Le Maestre Pie Venerini a Marino

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MAESTRE PIE VENERINI O

CASA GENERALIZIA

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Lodo il Signore per i benefici concessi alla città di Marino in215 anni di servizio educativo, prestato dalla Famiglia delle Maestre Pie Venerini. Sono grata alle Consorelle che hanno mantenuto vivo

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carisma della nostra Fondatrice, Rosa

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Venerini, continuando, come Lei, ad educare con amore e dedizione.

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La cura attenta e premurosa delle Maestre, che si sono susseguite nel corso dei secoli, ha prepara-

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to alla vita intere generazioni di bambini, adolescenti e giovanette. Sono cambiati i metodi e i programmi, in risposta alle esigenze dei tempi, ma in ogni figlia di Rosa

Venerini è rimasta viva la stessa passione educativa della Madre: attraverso l'istituzione delle prime scuole popolari femminili, la Fondatrice ha posto le basi per

diritti della donna

il riconoscimento della dignità e dei

e ha cercato di assicurare a tutte le giovani Ia luce della fede e del sapere.

Oggi chiediamo alla Santa che continui a vegliare sui bambini, suiragazzi, sui giovani e sulle fa-

miglie che frequentano la nostra scuola, la nostra casa, la nostra catechesi. A Lei chiediamo che non faccia mai mancare alla città di Marino gli educatori e le educatrici che portino le anime a Dio e

Dio alle anime, che formino persone ricche di competenze, ma soprattutto cariche di valori per la

realizzazrone di un mondo più bello e più giusto.

Roma,20 maruo200l

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Suor Marcella Lorenzetti, Superiora Generale delle Maestre Pie Venerini, riceve 1a benedizione da Giovanni Paolo IL


Le Maesme Pie Venerini a Marino

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Marino - Cartolina viaggiata il 24 luglio 1921. Al centro, più chiara, la casa delle Maesrre Pie Venerini, in via Garibaldi

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Marino 1990 - La

casa delle Mastre Pie

Venerini adiacente al piazzale degli Eroi

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Anita Lisotti

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fanciullo nell'uomo.

suor Maria Gregorini cbe ha incoraggiato la fantasia della scrittura.

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per la familiarità e la seuerità dell'abito religioso

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ffi§ Annullo postale speciale figurato rilasciato da.lle Poste Italiane in occasione del 275" anniversario della scuola delle Maestre Pie Ve-

nerini di Marino 21 aprile 2007

ReaLzzaz:Lone gta{ica

di Franco Piccarreta dello studio Elabora

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Società e istruzione fra Seicento e Settecento Quando Rosa Venerini nasce a Viterbo i19 febbraio 1656, terzosenita con i fratelli Domenico, Maria Maddalena e Orazio, da Goffredo, un dottore originario di Castelleone nelle Marche laureato in medicina a Roma che esercita presso il locale Ospedaie Grande e daMarziaZampichettr di agrata famiglia viterbese di calzolai, nello Stato pontificio e in Italia in genere è diffusa una notevole depressione economica e sociale, aggravata dall'epidemia di peste che colpisce anche Marino, decimandone 1a popolazione. 11 padre di Rosa si adopera per curare gli ammalati di pestel. Nonostante lo splendore culturale che caratteflzza Roma nell'arte, nella musica e nel teatro, durante il pontificato di Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667) e poi ne1la restante seconda metà del Seicento, la spinta propulsiva della Chiesa, sostenuta dallo spirito della Controriforma, cede sempre più il passo alf insorgere degli stati assolutistici in tutta Europa. Lo Stato pontificio, dopo aver perduto prestigio politico, risente come altrove nella Penisola della crisi del dominio spagno1o, mentre si va affermando sempre più la potenza francese sul continente. Le guerre si succedono alle carestie e alle pestilenze: alla povertà diffusa si accompagna l'analfabetirrno. È un'epoca di grandi contraddizioni. Al successo per la conversione di Cristina di Svezia e per Ia sua visita a Roma, corrisponde la capitolazione del pontefice alla Francia con la pace di Pisa, dopo che come nunzio apostolico già ha dovuto subire 1o smacco de1 ffattato di §Testfalia contrario agli interessi della Chiesa. All'impresa titanica nel fare di Roma l'erede cristiana de1la Roma imperiale, il "caput orbis" del cattolicesimo, iniziando 1a grande stagione del barocco romano di

Bernini, Maderno e Pieffo da Cortona, si contrappone una crisi finanziaia e demogra-

fica dello stato senza precedenti. Alla costruzione della nuova sede universitaria della Sapienza, alla fondazione de1la ricca biblioteca

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Ritratto di Rosa Venerini

che da lui prende il nome di Alessandnna, al sostegno delle accademie e degli studi giuridici, letterari e scientifici, fa eco una popolazione in massima parte ignorante e superstiziosa.

