"Il cane giallo" - anteprima

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Cinzia Ghigliano

lo Il cane giall Liberamente tratto da “Memorie di un cane giallo” di O. Henry




© 2022 Cinzia Ghigliano © 2022 orecchio acerbo s.r.l. Viale Aurelio Saffi, 54 00152 Roma Stampa: Livonia Print (Lettonia) Finito di stampare nel mese di gennaio 2022


Cinzia Ghigliano

lo Il cane giall Liberamente tratto da “Memorie di un cane giallo” di O. Henry

© 2022 Cinzia Ghigliano © 2022 orecchio acerbo s.r.l. Viale Aurelio Saffi, 54 00152 Roma Stampa: Livonia Print (Lettonia) Finito di stampare nel mese di gennaio 2022


Voi non ci crederete, ma le pagine che state per leggere sono state scritte da me.

Fui partorito cucciolo giallo. Ignoti data, luogo, peso e pedigree.


Ebbene sì, un incrocio tra un gatto d’angora e una cassa di limoni.

La mia storia incomincia qui.


Nelle strade di una vecchia metropoli. I miei primi ricordi sono le ore passate su una scala antincendio a guardare dentro le case. Italiani, irlandesi, polacchi, cinesi. Li riconosco dai diversi profumi dei loro cibi. Io annuso, osservo. E imparo.



Poi una vecchia donna mi porta a Broadway, sulla Ventitreesima. Prova a vendermi a una grossa signora. Giura che sono un purissimo fox terrier pomerano-hambletoniano-rossoirlandese-cocincinese-Stoke-Pogis. E così passo da due mani ossute e asciutte a quelle morbide e umide della grossa signora conquistata dal mio bel musetto giallo.




E da quel giorno divento Tesoro, il cocco di mamma.

Lei è morbida e, devo ammetterlo, non è male. Però, non vorrei sembrarvi ingrato, quando mi abbraccia, è come stare in una gabbia.

Gabbia soffice, ma stretta. Magari fossi capace di volare, ma guardatemi: sono nato cane, niente ali. Nessuna possibilità di fuga.



E adesso, due parole sull’appartamento. La casa è del tipo solito di New York: entrata in prezioso marmo bianco, e sassi dal primo piano in su. Il nostro appartamento è a tre, non rampe, ma arrampicate di scale.

C’è anche un Lui nella casa. Ha i capelli color sabbia, e baffi simili ai miei. Cammina avanti e indietro. Guarda nel vuoto, senza dire una parola. Sembra non vedermi. Forse nella soffice gabbia stretta prima ci stava Lui? Lo annuso da lontano. Sa di buono.


Ho continuato a osservarlo di sottecchi. Un giorno, due giorni, una settimana. E poi è successo.

Ha girato gli occhi! Avrei voluto saltargli al collo per la felicità. Prudenza: non è così che si fa. Non basta uno sguardo. Annuso, imparo, rispetto, aspetto.



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