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STEFANO BARTEZZAGHI E ENRICO FRANCESCHINI
SILVIA FUMAROLA
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Fondatore Eugenio Scalfari 1 2
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Anno 35 - Numero 142
gio 17 giu 2010
Direttore Ezio Mauro
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giovedì 17 giugno 2010
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Dubbi del premier, alla Camera il provvedimento potrebbe slittare a settembre. Bossi: modifiche possibili
Legge-bavaglio, Berlusconi frena “Rischia la bocciatura. In Italia 7 milioni di spiati”. L’Anm: è falso LA FORZA DELLA VERITÀ MASSIMO GIANNINI VOLER interpretare i segni che promanano dal «corpo mistico del re» secondo i moderni canoni fisio-politici codificati dal berlusconismo, quella di ieri si può considerare una giornata di svolta. Oppresso dalla cappa di «tagli e bavagli» che il suo stesso governo ha imposto a se stesso e al Paese, il presidente del Consiglio è stato costretto suo malgrado ad annunciare una probabile marcia indietro sui due fronti più esposti e rischiosi di questa fase della legislatura: la manovra economica e, soprattutto, il ddl sulle intercettazioni. Non deve ingannare l’ennesimo «falso ideologico» sollevato dal premier per giustificare l’ultima, e forse la più intollerabile delle leggi-vergogna: «Siamo tutti spiati», ha ripetuto come un disco rotto, replicando un calcolo volutamente artefatto: «I telefoni controllati sono 150mila: considerando 50 persone per ogni telefono, vengono fuori così 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate. Questa non è vera democrazia...». Le rituali menzogne, spacciate come verità sul mercato della paura, ma palesemente smentite dai dati dello stesso ministero della Giustizia. In Italia i «bersagli intercettati» sono in realtà 132.384, laddove per «bersaglio» si intende un singolo che dispone in media di 5,3 utenze telefoniche (tra telefono fisso, cellulare personale, cellulare aziendale e utenze di parenti). SEGUE A PAGINA 32
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ROMA — Berlusconi frena sulla legge-bavaglio e apre a possibili ritocchi. Ma non rinuncia ad attaccare: «In Italia ci sono 7 milioni di spiati». Replica dell’Anm: «È falso». Anche Bossi ha parlato di modifiche da introdurre con emendamenti. L’esame del provvedimento alla Camera potrebbe slittare a settembre. SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3
Il libro
Ciampi, autoritratto di un servitore della Repubblica EUGENIO SCALFARI
ALTAN
EGGENDO il bel libro-conversazione di Carlo Azeglio Ciampi con Arrigo Levi, che sta arrivando oggi nelle librerie (il Mulino, Da Livorno al Quirinale, pagg. 183, euro 14) e avendo conosciuto per diretta ed intima frequentazione sia l’uno che l’altro dei due interlocutori, ho fatto questa riflessione: un personaggio come Ciampi è unico nella storia dell’Italia repubblicana. Del resto questa constatazione emerge dal racconto della sua vita: voleva fare l’insegnante di latino e greco nei ginnasi-licei, ma per caso entrò da impiegato nella filiale di Macerata della Banca d’Italia e vi restò undici anni. SEGUE ALLE PAGINE 44 E 45
L
L’inchiesta
Gli intercettati? Sono solo 26mila PIERO COLAPRICO MILANO L TANDEM Berlusconi-Alfano sta raccontando del mondo delle intercettazioni un cumulo di menzogne. Purtroppo non possiamo dire esattamente quello che pensiamo con nome e cognome, perché con questi ci dobbiamo lavorare. Aiutateci». La protesta sale ovunque. SEGUE A PAGINA 4
«I
Le idee
Tensione tra Cgil e Fiom. Marcegaglia: incredibile rifiutare l’accordo
Epifani: gli operai diranno sì nel referendum su Pomigliano SALVATORE TROPEA A PAGINA 26
Lo rivelano le carte sequestrate ai servizi segreti. Bertolaso: l’alloggio di via Giulia avuto grazie al cardinale Sepe
La buona democrazia e il pericolo delle oligarchie GUSTAVO ZAGREBELSKY
Appalti gonfiati per pagare la casa di Scajola N ROMA — Sequestrate nella sede dell’Aisi (ex Sisde) documenti sugli appalti gonfiati per la ristrutturazione della caserma Zignani a Roma. Lievitazione dei costi che coincise con l’acquisto, da parte di Anemone, delle case per Scajola e Pittorru. Intanto Bertolaso ha spiegato ai pm: ho avuto l’alloggio di via Giulia grazie al cardinale Sepe. BONINI, VIVIANO E ZUNINO ALLE PAGINE 6, 7 E 9
La storia
Spatuzza e il sasso in bocca ATTILIO BOLZONI EL codice dei boss si chiama avvertimento: non parlare, non te la «cantare», perché fai una brutta fine. E anche se non è linguaggio di mafia ma linguaggio di Stato, la sostanza non cambia: la migliore parola è sempre quella che non si dice. SEGUE A PAGINA 10
N
Guido Bertolaso
Il caso
La polemica
La Lega abolisce le nubi La Ue dichiara guerra nasce il meteo federalista al mito della Nutella CARLO BRAMBILLA MILANO TEMPO di «federalismo meteorologico», contro le previsioni sbagliate di Roma. Non si tratta di una battuta, di una versione aggiornata del più antico e tradizionale «piove, governo ladro». Ma di una richiesta molto seria. SEGUE A PAGINA 21 CON UN ARTICOLO DI VALENTINA ACORDON
È
REPUBBLICA
CARLO PETRINI
È in edicola “Guccini, la storia”
I TRANQUILLIZZINO il Nanni Moretti di “Bianca”, Walter Veltroni e tutti gli altri nutelliani d’Italia. La Nutella non diventerà mai fuorilegge. Sono sicuro che non me ne avrà il vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, che ieri ha lanciato l’allarme dopo il voto del Parlamento Europeo sull’etichettatura dei prodotti dell’industria alimentare. SEGUE A PAGINA 33 LUISA GRION A PAGINA 17
Prima uscita “Radici”: cd più 24 pagine inedite di testimonianze, racconti e foto
S
EL nostro Paese chi distingue la cattiva democrazia dalla buona incappa solitamente in un interdetto: se critichi la democrazia è perché non sei democratico o non lo sei abbastanza, non accetti il responso delle urne, vuoi «delegittimare» chi ha vinto le elezioni. Vorresti che le cose andassero altrimenti da come le vedi tu; che la maggioranza seguisse le tue, non le sue, idee. Tu dici e pensi questo e quello, ma la maggioranza fa tutt’altro. Non te ne dai pace e, invece d’adeguarti in nome del popolo, ti ostini, in nome di non si sa quale altro principio o diritto, anzi in nome della tua presunzione, a non riconoscere d’avere torto. SEGUE ALLE PAGINE 40 E 41
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA
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Il governo
Berlusconi: “In Italia tutti spiati” ma apre a ritocchi della legge-bavaglio Bossi:sìaemendamenti.Guerradicifreconl’Anm
FRANCESCO BEI ROMA — «Siamo tutti spiati in Italia. Questa non è vera democrazia, non è tutelata la libertà di parola, è una cosa che non tolleriamo più». Davanti all’assemblea “amica” di Confcommercio, Silvio Berlusconi sfoga la sua frustrazione per il braccio di ferro in corso sulla legge-bavaglio. La vorrebbe approvata subito e invece «adesso alla Camera si parla di metterla in calendario a settembre». E non è nemmeno detto che ce la faccia, visto che «c’è una piccola lobby di magistrati e giornalisti che si oppone» e anche dal Quirinale e dalla Corte costituzionale il Cavaliere si aspetta obiezioni. Si sa che di buon mattino, prima che Berlusconi faccia il suo ingresso all’auditorium della Conciliazione, Gianfranco Fini ha parlato del disegno di legge con Niccolò Ghedini, l’ambasciatore di palazzo Grazioli. E, visto l’umore con cui il premier si presenta ai commercianti di Sangalli, è chiaro che quell’incontro non è andato come Berlusconi sperava. Al premier non resta che prenderne atto e rassegnarsi, dopo aver minacciato fuoco e fiamme fino al giorno prima. A sancire la retromarcia sarà la riunione del Pdl che si tiene all’ora di pranzo a via del Plebiscito, presenti i tre coordinatori del partito, i capigruppo oltre a Berlusconi, Letta e Ghedini. Dopo due ore, è la Russa ad annunciare che il ddl-bavaglio non è più una priorità assoluta: «Per noi non ci sono pregiudiziali sul fatto che uno dei provvedimenti — intercettazioni, manovra e riforma dell’università — debba andare per forza prima dell’altro». Più tardi, in un corri-
doio di Montecitorio, il ministro della Difesa spiega il senso della riunione: «Deve essere chiaro che noi non ci occupiamo solo di intercettazioni, ci sono anche altre cose». Nessuna retromarcia però: «Un rinvio sine die sarebbe stato un sabotaggio, ma se il problema è approvare il ddl ad agosto o a settembre non cambia nulla. Non abbiamo nulla da nascondere». Durante il vertice del Pdl, anche se ufficialmente la notizia viene smentita, si è parlato anche di possibili modifiche al testo e lo
stesso Berlusconi — di fronte alla possibilità di uno sganciamento della Lega — avrebbe alzato le mani. Da Umberto Bossi infatti è arrivato ieri un segnale inequivocabile: «Se qualcuno fa qualche emendamento non si butta nel cestino, si discute». Un’apertura confermata in serata dal Guardasigilli Alfano: «Se ci sono degli emendamenti si presentino». Non stupisce quindi che, costretto alla ritirata, Berlusconi sia apparso ai maggiorenti del Pdl «stanco e demoralizzato». Uno
stato d’animo che traspariva chiaramente durante l’intervento
“Non ho poteri, bisogna cambiare la Costituzione” Umberto Paolucci per il dopo Scajola alla Confcommercio. «A volte — aveva confessato il premier — uno pensa “chi me lo fa fare?” Tor-
ELLEKAPPA
PRESIDENTE ANM Luca Palamara: “Il ddl non c’entra nulla con la difesa della privacy. È una resa alla criminalità”
La polemica
no a fare quello che facevo prima o me ne vado in pensione». Salvo poi insistere sull’esigenza di approvare comunque la legge-bavaglio, perché «ci sono in Italia circa 150 mila telefoni sotto controllo. Considerando 50 persone per ogni telefono, vengono fuori così 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate». Numeri contestati dall’Anm, che corregge più che al ribasso la cifra: nemmeno 40mila intercettati, cioè lo 0,07% della popolazione. Anche l’opposizione reagisce all’affondo del premier. «Affermazioni scomposte e proposte pericolose», le definisce il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Mentre Antonio Di Pietro, di fronte all’ennesimo annuncio del premier di voler riformare la Costituzione, si spinge fino a paragonarlo al Duce: «È un modello rivisto e corretto del regime di Mussolini con l’aggiunta del piduismo Gelli». Intanto Berlusconi sta ancora vagliando i candidati per il posto di ministro dello Sviluppo. In cima alla lista è finito Umberto Paolucci, vicepresidente di Microsoft e fondatore della filiale italiana della multinazionale di Bill Gates. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ente replica al governo: Parlamento sovrano, ma deve sapere che il ddl è fuori standard
L’Osce insiste: “Nostro dovere intervenire” ROMA — Dopo la protesta del governo italiano contro l’Osce — che ha bocciato la legge-bavaglio — l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea rilancia: «Intervenire è nostro dovere». Non accetta limitazioni al proprio diritto/dovere di richiamo, l’Osce. Ribadisce i rilievi sul disegno di legge sulle intercettazioni e il rischio grave che rappresenta per la libertà d’informazione. È «normale e consueto» che l’Organizzazione faccia sentire la sua voce, anche se «naturalmente il Parlamento
italiano è sovrano e indipendente». A parlare ieri è stato Roland Bless, vice della responsabile per la libertà dei media Danija Mijatovic che aveva bacchettato l’Italia: «Noi non abbiamo autorità — dice Bless — ma il Parlamento italiano deve sapere che se questa legge passa non risponde ai nostri standard». La polemica con l’Osce continua. Il Guardasigilli Angelino Alfano infatti sostiene che «la delegata dell’Organizzazione è stata informata male». Il ministro della Giustizia è a New York per una riunione del-
l’Onu sul crimine organizzato transnazionale e da lì torna a difendere la legge-bavaglio. «La tutela della riservatezza delle comunicazioni — attacca — è un diritto inviolabile». Dal governo ancora critiche. Il sottosegretario Carlo Giovanardi ripete: «Ogni tanto qualche ente internazionale senza un minimo di approfondimento sulla materia si permette di intromettersi nella legislazione di uno Stato sovrano». Nell’opposizione il leader di Idv, Antonio Di Pietro fa notare che «tranne poche ecce-
zioni, la notizia della bocciatura dell’Osce è stata oscurata dai tg». E Sandro Gozi del Pd osserva: «L’Osce ha dovuto ricordare all’Italia l’abc delle relazioni europee». Il capogruppo degli europarlamentari liberaldemocratici, Guy Verhofstadt ha lanciato un appello ai capi di Stato e di governo europei, che oggi si riuniscono per il vertice Ue, affinché intervengano «per garantire pienamente la libertà di informazione» in Italia e in Europa. (g. c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Voglia di mollare
A volte penso: chi me lo fa fare di passare sempre per le forche caudine? Torno a fare quello che facevo prima o vado in pensione
Colle e Consulta
Bisognerà vedere se il capo dello Stato lo firmerà, poi i pm di sinistra si appelleranno alla Consulta che, mi dicono, la boccerà Paese incivile
Non siamo in un paese civile, non è vera democrazia. Non viene tutelata la libertà di parola, non possiamo tollerarlo più
la Repubblica
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Il Quirinale
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La commemorazione dell’ex ministro della Giustizia
Napolitano indica a modello Vassalli “Rispettava anche i no della Consulta”
L’INTERVENTO Berlusconi ieri all’assemblea di Confcommercio: “Non c’è la tutela della libertà di parola”
Il retroscena
diventato poi anche presidente, ma che da Guardasigilli accettò senza polemiche che nell’89 la Corte bocciasse la sua riforma del codice penale (alcune norme vennero infatti dichiarate illegittime). «Vassalli è stato — ha detto il capo dello Stato parlando ancora con i giornalisti — un esemplare presidente della Corte Costituzionale, perché ha sempre profondamente creduto nella funzione della Corte». In un’aula gremita (presenti tra gli altri ex presidenti come Conso e Flick), la cerimonia è stata aperta da Francesco Amirante. «Le istituzioni — ha detto il presidente della Consulta — per quanto ben concepite, se rappresentate da persone non ispirate da nobili propositi e da adeguata dedizione, più o meno rapidamente si degradano».
REPUBBLICA RADIO TV Ore 11. Videoinchiesta sulle intercettazioni Con Fabio Granata e Nicola Gratteri
La rassegnazione del Cavaliere “Con Fini non si governa, meglio votare” L’iter COMMISSIONE Oggi il testo approvato la settimana scorsa dal Senato inizia il suo cammino alla commissione Giustizia della Camera
LIANA MILELLA ROMA —Berlusconi tenta di sfilarsi dall’imbuto in cui Fini lo ha cacciato: il presidente della Camera paladino della legalità, lui invece della legge bavaglio per favorire i criminali e zittire la stampa. Il Cavaliere dà il via libera alle modifiche, ma inveisce duramente contro Fini, i finiani, la Bongiorno. Con un livore che meraviglia perfino i suoi: «Non ne posso più» esplode quando il vertice a casa sua è finito da poco. «Con Fini ormai non si ragiona e io mi sono stancato di andare avanti in questo modo, sarebbe meglio votare quanto prima. Ma un fatto deve essere certo: le liste stavolta le faccio io, e decido io quanti saranno e “se” ci saranno i finiani». Le rughe si accentuano per la collera mentre spiega che ormai sulle intercettazioni è costretto a mollare. Sui tempi e sulle modifiche. A chi assiste alla sua scenata
ROMA — Un ricordo che finisce per intrecciarsi con la polemica sulle intercettazioni. Giorgio Napolitano commemora Giuliano Vassalli, nella sede della Consulta, celebrando la figura di un giurista e coerente democratico che «in quanto tale considerava normale che la Consulta potesse censurare anche leggi da lui sottoscritte come ministro della Giustizia». E le parole del capo dello Stato, pronunciate proprio mentre da Silvio Berlusconi alla Confcommercio parte un nuovo affondo alla Corte Costituzionale, assumono inevitabilmente il valore di un ammonimento: tutti rispettino le decisioni dei giudici della Consulta, a partire dagli uomini di governo. Come appunto fece Giuliano Vassalli, scomparso nell’ottobre dello scorso anno, che della Consulta sarebbe
FINE LUGLIO Fini ha avvertito che l’esame della manovra ha la priorità. Obiettivo del governo era l’ok della Camera al ddl-intercettazioni entro fine luglio
QUARTA LETTURA Se ci sarannno modifiche alla Camera, il ddl tornerà al Senato per la quarta lettura. Il Senato lavorerà fino alla prima settimana di agosto
spiega il motivo: «Non possiamo andare avanti da soli perché noi non controlliamo la commissione Giustizia della Camera. Se forziamo la mano rischiamo di andare a sbattere contro un muro. Dovremmo rifarla completamente quella commissione, ma come facciamo?». Cinque finiani, compresa la presidente Giulia Bongiorno, l’incubo del premier ormai da due anni. Berlusconi i conti se li è fatti e adesso deve ammettere: «Se lì andiamo al muro contro muro e passa un solo emendamento di Fini, io faccio una figuraccia». Il cedimento è una scelta obbligata. Accompagnata da uno sfogo contro il presidente della Camera che raggiunge un livello pesantissimo: «Quello non solo mi ha messo contro Napolitano, ma sta rischiando di compromettere anche il rapporto con la Lega. Bobo Maroni mi ha detto chiaramente che non sopporta più questa situazione, teme di perdere il ruolo di garante della sicurezza». E ancora: «I leghisti vogliono essere considerati i tutori dell’ordine, invece si sentono scavalcati, perché Fini si è auto promosso padrino della legalità e perché su questo provvedimento è stato montato un tale casino che loro ormai sono in piena fibrillazione e avvertono il fastidio del loro elettorato». Berlusconi lo sa, Bossi
adesso guarda alla festa di domenica a Pontida e avverte l’esasperazione della sua gente per una legge che danneggia la sicurezza. Per questo il Senatur si smarca, apre agli emendamenti, tenta di togliere il proscenio a Fini. È una resa per Berlusconi e, al momento, Fini segna un goal. Ma il Cavaliere non vuole ammetterlo, neppure con i suoi più stretti collaboratori. I quali ben conoscono il percorso che, nel giro di un giorno e di tre incontri, ha costretto il premier a cedere su tempi e modifiche. Gianni Letta, mercoledì, vede prima Napolitano e poi Fini, dieci minuti col primo, quasi un’ora col secondo. Ne trae due certezze, entrambe sulle intercettazioni, che comunica al Cavaliere: i dubbi del Quirinale
sulla legge sono ben solidi e, se resta così, il provvedimento non passa il primo vaglio di costituzionalità; quanto a Fini non c’è la minima possibilità che lui arretri e sdogani il ddl. Il terzo colloquio, ieri mattina Niccolò Ghedini ce l’ha con Fini in Transatlantico
Il premier teme le reazioni della Lega: “Non vogliono farsi scavalcare in tema di sicurezza” giusto prima del vertice di palazzo Grazioli, e fornisce a Berlusconi la definitiva certezza che il presidente della Camera «è deciso ad
Wall Street Journal
“La lotta alla mafia sarà ostacolata i criminali preparano lo champagne” NEW YORK — La legge sulle intercettazioni «ostacolerebbe in maniera particolare le lotta contro il riciclaggio del denaro sporco» e anche la lotta alla criminalità ne risulterebbe penalizzata. Lo scrive in un editoriale il Wall Street Journal, che analizza il dibattito in corso in Italia. «Se i critici del governo hanno ragione, e cioè se i criminali stanno aspettando di stappare lo champagne al momento del varo della legge, non saranno soltanto i giornalisti e i magistrati ad essere penalizzati».
andare fino in fondo». I finiani non mollano in nulla, pretendono che la legge cambi sulle multe agli editori, sulla durata “breve” degli ascolti, sulle microspie per soli tre giorni, sui reati di mafia intercettabili per poco tempo. Sono proprio i punti che vanno di traverso ai tecnici del Quirinale. Sono i cavalli di battaglia dell’opposizione che sta facendo le pulci alla legge e scopre continue anomalie. Come quella della norma D’Addario, fino a quattro anni di carcere per una registrazione abusiva che, guarda caso, si applica alla perfezione anche al caso dei nastri GhediniFassino, visto che l’imprenditore Fabrizio Favata ha registrato una conversazione con l’avvocato del premier portandola poi ai giudici. Dice un esponente del Pd: «Altro che D’Addario, dovremmo chiamarla norma Ghedini». È proprio questo l’asse che il Cavaliere teme, l’opposizione, Fini e Casini schierati col Quirinale, il Pdl dei berluscones battuto in commissione e in aula. Questo lo costringe alla retromarcia. Sulla spinta anche di qualche sondaggio che rivela il fastidio e la stanchezza dei suoi elettori perché ormai ci sono troppe intercettazioni e scarsa poca attenzione alla crisi economica nella politica berlusconiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA
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Il dossier
Ecco l’Italia delle intercettazioni sotto ascolto solo 26mila persone (segue dalla prima pagina)
PIERO COLAPRICO
LE SOCIETÀ
A È soprattutto al Nord, dove hanno sede le principali società specializzate in telefoni e microspie, che si trasecola. Ieri c’è chi è andato su Youtube, chi ha cercato le agenzie stampa, molti sono di centrodestra e non credevano alle loro orecchie nel sentire il premier che, tra gli applausi della Confcommercio, raccontava che «In Italia siamo tutti spiati. vengono fuori sette milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate. Questa non è vera democrazia.».
In Italia sono 150 le aziende attive nel settore delle intercettazioni e degli ascolti ambientali
MENO DI 30 MILA GLI INTERCETTATI I numeri reali smentiscono (pesantemente) la versione di Berlusconi. Il dato ufficiale diffuso dal ministero di Grazia e giustizia indica in 132.384 i «bersagli intercettati». Ma - attenzione - non sono persone e non sono case. Ogni «bersaglio», nel gergo usato da chi le intercettazioni le fa, corrisponde ad un numero di telefono. Dunque, spiega Elio Cattaneo della Sios, una delle società d’intercettazioni più attive,
I DEBITI DELLO STATO
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farsi pagare le fatture dei lavori svolti, le varie società d’intercettazione devono presentare il conto non più agli uffici postali, ma direttamente a Roma, al ministero di Grazia e giustizia: dov’è nel frattempo arrivato dalla Sicilia Angiolino Alfano, ex segretario di Silvio Berlusconi. E il ministero che fa? «Fa né più né meno come quei clienti che fuggono dal ristorante dopo aver mangiato: non paga il conto», spiegano dall’interno di queste società. Nell’autunno 2008, ormai strangolati, le aziende d’intercettazione mandano i loro amministratori a Roma: «Non arriviamo alla fine del mese, se non ci pagate chiudiamo, licenziamo, buttiamo a mare indagini delicatissime». Preso in contropiede, il ministro di un governo che ha basato la sua campagna elettorale perenne sulla sicurezza pubblica, prova a metterci una toppa. E con aria trionfante, (tra lo sconcerto muto e preoccupato di chi lavora nelle intercettazioni) fa un annuncio all’inaugurazione di quest’anno giudiziario: «L’immediata azione del mio dicastero (...) ha fatto sì che i debiti pregressi fossero onorati».
La scheda
I DIPENDENTI Sono circa mille, ma se si contano anche i “liberi professionisti” si arriva a 1.400 persone
Al 31 dicembre del 2009 le società operanti nel settore vantavano un credito di 480 milioni nei confronti dello Stato
I COSTI PER LO STATO Tenere sotto controllo un telefono costa allo Stato 12 euro al giorno. Per pedinare una persona ne servono 2.500
IL CONTI DEL MINISTERO I CONTI DELLA REALTÀ Onorati è una parola fuori luogo. I debiti nel 2008 erano circa 450 milioni. Nel 2009 - anno in cui Alfano comincia a parlare del tema, dopo aver lasciato incancrenire la situazione - queste società hanno continua-
Per ogni “controllato” si devono calcolare almeno cinque telefoni: ecco come si arriva a 132mila “bersagli” «se si conta che un italiano medio dispone di un telefono cellulare personale, più uno aziendale, più uno fisso a casa, più parenti stretti eccetera, noi calcoliamo che intercettare una persona vuol dire mettere sotto controllo un numero di 5,3 telefoni/bersaglio. Inoltre, se si intercetta uno straniero o un mafioso che delinque utilizzando anche telefoni esteri, la media bersagli che riguardano uno stesso soggetto sale a dieci, dodici». Quindi, se si fanno come alle elementari i conti che Silvio Berlusconi e il centrodestra, decisi ad affossare questo strumento d’indagine, non hanno fatto, il risultato è all’opposto dei milioni di «ascoltati». Prendiamo le persone che abitano in Italia: circa 60 milioni. Le dividiamo per i 132.384 bersagli, divisi a loro volta per una media di circa 5 telefoni a bersaglio: il risultato porta (siamo larghi) a circa 27 mila persone intercettate, vale a dire, lo 0,045%, una persona ogni 2.200 abitanti. Secondo l’avvocato e senatore Luigi Li Gotti, gli intercettati sono ancora meno, tra i 20 e i 23mila. «E’ più facile vincere al lotto che essere ascoltati», continua l’imprenditore brianzolo Cattaneo. DODICI EURO AL GIORNO «I costi delle intercettazioni sono altissimi, non ce li possiamo permettere», tuonano sempre dal centrodestra. Invece, tenere sotto controllo oggi il telefono di un narcotrafficante «costa circa 12 euro al giorno di media per telefono, mentre pedi-
Gli “intercettatori” sono in rivolta: “Dal governo cifre sballate, è più facile vincere al lotto che finire ascoltati”
narlo - spiegano gli esperti - significa impiegare almeno sei uomini, mandarli in trasferta, spendere in benzina e alberghi». E dunque, secondo un esperto dell’antimafia, il costo sarebbe di circa 2.500 euro al giorno. L’INTERCETTATORE SENZA DIVISA Un bandito entra nella sua auto, posteggiata nel box blindato. Esce, incontra un socio e comincia a parlare dei suoi traffici, ma viene intercettato e, prima o poi, sarà catturato. Chi è riuscito a eludere i sistemi d’allarme, aprire l’auto e piazzare la microspia? Un carabiniere, un poliziotto, un finanziere, direbbero molti, «vittime» delle fiction tv. E sarebbe uno sbaglio: a installare la cimice elettronica è quasi sempre un consulente esterno (della Procura e dei detective). E’ un ingegnere, un elettricista, un perito, o anche un ex-detective che ha mollato la divisa: è quest’uomo “senza volto” che fa il lavoro difficile,
dalla strage di Capaci a quella di via D’Amelio, dal terrorista islamico al faccendiere di partito. Questa la realtà oggettiva che viene “omissata” dai dibattiti parlamentari e televisivi. In Italia la magistratura e le forze dell’ordine “non” possiedono la tecnologia delle microspie (e nemmeno gli strumenti minimi). E più i software dei computer, dei telefonini, delle trasmissioni radio e delle “memorie” elettroniche diventavano complessi, più la nostra polizia giudiziaria si è affidata ai tecnici esterni: era ritenuto l’unico modo per stare all’avanguardia e fronteggiare un crimine sempre più internazionale e inafferrabile. Ogni Procura, in assenza di leggi, s’è data dei criteri di trasparenza più o meno efficienti e i vari ministri della Giustizia hanno lasciato fare. CENTOCINQUANTA SOCIETÀ STRUTTURATE Oggi in Italia, nel settore delle «cimici» elettroniche e delle deviazioni dei flussi te-
lefonici e informatici, esistono quasi 150 società ben strutturate. Le più solide aziende del settore sono «nascoste» tra Milano, Lecco e Como (come Area, Rcs, Sio e Radiotrevisan), più c’è la Innova di Trieste: da sole hanno assunto a tempo indeterminato circa 400 dipendenti e avevano fatturati che superano i 30 milioni. Una cinquantina di società, da due anni, si sono riunite nell’Iliia, con sede a Milano. Se si contano però anche gli ex marescialli che entrano nel settore quando vanno in pensione, o tantissimi sub-appaltatori, si arriva a circa 400 partite Iva. I dipendenti assunti regolarmente in Italia da queste ditte superano quota mille. Se si fermano loro, si fermano le intercettazioni. E IL MINISTRO ALFANO NON PAGA IL CONTO Nel 2006, con l’idea di tenere maggiormente sotto controllo i conti dello Stato, il centrosinistra toglie alle Poste il compito di “fare da banca” allo Stato. Da allora, per
to a lavorare, fatturando altri 250 milioni circa di euro, Iva compresa. Sempre nel 2009 le varie procure, con i fondi del ministero, hanno pagato agli intercettatori un acconto sul debito post 2006 di circa 120 milioni. Dopo di che, sempre nel 2009, e sempre con la transazione del ministero di Alfano (che ha imposto uno sconto del dieci per cento e ha semplicemente azzerato gli interessi), sono arrivati alle società altri 100 milioni. Quindi, ricapitoliamo i conti: 450 milioni di debito sino al 2008, più 250 di debito nel 2009, meno 120, meno ancora 100, porta a un totale di 480 milioni: è ancora questo, al 31 dicembre 2009, il debito Iva compresa che lo Stato ha nei confronti di queste società. Come può dunque il ministro vantarsi di aver «onorato» il debito? Dalla Sios di Cantù, il titolare ieri protestava, amareggiato: «Uno lavora una vita e poi vede la sua inventiva e le sue energie buttate a mare solo perché la politica ha deciso di fare la guerra ai magistrati e così, per colpire loro, calpesta noi e i nostri diritti. Al ministero sanno che se non ci fossero le risorse personali di noi imprenditori, e le banche che ancora ci sostengono, saremmo già chiusi. E così ci sarebbero zero intercettazioni, senza nemmeno il bisogno della legge-bavaglio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
L’INCHIESTA G8 CRONACA
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L’appalto Sisde fu gonfiato per pagare la casa di Scajola
I personaggi
Anemone, il Ros sequestra i documenti della Caserma Zignani
CARLO BONINI ROMA — A metà della scorsa settimana, i carabinieri del Ros hanno bussato al portone brunito di via Giovanni Lanza 194. Sono entrati nella sede dell’Aisi (ex Sisde) con un ordine di esibizione firmato dai pm di Perugia Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. Ne sono usciti con quattro faldoni di documenti classificati. Appunti riservati, relazioni tecniche, verbali di riunione, che consentono oggi di ricostruire la storia della ristrutturazione della ex “caserma Zignani” di Roma (un complesso non lontano da piazza Zama, dove ha la sua sede uno dei reparti operativi del Servizio) e di afferrare il filo delle verità che nasconde. Di documentare come, nel 2004, un appalto da 3 milioni e mezzo di euro si trasformò per il “Gruppo Anemone” in una manna da oltre 12. Di più: con quale straordinaria sincronia i passaggi cruciali della lievitazione dei costi coincisero con l’acquisto, per mano e tasca di Diego Anemone, delle abitazioni dell’allora ministro Claudio Scajola e dell’allora dirigente del Sisde Francesco Pittorru. Con quale rapidità chi all’interno del Servizio provò ad opporsi al banchetto fu cacciato. “Repubblica” ha avuto accesso a documenti e testimonianze in grado di dare conto del contenuto delle carte sequestrate in via Lanza. E della storia che raccontano. Una storia che comincia nell’agosto del 2002 quando la “Caserma Zignani” entra nell’orizzonte del Sisde. Mario Mori, in quell’anno direttore (lo resterà fino al 2006), chiede al generale Giampaolo Sechi, allora capo del Dipartimento tecnico-logistico, di far predisporre dai suoi tecnici un progetto preliminare che prevede «la ristrutturazione di un in-
I costi
Gli appartamenti
L’epurazione
L’appalto originario prevedeva una spesa di 3,5 milioni di euro. In una serie di riunioni riservate venne fatta lievitare fino a raggiungere la cifra record di 12 milioni
In coincidenza con i passaggi cruciali ci furono gli acquisti, con il contributo dell’imprenditore arrestato, delle case dell’allora ministro Scajola e del generale Pittorru
Un piccolo gruppo di ostinati funzionari e dirigenti del Sisde si oppose all’aumento dei fondi. Ma nel giro di pochi mesi furono tutti emarginati e poi allontanati
Mori Ex comandante dei Ros e già direttore del Sisde, il generale Mario Mori è dal 2008 consulente per la Sicurezza del Comune di Roma
Diego Anemone
AGOSTO 2002
APRILE 2004
Mario Mori chiede di predisporre un progetto preliminare per la caserma
In una riunione si decide di far lievitare i costi del progetto. Alla fine triplicheranno
LUGLIO 2003
FEBBRAIO 2004
Il Demanio acquisisce l’edificio. A novembre parte la fase operativa
Via libera al progetto da parte di De Santis, scelto da Balducci
tero fabbricato» della caserma, «la realizzazione di opere di sicurezza, la costruzione di un muro divisorio, la realizzazione di un ingresso carraio, il rifacimento degli impianti e dell’illuminazione perimetrale». Il costo – stimano i tecnici del Sisde – non dovrebbe superare i 2 milioni di euro. Mori decide di procedere. Il 23 luglio del 2003, il Demanio acquisisce la “Zignani” e, l’8 novembre, il direttore del Servizio, con una nota, nel chiedere che gli edifici da ristrutturare siano non uno ma due, comunica che sarà il Provveditore alle Opere Pubbliche del Lazio, Angelo Balducci, a scegliere la ditta cui affidare l’appalto. Il 3 febbraio 2004, con un appunto, i funzionari del Dipartimento tecnico-logistico inoltrano il nuovo progetto definitivo.
La ristrutturazione riguarda ora due fabbricati. C’è un capannone destinato a «laboratori e garage», un «impianto di allarme», il cablaggio delle strutture, il condizionamento, un nuovo ascensore, nuove recinzioni e ingressi, una mensa e un bar. I costi stimati, ora, superano i 3 milioni. Il 10 febbraio, il progetto definitivo è al Provveditorato e, in soli dodici giorni, viene convalidato dal tecnico che Balducci ha scelto come Responsabile del Procedimento: l’ingegnere Fabio De Santis. Il 27 febbraio, i lavori vengono affidati alla società in nome collettivo “Anemone di Anemone Dino”, che si aggiudica l’appalto per 3 milioni e mezzo di euro, con un ribasso del 6 per cento. Il 5 marzo, viene costituito l’ufficio di Direzione dei Lavori e nel cantiere
fa ingresso la “Medea”, il veicolo societario di cui sono proprietari Diego Anemone e Mauro Della Giovampaola. Il 26 marzo – documenta il “Giornale di cantiere” – partecipano a un sopralluogo alla “Zignani”, De Santis, Dino Anemone, suo figlio Diego, Della Giovampaola. Ci siamo. Il 2 aprile 2004, quando l’appalto è ormai acquisito e le volpi sono entrate nel pollaio, Anemone, attraverso l’architetto Zampolini, acquista per 285 mila euro l’appartamento di via Merulana 71 che verrà intestato alla figlia di Francesco Pittorru. Il generale è arrivato al Servizio per “correre”. Mori in quella prima-
vera lo nomina capo del dipartimento minacce interne, ma l’ufficiale è destinato a ben altri cruciali incarichi. Visto soprattutto quel che sta per accadere. Il 15 aprile, nella sede del Provveditorato, De Santis convoca Della Giovampaola, Anemone e i tecnici del Sisde, che annotano: «Lo scopo della riunione è far lievitare gli oneri (…) L’ingegner Della Giovampaola ha cominciato con la sistematica e pretestuosa delegittimazione del progetto definitivo, sostenendo che deve essere rivisto. Balducci, a riunione avanzata, assicura che i maggiori oneri saranno coperti dalle disponibilità del Provveditorato». A metà maggio, Mauro Della Giovampaola licenzia il progetto esecutivo. Il 3 giugno, i tecnici del Sisde lo dichiarano
«irricevibile». In un appunto, spiegano che «non è validabile», perché «eseguito in modo superficiale» e «non rispondente alle prescrizioni del progetto definitivo». E nella loro relazione tecnica chiosano: «Le opere edili hanno subito un aumento del 10 per cento. L’impianto ascensore è stato trasformato da idraulico a elettrico senza nessuna motivazione tecnica, con un aumento di spesa di circa il 30 per cento. L’impianto elettrico ha subito un incremento di oltre il 230 per cento per inserimento di apparecchiature sovradimensionate, ridondanti, non richieste. L’impianto di condizionamento ha subito un incremento del 100 per cento dovuto alla formulazione unilaterale di nuovi prezzi e di aggiunta di apparecchiature non indispensabili. L’impianto di si-
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La polemica
L’Aquila, la protesta invade l’autostrada Ventimila in corteo: ricostruzione a rilento, siamo abbandonati JENNER MELETTI
Pittorru
Scajola
Francesco Pittorru, generale della Finanza poi passato all’Aisi. Sotto la sua “direzione” sarebbero lievitati i costi della caserma di piazza Zama
curezza integrato ha subito un incremento di spesa di oltre il 30 per cento per l’inserimento di apparecchiature non richieste». Si può ora immaginare l’insoddisfazione di Balducci e Anemone. È in ogni caso evidente il loro passaggio al “piano b”. Il 24 giugno, Balducci convoca una nuova riunione al Provveditorato. Con lui, sono presenti Mori, il suo vicedirettore vicario Nicola Di Giannantonio, De Santis, Della Giovampaola, Diego Anemone, i tecnici del Servizio. De Santis e Della Giovampaola, tornano a sostenere le ragioni del gigantismo della ristrutturazione. I tecnici del Sisde osservano che la lievitazione dei costi sfiori ormai il 200 per cento. La riunione si fa tesa. Mori ipotizza varianti al progetto. Balducci, come aveva già fatto il 15 aprile, ribadisce che verranno in soccorso le casse del Provveditorato. In realtà, quello che deve accadere appare già scritto. Perché i tempi, in questa storia, contano. Il 6 luglio del 2004, 900 mila euro di Anemone rendono l’allora ministro Scajola felice e “inconsapevole” padrone di casa di via del Fagutale. Il 28 luglio, Balducci, in veste di nuovo direttore del Servizio Integrato per le Infrastrutture e i Trasporti di Lazio, Abruzzo e Sardegna, trova la cassa cui attingere risorse e consegna alla “Anemone costruzioni srl” un nuovo appalto per la “Zignani” di 8 milioni e mezzo di euro. Il 30 settembre, i tecnici del Sisde vengono estromessi dalla direzione dei lavori, quindi, il 10 ottobre, il direttore del Dipartimento tecnico-logistico, il generale Sechi, viene sostituito dal generale Francesco Pittorru, che, come primo atto, si libera di chi, nel Servizio, si è messo di traverso sulla Zignani. A fine ottobre, Balducci, De Santis, Anemone e Della Giovampaola hanno mano libera. Mori chiede l’ennesima riformulazione del progetto esecutivo. E, il 27 dicembre, Balducci trova altri soldi. La “Tecno-cos srl” (gruppo Anemone) riceve un nuovo appalto di 3 milioni e 200 mila euro a titolo di “integrazione degli impianti di sicurezza” della Zignani. La partita è chiusa. A giugno 2006, Anemone compra a Francesco Pittorru la casa di via Angelo Poliziano 8 (520 mila euro) che oggi abita. Indagato per corruzione, il generale ha lasciato l’Aisi il 14 maggio «per limiti di età». Raccontano si sia congedato con la “cravatta” (il vitalizio previsto dalla legge) e una «bicchierata» per pochi negli uffici del Servizio. Che il direttore e i suoi vice non si siano fatti vedere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Claudio Scajola, ex ministro dello Sviluppo Economico. Anemone gli diede 900mila euro per comprare un appartamento a Roma
Il caso
Requisiti gli atti sui cantieri del post-terremoto L’AQUILA — L’inchiesta sugli appalti sospetti per la ricostruzione del postterremoto, fa un altro passo avanti. Ieri, la Procura distrettuale antimafia ha dato mandato ai carabinieri del Ros di sequestrare presso gli uffici del dipartimento coordinato da Guido Bertolaso, gli atti relativi ad un appalto assegnato al Consorzio Federico II. L’indagine — nata dalle carte dei magistrati fiorentini sui Grandi Eventi della Protezione Civile — riguarda un affidamento «in via d’urgenza» da sette milioni di euro per realizzare la sede temporanea della scuola media Carducci. La richiesta di sequestro è stata firmata dal pubblico ministero Olga Capasso (pm della procura nazionale antimafia applicata all’Aquila) e dal procuratore capo dell’Aquila (e responsabile della distrettuale per l’Abruzzo) Alfredo Rossini. Il fronte aquilano dell’indagine sugli appalti pubblici vede coinvolto come indagato anche Denis Verdini, coordinatore nazionale del Popolo delle Libertà, accusato di aver favorito la società Btp di Riccardo Fusi e Vincenzo Di Nardo, proprio attraverso il Consorzio Federico II. Intanto — parallelamente — prosegue la verifica su diciotto cantieri (su diciannove) realizzati per i terremotati, cantieri sotto inchiesta sempre da parte della procura distrettuale antimafia. Sotto esame i subappalti del progetto C.a.s.e. (il piano per la realizzazione di edifici antisismici voluto dal Consiglio dei ministri dopo il sisma). Si tratta del più grande cantiere d’Europa, edificato dalla Protezione Civile in deroga alla normativa sugli appalti pubblici. (g. cap.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’AQUILA — Alla testa del corteo non ci sono giovani con il volto coperto ma sindaci con la fascia tricolore. Sette o otto poliziotti dicono che non si può occupare l’autostrada, ma poi si fanno da parte. Dietro i sindaci, c’è tutta l’Aquila che da 14 mesi combatte per non morire. Ventimila persone (più di diecimila secondo la questura). Si entra al casello, i sindaci prendono la corsia per Teramo ma tutti gli altri gridano: «Roma, Roma». E così i sindaci debbono saltare il guard rail per rimettersi alla testa del corteo. Sarà difficile, dopo oggi, continuare a dire che all’Aquila tutto va bene e che il governo ha fatto i miracoli. Sfilano assieme i sindaci del centrodestra (anche il nuovo presidente della Provincia Antonio Del Corvo) e quelli di centro sinistra, i ragazzi dei Comitati, i sacerdoti, sindacati e Confindustria. «L’Aquila – grida il sindaco Massimo Cialente – oggi ha ritrovato il proprio orgoglio. Oggi guardando tutti voi ho capito una cosa: ce la possiamo fare. Non chiediamo elemosi-
Il corteo dei cittadini aquilani ne, ma soltanto i nostri diritti». Migliaia di bandiere verdi e nere, i colori della città. L’annuncio di una proroga nel pagamento delle tasse non ha tenuto gli aquilani in casa. «Anche perché – dice Elio Gizzi, che assieme ai fratelli ha impresa di costruzioni ed è presidente dell’Aquila calcio – il rinvio è un contentino che non serve a nulla. Hanno una proroga di sei mesi le aziende con un fatturato inferiore
ai 200.000 euro. Quelle che guadagnando il giusto – il 10% - mettono in cassa 20.000 euro all’anno e poi ci pagano le tasse. Noi non riusciamo a farci pagare. Progetti definitivi che si dovrebbero ottenere in due mesi vengono confermati dopo cinque mesi. Il risultato? Volevo assumere 50 persone e invece ho problemi anche per le 25 che già sono in azienda ». Tre ore di corteo, un’ora sull’autostrada. «Finita la passerella – annunciano i cartelli – aquilani nei guai». «Ci sentiamo terremotati di serie B». L’insegnante Antonina Masinelli ha accanto alcuni alunni. «Ci sentiamo traditi per le promesse a vuoto, le chiacchiere, le visite inutili di Berlusconi, e l’Aquila sta morendo». All’inizio del corteo c’è molta amarezza. «I nostri centri storici? Il governo – dicono Mario Liberatore e sua moglie Fernanda – hanno deciso di farci una bella croce sopra. Almeno ce lo dicano, così smettiamo di illuderci. E intanto i nostri tre figli per lavorare sono dovuti partire». Poi, la sorpresa di trovarsi in tanti. E la speranza di potercela fare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Bertolaso: la casa di via Giulia grazie al cardinal Sepe Ma non convince i pm di Perugia. Il giallo delle bollette intestate al vecchio proprietario DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCO VIVIANO PERUGIA — Guido Bertolaso o ha mentito oppure ha la memoria corta e non ha per niente convinto i magistrati di Perugia che lo hanno interrogato l’altro ieri. Davanti ai pm Alessia Tavarnesi e Sergio Sottani, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso mostra sicurezza e consegna le “bollette” del gas e della luce (“che ho pagato io”, dice) dell’appartamentino di via Giulia utilizzato per quasi tre anni. Aggiungendo che per problemi familiari aveva abbandonato la sua casa cercando un’altra sistemazione ed aveva quindi contattato il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe che lo avrebbe fatto ospitare in un seminario di “Propaganda Fide”. Ma i suoi orari erano incompatibili e a quel pun-
to Sepe gli avrebbe detto di rivolgersi al professor Francesco Silvano (sarà interrogato nei prossimi giorni, ndr) che gli mise a disposizione l’appartamento di via Giulia che sarebbe stato di proprietà di “Propaganda Fide”. Ma non sarebbe proprio così e quando i pm gli fanno notare che quelle “bollette” sono intestate ad un certo Alberto Roda che tanti anni fa ha venduto l’appartamento a Raffaele Curi, Bertolaso non sa cosa rispondere. Insomma Bertolaso avrebbe consegnato ai magistrati una “prova” che lo smentisce, perché quell’ appartamentino di via Giulia non è di “Propaganda Fide” e, come testimoniano proprio le “bollette” sventolate da Bertolaso, è di proprietà di Raffaele
Curi. E a Bertolaso i pm mostrano l’atto di vendita dell’appartamento di via Giulia tra Roda e Curi stipulato più di 20 anni fa. Oltre ad essere smentito
dall’architetto Angelo Zampolini, che ha dichiarato di avere pagato l’affitto di via Giulia per conto dell’imprenditore Diego Anemone, e dallo stesso Raf-
IL PORPORATO A sinistra l’attuale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, sopra Guido Bertolaso capo della Protezione civile
faele Curi che incassava in nero la pigione, Bertolaso ha qualche momento di smarrimento quando i pm perugini gli mostrano una lettera di “sollecito” a pagare affitto e “bollette” inviata proprio da Raffaele Curi, che minacciava di sfrattarlo e che voleva indietro le chiavi
“Contattai il porporato che si attivò per trovare l’appartamento di Propaganda Fide” dell’ appartamento di via Giulia perché doveva affidarlo ad un suo nipote. Ma Bertolaso nega di avere mai ricevuto la lettera di preavviso di “sfratto” che Raffaele Curi aveva consegnato ai pm.
Bertolaso poi risponde alle domande sulla consulenza alla moglie, Gloria Piermarini, affidata e pagata da Diego Anemone per il giardino del Salaria Sport Village, sostenendo di avere fatto interrompere quel rapporto di lavoro perché la piscina del Salaria Sport Village avrebbe fatto parte dei Mondiali di Nuoto «ed era quindi incompatibile» con il suo ruolo di capo della Protezione Civile. A quel punto i magistrati gli domandano se quella stessa incompatibilità non l’abbia rilevata quando il cognato, Pierfrancesco Marino, fratello della moglie, ottenne un contratto di consulenza per i lavori del G8 alla Maddalena. «Ma nel caso di mio cognato i soldi erano dello Stato…» risponde Bertolaso lasciando sbigottiti i magistrati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso
I personaggi
IL PALAZZO L’immobile di Propaganda Fide in piazza di Spagna i cui lavori sono stati pagati con i soldi dello Stato
ANGELO BALDUCCI
CORRADO ZUNINO ROMA — Un decreto interministeriale a doppia firma del 20 luglio 2005 fa comprendere perché Propaganda Fide, la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il ministero degli Esteri del Vaticano, a Roma sia diventata l’immobiliare dei potenti e, lo sta srotolando ogni giorno l’inchiesta sulla Protezione civile, un luogo di scambio di beni e utilità, un centro primario d’affari per l’imprenditore Diego Anemone, l’ancora di salvezza per gli alibi domiciliari di Guido Bertolaso. In quel decreto, licenziato da Pietro Lunardi, allora ministro delle Infrastrutture, e Rocco Buttiglione, ministro dei Beni culturali per un anno e nove giorni nel Berlusconi Ter, si approvò il largo programma d’intervento speciale di Arcus, società per azioni nata per
Nel piano di Arcus Spa, una sorta di “protezione civile dei musei”, c’è una pinacoteca sveltire le questioni dell’edilizia culturale, rapidamente trasformatasi in una “protezione civile” per gli appalti nei musei, nei siti archeologici, nelle chiese. Già. Nel lungo elenco che accompagnò il decreto — 87 lavori sparsi in Italia, 51 milioni e 900 mila euro di finanziamenti, in buona parte elargizioni ad amici del centrodestra — c’erano anche luoghi sacri. Alla riga 29 del Piano interventi di Arcus, società privata di Stato, si prevedeva il finanziamento del restauro del palazzo seicentesco realizzato da Bernini
Il ministro, Arcus e i costruttori la rete di favori a Propaganda Fide Nel 2005 dal governo 2,5 milioni per ristrutturare il palazzo vaticano e Borromini, oggi allocato in piazza di Spagna 48. Restauro del palazzo più realizzazione di una pinacoteca: 2,5 milioni di euro pubblici. Il palazzo, però, cresceva in territorio vaticano, lo ricordano l’insegna e la bandiera. Ma i buoni rapporti tra il Governo Berlusconi e la struttura allora guidata da Monsignor Crescenzio Sepe si scoprono, oggi, leggendo le carte della magistratura di Perugia. L’anello di congiunzione tra i laici ministeri e l’ente di evangelizzazione era al solito Angelo Balducci, allora gentiluomo del Papa e uno dei tre gestori del patrimonio immobiliare di Propaganda Fide (duemila appartamenti nella capitale). Come è noto, Balducci era anche il più importante funzionario italiano del mattone pubblico, aveva saldato un rapporto oltretevere grazie al grande cantiere del Giubileo del Duemila e, come ha raccontato a “Repubblica” Pietro Lunardi, era l’uomo di fiducia del ministro delle Infrastrutture, il “tecnico” che gli suggeriva il ristrutturatore edile (Anemone) per le sue tenute di campagna e gli forniva l’elenco delle case di Propaganda Fide da cui scegliere la dimora romana (sarà in via dei Prefetti, un
Chi ha deciso
IL DOCUMENTO
I MINISTRI
Il decreto ministeriale che stanzia i fondi destinati al palazzo di Propaganda Fide
Rocco Buttiglione e Pietro Lunardi sono i due ministri la cui firma è in calce al decreto
palazzo di tre piani acquistato dal ministro Lunardi per la metà del suo valore). In quelle stagioni anche al consigliere politico di Lunardi, Vito Riggio, oggi presidente dell’Enac, fu assegnata una “casa Fide”: era in via della Conciliazione 44, immobile di pregio normalmente destinato all’alloggio dei cardinali. Ma perché Propaganda Fide a partire dal Duemila ha organizzato una rutilante attività immobiliaristica d’élite? Perché ha voluto consegnare appartamenti di lusso ai potenti d’Italia a prezzi scon-
tati? Gli inquirenti, nell’interrogatorio che nei prossimi giorni si svolgerà a Perugia, chiederanno all’ex ministro Lunardi anche dell’eventuale rapporto tra i suoi beni privati e i decreti firmati, innanzitutto quello che ha stanziato 2,5 milioni per restaurare il palazzo di piazza di Spagna (la pinacoteca è annunciata pronta per il prossimo ottobre). Successivamente, Arcus — con ministro Sandro Bondi — avrebbe finanziato il restauro dei cortili interni della Pontificia università gregoriana di Roma: 1,5 milioni tra 2010
e 2011 (nonostante lo Stato fosse già intervenuto con 899.944 euro presi dai fondi dell’8 per mille). È interessante notare come il capo dell’Ufficio legislativo di Lunardi, colui che avrebbe dovuto emanare il regolamento Arcus, era Mario Sancetta, oggi indagato per corruzione nell’“inchiesta Anemone”. Il Consiglio di amministrazione di Arcus negli anni 2004-2008 era invece composto, tra gli altri, da Elena Francesca Ghedini, sorella dell’avvocatodeputato Pdl, destinataria di diversi finanziamenti per il suo dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova, ed Ercole Incalza, oggi responsabile della struttura di missione del ministro Altero Matteoli, noto per l’appartamento romano comprato alla figlia grazie a un contributo dell’architetto Zampolini. Ecco, Zampolini, mancava lui per colorare questo estratto anemoniano in territorio vaticano. Nel 2003, come ricorda il sindacalista Uil Gianfranco Cerasoli, gli venne affidata la facciata dell’oratorio borrominiano: la Sovrintendenza lo fermò. Sulla ristrutturazione, ora, si è aperta un’inchiesta della Corte dei conti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ex presidente delle Opere pubbliche. È in carcere per l’inchiesta sugli appalti della Protezione civile
ERCOLE INCALZA Braccio destro del ministro Matteoli. Compare nella “lista Anemone”
MARIO SANCETTA Consigliere della Corte dei Conti e capo dell’ufficio legislativo di Lunardi. Compare nell’inchiesta G8
FRANCESCA GHEDINI Sorella del deputato Pdl e avvocato di Berlusconi Niccolò e membro del cda di Arcus
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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POLITICA INTERNA E GIUSTIZIA
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“I boss brindano, ma io collaborerò ancora” Spatuzza ai pm dopo il no alla protezione. Il Viminale: ha taciuto troppo a lungo ALESSANDRA ZINITI PALERMO — É deluso ma continuerà a parlare. «Certamente mi amareggia, ma sono molto fiducioso nelle istituzioni per cui non ho motivo alcuno di scoraggiarmi. La criminalità organizzata sta gioiendo e brindando a questa vittoria». Il giorno dopo il “no”
Il pentito che parlò di Berlusconi e Dell’Utri: “Ora mi rassicurino sulla mia incolumità” della commissione del Viminale alla concessione del programma di protezione per quelle dichiarazioni “a rate” su Berlusconi e Dell’Utri, Gaspare Spatuzza indirizza un messaggio ai pm della Dda di Firenze. «Ora chiedo allo Stato — aggiunge — rassicurazioni sull’incolumità della mia vita, perché sono consapevole che il mio nemico è molto abile ad infiltrarsi nelle istituzioni, come nel passato ha già fatto. Sono sempre a disposizione a portare avanti questa mia missione per dare quel pezzo di verità a tutte le persone oneste e di buona volontà». «E’ un comportamento
molto apprezzabile, ulteriormente rappresentativo di un’affidabilità del percorso intrapreso dal collaboratore» dice il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi. Per stoppare le pesanti critiche espresse dai magistrati e le bordate dell’opposizione che bolla come “politica” la decisione che
arriva a dieci giorni dalla sentenza d’appello su Marcello Dell’Utri, da New York il ministro della Giustizia Angelino Alfano sottolinea che «le dichiarazioni di Spatuzza sono sempre utilizzabili secondo quanto valuteranno i giudici». Il presidente della Commissione Alfredo Mantovano ha già inviato alla commissione An-
BONSAI I VERI NUMERI
SEBASTIANO MESSINA
timafia le motivazioni del provvedimento che richiamano le parole dello stesso pentito: «E’ stato Spatuzza ad ammettere di avere deliberatamente mantenuto il silenzio su alcune circostanze, per timore delle conseguenze e in attesa di fare ingresso nel programma di protezione». La commissione cita un interrogatorio del 6
ottobre 2009 quando i pm di Palermo gli chiedono: «Non è che tra mesi dirà altro?». E Spatuzza risponde: «Mi mettono al sicuro e poi ne parliamo anche perché ero convinto che se avrei tirato in ballo questi due soggetti, qualcuno potrebbe venire a dirmi a me che io stavo utilizzando, stavo sfruttando personalità per ottenere il
Il procuratore di Firenze: “Comportamento apprezzabile; è affidabile”
l presidente del Consiglio ha dichiarato ieri che nel nostro Paese «non viene tutelata la libertà di parola» perché ci sono «sette milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate». No, gli ha risposto il presidente dell’Anm, i telefoni sotto controllo sono solo 119.553. Che c’entra, ha obiettato il lesto Capezzone, i telefoni vanno moltiplicati per una cinquantina di chiamate ciascuno. La stima, in realtà, è arrotondata per difetto. Uno come Berlusconi, per dire, cinquanta persone le chiama in una settimana. In un mese supera i duecento. In un anno arriva a 2400. E siccome è il suo telefono, diciamocelo, il vero destinatario della legge bavaglio, facciamone il metro esatto del calcolo e moltiplichiamo per 119.553. Se ne deduce che in Italia possono essere ascoltate esattamente 287 milioni di persone. Comprese le escort, però.
