Il Cagliaritano - Numero 2

Page 1

Anno 38 N.2 • € 2,00 • Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 • C/C post. n. I7233099


Un cuore indipendente nel centro del Mediterraneo

RAFFINAZIONE / MARKETING / ENERGIA ELETTRICA / EOLICO / IT / INGEGNERIA E RICERCA /

www.saras.it


Anno 38 N.2 • € 2,00 • Spedizione in Abb. Post. - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 • C/C post. n. I7233099

Foto di copertina: Enrico Spanu, Sarah Pinson, Elisabetta Messina, Roberto Aymerich Direttore responsabile GIORGIO ARIU giorgioariu@tin.it In redazione: Simone Ariu, Claudia Cao, Antonella Solinas, Maurizio Artizzu, Michela Sorgia Scritti di: Giorgio Ariu, Giampaolo Lallai, Severino Sirigu, Claudia Cao, Claudia Sini, Laura Bonu, Simone Ariu, Ilaria Vanacore, Valentina Caruso, Nicola Adamu Antonio Puddu, Francesca Falchi

TUTTI INSIEME CONTRO LA CRISI Quanto ci costa l’energia

COME È STATA SPREMUTA L’ISOLA

6

Fotografie di: Andrea Nissardi, GIA foto, Enrico Spanu, Maurizio Artizzu, Roberto Tronci, Sarah Pinson, Roberto Aymerich, Ales & Ales

15

10

È CASTELLO IL MOTORE CULTURALE

UNA SCUOLA CHE FUNZIONA

Concessionaria per la pubblicità GIA Comunicazione via Sardegna , 132 - 09124 Cagliari Tel. 070.728356 - Fax 070.728214

32

Anno 38 - N.2 Giugno 2010 Stampa e allestimento GRAFICHE GHIANI Registrazione Tribunale di Cagliari n. 21 del 23 Gennaio 1973 Ufficio del Garante Presidenza del Consiglio dei Ministri Registro Nazionale della Stampa n. 3165

18

AI GIOVANI UN AIUTO PER LA CASA

RIPARTE DAL TEATRO

Sped. in Abb. post. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Cagliari Abbonamento a 12 numeri € 20,00 Ufficio abbonamenti Gia Editrice via Sardegna 132 09124 Cagliari Distribuzione: Cagliari-Olbia: Agenzia Fantini

giorgio ariu editore Premio Europa per l’Editoria Premio Editore dell’Anno per l’impegno sociale e la valorizzazione della cultura sarda www.giacomunicazione.it

8

LE VIRTÙ DEL MEDIOCAMPIDANO

Redazione e Centro di Produzione via Sardegna 132 - 09124 Cagliari Tel. 070.728356 - Fax 070.728214 giorgioariu@tin.it Grafica e impaginazione Gia Comunicazione

5

S

ANT’EFIS

E NOSTRA SENNORA DE BONARIA

24


Dialogo

a cura di Giorgio Ariu

Giorgio Ariu Direttore de Il Cagliaritano con Gigi Riva. giorgioariu@tin.it

La lezione di Armandino: insieme contro la crisi

Armandino Corona con Yasser Arafat

Ketty così piccola, quella mattina di fine giugno sembrava un gigante tra i colleghi di Giunta Lorettu e Asunis. Fisso lo sguardo rivolto a mamma e fratelli insieme, tutti in piedi, come a destra al centro e a sinistra, a ricordare Armandino, il maestro grande della politica del fare insieme, che da un anno è nel cielo di tutti. Ketty che sta dove stette il padre e che applica la grande lezione del pragmatismo e della condivisione. “Teoria del dialogo” l’ha commemorato la presidente Lombardo che ha saputo dai più grandi di quelle mattinate domenicali laiche, quando in Vico Merello si celebrava il rito della “cerniera”. Corona in mezzo a chiudere gli accordi. C’erano sempre i grandi, in quelle riunioni delle intese: comunisti e democristia-

ni, Andrea Raggio e Pietrino Soddu. E con loro Ghinami, Zucca, l’Armando sardista come lo fu per vent’anni, anche accanto a Emilio Lussu, lo stesso cerimoniere. Con Ketty, Giorgio e Maurizio io ero l’ospite silenzioso, a lezione di politica e di laicismo, alla fonte della cultura del fare e della meritocrazia, dell’autonomismo della nostra Terra. E mi raccontava di Ugo, La Malfa e del figlio Giorgio dai calzoni corti e dell’alba a Porto Corallo, a pane caldo e formaggio fresco, tra pastori, pescatori e contadini. E mi invidiava i primi passi da giornalista editore, addirittura quella testata studentesca che osai chiamare “Dialogo”. Alcuni mesi fa gli dedicai questa pagina, già “Fatti sentire”, ora la copertina perché quella mattina di fine giugno, con l’isola sempre più giù, sempre più assediata dai colonizzatori prendi il bottino e scappa, sempre più avvelenata e disunita e addirittura mortificata da tagli e Patto di stabilità, con l’esercito dei disoccupati e con gli eroici imprenditori inascoltati perché “sardi”, ho pensato alla lezione di Armandino. La sfida è adesso: tutti insieme, amministratori, operatori culturali, imprenditori, impiegati, giovani, tutti i sardi insomma contro la crisi. C’è voglia di armonia, di fatti, di lavoro di una grande luce condivisa che ci faccia uscire dal tunnel.

ed economisti.Anche qui condivisione e applausi sinceri specie per Paolo De Angelis e l’assessore agli Affari Generali Ketty Corona. Che emozione, poi, a Villasor per il ritorno dopo 40 anni di un intellettuale celebrato in tutta la penisola e ora finalmente al suo paese. Biagio Arixi, poeta giramondo, ora cuce versi sull’essenza del sentirsi profeta in patria. Eppoi quel

I “Fueddu e gestu”

pomeriggio al Centro di Accoglienza di Viale Fra Ignazio a dialogare con i più bisognosi, assieme ad Anselmo Piras, Ada Lai, Gianni Campus e quei teatranti di Fueddu e Gestu che hanno profuso tanta energia e la voglia della rivincita con la passione del tango.

Parole e gesti

Ho dialogato, recentemente, con centinaia di studenti sui problemi del doping nello sport, assieme a Paolo De Angelis, magistrato sul fronte delle mafie della droga, agli assessori Quaquero, Usai e operatori del sociale come Gianfranco Fara, Ada Lai, Gianfranco Dotta e l’ex ministro Ariuccio Carta. La grande lezione dei più giovani, per ore ad ascoltare di vite deviate e di sport truffato, loro con i visi puliti e con tanta voglia di vita senza trucchi e inganni. La stessa voglia in Aula Consiliare per dialogare di Civicrazia e di Legalità con associazioni, amministratori pubblici

Paolo De Angelis

Su internet è cliccatissimo il video di Sky sulla festa del quarantennale dello scudetto del Cagliari. Dialogo subliminale quella magica sera tra tutti i campioni ritrovati e quel Gigi Riva che, così vicino e così felice,che cantando vale più di un Mondiale.


STORICO ACCORDO TRA GIUNTA E SINDACATI

U

n evento epocale per la Sardegna che da tanto attendeva un segnale così forte: è l’accordo quadro che vede uniti e volti verso la medesima direzione la Giunta regionale e tre sindacati, Cgil, Cisl e Uil. Davanti agli effetti della crisi economica e sociale in Sardegna, una sempre maggior partecipazione delle parti sociali era divenuta ormai indispensabile per la definizione di un patto per lo sviluppo dell’isola. Dopo le numerose proposte di cui si sono fatte portatrici le organizzazioni sindacali, in merito a temi come il lavoro, lo sviluppo, la coesione sociale e territoriale, le riforme, il federalismo, ora, grazie ad un più intenso confronto con la Regione, è stato possibile creare un’intesa articolata nei tre capitoli chiave: quello Regione-Unione Europea, quello Regione-Governo, e Regione. Nel primo caso, l’intento è quello di riportare l’insularità al centro del dialogo con le istituzioni europee e affrontare i temi dello sviluppo della Sardegna nel quadro della nuova politica regionale di coesione e di Europa 2020. Altrettanto fondamentali i principi su cui si basa il secondo capitolo, quello relativo al dialogo Regione-Governo, finalizzato a tematiche quali le entrate regionali, la perequazione infrastrutturale, il riconoscimento dell’insularità , l’integrazione delle zone interne e dello sviluppo locale, fino al riordino sanitario e il piano energetico regionale. Di particolare rilievo, a tale proposito, l’impegno del presidente Ugo Cappellacci ad un incontro con il Governo nazionale, intorno a questioni come il rilancio delle attività produttive e di nuove attività d’impresa e, soprattutto nell’ambito dello sviluppo locale, dei settori quali la chimica, il tessile, l’agro-alimentare, la nautica, l’aerospaziale. Di rilievo ulteriore il capitolo Regione, che si concentra su sei punti cardine quali le attività produttive, le politiche del lavoro, il diritto allo studio, l’istruzione e la

Tutti insieme contro la crisi

formazione professionale, il contrasto alla povertà, il riequilibrio territoriale e le riforme istituzionali. Quando si parla di attività produttive si sottintende naturalmente una programmazione economica e finanziaria della regione, ma soprattutto si fa riferimento all’inserimento di un’Agenzia per reimpiego, l’autoimpiego e lo scouting, ma anche la promozione di politiche e strumenti per il rilancio dei siti industriali in crisi. A questo si ricollegano le politiche del lavoro, volte alla definizione di un programma pluriennale per il lavoro e per la valorizzazione professionale soprattutto giovanile, per la quale sono in vista diversi accorgimenti al programma Master and Back al fine di creare un maggior accordo con il sistema produttivo. Il richiamo all’ambito dello studio e della formazione professionale si fa immediato, se si pensa all’esigenza di un’approvazione condivisa di un disegno di legge-quadro regionale in merito, ma anche all’obiettivo primario di rendere gli strumenti stessi dell’Assessorato al Lavoro, del SIL e i CSL sempre più efficaci ed efficienti sul piano della crescita qualitativa e quantitativa dell’impiego. Non ci si può esimere dal menzionare, come conseguenza diretta delle problematiche occupazionali, l’esigenza di inserire una serie di iniziative volte al contrasto della povertà: attraverso il coinvolgimento delle asso-

ciazioni della “Carta di Zuri” l’Accordo quadro vuole operare non solo contro la povertà e a favore dell’inclusione sociale, ma desidera anche inserire misure di microcredito a favore delle fasce deboli e un fondo di garanzia etica attraverso il dialogo con le parti sociali. Tutto quest’insieme di fattori non potrebbe trovare realizzazione se, infine, i nuovi programmi non mirassero ad un riequilibrio territoriale, volto al potenziamento di alcuni settori tra i comuni minori, che devono riacquisire capacità di attrazione e radicamento delle attività, e ad una serie di riforme istituzionali necessarie alla riscrittura dello Statuto di Autonomia della Sardegna: il coinvolgimento dei vari corpi intermedi della rappresentanza sociale,anche in questo caso, urge più che mai e diviene finalità improrogabile dell’Accordo. Particolare peso assume, a questo riguardo, l’esigenza di partire dalla alla riforma del bilancio regionale verso il decentramento delle risorse e delle competenze, secondo i principi di responsabilità, sussidiarietà, trasparenza ed efficienza. Una vera e propria tabella di marcia quella stabilita dall’Accordo, che va a costituire reale piano di svolta per la Sardegna, che vuole guardare con più determinazione alla propria identità in Europa e nel Mediterraneo, allineandosi con i nuovi piani finanziarie e sociali.

il Cagliaritano

5


uanto ci costa l’

L

a questione dell’industria sarda, si sa, è divenuta ormai centrale anche in ambito nazionale. Per questo Il Cagliaritano ha voluto proporre un quadro dell’attuale situazione e delle attese in materia di lavoro, formazione e sicurezza sociale avvalendosi dell’esperienza e della competenza in materia dell’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, esperto di Business Administration e cultore di politica economica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Cagliari. Qual è il quadro che si prospetta nel campo dell’industria? «La situazione industriale attualmente risente di una crisi che ha le sue radici piuttosto indietro nel tempo. Crisi

6

il Cagliaritano

Incontro con l’assessore al Lavoro Franco Manca di Claudia Cao

acuita dal fatto che la precedente amministrazione non ha attuato alcun tipo di politica industriale, soprattutto nell’ambito delle grandi imprese, che risentono di più di una serie di diseconomie presenti in Sardegna». Diseconomie di che tipo? «Si è verificata - ad esempio - una mancata risoluzione delle questioni energetiche e il costo dell’energia in questo settore incide in misura rilevante. Insieme vi è il problema dei trasporti, quello del costo delle materie prime, delle infrastrutturazioni dei siti industriali, che si è lasciato che negli ultimi anni decadessero sempre di più. Tutto questo è frutto della crisi del modello di sviluppo degli anni Sessanta che oggi va indubbiamente rivisto sulla scia

dei Paesi più industrializzati. Io ritengo che la crisi sia qualcosa di ciclico: come già è accaduto in passato, dobbiamo aspettarci che le soluzioni che si raggiungeranno ora non possano considerarsi definitive ma che ciclicamente la crisi si ripresenterà». Quali prospettive invece per le piccole e medie imprese? «Come sappiamo, in questa crisi originata negli Usa, i Paesi che hanno sopportato meglio gli effetti sono stati Germania e Italia grazie al loro sistema manifatturiero che risulta più attrezzato rispetto ai Paesi anglofoni e alla Spagna. Questa struttura produttiva, basata sui distretti industriali, non è così presente in Sardegna, la cui economia è garantita dal sistema pub-


’energia blico: il 77,7% della nostra economia deriva infatti dalla spesa pubblica allargata. Senza queste risorse il nostro sistema economico avrebbe ripercussioni forti. Nella piccola impresa oltre il 90% è connotato da industrie con meno di dieci dipendenti e questo non è un vantaggio, perché in realtà lo sviluppo dipende solo da un giusto equilibrio tra tutte le realtà e in Sardegna alcune realtà, come quella della media impresa, non hanno sussistenza. Vi sono delle aree produttive importanti, di produzione di beni locali come sughero, granito, marmo o nel settore agroalimentari ma anche questo è un sistema con delle carenze». Quali sono le carenze delle medie imprese?

«In Sardegna difettiamo per via della scarsa capitalizzazione, scarsa internazionalizzazione: le nostre imprese mirano perlopiù al mercato provinciale e regionale. Da una recente ricerca che ho portato avanti personalmente, è risultato come nove imprese su dieci in Sardegna siano scarsamente interessate all’internazionalizzazione. Ritengo che la competitività con i mercati internazionali divenga sempre più difficile se non si possiede una scala di produzione più ampia di quella regionale. Qui nell’isola è più difficile rispetto al resto d’Italia per via dei trasporti e di quelle problematiche strutturali di cui accennavo prima, ma anche per la questione del credito, per la scarsa scolarizzazione della forza lavoro, la scarsa di ricercatori nelle imprese, scarsa attrazione per le imprese esterne. Da un dato Censis di qualche anno fa emergeva come in Sardegna giunga solo lo 0,5% di capitali esterni a fronte del 150% del Centro-Nord: si tratta di un divario molto marcato che va a costituire un vero e proprio handicap per la nostra regione». A proposito di formazione e ricerca, quali percorsi sta intraprendendo la Sardegna per far fronte a queste carenze? «Ci si deve innanzitutto impegnare a far sì che la popolazione sarda abbia competenze utili nel mondo del lavoro. La Finlandia era tra i Paesi più poveri in Scandinavia, ma negli ultimi vent’anni ha fatto investimenti importanti nel settore della formazione ed è riuscita a dare vita ad un’economia innovativa da cui nascono realtà ben note come la Nokia. Ma lo stesso si potrebbe dire anche della Corea. Noi stiamo portando avanti iniziative importanti che partono dall’idea che il capitale umano

sia al centro della crescita e dello sviluppo». Qualche esempio? «La scuola digitale: un nuovo modo di fare scuola per mezzo delle nuove tecnologie, dalle lavagne digitali ai notebook per ogni singolo studente. Ben 110 milioni di euro sono previsti dalla nuova legge finanziaria per questo ambito. L’obiettivo è trasformare il sistema dell’istruzione sulla base del capitale umano. Dobbiamo puntare sui nostri cervelli e questa legge prevede altri 180 milioni di euro spalmati nei prossimi anni. Abbiamo stanziato 20 milioni di borse di studio, poi ci sono i finanziamenti per il master and back: tutte iniziative basate sulla persona». Tra le sue competenze c’è anche quella relativa alla cooperazione alla sicurezza sociale. Come si sta operando in questo momento in materia di immigrazione? «Abbiamo recentemente insediato la consulta per l’immigrazione, formata dai rappresentanti dei sindacati e del mondo dell’immigrazione (russofoni, cinesi, palestinesi e altri rappresentanti ancora). La politica che l’amministrazione vuole portare avanti si fonda sul principio dell’accoglienza e dell’integrazione, ma soprattutto sul rispetto dei diritti delle persone. Per me non esiste alcuna differenza tra un cittadino italiano, cinese o russo. Che piaccia o meno, quello della globalizzazione è un processo che sta avvenendo e che ci sta insegnando a ripensare la nostra società in una prospettiva multietnica». Franco Manca

il Cagliaritano

7


C I

om’è stata spre

n un momento in cui la cooperazione tra istituzioni e rappresentanze si rivela necessaria più che mai, Il Cagliaritano ha incontrato il Segretario regionale della Cisl, Mario Medde, per far luce sulla situazione attuale dell’isola sul fronte lavorativo e sociale. Riprendiamo le fila degli ultimi mesi, a ritroso, partendo dal recente accordo quadro che vi vede protagonisti accanto alla Giunta Regionale e la Cgil e la Uil. «L’accordo quadro è stata una tappa di un itinerario che parte da lontano: dopo lo sciopero generale dell’industria, a luglio, l’assemblea delle rappresentanze del popolo sardo a dicembre, lo sciopero del 5 febbraio fino ad arrivare all’incontro con i parlamentari sardi, anche questa nuova iniziativa ha avuto come obiettivo quello di rilanciare la vertenza Sardegna su tre versanti: l’emergenza produttiva e delle crisi aziendali che stanno tartassando l’industria sarda; le strategie necessarie per rilanciare lo sviluppo in tutti i territori dell’isola e nei vari settori; la riforma istituzionale e la scelta di un programma di interventi in linea con la nuova strategia europea». Quando si parla di un fitto programma di interventi, a cosa si fa riferimento? «Ci riferiamo in particolar modo a tre settori chiave: il primo prevede un recupero della sistematicità e dell’organicità nel dialogo con le istituzioni europee, riportando al centro dell’attenzione il problema dell’insularità; il secondo riguarda lo sviluppo di un’attività di concertazione tra la Regione e il Governo, affinché gli esiti del primo ambito possano essere trasferiti in una collaborazione inter-istituzionale; il terzo riguarda la Regione con particolare riferimento alle attività produttive, le politiche attive del lavoro, la riforma del diritto allo studio e della formazione professionale, il contrasto alla povertà, il riequilibrio territoriale». Prendiamo in considerazione questi ultimi punti, riguardanti la terza sezione dell’accordo. In merito alle attività produttive la priorità spetta alla ridefinizione della nuova strategia in tema di politica industriale: sono almeno seicento le aziende che hanno formalmente dichiarato la crisi e hanno richiesto l’utilizzo degli ammortizzatori

