Dal suono al segno grafico - Volume 3 - Segni in Musica

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Gianluca Santoro

Segni in musica

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Alfabeti tipografici / 3


Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica Biennio specialistico in Graphic Design–Editoria Anno Accademico 2016/2017 Grafica Editoriale Docente Gianni Latino Redazione e Progetto grafico Gianluca Santoro Libro 120x180 mm 4 sedicesimi stampa su carta Favini Aralda 120 g/m2 Pubblicazione composta in Garamond, realizzato da Claude Garamond nel 1530. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni, o con qualsiasi sistema di memorizzazione o recupero senza espressa autorizzazione scritta da parte dell'autore e dell'istituzione accademica. © Copyright 2018 Accademia di Belle Arti di Catania Gianluca Santoro Tutti i diritti riservati www.abacatania.it


Gianluca Santoro

Segni in musica



Indice

Segni in musica La scrittura musicale Le chiavi Gli ornamenti Abbreviazioni

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La scrittura musicale Le chiavi



La scrittura musicale

La musica viene trascritta attraverso dei segni puntiformi, le cosiddette figure, che rappresentano le note musicali.

Gambo

Nota musicale

Coda

Testa

Queste figure vengono collocate in modo spaziale su di un supporto denominato rigo musicale o meglio conosciuto come pentagramma.1 Il pentagramma prevede cinque linee orizzontali e viene letto da sinistra verso destra. Sia le righe che gli spazi del rigo sono utilizzati per la trascrizione e sistemazione delle note.

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Il pentagramma oltre ad essere semplice (come abbiamo visto nella pagina precedente), può essere doppio, triplo o multiplo. Il pentagramma doppio (formato da due pentagrammi semplici uniti da una graffa) è usato da altri strumenti, come il pianoforte, l’arpa, l’harmonium, e simili, le cui possibilità foniche abbracciano tutta la gamma degli strumenti appena citati.

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Il pentagramma triplo si usa nella grafica per le musiche d’organo: due pentagramma per le tastiere e un pentagramma per le note gravi affidate alla pedaliera.

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Il pentagramma multiplo serve per le partiture dei complessi strumentali, vocali-strumentali e dell’orchestra.2

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Capita spesso che cinque linee e quattro spazi non sono sufficienti per tutte le note. Per questo motivo, per superare tale difficoltà, fu necessario aggiungere alle linee principali alcuni brevi tagli addizionali meglio conosciuti come linee supplementari. Queste linee supplementari sono residui accorciati dei tempi in cui si usava il rigo con più di cinque linee.

Per procedere in modo adeguato attraverso questa mappa musicale è necessario avere un punto di riferimento con il quale è possibile orientarsi e conoscere quali sono le relative altezze ai nomi delle note. Questa funzione è sostenuta in musica grazie all’uso delle chiavi.3

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Le chiavi

L’altezza delle note viene stabilita tramite un riferimento assoluto che viene trascritto all’inizio del pentagramma. Questo riferimento è la chiave musicale che, posta esattamente su di una linea, fissa esattamente l’altezza delle note poste su quella linea precisando di conseguenza l’altezza di tutte le altre. Le chiavi sono tre: quella di Sol che indica la posizione del Sol3, di Fa che segna il posto di Fa2 e infine quella di Do per il Do3.4

Chiave di Sol (o di violino)

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Chiave di Fa (o di basso)

Chiave di Do


Evoluzione grafica delle chiavi.

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Chiave di Do La troviamo presente in caso do doppio pentagramma (detto anche endecalÏneo) ed è posta al centro dei due pentagramma e fissa la posizione del Do centrale.

Do

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Dopo aver stabilito la posizione del Do centrale è possibile trovare e fissare l’altezza di tutti i suoni musicali sia ascendenti che discendenti.

Do

Do

Do

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Successivamente, per facilitare la lettura della partitura, nel doppio pentagramma oltre alla chiave di Do vengono aggiunge le chiavi di Sol (o di Violino), nel pentagramma superiore, e la chiave di Fa (o di basso), nel pentagramma inferiore.5

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Chiave di Sol (o di Violino) Ăˆ quella chiave che fissa la posizione della nota Sol posta sulla seconda linea del pentagramma semplice e corrispondente alla quinta nota ascendente del Do centrale.

