Ai miei genitori M.A.C.Q.
A Ada, Annì e Giorgio M. S.
orecchio acerbo
productions
PRESENTA
TONI MANNARO Jazz Band in
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Sulla città la notte non cala mai veramente: le luci delle insegne, dei fari delle automobili, dei lampioni e delle finestre illuminate, ricacciano il buio nei vicoli e negli angoli più nascosti. Neanche chiudendo gli occhi si riesce a vedere nero nero. A Toni Mannaro lo scintillìo di quelle luci piace, soprattutto dopo la pioggia, quando si riflettono nelle pozzanghere e sull’asfalto bagnato. Gli sembrano stelle cadute a terra solo per lui, per illuminargli il cammino e fargli sentire di meno la solitudine.
Toni è arrivato lì con due valigie. Nella prima ha messo i suoi sogni, scritti su foglietti di ogni dimensione su cui ha annotato, nel corso degli anni, i desideri che spera si avverino nella grande città. Quando ha traslocato, per prima cosa ha tappezzato con quei pezzi di carta le pareti dell’appartamento preso in affitto, e molti gliene sono avanzati perché in realtà non c’è tanto spazio: la sua casa è poco più di un buco. I suoi sogni sono centinaia, e ha intenzione di realizzarli tutti.
Con alcuni, quelli piccoli, ci mette poco. Tipo: “Camminare a piedi scalzi sull’erba del Parco Centrale” oppure “Salire sul grattacielo più alto e guardare tutto da lassù”. Cose insignificanti che però, a lui che viene da un piccolo paese, sembrano avventure fantastiche.
Nella seconda valigia, una custodia di pelle nera, Toni tiene invece il suo sassofono. Come musicista è un asso, si attacca allo strumento e lo fa cantare, ridere, parlare, come se fosse vivo. Il sax è la sua vita e anche il suo sogno numero 1, quello scritto sul foglio più grande con caratteri neri: DIVENTARE IL PIÙ FAMOSO SUONATORE DI SAX DELLA CITTÀ. Subito dopo, viene il suo sogno numero 2: ENTRARE NELLA BAND DI MARIA PIG. Di lei ha un poster proprio sopra il letto. È bella, Miss Pig, ma soprattutto ha una voce che incanta e che si sposerebbe perfettamente col suo sax, di questo Toni è sicuro.
Ma dopo l’entusiasmo iniziale, le cose non sono andate come previsto. Lo cacciano dai locali perché spaventa le signore, e se va al parco scatena il fuggi-fuggi generale. Sarà per tutti quei peli, o per i denti troppo aguzzi e le unghie ben affilate, ma alla fine ha dovuto rassegnarsi a uscire di notte, scivolando nell’ombra come un ladro.
Anche trovare un lavoro per mantenersi non è stato facile. Nessuno lo voleva assumere perché metteva troppa paura ai clienti dei negozi o agli avventori dei bar. Poi però è riuscito a trovarsi un impiego su misura: la maschera in un teatro. Lì, al buio, si difende con la torcia puntata verso le poltrone e accompagna i ritardatari al loro posto. Se qualcuno lo incontra per i corridoi o nelle toilette, lo scambia per un attore in costume e passa oltre. Nel teatro Toni è al sicuro e, tutto sommato, quel lavoro non gli dispiace.
Nel tempo libero Toni suona il sax. Si esercita per ore, aspettando l’audizione con Maria Pig. È andato a vederla cantare dal vivo in un club del centro, nascondendosi il volto in una sciarpa, e la sua ammirazione per lei è cresciuta così tanto che quasi se ne sente innamorato. Lei, Toni ne è sicuro, saprà riconoscere il suo talento.