8

il Cagliaritano

Incontro con Mario Medde

sociali in deroga, per un totale di 11 mila lavoratori. L’isola oggi ha quasi 110 mila persone che utilizzano tutta la varietà degli ammortizzatori sociali e un altro dato è che in Sardegna il numero dei poveri è di 330 mila abitanti. Per queste ragioni intendiamo creare un’Agenzia per il reimpiego, l’autoimpiego e lo scouting. E sulle politiche del lavoro e del diritto allo studio? «Il problema di maggior peso nel caso della Sardegna riguarda l’assenza di opportunità lavorative per i giovani: più di 50 mila giovani sotto i 35 anni non hanno un lavoro e utilizzano il solo ammortizzatore sociale a loro disposizione, ovvero la famiglia. È grazie ad essa che finora non hanno rappresentato un problema ancora più serio. Possono ricorrere all’ombrello familiare per sopravvivere e ovviamente non si tratta di una situazione dignitosa per loro e per la regione. Per queste ragioni abbiamo proposto un programma straordinario pluriennale che ridefinisce le competenze del’Agenzia del Lavoro, la rivisitazione del programma Master and Back, la revisione del sistema del credito d’imposta regionale. Mentre per la riforma del diritto allo studio e della formazione professionale, verranno messi a punto nuovi strumenti operativi per rendere più efficiente il SIL nell’orientamento professionale, nell’integrazione tra formazione e istruzione in accordo con le Amministrazioni provinciali». Quando parlate di riequilibrio territoriale e riforme istituzionali, a quali azioni fate riferimento nel concreto? «Perché l’isola possa contare su uno sviluppo armonico è necessario che ci facciamo carico dei problemi delle aree interne e rurali, dei comuni minori e del fenome-


emuta la Sardegna no dello spopolamento. A questo fine la Giunta si impegna ad una verifica dello stato di attuazione del programma di sviluppo rurale, volto a un potenziamento dell’attrazione e ad un radicamento delle attività di impresa nei settori agricoli, dell’artigianato, della valorizzazione dei beni culturali, dell’agro-alimentare. Anche in materia di riforme istituzionali si vuole avviare una stagione finalizzata alla riscrittura dello Statuto: noi sappiamo che il lavoro e lo sviluppo dell’isola si possono rilanciare solo se ci sono istituzioni forti in grado di rapportarsi allo Stato e all’Unione Europea. Perché la Sardegna abbia queste istituzioni forti è indispensabi-

le che approvi un nuovo Statuto, una nuova carta costituzionale dell’isola che deve non solo rivedere i rapporti con lo Stato all’insegna di nuove risorse e nuovi poteri per la Regione, ma crei anche i presupposti per un nuovo assetto istituzionale per la Sardegna. Lo Statuto deve creare le fondamenta anche dell’organizzazione dell’isola (quale Regione, quali Enti Locali, e con quali poteri gli uni e gli altri governano la Sardegna) in funzione della nuova legge sul federalismo fiscale. Tuttavia, lo Statuto non rappresenta solo il modo per inserire la Sardegna nella Riforma statale ma risulta soprattutto indispensabile per rispondere ai bisogni dei sardi». In che modo potranno essere rafforzate le istituzioni sarde e quali sono le questioni di maggior rilievo in questa riscrittura?

«Le istituzioni saranno più forti nei confronti dello Stato e dell’Unione Europea se potranno contare su maggiori risorse finanziarie e proventi che devono giungere dallo Stato e dall’Unione Europea. Tra le questioni di maggiore rilievo la prima riguarda quanti e quali dei contributi che i sardi pagano allo Stato devono stare alla Sardegna e quanti allo Stato. La seconda questione altrettanto rilevante riguarda i poteri della Sardegna come Regione, nell’organizzazione del sistema dell’istruzione e dell’Università, non solo in riferimento alla rete scolastica, ma anche in relazione ai contenuti e alle caratteristiche della rete formativa. La terza questione è quella relativa alla fiscalità di vantaggio delle imprese che vivono e che intendono localizzarsi in Sardegna, quale sia l’entità dei tributi di pertinenza dello Stato e della Regione che le imprese sarde devono pagare».

È INDISPENSABILE APPROVARE UN NUOVO STATUTO PER CAMBIARE L’ASSETTO ISTITUZIONALE E RISPONDERE CONCRETAMENTE AI BISOGNI DEI SARDI

il Cagliaritano

9


Francesco Pisu

ECCO TUTTI I BENI DEMANIALI DISMESSI

è Castello il motore

culturale

Mecenate 90 già particolarmente esperta nella rivalorizzazione dei centri storici. A partire dal 2007 ha avuto avvio invece il partenariato con altre città europee, le città murate del Mediterraneo e con i privati. L’obiettivo in questi anni è stato proprio quello di creare e coordinare una partnership tra enti pubblici e privati che possa costituire il cuore di tutto il progetto. Ne è un esempio l’importanza capitale rivestita proprio dall’Università all’interno di questo progetto, così come anche dal Ministero dei Beni Culturali. Al contempo anche i privati rivestono un ruolo fondamentale, perché risanare il centro storico di Castello è più oneroso degli altri quartieri del centro. Già numerosi sono gli interventi realizzati proprio in questa parte della città, il primo quartiere di cui il Comune si sia occupato (basti pensare al risanamento delle strade) ma purtroppo le ricadute sono state ben inferiori rispetto a Villanova e ad altri quartieri dove gli investimenti immobiliari sono in crescita».

Cuore della capitale sarda, il quar- Assessore Lavori Pubblici, tiere di Castello è rappresentativo Raffaele Lorrai relativo a Cagliari le mura e il mare ha avuto avdi un’enorme fetta della cultura e «Ilvio progetto nel 2005 in seguito a un finanziamento di 186 mila euro della storia cagliaritana. Conside- bandito dal Comune, vinto successivamente dall’Associazione rato tra i quartieri storici di maggior pregio in Italia, continua però Ingegnere Paolo Pintor a non conoscere quel grande svi«Quella di “Cagliari, città murata” si inserisce in una cerchia di altre importanti iniziative richiedenti approcci da molteplici proluppo turistico e culturale inscritto spettive: dall’urbanistica all’architettura alla fisica del tessuto nel suo potenziale. della città. Si è partiti per questa ragione dall’individuazione dei più importanti sistemi presenti nel quartiere. Per citarne solo Il progetto “Cagliari, città muraalcuni, abbiamo il sistema museale, quello degli spazi aperti ta” nasce per identificare i punti per attività culturali, abbiamo il sistema delle chiese e delle istituzioni pubbliche, come ad esempio l’Università. Ad ognuno di cardine di questo potenziale e questi corrispondono le diverse chiavi di sviluppo della città: la sciogliere alcuni nodi che ancora chiave culturale, turistica, marinara.Per queste ragioni ad ogni polo d’interesse individuato abbiamo fatto corrispondere un sono di ostacolo a questa piena sottoprogetto, affinché la complessità e il potenziale di questo rinascita. quartiere non venissero in alcuna misura trascurati o svalutati».

10

il Cagliaritano


Architetto Nicolò Savarese

«Ciò che colpisce maggiormente quando si avvia uno studio di un quartiere storico come quello di Castello è il fatto che esso abbia indubbiamente un interesse storico-architettonico e urbanistico di capitale importanza che lo rende uno dei centri storici di eccellenza italiani – e quando si dice italiani si sottintende europei e mondiali – ma non vi abbia preso piede il processo di sviluppo che c’è nelle altre città. Non si può certo parlare di degrado, ma è sicuramente meno valorizzato di altre parti di Cagliari. Ci siamo domandati perché ciò avvenga, partendo dalle sue risorse. La prima è la produzione culturale: vi sono alcuni centri espositivi e museali dalla Cittadella al Ghetto degli ebrei al Palazzo di Città, dei grandi contenitori che costantemente accolgono iniziative di varia natura. Vi è poi la funzione universitaria, di cui il cuore è rappresentato dal Rettorato e dal Centro di Rapporti Internazionali. Infine, vi è il turismo culturale, sottoutilizzato, perché si è osservato come i turisti che continuamente passano per Cagliari, di Cagliari poi fruiscano ancora poco. Questo è un problema che la nostra città condivide anche con altre città come alcune della Corsica e dell’isola d’Elba. Da qui i tre sottoprogetti su cui punta il Piano: un progetto culturale, uno universitario e uno relativo alle mura. Riguardo al primo è facile intuire che vogliamo fare di Castello il motore culturale dell’intera città. Finora si è registrato uno scarso coordinamento fra le iniziative organizzate da tutte le istituzioni, che oggi sentono l’esigenza di arrivare ad una maggiore sinergia: Università, Regione, Ministero dei Beni Culturali potranno così dare maggiore visibilità agli eventi promossi attraverso una maggiore cooperazione. Il secondo sottoprogetto, quello relativo all’Università, parte dal fatto che anche Cagliari, come le altre città italiane, conosce un’ampia frammentarietà tra le varie Facoltà che la costituiscono che, inoltre, per la maggior parte sono

sistemate intorno al quartiere di Castello. L’obiettivo, perciò, diventerebbe non solo creare attraverso il Rettorato il cervello del funzionamento, ma valorizzare proprio l’Ufficio dei Rapporti Internazionali che soprattutto nelle Università del Nord Italia sta ricoprendo moltissimo peso: è da qui che partono progetti sia volti ad ospitare intere sezioni di altre Università internazionali, sia per gli scambi tra studenti. Questo, naturalmente, conferirebbe maggior prestigio anche alla nostra. Infine, il progetto delle mura, riguarda tutta quella serie di problemi che ancora ostacolano sul piano logistico e dell’accessibilità il quartiere in quanto acropoli: si annoverano tra questi la questione dei parcheggi, dell’assenza di spazi sufficienti per la residenzialità, che purtroppo abbassa il valore degli immobili e dei servizi commerciali. Da qui ha origine il Piano per il potenziamento dei servizi pubblici e degli accessi verticali, e per questo risulta fondamentale il rapporto con il Ministero e con la Sovrintendenza. A questo si aggiunge il progetto volto alla creazione di spazi verdi che rendano lo scenario più qualificato, insieme ai vari progetti pilota come il Paino regolatore, che devono funzionare da stimolo anche per i privati. Tra gli strumenti di cui ci stiamo servendo non bisogna dimenticare la nascita di un ufficio specifico di coordinamento tra urbanistica, cultura, lavori pubblici».

obiettivo che a molti di noi sta a cuore, è la riscoperta dell’altra città, non solo di quella di superficie, ma di quella sotterranea. Dalla Banca d’Italia fino a Castello ci sono ancora tanti beni da far riaffiorare, da far conoscere. E quando si parla di Castello non si può certo dire che siamo giunti al termine, ma che siamo appena agli inizi: fatte le infrastrutture, bisogna rendere fruibili i risultati. Per questo la sinergia tra istituzioni risulta necessaria: dalla Chiesa ai privati all’Università. In molti casi purtroppo, però, prevalgono gli egoismi che vogliono solo ostacolare idee apprezzate da molti, e non si riconosce la necessità di un governo dove si dibatte tra persone il cui interesse deve essere esclusivamente la città».

Sindaco Emilio Floris

«In merito ai vari progetti avviati, come quello relativo agli spazi verdi, devo sottolineare che questo purtroppo attende la risoluzione di alcuni impedimenti burocratici per poter essere riavviato, mentre quello relativo ai percorsi verticali esiste da qualche tempo. Il fine è, naturalmente, far sì che Castello possa vivere un maggiore interscambio con il resto della città, affinché non divenga una roccaforte inaccessibile e la qualità della vita dei residenti in primo luogo possa migliorare. Ma soprattutto, un

il Cagliaritano

11


DIBATTITI ATTORNO ALLA QUALITÀ DELLA VITA IN CITTÀ Tre lunghe corsie verticali, una e mezzo “a scendere”, una e mezzo “a salire”, un anello panoramico attorno, due bastioni. È l’identikit del buco nero degli urbanisti, il triangolo delle Bermude degli artigiani, l’isola che non c’è per gli imprenditori. Non si fa per dire, perché i progetti – nel quartiere Castello - si sprecano ma sprofondano nel nulla, i volenterosi del commercio spontaneo smettono di dare segnali di vita in quel perimetro e poi scompaiono, gli imprenditori fanno decisamente rotta per luoghi più appetibili. A Cagliari in questi casi si dice: “Einzandusu”? Einzandusu bisogna smettere di pensare in grande perché è un quartiere molto piccolo, piantarla una volta per tutte con la proposta di soluzioni iperboliche perché ha problemi semplici e quotidiani, dimettere il vezzo accademico di chiamare esperti dal Tibet per teorizzare soluzioni non a caso finora inapplicate o inapplicabili e – per esempio – chiedere a noi. Noi chi? Le persone comuni. Castello non rinascerà per imposizione delle mani di gente che lo disegna. La sua strada della salvezza è l’assestamento spontaneo diluito nel tempo, di un organismo composito fatto di famiglie, impiegati, professionisti, ragazzi, artisti, latterie, tabacchini, pizzerie, lounge bar, miscelati con equilibrio in un insieme omogeneo e naturale. Invece, teoremi astrusi e imprenditori come sempre molto accorti, tengono gioco al mondo politico in un ballo tondo davvero surreale che li vede tutti insieme amorevolmente studiare un modo per

non farne un quartiere semplicemente abitato. Castello è considerato da tutti come un quartiere che se non è proprio vuoto, certo lo dovrebbe essere, e di sicuro sarebbe più comodo per tutti se lo fosse. Si potrebbe, così aprirlo e chiuderlo con due cancelli, portare qualche migliaio di ospiti con i pullman, animare la baraonda per quel che serve e poi, con sistemi di afflusso e deflusso celere degni di una diga, assicurare il trasferimento dei pullman giapponesi o dei cortei di autoblindo verso la successiva destinazione in modo celere ed efficace. Il cuore malato della Capitale nel Mediterraneo deve diventare un luogo che non ispiri ribrezzo, pietà o paura, prima di poter diventare qualsiasi altra cosa. Detto in pane e casu: Castello è un’esca irrilevante per la grande imprenditoria che necessita di luoghi da sventrare e ridisegnare da zero senza Sovrintendenza in mezzo ai piedi. Ciò che non muove la grande imprenditoria, di questi tempi, non esiste. Castello non a caso sembra ogni giorno di più una città fantasma. E’ ammissibile, addirittura corretto, l’atteggiamento del privato che ragiona sul proprio guadagno e niente altro. Ma dove non arrivano i depositi di Paperon de Paperoni, possono e vogliono arrivare i piccoli salvadanai degli amatori, degli artisti, delle giovani coppie, dei professionisti eclettici, e quei piccoli salvadanai possono investire in valori astrusi per gli affaristi, come l’amore per il bello e il piacere

CASTELLO quartiere possibile

12

di Claudia Sini

il Cagliaritano

di regalarsi un ritmo di vita diverso, possono, un metro quadro per volta, ridare respiro e dignità ad un luogo che ha bisogno di una sola cosa: gente. Comunissima gente. Quella che tiene aperti i negozi comprando un poco ogni giorno ed opera un controllo sociale indiretto con la sola presenza, quella che previene il crollo dei cornicioni aggiustando casa propria e mette altalene e scivoli al posto dei vicoli che fanno paura, quella che riempie pizzerie e ristoranti e mette i fiori ai balconi. Come far durare le attività commerciali in Castello? Gente. Come salvare ciò che resta dei palazzi in disfacimento? Gente. Come evitare che l’isolamento e la miseria generino il degrado? Gente. Come animare di vita in modo costante ogni giorno e ogni ora questa cosa non urbana che sembra un pezzo di Cinecittà? Gente. Come portare la gente? Creando regole adatte a favorire la scelta di piccoli investimenti capillari proprio qua: nessun condono per gli obbrobri; abbattimento dei costi quali suolo pubblico per le impalcature ICI IVA per chi attiva il processo di recupero con capitali privati; pianificazione delle licenze compatibili con un recupero programmatico; obbligo di ristrutturare o vendere le case in stato di abbandono; controllo capillare degli appartamenti inabitabili affittati in nero per poche lire (chi spende denaro per risanare una topaia che rende anche così?); no assoluto alla Casa dello Studente; no assoluto all’uso abitativo dei piani zero.