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ranza. «Reazioni fuori luogo, la sinistra e i magistrati ad essa legati, che sempre si appellano alla legalità, non dovrebbero rimuovere il fatto che in questo caso è stata semplicemente applicata la legge vigente», dice il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto mentre Quagliariello richiama i pm al «senso della misura». Dall’opposizione Claudio Fava, coordinatore di Sinistra ecologia libertà, insiste: «E’ più grave di un messaggio mafioso. Serve a far sapere agli altri collaboratori di giustizia quello che rischiano se tirano in ballo il partito di Berlusconi».
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L’analisi
La polemica
Messaggio all’ex mafioso e a chi sta parlando sulle stragi del ’92-’93
Libertà e Giustizia: così lo si espone alle vendette ROMA — «Spatuzza sta svelando autori e mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino. Questo governo, negandogli la protezione, espone il pentito alle vendette dei molti interessati». È l’allarme che lancia l’associazione Libertà e Giustizia, con una nota sulla decisione della commissione del ministero dell’Interno contraria ad ammettere il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza al programma di protezione. «Tutto è chiaro, tutto torna — afferma Libertà e Giustizia — . Da oggi, il governo non può più rivendicare alcun risultato contro la mafia».
Il cavillo del governo e le strane coincidenze (segue dalla prima pagina)
PENTITO Gaspare Spatuzza il pentito di mafia a cui è stato negato il programma di protezione
ATTILIO BOLZONI A DECISIONE del Viminale fa venire i brividi per la contemporaneità delle indagini sulle stragi che tre procure della Repubblica italiane — Caltanissetta, Palermo e Firenze — hanno riaperto e stanno sviluppando in direzioni molto ministeriali. E’ un segnale a Gaspare Spatuzza ma è anche un segnale a tutti gli altri, pentiti o testimoni, che da qualche mese fanno affiorare dettagli sempre più inquietanti sulla morte di Giovanni Falcone, sulla bomba che ha ucciso Paolo Borsellino, sugli attentati in Continente del 1993. Quello che ha disposto la Commissione centrale sui programmi di protezione fa venire in mente «Parrineddu», il confidente del capitano Bellodi ne Il Giorno della Civetta di Leonardo Sciascia, l’uomo che informava i carabinieri degli intrighi mafiosi e politici di don Mariano e che il capitano ha poi ritrovato cadavere con un sasso in bocca. Ucciso perché parlava troppo. Sembra proprio la trama aggiornata e riveduta de «Il sasso in bocca» questa vicenda di Ga-
programma di protezione». A suggello della sua decisione, la Commissione richiama anche le «riserve in ordine all’effettiva e piena apertura dello Spatuzza» espresse dai pm di Caltanissetta e Palermo, gli stessi che ora, con le loro dichiarazioni critiche e preoccupate, si sono attirati gli strali di esponenti della maggio-
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spare Spatuzza, uomo d’onore in «lutto perenne» per i suoi misfatti (agli interrogatori si presenta sempre vestito di nero come un prete), sempre creduto dopo due anni di investigazioni e di riscontri che hanno portato i magistrati delle tre procure a
Quello che ha deciso il ministero fa venire in mente “Parrineddu”, nel Giorno della Civetta chiedere per lui lo status di pentito. Autorizzazione non pervenuta per «mancato rispetto dei termini dei 180 giorni», i sei mesi nei quali un mafioso che decide di saltare la barricata deve riferire tutto ciò che sa all’autorità
giudiziaria. Un cavillo — ve lo ricordate l’Ammazzasentenze Corrado Carnevale, ve lo ricordate quanti processi di mafia e camorra e ‘ndrangheta ha cancellato in Cassazione per le sue argomentazioni capziose? — che ha permesso di mettere all’angolo l’ex sicario di Brancaccio, di lasciarlo sospeso in un limbo, in quella di terra di nessuno che c’è fra Cosa Nostra e lo Stato: il niente. Peggio di una fucilata alla schiena per chi aveva creduto nella legge. Al di là delle forme, e nonostante i magistrati di Caltanissetta e Firenze che avevano raccolto già entro quei 180 giorni le «dichiarazioni d’intenti» di Spatuzza, è la carica sinistra che turba, è il messaggio oggettivamente minaccioso che porta con sé quella decisione contro chi ha avuto verità scomode da
rivelare. Fa paura. Come fa paura quello che ha svelato fino ad ora Gaspare Spatuzza. E non solo per quella confessione («Ormai abbiamo il Paese nelle mani», gli disse il suo capo Giuseppe Graviano) dove ha fatto i nomi di Silvio Berlusconi e di Marcello Dell’Utri come i nuovi «referenti politici» di Cosa Nostra all’inizio del 1994, ma soprattutto per quello che ha detto sulle stragi. Ha sbugiardato un falso pentito come Vincenzo Scarantino — probabilmente «costruito» in un laboratorio di intelligence per depistare le indagini sull’assassinio di Paolo Borsellino — e raccontato di avere visto un uomo che non era di Cosa Nostra mentre loro, i boss, il giorno prima dell’attentato in un garage riempivano di esplosivo l’utilitaria che sarebbe servita il 19 luglio del 1992 a
far saltare in aria il magistrato. E’ stato il primo, Spatuzza, a parlare di «presenze estranee» alla mafia siciliana nell’organizzazione delle stragi. Il primo, a riconoscere quell’uomo «estraneo» in un album fotografico che l’Agenzia per la sicurezza
L’ex sicario di Brancaccio sospeso in quella di terra di nessuno che c’è fra Cosa Nostra e Stato interna ha fornito ai procuratori di Caltanissetta. Ecco, la decisione del Viminale su Gaspare Spatuzza è arrivata proprio nel mezzo delle più delicate indagini sulle stragi. Sarà una coincidenza ma è andata così.
Ultimo capitolo di questa vicenda è l’infinita polemica dentro la magistratura siciliana sul «caso Spatuzza» e sul «caso Ciancimino». La commissione ministeriale, per esempio, ha ricordato — e utilizzato a sostegno della propria tesi — le perplessità manifestate nell’autunno scorso dagli stessi pm di Palermo sulla «tardività di alcune dichiarazioni» del mafioso di Brancaccio. Le cose, purtroppo, stanno così: a Palermo, dove s’indaga sulla trattativa, non hanno mai creduto fino in fondo a Spatuzza; e a Caltanissetta, dove s’indaga sulle stragi, non hanno mai creduto sino in fondo a Massimo Ciancimino. Ogni procura ha il suo testimone. Ogni procura ha il suo asso nella manica. Ogni procura ha la sua verità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’APPELLO CRONACA DI SAVIANO
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“Sandokan pentito? Saviano glielo dica in faccia” Sfida dei difensori dopo la lettera al boss. E lo scrittore: pronto al confronto in carcere CONCHITA SANNINO NAPOLI — Un altro affronto. Secco come uno schiaffo, mentre a Casal di Principe continuano a cadere i latitanti. Una scossa che non piacerà al padrino Francesco Schiavone detto Sandokan. E certo non è gradito ai suoi avvocati. «Se Saviano ci tiene tanto a provocare fino al pentimento il detenuto Sandokan, perché non chiede un colloquio, non si fa autorizzare dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e viene fino in carcere a convincerlo?». Una provocazione calma, anche venata di sorriso, quella rivolta dal difensore Mauro Valentino. Eccola, la risposta immediata alla lettera aperta che Roberto Saviano ha inviato, attraverso Repubblica, al boss di Casal di Principe. In carcere, Sandokan può leggere giornali nazionali e usare la televisione. Fatale che sia stato investito dall’urto. L’impatto penetra nel reparto bunker del carcere più grande d’Europa, Milano Opera. Si infila oltre quel cortile dell’ora d’aria che ha pareti alte cinque metri e una rete per copertura. Entra nella cella di sei metri per quattro e riempie la gabbia dove Schiavone, padrino a capo di una famiglia mafiosa parzialmente sfaldata, sta scontando i suoi giorni distillati di risentimento e silenzio, di lettere compulsive alla moglie e odio per i nemici, di farmaci antidepressivi e tristezza dopo la cattura del primogenito, Nicola. E di alimenti passati con il contagocce e abbondanza solo di libri e riviste, pittura e motocilette, Settecento e feste del casertano. La risposta, ora, è un velo di sarcasmo. «Ma da tecnico», dice l’av-
L’autore di Gomorra sul pentito Spatuzza: “La protezione negata equivale al ricatto” vocato Valentino, primo dei difensori del capocosca. «Perché — sottolinea il legale — Saviano non glielo declama in faccia, a Schiavone? Il suo discorso, per me, è condito di frasi offensive e gratuite, vedi “guappo di cartone”. Saviano ha pure la scorta, può fare entrare nel penitenziario anche quella. Si accomodi. Lui non teme nulla. E nulla, a mio parere, ha da temere. Non mi risulta sia mai stato minacciato». Saviano, interpellato, dice secco: «Ci sto. Colgo l’invito, poiché credo fermamente in quello che penso e scrivo. Se fossi autorizzato, metterei piede a Milano Opera e lo farei senza timore». Saviano torna anche sul caso di Gaspare Spatuzza, il collaboratore cui è stato vietato lo status di pentito: «È quasi un modo per ricattarlo, per dirgli basta, è tutto finito, nessuno ti proteggerà. Bisogna permettergli di raccontare tutto quello che sa». Spatuzza, per Saviano, ha ancora molte informazioni da fornire, «certamente da verificare: ma togliendogli la protezione si impedisce di verificare e conoscere nel dettaglio gli elementi. Ormai in Italia la situazione dei collaboratori di giustizia è in difficoltà: si preferisce puntare sulle grandi retate più che sul racconto del business dall’interno». Parole che penetrano. È l’effetto Gomorra che si moltiplica. La lettera di ieri non ha per bersaglio un impero con i suoi traffici, ma il senso stesso di un’esistenza da capo mafioso al capolinea, la sua pelle, le sue ore, la sua discenden-
za. «Che destino è il tuo? Una vita da topi cui costringi i tuoi figli. Pèntiti», dice Saviano. E per Schiavone sono nuovi colpi di maglio, come provano le irate considerazioni nelle sue lettere contro «gli avvoltoi giornalisti», contro «il marchio che ci condanna». Ogni giorno parte un fax dal carcere indirizzato alla moglie Giuseppina Nappa detta Maria Pia, quasi laureata. Il marchio del rito. «Caro dolce amore mio». Ogni giorno, lei risponde con un telegramma: «Caro dolce marito». Messaggio che spesso arriva in ritardo, tra le
ire del boss. «Le poste mai hanno funzionato e mai funzioneranno». Poi, l’invito di Saviano. Sono i colpi per il boss forse più sottili e dolorosi — perché non contemplati dalle regole del rischio criminale e delle stangate giudiziarie. Persino più intollerabili delle stesse sentenze, del “fine pena mai” scritto in ultimo dalla Cassazione, l’altro nome dell’ergastolo. «Collabora con la giustizia, riscatta il sangue», gli grida Saviano. Risponde l’altro legale del boss, l’avvocato Alfonso Baldascino. «Noi restiamo i tecnici al servizio della
SU REPUBBLICA È di ieri l’appello di Roberto Saviano a Francesco Schiavone, detto Sandokan, boss dei Casalesi
giustizia. Se il detenuto Schiavone mi chiede di difenderlo nell’innocenza, io così faccio. Se poi si vuole pentire? Non mi fa né caldo né freddo. Quanto ai pentiti, ho sempre pensato che sia immorale il contratto che la giustizia firma con i pentiti». Immorale? «Certo, i pentiti dicono 8 o 9 cose buone e una falsa. Quella falsa porta in carcere un innocente. Loro mettono in vendita le conoscenze, lo Stato paga». A mille chilometri, nella sua Casale, intanto l’affondo dello Stato continua. Lavorano “gli incap-
pucciati”. Sono i poliziotti che fanno le riunioni sotto il neon anche a mezzogiorno, porte chiuse e persiane sprangate, in un palazzo confiscato alla mafia di Sandokan, una cellula investigativa radicata nel paese, voluta due anni fa dal capo della polizia Antonio Manganelli. È l’avanguardia dell’antimafia nel cuore dell’Antistato. A guidarli c’è un giovane in polo viola, Alessandro Tocco, 37 anni, quello che ha catturato il figlio del padrino. Sono gli infiltrati, nella patria di Sandokan. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CHI È Francesco Schiavone, detto Sandokan, è il boss dei boss del clan dei Casalesi
IL 41 BIS “Sandokan” è stato arrestato nel ’90 e poi nel ’98. È sottoposto al regime del 41 bis
L’appello
Ora che ti hanno arrestato anche il primo figlio, è giunto il tempo di collaborare con la giustizia, Schiavone
L’EREDE Il figlio Nicola viene catturato il 15 giugno in un bunker a Casal di Principe, è lui il reggente del clan
Roberto Saviano autore di Gomorra
Le reazioni
Dall’America interviene il Guardasigilli. Don Ciotti: un atto che condivido, è diretto
Alfano: quell’appello è giusto lo Stato favorisce chi collabora NAPOLI — Ministri, politici, magistrati e preti. Aderiscono alle parole di Roberto Saviano. Ne apprezzano, da postazioni e sensibilità diverse, la spinta. Ne misurano il coraggio. Il procuratore antimafia di Napoli, Federico Cafiero de Raho, si dice colpito dall’appello. «È una riflessione esemplare», per il magistrato che, in qualità di pubblico ministero, venti anni fa, fu l’artefice del primo processo Sparta-
Saviano a domandarlo con raccapriccio. È una vita in fuga da se stessi, che trova il capolinea spesso nella morte violenta o nella prigione. Può accadere dunque che proprio nella privazione della libertà un uomo di mafia trovi il coraggio di far crescere dentro di sé il dubbio, la voglia di mettersi in discussione. La sua forza, la sua sensibilità possono smuovere le coscienze». Vi aderisce con «totale condivisione» anche la deputa-
IL BUNKER E I DIPINTI
Il procuratore de Raho: riflessione esemplare. L’ho distribuita a palazzo di Giustizia cus costato l’ergastolo al padrino. «Ho fatto fotocopiare il discorso di Saviano, l’ho distribuito in Procura». Gesto insolito, di un cinquantenne riservato. Ma più che l’orgoglio antimafia, lo ha spinto il sollievo di un uomo del sud. «Al di là dei detrattori di ogni scuola e interesse che si esercitano contro Saviano — spiega de Raho — questo cittadino e scrittore dimostra di essere un esempio. Sacrifica la propria libertà perché ha deciso da che parte stare e ha scelto la di-
I quadri di Nicola Schiavone, figlio di Francesco, detto Sandokan, sequestrati nel bunker di Casal di Principe. Sopra il giovane boss durante l’arresto
gnità della persona, nella speranza che la società civile lo segua con determinazione». In toni più protocollari anche il Guardasigilli, dall’America, fa arrivare la sua adesione al messaggio di deporre le armi. Il ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano, infatti, in trasferta negli Usa, ricorda infatti che «lo Stato italiano, più di altri, è dotato di quegli strumenti legislativi in grado di favorire la scelta del pentimento». Alfano aggiunge: «Non
ho ancora avuto modo di leggere l’appello di Saviano, ma tutto quello che va nella direzione di sollecitare la collaborazione leale con la giustizia sul fronte dell’antimafia è positivo». Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera,è voce e volto di coloro che combattono quotidianamente la sopraffazione del metodo mafioso, il riscatto di tante famiglie di innocenti uccisi dalle mafie. E usa parole dirette. «Quello di Roberto Saviano è un atto che condivido,
chiama per nome quel capocosca, è forte». Erano insieme, Saviano e don Ciotti, il 21 marzo del 2008, sul palco di Napoli, in piazza del Plebiscito, a pronunciare insieme il loro “basta!”. Ripeterono i nomi di tutti i morti innocenti. «Quello di Roberto si pone, per me, nel solco di altri inviti, rivolti agli uomini di mafia. Penso a quel “Convertitevi” di Giovanni Paolo II gridato nella valle dei Templi, ad Agrigento, anno 1993. Che vita è, quella dei mafiosi? Ha ragione
Luisa Bossa: le persone illuminate dicono quello che oggi lui sa gridare al mondo ta Luisa Bossa, membro della commissione antimafia. «Dobbiamo custodire questi messaggi e farcene portatori». Per dieci anni la Bossa è stata sindaco a Ercolano, comune ferito, dove i politici un tempo facevano affari e un sindaco fu ammazzato per camorra. «Gli illuminati, nella chiesa, nella politica e nel mondo intellettuale, dicono quello che oggi Saviano sa gridare». (co.sa.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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POLITICA INTERNA E SOCIETÀ
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L’auto blu per andare a comprare la coca Sicilia, l’ex assessore Cintola sospeso dall’Udc. Lui: un complotto contro di me BREVIARIO
ENRICO BELLAVIA PALERMO — Ha schivato due indagini per mafia e ne ha in corso una per corruzione, ma è per una storia di cocaina, acquistata dalla sua segretaria mentre lui era impegnato in aula che Salvatore Cintola finisce fuori dall’Udc. Deputato regionale, senatore per qualche mese, già as-
“Siamo irresponsabili. Meriteremmo di essere cacciati a calci nel sedere dagli elettori” Franco Laratta, deputato Pd © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma per il deputato regionale, detto “il nano”, l’accusa di peculato è stata archiviata sessore regionale al Bilancio, Cintola avrebbe chiesto alla segretaria Sabrina Di Blasi di rifornirlo periodicamente di droga che la donna acquistava da un suo spacciatore di fiducia, Giorgio Napolitano. Il nome del politico che si professa estraneo e grida al complotto politico per farlo fuori, emerge dall’indagine che ha portato all’ultima retata antidroga della polizia di Palermo: 28 in cella tra pusher e grossisti che rifornivano di droga la Palermo bene. Nei primi mesi del 2004, seguendo i movimenti di Napolitano gli investigatori della Narcotici registrarono le telefonate con le quali venivano commissionate le forniture di droga per il politico. Per via della sua bassa statura, Cintola veniva chiamato “il nano”, e le dosi indicate come “coperti” o “doppi cinque” o “curriculum”. A ogni richiesta di Cintola, puntualmente, Sabrina Di Blasi, chiamava Napolitano che consegnava la droga direttamente alla segreteria politica dell’assessore. In una occasione, durante la tre giorni di un estenuante dibattito d’aula, Sabrina Di Blasi sollecitò una fornitura consistente per il politico, costretto a un tour de force. «Avrà tre nottate da farsi, tre giorni e tre notti», diceva la segretaria. Qualche tempo dopo, per essere certo di trovare la dose, Cintola mandò il suo autista con 1.000 euro dalla sede del Parlamento regionale alla sua segreteria, per pagare lo spacciatore. Chiese che la droga fosse sistemata nella sua scrivania. La stessa sera l’ufficio fu perquisito e la droga sequestrata. Cintola, avvertito dalla Di Blasi, chiamò allora un suo amico avvocato per concordare la linea di difesa da seguire:
SOSPESO Il deputato siciliano dell’Udc Salvatore Cintola sospeso dal partito per uso di cocaina
«Ci sono certi momenti in cui cercano il porco per cercare il porcaro…», annunciò. Per il viaggio del suo autista su
auto blu, Cintola è stato iscritto nel registro degli indagati per peculato, la l’indagine, come ha spiegato il procuratore aggiun-
to Teresa Principato, è stata archiviata dopo una recente sentenza della Cassazione che ha ristretto gli ambiti per configura-
re il reato. Cintola resta segnalato quale assuntore di stupefacenti alla Prefettura, la segretaria invece è stata arrestata.
L’ex assessore ormai fuori dall’Udc polemizza con il segretario Lorenzo Cesa che ne ha già chiesto l’espulsione dal partito ai probiviri: «Dovrebbe essere espulso lui, mi cacciano perché non la penso come loro. La politica per me è missione, mi accorgo che è un letamaio». Assessore al Bilancio nel governo del presidente della Regione Salvatore Cuffaro, Cintola è stato indagato quale uomo di fiducia di Giovanni Brusca, addetto, tra l’altro, alla formazione del movimento politico Sicilia Libera, messo in piedi dopo le stragi del 1992 per dare rappresentanza parlamentare a Cosa nostra. Da tempo è dato in transito per il Pdl Sicilia, il partito dei berlusconiani ribelli che sostengono il governo di Raffaele Lombardo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La protesta
Tg1, contro i tagli 3 giorni di sciopero “Minzolini ci difenda”
Augusto Minzolini ROMA — Tre giorni di sciopero contro il piano industriale della Rai che «taglia gli spazi informativi». Lo ha deciso l’assemblea del Tg1 con l’auspicio «che il direttore Minzolini voglia difendere con forza gli spazi informativi del Tg1». La presa di posizione arriva dopo l’annuncio da parte della direzione generale del taglio di alcune edizioni dei tg (in particolare quello di mezza sera). E proprio il dg Mauro Masi ieri ha difeso la linea editoriale del Tg1. «Che ne pensa — ha chiesto al dg il presidente della Vigilanza Zavoli — dell’introduzione dell’effimero nella seconda parte del Tg1?». La risposta di Masi: «Il Tg1 è un telegiornale vivo, che segue i trend della società e fa contaminazione di generi, che è il futuro delle televisione».
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na selva di mani tese nel saluto fascista. Roma, 16 giugno 2010, piazza Vescovio. Davanti alla sede di Forza Nuova, un centinaio di seguaci di Roberto Fiore rendono omaggio a Stefano Cecchin, militante del Fronte della Gioventù, morto nel quartiere il 16 giugno del ‘79, pestato a sangue da ignoti e scaraventato oltre un parapetto. Le braccia scattano all’unisono verso l’alto davanti a Giorgia Meloni, ministro della Repubblica, nonché leader di Giovane Italia Pdl, destra cosiddetta moderata. Vigila sulla veglia uno schieramento imponente di carabinieri e polizia municipale che blocca il traffico. Lei, la Meloni, è in «borghese», maglietta e jeans. L’omaggio a Cecchin non c’entra. E’ l’immagine di un ministro in mezzo ai saluti nazifascisti che fa un certo effetto, legge Mancino a parte. O no?
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LE NOUVEAU PARFUM POUR HOMME
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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L’AMERICA DI OBAMA MONDO
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IL DISASTRO Il guanto di un ricercatore annerito dal petrolio e il salvataggio di un pellicano
Obama convince la Bp “Fondo da 20 miliardi per la marea nera” La Casa Bianca: puntare sull’energia pulita
LA TRATTATIVA Barack Obama ha convinto il presidente di Bp, Carl Henric Svanberg, a finanziare un indennizzo
DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO NEW YORK — Il capo dei cattivi si scusa in diretta tv e l’America vede in faccia questo compito signore svedese, Carl Henric Svanberg, presidente di Bp, che non parla l’inglese con l’accento antipaticamente inglese di Tony Hayward, il Ceo che in quasi sessanta giorni non è stato capace di chiudere quel pozzo maledetto. Il capo dei cattivi va alla Casa Bianca per incontrare Barack Obama e all’indomani del suo discorso alla nazione il presidente incassa finalmente un colpo: la compagnia petrolifera inglese affiderà venti miliardi di dollari a un fondo indipendente per ripa-
Il presidente del gruppo inglese si scusa per il disastro. Nel 2010 niente dividendi gare i danni del Golfo. Non solo: Obama il moralizzatore costringe sempre Mr. Svanberg ad annunciare dalla Casa Bianca che la Bp, per quest’anno, non distribuirà i dividendi. Tutto bene? Magari. L’ha detto lo stesso presidente che questo non è un uragano che devasta e passa. Il petrolio che sgorga da 58 giorni nell’Oceano è una «epidemia», e i suoi effetti dureranno mesi e anni. È una «guerra», l’ennesimo fronte che la sua America si trova a combattere e i cui costi sono inimmaginabili. Il fondo da 20 miliardi annunciato dal presidente dopo l’incontro — definito con understatement «costruttivo» — è soltanto un
Il caso
primo passo. La cifra era stata quella ipotizzata da alcuni parlamentari democratici ed è il doppio di quei dividendi sospesi dalla Bp. «Ma non è un tetto», ha precisato il presidente. Fino a quando e quanto dovrà, ma soprattutto potrà ancora pagare la Bp? C’è chi si spinge a ipotizzare quota 60 miliardi. Ma la questione è già un caso internazionale, con il premier inglese David Cameron che avverte: giusto che Bp paghi, ma non per quello che non ha fatto. Riferimento mica tanto nascosto alla promessa obamiana di riportare le coste del Messico allo splendore addirittura precedente a Katrina. In che modo? Questo è un altro rebus. Una commissione governativa ha stimato in 60mila barili al giorno la perdita: quando tutto cominciò Bp parlava appena di 5 mila barili. Obama ha detto che presto il 90 per cento del flusso sarà recuperato. Ma martedì Bp ha raccol-
Il personaggio
George Clooney fra i guru della politica estera “Premiato per il suo impegno per il Darfur” NEW YORK — George Clooney aggiunge una voce al suo curriculum: membro a vita del Council on foreign relations. L’attore premio oscar ha accettato di aderire al gruppo di esperti di politica estera degli Stati Uniti, di cui fanno parte anche l’ex segretario di stato Colin Powell, Condoleezza Rice e Madeleine Albright. Clooney che negli ultimi anni ha instancabilmente richiamato l’attenzione sulle atrocità in Darfur e ha fondato l’associazione per i diritti umani “Not on our watch” con gli amici Brad Pitt, Matt Damon e Don Cheadle, ha detto al New York Post di essere onorato. E di non vedere l’ora di partecipare ai lavori e ai programmi del Council of foreign relations. Clooney è stato nominato al consiglio dall’editorialista del New York Times Nicholas Kristof e dalla presentatrice televisiva Charlie Rose.
George Clooney
to appena 10 mila barili, la metà del solito. Ieri i tecnici hanno annunciato di avere cominciato le operazioni di recupero con un altro, ennesimo “cappuccio”, che porta il petrolio raccolto sulla nave Q4000: ma bisognerà vedere nelle prossime ore come e quanto funzionerà. «Chiedo scusa al popolo americano. Questo è un disastro che non sarebbe dovuto succedere mai», ha detto il presidente di Bp: ma la compagnia dovrà spiegare ora al Congresso perché non ha fatto nulla per fermare quel disastro annunciato, visto che i suoi stessi tecnici definivano quel pozzo «un incubo». Svanberg dice ancora che «le parole non sono sufficienti»: ma allora non si capisce perché la stessa Bp ha speso milioni di dollari per quello spot di scuse con il Ceo Hayward criticato dallo stesso Obama. Ci si può fidare? Obama dice che «privatamente» ha fatto capire al presidente
L’Iran annuncia un nuovo reattore e minaccia ritorsioni per la sanzioni. Usa, Geithner allunga la “lista nera”
di Bp che questa tragedia per la gente del Golfo non è soltanto una questione di dollari e indennizzi: fatelo capire ai vostri azionisti. Svanberg ha risposto che il presidente è preoccupato perché lui ha a cuore the small people, la povera gente. «E anche noi abbiamo a cuore l’interesse della povera gente. Sento a volte dire che le compagnie petrolifere sono avide: non è il nostro caso». Per carità. Tant’è che nell’accordo si prevede che il fondo da 20 miliardi venga amministrato indipendentemente da Bp e governo. L’uomo che lo farà sarà Kenneth Feinberg: che è sì l’avvocato che ha gestito gli indennizzi di Ground Zero, ma è anche lo Zar messo da Obama a guardia dei bonus dei manager di quelle banche che avevano avuto prestiti dalla stato per riprendersi dalla recessione. E la rivoluzione annunciata ieri? Il Congresso per la verità ha accolto con freddezza (e il Wall Street Journal in un editoriale ha bocciato) l’invito del presidente a guardare «oltre i limiti meschini del pensiero convenzionale» e finalmente consegnare a figli e nipoti il mondo nuovo della rivoluzione energetica. La discussione su quella legge che dovrebbe rilanciare le energie alternative e diminuire la dipendenza dall’oro nero avanza a stento. E comunque molto, molto più lentamente del petrolio che continua a sgorgare nel Golfo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REPUBBLICA.IT Speciale multimediale sulla marea nera con il discorso di Obama
Kirghizistan
Ahmadinejad: “Puniremo l’Occidente” TEHERAN — L’Iran non accetta imposizioni esterne e, anzi, sul nucleare rilancia: il nuovo reattore di cui Teheran aveva annunciato la costruzione sarà un impianto “di ricerca”, quattro volte più potente dell’attuale. Arricchirà l’uranio al 20 per cento: servirà solo, garantisce Ali Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione nazionale per l’energia atomica, a produrre radioisotopi per la confezione di farmaci contro il cancro. E se l’Occidente non si fida, e pensa invece alla ricerca di armamenti atomici, peggio per lui. Sul nucleare non si discute. Mahmud Ahmadinejad ha detto in un discorso tv che l’Iran non esclude di tornare al negoziato, ma prima dovrà
«punire e far pentire» l’Occidente. «Vogliamo punirvi e poi tornare al tavolo delle trattative, e le nostre condizioni saranno rese note presto», ha annunciato il presidente, rivolgendosi direttamente ai paesi occidentali: «È un gioco politico. Voi lo avete cominciato e ora tocca a noi. La nazione iraniana agirà in modo che il nemico si penta». Non è una minaccia da prendere alla leggera: a chiarire quali saranno le prime misure ci ha pensato Ali Larijani, presidente del Majlis, il Parlamento di Teheran. In rappresaglia contro la richiesta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, che ha autorizzato l’ispezione di navi iraniane nei
Mahmoud Ahmadinejad
porti e in mare per controllare eventuali traffico di materiali utilizzabili per il programma nucleare e missilistico, l’Iran è pronto alla reciprocità. «Se ispezioneranno le nostre navi, devono sapere che faremo lo stesso con le loro nel Golfo Persico e nel Golfo di Oman», ha detto Larijani. Dell’offensiva diplomatica fa parte anche un’ennesima scaramuccia verbale: il ministro degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore britannico per esprimere «critiche severe» su quello che Teheran chiama «l’appoggio occidentale al terrorismo». Nel mirino c’è il presunto sostegno ai dissidenti esiliati del gruppo Mujahiddin Khalq, formazio-
ne accusata di aver progettato attentati a Teheran. Ma nel braccio di ferro non mancano le pressioni da parte occidentale: ieri sera alla Casa Bianca il ministro del Tesoro Usa, Timothy Geithner, e il sottosegretario Stuart Levey, che ha la delega su terrorismo e intelligence finanziaria, hanno presentato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la repubblica islamica: ne fa parte il congelamento dei beni ad altre persone fisiche o di società iraniane, in altre parole un allargamento della “lista nera” di Washington. Il ministro Geithner ha anche aggiunto che si aspetta «azioni simili dagli altri governi, per mettere pressione economica sull’Iran».
L’inferno dei rifugiati, bimbi seviziati ANDIJAN — Il 90% delle migliaia di rifugiati fuggiti dagli scontri nel sud del Kirghizistan sono bambini, donne e anziani. Lo denuncia l’Unicef. Alta la tensione dopo i violenti scontri che hanno causato almeno 179 morti. Oltre alla devastazione delle città, la Croce Rossa ha segnalato stupri e aggressioni nella località di Osh.
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MONDO
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Sondaggi, il crollo di Angela Merkel E per risparmiare la Germania vuole dimezzare i lander e varare il federalismo “low cost” DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI
europei è normale che un governo non sia certo di arrivare a fine legislatura. Nella Repubblica federale no: la stabilità politica è un valore costitutivo della democrazia dalla sua nascita nel 1949 a Bonn. Ma la vo-
BERLINO — “Angie” non piace più. Era già successo a Helmut Schmidt, a Helmut Kohl, a Gerhard Schroeder, adesso è la volta di Angela Merkel. La cancelliera, che da anni aveva da Forbes il rating di donna più SCHLESWIGpotente del mondo, e fino a poHOLSTEIN chi mesi fa era il capo del goMECLEMBURGO verno tedesco più popolare del POMERANIA Amburgo dopoguerra, crolla negli umori BREMA BRANDEBURGO del paese ai minimi stoBASSA rici da quando è arrivaSASSONIA Berlino ta al potere, nel 2005. NORD—RENO SASSONIA WESTFALIA Quasi 9 tedeschi su ANHALT Bonn dieci la bocciano, quasi metà degli eletSASSONIA ASSIA TURINGIA tori vorrebbe elezioni Dresda RENANIA anticipate. E in con- PALATINATO temporanea prende corpo in Germania il SAAR grande progetto di riforma del federaliBADENBAVIERA smo: mantenerne i WÜERTTENBERG valori costitutivi di Monaco democrazia decentrata ma renderlo più
Quasi 9 cittadini su dieci la bocciano e la metà degli elettori vorrebbe il voto anticipato efficiente e meno dispendioso. Un “federalismo low cost”, senza però abolire il principio costituzionale di solidarietà secondo cui i Bundeslaender (Stati) più ricchi devolvono parte delle entrate tributarie a quelli più poveri. La crisi d’immagine, di credibilità e di potere di Angela Merkel è grave, brutale. La cogli ogni giorno nei discorsi nella gente, la vedi fotografata dai sondaggi più autorevoli, quelli commissionati dalle insospettabili e indipendenti tv e radio pubbliche. Oltre l’86 per cento degli elettori sono totalmente insoddisfatti dell’operato del nuovo governo, cioè la coalizione di centrodestra (la CduCsu della cancelliera e i liberali, Fdp, del vicecancelliere Guido Westerwelle) promosso dalle elezioni di settembre. 47 tedeschi su cento vorrebbero elezioni anticipate. E un quinto auspica le dimissioni di Angela Merkel. Sindrome d’instabilità, o sindrome da Italia dei vecchi tempi, a Berlino. Per altri paesi
90%
47%
SCONTENTI
ALLE URNE
Nei sondaggi emerge che nove tedeschi su dieci sono insoddisfatti del governo
Il 47% dei tedeschi vuole nuove urne, il 24% auspica la “Grosse Koalition”
glia di nuove maggioranze, e di tornare a votare, si diffonde. E la certezza del governo di restare in sella per tutto il quadriennio legislativo si assottiglia a livelli d’allarme. Troppe liti nel governo tra
democristiani e liberali, troppe esitazioni e temporeggiamenti di Frau Merkel sui grandi temi — quattro mesi prima di decidere se salvare la Grecia o no, e quindi come salvare l’euro — una manovra economica con-
dannata come socialmente ingiusta dalle opposizioni e come “strangola ripresa” dagli industriali. E infine troppe esitazioni e rinvii. Se il 30 giugno alle elezioni presidenziali il candidato del centrodestra (il
IN CRISI La cancelliera tedesca Angela Merkel paga la litigiosità della coalizione
governatore della Bassa Sassonia, Christian Wulff) sarà sconfitto dallo sfidante proposto da Spd e Verdi (il pastore protestante ed ex dissidente dell’est Joachim Gauck), il segnale potrà essere fatale per la sopravvivenza della leadership nella prima potenza europea. Su questo sfondo, parte il dibattito sulla riforma del federalismo. È un’elaborazione bipartisan, cui lavora uno speciale gruppo parlamentare. Il progetto è stato presentato dal socialdemocratico Garrelt Duin, ma è discusso e in fase di perfezionamento con consultazioni tra quasi tutti i partiti: Spd e Verdi (opposizione), ma anche la Cdu della Merkel, la Csu bavarese, i liberali. L’idea è radicale, come è ovvio in tempi di drastici tagli alla spesa pubblica. I legislatori tedeschi propongono di dimezzare il numero dei Bunde-
Resta il dovere dei Bundeslander ricchi di devolvere parte delle loro entrate tributarie
Il caso
Pedofilia, un terzo delle denunce contro i preti tedeschi BERLINO — Uno su tre dei bambini e minorenni violentati in Germania è stato vittima dell’abuso in un ambiente della Chiesa, soprattutto quella cattolica. Lo afferma l’esponente politica incaricata dal governo federale di indagare sul dramma delle violenze pedofile, Christine Bergmann. Nel paese natale del Papa, dunque, lo scandalo degli stupri, violenze e percosse contro i minorenni nelle istituzioni ecclesiastiche cattoliche continua ad aggravarsi. Negli ultimi due mesi e mezzo, ha spiegato l’ex ministra socialdemocratica, sono pervenute alle autorità più di mille denunce di abusi. In 90 casi su cento, le vittime sono state abusate più di una volta. Non si tratta solo di episodi avvenuti decine di anni fa, sebbene l’età media delle vittime sia di 50 anni. La persona più giovane che ha chiamato il telefono amico dell’istituzione inquirente guidata da Christine Bergmann ha 17 anni, la più anziana 79. Un terzo delle violenze denunciate dalle vittime è av-
L’ex vescovo Mixa annuncia un ricorso al Vaticano per ottenere la riabilitazione
venuto nell’ambito familiare o tra amici, un terzo in istituti non ecclesiastici, un terzo (infine ma non ultimo) negli ambienti delle Chiese, soprattutto della Chiesa cattolica. «Misura e pesantezza degli abusi sessuali sui bambini sono sconvolgenti», ha detto la Bergmann, continuando: «La tolleranza nei confronti degli autori dei reati non può più avere la precedenza sull’aiuto alle vittime». Si aggrava, intanto, anche lo scontro tra l’ex vescovo di Augusta Walter Mixa e la gerarchia cattolica tedesca. Mixa, che fu inviato a lasciare l’incarico dalla Conferenza episcopale tedesca con l’accordo di Roma, ha annunciato un ricorso al Vaticano per ottenere la riabilitazione, e ha precisato di avere in programma un incontro con Papa Benedetto XVI. «Sto valutando attentamente l’idea di sporgere ricorso», ha detto Mixa al quotidiano Die Welt. (a. t.)
L’ex vescovo Walter Mixa
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slaender, che sono attualmente sedici, o di ridurlo anche a meno della metà. «Così tra l’altro si potranno realizzare robusti risparmi», afferma Duin. Accorpare gli Stati può essere la chance per salvare il federalismo riducendone i costi, afferma a Die Welt il democristiano (Cdu) Thomas Bareiss. Per farlo sarà necessario consultare gli elettori, e introdurre una riforma del Grundgesetz, la Costituzione democratica postbellica. Ma l’atmosfera è di collaborazione. Accorpare Bundeslaender piccoli tra di loro, o far assorbire i piccoli dai grandi, è una prima idea. Ma la priorità di tutti resta la salvezza di un principio costitutivo del federalismo made in Germany: la solidarietà tra Stati ricchi e poveri. Costituzionalmente si chiama “Finanzausgleich”. Vuol dire che i più ricchi, come Baviera o Baden-Wuerttemberg, devolvono parte delle loro entrate a un fondo cui i più poveri (tre dei cinque Stati dell’ex Ddr, Brema e la Saar) attingono. Prima e dopo la riforma, il federalismo tedesco resterà immune da egoismi leghisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’allarme
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI PARIGI — Apocalisse, diluvio, cataclisma: i superlativi dei testimoni si accumulano per descrivere la violenza delle inondazioni che hanno colpito il dipartimento provenzale del Var: diciannove morti, una decina di persone ancora disperse ieri sera, quasi ventiquattr’ore dopo i violenti nubifragi che hanno investito la zona. In ventiquattr’ore sono caduti 350 millimetri di pioggia, che normalmente rappresentano, da quelle parti, sei mesi di maltempo. E’ una cifra che basta da sola a illustrare la catastrofe vissuta dagli abitanti. Il brusco aumento del livello delle acque non ha la-
Il maggior numero di vittime a Draguignan a una cinquantina di chilometri da Saint-Tropez
Pioggia e inondazioni in Francia almeno 19 morti e dieci dispersi sciato scampo a molti sventurati, annegati nelle loro auto o in casa, travolti dall’acqua e dal fango trasportati da ruscelli trasformati in fiumi tempestosi. Il maggior numero di vittime, dieci, è stato segnalato a Draguignan, quasi 40 mila abitanti, una località dell’interno a una cinquantina di chilometri da Saint-Tropez. I soccorritori, duemila in tutta la regione, hanno dovuto evacuare anche i detenuti e il personale del carcere, reso inagibile dalle inondazioni. Le altre vittime sono state ri-
L’inondazione a Draguignan, nel sudest francese
trovate in diversi centri del Var, dove nessuno ricorda un’alluvione di queste proporzioni. Tutti i collegamenti nella zona sono difficili: l’aeroporto di Tolone è stato riaperto, ma la linea ferroviaria tra Nizza e Tolone è paralizzata e sarà riaperta, se tutto va bene, solo domani mattina. Anche una parte dell’autostrada che collega le due città è stata chiusa al traffico. Il ministro dell’Interno, Brice Hortefeux, ha sorvolato la zona del disastro e annunciato lo sblocco immediato di un milio-
ne di euro per gli interventi più urgenti. Il ministro ha anche avvertito che il numero delle vittime potrebbe salire ancora. I primi soccorritori, hanno spiegato in prefettura, hanno trovato «il centro di Draguignan devastato, con le carcasse delle auto per via, strade sprofondate, case sventrate, danni alle infrastrutture». A Trans-en-Provence l’acqua è salita fino a 2,70 metri. Almeno centomila case erano ancora senza elettricità nel tardo pomeriggio di ieri. Nicolas Sarkozy ha espresso la sua «viva emozione» per la seconda tragedia di quest’anno dopo la tempesta di febbraio sulla costa atlantica, costata la vita a 53 persone. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ATTUALITÀ
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LO SPOT AZZURRO Nell’ultimo spot della Nutella, Claudio Silvestri, cuoco della Nazionale, spiega: “Al mattino non ho dubbi. Frutta, latte, pane e Nutella”. E’ l’alimentazione “più giusta ed equilibrata”
“Troppi grassi, niente spot salutisti” Eurolandia mette in crisi la Nutella In arrivo norma Ue che limita la pubblicità dei prodotti ipercalorici LUISA GRION ROMA — Bruxelles dichiara guerra a chi mangia dolci e cioccolato ed è convinto di fare bene. E le industrie dolciarie, Ferrero in testa, lanciano l’allarme: «così scompariremo» Di fatto, in base alle leggi in discussione mangiare pane e Nutella e credersi campioni della Nazionale di calcio, potrebbe essere - oltre che un’illusione - anche un atto «fuorilegge». Lo stabilisce una normativa Ue che regola l’intricato mondo delle etichette dei prodotti alimentari - quelle dei dolci in particolari - e che da ieri è diventata un po’ più restrittiva. Il fatto è questo: già oggi la legge prevede che sul prodotto compaia un’etichetta che elenchi gli ingredienti utilizzati e le quantità di zuccheri, grassi e sali introdotti. I cosiddetti «profili nutrizionali». Le norme stabiliscono anche che se zuccheri, grassi e sali su-
Le citazioni
clim pubblicitari (le promesse fatte al consumatore) ora trasmessi saranno fuori legge. Un clamoroso esempio è quello della campagna in corso sulla
Nutella, dove il cuoco della Nazionale di calcio, racconta come i campioni ne facciano uso per via della colazione equilibrata e sana che garantisce. Ecco, in ba-
se alla normativa, lo spot della crema di cioccolato come di qualsiasi altro dolce, non potrebbe contenere alcun messaggio positivo, alcun riferimento
LA PASSIONE È LA FORZA. LA TECNOLOGIA È AUTONOMY. LA CANZONE Giorgio Gaber usò il nome della crema della Ferrero nella sua canzone DestraSinistra: “Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra”
L’azienda di Alba: così rischiano di saltare le campagne di tutti i dolci confezionati
IL FILM Ormai celebre la scena del film Bianca, girato nel 1984, in cui Nanni Moretti fa colazione davanti ad un enorme vaso di Nutella
perano un determinato limite (ma i regolamenti non li hanno ancora fissati) la casa produttrice non può introdurre, nei suoi spot e nelle pubblicità, elementi «distorsivi» sulla bontà del prodotto. Sul caso, da mesi, si scontrano le associazioni dei consumatori e le aziende produttrici, che ieri hanno incassato un duro colpo. Per un soffio, infatti, al Parlamento europeo non è passato un emendamento che aboliva il divieto di pubblicità positiva perché - supponeva il testo una volta resi noti ingredienti e componenti il consumatore da solo può rendersi conto se quel prodotto è sano o no. Bocciato l’emendamento, se la norma sarà confermata negli ulteriori passaggi, molti spot e
Fabrizio Macchi - campione paralimpico di ciclismo.
A u t o n o m y .
L i f e
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m o t i o n .
IL LIBRO Nutella Nutellae è il titolo di un libro del 1995 di Riccardo Cassini, attualmente autore di Fiorello, dove vengono riviste parti di celebri opere in “chiave Nutella”
all’energia garantita o alle buone nocciole utilizzate. La Ferrero, azienda leader del settore, lancia l’allarme. «Questa normativa rischia di mettere in ginocchio l’intera industria, grande e piccola - afferma Francesco Paolo Fulci, vicepresidente del gruppo - si comincia così e si finisce per indurre il consumatore a pensare che vi sono prodotti buoni e cattivi. Il prossimo passo sarà quello di trattare la Nutella come le sigarette e di obbligarci a incollare sul vasetto un’etichetta che dice “Attenzione, questo prodotto vi rende obesi”». Non solo, in base ai profili nutrizionali di cui si parla, secondo l’azienda sarebbero fuori legge le pubblicità di tutti i prodotti dolciari. Secondo le norme in discussione, dicono
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alla Ferrero, si potranno pubblicizzare solo prodotti in cui «su 100 grammi, non vi sia un eccesso di 10 grammi di zucchero, 4 grammi di grasso e 2 milligrammi di sale», ma tutti - o quasi - i dolci confezionato superano tali indicazioni. «E’ un atteggiamento da burocrati - dice Fulci un attentato alle tradizioni dolciarie italiane, ma abbiamo perso una battaglia, non la guerra». Ed è una guerra quella che infatti si sta combattendo a Bruxelles, persa la tappa sulle pubblicità, le industrie dolciarie sono riuscite a stoppare - per il momento - la norma che prevedeva una etichetta «a semaforo», dove i prodotti con troppi grassi e zuccheri venivano marchiati con tabelle in rosso. Al fianco delle imprese si sono schierati parlamentari di destra e di sinistra, preoccupati che una simile normativa possa danneggiare prodotti tipici del «made in Italy». A votare contro a favore dell’etichetta a semaforo sarebbero stati solo Iva Zanicchi del Pdl, Leonardo Domenici del Pd e Sonia Alfano dell’Italia dei valori. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACA
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Tumore al seno, la nuova frontiera un farmaco che non fa cadere i capelli
Le novità RADIO La procedura IART: cioè radioterapia praticata con una semplice un’iniezione
Ieo di Milano, così la malattia fa sempre meno paura CINZIA SASSO MILANO — «Forza e coraggio, che il cancro è di passaggio». Non fosse di un bambino di sei anni, che lo dice alla madre appena operata di tumore al seno, potrebbe essere questo il nuovo slogan dell’IEO di Umberto Veronesi, che ieri per il terzo anno ha riunito quasi mille donne curate dall’Istituto Europeo di Oncologia. Una malattia che la diagnosi precoce ha reso ormai curabile nell’80 per cento dei casi e che concentra oggi la ricerca su un nuovo, più avanzato fronte: quello che ha a che fare con qualità della vita e con la psicologia di chi si am-
mala. Sono tre le novità che cambieranno ancora l’approccio al tumore e che lo renderà una malattia sempre meno temibile: la Hifu, una macchina che arriva dalla Cina e che consente di curare il nodulo con i neuroni, evitando il ricorso alla chirurgia; la IART, una procedura che consente di praticare la radioterapia, invece che con sedute quotidiane di uno o due mesi, con un’iniezione di biotina che trasporta una carica radioattiva sul nucleo peritumorale già trattato in fase operatoria con molecole di avidina (una tecnica rivoluzionaria, messa a punto da Giovanni Paganelli, direttore della me-
CHEMIO
dicina nucleare dell’istituto); il Caelyx, un farmaco chemioterapico già utilizzato per tumori in fase avanzata, che non dà come effetto collaterale la perdita dei capelli. Sono i capelli rossi, lunghi e fluenti di Elena Daverio, moglie di Philippe, fresca reduce da un intervento, la prova dei benefici del Caelyx. Perché, come dice Veronesi, “il cancro al seno non solo non deve più essere un big killer ma nemmeno un nemico della femminilità». Dalla Società Scientifica Americana, intanto, arriva la notizia della candidatura del professore al Nobel per la medicina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un nuovo farmaco chemioterapico non fa cadere i capelli
L’HIFU
L’incontro con il professor Umberto Veronesi
È una macchina cinese per curare il tumore senza intervento
IL DIRITTO DI DIFENDERE L’ARMONIA DEL CORPO UMBERTO VERONESI UARIRE la mente rispettando l’armonia del corpo: la ricerca contro il cancro del seno oggi ha un nuovo obiettivo, che sta cambiando il modo di curare questa malattia oggi e potrebbe cambiare le cure per le altre forme di tumore domani. Per guarire non basta togliere il tumore dal seno, bisogna toglierlo anche dalla mente. Ma chi segue questo nuovo percorso di guarigione? Chi ascolta le donne fuori dal letto d’ospedale? Per questo ho voluto sperimentare, all’Istitu-
G
to Europeo di Oncologia, un evento unico in Italia: un incontro dedicato alle donne che hanno avuto un tumore al seno, per capire come hanno vissuto le terapie e soprattutto “il dopo”, e far capire che il ruolo del medico non si limita, non dovrebbe, al perimetro dell’ospedale. Le storie delle mille donne presenti ci hanno confermato quanto conta la percezione della malattia. Lo sappiamo: il male modifica la sua forza dirompente sull’organismo a seconda di come viene mentalmente vissuto da chi ne è colpito. Ma per
il tumore del seno c’è qualcosa di più. Il seno racchiude in sé parte dell’essenza di una donna: la sensualità, la maternità, l’istinto protettivo che si trasmette stringendo al petto qualcuno che si ama. Un cancro è un tradimento. Non pare possibile che quel seno che durante l’adolescenza si guarda con impazienza aspettando che sbocci, quello stesso seno che incanta gli uomini e nutre i figli, diventi uno strumento di distruzione, dall’interno, della propria salute e della propria immagine.
