PFL
B E R N A R D I G I A N L U C A
I.U.A.V.-VENEZIA Gianluca Bernardi Portfolio di Laurea Laurea Triennale in Scienze dell'Architettura (ex Clasa 17/04) Dipartimento di Tecniche e Culture del Progetto progetto grafico, contenuti e stampa a cura di Gianluca Bernardi Venezia, 27/07/2015 Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio curriculum vitae in base art. 13 del D. Lgs. 196/2003.
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10
I
II
LAB #01
LAB #02
Dieci Immagini per Venezia
20
Abitare il Mediterraneo
RLV #02 34
Elements of Architecture
W. A. V e. # 14 40
Vue(s) sur Venise
CONTENTS
50
III
EXTRA
LAB #03
LM #15
Common G.R.A.und
120
INT #15
URBN #03 74
Urban Mix-Type
126
HRTG #03 94
Il Monumento Nascosto
Abitare Venezia
La Città dei Cento Orizzonti
CMPT #15 132
W. A. V e. #15 108
Roma 20 25
Architecture Meets Charity
WS #15 138
La casa nella città, la città nella casa
BERNARDI GIANLUCA Studente in Scienze dell'Architettura | matricola
276 660
Montebelluna (Treviso), ITALIA 11/02/1993 BRNGLC93B11F443V
via Castel Zigot, 2 31010 Maser (Treviso), ITALIA
gianlucabern@hotmail.it g.bernardi1@stud.iuav.it +393394443540
Educazione 2012 Venezia
2015
2007 - 2012 Montebelluna
I.U.A.V Istituto Universitario di Architettura di Venezia Laurea Triennale in Scienze dell'Architettura
Liceo Scientifico "Primo Levi" Diploma di maturità Scientifica 68/100
Internship 07/2014-09/2014 Asolo
Tirocinio S.A.M.T. Studio Architettura Maurizio Trevisan
Lavoro 09/2014-02/2015 Asolo
Collaborazione alla progettazione architettonica S.A.M.T. Studio Architettura Maurizio Trevisan
06/2011-07/2011 Montebelluna
Animatore con cooperativa “Il Sestante” Laboratori Estivi Scuola Elementare "P.Veronese"
Workshop 0 7 / 2 0 1 5 Venezia
W.a.Ve. 15 Manuel Aires Mateus (Portogallo)
0 6 / 2 0 1 5 Roma
Laboratori Metropolitani / ROMA Aldo Aymonino + Renato Bocchi + Sandro Marpillero (Italia + USA)
0 2 / 2 0 1 5 Venezia
Winter Workshop MGM Arquitectos - Josè Morales&Sara De Giles (Spagna)
0 7 / 2 0 1 4 Venezia
W.a.Ve. 14 El Kabbaj - Kettani - Amine Siana (Marocco)
Concorsi 0 9 / 2 0 1 4 Catania
WonderLAD: “Home for suffering children”. Partecipazione Associazione LAD Onlus
0 9 / 2 0 1 4 Chioggia
Laguna Landscape “La costruzione del paesaggio” Partecipazione Associazione Chioggia+
Software&Skills Cad 3d Modeling
Autocad - Archicad Sketchup - 3DS Max
Rendering Graphic design
VRay for 3DS Max - Artlantis Studio Adobe Photoshop-Adobe Illustator-Adobe InDesign
Competenze Linguistiche
ITALIANO / Madrelingua INGLESE / Livello B1
6
CS
RM
M AM
RK
BACKGROUND ARCHITECTURAL INFLUENCES
"L’Architettura si fa con altre architetture": come tante, anche questa è una citazione che viene di volta in volta attribuita ad autorità diverse. In realtà la frase pare sensata in se, e neppure troppo originale. L'assimilazione delle esperienze del passato, è qualcosa in più del solo studio della Storia, è una componente irrinunciabile di qualunque formazione. Nel caso specifico dell'architettura, per assimilare le esperienze del passato è necessario copiare e ridisegnare, perchè solo in questo modo si riesce a comprenderne le coerenze profonde. Occorre quindi costruirsi un repertorio di architetture, un proprio background architettonico, costruito copiando i maestri del passato e reintermpretando i maestri del presente. Il background accumulato da me fino ad ora, viene dai maestri dell'architettura in Veneto, Palladio e Scarpa, che inevitabilmente segnano i primi riferimenti architettonici e culturali. L'Architettura iberica, guardando a Moneo e ad Aires Mateus, diventano punti di riferimento per pensare ad architetture dove lo spazio è messo in primo piano, ma dove la sapienza costruttiva e della materia non passa in secondo piano. Lo sguardo verso la città contemporanea e l'architettura a scala urbana è iniziato attraverso lo studio di architetti contemporanei olandesi, uno su tutti Koolhaas; percorso architettonicoculturale che sarà oggetto di studio nei prossimi anni accademici.
10
DIECI IMMAGINI
I.U.A.V. Student Housing
CORSO LABORATORIO INTEGRATO 1 PROFESSORI D.BOLLA/A.MUSACCHIO/L.COMACCHIO
Il libro "10 immagini per Venezia", curato da Francesco Dal Co è un catalogo che raccoglie 10 progetti del concorso di idee per l'area ex-Saffa (Canareggio Ovest), tenutosi a fine degli anni '70. Il concorso mostra la visione della città attraverso immagini e progetti di R.Abraham, C.Aymonino, P.Eisenman, J.Hejduk, B.Hoesli, R.Moneo, V.Pastor, G.Polesello, A.Rossi, L.Semerani. Gli esperimenti che si intendeva in tal modo suggerire, avevano come obbiettivo provocare il focalizzarsi dell'attenzione della cultura architettonica sulle questioni tuttora irrisolte: ovvero modalità, metodi, e limiti di interventi possibili all'interno della città storica. Il progetto di Moneo è quello formalmente più impegnativo ma meno definito. Moneo attua un tentativo di sovrappore una maglia modulare, ove la ripetizione architettonica ordina la casualità dell'assetto urbano preesistente. Di fronte al contesto di intervento, questa proposta risulta atrofizzata e senza alcuna forma di rapporto con l'esistente: <<il costruito si inserirà nel contesto senza alcuno scrupolo, spezzando decisamente la continuità>> (testo di presentazione del progetto). Partendo dall'esperienza veneziana di R.Moneo il progetto di nuove residenze per studenti nell'area degli ex-magazzini frigoriferi, mette in gioco il tema del contesto e del costruire all'interno della città storica.