CASTELLO È UN LUOGO CHE HA BISOGNO DI NUOVO RESPIRO, DI DIGNITÀ, DI SPERANZE CONCRETE. IL QUARTIERE HA BISOGNO DI GENTE, COMUNISSIMA GENTE.


rima P che passi il fuoco

L

’estate si avvicina e l’allerta per gli incendi, come si sa, è all’ordine del giorno durante tutta la stagione. Chi meglio del presidente dell’Ente Foreste, Salvatore Paolo Farina, soprattutto all’indomani di una grande manifestazione come Foreste Aperte, può testimoniare il grande lavoro che esiste dietro la tutela del nostro patrimonio floristico e faunistico durante tutto il corso dell’anno? Lo stesso grande evento, per ragioni di sicurezza, ha dovuto prendere una pausa nei mesi più caldi perché troppo rischioso radunare le migliaia di visitatori della manifestazione. Il Cagliaritano ha chiesto di raccontare dallo stesso presidente l’importante azione di prevenzione, tutela, educazione ambientale che l’Ente sta portando avanti in maniera trasversale. «Partirei dai risultati del 2009 per comprendere l’efficacia dell’azione serrata che gli operatori portano avanti tutto l’anno: dei 220 mila ettari che l’Ente Foreste gestisce, non è stato bruciato un solo ettaro nella campagna precedente, mentre al di fuori come sappiamo ci sono stati numerosi disagi e fino a 40 mila ettari bruciati». Come si organizza la vostra attività di prevenzione? «Questa è un’attività che non si ferma nessun giorno dell’anno, non ha stagione. Gli operatori sono costantemente impegnati nella pulizia dei boschi, diradamento, cura del sottosuolo, nuove piante e costante salvaguardia del territorio attraverso il lavoro giornaliero degli operai. In estate, poi, oltre il lavoro di coloro che stanno nelle squadre in prima linea, prosegue quello di pulizia nelle fasce parafuoco, che vanno tenute costantemente libere da sterpi o materiali infiammabili». Un’attività che non si ferma un momento e che agisce anche per altre vie, come quella di sensibilizzazione per il nostro patrimonio. «Sì, è esatto. Una delle finalità di una manifestazione come Foreste Aperte è stata questa. Non a caso abbiamo organizzato intere sale didattiche destinate non solo ai bambini ma

anche, e soprattutto, agli adulti. Dalle schede descrittive, pensate anche per gli ipovedenti, alle mostre sulle varie specie animali, dalle farfalle ai cervi, dalle tartarughe ai vari rettili, attraverso un museo itinerante abbiamo voluto istruire e sensibilizzare, e abbiamo voluto far conoscere i disastri che anche la nostra fauna sta subendo a causa di questa peste del 2000. Abbiamo squadre di veterinari che si occupano di questo tutto l’anno, e non mi sorprenderei se lo spettacolo più impressionante che i visitatori hanno trovato nel nostro museo sia stata la teca contenente i resti di animali bruciati proprio da un recente incendio. Tra le altre cose, per i visitatori è stato possibile conoscere anche i nostri mezzi antincendio da vicino e conoscere in modo più diretto come operiamo». A proposito di Foreste Aperte, quale può essere un bilancio della manifestazione? «Direi che il successo non è mancato nonostante alcuni intralci che avrebbero potuto guastarne l’ottima riuscita, come giornate dal clima inatteso o eventi di grande portata che si sovrapponevano al nostro. Nonostante questo si va dalle 5 mila presenze alle 1500 di Seui, dove il freddo non ci ha sostenuto. Per il resto si è riuscito a coinvolgere un pubblico vastissimo ed eterogeneo andando incontro a tutti i gusti nei servizi e nelle organizzazioni gruppo». Ad esempio? «Si va dal concorso di fotografia naturalistica alle già menzionate attività di educazione ambientale, soprattutto quelle nei piccoli baby parking allestiti per i bambini presenti. Ma non sono mancate anche le escursioni, dal classico trekking a quelle in mountain bike o a cavallo, i giochi come il tiro con l’arco e, in due foreste, anche il giro sulla mongolfiera. Sempre per i bambini è stato pensato anche il battesimo sul cavallo, proprio

ENTE FORESTE PUNTA ALLA PREVENZIONE

con cavallini del Sarcidano, cavallini di razza sarda. Per ogni manifestazione, dove presenti, è stato possibile anche fruire di antiche strutture ripristinate: gli ovili, i tradizionali “coili” spesso caratterizzati da due ambienti dove venivano custoditi gli agnellini e le pecore. Per gli amanti dell’arte e del folklore sono arrivati pittori e artigiani, ma anche associazioni che esponevano o sfilavano con abiti sardi». Insomma, sembra di capire che a giudicare dal successo riscosso, i vostri obiettivi siano stati pienamente raggiunti. «Sì, sicuramente siamo riusciti a far conoscere meglio queste foreste con tutti i servizi che essi offrono a chiunque voglia fruirle in ogni mese dell’anno. Siamo riusciti anche a diffondere l’importanza delle nostre operazioni di ripristino e di mantenimento. Non è mancata neppure una forte sensibilizzazione su tutto ciò che concerne la salute, l’ambiente, l’ecoturismo. Ci possiamo certamente ritenere soddisfatti».

il Cagliaritano

13


Le storie del mese

dove va l’isola

M

omento della resa dei conti per l’isola che fa il punto sui recenti risultati delle elezioni provinciali e avvia i programmi dei suoi neoeletti. Riflessioni indispensabili anche per il centrodestra, che pur avendo conquistato le province di Olbia-Tempio e Oristano, una in più rispetto alle elezioni di cinque anni fa, sa bene come il risultato sia stato capovolto soprattutto dal ballottaggio e la sconfitta sia da imputare anche ad un forte scollamento. I numeri, d’altronde, hanno parlato chiaro, soprattutto nel cagliaritano, dove Farris ha perso più di 40 mila voti nell’arco delle due settimane precedenti al ballottaggio. Così arriva in Sardegna Romano Comincioli nel ruolo di supervisore nel Pdl per sedare i contrasti interni e rilanciare il partito secondo il mandato di Berlusconi. Ugo Cappellcci, che invita ad una maggiore coesione interna allo schieramento: “uniti si vince – ha detto –. Divisi si perde. Al di là dei dati che vedono il centrodestra conquistare la terza città della Sardegna e due province, una in più rispetto al 2005, ritengo che l’ulteriore aspetto su cui avviare un confronto sia l’astensionismo”, e che, al contempo, vede questo risultato come fonte di un nuovo stimolo, “oltre che motivo di riflessione”. Concorde con questo parere anche lo stesso sindaco di Cagliari Emilio Floris, che prende atto di come ben il 24% in meno dei votanti del capoluogo si è recato alle urne per il ballottaggio, e di come “questo 24% ha premiato la sinistra”, ma che tuttavia riconosce anche come ora una delle questioni maggiori da affrontare sia la ricerca di “leadership forti. E una persona che rappresenti la pluralità del partito e che faccia sintesi delle idee”. Meno evidente questo divario tra i due schieramenti in Ogliastra, dove il corpo a corpo è stato più sofferto fino all’ultimo, mentre un po’ più evidente è nel nuorese, che si conferma roccaforte del centrosinistra. Tuttavia, le più importanti riflessioni, oggi, non possono più essere solo quelle interne ai partiti. È tempo di mettersi in moto e ripagare la fiducia dei cittadini, non solo per i neoletti, ma anche per chi ha visto riconfermare il proprio ruolo. Può proseguire con quanto intrapreso Graziano Milia, riconfermato presidente della Provincia di Cagliari, dove sottolinea di voler proseguire sulla stessa strada in merito al Piano per la raccolta dei rifiuti, dove è previsto un miglioramento dei servizi volto all’abbattimento delle bollette; di voler proseguire nel programma intorno alla sicurezza stradale, dove si sono già registrati ottimi risultati, rendendo le strade della provincia cagliaritana tra le più sicure d’Italia; già avviato anche il programma relativo al microcredito, soprattutto a sostegno di precari e disoccupati, con l’intento di estenderlo anche alle imprese commerciali che stanno risentendo più di altri settori della crisi. Ma anche nuovi aspetti entrano ora nel suo programma: dalla scuola, su cui la Provincia vuole investire soprattutto per offrire i migliori strumenti di preparazione ai giovani, alla formazione, mirata soprattutto alle attività produttive del territorio. Anche la limitazione a fonti di energia quale il nucleare e alla privatizzazione dell’acqua sono alcuni dei punti caldi, mentre in tema di ambiente e parchi naturali la zona della città di Cagliari si conferma al centro dell’attenzione con il suo patrimonio da salvaguardare. In tema di ambiente, anche gli incentivi verso la mobilità pubblica vedono tra gli obiettivi sia quello di facilitare i collegamenti col capoluogo, sia di limitare traffico e inquinamento. Altrettanto peso agli aspetti infrastrutturali sono quelli che è determinato a voler dare anche il nuovo presidente del nuorese, Roberto Deriu, che intende migliorare non solo la viabilità in vista degli spostamenti delle persone, ma soprattutto in vista del costo che le merci assumono per via dei difficili trasporti. Tuttavia non mancano neppure tra i suoi motivi d’attenzione azioni di riqualificazione edilizia, il miglioramento dei servizi legati alle foreste al sistema idrico. Promettente anche il programma di Bruno Pilia per l’Ogliastra, dove pesca, turismo, agricoltura, formazione, istru-

DUNO SCHIAFFONE AI POLITICI SARDI CON LO SCONTATO ASTENSIONISMO DELLE ULTIME ELEZIONI

NO AI TROPPI INCARICHI BASTA CON I VELENI zione e ambiente sono il fulcro di una provincia che vuole investire soprattutto sugli strati più giovani della società. Un particolare rilievo è conferito anche alla sanità, in vista della garanzia di una maggior tutela dei cittadini. I giovani sono al centro del programma anche di Salvatore Cherchi, per la provincia di Carbonia-Iglesias, mentre ben noto il peso cha hanno rivestito e continuano a rivestire per Fulvio Tocco la terra e i suoi prodotti, fulcro del suo precedente piano politico, che gli è valso la riconferma della fiducia dei cittadini del Medio Campidano. Ben note anche le cinque A del programma di Fedele Sanciu, che ha proclamato di voler rendere la provincia di Olbia-Tempio adulta, amica, attiva, aperta e accogliente, ponendo al centro dei suoi piani il turismo, la difesa dell’ambiente e soprattutto il desiderio di continuare a fare del Nord della Sardegna lo scenario di accoglienza di sempre nuovi eventi e manifestazioni che tanta rilevanza assumono nell’economia locale. Anche nell’oristanese il peso ricoperto dall’ambiente e dal miglioramento infrastrutturale è cardinale: l’ospitalità, l’implementazione dei servizi, il sostegno dei settori produttivi in difficoltà, ritornano nel suo programma per i prossimi anni. Dopo la riconfermata fiducia dei suoi cittadini, anche Alessandra Giudici si mostra consapevole di quelli che sono i temi scottanti della provincia sassarese, come dimostra il suo slogan “Prima il lavoro”, che manifesta come in quest’area più che mai debba essere l’apice programmatico la risoluzione di tutte le problematiche sociali legate agli ultimi eventi in ambito lavorativo. Insomma, tante le difficoltà da affrontare, tanti i progetti ma,


Le storie del mese

dove va l’isola

DDALLE URNE IL RICONOSCIMENTO A CHI HA RILANCIATO IL TERRITORIO

IN MEDIO CAMPIDANO LA VIRTÙ DELLA CAMPAGNA

Q

uali sono a suo avviso i motivi della reiterata fiducia dei cittadini? Cinque anni fa la nuova provincia era una scommessa, oggi, pur nelle difficilissime condizioni generali è diventata una realtà. Ritengo che la gente abbia percepito il nostro sforzo di costruire una “provincia nuova” introducendo nella pubblica amministrazione elementi innovativi rispetto al vissuto storico delle province. Quanto ha contato per loro il peso assunto nel suo programma dal comparto cerealicolo, suino e agricolo in generale? Questi sono aspetti che hanno caratterizzato la nostra discontinuità di cui parlavo prima: in una provincia a vocazione agricola, la pubblica amministrazione non può più restare indifferente verso un mondo ormai giunto allo stremo, con i contadini e i pastori che non riescono più ad ottenere un reddito accettabile. Con i piani di valorizzazione abbiamo occupato uno spazio rimasto libero dalla politica agricole regionale, soprattutto con l’intento di dare una mano alla regione nel voler imprimere una svolta a un sistema che da almeno 25 anni non dà più frutti. Quali i più importanti risultati raggiunti nel suo precedente mandato in termini di valorizzazione delle risorse della campagna?

Vivere la Campagna è la teorizzazione e la dimostrazione che si può aiutare l’economia regionale col contributo degli enti locali e degli operatori agricoli e zootecnici: tutto è legato alla terra, ai contadini e ai pastori: la sicurezza alimentare, lo sviluppo economico, l’utilizzo del suolo e la preservazione degli ecosistemi. Quali i principali obiettivi del nuovo programma nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento? È necessario rivedere l’uso effettivo delle risorse finanziarie in Sardegna. Una nuova strategia di pianificazione territoriale deve ripartire dai territori e dai suoi contadini e pastori, abbandonando quell’atteggiamento di autoreferenzialità che ha allontanato in modo preoccupante la politica e la pubblica amministrazione dai problemi reali che angosciano i cittadini. Ecco, io e la mia amministrazione cercheremo d’interpretare al meglio questo comune sentire con il mondo produttivo. Quali i prodotti di punta sui quali la Provincia vuole investire? I prodotti non gli sceglie la pubblica amministrazione ma gli operatori dei comparti che a loro volta tengono conto delle vocazioni territoriali e del mercato. Noi, in raccordo con li comuni, le associazioni di categoria e con gli operatori, stiamo dando un forte contributo per la creazione dello

strumento: il paniere. Dallo zafferano agli asparagi, dalla capra alla pecora, dal pane al vino, dalle olive al miele, dalle leguminose al carciofo, dal melone alle ciliegie, ognuno dei 28 paesi della provincia ha la sua sagra. Quanto contano nell’economia e nella cultura e nell’identità di questa porzione dell’isola? Ne approfitto della sua domanda per ribadire ancora una volta, che le sagre promosse dalla nostra provincia in raccordo con i Comuni hanno come scopo precipuo non quello di creare un momento di svago, che pure è importante, ma quello di favorire in ogni comunità della nostra provincia la specializzazione e la preparazione di un prodotto agroalimentare o artigianale identitario. Quale è il peso che questi prodotti rivestono nell’economia isolana e quanto la loro valorizzazione ha portato in termini di occupazione nella provincia? Il progetto è in essere, un passo successivo è quello di dargli respiro regionale con l’azione congiunta delle altre sette province sarde, che sono andate al rinnovo contestualmente alla nostra, nei confronti della regione per aprire un tavolo di confronto costruttivo al fine di tradurre l’idea in un fatto economico per la Sardegna

IL SEGRETO DI SANDRO CORSINI Come si fa a svelenire l’aula consiliare del Comune di Cagliari specie quando ci sono le barricate o infuria il vento dell’ostruzionismo? Semplice, con un mix che sappia di saggezza, equidistanza, autorevolezza, pacatezza. Poker di valori che lo sportivissimo Sandro Corsini ha praticato per anni sui campi infuocati del calcio e dello sport tutto : Campione studentesco sardo nel getto del peso, calciatore campione regionale allievi con l’Uragano che vendette il suo cartellino al Cagliari. Carriera stroncata, però, per un infortunio al piede destro. Passaggio obbligato ad insegnante ISEF in Scienze Motorie e infinite passeggiate con l’amico più caro che c’è, il cane Nana che “mi porta in giro e insegna l’armonia della esistenza a me e alla mia famiglia”.


Le storie del mese

dove va l’isola

BISOGNA VALORIZZARE IL TERRITORIO PROMUOVENDO LA RICETTIVITÀ E OFFRENDO AL TURISTA MOTIVI DI INTERESSE

L

a lezione dei piccoli paesi

È

opinione diffusa che la politica sia sempre più distante dai problemi della gente comune, dalle difficoltà quotidiane di chi non ha lavoro o deve accontentarsi di un impiego precario, di chi fatica ad arrivare a fine mese, per non parlare di chi è costretto a una vita di sacrifici e rinunce a causa di problemi di salute. Per fortuna non va sempre così. La politica è impegno, vicinanza, solidarietà. La politica con la P maiuscola, quella che non ha nulla a che vedere con logiche di interesse personalistico e vecchio clientelismo. Franco Sergio Pisano, attualmente

16

il Cagliaritano

Incontro con Sergio Pisano di Severino Sirigu

Capo di Gabinetto dell’assessorato regionale al Turismo, ha dedicato tutta la sua vita alla politica intesa come “impegno per la gente, impegno per il territorio, per la Sardegna”. A dimostrarlo sono il suo curriculum e le numerose iniziative intraprese e portate avanti nel corso degli anni. Laureato in Fisica, indirizzo nucleare, col massimo dei voti, nel luglio del 1975, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio di Fisico Sanitario e Radioterapista di Medicina Nucleare, presso l’Ospedale Businco di Cagliari. Nel maggio del 1975 è stato nominato sindaco di Selegas per la prima volta, diven-

tando, per alcuni anni, il primo cittadino più giovane d’Italia. Nel 1994 è stato candidato alle elezioni regionali con il movimento del Patto Segni, nel collegio provinciale di Cagliari, risultando primo dei non eletti. Nel giugno del 1999 ha partecipato nuovamente alla competizione elettorale regionale, sempre con il Movimento dei Riformatori-Patto Segni, risultando ancora una volta primo dei non eletti e ricevendo il prestigioso incarico di Capo di Gabinetto dell’assessorato regionale del Lavoro. Nel 2001 è stato nominato Consigliere Regionale e rieletto ancora una volta sindaco di


Selegas. Nel giugno del 2004 ha ottenuto la rielezione in Consiglio regionale conquistando 2542 preferenze. Sindaco in un piccolo paese al centro della Trexenta, Consigliere regionale in maggioranza prima e opposizione poi, attualmente ricopre l’incarico di Capo di Gabinetto presso l’assessorato al Turismo. C’è un filo conduttore in tanta esperienza politica? «Le esigenze dei più deboli sono sempre state centrali nel mio impegno politico. In questi anni ho lavorato per mettere in primo piano i problemi di disoccupati, giovani, anziani e famiglie in difficoltà. Non sempre il risultato è stato conforme all’impegno e alle attese, ma neanche per un istante ho trascurato il patto stabilito con gli elettori e la missione di dedicarmi a coloro cui spesso non viene data voce». Nel concreto? «Sono stato promotore e primo firmatario di importanti iniziative legislative, alcune delle quali tramutate in Leggi Regionali. Sono stato il primo firmatario della Proposta di legge

che disciplina le norme per la tutela e il sostegno della pratica delle attività sportive dei diversamente abili. Ho chiesto e ottenuto l’approvazione di una proposta di legge che ha portato al finanziamento per l’acquisto di attrezzature e alla realizzazione di una serie di interventi di adattamento degli impianti sportivi e, a coronamento di questa dura battaglia, nel 2007 sono state istituite le Paraolimpiadi sarde, che hanno conseguito un incredibile successo di partecipazione e di attenzione. Vorrei citare anche le iniziative per la tutela e il sostegno delle attività con finalità sociali ed educative svolte dalle parrocchie e dalle comunità religiose mediante gli oratori, l’istituzione del Museo regionale dell’emigrazione sarda nel mondo, l’introduzione e la valorizzazione del servizio civile regionale oltre alle norme sulle politiche di sviluppo industriale in Sardegna e gli interventi urgenti in favore delle famiglie delle vittime di incidenti mortali del lavoro e per la prevenzione degli infortuni sul lavoro». Ancor prima di essere nominato