La cura deve ricomporre l’armonia, cancellando il tradimento e riconciliando la donna con il proprio corpo. In realtà la parola “seno” non indica un organo, ma l’incavo fra le due mammelle. Non è dunque un caso che, in molte lingue, sia proprio quell’affossamento fra due curve a dare un nome al simbolo della femminilità. Per questo togliere chirurgicamente una mammella o entrambe vuol dire distruggere l’armonia perfetta del corpo femminile, e dunque per evitarlo va fatto tutto ciò che è razio-
nalmente concepibile. La ricerca va spinta ancora di più verso il rispetto dell’integrità e dell’armonia corporea, anche nella radioterapia e nella chemioterapia, che non deve essere uno spettro peggiore della malattia. Allo Ieo stiamo studiando forme radioterapiche che non comportino due mesi stressanti di sedute dopo l’operazione e farmaci che non facciano cadere i capelli. Dare importanza all’immagine del corpo non significa sminuire la mente, anzi. La mente femminile è forte. La donna ha una grande capacità
di affrontare il dolore e di farne addirittura uno strumento di crescita personale. Ma non tutte le donne sono nella situazione di poter attingere a questa potenzialità e dunque il coraggio femminile non deve essere un alibi per la medicina. Il rapporto medico-paziente va innovato in senso empatico. Curare non significa solo trattare scientificamente una patologia, ma avere cura di una persona, condividere la rabbia, la gioia, l’angoscia, la paura. E la speranza, soprattutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CRONACA ■ 19
Stuprata in albergo dal portiere di notte Roma, vittima una studentessa americana di 21 anni. L’uomo, 54 anni, in manette MASSIMO LUGLI ROMA — Stuprata dal portiere di notte di un albergo dei Parioli. La vittima è una ragazza americana di 21 anni arrivata nella capitale pochi giorni prima con una sessantina di studenti di un college del Nevada. Il violentatore, Lucio Di Giacomo, 54 anni, un uomo magro, piccolo e calvo dalla fedina penale immacolata, è stato arrestato poche ore dopo la denuncia. Davanti agli agenti di Carmine Belfiore, dirigente del commissariato Viminale, Di Giacomo ha fatto scena muta: neanche una parola. L’uomo è stato immediatamente licenziato dalla direzione dell'Hermitage di via Vajna, vicino piazzale delle Muse. Il sindaco Gianni Alemanno, all’inizio, aveva chiesto la revoca della licenza per l’albergo ma, in seguito, ha definito il comporta-
Alemanno chiede la revoca della licenza per l’hotel poi ci ripensa. Licenziato il dipendente mento dei titolari ineccepibile. La proprietaria dell’Hermitage e della catena di cui fa parte, tra l’altro, è la moglie del vicecapo di gabinetto del sindaco, il vicequestore Tommaso Profeta. E’ accaduto nella notte tra domenica e lunedì. La ragazza, che chiameremo Jane, era andata a fare un giro per locali notturni assieme ad alcuni compagni ed è tornata in albergo verso le 4. «Ero ubriaca perché non sono abituata a bere - ha raccontato allo psicologo della polizia - abbiamo cercato un Internet Point per scrivere una mail a casa ma non ce n’erano allora abbiamo deciso di collegarci dalle postazioni dell’albergo. Io ero l’ultima della fila. Quando sono rimasta sola quell’uomo mi si è avvicinato, ha cominciato a toccarmi e a baciarmi e poi mi ha portato in una stanza vuota al quinto piano. Ero troppo stordita dall’alcol per reagire». La ventunenne è stata brutalizzata una prima volta nella camera, poi il portiere l’ha fatta rivestire e l’ha trascinata in un ripostiglio, al piano terra. Qui Jane ha dovuto subire un secondo stupro. Alcuni clienti sono rientrati poco dopo e il portiere è stato costretto a tornare alla reception. Jane ne ha approfittato per trascinarsi fino alla stanza che divideva con un’amica e si è addormentata di schianto. Alle 16 di lunedì si è svegliata ed è stata assa-
In edicola
CAMILLERI & LUCARELLI Domani in edicola con il Venerdì di Repubblica il primo romanzo a quattro mani dei due giallisti
lita dai terribili ricordi della notte precedente. La prima reazione è stata quella di chiamare casa, poi i genitori si sono messi in contatto con uno degli accompagnatori del gruppo, uno scozzese residente in Italia e con l’ambascia-
ta. Nel tardo pomeriggio Jane è stata accompagnata al Policlinico. Qualche ora dopo, la polizia è arrivata davanti alla villa dell’Infernetto, sorvegliata da ben sette alani, dove Lucio Di Giacomo
abita con la sua compagna. Alla vista degli agenti l’uomo si è chiuso in casa e si è arreso solo dopo una lunga trattativa al telefono. «Non ci posso credere, Lucio lavora con noi da 9 anni - dice il
direttore dell’Hermitage, Jacopo Otalli - se è stato lui, è giusto che paghi. Non sapevo nulla di questa storia, mi avevano detto che era in ferie. Nessuno aveva notato atteggiamenti strani, era solo un po’ scorbutico... Dal turno di
pomeriggio era stato spostato a quello di notte per punizione, aveva sbagliato alcune procedure amministrative». Nell’albergo, tra l’altro alloggiano una ventina di ausiliari della polizia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La sentenza/1
La sentenza/2
Condannato il maniaco dei garage violentò 3 donne, 17 anni a Bianchini
Aggredirono coppia di Guidonia pena confermata per il branco romeno
MARIA ELENA VINCENZI ROMA — Diciassette anni a Luca Bianchini, lo stupratore seriale di Roma. Il maniaco dei garage. Due in più di quanto richiesto dalla pubblica accusa. E la sua vittima, l’unica presente in aula, che scoppia in lacrime e ringrazia l’avvocato, il magistrato e gli investigatori. Questa la condanna della VII sezione penale del tribunale di Roma per l’attivista del Pd arrestato nel luglio dello scorso anno con l’accusa di aver stuprato tre donne, due nella zona dell’Ardeatino, una nel quartiere Bufalotta. Quando il presidente della corte, Aldo Scivicco, ha pronunciato quel numero, lui, Luca Bianchini, è rimasto immobile. Non un cenno, non una parola. Ha subito lasciato l’aula senza nemmeno sentire il padre che, qualche metro più in là, gli diceva: «Ciao, Luca». Il ragioniere 34enne dovrà risarcire le sue vittime di 150mila euro e il Comune di Roma, che si era costituito parte civile, di 60mila. Una somma che non potrà mai sanare il dolore ma che, secondo Teresa Manente, legale di due delle vittime, è una «con-
Delitto di Cogne
La Franzoni: il premier mandò un fax a Taormina TORINO — Fu Berlusconi a invitare l’avvocato Carlo Taormina, allora difensore di Anna Maria Franzoni, a fare il nome del «vero assassino» di Cogne. L’ha detto ieri la donna, condannata per l’uccisione del figlio Samuele. «Mi dissero che gli aveva mandato un fax» ha spiegato al processo in cui è imputata per calunnia nei confronti di un vicino di casa, Ulisse Guichardaz, da lei indicato nel 2004 come il più plausibile dei potenziali assassini. Franzoni ha ribadito tra le lacrime la sua innocenza e ha detto che Taormina le aveva assicurato «l’assoluzione all’80%».
quista importante». Così come lo è una «sentenza — ha chiarito — che riconosce la gravità della violenza sessuale quale delitto che annienta la persona, inferiore solo all’omicidio». Sono invece decisi ad impugnare la decisione i legali di Bianchini, convinti che la corte non abbia preso in considerazione richieste importanti della difesa, quali, hanno spiegato, «la perizia psichiatrica, la ripetizione dell’esame del dna, gli accertamenti sui tabulati telefonici per verificare luoghi e orari in cui si trovava il nostro assistito mentre venivano compiuti gli abusi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Elisabetta Bonifacio ved. Degni si è spenta serenamente a 96 anni. Ne danno triste annuncio la figlia Mirella con il marito Ernesto e i nipoti Paola, Antonio e Francesco ed il figlio Francesco con il nipote Pierluca. La funzione funebre si terrà il 17 giugno alle ore 11 presso la chiesa dei SS. Angeli Custodi a piazza Sempione. Roma, 17 giugno 2010 Sarai sempre con me, nonna
Elisa tuo nipote Francesco. Roma, 17 giugno 2010 La Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil annuncia con profondo dolore la scomparsa di
Salvo Merlo Segretario Nazionale FLC CGIL Giovane e impegnato Dirigente del Settore della Ricerca. Tutti i compagni ed i colleghi di lavoro sono vicini alla moglie, alle figlie e alla famiglia in questo momento di crudele distacco. Roma, 17 giugno 2010 L’Associazione Donne e Scienza annuncia con dolore la scomparsa di
Margherita Plassa amica e compagna nel nostro cammino. Roma, 17 giugno 2010 17/06/2009
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ANNIVERSARIO Da un anno il cuore generoso di
Fernanda Campanini Mezzetti si è spento privandoci per sempre del suo sorriso rassicurante. La ricordiamo oggi con immutato affetto. Mauro, Maria Grazia, Maria Stella ed i nipoti tutti. Roma, 17 giugno 2010 Il Presidente e i Consiglieri del Consiglio Nazionale Forense partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa dell’ Avv.
Giorgio Schiavoni ricordandone le qualità morali, intellettuali e professionali. Milano, 17 giugno 2010
L’IMPIEGATO
I ROMENI
Bianchini, ex impiegato dell’azienda di trasporti di Roma, condannato a 17 anni per stupro
Confermata la condanna per Mirel Huma, Cristian Coada, Ciprian e Lucian Trinca
Guido Alpa, commosso, è vicino alla famiglia nel dolore per la scomparsa dell’ Avv.
Giorgio Schiavoni ricordandone la splendida figura morale, intellettuale e professionale. Milano, 17 giugno 2010 Il giorno 15 giugno 2010 si è serenamente spento il Prof. Dott.
Luciano Berti ex soprintendente alle Belle Arti di Firenze Ne danno il triste annuncio la sorella Lella Berti con i figli Giuliano e Giovanni. La salma è esposta da questa mattina per un estremo saluto nella cappella dei Pittori presso la Basilica della Santissima Annunziata. Le esequie avranno luogo venerdì 18 giugno alle ore 11.00 presso la Basilica della Santissima Annunziata. Firenze, 17 giugno 2010 OFISA - Viale Milton 89 - Firenze Tel. 055/489802
Gabriele e Barbara Ghisu partecipano al dolore della nonna Lella per la perdita del caro fratello Prof. Dott.
Luciano Berti Firenze, 17 giugno 2010 OFISA - Viale Milton 89 - Firenze Tel. 055/489802
Paola Barocchi, Anna Forlani, Giovanna Gaeta, Annamaria Peteioli ricordano con viva gratitudine e affetto
Luciano Berti funzionario consapevole e prudente, studioso fervido e innovatore, romanziere capace di tradurre in fantasia le proprie esperienze umane, amico fedele e comprensivo. Firenze, 17 giugno 2010 La Casa Editrice G. D’Anna partecipa con sentita e sincera commozione alla scomparsa di
Luciano Berti persona di profonda cultura e amico. Firenze, 17 giugno 2010
ROMA — Il branco di Guidonia che aggredì una coppia di fidanzati e violentò a turno la ragazza resterà in carcere per 16 anni. La corte d’appello di Roma ha confermato la condanna con rito abbreviato del tribunale di Tivoli per i quattro aguzzini romeni Mirel Huma, Cristian Coada e i fratelli Ciprian e Lucian Trinca. «Questa sentenza ci fa credere ancora nelle giustizia, ma dimenticare quello che abbiamo subito sarà difficile», così i due ragazzi che, però, ieri non erano in aula, hanno commentato la decisione della corte presieduta da Franco Testa. Imperturbabili, invece, i quattro vio-
Pina Ragionieri, Elisabetta Archi, Elena Lombardi, Marcella Marongiu ricordano con grande affetto e immenso rimpianto il Prof.
Luciano Berti che è stato per anni lo straordinario, indimenticabile Presidente della Fondazione Casa Buonarroti. Firenze, 17 giugno 2010 Il 16 giugno è deceduta
Oretta Ciappi Ne danno il triste annunzio a quanti la conobbero e le vollero bene, il fratello Giovanni con la moglie Joyce Nesi ed i nipoti Martino, Silvia con il marito Paolo Batacchi e il loro figlio Andrea, e Marina. Un particolare ringraziamento a chi l’ha amorevolmente assistita: Manola, Loredana e Dorina. Non fiori, ma offerte all’Associazione Pallium Onlus. Il funerale avrà luogo il 18 giugno, alle ore 10, nella chiesa dei Santi Fiorentini. Firenze, 17 giugno 2010 18-06-2009
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ANNIVERSARIO Ad un anno da quando ci ha lasciati
Ilaria Lo Tufo i genitori ricorderanno la loro adorata figlia con i parenti e gli amici con una Messa il 18 giugno alle ore 18 nella Chiesa del Sacro Cuore di via Capodimondo. Firenze, 17 giugno 2010 Ci ha lasciato il nostro amato Preside Professore
Antonio Sbordone lo ricordano la moglie Marisa, i fratelli Maria Assunta e Ludovico, Paola, Sergio ed Elvira e i nipoti tutti. Le esequie si terranno il 17 giugno, alle 10, nella parrocchia Santa Teresa di Gesù Bambino in via Nicolardi. Napoli, 17 giugno 2010 Mauro Cutuli e Mariangela Prestifilippo ricordano
Pippo Russo fulgido esempio di saggezza e rettitudine. Catania, 17 giugno 2010
lentatori, che non hanno lasciato trapelare nessuna emozione, nessun gesto di delusione o di nervosismo. Lo stupro di gruppo di Guidonia avvenne nella notte tra il 21 e 22 gennaio del 2008. I due fidanzati, un’impiegata di 21 anni e un operaio di 24, erano appartati in una stradina di campagna poco fuori da Guidonia, cittadina alle porte di Roma. Erano in macchina quando i quattro romeni, armati di coltelli, si sono avventati su di loro. Hanno spaccato il finestrino dell’auto e trascinato fuori la coppia. Prima si sono accaniti contro di lui: lo hanno brutalmente picchiato e rinchiuso nel bagagliaio. Poi, hanno violentato a turno la sua giovane fidanzata. Nella vicenda sono coinvolti, per il reato di favoreggiamento, anche Mugurel Goia e Anton Barbu, accusati di aver coperto il branco, fornendo alla banda alloggio e protezione subito dopo lo stupro, quando il comando provinciale dei carabinieri di Roma fece scattare la caccia all’uomo. Per i due si procederà con il rito ordinario che inizierà il 22 giugno nel tribunale di Tivoli. (m.e.v.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rovereto
Eletta in Comune veste il velo islamico “È la mia fede” ROVERETO — Aicha Mesrar parteciperà al primo consiglio comunale di Rovereto indossando il velo. Lo ha confermato la consigliera musulmana, originaria del Marocco e in Trentino da vent’anni, eletta nelle fila del Pd. «Lo porto d’abitudine perché nell’Islam è una preghiera», ha a sottolineato. «Per il velo non ho mai avuto problemi, a parte le dichiarazioni di un consigliere leghista che comunque saluterò cordialmente», ha aggiunto riferendosi a Willy Angeli che in campagna elettorale aveva promesso di parlarle in dialetto se fosse stata eletta.
la Repubblica
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ATTUALITÀ
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PER SAPERNE DI PIÙ www.meteoam.it www.meteo.it
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Quanti consultano le previsioni
Il sistema meteorologico in Italia
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9 su 10 italiani che consultano le previsioni meteo di cui:
300
Stazioni meteo dell’Aeronautica
Siti internet sul meteo
Servizi pubblici nazionali Aeronautica Militare Italiana Ucea (Ufficio Centrale di Ecologia Agraria) Servizio idrografico mareografico nazionale
16
Regioni con un servizio meteo autonomo
Il meteo delle regioni
18%
più volte al giorno
45%
una volta al giorno
8%
4-5 volte alla settimana
11%
2-3 volte alla settimana
servizio meteo della Regione nessun servizio meteo della Regione
Valle d'Aosta
Lombardia
www.regione.vda.it/ territorio/ centrofunzionale/meteo
ita.arpalombardia.it/ meteo/meteo.asp
Trentino- Alto Adige www.meteotrentino.it www.provincia.bz.it/meteo
Piemonte www.arpa. piemonte.it/ index.php
Servizi privati Cesi Meteo (sistema Prometeo) Epson Meteo
Il meteorologo
www.arpa.veneto.it/bollettini/ htm/meteo_veneto.asp
MA GUAI A IGNORARE I SEGNALI
Emilia Romagna
VALENTINA ACORDON
Friuli Venezia Giulia www.osmer.fvg.it
Veneto
www.arpa.emr.it/sim
Marche meteo.regione.marche.it
Liguria www.meteoliguria.it
Lazio
Toscana
Abruzzo
www.lamma.rete.toscana.it
Molise
Puglia www.arpa. puglia.it/Meteo
Campania http://88.45.133.130/ bollettini_regionali_24.php
Basilicata www.arpab.it/idrometeorologico/ index.asp
Sardegna www.sar.sardegna.it
Sicilia
Calabria
www.sias.regione.sicilia.it
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“Troppe nuvole sulle nostre terre” la Lega vuole il meteo federalista (segue dalla prima pagina)
CARLO BRAMBILLA NA richiesta ribadita ieri dal presidente del Veneto, Luca Zaia, in visita a Gardaland, nel Veronese, sotto un pioggia particolarmente fastidiosa, almeno per un parco divertimenti. «Chi fa le previsioni del tempo in televisione e mette il dito sul Veneto, pensi dieci volte prima di dire che piove — ha tuonato Zaia —. I meteorologi che
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Zaia all’attacco: in tv non distinguono Trento da Trieste e le previsioni errate ci danneggiano pensano non ci sia differenza tra Trieste, Chioggia, Verona e Trento, fanno dei danni incalcolabili al turismo. Milioni di visitatori possono essere scoraggiati da una indicazione meteo errata». Non è la prima volta che politici e amministratori locali se la prendono con chi allontana i villeggianti con cattive notizie atmosferiche. Ci sono state in passato anche richieste danni, come la Pasqua dell’anno scorso, quando numerosi comuni della Versilia si sono indignati per l’errata previsione meteo che ha fatto saltare gli affari. Ma chi ha ragione? I meteorologi quando fanno previsioni cattive, con un
I precedenti
L'attendibilità delle previsioni
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LA LIGURIA CONTRO LA RAI
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margine di errore inevitabile, o chi vuole non si dica che probabilmente pioverà? Come muoversi nella giungla delle previsioni? A chi dare retta tra i più di duecento siti Internet che ci raccontano ogni giorno come sarà il tempo domani? Marco Monai, responsabile meteo dell’Arpa veneta (che ha varato due nuovi servizi, Meteospiagge e Garda Meteo), avverte che fare le previsioni, in tutto il Nord Italia, è cosa tra le più difficili al mondo. «È più semplice al Sud — dice —. Ma il Settentrione, stretto tra le Alpi, l’Appennino e il mare, ha centinaia di situazioni diverse, valle per valle, che è impossibile sintetizzare in un’unica lettura nazionale». Come avviene, invece, nei telegiornali regionali, che si affidano tutti alle previsioni dell’Aeronautica militare. «Ci sono aree d’Europa — spiega — in cui è particolarmente facile fare previsioni. Per esempio la
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costa occidentale della Francia. Dove basta misurare dal satellite l’entità di una perturbazione in arrivo dall’Oceano, e calcolare a che velocità viaggia, per prevedere con certezza a che ora pioverà. Ma la stessa cosa non si può assolutamente fare in Italia». Sono una quarantina, da noi, i centri scientifici che ogni giorno elaborano previsioni meteo. Oltre all’Aeronautica militare, alla Protezione civile, al ministero dell’Agricoltura, una ventina di Arpa e una serie di centri privati grandi e piccoli, che utilizzano modelli matematici. Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società meteorologica italiana, autore di un testo divulgativo che spiega i segreti della meteorologia (“Filosofia delle nuvole”,Rizzoli)avverte che quando si parla di previsioni si opera un calcolo di probabilità. Nessuno può affermare con certezza assoluta come sarà il tempo di domani:
Nel 2004 la Regione Liguria protesta con la Rai per i bollettini errati sul weekend pasquale
«Fino a tre giorni è possibile fare previsioni molto buone, con una affidabilità superiore all’85%. A sei giorni scendiamo a un’affidabilità del 60%. Oltre i sette giorni è come tirare una monetina». «Non è possibile raccontare in 40 secondi come sarà il tempo in Italia — si difende Mario Giuliacci, di Epson Meteo, volto noto delle reti Mediaset —. Ma è sufficiente collegarsi con i siti più seri, come quelli delle Arpa o al nostro per accedere gratuitamente a previsioni precise, ottenute
L’Arpa del Veneto vara due servizi per il turismo locale E anche le altre regioni s’attrezzano IL CONCERTO “BAGNATO” A giugno 2007 polemiche dopo l’allerta maltempo a Venezia e il mancato stop al Jammin’ Festival
LA PROTESTA IN VERSILIA Il sindaco di Viareggio, a Pasqua 2009, annuncia la richiesta di danni per le previsioni sbagliate
non solo con modelli matematici, ma con la supervisione di meteorologi laureati in Fisica». «Chi pretende che le previsioni del tempo non dicano quando ci sarà brutto tempo può essere animato da comprensibili preoccupazioni turistiche — commenta Mercalli —. Le previsioni, però, non si fanno solo per il barbecue della domenica. Ma per salvare vite umane in caso di maltempo. Ieri nel Sud Est della Francia ci sono state 19 vittime per un’alluvione. Se non sono state di più è stato grazie anche all’allarme meteo lanciato un giorno prima». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL TERRITORIO italiano ha una morfologia complessa e questo certo non aiuta il meteorologo, che deve stimare gli effetti di perturbazioni su versanti con esposizioni differenti e così soggetti a evoluzioni diverse a seconda della direzione di provenienza delle correnti. È quindi vero che il tempo può cambiare sensibilmente tra due località anche piuttosto vicine, ma questo non deve essere però un pretesto per mettere in dubbio la professionalità dei meteorologi, ritenendoli pure responsabili della maggiore o minore affluenza nelle località turistiche. Deve invece servire da stimolo per ricercare previsioni accurate emesse a livello locale, che in Italia esistono già da almeno 15 anni, grazie all'istituzione dei centri meteorologici regionali presso le Arpa. È infatti impossibile pre-
ESPERTA Valentina Acordon è fisico della atmosfera
tendere che siano dettagliate le previsioni nazionali trasmesse in televisione o pubblicate sui quotidiani, in cui in pochissimi minuti o in qualche riga viene delineata l'evoluzione meteo su tutta l'Italia e che servono quindi a dare una indicazione di massima, ma è addirittura surreale suggerire che in caso di dubbio si propenda per una previsione di bel tempo per non danneggiare il turismo. La priorità di un meteorologo è infatti quella di allertare la popolazione su fenomeni potenzialmente rischiosi: un forte temporale estivo può scatenarsi improvvisamente su un territorio limitato in una giornata nel complesso soleggiata, ma può provocare allagamenti, la grandine può rovinare i raccolti, il forte vento può scoperchiare i tetti e i fulmini possono mettere a repentaglio la vita di un turista che, invogliato da una previsione forzatamente di bel tempo, abbia deciso di avventurarsi in montagna o in spiaggia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL NOSTRO FUTURO È COSTRUITO SUL CORAGGIO E LA RESPONSABILITÀ DELLE SCELTE DI OGGI. Crediamo che il benessere vada costruito giorno dopo giorno, pensando sempre ai bisogni di oggi e di domani. È per questo che investiamo in tutte le fonti energetiche, ricercando e usando le tecnologie più avanzate. Crediamo nell’uso compatibile con l’ambiente di gas e carbone,
capaci di soddisfare subito i bisogni di energia di oggi, e investiamo nelle fonti rinnovabili per renderle sempre più competitive ed efficienti. Come Archimede, il più avanzato progetto al mondo di centrale solare termodinamica. Perché solo la responsabilità nelle scelte di oggi può garantire un benessere sostenibile domani.
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ECONOMIA
GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
FINANZA&MERCATI
■ 24 Ieri FTSE MIB ....................20562,63 (-0,10%) FTSE IT ALL.................21114,94 (-0,09%) FTSE IT STAR ..............10748,51 (-0,33%) FTSE IT MID ................23453,44 (-0,31%) COMIT ...........................1031,18 (+0,64%) FUTURE.......................20490 (-0,14%)
I migliori
Principali titoli del Mercato azionario
FTSE MIB Var.% Eni..........................................................1,37 Generali..................................................1,31 Mediolanum ...........................................1,01 A2A ........................................................0,86 Fondiaria-Sai ..........................................0,82
Titolo A2A.............................................1,283 Ansaldo Sts ...............................13,120 Atlantia .....................................15,050 Autogrill ......................................9,995 Azimut ........................................7,485 Banca Generali ............................8,030 Banco Popolare ...........................4,675 Bca Pop.Milano ...........................3,618 Bulgari ........................................6,200 Buzzi Unicem ..............................8,850 Campari ......................................4,215 Cir...............................................1,524 Enel ............................................3,955 Eni ............................................16,240
I peggiori STMicroelectr........................................-3,40 Buzzi Unicem ........................................-3,01 Mediaset...............................................-2,55 Autogrill ................................................-2,39 RCS Mediagroup....................................-1,95
Pr. Rif € 0,86 0,15 -0,07 -2,39 0,60 -0,62 -0,74 -0,28 -0,96 -3,01 -0,35 -0,26 0,64 1,37
Exor ..........................................14,170 Fiat .............................................9,215 Finmeccanica..............................9,240 Fondiaria-Sai ..............................8,605 Generali ....................................15,480 Geox ...........................................3,942 Impregilo.....................................2,025 Intesa Sanpaolo...........................2,305 Italcementi..................................6,850 Lottomatica...............................11,730 Luxottica...................................21,440 Mediaset.....................................4,975 Mediobanca ................................6,390 Mediolanum................................3,487 Monte Paschi Si...........................0,964 Parmalat .....................................2,002
0,07 -1,13 -0,11 0,82 1,31 -1,25 -1,46 -0,22 -1,30 -0,26 0,19 -2,55 1,01 -0,62 -0,62
Pirelli & C.....................................0,481 Prysmian ..................................13,170 RCS Mediagroup .........................1,056 Saipem .....................................26,810 Snam Gas....................................3,453 STMicroelectr..............................6,960 Telecom IT ..................................0,966 Tenaris .....................................15,500 Terna ..........................................3,195 UBI Banca ...................................7,455 UBI w 09-11 ................................0,018 Unicredit .....................................1,877 Unipol .........................................0,689 W Mediobanca 11........................0,041
-1,94 -0,90 -1,95 0,52 0,73 -3,40 0,16 -0,39 0,55 -0,93 -1,08 -1,88 -0,07 -2,15
Regioni, Berlusconi pronto a rivedere i tagli Il premier rassicura i governatori, ma Bossi attacca Formigoni. Allarme forze di polizia ROBERTO PETRINI
EUROINTELLIGENCE WOLFGANG MUNCHAU*
LA CURA ANTI-CRISI NON GUARISCE L’EUROPA ESSUNO dei tentativi degli europei per alleviare la crisi sembra funzionare: né il pacchetto di salvataggio esteso a tutte le banche; né la recente creazione dell’Spv, lo strumento che prevede complessivi 440 miliardi di euro; né i pacchetti di austerità. I differenziali dei titoli di Stato continuano ad allargarsi e la liquidità ancora una volta si sta prosciugando. Che cosa succede? Tanto per cominciare, non è un attacco speculativo, bensì la presa d’atto da parte degli investitori globali della profonda verità della crisi del debito sovrano europeo: nella sua essenza non una crisi del debito sovrano, ma una crisi del sistema bancario con fitte interconnessioni e sul punto di scoppiare. La dinamica in atto non traspare dai dati macroeconomici — e non è stata affrontata dalla risposta politica alla crisi. Le interconnessioni sono persino più forti e più estese di quanto temuto. La Banca per i Regolamenti Internazionali, nell’ultimo Quaterly Review, pubblica delle cifre sconvolgenti. L’esposizione totale delle banche straniere a Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo supererebbe i 2.000 miliardi di dollari. Non sto dicendo che siano 2.000 miliardi di debiti inesigibili, ma nessuno ne conosce i dettagli — nemmeno le banche che ora rifiutano nel mercato interbancario di concedere prestiti — e questo è il problema. Si possono tracciare molti paralleli con la crisi dei subprime, tra i quali la dimensione, le interconnessioni e le asimmetrie dell’informazione. La presenza di questi fattori suscita panico tra gli investitori. Gli spread quindi continuano ad aumentare, acuendo la crisi e instaurando un circolo vizioso che ora sta risucchiando anche la Angela Merkel Spagna. Il settore privato spagnolo è effettivamente tagliato fuori dai mercati del capitale. Può contare solo sulla Bce e forse anche sull’acquisto di obbligazioni tramite gli Spv. Il mio timore tuttavia è che l’avvio di questo meccanismo scateni un attacco sui mercati obbligazionari del Sud dell’Europa, comprese Francia e Italia. Dopo aver ignorato del tutto il rischio di default, i mercati ora vedono come molto rischioso tutto ciò che non è tedesco. C’è anche molto meno certezza sul lato dello spartiacque che toccherebbe all’Italia e alla Francia qualora l’eurozona dovesse dividersi. Ma perché non basta lo scudo protettivo? Il motivo è politico. Finora, le garanzie messe in essere non sono costate alcunché, ma quando il denaro comincerà a circolare, non sono certo che la Germania se la sentirà di salvare tutti, anche se a lungo termine ciò fosse nel suo interesse. Non è difficile immaginare che prima o poi si arriverà a un punto nel quale la Germania deciderà di non partecipare più a tutti i salvataggi prospettati. Se alla fine questa fosse l’unica soluzione rimasta, la Germania potrebbe decidere di ritirarsi unilateralmente dall’eurozona, assieme a qualche altro paese. A trasformare questa prospettiva in una crisi pericolosa non è il livello assoluto del debito, ma i flussi finanziari all’interno dell’area euro, flussi che rispecchiano i suoi squilibri interni. Il massiccio surplus delle partite correnti tedesco è per definizione un surplus interno di risparmio a scapito degli investimenti, risparmi che sono stati canalizzati verso economie con deficit delle partite correnti cospicui, quali Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda. Alla Germania ora si sta chiedendo di salvare i propri clienti, ma ciò richiederebbe un’unione fiscale che questo paese non è disposto a considerare. La ragione per la quale la crisi si sta acutizzando è che gli investitori non vedono da dove cominciare a spegnere questo incendio. *presidente di Eurointelligence e vicedirettore del Financial Times (Traduzione di Guiomar Parada)
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ROMA — Berlusconi apre alle Regioni. Dopo le proteste dei giorni scorsi, ieri il premier ha incontrato a Palazzo Grazioli i governatori del Pdl, guidati da Formigoni (Lombardia) e Polverini (Lazio) ed ha assicurato che ci sarà una diversa ripartizione dei tagli. «La cifra complessiva è stata concordata con la Ue e non si può toccare - avrebbe detto il presidente del Consiglio - ma si può ripartire diversamente per far sì che la manovra sia più equa». In campo anche il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto che ha convocato per oggi un tavolo con le Regioni per avviare un confronto politico. Un colpo di freno alle rimostranze delle Regioni è giunto
VIA LA TASSA SU ROMA Sangalli chiede sia tolta e il premier applaude
Sangalli (Confcommercio) chiede meno tasse e l’abolizione della tassa di soggiorno ieri da Bossi: «Formigoni non deve esagerare, il federalismo non viene toccato», ha assicurato il Senatur. Le grane per il governo tuttavia non sono finite: sul tavolo ci sono i settori della sanità (con le proteste dei medici che oggi incontrano il ministro Fazio), della scuola e dei magistrati che oggi bloccano le udienze per un’ora e parlano di «colpo di grazia» per la giustizia. Ma anche tra i Comuni si profilano manifestazioni clamorose come quella annunciata per il 30 giugno dal sindaco di Genova Marta Vincenzi che ha comunicato che chiuderà per un giorno i servizi pubblici del Municipio, dall’anagrafe al trasporto
pubblico locale. In allarme anche il comparto della sicurezza: «Tagliare la legalità significa tagliare l’infrastruttura immateriale più importante del paese», ha detto ieri Claudio Giardullo, segretario della Silp-
Cgil. Le forze dell’ordine lamentano tagli per 600 milioni nei prossimi tre anni, ripartiti tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, Polizia ferroviaria e di Frontiera. Le riduzioni del 10 per cento al capitolo «ordi-
ne pubblico e sicurezza» (numerato «007» nel bilancio dello Stato) mettono a rischio l’uscita notturna delle volanti per mancanza di carburante (si parla del caso di Palermo dove la misura è già stata annunciata dalla Questura ed è oggetto di trattativa in questi giorni) e profilano la chiusura di alcuni commissariati (a Roma ne sono stati chiusi tre in conseguenza dei tagli del 2008). Ma la manovra, con il taglio delle risorse per le missioni all’estero, mette un’ipoteca sui viaggi degli agenti di polizia per riaccompagnare in patria gli immigrati oggetto di espulsione. Bloccati anche gli straordinari che per le forze di polizia arrivano improvvisi. Intanto Berlusconi all’assemblea della Confcommercio è tornato sul tema della tassa di soggiorno. «Si cancelli subito dal testo della manovra la possibilità dell'istituzione a Roma della tassa di soggiorno», ha detto il presidente dei commercianti Sangalli, auspicando inoltre un generale abbassamento della pressione fiscale. E il presidente del Consiglio ha vistosamente applaudito. Il premier ha anche ricordato che la manovra «non comporta sacrifici alle imprese, ma qualche sacrificio per le amministrazioni pubbliche che devono limitare spese improduttive e sprechi» e ha osservato che «il numero dei politici andrebbe dimezzato». Ieri intanto la Commissione Bilancio del Senato ha avviato l’esame del decreto: subito uno stop dovuto al dubbio che le cifre della manovra non corrispondessero a quelle chieste dalla Ue. Poco dopo è arrivato un documento del Tesoro che fa lievitare la manovra lorda a 25,9 miliardi, una crescita di 1 miliardo compensata dall’intervento previsto sulle pensioni delle statali. Infine la Commissione Ambiente, su proposta del Pd, ha chiesto di stralciare l’articolo 45 che azzera il meccanismo dei certificati verdi per le fonti di energia rinnovabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA
BORSE EUROPEE Paese/Indice 16-06 Amsterdam (Aex) ..................334,76 Bruxelles-Bel 20 .................2513,80 Francoforte (Xet Dax)...........6190,91 FTSE Eurotrack 100 ............2180,06 Londra (FTSE 100)...............5237,92 Madrid Ibex35.....................9683,30 Oslo Top 25...........................330,10 Parigi (Cac 40) ....................3675,93 Vienna (Atx) ........................2410,75 Zurigo (SMI) ........................6490,07
Var.% +0,28 +0,18 +0,26 +0,23 +0,39 -0,60 -0,95 +0,39 -0,70 +0,08
BORSE INTERNAZIONALI
EURIBOR
Paese/Indice 16-06 DJ Stoxx Euro........................259,76 Hong Kong HS...................20062,15 Johannesburg ..................25315,44 New York (S&P 500) ............1114,51 New York (DJ Ind.).............10409,00 Nasdaq Comp. ....................2305,93 Singapore ST ......................2846,94 Sydney (All Ords).................4572,14 Tokio (Nikkei)....................10067,15
SCADENZA 1 mese
Var.% -0,04 -0,06 +0,04 +0,05 +1,02 +1,21 +1,81
la Repubblica
ORO E MONETE AUREE TASSO 360 0,4420
TASSO 365 0,4481
CORONA DK...............................7,4382 CORONA N.................................7,8780 CORONA S.................................9,6014 DOLLARO AUS ...........................1,4261 DOLLARO CDN...........................1,2631 DOLLARO USA ...........................1,2277 FRANCO CH ...............................1,3888 STERLINA UK.............................0,8309 YEN J ....................................112,1500
+0,007 +0,338 -0,209 -0,280 +0,016 +0,155 -0,786 -0,138 +0,340
VALUTE
16 GIUGNO Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia) Argento Milano (Euro/kg.) Platino Milano (Euro/gr.) Palladio Milano (Euro/gr.) 16 GIUGNO Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano
MATTINO
SERA
32,55 1.235,50 -
32,53 1.234,50 510,27 43,22 12,98
DENARO
LETTERA
215,36 215,36 215,36 929,62 168,88
237,57 237,57 237,57 1.014,84 193,67
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Liberalizzazioni, nuova “lenzuolata” di Bersani Risparmi per 10 miliardi nel piano Pd su banche, carburanti e farmaci: “Basta rendite”
I punti
ROBERTO MANIA
CARBURANTI Il gestore della pompa non deve comprare il 100% del suo carburante da un solo marchio
FARMACI I supermarket e le parafarmacie possono vendere anche farmaci di Fascia C
BANCHE La clausola di massimo scoperto è nulla anche se ha un nome differente Vigila Bankitalia
IMPRESE Autocertificazione sufficiente per poter avviare un’attività e realizzare impianti Controlli ex post
TIROCINI Sono sempre retribuiti e possono durare 12 mesi. Gli Ordini professionali sono più trasparenti
ROMA — Dalle lenzuolate alla «piccola lenzuolata». Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, imbraccia di nuovo l’arma delle liberalizzazioni. Si spoglia dal cliché (o dalla «leggenda metropolitana», come dice) di un’opposizione che “protesta ma non sa fare proposte” e lancia una sfida sulla politica economica al governo. Lo fa su un terreno tipico dell’economia liberale: quello della concorrenza su cui il governo Berlusconi e la maggioranza stanno tornando indietro addirittura pensando al ripristino delle tariffe minime per i professionisti. Una sfida che serve anche a scoperchiare «le bolle di sapone del governo», come le ha chiamate ieri Bersani illustrando le sette proposte sulla libertà di impresa e la libertà dei consumatori che saranno presentate in Parlamento sotto forma di emendamenti alla manovra da 25 miliardi di euro. Proposte a costo zero per le casse dello Stato, ma - secondo Bersani - capaci di mettere benzina nel «motore» della ripresa perché la manovra di tagli orizzontali avrà effetti depressiva sull’economia, come ha già detto la Banca d’Italia. Proposte che sposterebbero risorse dalle rendite, dai
grandi oligopolisti, dalle banche, dagli «interessi forti», alle imprese e i consumatori: 10 miliardi di euro in tutto. Senza - ovviamente - cambiare l’articolo 41 della Costituzione (la libertà di iniziativa economica) che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, punta a modificare portando una proposta già al prossimo Consiglio dei ministri. «Ora si parla tutti di articolo 41 - ha detto Bersani - , ma quello non c’entra un...niente». Bersani ha ripreso in buona
parte l’impostazione liberalizzatrice di quando era il ministro dello Sviluppo economico. Un mix di interventi per favorire l’attività imprenditoriale e per ridurre i prezzi dei servizi o dei prodotti per i consumatori. Rientra in questo schema la liberalizzazione della vendita di tutti i medicinali di “fascia C”, che non dispensa il servizio sanitario. Potrebbero essere venduti nella parafarmacie, le stesse che una proposta di legge del centrodestra vorrebbe sostanzialmente chiudere. Eppure
L’ex ministro: “E’ il momento di toccare gli interessi forti per sostenere lavoro e imprese” BANDA LARGA Venerdì, dalle 10, la maratona del Pd sul tema con Gentiloni e Bersani (v. E. Fermi, 161 - Roma)
Il caso
E sui taxi Roma prepara la stangata d’autunno
Taxi a Roma
ROMA — È una battaglia che ha spaccato la maggioranza, diviso i tassisti e costretto ieri il sindaco Alemanno (che deve molto alla categoria) a intervenire. Sui rincari delle tariffe dei taxi romani ormai è bagarre. «Una delibera impopolare, l’ennesima stangata per i cittadini», dice l’opposizione. Una delibera che, dal prossimo autunno, porterebbe rincari intorno al 70% nei primi cinque chilometri percorsi in città: da 92 centesimi al chilometro a 1,52 euro. E con un tassametro pronto schizzare da 40 a 45 euro nelle tratte per l’aeroporto di Fiumicino. Troppo. Anche
per alcune associazioni di categoria. Come la Uritaxi di Loreno Bittarelli, l’uomo che nel 2007 cavalcò la rivolta contro l’allora sindaco Veltroni riuscendo, per mezza giornata, a paralizzare il traffico della Capitale. Ieri Alemanno è dovuto intervenire per far quadrare i conti di una maggioranza per la seconda volta incapace di raggiungere in aula il numero legale. Ha proposto un ammorbidimento: 1,45 euro per i primi cinque chilometri, lasciando a 45 euro il costo per il Leonardo Da Vinci. (al. pa) © RIPRODUZIONE RISERVATA
da quando sono state previste ne sono state aperte 3.200, dando occupazione a circa seimila giovani farmacisti («tanto che la disoccupazione nel settore è stata azzerata», affermazione di Bersani), con un ritocco all’ingiù dei prezzi nell’ordine del 12 per cento. Nel mirino anche l’istituto del massimo scoperto bancario che pesa sulle imprese e sulle famiglie. «La nostra idea - ha detto il segretario del Pd - è di abolire il concetto stesso di una commissione che opera al di fuori dell’uso effettivo di somme superiori allo scoperto concordato». E poi una riforma piuttosto articolata degli ordini professionali riducendo i tempi dei tirocini e incentivando la costituzione di associazioni tra professionisti che già ora coinvolgono circa tre milioni di persone. Più mercato serve anche nei settori della benzina e del gas. Bersani rilancia la separazione proprietaria tra la rete e il trasporto del gas (oggi entrambe dell’Eni) e chiede di consentire al benzinaio di rifornirsi senza esclusiva. Infine: rendere possibile l’avvio immediato delle attività produttive attraverso l’autocertificazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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ECONOMIA
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Fiat Pomigliano, Epifani scommette sul sì Il referendum spacca i sindacati. Marcegaglia: incredibile il no dei metalmeccanici Cgil SALVATORE TROPEA TORINO — «A occhio e croce credo che andranno a votare e a occhio e croce credo che diranno sì». E’ questa la previsione di Guglielmo Epifani, per il quale «è importante che i lavoratori siano coinvolti e partecipino al referendum di martedì sul tormentato accordo dal quale sembra dipendere il futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Ma se è molto probabile che il segretario generale della Cgil abbia letto bene ciò che accadrà tra sei giorni è certo che la vertenza è destinata a creare profonde spaccature all’interno del sindacato e nella sinistra. Il giorno dopo l’accordo separato è questo lo scenario aperto dal caso Pomigliano. Mentre il Lingotto tace e aspetta l’esito di un referendum che, se non si concluderà con una schiacciante
REPUBBLICA.IT Pomigliano gli aggiornamenti sull’accordo separato
maggioranza di voti favorevoli, aprirà un contenzioso di lunga durata. Al quale la Fiat ha cominciato a prepararsi anche se confida nel fatto che prima dell’entrata in vigore dell’accordo passerà un anno e mezzo cioè il tempo necessario per attrezzare gli impianti per la produzione della Panda: diciotto mesi — è questa la speranza della Fiat — durante i quali sarà possibile trovare un chiarimento sulle parti che sono state la causa della rottura del fronte sindacale. Al momento però si devono fare i conti con il no della Fiom che, Emma Marcegaglia, ha definito «incredibile» a fronte di «un’azienda che va contro la storia, riporta produzioni dalla Polonia in Italia, investe 700 milioni di euro». Un investimento che il ministro Sacconi non vede a rischio, confidando nel fatto che «i lavoratori hanno ben capito, sono persone che non potranno valutare la concretezza di questa convenienza». Ma la Fiom insiste: «È un ricatto - dice a Repubblica.tv il segretario Maurizio Landini - per noi il referendum è contro la Costituzione». La Cgil della Campania, invece, si impegna a votare sì «per mantenere aperto un dialogo unitario, far sì che l’investimento si realizzi, per continuare a lavorare» in modo da correggere gli aspetti considerati negativi. Due posizioni all’interno dello
stesso sindacato speculari della frattura esistente all’interno dello schieramento di sinistra. Nel quale Bersani sostiene che «nessuno, nemmeno la Fiat o Sacconi può pensare che un diritto costituzionale sia aggirabile da un accordo», Niki Vendola dichiara che «il contratto nazionale di lavoro muore a Pomigliano d’Arco» da dove arriva la risposta ai dubbi sul
perché la Confindustria «accetti quello che è inaccettabile nella Finanziaria», Di Pietro definisce l’accordo «una sconfitta per l’azienda e per il governo». E mentre Fausto Bertinotti si domanda dove sia finita la sinistra, il sindaco di Torino Chiamparino afferma, anche lui a Repubblica.tv, che a Pomigliano «si è perduta l’occasione di ridisegnare le relazioni
industriali». Intanto a Mirafiori raccolgono le firme contro l’accordo separato, a Melfi si coglie la preoccupazione per un peggioramento delle condizioni di lavoro accompagnata dalla consapevolezza che «è importante salvare l’occupazione» e a Termini Imerese pensano solo che a fine 2011 la fabbrica chiude. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il 22 giugno referendum tra i lavoratori di Pomigliano
Matteo Colaninno, responsabile industria e finanza del Pd: sulla Fiat colpe anche del governo
L’intervista
“La Fiom ha sbagliato il futuro è nell’ok degli operai” ROMA — La Fiom ha commesso un «errore a strappare così». Matteo Colaninno, industriale, vicepresidente della Piaggio, parlamentare e responsabile del Pd per l’Industria, considera miope la scelta dei metalmeccanici della Cgil perché — sostiene — «questa è una fase decisiva per il riassetto dell’industria automobilistica mondiale. «Ma — dice Colaninno — saranno i lavoratori di Pomigliano, se diranno sì all’intesa, che investiranno direttamente sul loro futuro». La Fiom, tuttavia, sostiene che con l’accordo si intaccano i diritti dei lavoratori. Per questo non ha firmato. «Nel caso del diritto di sciopero gli eventuali profili di incostituzionalità riguarderebbero comunque i diritti individuali delle persone e quindi non sarebbero nella disponibilità delle parti sociali. Credo invece che sia stato un grave errore strappare in questa fase». Ma con le deroghe al contratto e forse anche alle norme di legge non si finisce per costruire un nuovo modello di relazioni industriali? «No, non credo che diventerà la base di un nuovo modello di rela-
Matteo Colaninno
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Sono anomali sia i continui dinieghi della Cgil che i ripetuti sì della Cisl e della Uil La concorrenza nel settore dell’auto non è più solo tra le aziende, ma tra gli stessi Stati
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zioni industriali. Anzi. Penso, piuttosto, che rappresenti l’eccezionalità di questo momento. Siamo di fronte ad un eccesso di capacità produttiva di tutta l’industria mondiale dell’auto. L’utilizzo degli impianti è crollato dall’80 al 65 per cento. Tutti i grandi gruppi stanno installando nuovi stabilimenti in nuove aree del mondo. La concorrenza non è più solo tra marchi: sono gli Stati che competono tra loro nel mercato dell’au-
to. Questo è lo scenario di fronte al quale non si può ragionare come se si fosse all’interno di un sottomarino a sette chilometri di profondità nel mare». Sono più anomali i ripetuti no della Cgil o i sì di Cisl e Uil? «È una situazione anomala, alimentata dalle posizioni massimaliste di alcuni membri del governo e di alcuni sindacalisti». Lei attribuisce molte colpe ai metalmeccanici della Cgil, ma il
La protesta
Monza, sei lavoratori sul tetto di una fabbrica contro la sospensione della cassa integrazione MONZA — Sei operai della Carlo Colombo di Agrate Brianza, in provincia di Monza, sono saliti sul tetto della fabbrica per protestare contro il mancato rispetto da parte dell’azienda, che produce trafilati in rame, degli accordi su ricollocazione e prepensionamento. Nel gennaio 2009 la fabbrica aveva attivato una procedura di mobilità per 81 lavoratori, con conseguente chiusura del sito; si era impegnata al mantenimento in cassa straordinaria per due anni e alla ricollocazione e al prepensionamento dei lavoratori in mobilità. Nell’ottobre scorso la Confindustria aveva comunicato che non c’erano le condizioni per il secondo anno di Cigs.
governo sta svolgendo bene il suo compito nello scenario mondiale che ha descritto? «Assolutamente no. Il governo è assente mentre dovrebbe dire qual è il ruolo che l’Italia vorrà giocare nel settore dell’auto. Questo è un punto ineludibile che prima o poi verrà al pettine. Obama, per esempio, ha deciso di mettere sul tavolo miliardi di dollari». L’annunciata modifica all’articolo 41 della Costituzione sulla libertà di impresa può essere un primo passo per rilanciare la politica industriale? «No. Credo che il problema dell’industria italiana non si risolva con la modifica di un articolo della Costituzione. Siamo tra i Paesi con la più alta natalità di imprese, ma anche tra quelli con le imprese più piccole. Per riposizionare il sistema servono soldi e non cambi di parole nella Costituzione». Montezemolo entrerà in politica? «Non lo so. Non troverei alcun elemento ostativo se lo facesse. Certo, in questo momento, non c’è il campo (cioè le elezioni) nel quale entrare». (r.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un approccio positivo al futuro Lo scorso mese abbiamo annunciato la chiusura dell’acquisizione del ramo di attività di Securities Services di Intesa Sanpaolo. Oggi siamo davvero orgogliosi di posizionarci, in seguito a tale acquisizione come il principale provider di servizi di investimento in Italia con l’impegno di far crescere la nostra presenza nel paese a partire dalla solida base degli oltre 400 professionisti nei nostri uffici di Milano e Torino. Gli investitori istituzionali globali si trovano oggi di fronte a sfide senza precedenti sotto l’urto delle turbolenze dei mercati e di una concorrenza sempre più spinta oltre che della crescente complessità dei prodotti e delle normative. Hanno quindi bisogno di un partner su cui poter contare a lungo termine che abbia estese conoscenze e competenze di mercato a livello locale ma che sia allo stesso tempo globale per dimensioni e forza finanziaria. State Street si trova nelle condizioni ideali per ricoprire questo ruolo e siamo pronti a dimostrarlo ai nostri clienti italiani.