tentativo intrapreso esattamente un secolo prima dalla Riforma cattolica scaturita dai dettati del Concilio di Trento di accorciare le distanze culturali fra classe dominante e classe subalterna, fra alto e basso clero, di contenere i1 laicismo umanistico e rinascimentale nei confini dottrinali del magistero ecclesiastico e infine di ismuire il popolo minuto, perché acceda a una più cosciente e matura dottrina religiosa che funzioni anche da antidoto alla diffusione della ribellione protestante, finziona finché rimane alta la tensione pedagogica dell'insegnamento alla maniera di san Filippo Neri e di san Francesco di Sa1es, l'ispiratore di san Giovanni Bosco, finché I'organizzazione riesce a supportare il deliberato tridentino di istituire scuole elementari gratuite in ciascuna parrocchia per fanciulli analfabeti. Dopo di ciò occorre 11


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un rinnovato magistero e un impegno

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In particolare san Filippo Neri indica ai sacerdoti il modo di togliere r rugazzi dalla strada, ar,wicinandoli e intrattenendoli con letrzia nell'istituzione dell'oratorio, coltivando con loro il fisico e lo spirito, educando in loro il cuore e 1a mente, attraverso le adunanze e le passeggiate, 1o studio ela ricreazione; soprattutto intuendo che non vi può essere vero apprendimento dottrinale, se non vi è un minimo di cultura generale. Su altro versante operano i gesuiti con 1e loro missioni in terre non straniere: usano la paro\a e l'esempio, ma oltre alla lettura e alla scrittura adottano soprattutto con gli adulti il linguaggio delf immagine; così la pittura, la scu1tura, la musica e il teatro diventano, ancora più che in passato, 1a bibbia dei poveri. San Francesco di Sales, ordinato vescovo di Ginevra ndr 1602, considera un privilegio quello di poter spiegare personalmente il ca-

techismo ai bambini. Per chiamarli a raccolta a1le sue lezioni invia un tagazzo per le strade della città. Per coinvolgere g1i adolescenti in

Rosa Venerini alr,icina \e ragazze educando iI e

loro cuore

la mente

progetti ed iniziative edificanti non usa fare moralismo, ma con libertà di sentimento e con affetto insegna loro ad essere partecipi e responsabili.

Da parte sua san Giuseppe

Calasanzio -1618) fonda la prima scuola pubblica cristiana e un Ordine dedicato alla scuola ,1557

(scola pia/Scolopi) che aggiunge ai soliti tre voti religiosi il quarto che è la dedizione all'e-

Marino anni '70 - La Maestre Pie Venerini educano lisico e lo spirito

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ducazione della gioventù. Giunto a Roma dal1a Spagna si commuove per 1o stato di abbandono dell'infanzia, per la miseria umana e morale nel1a quale questa vive abbandonata dalla famiglia e da1le istituzioni. Così fonda nella chiesa di Santa Dorotea la prima scuola pubblica gratuita dell'Europa moderna. A questa alta e ispirata iniziativa dà il nome di "Scuola Pia". AI centro della sua idea educativa c'è il binomio "fede e cultura" che presuppone il rispetto per la personalità di ogni bambino e il riconoscimento in ciascuno di essi dell'immagine di Gesù. lI Calasanzio, un po'per la sua amicizia con Galileo Galilei, un po' per 1a sua larga veduta in termini di insegnamento che non si limita ai soli primi rudimenti del sapere, ma si estende anche alle conoscenze scientifiche e matematiche. incon-


tra l'opposizione dell'aristocrazia e della gerarchia ecclesiastica, i quali vorrebbero che i fanciulli del popolo si limitassero a conoscere il minimo indispensabile. San Giuseppe Calasanzio, canonizzato nel L7 67 e definito da papa Pio XII "celestiale patrono di tutte le scuole popolari cristiane", muore otto anni prima della nascita di santa Rosa Venerini. Non precursore ma contemporaneo di santa Rosa Venerini, è san Giovanni Battista De La Salle (1651 l7l9), il fondatore dell'istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, proclamato nel t910 patrono degli insegnanti. Sacerdote nella città francese di Reims egli nasce da famiglia agiata e alla morte dei genitori invece di amministrare il patrimonio famigliare, decide di dedicarsi all'apostolato dei giovani, in particolare di chi è di modesta esffazione sociale e culturale. Se a Roma l'opera di san Giuseppe Calasanzio non desta più scalpore, nella provincia francese l'apostolato di Giovanni Battista De La Salle è considerato scandaloso. Pochi maggiorenti vivono nel lusso, il popolo vive nella miseria e tanto nelle campagne quanto nei quartieri della città i giovani sono privi di istruzione e abbandonati a se stessi. I1 giovane borghese mette a disposizione se stesso e il patrimonio avito per sviluppare una comunità educante: i Fratelli delle Scuole Cristiane. La rcazione

Rosa

Venerini "Scuola Pia. fede e cultura"