Capo di Gabinetto dell’assessorato al Turismo, da sindaco di un piccolo centro come Selegas è riuscito a dimostrare che con le idee e la cooperazione tra comuni si possono ottenere i soldi indispensabili per creare occupazione e sviluppo. Ci parli del progetto “Sentieri DiVini”. «È il fiore all’occhiello dei progetti di sviluppo intercomunali. Abbiamo creato una rete di cooperazione che unisce i Comuni della Sardegna con la più alta tradizione vitivinicola e abbiamo ottenuto un mega finanziamento di 5 milioni e 446 mila euro che servirà a realizzare il progetto “Sentieri DiVini” che punta alla realizzazione di un progetto di promozione turistica basato sulla valorizzazione dei grandi vini della Sardegna e del loro territorio. Per fare questo abbiamo promosso la “Rete delle antiche terre dei grandi vini della Sardegna” che coinvolge le amministrazioni di Selegas, Baratili San Pietro, Jerzu, Monti, Oliena, Santadi, Serdiana e Tempio, mirando ai contributi Civis del Por 2006 stanziati per il rafforzamento dei centri minori». Da rossi e bianchi può quindi partire un programma in grado di valorizzare il territorio, richiamare turisti e magari incentivare l’occupazione? «Si può, e lo stiamo dimostrando. L’obiettivo è quello di realizzare opere pubbliche capaci di richiamare i visitatori interessati agli aspetti anche culturali delle zone interne dell’isola. Tutto questo si può fare promuovendo la ricettività diffusa e offrendo al turista motivi di interesse affinché si fermi nel territorio. Il nostro progetto prevede una serie di interventi sulle opere pubbliche, ad esempio la riqualificazione dei centri storici e la realizzazione di strutture che dovranno costituire una sorta di percorso culturale e turistico legato alla tradizione enologica con spazi da destinare all’esposizione e all’assaggio. Solamente a Selegas (che ricopre il ruolo di Comune capofila nell’ambito dell’accordo di programma), patria del Turriga, spettano un milione e 192 mila euro. Sulla falsariga del progetto Sentieri DiVini, dal suo ufficio presso all’assessorato al Turismo, Franco Sergio Pisano invita le amministrazioni sarde a una proficua collaborazione che possa portare a concreti risultati di crescita e sviluppo.

il Cagliaritano

17


Le storie del mese dove va l’isola

C

ercasi lavoro, casa e istruzione. Questi i problemi che un giovane cagliaritano deve affrontare, ma anche i temi che Giorgio Adamo, neoeletto assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cagliari, sbrogliare con priorità. Prima bamboccioni e privi di valori, rei di non sapersi impegnare, poi talentuosi ma dimenticati in un angolo perché la crisi non conosce età. Quale sia l’aggettivo che li rappresenti è a discrezione personale, ma vero è che, oggi, avere venticinque anno è una fatica. Alla ricerca di un posto di lavoro, a spasso tra le aule universitarie, armati di talento e voglia di fare, con in tasca un sogno o almeno un obiettivo, tra contratti a tempo determinato con stipendi da part-time e colloqui di lavoro in cui devi essere: preparato, professionale, intelligente e magari pure di bella presenza. E allora alcuni emigrano, altri restano, altri ancora si accontentano. Ma se è vero che i giovani sono, o saranno, il nostro futuro,

Giorgio Adamo gioca un ruolo importante nello scenario cagliaritano. La sua nomina ad assessore è molto recente. Come si approccia a questo nuovo ruolo? È vero, la nomina è recente, ma il mio interessamento alla promozione dell’universo giovanile no. Ho un figlio che dopo il diploma ha cominciato a cercare un’occupazione: concorsi, colloqui e selezioni, conosco fin troppo da vicino le difficoltà e gli ostacoli che i giovani oggi devono superare. Qual è l’ostacolo maggiore da affrontare? La scarsa offerta di posti di lavoro. Un tempo, uscire dall’università con una laurea significava avere il passaporto per un lavoro sicuro e ben retribuito, oggi anche dopo corsi specialistici, master e anni di sacrifici, il lavoro sembra essere sparito. Così ci si rivolge al politico, magari cercando di fare alla vecchia maniera, quella dell’aiutino, ma questo non è più un costume praticabile. Troppi ragazzi sono

A

costretti a stare in casa mantenuti dai genitori. I giovani sono davvero costretti a rimanere in casa con i genitori o è solo una scelta dettata dalla comodità? Insomma, bamboccioni o senza opportunità? Non credo che siano né pigri né poco volenterosi. Credo, invece, che oggi per un giovane sia difficile sposarsi e comprare casa, quindi stare a casa con la mamma è una sicurezza difficile da abbandonare. Le cooperative costruiscono a prezzi inaccessibili e i giovani che non dispongono di risorse finanziarie stabili non possono accedere a nessun tipo di credito. A questo proposito, il suo assessorato ha già previsto un aiuto per i giovani che intendono aprire casa. Sì, abbiamo pensato di aiutare i giovani che vivono in affitto,

i giovani un aiuto per farsi la casa Incontro con Giorgio Adamo* di Laura Bonu

18

il Cagliaritano


fornendo loro un’agevolazione di 350 euro, cui si aggiunge una somma di 6.500 euro da dare al padrone di casa, suddivisa in 24 mesi. Chi affitta una casa deve far fronte a numerosi oneri economici nei confronti dello Stato, con queste agevolazioni facciamo in modo che non rcadano sulla giovane coppia. Il budget a nostra disposizione è di 1.440.000 euro. I giovani e lo studio: l’istruzione è centrale nella preparazione al lavoro. In che modo la si valorizza? La formazione specifica che sia necessaria e strategica per diventare competitivi nel mercato. Per questo moti-

essere la sfida più grande per il suo assessorato? I posti di lavoro non si creano dall’oggi al domani, ma stiamo lavorando per migliorare la situazione. Attiveremo anche quest’anno venti tirocini lavorativi, della durata di tre mesi, offrendo un rimborso al tirocinante che così non sarà costretto a sostenere le spese da solo. L’anno scorso, il 35% di questi tirocini ha poi dato vita a diversi contatti. Per loto è una buona occasione di creare un curriculum e far conoscere le proprie potenzialità.

vo, abbiamo fatto partire dei corsi di formazione, come quello di informatica, web master, dizione o tecnico del suono, che permettono agli studenti di vantare una preparazione qualificata diversa. Sostituiscono i vecchi apprendistato facendo acquisire ai giovani una competenza pratica, oltre che teorica, con cui proporsi ai datori di lavoro. Per gli studenti, invece, abbiamo attivato una sala di studio e lettura con 32 posti, efficiente e tranquilla, a cui tutti possono accedere dalle 9 del mattino fino alle 22:30 della sera; inoltre abbiamo previsto dei voucher destinati ai giovani studenti con figli che, in questo modo, potranno coprire le spese di baby-sitting e dedicarsi in tranquillità allo studio. Dopo l’istruzione, torna il vecchio problema, il lavoro. Quali sono le prospettive per questa che potrebbe

dono di trovare altrove la loro strada: Spagna, Germania, Francia, sparsi in Europa o nel mondo. Per loro, lontano dagli occhi e lontano dal cuore? No, pensiamo anche a loro. Stiamo predisponendo una serie di punti di accoglienza nelle principali capitali europee, cosicché sia più facile orientarsi in una società diversa da quella in cui hanno sempre vissuto. Anche solo trovare una sistemazione può essere un’impresa ardua se ti trovi completamente solo, e il rischio di essere truffato aumenta quando non conosci bene la lingua. Inoltre faremo partire dei bandi per il Servizio Civile Volontario Europeo, che permette ai giovani di stare fuori dai sei mesi ad un anno, senza spendere nulla e imparando una nuova lingua. Credo che siano tutte ottime possibilità che i giovani dovrebbero sfruttare al meglio.

Poi ci sono i giovani sardi che deci-

I giovani sanno essere seri e tenaci, ma anche talentuosi e creativi. E Cagliari lo sa bene... Da poco abbiamo organizzato una mostra, “Work Show”, in collaborazione con il maestro Sciola, che ha ospitato sette ragazzi, giovani artisti e scultori, tornati a casa dalle città in cui oggi risiedono per qualche giorno. Uno di loro mi ha addirittura confessato che se non fosse stato per questa iniziativa, forse la Sardegna non l’avrebbe più rivista. Una grande soddisfazione, quindi. E il contributo di Sciola è stato molto prezioso, quindi è un obiettivo prossimo valorizzare le sue iniziative.

Quali consigli si sente di dare a chi si affaccia nel mondo del lavoro e a chi studia e progetta il suo futuro? Questo momento storico registra una gravità unica, gli effetti della crisi sono arrivati ormai ovunque. Io dico di tenere duro perché i risultati, se si è tenaci, arrivano. Dico di continuare a fare tutti i concorsi possibili e a provarci sempre. Ma dico anche di cercare altrove, se non si riesce a trovare lavoro qui in Sardegna, visto che con i voli low cost in poche raggiungi qualsiasi luogo. Bisogna essere isolani ma non isolati. *Giorgio Adamo Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cagliari

il Cagliaritano

19


Le storie del mese dove va l’isola

QUA LA MANO

ti accompagnamo a fare impresa

I

mprese sarde: istruzioni per l’uso. In qualsiasi settore operi, e qualsiasi sia la sua dimensione, il CSPI, Centro Servizi Promozionali per le Imprese è di sostegno agli imprenditori sardi, spesso abbandonati nella confusione burocratica. Nato nel 1989 con la finalità di sostenere processi di internazionalizzazione delle imprese, oggi il CSPI accompagna le imprese sarde in un tutto il loro percorso di crescita, dalla nascita al loro affacciarsi sui mercati esteri, passando da processi di innovazione e formazione. Dal 2007 fa parte dell’Enterprise Europe Center, con personale dedicato particolarmente qualificato e dotato di strumentazioni tecnologiche. Abbiamo intervistato Cristiano Erriu, ai vertici della struttura ormai da otto anni, laurea in Giurisprudenza e master in Business delle Amministrazioni, sulcitano d’origine e padre di due bambini. Come nasce il CSPI? «Il centro nasce come braccio operati-

20

il Cagliaritano

vo della Camera di Commercio. Siamo l’altra faccia della stessa medaglia: la Camera di Commercio opera da regolatore sul mercato, imponendo normative e tasse, mentre noi cerchiamo di incanalare delle risorse per favorire lo sviluppo delle imprese sul nostro territorio e su quelli esteri. Cerchiamo di sviluppare l’economia attraverso l’erogazione di servizi di cui la Camera di Commercio non si potrebbe occupare». Quali sono i vostri obbiettivi e quali strumenti utilizzate per raggiungerli? «L’intento primario è quello di sostenere le aziende locali, aiutarle nei loro processi di crescita, favorirne il consolidamento e infine promuoverne l’apertura verso mercati esteri. Per portare a termine ognuna di queste missioni, ovviamente dobbiamo agire su diversi settori, come l’informazione, la promozione, la formazione e lo sviluppo-consolidamento. Ogni area strategica ha uno sportello dedicato».

Incontro con Cristiano Erriu

Entriamo nel dettaglio e descriviamo il vostro ruolo in ognuno dei quattro settori. INFORMAZIONE «Abbiamo un ruolo guida, sia per le nuove aziende che oggi si affacciano sul mercato, sia per quelle che sono in attivo già da tempo. Assistiamo gratuitamente gli imprenditori, fornendo loro un servizio di primo orientamento, e diventando la loro bussola tra il vastissimo numero di normative economiche esistenti. Abbiamo numerosi sportelli specializzati, come quello ambientale (un tema oggi strategico) e quello riguardante l’innovazione. Spesso in questa fase collaboriamo anche con altri enti come le strutture scolastiche o il centro servizi per il lavoro. Inoltre, siamo l’unico punto in Sardegna UNE e CEI, capace cioè di fornire informazioni su normative tecniche. Da tre anni facciamo parte dell’Enterprise Europe Center, erogando servizi di prossimità alle imprese con riferimento ai mercati esteri. Per fare un esempio: se qual-


cuno decide di espandersi sul mercato estero, qualunque esso sia, noi possiamo offrirgli non solo tutte le notizie economiche su quel particolare mercato, ma magari la lista delle imprese affidabili, e tante altre informazioni». PROMOZIONE «Organizziamo eventi promozionali in territorio nazionale ed estero, concentrandoci su tutti i settori chiave della nostra economia, come quello agroalimentare, turistico, artigianale ed artistico. Si va dalla partecipazione alle tradizionali fiere del turismo o dell’artigianato, fino alla pianificazione di veri e propri Workshop. Queste giornate di lavoro hanno la particolarità di far incontrare l’offerta sarda con una domanda specializzata (i cosiddetti buyer) proveniente da tutto il mondo. Le fiere sono anche l’occasione per far conoscere i nostri prodotti, fare pubbliche relazioni e prendere contatti per collaborazioni future. Anche questo fa parte della promozione. Ogni anno dedichiamo a queste attività 800 mila euro, così chiediamo solo piccoli contributi economici ai singoli imprenditori per le manifestazioni cui prendiamo parte». FORMAZIONE «Il Centro Servizi è accreditato all’erogazione di corsi formativi manageriali per gli imprenditori. Organizziamo corsi a catalogo, cioè su

richiesta dell’utente, oppure grazie a finanziamenti regionali, spaziando tra vari temi: dalla gestione imprenditoriale, alla sicurezza sul lavoro. Sono momenti di crescita culturale lavorativa importante». SVILUPPO E CONSOLIDAMENTO «Questa è la fase finale per l’azienda, cioè quella in cui si incentiva la produzione del proprio prodotto, radicandone la presenza nel mercato, non solo nazionale. In questa fase abbiamo attivato numerosi progetti mirati e specifici di supporto a questo obbiettivo». Tirando le somme? «Per concludere, siamo un’agenzia multisettoriale che ragiona per fattori di sviluppo, accompagnando l’utente nella sua fase di crescita. Cerchiamo di offrirgli una consulenza a 360°, anche attraverso interventi personalizzati». Quale può essere la chiave di svolta per l’economia di impresa? «L’innovazione, che oggi diventa sinonimo di competitività. In Sardegna, più che altrove, dobbiamo educarci alla cultura dei brevetti e collegarci meglio con gli operatori della ricerca. Negli ultimi anni la Sardegna ha registrato solo 27 brevetti, segno di una chiusura mentale, mentre la sola

IL CENTRO NASCE COME BRACCIO OPERATIVO DELLA CAMERA DI COMMERCIO: CERCHIAMO DI SVILUPPARE L’ECONOMIA ATTRAVERSO L’EROGAZIONE DI SERVIZI DI CUI LA CAMERA DI COMMERCIO NON SI POTREBBE OCCUPARE

azienda Siemens ne ha registrati più di 2500. A questo proposito collaboriamo con l’Università per creare un protocollo d’intesa, così da collegare ricerca, brevetti e produzione di qualità». Se dovesse fare una diagnosi, l’economia imprenditoriale sarda da quali mali è afflitta? «Nel nostro territorio combattiamo contro due deficit: la scarsa propensione all’internazionalizzazione e innovazione, e la piccola dimensione delle imprese che porta con sé tutta una seria di altre difficoltà, come l’accesso al credito e l’isolamento economico. Per migliorare dobbiamo operare in quelle filiere che ci rappresentano, come il turismo. Bisogna però dire che i segnali di crescita sono numerosi, si nota una crescita complessiva del sistema, si comincia a parlare di competitività e la Sardegna si prepara a giocare un ruolo importante nella valorizzazione del proprio territorio. I giovani e la loro inventiva sono una risorsa fondamentale, da tutelare e stimolare». Il giudizio finale? «Non può che essere ottimistico».

L.B.


Tutto casa & lavo E

mblema dell’uomo che si è fatto da sé, modello probabilmente per tanti giovani che oggi affrontano numerose difficoltà per fare carriera, Antonio Puddu si può dire sia cresciuto professionalmente insieme al capoluogo, o forse, insieme all’intera regione, viste le numerose esperienze effettuate nelle altre province: “La mia seconda patria da questo punto di vista è Nuoro, poi vengono Oristano e Sassari”. A partire dagli esordi del suo cammino, seguendo poi tappa dopo tappa la crescita di Cagliari, Antonio Puddu si racconta al Cagliaritano, illustrandoci i punti salienti di questo cammino. “Ho iniziato a lavorare molto presto, 66 anni fa. Appena fatto il libretto di lavoro da Quartucciu sono venuto a Cagliari presso l’impresa Artizzu, come suo dipendente. Allora si viaggiava in tram ed io era sempre sul pedalino, e arrivavo sempre in ritardo. Dopo qualche anno è arrivata la bicicletta e si faceva la gara con i colleghi, alla’andata e al ritorno. Da lì fino ai 18 anni ho lavorato con varie imprese, fino a quando ho iniziato a lavorare per conto di Artizzu facendo lavori di subappalto per gli Enti Pubblici. Da qui si può dire che lei si stava già distinguendo se le hanno conferito questi incarichi. Sì, mi piaceva quello che facevo e ci

22

il Cagliaritano

mettevo tutto il mio impegno. Dopo è iniziata la mia avventura personale sempre con lavori pubblici, per conto del Ministero delle Poste e l’Istituto Autonomo Case Popolari, che era l’istituto appaltante per la legge Ina casa, una legge promulgata negli anni ‘50 che ha costituito il primo volano per l’edilizia nazionale e sarda in particolar modo, insieme alla 408, la 167, la 640 e altre. Grazie a queste leggi potevo partecipare agli appalti e facevo lavori in tutta la Sardegna sia per case, scuole, infrastrutture. Entriamo più nello specifico delle sue attività nel capoluogo. Il 50% dell’attuale città negli anni ’50 erano aree libere. Dal palazzo di giustizia a Monte Urpinu non c’erta una casa, salvo qualcuna in via Tuveri. Da qui è partito lo sviluppo: in Via Pessina e Via della Pineta c’erano solo quei fabbricati che si affacciano in Piazza Repubblica. In Via della Pineta c’erano solo le case dei pastori che pascolavano nella zona di Monte Urpinu. Nel ‘55 io ho comprato questo terreno di via Garavetti dalla baronessa di Vallermosa che aveva la sua casa in Via della Pineta ed era proprietaria dell’intera zona fino alla parte opposta di Monte Urpinu. Arrivando da Quartu, perciò, sulle destra e sulla sinistra, a parte Villa Usai, sino a Via Pergolesi e Via