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la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
IMPRESE
&MERCATI
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Debito, la Ue apre alla proposta italiana Possibile considerazione per quello privato. Allarme Spagna sui mercati, Zapatero: noi solidi ANDREA GRECO MILANO — I grandi d’Europa aprono alla richiesta italiana di integrare i conti pubblici con il debito privato, di famiglie e banche. La mozione sarebbe stata accolta nella conclusiva bozza del vertice Ue, dov’è stato aggiunto il riferimento al «carattere sostenibile del debito»; peraltro introdotto per linee dal G20 di primavera. I capi di stato e governo della Comunità, che oggi si riuniscono al Consiglio Ue, si sono detti «d’accordo per dare, nella sorveglianza sui conti, un ruolo ben più importante ai livelli di debito e al loro carattere sostenibile, come
Consiglio Ue rischia di doversi occupare di un’altra emergenza, che ha inquietato i mercati ieri e riguarda i conti pubblici della Spagna. Ha iniziato il quotidiano El Economista, che ipotizzava un piano di salvataggio, con crediti fino a 250 miliardi di euro, che Fmi, Commissione e Tesoro Usa appronterebbero come diga, se per Madrid diventasse impossi-
Indiscrezioni su prestiti fino a 250 miliardi: sbandano i bond di Madrid. Oggi il Consiglio Ue previsto inizialmente nel Patto di stabilità e crescita», si legge nella bozza. Il testo potrebbe cambiare, e non sembra contenga un nuovo parametro integrato per il debito, come espressamente chiesto dal ministro degli esteri, Franco Frattini. L’Italia ci puntava, e il ministro aveva parlato di «linea rossa insormontabile», minacciando altrimenti il voto contrario al nuovo patto economico e finanziario per l’Europa, oggi sottoposto ai leader continentali. Tuttavia si registra l’apertura a valutare le diverse componenti del debito. Conteggiando, infatti, il debito pubblico – 1.812 miliardi di euro per l’Italia, tra i maggiori al mondo – insieme a quello di famiglie e banche – notoriamente parche, nella penisola, – contenderemmo alla Germania il titolo di paese più virtuoso nei conti. Ora toccherà alla task force presieduta dal presidente dell’Unione, Herman Van Rompuy, di ultimare l’argomento. Ma oggi il
bile finanziarsi sul mercato dei bond. Le smentite ufficiali recise e tempestive di tutti gli attori coinvolti non hanno fatto che spargere a macchia d’olio l’indiscrezione. Anche perché domani è atteso il numero uno del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, a Madrid. «Visita di routine», si dice, per parlare della riforma del lavoro approvata ieri dal governo spagnolo,
con l’obiettivo di calmierarne i costi e renderlo più flessibile. Ha dovuto riparare José Luis Zapatero: «La Spagna è un paese solido, forte, che vanta credibilità internazionale e che onora i suoi debiti». Ma il danno, ormai, era fatto. Il differenziale coi titoli tedeschi ha raggiunto il record dal 1997: rendono (costano, all’emittente pubblico) il 2,23% in più i
Bonos. Le assicurazioni contro il default della Spagna si sono rincarate a 247 punti base. Le Borse partite bene hanno chiuso vicino allo zero, e giù dello 0,7% Madrid. «C’è rischio che, come accaduto sulla Grecia, i timori di mercato per un salvataggio della Spagna finiscano per renderlo necessario – spiega un operatore – anche perché più che altrove lì si è sfruttata
la leva immobiliare per la crescita interna, e ora si soffre più di altri la caduta dei prezzi del mattone, non ancora conclusa». Il timore, per gli spagnoli reduci da due manovre di tagli alla spesa pubblica da 65 miliardi, è più che altro che già oggi a Bruxelles parta il negoziato politico per chiedere loro sforzi aggiuntivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Italtel BRUXELLES
Le cifre
La sede della Commissione Ue
MILANO – Via libera delle banche al salvataggio di Italtel. Il 93,5% degli istituiti ha infatti acconsentito a dotare la società di 350 milioni di linee di credito con scadenza fino al 2017. Dopo la firma di Unicredit e Bpm, ieri è arrivato anche l’ok di Interbanca Ge. «Siamo sempre stati favorevoli a sostenere la ristrutturazione di questa importante azienda italiana - ha detto Paolo Braghieri di Ge Capital Italy - Grazie all'ulteriore impegno garantito da Telecom e Cisco, che hanno accolto parte delle nostre richieste, abbiamo potuto aderire al piano di ristrutturazione».
250 mld PIANO AIUTI
Le voci smentite riferivano di un piano Ue-Fmi da 250 miliardi di euro
- 0,7% BORSA DI MADRID
La reazione della Borsa alle voci sul piano di aiuti si è limitata a -0,7%
222 pb SPREAD
Il differenziale dei tassi spagnoli sul Bund ha raggiunto il record di 222 punti
Il caso
65 mld Zapatero ha annunciato una manovra di rientro da 65 miliardi
publi Kare
VITTORIA PULEDDA
BANCO SANTANDER S.A. Si comunica che Banco Santander S.A. metterà in pagamento dal prossimo 1° agosto un acconto sui dividendi degli utili dell'esercizio finanziario 2010, per un importo lordo di Euro 0,135234 per azione. Tale importo è il medesimo rispetto a quello pagato nell'agosto 2009 come primo acconto sui dividendi degli utili dell'esercizio finanziario 2009. Il lunedì 2 agosto, le azioni della Banca saranno scambiate “ex dividendo . Boadilla del Monte (Madrid), 11 giugno 2010
Comunità Montana Media Valle del Serchio Settore Ambiente – Demanio – Protezione Civile – Attività Produttive
AVVISO D’ASTA
ALIENAZIONE DI IMMOBILE EX SEDE COMUNITÀ MONTANA AREA LUCCHESE POSTO IN VIA DEL BRENNERO, 1040/BP - LUCCA
Per convincere l’ultimo 6% di risparmiatori Lorenzino annuncia il pagamento degli interessi da agosto
L’Argentina si appella agli italiani “Aderite all’offerta sui tango bond”
MANOVRA
Banco Santander, S.A. Sede legale: Paseo de Pereda, 9-12. 39004 SANTANDER - SPAGNA R.M. Santander, Pagina 286, Foglio 64, Libro 5º delle Società, Isc. 1ª. C.F. A-39000013
Siglato l’accordo banche-azionisti per il salvataggio
In esecuzione della Determina Dirigenziale n. 787 del 08.06.2010 questa Amministrazione intende procedere alla vendita dell’immobile ex sede Comunità Montana Area Lucchese posto in via del Brennero, 1040/BP - Lucca censito sul foglio 105 mappale 2014 del Comune di Lucca secondo le modalità di seguito descritte. ►Stazione appaltante: Comunità Montana Media Valle del Serchio - Via Umberto I, 100 - Borgo a Mozzano (Lucca) - Tel. 0583 88346, Fax 0583 88248, e-mail info@cmmediavalle.it. ►Procedura di gara: pubblico incanto secondo le disposizioni dell’art. 73, lett. c) del R.D. 23.05.1924 n. 827 e cioè per mezzo di offerte segrete da confrontarsi con il prezzo base indicato nel presente avviso. Saranno ammesse solo offerte in aumento. Si procederà all’aggiudicazione ad un unico incanto anche in presenza di una sola offerta. ►Prezzo a base d’asta: Euro 1.260.000,00 (euro unmilioneduecentosessantamila/00), oltre le spese notarili, imposte, tasse di riferimento e spese di pubblicità del bando. ►Tempo e luogo di pagamento: in unica soluzione in sede di stipula del contratto. ►Documentazione: Le domande di partecipazione devono contenere la documentazione prevista dal bando e dai modelli allegati e la cauzione pari al 5% dell’importo a base d’asta e pertanto di euro 63.000,00 (euro sessantatremila/00). La cauzione dovrà essere presentata nelle forme e modalità previste dal bando. ►Termine ricezione domande: entro le ore 12,00 del 26 luglio 2010. ►Modalità: stabilite nel bando. ►Tempo e luogo dell’asta: ore 9,00 del giorno 27 luglio 2010 in seduta pubblica presso la sede della Comunità Montana Media Valle del Serchio. Aggiudicazione definitiva: L’aggiudicazione definitiva è subordinata all’accertamento della mancanza di cause ostative a contrarre con la Pubblica Amministrazione e della documentazione e dichiarazioni presentate in sede di gara. ►Responsabile del procedimento: Il Responsabile Ambiente - Demanio - Protezione Civile - Attività Produttive Dr. Fabrizio Salani. ►Il bando di gara integrale e la relativa modulistica sono pubblicati e scaricabili sul sito www.cmmediavalle.it. Borgo a Mozzano, 09.06.2010 Il Responsabile del Procedimento (Dr. Fabrizio Salani)
MILANO — A cinque giorni lavorativi dalla conclusione dell’offerta di scambio sui Tango bond, l’Argentina cerca di voltar pagina, di archiviare il default del 2001 ripristinando relazioni “normali” con i mercati. Magari, anche se non è questo l’obiettivo dello swap proposto ai risparmiatori, incassando un possibile miglioramento del rating del paese («Le valutazioni attuali non rispecchiano la forza dell’economia argentina», hanno spiegato gli esponenti di Buenos Aires) e tornando ad affacciarsi sul mercato dei capitali. Ieri il segretario alle Finanze Hernan Gaspar Lorenzino e il sottosegretario Adrian Esteban Cosentino a Milano sono tornati a caldeggiare l’offerta: «Speriamo che gli obbligazionisti e l’Argentina possano voltare pagina e ricominciare un cammino insieme», ha detto il segretario alle Finanze, sottolineando che questa - a suo giudizio - è una buona offerta («Già tra un mese e mezzo, i risparmiatori potranno avere il pagamento in contanti degli interessi pregressi», ha ricordato) e soprattutto è l’ultima occasione: «Non aderire sarebbe una scelta sba-
gliata», ha ripetuto Lorenzino. Insomma, le scadenze dei bond offerti sono lunghissime (2033 per le obbligazioni discount, 2038 per quelle Par) e dunque altrettanto lunga è l’apertura di credito nei confronti
dell’economia argentina (nonostante il governo abbia detto che il Pil 2010 sta viaggiando a tassi di crescita pari al 5% rispetto al 2,5 ipotizzato) ma per Buenos Aires siamo arrivati al “prendere o lasciare”, senza vie di scampo. Gli
SARA BENNEWITZ AFFARI IN PIAZZA TESMEC PRENDERE O LASCIARE
esmec è la prima matricola del 2010 ma per sconfiggere l’incertezza dei mercati dovrà concedere uno sconto rispetto alle rivali quotate. Comunque vada c’è già un vincitore: è Gianluca Vacchi che venderà quasi tutto il 40% in suo possesso incassando una ricca plusvalenza. Anche al prezzo minimo della forchetta (0,7 euro) Vacchi raddoppierà il suo investimento iniziale di 14,4 milioni sul pacchetto rilevato a 0,399 euro che ha anche fruttato 5 centesimi di dividendi in due anni. La Tesmec è controllata dalla famiglia Caccia Dominioni che non venderà azioni in Ipo, pur avendo ceduto nel 2007 il 33% allo stesso Vacchi a 0,41 euro. Il tempo dirà se era meglio vendere o tenere. Intanto Ambrogio Caccia Dominioni ha già annunciato «che a fine 2010 il mol dovrebbe salire a 22 milioni (+40% sul 2009)».
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ultimi dati disponibili dicono che il 54% del controvalore dell’offerta ha aderito allo swap di titoli ma il pallino del successo (non solo morale) lo hanno in mano i risparmiatori retail, in larghissima misura italiani, su cui finora non si hanno dettagli. Lorenzino si è detto «fiducioso» sulla riuscita dell’offerta pubblica e punta a raggiungere l’obiettivo del 60% (i fondi avvoltoio Usa, che hanno circa 3 miliardi di dollari di bond in portafoglio, hanno già dichiarato che non consegneranno i titoli). Lorenzino ha anche sottolineato che i risparmiatori riceveranno obbligazioni «buone, liquide e immediatamente negoziabili sui mercati regolamentari». La liquidità dei titoli Par (alla pari) dovrebbe essere assicurata da un accordo tra alcune associazioni di operatori, che si sono impegnate a fare le negoziazioni equiparando questi nuovi titoli con quelli identici (ma con codici diversi) emessi nel 2005. Non resta che attendere la risposta dei risparmiatori. Lunedì intanto è prevista a Roma una manifestazione di protesta dei titolari di Tango bond davanti all’ambasciata argentina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
L’intervista
DAL NOSTRO INVIATO ANAIS GINORI PARIGI — «Il debito sovrano della Gran Bretagna è più preoccupante di quello spagnolo». L’economista Jacques Attali, già consigliere di Mitterrand e presidente della commissione voluta da Sarkozy per “la liberazione della crescita”, è convinto che ci potrebbero essere nuove crisi del debito sovrano in Europa. «Accadrà solo se non avremo il coraggio di costruire un federalismo europeo per la stabilizzazione dei bilanci pubblici, come hanno fatto gli Stati Uniti alla fine del Settecento». Proprio alla storia del debito pubblico, Attali ha dedicato il suo nuovo libro, “Tutti rovinati entro dieci anni?”, appena pubblicato in Francia, nel quale il punto di domanda sembra l’unica luce di speranza. Dopo la Grecia, quale sarà la prossima vittima del debito sovrano? «Nessuno può dirlo. Nel mirino degli speculatori potrebbero entrare anche la Gran Bretagna o l’America, il cui debito è a livelli altrettanto preoccupanti». Lei ha detto che l’euro potrebbe scomparire, entro il prossimo anno. «Sì, lo dico da tempo e ne sono ancora convinto». Cosa succederebbe se l’eurozona si disintegrasse? «L’Eurozona potrebbe dividersi in due aree: una con i paesi del Nord e un’altra con quelli del Sud, come l’Italia. La conseguenza immediata sarebbe la fine della crescita economica europea. Tutti abbiamo da perdere se finirà l’attuale organizzazione dell’euro, anche i paesi del Nord. Ma spero ancora che non succederà. Ad ogni nuova crisi, l’Europa ha fatto un passo avanti. La crisi del 1983 ha permesso la creazione del mercato unico. La crisi del 1992 ci ha portato alla moneta unica. Oggi dovrebbe essere il momento di approvare un unico governo economico europeo». Bisogna centralizzare le decisioni solo sulla zona euro, come chiede Nicolas Sarkozy, oppure al livello dei 27 paesi membri, come vuole invece Angela Merkel? «I paesi della zona euro devono avere un governo economico centrale più forte, integrando la politica di bilancio. Al tempo stesso, bisognerebbe creare un nuovo strumento di rilancio degli investimenti, gli eurobond, emessi al livello dei 27 paesi dell’Unione. Serve avanzare in entrambe le direzioni». Oggi si riunisce il vertice europeo sul nuovo Patto di Stabilità. E’ favorevole alla revisione? «Intanto basterebbe fare applicare quello che già esiste. Sono ne-
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IMPRESE&MERCATI L’economista francese: Madrid preoccupa meno di Londra
“Attenti alla Gran Bretagna i suoi conti pubblici un pericolo per l’Europa” Attali: basta aiuti all’Europa dall’Fmi
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La revisione del Patto
Un nuovo patto di stabilità? Basterebbe fare applicare quello che già esiste Le scelte del Fondo
Ricordiamoci che Strauss-Khan è un uomo condizionato dagli Stati Uniti cessari nuovi controlli e sanzioni contro chi non applica il Patto». Sanzioni come quelle che propone la Germania? «Sì, ma avranno un senso solo se, in contemporanea, l’Unione europea si occuperà anche di rilan-
ciare l’economia. Non dobbiamo entrare in una visione masochista che mortifica tutti». Lei ha criticato l’ingresso del Fondo monetario internazionale nel salvataggio della Grecia. Ora se ne riparla per la situazione del-
la Spagna. «Intanto, è un organismo che si dovrebbe occupare di debito esterno degli Stati e non interno come accade oggi. E poi, anche se sono amico dell’attuale direttore del Fmi, Dominique Strauss-
PER SAPERNE DI PIÙ www.liberationdelacroissance.fr www.elysee.fr
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L’ECONOMISTA Jaques Attali, economista francese, è stato collaboratore di Francois Mitterand
Khan, bisogna ricordare che è un uomo condizionato dagli Stati Uniti. Non avrebbe alcun diritto di chiamare Angela Merkel per dirle di mettere ordine nei conti della Germania. Accettando i soldi del Fmi abbiamo in pratica accettato che gli Stati Uniti interferiscano negli affari economici dell’Europa». Angela Merkel ha approvato un piano straordinario da 80 miliardi, il più pesante dal dopo-guerra. «In realtà, sono piccole somme. Rappresentano al massimo 1 o 2 per cento del Pil. Significa tornare alla situazione dell’anno precedente, non vuole dire precipitare ai livelli del Bangladesh. Insomma, non è una tragedia. Occorre soltanto avere il coraggio di fare qualcosa che appare drammatico ma non lo è veramente». Il rigore nei conti pubblici ci porterà fuori da questa crisi? «I piani di austerity approvati dai paesi europei sono necessari ma insufficienti. Se ci limiteremo a queste misure, rischiamo di andare verso una Depressione simile a quella che ha conosciuto l’America nel 1938. Una crisi che all’epoca si risolse solo attraverso la guerra». Lei ha proposto la creazione di un’Agenzia europea del Tesoro. «L’Europa non è indebitata. Può investire con gli eurobond, emessi dall’Agenzia europea del Tesoro. Uno strumento nuovo, per il quale non serve modificare il nostro Trattato. Solo così potremmo sostenere la crescita e uscire davvero dal tunnel». © RIPRODUZIONE RISERVATA
La riforma
In Francia l’età pensionabile salirà a 62 anni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GIAMPIERO MARTINOTTI PARIGI — «Una riforma irresponsabile» per la socialista Martine Aubry, un progetto «ingiusto e inefficace» per i sindacati, un «passo importante» secondo gli imprenditori: la riforma delle pensioni annunciata ieri dal ministro del Lavoro è il primo passo della Francia sulla strada del rigore. Dopo molte incertezze e un simulacro di trattativa, il governo ha deciso di andare avanti pur avendo contro tutte le confederazioni sindacali. E ha dato una spallata a uno dei simboli del Welfare transalpino: la possibilità di andare in pensione a sessant’anni, introdotta nel 1983 da François Mitterrand. Una scelta che esaspera tutti gli oppositori e che potrebbe suscitare un movimento di protesta in autunno, anche se finora i francesi si sono mostrati rassegnati e le manifestazioni sindacali hanno ottenuto magri successi. Per Nicolas Sarkozy e il suo ministro del Lavoro, l’abilissimo Eric Woerth, si tratta di riportare in pareggio i conti del sistema pensionistico, se non addirittura di «salvarlo», come amano ripetere. La Francia era ormai l’unico paese a mantenere l’età pensionabile a 60
Il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy
anni, ma dal 2018 ce ne vorranno 62. La soglia sarà innalzata progressivamente, quattro mesi all’anno. Altro sacrificio: per avere la pensione di vecchiaia al 100% bisognerà avere 67 anni, anziché 65 come accade oggi, nel 2020 bisognerà aver lavorato 41 anni e mezzo per aver un trattamento a tasso pieno. Gli statali dovranno adeguarsi al settore privato e in dieci anni i loro contributi saranno aumentati di quasi tre punti, ma il calcolo della loro pensione, nettamente più favorevole, non sarà modificato. Unica consolazione: chi ha cominciato a lavorare prima di 18 anni potrà continuare a ritirarsi a 60, mentre per i mestieri usuranti non ci sarà una regola generale, ma si deciderà caso per caso. Il finanziamento del sistema sarà, in piccola parte, garantito anche da chi guadagna di più: l’aliquota più alta dell’Irpef aumenta di un punto al 41% (una misura che riguarda l’1% contribuenti); le pensioni d’oro e le stock option saranno tassate di più; i prelievi sulle plusvalenze mobiliari e immobiliari aumenteranno dell’1% e le imprese dovranno rinunciare a 2 miliardi di sgravi contributivi. Secondo il governo, il sistema dovrebbe essere in pareggio nel 2018 e la riforma farà diminuire il deficit pubblico dello 0,5 per cento entro il 2013. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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0,854 1,283 8,405 4,070 54,010 1,525 0,988 2,775 12,600 0,207 0,297 0,263 0,561 3,803 13,120 0,596 0,382 0,028 0,605 1,571 4,425 15,050 9,995 10,450 19,950 7,485
4,09 0,86 0,66 2,07 -0,90 -1,55 1,44 -0,18 1,29 -0,81 -0,50 -2,59 -0,62 -0,91 0,15 -0,75 -2,55 -0,36 2,20 0,90 -2,32 -0,07 -2,39 -0,19 1,27 0,60
-0,81 -12,66 12,07 0,18 -24,43 -20,37 -8,18 -24,64 -11,83 -5,91 -42,09 -16,90 16,43 25,60 -1,58 -24,09 -10,01 -24,12 -15,91 3,63 -27,99 -18,52 12,43 -1,42 24,69 -23,57
0,550 0,967 7,169 3,573 36,409 0,680 0,624 2,559 12,265 0,098 0,285 0,163 0,264 0,764 8,936 0,438 0,273 0,015 0,385 1,441 2,608 9,565 3,196 3,794 8,249 3,085
1,304 1,476 10,415 5,285 73,757 2,446 1,354 4,293 17,300 0,407 0,732 0,439 0,636 4,207 15,402 2,954 0,542 0,079 1,130 1,700 6,932 18,958 10,165 11,489 24,278 9,816
112 4028 1785 222 225 55 75 187 113 150 32 29 245 757 1306 27 91 36 53 366 441 8988 2556 922 87 1068
2,800 8,030 7,385 2,900 1,745 44,500 1,593 2,612 0,540 4,152 3,340 3,618 4,150 0,493 3,750 3,625 4,675 8,800 10,020 0,390 0,640 5,995 0,600 1,146 0,386 1,480 5,280 1,012 21,000 1,950 28,560 1,000 1,193 5,225 0,172 6,200 0,484 0,968 8,850 5,500
-0,62 -0,61 -0,29 -0,63 -1,18 -1,79 1,89 0,30 -1,18 -0,28 2,47 -2,09 0,33 -0,68 -0,74 -1,57 -2,43 -0,38 -2,14 0,25 1,87 1,58 2,21 -2,94 -0,31 -0,14 -1,97 0,12 -0,96 5,91 0,31 -3,01 -1,79
12,00 -6,36 1,30 47,21 -20,50 -14,03 -14,85 -11,82 -11,04 29,36 -16,45 -29,41 -13,18 -27,39 -11,92 -12,12 -11,46 -25,49 -3,93 -21,05 -7,25 -4,54 0,76 -21,61 -22,33 -4,17 -38,29 5,00 34,95 -18,05 -26,74 -11,76 -0,10 -22,21 5,53 20,25 -18,42 -23,04 -26,57
1,934 2,018 5,162 1,047 1,411 38,084 1,484 1,951 0,358 2,129 2,806 2,784 3,850 0,214 3,580 3,608 1,848 4,066 7,866 0,324 0,343 4,562 0,373 1,062 0,173 1,166 2,888 1,010 18,000 1,244 22,617 0,881 1,012 2,169 0,160 2,835 0,272 0,496 6,870 3,849
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37 197 13 244 232 174 2435 17 107 1168 23 82 397 25 19 22 27 144 1203 50 29 484 33 39 396 1412 1586 818 9 32
1,180
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7,57
0,992
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2009- 2010 min € max €
IL PUNTO
Cap. in mil. di €
Scivola Stm Male anche Buzzi Pirelli e Pininfarina Salgono le Generali
Dada Damiani Danieli Danieli rnc Datalogic De’Longhi Dea Capital Diasorin Digital Bros Dmail Group DMT E Edison Edison r EEMS El.En. Elica Emak Enel Enervit Engineering Eni Enia Erg Erg Renew Ergy Capital Esprinet Eurotech Eutelia Everel Group Exor Exor priv Exor risp Exprivia F Fastweb Fiat Fiat prv Fiat rnc Fidia Fiera Milano Finarte C.Aste Finmeccanica FNM Fondiaria-Sai Fondiaria-Sai rnc Fullsix G Gabetti Pro.Sol. Gas Plus Gefran Gemina Gemina rnc Generali Geox Gewiss Granitifiandre Greenvision Gruppo Coin Gruppo Ed.L’Espresso Gruppo Minerali M. H Hera I I Grandi Viaggi IGD Il Sole 24 Ore Ima Immsi Impregilo
MILANO — Seduta all’insegna dell’incertezza per Piazza Affari che chiude poco sotto la parità: l’indice Ftse Mib cede lo 0,10%. Soffre Stm (-3,4%) sulla scia del tonfo di Nokia (-10%) che ha diffuso un allarme sui propri conti. Tra i titoli peggiori Buzzi Unicem (3,01%), Autogrill (-2,39%) e Mediaset (-2,55%). Il calo del mercato automobilistico a maggio in Europa influenza Pirelli (-1,94%) e ovviamente Fiat (-1,13%). Tra i bancari la maggiore flessione è di Unicredit (-1,88%). Vendite anche su Impregilo (-1,46%), Italcementi (-1,30%), Geox (-1,25%). Seduta in positivo tra i big per Eni (+1,37%) e, in linea col settore in Europa, gli assicurativi: Generali (+1,31%) Mediolanum (+1,01%), FonSai (+0,82%), A2a (+0,86%). Fuori dal listino principale in evidenza As Roma (+4,09%), giù invece Pininfarina (-4,69%) mentre Acea chiude a +0,66%.
ieri
Var % inizio anno
3,473 0,810 16,480 8,750 3,250 3,160 1,196 34,170 1,445 4,110 13,650
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1,478
-0,94
-8,77
1,124
1,768
1647
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40 365 59 466 258 816
Rif € ieri
TITOLO
Rif € ieri
ieri
Var % inizio anno
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-3,21 -4,64 -12,40 -3,11
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-0,98 0,80
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7,219 0,750
312 7
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0,54 -2,64 -
5,63 11,16 -13,67
3,213 0,389 0,466
4,538 0,660 2,000
335 12 2
TITOLO
2009- 2010 min € max €
Cap. in mil. di €
TITOLO Impregilo rnc Indesit Indesit rnc Industria e Inn Intek Intek r Interpump Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo rnc Invest e Sviluppo Irce Iride Isagro It Holding IT WAY Italcementi Italcementi rnc Italmobiliare Italmobiliare rnc IW Bank J Juventus FC K K.R.Energy Kerself Kinexia KME Group KME Group rnc L La Doria Landi Renzo Lazio Lottomatica Luxottica M Maire Tecnimont Management e C. Marcolin Mariella Burani FG MARR Mediacontech Mediaset Mediobanca Mediolanum Mediterranea Acque Meridiana Fly Meridie Mid Industry Cap Milano Ass. Milano Ass. rnc Mirato Mittel MolMed Mondadori Mondo HE Mondo Tv Monrif Monte Paschi Si. Montefibre Montefibre rnc Monti Ascensori Mutuionline N Nice Noemalife Novare O Olidata Omnia Network
ieri
Var % inizio anno
8,000 9,795 7,600 1,879 0,497 0,775 4,090 2,305 1,813 0,046 1,369 1,462 2,558 0,176 3,420 6,850 3,857 24,270 17,080 1,535
-0,51 -0,98 -0,05 5,30 1,24 -0,22 -0,82 2,48 1,41 0,14 -0,49 -0,15 -1,30 -2,28 -2,02 -0,99 0,33
-5,88 22,36 -1,23 -16,21 7,11 20,54 12,29 -27,17 -23,58 -33,19 -12,02 8,06 -26,51 -5,00 -29,85 -25,82 -23,46 -25,77 -22,00
0,816
-0,91
-9,74
0,071 4,497 2,572 0,300 0,559
2,32 -0,72 -3,65 -2,53
-52,84 -48,04 17,06 -11,94 -9,60
1,930 2,970 0,305 11,730 21,440
-0,52 -1,82 0,99 -0,26 0,19
-10,44 -14,96 -10,95 -17,16 16,90
2,925 0,154 1,925 2,523 6,740 2,700 4,975 6,390 3,487 2,990 0,107 0,399 11,000 1,487 1,630 3,310 1,519 2,668 0,142 6,700 0,430 0,964 0,176 0,463 1,072 4,810
-0,34 -0,39 -1,28 0,30 -1,82 -2,55 1,01 0,08 -1,47 -2,80 -0,60 0,62 0,23 -1,30 -2,02 -3,67 -1,54 -0,62 -1,12 -3,74 2,58 -2,58
3,020 6,005 1,190 0,374 -
Rif € ieri
2009- 2010 min € max € 5,244 1,630 1,950 1,345 0,239 0,499 1,805 1,380 0,929 0,042 1,299 0,629 2,346 0,166 3,322 6,284 3,489 19,137 12,727 1,370
Cap. in mil. di €
10,349 10,303 9,309 2,499 0,636 1,054 4,089 3,196 2,489 0,108 1,857 1,517 4,311 0,259 5,220 11,181 6,081 38,148 25,091 2,240
13 1109 4 43 64 4 394 27160 1693 11 38 1077 45 45 15 1217 410 549 281 113
0,649
1,068
165
0,049 3,898 1,400 0,261 0,448
0,297 10,123 2,881 0,485 0,731
65 79 56 114 21
0,915 2,196 0,275 11,247 9,571
2,974 3,962 0,450 18,010 21,790
59 336 21 2014 9904
17,59 7,79 27,57 13,18 -18,18 -14,30 -23,75 -21,89 10,13 -28,52 -33,28 -28,10 -27,02 -27,07 -18,47 -15,09 -17,16 -15,36 -9,70 -4,44 -22,13 24,03 81,57 -24,72 -14,26
0,996 0,056 1,013 1,810 4,562 1,736 3,057 4,531 2,060 1,284 0,054 0,399 11,000 1,118 1,226 2,429 0,778 2,297 0,110 2,740 0,396 0,791 0,119 0,135 0,870 2,740
3,386 0,190 2,056 10,125 7,135 3,588 6,487 9,675 4,938 3,290 0,230 0,980 16,000 2,779 2,732 4,136 2,139 3,740 0,393 9,895 0,495 1,579 0,230 0,521 2,211 5,970
939 73 121 77 445 50 5881 5479 2543 229 39 20 42 829 50 230 160 694 3 29 64 5282 23 12 14 191
-0,98 2,21 -
0,67 9,38 3,48
1,575 4,970 0,992
3,462 6,840 1,700
353 26 16
-1,84 -
-25,05 -
0,213 -
0,767 -
13 -
P Panariagroup Parmalat Piaggio Pierrel Pininfarina Piquadro Pirelli & C. Pirelli & C. rnc Pirelli Real E. Poligr. S.Faustino Poligrafici Editoriale Poltrona Frau Pop.Emilia Romagna Pop.Sondrio Pramac Premafin Finanziaria Premuda Prima Industrie Prysmian R R. De Medici R. Ginori 1735 Ratti RCF RCS Mediagroup RCS Mediagroup risp RDB Recordati Reply Retelit Risanamento Rosss S Sabaf S.p.a. Sadi Saes Saes rnc Safilo Group Saipem Saipem risp Saras Sat Save Screen Service BT Seat PG Seat PG r Servizi Italia SIAS Snai Snam Gas Snia Socotherm Sogefi Sol Sopaf Sorin Stefanel Stefanel risp STMicroelectr. T Tamburi TAS Telecom IT Telecom IT Media Telecom IT Media rnc Telecom IT rnc Tenaris Terna TerniEnergia Tiscali Tod’s Toscana Fin Trevi Fin.Ind. Trevisan-Cometal TXT e-solution U UBI Banca Uni Land Unicredit Unicredit risp Unipol Unipol pr V Valsoia Viaggi Ventaglio Vianini Industria Vianini Lavori Vittoria Ass. Y Yoox Yorkville Bhn Z Zignago Vetro Zucchi Zucchi rnc
2009- 2010 min € max €
Cap. in mil. di €
FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 15 GIUGNO 2010 TITOLI
Val. € oggi
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
TITOLI
Val. € oggi
Val. € ieri
ANM Sforzesco ..........................10,034 10,028 ANM Tesoreria-Imprese ...............6,883 6,884 ANM Valore Globale...................20,227 19,989 ANM Visconteo ..........................34,629 34,520
ANM Americhe .............................9,085 ANM Anima America ....................4,107 ANM Anima Asia ...........................6,148 ANM Anima Convertibile ..............6,055 ANM Anima Emerging Mkts .........9,620 ANM Anima Europa ......................3,899 ANM Anima Fondattivo ..............13,710 ANM Anima Fondimpiego..........19,787 ANM Anima Fondo Tranding......12,658 ANM Anima Liquidità ....................6,599 ANM Anima Obbl.Euro .................7,049 ANM CapitalePiù Comp.Az. .........4,678 ANM CapitalePiù Comp.Bil.15 .....5,262 ANM CapitalePiù Comp.Bil.30 .....5,013 ANM CapitalePiù Comp.Obb. ......5,455 ANM Corporate Bond...................7,291 ANM Emerging Mkts Bond...........6,140 ANM Emerging Mkts Equity..........7,089 ANM Euroland ..............................4,337 ANM Europa...............................12,617 ANM Europe Bond........................7,589 ANM Flessibile ..............................2,823 ANM Fondo Liquidità....................7,571 ANM Iniziativa Europa ..................6,654 ANM Internazionale....................12,649 ANM Italia ...................................14,890 ANM Managers&Co. Comp.30 ....5,377 ANM Managers&Co. Comp.50 ....5,086 ANM Managers&Co. Comp.70 ....4,611 ANM Managers&Co. Comp.90 ....4,165 ANM Mix .......................................5,652 ANM Monetario..........................12,105 ANM Obiettivo Rendimento .........5,785 ANM Pacifico ................................4,889 ANM Pianeta ..............................10,078 ANM Premium-Protetto................6,515 ANM Risparmio ............................7,743
8,941 4,025 6,146 6,041 9,596 3,870 13,639 19,817 12,546 6,601 7,061 4,633 5,259 5,003 5,460 7,299 6,133 7,049 4,300 12,524 7,606 2,814 7,573 6,608 12,574 14,684 5,368 5,067 4,573 4,124 5,646 12,107 5,795 4,888 10,083 6,520 7,747
29,12 25,06 7,58 9,43 27,69 18,22 11,17 13,28 18,00 1,01 7,49 20,01 7,13 9,53 4,72 9,94 14,34 30,10 14,37 18,08 6,69 11,45 0,73 21,87 16,72 8,74 14,33 16,65 22,60 24,44 7,11 1,36 7,35 20,39 14,52 1,62 4,62
Azimut Bil. ..................................23,218 Azimut Garanzia .........................12,290 Azimut Reddito Euro ..................15,577 Azimut Reddito Usa......................6,295 Azimut Scudo ...............................7,598 Azimut Solidity ..............................7,866 Azimut Str. Trend ..........................5,071 Azimut Trend ..............................18,822 Azimut Trend America ..................9,216 Azimut Trend Europa..................11,872 Azimut Trend Italia......................14,578 Azimut Trend Pacifico...................6,425 Azimut Trend Tassi .......................8,883 Formula 1 - Alpha Plus 20 .............6,417 Formula 1 Conservative................6,430 Formula 1 High Risk......................6,688 Formula 1 Low Risk ......................6,639 Formula 1 Risk ..............................6,414
23,123 12,288 15,599 6,314 7,585 7,864 5,036 18,534 9,151 11,823 14,356 6,423 8,894 6,412 6,427 6,665 6,635 6,387
EC Focus Cap Pro 12/14 ..............5,031 5,021 Eurizon Az. Asia Nuove Economie10,553 10,566 Eurizon Az. Finanza ....................17,923 17,698 Eurizon Az. Int. Etico .....................5,815 5,754 Eurizon Az. Salute e Amb. ..........15,108 14,947 Eurizon Az. Tecn.Avanz ................4,132 4,055 Eurizon Az.ALto Dividendo Euro 24,694 24,405 Eurizon Az.EnMatPrime................9,144 9,056 Eurizon Az.EuropaMult.................5,540 5,504
Diff.% 12 mesi 10,07 1,34 28,08 11,72
4,85 0,16 0,99 14,43 5,51 2,06 9,71 15,65 27,77 6,45 0,23 11,72 0,42 0,05 -0,43 0,68 -0,09 -0,23
30,77 20,91 20,97 23,29 28,76 12,92 13,84 17,92
TITOLI
Val. € oggi
Eurizon Az.Italia 130/30..............16,059 Eurizon Az.MondoMult .................3,334 Eurizon Az.PMI Amer. ................21,228 Eurizon Az.PMI Europa.................8,043 Eurizon Az.PMI Italia .....................4,538 Eurizon Bilan.Euro Multimanager35,327 Eurizon DiversEtico.......................7,904 Eurizon F. Az.America...................8,936 Eurizon F. Az.Euro ......................13,015 Eurizon F. Az.Europa ....................8,028 Eurizon F. Az.Internazionali...........7,394 Eurizon F. Az.Italia ......................11,452 Eurizon F. Az.Pacifico ...................3,911 Eurizon F. Az.Paesi Emer..............9,003 Eurizon F. Garantito 03/13 ............5,154 Eurizon F. Garantito 06/12 ............5,127 Eurizon F. Garantito 09/12 ............5,104 Eurizon F. Garantito 12/12 ............5,116 Eurizon F. Garantito 2sem06 ........5,252 Eurizon F. Garantito 2tri07 ............5,133 Eurizon F. Garantito 3tri07 ............4,967 Eurizon F. Garantito 4tri07 ............5,223 Eurizon F. Garantito Isem06 .........5,301 Eurizon F. Garantito Itri07 .............5,172 Eurizon F. Ob. Cedola...................6,075 Eurizon F. Ob. Emergenti ...........11,163 Eurizon F. Ob. Euro.....................13,925 Eurizon F. Ob. Euro B/T..............15,164 Eurizon F. Ob. Euro Corp. .............5,561 Eurizon F. Ob. Euro HY .................7,015 Eurizon F. Profilo Din.....................5,309 Eurizon F. Profilo Moder. ..............5,346 Eurizon F. Profilo Prud. .................5,461 Eurizon F. Rend.Ass 2anni............5,223 Eurizon F. Rend.Ass 3anni............5,471 Eurizon F. Rend.Ass 5anni............4,861 Eurizon F. Tesor.Dollaro.............13,376 Eurizon F. Tesor.Dollaro $ ..........16,464 Eurizon F. Tesoreria Euro A...........7,645 Eurizon Focus Tesor Eu B ............7,688 Eurizon Liquidità cl. A....................7,253 Eurizon Liquidità cl. B ...................7,428
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
15,837 3,312 20,879 8,006 4,515 35,256 7,895 8,779 12,895 7,982 7,312 11,295 3,914 8,971 5,144 5,119 5,096 5,107 5,252 5,128 4,964 5,222 5,303 5,170 6,076 11,153 13,944 15,164 5,565 7,004 5,298 5,343 5,462 5,223 5,474 4,861 13,407 16,459 7,642 7,684 7,267 7,443
6,90 22,35 41,11 28,18 6,48 11,90 5,02 29,25 12,93 18,81 22,48 7,25 17,45 32,49 3,47 2,70 2,92 3,33 1,14 1,91 -0,90 2,57 2,77 1,59 4,65 11,62 3,71 0,62 8,30 15,87 12,19 6,54 2,57 1,18 1,28 0,79 10,65 11,23 0,47 0,75 0,26
TITOLI
Val. € oggi
Val. € ieri
Eurizon Ob. Internaz. ....................8,832 8,832 Eurizon Obb. Euro Corp. BreveT. .7,432 7,433 Eurizon Obblig. Etico ....................5,402 5,410 Eurizon Obiettivo Rend.to.............8,059 8,059 Eurizon Rendita ............................5,973 5,963 Eurizon Soluzione 10 ....................6,855 6,850 Eurizon Soluzione 40 ....................6,151 6,136 Eurizon Soluzione 60..................24,156 24,043 Eurizon Team 1 .............................5,992 5,993 Eurizon Team 1 Cl G .....................5,992 5,993 Eurizon Team 2 .............................5,666 5,662 Eurizon Team 2 Cl G .....................5,658 5,654 Eurizon Team 3 .............................4,745 4,737 Eurizon Team 3 Cl G .....................4,765 4,757 Eurizon Team 4 .............................4,001 3,992 Eurizon Team 4 Cl G .....................4,022 4,013 Eurizon Team 5 .............................3,859 3,845 Eurizon Team 5 Cl G .....................3,880 3,866 Intesa CC Prot.Dinamica ..............5,673 5,664 Passadore Monetario ...................7,111 7,114 Teodorico Monetario ....................7,449 7,450 Unibanca Azionario Europa..........5,942 5,896 Unibanca Monetario .....................5,720 5,721 Unibanca Obbligazionario Euro....5,803 5,806
Fideuram Azione ........................13,127 Fideuram Moneta.......................14,607 Fideuram Performance ..............12,493 Fideuram Security ........................9,538 FMS - Absolute Return .................9,093 FMS - Eq.Glob.Resources .........10,746 FMS - Equity Asia..........................8,888 FMS - Equity Europe.....................8,756 FMS - Equity Gl Em Mkt .............12,457 FMS - Equity New World ............16,300 FMS - Equity Usa ..........................8,216 Imi 2000......................................16,841
12,969 14,606 12,424 9,539 9,107 10,699 8,843 8,689 12,425 16,284 8,191 16,842
Diff.% 12 mesi 11,50 4,90 6,98 0,94 2,64 2,12 10,31 13,23 1,99 1,99 4,50 4,35 7,16 7,59 10,59 11,10 13,53 14,08 3,00 0,55 0,65 21,79 0,60 2,00
24,43 19,47 0,13 0,74 9,64 18,60 18,56 33,62 29,74 26,07 -0,26
TITOLI
Val. € oggi
Imi Bond .....................................16,745 Imi Capital ..................................30,491 Imi East .........................................6,191 Imi Europe ..................................18,050 Imi Italy .......................................21,292 Imi Rend........................................9,283 Imi West......................................18,198 Imindustria .................................12,472
Pioneer Az. Crescita ..................12,580 Pioneer Az Area Pacifico...............3,691 Pioneer Az Valore Eur Dis..............6,590 Pioneer Az. Am. ............................6,772 Pioneer Az. Europa.....................14,169 Pioneer Az. Paesi Em. ................10,781 Pioneer Liquidita’ Euro..................5,064 Pioneer Monet. Euro ..................13,181 Pioneer O.Euro C.Et. Dis...............4,763 Pioneer Obb. Euro Dis ..................6,553 Pioneer Obb. Paesi E. Dis...........10,098 Pioneer Obb. Più Dis.....................8,268 Pioneer Target Controllo...............5,349 Pioneer Target Equilibrio ..............5,358 Pioneer Target Sviluppo.............22,530
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
16,754 30,303 6,190 17,940 21,024 9,283 17,886 12,364
13,63 8,67 16,97 18,11 10,30 3,23 30,00 13,30
12,417 3,695 6,547 6,626 14,084 10,674 5,064 13,182 4,766 6,564 10,099 8,265 5,349 5,359 22,526
Bim Az. Small Cap Italia ................6,863 6,825 Bim Azionario Europa ...................9,405 9,331 Bim Azionario Globale ..................3,954 3,911 Bim Azionario Italia .......................6,720 6,626 Bim Azionario Usa ........................6,137 6,005 Bim Bilanciato ............................22,208 22,075 Bim Corporate Mix........................5,477 5,480 Bim Flessibile................................3,846 3,840
6,96 7,83 18,67 22,79 12,98 28,96 0,24 1,98 13,72 6,49 32,82 7,45 5,13 5,31 4,60
0,75 11,72 16,84 4,07 32,66 10,62 4,82 2,86
TITOLI
Val. € oggi
Val. € ieri
Diff.% 12 mesi
Bim Obblig. Breve Term................6,540
6,540
1,65
Bim Obblig. Globale......................6,082
6,084
10,64
Bim Obbligazionario Euro.............6,927
6,935
5,08
Symphonia MS Adagio.................5,983
5,976
9,24
Symphonia MS America...............4,053
4,038
22,34
Symphonia MS Asia .....................5,280
5,277
19,78
Symphonia MS Europa.................5,356
5,327
16,33
Symphonia MS Largo...................5,743
5,730
14,08
Symphonia MS P. Emer. ............12,833 12,834
32,38
Symphonia MS Vivace..................5,197
5,173
19,28
Symphonia SC Asia Flessibile ......6,001
5,996
11,56
Symphonia SC Az. Euro ...............5,389
5,334
9,04
Symphonia SC Az. Internaz. .........6,514
6,438
20,43
Symphonia SC Az. Italia .............10,421 10,278
2,49
Symphonia SC Az. Italia SmallCap3,565
3,547
0,56
Symphonia SC Bil. Equil. Italia......5,350
5,315
4,88
Symphonia SC Bond Flessibile ....5,160
5,163
4,56
Symphonia SC Fortissimo............2,600
2,580
14,69
Symphonia SC Italia Flessibile......4,901
4,883
0,89
Symphonia SC Monetario ............7,436
7,435
1,02
Symphonia SC Obblig. Area Eur...9,529
9,532
6,55
Symphonia SC Patrim.Glob.Redd.7,077 7,071
3,01
Symphonia SC Patrim.Globale.....5,213
5,178
Synergia Az. Europa .....................5,884
5,837
11,87 8,28
Synergia Az. Globale ....................6,141
6,076
15,02
Synergia Az. Italia..........................5,693
5,613
2,03
Synergia Az. Sm.Cap It. ................5,531
5,506
0,16
Synergia Azionario Usa.................6,481
6,340
23,14
Synergia Bilanciato 15 ..................5,276
5,272
4,17
Synergia Bilanciato 30 ..................5,431
5,421
5,48
Synergia Bilanciato 50 ..................5,598
5,582
7,08
Synergia Monetario ......................5,011
5,010
0,30
Synergia Obbl Corporate..............5,385
5,388
5,73
Synergia Obbl. Euro BT ................5,063
5,063
1,67
Synergia Obbl. Euro MT................5,199
5,204
4,86
Synergia Tesoreria........................5,040
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la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
LETTERE,COMMENTI&IDEE
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LA FORZA DELLA VERITÀ
A CHE ETÀ SI INIZIANO A TRUCCARE LE RAGAZZE?
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MASSIMO GIANNINI (segue dalla prima pagina) unque, se si dividono i 132.384 «bersagli» per 5,3 utenze viene fuori che le persone effettivamente intercettate sono 26 mila, cioè lo 0,045% dell’intera popolazione nazionale. Altro che 7 milioni e mezzo. Ma stavolta quello che conta sottolineare non è tanto l’ennesima menzogna di Berlusconi. Stavolta, nel suo intervento davanti alla sempre plaudente assemblea della Confcommercio, c’è qualcosa di nuovo e di diverso, che merita di essere sottolineato. C’era un tono di vaga rassegnazione, nelle parole con le quali Berlusconi ha esposto il complicato scenario che si profila nell’iter della legge-bavaglio: «Noi abbiamo preparato il provvedimento in quattro mesi, ma ora si parla di metterlo in calendario per il mese di settembre, poi bisognerà vedere se il Capo dello Stato lo firmerà e poi quando uscirà ai pm della sinistra non piacerà e si appelleranno alla Consulta che, secondo quanto mi dicono, lo boccerà...». In questo «periodo ipotetico» non c’è solo la rappresentazione dei consueti svarioni di sintassi costituzionale: il Parlamento come un orpello inutile, la presidenza della Repubblica come un intralcio fastidioso, la magistratura e i giudici come nemici irriducibili. C’è anche il riconoscimento di un errore di grammatica politica: il centrodestra rischia di non reggere l’urto di un testo come quello sulle intercettazioni, contro il quale si concentrerà presto l’attenzione degli organi di garanzia della Repubblica, e nel frattempo si sta già concentrando un pericoloso fuoco incrociato: quello interno che cova dentro la maggioranza, e quello esterno che monta presso l’opinione pubblica. Dunque, meglio fare un passo indietro, e accogliere le richieste di modifica a un provvedimento che ormai persino gli organismi internazionali considerano una minaccia per le indagini giudiziarie e una lesione dei diritti dei cittadini. Le notizie fatte filtrare in serata da Palazzo Grazioli sembrano confermare questa disponibilità al confronto. Vedremo nelle prossime ore se si tratta di una ritirata strategica, o invece solo di una mossa tattica. Quando mostra di arretrare, spesso il Cavaliere prepara una controffensiva, magari su terreni e con arsenali diversi. Ma in questo caso il sentiero è per lui oggettivamente assai stretto. Sulla manovra da 25 miliardi c’è il nervo scoperto di Bossi: è difficile reggere il nervosismo della Lega, che vive con crescente disagio la crociata dei governatori, a partire proprio dal lombardo Formigoni, contro «i tagli agli enti locali che uccidono il federalismo»: la gente, compresa quella del Nord, comincia a sospettare che sia vero, e questo spiega le aperture del Senatur al-
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le correzioni richieste dalle regioni. Sulla legge-bavaglio la morsa intorno al premier è ancora più stretta. C’è la dottrina: è difficile non ascoltare gli allarmi sui vizi di legittimità sollevati da fior di costituzionalisti. Ci sono le istituzioni: è altrettanto difficile non immaginare che queste correnti di pensiero siano ignorate da Giorgio Napolitano (che sarà chiamato nelle prossime settimane a promulgare quel provvedimento) e dalla Consulta (che sarà chiamata nei mesi successivi a valutarne la costituzionalità). C’è Gianfranco Fini: è impossibile non vedere che la «corrente» del presidente della Camera, dentro il Pdl, si sta riorganizzando in vista del dibattito a Montecitorio e che, forte del ruolo istituzionale di Giulia Bongiorno, ha i numeri per impallinare quel testo almeno in Commissione giustizia, grazie anche all’opposizione (finalmente ferma e trasversale) sollevata dal Pd insieme a Udc e Idv. E poi c’è l’opinione pubblica. Il successo della campagna di questo giornale sui post-it, la straordinaria partecipazione della rete e del popolo viola, le iniziative di protesta annunciate dalla Federazione nazionale della stampa: la diffusa mobilitazione di queste settimane dimostra che quella contro la legge-bavaglio non è solo una battaglia per la legalità, che pone un serio problema di coerenza ad un centrodestra tutto chiacchiere e distintivo, capace solo di predicare “legge e ordine” salvo poi praticare la destrutturazione sistemica dei codici e della Costituzione. Ma conferma che questa è anche una battaglia per la libertà, che pone un problema ancora più gigantesco per la qualità della nostra democrazia, in cui il diritto dei giornali di informare e il diritto dei cittadini di essere informati non può essere disgiunto dal dovere di chi governa di «rendere conto» al popolo che non è chiamato solo a votare, ma anche a pensare. Ecco perché questa legge, così com’è stata concepita, non può passare. La democrazia è limite. E con questo provvedimento quel limite è drammaticamente valicato. Tanti italiani lo hanno capito. E sarebbero ancora di più se tutti i giornali combattessero senza riserve e senza furbizie questa battaglia. In un testo pubblicato sull’«Encyclopedia Americana» un secolo fa Joseph Pulitzer scriveva: «Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo...». È la grande “lezione” di uno dei padri del giornalismo occidentale. C’è ancora tempo perché tutta la grande stampa, senza eccezioni, la spieghi anche a Silvio Berlusconi. m.giannini@repubblica.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMUNE DI ALTOPASCIO
COMUNE di PIOMBINO
Estratto di Bando di Gara
ESTRATTO ESITO GARA DI APPALTO
Provincia di Lucca
E’ indetta una gara pubblica per l’affidamento dei lavori di “Ampliamento Scuola Elementare “Bruno Nardi” di Spianate”. Importo lavori a base di gara: € 569.486,00 (escluso oneri di sicurezza e relativa IVA 10%). Categoria dei lavori in appalto: Categoria OG 1 – classifica 3 – Edifici civili e industriali. Procedura di selezione del contraente: Procedura aperta secondo il criterio del prezzo più basso. Termine ricezione domande di partecipazione: ore 13.00 del 14/07/2010. Il bando integrale è disponibile presso l’ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Altopascio (LU), nonché sul sito internet http://www.comune.altopascio.lu.it. Per informazioni, rivolgersi all’Ufficio Tecnico Comunale, Servizio LL.PP., Tel. 0583/216455 Fax 0583/216206. Il Funzionario Responsabile Ing. Puccetti Giuliano
aro Dr. Augias, accompagnavo a scuola mia figlia (15 anni da compiere) e lei mi spiegava l’importanza per una ragazza della sua età di sapersi truccare bene ed il suo rammarico di non aver ancora imparato. Quando io avevo 15 anni non ricordo ragazze che si truccassero. Quando avevo 15 anni, negli anni ’70, una ragazza che si fosse truccata era già fuori dal rischio di essere considerata una poco di buono. Non si truccava perché non ne sentiva il bisogno. Cos’è cambiato? I modelli di riferimento? Oppure si tratta, anche in questo caso, di bisogni indotti? Per cui tv e pubblicità propongono canoni che fanno breccia soprattutto nella fascia d’età più fragile, che è anche la più ricca per la vendita di certi prodotti? Ricordo slogan come «il corpo è mio e lo gestisco io». Il risultato è vedere ragazze tra i 13 e i 18 anni che si comportano come cortigiane, spaventate all’idea di rimanere fuori dal giro. Inevitabilmente loro trattano noi, i genitori, come i vecchi che non capiscono; io, appoggiato all’angolo dell’ospizio, ho la grande paura che siano molto più vecchie loro, che stanno cancellando la loro gioventù e la loro allegria.
