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LAGO DI SASSO

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LA SUOCERA

LA SUOCERA

Il Lago di Sasso è un piccolo specchio d’acqua naturale che si trova ai piedi del Pizzo Tre Signori, a 1900 metri, in Alta Val Biandino, nel cuore delle Orobie. La Val Biandino è una piccola valle posta lateralmente alla Valsassina, in provincia di Lecco. Si raggiunge facilmente da Introbio (LC) a piedi oppure in jeep.

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La zona circostante il Lago di Sasso è l’ideale per un pic-nic immersi nell’ambiente dell’alta montagna. Per raggiungere la Val Biandino hai due possibilità: seguire il sentiero per 2 ore e mezza (900 mt di dislivello) oppure farti portare in jeep fino al rifugio Tavecchia. Dal rifugio in 1h e mezza si raggiunge il lago di Sasso. Se si parte direttamente da Introbio ci vogliono tre ore e mezza, dopo aver attraversato la Val Biandino passando, appunto, per il rifugio Tavecchia. L’ultimo tratto di sentiero, che va invece dal Rifugio Madonna della Neve (il 5 agosto di ogni anno giunge la processione da Introbio e viene celebrata una messa) al lago, è caratterizzato da una pendenza piuttosto impegnativa, pur non essendo particolarmente difficile né pericoloso. Il panorama è mozzafiato in ogni stagione, le rocce del Pizzo Tre Signori fanno da cornice al laghetto in uno spettacolo che non smetteresti mai di guardare.

Curiosit

Alla formazione del lago di Sasso è legata una nota leggenda. Si racconta che in zona abitò un pastore solitario e scontroso, soprannominato “Ransciga”. Il pastore vide un giorno un uccello mai visto, che improvvisamente lo attaccò in picchiata. Runscida si rifugiò allora dietro a un masso. Prese poi il suo fucile e alla seconda picchiata del volatile lo colpì in pieno. L’uccello lanciò un urlo e iniziò a precipitare; ma, nel farlo, si trasformò in una palla di fuoco che si schiantò nel fondo della vallata, creando un cratere. Ransciga si avvicinò allora ad osservarlo, sentì prima un odore nauseabondo e poi la voce del Diavolo: “Io me ne torno all’Inferno, ma tu rimarrai sempre lì, dove ti trovi ora”. Il pastore venne trasformato in un masso, proprio lo stesso masso che ancora oggi si trova al centro del lago.

Fonte: lavalsassina.com

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La signora in Giallo in ”Omicidio alle Hawaii” di Donald Bain e Jessica B. Fletcher

Penso che sarà capitato più o meno a tutti quanti di vedere in televisione almeno un episodio de “La signora in giallo” con Angela Lansbury. Quest’attrice ha fatto ben 12 stagioni nei panni di Jessica B. Fletcher. L’attrice era nata a Londra il 16 ottobre del 1925 ed è morta a Los Angeles lo scorso 11 ottobre.

Però, forse, pochi sanno che ci sono anche i libri che narrano le vicende di questa arzilla vecchietta. A me è capitato di leggerne qualcuno e mi sono piaciuti davvero molto. In Italia sono editi della Sperling & Kupfer. Sono ben 47 romanzi e 9 di essi sono ancora inediti da noi. L’autore è Donald Bain (seppure i libri siano firmati da lui e dall’immaginaria Jessica B.Fletcher), nell’ultimo libro ossia “Appuntamento con la morte” del 2018 è cofirmatario anche Jon Land.

Donald Bain è uno scrittore americano nato nel 1925 e morto nel 2017 e Jon Land è pure lui uno autore americano di libri per lo più thriller di 65 anni. Per quanto concerne la signora Fletcher, invece, ha risolto nella sua carriera la bellezza di più di 270 omicidi.

Le vicende si svolgono a Cabot Cove (successivamente anche a New York e Boston) che è una località di mare nel Maine negli Stati Uniti d’America. Per la cronaca segnalo che questa cittadina è immaginaria e nella realtà, quindi, non esiste. La signora Jessica B. Fletcher è una tranquilla signora tra i sessanta e i settanta, vedova, ma non sente la necessità di convolare a nuove nozze nonostante abbia conosciuto diversi ed interessanti uomini dopo la prematura scomparsa del consorte.

Il marito era Frank Fletcher che non si è mai visto perché la storia inizia con lei che è già vedova. Di lui si sa solamente che era un capitano, morto all’inizio degli anni Ottanta e che non hanno mai avuto figli. Però la donna ha davvero tantissimi nipoti che man mano impareremo a conoscere e che le vogliono davvero un gran bene. La signora è una professoressa d’inglese in pensione che inizia a scrivere libri così tanto per riempire le giornate dopo di che fa un nuovo ed interessante lavoro unito alla risoluzione dei misteri.