Baccareddanon c’era nulla, tutto compreso fino al mercato. Era tutta campagna. In Viale Ciusa c’era solo l’industria di Cao Mobili. Insomma ha contribuito alla nascita di una buona fetta di Cagliari. Ma non finisce qui. Ho lavorato anche in tutta la zona da via Generale Cagna al canale, e ho contribuito a “distruggerlo”. Potremmo spostarci verso il Quartiere del Sole per arrivare fino a Viale Poetto, dove a parte le case dei Ciani, che erano i maggiori proprietari del Quartiere del Sole, non c’era nulla. Lì sono avvenuti i massimi insediamenti di edilizia popolare. Arrivati al Poetto le case arrivavano al massimo all’altezza del Lido, c’erano solo le villette, non esisteva l’Ausonia né tutto il resto. E nella parte opposta della città, spostandoci verso Sant’Avendrace? Procedendo dal centro verso Sant’Avendrace si può dire che prima della metà degli anni ‘50 c’era solo il viale con delle casette di due piani al massimo tre sul lato sinistro. Sul lato destro solo campagna, e così fino a San Michele e Is Mirrionis, dove al posto dell’ospedale si trovava la caserma. In tutta Sant’Avendrace prima della guerra esisteva solo l’Ital Cementi. Si deduce che anche Su Planu e Pirri hanno iniziato a conoscere


oro

COME CAMBIA LA CITTÀ VIAGGIO CON GLI IMPRENDITORI CHE L’HANNO COSTRUITA: ANTONIO PUDDU

uno sviluppo in questi anni. Anche lì erano solo campagne se si escludono due o tre casette di contadini a Su Planu. Sul territorio di Pirri esisteva, invece, solo la Casa di Bellezza, appartenete al padre di Anna Maria Pili, che ora ha il negozio di antiquariato. Tra l’inizio degli anni ’50 e la fine degli anni ’60 si può dire che questo sviluppo sia giunto a termine. Certo alcune, poi, come la zona di Via Cagna e San Giuliano, erano aree libere almeno fino al ‘70. Uno dei quartieri che ha più a cuore? Ho lasciato implicito che anche tutta la zona dietro Piazza Giovanni era libera e che negli anni ‘60 ho contribuito alla realizzazione del Cep. Ho iniziato nel ‘59 e sono il responsabile delle prime torri (al tempo le chiamavano le Gemelle Kessler) e per me rimane il più bel quartiere nato dall’edilizia popolare, proprio per la deliziosa armonia tra le abitazioni. Ha lavorato anche nel resto d’Italia – nel Lazio, Versilia, Campania – e all’estero, in Libia e in Iran. Cosa ci può dire di queste ultime esperienze? In Libia abbiamo costruito un albergo. Interamente realizzato in Sardegna lo abbiamo poi messo insieme lì sul posto. In Iran invece dovevamo realizzare un insieme di ville, con un gruppo

di amici, perché si stava costruendo uno stabilimento dell’acciaieria tedesca Group, proprio nei pressi della città in cui si effettuavano le estrazioni del metallo.In realtà da lì siamo stati costretti a fuggire subito dopo la realizzazione del primo gruppo di case, in occasione della rivoluzione con l’entrata al potere di Khomeini, cui ha conseguito l’appropriazione di tutti i beni da parte sua. Noi non abbiamo potuto applicare le norme internazionali in nostra tutela e non siamo stati tutelati da nessuno, e abbiamo perso tutto, comprese le terre. L’esperienza in Libia è testimonianza dell’utilizzo per una grande opera del prefabbricato, di cui lei è stato un precursore. Cosa ci può dire al riguardo? Indubbiamente il prefabbricato è più valido nel campo industriale, mentre nell’abitativo occorrono grosse commesse per essere veramente competitivi, sennò diventa più oneroso del tradizionale. Siamo partiti con la produzione di asili fino alle scuole superiori, e hanno dato un ottimo risultato soprattutto per la durata, perché si possono vedere ancora invariati, mentre il tradizionale invecchia più rapidamente. Ne offrono un esempio anche i palazzi di sant’Elia, dove per durata e per qualità le strutture sono assolutamente valide. Poi possono

non piacere, ma quello dipende dal progetto.v Ovviamente il limite è che col prefabbricato bisogna utilizzare un’edilizia standard, mentre il mentre il tradizionale si lascia personalizzare più facilmente. Passiamo a questioni più attuali, come l’essere imprenditore edilizio oggi in Sardegna. La Regione a questo proposito sta discutendo alcune leggi come quella relativa al Suap. Qual è la sua opinione in merito? Ritengo che il Suap sia una questione molto importante e mi auguro che lo approvino. Sapere che se presento un progetto dopo 20 giorni ho le concessioni sarebbe un passo importantissimo. Sburocratizzare è indispensabile. L’imprenditore è stanco della burocrazia. L’imprenditore non è ascoltato a meno che non si tratti dell’imprenditore di massa. Io ho la doppia fortuna di amare lavorare e di amare il mio lavoro, ma la burocrazia è la sola cosa che mi stanca. Claudia Cao


F

unt in Casteddu de diora meda, no annus ma seculus, epuru no si fiant mai atobiadas e nimancu chistionadas. Donniuna in sa cresia sua. Is istatuas de Nosta Sennora de Bonaria e de Sant’Efis, chi funt is prus connotas e addoradas in totu sa Sardigna, si funt atobiadas faci a pari in s’aposentu chi ant apariciau aposta po issas, a Casteddu, in su cumbentu de Bonaria po ddas aconciai. A primu si funt castiadas beni beni a cul’‘e ogu e sentz’‘e nai perunu fueddu po un’orixedda bona. Apoi Sant’Efis s’est fatu prus atriviu e mancai unu pagu bregungiosu at nau : “Ehm!... sorry, excuse me…Lady, I’m Efisio from Cagliari, and I want...”. Ma Nosta Sennora dd’at citiu luegu: “E it’est custu inglesu, chistiona a sa sarda, po prexeri, ca si cumprendeus mellus! Eus tentu totu su tempus po imparai sa lingua sarda!”. Sant’Efis c’est aturau unu pagheddu ispantau poita pensàt chi Nosta Sennora, po essi sa mam’‘e Gesu Cristu, costumessit

24

il Cagliaritano

a imperai sa lingua chi oi tenit prus spainadura in su mundu. Apoi at sighiu aici: “M’ant portau innoi casi a iscusi, po fai in modu chi nemus mi biessit, asinuncas m’iant sodigau a cambaradas. Candu deu mi movu, su primu de maiu, seu abituau a tenni acanta una surr’ ‘e genti chi mi bolit biri e imprassai. Ci funt sempri is launeddas chi donant s’aria de sa festa e m’acumpangiant in totu su tretu de Casteddu a Nora e po sa torrada puru. Immoi m’agatu mali poita no ci funt e c’est, invecis, pofintzas tropu asseliu. Ma in custa manera, ddu cumprendu beni, su traballu de is aconciadoris at a essi fatu cun prus profetu e sentza sciumbullus e avolotus”. Intzandus, cun boxi durci, Nosta Sennora de Bonaria dd’at nau: “Tocat a tenni passientzia. Is casteddaius e totu sa Sardigna si stimant meda; ominis e feminas, becius e giovunus benint po pregai, po domandai calincuna gratzia; si basant, si carinniant, s’imprassant e cun totu chi ddu faint


I S ISTATUAS DE SANT’EFIS E DE NOSTRA SENNORA DE BONARIA cratzau is istivalis arrubius imperendi “araldite”. Un’atra borta m’ant segau unu bratzu e mi dd’ant fatu nou. Un’atra ancora m’ant acaddotzau totu cun sa “gommalacca”, pofintzas sa faci e po pagu mi ndi fiant boghendi is mustatzeddus e su pitzetu! Ma chi est cussu, ddus emu puntus cun s’ispada mia”. Nosta Sennora de Bonaria po dd’apaxai dd’at nau: “E insaras ita depemu nai deu? S’istoria mia dda connoscint totus: deu seu lompia a Casteddu in cun su 1370 candulassant sa navi cun lebiesa, su tempus a chi mi nosu fiat traghendi ncidevotcalàt sub’‘e is sinnusagiumai de custa in fund’‘e su mari po una temporada zioni manna e sentida. Un’atru danarrorosa, cun undas de de timi. nu a sa manu mia e aartas is peis su Intzanduschi is marineris scavulau Pipieddu tengu in iant bratztu dd’at a mari totu su carrigu po tenni sa navi prus lebia e circai de si salvai. I

aici iant fuliau sa cascia puru aundi femu incotia deu. Comenti apu tocau s’aqua, su mari s’est totu asseliau e sa cascia s’est dereta faci a Casteddu. Dd’ant oberta is paras poita nemus ci fiat arrennesciu, e m’ant fatu intrai in sa cresia insoru. De intzandus deu seu inguni. No cumprendu comenti, invecis, a palas de s’artari mannu de sa Basilica ant postu, no de diora meda, una pintura manna aundi is marineris mi funt scarrighendi a coddu de sa navi. Cussa pintura est una produsiu faula!”. su fumu de sa candela alluta; in prus sa cera si scallat e m’arruit Efis, arriendisindi, at nau: a pitzus. Immoi si depint limpiai e cir“Iat a essi comenti si unu pintessit cai de fai sparessi cussus signus chi Romolo e Remo suendi is titas de una funt a ddus biri. S’antpo a baca legius e no desceti sa lupa. A su pintori,

SI FUNTI ATOBIADAS pagu, dd’iant a ferri a perdas. Sa bon’

anima de tziu Pepi Antoni Lonis, su maist’‘e scrafeddu, dd’iat donau una passad’ ‘e corpus”. “Biu chi t’est torrada sa bona spetzia” at nau Bonaria “no si podeus chesciai, sa genti, ti ddu ripitu, si stimat e si bolit mantenni po sempri. No si seus mai connotus prim’ ‘e oi poita is paras a mei m’ant Testo di Giampaolo sempri tentu serradaLallai in cresia. Candu Foto di Roberto Tronci in su 1943, ant bombardau Casteddu, m’ant cuau in d’una gruta innoi acantorrai nous, ciborta podism’ant contai”. ta. Sceticasi calincuna bogau s’estchiimpensamentau a Sant’Efis foras. Cussa portant a foras eestat arregordau: mei de m’ant un’atr’ istatua,“A totuna mei,allichidiu chi dus atras bortas e calincuna fatu manannus agoa est andada ant pofintzas a giucus puru, comenti candu m’ant


Barcellona i at fatu puru su giru in mari de totu sa Sardigna”. “Deu puru no mi seu mai moviu de Casteddu” at nau Sant’Efis “ma donnia annu asumancus mi portant in processioni fintzas a Nora aundi s’imperadori Dioclezianu iat fatu segai su tzugu a Sant’Efis chi deu afiguru. Sa processioni est sempri prus bella cun is tracas, is costumus de totu sa Sardigna, is cuaddus e su sonu de is launeddas chi a mei praxit tropu. Po mi biri passendi aintr’‘e su carrecociu tragau de is bois benit una meca de genti, furisteris puru. E candu lompu acant’‘e su portu sonant is sirenas de is navis po mi saludai. Prima de sa partentzia is feminas stampaxinas mi ponint sa bistimenta bona e s’oreria. A Giorginu mi spollant, m’atrossant cun

26

il Cagliaritano

d’unu bistireddu de faina e mi carrigant in d’unu carrecociu prus piticu. Cudda de su 2010 at a essi sa de 354 borta chi m’ant a portai in processioni, de Casteddu a Nora. Dogn’ annu non biu s’ora de partiri. Tatanu Canelles, in d’una poesia cosa sua, s’est imbentau chi un’annu m’est acucau de no mi movi, poita a mi pigai no fiant prus ominis importantis, ma genti bascia. Canelles fiat unu poeta beffianu meda e cussas poesias ddas fiat po fai arriri is casteddaius e prus de totu po stroci chini teniat milli pinnicas, cumenti parit chi fessint, in cussu tempus, is de Castedd’‘e susu chi si donànt arias e si creiant de balli prus de is atrus. Deu, ddu pongu beni in claru, bollu andai sempri; no m’importat nudda si benit a mi pigai unu de sa nobilesa,

unu picioch’ ‘e crobi, un’abogau, unu carnatzeri, unu poni pei o unu priogosu calisisiat. Sceti un’annu apu arriscau de mi nd’aturai a santu setzi in domu, candu, in su 1943, Casteddu fiat istetia bombardada. Ma funt bennius a mi pigai aici etotu cun d’una veturedda po su lati. Sa borta apu prantu. Casteddu fiat totu sderrocada, una tzitadi sbuida, prena sceti de muntonis de arruinas. Is casteddaius fiant sfollaus casi totus e mancumalis poita candu, su 13 de maiu, is aeroplanus americanus ant ghetau atras bombas, sciusciendi su pagu chi fiat aturau ancora in peis, in sa tzitadi ci fiat pagu genti. Ma is casteddaius funt istetius capassus de dda torrai a pesai, forsis prus bell’ ‘e prima. Cosa de


ispantu meda”. Bonaria dd’at nau: “Seu cuntenta chi tui puru stimas is casteddaius. Funt genti bona comenti totus is atrus sardus. Mi ndi acatu candu s’acostant a mei apiculendisì in sa scalixedda de s’artari mannu. Ddus castiu beni beni in is ogus. C’est fidi meda puru in is duas processionis chi dogn’annu faint in mari po mei. Portant s’atr’ istatua, ma deu biu totu aturendi in cresia. Biu is barchisceddas chi s’ingiriant in su portu, sa genti arresendi, sa corona chi ghetat s’aeroplanu e intendu is sirenas de is navis”. “ In d’unu tempus, invecis, sa processioni de su prim’ ‘e maiu est istetia, prus de totu, un’isfilada de colori populari”, at nau Sant’Efis, “cantànt,

sonànt e ballànt de sighiu, ma arresànt casi nudda. Portànt angioneddus bius, piscis, cociulas, matixeddas, cubeddas po su binu, concas de allu, cibuddas, canciofas, ainas de su satu, e medas, medas durcis: pirichitus, pardulas, pan’‘e saba, candelaus, guefus, gatò, pistocheddus e tant’atrus. In su mentris ch’isfilànt ghetànt is durcis a sa genti chi allonghiàt is bratzus po ndi pinnicai calincunu. Candu arribbànt in bia Roma, a faci sa tribuna de is autoridadis, ndi ghetànt de prus puru. Totu est andau beni fintzas a sa borta chi unu pirichitu iat pigau in conca a su Cardinali Baggio chi fiat chistionendi cun su sindigu. Si ndi fiat atzicau; ci fiat istetiu un’avolotu mannu. De intzandus ant proibiu ballus, trallalleras, cantus e bolidus…de

durcis. Oi s’isfilada est torrada a essi una processioni diaderus, cun prus fidi.” “Mi fait prexeri” dd’at nau Bonaria “anant’‘e mimi si funt ingenugaus Paulu VI, Giuanni Paulu II e Beneditu XVI chi ant pregau po su ben’‘e totu sa Sardigna. Nosta Sennora e Sant’Efis funt impari in su Celu; intendint e castiant totus, ant a essi sempri is primus protetoris de custa genti e, de seguru, no ant a tenni mai abisongiu de is aconciadoris coment’ e nosu chi ddus afiguraus innoi”.


DOVE VA LA CITTÀ/IMPIANTI E TEMPO LIBERO

Anselmo Piras

Sportivame N

egli uffici del palazzo comunale, in via Sonnino, molto si discute del futuro di Cagliari, dei progetti, delle migliorie da apportare. E al settimo piano di quel palazzo, il tema diventa lo sport. A capo di questo settore, con circa trentotto impianti sportivi, Nanni Floris, assessore allo Sport dal 2006. Uomo riservato e calmo, racconta la cultura sportiva della città, distribuita tra le tante discipline e i numerosi impianti. Lo sport e la politica sembrano essere troppo diversi. Come si coniugano? Esiste la sportività in politica? «Non è la diversità delle cose a doverci bloccare. Sono stato assessore alle Finanze e poi direttore dei mercati civici, e

28

il Cagliaritano

dopo anni di esperienza qualche cosa ho imparato; certe situazioni riesco a gestirle con più facilità. L’importante è non perdere mai l’entusiasmo e la passione. A volte bastano piccole idee per migliorare ciò che ti circonda. Per esempio, in molte palestre abbiamo deciso di sostituire il bianco con colori vivi e brillanti, perché anche l’ambiente può trasmetterti vitalità». Lo sport aiuta a tenersi in forma, ma soprattutto aiuta a sorridere e a migliorare la qualità della vita. È davvero così? «Lo sport è vita, è salute. La sua forza sociale è un regalo per chi ne ha bisogno e per chi crede il contrario. Aiuta i giovani a risollevarsi dai problemi o li allontana dalla strada, offre

loro un’opportunità. Anche le persone anziane possono trovare nella pratica sportiva un metodo per socializzare e sconfiggere la solitudine. Giocare a carte e ballare diventano un momento di aggregazione importante». La risposta della gente è positiva? Cagliari quanti sportivi conta? «I cittadini sono assolutamente partecipativi, in tutte le discipline che gli impianti sportivi cagliaritani riescono ad ospitare. E non parlo solo di giovani, ma di tutte le fasce di età. Un gruppo di simpatiche signore di settant’anni, quando abbiamo dato in gestione gli impianti di S’Arrulloni, si sono battute per ottenere il diritto a praticare attività sportiva in quei locali senza dover pagare. Ci sono riuscite, e oggi


ente CAGLIARI si allenano tre volte a settimana». Quali sono i problemi di cui soffrono gli impianti cagliaritani? E come si cerca di porvi rimedio? «In generale, l’agibilità delle strutture, la manutenzione e la pulizia, sono le difficoltà più diffuse. Ma anche la carenza di terreni, per poter avviare nuovo discipline come il rugby influisce negativamente. Abbiamo ristrutturato numerosi impianti nella zona di via Rockefeller, come il Palazzetto dello Sport, il playground, il pattinodromo e le attigue palestre A e B. In viale Diaz la piscina comunale è stata rimessa a nuovo e resa più accogliente e la zona di Terramaini, con il suo parco dotato di un lungo e articolato polmone sportivo, è un vero tesoro na-

turale per la città. Ma le cose da fare sono ancora tante». Ad esempio? «Il nuovo Palazzetto dello Sport in via San Paolo, finanziato dalla Regione con 6 milioni di euro e capace di contenere 10 mila spettatori. La nuova piscina in via Duca degli Abbruzzi. Poi si pensa ad un Palasport del ghiaccio, uno spazio per il rugby e l’espansione dell’ippodromo. E sono solo alcuni esempi». Mi parlava anche di un’idea particolare. «Sì, per il momento è solo un’idea, purtroppo. Ci sono alcuni locali, in via Rockefeller, che si affacciano sul mare e che sono in disuso. Mi piacerebbe non solo poterli ristrutturare,

Incontro con Nanni Floris*

ma anche farli diventare la sede di un acquario. Sarebbe una novità per la popolazione, ma anche per il turista. La collaborazione tra sport e turismo può portare ad ottimi risultati. Con il patrimonio marino di cui dispone una regione come la Sardegna, potremmo creare un luogo affascinate, affacciato sul mare, simbolo della nostra natura marina ed emblema della nostra terra».