Marino - Scuola Maestre Pie Venerini, foto di gruppo negli anni che precedono l'ultima guerra

della classe dominante e delle autorità ecclesiastiche del tempo alla creazione di una scuola gratuitaper i poveri è ostile. Si ha paura che i figli dei poveri possano sovvertire l'ordine sociale una volta istruiti. La novità è anche quella di insegnare non in latino ma in lingua madre francese, di integrare le discipline scolastiche con l'istruzione religiosa, di creare scuole di awiamento alle arti e ai mestieri, di offrire corsi domenicali ai lavoratori e corsi di recupero per i carcerati, infine di elaborare un nuovo metodo di insegnamento che incoraggia l'allievo, rassicura i deboli e contribuisce alla form azione della personalità. L'opera di De La Sal1e giunge a Roma nel 1702, dove i Fratelli delle Scuole Cristiane sono più semplicemente chiamati dal popolo: i Carissimi. LUrbe conta in questo inizio di secolo circa 150.000 abitanti e dispone di261 maestri, compresi i privati, sparsi nei vari rionil. La domanda di istruzione è crescente e sempre meno legata a finalità puramente religiose. La diffusione progressiva dell'editoria popolare mostra la domanda sempre maggiore di informazione e di conoscenza. Tuttavia questo grande sforzo di acculturazione è rivolto quasi esclusivamente al sesso maschile. Escluse le donne da un tale processo di informazione e di scolarizzazione, soltanto a partire dal 1695 si contano a Roma 14 scuole elementari per zitelle, gestite da insegnanti donne" Lalacuna è presto colmata: nel 1688 vi giungono 1e Orsoline, geminate dalla Compagnia di Sarut'Orsola fondata ndt 15)6 da sant'Angeia Merici, e ne1 1707 le Maestre Pie Venerini dedite esclusivamente alf insegnamento femminile gratuito.


tra l'opposizione dell'aristocrazia e della gerarchia ecclesiastica, i quali vorrebbero che i fanciulli del popolo si limitassero a conoscere il minimo indispensabile. San Giuseppe Calasanzio, canonizzato nel 17 67 e definito da papa Pio XII "celestiale patrono di tutte le scuole popolari cristiane", muore otto anni prima della nascita di santa Rosa Venerini. Non precursore ma contemporaneo di santa Rosa Venerini, è san Giovanni Battista De La Salle (1651-1719), il fondatore delf istituto dei Fratelli delie Scuole Cristiane, proclamato nel 1950 patrono degli insegnanti. Sacerdote nella città francese di Reims egli nasce da famiglia agiata e alla morte dei genitori invece di amministrare il patrimonio famigliare, decide di dedicarsi al1'apostolato dei giovani, in particolare di chi è di modesta estrazione sociale e culturale. Se a Roma 1'opera di san Giuseppe Calasanzio non desta più scalpore, nella provincia francese 1'apostolato di Giovanni Battista De La Salle è considerato scandaloso. Pochi maggiorenti vivono ne1 lusso, il popolo vive nella miseria e tanto nelle campagne quanto nei quartieri della città i giovani sono privi di ismuzione e abbandonati a se stessi. Il giovane borghese mette a disposizione se stesso e i1 patrimonio avito per sviluppare una comunità educante: i Fratelli delle Scuole Cristiane. La reazione

Rosa

Venerini "Scuola Pia. fede e cultura"

- Scuola Maesre Pie Venerini, foto negli anni che precedono l'ultima guerra Marino

di gruppo

della classe dominante e delle autorità ecclesiastiche del tempo alla creazione di una scuola gralutta per i poveri è ostile. Si ha paura che i figli dei poveri possano sowertire l'ordine sociale una volta istruiti. La novità è anche quella di insegnare non in latino ma in lingua madre francese, di integrare le discipline scolastiche con l'istruzione religiosa, di creare scuole di ar,,viamento alle arti e ai mestieri, di offrire corsi domenicali ai lavoratori e corsi di recupero per i carcerati, infine di elaborare un nuovo metodo di insegnamento che incoraggia 1'a1lievo, rassicura i deboli e contribuisce alla form azione della personalità. L'opera di De La Salle giunge a Roma nel 1702. dove i Fratelli delle Scuole Cristiane sono più semplicemente chiamati dal popolo: i Carissimi. LUrbe conta in questo inizio di secolo circa 150.000 abitanti e dispone di26l maestri, compresi i privati, sparsi nei vari rionil. La domanda di istruzione è crescente e sempre meno legata a finalità puramente religiose. La diffusione progressiva dell'editoria popolare mostra la domanda sempre maggiore di informazione e di conoscenza. Tuttavia questo grande sforzo di acculturazione è rivolto quasi esclusivamente a1 sesso maschile. Escluse le donne da un tale processo di informazione e di scolarizzazione, soltanto a partire dal1695 si contano a Roma 1rl scuole elementari per zitelle, gestite da insegnanti donne" Lalacuna è presto colmata: nel 1688 vi giungono 1e Orsoline, geminate dalla Compagnia di Sant'Orsola fondata nel 1fi6 da sant'Angeia Merici, e nel 1707 le Maestre Pie Venerini dedite esclusivamente alf insegnamento femminile gral uito.