Sol

Viene chiamata anche chiave di violino perchÊ la musica sia per violino sia per la voce acuta (canto) viene trascritta con questa chiave. Il suo segno grafico è il risultato di una graduale trasformazione della lettera G che nella notazione letterale corrisponde appunto alla nota di Sol..6

Sol

Sol

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Chiave di Fa (o di Basso) Ăˆ quella chiave che fissa la posizione della nota Fa. Viene chiamata anche chiave di basso perchĂŠ usata nella scrittura musicale di basso e per tutti gli strumenti la cui estensione musicale si collega al registro grave: contrabbasso, trombone basso, fagotto, pianoforte (per le note che dal Do centrale scendono verso la regione grave) etc. Il suo segno grafico è il risultato di una graduale trasformazione della lettera F che nella notazione letterale corrisponde appunto alla nota di Fa.7

Fa

Fa

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Fa


Do5

Do6

Do7

Do4

Do1

Do2

Do3

Scala generale dei suoni (riferimento alla tastiera del pianoforte).

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Chiave di Violino (o di Canto)

Chiave di Soprano

Chiave di Mezzosoprano

Chiave di Contralto

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Chiave di Tenore

Chiave di Baritono

Chiave di Basso

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Gli ornamenti



Gli ornamenti

In musica, come nelle arti figurative, un ornamento è qualcosa che si aggiunge a scopo decorativo all’interno dell’opera. Nella musica d’arte le varie note ornamentali sono composte ed indicate nella notazione in modo conscio e chiaro.8 La realizzazione di questi ornamenti, detti anche note ausiliarie o abbellimenti, è sempre stato motivo di discussione poiché non è mai stato possibile stabilire un metro comune per la loro interpretazione. Per ovviare a questi inconvenienti, oggi nelle musiche moderne, gli autori scrivono per esteso gli ornamenti. Gli ornamenti principali sono: l’8va, l’appoggiatura, l’acciaccatura, il mordente, il gruppetto, il trillo, il tremolo e, per l’arpa e il pianoforte, l’arpeggio.9

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Ottava Nella pratica strumentale troviamo spesso l’uso di suoni molto acuti oppure molto gravi. Per la trascrizioni di questi suoni è spesso necessario l’uso di molte linee supplementari, rendendo così difficile la lettura della partitura. Per ovviare a tale problema ci si avvale di un segno di 8va chiamato ottava sopra, oppure ottava sotto o bassa se posto sotto il pentagramma semplice o doppio. In questo modo tutte le note poste sotto l’area delimitata dal simbolo 8va vanno eseguite un’ottava sopra o un’ottava sotto rispetto a quella espressa dalle note nella loro posizione trascritta.10

Grafia

Esecuzione

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Esecuzione

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Grafia

Esecuzione

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Appoggiatura È una nota di piccole dimensioni che precede la nota principale. In sostanza sottrae alla nota principale metà del suo valore anche se è invalsa l’abitudine scriverla nel valore reale in cui deve essere eseguita. L’unica eccezione è quando precede una nota puntata (con triplice suddivisione), in questo caso sottrae alla nota reale 2/3 del suo valore. Può essere superiore o inferiore: quella superiore è posta generalmente ad un intervallo di seconda maggiore o minore dalla nota reale; quella inferiore è sempre alla distanza di un semitono diatonico.

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Esecuzione

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Grafia

Esecuzione

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Acciaccatura È un’appoggiatura velocissima e si differenzia dall’appoggiatura in quanto la nota singola è barrata da un tratto obliquo. Oltre ad essere una nota, l’acciaccatura può essere semplice, doppia, tripla o di più note e in questo caso non ha bisogno di essere barrata in quanto non può essere confusa con un’appoggiatura. Nel ‘600 venivano eseguite prevalentemente in battere (togliendo tempo alla nota reale), mentre nell’800 a levare (prendendo tempo alla nota o alla pausa precedente).

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Esecuzione

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Esecuzione

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Mordente È un segno a forma di zig-zag posto sopra o sotto una nota e viene eseguito nel momento iniziale del valore della nota con uno scambio velocissimo con la nota immediatamente superiore. Se le punte nel segno del mordente sono tre il mordente sarà doppio e verrà eseguito con un duplice scambio di nota superiore. Questo descritto è il mordente semplice superiore. Si parla invece di mordente semplice inferiore quando si ha un taglio verticale e si esegue la nota inferiore. Anche il mordente doppio può essere inferiore se tagliato. I mordenti possono presentare un’alterazione posta sopra (se superiori) o sotto la nota (se inferiori) e tale alterazione influisce sulla nota di scambio.