*Assessore allo Sport del Comune di Cagliari

il Cagliaritano

29


L’ATLETICA SARDA PUÒ CONTARE SU UN OTTIMO MOVIME aprile, e una definita cross, all’aperto, che dura fino a novembre. Settimanalmente siamo in giro per le gare: per questo definisco noi dell’atletica dei veri e propri girovaghi. Il che non è poi così male, perché costituisce la riprova di come l’atletica sia ben radicata e ramificata in ogni realtà isolana, da Pula alla Gallura». Lei è anche il fondatore di un importante evento internazionale per la Sardegna: il meeting Terra Sarda. «Sì è vero, con l’allora assessore all’Agricoltura Muledda abbiamo inventato anche il logo del Terra Sarda. Negli anni ’70, a Cagliari si erano tenuti degli incontri internazionali e Nebiolo, presidente mondiale e italiano dell’atletica, dopo quest’evento mi disse che ero maturo abbastanza da poter inventare e coordinare un meeting. Scelsi “Terra Sarda” per scimmiottare un po’ la Spagna. L’idea piacque e da lì è stata ripresa da molti». Ma non solo l’atletica è al centro di questa vostra iniziativa. «Si tratta di un meeting itinerante, nato a Cagliari ma che vuole promuovere tutta la Sardegna. Abbiamo viaggiato tanto nelle varie province, dalle città più grandi come Sassari ai paesini più piccoli come, l’anno scorso, Orroli. Negli anni questa manifestazione ha stimolato la passione per lo sport e, come effetti più diretti, ha

UNA “L

’atletica è uno sport frenetico, senza soste. Al contrario degli altri sport che hanno un campionato predefinito, in cui si sa quando iniziano e quando finiscono le attività, l’atletica non conosce soste durante tutto l’anno”. Così Sergio Lai, presidente della Fidal Sardegna, introduce il discorso sulla disciplina che da anni cura personalmente, a partire dalle iniziative di livello internazionale che hanno reso la Sardegna protagonista, fino alla valorizzazione delle giovani promesse di cui la nostra isola è da decenni foriera. Ma non è solo l’atletica ad essere protagonista nei grandi meeting organizzati in Sardegna. Un’attività no-stop quella degli atleti. Quali sono le tappe e i momenti più importanti del vostro calendario? «Il nostro calendario è suddiviso tra una sezione invernale e una che va dalla primavera all’autunno: esiste infatti una parte delle attività cosiddetta indoor che dura fino ad

30

il Cagliaritano

Sergio Lai


ENTO GIOVANILE, ORA BISGNA TUTELARLO E SEGUIRLO PER IL SOGNO CHIAMATO “LONDRA 2012” incoraggiato l’aggregazione sociale, la crescita delle strutture sportive e della competizione tra i giovani che aspiravano a diventarne i protagonisti accanto ai grandi atleti di fama internazionale. La finalità, perciò, non è solo sportiva, ma miriamo a promuovere l’intero paese che sceglie di ospitare quest’evento, le sue società, strutture sportive e ricettive». Dove si terrà quest’anno? «Quest’anno si terrà ad Arzana, uno dei centri più grandi dell’Ogliastra, che già possiede un impianto magnifico con pista a sei corsie e prato sintetico, spogliatoi e comfort di altissimo livello. Insomma, il luogo adatto per accogliere i campioni internazionali che quest’anno raggiungeranno l’isola all’indomani degli Europei di Berlino

di agosto. L’intento sarà quello di coinvolgere il più possibile il territorio circostante, non solo a livello di pubblico, ma anche con tutte le sue eccellenze, dai prodotti tipici al territorio che la provincia ogliastrina può vantare». In primavera, però, c’è un altro evento sportivo ad attendere i giovani isolani. «Sì, sono stato membro fondatore, quattordici anni fa, di un’altra grande manifestazione sportiva che oggi coinvolge ben venticinque isole di tutto il mondo e che appunto è denominata Giochi delle Isole. Quest’anno si terrà a fine maggio, nelle Azzorre. Si rivolge ai ragazzi tra i tredici e i quindici anni e solo i migliori di tutte le discipline olimpiche possono partecipare. È una mini olimpiade giovanile e già da

tempo porto avanti lo slogan per cui oltre le olimpiadi assolute si debbano considerare queste olimpiadi giovanili. Siamo riconosciuti anche dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) che ci sostiene in questa convinzione». E i nostri giovani atleti come si collocano in questa competizione con le altre isole? «Proprio l’atletica sarda si è aggiudicata i Giochi dell’edizione 2008-2009. La Sardegna può contare su un ottimo movimento giovanile, soprattutto in prospettiva delle Olimpiadi del 2012. Spetta a noi ora continuare a tutelarli e seguirli come abbiamo sempre fatto a partire dagli anni Ottanta. L’obiettivo, naturalmente, è portarli a Londra».

A VITA

PER LO SPORT Incontro con Sergio Lai di Laura Bonu

il Cagliaritano

31


LVIAGGIO DENTRO IL MONDO DELLA CONOSCENZA/ISTITUTO ALFIERI DI CAGLIARI

A

Cagliari

A

Cagliari le scuole funzionano alla grande. Non solo il classico Pof, piano offerta formativa, contiene tutti gli argomenti necessari ad una buona preparazione culturale, ma accanto a questi ci sono molte altre attività che supportano i giovani nella crescita psicofisica. In via De Gioannis ce n’è una in particolare, da anni esempio di innovazione ed animazione scolastica, che si è guadagnata sul campo il primato di massimo coinvolgimento e partecipazione giovanile: la “Scuola Media Vittorio Alfieri”. Il Cagliaritano ha sbirciato tra le classi dei settecento alunni iscritti nell’istituto, parlando con i professori per capire il segreto di tan-

32

il Cagliaritano

questa scuola funziona davvero

to successo. Edoardo Usai, assessore alle Politiche Scolastiche, la descrive in questo modo: «Da anni l’Alfieri è stata inserita, con un ottimo risultato, nella più ampia politica di sensibilizzazione e crescita personale dei giovani, che oggi più che mai la scuola deve portare avanti. Questa scuola si dimostra sempre molto collaborativa. Da qui è partita la prima tappa del progetto “Io non me la bevo”, che vuole allontanare i giovanissimi dall’uso prematuro di bevande alcoliche, o ancora manifestazioni contro il “Cyberbullismo”, pratica capace di ghermire in modo subdolo l’innocenza dei nostri figli. Tutte le iniziative sono importanti perché insegnano il modo corretto di vivere in so-

cietà». «Il coinvolgimento con l’assessorato alle Politiche Scolastiche si è dimostrato vincente per poter inserire nel nostro percorso didattico-educativo numerose attività volte all’educazione della legalità, solidarietà e fratellanza», precisa Graziella Artizzu, dirigente scolastico della scuola. «Partecipiamo a numerosi corsi e concorsi, ed offriamo la nostra collaborazione a molte associazioni di volontariato o attive nel sociale, come medici senza frontiere, Lions o l’Unicef. Ogni anno, in periodo natalizio, i ragazzi realizzano dei manufatti che dopo essere esposti in una mostra possono essere acquistati, e il ricavato


Gli assessori Bayre e Edoardo Usai (a destra).

è interamente devoluto in beneficenza. Grazie a questa manifestazione, negli anni passati siamo riusciti a costruire due aule scolastiche in Senegal, un modo per renderli autonomi: la conoscenza rende liberi. Inoltre siamo state una delle prime scuole ad aderire al progetto “Monumenti Aperti”; i nostri ragazzi, così, hanno l’opportunità di conoscere i monumenti che abbelliscono la loro città, prima sui banchi di scuola e poi dal vivo, con visite guidate». Ma non solo solidarietà. Anche sport, educazione stradale e alla salute alimentare, prevenzione dalle droghe e dall’abuso dell’alcol: ecco i temi con cui i giovanissimi studenti si confrontano durante tutto l’anno, con attività e laboratori specifici. «La nostra scuola cerca di essere sempre efficiente e culturalmente stimolante», precisa Enrico Ruffi, professore di educazione artistica ed organizzatore di numerose manifestazioni, «Il teatro in lingua

sarda, i corsi di educazione stradale, il torneo di calcio che coinvolge 33 classi, le lezioni serali di hockey su prato e la possibilità di recarsi una volta a settimana a lezione di nuoto, sono solo alcune delle tante possibilità di cui possono usufruire gli studenti. Inoltre collaboriamo in modo continuo con le forze armate, Carabinieri e Guardia di Finanzia, con cui organizziamo le giornate del ricordo dell’olocausto e delle vittime delle foibe, ed anche in memoria dei caduti in Nassirya: tre celebrazioni che si concludono con la deposizione di una corona di fiori nel monumento ai caduti. Sono fiero di dire che proprio la particolare attenzione che la nostra scuola da sempre rivolge a queste giornate ha fatto in modo che l’assessorato alle Politiche Scolastiche ci desse in gestione il monumento stesso, sito in via Sonnino». E in conclusione è impossibile non citare i “Ragazzi del Corus”, saggio di fine anno, ideato dal

professore Lucio Tunis, ormai diventata un cult. «Lo scenario da alcuni anni è quello di Marina Piccola, perché ci permette di ospitare un alto numero di persone. L’anno scorso hanno partecipato nove classi, genitori, professori e un gruppo di artisti eclettici e mai fuori moda come i Cugini di Campagna. La scorsa edizione ha saputo riunire generazioni di canzoni dal “Va pensiero” di Verdi ai più moderni rap. La musica e lo stare insieme sono un modo diverso ma efficace per acquisire fiducia in se stessi, un obbiettivo da non sottovalutare». Per chi se lo fosse domandato, tutte le attività sono completamente gratuite, perché qualche volta e per fortuna, almeno in tema di istruzione, i soldi non fanno la differenza tra una conoscenza di serie A e una di serie B.

il Cagliaritano

33


UNA NUOVA ESTATE PIENA DI EVENTI QUELLA CAGLIARITANA, CHE ANCORA UNA VOLTA SI PREPARA AD ACCOGLIERE LE STAR PIÙ ACCLAMATE DEL MOMENTO

UN PIENO DI STELLE

S

arà una grande estate 2010, quella targata Sardinia! Entertainment, all’insegna di concerti per tutti i gusti e le età. Sull’isola arriveranno gli evergreen della scena nazionale, star internazionali, astri nascenti e non solo. Non mancherà perciò la presenza di J-Ax all’hip-hop contest della Fiera, poi ecco gli Elio e Le storie tese con il loro “Bellimbusto Tour”, un irresistibile cocktail di comicità dissacrante e pirotecnia. Per gli amanti delle stelle già consacrate da anni di successi internazionali, ecco la presenza di Vasco Rossi, di ritorno a Cagliari dopo cinque anni di assenza, quella di Elisa e del suo “Heart Tour”, in vetta alle classifiche

degli ultimi mesi. Con nuovi membri ma intramontabili, i Litfiba animeranno a ritmo di rock una delle serate estive cagliaritane, pronti a ripercorrere le tappe più importanti della loro decennale carriera. A trent’anni da Banana Republic, ecco la reunion di Dalla e De Gregori, di nuovo interpreti dei successi che li hanno resi tanto noti. Dopo due anni torna in Sardegna anche la rivelazione italiana del Soul e del Rhytm and Blues, Mario Biondi, vincitore di numerosi dischi di platino. Attesissimi anche gli astri nascenti: la vincitrice dell’edizione 2009 di Amici, Alessandra Amoroso, e il vincitore di X Factor 2010, l’estroso Marco Mengoni.

E 22 lugl io

E

agosto

20

settembre

27 agosto

3

9 settembre

Dall’unione tra Sardegna Concerti e la padovana Zed!, la più importante e dinamica azienda di spettacolo del triveneto, Sardinia! Entertainment lancia il suo bel progetto da Cagliari. Un’occasione non solo di collaborazione culturale e imprenditoriale tra l’isola e il Nord-Est ma anche per uno scambio turistico, volto a promuovere l’immagine della Sardegna come location live in tutta la penisola, non solo in estate ma anche durante la stagione invernale. Un nuovo scenario di crescita e innovazione per le realtà organizzative sarde, che avrà indubbie ricadute culturali, economiche e di immagine per l’intera isola.

www.sardiniaeventi.it


U

n altro grande successo per l’annuale manifestazione di minivolley in via Roma, a Cagliari, organizzata dalla Federpallavolo con la collaborazione di Coni e Unicef. I bambini coinvolti, tra i 6 e i 13 anni, hanno giocato fino al pomeriggio in una via Roma diversa, insolitamente senza traffico e smog, allestita per l’occasione con 40 campi da gioco. Soddisfatto il presidente Fipav, Gianni Viale, che ha detto: «Siamo contenti perché le adesioni sono state numerose e sono arrivate squadre da Oristano, Orosei, Sassari e Olbia. Visto il successo, annuncio sin d’ora che l’anno prossimo la manifestazione sarà replicata». A distinguersi tra le squadre sono state la Polisportiva Insieme di Barumini, vincitrice nella categoria femminile, e la Stella Azzurra di Sestu per quella maschile. Pallavolo Donori 2001 si è aggiudicata il primo premio nella categoria mista.

MINIVOLLEY

D PHOTO FIPAV SARDEGNA

uemila atleti tra i 6 e i 12 anni per ben 70 società sportive diverse. Questi i numeri del momento conclusivo dell’Attività Intercentri di Minivolley in cui gli atleti si sono confrontati in una formula tutta rinnovata, divisi in base alle fasce d’età e alle attività didattiche svolte durante l’anno. L’evento, svoltosi nella bellissima Barumini, ha visto ancora una volta il patrocinio dell’Unicef di Cagliari e ha accolto anche la conclusione della gara di solidarietà “Sardegna Minivolley 2010”. Una giornata che lascia un segno non solo per l’importanza sociale ed educativa che ogni manifestazione sportiva così ampia riveste, ma anche nel ribadire l’impegno che sempre più la pallavolo nella nostra provincia ripone nell’ambito dello spirito attivista, capace di sensibilizzare anche i più piccoli verso le difficoltà che colpiscono coetanei, in questo modo, non più così distanti.


GLAMOUR CITY

“ „

L’unico modo per superare qualsiasi ostacolo è sorridere e rimboccarsi le maniche

CHI È Claudia Pischedda. ETÀ 24 anni. IDENTIKIT Capelli biondo dorato e sorriso contagioso. IL SUO PERCORSO A 16 anni calca la prima passerella e a 21 arriva sesta a Miss Italia. Claudia è un tornado di esperienze: la prima a Videolina come co-presentatrice, poi la fascia di Miss Sardegna e Miss Cagliari, serate, servizi fotografici e lavori da presentatrice. Me lei, pragmatica e realista, conclude gli studi e trascura l’affascinante mondo della moda per dedicarsi ai programmi tv. DOVE LA VEDIAMO Oggi è conduttrice del meteo su Videolina e - da poco - anche in radio.


GLAMOUR CITY

S PHOTO B. ARIXI

SPOSA AL PEPERONCINO

Tradizione e innovazione si incontrano nelle sapienti creazioni di Dino Arixi, make-up artist del beauty-center Gil di Roma. Sposa classica o... un po’ piccante? testo Simone Ariu

Ogni occasione, si sa, è sempre buona per lanciare nuove mode e tendenze, i matrimoni in primis. Gli ultimi decenni più che mai ci hanno abituato a delle location inusuali, cerimonie discutibili, spose eccentriche. Ma così, di sicuro, non se n’erano mai viste. È al Beauty-Center Gil di Roma e al make-up artist Dino Arixi che dobbiamo la “sposa piccante”: dall’acconciatura al bouquet, il rosso fuoco dei peperoncini si fa simbolo di una sposa che rinuncia alla tradizione senza rinunciare al fascino. Una sposa rivoluzionaria, risoluta e mai sottomessa alle regole. Basta con rose e gelsomini tra i boccoli che fanno pendant con il classico mazzetto: «Ho pensato che è meglio – ha detto Dino Arixi – in tempi così amari e giustizieri, dove il matrimonio dura sempre meno, trovare un antidoto contro la sfortuna degli anni contati. E per andare contro la deriva della separazione coniugale, come portafortuna, ho ideato una sposa, sempre dolce e romantica, ma che per scaramanzia va in chiesa munita di un amuleto rosso come il corallo, per tenere lontano l’avversità della sorte». Il modo migliore, questo, per combattere quell’insicurezza di molte donne spesso dettata dal dover sottostare ad un look superato e al di fuori dei canoni contemporanei. Dopo le grandi rivoluzioni portate dagli Sessanta in poi, dopo il nude-look che ha portato allo scoperto anche l’intimità del corpo, le donne contemporanee non hanno certo timore di mostrarsi in versione moderna, rispecchiando tendenze sempre nuove. Il tocco di maestria del make-up artist sta anche nella scelta dei giusti toni del trucco: una sposa di tendenza, che si sa presentare con il bouquet così acceso in luogo di quello profumato, non può che scegliere una bocca rosso fuoco per rendere più passionale lo sguardo e il volto. E non sorprende che l’ideatore di questa nuova tendenza sia proprio Dino Arixi, che abbia preso spunto dal maestro del settore e suo amico Gil Cagnè per dare il nome alla sua attività. Un’amicizia, la loro, che si è subito trasformata in un sodalizio lavorativo che dà i suoi frutti fino ai nostri giorni: ad accomunarli il piacere di essere al servizio di tutte le donne che cercavano di mettere in risalto la propria bellezza. Da lui ha appreso l’intelligenza e l’estro del truccatore, il principio secondo cui «una donna dev’essere coccolata, deve sentirsi sicura di sé». Lo stesso principio che guida il suo lavoro fino ad oggi, lo stesso con cui accompagna le spose del ventunesimo secolo all’altare. Dino Arixi, make-up artist della capitale, all’opera durante il trucco della “sposa al peperoncino”.



Alta FreQuenza PERSONAGGI

TEATRO, CHE PASSIONE

C MUSICA

LA SARDABANDA È TORNATA È uscito il nuovo disco della band dai mille suoni. Il tour, iniziato nel 2009, li porterà anche fuori dalla Sardegna

e

«Una banda di musicanti desiderosi di portare musica e poesia

laddove esistono un paio di orecchie per sentire, occhi per vedere e mani per applaudire». Così si definiscono gli otto componenti di AlmaMediterranea. Roberto Usai (voce e chitarra), Pamela Strazzera (voce e percussioni), Mauro Sanna (basso), Mario Dinaro (piano e tastiere), Giorgio del Rio (tribal drum e percussioni), Sandro Sacchitella (batteria), Diego Milia (banjo e mandolino), e Santino Cardia (sax); stanno insieme dal 2004, proponendosi in tutta la Sardegna con un repertorio di cover dal sapore vagamente mediterraneo, arricchito da contaminazioni rock e blues. Nel 2005 gli AlmaMediterranea approdano alla finalissima del Tim Tour Rock TV, un contest grazie al quale partono per un viaggio artistico che li porterà in giro per l’Italia, con la possibilità di farsi conoscere e la soddisfazione di vincere alcuni concorsi. Il nuovo disco “Male bene” è già in commercio e il tour, che li porterà anche fuori dalla Sardegna, è iniziato di recente.