Partendo da una griglia modulare, in questo caso dettata dal luogo di intervento, il progetto si propone di realizzare otto blocchi di residenze, posti a distanza di 1,80 gli uni dagli altri. La vicinanza tra i blocchi mira a ricreare l'idea di calle, uno spazio stretto e alto con assenza di luce. Per questo motivo i prospetti interni accolgono i corpi scale e i servizi igenici di ogni cellula abitativa, allo stesso tempo i prospetti esterni si aprono verso il canale della Giudecca, guadagnando la luce da est e ovest. Le parti finestrate sono schermate da dei frangisole in listelli di ceramica color cotto, che riprendono e reinterpretano la tessitura veneziana del mattone.
"L' unicità di Venezia è, al contempo, fisica (la sua resistenza, la sua decadenza) e spirituale (la doppiezza delle sue apparenze). L'irripetibilità delle sue magie esalta l'intima soggettività di ogni impulso che induce ad affrontare il viaggio a Venezia, perchè Venezia è essenzialmete meta di 1
viaggiatori."
1. a cura di Francesco Dal Co, 10 immagini per Venezia, Venezia, Officina Edizioni, 1980
Il prospetto che guarda verso il canale della Giudecca e caratterizzato da coperture a falda, che riprendono le geometrie degli adiacenti magazzini Ligabue, in modo tale da creare una sorta di continuità visiva per l'osservatore dalla parte opposta del canale. La modularità e la geometria, dei corpi di fabbrica che accolgono le abitazioni, viene interrotta da un corpo centrale che accoglie al suo interno gli spazi ricreativi, la mensa e la biblioteca. Il carattere esclusivo del corpo centrale si evince dal tipo di copertura a falde inclinate in modo non regolare. Gli spazi interni delle abitazioni per studenti sono pensati con dimensioni minime per due persone, per sfruttare al meglio ogni spazio disponibile senza togliere vivibiltà agli ambienti. L'esposizione degli alloggi garantisce un illuminazione diretta, la quale puó essere regolata attraverso il sistema di frangisole scorrevole. L'intervento si pone come obbiettivo il reinterpretare le caratteristiche del luogo, anche attraverso i colori e i materiali, per cercare un armonia tra il nuovo e l'antico.
PLANIVOLUMETRICO
16
Parapetto in vetro temperato 5 cm
Pavimento in listoni di legno (Redwood) 12cmx150cm
Paramento in mattone faccia a vista Isolamento esterno a cappotto Tamponamento in laterizio forato 25 cm
2 1
3
5
4 Pavimento in listoni di legno (Redwood) 12cmx150cm
Doppio vetrocamera 4-12-4 sp 20 cm
Frangisole scorrevoli in alluminio
PIANTA TIPO // CAMERA SINGOLA
1
ingresso
2
bagno
3
cucina
4
zona notte
5
living
20
ABITARE IL
Fondaco per il turismo Santa Maria di Leuca
CORSO PROFESSORI
LABORATORIO INTEGRATO 2 R.ALBIERO / L.LATINI
L'intervento progettuale si svolge in una località tipica della regione mediterranea, al confine meridionale della Puglia: Santa Maria di Leuca,frazione del comune di Castrignanodel Capo, punto più a sud dell’ intera provincia di Lecce. La regione si caratterizza per una grande quantità di cave lapidee, per cui tipico è l’uso della pietra come materiale da costruzione. I paesi hanno un aspetto tipicamente mediterraneo e sono caratterizzati dal bianco intenso delle costruzioni che li rende abbacinanti nelle giornate di sole. In un paesaggio orograficamente poco caratterizzato, essi spiccano quindi rispetto alla campagna, dominata dal colore rossiccio del terreno. In questo contesto tipicamente mediterraneo si va a collocare la proposta di intervento per la riqualificazione di Punta Meliso, nell’ area circoscritta dalla rovina fatiscente dell’ excolonia Scarciglia. Il progetto architettonico-paesaggistico di un fondaco per il turismo, si pone l’obiettivo di operare sulla rovina del sanatorio che giace ai piedi del faro e della basilica di Santa Maria. Particolare attenzione si deve porre all’imponente facciata in blocchi di tufo dell’edificio pre-esistente, che
2. Fernand Braudel, Il Mediterraneo. Lo spazio e la storia, gli uomini e la tradizione, Milano, Bompiani, 1987
"Che cosa è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate 2
le une sulle altre… "
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"La facciata dell'ex-colonia Scarciglia, pur non avendo un particolare valore storico o archeologico, è un elemento caratterizzante della costa leuchese ..."
appare come un elemento inscindibile dal paesaggio circostante. La facciata dell'ex-colonia Scarciglia, pur non avendo un particolare valore storico o archeologico, è un elemento caratterizzante della costa leuchese e per questo motivo non deve essere rasa al suolo ma reinterpretata con nuove forme. La realizzazione di un fondaco per il turismo a Santa Maria di Leuca si pone come un intervento di composizione paesaggistica, che mira al dialogo tra natura mediterranea e architettura. In questo tipo di intervento è il contesto ambientale a dettare la filosofia progettuale: il lieve pendio ai piedi del faro e la rovina dell’edificio pre-esistente sono i limiti fisici con i quali il progetto architettonico deve rapportarsi. La nuova struttura, affacciata sul mar Ionio e immersa nel contesto brullo del Salento, si sviluppa come un corpo compatto e omogeneo, costituito da due blocchi paralleli di diversa lunghezza (i cui prospetti si differenziano inoltre per la tipologia di rivestimento, pietra la facciata principale e intonaco quella retrostante) e un terzo elemento ortogonale che funge da raccordo. Il nuovo corpo di fabbrica, penetrando con il volume posteriore all’interno della roccia, cerca un dialogo con la natura circostante. L’edificio si configura come una compresenza di vuoti e pieni. Tale aspetto è evidente a partire dall’elemento chiave e punto di partenza del progetto: la
facciata. La necessità - privilegio di collocare un certo numero di suite con vista mare ha determinato in pianta ed in facciata un gioco di rientranze, in modo tale da poter ricavare dei balconi frontemare. Tale caratteristica è stata poi ripresa nel volume retrostante intonacato, in cui sono collocate le restanti camere di tipologie e comfort differenti. Il tema vuoto-pieno viene nuovamente ripreso nella realizzazione del prospetto laterale e della corte interna, elemento tipico del Salento. Qui, inoltre, si ha una compresenza di interno - esterno resa evidente da due piastre di matrice quadrata realizzate in teak, il cui ingombro si estende all’interno della hall e del ristorante, creando delle vaste aree comuni. Al piano terra sono stati collocati spazi di utilizzo pubblico, dalla hall con bar e zona living, al ristorante, alla piscina e centro wellness. La tipologia architettonica dell’edificio, reinterpretazione della casa a corte tipica del Salento, detta la necessità del disegno di un giardino interno, luogo principale del fondaco, spazio di socializzazione, intrattenimento e relax. Il disegno degli spazi esterni ha come obiettivo quello di rompere la rigidità dell’edificio, attraverso un movimento generato da forme curvilinee che si oppongono al volume statico, ottenendo come risultato un giardino cubista composto da variazioni di forme , colori, essenze e di sensazioni.
