Progetto:
Direzione:
A cura di:
Gianfranco Matarazzo
Alessandro Trabucco
Testo: Alessandro Trabucco
Traduzione: Benedetta Del Buono
Crediti fotografici: Studio Boys, Roma
Grafica: GiaMaArt studio - Vitulano (BN)
Allestimento: Achille Capobianco
Opera in copertina: L'uomo in pi첫 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 35 x 45, 2013
Si ringrazia: Gennaro De Filippo Maria Grazia De Maria Tommaso De Maria Nicola Frattasi Vittorio Glorioso Maria Isolani Antonio Limata Loreta Marinaccio Antonio Mauro Vittoria Mauro Maria Teresa Carmen Melillo Stefania Mileto Marcello Pezza Riccardo Ragazzi Rossella Valles Franco Zucchi Jacopo Zucchi
Alessandro Trabucco
AREA DI GIOCO Alessandro Trabucco
Affrontare una tematica, non dico inedita ma sicuramente particolare, come quella dello sport, è abbastanza raro se non addirittura singolare nell’arte contemporanea. Questo forse perché si tratta di un argomento pro-positivo, affermativo, stimolatore di pensieri e riflessioni favorevoli, di benessere e di vitalità, per un’attività che dovrebbe rientrare regolarmente nella quotidianità di ciascun individuo. L’arte contemporanea, soprattutto quella (la maggior parte) che prende in considerazione solo questioni legate ad avvenimenti di carattere sociale e politico, sembra invece concentrata su quegli aspetti di denuncia, più o meno diretta, di condizioni disagevoli e di precarietà, quindi più vicine alla cronaca che normalmente riempie le prime pagine dei quotidiani e i primi servizi dei telegiornali. L’attenzione per ciò che di negativo segna l’esistenza dell’uomo svolge il ruolo di protagonista, a volte anche in un modo sin troppo scontato e ripetitivo. La parola sport è sinonimo di benessere, mentale e fisico. Appena lo si pronunci questo termine non può che evocare pensieri e riflessioni sui benefici effetti che la sua pratica può infondere su chiunque lo eserciti con regolarità. Attualmente lo sport in generale gode di una popolarità mai vista prima, eventi di dimensioni planetarie, come le ultime Olimpiadi svoltesi a Londra nell’estate 2012, così come alcune discipline sportive ritenute un tempo di nicchia (basti pensare alla sempre più crescente popolarità di cui ha goduto per esempio il rugby negli ultimi anni), stanno avendo una diffusione mediatica sempre più massiccia e ramificata, tanto da innescare una sorta di incoraggiante spirito di emulazione, soprattutto nel mondo giovanile, in grado di convincere sempre più persone a scegliere di intraprendere con continuità una disciplina sportiva, naturalmente quella che più si addica alle proprie caratteristiche fisiche. A livello amatoriale poi, semplicemente come attività di intrattenimento e svago, o anche agonistico, come impegno professionale costante, lo sport predispone chi lo pratica ad un’autodisciplina piuttosto controllata e ad un elevato senso di responsabilità, soprattutto se l’obiettivo che ci si prefigge è quello di ottenere dei risultati significativi e dei continui miglioramenti. Lo sport, in tutte le sue espressioni, ha avuto nel corso del tempo una propria costante evoluzione, come tutte le attività umane, resa possibile sia dai progressi delle ricerche scientifiche e tecnologiche, sia da un più sottile avanzamento del pensiero umano e delle potenzialità messe a disposizione dalle nuove scoperte e dai mutamenti degli stili di vita e di convivenza sociale. Per questo motivo è molto importante riflettere sul connubio arte – sport, rapportare la parte creativa dell’essere umano con la sua parte più razionale,
sottoposta a regole ben precise da rispettare (ma non è assolutamente escluso che non ci siano un’importante componente creativa nello sport e, viceversa, delle regole estetiche e tecniche non scritte ma perlomeno da intuire e seguire nell’arte), scoprendo degli interessanti punti in comune, come la passione e la dedizione incondizionate, qualità necessarie a svolgere attività mentali e fisiche indispensabili allo sviluppo dell’uomo. L’Area di gioco indica uno spazio delimitato ben preciso entro il quale si svolge l’esercizio fisico, solitamente delineato da segnali che ne indicano chiaramente il perimetro, il più delle volte invalicabile dallo sportivo durante lo svolgimento della propria attività o gara. Nel nostro caso, estendendo il significato di questo termine tecnico alla realtà della mostra personale di Fernando Zucchi, l’Area di gioco diventa temporaneamente e simbolicamente lo spazio espositivo della galleria GiaMaArt studio, che presenta un percorso definito nei minimi dettagli dall’artista il quale analizza, con consapevolezza e preparazione (in quanto praticante abituale di sport da parecchi anni), diverse discipline sportive, contestualizzandole