Blexbolex
BLEXBOLEX padron gat to
14,00€
9 788832 070170
PADRON GATTO
Blexbolex
padron gatto traduzione di Paolo Cesari
Blexbolex
padron gatto traduzione di Paolo Cesari
A Charles, Josef e Mikhail
©2020 Orecchio acerbo srl Viale Aurelio Saffi, 54 · 00152 Roma
www.orecchioacerbo.com Titolo originale: Maître Chat Traduzione dal francese di Paolo Cesari ©2018 Albin Michel Jeunesse Stampato in Cina da Toppan Leefung Printing Limited
All’improvviso. Una voce. – Fuori! Vattene, sporca bestiaccia, e non mettere mai più le zampe qui! Un grosso gatto nero come la notte volteggia nell’aria. Le sue continue malefatte alla fine hanno spinto il suo padrone, fuori di sé, a gettarlo dalla finestra. La caduta sembra senza fine, anche se il suolo si avvicina a una velocità vertiginosa.
A Charles, Josef e Mikhail
©2020 Orecchio acerbo srl Viale Aurelio Saffi, 54 · 00152 Roma
www.orecchioacerbo.com Titolo originale: Maître Chat Traduzione dal francese di Paolo Cesari ©2018 Albin Michel Jeunesse Stampato in Cina da Toppan Leefung Printing Limited
All’improvviso. Una voce. – Fuori! Vattene, sporca bestiaccia, e non mettere mai più le zampe qui! Un grosso gatto nero come la notte volteggia nell’aria. Le sue continue malefatte alla fine hanno spinto il suo padrone, fuori di sé, a gettarlo dalla finestra. La caduta sembra senza fine, anche se il suolo si avvicina a una velocità vertiginosa.
Tump! Il gatto atterra dritto dritto in un paio di stivali che qualcuno ha abbandonato nel cortile dell’edificio. Titubante, fa qualche passo, poi esce in strada e se ne va, senza gettare il minimo sguardo indietro.
Poco lontano, trova un vecchio berretto in una pattumiera. È troppo grande per lui e non si sente a suo agio. Gli fremono i baffi quando se lo mette, ma specchiandosi si trova elegante e, per la gioia, fa qualche passo di una danza cosacca. Il gatto. – Miao, miao, miao!
Tump! Il gatto atterra dritto dritto in un paio di stivali che qualcuno ha abbandonato nel cortile dell’edificio. Titubante, fa qualche passo, poi esce in strada e se ne va, senza gettare il minimo sguardo indietro.
Poco lontano, trova un vecchio berretto in una pattumiera. È troppo grande per lui e non si sente a suo agio. Gli fremono i baffi quando se lo mette, ma specchiandosi si trova elegante e, per la gioia, fa qualche passo di una danza cosacca. Il gatto. – Miao, miao, miao!
Mentre se ne va a zonzo per la città, sente dei singhiozzi. È un piccolo coniglio legato malamente. Il gatto. – Che hai da piagnucolare così? Piantala con queste scene, ci spacchi i timpani!
Il coniglio. – È che il mio padrone sta per tornare e mi mangerà. Ho paura! Il gatto. – Uhm… Non è che sei legato tanto bene. Perché non scappi? Il coniglio. – Non posso farlo! Il mio padrone non sarebbe contento e mi sgriderebbe di sicuro! Il gatto. – Di’ un po’, non mi sembri una cima…
Mentre se ne va a zonzo per la città, sente dei singhiozzi. È un piccolo coniglio legato malamente. Il gatto. – Che hai da piagnucolare così? Piantala con queste scene, ci spacchi i timpani!
Il coniglio. – È che il mio padrone sta per tornare e mi mangerà. Ho paura! Il gatto. – Uhm… Non è che sei legato tanto bene. Perché non scappi? Il coniglio. – Non posso farlo! Il mio padrone non sarebbe contento e mi sgriderebbe di sicuro! Il gatto. – Di’ un po’, non mi sembri una cima…
Ecco Piccolo Luigi che arriva. Già gongola all’idea del buon pranzo che sta per fare e alla siesta che seguirà su una panchina del parco in questa bella domenica pomeriggio. Ci sono giorni in cui la vita sembra sorriderci, e non ci accorgiamo della grossa nuvola nera che si avvicina da un angolo del cielo…
Il coniglio, terrorizzato. – Eccolo! Aiuto! Pietà! Arrendiamoci! Il gatto. – Quanto puoi essere scemo, mio povero amico! Fammi vedere… Puah, un pallone gonfiato che non vale niente! Sta a guardare cosa ne faccio, io, del tuo padrone! Non ne abbiamo bisogno. Da stamattina sono il padrone di me stesso e me la passo abbastanza bene.
Ecco Piccolo Luigi che arriva. Già gongola all’idea del buon pranzo che sta per fare e alla siesta che seguirà su una panchina del parco in questa bella domenica pomeriggio. Ci sono giorni in cui la vita sembra sorriderci, e non ci accorgiamo della grossa nuvola nera che si avvicina da un angolo del cielo…
Il coniglio, terrorizzato. – Eccolo! Aiuto! Pietà! Arrendiamoci! Il gatto. – Quanto puoi essere scemo, mio povero amico! Fammi vedere… Puah, un pallone gonfiato che non vale niente! Sta a guardare cosa ne faccio, io, del tuo padrone! Non ne abbiamo bisogno. Da stamattina sono il padrone di me stesso e me la passo abbastanza bene.
Piccolo Luigi. – Ahia, ma che succede?! Il gatto. – Dannazione! La scena che segue è di rara brutalità e la copriamo d’un velo pietoso. Noi disapproviamo con la più grande fermezza questo genere di comportamenti. È uno spettacolo davvero penoso a vedersi, e nessuno ne esce mai arricchito.
Tuttavia i due compari hanno indiscutibilmente riportato la vittoria. Il coniglio. – Evviva! Il gatto. – Pfiuh, era una canaglia tosta! Vedi il carretto dall’altra parte della strada? Mi ha dato un’idea. Andiamo a prenderlo prima che si risvegli. Bisogna fare in fretta. SEGUE…
Piccolo Luigi. – Ahia, ma che succede?! Il gatto. – Dannazione! La scena che segue è di rara brutalità e la copriamo d’un velo pietoso. Noi disapproviamo con la più grande fermezza questo genere di comportamenti. È uno spettacolo davvero penoso a vedersi, e nessuno ne esce mai arricchito.
Tuttavia i due compari hanno indiscutibilmente riportato la vittoria. Il coniglio. – Evviva! Il gatto. – Pfiuh, era una canaglia tosta! Vedi il carretto dall’altra parte della strada? Mi ha dato un’idea. Andiamo a prenderlo prima che si risvegli. Bisogna fare in fretta. SEGUE…