S

arda d’origine ma romana di nascita, Federica Camba è la nuova stella della Warner Music. Del suo nuovo disco, “Magari oppure no”, dice che «è sincero, un po’ come le torte fatte in casa». Federica ha pubblicato quasi sessanta canzoni solo nel 2009, lavorando come autrice per artisti di ogni calibro: da Gianni Morandi fino al sardissimo Marco Carta. Da piccola scriveva poesie, ha cominciato così a collezionare

MUSICA... D’AUTORE

agliaritana dal 1970, attrice da sempre, Francesca Falchi oggi è anche scrittrice, drammaturga e poetessa. Il teatro ha sempre accompagnato la sua vita: da ragazza, quando si diploma alla scuola di Teatro di Bologna, e da adulta, quando si laurea con una tesi su Pasolini; ed ancora quando lavora per L’Unione Sarda pubblicando più di cento recensioni teatrali. Al 2007 risale il suo debutto con il primo testo teatrale: “Frida che nacque due volte”. Dal 2008 collabora con il Teatro della Saline di Cagliari e ha anche debuttato come autrice, regista ed interprete con alcuni spettacoli: Il lupo e il cielo spianato, La favola nera di Esther H., Donne sull’orlo, Ritratti in nero di eroine in negativo. Per seguire la sua attività e i suoi pensieri, visitate il blog che lei stessa cura: www.auroratomica.ilcannocchiale.it

Francesca Falchi.

montagne di testi, ed organizzava spettacoli per i suoi vicini di casa. Oggi le poesia sono i testi delle sue canzoni, e il palcoscenico condominiale si è trasformato in un palco vero e proprio. Questo disco, che racconta di un amore quotidiano e pulito, è il lasciapassare per l’esplosione di Federica come cantante. Noi de Il Cagliaritano facciamo il tifo per lei… in attesa di un’altra mossa vincente.


Alta FreQuenza

SOLIDARIETÀ SARDA IN SIERRA LEONE testo Valentina Caruso / foto ales&ales

In un piccolo villaggio della Sierra Leone, due giovani sardi hanno iniziato il loro percorso umanitario. In pochi mesi hanno raccolto fondi destinati a quegli angoli di povertà attraverso le immagini di un libro. Per chi volesse rendersi utile con una donazione o acquistando il libro, è possibile visitare il sito internet dedicato all’iniziativa, www.opotho.com, oppure telefonare ai numeri 3493909958 e 078132124.

I

l progetto Opotho è un’iniziativa di beneficenza nata dalla sensibilità di due giovani cagliaritani, il pubblicitario Luca Melis e il fotografo Alessandro Pintus dello studio fotografico “Ales e Ales”, in seguito ad un affascinante viaggio in Africa, precisamente a Lokomasama, un piccolo villaggio in Sierra Leone. Colpiti dallo stile di vita remoto, molto povero ma dignitoso, di chi lotta contro la fame e le malattie, in cui un bambino su tre non arriva a cinque anni e una madre su cinque muore in seguito al parto, hanno pensato che fosse necessario rendersi utili, mettendo a frutto i loro rispettivi mestieri per portare in quel villaggio un aiuto concreto. In pochi mesi, grazie all’emozionante reportage fotografico di Alessandro, all’esperienza nel campo della comunicazione di Luca con la sua agenzia “Riganera”, ed ai racconti dei volontari della missione in Sierra Leone, è nato un appassionante libro fotografico. Il ricavato della vendita verrà integralmente devoluto alla costruzione ed al mantenimento del Centro Medico Giovanni Paolo II, del Civic Center per i volontari, della mensa Madre

Teresa di Calcutta per i bambini, sostenuti dall’associazione Love Bridges Onlus. Il progetto, partito appena otto mesi fa, è ora a buon punto grazie all’aiuto di tante persone che in poche settimane hanno acquistato il libro, esaurendo le prime mille copie a disposizione. Successivamente, un anonimo benefattore si è offerto di pagare i costi per produrre altre duemila copie. A fine dicembre è stata allestita la presentazione del libro al T-Hotel di Cagliari, con musica e buffet a tema, in cui si è potuto degustare l’aperitivo africano (a base di torta di cacao con marmellata di cocco, spianate di farina di cassava ed altri prodotti tipici). Durante la serata,sono stati messi all’asta gli abiti della stilista Patrizia Camba, confezionati con tessuti fatti arrivare dalla Sierra Leone, il cui ricavato verrà devoluto alla missione, ed ancora, la proiezione di video e testimonianze e la diretta televisiva col missionario Don Ignazio in Sierra Leone. L’evento ha riscosso un grande successo e ha permesso di vendere nel giro di un’ora altre trecento copie del libro.

Luigi Lao, Emilio Floris e Ada Lai.

IN GIRO PER LA CITTÀ

L’

L’Ostello della Gioventù di Cagliari compie un anno di vita e lo festeggia in grande stile. Presso le scalette del Santo Sepolcro, nel quartiere Marina, hanno alloggiato quasi 1700 persone ogni mese, per la maggior parte studenti, a cui si aggiunge un flusso turistico importante per tutta la zona. L’ostello, sprovvisto del servizio pasti, ha favorito la frequentazione di ristoranti, bar e attività commerciali del centro di Cagliari, contribuendo così al rilancio del settore commerciale. Ai festeggiamenti, organizzati all’interno della struttura, sono stati invitati più di duemila ospiti; tra questi, il sindaco

L’OSTELLO DELLA GIOVENTÙ COMPIE UN ANNO I numeri sono incoraggianti: 1700 persone ogni mese, soprattutto studenti, e tanto movimento che favorisce le attività del centro storico. E ora si parla di nuovi progetti anche a Castello e Villanova.

della città Emilio Floris che ha annunciato l’intenzione di ripetere il progetto nei quartieri di Castello e Villanova, la dirigente dell’Area Servizi al Cittadino, Anselmo Piras, assessore alle Politiche Sociali e lo staff del Comune al completo. Positive le prospettive di Luigi Lao, presidente regionale dell’Associazione italiana alberghi per la gioventù che gestisce la struttura cagliaritana, che mira a raddoppiare il numero degli ospiti nei prossimi anni. Un aperitivo, un po’ di musica e qualche stuzzichino per brindare ad un nuovo anno: il turismo a Cagliari comincia a prendere vita.



C M Cagliari e la musicA

Alta FreQuenza testo Ilaria Vanacore

cinque giovani talenti partiti Dall’isola

T

Nessuno è itinerante come gli artisti, nessuno come loro ha bisogno di muoversi, viaggiare, conoscere, sperimentare, cambiare e crescere sempre. Per questo a volte vivere su un’isola è una piccola difficoltà in più. Ma la Sardegna è sempre stata fonte d’ispirazione e culla di grandi personalità nel campo delle arti, non ultima la musica, e Cagliari è una piccola grande fucina di giovani talenti. Cominciano tutti da lì, dal Conservatorio, e poi spiccano il volo (in senso fisico, non solo metaforico). Destinazione? Un palco, dove esso sia ha poca importanza. Cosa desiderano? Fare musica, sempre e solo musica. Successo, fama, denaro, quelli magari arriveranno con il tempo, la passione, ed una determinazione feroce. Questo forse fa di loro dei pazzi: d’altra parte per spiccare il volo bisogna avere un bel paio d’ali e... una buona dose di sana follia.

FABIO MUREDDU, 26 ANNI Eccellente violoncellista, è il classico esempio di ciò che senza remore si può definire un vero musicista. Ha cominciato diplomandosi col massimo dei voti e la lode sotto la guida del maestro Oscar Piastrelloni, e ha proseguito perfezionandosi all’Accademia Stauffer di Cremona e all’Accademia Santa Cecilia di Roma. Vincitore di concorsi (Golfo degli Angeli, Vittorio Veneto), ha suonato al fianco di grandi personalità come Salvatore Accardo, Rocco Filippini e il Quartetto della Scala. Ha inoltre fatto parte di importanti orchestre come quella del Teatro Lirico di Cagliari e l’Orchestra Santa Cecilia. Attualmente vive a Firenze dove ricopre il ruolo di primo violoncello nell’Orchestra Giovanile Cherubini.

SARA GARAU, 31 ANNI Solare, intelligente, dotata di una voce sorprendente e bellissima. Sara, originaria di San Gavino, ha studiato con la soprano Elisabetta Scano, sotto la cui guida si è diplomata nel 2005 col massimo dei voti e la lode. Già durante la carriera scolastica si era distinta partecipando, come solista, a numerose produzioni del Conservatorio e prendendo parte a diverse masterclasses (con Katia Ricciarelli all’Accademia Internazionale di Musica di Cagliari, per esempio, e con la compianta soprano cagliaritana Giusy Devinu). Ha ricoperto importanti ruoli in numerose opere liriche (Don Giovanni, Flauto Magico, Traviata) e, nel 2007, ha realizzato il sogno di molti: entrare al Teatro alla Scala di Milano, aggiudicandosi il ruolo di soprano che ancora oggi ricopre. MATTEO COGONI, 24 ANNI Primo trombettista della città a diplomarsi (recentemente) col massimo dei voti e la lode col maestro Giorgio Baggiani, già durante il corso di studi al Conservatorio ha impostato una carriera molto promettente. Vincitore di concorsi, direttore della Banda musicale Bellini e membro dei Sardinia Brass Quintet. Ha studiato con maestri di fama internazionale (Jens Lindemann, Tage Larsen, Marco Braito) e ha cominciato giovanissimo a far parte di orchestre prestigiose. Dal 2009 si è stabilito a Prato dove ha vinto il concorso, come prima tromba, nella Camerata Strumentale Città di Prato.

FEDERICO BRESCIANI, 22 ANNI Enfànt prodige del violino, ha cominciato i suoi studi a soli quattro anni diplomandosi in seguito col massimo dei voti sotto la guida del maestro Attilio Motzo. Violinista carismatico, estremamente comunicativo e dotato di un talento decisamente fuori dal comune, ha vinto diversi premi nazionali e internazionali. È stato spalla dell’Orchestra Giovanile Italiana, e suona tutt’ora in prestigiose orchestre quali la Symphonica d’Italia e la Mahler Jugend Orchestra. Ha studiato con Gerard Poulet, Massimo Quarta, Florian Zwiauer, ed Enrico Bronzi. Anche lui ha preso il volo lasciando prima la Sardegna e poi l’Italia: attualmente, infatti, vive a Vienna dove prosegue lo studio della viola al Konservatorium Wien. ROBERTO PISCHEDDA, 29 ANNI Roberto ha studiato a Cagliari composizione e direzione d’orchestra col maestro Aldo Tarchetti, perfezionandosi poi con Sandro Sanna, Nicolas Pasquet e Piero Bellugi. Direttore dall’età di 17 anni del coro “G.B. Martini”, segretario dell’Associazione Schonberg (che tutti gli anni organizza la stagione musicale Nuances), ha dato vita insieme ad alcuni colleghi, nel 2007, alla Sinfonietta Claudio Monteverdi, prima ed unica orchestra giovanile cagliaritana i cui membri si esibiscono senza alcun compenso, per la sola inguaribile voglia di far musica; e lui, Roberto Pischedda, ne è direttore stabile. Attualmente frequenta il Biennio Superiore del Conservatorio di Firenze dove studia con il maestro Alessandro Pinzauti.


MISTA

M.S.P LANCIA LO SLOGAN:

“UNO SPORT PER OGNUNO”

U

n tempo per divertirsi era sufficiente un pallone, l’adrenalina era l’unica droga conosciuta e lo sport ci faceva sentire unici. Oggi l’associazione M.S.P, Movimento Sportivo Popolare, un Ente di Promozione riconosciuto dal Coni, cerca di riportare in alto il valore dello sport, nobile arte, capace di regalare benessere al corpo e alla mente. Gli studi poi parlano chiaro: lo sport aiuta a combattere l’ansia, la solitudine, insegna lo spirito di sacrificio e aiuta a porsi degli obbiettivi; senza contare i numerosi benefici fisici. E da questa consapevolezza ha origine il primario obbiettivo della M.S.P, che con lo slogan uno “Sport per ognuno”, promuove la pratica sportiva, con particolare attenzione alla preparazione di dirigenti, tecnici e volontari. Lo sport è un diritto, una possibilità tangibile e preziosa, che non dev’essere negata a nessuno, qualunque sia l’età, il sesso o la società in cui si vive. Devono essere valorizzati i bisogni della persona, lontano dagli stereotipi del risultato ad ogni costo perché si possa esprimere la vera personalità dell’individuo nel suo bisogno essenziale della pratica sportiva “tout court”. Ecco perché le discipline e i progetti promossi sono numerosi e abbracciano proposte sempre nuove e creative, sia a livello nazionale che regionale. Lo sport vissuto come incontro e scambio di esperienze di vita e nel quale, al limite, si compete “con” e non “contro” la persona. Chissà che tornando alle origini ci si dimentichi di parole come doping che poco hanno a che vedere con lo sport. Uno sport a misura d’uomo, lo sport come soluzione a tutto.

SPORT E GIOVANI

ATIESSE C5 SUMMER CAMP Il calcio a 5 sbarca al Timi Ama di Villasimius con una vacanza didattica per giovani atleti. Abbiamo intervistato il curatore dell’iniziativa, Nicola Montisci, già allenatore dell’under 18 e under 16 dell’Atiesse C5. A cura di Simone Ariu

- Nicola, questa è l’ennesima tua iniziativa nel mondo dello sport giovanile. Com’è nata l’idea e di cosa si tratta esattamente? L’idea nasce dalla volontà di sviluppare il calcio a 5 in Sardegna anche attraverso nuovi progetti e opportunità di avvicinamento dei giovani a questo sport. I ragazzi faranno un weekend al Timi Ama di Villassimius unendo, oltre all’offerta e agli svaghi tipici della struttura turistica, anche alcune ore sul campo, con attività tecnica e tattica seguita dagli istruttori della società Atiesse. Il nostro è l’unico camp di futsal in Sardegna, la base per avviare qualcosa di più importante nei prossimi anni. - Trovi che i giovani, oggi, siano più interessati alla pratica del calcio a 5 rispetto al passato? Diciamo che sono cambiati i giovani. Molti di questi sono meno interessati alla pratica sportiva in sé, perchè richiede impegno e sacrificio e non sempre i risultati sono a portata di mano. Viviamo in un mondo che ci ha abituati sempre alla vittoria facile come unico obiettivo. Il calcio a 5 si sta diffondendo lentamente a causa anche della poca lungimiranza delle stesse società che investono poco e nulla sui settori giovanili, se si fanno delle eccezioni, e dell’opposizione di tanti che, per ignoranza, lo vedono come minaccia al calcio a 11 o come attività di basso livello. Quanto di più falso: molti non sanno che il futsal è uno sport diverso dal calcio, per regole, gesti tecnici e tattica, è divertente e non è l’attività amatoriale fatta tra gli amici nel campetto affittato. Basterebbe conoscerlo prima di giudicare. - Portare il calcio a 5 nelle scuole è un altro obiettivo della Delegazione Calcio a 5 Sardegna. Le società e le istituzioni stanno facendo qualche passo o c’è ancora molto su cui lavorare? Le istituzioni e le scuole sono interessate ma c’è tanto da fare. In realtà il calcio a 5, o per meglio dire “il calcetto” amatoriale è tra gli sport più diffusi in genere. Ci sono tantissimi campi nel territorio, a scuola si pratica in maniera diffusa. La Delegazione sta facendo grandi passi per diffonderlo sul territorio, per far conoscere la propria esistenza e i campionati. Vi assicuro che la disinformazione è tanta. Bisogna fare un salto qualitativo e quantitativo, ma qualcosa si sta muovendo.


N

ella Terza categoria di Cagliari c’è una piccola squadra formato-Barcellona. Si chiama C.E.P. e ha ottenuto la promozione in Seconda categoria con quattro giornate d’anticipo, grazie ad un campionato vissuto in testa sin dalla prima giornata. Il C.E.P. nasce nel dicembre del 2005 con l’intento di restituire la giusta vita sportiva all’omonimo quartiere popolare di Cagliari, memore delle storiche imprese di quella Sirio capace di giungere ad alti livelli tra gli anni Ottanta e i Novanta, e comunque affezionato anche alle realtà minori rappresentate anni addietro da Lampo e Sporting Cagliari, poi scomparse in quanto non in possesso della struttura logistica e societaria sufficiente per portare avanti il loro progetto. Diventa a questo punto doverosa una premessa: così come le sue antenate, il C.E.P. è una squadra “senza portafogli”, vale a dire che non vi è dietro un “patron” facoltoso che possa provvedere alle spese della società finanziando una realtà di questo tipo. Le basi economiche, in verità esigue, nascono dalla volontà di procurare degli sponsor da parte di un direttivo giovane e dinamico, sempre aperto a nuovi ingressi in società ma che al tempo stesso conserva l’obiettivo di proseguire con la propria indipendenza. Questa politica quasi forzata ha portato i dirigenti a tener fede al famoso detto “la necessità aguzza l’ingegno”, pertanto è stata percorsa l’unica strada possibile per raggiungere un successo sportivo di questo genere: costruire una squadra di amici, cioè un gruppo vero che badasse a giocare per divertirsi e divertire. A gestire il sodalizio, presieduto dall’ex campione d’Italia di hockey Giorgio Testoni, è stato chiamato nelle vesti di allenatore Corrado Maccioni, già bomber nelle categorie superiori con le maglie di Pirri e Monserrato. Maccioni ha reclutato una serie di elementi che hanno condiviso con lui parecchie esperienze passate, che uniti ai migliori uomini delle stagioni precedenti hanno saputo dar vita a un vero e proprio bolide partito con il dichiarato obiettivo di disputare una stagione da vertice. Ai già presenti Abis (oltre cinquanta gol in tre anni, uno dei migliori attaccanti della categoria), Soddu, Moi, Mascia, Atzeni - tutti giocatori già navigati in categorie superiori - si sono aggiunti i vari Perra, Spiga, Porceddu, Argiolas, Corona, Fanti, Picciau che prima di quest’anno si trovavano stabilmente a disputare campionati dalla Seconda categoria in su. Viene da chiedersi quale sia l’obiettivo della società rossoblu dopo una stagione portata avanti a certi livelli. L’auspicio è quello di disputare un dignitoso campionato di Seconda categoria nonostante gli inevitabili costi che comporteranno certe trasferte fuori dall’hinterland cagliaritano.

Seguite i loro risultati visitando il sito www.maidirecagliari.com

UNA FAVOLA DI NOME C.E.P. testo Nicola Adamu

Staff e giocatori in posa per una foto ricordo.

44

il Cagliaritano


p


Dispute sull’Anfiteatro Romano Anche l’Anfiteatro romano, da qualche tempo, è al centro di una disputa che ha tutta l’aria di un’aprioristica contrapposizione fra divergenti schie-

Y

La questione si pone ora in termini di urgenza perché le tribune in legno stanno dando segni di cedimento dovuti, com’è comprensibile, all’usura del tempo e all’azione implacabile degli agenti atmosferici. Si deve, quindi, prendere una decisione al più presto e non è cosa facile, lo si è capito abbastanza.