Provincia di Livorno
È in corso di pubblicazione sulla GUUE e sulla G.U.R.I., Avviso di Aggiudicazione gara per l’appalto della Concessione relativa alla
“Progettazione, realizzazione e gestione di un impianto fotovoltaico e opere connesse nel Comune di Piombino, mediante Finanza di Progetto”. Importo
stimato: € 28.173.600,00. La gara ha avuto il seguente esito: Imprese partecipanti: n.1. Impresa aggiudicataria: Raggruppamento Temporaneo di Professionisti R.T.I. “CCC Soc. Coop. con sede in Bologna (Capogruppo) / CONSIAG S.p.A. con sede in Prato (Mandante) / C.T.C. Soc. Coop. con sede in Firenze (Mandante) / SOF S.p.A. con sede in Firenze (Mandante)”. Piombino, lì 31.05.2010 Il Dirigente Sett. LL.PP. (Ing. Claudio Santi)
CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it
Stefano Bidetti s.bidetti@tiscali.it ì certo, in un’ottica adulta, diciamo pure senile (parlo per me), le ragazzine che vanno a scuola “con gli occhi tinti di bistro” (citazione) come per un ballo fanno una certa impressione. Nei miei anni giovanili, come in quelli del signor Bidetti, non era così. Nulla del resto era così. La biancheria intima non aveva niente a che vedere con quella esposta oggi ovunque nelle vetrine e che allora solo le professioniste osavano indossare. Non esibire, però, nemmeno loro. Era diverso il concetto, e l’età, del rapporto sessuale, l’idea di famiglia. Tutto era diverso. Ho questo netto ricordo: quando si studiava la moda femminile nell’epoca napoleonica con quegli abitini neoclassici a vita alta e dalle ardite scollature a balconcino, il commento era che un’esibizione del genere non sareb-
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Maturità, quanto costa non essere ammessi Maria Lanzillo simin.b@libero.it MIO figlio non è stato ammesso alla maturità... Ho letto che finora sono circa 28.500 i non ammessi e penso che chi è arrivato in quinta difficilmente abbandoni la scuola, quindi il prossimo anno scolastico ci saranno circa 1000 classi quinte in più. Quanto costa allo stato un anno scolastico di un ragazzo? Quanto costa a una famiglia? Quanto costa questa nuova legge per l’ammissione all’esame in un momento di tagli? A un alunno non all’ultimo anno con delle insufficienze si dà una seconda opportunità: si recupera il debito a settembre. Perché a un ragazzo di quinta si toglie questa opportunità? Certo, se non continuerà gli studi, potrà fare il bagnino, o il commesso all’Iper, e se avrà qualcosa di speciale potrà diventare ministro... i ministri hanno sempre avuto tutti 6?
La parità uomo donna e il cognome del padre Tina Pelliccia Roma VORREI sottoporre un piccolissimo problema che riguarda la parità dei diritti tra uomini e donne. So che in questo momento difficile l’argomento è divenuto secondario, ma penso che in tema di libertà niente sia da trascurare. Prendo spesso il traghetto della Moby Line e quindi ho pensato di farmi la card che mi consente al-
cune agevolazioni. La card così recita: «La tessera sarà familiare e potrà essere usufruita da tutti i membri della stessa famiglia aventi lo stesso cognome». Io ho due figli, ma naturalmente portano il cognome del padre. Che fare? Ho proposto di aggiungere al mio cognome quello da sposata. È stato inutile!
Un silenzio assordante sulla riforma universitaria Alberto Ritieni Università Federico II di Napoli UN silenzio assordante, questo
L’AMACA
be mai più stata possibile. Poco tempo dopo arrivava la minigonna e il resto, fino al nude look. Perché così tante cose sono cambiate? Azzardo l’ipotesi che, ancora una volta, è l’economia dei consumi a comandare. L’economia comanda e la pubblicità è il suo profeta. C’è poco da recriminare poiché non ha molto senso polemizzare con i fatti e con i tempi. Del resto, una ragazzina con gli occhi bistrati non è di necessità meno “seria” di quella che cammina a occhi bassi, ciò che conta sono le cose che hanno nella testa. Sono certo comunque che la ragazzina bistrata non è meno allegra dell’altra, forse di più. Se posso citare un vecchio adagio impertinente: Good girls go to paradise; bad girls go everywhere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ossimoro è la migliore descrizione di quanto sta accadendo all’Università. Il principio guida che ha indirizzato i vari tasselli, di un lontano progetto che trova nell’ultimo ddl Gelmini il suo naturale finale, è il “costo zero”. È fuori discussione che qualunque cambiamento, in qualunque contesto, se fatto a costo zero non può essere migliorativo per intrinseca definizione. D’altra parte volere quantificare, prezzare, rendere redditiva una delle più complesse azioni umane quale è il trasferimento del sapere - è un mero esempio di miopia culturale. Qualunque “imprenditore” pubblico o privato che
MICHELE SERRA
l citì Lippi (che è talmente incapace di risultare affabile da cominciare a essermi simpatico) ha avanzato un micidiale dubbio sulla questione tecnico-tattica più rilevante di questi mondiali: il suono micidiale delle vuvuzela. In una confidenza raccolta da Marco Ansaldo per la Stampa, Lippi sostiene di avere rilevato l'immutabile volume di quel rumore alieno (pare prodotto da uno sciame di calabroni marziani). Ovvero: secondo Lippi il fracasso è tal quale se nello stadio siano presenti cinquemila o sessantamila persone, e per tutti i novanta minuti. Un perenne”fortissimo” che il nostro citì sospetta essere alimentato artatamente dalla regia sudafricana, con altoparlanti che diffondono barriti registrati. Lo scopo sarebbe di esaltare lo spettacolo (come si fa con risate e applausi registrati in tivù) e pubblicizzare lo spirito sudafricano attraverso la sua colonna sonora, promuovendo al tempo stesso l'artigianato locale (anche se la vuvuzela da bancarella è solo la caricatura di plastica del nobile strumento di corno d'antilope che l'ha originata) C'è materia sufficiente per innescare un clamoroso incidente diplomatico: neppure il governo più distratto del mondo reggerebbe l'accusa di alzare il volume, già infernale di suo, di quelle trombe di Gerico. Nonostante questo, ci auguriamo che Lippi abbia sentito giusto e il suo dubbio sia fondato: sarebbe divertentissimo.
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sia, sa bene che ogni vantaggio richiede uno sforzo di investimenti che pesano inizialmente sul bilancio globale, ma che ritorneranno nel futuro. Nonostante questa evidenza, gli investimenti da parte dello Stato nella ricerca sono insufficienti. Negli ultimi anni ho snaturato il mio ruolo di docente, imparando e insegnando a essere il fundraiser, il cercatore di soldi per finanziare la ricerca e la didattica. Tutto aumenta come costo, ma la ricerca è sempre più costosa e complessa. Questo e tanto altro ancora... Perché chi conosce bene il sistema dal di dentro può dare un supporto critico che può essere utile per migliorare il prodotto finito.
La stazione di Orvieto resterà aperta Federico Fabretti Ferrovie dello Stato NESSUNA chiusura per la stazione di Orvieto, né riduzione della sua potenzialità operativa. Rassicuriamo il comitato dei pendolari della Roma-Firenze (lettera dell’8 giugno): nessuna chiusura perché la stazione di Orvieto ha per noi un’importante valore anche commerciale. Gli interventi riguardano solo la parte industriale della stazione che è stata tutta automatizzata con avanzate e sofisticate tecnologie che permettono la completa gestione in telecomando. Trenitalia continuerà pertanto a garantire gli attuali servizi in stazione.
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la Repubblica
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LA MAREA NERA E L’ECONOMIA DEI DOGMI MARIO PIRANI economia non possiede regole eterne. È accaduto, peraltro, in diverse fasi della storia, che milioni di uomini abbiano creduto nella loro immutabile valenza, tanto da farne articolo di fede. Quando ciò è avvenuto ne sono spesso derivati sconquassi catastrofici. Questa riflessione, di cui sono convinto da tempo, in particolare dopo il crollo del comunismo, mi ha stimolato qualche suggerimento in seguito alla lettura di due articoli di grande interesse, l’uno sul nostro giornale (6 giugno) di Joaquìn Navarro-Valls (“La marea nera e i falsi ambientalisti”), l’altro (“Corriere” del 6 giugno) di Claudio Magris su “I limiti (e i pregi) del capitalismo”. La tesi del primo asserisce che il più enorme disastro ecologico mai avvenuto, quello del Golfo del Messico, è riconducibile ad «un sistema economico, il quale inevitabilmente potrebbe portare in futuro qualsiasi Paese a trovarsi in situazioni simili… la marea nera è il simbolo epocale dell’impotenza della politica… quando la più consolidata democrazia del mondo si trova inerte davanti alla onnipotenza delle multinazionali… il problema ecologico, insieme alle molte altre questioni cruciali… non può essere il vessillo di movimenti minoritari… l’alternativa è quanto mai chiara. O gli organismi internazionali, preposti alla elaborazione di regole valide per tutti, saranno in grado di stilare una tavola dei principi etici che devono indirizzare ovunque i comportamenti di tutti gli operatori economici oppure ci troveremo sempre davanti a democrazie fragili che non riescono a vincere la tendenza sovrana degli interessi globalizzati delle grandi corporation». Se il richiamo all’etica è in sé condivisibile, l’analisi di Navarro-Valls ne oltrepassa, però, il perimetro e indica nel venir meno della politica nella sua funzione di difesa degli interessi generali dell’umanità, il punto di rottura degli equilibri che ne assicurano un grado accettabile e vitale di convivenza. Questo venir meno della politica si verifica nella sua sopravvenuta incapacità di elaborare e imporre regole ai macro-fenomeni insorgenti e dilaganti con dinamiche assolutamente anarchiche. Per questo la marea nera del Golfo è assimilabile alla crisi finanziaria che dopo aver terremotato gli Stati
L’
Uniti rischia ora di far saltare l’euro. L’equazione è la stessa: dato un macro fenomeno sia esso ambientale, economico o altro, se la politica non riesce a monitorarlo e ad ordinarlo a monte, presto o tardi la sregolatezza delle pulsioni provoca deflagrazioni ingovernabili. Fino a qualche decennio fa non era così. Le regole che il mondo libero si era dato nel periodo post bellico assicuravano un progressivo benessere senza eccessivi traumi alle economie di mercato, temperate dal Welfare socialdemocratico. Il mondo del “socialismo reale” da Berlino a Vladivostok, pur soggetto a una dittatura che invadeva ogni spazio individuale e collettivo, appariva in lenta marcia verso un relativo miglioramento materiale, tramite una pianificazione pesante e burocratica, purtuttavia esente da crisi apparenti, grazie all’ammortizzatore dei bassi consumi. Malgrado la relativa modestia dei risultati, malgrado la violenza coercitiva del regime, malgrado l’emergere di uno spirito di rivolta che si sarebbe inverato in Ungheria, in Polonia, in Cecoslovacchia milioni e milioni di persone continuarono nel mondo a credere nella validità di un modello che aveva abolito lo sfruttamento capitalistico e prometteva in un futuro, più o meno prossimo, di richiedere da ognuno secondo le sue capacità e di dare a ciascuno secondo i suoi bisogni. Il più grande e prolungato esperimento dell’uomo di pianificare e costruire la propria storia con i metodi “scientifici” di una allucinata razionalità, minuziosamente regolata, si concludeva con l’auto disfacimento che si estendeva dal centro dell’impero alle province marginali, senza bisogno di interventi esterni. La via d’uscita, più strabiliante per la sua originalità, fu quella cinese, spietata nell’abbandono dei dogmi economici fondativi, sancita già nel 1981 dal comitato centrale, in anticipo sulla caduta del
Muro, con una diagnosi impietosa sulla gestione di Mao: «Ha commesso errori di enorme portata e lunga durata… ha confuso ciò che era giusto con ciò che invece era sbagliato e ha scambiato il popolo con il nemico. In questo consiste la sua tragedia». Una sentenza che si attaglia a tutta l’esperienza comunista. Dal confronto risultò il trionfo mondiale dell’economia di mercato. Ad accentuare il suo prevalere concorse il susseguente e prolungato declino del modello social democratico in seguito alla crisi fiscale che ne rivelò l’onere economico crescente, una ipertrofia burocratica, una estensione troppo generalizzata i cui costi globali erano destinati a gonfiare in modo esorbitante il debito pubblico. Anche da questo versante sembrò venire un concorso convincente al prevalere di una contro-ideologia, opposta al pensiero socialista, sia di marca sovietica che riformista, una contro-ideologia capace però, anch’essa, di convincere milioni di persone del principio secondo cui più il mercato è libero, più il mondo è messo in grado di arricchirsi, di crescere, di godere di nuove sco-
perte e innovazioni, di far vivere meglio i cittadini, di colmare le diseguaglianze. Queste premesse-promesse s’inverarono in misura notevolissima per alcuni decenni, a cavallo del secondo millennio facilitate dal loro coincidere con la rivoluzione informatica che ne moltiplicava in modo esponenziale gli effetti. Si può persino affermare che la creazione inventiva di nuovi strumenti finanziari ha facilitato l’impressionante decollo di molti di quei paesi, un tempo denominati “in via di sviluppo”: dalla Cina all’India, dal Brasile alla Corea del Sud, ormai in diretto confronto concorrenziale con le economie del primo mondo. In questa situazione il pensiero di sinistra non poteva che assorbire la sindrome del perdente, deprivato dei valori spendibili, afono di fronte ad un universo che non riusciva più a spiegare né, tanto meno, a interpretare. Per contro nel largo schieramento vincente l’ideologia del libero mercato finiva per far propria la presunzione dogmatica, tipica un tempo del comunismo: il pensiero unico assumeva una perennità esente da ogni prova, dopo la catastrofe delle pianificazioni socialiste in ogni loro variante. L’incapacità di una riflessione storicistica intrisa di relativismo, che permettesse di cogliere la natura degli enormi vantaggi del mercato ma anche la perigliosità catastrofica del suo anarchico dispiegarsi al di fuori di ogni regola, ha fatto sì che non si avvertissero le potenzialità devastanti di una creazione illimitata di strumenti di speculazione finanziaria, completamente avulsi dalla loro rispondenza alla creazione di ricchezze reali derivanti dalla produzione di beni e servizi. Altrettanto affetti da una lobotomia della ragione si sono rivelati governi, parlamenti, partiti e sindacati di fronte alla crescita sconsiderata dell’indebitamento pubblico, quasi vi fosse un salvatore nascosto di ultima istanza in grado alla fine di
saldare il conto. Di fronte alla crisi impaurente che ci sovrasta, le ricette, soprattutto quelle europee, sembrano in partenza inefficaci, in parte dannose, soprattutto non risolutive. Anche le risposte e le proteste si dimostrano scontate e scarsamente coinvolgenti, soprattutto perché chi le promuove non si fa carico del pericolo, illudendosi di evitarne gli effetti. Eppure non ci sarà via d’uscita senza un nuovo pensiero economico che rifiuti in partenza di farsi dogma, ma si proponga, almeno per l’immediato futuro, di andare contro corrente, rifiuti la logica dello sviluppo ad oltranza per sussumere quella dello “sviluppo ragionevole e compatibile”, misurabile nelle sue dimensioni e nei suoi effetti (ci sono 3000 pozzi nel Golfo del Messico, egualmente pericolosi a quello che è scoppiato, ma a nessuno è venuto in mente quale sarebbe il corrispettivo di spesa in termini di risparmio energetico). Occorre ripristinare il principio della priorità della politica sulla libera e anarchica scelta della banca e della finanza. Urge l’esigenza di riaprire una grande battaglia culturale perché non passino senza risposta diagnosi riduttive di ciò che sta accadendo. Ad esempio è ciò che colgo in una lettera aperta di Franco Debenedetti ed alcuni altri stimatissimi economisti “in difesa del mercato e degli operatori”, in cui è detto: «Sostenere che sia il mercato e non chi ne abusa, a produrre opacità e instabilità, è una mistificazione». Nella mia pochezza accademica mi permetto di contestare questa affermazione: la speculazione può mettere in pericolo il mondo intero perché il meccanismo virtuoso del mercato, nell’era della globalizzazione, si è avvitato in dinamiche imprevedibili, fuori da ogni regola, controllo, capacità di freno, dissociate, anzi prevaricanti, su ogni potere politico. Non si tratta di reinventare il socialismo, anche se la sinistra avrebbe molto da dire, ma per riprendere Claudio Magris in un bella recensione ad uno scritto di Giovanni Bazoli, che abbiamo citato all’inizio, di riscoprire le regole, «quei meccanismi generali e freddi, necessari alla società civile affinché ognuno, rispettandoli e venendone tutelato, possa vivere serenamente la sua calda vita, come la chiamava Saba». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUERRA AL MITO DELLA NUTELLA (segue dalla prima pagina) erché se il suo presagio dovesse avverarsi sarebbe un po’ come se con tutte le polemiche sulle intercettazioni alla fine mettessero fuorilegge i telefoni cellulari. Vorrei ricordare al manager dolciario un motto che in Piemonte abbiamo elevato a filosofia di vita: “Esageruma nen”, non esageriamo. La sua dichiarazione è esagerata e inverosimile. Anzi, tradisce un sorprendente disappunto per quella che alla fine, per l’industria alimentare europea, ieri è
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CARLO PETRINI stata una vittoria. Il Parlamento Ue, infatti, ha bocciato la cosiddetta “etichettatura a semaforo”, che molto intuitivamente avrebbe messo in guardia i consumatori sulle quantità di grassi saturi, sale e zuccheri presenti nei prodotti. È passato invece il principio del “miglior profilo nutrizionale”, che ci costringe a fare controlli incrociati e calcoli tra le quantità riportate nelle tabelle nutrizionali ideali e la lista d’ingredienti. Non è un caso che le lobbies si siano mobilitate come non mai. Hanno ottenuto ciò che volevano: la solita difficile leggibilità delle etichette.
Da langarolo, so bene quali possono essere i pericoli legati a un eccessivo consumo di Nutella. Conosco a menadito le nocciole e quelle che possono essere le loro splendide virtù se unite al cacao in una crema spalmabile. Da bambini ne facevamo un buon consumo, ma sempre dopo tre ore in cortile a giocare a pallone. Credo che non si debba essere necessariamente langaroli per capire che dopo aver mangiato un barattolone morettiano di Nutella poi si sta male. In questi casi è sufficiente il buon senso. Allora mi domando perché viviamo in un continente dove
la gente si ammala sempre di più a causa del cibo e dove è necessario promulgare leggi per far capire ai cittadini cosa si deve e non si deve mangiare. Siamo arrivati al punto che ci vogliono leggi per stabilire che se mi mangio quattro chili di prosciutto crudo l’organismo ne risente, che se m’ingozzo di formaggio i grassi mi tappano le arterie, che se mi trinco tre bottiglie di vino posso perdere i sensi. La verità è che il cibo non si conosce più: da elemento sacro e indispensabile per le nostre vite è diventato oggetto misterioso. Leggi, lotte tra lobbies, i prodotti tradizionali a
denominazione di origine sballottati in questo bailamme di codici, diktat e deroghe; si investe in marketing e si paga gente per inondare di e-mail i parlamentari europei, ma mai nessuno che punti sull’urgenza di tornare a una sana, normale — di buon senso dotata — educazione alimentare. Servono cittadini edotti sui valori del cibo — non soltanto quelli nutrizionali — e non leggi, etichette criptiche o semaforiche. Noi di Slow Food, devo essere sincero, tra le due ipotesi a rigor di logica eravamo favorevoli all’ipotesi semaforo. Ma il semaforo è
un altro modo riduzionista di leggere la realtà, di spiegarci a pezzi cosa fare e non fare, portandoci a perdere il significato del tutto, la capacità di leggere la realtà anche attraverso le interconnessioni nascoste che legano tutto ciò che ci circonda. Detto in parole povere: semaforo verde nutrizionale su una bistecca di soia (Ogm?) vorrebbe dire che ne posso mangiare cinque chili senza svenire? No, la moderazione non è un’opzione: è soltanto un antico e riconosciuto modo per stare meglio, ma non è certo ciò che ci insegna il consumismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
La cultura
Gli spettacoli
Didi-Huberman “Cosa guardare nella società dell’immagine”
Tango un pensiero triste che si balla a Napoli
MICHELE SMARGIASSI
ANNA BANDETTINI
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Un inglese semplificato che permette di comunicare da Londra a Pechino. È il global English, criticato dai puristi ma parlato da 4 miliardi di persone
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI LONDRA a lingua più parlata del mondo, sostiene il principe Carlo d’Inghilterra con una delle sue battute più riuscite, non è l’inglese: è il “global English”, l’inglese scorretto, sgrammaticato, storpiato, che gli stranieri parlano per comprendersi tra di loro, e per comunicare, quando ci riescono, con gli abitanti di Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, insomma con quelli che l’inglese vero, l’inglese di Shakespeare, lo succhiano da piccoli insieme al latte del biberon. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
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STEFANO BARTEZZAGHI
Globish Il mondo in 1500 parole
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i sono un inglese, un francese, un tedesco, un brasiliano, un neozelandese, un russo, un indiano e un italiano. Non è una barzelletta prolissa, o una pubblicità della CocaCola. Avviene davvero, nel bar di un museo, nella stanza comune di uno studentato internazionale, nella sala d’aspetto di un aeroporto... Tutti chiacchierano con tutti, perché hanno tutti una lingua comune: all’inizio, pare – ed è – molto bello. Dopo un po’ la conversazione risulta limitatissima: i pochi argomenti comuni non andranno mai molto oltre i motivi, spesso casuali, del loro incontro. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
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La mappa dei social network
Videoinchiesta “Così funzionano le intercettazioni”
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Per 1270 euro giro del mondo low cost
Clint Eastwood “Io, Sergio Leone e l’Italia”
Il sondaggio VI FIDATE DELLA SCIENZA? INDAGINE INTERNAZIONALE
DARIO CRESTO-DINA
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l tassista 147 spegne “Radio Puglia” e chiude i finestrini per educazione e perché vuol farsi intendere bene. Dice che non capisce come la gente possa non credere. Rallenta, apre le braccia verso il cielo e il mare. «Basta guardarsi attorno. Il big bang? L’evoluzione delle specie? I pesci che escono dall’acqua? Troppo complicato. Tutto questo può solo essere stato creato da Dio». E poi ci sono i miracoli, le apparizioni, i segni personali che sono della provvidenza, non del destino. Il tassista 147 è stato per undici anni tossicodipendente, ne è uscito dopo tre anni trascorsi in comunità. Adesso ha moglie e due figli, il più piccolo salvato dall’immunodeficienza da un trapianto di midollo. Non cerca l’ammirazione né il riconoscimento della sua forza di volontà. Sono state le preghiere, dice, non altro. Nel taxi penzolano tre santini. Un Cristo Misericordioso fasciato di luce, Santa Rita da Cascia in un cammeo e Antonio Cassano in maglia azzurro pallido. © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
LA STORIA R2CULTURA
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Un vocabolario di 1500 termini e una diffusione planetaria Si tratta del globish, l’inglese globalizzato, che tanti usano contaminato e ristretto da Internet e dalle nuove tecnologie I puristi lo criticano ma è la forma di comunicazione dominante
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lingualowcost che parliamo tutti (segue dalla copertina)
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ENRICO FRANCESCHINI
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uesta lingua rudimentale, semplificata, ridotta all’essenziale, impasto di Internet, pubblicità, musica e fumetti, ha un nome e una filosofia: è il “globish”, fusione di “global” ed “english”, ed è usata più o meno correntemente da 4 miliardi di persone, circa due terzi della popolazione terrestre. In passato erano gli imperi a imporre una lingua franca all’umanità. Il latino si diffuse nel Mediterraneo e in tutta Europa trascinato dalle legioni dei Cesari di Roma antica. L’inglese conquistò il pianeta seguendo l’espansione del British Empire, che all’apice del suo potere dominava un quarto delle terre emerse del globo. Quindi è venuto il turno di una nuova versione di inglese, l’americano, quando nella
seconda metà del Novecento gli Stati Uniti hanno rimpiazzato la Gran Bretagna come superpotenza planetaria, conquistando il mondo non soltanto con la propria forza militare ed economica ma soprattutto con il “soft power” della propria cultura di massa, i film di Hollywood, il rock e più recentemente il linguaggio del web, la Microsoft e la Apple, Google e Facebook. La novità è che il «globish», a cui il settimanale Newsweek ha dedicato un lungo servizio, non avanza alla testa di un esercito, di una potenza economica o di un potere culturale. È la lingua dei vincitori, che i conquistati, i sedotti, i vinti, hanno digerito, imparato e rimodellato secondo le proprie esigenze. Il “globish” è l’inglese dell’era dei voli a basso costo, della terra resa piatta, non più rotonda, secondo la metafora di Thomas Friedman, da nuove forme di comunicazione e di trasporto che annullano le distanze culturali e
geografiche. È la lingua dei messaggini e di Twitter, la lingua che dice «u r gr8» per intendere “sei grande” (“you are great”), che sintetizza in 160 caratteri l’amore e la morte, la letteratura e il giornalismo. È la lingua dei miliardi di nuovi immigrati ed espatriati. L’inglese tradizionale si è affermato perché era la lingua della diplomazia, del commercio, del-
Ad inventarlo è stato un francese, ingegnere della Ibm, che ora ha creato un sito la finanza, dell’aviazione e poi della Rete. Il “globish” ha spodestato l’inglese tradizionale e perfino il suo successore, l’americano, semplicemente perché è la lingua di tutti. L’ironia della sorte vuole che a inventare il “globish” sia stato un francese, cittadino di
uno dei paesi più sciovinisti della terra, dove i termini inglesi vengono messi al bando, talvolta con effetti comici, come quando si dice “ordinateur” invece che computer. Jean-Paul Nerrière, un ingegnere informatico della Ibm, si accorse durante un’esperienza di lavoro in Estremo Oriente che gli uomini d’affari che non erano di madre lingua inglese comunicavano — in inglese — con clienti giapponesi e coreani molto più facilmente dei dirigenti d’azienda americani o britannici. La ragione era evidente: tra stranieri, parlavano un inglese più semplice, meno corretto, meno articolato, ma infinitamente più facile da capire reciprocamente. L’inglese ha un milione di parole, un buon dizionario ne contiene mezzo milione, un giornale colto come il Times ne usa 40 mila, a un tabloid popolare come il Sun ne bastano 7 mila, ma Nerrière ha calcolato che il «globish», l’espressione da lui coniata per l’inglese
“decaffeinato”, come lo chiama ironicamente, ha un vocabolario di appena 1500 parole, e sono più che sufficienti. Ad esempio, invece di “nephew” (nipote), una parola dalla pronuncia non facilissima, il “globish” usa “the son of my brother”, una frase più lunga, una forma contorta, ma facile da pronunciare e dal senso inequivocabile. Lasciata l’Ibm, Nerrière ha scritto un libro, Globish, e lanciato un sito, globish.com, per pubblicizzare la sua scoperta. Robert McCrum, un linguista inglese, già autore di un bel libro sulla storia dell’inglese, ora ne ha scritto un altro, con lo stesso titolo di quello di Nerrière. «La Torre di Babele non è stata completamente smantellata, al mondo esistono ancora e continueranno a esistere 5000 lingue differenti», dice McCrum. «Ma quando un indiano e un messicano vogliono commissionare una ricerca a un laboratorio in Thailandia, i cui consulenti sono israelia-
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L’ILLUSIONE DI UN DIZIONARIO SEMPLIFICATO STEFANO BARTEZZAGHI (segue dalla copertina) l globish è la mera illusione di una lingua, per le stesse ragioni per cui la comunicazione, come la si intende ora, è soltanto una quantità, una diffusione superficiale. Aumenta l’estensione della lingua, diminuiscono proporzionalmente le sue componenti. Il minaccioso imperialismo dell’inglese ha un secondo taglio, che è rivolto contro l’inglese stesso: lo tiene in ostaggio e manda per il mondo una sua versione semplificata, per gente che ha poco da dirsi e che ha le stesse (nulle) possibilità di capire Charles Dickens (non si dice William Shakespeare o Virginia Woolf) che aveva prima di imparare il suo stento globish. Da sempre al mondo ci sono i bilingui, gli ancor più rari poliglotti e poi una quantità di persone dotate di una lingua materna e del bagaglio di sopravvivenza per cavarsela in un paio di altre lingue. Il problema incomincia solo se (o quando) prendiamo il globish come una lingua vera e propria e incominciamo a richiedere alla nostra stessa lingua i soli servizi che ci rende il globish. Quante persone, in Italia, ragionano in globish? Non si tratta di poveracci, anzi: esprimono in un linguaggio italiano o anglo-spurio pensieri fatalmente poco articolati. Le stesse, quattro categorie emozionali (o «empatiche», come si dice) che compongono la combinatoria del marketing commerciale, mediatico, letterario, politico sono le uniche possibilità di contenuto di quella sorta di globish autarchico a cui ci stiamo confinando, con l’idea di diventare meno provinciali sotto la dittatura della semplificazione. In realtà fra cielo e terra ci sono molte più province di quanto non lasci sospettare la nostra provincialissima geografia: e la più vasta è anche la più provinciale di tutte, quella che porta a confondere la possibilità di scambiarsi informazioni stradali o meteorologiche con la fine di Babele.
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ni, tra di loro comunicano, a voce e per iscritto, in globish, una sorta di inglese ridotto ai minimi termini». Farebbe inorridire le nostre insegnanti di inglese al liceo, eppure funziona. Perché chiunque sa un po’ di “globish”, ancora prima di cominciare a pensare di parlarlo: taxi, love, sex, phone, airplane, drink, one, thank you, please, good bye, sono parole universali, la base da cui partire senza timori. È insomma la vittoria dell’inglese maccheronico, l’inevitabile risultato della globalizzazione, anche se può venire il dubbio se sia nato prima l’uovo o la gallina: è stata la globalizzazione a portare il “globish”, o il “globish” che ha
“Ma la Torre di Babele non è stata smantellata: resistono 5000 idiomi” portato la globalizzazione? Come che sia, l’inglese per tutti trionfa perché l’inglese dei madre lingua creava complicazioni anche a loro stessi. «Due popoli divisi dalla stessa lingua», la celebre battuta di Oscar Wilde su inglesi e americani, è bene illustrata dalla vecchia storiella di due bianchi che si perdono, ognuno per proprio conto, nell’Africa nera e, dopo mesi di stenti e pericoli, finalmente si incontrano in una radura. Si abbracciano emozionati, poi uno dei due comincia a parlare. L’altro lo guarda interdetto, senza capire una parola. Allora sillaba lentamente, gesticolando per dare enfasi alle sue parole: «I-am-American. Where-are-you-from?» E l’altro esterrefatto: «Liverpool». Con il “globish”, non si rischiano simili equivoci. Il paradosso è che, mentre trionfa l’inglese semplificato,
I personaggi
JEAN-PAUL NERRIÈRE Francese, ex ingegnere dell’Ibm, è stato il primo a coniare il termine globish e a farne l’argomento di un saggio pubblicato nel 2005
LI YANG Cinese, è considerato l’Elvis dell’inglese. In Cina coinvolge 50 milioni di persone col suo metodo di insegnamento “Crazy English”
DANNY BOYLE Il suo Slumdog Millionaire premiato con l’Oscar è considerato il primo film in globish: i suoi protagonisti mischiano inglese, hindi e arabo
in Inghilterra viene istituita per la prima volta un’Academy of English, in difesa della lingua della regina, minacciata dagli slang creati dal multiculturalismo, il Chinglish dei cinesi, lo Spanglish degli ispanici, il Franglish dei francesi, e così via. E negli Stati Uniti l’inglese, o l’americano che dir si voglia, perde terreno davanti all’avanzata dello spagnolo, del tagalog filippino, del cinese, del coreano: nel 1980, soltanto 23 milioni di americani parlavano una lingua diversa dall’inglese; nel 2007 sono diventati 55 milioni, e continuano a crescere. Sempre più gente parla il “broken English” su cui ironizza il principe Carlo, sempre di meno parla il “Queen’s Engli-
Secondo alcune stime sarebbe usato da almeno quattro miliardi di persone sh”, l’inglese forbito e perfetto di Sua Maestà. L’autore di Globish racconta che ogni venerdì sera, nel campus dell’università di Pechino, qualche centinaio di studenti si riuniscono sotto gli alberi di pino di una piazza ribattezzata English Corner, per fare “conversazione in inglese”. Parlano, in modo primitivo, di David Beckham e Paris Hilton, ripetono frasi fatte, si scambiano gentilezze a base di “please” e “thank you”, per concludere tutti in coro con un entusiastico: “Yes, we can”. Forse vogliono dire che anche la Cina, un giorno, potrà diventare libera e democratica. Ma per il momento intendono qualcosa di infinitamente meno complicato, sebbene non meno importante come segno di cambiamento: sì, anche noi possiamo parlare in inglese. Sorry, in “globish”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA MODA R2CRONACA
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Scanzonata e tecnologica, al Pitti di Firenze continua la rassegna maschile Il “già vissuto” è il fulcro di tutte le collezioni, da Ackermann a Siviglia
Tempi andati Dal broccato viscontiano al giubbotto anni ’70 ILARIA CIUTI FIRENZE aider Ackermann, giovane e affermato designer abituatoaandareinpedana a Parigi, scomoda un parolone per indicare il leitmotivdellasuasfilatauomo-donna. Ieri sera per Pitti Uomo e Pitti W (la sezione del salone fiorentino dedicata alla donna) nel cortile del barocco palazzo Corsini in riva d’Arno, Ackermann si appella alla «recherche» di proustiana memoria.Indicauominiispiratiaunviscontiano Helmut Berger che, vestiti di broccati, leopardo e ricami inseguono evanescenti fanciulle simili a fantasmi, le quali fuggono avvolte in cadente seta
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grigia, rosa pallido e color melanzana. «Aristocratici che, dopo essere fuggiti per un lungo viaggio, tornano nel palazzo abbandonato a cercare la bellezza perduta», dice lo stilista. Innamorato di un passato così estenuato e di un lusso tanto decadente da trasformarsi in eccentricità contemporanea. Al passo con il resto del Pitti, Ackermann. Passato e presente anche nel salone che espone soprattutto moda maschile alla Fortezza ma dedica anche uno spazio, nell’ex palazzo della dogana, alla moda femminile, il Pitti W, appunto. Per lui, che sia bello tirato nell’abito Siviglia, scanzonato come per Zu Elements o super tecnologico tipo Pirelli PZero, il già vissuto torna in continuazione. Cruciani si rifà ai corredi di
un tempo per il cotone battezzato pelle d’uovo come i lenzuoli delle spose dei maglioni liscissimi. Post & Co consuma il cuoio delle cinture con l’acido. Soho tinge e ritinge a freddo fino a screziarli i suoi capispalla che riproducono in magliaofelpailblazeroilvecchio«Valstar», il giubbotto in camoscio degli anni ‘70. Felpa anche per le giacche di Everlast al traguardo dei cento anni. Super lavaggi per sdrucire i jeans Rifle. E ritorno alle origini sportive per C.P. Company nella prima collezione creata dall’imprenditore-stilista Enzo Fusco. Per lei, a Pitti W, abbigliamento, accessori (anche le scarpe e gli stivali in plasticacoloratissimadiKartell),gioielli. Anche qui il passato diventa presente. Gherardini riscopre le borse di archi-
vio, con la mitica «bellona» che diventa di cocco. Giorà, che fa gioielli, tratta il metallo come oro invecchiato mentre decora di gufi e rane il bracciale da schiava. Banci Gioielli, decide di evitare qualsiasi forma tradizionale e sposa le sue creazioni con gli abiti di Peridot London. Il gusto animalier contagia Gilli che disegna cani sulle borse, oltre che dollari. D’altra parte la fantasia è la migliore ricetta anti crisi, secondo Graziano Gianneli, ad di Geo Spirit che espone al Pitti sia l’uomo che la donna e lancia, per il marchio del gruppo Peuterey, la prima collezione di pelle e la prima elegante, oltre al tradizionale stile casual.
L’ABITO È d’obbligo, unito o spezzato. Siviglia ne propone una versione asciutta, spezzata ma elegante
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La curiosità
Torna il maglione fatto a mano TORNA in grande spolvero al Pitti Uomo il maglione fatto a maglia. È l’ultima delle civetterie maschili. Pare che gli uomini ne vadano pazzi, tanto che Annapurna di Aida Barni lascia i ferri infilati nel cotone o la fettuccia di seta per valorizzare i maglioni fatti a mano. Belli grossi in confronto alla infinita e sottile leggerezza dei cachemire estivi che, perfino la giacca, si ripiegano in piccole scatole da viaggio, per uscirne intatti.
TECNOLOGIA Pantaloni e giacca Pirelli PZero. Le microcellule variano la temperatura dei capi a seconda di chi li indossa
GUERRIERI Animo combattivo e ritmo rock i modelli di Zu Elements incedono in pedana con uno stile urbano tra lo sfrontato e l’ironico
REPUBBLICA.IT Sul sito “Seidimoda” lo speciale sulla rassegna di moda maschile Pitti Uomo
I dettagli
I COLORI
LA PELLE
Si tinge di vari colori la tradizionale sneaker Rodrigo
Mai di animali uccisi la pelle usata per le giacche di Brogden
LA GIACCA
WESTERN
Decostruita ma slim la giacca Brooksfield
È ispirato alle praterie l’uomo di Marlboro Classics
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IL CASO R2SPETTACOLI & TV
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I toni bassi e profondi sinonimo di virilità E alle donne bastano due parole per intuirlo
Forte e protettivo è dalla voce che si riconosce il maschio ideale SILVIA FUMAROLA ane l’aveva capito subito, sentendo l’urlo di Tarzan, che su un uomo con quella voce si poteva contare. Perché non importa il fisico — altezza, peso, massa muscolare — è la voce a rivelare la forza di un uomo, la sua aggressività, anche la potenza sessuale. Lo dice una ricerca scientifica apparsa sulla rivista The Proceedings of the Royal Society. Gli scienziati dell’Università di California hanno realizzato uno studio per analizzare i segreti della voce maschile e hanno scoperto che le donne hanno una sorprendente abilità a capire quanta potenzialità ci sia in un uomo, solo ascoltandolo parlare (tralasciando forse, le cose che dice). Solo analizzando voci maschili registrate, anche se parlano lingue straniere, le signore sanno selezionare i compagni più forti, indipendentemente dall’aspetto fisico. Dimmi come parli e ti dirò chi sei: la virilità non si stabilisce guardando un fusto silenzioso che esibisce i muscoli, ma al contrario, sentendo parlare un mingherlino o un simpatico orso che esibisce una voce profonda. È l’appeal della voce a guidare le donne, spiega l’autorevole Times che ha dedicato allo studio ampio spazio, anche se — guarda caso — sono uomini fascinosi come Cary Grant, George Clooney, Richard Burton, Russell Crowe ad avere anche il tono giusto. Basso, profondo.
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L’esperimento è partito registrando le voci di uomini che ripetevano tutti la stessa frase, pronunciata con un tono normale Una voce che tocca corde misteriose e avvicina esseri umani di sesso diverso, che segna le differenze e contribuisce a garantire la continuazione della specie. L’esperimento è partito registrando le voci di uomini più diversi (dai rappresentanti di una tribù boliviana ai pastori delle Ande, agli allievi di college in Romania e negli Stati Uniti), che ripetevano tutti la stessa frase, pronunciata con un tono normale. La forza fisica è stata misurata in base alla stretta di mano, alla circonferenza del torace e dei bicipiti, in base a quanti scontri fisici avevano avuto negli ultimi 4 anni. Ogni soggetto è stato giudicato in base a una scala di sette livelli. Modulare la voce si rivela un’arma vincente, come spiega Trevor Cox, professore di Ingegneria acustica all’Università di Salford, Manchester, che spiega come una conversazione può diventare intima quando i toni
diventano bassi, si stabilizzano, tendono a creare complicità. La tecnica usata dai grandi seduttori dello schermo: basta vedere Cary Grant nella versione originale di Notorious, quando cede al fascino di Ingrid Bergman. Dalle origini dell’umanità le voci maschili si sono sempre imposte rispetto a quelle femminili, gli uomini primitivi combattevano per procurarsi il cibo e la terra: dovevano imporsi sul nemico incutendo rispetto e paura, non solo con la forza fisica. Già nel 2007 un gruppo di ricercatori americani dell’università di Harvard, insieme ai colleghi della McMaster University e dell’ateneo statale della Florida, studiando la tribù degli Hazda, in Tanzania, hanno scoperto che le donne trovano più attraenti i timbri bassi, e che a un timbro basso e tenebroso è legata una maggiore facilità di
procreazione. A quel tipo di voce più profonda è associato un maggiore tasso di testosterone, potrebbe essere indicativo di una maggiore abilità nella caccia e nel proteggere la prole. Secondo gli scienziati, dunque, la voce è un elemento importante per far luce sull’evoluzione del genere umano. Le donne affascinate dai taciturni prendano appunti, è importante sentire almeno due parole, il tono con cui vengono pronunciate. Se la voce impressiona e lascia il segno è un buon inizio: l’abbiamo imparato dal regno animale. Nelle tribù delle scimmie, ad esempio, le grida più potenti servono alle femmine di scimpanzé per capire quale sia il maschio dominante, quindi il più forte. Il compagno ideale con cui costruire una famiglia.
L’intervista
Luca Ward, doppiatore del “Gladiatore”
“Ma per sedurre contano le pause”
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ROMA uca Ward, attore e doppiatore (Russell Crowe, Pierce Brosnan, Samuel Jackson, Hugh Grant, Keanu Reeves), lavora con la voce. «Avere una bella voce è un dono di natura, ed è una fortuna. Io non l’ho mai utilizzata molto nel privato perché mi sembrava un po’ scontato, e poi conquistare per la voce e non per le mie qualità non mi sembra una grande mossa». Ma qualche volta sarà capitato. «Sì a volte l’ho sentita la forza della mia voce, l’appeal, anche in cose banali, per la prenotazione di un volo al telefono, ad esempio. Con la signorina che mi diceva: “Ma lei ha una voce bellissima!”. Queste cose mi divertono. Ma la forza della voce, il suo potere, li avverto nei grandi eventi, quando ho fatto Il Gladiatore in piazza: allora senti che la potenza non è solo nei dialoghi». Gli scienziati dicono che la voce rivela la forza di un uomo. «Non conosco l’indagine scientifica, magari mi lancio in una spiegazione sbagliata, per me conta la profondità della voce. Rivela l’uomo, ma soprattutto contano le pause: c’è una tecnica usata sia nel lavoro che nella seduzione». Che vuol dire? «Che conta come si dà peso alle parole. Tu puoi sentire una bellissima voce e farti un’idea di quell’uomo, la parte psicologica la prendi, ma l’aspetto fisico no. Gli attori americani curano la parte sonora, e non è un caso — lo dico perché ne ho doppiati tanti — che molto spesso hanno proprio “il vocione”. È chiaro che la voce pesante, forte, scura, ha un aggancio diverso, però non sono del tutto convinto che corrisponda anche alla virilità». (s. f.)
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I personaggi
GEORGE CLOONEY Fascino da vendere, il divo conquista con la voce e con gli impeccabili completi alla Cary Grant
RUSSELL CROWE Per tutti è il Gladiatore: potenza fisica e voce coincidono. Crowe è anche cantante rock
BONO DEGLI U2 Paul Hewson, per il mondo Bonovox, leader degli U2, ha una voce profonda e magnetica
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DIARIO
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DI REPUBBLICA
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È la miglior forma di governo possibile eppure rischia di degenerare quando diventa vittima di interessi e circoli di potere
DEMOCRAZIA L’unico regime legittimo e il pericolo delle oligarchie
GUSTAVO ZAGREBELSKY
LIBRI CLAUDE MOSSÉ
Pericle l’inventore della democrazia Laterza 2009 JOHN DUNN
Il mito degli uguali Università Bocconi 2008 GIOVANNI SARTORI
La democrazia in trenta lezioni Mondadori 2009 DAVID HELD
Modelli di democrazia Il Mulino 2007 NORBERTO BOBBIO
Il futuro della democrazia Einaudi 2005 JOHN STUART MILL
L’America e la democrazia Bompiani 2005 JEANJACQUES ROUSSEAU
Il contratto sociale Bur 2005 GUSTAVO ZAGREBELSKY
Imparare Democrazia Einaudi 2007
STEFANO RODOTÀ
Tecnopolitica Laterza 2004
KARL POLANYI
La grande trasformazione Einaudi 2000
(segue dalla prima pagina)
La fortuna
osì, sei non lealmente democratico, ma subdolamente aristocratico, perché pensi tu d’avere, solo o con i tuoi (pochi) amici, la verità in tasca. Non capisci d’essere fuori della storia, uno sconfitto che avrebbe solo il dovere di tacere, mettersi da parte e lasciare il passo ai tempi che avanzano, alla storia che si realizza. In breve: cosciente o non cosciente, sei un «azionista», tra tutti i giudizi politici di condanna, il più infamante e «condiviso». Molto più di ladro, corrotto e corruttore, incapace e incompetente, voltagabbana e servo del potente (...). La democrazia come unica forma di regime legittimo, ha vinto la sua battaglia o, almeno, sembra averla vinta. Pare non avere più rivali (...). Oggi, con la sola eccezione dei regimi dichiaratamente teocratici, dove la secolarizzazione non è penetrata ed è anzi combattuta (come accade in talune repubbliche islamiche), si presenta come l’unica forma di convivenza accettabile, dunque legittima. Ciò non solo nel mondo occidentale, dove maggiormente si è sviluppata, ma nel mondo intero, ed è proposta come valore universale dell’umanità. Talora gli intenti sono eccellenti, ma qualche volta anche criminali (come quando la si usa come pretesto per l’uso delle armi, al fine di «esportarla») (...). Ci si può chiedere la ragione di tanta fortuna e la ragione, alquanto allarmante, è che democrazia è parola mimetica e promiscua. Con un manto di nobiltà avvolge i governanti, ma questo manto può nascondere le cose più diverse. Con l’ideologia democratica si possono nobilitare le più diverse realtà del potere. Nel tempo del potere secolarizzato, la democrazia è il solo regime che può presentarsi come l’organizzazione di un potere disinteressato. I governanti si concepiscono come mandatari o rappresentanti o benefattori del popolo. Il loro potere è in nome, per conto, nell’interesse altrui. Possono dire di «servire il popolo», cioè di fare ciò che fanno non per il piacer proprio, ma per il bene di tanti o di tutti. Nobile missione! Anche i governanti per diritto divino sostenevano di agire in nome e per conto d’altri, addirittura di Dio. Ma, una volta caduta questa premessa e posto il governo degli uomini sulla terra, solo le democrazie (non certo le autocrazie di qualsiasi genere) conferiscono ai governanti il di-
Questo tipo di governo ha avuto molta fortuna anche perché la parola è mimetica e promiscua Avvolge chi comanda con un manto di nobiltà
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Il paradosso
Si può dire di servire il popolo, facendo le cose non per il proprio piacere ma per il bene di tutti Era il termine degli esclusi ora è quello degli inclusi ritto di proclamare ch’essi non governano nel proprio interesse, ma per il bene di chi è governato. Questa, l’ideologia. E la realtà? (...). Il nodo da sciogliere, a questo punto, nasce dalla constatazione di questo apparente paradosso: mentre da parte dei potenti della terra si accentua la loro dichiarata adesione alla democrazia, cresce e si diffonde lo scetticismo presso chi studia l’odierna morfologia del potere e presso coloro che ne sono l’oggetto e, spesso, le vittime. Per secoli, democrazia è stata la parola d’ordine degli esclusi dal potere; ora sembra diventare l’ostentazione
SILLABARIO DEMOCRAZIA
degli inclusi. Presso i cittadini comuni, non c’è (ancora?) un rovesciamento a favore di concezioni politiche antidemocratiche. C’è piuttosto un accantonamento, un fastidio diffuso, un «lasciatemi in pace» con riguardo ai panegirici della democrazia che, sulla bocca dei potenti, per lo più puzzano di ideologia al servizio del potere e, nelle parole dei deboli, suonano spesso come vuote illusioni. C’è, in breve, una reazione anti-retorica alla retorica democratica. Non c’è bisogno di consultare la scienza politica per sentir risuonare sempre più frequentemente questa semplice domanda, che è come un segna-
NORBERTO BOBBIO
er poter vivere e rafforzarsi una democrazia ha bisogno della massima estensione del rapporto di fiducia reciproca fra i cittadini, e quindi di bandire quanto è più possibile la strategia della simulazione e dell’inganno (il che vuol dire anche ridurre quanto è più possibile lo spazio del segreto). Ho spesso parlato delle promesse non mantenute della democrazia. Un buon criterio per valutare lo scarto tra ideale e reale è quello di prendere in considerazione il rapporto tra morale e politica, e giudicare in una democrazia storica, di volta in volta, quale sia il grado di violenza politica che in essa ancora si trova, quanta parte delle relazioni politiche siano ancora coperte da segreto (che favorisce l’arte della menzogna), quanto grande sia la forza vincolante dei patti tra le forze sociali e politiche, dalle quali dipende la maggiore o minore sanità di una società pluralistica qual è quella democratica.