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Esecuzione

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Esecuzione

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Gruppetto Ăˆ la decorazione sinuosa di una nota o del passaggio tra due note. Si presenta in due forme una S rovesciata e coricata (gruppetto diretto) oppure una S coricata, talvolta verticale (gruppetto rovesciato). Queste due tipologie riguardano il movimento che bisogna realizzare: gruppetto diretto: nota superiore, nota reale, nota inferiore, nota reale; gruppetto rovesciato: nota inferiore, nota reale, nota superiore, nota reale.

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Esecuzione

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Quando il gruppetto è posto sopra la nota l’ornamento melodico viene eseguito velocemente nella parte iniziale del valore della nota. Quando il gruppetto invece è collocato tra due note il suo sviluppo avviene nella parte finale della prima delle due note direttamente a ridosso della seconda.

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Esecuzione

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Esecuzione

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Il gruppetto posto tra due note presenta due importanti casi particolari. Se le due note tra cui è posto il gruppetto sono esattamente della stessa altezza (unisono), nella realizzazione dell’ornamento viene tralasciata l’ultima nota. Questo perché concludendo con la nota reale si creerebbe un effetto di nota ribattuta con la seconda, togliendo scorrevolezza al gruppetto e introducendo un elemento estraneo all’andamento melodico.

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Esecuzione

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Il secondo caso si verifica quando la prima delle due nota ha il punto di valore. Il gruppetto dovrà concludersi con la nota reale eseguita esattamente della durata del punto di valore (o dei punti di valore se sono più di uno). Questo eviterà di sottrarre l’importante elemento ritmico che nasce dal frazionamento del tempo o della suddivisione operata dal punto di valore. Per questo stesso motivo quando invece il singolo punto è parte integrante dell’unità di tempo (tempo composto) o dell’intera durata di una misura in tre tempi, il gruppetto verrà eseguito normalmente. Il gruppetto può presentare accidenti posti sopra o sotto il segno che andranno ad alterare rispettivamente la nota superiore o inferiore a seconda della realizzazione.

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Esecuzione

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Trillo È il rapido continuo scambio di una nota con quella immediatamente superiore per tutta la sua durata. Viene segnato con la sigla tr in corsivo seguita da una linea ondulata che percorre tutta la durata della nota. Molte sono le situazioni, come la natura dello strumento, nonché il gusto interpretativo dell’esecutore sorretto da una buona conoscenza filologica, che determinano una buona esecuzione del trillo. Premesso questo, cerchiamo di classificare le diverse tipologia di trilli che possiamo incontrare. La situazione più normale la otteniamo con il trillo diretto che inizia con la nota reale e termina con quella superiore.

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Esecuzione

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Alcune note scritta in maniera del tutto uguale alle acciaccature possono intervenire a modificare il trillo nel suo inizio (preparazione) o nella sua conclusione (risoluzione). Le note di preparazione si iscrivono come acciaccatura davanti alla nota reale mentre in quelle di risoluzione davanti alla nota che segue il trillo. In particolare vediamo come un’acciaccatura della nota superiore davanti alla nota principale causa il rovesciamento del trillo che non si chiamerà diretto ma indiretto (o rovesciato).

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Esecuzione

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Tremolo Ăˆ usato per ornamenti diversi a seconda del tipo di strumenti che si usa. Generalmente consiste nella ripetizione molto rapida di una nota per la durata della nota stessa (a differenza del trillo, in cui si alternala nota reale con quella superiore). Il segno grafico del tremolo è dato da tre strisce spesse e oblique. Se abbiamo un tremolo eseguito sulla stessa nota allora il segno sta sul gambo della nota stessa, se deve essere eseguito con due note allora il segno viene posto tra le due.

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Arpeggio Questo gesto musicale (originariamente tipico dell’esecuzione clavicembalistica degli accordi) viene segnato con una linea ondulata (simile a quella del trillo) posta verticalmente davanti all’accordo e si esegue suonando le note velocemente una dopo l’altra a partire da quella più grave lasciando che il suono nelle note continui al completamento dell’accordo. Nel momento in cui si vorrà eseguire l’arpeggio iniziando con la nota più acuta il segno grafico è seguito da una freccia rivolta verso il basso.11

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Esecuzione

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Esecuzione

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Abbreviazioni



Abbreviazioni

Oltre a segni grafici degli ornamenti visti in precedenza, esistono i segni di abbreviazione. Principalmente servono, come dice la parola stessa, per abbreviare la stesura musicale al fine di facilitarne la lettura. Tutto questo serve quando ci ritroviamo di fronte ad una scrittura musicale troppo complessa e laboriosa che potrebbe causare confusione o in alcuni casi un numero eccessivo di pagine da leggere. Il compositore quindi, utilizza questi segni di abbreviazione sia per semplificare la partitura, sia per evitare la trascrizione di una parte identica della melodia. Principali abbreviazioni: il ritornello, le ripetizioni, i richiami e le battute d’aspetto.12

