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LA SUOCERA

Premetto che io non sono né sposata né fidanzata quindi non ho una suocera e, quindi, un’esperienza diretta a riguardo non l’ho mai avuta però sinceramente difficile non sapere chi sia la suocera e tutti gli aneddoti raccontati attorno a questa figura “mitica” (tale termine era stato usato qualche tempo fa dal Papa) ?!

Forse in pochi sanno che la suocera ha anche la “sua” Giornata Mondiale che ogni anno si festeggia la quarta domenica di ottobre.

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Questa tradizione nasce negli Stati Uniti d’America ed esattamente in Texas nel 1934 su iniziativa della signora Gene Howe che era direttrice di un giornale locale. Facciamo una premessa: è certo (o quasi) che l’immagine della suocera risulti sempre un po’ scomoda in quanto c’è sempre (o quasi) una rivalità tra lei e la nuora in quanto entrambe si disputano l’effetto del figlio / marito. In base a degli studi scientifici sull’argomento, si è certificato che tra le due possa nascere una sorta di rivalità. Sicuramente degli attriti accadono ogni qual volta in famiglia arrivi una nuova figura e, in modo particolare, quando si tratta di una figura femminile che essa sia la fidanzata, moglie o compagna del figlio maschio. E se nella maggioranza delle situazioni la questione si risolve abbastanza velocemente e con buona pace da entrambe le parti, vi sono dei casi in cui questo sfocia, invece, in una vera e propria rivalità. Ed è di questo “fenomeno” che vorrei parlare.

Ciò comporta, quindi, a una competitività tra le due donne (magari anche pericolosa) che alla fine porterà il figlio/marito a dover scegliere tra l’una o l’altra con la conseguenza di dover incrinare il legame di coppia.

Ed esiste anche (quanto meno nella psicologia popolare dato che non rientra nei manuali ufficiali degli psichiatri) la “socerafobia” che come suggerisce il nome, indica la paura nei confronti dei suoceri e più in particolare delle suocere. Anche se, forse, più di paura sarebbe più corretto parlare di rivalità fra nuora e suocera: una sorta di gare a chi fa meglio o di più la tal cosa... È ovvio, l’arrivo di una persona nuova in famiglia, come detto, può creare dello scombussolamento che fa alterare degli equilibri che si sono consolidati nel corso degli anni anche perché questo comporta l’allontanamento per via del matrimonio o della convivenza del figlio dalla casa dei genitori.

Ii genitori, in modo particolare la madre, devono però farsene una ragione di questa nuova realtà e capire che il figlio si è fatto grande e loro un po’ più anziani (seppur si spera ancora siano arzilli e autosufficienti) e quindi i genitori / suoceri devono prepararsi all’idea di diventare nonni. Questo perché spesso succede che quando arrivano i piccoli, la nuora poi sia più portata com’è normale a chiedere consiglio alla propria madre rispetto alla suocera e questa cosa potrebbe essere un ulteriore motivo di litigio...

Forse bisognerebbe usare una giusta via di mezzo da parte di entrambe in modo da non scontentare troppo nessuno!

Ad esempio: tre giorni i bambini vengono portati dalla propria mamma e gli altri due seppur, forse anzi certamente, un po’ a malincuore dalla suo- cera … alla fin fine è meglio tenersela “buona” perchè un’indomani, se capitasse che i propri genitori non sono disponibili, c’è sempre un collaudato piano “b”. Tutto sommato è meglio lei di una sconosciuta baby sitter o sbaglio?

E allora come fare per andare d’accordo con la suocera?! Per evitare delle inutili discussioni l’ideale è quello di non mettersi a gareggiare su chi sia più bravo a fare l’arrosto o la crostata così come è importante non invadere, come si sol dire, a gamba tesa il territorio dell’altra. L’importante è rispettare i propri spazi e restare al proprio posto. Altra cosa fondamentale è quella di riuscire a capire che il figlio amerà la moglie in quanto compagna di vita e madre dei propri figli mentre amerà la mamma in quanto sua genitrice e colei che gli ha dato la vita.