26
"Lo spazio è un vuoto, una manciata d’aria racchiusa da materia che ne definisce il limite ... "
3
Aires Mateus | Lar de Idosos | Alcácer do Sal, PT 2011
3. F. e M. Aires Mateus, Vuoti, in People meet in architecture, catalogo dell’XII Biennale dell’architettura, Marslio, Venezia, 2010 p. 48
PLANIVOLUMETRICO
PIANTA PIANO SECONDO
30
intonaco 1,5 cm
laterizio forato 8 cm
isolante in poliuretano 7 cm
3
laterizio forato 8 cm
1
intonaco 1,5 cm
2
4
5
rivestimento in tufo 10 cm
muratura in laterizio 22 cm
isolante in polistirene 8 cm
isolante acustico ed impiantistica 8 cm
cartongesso 1,5 cm
pilastro in cemento armato 25 cm x 25 cm
parapetto in vetro 1,5 cm
PIANTA TIPO // CAMERA DOPPIA
1
zona notte
2
living
3
bagno
4
wellness
5
loggia
32
34
CORSO PROFESSORE
RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE DELL'ARCHITETTURA G. D'ACUNTO
L’idea di un Esposizione internazionale artistica della città di Venezia viene concepita durante estemporanei convegni di un manipolo di artisti e cultori d’arte. Il merito di avanzare nel 1893 la proposta della manifestazione artistica va Riccardo Selvatico, sindaco della città di Venezia. La prima delle Biennale si inaugura nel 1895. Teatro ne sono i giardini di Castello, parzialmente recintati e predisposti ristrutturando alcuni edifici esistenti, ben presto seguito dalla costruzione dei padiglioni stranieri. Sull’onda dei successi riscossi dalle prime edizioni della Biennale, inizia nel 1907 la promozione dei padiglioni stranieri. Il successo internazionale delle prime esposizioni comporta la necessità di ampliare gli spazi dedicati alle singole rappresentanze straniere. Inizia così la costruzione di una serie di padiglioni. I Giardini vengono così a costituire una sorta di rappresentazione geopolitica del mondo. Il primo padiglione realizzato nel 1984, chiamato inizialmente Padiglione "Pro Arte", fu l'attuale Padiglione Centrale su disegno di Enrico Trevisanato e Marius De Maria. Nel corso del secolo scorso le fattezze del padiglione sono mutate fino alla conformazione attuale, in particolare il prospetto principale, che attualmente viene riallestito in occasione di ogni edizione della Biennale.
ELEMENTS OF Padiglione Internazionale Giardini della Biennale
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TIMELINE
SVILUPPO PROSPETTO PRINCIPALE
Duilio Torres
Marius De Maria
Carlo Scarpa
Guido Cirilli
Guido Cirilli
Carlo Scarpa
Allestimenti Temporanei
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PROSPETTO
Elemento chiave della nostra analisi è la facciata, come massima espressione dello stile architettonico del padiglione stesso, sviluppatosi nel corso degli anni e quindi influenzato dalle correnti architettoniche di ogni epoca relativa. L'ingegnere municipale Enrico Trevisanato propose inizialmente due progetti per la facciata dell'edificio: il primo prevedeva l'esecuzione di un fronte decorato in rilievo e dipinto in modo da simulare un partito architettonico, il secondo un pronao ad arcate lombardesche. Per la realizzazione della facciata si sarebbe dovuto indire un concorso ma mancavano tempo e mezzi. Rifiutati i progetti dell'ingegnere, la prima facciata venne realizzata dal pittore Marius de Maria, riprendendo la forma del pronao tetrastilo, affiancato da propilei distili, innalzato su un alto basamento e sormontato da trabeazione continua. Tali rimasero le forme fino al 1914, anno in cui Guido Cirilli ridisegnò il prospetto principale (sempre in stucco e gesso) sostituendo ai propilei di De Maria due torrette (demolite poi nel 1928) che inquadrano il nuovo prospetto leggermente curvo, decorato con motivi geometrici ai lati del portale e sulla corona. Troviamo chiari riferimenti all'architettura secessionista. La trasformazione del palazzo Pro Arte in padiglione Italia fu opera di Duilio Torres nel 1932. Il prospetto rimase leggermente curvato, mantenne le linee guida del Cirilli rendendolo però una sorta di portale, con l'introduzione di 4 colonne che filtravano l'accesso, struttura che ci ricorda la rigidità dell’architettura razionalista. La facciata appariva enormemente semplificata, così tanto che Carlo Scarpa nel 1962 realizzò un arredo temporaneo del prospetto principale mediante una serie di muretti di mattoni a vista che cercavano di rompere la vetusta retorica del prospetto. Nel 1968 lo stesso Carlo Scarpa propose sulla linea dell'intervento precedente una barriera di setti murari scanalati che celavano le colonne per l'intera altezza e si apriva in corrispondenza dell'ingresso. Attualmente non ha più ruolo di padiglione Italia ma internazionale, la cui facciata è rimasta pressochè invariata rispetto a quella proposta da Torres nel 1932.