I libri de “La signora in giallo” hanno una struttura abbastanza semplice che non cambia mai. Si inizia con la presentazione dei vari personaggi che sono per lo più amici, conoscenti, parenti, colleghi di lavoro de “la signora in giallo”. Si prosegue poi con l’omicidio e la polizia solitamente trova, sbagliando, come colpevole un amico della Fletcher ed è questo il motivo “scatenante” delle sue indagini: scagionare il presunto colpevole in quanto in virtù dell’amicizia o parentale che li lega non può essere il colpevole. Successivamente grazie a una chiacchierata con qualcuno degli altri personaggi Jessica capisce com’è successo l’omicidio e svela il reale assassino che in alcuni casi vorrebbe anche ucciderla per evitare che il suo crimine venga reso noto alla polizia. Grazie al provvidenziale intervento di quest’ultima la nostra investigatrice evita ogni volta la morte. La scena finale, solitamente, è tra la Fletcher e il primo sospettato che la ringrazia per l’aiuto che le ha dato anche perché senza di esso,sarebbe rimasto sicuramente in carcere.

Premesso questo ora vorrei raccontarvi il libro che ho preferito in assoluto e che consiglio di leggere e che, ovviamente, starò ben attenta a non svelare il finale...

Si tratta de: “La signora in Giallo: omicidio alle Hawaii”. La signora Fletcher viene invitata nelle isole Hawaii ed esattamente a Maui per tenere una lezione di criminologia. Sono tanti anni che non insegna più perciò non sa se accettare o rifiutare. Il suo amico Seth, medico di famiglia di Cabot Cove, la sprona ad accettare ed è così che inizia questa nuova avventura. Jessica pensa di poter trascorrere qualche giorno tranquillo e sereno, una piccola vacanza inaspettata... però si sbaglia perché neanche fa in tempo ad arrivare che già trovano un cadavere ai piedi di una scogliera. Si tratta di una famosa botanica locale, la dottoressa Mala Kapule. La donna oltre ad essere una importante bo- tanica è anche un’attivista a livello ecologico che vuole proteggere e salvaguardare l’isola da eventuali speculatori.

Ma la Fletcher si domanda se il motivo della sua morte sia solo questo oppure non ci sia anche qualcosa di personale ed è così che un apparente e tranquillo periodo di riposo si trasforma, invece, in una nuova ed interessante indagine per la nostra eroina. Quello che è certo che scoprirà il colpevole ma non mancheranno i colpi di scena... come del resto troviamo nei suoi tanti bellissimi libri. Questi sono libri di facile lettura e non bisogna farsi scoraggiare se vediamo che sono tante pagine (almeno 200) perché sono scritti in caratteri grandi e, comunque, sono assai avvincenti e sono sicura che non mancheranno di prendere l’interesse pure del lettore più svogliato che c’è. Provare per credere.

Monica Palazzi

MARTINA AQUILIO, DA EX ON THE BEACH A... MILLE SOGNI ANCORA DA REALIZZARE!

Il pubblico italiano ha imparato a conoscerla come concorrente di Ex on the Beach, la fortunata trasmissione che lo scorso mese di dicembre l’ha vista entrare nelle televisioni di tutta Italia. Ma la storia di Martina Aquilio, 27enne dalla Provincia di Pescara, parte molti anni addietro ed è un insieme di passione per la fotografia, sfida col proprio corpo, amore per la moda e semplicità acqua e sapone. Nella vita è una onicotecnica con la passione verso l’immagine e la cura della propria persona che l’ha portata a raggiungere traguardi davvero straordinari e a diventare una icona per le ragazze che non vogliono arrendersi davanti agli ostacoli che la vita inevitabilmente pone dinnanzi.

Riavvolgiamo il nastro: fra te e il mondo dello spettacolo c’è un legame che parte da mondo lontano…

Proprio così: sin da piccola sono stata circondata dal mondo dello spettacolo. Mia madre era una modella e mio padre come hobby faceva il fotografo. Ricordo che guardavo tantissimi programmi di moda, crescendo mi sono resa conto che mi piaceva quel mondo.

Il mio primo shooting è stato a 16 anni, ero emozionatissima! Quando uscirono le prime foto editate mi resi conto di avere un potenziale. Il pubblico apprezzava le foto che pubblicavo su Facebook. Il passaparola fece il resto. Cominciarono a chiamarmi altri fotografi per creare nuovi shooting e tutto prese un andamento sempre più importante!