È naturale che si tratta indubbiamente di due sentimenti importanti, ma totalmente diversi.

Alcune curiosità

La storia del passaggio del mestolo tra suocera e nuora Verso la fine dell‘800 quando arrivava il giorno delle nozze fra i due novelli sposi, in alcune zone del nostro territorio c’era l’abitudine del rito del mestolo. Mi spiego meglio.

Il corteo nuziale giungeva alla casa dove aveva risieduto fino ad allora lo sposo e trovava la sua porta chiusa. Allora la sposa doveva bussare per tre volte e al terzo “toc toc” si apriva la porta. Dinanzi la suocera con il “famoso” mestolo legato alla cintura. Dopo di che la suocera avrebbe dovuto fare una sorta di terzo grado alla futura nuora e se fosse andato tutto bene avrebbe detto: “Vieni figlia mia, vieni e possa tu non dimenticarti mai delle promesse che mi hai fatto quest’oggi”, si sarebbero abbracciate e, finalmente, la suocera avrebbe consegnato il mestolo alla nuora.

Lingua di suocera tra specialità piemontesi e piante

E lo sapete che esistono anche delle specialità culinarie e una pianta che si chiamano “lingua di suocera”?! In Piemonte, un piatto tradizionale che viene fatto con la medesima pasta che si usa per fare i grissini si chiama “Lingua di Suocera”. Questa prelibatezza con buona probabilità ha origine antiche e addirittura si parla del Settecento e sembra che il nome sia dovuto al fatto che la lingua della suocera sia lunga per eccellenza e dato che questa specialità è abbastanza lunga si è vista così una certa rassomiglianza tra le due cose. Infine, ricordo che vi è anche una pianta lunga e sottile che in alcuni casi fa anche dei fiori colorati che sia chiama “Lingua di Suocera”. La sua particolarità sembra quella che per poter sopravvivere si debba sviluppare su altre piante da cui poi prende il nutrimento…ogni riferimento a fatti e persone, ovviamente, è puramente chiaramente casuale…

Monica Palazzi

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La Ferocia con il Pizzo torna in una nuova edizione negli scaffali delle migliori librerie di tutta Italia e negli store online, arricchita stavolta da splendide illustrazioni in stile manga a cura dalla talentuosa Stefania Diaferia che, dopo aver letto con molta attenzione le poesie, ha voluto rappresentare in versione assai speciale l'autrice con la meravigliosa immagine che troviamo in copertina. Fresca e genuina ma assolutamente adatta per rappresentare una donna dalla spiccata sensibilità che non ha mai smesso di ascoltare il famoso fanciullino di pascoliana memoria, a lei tanto caro. Una grafica colorata e accattivante ha reso poi il testo ancora più fruibile e convincente anche per un pubblico giovane che oggi fatica ad avvicinarsi al mondo poetico che fa parte del nostro immenso patrimonio artistico e culturale da sempre. Non per nulla l'Italia è la terra di grandi poeti e del Sommo, venerato ovunque nel mondo e che in ogni dove ci invidiano!

Una silloge poetica quella della di Lisa Di Giovanni, grande esperta di comunicazione e autrice sopraffina fin da giovane, che parla d'amore e che lo emana, come un profumo ora più dolce, ora più speziato, o ancora muschiato, da tutti i pori, memore però del fatto che ognuno di noi, proprio come ogni sentimento che si rispetti, ne abbia uno che è ben distinguibile e assolutamente originale. Ed è per questo che va in qualche maniera protetto e tutelato. Protetto sia dalle ondate di calore che dai venti gelidi. L'autrice cerca, senza alcuna forma di presunzione, perché mai questo sentimento fu più lontano dal suo cuore, di essere esaustiva nel suo racconto in versi che non stanca mai e poi mai e che è reso ancora più piacevole dalla presenza di alcuni fugaci pensieri che svolgono la funzione di delicata, ma comunque molto evocativa, di raffinati maggiordomi che ci introducono nelle stanze del dell'anima, dell'abile penna di una poetessa che sa- indubbiamente- il fatto suo ma che non ce lo fa pesare perché lei è- in realtà-una di noi.