V U E (S) SUR Water as research of freedom
CORSO
W.a.Ve. 2014
PROFESSORE
KETTANI - AMINE SIANA
L’acqua, elemento fondamentale per l’uomo. L’essere umano ne sente il bisogno per vivere, ma anche e soprattutto per svolgere le proprie attività. Tra queste la più recente è l’industria, che in Porto Marghera trova la sua più grande espressione. L’industria vive di acqua proprio come l’uomo.
progettuale, traducendosi in scelte formali e di materiali in linea con il tema centrale. I materiali riprendono le caratteristiche tipiche dell’elemento acqua: trasparenza, riflessione, rifrazione si possono ritrovare in materiali come il vetro e il plexiglass, fortemente utilizzati nel sistema architettonico adottato.
La città di Venezia vive da sempre in simbiosi con l’acqua, l’ha resa grande, altre volte l’ha resa miserabile. L’acqua aiuta, l’acqua ostacola. L’intervento progettuale si focalizza su questo straordinario elemento: un tour culturale alla scoperta di esso, che si configura come un percorso dal materiale all’immateriale, dal concreto all’astratto, da Marghera al mare aperto. Un vero e proprio viaggio alla (ri)scoperta dell’affascinante rapporto tra l’essere umano e l’acqua. Tra le discipline che studiano e lavorano con essa. Industria, scienza, arte sono le tappe che conducono all’immaterialità. Gli elementi architettonici si fanno interpreti dell’idea
Architettura che dialoga con l’acqua, ne trae vantaggio. Accade nel padiglione zen, tappa finale del viaggio, dove una serie di piattaforme si nascondono e riaffiorano durante il giorno a seconda della marea Nel padiglione dell’industria invece un lungo braccio si getta in mare, simbolo del viaggio che lì comincia proprio nell’acqua. Una sottile e leggera copertura avvolge le preesistenze industriali, rendendole protagoniste dello spazio espositivo. L’approccio progettuale si presenta così estremamente ed intimamante legato alla laguna e alle sue molteplici sfaccettature, nonché alla storia di Venezia.
INDUSTRIAL PAVILION
ISLE OF SCIENCE
MASTERPLAN "L'acqua è la metafora, una volta accoppiata con la pietra, del lavoro dell'architetto ..."
ZEN PAVILION
PLATFORM OF ART
44
INDUSTRIAL
SEZIONE LONGITUDINALE
46
PROSPETTO FRONTALE
IMMATERIAL
SEZIONE LONGITUDINALE
50
Riqualificazione Urbana Roma Nord // Labaro - Saxa Rubra
COMMON
CORSO
LABORATORIO INTEGRATO 3
PROFESSORE
M.VANORE / S.NOCERA
Il concetto di bene comune è molto coinvolgente poiché ha implicazioni profonde con gli elementi primari della nostra vita e cioè con la sopravvivenza del corpo e il buon funzionamento della mente e dello spirito. Beni comuni come l'acqua, la terra e il mare sono beni di sussistenza da cui dipende la nostra vita, riguardano il nutrimento del corpo biologico. Essi comprendono però anche i saperi locali, i quali permettono la produzione e l'uso di tali beni. Il bene comune racchiude inevitabilmente il lato della conoscenza.
52
4. Villa Adriana è stata dichiarata nel 1999 patrimonio dell'umanità , con questa motivazione.
"VILLA ADRIANA è un capolavoro che riunisce in maniera unica le forme piÚ alte di espressione delle culture materiali dell'antico mondo mediterraneo. [...] Essa ha, inoltre, profondamente influenzato un gran numero 4
di architetti e disegnatori del XIX e del XX secolo."
Entra in gioco quindi anche la relazione con e tra le persone. Il bene comune presenta aspetti legati al mondo immateriale, relazionale, affettivo. Il rapporto che noi abbiamo con gli altri: la famiglia, gli amici, i concittadini e i luoghi.
come parchi e aree sportive, al dĂŹ sotto dell'infrastruttura stessa. La nuova infrastruttura, una funivia orizzontale urbana, mette in relazione parti di cittĂ vicine, rese lontane a causa della pesante infrastutturazione stradale.
I beni comuni costituiscono una vera e propria forma di capitale, un capitale sociale, basato su relazioni caratterizzate da fiducia, confidenza, comprensione reciproca, condivisione di valori. Il progetto urbano ha come obbiettivo ricucire gli strappi tra le aree urbane ora in totale isolamento. La riconessione di questi spazi urbani avviene tramite la condivisione di parti di cittĂ , il terreno comune.
Il masterplan per l'area di Labaro e Saxa Rubra propone la realizzazione di una scuola e un parco sportivo messi in collegamento da una torre-ponte, nell'area di Labaro.
La visione progettuale mantiene come punto fermo la volontĂ di creare spazi di welfare che possano riattivare l'area periferica limitrofa al Grande Raccordo Anulare; l'infrastruttura ha un ruolo fondamentale in questo luogo: il sistema stradale esistente viene riattivato tramite la realizzazione di spazi di relazione,
L'ex fornace Mariani, ora in stato di dismissione, trova una nuova funzione: un mercato coperto e un relativo sistema di coltivazioni agricole nell'area circostante. Nell'area limitrofa agli studi RAI, il tessuto urbano viene ampliato proponendo: la realizzazione di nuovi edifici per uffici, che accolgono anche una stazione della funivia urbana; un edificio polifunzionale, con spazi commerciali e ricreativi, con un importante blocco dedicato a biblioteca e aule studio; delle residenze realizzate su tre edifici distinti chiudono il sistema urbano.
M A S T E R P L A N
58
M A S T E R P L A N
+40
M A S T E R P L A N
Labics |MAST |Bologna, IT 2013
62
L’edificio accoglie al proprio interno anche una fermata intermedia della funivia urbana, in modo tale da permettere un facile spostamento per la popolazione del luogo. L’ edificio scolastico è sviluppato secondo un impianto a padiglioni, collegati tra loro attraverso passerelle aeree vetrate che mettono in continua comunicazione il passaggio tra interno - esterno e fanno godere della vista sul Tevere. Esso si compone in tre blocchi : il primo padiglione accoglie l’ atrio d’ ingresso ed è in collegamento diretto con la palestra
ricavata scavando il terreno roccioso. I restanti due padiglioni accolgono il corpo mensa e le aule destinate alla didattica. La copertura della palestra diventa un tetto giardino e guadagna il belvedere attraverso un inclinazione di circa due metri. Una precisa volontà progettuale prevede la realizzazione di una parete vegetale esposta a Sud con piantagioni autoctone, in modo tale da creare una continuità di piani con il tetto giardino. Il prospetto Est che si affaccia sulla Statale Flaminia è caratterizzato da delle forme plastiche che riprendono la caratteristica visiva della forra sottostante.
