anno Xii n. 67/2012
NOTIZIE
La FERpi CHE VoRREi Ferpi: a Bologna per la revisione del modello associativo > P. 20
pRoFESSionE Dal Wprf di Melbourne un nuovo mandato per le Rp
L'inTERViSTa Pasquale Cascella Uomo comunicazione di Napolitano > P. 4
> P. 14
RELAZIONI PUBBLICHE
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MAGAzinE DELLA FEDERAzionE RELAzioni pubbLichE iTALiAnA
DA MELBOURNE ALLE RP 2.0 Il nuovo anno si apre con una sfida epocale per le Relazioni pubbliche che viene, come espresso chiaramente nel Mandato di Melbourne - per la prima volta nella storia - “dall’accesso dei pubblici della comunicazione alla comunicazione stessa come protagonisti”. I nostri pubblici sono diventati essi stessi comunicatori. Cosicché quel “governo delle relazioni” che a molti, troppi, per tanto tempo è sembrato teoria lontana dalla pratica, sta divenendo un imperativo irrinunciabile per le organizzazioni più diverse, dalle più piccole alle grandi società per azioni. I nostri pubblici, a differenza del passato, sono “always in”, sempre in relazione tra di loro, con le aziende, con i media. Un cambio di paradigma che apre una nuova era per la funzione e la professione delle Rp. Oggi possiamo parlare, a ragione, di Rp 2.0. Se le digital Pr erano state il campanello d’allarme di una rivoluzione appena cominciata, l’accessibilità 24/7 ha cambiato la prospettiva operativa. Il futuro è adesso, parafrasando un recente messaggio del Presidente Patrizia Rutigliano e la campagna elettorale sarà il primo e importante banco di prova per la nostra professione come lo è stato per i colleghi d’oltreoceano nelle recenti presidenziali americane. Quella comunicazione politica considerata sempre cenerentola sta diventano, nella società delle campagne permanenti, il banco di prova “professionale” attorno cui ruota e ruoteranno sempre di più anche le altre funzioni specialistiche. Ne parliamo nell’ampio focus di primo piano dedicato alla comunicazione politica dando voce ad alcuni dei più autorevoli esperti in materia. Da Melbourne è venuta anche un’altra importante indicazione sul futuro della comunicazione: la necessità di parlare del “carattere” dell’organizzazione vista sempre di più come un’entità vitale di cui la comunicazione, nella network society teorizzata da Manuel Castells, ne rappresenta l’anima. Come saranno le Rp del futuro e cosa ci aspetta? Difficile saperlo. L’unica certezza è la necessità di una community professionale forte che sia allo stesso tempo punto di riferimento e luogo di confronto, dibattito e crescita. E’ l’obiettivo che si è data Ferpi avviando una radicale quanto necessaria revisione del modello associativo sviluppata attraverso una campagna d’ascolto dei soci ma anche non soci e che porterà nei prossimi mesi all’assemblea straordinaria.
professione
L'editoriale
La trasparenza decisiva per la creazione di valore
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&
Giancarlo Panico Vladimiro Vodipivec
di patrizia Rutigliano
coMunicAzionE poLiTicA 2013: L'ANNO DELLA SVOLTA Le elezioni politiche di febbraio rappresentano un banco di prova per le Relazioni pubbliche. L'Analisi di Mario Rodriguez e i contributi di pira, cazzulini, Ferrazzi, Trupia, Race, Deruda, colle. Le interviste a Sofia Ventura, Pasquale Cascella e Paolo Messa.
post.it
di Giampietro Vecchiato
ALLIANCE MANAGER O MANAGER DI RETE? La crescente competizione (sia interna che internazionale); la progressiva necessità di potenziare le capacità di innovazione; le necessità di creare nuovi mercati unite all’obbligo di una crescita dimensionale delle imprese, stanno sempre più spostando il focus decisionale ed operativo dalle singole imprese alle loro aggregazioni. Questo nuovo scenario, arricchito dalla recente istituzione del Contratto di rete, richiede la presenza di una nuova figura professionale: l’Alliance manager o Manager di rete, che dovrà possedere molteplici abilità e competenze per supportare la rete dalla sua formazione (start-up) alla sua maturazione e affermazione (evolution). Il Manager di rete dovrà: - governare le relazioni tra tutti i
soggetti della rete (comunicazione interna); - armonizzare i diversi interessi in campo e coordinare le attività dei singoli; - progettare e coordinare lo sviluppo commerciale della rete; - controllare il know-how, i processi esternalizzati ed i comportamenti dei partner; - elaborare le strategie, i piani e le iniziative dell’organizzazione (compresa la fase di comunicazione esterna); - curare l’analisi dei bisogni dei soci e promuovere il conseguimento degli obiettivi imprenditoriali degli associati; - contribuire alla difesa degli interessi della rete e della comunità di riferimento nei confronti di terzi. Si tratta di una nuova figura pro-
fessionale che permette alle reti di formarsi e di durare nel tempo, assolutamente necessaria per la loro sopravvivenza. Una figura che, all’interno, coordina le attività operative e la comunicazione tra i partner; all’esterno, la rappresenta nei confronti del territorio e della business community. L’Alliance manager non partecipa alle scelte delle imprese in rete, ma identifica le opzioni possibili per permettere alle imprese una scelta veloce, consapevole ed efficace. Le sue abilità, oltre alle classiche competenze di management, sono così sintetizzabili: capacità di governare le relazioni, capacità di mediazione, competenze di problem solving e di promozione/vendita della rete. Un nuovo spazio per i relatori pubblici?
E’ motivo di soddisfazione riscontrare che un numero sempre maggiore di enti, aziende e istituzioni sia disposto a sottoporsi prima al giudizio di una Giuria e poi all’accostamento con altre realtà, siano esse dirette concorrenti o meno. E' questo il dato più interessante che emerge dall’edizione 2012 dell’Oscar di Bilancio. L’esser trasparenti, finalmente, non viene percepito come un potenziale rischio ma come un elemento decisivo nel processo di creazione di valore. Redigere un bilancio, oggi, è operazione assai più complessa e dinamica rispetto a un tempo e richiede, oltre ovviamente a competenze specifiche e al rispetto delle normative, anche una sensibilità e un’attenzione ai tanti segnali di cambiamento provenienti dal tessuto in cui opera l’azienda. Oggi, nella stesura del bilancio, le aree di amministrazione, finanza e controllo coinvolgono professionalità e aree aziendali diverse: funzioni di staff e funzioni di linea, perché la comprensione del business non passa solo attraverso la sua rendicontazione. Il percorso avviato dalle aziende – direi sempre più di ogni ordine di grandezza – coincide con un più ampio e profondo processo di cambiamento della cultura delle organizzazioni, che risponde, a sua volta, a una sempre maggiore esigenza d’interazione con gli stakeholder, interni ed esterni. Le aspettative coinvolgono sempre più aspetti sociali continua a pag 2 >>