e sviluppandone concetti metaforici che si riferiscono anche a quelle esperienze di vita quotidiana nelle quali ognuno di noi può riconoscersi ed identificarsi. Zucchi realizza dipinti su tavola, tecniche miste interamente dedicate allo sport, visto come attività globale esaminata da svariati punti di vista, concentrando l’attenzione su quegli aspetti culturali ed antropologici che ne hanno sviluppato le caratteristiche sino alle attuali forme più conosciute e diffuse. L’artista coglie alcuni dei momenti culminanti di ogni attività sportiva che sceglie di rappresentare, integrando le composizioni con interventi tridimensionali attraverso l’aggiunta di sagome stilizzate eseguite al traforo con cura e precisione. Queste silhouette multicolori, che fuoriescono dalla superficie bidimensionale dipinta, rappresentano delle indicazioni di lettura e d’interpretazione che l’artista fornisce allo spettatore per consentirgli di decifrare il particolare simbolismo dei significati che caratterizza la sua ricerca iconografica, comunque sempre diretta ed essenziale, realizzata attraverso una pittura mai limitata alla semplice rappresentazione di un evento, ma sempre arricchita da riflessioni più approfondite. L’artista prende dunque in esame delle caratteristiche che potremmo definire “logistiche” di alcuni sport, come il rapporto tra l’uomo e la natura, rappresentato da quelle attività necessariamente da svolgere all’aperto e a stretto contatto con l’ambiente, come lo sci, l’alpinismo, la vela, il ciclismo, la corsa campestre, il rafting, le immersioni subacquee. Egli, attraverso questa particolare tecnica del traforo, differenzia ma allo stesso tempo mette in relazione nella stessa tavola due diversi elementi, apparentemente distanti tra loro, ma uniti da una sorta di “associazione di idee” anche casuali, immaginate, oppure semplicemente
ricavate da esperienze personali o condivise. Il risultato è la sovrapposizione di figure disegnate come contorno, che rappresentano l’attività sportiva specifica, e l’immagine multicolore in rilievo, che raffigura il pensiero associato dall’artista all’immagine posta sullo sfondo. Il primo piano diventa quindi il supporto metaforico del soggetto primario, il riferimento visivo di un “pensiero laterale”, richiamo indiretto alla tematica principale. Un altro aspetto che Zucchi esamina è quello del modello di piacevolezza fisica diffuso nella società contemporanea da una cultura del corpo inteso come espressione degli ideali di armonia, forza e bellezza. In questo senso l’artista pone attenzione a quei luoghi nei quali è possibile coltivare questi aspetti e condividerne obiettivi e risultati. La palestra, il centro benessere, la piscina, sono quindi degli ambienti costruiti dall’uomo appositamente affinché lo sportivo (anche solo amatoriale) possa mettere a punto la propria forma fisica e tenerla costantemente sotto controllo. Non meno importante è l’approfondimento storico che Fernando Zucchi ha effettuato nei confronti dell’evoluzione di alcune attività legate soprattutto all’ambito lavorativo e bellico, permessa dall’avanzamento delle innovazioni tecnologiche, una trasformazione che ha determinato il riutilizzo di certi oggetti o mezzi di trasporto in tipiche attività sportive o di puro svago. L’analisi assume quindi anche un taglio socio/antropologico attribuendo al lavoro artistico di Fernando Zucchi l’aspetto di studio attento ed approfondito verso quei mutamenti che si sono verificati lentamente nel tempo e che sono stati completamente assorbiti dalla normale funzione e fruizione di certe pratiche sportive, divenute ormai tradizionali. Come nel caso del cavallo, il quale, perdendo la propria mansione di mezzo di trasporto e di lavoro nei campi, è entrato a far parte, come elemento principale, di alcune discipline sportive, oppure la vela, che diventa sport una volta introdotto il motore nelle imbarcazioni commerciali, o ancora le armi bianche, introdotte definitivamente nel solo ambito sportivo una volta inventate quelle da fuoco (ma chiaramente documentate ancora nelle attività sportive dell’antichità greca e romana). Tutte queste particolari riflessioni trovano nel lavoro di Fernando Zucchi una significativa rappresentazione, mai didascalica o semplicemente descrittiva, ma integrata da elementi figurativi ben equilibrati e soprattutto, come detto in precedenza, elaborati in modo da ottenere delle immagini che raffigurino momenti di attività sportiva, riconoscibile nelle sue tipiche azioni, abbinate a dettagli apparentemente disarticolati dal contesto, delle istantanee recuperate dalla memoria e re-immesse in un flusso narrativo comunque caratterizzato da contenuti simbolici ed essenziali.