A L L A C I T T À L’intervento progettuale, sito in un promontorio lungo la via Flaminia ha come finalità quella di creare un nuovo polo scolastico all’interno del sistema urbano di Labaro, ad oggi costituito dalla città spontanea creatasi nel dopoguerra.
Mahlum |Wilkes Elementary School |Washington, USA 2012
Le particolari caratteristiche morfologiche suggeriscono un intervento architettonico che sfrutta a proprio favore le differenze altimetriche della forra romana. Il progetto prevede, oltre alla realizzazione di una scuola primaria, anche un auditorium che, attraverso una grande trave parete in aggetto ‘accoglie’ gli utenti della funivia urbana e del ponte pedonale. Un edificio a torre dall’altezza di 25 metri permette di superare il dislivello agevolmente, senza dover attraversare la strada Statale Flaminia, con una conseguente maggiore sicurezza per gli utenti delle infrastrutture.
PLANIVOLUMETRICO
PIANTA PIANO PRIMO SEZIONE LONGITUDINALE
1 1 2
3
4
4
3
2
P R O S P E T T O S U D DETTAGLIO AUDITORIUM
LEGENDA 1- PANNELLO IN LAMIERA 2- GUAINA IMPERMEABILIZZANTE 3- MASSETTO DI PROTEZIONE 4- ISOLAMENTO TERMICO 5- SOLAIO STRUTTURALE 6- TRAVE HEB 40 7- DOPPIO STRATO DI CARTONGESSO 8- INTERCAPEDINE VENTILATA 9- PANNELLO SANDWICH DI FACCIATA IN ALLUMINIO CON ISOLANTE TERMICO 10- FINESTRA 120X120 CON ANTEPOSTO PANNELLO IN LAMIERA MICROFORATA 11- PANNELLO MDF RIVESTITO IN ROVERE 12- PAVIMENTAZIONE IN RESINA 13- MASSETTO STABILIZZANTE 14- RIEMPIMENTO IN CLS ALLEGGERITO 15- PLATEA DI FONDAZIONE IN CLS 16- STABILIZZATO
70
72
74
URBAN Welfare VVeneto
CORSO PROFESSORI
PROGETTAZIONE URBANISTICA S.MUNARIN
L’area industriale di Vittorio Veneto si configura come un paesaggio urbanizzato con una propria identità ben definita. Tale carattere è rappresentato dalla compresenza di spazi ad uso residenziale, industriale ed agricolo. l’abitato si è sviluppato nel tempo lungo gli assi stradali e, privo di un piano urbanistico regolarizzatore, risulta frammentato e sparso nel territorio. L’ultimo trentennio è stato testimone di un incremento esponenziale del numero di insediamenti industriali con uno spiccato indirizzo manifatturiero. Si identificano due tipologie di fabbricati: quella della residenza affiancata allo spazio produttivo, ed in maggior numero quella del capannone industriale su lotto, generatore di spazi residuali poi destinati a deposito e parcheggio. Il polo industriale di Vittorio Veneto mira a diventare una delle più importanti realtà produttive del nord-est. Il carattere agricolo dell’area, da sempre presente, è stato ridimensionato negli ultimi anni dalla rapida espansione industriale. Gli spazi coltivati vanno dalla tipologia estensiva a quella di sussitenza. La presenza di queste due realtà è diffusa in maniera capillare nel territorio e predilige la viticoltura e la produzione di soia. All’interno di questo tessuto complesso si trovano alcuni spazi destinati ad un uso specifico da parte della comunità. Tali luoghi garantiscono una risposta alle diverse esigenze degli utenti, assicurando una qualità di vità migliore a tutti gli strati della popolazione. Essi risultano però slegati tra loro, non facenti parte di un sistema strutturato e compatto.
76
2020
L'approccio progettuale parte da una accettazione della situazione attuale e propone una serie di interventi che vadano a valorizzare l’identità del luogo in un’ottica di sviluppo controllato delle tre matrici che caratterizzano l’area, mantenendo inalterato l’equilibrio tra le parti. Si propone di mettere in relazione i luoghi della collettività esistenti e non, attraverso una sequenza di spazi che vadano a creare una rete in grado di connettere il Meschio ed il centro di San Giacomo delle Veglie con il nuovo snodo infrastrutturale rappresentato da una stazione ferroviaria, lungo la linea Venezia-Calalzo. Il filo conduttore di questa rete sarà rappresentato da una politica di ricerca, produzione e vendita affiancata da spazi di svago, in cui agricoltura, biotecnologia e collettività coopereranno in un’ottica di sviluppo dell'area.
2050
Questa proposta si configura come incipit di una mutazione graduale che nel tempo porterà il sistema a crescere e ad articolarsi con nuovi spazi pubblici e privati per la collettività e per i lavoratori. L’avvento di nuove tecnologie e di innovativi metodi di produzione agricola e dell’abitare troveranno posto lungo una rete sempre più ricca e multiforme, capace di accogliere sempre più utenti. L’obiettivo è anche quello di ridurre al minimo la mobilità su gomma all’interno dell’area ed in entrata ad essa in favore di una mobilità dolce e basata su mezzi alternativi e di nuova generazione.
FASE 0
FASE 1
FASE 2
2015 / 2020
2020 / 2030
2030 / 2050
"Il carattere agricolo dellâ&#x20AC;&#x2122;area, da sempre presente, è stato ridimensionato negli ultimi anni dalla rapida espansione industriale."
78
DNA
80
WELFARE
DIAGNOSTICA i
82
MASTERPLAN
84
20 PROGETTO PILOTA
TOOL
.realizzazione di un polo infrastrutturale ferroviario in connessione con spazi di ricerca nell’area industriale. Nuovi dispositivi ad uso della collettività in spazi verdi già esistenti.
AIM
.maggiore accessibilità infrastrutturale all’area industriale e connessioni con gli spazi industriali già esistenti.
