriale di Molfetta, proseguendo sulla provinciale per Bisceglie e seguendo le indicazioni. Qui ci si può divertire tra
lo shopping e la moda all’interno del Gran Shopping Mongolfiera. È uno dei centri commerciali al coperto più
grandi della Puglia. Al suo interno nella grande hall sono ospitate anche iniziative culturali e spettacoli musicali. Qui si può trovare tutto ciò che occorre, dalle tipicità gastronomiche locali alle catene di abbigliamento, calzature, intimo, design per la casa, gioiellerie e tecnologia. A pochi passi dal centro commerciale, in Via dei Portuali, 12, si può raggiungere facilmente il Puglia Village. Land of fashion. Una location caratteristica dove fare shopping all’aperto in oltre 90 negozi dei migliori marchi con sconti fino al 70% tutto l’anno.
Molfetta vanta, inoltre, un’area industriale e commerciale che si sviluppa su un’area di circa 500 ettari, fra le più estese e dinamiche dell’intero sud Italia. Essa rappresenta l’eccellenza in tanti settori ed è riconosciuta come un luogo vivace dal punto di vista produttivo e lavorativo
per la presenza di poli produttivi avanzati nel campo della meccanica e della tecnologia, oltre alle grandi realtà della moda e della grande distribuzione. Ogni giorno clienti di diverse nazionalità si fermano nella Zona Industriale di Molfetta per fare business: dagli Stati Uniti alla Cina, la città rappresenta un crocevia di opportunità e iniziative. Sono presenti, inoltre, laboratori di Ricerca e Sviluppo all’avanguardia in Italia e laboratori di misurazione e test di qualità invidiati in tutta la Puglia. Il tessuto produttivo è molto variegato, con aziende che operano nel campo della stampa e dell’agroalimentare, del tessile, del recupero e trattamento dei rifiuti speciali all’avanguardia, dell’ottica, della produzione di mobili di alto design e della lavorazione della pietra. Un vero e proprio percorso di conoscenza del dinamismo imprenditoriale della gente di Puglia!
Responsabile Sanitario Dr. Dario Pinto
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RM epatica
con mezzo di contrasto organo specifico
RM multiparametrica della prostata
RM Diffusion Whole Body