AREA DI GIOCO (game area) Alessandro Trabucco
Addressing an issue, not an unprecedented one, but certainly one that is particular such as sport, is rather rare, if not unique in contemporary art. This may be because it concerns a pro-positive issue, an affirmative stimulator of thoughts and favourable reflections, of well-being and vitality, an activity that should be included regularly in the daily life of each individual. Contemporary art, especially (the majority) that which only takes into account issues related to events of social and political character, seems focused on those aspects of reporting more or less difficult and precarious conditions. Therefore, art is often closer to matters that normally fill the front pages of newspapers and the latest news broadcasts. Usually, the attention falls on things that negatively mark the existence of Man and that then play the starring role, at times, in an overly too-obvious and repetitive way. The word sport is synonymous with mental and physical well-being. As soon as this term is pronounced, it evokes thoughts and reflections on the benefits that this practice can infuse on anyone partaking in it regularly. Currently, sport in general enjoys a popularity never before seen. Planetaryscale events, such as the last Olympics held in London last summer, as well as sports once thought to be on the fringe (let us take the growing popularity that rugby has enjoyed in recent years as an example), that are now having an increasingly massive and branched out media coverage. All this has triggered a kind of positive spirit of emulation, especially in the youth, able to push more and more people into choosing to undertake, with continuity, a sport that is best suited to their physical characteristics. At amateur level then, simply as an activity of entertainment and leisure, or even as a competitive, constant professional commitment, sport prepares its practitioner to self-discipline which is rather controlled and with a high sense of responsibility, especially if the goal set is that of achieving significant results and continuous improvement. Sport, in all its expressions, has over time had its own constant evolution. As is all human activities this has been made possible by both advances in scientific and technological research, as by a more subtle progress of human thought and potentialities, provided by new discoveries and changes in lifestyles and social interactions. For this reason, it is very important to reflect on the Art - Sports relationship: to relate the creative part of the human being with its most rational subject and to very specific rules to be respected. However, it is not excluded that there is an important creative component in sport and, conversely in art there are unwritten aesthetic rules and techniques to be (at least) guessed and
followed. Therefore, one can discover some interesting points in common, such as passion and dedication: unconditional qualities necessary to perform mental and physical activities necessary for the development of Man. The term "Game Area" refers to a delimited, precise space within which the exercise takes place, usually delineated by signs that clearly indicate the perimeter which most of the times remains impassable by the sportsman/woman during the course of his/her activity, match or competition. In our case, extending the meaning of this technical term to the reality of Fernando Zucchi’s personal exhibition, the Game Area temporarily and symbolically becomes the exhibition space of the GiaMaArt studio gallery. Here we are presented with a path defined in detail by the artist analyzing with awareness and preparedness (as a solid practitioner of sports over several years) different sports: contextualizing and developing metaphorical concepts that refer also to the experiences of everyday life in which each one of us can recognize and identify him/herself. Zucchi presents works painted on canvas executed via mixed techniques and entirely dedicated to sports, as a global activity examined from various points of view, focusing on aspects of cultural and anthropological characteristics that until now, have developed their current and most well-known forms. The artist has captured some of the highlights of every sport that he chooses to represent by integrating the three-dimensional compositions, with interventions through the addition of stylized silhouettes, tunneled with care and precision. These multi-coloured silhouettes, coming out of the two-dimensional painted surface, are indications of reading and interpretation that the artist gives the viewer to allow him/her to decipher the meanings of particular symbolism that characterizes the artist’s iconographic research which is always direct and essential, through art that is never limited to simple representation of an event, but always enriched by further reflection. The artist thus takes into consideration the features that could be called "logistics" of some sports, such as the relationship between Man and Nature, represented by those outdoor activities that need to be carried out in close contact with the environment: skiing; mountaineering; sailing; cycling; crosscountry running; rafting and scuba diving. Through this particular technique of the tunnel, the artist, differentiates but at the same time brings together two different elements in the same table, seemingly distant from each other, but united by a sort of "association of ideas" also random, imagined, or simply derived from personal or shared experiences. The result is the overlapping of figures drawn as contours, which represent the specific sporting activity, and the multicoloured image in relief, depicting the artist’s thought associated to the image in the background. Thence the foreground becomes the metaphorical support of the primary subject, the visual reference of a "lateral