Ecco, la tua carriera prese il via proprio così… E naturalmente… arrivarono belle e brutte sorprese, come un’agenzia di moda di Milano che ben presto si rivelò poco seria! Ma nel periodo adolescenziale, fu soprattutto il mio corpo a diventare problematico complice un seno importante nonostante la giovane età. Non riuscivo a sfondare il muro che mi impediva di realizzare il mio sogno. Le agenzie, le mie professoresse… tutti mi dicevano che non sarei mai potuta diventare una fotomodella per il mio seno molto abbondante. Col passare del tempo il mio fisico stava prendendo forma in maniera proporzionata e io cominciai a riprendere confidenza con il mio corpo. Ricevevo ogni giorno mille complimenti, ma nella maggiore erano per il mio seno. Non prendevo questi complimenti in positivo perchè percepivo quel pizzico di malizia nelle persone.

Insomma, tutto pareva togliere spazio al tuo sogno.

In quel periodo della mia vita tutto era complicato anche nel comprare vestiti. Verso i miei 21 anni venni contattata da un fotografo per un nuovo progetto. Quando vidi le foto pronte, decisi che da quel momento in poi potevo e dovevo ricominciare a posare e a pubblicare nuovamente sui social.

Da allora non hai più smesso. Proprio così, non mi sono più fermata nel mettermi in mostra. D’altronde, sono sincera: il mondo della fotografia mi ha dato molto. Mi ha aiutato a crescere a livello caratteriale, a valorizzare i miei punti forti del mio corpo. Mi ha aiutato a riprendere confidenza con il mio corpo. Nonostante tutto ho sempre continuato a inseguire il mio sogno.

Cosa ti spinge ad andare avanti?

La voglia di lavorare perché un giorno… voglio ritrovarmi su una rivista o su un cartellone pubblicitario, tipo come quelli di Cristiano Ronaldo, per poter dire ai miei genitori “Ciao mamma e papà ce l’ho fatta!”. L’idea di vedere il mio viso ovunque mi fa impazzire in maniera positiva… Che rapporto hai col mondo dei social?

Un rapporto… assolutamente tranquillo! Nella maggior parte dei casi uso Instagram dove pubblico la mia quotidianità, mi piace condividerla con gli altri senza entrare troppo nel privato.

Mi reputo, seppur in parte, una influencer! Mi rendo conto che tutto quello che pubblico piace alle persone.

Chi ti trova sui social, cosa deve percepire di te? Vorrei che per le persone mi prendano come un esempio da seguire, soprattutto le donne.

E vorrei che lo facessero per via del mio carattere molto deciso, che rispecchia molto come quello di “Donna Alfa”. Mi piace che le persone seguano la mia vita, il bello di queste piattaforme è che si ha sempre un pubblico che ti osserva, in qualunque momento. Di negativo c’è… la cattiveria della gente. Odio il fatto che alcune persone scrivano in maniera del tutto liberatoria le cattiverie sotto ai post delle persone senza un minimo di conoscenza.

Chi è Martina Aquilio nel quotidiano?

Io sono una ragazza esibizionista sempre, credo che faccia parte del mio carattere. Tante ragazze mi chiedono spesso quale sia il segreto.

Io credo che sia dovuto dal fatto che ho sconfitto la vergogna con il mio corpo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Uno è quello che inseguo ogni giorno sperando che diventi un mio lavoro e l’altro è quello di aprire un centro estetico. D’altronde… bisogna avere sempre un piano “B”.

Tra dieci anni mi auguro di essere la nuova Naomi Campbell italiana ed essere l’esempio per ogni donna da poter ammirare.

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Un ragazzo ventenne studia in un’altra città condividendo l’appartamento con una ragazza stupenda. Un giorno la madre del ragazzo va a trovarlo per cena, e notando l’avvenenza della ragazza, comincia a chiedersi se loro due non abbiano una relazione sessuale. Il figlio, conoscendo la natura di sua madre, anticipa la domanda assicurandole che si tratta solo di una inquilina che, fra l’altro, è anche una bravissima ragazza, molto religiosa. Dopo circa una settimana la ragazza dice allo studente: “Da quando è venuta tua madre, manca la mia padella”. Il ragazzo risponde: “Non credo proprio che mia madre abbia preso la tua padella, ma se ti fa stare meglio glielo chiedo la prossima volta che la sento”. Così, nella successiva lettera alla madre, il ragazzo aggiunge la seguente frase:

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