La missione educatrice di Santa Rosa Venerini In questo contesto storico fiorisce e poi si sviluppa l'opera di santa Rosa Venerini. L estrazione sociale piccolo borghese, f isffuzione ricevuta in casa, la sensibilità umana e la vivace intelligenza di cui è dotata, uniti ad un precoce sentimento religioso spingono la giovanetta a concepire di dedicare la propria vita al prossimo in una forma inedita e anche eroica per l'epoca. All'età di sette anni concepisce di consacrare 1a sua vita a Dio, poi crescendo ha dubbi sulla reale entità del1a vocazione e quando a sedici anni conosce un ragazzo che le fa Ia corte, la giovane Rosa entra in conflitto, non comprendendo la scelta più giusta da fare. Si consiglia prima con padre Sante Ce1li e poi con padre Bonaventura Bandinelli, presso il santuario della Madonna della Quercia, ma fino a venti anni resta indecisa se pronunciareivotiechiudersi in clausura, op1676

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Rosa Venerini insegna

aleggereeastudiare

il catechismo

pure formare una sua famiglia. Per le

donne dell'epoca

queste sono le due sole vie da scegliere, ma Rosa vive un conflitto interiore che la sollecita ad :una scelta diversa. Nella mente della giovane Rosa il progetto della sua vita man mano si definisce, sia che si sposi, sia che si consacri, 1ei ha comunque deciso di dedicarsi alla cura amorosa dei piccoli, alla missione

Marino

1910

Scuola elementare del1e Maesue Pie

Venerini

educatrice deile nuove generazioni che soltanto con l'istruzione possono raggiungere un'elevazione morale e materiale in seno alla società e questa può migliorare e progredire soltanto se i giovani, che a loro volta diventeranno un giorno genitori e maestri, sono tolti oggi dallo stato di abbandono e di ignoranza. La vita della famiglia già la conosce, perciò nel 1676 vuole provarc Ia vita monastica. Nell'autunno dello stesso anno si reca a vivere presso la zia Anna Cecilia consacrata domenicana nel monastero viterbese di Santa Caterina. Qui Rosa Venerini impara a vivere in una comunità diversa dalla famiglia, fatta in prevalenza di regole e di meditazione; qui forse già matura inconsciamente 1a sua vera vocazione, innovativa rispetto alla consuetudine del tempo che è quella di farsi suora ritirandosi dalla società: concepisce di fare apostolato religioso affiancando la famiglia nell'opera educatrice dei bambini. Dopo pochi mesi deve interrompere l'esperienza claustrale per tornare a casa, dove al papà morto prematuramente si aggiunge la sventura della perdita nel 1680 del fratello maggiore Domenico all'età di27 anni, mentre la madre ha bi-

di assistenza. Scomparsa anche la madre e sposatasi la sorella Maria Maddalena, Rosa Venerini invita nella sua casa tagazze e sogno

donne del quartiere per la recita del Rosario. Con il permesso del fratello più piccolo, Ora-


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Marino Inizio XX secolo Antica

e ralzr

foto delle Maestre Pie Vencrini

zio, una stanza piano terra de1la casa si trasforma in un oratorio. liniziativa le viene suggerita dal suo nuovo direttore spirituale Domenico Balestra gesuita che in questo modo crede di impegnarla e di distrarla da11e tristi vicende familiari. Lì Rosa si accorge in quale condizione di povertà culturale e spirituale versano le donne del popolo, madri o future madri. La preghiera comune non è sufficiente, occorre fare catechismo e, per fare bene questo, occorre anche fornire un'istruzione elementare. Così pian piano prende corpo il carisma della sua missione, Rosa avverte di essere chiamata a dedicarsi alf istruzione e alla formazione cristiana delle più giovani, attraverso un contatto quotidiano di insegnamento che prelude alla vera e propria scuola. Lesperimento viene incoraggiato da un altro padre gesuita, Ignazio Martinelli, che le consiglia diindtrzzare la sua opera sol-

tanto alle bambine e alle adolescenti, più che alle donne mature, per poter dar corso a un vero programma didattico. Ne1 1684 il fratel1o Orazio si sposa e Rosa non si sente più vincolata alla casa paterna, pertanto con l'aiuto di una benefattrice. Artemisia Manzanti Brugiotti, prende in affitto un appartamento. Qui, nell'estate del 1685, all'età di quasi trenta anni, ottiene il permesso dal vescovo di Viterbo, il cardinale Urbano Sacchetti, di aprire una scuola insieme a due amiche: Girolama Coluzzelli ePorzia Bacci che condividono con 1ei i1 progetto assolutamente rivoluzionario di quella che sarà la prima scuola pubblica femminile in Italia. La missione di Rosa Venerini è quella di preparare le giovani alla vita civile nell'ambito di una solida formazione cristiana, di sottrarre le ragazze alf ignoranza cui la società del tempo le condanna, promuovere I'elevazione culturale e spiritua-


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modello è quello di una scuola pia, così come già l'ha definita qualche anno prima Giuseppe Calasanzio, non nel senso di una scuola di devozione religiosa, ma nel senso della pietas, della carità, cioè della gratuità dell'insegnamento ai più bisognosi, quelli che non possono permettersi un precettore in casa. Per questo la Regola dettata da santa Rosa Venerini inizia dicendo:

le della donna.