thought": indirect reference to the main theme. Another aspect that Zucchi examines is the model of physical pleasure widespread in contemporary society from a culture of the body as an expression of the ideals of harmony, strength and beauty. In this sense, the artist pays attention to those places where it is possible to promote these aspects and define objectives and results. The rooms in general, the gym, the spa, the pool are specifically man-made so that the athlete (even amateur) can develop their physical fitness and keep it constantly under control. No less important is the historical study that Fernando Zucchi has undertaken on the evolution of certain activities related mainly to war and the working environment that have been allowed due to the advancement of technological innovations, a transformation that resulted (over time) in the reuse of certain objects or means of transport in typical sports or in the arena of pure entertainment. The analysis therefore assumes a social / anthropological cut, attributing to Fernando Zucchi ‘s artistic work the appearance of careful and thorough study of those changes that have occurred slowly over time and that have been completely absorbed by the normal function and use of certain sport practices, which have become traditional. As in the case of the horse, which, losing its function as a means of transportation and work in the fields, has entered into certain sporting disciplines as a principal component. Moreover, sailing has become a sport in its own right, once the engine was introduced in commercial crafts. Furthermore, weapons have been definitively introduced in the sports arena with the advent of the invention of firearms (and in the past, clearly documented in the sporting activities of Greek and Roman antiquity). All these special considerations find significant representation in the work of Fernando Zucchi, never didactic or merely descriptive, but an integral part of figurative well-balanced elements and above all, as mentioned earlier, processed to obtain images that depict moments of sporting activity. Here we find such activity, recognizable in its typical actions, combined with details seemingly disjointed from the context: snapshots retrieved from memory and re-entered into a narrative flow, characterized by symbolic and essential content.
Alto valore naturalistico 1 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 90 x 70, 2013
Alto valore naturalistico 2 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 90 x 70, 2013
Alto valore naturalistico 3 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 90 x 70, 2013
Il sogno di una vita 1 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 2 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 3 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 4 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 5 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 6 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 7 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 8 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il sogno di una vita 9 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Volare Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Sentire Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Sognare Tecnica mista su supporto ligneo, cm 60 x 45, 2013
Il ricordo aiuta a vincere Tecnica mista su supporto ligneo, cm 45 x 35, 2011
Essere a contatto Tecnica mista su supporto ligneo, cm 45 x 35, 2012
Il ricordo aiuta a vincere 1 Tecnica mista su supporto ligneo, cm 70 x 45, 2011
Foto: Martina Monopoli
FERNANDO ZUCCHI Nasce a Roma nel 1969 dove vive e lavora. Was born in Roma in 1969, he lives and works in Roma.
Mostre Personali / Solo exhibitions 2013 2012 2010 2009 2005 2004 1999 1996 1993
"Area di gioco", Galleria GiaMaArt studio, Vitulano (BN); "Stefania Mileto / Fernando Zucchi - Scoppia la coppia", Palazzo Zenobio - Collegio Armeno, Venezia; "Acqua" (Metamorfosi di luce e forme della conoscenza), Banca Carige, Roma; "La sensibilità dell'orizzonte", Dora Diamanti Arte Contemporanea, Roma; "Tutta un'altra storia", Studio d'arte fedele, Monopoli; "www.Piziarte.net", Piziarte, Teramo; "Waiting", Galleria Romberg Arte Contemporanea, Latina; "L'Opera nel tempo di privazione", Castello di Carlo V, Lecce; "Hipotesis Italiana", Palacio De Los Condes De Cabia, Granada, Spagna.
