testo di Marco Taddei · illustrazioni di Tamara Tantalo
Il nuovo palazzo della Sirenetta
Nel grande libro che la nonna di Sirenetta le legge ogni sera sono contenute le storie del mondo degli umani. Anche quelle delle feste in cui stretti l’uno all’altro si muovono ritmicamente al suono della musica. E ballare diventa il suo più grande desiderio. Ma come farlo con quell’ingombrante coda di pesce?
Marco Taddei · Tamara Tantalo
«Strega del Mare, ma come faccio a farmi crescere le gambe?» «Vuoi andare sulla terra a cercare il tuo sposo?» «No, non voglio sposarmi! Voglio ballare!»
Il nuovo palazzo della Sirenetta
orecchio acerbo per
orecchio acerbo per euro 13,00
9 788899 064860
Ogni giorno la Sirenetta si faceva raccontare dalla nonna le cose del mondo degli Uomini. «E cosa fanno quelli lì stretti stretti, nonna?» «Ballano. Vedi, hanno queste cose che chiamano le gambe e le usano anche per ballare.»
«Che bello, a me piace ballare, nonna. Anch’io voglio le gambe.»
Il nuovo palazzo della Sirenetta testo di Marco Taddei · illustrazioni di Tamara Tantalo
orecchio acerbo per
La nonna non gradì quella strana idea e sgridò la Sirenetta, che mogia mogia si allontanò verso i confini del regno. Qui arrivò alla casa della Strega del Mare, che subito le andò incontro.
«Ohibò, cosa vuoi da me?» chiese la Sirenetta. «Niente, veramente sei tu che sei entrata nel mio giardino.» Entrambe risero e divennero subito amiche.
«Strega del Mare, ma come faccio a farmi crescere le gambe?» «Vuoi andare sulla terra a cercare il tuo sposo?»
«No, non voglio sposarmi! Voglio
ballare!»
«Va bene, vedi quest’erba? Se la mordi ti spunteranno le gambe.»
Venne il quindicesimo compleanno della Sirenetta. Il nonno le disse che ora poteva affacciarsi sulla superficie e vedere quel mondo degli Uomini che tanto la incuriosiva. «E capirai che è meglio rimanere qui con noi, nel palazzo delle Sirene.» La nonna non sembrava più arrabbiata, le diede una carezza e le disse:
«Va’ pure, l’importante per noi è che tu sia felice».
La Sirenetta si affacciò sul mare che c’era la luna. La prima cosa che vide fu un’isola. Avvicinandosi, si accorse che c’era un mucchio di gente e tante luci colorate. «Questo è il momento di mordere la radice che mi ha dato la Strega.»
A metà della scalinata incontrò una ragazza. «Ciao, da dove vieni?» «Vengo dal mare. Cosa c’è lassù?» «C’è una festa.» «Una festa? Una di quelle cose dove si balla?» La ragazza rise. «Sei simpatica, io mi chiamo Vera. Tu come ti chiami?» «Sirenetta!»