"Questa scuola si fa gratis dalle maesffe". In un paese di provincia come Viterbo non tutti vedono con favore l'iniziativa pur meritevole de1le Maestre Pie: per i benpensanti le Maestre Pie sono delle religiose che si muovono liberamente in città e non vivono nella

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clausura di un convento, per i parroci viterbesi rappresentano una concorrenza nelf insegnamento de1 catechismo che sfugge a1 1oro stretto controllo, così come i fanciulli che la domenica emigrano dalla parrocchia per andare dai gesuiti. Il diverbio è presto sedato dal vescovo Urbano Sacchetti che affida l'insegnamento de1 catechismo alle parrocchie locali e, in orari diversi, i1 supplemento di istruzione alle Maesue Pie. Le perplessità dei benpensanti sono presto rintuzzate dal succe s s o dell' i ntziativ a gene ralmen te app r ezzata e dal numero di giovanette che accorrono alla scuola con il pieno consenso dei genitori. Non potendo dire a1tro, i detrattori dell'ope-

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Marino - Inizio XX secolo Antica e rara foto delle Maestre Pie Venetini


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1%2 I bambini

della seconda elementare in posa d'aurore

ra si limitano a dare delle "gesuitesse" alle Maestre Pie per i1 loro evidente legame con l'ordine fondato dalgnazio di Loyola. Le difficoltà economiche sopportate da Rosa Venerini e dalle consorelle derivanti dalla gratuità dell'istituzione le sostiene il cardinale Marco Antonio Barbarigo, vescovo di Montefiascone, che nel 1692 chiede alle Maestre Pie di trasferirsi nella sua diocesi per dar vita a iniziative analoghe a quelle intraprese a Viterbo. Rosa Venerini lascia suor Angela Leonetti a dirigere la scuola viterbese e accoglie i1 caloroso invito del benefattore. Con la consorella Lucia Filippini, Rosa Venerini fonda a Montefiascone una nuova scuola. Nel 1699 apre una scuola a Oriolo Romano su invito del principe Altieri ed alre 3L nei successivi sei anni; ma molti sono gli inviti inevasi, come quello de1 gesuita Antonio Baldinucci che la vuole anche a Frascati. Poi è la volta di Roma. dove nel 1707 Rosa è invitata a replicare il modello organizzatrvo ormai consolidatosi nel giro di pochi anni. Un membro della Curia romana, l'abate Giacomo Degli Atti, mette a disposizione ifondi per l'impresa, ma so-

nel 1713, dopo che la Congregazione di Propaganda Fide ha approvato il progetto educativo di Rosa Venerini, si apre la prima

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casa romana delle Maestre Pie. Il luogo prescelto è nei pressi di prazza San Marco, in via

del Governo Vecchio, in quella stessa piazza del mercato,{raPalazzo Muti Bussi ePalazzo Astalli, dove nel 1551 sant'Ignazio di Loyola ha aperto la sua prima scuola di grammatica e di dottrina cristiana; una sede vicina e quasi all'ombra del Campidoglio, vicina e quasi all'ombra di quel Collegio Romano, sede dei Gesuiti, che per primi hanno apprezzato e incoraggiato l'opera di Rosa Venerini. Il sigillo definitivo alf impresa giunge il 24 ottobre 1716 da parte de1 nuovo papa Clemente XI che, di persona, si reca nella scuola di Rosa Venerini accompagnato da otto cardinali. Alla fine della lezione i1 pontefice 1a chiama a sé e la benedice, ringraziandola per la sua preziosa opera. Una proliferazione di case e di attività si sussegue incessante a Roma e per tutta l'Italia nel corso del Seftecento. Ovunque si insediano, le scuole de1le Maestre Pie Venerini trovano 1'accoglienza delle comuni-


Il castello di Marino dalla fine del Seicento alla prima metà del Settecento Marino 1911 Prima elementare

tà locali che ovunque ne invocano la preziosa presenza per fornire istruzione elementare alle popolazioni e sempre più spesso, all'occasionale sostegno di benefattori, si sostituisce l'istituzione comunale che sor,'venziona le spese vive di conduzione delle scuole e il so-

stentamento delle insegnanti religiose. Donna concreta e dinamica, libera dai condizionamenti. dalle convenzioni sociali dominanti de1l'epoca, vera pioniera de1 riscatto cultura1e contemporaneo delle donne, profonda conoscitrice dei valori del1a famiglia e dell'importanza del ruolo de1la madre ne1 trasmetterli ai figli, Rosa Venerini giunge al termine dei suoi giorni terreni e, malata di tubercolosi, muore il 7 maggio del tlZg e non fa in tempo a inaugurare la scuola di Marino che pure lei stessa aveva progettato e auspicato.

