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L’HO RIVISTO

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LAGO DI SASSO

LAGO DI SASSO

Mia mamma molto tempo fa, mi aveva raccontato della grande emozione che aveva provato quando aveva assistito alla riesumazione del corpo di sua nonna, straordinariamente conservata nonostante fosse al Cimitero da molti anni: - quando hanno tolto il coperchio era perfettamente integra, ho avuto cinque minuti per rivederla e ricordarla nuovamente, dopodiché il viso è diventato polvere -, così mia madre mi aveva raccontato il fatto che tanto l’aveva colpita ed emozionata. Quando abbiamo ricevuto l’avviso dal comune che mio nonno Oddone sarebbe stato riesumato il 29 dicembre (lo stesso giorno in cui 55 anni prima era stato sistemato in un colombaro, i cosiddetti “forni”, per intenderci), noi familiari siamo rimasti un po’ tutti toccati dentro; io, mio fratello, mia sorella, mia cugina Battistina e mia mamma volevano esserci. C’è voluto molto per dissuadere mia madre (sulla sedia a rotelle ed inoltre quel giorno afflitta da una tremenda influenza) dal partecipare a quel “evento” così particolare.

Nonostante avessi solo quattro anni e mezzo quando nonno Oddone passò a miglior vita, ricordo perfettamente quella mattina del 27 dicembre 1967; mia zia Orsolina venne a prendermi nel mio lettino a sponde alte: - dov’è mia mamma?

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- Mamma e papà stanno parlando con il medico, stanotte è accaduto un fatto straordinario: nonno Oddone è morto - me lo disse con una gioia, un sorriso, un’enfasi tale che io pensavo gli fosse accaduta la cosa più bella del mondo. Mi prese in braccio e attraversato il corridoio siamo entrati nella camera del nonno: era steso sul letto, ancora in pigiama, il viso bianchissimo, sul comodino c’erano 2 enormi flaconi di vetro pieni di sangue (il medico nel tentativo di alleggerirgli il cuore, gli aveva praticato un salasso), la sera prima a cena, il nonno aveva esagerato col cibo, nonna Elena più volte l’aveva rimproverato: - Oddone, non ingozzarti, non sei abituato a mangiare così tanto, morirai di indigestione !! - Almeno crepe con la panso’ pieno’, - la morte l’aveva preso in parola. Il sangue sul comodino mi aveva enormemente impressionato, cominciai a chiamare il nonno sempre più forte, finché mia zia mi spiegò che stava dormendo il sonno eterno e non si sarebbe mai più svegliato. Lì cominciai a piangere a dirotto, sceso dalle braccia di mia zia, andai giù per le scale raggiungendo la cucina, il medico era già andato via ed io urlai ai miei genitori che il nonno non mi rispondeva più, ero incalmabile... Mia zia Orsolina che era dietro di me, spiegò che aveva cercato di avvisarmi della scomparsa del nonno, sorridendo, per non spaventarmi ma quando ho compreso che non mi avrebbe più risposto, sono andato nel panico. Mia mamma si sedette e mi prese sulle sue ginocchia: - Giordano, devi pensare che nonno Oddone adesso è in un posto molto bello e lui è felice - Mi aveva detto che stamattina avremmo portato il mais alle galline con la mia carriola ! -

Mio nonno e mio papà per Natale mi avevano regalato una piccola bellissima carriola di legno costruita interamente da loro, aveva le stanghe dipinte di rosso, le maniglie intagliate e quando due giorni prima mi era stata donata ero andato fuori di testa dalla gioia. Finalmente mia mamma riuscì a calmarmi. Il giorno del funerale, prima che chiudessero la bara, qualcuno mi sollevò da terra per salutare il nonno l’ultima volta, e mi rimase fissa in mente la sua immagine. A distanza di 55 anni esatti (proprio lo stesso giorno in cui chiusero la bara), abbiamo assistito, io e i miei familiari, alla sua riesumazione; quando hanno tolto il coperchio e l’ho rivisto così ben conservato, con il suo doppiopetto scuro, mi è tornata in mente la scena di quand’ero bambino, del mio ultimo saluto, e lì i brividi mi sono corsi lungo la schiena; poi due addetti cimiteriali hanno preso il corpo, uno per le spalle e l’altro per le gambe, lo hanno sollevato dalla bara per riporlo in una cassa di cartone, e lì la testa di mio nonno si è staccata cadendo a terra. Quell’immagine è stata per me (e credo anche per gli altri parenti) una pugnalata al cuore, naturalmente è stata subito recuperata e sistemata col resto del corpo. Nonostante tutto sia stato fatto col dovuto garbo, il cranio di mio nonno con i suoi capelli bianchi che rotolava a terra, non riesco più a togliermelo dalla mente. Essendo ancora ben conservato, la cassa di cartone con dentro il corpo di nonno Oddone, è stata seppellita. Adesso c’è una Croce di legno che indica dove sta “riposando”. Praticamente, è stato come assistere al suo secondo funerale; un’esperienza questa della riesumazione, molto forte che, con il senno di poi, non avrei voluto vivere. Sono sempre stato contrario alla cremazione, ma dopo quanto ho visto, ho già dato disposizione di fare un bel falò del mio corpo, non voglio che un domani uno dei miei cari veda la mia testa rotolare per terra (già in vita, non è che l’abbia tenuta tanto sulle spalle).

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