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Ritornello Indica che tutto o una parte del brano musicale va ripetuta una seconda volta. I segni grafici che delimitano la parte del pezzo sono, per l’inizio, una doppia stanghetta (la prima più spessa) seguita da due puntini attorno alla terza linea, per la fine, l’immagine speculare del precedente segno grafico. Quando si arriva al segno di ritornello conclusivo il brano va quindi ripreso dal segno iniziale e, in mancanza di questo, dall’inizio del brano. Di solito il brano viene ripetuto una sola volta, quindi normalmente prosegue se non è concluso. Nel caso in cui l’autore voglia che venga ripetuto più volte dovrà specificarlo con la dicitura 3v (tre volte), 4v (quattro volte) etc.13

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Ripetizioni Servono per indicare con uno o più tagli collocati sul gambo della nota la ripetizione della nota stessa per tutta la durata del proprio valore. Se la nota ha già uno o più tagli, gli ulteriori si assommano a quelli già presenti. I tagli possono essere posti tra due note per una esecuzione alternata con le stesse regole delle note ripetute. Bisogna far attenzione che la durata totale della ripetizione della due note equivale al valore di una delle due note. La ripetizione di un’intera battuta si indica con una barretta obliqua con due puntini ai lati. La ripetizione di due battute, con due barrette sovrastate o no dal numero due. Un singolo movimento ripetuto identico viene invece segnato con un semplice tratto obliquo.14

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Richiami Analoghi ai ritornelli possono considerarsi i segni di ripresa, necessari quando nel brano bisogna riprendere una parte dello stesso collocata altrove. Il segno di inizio è una S barrata con due puntini ai lati mentre quello di fine una O barrata verticalmente e orizzontalmente.15

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Battute d’aspetto Si presentano quando l’accumularsi di diverse misure vuote, situazione frequente nelle parti musicali quando si deve attendere in silenzio l’esecuzione musicale di altri strumenti. Viene segnata con una lunga pausa sovrastata dal numero delle battute silenziose.16

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Note

1. Cfr. P. Spiniello, Teoria musicale, Conservatorio Niccolò Paganini, Genova, 2009. 2. Cfr. L. Rossi, Teoria musicale Edizioni Carrara, 1977, p. 6. 3. Cfr. O. Károly, La grammatica della musica, Einaudi, 1965, p. 30. 4. Cfr. P. Spiniello, Teoria musicale, Conservatorio Niccolò Paganini, Genova, 2009. 5. Cfr. L. Rossi, Teoria musicale, Edizioni Carrara, 1977, p. 7-8. 6. Ivi, p. 8. 7. Ivi, p 9. 8. Cfr. O. Károly, La grammatica della musica, Einaudi, 1965, p. 46. 9. Cfr. L. Rossi, Teoria musicale, Edizioni Carrara, 1977, p. 71. 10. Cfr. P. Spiniello, Teoria musicale, Conservatorio Niccolò Paganini, Genova, 2009. 11. Ivi. 12. Cfr. L. Rossi, Teoria musicale, Edizioni Carrara, 1977, p. 95. 13. Cfr. S. Pantaleoni, Lezioni di Teoria musicale, Liceo Musicale Attilio Bertolucci, Parma, 2015. 14. Cfr. P. Spiniello, Teoria musicale, Conservatorio Niccolò Paganini, Genova, 2009. 15. Cfr. S. Pantaleoni, Lezioni di Teoria musicale, Liceo Musicale Attilio Bertolucci, Parma, 2015. 16. Cfr. P. Spiniello, Teoria musicale, Conservatorio Niccolò Paganini, Genova, 2009.

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Bibliografia

Károly Ottó, La grammatica della musica, Einaudi, 1965. Pantaleoni Stefano, Lezioni di teoria musicale, Liceo Musicale Attilio Bertolucci, Parma, 2015. Rossi Luigi, Teoria musicale, Edizioni Carrara, 1977. Spiniello Pasquale, Teoria musicale, Conservatorio Niccolò Paganini, Genova, 2009.

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Finito di stampare nel mese di Luglio 2018 presso Arti Grafiche Leonardi, Catania.


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