Una donna sensibile, ma non fragile. Determinata e bella, ma bella per davvero, non solo esteticamente parlando. Così la definisce – tra le righe- l'addetto stampa Laura Gorini, anche lei poetessa, nonché editor, che ha il privilegio di collaborare da tempo con la Di Giovanni in svariati ambiti.

Il sentimento è ben sintetizzato in ogni sua parte ma mai poi mai anestetizzato perché non lo merita. Deve essere vissuto fino in fondo, senza alcuna paura o piccola remora. Sa essere morbido e avvolgente come un caldo abbraccio e una coperta di lana colorata, ma anche ferire con ferocia, che talora è solo apparente, altre volte con delicatezza, con il pizzo per l'appunto, come ha ben spiegato in una speciale nota psicoanalitica la Dottoressa Maura Ianni. È un sentimento che talora ha l'urgenza, persino assai impellente, di farsi vivere, altre volte sa aspettare, men- tre altre chiede rispetto e persino alla tanto celebre privacy della quale oggi giorno si discute più che mai. Ma è in ogni caso è profondamente vero e merita pertanto di essere vissuto fino in fondo, dall'alba al tramonto. Non ha paura di esistere e, tra le pagine, c’è un invito- ora più implicito, ora più esplicito, a lasciarsi andare: la vita ha in serbo per ognuno di noi tante sorprese e noi non possiamo coglierle al volo. L'importante è che ognuno di noi abbia il proprio mare e la propria rotta ben precisa, stampata non in testa, ma nel cuore e nell'anima. Perché non si può restare fermi dopo aver vissuto fino in fondo la propria notte... E la poetessa con la sua sublime arte ce lo ha ampiamente confermato.

Chi è l'autrice:

Lisa Di Giovanni è nata a Teramo e vive a Roma da oltre vent'anni. Laureata in psicologia, lavora per una società di telecomunicazioni come business manager. È il portavoce di ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale), dove si occupa di pubbliche relazioni e progetti di inclusione sociale, nonché il tesoriere di CardioRes. È giornalista pubblicista e collabora con quotidiano "Paese Roma", il Quotidiano sociale, Mob Magazine e Blasting News giornale partecipativo, ed è inoltre il Direttore del semestrale cartaceo ‘La finestra sul Gran Sasso', un magazine che parla di: tradizioni, arte, cultura, poesia e attualità. È scrittrice e poetessa, il suo ultimo libro di poesia è stato pubblicato in inglese e italiano, intitolato "Daylight" contenente poesie, racconti e riflessioni. Ha pubblicato, in collaborazione con Marco Sciame, la serie di fumetti "Human's end" e, insieme a Nicola Magnolia, un saggio sul grande Go Nagai. A gennaio 2021 ha pubblicato un libro di narrativa autobiografica in collaborazione con Salvatore Cafiero, edito da L’Erudita Edizioni di Giulio Perrone, intitolato “Phoenix-Il potere immenso della musica”. È responsabile unico dell'ufficio stampa ‘P.R. & Editoria’, agenzia di comunicazione e consulenza strategica per scrittori, case editrici e agenzie che opera a livello nazionale e ha sede a Roma, è anche l'ideatrice del Concorso Letterario Nazionale 'FavolosaMente'. Collabora, inoltre, con diverse reti televisive che si occupano di diffondere libri. Da giugno 2021 fa parte di un “Team di professioniste e imprenditrici” di eccellenze italiane, gruppo coadiuvato dalla Confederazione AEPI (Associazioni Europee di professionisti e Imprese), ed è cofondatrice del marchio ‘Sinapsi 180’ insieme alla prof.ssa Maura Ianni.

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