Mostre Collettive / Group exhibitions 2012 2012 2012 2012 2011 2011 2011 2011 2010 2009 2009 2009 2008 2008 2008 2008 2007 2007 2006 2006 2006 2006 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2004 2004 2004 2004 2004 2003 2003 2003 2002 2002 2002 2002 2002 2001 2001 2000 2000 1999 1997
"CUTLOG" mostra mercato, Bourse de Commerce Parigi, Romberg arte contemporanea Latina; "Percorsi di figurazione oggi" Premio Vasto, Scuderie di Palazzo Aragona, Vasto; "Sweet home", Galleria Piziarte, Teramo; "AAM 2012", Palazzo Sole 24 ore Milano, GiaMaArt studio, Vitulano (BN); "Arte Padova", Mostra mercato d'arte Contemporanea, GiaMaArt studio, Vitulano (BN); "Tamburo di latta", Romberg Arte Contemporanea, Latina; "LINKOLORS. Pictures/Images", Complesso Monumentale di San Francesco, Giffoni Valle Piana (SA); "A Dora", Dora Diamanti Arte Contemporanea, Roma; "Tratti tangenti", Galleria GiaMaArt studio, Vitulano (BN); "Artabù | icone della trasgressione", Complesso Monumentale S. Francesco, Giffoni Valle Piana (SA); "Scanning 5/9 ", Studio Soligo, Roma; "Dove eravamo rimasti?" EB Gallery, Roma; "Per Amore. La Raccolta Caggiano", Palazzo Incontro, Roma; "Scanning", Un'esplorazione a puntate della pittura figurativa romana, Studio Soligo, Roma; "Premio Terna" finalista; "Nessun contatto" Galleria Piziarte ,Teramo; "La bellezza del mondo", Galleria GiaMaArt Studio, Vitulano (BN); "Discaric-Art", Sublime disfacimento centro studi Cappella Orsini, Roma; "Cio che è infinitamente piccolo", Galleria Civica Palazzo Loffredo, Potenza; "DonnArt, arte per Roma arte per il sociale", Asta di beneficenza, Casa del Cinema, Roma; "Human@rt", Le Ciminiere Artefiera, Catania; "Quindici anni", Scuderie Aldobrandini, Frascati (RM); "Silvia quattro anni di ritratti", Galleria il Polittico, Roma; "Interferenze", 50° Premio Termoli, Termoli; "Presente Indicativo", Galleria Davico, Torino; "Bilingue", Galleria Il Sole Arte Contemporanea, Roma; "Outcomeout" (l'identità molteplice della pittura), Ass. culturale Incentro, Roma; "Figure Artisti in Archivio", Archivio Centrale dello Stato, Roma; "Premio Celeste", Galleria l'Albero Celeste San Gimignano (SI); "Osiride, le lune e i pianeti", Galleria Peccato veniale, Madrid; "Nel Segno della Pittura", 49° Premio Termoli, Termoli; "La Quotidiana Scoperta", Galleria Temple University, Roma; "Per Amore", La raccolta Caggiano, Complesso di Santa Sofia, Salerno; "La fattoria degli animali", Galleria Mascherino, Roma; "Occhio!", ex macello, località San Clementina, Benevento; "L'oro dei Castelli", Museo Scuderie Aldobrandini, Frascati (RM); "N'ebbe compassione", Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, Roma; "Fons Olei" Arte, Coltura e Icone dei Nostri Tempi, Castello Savelli, Palombara Sabina (RM); "Misure Uniche per una collezione", Collezione Fiocchi, Palazzo Tiranni Castracane, Cagli; "Il Figlio Prodigo, Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone - Roma; "Adriano e le sue memorie", Tempio di Adriano, Piazza di Pietra, Roma; "Premio Morlotti", Palazzo Comunale Imbersago (LC); "Il Novecento In Tavola", Da Duchamp e De Chirico al 2001, Palazzo Ruspoli, Nemi (RM); "Il Novecento In Tavola", Da De Chirico a Warhol, Culturalia Pala Fiera, Roma; "Leggerezza", Spazio Consolo, Milano; "Trailer Painting", Galleria Romberg Arte Contemporanea, Latina; "Transfert", Galleria Romberg Arte Contemporanea, Latina; "Lady D.", Trevi Flash Art Museum, Trevi;
Hanno scritto di lui/ People who have written about him: Ludovico Pratesi, Paolo Nardon, Lorella Scacco, Omar Calabrese, Monica Torrusio, Paolo Balmas, Gianluca Marziani, Claudio Crescentini, Arianna Antoniutti, Arnaldo Romani Brizzi, Lorenzo Canova, Barbara Martusciello, Marcello Pezza, Carlo Fabrizio Carli, Marica Ciaprini, Alessandro Trabucco.