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le d’allarme: «democrazia, perché?». Quando si sente esclamare con fastidio: «tanto sono tutti uguali» (quelli della cosiddetta classe dirigente), questo non significa forse che la democrazia ha perso di valore presso questi cittadini, che la considerano semplicemente la vuota rappresentazione o l’occultamento di un potere dal quale essi sono comunque esclusi? Una «teatrocrazia», è stato detto. L’esito potrà essere l’astensione o l’adesione passiva e routinaria: in entrambi i casi, un’abdicazione. È questa la più immediata espressione di uno scetticismo ademocratico dal basso che fa da pendant alla retorica democratica dall’alto. Se si pensa che, storicamente, la democrazia è stata la rivendicazione della massa degli esclusi dal potere, contro la chiusura su di sé dei potenti, c’è evidentemente da registrare un capovolgimento paradossale. Il paradosso si scioglie pensando alle capacità mimetiche o camaleontiche della democrazia, rispetto alle quali è imbattibile. Sotto le sue forme, si può comodamente annidare mimetizzandosi, cioè senza mettersi in mostra (questo è il grande vantaggio), perfino il più ristretto e il meno presentabile potere oligarchico. Le forme democratiche del potere possono essere un’efficace maschera dissimulatoria. È stato così in passato e così è anche nel presente. La storia ci dice che la democrazia può dissimulare l’anti-democrazia (...). Realisticamente, dobbiamo prendere atto che la democrazia deve sempre fare i conti con la sua naturale tendenza all’oligarchia, anzi con la «ferrea legge delle oligarchie»: una legge che esprime una tendenza endemica, cioè mossa da ragioni interne ineliminabili (...). Questa «ferrea legge» si basa sulla constatazione che i grandi numeri, quando hanno conquistato l’uguaglianza, cioè il livellamento nella sfera politica, cioè quando la democrazia è stata proclamata, e tanto più è proclamata allo stato puro, cioè come democrazia immediata, senza delega, ha bisogno di piccoli numeri, di ristrette oligarchie. Non basta. Poiché questa è una patente contraddizione rispetto ai principi, occorre che queste oligarchie siano occulte e che queste, a loro volta, occultino il loro occultamento per mezzo del massimo di esibizioni pubbliche. La democrazia allora si dimostra così essere il regime dell’illusione. Il più benigno dei regimi politici, in apparenza, è il più maligno, in realtà. Il «principio maggioritario», che è l’essen-
LE IMMAGINI “L’esilio di Aristide”. A sinistra un dipinto di Delacroix “Libertà che guida il popolo”. Il sillabario è tratto da “Elogio della mitezza”
za della democrazia, si rovescia infatti nel «principio minoritario», che è l’essenza dell’autocrazia: un’autocrazia che si appoggia su grandi numeri, ma pur sempre un’autocrazia e, per questo, più pericolosa, non menopericolosa, del potere in mano a piccole cerchie di persone che si appoggiano solo su se stesse (...). Le oligarchie, nelle odierne società, non si costruiscono su piani paralleli, l’uno sopra l’altro. L’immagine che mi pare più appropriata è quella del «giro» di potere. Intendo con questa espressione - il giro - esattamente ciò che vogliamo dire quando, di fronte a sconosciuti dalla storia, dalle competenze e dai meriti incerti, o dai demeriti certi e dalle carriere improbabili, i quali vengono a occupare posti difficilmente concepibili per loro, ci domandiamo: a che giro appartengono? Una delle grandi divisioni della nostra società è forse proprio questa: tra chi «ha giro», e chi non ce l’ha. Divisione
Alexis de Tocqueville
Amartya Sen
Ralf Dahrendorf
La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà
La democrazia come discussione pubblica ci aiuta a identificare le radici delle idee democratiche
Solo quando la democrazia è ancorata alla signoria del diritto guadagna la fiducia
La democrazia in America, 1840
La democrazia degli altri, 2004
La società riaperta, 2005
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ANTICA GRECIA
STATI UNITI
FRANCIA
ITALIA
OGGI
Il centro della democrazia ateniese è l’assemblea a cui tutti i cittadini hanno il diritto di partecipare
La Costituzione americana, entrata in vigore nel 1789, sarà modello per le democrazie europee
La democrazia che nasce dalla Rivoluzione (1789) si basa sui principi di “libertà, uguaglianza e fraternità”
La nostra democrazia è fondata sui principi di trasparenza e sovranità popolare affermati nella Costituzione del 1947
La legge sulle intercettazioni riapre il dibattito intorno al valore e al significato della democrazia
Le tappe
profonda, fatta di carriere, status personali, invidie e risentimenti che avvelenano i rapporti e corrompono i legami sociali, ma che, finché dura, è una vera e propria struttura costituzionale materiale. Nei «giri» si scambiano protezione e favori con fedeltà e servizi. Questo scambio ha bisogno di «materia». Occorre disporre di risorse da distribuire come favori, per esempio: danaro facile e impieghi (Cimone e Pericle insegnano), carriere e promozioni, immunità e privilegi. Occorre, dall’altra parte, qualcosa da offrire in restituzione: dal piccolo voto (il voto «di scambio»), all’organizzazione di centinaia o migliaia di voti che si controllano per ragioni di corporazione, di corruzione, di criminalità; dalla disponibilità a corrispondere al favore ricevuto con controprestazioni, personali o per interposta persona, oggi soprattutto per sesso interposto. L’asettico «giro» in realtà è una cloaca e questo
è il materiale infetto che trasporta (...). Quando poi nello scambio e nell’intreccio di favori, minacce e ricatti entrano anche organizzazioni criminali, non è esclusa nemmeno la violenza. Non pochi delitti politici nel violento nostro Paese non si spiegano forse con l’essere venuti meno a un patto di scambio? Dove si alimenta la forza che alimenta i giri? Nella disuguaglianza e nell’illegalità. Essi tanto più si diffondono quanto maggiori sono le disuguaglianze sociali e quanto meno le stesse leggi valgono ugualmente per tutti (...). Come si proteggono i «giri»? Prima di tutto con la copertura e la segretezza. Questa struttura del potere mai come oggi è stata estesa, capillare, omnipervasiva (...). Questo è il carattere nostrano odierno del sistema oligarchico: catene verticali, quasi sempre invisibili e talora segrete, legano tra loro uomini della politica, delle burocrazie, della magistratura, delle professioni, delle gerar-
La dimensione etica
L’educazione
Non è affatto solo una tecnica per la protezione degli individui e dei loro interessi. È un tipo di convivenza che ha a che fare con l’etica repubblicana, con una dimensione della vita che non può essere patrimonio di nessuno
Il compito dell’educazione democratica è indispensabile ma non è dell’autorità: è rimesso alla libertà. Non spetta allo Stato ma alla società Rientra cioè nella responsabilità di ciascuno di noi quando entra in relazione con gli altri
chie ecclesiastiche, dell’economia e della finanza, dell’università, della cultura, dello spettacolo, dell’innumerevole pletora di enti, consigli, centri, fondazioni, eccetera, che, secondo i propri principi, dovrebbero essere reciprocamente indipendenti e invece sono attratti negli stessi mulinelli del potere, corruttivi di ruoli, competenze, responsabilità. Se la cattiva democrazia è quella che si è involuta in oligarchie (...), allora per contrasto possiamo definire «buona» la democrazia dove vigono queste due virtù pubbliche: l’amore per l’uguaglianza sotto la legge comune, unito al disprezzo per arrivisti e faccendieri, e la sete di verità circa le cose comuni (...). Con questo passaggio, l’attenzione si è spostata dalla democrazia come forma o regola della politica alla democrazia come carattere degli esseri umani. In effetti, noi possiamo riferirci alla democrazia come tecnica del potere (che, come tutte le tecniche del potere, contiene comunque in sé qualcosa di minaccioso) e come concezione del vivere comune. Il limite della maggior parte dei discorsi attuali sulla democrazia sta nell’avere separato questi due aspetti e nell’avere oscurato il secondo che, invece, è il più importante, perché preliminare e condizionante. Se viene meno la democrazia come esigenza dello spirito pubblico, essa, in quanto regime politico, si può perfino suicidare «democraticamente» (...). Poiché nessuna tecnica d’organizzazione democratica del potere può funzionare se non si appoggia su società che sono esse stesse, e prima di tutto, democratiche, si comprende che è lì la garanzia ultima e nessuna istituzione, da sola, è capace di difendere la democrazia se i più non la vogliono o non ne sono interessati. Le istituzioni, pur tuttavia, sono importanti (...). Il significato profondo delle istituzioni democratiche è tutto in questo: il medesimo obbiettivo - la lotta contro le oligarchie - ma con mezzi ordinari. Quali esse siano queste istituzioni è chiaro: quelle della legalità e della trasparenza; la sovranità della legge e la libertà delle opinioni; le magistrature e l’informazione. Senza di queste, nemmeno il diritto di voto, il diritto primordiale di ogni forma di democrazia, sarebbe dotato di senso democratico, perché non sarebbe permessa l’onesta misurazione del consenso e del dissenso. La democrazia non è dunque possibile in società non demo-
I testo e l’autore ANTICIPIAMO una parte dell’intervento che Gustavo Zagrebelsky terrà oggi sul tema «Si può dire che la democrazia italiana è malata? Può esistere una cattiva democrazia?». La lezione è alle 17,30 a Lucca. L’appuntamento fa parte del progetto «Un patto per la qualità della convivenza» promosso dalla Provincia e dalla Scuola per la Pace.
I Diari online TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica, comprensivi delle fotografie e dei testi completi, sono consultabili su Internet in formato Pdf all’indirizzo web www.repubblica.it I lettori potranno accedervi diretta mente dalla home page del sito, cliccando sul menu “Supplementi”.
IL BOZZETTO “Allegoria dell’Italia libera”. Si tratta di un bozzetto
cratiche, ancorché adottino le forme esteriori della democrazia. La società democratica è preliminare alla politica democratica. Si deve, allora, promuovere una pedagogia orientata a promuovere l’ethos della democrazia? Platone risponderebbe senza esitazione di sì: «Lo sai che inevitabilmente fra gli individui vi sono tanti tipi quante sono le forme di governo? Credi forse che esse spuntino da una quercia o da una pietra, anziché dal carattere (ethos) dei cittadini, che le trascinano dalla parte verso cui essi stessi pendono?». In effetti, da molti decenni un’autentica pedagogia democratica è mancata (...). Nel momento della massima diffusione della democrazia - si potrebbe dire: nel momento della sua vittoria su ogni altro sistema di governo -, cioè nel momento dell’indifferenza per assenza di alternative, sembra essere venuta meno l’esigenza di insegnarne lo spirito. La demo-
crazia si è sempre accompagnata alla diffusione dell’istruzione e della cultura, cioè alla liberazione dall’ignoranza e dall’analfabetismo. Ma una specifica educazione dalla democrazia? In effetti, una posizione negativa si giustifica in base alla doppia idea che la democrazia, per essere davvero tale, deve essere il «regime dell’uomo così com’è» e che ogni pedagogia o educazione imposta per cambiarlo «eticamente» - fosse anche per adeguarlo alla democrazia stessa, per creare «l’uomo nuovo» - si risolverebbe in una pratica contraria ai principi della democrazia stessa. Ma «l’uomo così com’è» non è affatto quello che è adatto alla democrazia (...). Sotto certi aspetti, la democrazia è un regime politico innaturale, cioè fortemente legato a premesse culturali che devono essere alimentate: chiede sacrifici, rinunce e dedizione personali, in vista di qualcosa di comune, al di là del raggio degli interessi personali. Non è affatto solo una tecnica certe volte migliore e altre peggiore di altre - per la protezione degli individui e dei loro interessi. È una forma di convivenza che ha a che vedere con l’etica repubblicana, con la res publica, cioè con una dimensione della vita che, per essere di tutti, non deve diventare patrimonio di nessuno. Per questo, essa è sempre a rischio e noi conosciamo bene che cosa siano state e che cosa possano sempre essere la «servitù volontaria» e la spontanea rinuncia alla libertà per il prevalere di interessi particolari. Allora? Come conciliare gli opposti: l’inaccettabilità e, al tempo stesso, la necessità di un’educazione democratica? In un solo modo: dicendo che questo compito è essenziale, ma non è dell’autorità. Esso è rimesso alla libertà. Non spetta allo Stato di svolgerlo, ma alla società. Rientra cioè nella responsabilità di ciascuno di noi, quando entra in relazione con gli altri, là dove la democrazia è atteggiamento etico che può essere diffusivo di se stesso, nel rispetto dell’autonomia degli altri (...). La democrazia, poiché non può invocare rassicurazioni metafisiche, può basarsi solo su se stessa, cioè sui suoi cittadini. Si regge o cade per virtù o vizi loro. Ma proprio per questo, quanti amano la democrazia sapendo che prima e dopo di essa c’è solo qualche forma di autocrazia, c’è cioè la perdita della libertà, devono raddoppiare gli sforzi per difenderla ed espanderla nella coscienza di quanti più è possibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LIBRI MOSES L. FINLEY
La democrazia degli antichi e dei moderni Laterza 2005
ALEXIS DE TOCQUEVILLE
La democrazia in America Einaudi 2006
RALF DAHRENDORF
Dopo la democrazia Laterza 2003
HANS KELSEN
Essenza e valore della democrazia Giappichelli 2004
CHARLES TILLY
La democrazia Il Mulino 2009
AMARTYA SEN
La democrazia degli altri Mondadori 2005
ALBERTO BURGIO
Senza democrazia DeriveApprodi 2009
PAUL GINSBORG
La democrazia che non c’è Einaudi 2006
LUCIANO CANFORA
Critica della retorica democratica Laterza 2005
GORDON S. WOOD
I figli della libertà Giunti 1996
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Perché voi valete
la Repubblica
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CULTURA
GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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Lo storico dell’arte “dialoga” con Pasolini e con il pessimismo degli intellettuali: “Si può sfuggire alla luce del potere. Ci sono zone di resistenza”
LABUONASOCIETÀ DELL’
IMMAGINE
MICHELE SMARGIASSI
n un boschetto di bambù del giardino di Villa Medici, a Roma, Georges Didi-Huberman vide le lucciole. «Era il 1984. Pasolini aveva scritto il suo famoso articolo sulla scomparsa delle lucciole nel 1975, quasi dieci anni prima. Ma io le potevo ancora vedere. Le lucciole erano tornate. Anzi, non erano mai sparite. Era sparito il desiderio di vederle». Altri quindici anni e il filosofo francese ha trasformato quel magico incontro in una lucida confutazione del pessimismo radicale degli intellettuali, e in una teoria politica delle minute, volatili ma essenziali “sopravvivenze” ad ogni totalitarismo: Come le lucciole(Bollati Boringhieri, pagg. 100, euro 16). Le scintille lampeggianti nel buio, per Pasolini, erano la metafora del popolo, dell’umanità, della resistenza all’omologazione. Allora perché, dopo averne difeso l’esistenza, decise di assolutizzarne la sconfitta, di “inventarne” la fine? Perché, sulla sua scia, altri pensatori scelgono di “agire da sconfitti” rinunciando a cercare le intermittenti sopravvivenze di qualche bagliore? Pasolini, Agamben: nel suo libro il pessimismo radicale sembrerebbe una peculiarità intellettuale tutta italiana. «No, non lo è. C’è un pessimismo radicale anche in Francia: Baudrillard è pessimista, ma è anche meno interessante di Pasolini; e Virilio è pessimista, ma meno stimolante di Agamben». Lei rimprovera a Pasolini di aver “inventato” per disperazione la morte delle lucciole, e ai suoi eredi di essere rasse-
I
DIDI-HUBERMAN: “IMPARATE A GUARDARE” ranza”, anche quando sono debolissime, sopravvissute nell’ombra. Del resto l’esistenza stessa di Pasolini e del suo cinema è la prova che questo è possibile. Pasolini cercava. Il vero pessimista dorme». I profeti di sventura sono spesso buoni profeti. Il pessimismo di Pasolini sul totalitarismo dei consumi, forse eccessivo ieri, non è adeguato oggi? «Assolutamente sì. Se riprendo ora il tema è proprio perché si è realizzata l’infernale descrizione che Pasolini anticipava». A difesa della cecità volontaria di Pasolini: non è più facile scorgere piccole luci nel buio della dittatura che sotto i proiettori del consumismo? «Non c’è totalitarismo senza luce accecante. Agamben in questo è discepolo di Debord. La tesi è che non c’è modo di sfuggire alla feroce luce del potere e dei suoi
“Non rinuncio a vedere le lucciole: sono la nostra speranza e sopravvivono nell’ombra anche se sono debolissime” gnati alla “gloria del potere”. Un nuovo “tradimento dei chierici”? «Io non rimprovero. La critica filosofica non è mai rimprovero, è analisi delle ragioni. Io condivido, anzi, il pessimismo di Pasolini e ho cercato di comprendere la radice della sua disperazione politica. Questo non è un libro che contrappone un ottimismo a un pessimismo ideologici: io del resto non sono un ottimista. Cerco semmai, sulla scia di Benjamin, di “organizzare il pessimismo”. La vittoria totalitaria non era così definitiva e senza rimedio. La scomparsa delle lucciole era la scomparsa della speranza di vedere la loro piccola immagine nel bagliore della società del consumo. Pasolini non vide la morte delle lucciole: per gridare il suo lutto contro il “genocidio culturale” rinunciò a guardarle. Io, con Bloch, sostengo che le immagini sono il nostro “principio-spe-
L’omaggio
MARATONA DI LETTURE PER SANGUINETI ROMA - Un reading per ricordare, a un mese dalla morte, Edoardo Sanguineti, con il coinvolgimento di poeti, scrittori e artisti. Si parte stasera a Roma, con la partecipazione, fra gli altri, di Nanni Balestrini, Giulio Ferroni, Enzo Golino, Angelo Guglielmi, Valerio Magrelli, Emanuele Trevi e con la lettura di un ricordo di Andrea Zanzotto raccolto per l’occasione, che sigla il riavvicinamento dopo anni di punzecchiamenti reciproci (ESC Atelier Autogestito, via dei Volsci 159). Altra tappa, a carattere più teatrale e musicale, a Bologna il primo luglio, con Alessandro Bergonzoni, Ascanio Celestini, Andrea Liberovici (Piazza Verdi). Vincenzo Ostuni, Tommaso Ottonieri, Gilda Policastro, Tiziano Scarpa e Lello Voce, interverranno invece a Padova il 24 giugno.
media, che annulla ogni barlume di contropotere. Ma questo non è vero. Non accade tutto in tivù. Ci sono sempre un margine, una piega, una zona d’ombra in cui è possibile sfuggire all’accecamento. Il ruolo dell’intellettuale è esplorare queste zo-
IL LIBRO “Come le lucciole” (Boringhieri). Sopra, disegno di Pericoli
ne, e segnalare le tracce delle sopravvivenze che vi trova». Una resistenza di tipo monastico? «Non è appartarsi dalla società, ma
muoversi diversamente in essa. È quello che fa Pasolini quando lascia il centro della metropoli per esplorare le periferie, ascoltando le parole del lumpenproletariat, o quando viaggia in Africa. Spostarsi per rivolgere uno sguardo obliquo, del resto, è il gesto dell’antropologo. Spostarci: non sottrarci. Non basta spegnere la tv e dire che è orrenda, bisogna anche lasciare la poltrona, la casa, aprire gli occhi nella notte e cercare i bagliori negli spazi trascurati dal potere». I critici radicali sostengono però che la cultura non fa più resistenza, anzi è il terreno preferito del potere. Dovremo proteggerci dallacultura, anziché conla cultura? «Domanda difficile, perché l’ambito è ambiguo. Ciò che pensava Adorno, ossia che la grande arte è il luogo privilegiato
della resistenza, non è più vero: l’arte contemporanea ad esempio è in tutto un’organizzazione industriale, allora è difficile contrapporre semplicemente “cultura” a “barbarie”. Ma guai a buttare la cultura come fosse una mela marcia: questo lasciamolo a Goebbels. Bisogna compiere un lavoro più difficile: cercare gli spazi di possibile contraddizione in tutti gli strati della produzione culturale. Questo stesso libro è un oggetto commerciale, ma io ritengo che offra alcune risposte non omologate». C’è un legame tra il “dovere di immaginare la Shoah” oggetto del suo Immagini malgrado tutto, e il dovere di cercare le “lucciole” sopravviventi? «Io sono uno storico delle immagini, anzi uno storico dell’arte. Quello che dico l’ho appreso in Italia osservando il Beato Angelico. Capii che non bastava concentrarmi sui volti sacri, dovevo esplorare tutta la superficie dell’immagine, specie le aree marginali che di solito sfuggono. Panofsky non parla mai dello sfondo di un ritratto, invece è lì che si nascondono molte cose. Nelle fotografie prese clandestinamente da resistenti polacchi in un forno crematorio di Auschwitz appare la cornice scura della porta dietro cui il fotografo, tra terrore e coraggio, si appostò per strappare un’immagine a un evento che doveva restare invisibile. In quell’ombra dove “non si vede nulla” (infatti nelle riproduzioni viene spesso tagliata via) c’è per me tutto il senso straordinario di quelle immagini». Le sue lucciole-immagini sono insomma frammenti di esperienza umana. «C’è una tendenza dei filosofi della politica a lavorare sulle immagini: Rancière in Francia, Agamben in Italia. Guardare è la vera resistenza. Ma come? Per Berlusconi guardare equivale ad acquistare. Tutto ciò che si vede nelle sue tivù si può anche comprare. Io penso che guardare
“Non accade tutto in televisione. C’è sempre un margine, una piega: non dobbiamo vivere appartati ma muoverci diversamente” sia il contrario: lasciar fuggire l’oggetto dello sguardo per coglierne il senso autentico. La farfalla: se voglio godere del profilo delle sue ali e della perfezione dei suoi colori devo catturarla, spillarla, ucciderla. Guardandola fuggire perderò tutto questo, ma vedrò il suo battito, la sua libertà. Cercare lucciole nel buio, oggi, è rinunciare a possedere. Catturo una lucciola: non farà più luce. La lascio andare: temo di averla perduta. Ma il dono che ricevo è più grande: è un ricordo di magia e di grazia che mi aiuta a restare libero». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
CULTURA R2CULTURA
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EUGENIO SCALFARI (segue dalla prima pagina) OI, per merito, fu chiamato a Roma, alla sede centrale della Banca, dove era destinato all’ufficio di Vigilanza, ma per caso fu invece inserito nell’ufficio studi. Non aveva alcuna preparazione economica, perciò si mise «a studiare come un matto» e, per merito, dopo qualche anno diventò capo del settore che si occupava di economia reale. Lì rimase qualche anno finché, per caso e per merito, fu nominato capo del servizio studi, un incarico di notevole rilievo nel nostro Istituto di emissione. Passò altro tempo e, per merito, fu promosso segretario generale; dopo poco entrò a far parte del Direttorio della Banca come vicedirettore generale. Per caso e per merito arrivò al posto di maggior rilievo nell’amministrazione dell’Istituto: direttore generale. Infine, per caso e per merito, governatore dopo che Paolo Baffi dette le sue irrevocabili dimissioni in se- vita che tocca ormai i 90 anni. guito all’assalto contro l’indi- Quale altra vita, intesa nel pendenza della Banca guida- senso di vita pubblica sosteto da Andreotti ed effettuato nuta da un metodo, da un’etitramite un magistrato della ca e da un carattere, gli si può paragonare? Su nove presiProcura di Roma. Seguirono 13 anni alla testa denti della Repubblica, due della Banca, 13 anni densi di (Einaudi e Ciampi) provennero dalla Banca di Italia, ma Einaudi prima ancora che banchiere centrale era un “Quando partecipavo eminente studioso di scienza a cerimonie ufficiali non ho delle finanze, scrittore, presimai voluto prendere dente del Partito liberale. Inla comunione... Mi sentivo di somma un uomo politico sia rappresentare tutti gli italiani” pure d’un genere molto particolare. I governatori della Banca a fatti, di innovazioni, di scontri loro volta sono stati fino ad e incontri. Diciamo 13 anni oggi sette a cominciare anche drammatici e alla fine tragici, qui da Einaudi, ma uno solma anche esaltanti e densi di tanto di loro cominciò da imvissuti privati e di vissuto col- piegato e alla fine arrivò alla lettivo. Tra di essi campeggia carica di governatore; durò 43 il fallimento del Banco Am- anni la sua carriera nella Banbrosiano, e la sua rinascita su ca e 13 anni il suo servizio nuove basi, il suicidio-omici- pubblico nel governo e al verdio di Roberto Calvi, l’uccisio- tice dello Stato. In tutto sono IL LIBRO Il nuovo libro ne dell’avvocato Ambrosoli, stati 56 anni da piccolo fundi Carlo lo scontro con lo Ior (la banca zionario a “grand commis” Azeglio del Vaticano), il “divorzio” tra della Repubblica. Senza mai Ciampi, “Da il Tesoro e la Banca d’Italia, la aver fatto parte di un partito, Livorno al crisi valutaria dell’85 e quella di una lobby, di una loggia, Quirinale” (Il ancora più grave del ’92. d’una “arciconfraternita di Mulino). Infine un nuovo e mai im- potere” come la chiamò Carli maginabile percorso: la poli- in una delle sue relazioni da tica. Dalla telefonata di Scal- governatore. Salvo che, faro del 26 aprile del ’93, che lo quando aveva vent’anni, chiama per incaricarlo di for- Ciampi fondò a Livorno una mare un nuovo governo, fino sede del Partito d’azione. Doal settenato al Quirinale, con- po sei mesi si dimise: le idee di cluso nel maggio 2006. Altri 13 giustizia e libertà restarono il anni (numero fortunato) co- caposaldo della sua vita, ma i stellati da eventi di portata partiti non facevano per lui. nazionale, europea, mondiaHo osservato che molte le: la battaglia vinta, contro tappe di questo lungo percorl’inflazione a due cifre e con- so furono compiute per caso, tro il disavanzo, l’ingresso altre per merito. Il merito e il dell’Italia nell’euro che è stata caso, o meglio: la costanza, il la più grande delle riforme, la talento e la fortuna. Questo è concertazione tra governo e stato Carlo Azeglio Ciampi. parti sociali, il rilancio dell’Unità d’Italia contro le culture *** del localismo e del separatiCi sono alcuni punti saliensmo. ti nella sua vita che meritano Questo è il sommario d’una di essere rivisitati. Il primo è la
P
religione, un sentimento privato ma anche un comportamento pubblico per chi è stato al servizio dello Stato per tanti anni. Levi gli domanda notizie sulla sua educazione religiosa. Lui ricorda una nonna paterna devota e una nonna materna non credente e poi prosegue così: «Dalla quarta elementare alla fine del liceo studiai dai Gesuiti, quindi un’educazione religiosa l’ho certamente avuta, ma debbo dire che i Gesuiti non erano opprimenti. Subito dopo passai alla Normale e mi trovai in un ambiente estremamente laico, quasi ateo direi. Trovai la composizione di questa
che, ripensandoci, non è una contraddizione, nella mia prassi di vita. Nell’ambiente religioso mi è stato insegnato l’amore per il prossimo. Nell’ambiente della Normale, in
“Se non c’è libertà, la capacità di esprimere i propri pensieri, non c’è vera vita politica... Ma la libertà deve accompagnarsi con la giustizia sociale”
A settembre
“TORINO SPIRITUALITÀ” SUL GESTO GRATUITO TORINO — Sarà dedicata al tema della gratuità la VI edizione di Torino Spiritualità, che dal 22 al 26 settembre approfondirà il senso del dono da diverse angolature: dal punto di vista economico, artistico ed esistenziale. All’appuntamento di quest’anno, che raccoglierà i diversi interventi sotto il titolo Gratis. Il fascino delle nostre mani vuote, parteciperanno, tra gli altri, Enzo Bianchi, Miguel Benasayag, Alain Caillé, Gherardo Colombo, Vito Mancuso, Anna Oliverio Ferraris, Moni Ovadia, Carlo Petrini, Monsignor Vincenzo Paglia, Matthieu Ricard, Gustavo Zagrebelsky. Tra i progetti è prevista anche una discussione dedicata al decalogo biblico.
particolare da Guido Calogero, mi è stato insegnato il rispetto del prossimo, al quale riconosci i tuoi stessi diritti e per i quali devi combattere ancor prima che per i tuoi». E aggiunge, per spiegare meglio la sua “prassi di vita”: «Quando partecipavo a cerimonie ufficiali non ho mai voluto prendere la comunione. Mi sentivo di rappresentare tutti gli italiani, quindi ho sempre evitato di comunicarmi in pubblico. Mi ricordo che una volta mi trovavo a Loreto. L’officiante era il Vescovo. Al momento della comunione fece un cenno verso di me, io feci segno di no, non è che mi nascondessi ma l’imponeva il mio ruolo». Ciampi fu molto amico di papa Wojtyla. Dalle pagine di questo libro apprendiamo che si vedevano spesso, quasi settimanalmente facevano insieme la prima colazione nell’appartamento privato del Papa e conversavano
informalmente per quasi un’ora; c’erano lui, Franca e don Stanislao, l’assistente polacco del Papa. Questa abitudine durò fino a due mesi prima della morte di Wojtyla. Eppure questo non influì in nessun modo sulla concezione politico-costituzionale del presidente Ciampi, come non aveva del resto influito su Scalfaro prima e su Napolitano poi. Tre presidenti laici nonostante le loro private credenze o non credenze. Pertini li aveva preceduti in questo atteggiamento che è servito a distinguere la dignità dei vari “inquilini” che si sono susseguiti al Quirinale ed anche quelli che si sono susseguiti a Palazzo Chigi. *** Un’altra questione di grande rilievo riguarda i principi, anzi i valori che sono parte integrante di una concezione politica. Ciampi, ad un’esplicita domanda del suo interlocutore, risponde così: «Se non c’è libertà, cioè la capacità di esprimere liberamente i propri pensieri ed ascoltare liberamente i pensieri altrui, non c’è vera vita politica. Non c’è la città, la “civitas”. Ma la libertà deve accompagnarsi con la giustizia sociale. Non si può essere completamente liberi quando c’è una situazione sociale iniqua, perché per poter esercitare la libertà bisogna essere liberi dal bisogno. Pensavo queste cose quando mi iscrissi al Partito
L’annuncio di un gruppo di ricercatori che da mesi lavorava a Porto Ercole: “Sono le sue spoglie all’85%”. Esperti divisi sulla scoperta
“ABBIAMO TROVATO I RESTI DI CARAVAGGIO” DARIO PAPPALARDO ROMA n 580mila si sono messi in fila per vederne le opere in mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma. Ma ora la Caravaggio mania, nel quattrocentesimo anniversario della morte, si spinge oltre: l’attrazione potrebbe spostarsi dai dipinti alle spoglie. «Abbiamo trovato le ossa di Caravaggio», l’annuncio è stato dato ieri a Ravenna dall’équipe guidata dal professor Giorgio Gruppioni del Dipartimento per la Conservazione dei Beni Culturali dell’università di Bologna. Con tanto di esposizione della bacheca contenente i resti mortali. Dopo un anno di ricerche, riesumazioni nel cimitero di Porto Ercole,
I
esami del dna e datazioni al carbonio 14, i ricercatori sostengono che nel “reperto numero 5” ci sarebbero caratteri che «all’85 per cento» potrebbero essere proprio quelli del pittore maledetto più ambito dai musei. Ovvero quelli di un individuo alto un metro e 73, morto vicino ai quarant’anni, intorno al 1610, con una elevata concentrazione di piombo e mercurio nelle ossa, come ha riscontrato il Centro di ricerche ambientali di Marina di Ravenna. Caratteristica quest’ultima comune agli artisti dell’epoca: il saturnismo, l’intossicazione da piombo, era definita la “malattia dei pittori”. Il dna dell’uomo candidato a essere Michelangelo Merisi da Caravaggio – ed è questo l’aspetto più fragile
IL MAESTRO Un ritratto di Caravaggio
della ricerca — coinciderebbe con quello di supposti discendenti dell’artista dal cognome “Merisi” o “Merisio”, rintracciati in Lombardia. Per lo storico Silvano Vinceti, che si è occupato della ricostruzione documentaria alla base della ricerca, «non ci sono dubbi». Più cauto Gruppioni: «Dopo quattrocento anni, non potevamo fare di più. La possibilità che le ossa siano davvero di Caravaggio è dell’85 per cento Se avessimo potuto fare il confronto con delle tracce sicure appartenenti allo stesso pittore saremmo potuti arrivare al 100 per cento dell’attendibilità come è stato nel caso di una recente ricerca sui resti di Copernico, dove il dna è stato estratto dalle ossa e da capelli trovati in un
libro che lui utilizzava». Claudio Strinati, organizzatore della mostra di Roma appena conclusasi con un record di visitatori, era all’oscuro di tutto: «Non lo sapevo — spiega —. Dal punto di vista scientifico, non posso dire molto perché non so come siano riusciti a identificare le ossa e con quali esami: Caravaggio non aveva figli. Non ci sono discendenti certi. Ma trovo commovente tutto questo. Soprattutto perché l’annuncio arriva dopo la mostra e testimonia ancora, se ce ne fosse bisogno, di quanta attenzione ci sia attorno al pittore. Ho rispetto per l’operazione, come per la ricerca in genere, purché non alimenti forme di feticismo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
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PER SAPERNE DI PIÙ www.quirinale.it www.mulino.it
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Al vertice della Banca d’Italia, ministro del Tesoro che ci traghettò nell’euro, l’approdo al Quirinale: in un libro-conversazione le tappe della sua storia
CARLO AZEGLIO
CIAMPI
RIGORE E SENTIMENTO LE TRE VITE DEL PRESIDENTE
d’azione, ma le penso ancor oggi a tanti anni di distanza». A questi principi si ispirò Ciampi quando da presidente del Consiglio nel 1993, all’indomani d’una gravissima crisi finanziaria che aveva messo a rischio la lira e lo stesso sistema economico nazionale, promosse la concertazione tra il governo e le parti sociali: un metodo che ha aiutato in misura determinante il governo a riportare entro limiti di normalità il valore della moneta nazionale, il disavanzo delle partite correnti e l’attività produttività e che ha funzionato egregiamente fino allo scorso 2008, quando il governo Berlusconi decise di abbandonarlo con il consenso della Confindustria e delle due confederazioni sindacali minoritarie: la Cisl e la Uil. La concertazione proposta e attuata da Ciampi nel ’93 è durata 15 anni, dando risultati molto positivi. Seguiva un’idea lanciata poco tempo prima da Tarantelli, che poi fu ucciso dalle Br. L’idea era quella di costruire la politica dei salari, degli investimenti e della liquidità bancaria attorno al tasso di inflazione programmata. «Quell’accordo scrive Ciampi - è stato fondamentale per portare la stabilità nell’economia italiana, stabilità che va strettamente collegata con la crescita». Oggi se ne parla inutilmente e restano parole vuote, slogan e chiacchiericcio. Ciampi, coadiuvato da Gino Giugni suo
“Ho incontrato molti ragazzi Affrontano la realtà per com’è e si preparano a cambiarla A suo tempo noi ce la facemmo Anche loro ce la faranno”
Le tappe
IL PARTITO D’AZIONE
LA BANCA D’ITALIA
A PALAZZO CHIGI
IL QUIRINALE
Dopo l’8 settembre 1943, Ciampi prende parte alla Resistenza L’anno successivo diventa membro del Partito d’Azione
Vi entra come impiegato nel 1946 Viene nominato Governatore nel ’79 ricoprendo l’incarico per tredici anni
Nel 1993 è presidente del Consiglio. Dal ’96 al ’99 è ministro del Tesoro. Diventa l’artefice dell’ingresso dell’Italia nell’euro
Il 13 maggio 1999 è eletto, al primo scrutinio e con una larga maggioranza, Presidente della Repubblica
ministro del Lavoro, lo realizzò in pochi giorni e poi tenne ferma la barra passando il testimone ai suoi successori. *** Infine la neutralità attiva della Presidenza della Repubblica, custode della Costituzione, garante dei valori fondamentali che sono alla base del patto costituzionale, tutore dei diritti delle minoranze, del laicismo dello Stato, del pluralismo dell’informazione e dell’equilibrio dei poteri. Ad elencarli, questi compiti sembrano tessuti soltanto di parole che possono essere facilmente manipolate. In effetti è così: possono essere facilmente manipolate per far esprimere a quelle stesse parole significati e con-
visto che la nostra Costituzione impedisce guerre offensive. Ci fu poi il messaggio al Parlamento sulla tutela del pluralismo e, in coerenza con quel messaggio, il rinvio della legge Gasparri alle Camere per manifesta incostituzionalità. Il racconto di questa vicenda, lo scontro al Quirinale col presidente del Consiglio che voleva impedire ad ogni costo il rinvio, è narrato con doveroso riserbo nel libro, ma il diario che Ciampi tenne per tutta la durata del suo impegno politico è ben altrimenti eloquente: noi abbiamo avuto modo di leggerlo e ne abbiamo riferito tempo fa su questo giornale, ma ora usciranno i quaderni del Presidente nella loro completezza e sarà un piccolo ma importante evento editoriale. Infine un altro durissimo
A Firenze
UN CONVEGNO PER RICORDARE BARILE FIRENZE — Un convegno sulla libertà d’informazione per ricordare, a dieci anni dalla sua scomparsa, Paolo Barile. Al costituzionalista fiorentino sarà dedicata una giornata di studi per promuovere una riflessione sui temi della democrazia e della libertà di stampa. Gli incontri si terranno domani nella Sala de’ Dugento in Palazzo Vecchio, con gli interventi, tra gli altri, di Giuliano Amato, Stefano Rodotà, Franco Bassanini, Enzo Cheli e di Eugenio Scalfari, al quale sarà affidato il ricordo della figura di Barile. Nel convegno, organizzato dal centro di studi “Piero Calamandrei-Paolo Barile”, si parlerà d’informazione alla luce del diritto comunitario e delle nuove tecnologie.
tenuti completamente opposti ai principi che le hanno ispirate. Opporsi a queste manipolazione distorsive della democrazia è appunto il compito dei grandi Presidenti della Repubblica e della Corte costituzionale che completa e corona, il sistema delle garanzie, dei diritti e dei doveri. Ciampi è stato particolarmente sensibile a questi problemi ed ha puntigliosamente difeso la vitalità - vorrei direi la sacralità - di quei principi. Lo dimostrano alcuni episodi da lui citati: la riunione del Consiglio supremo di Difesa da lui convocato all’inizio della guerra americana in Iraq, che impose al governo la formula della “partecipazione pacifica” del contingente italiano all’iniziativa di Bush,
scontro avvenne il 4 novembre 2005 a proposito della nomina dei membri della Corte costituzionale di spettanza del Capo dello Stato, sulla quale Berlusconi avanzava pretese di compartecipazione che Ciampi stroncò con durezza. Le ultime righe di questo bel libro riguardano i giovani. Le riferisco perché non c’è finale migliore. Aggiungo, che secondo me, queste pagine andrebbero lette nelle scuole a beneficio degli studenti, dei genitori e della scuola. «Ho incontrato molti ragazzi, studenti, giovani impegnati nello studio e nel lavoro. Spesso non sono soddisfatti della loro precaria condizione ma ho osservato che non cadono nel disincanto o peggio nel cinismo. Affrontano la realtà per quello che è e si preparano a cambiarla. Questo è per me il punto, il ricambio generazionale, quando questi giovani chiederanno con vigore ai loro padri: “Ora fatevi da parte”. E’ ciò che fece la mia generazione all’indomani della guerra. Tra molte difficoltà e incertezze dicemmo: “Ora tocca a noi”. Ce la facemmo. Anche loro ce la faranno». © RIPRODUZIONE RISERVATA
ARRIGO LEVI Il coautore di “Da Livorno al Quirinale”, è stato consigliere di Ciampi e Napolitano
la Repubblica
SPETTACOLI
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&TELEVISIONE
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Il musical “Napoletango” di Giancarlo Sepe debutta domani al Teatro San Carlo. In autunno sarà all’Eliseo di Roma che lo ha coprodotto
A tutto
Tango
L’ABITO PER LUI Pantaloni neri d’obbligo e camicia meglio se bianca, o anche nera
IN SCENA Cristina Donadio; (sotto) Pablo Moyano e David Paryla (sinistra) in “Napoletango”
La Napoli “argentina” dei tangueiros emigranti tra passi sgangherati e sogni ANNA BANDETTINI ROMA on è necessario fare uno spettacolo leccato, levigato o di sfinente melodramma per ballare il tango e raccontare il cuore di quello che Borges magicamente definiva: «Un modo di camminare nella vita». Qui c’è una compagnia colorata e sgangherata, una chiassosa famiglia di poveracci e disperati messa su, tra gli emigranti italiani in Argentina nel momento cruciale di un’epoca, da una sfolgorante caporalessa napoletana, Concetta, col sogno della milonga: e per ballare balla, ma in modo struggente e un po’ sconnesso, appassionato e smodato. Napoletango è un musical originale nel suo genere: acido e passionale, toglie il tango dall’impalcatura della sua perfezione accademica e lo riempie di vita. Racconta le ruggenti radici napoletane del tango argentino, quando gli emigranti partenopei contribuirono a creare il tango al pari dei gauchi, dei contadini, degli uruguagi
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REPUBBLICA.IT Sul nostro sito Clint Eastwood «Io, Sergio Leone e l’Italia»
(gli inventori della Comparsita, nel ’16). Lo fa seguendo le sorti allegre e disordinate di una compagnia napoletana, molto simile a quelle che veramente nacquero a Buenos Aires a cavallo tra i due secoli: storie di ragazzi e ragazze messi insieme un po’ per caso, storie di amori, conflitti, solidarietà, disgrazie di uomini e donne che riscattano la miseria nel ballo. O nel sogno del ballo, perché la “combriccola” non diventerà mai una compagnia di tangueiros di prim’ordine. Lo spettacolo va in scena al Teatro San Carlo domani e il 19 per il Napoli Teatro Festival, in autunno sarà all’Eliseo di Roma che lo ha coprodotto, ma ha già conquistato i teatri di Germania, Inghilterra, Spagna e Australia che lo hanno prenotato. È un’idea del regista Giancarlo Sepe, che ha ritrovato il piacere della danza di un suo passato
OTTO PASSI Gli otto passi del tango sono un alfabeto di base del ballo
L’ABITO PER LEI Il vestito, al ginocchio, deve avere una gonna ampia: meglio se con paillettes e scollatura
La caporalessa Concetta è Cristina Donadio: “Dalla vita in giù è tango, ma sopra è Napoli”
LE SCARPE Devono essere di pelle, morbida, con la suola di camoscio per poter scivolare
Gli appuntamenti
Torino, una grande milonga per 160 coppie in gara TORINO — Un’estate a passo di “ocho adelante”, di “morbida”, di “medialuna”: insomma di tango, dal 2009 “patrimonio immateriale” dell’Umanità per l’Unesco. Non c’è festival italiano che non abbia almeno uno spettacolo che accompagna gli spettatori nel turbinoso clima della milonghe da Verona (Tangos il 24 luglio al Teatro Romano) a Taormina (21 agosto con “Milonga de mi amor”). Ma il centro, la capitale del tango è Torino: lì sono sbarcate da tutta Europa 160 coppie di tangueiros pronte a sfidarsi fino al 20 giugno per il primo Campionato europeo di tango argentino. Un’invasione piacevolissima, che fa di Torino la città più argentina d’Italia con corsi di ballo per gli appassionati, serate di milonga, balli no stop dalle 11 di mat-
successo Ballando Ballando, ma anche le sue origini campane. «Questo spettacolo è uno spettacolo su Napoli, più che sul tango — spiega — Sono stati i napoletani, i nostri immigrati a partecipare alla nascita del ballo. Si riunivano nelle milonghe e improvvisavano». Verso questo tango dei primordi, Napoletango ha uno sguardo complice e ironico nello stesso tempo, fin dalle musiche: un trascinante brano originale firmato dall’Oscar Luis Bacalov e una compilation di tanghi sì, ma rimixati da Davide Mastrogiovanni in modo da farli diventare altro, quasi una technomusic in chiave partonepea. «Sì, perché Napoli è venuta fuori in maniera prepotente, perfino più di quanto volessimo. Noi attori diciamo che in scena siamo divisi a metà: dalla vita in giù c’è il tango, ma dalla vita in su è Napoli», dice Cristina Donadio che ha il ruolo della “matriarca” protagonista, donna-vulcano in raso nero, materna e energica, colei che accudisce la compagnia di tango po-
tina alle 21 e soprattutto le competizioni dei professionisti tutti i giorni in piazza San Carlo, cuore della città. Non è un caso, ovviamente, Torino. Il capoluogo piemontese è infatti una città da tempo “votata” al tango: più di tremila appassionati, cento maestri, sessanta scuole... Il tango è una passione tutta sabauda. Su un terreno così fertile, le coppie arrivate da tutta Europa per i Campionati europei, organizzati dalla European Tango Society, devono sfidarsi per due titoli, Tango Salon e Tango Escenario. I vincitori avranno l’onore di accedere alle finalissime del Mundial de Tango, ovviamente a Buenos Aires, dal 13 al 31 agosto. A scegliere i migliori una giuria superqualificata, da Miguel Angel Zotto (in tour in Italia) a Claudio Leonardo Hoffmann. I migliori maestri.
polare, «persone straordinarie, come quei napoletani che partirono senza niente e portarono in terra straniera l’idea di accoglienza e solidarietà», li descrive Sepe. In loro ritroviamo i caratteri forti e commoventi dei vicoli di Napoli, un Pulcinella senza i pantaloni, ragazze vestite di straccetti e boa di struzzo, giovanotti un po’ gagà, coppie che il tango lo ballano anche in mutande e sempre in modo un po’ sconnesso, incoerente. Sono diciannove attori, da mesi impegnati in allenamenti durissimi, quasi totalmente fisici (il parlato, napoletano stretto, nello spettacolo è minimo). Nessuno di loro, volutamente, è un ballerino provetto, a parte una coppia. Perché la loro non è l’avventura di chi balla il tango, ma di chi sa trovare un sogno anche quando la vita si disgrega sotto i piedi. Un sogno dove la passione può essere invincibile. O fatale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La cantante
A luglio
Peter Brunette
Shakira, dal “Waka Waka” a Bollywood
Avatar torna in sala in 3D e in una versione più lunga
Morto a Taormina inviato di “Hollywood Reporter”
Dopo il “Waka Waka”, Shakira interpreterà un vibrante ritmo di danza a Bollywood in una clip con la modella sudafricana Candice Boucher.
“Avatar” torna in sala. La Fox distribuirà (da luglio in Usa poi in Italia) il film di Cameron in una versione di 15 minuti in più, sempre in 3D.
È morto ieri a Taormina, probabilmente per un infarto, Peter Brunette, l’inviato di The Hollywood Reporter.
DAL NOSTRO INVIATO ERNESTO ASSANTE CANNES on c’è dubbio che William Shatner si sia guadagnato un posto di rilievo nella storia della cultura popolare. Potremmo dire che è un icona, ma se solo ci si prova a suggerirlo il grande attore canadese si offende: «Non è ancora arrivato il momento di costruire una statua a mia memoria. Sto bene, lavoro molto, le celebrazioni lasciamole stare». Si, perché negli ultimi cinque o sei anni il suo status di attore è andato crescendo: ha vinto due Emmy e un Golden Globe per il ruolo di Danny Crane in Boston Legal, è al lavoro per il cinema, scrive libri, a luglio inizierà a girare un documentario sulla sua vita e in autunno sarà conduttore di Weird of whate sarà protagonista di $#*! My Dad Says, una serie ispirata alla vita di Justin Halpern, un anomimo ragazzo diventato un fenomeno dei social network. Eppure, qualsiasi cosa faccia, qualsiasi successo ottenga, Shatner è e resta il capitano James T. Kirk, che ha solcato lo spazio per anni a bordo della sua Enterprise nella serie tv Star Trek. «Non sono stanco di Kirk, non potrei davvero. E’ per lui se sono ancora qui. E poi aver interpretato un personaggio in grado di sopravvivere per decenni è, per un attore, una fortuna straordinaria». Perché, a suo avviso, Stark trek non muore mai? «Perché sono storie senza tem-
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Shatner: “Io e Star Trek non ci separeremo mai” Nuova serie tv per l’attore canadese James T. Kirk
William Shatner
Star Trek
Penso che la gente ami pensare che il futuro possa essere così, molto migliore del mondo in cui viviamo oggi 50 anni di carriera
po, che hanno sempre un profondo senso morale. Il punto, credo, sia quello che Star Trek dica che l’umanità esisterà ancora tra 200 o 300 anni e che ci sarà ancora gente con sentimenti sani e amore per il prossimo, curiosità e spi-
rito d’avventura. Penso che la gente ami pensare che il futuro possa essere così, molto migliore del mondo in cui viviamo oggi». Nella sua nuova serie tv, il centro del racconto è Twitter... «Siamo nell’era digitale, no? E’
Non mi pento di nulla di quello che ho fatto, ogni cosa ha rispecchiato qualche aspetto di me, anche i peggiori
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La polemica un ruolo divertente, in cui cerco di tenere testa a un figlio che è diventato famoso a causa di Twitter che non ha ancora deciso se tornare a vivere con me. Il ruolo comico mi piace, è uno show di mezz’ora che ha a che fare con la vita vera». Mai pensato di smettere? «Mai. Nemmeno quando le cose non andavano bene. Mi piace questo lavoro, qualsiasi forma prenda, anche quella della pubblicità. Ci sono colleghi che si vergognano di fare pubblicità, lo considerano un lavoro “sporco”, che si accetta solo per denaro. Io no, mi ha permesso di vivere e restare sulla breccia, mi ha fatto conoscere dai bambini, che poi sono cresciuti e magari hanno seguito Boston Legal, dicendo “vedi, quel signore simpatico della pubblicità sa anche recitare». Cinquant’anni di avventura nel mondo degli spettacoli sono un viaggio addirittura più lungo di quello di Star Trek... «E anche più pericoloso, a dire il vero. Scherzi a parte è stata una carriera meravigliosa, non mi pento di nulla di quello che ho fatto, ogni cosa ha rispecchiato qualche aspetto di me, anche i peggiori. E credo che il pubblico abbia amato questo mio modo di essere». Chi è William Shatner? «Un signore di quasi ottanta anni, piuttosto atletico direi, che ama recitare, far divertire la gente e interpretare William Shatner, il suo personaggio preferito«. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Decreto enti lirici il Senato approva ed è già protesta ROMA — Il tormentato decreto sulle fondazioni liriche è stato approvato ieri in Senato. Il governo esulta, ma i lavoratori sono già sul piede di guerra: oggi il coordinamento delle rappresentanze sindacali deciderà un calendario di proteste. «Durissime — anticipa Silvano Conti della Cgil — Il nostro giudizio è di totale bocciatura. Il decreto che esce dal Senato è peggiorativo rispetto a quello già negativo passato nella commissione Cultura». Nel testo approvato ci sono maggiori garanzie economiche per la pensione dei ballerini, ma resta il blocco del turn over (unica deroga il Petruzzelli) e la stretta sul lavoro autonomo e sui contratti integrativi (la penalità scende al 25%). Stralciato l’articolo su Cinecittà, resta quello sull’Imaie che passerà in gestione ai ministeri Cultura e Lavoro e alla presidenza del Consiglio. Il decreto va ora alla Camera dove deve essere approvato entro il 29, data ultima per evitare il suo annullamento.