86
20 PROGETTO PILOTA
TOOL
.inserimento di spazi di ricerca-produzione-vendita allâ&#x20AC;&#x2122;interno del nucleo industriale esistente.
AIM
.riattivazione dell suolo agricolo con integrazione nel sistema industriale esistente.
88
20 PROGETTO PILOTA
TOOL
.inserimento di dispositivi dedicati alla vendita di prodotti agricoli coltivati nellâ&#x20AC;&#x2122;ambito agricolo circostante.
AIM
.valorizzare lâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura locale e promuovere la socialitĂ .
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20 PROGETTO PILOTA
TOOL
disporre lâ&#x20AC;&#x2122;area lungo il fiume di attrezzature mobili per eventi sportivi e culturali. Potenziare il percorso ciclo-pedonalecreando un collegamento con il percorso esistente.
AIM
.rendere accessibile lâ&#x20AC;&#x2122;argine del fiume alla collettivitĂ .
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20 FASE 1
20 FASE 2
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IL MONUMENTO Parco Espositivo lungo le Mura di Padova CORSO PROFESSORI
RESTAURO E.DANZI
Il Baluardo moro ll fa parte dell’estesa cortina muraria cinquecentesca delle mura della città di Padova. Esso si trova nella sezione settentrionale delle mura, a pochi minuti dalla stazione ferroviaria. Attualmente presenta un accesso pedonale da via Citolo da Perugia. Il Baluardo si articola di due piazze basse laterali e di una rampa di risalita tra queste, la quale porta sulla sommità del bastione. un punto di notevole interesse è rappresentato dal piccolo volume del bagno situato ad est della piazza bassa orientale. Il tema di fondo dell’intervento è quello della ricerca di una nuova relazione con la storia del luogo da parte dei cittadini. In particolar modo la volontà é quella di raccontare quella che è stata la stratificazione temporale del sito attraverso un percorso storico-culturale che renda il visitatore conscio e partecipe della storia del luogo. Il Baluardo Moro ll, anche chiamato degli Scalzi si trova nella sezione settentrionale delle mura cinquecentesche della città di Padova. La forma pentagonale indica che la sua realizzazione è posteriore rispetto alla maggior parte dei bastioni della cinta muraria padovana.
Successivamente furono edificati i “cavalieri” postazioni di artiglieria elevato su un terrapieno e situate al centro tra due bastioni a protezione degli stessi. Il baluardo Moro II venne realizzato all’inizio degli anni ‘30 del XVI secolo. Il suo progetto è attribuito al capitano generale dell’esercito Francesco Maria della Rovere duca d’Urbino, così come quello per il gemello baluardo Moro l, situato a circa 400 m ad est del Moro ll. Il Moro ll presenta una gola di 78 m, i fianchi di 34 e le facce di 68 e 64 m, forma pentagonale con piazzole basse con cannoniera per il tiro radente a cielo aperto. L’intervento progettuale si articola in un percorso storico ed artistico che trova il proprio incipit nella piccola rampa di accesso da Via Citolo di Perugia. Tale percorso si propone di avvicinare il visitatore alla storia del luogo, e comprende la presenza di una serie di opere di scultura moderna, conciliando in tal modo storia ed arte. Il percorso si snoda nel livello più basso attraverso una mescolanza di materiali ben mirata. In particolar modo in
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prospetto meridionale la pavimentazione è trattata in dimensioni e materiali, nello stesso modo della muratura che affianca. Il volume del bagno è stato demolito ed al suo posto è stata realizzata una cornice in ferro di dimensioni analoghe, la quale inquadra un punto panoramico. All’interno della piazza bassa la volontà è stata quella di far capire al visitatore la posizione delle due cannoniere. Nei punti in cui si trovavano queste ultime sono stati realizzati due punti panoramici raggiungibili tramite due scalinate di ferro. Il livello superiore del bastione presenta uno spazio a libera circolazione, in cui le statue sono collocate in corrispondenza delle piattaforme cementizie preesistenti. Delle sedute sono state ricavate mediante il riutilizzo dei muretti di calcestruzzo esistenti. Inoltre il percorso di ronda è stato riportato alla luce mediante scavo. Il bastione Moro II presenta all’interno della sua cortina muraria una discontinuità fisica: un volume cavo, un tempo adibito a bagno. Il volume si colloca in corrispondenza di una breccia nella cortina muraria ad Est della piazza bassa, più precisamente nel punto in cui la cinta muraria piega per formare il bastione. La breccia è stata tamponata con dei setti in laterizio forato, i quali sono stati rivestiti da uno strato di intonaco cementizio; a questo intervento
"... che le mura di Padova non siano un mero relitto del passato ma piuttosto ciò che ha determinato il futuro assetto della città, fissandone la forma urbis." 5
di consolidamento strutturale è stata data in seguito, una funzione igenico-sanitaria. Questo volume presentava anche un ingresso tramite una porta, la quale è stata poi rimossa e il foro chiuso con mattoni di laterizio forato e intonaco. Attualmente questo volume si presenta in pessimo stato di conservazione e utilizzato come deposito di rifiuti di varia natura. Il muro ad Est del volume del bagno che costituisce la cinta muraria cinquecentesca presenta, per una porzione, la mancanza della camicia del muro a sacco in mattoni, il materiale inerte di riempimento, ora a vista, è parzialmente coperto da una placcatura in malta cementizia.
L’operazione di restauro si pone come obbiettivo: il ripristino della breccia nella cortina muraria, il consolidamento strutturale della porzione di muro che attualmente presenta condizioni di instabilità, parziale ricostruzione del coronamento della cinta muraria e della camicia mancante. Il progetto di restauro prevede che il volume del bagno venga demolito e sostituito da una cornice in ferro brunito, delle stesse dimensioni (altezza larghezza e profondità) del fabbricato esistente. Il paramento murario mancante verrà ricostruito con mattoni di dimensioni e colore analoghi alla camicia esistente. Per completare la ricostruzione del muro cinquecentesco si prevede: la rimozione del terreno presente nella sommità del muro ad Est del bagno, l’isolamento con un foglio di piombo e la ricostruzione del coronamento in mattoni di dimensioni e colore analogo alla camicia esistente disgiunto dalla muratura originale con elemento separatore (lastra di piombo o materiale analogo).