Questa soluzione, però, è vista molto male da chi sostiene che il monumento va mantenuto così come è arrivato fino a noi. Costruirvi delle gradinate in muratura, seppure con distinzioni ben visibili, soprattutto nelle colorazioni, rispetto a quelle originali, sarebbe per loro un vero obbrobrio. I sostenitori della proposta ribattono citando, ad esempio, l’Arena di Verona ed il teatro di Epidauro, in Grecia, famosissimi in tutto il mondo come luoghi di spettacoli all’aperto eccezionali. Eppure anch’essi, nei secoli, hanno avuto bisogno di diversi interventi per essere riportati all’antico splendore. Il rischio paventato da molti sarebbe, piuttosto, anche quello che possa ripetersi una ristrutturazione analoga a quella messa in atto per il Castello di San Michele, non del tutto condivisibile a causa dell’inserimento di elementi decisamente troppo moderni e non in sintonia con la fisionomia complessiva dell’antico maniero. Tuttavia ci sarà pure, anche a Cagliari, un modo

piazza ENNE meditazioni cagliaritane ramenti politici. Da una parte l’Amministrazione di centro-destra che diversi anni fa vi ha fatto erigere delle tribune in legno per renderne possibile la fruizione e l’utilizzazione per grandi eventi di spettacolo. Dall’altra le opposizioni, con la collaborazione delle varie associazioni ecologiste, che giudicano tali strutture un’offesa ripugnante al monumento per cui ne chiedono con forza lo smantellamenStrada per Sestu - Fronte Cittadella to immediato, in modo da riportare il Universitaria, Monserrato tutto a quanto resta dell’antica arena destinata dai romani, intorno al secondo secolo dopo Cristo, alle lotte all’ultimo sangue tra gladiatori e tra uomini e belve feroci. I cagliaritani, di conseguenza, si sono divisi in due fazioni e non fanno certo mistero delle loro posizioni, con discussioni appassionate ma anche puntigliose. A fronte di chi eliminerebbe tutto ciò che è posticcio e ridarebbe piena visibilità solo ai resti delle originali gradinate e dei cunicoli, c’è, invece, chi ricorda che l’Anfiteatro, prima della costruzione delle tribune, era un luogo dimenticato da tutti e meta di qualche benemerito, ma isolato visitatore.

46

il Cagliaritano

Ci sarebbe, però, una terza e non del tutto peregrina soluzione che suggerisce la ristrutturazione definitiva, ossia in muratura, del monumento cagliaritano. Si tratterebbe, in sostanza, di colmare, specie nel settore sud, i vuoti creatisi nella cavea ellissoidale in seguito alle numerose e continue spoliazioni iniziate nel medioevo. Il ripristino delle antiche gradinate scomparse consentirebbe una capienza di circa 10.500 spettatori. Tanti, secondo calcoli recenti, ne accoglieva l’Anfiteatro alle origini. Pertanto, con una spesa fatta una volta per tutte e comunque destinata a produrre effetti duraturi nel tempo, la città riavrebbe uno splendido luogo di spettacolo all’aperto che l’incomparabile sfondo naturale del Golfo degli Angeli rende davvero unico; un teatro dotato, per di più, di un’acustica eccellente, riparato dai venti per il fatto di essere incassato nella roccia, con degli ampi spazi a disposizione sia degli spettatori che per l’allestimento delle scene. Tutti elementi di eccezionale positività che hanno indotto gli stessi artisti che vi si sono esibiti ad esprimersi con assoluto entusiasmo.

a cura di Giampaolo Lallai

per salvaguardare i monumenti, non consentendo che finiscano nell’oblio generale ma, anzi, se possibile, siano addirittura funzionali e fruibili. L’Anfiteatro si presta senz’altro a una tale utilizzazione e può rappresentare, in quest’ottica, una meravigliosa continuità con il lontanissimo passato di cui potremmo godere noi e le future generazioni.

I bombardamenti del ‘43 Febbraio ci ha riportato il ricordo dei terribili bombardamenti del 1943. La città fu distrutta per oltre il 75%, con molti morti e dispersi. Quest’anno il 28 febbraio è caduto, proprio come allora, di domenica. Come allora, anche quest’anno, una splendida giornata di sole. E fu certo la giornata quasi primaverile a invogliare i cagliaritani che uscivano dalla Messa cui avevano assistito nella chiesa di San Francesco, in via Roma, a trattenersi per parlare e, soprattutto, per commentare lo spavento del venerdì precedente quando le bombe avevano causato vittime e danni.


Quella domenica, erano all’incirca le tredici, un fortissimo e sinistro rombo di aerei colse tutti di sorpresa: le sirene non avevano suonato. Un’infinità di bombe cadde dal cielo mietendo dovunque distruzione e morte.

ricordare la miracolosa ricostruzione di cui sono stati capaci i cagliaritani che, con sacrifici e perseveranza, sono riusciti a far risorgere una città ormai quasi del tutto scomparsa sotto quelle bombe.

Marius e Cossu Azzurro

Roberto Tronci per GIA

Per i tifosi del Cagliari due notizie contrastanti. La prima è triste: è deceduto, a 85 anni, Marius il loro capo indiscusso dal 1966 al 2005. Fu lui che

per festeggiare lo scudetto nel 1970, si arrampicò sulla statua di Carlo Felice e la vestì di rossoblù. Nel 1967 fondò il primo Cagliari Club. Una vera istituzione che diede organizzazione e dignità alla tifoseria cagliaritana. L’altra notizia è, invece, splendida. Per la prima volta un cagliaritano di nascita e di fede ha giocato in Nazionale. Andrea Cossu ha esordito a Montecarlo contro il Camerum e se l’è cavata molto bene. Poi il viaggio in Sud Africa ad assaggiare i Mondiali da riserva.

I più fortunati trovarono scampo nei rifugi improvvisati. Ma per tantissimi fu la fine, tragica e repentina. Trovarono la morte, in particolare, molti cagliarita ni che si trovavano alla stazione ferroviaria in attesa di partire con i treni stipati e sfollare nei paesi dell’interno. Anche quest’anno, in occasione del triste anniversario, sono state prese diverse iniziative. Oltre alla consueta cerimonia che si svolge da qualche tempo proprio nella via Roma, sotto i portici del Consiglio Regionale della Sardegna, dove è affissa una lapidericordo, sono state celebrate Messe di suffragio nelle chiese di Sant’Anna e di San Francesco di Paola. Si sono, inoltre, formati dei gruppi che hanno voluto riportare alla memoria dei cittadini quei tremendi momenti, percorrendo le stradine di Stampace e Marina che ne furono teatro. Ma, soprattutto, è stata ripresa la vecchia idea di erigere a Cagliari un monumento in ricordo di quei poveri morti e di dedicare una mostra permanente a quell’immane disastro. A distanza di sessantasette anni questa carenza appare evidente e suscita stupore persino nei turisti che visitano la città. I monumenti dovrebbero essere addirittura due. Il secondo, non meno importante, dovrebbe

il Cagliaritano

47


Le storie del mese dove va l’isola

Donne al comando

Massimo Fantola: Puntiamo sul microcredito

Vecchia crisi nuovi lavori “Bamboccioni” disoccupati e demotivati, forse. Ma per fortuna non solo. C’è chi il lavoro l’ha perso, o mai seriamente incontrato, e allora deve reinventarsi, perché il mutuo, le bollette da pagare e la spesa al supermercato costano caro. Costruirsi una professione sembra la nuova moda, anzi necessità, del momento e lo hanno fatto in tanti. Ad esempio Francesco Carta, 40 anni, che nel volantinaggio manifesta tutta la sua professionalità. Quattordicimila volantini al giorno, quasi un’impresa. Non

I lavoratori non sono più soli

Sarah Pinson

L’impresa, in Sardegna, programma il futuro, e lo fa con la certezza di non essere più sola. Il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna hanno deciso di aiutare le imprese isolane e il microcredito può essere l’antidoto contro la povertà. Quaranta milioni e trecentomila euro: ecco la cifra del salvadanaio salva-imprese. Quaranta milioni di euro dalla Regione per sostenere le aziende che operano nel mondo del sociale (no profit) o che hanno avviato un’attività per sconfiggere la disoccupazione; trecentomila euro dal Comune per le piccole imprese attive nel settore del turismo sostenibile, del risparmio energetico, commercio equo solidale e fonti rinnovabili. Aziende di piccole dimensioni che non riescono più a fronteggiare le sfide del mercato, deboli ma ancora battagliere. Insomma Comune e Regione, ancora insieme contro la crisi, e con loro un nuovo alleato: l’Università di Cagliari. «Il microcredito è una rivoluzione importante perché offre la possibilità di accedere ai servizi finanziari superando gli ostacoli bancari, motivo di emarginazione e disagio», precisa Antonello Melis, assessore comunale alla Programmazione e Bilancio. Mario Baccini, presidente del Comitato Nazionale per il microcredito, ha poi precisato: «Il Piano Regionale di Sviluppo mette al centro dei progetti la persona. L’ingegno individuale è la nostra scommessa». E l’Università, dal canto suo, si mette a disposizione con tre diverse ipotesi di crescita: «Una riguarda gli studenti che per difficoltà sono costretti ad abbandonare gli studi, la seconda è indirizzata a gli imprenditori che in seguito a crisi aziendali non hanno più potuto frequentare corsi di aggiornamento universitari. Ed infine la terza ipotesi, che aiuta le imprese nascenti, incentivando il loro start-up», spiega Giovanni Melis, rettore dell’Ateneo. Concordi anche Antonio Tilocca, presidente Sfirs, Franco Manca, assessore regionale al Lavoro e Salvatore Mereu, presidente della commissione della Programmazione del Consiglio Comunale.

Le donne: casa, marito, figli, spesa e lavoro (forse). E tutto sui tacchi a spillo, recita un libro. Ma oggi, in Sardegna, una su quattro è diventata imprenditrice. Sono diciottomila le aziende in rosa in tutta Italia: donne nel commercio, nell’agricoltura, donne giovani, capaci e preparate (con tanto di laurea). Una tendenza economicamente vincente, ed il progetto di Wai, Women Ambassadors in Italy”, sostenuto dal Centro Servizi per le Imprese, con sede in viale Diaz, si propone di creare una rete di contatto forte per incoraggiare e sostenere la nascita di nuove imprese nei diversi territori. «Intendiamo incoraggiare chi vuole aprire nuove aziende, offrendo gli strumenti più adeguati», precisa Sisinnio Fadda, presidente del Centro Servizi. «I grandi obbiettivi non sono impossibili, richiedono solo più impegno», esorta Maria Scanu, ambasciatrice in carica di Wai e imprenditrice di successo. La crisi economica non scoraggia le donne che si inseriscono nel m ondo del lavoro, e anno dopo anno aumentano la loro presenza: +1,61% a Sassari, +0,56% a Cagliari e +0,18 a Nuoro. I segreti per avviare un’impresa? Stabilire gli obbiettivi da raggiungere, la fattibilità tecnica e finanziaria del progetto. Insomma, un business plan competitivo e realistico, attraverso cui poter trovare eventuali partner e coperture finanziare. Questo è solo il primo passo verso il successo.

lo troveremo sul libro dei record, ma lui, così, si guadagna da vivere. Ed ancora Emilio Desogus, 28 anni, che ha aperto sotto casa un negozio di oggettistica e sviluppo foto, trasformando la sua passione per la fotografia in un lavoro. Simone Sitzia, invece, ha investito tutto su un furgoncino bianco. Con quello sbriga le commissioni per conto di imprenditori troppo occupati, persone indaffarate o per chiunque abbia bisogno del suo servizio. Anche Matteo Corona, 28 anni, lavora con un pulmino, da nove posti, con il quale trasporta i giovani da casa alla discoteca. Prezzi modici e tanta buona volontà, contribuendo anche ad evitare le stragi del sabato sera.

«Il 2010 sarà un anno complicato per i lavoratori», dichiara Franco Manca, assessore regionale al Lavoro. «Si configura addirittura peggiore di quello passato, ecco perché il nostro intervento è fondamentale», rassicura Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna. Nasce con questo intento il nuovo “Accordo quadro per l’attuazione di politiche per il lavoro in favore di soggetti svantaggiati nel marcato”, firmato tra Regione, organizzazioni sindacali, province, enti comunali ed associazioni imprenditoriali. Le strade sono state quella della semplificazione e riqualificazione professionali. Bandita la burocrazia lenta e di intralcio ai lavoratori, si fa spazio alla formazione, a nuove forme di autoimpresa e autoimpiego, che verranno incentivate con dei bonus: la Sardegna si prepara a cogliere, ma anche a creare, nuove opportunità di crescita e sviluppo. Ed ancora, 50 milioni stanziati dalla Regione per garantire la cassa integrazione in deroga a 8-11 mila dipendenti delle aziende e industrie sarde in crisi. «Un buon punto di partenza», chiude Manca, «ma ci attendono altri incontri e accordi da siglare».


Le storie del mese dove va l’isola

Sarah Pinson

sore regionale agli Affari Ketty Corona, durante il convegno dal sottotitolo “Modernizzare la pubblica amministrazione per lo sviluppo del territorio”. «Stiamo trasformando lo storico isolamento della Sardegna in opportunità di grande sviluppo, attraverso la semplificazione della burocrazia lo sviluppo delle reti di comunicazione, la valorizzazione delle caratteristiche peculiari dell’isola e il miglioramento di efficacia ed efficienza operativa dell’amministrazione regionale. È un appuntamento fondamentale che rappresenta la migliore vetrina possibile dell’innovazione in Sardegna, intesa come valorizzazione dell’esistente e individuazione di nuove prospettive di crescita», con queste parole l’assessore Corona ha presentato l’innovativo progetto. Il Forum, che conta già 630 iscritti, è destinato a crescere sensibilmente, non solo raggiungendo ma anche superando i numeri di tutte le tre precedenti tappe.

Piano per emigrati Approvato il Piano triennale 2010-2012 “linee guida per interventi in favore dell’emigrazione” insieme con il programma annuale 2010. Franco Manca, assessore del Lavoro, ha presieduto l’organismo che ha ripartito i 4 milioni e mezzo di euro a disposizione per il 2010 al fine di garantire non solo i costi dei circoli sparsi per il mondo, ma anche promuovere e sostenere la loro stessa capacità progettuale. L’aspetto innovativo sta nella e attività che mirano a rafforzare la presenza dei giovani nelle varie iniziative, sempre favorendo l’incontro e il confronto tra generazioni. «Dobbiamo valorizzare le eccellenze – ha spiegato Manca – senza per questo trascurare nessuno. Vogliamo semmai stimolare la fantasia e la creatività di tutti i circoli, premiando le idee migliori e collegando le prospettive di sviluppo socio-economico della Sardegna con le potenzialità espresse dal mondo dell’emigrazione: non a caso sono previste iniziative di diffusione e di valorizzazione delle migliori espressioni culturali, economiche ed ambientali della Sardegna, nella penisola e all’estero». 100 mila euro è la cifra destinata, inoltre, alle situazioni di particolare disagio sociale e altrettante le risorse destinate in favore degli anziani. Tra i vari progetti, diverse borse di studio destinate a stage e summer’s school, eventi sportivi internazionali da svolgersi in Sardegna, manifestazioni per la promozione ambientale, culturale ed artistica dell’isola, nascita di community virtuali, nuovi sistemi di informazione per via satellitare e informatica.

Banda Larga e informatizzazione

49

il Cagliaritano

È stata avviata la serie di incontri tra la Commissione Industria, il presidente della Sfirs Tonino Tilocca, e i dirigenti della Galsi, che dal 2003 si occupa del progetto, dalla realizzazione alla gestione del gasdotto Algeria-Sardegna-Italia. La data di realizzazione è fissata per il 2014 e, sebbene la società sia pronta, sono necessarie prima tutte le autorizzazioni da parte dei ministeri. «Io sono un fautore di una metanizzazione spinta - ha affermato Tilocca - Con la realizzazione del progetto l’energia costerà un terzo in meno e non ci sono pericoli dal punto di vista ambientale». Come è stato specificato, infatti, l’impatto ambientale risulterà quasi nullo: i tubi non saranno visibili ma posati sul fondo del mare, senza dover effettuare scavi o trincee di sorta. Inoltre, «il gas naturale produce in fase di combustione una minore quantità di inquinanti atmosferici. Il suo utilizzo in alternativa al petrolio e al carbone, i combustibili fossili più inquinanti e attualmente più utilizzati in Sardegna, aiuterà a ridurre il livello delle emissioni nocive in atmosfera contribuendo al miglioramento della quantità dell’aria e dell’ambiente». Emerge con chiarezza come anche i benefici economici non tarderebbero certo ad arrivare da questa svolta: si è valutato che ogni famiglia sarda risparmierebbe 270 euro l’anno grazie all’utilizzo del metano anche nel settore elettrico. Per non parla-

Il piano dei riformatori “Norme e provvidenze in favore della Famiglia”: questo il titolo della proposta di legge dei consiglieri regionali dei Riformatori Franco Meloni, Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Attilio Maria Dedoni, Pietro Fois e Francesco Mula. La famiglia al centro della società sarda è il traguardo cui mirano i sei firmatari proponendo, tra le varie finalità, l’abbattimento dei mutui per le abitazioni, prestiti per arredi della prima casa per le giovani coppie, salario di disoccupazione, finanziamento per asili nido e nidi familiari, aiuti economici tramite una social card e riconoscimento del lavoro casalingo delle donne e degli uomini. La spesa prevista è di circa 129 milioni di euro nel 2010, 39 milioni per i successivi fino al 2020. «Stiamo uscendo da anni in cui la famiglia è stata sottoposta ad attacchi» - ha affermato Cossa - «oggi invece si è riscoperto il suo ruolo e con questa proposta vogliamo di nuovo mettere al centro le persone che formano una famiglia confermando l’assoluta parità tra uomo e donna e la tutela del lavoro casalingo». Gli aspetti più innovativi della proposta risultano indubbiamente il salario di disoccupazione per le famiglie monoreddito in assenza di altri introiti quando si sia perso il lavoro, e una social card per le famiglie con meno di diciottomila euro annui, che va dai 360 euro per tre componenti agli 800 euro per sei componenti. Come ha ricordato anche l’assessore regionale al Bilancio, Giorgio La Spisa, si tratta senza dubbio di «una legge coraggiosa che sarà osteggiata da molti, ma in finanziaria è stato inserito l’impegno per una legge sulla famiglia e questa proposta può essere riferita a tale ambito».

Sarah Pinson

Connettività a banda larga, informatizzazione digitalizzazione, semplificazione e alleggerimento degli oneri amministrativi, performance, efficienza e trasparenza nella pubblica amministrazione, investimento nella formazione, cultura del merito, valorizzazione delle eccellenze e scuola digitale: ecco le nuove parole d’ordine della Regione Sardegna. Questi stessi temi hanno animato il dibattito del “Forum dell’innovazione: primo piano sulle eccellenza della Sardegna, quarta tappa del viaggio nell’Italia che vuole innovare”, iniziativa presentata dall’asses-

Gasdotto Algeria

re poi delle industrie, in cui il vantaggio economico per il settore arriverebbe a oltre 300 milioni di euro l’anno.


CagliariCALCIO

1969/70

40 anni s


storici



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.