"Fuorigioco" - anteprima

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“Ci sono momenti in cui perdere tutto è forse l’unico modo di conservare qualcosa.”

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Primavera del 1938. La Germania nazista annette l’Austria. Per “festeggiare la riunificazione dei due popoli germanici” niente di meglio, e di più popolare, che una partita di calcio tra le due nazionali. A rovinare la festa, uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi: Matthias Sindelar. Prima con un gol straordinario, poi con un clamoroso rifiuto.

FUORIGIOCO

MAURIZIO A.C. QUARELLO Nato a Torino nel 1974, ha studiato grafica, architettura e illustrazione, sperimentando anche il mondo della pubblicità e della pittura naturalistica. Dal 2004 si dedica all’illustrazione per l’infanzia. I suoi libri hanno ricevuto numerosi premi sia in Italia che all’estero e sono stati tradotti in oltre venti paesi. Oggi vive e lavora a Macerata dove insegna all’Accademia di Belle Arti. Nel 2012, ha ricevuto il premio Andersen - Il mondo dell’Infanzia, come illustratore dell’anno. Nel catalogo di orecchio acerbo, anche: “Babau cerca casa” (2005), il suo libro d’esordio nel mondo della letteratura per l’infanzia, “Toni Mannaro” di Manuela Salvi (2006) “L’albero di Anne” di Irène Cohen-Janca (2010), “Effetti collaterali” (2011), “L’autobus di Rosa” di Fabrizio Silei (2011), “Il grande cavallo blu” di Irène Cohen-Janca (2012), “Janet la storta” di Robert Louis Stevenson (2012), “Mio padre il grande pirata” di Davide Calì (2013), “L’ultimo viaggio” di Irène Cohen-Janca (2015), “Frantz e il Golem” di Irène Cohen-Janca (2016), “Il richiamo della foresta” di Jack London (2016), “‘45” (2017), “Come si legge un libro?” di Daniel Fehr (2018), “Il bambino Triclinio e la bella Dorotea” di Jorge Ibargüengoitia (2019), “A volte ritornano” di Autori vari (2019) e “Come si esce da questo libro e soprattutto quando?” di Daniel Fehr (2019).

euro 11,50

FABRIZIO SILEI · Maurizio A.C. Quarello

fabrizio silei Nato a Firenze nel 1967, vive a Montecchio, un piccolo paese toscano. Autore di albi, saggi, romanzi e racconti rivolti a bambini e ragazzi, si dichiara “ricercatore di storie e vicende umane”, non riuscendo a dimenticare gli anni passati a lavorare, come sociologo, su identità e memoria. Esperienze che si riversano nei suoi libri. Libri di grande successo, in Italia e all’estero. Fra i numerosi riconoscimenti, il Premio Andersen 2014 come miglior autore, con la motivazione “Per essere la voce più alta e interessante della narrativa italiana per l’infanzia di questi ultimi anni. Per una produzione ampia e capace di muoversi con disinvoltura e ricchezza fra registri narrativi diversi.” Fra i suoi ultimi libri “Trappola per volpi” (Giunti, 2019), e “Vietato l’ingresso” illustrato da Cinzia Ghigliano (Rrose Sélavy, 2019). Nel catalogo di Orecchio acerbo “L’autobus di Rosa” (2011) illustrato da Maurizio A. C. Quarello e “Il maestro” (2017) illustrato da Simone Massi.

Fabrizio Silei • Maurizio A.C.Quarello

9 788832 070521



FABRIZIO SILEI • MAURIZIO A.C.QUARELLO

orecchio acerbo


“Sono il più forte, il più bravo di tutti! Il campione dei campioni. Io sono Cartavelina, sono il Mozart del Calcio! Sì! Io sono Sindelar!”

Marcus corre da solo con la palla nel piazzale deserto, fra due alberi spogli e i casermoni popolari, con i panni stesi alle finestre che sembrano guardarlo. “Eccolo che avanza, dribbla due avversari, tunnel a un mediano, arriva al limite dell’area di rigore, salta un terzino. Impossibile fermarlo, sembra un fulmine. Tiro…”

“GOL!!!!” La palla sbatte sul muro giallo senape. Marcus seguita a correre con le braccia al cielo, si inginocchia rivolgendosi a un pubblico immaginario: “Sì! Sì! Sì! Gol! Sindelar ha segnato allo scadere del novantesimo minuto!!!” Una donna si affaccia a una finestra del grande edificio e urla più volte il suo nome: “Marcus! Marcus!” “Arrivo mamma!” Il ragazzino raccoglie la palla, si scuote con la mano magra un po’ di polvere di dosso, e si avvia.