Collegiata di San Barnal,a

Se Viterbo è in questo periodo una delle terre dello Stato pontificio più progredite su1 piano economico e sociale, Marino si può considerare fra i castelli intorno a Roma quel1o più densamente abitato e potenzialmente

più ricco di risorse agricole e atigianali. Pror,'visto del titolo di ducato, il feudo marinese da oltre due secoli è sicuro appannaggio dei Colonna, una delle più illustri e antiche

famiglie aristocratiche di Roma e d'Italia. I1 periodo di maggiore splendore del castello risale però a1la prima metà del Seicento, quando con Filippo I Colonna 0611-1639), appellato dai marinesi "Padre della patria", Marino diviene un primario centro di immigrazione di operai e artigiani giunti da varie parti della Penisola qui attratti dalla prospettiva

Marino - Basilica cÌi san Barnaba Monumento a1 Cardinale Cìirolamo Colonna Duca cli Marino a.D. 1652


di lavoro e di benesserea. A questo fenomeno si accompagna un singolare incremento demografico seguito da un altrettanto impetuoso sviluppo urbano. Filippo conferma i loca1i statuti agrai, iparu 1e due chiese medievali di San Giovanni e di Santa Lucia e fa iniziare t lavori della nuova chiesa collegiata di San Barnaba, inoltre ripara 1e strade, fa cosruire fuori porta in direzione di Roma la villa Bevilacqua, defia anche dei Baldacchini, e per la moglie Lucrezia Tomacelli la villa di Belpoggio, sistema ll piazzale di Borgo delle Grazie, pofia a notevole livello commerciale le due fiere annuali di San Barnaba e di Santa Lucias. Il cardinale Girolamo Colonna (l$9-1666), secondogenito di Filippo, che succede al padre nel 76)9, non vuole essere da meno e alle cure della diocesi di Frascati

Taddeo Zuccari, fa realizzare e collocare nei pressi del palazzo ducale la fontana anldica degli Schiavi mori a ricordo de1le glorie militari della sua casata, fa costruire 1a villa della Sirena a Frattocchie, lungo la via Appia, al confine con il possedimento dei Barberini, e quella del Cardinale sulle rovine diPalazzola, prospicienti il lago Albano. La popolazione di Marino prima dell'epidemia di peste ne1 1656 conta circa tremila abitanti e il centro abitato appare vivace e prospero. Negli anni a seguire si succedono al governo della comunità Lorenzo Onofrio Colonna (16701689) e poi suo figlio primogenito Filippo II Colonna (1689-17I1), il primo ricordato per gli statuti concessi alla comunità di Marino nel t67 6 e per l'edifi cazione de1 convento del SS. Rosario ne1 borgo delle Grazie a favore dell'ordine domenicano femminile cui appartiene 1a sorella Isabella Colonna, il secondo per essere stato uno dei mariti di Donna Olimpia Pamphili. A Filippo succede Fabrizio II Colonna (1700-1750) che sposa Caterina Salviati nel 77 77 , al quale tocca 1'awentura di assistere impotente all'occupazione di truppe straniere durante la guema di successione al rono di Napoli.

l-ltstruzione a Marino prima delle Maestre Pie Venerini Marino

Vil1a di Belpoggio

di cui pure è vescovo, alle occupazioni non poco gravose di Arciprete di San Giovanni in Laterano, cui spetta l' or gantzzazione giubilare de1 1650, non fa mancare il suo diretto interessamento al ducato di Marino: affida la costruzione della basilica di San Barnaba all'architetto Antonio Del Grande, dotandola di un collegio di canonici presieduti da un ab ate mitrato, termina l' edificazio ne di P alaz zo Colonna che fa decorare da Federico e

La

situazione delf istruzione pubblica a Marino dalla fine del Seicento fino al 1835 è pressoché disastrosa. Si salva soltanto l'insegnamento della musica e soltanto finché il sostegno economico viene assicurato direttamente da1 duca o dalla parrocchia al maestro di cappella, dopo di che anche per questo insegnamento inrzia rl declino. Dalla metà del Seicento nella basilica di San Barnaba svolge la sua attività un maestro di cappella, poi anche organista, per f istruzione del canto corale e della musica, un retaggio culturale ereditato forse dalla soppressa parrocchia di Santa Lucia, nella quale si presuppone si sia forma-

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to il grande musicista europeo di nascita marinese Giacomo Carissimi (1605 L674), padre dell'oratorio musicale, nonché il suo coetaneo Bonifacio Gruziani (1604 16611), entrambi legati alle attività de1 Collegio Germanico dei Gesuiti, entrambi posti sotto la protezione del cardinale duca Girolamo Colonna6. A questa splendida generazione di musicisti fioriti a Marino nella prima metà dei Seicento, ne segue un'a1tra di minore fama nella seconda metà dello stesso secolo, rappresentata da Giovanni Battista Mocchi (1620 1688), Francesco Ercole, i fratelli Falconi e Marco Marchitelliz. Ijistruzione pubblica invece è affidata a un maestro con un incarico instabile e sottopagato. Presso l'Archivio di Stato, fra le carte della Sacra Congregazione del Buon Governo si riscontrano numerose istanze della Comunità per ottenere sussidi economici che consentano di stipendiare un maestro per esplicare 1'attività didattica a Marinos. A tale scopo il 15 sett. 1708 il Priore di Marino invoca le autorità di governo affinché concedano una "congt,ua prouisione", poiché la "Comunità, dncorché popolata di circa 1.000 dnime, priua del Maestro di scuola da lungo tempo in grandissimo pregiudizict specialmente del|antme, qudli essendo uissute e uiuendo senza educazione, taluni non si sono pus.\'ull congiungcrc ln matrltnonio c rcstali sospesi per non sdper lt'Misteri necessarj della S. Fede e taluolta i/ Pater e Aue" . Panfilo Cantoni, vice duca di Marino, fa adunare il consiglio comunale, nel corso del quale i1 14 dicembre 1708 si delibera di stanziare 40 scudi annui per l'insegnante e di mettergli a disposizione un appartamento della Casa della Comunità, momentaneamente affittato a un tale Domenico Biondi per 17 scudi l'anno, dove poter allestire anche un'aulal In seguito viene ingaggiato un sacerdote, tale Giu-