la Repubblica
CANAL GRANDE DI ANTONIO DIPOLLINA
Film del giorno CARMEN JONES DRAMMATICO, COL., USA, 1954, DURATA 105’ Regia di Otto Preminger. Con Dorothy Dandridge, Harry Belafonte, Pearl Bailey. Durante la guerra, in una fabbrica nel Sud degli Stati Uniti l’operaia Carmen Jones s’innamora di un caporale dell’esercito e lo porta alla rovina. La 7 — 14.05
U
ITALIANI “La guerra degli italiani” su History Channel
AGENTS SECRETS SPION., COL., ITA-FRA-SPA, 2004, DUR. 109’ Regia di Frédéric Schoendoerffer. Con Vincent Cassel, Monica Bellucci. L’agente Brisseau (Cassel) è a capo di una task force francese che deve intercettare un carico di armi proveniente dalla Russia. Retequattro — 23.45 RAI 1
10.15 10.30 10.45 11.00 11.10 11.15 12.05 13.00 13.30 13.50 14.00 14.30 15.15 16.00 16.50 17.35 18.00 18.20 18.25 18.30 19.00 20.00 20.20 20.25 20.30 21.05 22.40 23.25 23.40 0.40 1.10 1.20 2.05 2.10 2.15 2.20 3.50
Tg2 Costume e Società Ricominciare Tg2 Medicina 33 Cartoon Flakes Cercasapori Sms Consumatori Tracy & Polpetta Tg2 Mattina Tg2 Costume e Società Medicina 33 Nonsolosoldi Meteo 2 The Love Boat - Tf Il nostro amico Charly - Tf Tg2 Giorno Tg2 Costume e Società Medicina 33 Dribbling Mondiale Ghost Whisperer - Tf Squadra Speciale Colonia - Tf La Signora del West - Tf Las Vegas - Tf Art Attack Tom & Jerry Tales - Cartoni Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Rai Tg Sport Tg2 Mondiale Rai Sera Classici Disney Cartoni animati Estrazioni del Lotto Tg2 20.30 Ghost Whisperer - Tf Brothers & Sisters - Tf Tg2 La Storia siamo noi Big La via del cuore La via della ragione Tg Parlamento Squadra Speciale Lipsia - Tf Almanacco Meteo2 Appuntamento al cinema Lost by Night - Tf Tg2 Costume e Società
repertorio e memorie di chi gli era vicino. A ogni evento, narrato cronologicamente, scatta la testimonianza relativa. Ha in sé una buona struttura di racconto questo World War II — La guerra degli italiani, serie in onda su History Channel il giovedì alle 23. Produzione italiana, la regia è di Davide Savelli, per gli amanti del genere c’è anche un occhio particolare all’evoluzione dei fatti, con un passo storico centrato e di disincanto, provvidenziale in un periodo in cui rimbombano tra edicole e spot tv lanci di dvd roboanti e morbosamente revisionisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CANALE 5
RAI 3
RAI 2 6.10 6.25 6.55 7.00 9.30
na sorta di social network antico, di comunità riconoscibile: dieci personaggi, comuni o comunissimi, con la Seconda guerra mondiale come teatro d’azione. Cinque sono ancora vivi, sono militari, partigiani, ex repubblichini, ebrei perseguitati dalle Leggi, agenti segreti, soldati semplici, infermiere (come Antonia Setti Carraro, madre della moglie del generale Dalla Chiesa, scomparsa nel 2005). La guerra, a settant’anni dal suo inizio, è il filo conduttore: loro c’erano, chi c’è ancora racconta in prima persona, per gli altri ci sono immagini amatoriali o classiche di
6.00 Rai News Morning News 6.30 Il caffè - Di C. Mineo Italia, istruzioni per l’uso 7.30 Tgr Buongiorno Regione 8.00 La Storia siamo noi 9.00 Film: Tre sul divano - Di J. Lewis. Con J. Lewis, J. Leigh 10.50 Cominciamo Bene Estate. Conducono M. Mirabella e A. Ciampoli 12.00 Tg3 - Rai Sport Notizie Meteo3 12.25 Cominciamo Bene Estate 2a parte 13.00 Condominio Terra... 13.10 Julia - Tf 14.00 Tg Regione Tg Regione Meteo 14.20 Tg3 / Meteo3 14.50 Cominciamo Bene Estate - Condominio Terra... 15.00 Tg3 Flash Lis 15.05 La Tv dei ragazzi 16.30 Pomeriggio sportivo. Nuoto: Sette Colli Internazionali d’Italia 17.15 Doc Martin - Tf 18.05 GeoMagazine 2010 18.55 Meteo3 19.00 Tg3 19.30 Tg Regione Tg Regione Meteo 20.00 Blob 20.10 Seconde chance - Tf 20.35 Un posto al sole 21.05 Tg3 21.10 Tvm: Alice Nevers Professione giudice. Con M. Delterme, J. Dell 22.50 C’era una volta 0.00 Tg3 Linea notte 0.10 Tg Regione / Meteo 3 1.00 Appuntamento al cinema 1.10 Magazzini Einstein 1.40 La Musica di Raitre 2.30 Fuori Orario. Cose (mai) viste
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■ cinema / mattina 9.00 Prateria che scompare - Di J. Algar SKY Cinema Family 9.55 1941 - Allarme a Hollywood - Di S. Spielberg SKY Cinema Mania 10.10 This Christmas - Natale e altri guai Di P.A. Whitmore II SKY Cinema Family 10.50 La donna di paglia - Di B. Dearden MGM 11.10 Mostri contro alieni - Di R. Letterman e C. Vernon SKY Cinema 1 HD 11.55 Drugstore Cowboy - Di G. Van Sant SKY Cinema Mania 12.10 Ballare per un sogno - Di D. Grant SKY Cinema Family 13.00 Un cuore in inverno - Di C. Sautet Cult 13.10 Complici del silenzio - Di S. Incerti SKY Cinema 1 HD
■ cinema / pomeriggio 14.00 In a Dark Place - Oscuri delitti - Di D. Rotunno SKY Cinema Max HD 14.25 Io non credo a nessuno - Di T. Gries MGM 15.15 Il cosmo sul comò - Di M. Cesena SKY Cinema Family 15.30 L'amaro sapore del potere Di F.J. Schaffner SKY Cinema Classics 16.00 Mister Wonderful - Di A. Minghella MGM 16.50 Cadillac Records - Di D. Martin SKY Cinema 1 HD 17.00 M. Butterfly - Di D. Cronenberg Cult 17.40 Streets of Blood - Di C. Winkler SKY Cinema Max HD 18.45 Push - Di P. McGuigan SKY Cinema 1 HD
■ cinema / sera 19.20 Crazy in Love - Di P. Næss SKY Cinema Mania 21.00 Fireball - Di K. Tabori SKY Cinema Max HD 21.00 La duchessa - Di S. Dibb SKY Cinema Mania 21.00 Tepepa - Di G. Petroni SKY Cinema Italia 21.00 Incinta o... quasi - Di L. Shapiro SKY Cinema Family 21.00 L'isola sul tetto del mondo - Di R. Stevenson SKY Cinema Classics 21.00 Watchmen - Di Z. Snyder SKY Cinema 1 HD 21.00 Vivere e morire a Los Angeles Di W. Friedkin MGM 21.00 I giochi dei grandi - Di J. Curran Cult
■ cinema / notte 22.35 Squali all'attacco - Di B. Misiorowski SKY Cinema Max HD 22.35 Kung Fu Panda - Di M. Osborne e J. Stevenson SKY Cinema Family 22.45 Tre gendarmi a New York - Di J. Girault SKY Cinema Classics 22.55 Tropic Thunder - Director's Cut - Di B. Stiller SKY Cinema Mania 23.00 Gator - Di B. Reynolds MGM 23.00 Matrimonio tardivo - Di D. Koshashvili Cult 23.15 Impudicizia - Di P. Fanetti SKY Cinema Italia 23.45 Without a Paddle - Il richiamo... Di E. Elkayem SKY Cinema 1 HD 0.15 Max Payne - Di J. Moore SKY Cinema Max HD
■ sport 19.00 Serie A Juventus Espn Classic 19.00 Baseball: Minnesota - Colorado (live) ESPN America 19.10 Tennis: Torneo ATP (live) Eurosport 19.30 Grip Nuvolari 19.30 Grand Prix Story Espn Classic 20.00 Sky Basket Prepartita (live) SKY Sport 2 HD 20.00 A-Z Nuvolari 20.00 Un secolo di giochi olimpici Espn Classic 20.15 Calcio: C.del Mondo - Soccer City (live) Eurosport 20.25 Fight Sport: Fight club Eurosport 20.30 Basket: Milano - Siena (live) SKY Sport 2 HD 20.30 Magazine Nuvolari 20.45 Ke Nako Sudafrica ep. 5 e 6 SKY Sport 1 HD 21.00 Barcellona - Saragozza SKY Sport 1 HD 21.00 Palestre di coraggio Nuvolari 21.00 Wimbledon Espn Classic 21.30 Next Nuvolari 22.00 Hot Road Nuvolari 22.00 Sports Years Espn Classic 22.00 NASCAR Now ESPN America 22.30 Motorsport: ep.17 SKY Sport 2 HD 22.30 Primo piano Nuvolari 22.30 SportsCenter ESPN America 22.45 Ke Nako Sudafrica ep. 7 e 8 SKY Sport 1 HD 22.50 FIFA World Cup Classic Players Espn Classic 23.00 Motori: Indy Car SKY Sport 2 HD 23.00 Gnok Calcio Remix SKY Sport 1 HD 23.00 Great Cars Nuvolari 23.00 Pro Wrestling: Vintage Collection Eurosport 23.00 FIFA: le partite storicheEspn Classic 23.00 Baseball: College World Series ESPN America 23.30 Calciomercato Mondiale (live) SKY Sport 1 HD 23.30 Feel Ford Nuvolari 0.00 Poker World Series 2005 SKY Sport 2 HD 0.00 AMA National 2010 Nuvolari 0.00 Serie A AC Milan Espn Classic 0.30 Mondiale Remix SKY Sport 1 HD 0.30 Grand Prix Story Espn Classic 0.45 Basket: Milano - Siena SKY Sport 2 HD
5.30 5.50 6.40 7.10 8.15 9.10 10.30 11.30 12.00 12.02 13.05 14.05
15.10 16.15 16.30
18.55 19.35 20.30 21.10
23.40 23.45
1.40 2.07
3.45 4.20
■ 49
REPUBBLICA TV «Ecco come funzionano le intercettazioni». Quante sono realmente le persone ascoltate in Italia, quali i costi e le tecniche più all’avanguardia usate dalle forze di polizia. Una videoinchiesta firmata Piero Colaprico. Repubblica Tv — 11.00 SENZA PALLA Dennis Dallan, Rudy Zerbi e Bianca Balti sono ospiti del talk show condotto da Marisa Passera e Federico Russo. DeeJay tv — 20.00 C’ERA UNA VOLTA Lo speciale di Silvestro Montanaro è dedicato ad Haiti. A distanza di 6 mesi dal terribile terremoto, la situazione dell’isola resta drammatica. RaiTre — 22.50 LA STORIA SIAMO NOI Rai Educational presenta “Gassman segreto” di Linda Tugnoli: ritratto del grande artista attraverso i ricordi, fra gli altri, di Monicelli, Villaggio, Scola e dei figli Alessandro e Paola. RaiDue — 23.40 LA SETTE
Tg4 - Rassegna stampa Saint Tropez - Tf Media Shopping Kojak - Tf Il fuggitivo - Tf Balko - Tf Agente scpeciale Sue Thomas - Tf Tg4. All’interno: 11.54 Meteo Vie d’Italia notizie sul traffico Carabinieri - Tf Distretto di polizia - Tf Forum - Il meglio di Conduce Rita Dalla Chiesa Nikita - Tf Sentieri Film: Gioventù bruciata - Di Nicholas Ray. Con James Dean, Natalie Wood, Sal Mineo Tg4. All’interno: Meteo Tempesta d’amore - Telenovela Renegade - Tf Film: The Unsaid - Sotto silenzio - Di Tom McLoughlin. Con Andy Garcia, Teri Polo Cinema Festival Film: Agents Secrets Di Frederic Schoendoerffer. Con Vincent Cassel, Monica Bellucci Tg4 Rassegna stampa Film: Giugno ’44: sbarcheremo in Normandia - Di Henry Mankiewicz. Con Michael Rennie, Bob Sullivan Media Shopping Criminal Intent - Tf
Love Boat Fox Retro Sky scherzando SKY UNO Sfiga World Records GXT I Griffin Fox HD David Letterman Show SKY UNO Stellina Lady Channel 24 Cielo Guinness World Records GXT The Strip Jimmy I Simpson Fox HD I Jefferson Fox Retro I Simpson Fox HD Italia's Next Top Model 2 - Daily Cielo Fear Factor GXT Italia's Next Top Model 3 SKY UNO Senza peccato Lady Channel Nip/Tuck Jimmy Hazzard Fox Retro Dollhouse Fox HD Duro a morire Cielo Hypercube - Il cubo 2 Di A. Sekula GXT Nip/Tuck Jimmy America's Next Top Model SKY UNO Pasion Morena Lady Channel Hazzard Fox Retro Vita segreta di una teenager americana Fox HD Duro a morire Cielo Queer as Folk Jimmy David Letterman Show SKY UNO Eredità d'amore Lady Channel I Jefferson Fox Retro Medical Investigation Fox HD Countdown Cielo World Combat League GXT Webdreams - Sesso on line Jimmy Il mio amico Arnold Fox Retro Bordello! (Cathouse) Jimmy Ultimate Poker Challenge GXT The L Word SKY UNO Huracan Lady Channel A-Team Fox Retro
15.55 16.58 17.20 18.25 18.31 19.01 19.28 20.10 20.11 21.00 21.00 21.00 22.01 22.55 23.07 23.40 23.55
■ ragazzi 18.30 18.30 18.35 18.40 18.50 18.50 18.55 18.55 19.05 19.05 19.05 19.15 19.15 19.20 19.30 19.30 19.40 19.40 19.40 19.45 19.50 19.55 19.55 20.00 20.00 20.05 20.05 20.15 20.20 20.20 20.25 20.30 20.35 20.35 20.40 21.00 21.00
DEEJAY TV
6.00 Tg La7 Meteo Oroscopo Traffico 7.00 Omnibus 9.15 Omnibus Life 10.00 Omnibus (ah)iPiroso 10.35 Punto Tg 11.00 2’ Un Libro 11.05 Movie Flash 11.10 Matlock- Tf 12.30 Tg La7 12.55 Sport 7 13.00 Movie Flash 13.05 The District - Tf 14.05 Film: Carmen Jones - Di Otto Preminger. Con Dorothy Dandridge, Harry Belafonte, Pearl Bailey 16.10 Cuore d’Africa 18.05 Relic Hunter - Tf 19.00 Crossing Jordan - Tf 20.00 Tg La7 20.30 Otto e mezzo - Conduce Lilli Gruber 21.10 S.O.S. Tata" 23.15 S.O.S. Adolescenti Istruzioni per l'uso (r) 0.10 Cuork - Viaggio al centro della coppia 1.25 Tg La7 1.45 Movie Flash 1.50 Film: Il riposo del guerriero - Di Roger Vadim. Con Brigitte Bardot, Robert Hossein, James Robertson Justice 3.55 Otto e mezzo (r) 4.35 2' Un Libro (r) 4.40 CNN News
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■ intrattenimento 19.30 19.35 19.45 19.50 20.00 20.00 20.00 20.05 20.10 20.20 20.30 20.45 20.45 20.50 21.00 21.00 21.00 21.00 21.10 21.10 21.35 21.45 22.00 22.00 22.00 22.00 22.00 22.40 23.00 23.00 23.00 23.00 23.00 23.05 23.30 23.30 23.55 23.55 0.00 0.00 0.00
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Programmi
SECONDA GUERRA MONDIALE: LORO C’ERANO...
THE UNSAID — SOTTO SILENZIO THRILLER, COLORE, USA, 2001, DURATA 100’ Regia di Tom McLoughlin. Con Andy Garcia, Teri Polo. Rimasto orfano in circostanze tragiche, un ragazzo si trasforma rapidamente da vittima in carnefice coinvolgendo lo psicologo che l’assiste. Retequattro — 21.10
6.00 Euronews 6.10 Quark Atlante - Immagini del Pianeta 6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità Viaggiare informati 6.45 Unomattina Estate. All’interno: Che tempo fa / 7.00-8.00-9.00 Tg1; 7.30 Tg1 L.I.S. / 7.35 Tg Parlamento / Che tempo fa / Tg1 Focus / Che tempo fa / 9.30 Tg1- Flash 10.40 Verdetto finale 11.30 Appuntamento al cinema 11.35 Tg1 Che tempo fa 11.45 La signora in giallo (2 episodi) - Tf 13.30 Telegiornale Tg1 Focus 14.00 Tg1 Economia 14.10 Don Matteo 4. Con T. Hill, N. Frassica, F. Insinna 15.05 Raccontami. Con L. Savino, M. Ghini 16.50 Tg Parlamento 17.00 Tg1 Che tempo fa 17.15 Mondiale Rai Sprint 18.45 L’eredità - Conduce C. Conti 19.55 Telegiornale 20.10 Campionati Mondiali di Calcio 2010. All’interno: 20.30 Francia-Messico 22.50 Tg1 23.05 Notti Mondiali 1.00 Tg1 - Notte Tg1 Focus 1.30 Che tempo fa 1.35 Appuntamento al cinema 1.40 Sottovoce 2.10 Fuoriclasse canale Scuola-Lavoro 2.40 Homo Ridens 3.10 Film: Metronotte - Di F. Calogero
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R2PROGRAMMI
GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
Viki TV DeAkids Rupert Bear Boomerang Stuart Little Nick Jr Star Wars: The Clone Wars Cartoon Network Kick Chiapposky - Aspirante Stuntman Disney XD Zack e Cody sul ponte di comando Disney Channel Vai Diego Nick Jr Pororo Boomerang Missione Cuccioli DeAkids Ben 10 - Forza aliena Cartoon Network Le nuove avventure di Scooby Doo Boomerang I'm in the Band Disney XD Jinx Disney Channel Vai Diego Nick Jr Batman: the Brave and the Bold Cartoon Network Tom & Jerry Show Boomerang Zack e Cody al Grand Hotel Disney XD Quelli dell'intervallo Cafè Disney Channel Siamo fatti così DeAkids Miffy & Friends Nick Jr Kirikù e gli animali dell'Africa Nick Jr Jake e Blake Disney Channel Il laboratorio di Dexter Cartoon Network Team Umizoomi Nick Jr Pippi Calzelunghe DeAkids Phineas & Ferb Disney XD I Puffi Boomerang Phineas & Ferb Disney XD Olivia Nick Jr Il mondo di Patty Disney Channel Teen Angels Cartoon Network Invito a cena con vampiro - Di S. Boyum Disney XD Pippi Calzelunghe DeAkids The Garfield Show Boomerang Dora l'esploratrice Nick Jr Freestyle - Tutta un'altra stanza DeAkids Baby Looney Tunes Boomerang
6.00 9.45 10.30 13.00 13.30 13.55 14.00 14.30 15.55 16.00 18.55 19.00 19.30 20.00 22.30 23.00 1.00 2.00 4.00 5.00
Coffee & Deejay The Club Deejay Hits The Club Hi Shredability Deejay Tg Via Massena Summer Love Deejay Tg Summer Days Deejay Tg Via Massena Hi Shredability Senza palla Hi Shredability The Lift Rock Deejay by Night Deejay Night The Club Deejay Night
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Robocop Nemiche Er- Medici in prima linea Il tunnel della libertà Semplicemente irresistibile E alla fine arriva mamma! Studio 60 on the Sunset Strip Chuck Closer The Mentalist Sabrina XXX 2: The Next Level The Boxer Fringe Grey’s Anatomy Supernatural Friday NIght Lights
The Hills Only Hits Love Test Mtv News 30 seconds to Mars Mtv News Trl On the Road Mtv News Jersey Shore Only Hits Love Test Mtv News Trl On the Road Mtv News Jersey Shore 10 Cose che odio di te Greek Skins Speciale Mtv News The Osbournes South Park Tf Tvm Tf Tf Film Sitcom Tf Tf Tf Tf Film Film Film Tf Tf Tf Tf
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Le ricette di Laura Ravaioli Gambero Rosso Come è fatto il calcio Discovery Channel HD Casa Alice Alice Gadget Show Discovery Science Diva del fai da te Discovery Travel & Living Megastrutture National Geographic Estrema difesa History Channel Dolcemente Gambero Rosso Top Gear Discovery Channel HD Pasta, Love e Fantasia Alice Un pieno di... NatGeo Adventure I giganti dell'ingegneria Discovery Science Monster House: case da pazzi Discovery Travel & Living Alta velocità mortale National Geographic Tokyorama con La Pina e Diego NatGeo Adventure Questo l'ho fatto io Gambero Rosso Mattia: detto fatto! Alice Cacciatrici di tesori NatGeo Adventure Motori mondiali National Geographic 2012: l'ultima profezia History Channel Jamie at Home Gambero Rosso Top Gear Discovery Channel HD Il mondo di Csaba Alice The Real Fight Club NatGeo Adventure Come è fatto Discovery Science Orrori da gustare Discovery Travel & Living I grandi documentari del Gambero Rosso Gambero Rosso Mare Nostrum Alice Come è fatto Discovery Science Motori mondiali National Geographic I grandi documentari del Gambero Rosso Gambero Rosso Top Gear Discovery Channel HD Locanda D'Angelo Alice Mega Beast Discovery Science Tabù. vudù NatGeo Adventure La mia nuova casa in campagna Discovery Travel & Living
MONDIALE
la Repubblica GIOVEDI 17 GIUGNO 2010
La prima giornata di un torneo fin qui opaco si chiude con l’incredibile caduta dei campioni d’Europa (0-1): gol storico di Fernandes per gli elvetici. Il ct spagnolo: “Si può perdere, ma non così” Il punto
GIANNI MURA
IINATTESO
LA SORPRESA È IL NON GIOCO LA SORPRESA della Spagna sconfitta dalla Svizzera chiude il primo ciclo di 16 partite in cui molto di quel che ci aspettava è mancato: le grandi squadre, il grande gioco, i grandi goleador. Molte reti sono nate da errori dei portieri e da situazioni a palla inattiva. Non è un mondiale rimpicciolito, ma confuso e appiattito sì. C’è da sperare che gran parte di questo appiattimento dipenda dalle difficoltà nel rompere il ghiaccio, nel capire non solo quale sia la forza delle altre squadre, ma anche della nostra. Se è così, da oggi dovrebbe salire il divertimento, chi non ha ancora vinto non può permettersi altri pareggi, chi ha già perso deve cercare di vincere. Fin qui, s’è visto che molti speculano più sull’errore dell’avversario che sulla sicurezza del proprio gioco. E’ un mondiale al ribasso, per ora, con un gioco bloccato da eccessivi tatticismi determinati non solo dalla paura di perdere ma dalle caratteristiche dei giocatori. Poche eccezioni: la più vistosa è la Germania : il 4-0 all’Australia resta il punteggio più rotondo, sostenuto dal gioco migliore. Si dirà: ma in fondo era l’Australia. Sì, ma non credo che l’Australia sia più debole della Corea del Nord. La Germania ha segnato subito (come Argentina e Inghilterra, del resto) ma poi ha proseguito a rullo. Quattro attaccanti ha alternato Low e ognuno di loro ha segnato. Tre gol su quattro sono frutto degli schemi più vecchi, e ancora validi: fuga sull’ala e cross basso in mezzo sul compagno libero, per una specie di rigore in movimento. Dopo la Germania, per spigliatezza della manovra e la buona occupazione del campo, metto Corea del Sud e Cile. La sensazione è che le piccole squadre siano capaci di grandi difese e che le grandi squadre siano tali per rango e definizione, ma rischiano di beccare gol al primo serio tentativo degli avversari (è capitato all’Italia ma anche all’Inghilterra, al Brasile, alla Spagna). In sostanza, non hanno mostrato fin qui una grande difesa e un grande attacco solo a tratti e in alcune individualità (Messi). Tutto questo ha smussato le differenze di valori e rimpicciolito le grandi, o fatto sembrare più grandi le piccole. Vediamo se da oggi cambia le musica e ognuno torna al posto suo o se c’è in atto un sottile cambiamento, un’erosione. Una cosa si può già dire ed è che le squadre africane, con tanti giocatori di scena in Europa, si sono europeizzate forse nella disciplina tattica ma hanno perso l'allegria, talora incosciente, del gioco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il gol di Gelson Fernandes: dopo il rimpallo è stato il più veloce ad arrivare sulla palla, evitando Casillas. Sotto, Villa disperato
Mondiali
DAL NOSTRO INVIATO ENRICO SISTI
DURBAN l tiro sbilenco e forzato di Xavi a tre secondi dalla fine è la fotografia mossa del matrimonio che non c’è stato fra il bello e l’utile. Anche la Spagna campione d’Europa delude, annaspa, addirittura viene umiliata in questo Mondiale che non decolla. Il tiro finale di Xavi è solo un flash, un attimo: il tempo che impiega Puyol ad aprire il buco per il contropiede di Derdiyok che porterà al gol di Fernandes. La corrida della felicità e del gioco esaltante si chiude col torero incornato dai cappelli dei tifosi svizzeri, alcuni effettivamente dotati di corna, altri di orologi a cucù, e dai loro umili beniamini iniziati da Hitzfeld al culto di catenaccio e contropiede. Altra strada non avevano. Pareva di vedere il Barcellona schiantarsi a basso ritmo contro la diga di Mourinho. La Spagna è stato solo padrona del pallone. Ma se manca l’intensità e se non la butti dentro il pallone puoi anche farlo sparire, tanto non serve a niente. Spazio alle fiammi-
I
shock Spagna subito sconfitta la meraviglia è svizzera feraie. Se la Spagna ricca va al minimo del ritmo e l’umile Svizzera rende al massimo è giusto che adesso le presunte maravillas rimpiangano di aver buttato
un tempo, roteando intorno a un’idea di calcio inapplicabile senza rapidità di movimenti. Perché è comunque faticoso occupare tutti gli spazi e perché or-
Girone H
L’uomo del giorno
SPAGNA - SVIZZERA 0-1 SPAGNA (4-1-4-1) Casillas 5.5 — Ramos 5.5, Pique 5.5, Puyol 5, Capdevila 5.5 — Busquets 4,5 (16’ st J. Navas 5.5) — Silva 5 (16’ st Torres 4.5), Xavi 5.5, Xabi Alonso 6, Iniesta 6.5 (31’ st Pedro 5.5) — Villa 5. SVIZZERA (4-4-1-1) Benaglio 7.5 — Lichtsteiner 6.5, Grichting 6.5, Senderos 6 (36’ pt von Bergen 6.5), Ziegler 6.5 — Barnetta 6 (47’ st Eggimann sv), Inler 7, Huggel 6.5, Fernandes 7 — Derdiyok 7 (33’ st Yakin 6) — Nkufo 6.5. Arbitro: Webb 6.5. Reti: 7’ st Fernandes. Note: ammoniti Grichting, Ziegler, Benaglio, Yakin. Spettatori 62.453.
mai non ci sono più avversari tanto polli da cascarci. Ti aspettano tutte al limite dell’area per vederti infrangere come le onde a Malibu. Inler, Huggel, Ziegler,
È nero e capoverdiano il nuovo eroe dei Cantoni GABRIELE ROMAGNOLI CITTÀ DEL CAPO sistono (perfino) negri svizzeri. Due, addirittura. Ma quello che fa la storia ha la maglia bianca numero 16 da cui sbuca un faccia rischiarata da una felicità imprevedibile quanto inedita. Gelson Fernandes (nome che proviene chiaramente dal nono cantone e mezzo della confederazione) segna il gol della prima vittoria contro la Spagna, quella più inattesa, che apre le porte di una qualificazione giudicata dif-
E
ficile in un modo valutato impossibile. Invece: arriva il figlio del portinaio e spalanca il cancello del girone. Dietro di lui passa una squadra che non ti aspetti, prima ancora che per il gioco e il risultato, per i nomi all’appello. Gli svizzeri votano sì al referendum per il divieto di costruire minareti, si fanno prendere da ricorrenti attacchi di xenofobia, ma poi mandano in campo Hakan Yakim, di origini turche, Deirdyok, nato curdo, Nkufo che arriva dal Congo e l’uomo del giorno: Gelson Fernandes, capoverdiano. SEGUE NELLA IV DI SPORT
Sudafrica
2010
Le partite di ieri Girone H - Honduras-Cile Girone H - Spagna-Svizzera Girone A - Sudafrica-Uruguay
0-1 0-1 0-3
Le partite di oggi
Repubblica.it
Girone B - ore 13.30 Argentina-Corea Sud Girone B - ore 16.00 Grecia-Nigeria Girone A - ore 20.30 Francia-Messico
LO SPECIALE Video, foto, audio, commenti degli inviati di Repubblica in Sudafrica. Diretta di tutte le partite della giornata
■ 51
L’Uruguay del divo Forlan spezza il cuore del Sudafrica Bafana travolti 3-0: l’eliminazione è a un passo DAL NOSTRO INVIATO MARCO MENSURATI PRETORIA i vuole coraggio anche solo per respirare, in una notte come questa. Figurarsi per scendere in campo e giocarsi la partita della vita. Troppa attesa, troppo significato, troppe parole. Il destino, ancora una volta, si è divertito a imbrogliare tutto, a confondere le emozioni con i ricordi, e magicamente ha incastrato la partita decisiva per i Mondiali dei Bafana bafana con il giorno più importante per il Sudafrica, quello della commemorazione della strage di Soweto. SEGUE NELLA IX DI SPORT
C
Girone A SUDAFRICA - URUGUAY 0-3 SUDADFRICA (4-4-1-1) Khune 4.5 — Gaxa 5, Mokoena 6, Khumalo 5.5, Masilela 5.5 — Modise 5, Letsholonyane 4.5 (11’ st Moriri 5), Dikgacoi 5.5, Tshabalala 5 — Pienaar 5 (32’ st Josephs 5) — Mphela 5.
Lichtsteiner, Barnetta: invalicabili. Ora gli spagnoli, che non possono più sbagliare nemmeno una virgola, si guarderanno allo specchio e probabilmente non vedranno niente. Nemmeno le tre palle gol di ieri. Sono gli unici fra i grandi ad aver addirittura perso. Il rumore della delusione sovrasterà il chiasso dell’autostima che li ha accompagnati alla vigilia: «Si può perdere ma non così e ora dobbiamo lavorare per ritrovare le motivazioni», ammette il ct Del Bosque. Forse gli strascichi dei vari malanni hanno causato la morbidezza iniziale e il nervosismo finale dei suoi. Solo Iniesta è stato un giocatore vero finché un colpo lo ha costretto a uscire. Male Villa, abbandonato più da se stesso che a se stesso. Malissimo Torres, entrato per evitare il disastro e capace soltanto di mostrare una condizione imbarazzante (due allunghi e due controlli da dilettante). Solo discreto Xabi Alonso (traversa al 25’ della ripresa), ma troppo colpevole, come Xavi, nel non aver saputo o potuto inserire marce più alte. Busquet, quando la barca o il Barça beccheggiano, è quasi sempre il primo a sparire. Si è confermato. Dopo un magnifico assist di Iniesta, Piqué si è divorato un gol al 24’ pt con Benaglio (ieri grandissimo portiere) fra i piedi. Di questa poltiglia di talenti straniti la Svizzera ha gestito gli estri, fra modestia e buona sorte. Però poteva anche raddoppiare (palo di Derdiyok al 29’). Di questo disagio dovrà venire a capo lo spogliatoio spagnolo prima di buttarsi su Honduras e Cile. Non c’è una grandezza, non c’è una modestia prestabilita. Loro non sono baroni e tu non sei Oliver Twist. Questo racconta il mondiale in cui, leggi slogan (“it’s possibile”), l’impossibile non esiste. Ma il brutto sì. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I grandi flop al debutto
Argentina Italia ’90 parte con la sconfitta dei campioni in carica: a Milano vince il Camerun per 1-0 con un gol di Omam-Biyik
URUGUAY (4-3-3) Muslera sv — Maxi Pereira 6.5, Lugano 6.5, Godin 6.5, Fucile 6.5 (26’ st A. Fernandez sv) — Arevalo 6, Perez 7 (46’ st Gargano sv), A. Pereira 7 — Suarez 7, Forlan 7.5, Cavani 7 (44’ st S. Fernandez sv). Arbitro: Busacca (Svi) 6.5. Reti: 24’ pt e 35’ st rig. Forlan, 46 st A. Pereria. Note: espulso Khune. Ammoniti Suarez, Dikgacoi. Spettatori 42.658.
Coraggio Fratellini d’Italia se questi sono i big, si può fare VITTORIO ZUCCONI JOHANNESBURG acciamo finta di niente, guardiamo dall'altra parte, continuiamo a dire che siamo venuti qui soltanto per vedere gli elefanti, ma dopo averle viste tutte, le squadrone di questo Mondiale africano, qualcuno in Padania potrebbe cominciare a preoccuparsi. Questa selezione italiana formata da pensionati Inps e da Fratellini d'Italia con contratto co.co.pro, rimescolata dal nonno Lippi che con l'età si era per un momento dimenticato di come si dispone una squadra sensata in campo prima di ricordarsi che Marchisio non è Sneijder e che Gilardino non è Cristiano Ronaldo, non è affatto più cozza di quelle ricche signore arrivate cariche dei gioielli del calcio mondiale. La nostra Cenerentola non avrà il piedino fatato descritto da Perrault e disegnato da Disney, ma anche le sussiegose sorellastre hanno certe fette che faticheranno a infilare nella scarpina del principe. Se il calcio per noi irraggiungibile è quello mostrato dal Brasile
F
Italia Brutto esordio degli azzurri di Sacchi a Usa’94. Al Giants Stadium finisce 1-0 per l’Irlanda, grazie al tiro da fuori di Houghton
Francia A Seul il Senegal batte i campioni del mondo con una rete in scivolata di Bouba Diop. È lo 0-1 che apre il Mondiale 2002
Un attacco dell’Uruguay: il portiere Khune respinge in uscita
contro la Corea del "Caro Leader" vestita sulle spallucce denutrite dalle magliette fabbricate a Napoli dalla Legea o dal Portogallo che come sempre balla balla ma non la mette dentro, se i "galacticos" sono le "Furias Rojas" che erano arrivate con la boria di chi viene a ritirare la Coppa e sono state invece infilzate da un giocatore nero venuto da Capo Verde per conto della Svizzera, che persino noi avevamo imbrigliato nell'orrido premondiale, se gli intoccabili sono gli argentini di Maradona che grazie
alla antipatia del divino CiccioBello in grisaglia e cravatta per Milito devono creare sei occasioni da gol per farne uno, stai a vedere che in questo castello c'è posto anche per i Cannavaro, i Marchisio, i Pirlo e i Di Natale. Ci sarebbe la Germania, naturalmente, quella che ha fatto a fettine una di quelle squadre, l'Australia, che sembrano costruite su misura per far sembrare irresistibili anche gli Schweinsteiger, i Klose e i Lahm. Ma noi abitanti dell'Europa meridionale, quella che per il resto del mon-
Gli azzurri
Ernia per Buffon punta ai quarti Lippi insiste con Gilardino Marchetti con Buffon
ENRICO CURRO’ EMANUELE GAMBA
do va dallo Stelvio a Lampedusa, noi che conosciamo un po' di storia, purtroppo non solo del pallone, sappiamo che i tedeschi hanno la comprovata abilità di vincere in carrozza tutti i blitz e poi di perdere le guerre. Proprio quando si sentono imbattibili. Le prime partite, e i gironi di qualificazione nei Mondiali, sono sempre un po' così, ci ricorda l'esperienza, disputati con il cuore nei piedi, la nebbia nella testa e la «preparazione approssimativa», come dice il "trainer" della nostra Nazionale, Claudio Gaudino, spiegandomi che la forma si può al massimo calibrare per venti giorni e dunque la coperta per un torneo che ne dura trenta è sempre un po' corta per forza, all'inizio o alla fine del ballo. Ma dopo il primo giro di partite, in una ribollita di possibili scenari dove nel nostro girone siamo tutti primi e contemporaneamente tutti ultimi, elencati dalla Fifa per forza in ordine alfabetico, il Team Inps con rinforzo di co.co.pro ha le stesse probabilità delle altre squadre. Di baciare il principe o di andare presto a vedere gli elefanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Benedetto XVI
Tifosi in affitto
Pausa pranzo Barras bravas
Il calcio? “Un tentativo di tornare in paradiso”, scriveva Joseph Ratzinger in un testo dell’85, Cercare ciò che sta in alto. “Non c’è evento sulla terra che attiri come il Mondiale”
Sembravano proprio tifosi nordcoreani, allo stadio con bandiere e sciarpe contro il Brasile: erano attori cinesi ingaggiati dalla commissione Sport della Corea del Nord
Per il match con la Serbia, in programma domani alle 13.30, molte aziende tedesche hanno deciso di prolungare la pausa pranzo: così i dipendenti potranno incollarsi alla tv
La polizia sudafricana ha arrestato ed espulso 17 “barras bravas”, tifosi argentini noti per la loro violenza. Altri 5 sono tornati a casa di loro spontanea volontà
È l’edizione meno spettacolare, finora, delle ultime quattro, da quando cioè partecipano 32 squadre. Più di un terzo delle nazionali deve ancora fare una rete, le favorite stentano, le stelle non brillano: insomma, non c’è molto da divertirsi
DAL NOSTRO INVIATO MAURIZIO CROSETTI JOHANNESBURG iste tutte, non s’è visto un granché. Il mondiale comincia sgonfio come certi palloni di una volta, quelli con la valvola e senza scuse, mica come la palla pazza inventata dallo sponsor. Dopo la prima pestata d’erba delle 32 squadre grandi e piccine, si può dire che la Coppa è placcata oro, per il momento una mezza patacca. Partite brutte, pochissimi gol, quasi niente fuoriclasse, freno a mano tirato per le otto favorite, esclusa la Germania che però giocava contro nessuno. Il mondiale dell’altro mondo scatta povero, e nessuno se l’aspettava. Il senso del calcio è soprattutto il gol: se manca quello, manca quasi tutto. E la partenza di “Sudafrica 2010” è la più avara da quando si gioca in 32, vale a dire le ultime quattro edizioni. Una sola goleada (Germania-Australia 4-0), più di un terzo delle nazionali rimaste a zero reti, neanche una doppietta (quella serale di Forlan al Sudafrica cade già nella seconda giornata del torneo). Non fa neppure caldo, anzi è una coppa per pinguini: manca l’alibi della fatica da termometro, perché il freddo non toglie il fiato, semmai lo congela. E nep-
V
Non si può neanche giustificare la scarsa qualità col caldo: l’unico alibi è il pallone pure si può dire che l’altitudine abbia tagliato le gambe; per correre, si corre pure, il guaio è che spesso si corre a vuoto e quasi mai verso la porta. Se poi i portieri distratti, e la palla pazza, non avessero dato il loro bravo contributo, l’astinenza sarebbe stata addirittura imbarazzante.Se non si segna, è evidente che si gioca male. E questo è l’altro colossale difetto del
Sotto
accusa Brutto calcio e poche reti è una Coppa mezza vuota primo round mondiale. A parte qualche momento dell’Argentina, a parte lo sterile ma tecnicamente pregevole “tique taca” degli spagnoli, a parte l’irruenza in area dei tedeschi e le geometrie pressanti dei giapponesi e dei coreani tutti (il terzo continente pare proprio l’Asia), il bel gioco è il grande assente della coppa. Per adesso, non manca soltanto il “jogo bo-
nito” del Brasile, in difetto di condizione e in eccessiva applicazione degli schermi all’europea che il ct Dunga ama più del carnevale e di Copacabana. È l’anima stessa delle grandi nazionali a venire meno, la loro unicità, lo stile che le ha rese speciali. L’Argentina è apparsa una bella orchestra con undici spartiti, anche se Messi è Mozart. L’Inghilterra è più ferma e
Poco spettacolo
rigida dell’uomo che la guida. L’Olanda si è sbloccata solo su autogol. La Francia è brasata. L’Italia è tosta, ma senza l’uscita a vuoto del portiere paraguaiano sarebbe forse scivolata sul primo gradino. La Spagna ama troppo il pallone, adora i preliminari e non arriva mai al dunque. Ed è vero, come dice Lippi, che non si può essere già a posto nella prima settimana,
Le big sotto tono
però la gente che sta guardando i mondiali in tivù (poco, se ha solo la Rai), non ha aspettato quattro anni per sciropparsi partite che sembrano quelle del campionato italiano a metà gennaio. Chiaro che la qualità bassa del gioco dipende anche, se non soprattutto, dalla scarsa vena dei fuoriclasse. Neppure uno tra i più celebrati ha segna-
Il crollo dei gol
to. Mozart ci è andato vicinissimo, Cristiano Ronaldo ha maltrattato il palo, Rooney si è acciambellato davanti al camino, Kakà (ormai convalescente cronico) sembra quello del Real e non quello del Milan, Drogba è imbalsamato col braccio rotto, Torres non è del tutto guarito e gli hanno concesso i minuti della disperazione. Tra i nostri è fuori il più creativo, Pirlo,
Campioni dimessi
SENZA FANTASIA
LE DELUSIONI
MAI COSÌ GIÙ
STELLE SPENTE
Le sedici gare giocate nel primo turno del Mondiale 2010 sono state tutte poco spettacolari. Mancano fantasia e bel gioco, con l’eccezione della Germania. Segnali positivi anche da Sud Corea e Cile
Le nazionali “storiche” e quelle più accreditate hanno fin qui deluso. Male Inghilterra, Francia, Spagna e Portogallo. Non benissimo, nonostante i tre punti, Argentina, Brasile e Olanda
È tra i mondiali meno prolifici della storia. Le reti nella prima giornata dei gironi (16 gare) sono state 25: 14 in meno rispetto a Germania 2006. La media è di 1.56 gol a partita, quattro anni fa erano stati 2.43, un calo del 35,8%
Scomparsi anche tutti i campioni più attesi: nessun gol e pochi lampi da Kakà, Cristiano Ronaldo, Rooney, David Villa, Ribery e Sneijder. Un po’ meglio Leo Messi, ma la star, per adesso, è Diego Forlan (Uruguay)
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Domenech
Batistuta
Guerra fra ex
Marcatori
Il teatro corteggia il ct della Francia Domenech (foto). L’attrice Amarande gli ha offerto il ruolo di un giornalista nella piece ispirata a Nata ieri e ora attende impaziente un sì
Anche Gabriel Batistuta, a Johannesburg come commentatore tv, è stato derubato: vestiti, denaro e carte di credito portati via dal suo hotel, lo stesso di Sepp Blatter
Ct contro grandi ex: sfida infinita. Maradona (foto): “Pelé torni al museo, Platini è un presuntuoso”. Capello: “Beckenbauer non ha rispetto se critica il nostro gioco dalla tv”
Forlan dell’Uruguay segna la prima doppietta del Mondiale e vola in testa alla classifica cannonieri. Dietro di lui 25 giocatori con una rete, più un autogol
Fernandes l’africano che cambia la Svizzera Da Capo Verde a Sion, per battere la Spagna (segue dalla prima di sport)
GABRIELE ROMAGNOLI ato in un arcipelago al largo dell’Africa che fu colonia portoghese. Del posto noi conosciamo la musica di Cesaria Evora. Molti ci sono stati in vacanza, specie gruppi di sole donne, poiché va forte la prostituzione maschile. Il flusso si è brevemente arrestato dopo l’omicidio di un’italiana che insegnava windsurf. Ah già, qualcuno ha la domestica capoverdiana. Anche la famiglia Fernandes è venuta in Europa per cercare lavoro. Al padre era stato promesso un posto di custode. Il destino ha voluto che invece di un palazzo gli sia toccato controllare uno stadio: quello di Sion. Suo figlio, che un pomeriggio di vent’anni dopo sarebbe diventato eroe nazionale, era un bambino sperduto. Ha raccontato che lo impressionò la neve. Montagne ne aveva viste, imbiancate mai. E’ uno strano posto, Capo Verde. Sull’isola di Boavista davanti a quasi ogni casa c’è un biliardino. Alle feste di paese giocano tornei
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l’unico con qualche guizzo di bellezza. Guarisca solo in fretta. All’elenco delle delusioni si può aggiungere l’Africa, 6 squadre e poca sostanza: come se avesse perso l’istinto, imbavagliato da tattiche e lavagne. Restano, a parziale difesa, i due alibi che quasi tutti hanno invocato: il pallone incontrollabile e le vuvuzelas insopportabili. Davvero quella palla ha troppo effetto, e vola come in spiaggia. Ma più delle traiettorie bizzarre, danno fastidio le continue inquadrature/marchetta delle tivù, in ossequio allo sponsor. Infine, le vuvuzelas (ma perché ogni scemenza diventa subito moda?) impedirebbero la concentrazione dei giocatori, anche se non è molto elegante che gli eventuali trombati se la prendano con le trombette. Faranno anche parte della cultura locale, però gli infernali arnesi hanno veramente rotto i timpani. © RIPRODUZIONE RISERVATA
di calcio che cominciano all’alba e finiscono a notte fonda. La volta in cui ho attraversato a piedi la costiera di Sant’Antao, camminando sul fianco della montagna senza incontrare anima viva per chilometri e ore, la guida mi rassicurava scrivendo: oltre la scarpata, nel nulla, ti apparirà un campo da calcio, due porte piazzate a strapiombo sull’oceano. C’era davvero. E qui chi ci gioca, mi sono chiesto? Chi ha tanta voglia di farlo da affrontare la maratona, tanta fantasia da vederci una possibilità e
L’uomo del giorno tanto coraggio da accettare l’eventualità che, sbagliando un tiro, il pallone naufraghi e riaffiori in Brasile? Ora ho la risposta: Gelson Fernandes. Quello che si è buttato su una palla carambolata tra gli errori di Puyol e Piquè, le colonne d’Ercole del Barcellona, e ci ha creduto, e l’ha spinta in rete. Suo padre deve aver chiuso lo stadio, per vederlo giocare in mondovisione, ma un po’ ci si era abituato, perché da Sion Gelson era già finito a Manchester, con il City, e poi a Saint Etienne. Centrocampista offensivo a tutti gli effetti: dicono abbia talento, ma un brutto carattere, che determina spesso reazioni eccessive. Con questa motivazione molti come lui sono stati lasciati a casa, a guardare la televisione o a sposarsi. Hitzfeld, il tedesco che ha ereditato la nazionale da Khun, ha fatto una scommessa e radunato tutti gli svizzeri meno svizzeri che poteva trovare. Ha richiamato perfino Nkufo, l’attaccante che se n’era andato sbattendo la porta
perché si sentiva discriminato e, stufo di razzismo, si era trasferito nell’America di Obama mettendosi a studiare Malcolm X e libri di psicologia per capire che cosa scatta esattamente negli esseri umani quando insultano un altro come loro, ma diversamente colorato. Che questa squadra potesse funzionare appariva improbabile. Alla vigilia si era infortunato Berhami, nel primo tempo contro la Spagna era uscito Senderos. La Spagna, con la sua cantera di Villa, Silva, Xavi qui e Xavi là, tutti belli doc, sembrava non uno ma molti gradini sopra. E’ strano il calcio: cominci a guardare una partita sperando nella goleada di quelli che ammiri da anni, poi d’improvviso ti irrita la loro supponenza, quella palla che gira aspettando un varco che non si trova. A ogni spiraglio si piazza un Deirdyok, uno Nkufo, perfino un Barnetta, per non dire del portiere Benaglio, perché noi avremo fatto le guerre civili ma anche il Rinascimento e loro secoli di pace per inventare il cucù, però il nostro contributo all’arcobaleno è quel che resta di Camoranesi, questi hanno davvero aperto le frontiere, almeno nel calcio. E così la sindrome di Davide e Golia fa altre vittime: la Spagna e chi la guarda giocare cominciando a tifare Svizzera, sorridendo quando il curdo e il capoverdiano beffano los niños de Madrid y Barcelona. Non ci crede ancora Gelson Fernandes mentre corre verso la telecamera, sembra piuttosto uno che scappa via dopo averla fatta grossa. E così è: l’immigrato che si ascolta musica dal ritmo dolente nella cameretta di Manchester o Saint Etienne ha messo a tacere i ragazzi del coro che appena arrivano in Sudafrica steccano, come l’anno scorso alla Confederation Cup. Da stasera l’inno nazionale svizzero, senza referendum o decreti, è un brano di funanà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Leo Junior GIOCA IN FRANCIA Gelson Fernandes, 24 a settembre, è cresciuto nel Sion. Poi il passaggio, nel 2007, al Manchester City. Dall’anno scorso è al Saint-Etienne.
“Al Brasile serviva Adriano L’Argentina meglio di noi” JOHANNESBURG — Leo Junior, gloria della Selecao e del nostro campionato (Torino, Pescara) negli anni ’80 è inviato in Sudafrica per Rete Globo. Junior, il Brasile è la Nazionale più forte? «Meglio l’Argentina. La differenza la fanno i fenomeni e loro ne hanno tanti: non solo Messi, Tevez, Higuain e Di Maria. Anche Veron. E stanno fuori Milito e Aguero. Il Brasile è il contrario». Ovvero? «Ha la difesa più forte del mondo. Basta per fare 0-0, ma per vincere bi-
sogna segnare. Quel centrocampo, poi…». Niente a che vedere con Falcao e Cerezo? «Gilberto Silva era bravo, ma solo quando giocava al fianco di uno più forte. Con Melo vicino, fanno brutta figura tutti e due». Lei chi avrebbe convocato? «Hernanes del San Paolo, ma Dunga vuole solo uomini di fiducia». E in attacco? Pato? Ronaldinho? «No, né uno né l’altro. Ci voleva Adriano». L’inaffidabile Adriano? «Si trattava di tenerlo sotto controllo per un mese. L’unico che poteva dare un senso a una squadra che sa solo difendersi». (e.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SCHERMAGLIE MONDIALI ANTONIO DIPOLLINA
Il coltello nel gluteo e la clinica delle mogli L FASCINO discreto della sciatalgia di Gigi Buffon travolge tutte le tv e la Rai in particolare, dove il malanno del portierone viene analizzato per blocchi di trasmissione che superano anche i tre quarti d’ora per volta. Da Mazzocchi troneggia il medico della Nazionale Castellacci che ripete esausto il perché e il percome decine di volte. Alla fine Bartoletti, che ha un tutore al braccio, gli chiede a che ora fa ambulatorio il giorno dopo, ché avrebbe bisogno anche lui. *** La Rai ha il problema di andare in diretta con i commenti mentre le partite si stanno giocando su Sky. La scelta è quella di non dire per nessun motivo cosa sta succedendo, poi di tenere segreto il risultato anche alla fine, per salvaguardare la suspense in vista della striminzita sintesi che va in onda mezz’ora dopo. Magari qualche telespettatore ci tiene davvero, ma di questi tempi sembra il paleozoico. *** Si parla molto delle tv mondiali che starebbero dandosi da fare per oscurare il suono delle vuvuzelas. Nell’attesa, su internet girano imperdibili consigli agli utenti singoli: in pratica bisogna procurarsi un equalizzatore e poi smanettare su computer e altro trasferendo il software e così via. Senza la minima garanzia che qualcosa non vada storto e alla fine non venga silenziato tutto il resto e si sentano solo le agghiaccianti trombette. *** «Gigi Buffon si sente come se avesse un coltello infilato nel gluteo sinistro» (Il simbolismo splatter di Alessandro Alciato, Sky). «Solo le falta el gol» (Manca solo il gol, titolo entusiasta del sito di Marca, quotidiano spagnolo, a metà del secondo tempo di Spagna-Svizzera. Dopo tre minuti segna la Svizzera). «Nella clinica dove è stato visitato Buffon si curano anche il presidente Zuma e le sue innumerevoli mogli» (Alessandro Alciato, Sky). «A Milano da oggi vendono le vuvuzelas: tenetemene una da parte» (Appello ai parenti di Sabrina Gandolfi, Rai). Gianni Bezzi: «Questo portiere del Cile è proprio bravo». Mazzocchi: «Ehhh, sì, davvero bravo» (Il portiere del Cile si chiama Bravo, i due vanno avanti dieci minuti). *** A fine Cile-Honduras José Altafini dà appuntamento ai suoi fan: «A domani mattin…, cioè a domani per Argentinaaa…, eh, Argentinaaaaa….». Massimo Tecca: «Corea». Altafini: «Ecco, Corea».