5. Dalla lettera aperta al nuovo Sindaco del Comitato Mura di Padova, Sintesi a cura di Annalisa Scarpa, Redazione di Ecopolis
PIANTA PIANO PRIMO SEZIONE LONGITUDINALE
TONY SMITH CIGARETTE
RICHARD SERRA VORTEX
IGOR MITORJ LUCI DI NARA
COSTANTIN BRANCUSI BIRD IN SPACE
JORGE OTEIZA CAIAS METAFORICAS
JORGE OTEIZA DONOSTIA
TONY SMITH MARRIAGE, NIGHT, WE LOST
ANISH KAPOOR TURNING THE WORLD UPSIDE DOWN
100
DETTAGLIO P ERCORSO
PROSPETTO FRONTALE
D E T T A G L I O
S C A L A
SEZIONE LONGITUDINALE
102
104
VETRO TEMPERATO
ACCIAIO INOX
FERRO BRUNITO
MATTONI GIALLI
PIOMBO
CEMENTO STRIATO
2
1
4
5 SEZIONE LONGITUDINALE DETTAGLIO COSTRUTTIVO
3
6
7
1
Elemento scatolare in lamina in ferro brunito sp. 1,5 cm
6
Pavimentazione in calcestruzzo armato con trattamento idrofugo sp. 8 cm
2
Giunti in malta di calce idraulica e guaina in tessuto-non tessuto
7
Cordolo pavimento - lamina in ferro brunito sp. 1 cm
3
Corrimano in acciaio inox sp. 2 mm
8
Paramento murario in mattoni colore giallo paglierino 12x25x5,5 cm
4
Parapetto in vetro temperato sp. 1,5 cm
9
Elemento separatore - lamina in piombo sp. 4 mm
5
Barra luminosa LED luce bianca
10
Cortina muraria da tutelare (muro a sacco cinquecentesco)
2,85
1
3
1,00
4
10
7
0,20
9
6
0,60
8
106
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ABITARE Venezia in 5 spazi
CORSO PROFESSORI
W . a .Ve . 2015 M.AIRES MATEUS
Abitare Venezia, è un tema complesso in architettura. Il workshop propone di ripensare la casa a Venezia, pensare in che modo si possa portare densità abitativa all'interno della città storica. Il progetto è fondato sul rapporto tra lo spazio e la materia: lo spazio della casa, che a sua volta di divide in spazio per il riposo, per la condivisione, per mangiare; lo spazio e la luce trovano ragion d' essere in contatto con la materia, per questo motivo la casa è pensata come un grande monolite, all'interno del quale gli spazi della casa vengono scavati, come all'interno di una caverna (riferimento a E.Chillida Monte Tindaya). Gli spazi della casa si sviluppano in verticale, impilati l'uno sopra l'altro e messi in collegamento da una scala elicoidale, che percorre i 50 metri di altezza della torre. Il riferimento ai campanili di Venezia è chiaro, e il confronto inevitabile. Le proporzioni tra la base e l'altezza dell'abitazione è di 1/6, regola base anche per le torri campanarie veneziane. Gli spazi interni della casa, accolgono la luce attraverso dei tagli nella materia. Gli ambienti alla base della torre sono luoghi raccolti e accolgono una luce soffusa, guadagnano l'altezza la luce diventa sempre più intensa, fino a guadagnare dak belvedere la piena vista su Venezia.
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ESTUDO
ROQUE
DESCANSO
MIRADOR
EXTRA
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ROMA Nuovi Cicli di Vita per la Metropoli
"È più facile progettare le città del futuro che quelle del passato. Roma è una città interrotta perchè si è cessato di immaginarla e si è incominciato a progettarla (male)."
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CORSO PROFESSORI
LABORATORI METROPOLITANI A.AYMONINO / S.MARPILLERO
L’ideazione del progetto “Roma 20-25” trae ispirazione dalla celebre esperienza della mostra “Roma Interrotta” del 1978, a cui presero parte importanti esponenti della cultura architettonica del tempo (Rowe, Stirling, Rossi, Krier, Portoghesi, Venturi tra gli altri). In quella esperienza il contesto di riferimento era la città di Roma come rappresentato nella pianta del Nolli del 1748, usata dai progettisti invitati come base per un’esplorazione progettuale che aveva come obiettivo quello di tornare a immaginare Roma. Prendendo in prestito alcune delle suggestioni di “Roma Interrotta” ed allargando il campo di indagine all’area metropolitana romana, il programma “Roma 20-25” ha invitato 24 scuole di architettura italiane e internazionali ad organizzare dei workshop all’interno della propria attività didattica. Nell’ambito delle attività di workshop, lo IUAV di Venezia intende avviare una riflessione su un tassello specifico della città (Quadrante 9) della dimensione approssimativa di 1kmq, scelto all’interno di macro-quadranti assegnati dal soggetto promotore, che vengono definiti a loro
volta da una griglia di riferimento a scala territoriale. Nello specifico, la tematica progettuale affrontata dal workshop è stata la possibile rivalutazione in chiave progettuale contemporanea dei caratteri geomorfologici fondanti di quest’area, cioè le forre che incidono le alture tufacee e la relativa idrografia di confluenza nel Tevere. Il progetto prevede l'innesto di dispositivi che ri-attivino le potenzialità nel luogo, nello specifico attraverso dei centri di produzione di energia mediante pannelli solari. L'energia in questi cluster di produzione viene generata inoltre attraverso il riciclo dei rifiuti, in modo tale da risolvere un problema che da decenni imperversa nella Capitale. Il progetto si presenta come un manifesto per la città del futuro, tratta temi quali il riciclo e la produzione alternativa di energia, che sono si vicini al mondo dell'architettura ma riguardano molto più da vicino la popolazione dell'urbe. Anche in vista della mostra che si terrà al Maxxi nel Novembre 2015, il progetto è realizzato e rappresentato come manifesto di un nuovo scenario possibile per la città del futuro.
6. Giulio Carlo Argan, Roma 1978, da Roma interrotta, Dodici interventi sulla pianta di Roma del Nolli
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L A C I T T A' Internship@S.A.M.T.