in qualità di"Maestro grdmm(iticale di scuola pubblica della Comunità di Maseppe Patrizi,

rino", ma costui apre un contenzioso con il comune. Il2l febbraio 1714 avanza alla Congregazione ricorso per risarcimento a danno del comune di Marino, essendo stato sottopagato l6 scudi annui, invece dei 40 previsti in bilancio, nei trascorsi sei anni di servizio. I1

comune si difende con una memoria del 19 marzo successivo, specificando che l'ultimo maestro ad aver percepito uno stipendio di 40 scudi annui è stato il sacerdote forestiero don Silvestro Amici, qualificato in abilità e dottrina. Il medesimo poi è stato licenziato e scartato il prete locale don Eugenio Celani, che ha chiesto pure 1ui 40 scudi, poiché don Patdzi si è proposto di fare lo stesso servizio per soli 24 scudi annui " e da quel cieco Consiglio cbe tirò al buon mercato restò per la maggioranza di uoti segreti incluso il supplicante" , cioè il Patizi. Poi, una volta assunto, don Patrizi chiede al consiglio comunale un aumento fino a 40 scudi, ma il Comune gliene concede l6 soltanto. Naturalmente f ignoranz'a. genera f ignoranza ed è quello che succede nel consiglio comunale del23 ottobre 1712, essendo "spirata e terminata la facoltà di ritenere la Scur:la pubblica benignamente concessa dalla Sacra

Marino - Palazzo I"umasoni tsiondi già Conr,ento dei Chierici Regolari Nlinori di san Francesco Caracciolo


Congregazione del Buon Gouerno" . II Consiglio dei Quaranta, riunito nella sala del PaIazzo Priorale di Marino, è chiamato a esprimersi se " intendono fare istanza pressct la Sacra Congregazione per la noua licenza per far continuare detta Scuola pubblica per decoro di questa nostrd Terra e per l'educazione della

intende risolvere tutti i suoi problemi di istruzione sia dottrinale che retorica, rivolgendosi ai religiosi del luogo: i Chierici Regolari Minori di San Francesco Caracciolo, resi-

giouentù, oppure leuarla ffitto e intanto sospendere li presenti Maestri di Scuola" . Dopo una breve discussione si va al voto espresso segretamente ne1l'urna con pa1le nere e bianche. Il risultato è di ventuno voti contrari (nere) e sette favorevoli a1 mantenimento della scuola; pertanto dal primo di novembre i due maestri sono sospesi dal servizio. In loro sostituzione si incarica il Capo Priore Giovanni Biondi di cercare quale nuovo maestro un sacerdote disposto a svolgere lo stesso lavoro per sei mesi e con 1o stesso emolumento dei due precedenti. È innegabile che alla base di tali scelte vi siano oggettive difficoltà economiche, vista f istanza del 14 gennaio 1713, avanzata dal falegname Barnaba Morone, che lamenta il mancato pagamento dei "bancbi per seruizic-t delli Scolari della scola della Comunità" , per una somma di dieci scudi dilazionata in due anni! È pur certo che si tratta anche di una questione di scelte politiche a favore dell'istruzione che i responsabili della Comunità certamente non considerano una priorità. Il medesimo problema economico viene affrontato nel 7752, nel Ilfi e nel 1759, quando si tocca con mano che " essendc-, mancata la cc-tndotta di maestro di scuola perché colla prouisione di scudi 36 I'annc, non può essere soggetto di qualità"; perciò si risolve in consiglio comunale di stanziare una somma aggiuntiva di 14 scudi per elevare lo stipendio a 50 scudi annui, un emolumento ritenuto giusto per consentire al maestro di vivere con decoro. Dopo 1o scandaloso comportamento del maestro Domenico Magnasciutti nel 77 61, allontanato dalf insegnamento e incarcerato per lo stupro di una giovanetta, la Comunità

Larrivo delle Maestre Pie

denti nel convento adiacente alla chiesa del1a SS. Trinità.