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Scommesse
Relax azzurro Vuvuzelas
La Snai modifica le quote sulla nazionale vincente e l’Italia scende da 15 a 14. Restano favorite Brasile e Spagna, ma la quota della squadra di Del Bosque sale da 4.50 a 5.50
Primo pomeriggio libero per l’Italia dall’arrivo in Sudafrica: gli azzurri hanno fatto una passeggiata nel centro di Johannesburg. Unico assente: Buffon
Milano impazzisce per le vuvuzelas originali. L’Ente del turismo sudafricano le ha distribuite gratuitamente in uno stand in centro città. In 3 ore ne sono andate a ruba 700
Dopo il fallimento del modulo col trequartista, il viola e Iaquinta favoriti per giocare nel 4-4-2 contro la Nuova Zelanda. Ma Di Natale, Pazzini e Quagliarella spingono
Gol o fuori A caccia dell’attacco perduto E Lippi insiste su Gilardino DAL NOSTRO INVIATO ENRICO CURRO’ IRENE n anno fa a Pretoria, nell’ultima amichevole prima della Confederations Cup, pioggia, freddo e vento battevano la township di Atteridgeville. Dentro il Super Stadium deserto, per poco la Nuova Zelanda non riuscì a battere l’Italia. Due gol di Gilardino e due di Iaquinta fissarono il 4-3 finale, evitando la figuraccia contro gli All Whites, che non è un nome casuale nel paese del rugby: tra la nazionale di calcio e gli All Blacks corre la stessa differenza che c’è tra il bianco e il nero. Oggi, a tre giorni dalla replica mondiale di quella serata in cui l’unico reparto azzurro a funzionare fu appunto l’attacco, non è un caso che la coppia Gilardino-Iaquinta sia candidata a picconare di nuovo la friabile difesa neozelandese: dopo il fallimento del sistema di gioco col trequartista, domenica a Nelspruit il probabile ritorno al 4-42 presuppone il ricorso a un tandem di punte abili nel gioco aereo. Soltanto che, nel frattempo,
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cabili: l’immagine letteraria della solitudine del centravanti gli si adattava alla perfezione e si è beccato attacchi feroci, votacci in pagella e paragoni perfidi con qualche meteora del passato. Però lui, che è nato il 5 luglio dell’82, cioè proprio il giorno della resurrezione di Pablito con la tripletta al Brasile, le parole del ct se l’è scolpite nella mente. Non si è abbattuto, e nel ritiro del Leriba Lodge ha rassicurato compagni e ct: «Io sono tranquillo, ho tanta voglia di fare bene». Il che si traduce con la magica parola di tre
lettere: gol. Fare il centravanti della Nazionale al Mondiale, a volte, sembra una scalata sull’Himalaya. Tutto dipende sempre da quelle tre lettere. Paolo Rossi le urlò sei volte nell’82, fino alla catarsi del Bernabeu. Schillaci altrettante nel ’90, eppure la gioia gli si strozzò in gola. Vieri quattro nel 2002, però non gli bastò battere il portiere coreano Lee, più delle palle-gol contarono gli occhi a palla dell’arbitro Moreno. Chinaglia nel ’74 e Galderisi nell’86 la porta non la videro proprio: il primo mandò a quel
paese Valcareggi, il secondo chiuse in Messico la sua avventura azzurra. Gilardino si sente diverso da tutti. È un campione del mondo: nel 2006 segnò agli Usa, nella seconda partita, e il suo ingresso in semifinale con la Germania fu determinante per la vittoria ai supplementari. Forse Lippi non lo aspetterà come Bearzot aspettò Paolo Rossi. Ma tra oggi e domani deciderà se affidarsi ancora a lui, per rendere nera la domenica degli All Whites. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un anno fa in Confederations Cup i due possibili titolari risolsero lo stesso match i due non hanno fatto esattamente sfracelli, mentre i loro rivali – Di Natale, capocannoniere in campionato, Pazzini, rapace d’area, e Quagliarella, unico attaccante azzurro a segnare alla vigilia della partenza per il Sudafrica – guadagnavano crediti. Ma c’è un ma. Più forti di qualunque speculazione sul calo atletico di Di Natale, sull’inesperienza internazionale di Pazzini, sul ruolo ibrido di Quagliarella, ci sono le parole di Lippi: «Il giocatore sul quale insisterò di più potrebbe diventare il Paolo Rossi dell’82: la critica lo avrebbe messo fuori squadra dopo le prime tre partite, Bearzot fu tenace ed ebbe ragione». Gilardino non fa gol da 81 giorni, l’ultimo lo ha segnato con la maglia della Fiorentina all’Udinese, il 28 marzo. Contro il Paraguay non ha ricevuto palloni gio-
Il caso DAL NOSTRO INVIATO IRENE — Tra gli azzurri che ieri hanno trascorso le loro prime ore di libertà in Sudafrica visitando un centro commerciale vicino a Johannesburg - Monte Casino, una piccola Montecarlo al coperto - ce n’era uno più allegro degli altri. Marchisio, bocciato nel ruolo di trequartista che Lippi gli aveva cucito addosso per il debutto col Paraguay, ha capito che il ct è intenzionato a dargli ancora fiducia. Contro la Nuova Zelanda, infatti, se cambierà il modulo, è verosimile che gli uomini siano in parte gli stessi, almeno in
Marchisio salva il posto ma giocherà più dietro
Claudio Marchisio
difesa e a centrocampo. Il quartetto arretrato davanti a Marchetti dovrebbe essere composto ancora da Zambrotta, Cannavaro, Chiellini («il calcio inglese si adatta alle mie caratteristiche, ma non è il momento», ha detto a proposito della presunta offerta del Manchester Utd) e Criscito. Incerta la coppia d’attacco, le prove d’allenamento lasciano pensare che i 4 del centrocampo possano essere, da destra a sinistra, Pepe, Montolivo, De Rossi e appunto Marchisio, che verreb-
L’intervista be così restituito a un ruolo più adatto a lui: quello di esterno sinistro, già ricoperto proprio sulla stessa corsia di Criscito nella serata del felice esordio di entrambi, a Basilea con la Svizzera (agosto 2009). La prova d’appello per Marchisio va valutata anche in prospettiva di un centrocampo da ridisegnare con la Slovacchia, quando rientrerà Pirlo: domani tornerà a toccare il pallone. «Sto migliorando ogni giorno, sono soddisfatto», ha commentato il regista del Milan. Il 4-3-3, con Gattuso, resta l’alternativa. (e.cu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL NOSTRO INVIATO IRENE —Simone Pepe, come ha fatto l’Italia degli sconosciuti a non emozionarsi all’esordio? «L’emozione deve sparire, se ti fermi a pensare che sei al Mondiale, a quant’è bello lo stadio, quelli corrono e te fregano». Potete resistere senza fuoriclasse? «Qui ognuno dà tutto per l’altro ed è più importante che avere un giocatore forte». La Nazionale, la Juve: è cambiata la sua vita? «La vita mi è cambiata quando non ho voluto andare via da Udi-
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Gol e gusto
Toni
Tutti al buio
Cibo e vini del Trentino in quantità pari al proprio peso. E’ il premio che la Regione darà all’azzurro che segnerà la prima rete della prima vittoria italiana a Sudafrica 2010
“Darò il massimo per tornare al più presto in Nazionale”. Luca Toni sogna ancora l’azzurro: “Prandelli mi conosce bene, ma tutto dipende da me”
Durante Italia-Paraguay il consumo di elettricità è sceso sotto la media. E’ un tipico “effetto Mondiali” secondo Terna: nelle case la partita si vede al buio o a luci basse
Buffon punta ai quarti di finale intanto farà il tutor a Marchetti Il medico: “Ernia piccola, proviamo a recuperarlo”
Marchetti in allenamento sotto lo sguardo di Buffon
DAL NOSTRO INVIATO EMANUELE GAMBA IRENE l Mondiale di Gianluigi Buffon è una speranza, quasi una scommessa, senz’altro un braccio di ferro con il dolore. «C’è una possibilità di recuperare, il margine non è ampio e l’ernia è molto piccola. È un tentativo che noi e lui vogliamo fortemente fare» dice il professor Castellacci dopo che la risonanza magnetica ha confermato quello che già s’era intuito: l’ernia del disco scoperta due anni e mezzo fa (e sempre negata dalla Juventus) è tornata, anche per colpa del gelido vento umido di Città del Capo, a torturare il giocatore, che adesso è piegato in due dal male e non può fare altro che riposarsi, scodellarsi medicine e aspettare che passi. Il Mondiale potrebbe essere finito ma anche
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NAVI IN BOTTIGLIA FORZA SOMALIA
Pepe: “Non vedo fenomeni i migliori siamo sempre noi”
Simone Pepe
ne anche se ero la settima punta. E mi è cambiata a Teramo, in C1: venivo da Trigoria dove c’erano i campi in erba e gli spogliatoi belli, lì invece ho preso tante botte. Mi è servito». Gli altri hanno Ronaldo, Messi, Kakà. E noi? «Mah, non ho visto un Brasile eclatante, non ho visto grandi goleade, grandi squadre, fenomeni. L’Italia è una di quelle che è andata meglio. Quando ci metti tanta voglia, tanta grinta, quando hai i campioni del mondo che
La Fifa non concede la convocazione del quarto portiere La Juve deciderà se farlo operare no, dipende da come Buffon reagirà alle cure: in linea teorica, potrebbe rimettersi in piedi nel giro di una decina di giorni, un tempo sufficiente perché gli antidolorifici (per la somministrazione dei quali la Fifa ha già concesso la deroga) facciano effetto e perché l’edema si assorba, in modo da alleggerire la pressione sulla colonna vertebrale e da consentire al giocatore di ricominciare con il suo lavoro. È sempre lo stesso disco, che si fece sentire per la prima volta alla fine del 2007. Da allora, Buffon ha avuto fastidi, ha dovuto reimpostare la parte atleti-
GABRIELE ROMAGNOLI
nche quest’anno, come nel 2006, i fondamentalisti islamici somali hanno ucciso due persone colpevoli di guardare le partite in tv (per l’esattezza: Argentina-Nigeria). Sostengono che è peccato perché il calcio è un’antica istituzione cristiana: non va né visto né praticato. Una volta, quando il Paese era diverso, si giocava un campionato chiamato serie A, retaggio del colonialismo italiano. Poi il gioco è entrato in clandestinità. La (mancata) qualificazione ai mondiali è stata una pratica sbrigata a tempo record: abolito il match in casa per ragioni di sicurezza, i somali sono andati a Gibuti, hanno perso 1 a 0 e fine della fiera. Gibuti si è qualificata per un girone dove ha fatto 2 gol e ne ha presi 30. Difficile fare il calciatore in Somalia. Un terzino, tornato dall’allenamento segreto, si è trovato un poliziotto in casa che lo minacciava: “Ti sparo”. Gli ha fatto notare che non aveva la pistola, quello è uscito, è tornato dopo mezz’ora, armato, e l’ha ucciso. L’ultima vittoria, inattesa, fu nella Cecafa Cup, a Kampala, anno 2006, contro la Tanzania allenata da un brasiliano. Segnato un gol insperato, i somali giocarono a guadagnare tempo, un rinvio del portiere richiese quattro minuti. Alla fine i giocatori e i pochi tifosi piansero, pregarono, ai abbracciarono. Poi tornarono a casa e fecero finta di niente.
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ti danno consigli, in campo non hai paura. E poi Lippi è un condottiero, dice cose che ti toccano. L’altra sera ci ha detto: andate a fare la cosa più bella del mondo, dovete solo giocare a pallone. Così ci siamo tranquillizzati». Anche De Rossi le ha detto qualcosa, vero? «Si: ricordati da dove siamo partiti». Da dove? «Da Trigoria, quando eravamo ragazzini. Abbiamo fatto tutta la trafila. Ed eccoci qua. Ora speriamo di arrivare». (e.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ca degli allenamenti, calibrare la fisioterapia. Ma, a conti fatti, per colpa della schiena ha perso poco: due partite quando comparve il male, altre due un paio di mesi più tardi. Si spera che adesso accada lo stesso e che dunque il numero uno possa tornare in campo per gli eventuali quarti di finale, o addirittura per gli ottavi. Però il medico non azzarda previsioni precise e Buffon nemmeno: è impossibile farne perché le variabili sono troppe. Da Torino, la Juventus tiene d’occhio la situazione: la soluzione definitiva, quella dell’intervento chirurgico (che richiederebbe una convalescenza di 3-4 mesi), verrà valutata al ritorno dal Sudafrica. Si pensa invece a comprare un portiere di scorta, il francese Ruffier (Monaco) o lo sloveno Handanovic (Udinese), che scaldi il posto al titolare impossibile da vendere: non sono riusciti a farlo quando sembrava stesse bene, non potranno ora che è la sua sofferenza è pubblica. Prima che si avesse la certezza dei problemi di Buffon, la Figc s’era mossa in funzione dell’ipotesi più pessimistica invitando Sirigu, che è in vacanza in Sardegna, a non partire per mete lontane e scrutando tra le pieghe del regolamento se fosse possibile operare una sostituzione in corsa. La risposta è arrivata, per via indiretta, quando la Fifa ha impedito alla Francia di rimpiazzare un altro portiere infortunato, Carrasso, ma se uno tra Marchetti e De Santcis si facesse male o venisse squalificato, si potrebbe dichiarare lo stato d’emergenza per impietosire Blatter. Era stato lo stesso Buffon a chiedere di rimanere in Sudafrica, di provarci: «Posso stare fuori tre giorni o un mese, voglio provarci». Nel frattempo, si dedicherà al sostegno morale di Marchetti. «Però Gigi non resterà qui per fare gruppo, ma per provare a giocare», ha assicurato Castellacci: Buffon si sente ancora portiere, non psicologo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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La Nuova Zelanda scopre il calcio “Attenta Italia, Gesù gioca con noi”
15 GIORNO FORTUNATO
La Nuova Zelanda ha segnato tutti e tre i suoi gol ai mondiali il 15 giugno: nel 2-5 contro la Scozia nel 1982 e nell'1-1 con la Slovenia
Un mecenate greco e tanta fede: i segreti degli All Whites DAL NOSTRO INVIATO ANDREA SORRENTINO JOHANNESBURG ia lodato Gesù Cristo, oppure Terry Serepisos. Se il calcio neozelandese riesce a imporsi sulle due grandi passioni nazionali, il rugby e la vela, ed è ormai lo sport più praticato tra i giovani fino ai 16 anni, le spiegazioni possibili sono due, e la scelta dipende dalla fede: in Lui, o nel dio denaro. Rory Fallon, attaccante del Plymouth Argile (serie B inglese), autore del gol decisivo nello spareggio mondiale col Bahrein, non ha dubbi, e racconta col fervore di chi ha abbracciato il cattolicesimo da appena due anni: «Il nostro segreto è Gesù
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CON L’EUROPA
In 29 confronti con formazioni europee la Nuova Zelanda ha vinto solo tre volte: con Israele, la Gerogia e la Serbia
IL CT Ricki Herbert, ct della Nuova Zelanda. A destra, Reid, autore del gol alla Slovacchia
Cristo. Lui è con noi in campo, ci aiuta sempre. Lo farà anche contro l’Italia». C’è invece chi analizza di più le cose terrene e suggerisce di rivolgersi a Terry Serepisos, per capire come si sia arrivati fin qui, fino ai titoli dei giornali che inneggiano al pareggio degli All Whites contro la Slovacchia e fan-
no scivolare nelle pagine di coda gli All Blacks che stanno per affrontare il Galles, dopo che nel 2005 era stato toccato il punto più basso: l’eliminazione dai Mondiali di calcio per mano delle Isole Salomone, perché l’insuccesso può diventare un infer-
3 IL TECNICO NELL’82
L'allenatore Ricki Herbert ha giocato tutti e tre gli incontri persi dalla sua nazionale nella Coppa del Mondo giocata in Spagna nell’82
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Le loro passioni
Rugby La Nazionale, gli All Blacks, ha vinto la Coppa del Mondo nell’87 e 8 edizioni del Tri Nations, giocato dalle 3 dell’emisfero Sud
no anche quando giochi a pallone in Polinesia, cioè in paradiso. Terry Serepisos, dunque. E’ un riccone di Wellington (ramo costruzioni, patrimonio da 140 milioni di dollari) originario della Grecia (vero nome: Eleftarious), ha 47 anni e ha deciso di lanciare il calcio in Nuova Zelanda, sport considerato “invernale” perché il campionato si disputa da marzo a ottobre. Ha acquistato i Wellington Phoenix, li fa giocare nel campionato australiano (la serie A neozelandese ha solo 8 squadre semidilettantistiche) e li fa allenare da Ricki Herbert, che è pure il ct della nazionale. Serepisos è a capo della federazione pur senza avere incarichi ufficiali, le ha fatto cambiare nome (non più “Federation of soccer” ma “of football”), propone e dispone.
Ha invitato a Wellington i Galaxy di Beckham e farà arrivare le squadre della Premier inglese, ha dato impulso al movimento e in pochi anni i giovani appassionati di calcio sono cresciuti del 20%. «Dicono che sono il salvatore del calcio neozelandese? Hanno ragione», gongola lui, con una fiducia in se stesso che induce a curiosi paragoni con ben noti personaggi italiani, visto che Serepisos ha enorme passione per la tv (conduce un reality), ha sposato un’ex attrice da cui ha poi divorziato, è stato beccato a Los Angeles in un festino all inclusive con Hugh Hefner (il mitico editore di Playboy) e di recente, dopo voci insistenti sui
Gli investimenti del costruttore Serepisos dietro uno sport cresciuto in pochi anni del 20%
Vela Nel ’95 il Royal New Zealand Yacht Squadron ha vinto l’America’s Cup, disputata nel 2000 e 2003 proprio in Nuova Zelanda
Alpinismo Nel ’53 il neozelandese Sir Edmund Hillary, fu il primo scalatore a raggiungere la cima dell’Everest.
suoi dissesti finanziari, ha detto: «Il problema in Nuova Zelanda è che quando sei ricco e hai successo, poi tanta gente ti invidia». Ricorda forse qualcuno? Ricki Herbert, il ct, intanto ha messo su una squadra giovane: «Nei prossimi 5 anni miglioreremo parecchio». Molti muscoli e poco talento, ma l’organizzazione tattica è discreta, mentre l’autostima dopo il pareggio con la Slovacchia è altissima: «Ci basta una vittoria contro Italia o Paraguay e siamo qualificati» nientemeno. Nove dei 23 non giocano in Oceania, ma tra Inghilterra, Usa e Danimarca, come l’eroe maori Reid, che ha segnato l’1-1 agli slovacchi. Due, Elliott e Mulligan, sono senza squadra, ma sperano di mettersi in vetrina in Sudafrica. Tutti, in qualche modo, attendono eventi miracolosi. Di sicuro, uno tra Gesù Cristo ed Eleftarious Serepisos li renderà possibili. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nuova frontiera Asia la Corea spaventa Diego Oggi con l’Argentina: “Su Messi falli intelligenti” Le tre tigri d’Oriente
Corea del Sud Ha battuto la Grecia 2-0. È al suo ottavo mondiale. Il miglior piazzamento in casa nel 2002: quarto posto. La stella è Park
Giappone Ha battuto il Camerun 1-0. È al 4° mondiale: nel 2002 arrivò agli ottavi, sennò solo veloci eliminazioni. La stella è Honda
Corea del Nord Ha fatto soffrire il Brasile. È al mondiale dopo 44 anni quando eliminò l’Italia e uscì ai quarti. La stella è Hong Yong Jo
DAL NOSTRO INVIATO EMANUELA AUDISIO JOHANNESBURG indogae» ci riprova. Quattordici anni dopo. A fare lo sgambetto all’Argentina di Maradona. Anche se dal centrocampo è passato alla panchina, il suo soprannome è rimasto: cagnaccio. Huh Jung Moo, nome vero, in Messico nell’86 marcò Diego, a metà tra il kung-fu e Bruce Lee, ci andò così pesante che fu ammonito. Ma dimostrò che lui non è tipo da avere complessi, se gli vengono, li butta giù. Fece gol all’Italia, Huh. Ed è uno dei tre allenatori presenti ad avere segnato in una competizione mondiale con Capello e Maradona. Ora che ha 55 anni guida la Corea del Sud alla riscossa, rappresentante di quell’Asia che con la palla è veloce e instancabile e che finora si è mossa meglio delle squadra africane. Tre stagioni nel campionato olandese (Psv Eindhoven) ad inizio anni Ottanta lo hanno svezzato, il resto dell’esperienza se l’è fatta a casa sua. Ricordate la Corea del Sud nel 2002, quella spinta da Hiddink, dagli arbitri, dal vento favorevole? Bè, prima c’era lui che lanciò la
«J
Girone B Johannesburg ore 13.30
ARGENTINA - SUD COREA Romero Demichelis Samuel Heinze Gutierrez Maxi Rodriguez Mascherano Di Maria Messi Tevez Higuain
22 2 13 6 17 20 14 7 10 11 9
18 Jung Sung Ryong Cha Du Ri 22 4 Cho Yong Hyung 14 Lee Jung Soo 12 Lee Young Pyo 17 Lee Chung Yong 16 Ki Sung Yueng 8 Kim Jung Woo Park Ji Sung 7 10 Park Chu Young Yeom Ki Hun 19
Arbitro: De Bleeckere (Bel) diretta: Sky Mondiale 1
rivoluzione dei giovani. Fuori i senatori, dentro gli affamati. Fu criticato in un paese dove le gerarchie non si toccano, al massimo si accompagnano fuori per mano. Partiti Hiddink e il suo successore, Huh è tornato alla guida, anche perché i suoi giocatori hanno fatto strada. E mentre tutti stanno lì a deridere le trottole asiatiche, capaci di copiare e di correre, ma non di vincere, lui ha fatto fuori la Grecia, e ora vuol fare inciampare l’Argentina. Hiddink aveva lanciato il Power Programme, che non è un videogame, ma un progetto per incrementare velocità e potenza e aveva fatto
Lee Jung Soo realizza il gol dell’1-0 contro la Grecia
6
47
4
RECORD DI PUNTI
QUALIFICATE
RANKING FIFA
Due vittorie, due ko: le asiatiche mai partite così bene nel mondiale a 32
Anche l’Australia è al Mondiale come ‘asiatica’: dal 2006 appartiene all’ACF
La Corea del Sud è al 47° posto (nel ’98 salì al 17°), l’Argentina al 7°
per la prima volta sedere tutti allo stesso tavolo, per unire le due anime della squadra, visto che prima vecchi e giovani non si mescolavano. Huh ha conti-
Jung Moo, ct della squadra sorpresa, nell’86 marcò duro Maradona che dice: “Leo va protetto” nuato la rivoluzione, cercando di non disfare la mentalità progressista del ct olandese. E ora mette paura ad un’Argentina
che teme che qualcuno spezzi le ali (e le gambe) al suo angelo Messi. Infatti Park Chu Young, ha subito detto senza tanti giri di parole che «contro Messi non c’è scelta, l’unico modo di fermarlo è seguirlo sempre con uno o due uomini e commettere su di lui dei falli intelligenti». Già, come le bombe. E figurarsi se Huh faceva un passo indietro: «Non ci faremo intimidire dall’Argentina, abbiamo buoni giocatori con esperienza in club europei, così ho chiesto ai miei di divertirsi e non avere paura. Ho visto Corea del NordBrasile, ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se fossimo stati
al loro posto. Abbiamo imparato molto dalla partita, i nordcoreani hanno avuto coraggio e sono una fonte di ispirazione per noi». Maradona però si è messo in difesa: «Ieri a me, oggi a Messi, temo che proveranno a fare male anche a lui. Messi è un problema per chi deve marcarlo. Cerchiamo di goderci il mondiale delle stelle che la gente vuole vedere, non lasciamo che lo spettacolo venga rovinato da certe cose, che vanno punite con durezza». A parte i falli intelligenti c’è anche il problema dell’infortunato Veron, che sarà rimpiazzato da Maxi Rodriguez, mentre Jonas Gutierrez resta al suo posto di esterno basso. Molto sportivo è stato Carlos Tevez, che in passato ha avuto Park Ji Sung, come compagno di squadra nel Manchester United. «Eravamo molto amici, gli ho anche organizzato una festa di compleanno a sorpresa». Ricambierà? © RIPRODUZIONE RISERVATA
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(segue dalla prima di sport)
DAL NOSTRO INVIATO MARCO MENSURATI
È
la notte del ricordo di quel lontano 16 giugno 1976, quando il momento più buio della notte e l’inizio dell’arcobaleno coincisero. Ne viene fuori una situazione emotivamente sovraccarica: la squadra simbolo di una nazione che si gioca il futuro nei “suoi”
Uruguay, schiaffo crudele ai Bafana serve un’impresa Sudafricani in lacrime nella notte di Soweto
Espulso il portiere, alla fine scene di disperazione in tribuna. I francesi oggi col Messico mondiali proprio nel giorno in cui, 34 anni prima, con il massacro di 500 studenti, quella nazione è nata. Il peso della storia certe volte non è sopportabile. Piega le ginocchia, ferma le gambe, paralizza il cervello. E così quelli che sarebbero dovuti diventare gli undici eroi nazionali si danno in pasto a un Uruguay scaltro e affamato. La partita complessivamente è brutta. L’Uruguay la
Il rigore del 2-0 di Forlan. Khune è il secondo portiere espulso al Mondiale dopo Pagliuca nel ’94 capisce meglio e la sblocca casualmente dopo circa mezz’ora grazie a un tiro di Forlan deviato di spalla dal capitano Mokoena (la traiettoria pazza che tradisce Khune non è un prodotto dello Ja-
bulani). Poi i sudamericani sono bravi a inchiodarla a uno stallo definitivo, prodotto della sapiente tattica difensiva di Tabarez, ma soprattutto della non tattica, o tattica del caos, dei sudafricani.
Con il passare dei minuti si materializza davanti ai giocatori sudafricani il fantasma del fallimento. Tanta era stata l’attesa, l’enfasi con cui era stata presentata la partita («la più importante della
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Girone B Bloemfontein ore 16
GRECIA - NIGERIA storia») maggiore è la delusione. Le vuvuzelas rombano più forte, i tifosi gridano di più e ballano più freneticamente, ma tutto questo invece di regalare energie, le sottrae. Le idee si fanno ancora più confuse e l’Uruguay può assestare il colpo di grazia: Khune aggancia in area Suarez scattato sulla linea del fuorigioco, rigore, espulsione, 2-0. L’intero paese piomba sull’orlo del dramma sportivo e il terzo gol, Pereira a tempo scaduto, serve solo a convincere l’arbitro a chiudere il match. Le vuvuzelas, all’improvviso si tacciono, è la prima volta che succede, per le strade, nei quartieri poveri e in quelli ricchi, regna il silenzio. Il sogno del mondiale rischia di essere già finito dopo appena due partite. Il futuro è una gigantesca incognita appesa a un filo sottilissimo. Bisogna fare la partita della vita contro la Francia e sperare in un incastro di risultati, cominciando da quello di stasera fra i Bleus e il Messico. Se non impossibile, quasi. Sulle seggioline blu nuove nuove del Loftus di Pretoria, regno afrikaner del rugby e casa dei bianchissimi Bulls, resta solo una manciata di tifosi bianco celesti che saltellano entusiasti. E tutt’intorno gli steward. In lacrime. Alla faccia della storia.
Tzorvas Seitaridis Vyntra Kyrgiakos Torosidis Patsatzoglou Katsouranis Karagounis Salpingidis Samaras Gekas
12 2 11 16 15 3 21 10 14 7 17
1 17 2 6 3 15 20 14 8 11 18
Enyeama Odiah Yobo Shittu Taiwo Haruna Etuhu Kaita Yakubu Odemwingie Obinna
Arbitro: Ruiz (Col) diretta: Sky Mondiale1
Girone A Polokwane ore 20.30
FRANCIA - MESSICO Lloris Sagna Gallas Abidal Evra Diaby Toulalan Malouda Ribery Govou Anelka
1 2 5 3 13 19 14 15 7 10 21
1 12 5 2 3 16 4 6 17 9 11
Perez Aguilar Osorio Rodriguez Salcido Juarez Marquez Torrado Dos Santos Franco Vela
Arbitro: Khalil Al-Ghamdi (A.Sau) diretta: Rai1- Sky Mondiale1
Girone H HONDURAS - CILE 0-1
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HONDURAS (4-4-2) Valladares 6.5 — Chavez 6, Figueroa 6, Nunez 5 (34’ st Martinez sv), Izaguirre 6 — Palacios 5, Guevara 5 (20’ st Thomas 5.5), Mendoza 6, Espinoza 5 — Alvarez 5.5, Pavon 5 (14’ st Welcome 5.5).
Sudafrica-Messico Uruguay-Francia Sudafrica-Uruguay Class.
P G V N P Gf Gs
Uruguay Messico Francia Sudafrica
oggi
1-1 0-0 0-3
14 11 31 01
2 1 1 2
1 0 0 0
1 1 1 1
0 0 0 1
3 1 0 1
0 1 0 4
Argentina-Nigeria Corea Sud-Grecia
1-0 2-0
1-1 0-1
Serbia-Ghana Germania-Australia
0-1 4-0
Class.
P G V N P Gf Gs
Class.
P G V N P Gf Gs
Class.
P G V N P Gf Gs
Corea Sud Argentina Nigeria Grecia
3 3 0 0
Slovenia Inghilterra Usa Algeria
3 1 1 0
Germania Ghana Serbia Australia
3 3 0 0
oggi
Francia-Messico
1 1 1 1
1 1 0 0
0 0 0 0
0 0 1 1
2 1 0 0
0 0 1 2
Grecia-Nigeria Argentina-Corea Sud
1 1 1 1
1 0 0 0
0 1 1 0
0 0 0 1
1 1 1 0
0 1 1 1
1 1 1 1
1 1 0 0
0 0 0 0
0 0 1 1
4 1 0 0
0 0 1 4
domani Germania-Serbia
domani Slovenia-Usa
19-6 Ghana-Australia
Inghilterra-Algeria 23-6 Slovenia-Inghilterra Usa-Algeria
22-6 Nigeria-Corea Sud Grecia-Argentina
22-6 Messico-Uruguay Francia-Sudafrica
Inghilterra-Stati Uniti Algeria-Slovenia
I video mondiali per ipad
& Kakà
23-6 Ghana-Germania Australia-Serbia
La star e le critiche “All’esordio contava solo fare tre punti” Chiellini
Olanda-Danimarca Giappone-Camerun Class. Olanda Giappone Camerun Danimarca
2-0 1-0
P G V N P Gf Gs 13 13 30 00
1 1 1 1
1 1 0 0
0 0 0 0
0 0 1 1
2 1 0 0
0 0 1 2
Italia-Paraguay N.Zelanda-Slovacchia
1-1 1-1
Costa d’Av.-Portogallo Brasile-Corea del Nord
0-0 2-1
Honduras-Cile Spagna-Svizzera
0-1 0-1
Class.
P G V N P Gf Gs
Class.
P G V N P Gf Gs
Class.
P G V N P Gf Gs
Italia Paraguay Slovacchia N. Zelanda
1 1 1 1
Brasile Portogallo Costa d’Av. Corea Nord
3 1 1 0
Cile Svizzera Honduras Spagna
3 3 0 0
1 1 1 1
0 0 0 0
1 1 1 1
0 0 0 0
1 1 1 1
1 1 1 1
1 1 1 1
1 0 0 0
0 1 1 0
0 0 0 0
2 0 0 1
1 0 0 2
1 1 1 1
1 1 0 0
0 0 0 0
0 0 1 1
CILE (4-4-2) Bravo sv — Isla 6.5, Medel 6, Ponce 6.5, Vidal 6.5 (36’ st Contreras sv) — Carmona 6, Millar 6 (8’ st Jara 6), Fernandez 6.5, Valdivia 6 (42’ st M. Gonzalez sv) — Beausejour 6.5, Sanchez 6.5. Arbitro: Maillet (Sey) 6.5. Reti: 34’ pt Beausejour. Note: ammoniti Carmona, Fernandez e Palacios. Spettatori 43mila.
1 1 0 0
19-6 Olanda-Giappone Camerun-Danimarca
20-6 Slovacchia-Paraguay Italia-N. Zelanda
20-6 Brasile-Costa d’Av. 21-6 Portogallo-Corea N.
21-6 Cile-Svizzera Spagna-Honduras
24-6 Danimarca-Giappone Camerun-Olanda
24-6 Slovacchia-Italia Paraguay-N. Zelanda
25-6 Portogallo-Brasile Corea N.-Costa d’Av.
25-6 Cile-Spagna Svizzera-Honduras
0 0 1 1
Il sogno del difensore “Voglio fare un gol sfruttando gli angoli”
Festa Cile dopo 48 anni Honduras battuto 1-0 NELSPRUIT — Dopo 48 anni e sotto gli occhi dell’ex presidente Michelle Bachelet, il Cile torna a vincere una partita ai mondiali. Una rete di Beausejour dà l’1-0 sull’Honduras, ma è stato un dominio. Grande festa nelle strade del paese sudamericano.
la Repubblica GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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Mercato
Juve inarrestabile: Martinez In Spagna: “Scambio Ibra-Pato”
DAL NOSTRO INVIATO ANGELO AQUARO NEW YORK e bastassero le statistiche sarebbe già fatta. Celtics campioni in terra straniera e Lakers ancora una volta umiliati in casa — come due settimane fa — sotto lo sguardo disperato dei tifosi hollywoodiani vip. Le cifre parlano chiaro. Undici volte il team di Boston e quello di Los Angeles si sono sfidati in finale. E 9 a 2 è il vantaggio per i Verdi del Massachusetts. Non solo. Per quattro volte la squadra atlantica ha battuto gli avversari in gara 7: la «bella» a cui si ricorre soltanto in caso di pareggio dei primi sei match. Peccato che a canestro non si vada con le statistiche. E così, quando l’altra sera i Lakers hanno pareggiato il vantaggio che nel quinto game aveva lanciato i Celtics verso l’agognato 18esimo «scudetto» della Nba, i giochi si sono riaperti per l’ennesima volta: 89 a 67. Tutto da rifare. L’America dello sport resterà col fiato sospeso fino a stasera. Altro che Sudafrica. Altro che coppa del mondo. Questi sono i veri mondiali del Mondo Nuovo. I Lakers contro i Celtics. Kobe Bryant contro Kendrick Perkins. Los Angeles contro Boston. È la guerra dei mondi: che volete di più? In gara 7 le due squadre sono arrivate in un’altalenante sequenza da brivido: vantaggio per i Lakers che partono in casa, clamorosa sconfitta sempre in casa e pareggio dei Celtics, altrettanto clamoroso vantaggio dei Lakers in casa dei bostoniani, poi i Verdi che sull’onda di altre due partite col fattore campo prima pareg-
S
Incredibile serie Gara 1: Lakers-Celtics 102-89 gara 2: Lakers-Celtics 94-103 gara 3: Celtics-Lakers 84-91 gara 4: Celtics-Lakers 96-89 gara 5: Celtics-Lakers 92-86 gara 6: Lakers-Celtics: 89-67
Bryant contro i big di Boston Usa fermi per lo spareggio Nba
ROMA — Juve scatenata: è in pressing per Krasic, è a un passo da Martinez, si avvicina a Bonucci. Ieri incontro con Lo Monaco, dg del Catania, per l’uruguayano. Che può andare a Torino a prescindere da Krasic. Marotta ha offerto 10 milioni, i siciliani ne chiedono 12: l’accordo è imminente. Oggi a Milano Lo Monaco incontrerà Lotito, che da tempo corteggia il giocatore (6 milioni per la metà la proposta della Lazio). Ma la Juve sta per vincere la sfida. Questione Krasic: l’Inter si è fatta da parte, resta l’offerta del City ma il serbo vuole solo la Juve, quindi si può chiudere per 14 milioni. E i bianconeri cercano l’accordo con il Genoa per l’altro 50% di Bonucci. Il quotidiano spagnolo “Sport” parla di uno scambiochoc tra Pato e Ibrahimovic, i rossoneri però considerano il brasiliano incedibile e l’ingaggio dello svedese, 10 milioni netti l’anno, troppo oneroso. L’Inter ha riscattato Mariga e Biabiany: al Parma 9,5 milioni. Nel club emiliano resta Paloschi: rinnovata la comproprietà con il Milan. Carrizo torna al River. (giulio cardone) © RIPRODUZIONE RISERVATA
11 LE FINALI
Boston avanti 9-2 nelle finali tra i due team (compresi i Minneapolis Lakers)
4 LE “BELLE”
Celtics e Lakers sono arrivate 4 volte a gara 7: Boston sempre vittoriosa
giano e poi passano in vantaggio... Fino a cadere ancora una volta a Los Angeles. Pari. L’immancabile tifosissimo Jack Nicholson che esulta. E gara 7 da giocare ancora in California. «È incredibile» ha sintetizzato lo spagnolo Pau Gasol, uno degli eroi dei Lakers: «In ogni partita la squadra che era stata battuta s’è guadagnata la rivincita». In quasi tutti, per la verità: ma il senso è quello. Il gioco numero sei è stato davvero quello da dimenticare per il Green Team, con la squadra allenata da Phil Jackson che a metà partita era già in vantaggio 51-31 e il povero Perkins costretto a mollare il campo per infortunio. Il coach dei bostoniani Doc
Stanotte la bella Lakers-Celtics dopo colpi di scena che hanno emozionato anche Hollywood Rivers l’ha fatta breve: «Da quel momento in poi stavo già pensando alla prossima partita». Mica facile: con Perkins fuori per la botta al ginocchio ai Celtic non resta che affidarsi ai Big Three — Ray Allen, Kevin Garnett e Paul Pierce — per controbattere il gioco di Gasol e Bryant, che da solo l’altra sera ha fatto 26 punti.
Ma Rivers è fiducioso: «Sarà una finale elettrica», dice. Il Boston Globe fa gli scongiuri: «I Celtics hanno dalla loro la storia... E poco altro». La storia è appunto l’infilata di statistiche. Ma a vedere come i Lakers, dice il giornale, l’altra sera «hanno letteralmente ridotto in spazzatura» i Verdi, anche i numeri potrebbero mentire. Lo sa lo stesso Rivers che s’è visto sfuggire la vittoria contro i campioni in carica in questo disastro chiamato game 6: la sfida numero 7 «non era quello che volevamo ma adesso sarà grande giocarsela. Io spero di farcela: potrebbe anche essere divertente». Resta da vedere per chi.
CITTA’ DI CATANZARO
COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO
AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO Ente appaltante: Comune di Catanzaro via Jannoni n.1, 88100 Catanzaro. Tel. 0961 881419 Fax: 0961 881425 www.comunecatanzaro.it Descrizione: Gara per la “Fornitura di servizi di assistenza e manutenzione sistemistica, dal 1-52010 al 31-12-2011, sulla rete telematica e sulle procedure informatiche in uso presso il Comune di Catanzaro”. Pubblicazioni: Inviata il 5-2-2010 alla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea; pubblicata, all’Albo Pretorio del Comune di Catanzaro il 10/02/10, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.18 del 15/02/2010 – 5° Serie Speciale Parte Prima, su quattro quotidiani, due a rilevanza nazionale e due locale, sui siti del Ministero delle Infrastrutture, del Comune di Catanzaro e della Regione Calabria; Tipologia di servizi richiesti: CPV:72510000 Codice Cig: n.0435412159 Procedura di aggiudicazione: Aperta. Importo a base d’asta: euro 250.000,00 Iva esclusa. Criteri di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 D.Lgs. 163/06 e criteri indicati all’art. 2 del Capitolato d’Oneri. Offerte ricevute: n°3. Aggiudicata con DD n°2554 del 18/05/2010. Ditta aggiudicataria: CALIO’ INFORMATICA S.r.l., di RENDE (CS), Via Venezia, n.24 P.IVA 01558670780. Valore dell’offerta: euro 242.600,00 IVA esclusa.
Il Responsabile del Procedimento Nassivera Ivo
Il Responsabile del Procedimento Vincenzo Savarino
Il Dirigente Dott. Pasquale Costantino
COMUNE di PIOMBINO Provincia di Livorno
ESTRATTO ESITO GARA DI APPALTO
BANDO DI GARA La Direzione Centrale Patrimonio e Servizi Generali, Servizio Gestione Patrimonio Immobiliare - Corso Cavour n. 1 - 34132 TRIESTE – bandisce una gara ai sensi della L.R. 14/2002 e smi, unitamente alle disposizioni del D.Lgs 163/2006 e smi, per la scelta dell’affidatario dell’appalto dei lavori di completamento della manutenzione straordinaria e cambio di destinazione d’uso presso il complesso patrimoniale di via Bressani n.23 a Gradisca d’Isonzo (GO) per un importo complessivo a base d’asta di Euro 2.545.279,30 (oltre ad Euro 27.000,00 per gli oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso) iva esclusa. La gara si svolge con procedura aperta, con criterio del prezzo più basso ed esclusione automatica, in caso di un numero di offerte ammesse uguale o superiore a 40. Il Bando è pubblicato sulla GURI. Scadenza delle offerte 21 luglio 2010 ore 12.00. Tutti gli atti di gara e le condizioni dell’appalto sono disponibili sul sito www.regione.fvg.it, bandi e avvisi della regione, Direzione Centrale Patrimonio e Servizi Generali. IL RUP Dott.ssa Marina Celegon
È in corso di pubblicazione sulla G.U.U.E. e sulla G.U.R.I., Avviso di Aggiudicazione gara per l’appalto della “Progettazione definitiva Opere Pubbliche, "Parco del Ferro e dell’Acciaio - recupero Capannone ex Siviere” e “Parco del Ferro e dell’Acciaio allestimenti esterni e sistemazioni ambientali" inserite nel programma integrato di sviluppo urbano sostenibile (PIUSS) denominato Piombino 2015: Progetto Città Futura”. Importo a base d’asta (oltre INARCASSA e I.V.A.) € 449.972,38. La gara ha avuto il seguente esito: Imprese partecipanti: n. 18. Impresa aggiudicataria: Raggruppamento Temporaneo di Professionisti “HYDEA S.r.l. di Firenze / M & E S.r.l. di Firenze / Arch. Gabriella MACIOCCO di Firenze / Ing. Stefano PITTALIS di Firenze” (Importo aggiudicato € 217.786,63 esclusa INARCASSA e IVA). Piombino, lì 31.05.2010 Il Dirigente Sett. LL.PP. (Ing. Claudio Santi)
Ciclismo
Ufficiale, Bettini nuovo ct Prende il posto di Ballerini ROMA — Ora è ufficiale, è Paolo Bettini il nuovo ct del ciclismo dopo la scomparsa di Franco Ballerini. La presentazione il 23 giugno al Coni. GIRO SVIZZERA — A Burghardt (Ger) la quinta tappa, Martin (Ger) resta in testa alla classifica. BASKET — Stasera (20.30 su Sky Sport 2) Siena cerca il break a Milano: se vince, passa sul 3-0 nella finale scudetto. TENNIS — Rosmalen, secondo turno donne: Henin (Bel) b. Vinci 6-3, 6-3.
COMUNE DI TRAVAGLIATO
SERVIZI FINANZIARI TRIBUTI – CED
Provincia di Pordenone ESTRATTO BANDO DI GARA A MEZZO PROCEDURA APERTA Questa Amministrazione Comunale ha indetto una gara d’appalto, mediante procedura aperta per l’aggiudicazione delle opere di recupero ex Essicatoio Bozzoli. Importo a base d’asta Euro 1.520.000,00 inclusi Euro 22.800,00 per oneri di sicurezza (categoria prevalente OG 2). Termine di scadenza presentazione offerte: ore 12 del 19.07.2010. Il bando integrale e gli atti di gara sono disponibili sul sito del Comune di S. Vito al Tagliamento www.comune.san-vito-al-tagliamento.pn.it e sul sito della Regione FVG www.regione.fvg.it sezione appalti e lavori pubblici. S. Vito al Tagliamento, 16.06.2010
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In breve
COMUNE di PIOMBINO Provincia di Livorno
ESTRATTO ESITO GARA DI APPALTO
È in corso di pubblicazione sulla GUUE e sulla GURI, Avviso di Aggiudicazione gara per l’appalto della Progettazione definitiva opere pubbliche: “Parco Scientifico e Tecnologico” e “Strada residenziale - Parcheggi e Dorsali di Urbanizzazione” inserite nel programma integrato di sviluppo urbano sostenibile (PIUSS) denominato Piombino 2015: Progetto Città Futura”. Importo a base d’asta € 305.603,50, (oltre INARCASSA e IVA). La gara ha avuto il seguente esito: Imprese partecipanti: n. 16. Impresa aggiudicataria: Raggruppamento Temporaneo di Professionisti “CITTÀ FUTURA S.C. di Lucca / Arch. MARCO SALA di Firenze / DLA ASSOCIATI di Piombino” (Importo aggiudicato € 152.798,69 esclusa INARCASSA e I.V.A.). Piombino, lì 31.05.2010 Il Dirigente Sett. LL.PP. (Ing. Claudio Santi)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’AQUILA AVVISO DI PROROGA TERMINI DI GARA In riferimento al bando di gara CIG 0436888361 per APPALTO INTEGRATO per Progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori di: RIPRISTINO DAI DANNI ARRECATI DAL SISMA ED ADEGUAMENTO ANTINCENDIO DEI DIPARTIMENTI DELL’AREA BIOLOGICA A COPPITO CORPO A pubblicato sulla G.U.R.I. n. 31 del 17-3-2010 e rettificato sulla G.U.R.I. n.57 del 19 maggio 2010, si comunica che il termine per la presentazione dell’offerta è prorogato, per motivi organizzativi, al giorno 6 luglio 2010, ore 12:00. Rimangono ferme tutte le altre modalità, previste nel bando di gara e nel disciplinare di gara, per la partecipazione alla gara. Il presente avviso è stato inviato all’ufficio delle pubblicazioni G.U.R.I. in data 27 maggio 2010 e pubblicato sulla G.U.R.I. – 5° Serie Speciale - Contratti Pubblici n.63 del 4 giugno 2010. L’Aquila, 11 giugno 2010 IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO F.to Dott. Filippo Del Vecchio
Provincia di Brescia AVVISO DI GARA – PROCEDURA APERTA Appalto per l’intervento: Ampliamento e ristrutturazione caserma carabinieri criterio: offerta del prezzo più basso mediante ribasso percentuale sull’importo a base d’asta, ai sensi dell’articolo 82, comma 2, lettera b), d.lgs. n. 163 del 2006 Lavori: Trattasi dell’intervento necessario alla realizzazione di un ampliamento dell’attuale fabbricato adibito a caserma e della completa ristrutturazione dell’edificio esistente consistente nel rifacimento degli impianti, dei serramenti e degli impianti tecnologici ad uso della caserma categoria prevalente dei lavori: categoria «OG1»; classifica II; importo complessivo dell’appalto: euro 595.426,11; di cui: esecuzione lavori (soggetti a ribasso): euro 572.660,82; oneri per la sicurezza (non soggetti a ribasso): euro 22.765,29; lavorazioni scorporabili e non subappaltabili: OS30; lavorazioni scorporabili e subappaltabili: OS6; Le offerte, accompagnate dalla documentazione amministrativa, dalla cauzione provvisoria e quant’altro previsto in conformità al bando integrale di gara, devono essere presentate al Comune di Travagliato, presso l’ufficio segreteria/protocollo, Piazza Libertà, 2,- CAP 25039 - Travagliato (Brescia), entro il termine perentorio delle ore 12.00 del 19/07/2010. Il bando integrale è pubblicato all’Albo pretorio del Comune di Travagliato e può essere richiesto, unitamente alle informazioni e agli atti connessi e richiamati, nei giorni dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 12, ai seguenti recapiti: Recapiti: Telefono: +39030/661961 - Fax. +39030661965 Travagliato, lì 15 giugno 2010. Il Responsabile del servizio Ing. Angelo Manenti
COMUNE di PIOMBINO Provincia di Livorno
ESTRATTO ESITO GARA DI APPALTO
È in corso di pubblicazione sulla G.U.U.E. e sulla GURI, Avviso di Aggiudicazione gara per l’appalto della “progettazione definitiva ed esecutiva e coordinamento sicurezza in fase di progettazione opere pubbliche: "Parco della Danza e della Musica" e "Centro Civico" inserite nel programma integrato di sviluppo urbano sostenibile (PIUSS) denominato Piombino 2015: progetto Città Futura” (Importo a base d’asta € 501.469,26 (oltre INARCASSA e IVA). La gara ha avuto il seguente esito: Imprese partecipanti: n. 23. Impresa aggiudicataria: Raggruppamento Temporaneo di Professionisti “AI STUDIO di Torino / AI ENGINEERING S.r.l. di Torino / LEONARDO S.r.l. di Pisa / Ing. FABRIZIO DAINI di San Giuliano Terme (PI) / Arch. GIUSEPPINA NERLI di Pontedera (PI) / Dott. Geol. DIEGO SANTINI di Follonica (GR)” (Importo aggiudicato € 283.079,40 esclusa INARCASSA e IVA). Piombino, lì 31.05.2010 Il Dirigente Sett. LL.PP. (Ing. Claudio Santi)
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GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
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Mattino
Sabato
L’Aquilaa
Bel tempo prevalente su gran parte del Paese salvo annuvolamenti diffusi sull'arco alpino, specie confinale, con acquazzoni sparsi. Nuvoloso ma asciutto sul Levante Ligure. Minime in aumento al Sud, in calo al Centro-Nord. Venti deboli o moderati da NNO.
Instabile con rovesci e temporali su Toscana e Levante Ligure, in estensione pomeridiano-serale a regioni del Nord, Lazio, Sardegna, coste campane e Trapanese. Sole prevalente su Adriatiche e Ioniche. Temperature in calo. Venti tesi da Ovest sul Tirreno.
ROMA Cam C Campo Campobasso mp b ss s Napoli Potenza
C
i
Pomeriggio
Domenica
Variabile con rovesci o temporali sparsi su Alpi, Prealpi e Appennino, in sconfinamento a coste abruzzesi e Gargano. Sereno o poco nuvoloso altrove, salvo nubi tra Cilento, Lucania e Puglia centrale. Massime stazionarie. Venti deboli o moderati tra O e NE.
Mattino: Piogge e temporali sparsi al Nord Ovest, Lombardia ed alta Toscana, a tratti intensi, con neve sui rilievi alpini occidentali dai 2100-2300m. Nubi irregolari anche su medio Tirreno, alta Sardegna e Nord Est con acquazzoni, eccetto che su interne tosco-laziali e Friuli. Bel tempo al Sud e sul medio versante adriatico con cieli sereni o poco nuvolosi. Temperature minime in diminuzione. Venti fino a moderati da SO su alto Tirreno e Ligure, da NNO altrove.
Ieri
LUNA
Disco in luce
Crescente
31%
19 GIU 26 GIU
4 LUG
Età 5 giorni
Oggi max percep. UV
min
max
17 19 17 25 17 17 23 18 19 20 24
29 26 23 27 26 24 27 29 26 30 31
15 19 11 21 16 16 21 17 17 20 22
27 25 27 29 26 26 30 29 25 32 31
Alghero Ancona Aosta Bari Bologna g Bolzano Brindisi Cagliari g Campobasso p Catania Catanzaro
25 29 20 31 25 22 28 27 27 30 30
17 19 13 22 17 15 22 18 17 20 20
Ieri
Domani
min max min
30 27 29 28 27 28 28 29 26 30 30
11 LUG
Oggi
min max min
UV
19 19 19 15 24 18 22 18 21 19 21
Firenze Genova Imperia L'Aquila Messina Milano p Napoli Olbia Palermo Perugia g Pescara
INDICE UV
Basso
0-2
24 22 22 22 31 23 27 27 24 27 28
16 19 17 11 22 15 20 18 22 15 20
Moderato
3-5
Pomeriggio: Prosegue l'instabilità sui rilievi del Nord con rovesci e temporali sparsi, anche in pianura sul Friuli e più sporadicamente su Veneto, Monferrato e Romagna. Acquazzoni a sfondo temporalesco anche su interne toscane, dorsale centrale e Marche. Bel tempo sul resto della Penisola, con residua variabilità su Sardegna e Lazio. Fenomeni in attenuazione tra sera e notte ovunque. Temperature massime in lieve aumento. Venti deboli con rinforzi tra SO ed ONO.
Domani
max percep. UV
25 22 23 23 28 26 28 28 29 25 26
14 19 18 13 22 16 21 17 23 15 18
31 27 28 26 30 28 29 29 29 28 28
6-7
min
Alto
max
Ieri
Oggi
min max min
UV
25 22 22 24 30 27 29 26 28 24 25
21 15 26 22 23 23 16 16 21 19 19
Pisa Potenza Reggio C. Rimini Roma Fium. Roma Urbe Torino Trento Trieste Venezia Verona
8-10 Molto alto
23 28 29 28 25 25 19 25 24 23 23
17 15 20 18 18 17 13 15 20 17 16
Domani
max percep. UV
24 29 30 24 28 29 22 24 25 24 23
29 28 33 28 29 29 28 29 29 29 29
Fronte caldo Min Max
Amsterdam Atene Barcellona Belgrado Berlino Berna Bratislava Bruxelles Bucarest Budapest Chisinau Copenhagen Dublino Edimburgo Francoforte Helsinki Istanbul Kiev Larnaca Lisbona Londra Lubiana Lussemburgo Madrid Malaga Minsk Mosca Oslo Parigi Praga Reykjavik Riga S. Pietroburgo Sarajevo Skopje Sofia Stoccolma Tallinn Tirana Valletta Varsavia Vienna Vilnius Zagabria Zurigo
10 27 17 20 14 15 17 14 20 18 16 13 11 10 17 12 21 16 17 15 8 18 12 12 21 13 11 12 12 14 10 11 12 19 23 21 13 11 23 19 12 18 11 18 13
Domani
Reykjavik
ronte freddo
1016
Oslo
A
Helsinki Helsink Stoccolma Stocco
1020
Tallinn
Göteborg Coop Cope Cop Copenaghen op h
A
Belfast Dublino Dublino
Amsterdam
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Colonia Francoforte Francofo r rt
Bruxelles r rux Parigi
Lussembur Lussemburgo bburggo
Tours Bordeaux 1020
Gijon Por Porto ortoo Lisbona
Tolosa
Bilbao
Minsk 1020
Berlino
Nantes
Vilnius K Kaliningrad d
Amburgo
Birmingham B gh Londra Londr
A
Monaco
Varsavia
1012
Bratisla a Bratislav Bratislava
Vienna
B
Berna Berna r
Lione Marsiglia
B
1013
Kiev
Praga 1016 Chisinau Chi
Budapest
Zagabria b L biana Lu Lubiana b Milano Belgrado Belgrado Sarajevo rra evoo Roma
1016
Madrid
1016
Riga
1020
Edimburgo
Barcellona
Tirana r
A
Bucarest Bucares 1012
Sofia Skopje Skop Sko k pj
B
Istanbul b
Salonicco c cc
1008
Valencia
1004
Attene ne
Malaga Algeri
Tunisi Tunis
S rne Smirne r
B
Iraklion Valletta
1012
Come si gioca: Completare il diagramma in modo che ciascuna riga, colonna e riquadro 3x3 contenga una sola volta tutti i numeri da 1 a 9.
9
5
6
3
4
8 7
8
2 1
6
1 9
7 5
8
3
9
© 2010 nonzero
3 5
2
7 1
4
6
7
le soluzioni su www.repubblica.it
16 41 26 27 22 16 22 21 24 24 19 16 18 21 18 17 33 21 26 28 22 21 14 23 27 18 13 22 18 22 11 17 18 28 34 31 19 18 30 25 20 22 18 25 18
B
1008
min
max
16 16 22 17 18 16 12 15 18 16 16
24 27 31 25 28 28 25 26 24 25 26
SOLE
UV
Sorge 5.21 5.32 5.44 5.36 5.31 5.34 5.36 5.41 5.43
Tramonta 20.26 20.36 20.30 20.46 21.00 20.58 21.13 21.10 21.17
Bari Napoli Palermo Roma Bologna Firenze Milano Genova Torino
>11 Estremo
IN EUROPA Oggi
Maltempo al Nord Est e tra Liguria, Marche e Toscana con rovesci e temporali a tratti intensi. Fenomeni sparsi anche sul basso Tirreno, variabilità altrove. La notte peggiora sul medio-basso Adriatico. Temperature in calo. Venti moderati-tesi ciclonici.
Larnaca Larn
NEL MONDO Oggi
Min Max
Algeri Ankara Auckland Baghdad Bangkok Beirut Bombay Buenos Aires Calgary Caracas Casablanca Chicago Città del Capo Città del Messico Dakar Dubai Filadelfia Gerusalemme Hong Kong Il Cairo Johannesburg Kinshasa L'Avana Lima Los Angeles Manila Melbourne Miami Montreal Nairobi New Delhi New York Pechino Perth Rio de Janeiro San Paolo Santiago Santo Domingo Seoul Shanghai Singapore Sydney Tokyo Toronto Washington
18 19 10 31 28 23 29 10 7 19 17 15 5 13 22 33 22 19 26 25 -4 21 24 13 14 27 9 27 15 15 26 21 24 8 19 15 12 25 20 23 26 15 25 16 23
28 30 15 41 38 32 30 13 10 27 26 30 18 21 32 41 26 32 31 40 10 31 33 22 23 30 12 30 18 24 41 26 32 18 27 25 13 34 26 30 31 20 32 20 29
Domani
OFFICIAL OUTFITTER OF WIMBLEDON
RALPH LAUREN PRESENTA “THE LEGENDS CLINIC” CON BORIS BECKER IN D IR E T T A O N L IN E B O R IS B E C KE R O SP IT A IL PRIM O TENNIS CLINIC R ISP O N D E N D O AL L E VO ST R E D OM A NDE
GIOVEDÌ 17 GIUGNO 2010
OR E 1 7 :0 0
RA LPHLA UR EN.COM/WIMBLED O N