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C A P P E L L A D E L CRISTO RISORTO
STUDIO LUOGO
S.A.M.T. / arch. MAURIZIO TREVISAN ASOLO
La Capella del Cristo Risorto è un' architettura funeraria commissionata da un monsignore, nativo di Asolo, allo studio SAMT. Quest' architettura di modeste dimensioni è un lavoro inusuale per un architetto e allo stesso tempo pieno di fascino. La piccola cappella, posizionata in un luogo ai limiti del perimetro del cimitero, è ben visibile dall'ingresso principale, poichè posizionate frontalemente al portale d'accesso. Il corpo di fabbrica è composto da un piano fuori terra, ovvero lo spazio celebrativo e di raccolta della cappella. L'altra parte della cappella è interrata, e accoglie le camere mortuarie. La realizzazione dell'opera è stata ipotizzata in blocchi prefabbricati in cls, da montare l'uno sopra l'altro in modo tale da costruire a secco l'intero corpo di fabbrica. Questa tecnica costruttiva mette in evidenza le fughe orizzontali dei blocchi di cls, in modo tale da far sembrare la struttura realizzata da blocchi lapidei. La colorazione rossastra dei blocchi è data da un impasto di cemento e pigmento rosso.
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CONCORSO LUOGO
WONDERL.A.D. CATANIA
L' intervento proposto nasce dalla volontà di aiutare le famiglie all’interno del percorso che accompagna il bambino durante la difficile strada attraverso la malattia. La particolare posizione dell’area, che si configura come un vuoto urbano all’interno della fitta maglia della città di Catania si è dimostrata idonea al fine di creare uno spazio che permetta alle famiglie di trovare tranquillità all’interno della confusione della vita quotidiana, nonché del caos cittadino. Il processo ideativo nasce da uno studio approfondito della topografia del sito. Ciò ha portato alla definizione di due livelli altimetrici ben definiti. La quota minore, accessibile tramite una rampa discendente da via Filippo Paladino, ospita un comodo parcheggio comprendente 80 posti auto. La quota maggiore accoglie tutti gli ambienti della casa, lo spazio polifunzionale, gli orti urbani e il parco pubblico. La gestione su due livelli dell’area ci ha permesso di enfatizzare l’idea di immersione della casa in una realtà serena e tranquilla. L’edificio risulta quindi inserito
all’interno di un contesto naturale, diviso tramite una recinzione tra lo spazio privato della casa e quello pubblico. Quest’ultimo, a cui si accede direttamente a piedi da via Filippo Paladino, si compone di una parte di orti urbani a libero accesso caratterizzati da un sistema di riciclo delle acque piovane, che sfrutta la pendenza naturale del terreno e garantisce l’innaffiamento anche nei periodi più secchi; e di uno spazio libero adibito a parco pubblico, in cui la comunità tutta può trovare un accogliente spazio verde dedicato al relax e allo svago. L’accesso alla casa, preceduto da uno spazio a cielo aperto in cui è possibile svolgere le attività ludiche, avviene al di sotto di un ampio portico che ripara l’ingresso.La volontà di creare un ambiente domestico e semplice ha portato a concepire spazi interni pensati per il piccolo paziente, il quale secondo la nostra visione, necessità di una continua relazione con l’esterno. Per questo motivo abbiamo concepito locali affacciati verso l’esterno mediante grandi aperture vetrate che permettono un’importante illuminazione naturale, ma
ARCHITECTURE Concorso WonderLAD Home for suffering children
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SEZIONE LONGITUDINALE
non un radiazione solare eccessiva, dal momento che tutte le aperture finestrate presentano schermature fisse sotto forma di pannelli rivestiti con listelli lignei. La casa si sviluppa su due livelli: il piano terra accoglie gli spazi di maggiore vitalità, in cui gli ospiti possono svolgere in serenità le diverse attività che la casa offre. Ampi ambienti scanditi da un modulo di 140 cm tradotto nei prospetti mediante le schermature delle vetrate. Il livello superiore accoglie invece le residenze per le famiglie, spazi relax e un’ampia terrazza per le attività di svago. L’espandibilità richiesta è stata ottenuta mediante la possibilità di convertire alcuni spazi relax in alloggi, ammortizzando in tal modo gli eventuali costi di una futura espansione. Il piano primo presenta anche un accesso indipendente rispetto agli spazi del piano terra, esso si trova nell’ala est del fabbricato, ed è costituito da un vano scala. La casa di cura si colloca perfettamente all’interno del tessuto urbano di Catania, creando una forte e armoniosa relazione con la città, ponendosi come punto di aggregazione per gli abitanti del quartiere e punto di riferimento per i ragazzi in condizione di salute difficoltose. L’ intervento proposto vuole essere il punto di partenza per un inserimento attivo da parte dei pazienti all’interno della comunità.
PIANTA PIANO TERRA
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LA CASA N E L L A C I T T A'
Atelier San Sebastiano CORSO PROFESSORI
WINTER WORKSHOP J.MORALES / S.DE GILES
Venezia è come una grande casa piena di stanze. Alta desità abitativa, abitazioni costruite l'una a ridosso dell'altra e le calle larghe solo qualche metro. Le possibilità di crescità della città sono da ricercare negli spazi vuoti esistenti come le corti interne, le fessure, delle case da ampliare. La strategia di intervento architettonico, nel tessuto urbano di Venezia, è quella di lavorare negli interstizi, lavorare all'interno con un uso di materiali diverso rispetto ai materiali usualmente visibili nella città lagunare. Materiali trasparenti che permettano di catturare la poca luce utile e portarla all'interno degli ambienti, per dare una nuova percezione dello spazio. La funzione dei nuovi interventi è quella di appoggio alla vita di quartiere: asili, centri culturali, spazi espositivi e laboratori artistici. All'interno della corte di un palazzo in fondamenta San Sebastiano, si ipotizza la realizzazione di atelier e laboratori artistici. Dei volumi fluttuanti, appoggiati ad un orditura lignea, liberano il piano alla stessa quota della fondamenta in modo tale da accogliere al proprio interno un giardino di sculture liberamente fruibile dalla gente. Dall'esterno si intravedono dei volumi di diverse altezze, dimensioni, colori che accolgono gli spazi artistici. I volumi realizzati con tamponamenti in policarbonato permettono di vivere spazi luminosi e colorati per favorire l'espressione artistica.
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D I A G R A M M I SEZIONE IDEALE
LABORATORI ARTISTICI
ATELIER
FOOD&RELAX
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