A cena il padre legge il giornale, la madre serve loro una zuppa di cavolo. “Papà, domenica andiamo allo stadio?” “Non pensi che al pallone!” lo rimprovera la madre. “Hai un pallone al posto della testa!” “Non so…” risponde il padre dubbioso. “Sarà l’ultima partita della nazionale poi… niente più Wunderteam, niente più Austria… solo nazisti…” “Sì! E una volta uniti nella grande Germania ci mangeremo gli avversari e vinceremo i mondiali con Cartavelina capitano!” esulta Marcus alzando il cucchiaio in segno di vittoria. Suo padre vorrebbe dire qualcosa, invece guarda la moglie. Lei gli lancia un’occhiataccia da dietro le spalle di Marcus e si porta l’indice al naso. Dopo cena Marcus va in camera sua.



Alla parete diverse foto del suo campione, quella del Führer, l’immagine di un bombardiere stuka e di uno scudetto. Sul tavolino, la scatola del caffè pubblicizzato da Sindelar con dentro i ritagli dei giornali. Sdraiato sul letto, pensa alle parole del suo maestro e sorride. “Saremo un grande popolo” si ripete. “Germania e Austria insieme conquisteranno il mondo e vinceranno i mondiali. Hitler guiderà la nazione, Sindelar la nazionale.” Non potrebbe essere che così. Austria e Germania giocheranno l’una contro l’altra per l’ultima volta, solo un’amichevole, una festa prima di unirsi

per formare la squadra più forte del mondo. Poi si addormenta abbracciato alla sua palla.

***



“Esci anche stasera?” domanda la madre di Marcus. Il padre annuisce. “Sta attento… Se vi scoprono…” “Siamo solo quattro amici che chiacchierano. Ci sarà pure un posto a questo mondo dove un pover’uomo può dire la sua.” “Non essere imprudente. Pensa a Marcus…” Poco dopo il padre di Marcus si ritrova con tre amici in uno scantinato. Il più anziano prende quattro fiammiferi, mozza a uno la capocchia, li mescola, ne copre l’estremità con le dita e li porge agli altri. Ognuno tira su il suo.

Quello estratto dal padre di Marcus non ha la capocchia. ***



È toccato a lui provare a convincerlo. Il giorno seguente il padre di Marcus entra al Gran Café e ordina una birra.

Sapeva di trovarlo lì. È proprio lui, impossibile sbagliarsi. Sindelar è seduto a un tavolo con Camilla, la sua fidanzata italiana. Lei è bella, il viso incorniciato dai capelli castani e il sorriso delicato. Non è difficile accorgersi di un uomo dalla faccia grigia che li tiene d’occhio fingendo di leggere il giornale. “Come va il tuo ginocchio?” domanda Camilla premurosa. “Pensi di farcela a giocare?” “Va bene. Quel boia d’un centromediano italiano non ce l’ha fatta a mettermi fuori gioco!” “Diciamo che i dottori sono stati bravi, e poi non scordarti che anch’io sono italiana!” scherza Camilla. Si avvicinano alcuni tifosi e chiedono un autografo scusandosi per il disturbo. “Nessun disturbo” dice Camilla divertita. “Firma pure tutti gli autografi che vuoi, io esco a prendere una boccata d’aria fresca.” “Hai davvero i piedi di Mozart!” sente che gli dicono. “Sei tutti noi!”



Questo è il momento. Il padre di Marcus getta qualche moneta sul tavolo e si alza. Il tipo dal muso grigio guarda sospettoso. “Signora…” “Sì?” Camilla si volta sorpresa. “Gli dica di non giocare!” “Cosa?” “Non deve giocare! Lo convinca, signora. La prego, Sindelar è un simbolo, è tutti noi… Non deve giocare con quei maiali che ci hanno invaso! Non abbiamo che lui, è il simbolo dell’Austria, della nostra libertà, gli dica di non giocare!” Lei non fa in tempo a rispondere, la porta si apre alle loro spalle. I tifosi escono contenti e l’uomo si allontana in fretta nella nebbia. In testa ha solo gli occhi increduli della donna.

***



Durante la ricreazione Marcus sta dicendo a un compagno che Sindelar è il più forte giocatore di tutti i tempi e cita a memoria i suoi gol. Otto lo guarda con disprezzo: “È uno stupido quel Sindelar, sta con un’ebrea! Mio padre dice che anche lui deve essere un ebreo, l’arresteranno, altro che campione!” “Non è vero!” gli si rivolta contro Marcus. “Rimangiati quello che hai detto!” “È vero eccome, me l’ha detto mio padre!” Un istante e Marcus gli è addosso. Lottano nella polvere del cortile e sono botte fino all’arrivo dell’insegnante che li separa. “Che succede qui?” “Otto ha detto che Sindelar è un ebreo!” spiega Marcus con il naso che sanguina. “Me l’ha detto mio padre! Lo sanno tutti che sta con un’ebrea!”

Finiscono entrambi in punizione. ***



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