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Venerini a Marino

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Lattuale palazzo che ospita f istituzione scolastica più antica, più popolare e più radicata di Marino, non è quello che per primo ha ospitato le Maestre Pie di Rosa Venerini. Oggi i1 grande edificio della fine dell'Ottocento che ospita l'Istituto è quasi alla sommità di via Garibaldi, un tempo via delle Mura, sulla quale aflaccra f ingresso principale della scuola. Ma quando le prime Maestre Pie Venerini giungono a Marino nel 77)2, i1 luogo di imadiamento della loro attività educatrice è molto più centrale, essendo collocate la casa e la scuola in piazza San Barnaba, nei pressi del duomo, sul lato opposto alla chiesa, dove tnizia l'afiuale corso Trieste, allora detto via Lata: un palazzo di tre piani soprastante la storica lrattoda "Giardini". La scuola viene aperta ufficialmente il 15 agosto l7)2,

Marino - Cartolina viaggiata

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10 agosto 7912. All.ora

Piazza Plebiscito, oggi prazzaSan Barnaba. A1 centro, sopra Ia trattoria "Giardini", la prima residenza delle Mae-

stre Pie Venerini

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giorno dell'Assunzione di Maria Vergine. Accoglie solamente allieve di sesso femminile, oltre che di condizioni economiche modeste, poiché f istruzione è un privilegio esclusivo delle classi elevate, vale a dire di quelle famiglie che possono permettersi un precettore privato, o che abbiano almeno dei genitori in grado di trasmettere ai figli i primi rudimenti della lettura e della scrittura. I1 popolo in questo periodo è costretto a restare, nella maggior parte dei casi, nelf ignoranza e nell'analfabetismo. La casa di Marino si è potuta aprire grazie alf interessamento e alla muntltcenza di una nobildonna: 1a duchessa Salviati, come spes-

del paese. 11 giorno delf inaugurazione della scuola e della casa delle Maestre Pie lo pos siamo solo immaginare: un grande assembramento di gente in piazza San Barnab a tradl sce f importanza delT'evento che nessuna cro' naca ci ha tramandato. L'arrivo di carozz< con prelati e nobili scortati da guardie ponti ficie e famigli in montura di Casa Colonnz aprono e chiudono un corteo che sa di sffaor' dinario per il paese. Alla presenza del7a du chessa Salviati, di Fabrizio Colonna padront de1 castello e della sua consorte duchessa Ca terina Salviati, assente forse soltanto il cardi naleFabrizio Serbelloni, vescovo della dioce si di Albano, l'abate parroco mitrato di Sar Barnaba,Gregorio Celani (1731-7747 ) di ori gine marinese, benedice le stanze delle suort e le aule che da 1ì a qualche giorno iniziano ar accogliere le ragazze del luogo. Poi un rinfre sco per pochi intimi illustri alPalazzo Colon na, mentre 1a gente torna alle proprie cast per concludere a tavola il giorno di festa. Da alcune lettere e visite pastoralie si rica vano varie notizie sui primi decenni di vitr della scuola e della casa delle Maestre Pie Marino. Ne1 17)0la superiora si chiama Mar gherita Gal1i di 49 anm nata a Roma ed è lr stessa che nel 7732 ha inaugurato l'istituto Le sue consorelle sono: Maria Rosa Monti d 4) anni nativa di Poggio Mirteto diocesi nut lius dell'abbazia diFarfa, Anastasia Tedesch dr)6 anni nativa di Ronciglione della dioces di Sutri. Dal numero, dal1'età e da1la prove

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Marino 1922 - Grardino del1'Istituto. Foto di gruppo

viene citata; ma chi è questa benefattrice e che cosa ha a che fare con Marino? Maria Lucrezia Rospigliosi è una nobile ascritta al patrtziato veneto, nasce nel 1670 emuore neI 1733 all'età di 63 anm. Sua figlia, Caterina, nata nel 1701 dopo un anno di matrimonio con Antonio Salviati duca di Giuliano e marchese di Roccamassima, convola a nozze l'8 marzo 1717 conFabrizio II Colonna duca di Marino e principe di Paliano. Dunque la benefattrice è 1a suocera del giovane signore del castello e si adopera giustamente per migliorare le condizioni di vita della popolazione

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ntenza de1le suore possiamo desumere anch

in che modo vengono fondate 1e nuove case Intanto il numero: minimo tre suore, second, i1 dettato di Rosa Venerini; poi notiamo ch 1e suore provengono tutte dalla zona del vi

e, tniziale vivaio dell' opera venerinian z infine che la loro età matura presuppone chr se non vi sono state sostituzioni ne1 frattem po, siano giunte a Marino poco più che ven tenni, quindi nel loro momento di massim

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vitalità ed entusiasmo, quasi delle pionier nell'afio di fondare nuove colonie di missic ne interna. Inoltre sappiamo dalle citate vis-


Marino 1910 - Asilo

te pastorali

eseguite periodicamente dalla diocesi di Albano che 1e suore ricevono un sussidio di 24 scudi annui da un tale Scipione Balestra (forse parente di quel Domenico Balesma gesuita già consigliere spirituale di Rosa Venerini) e da altri benefattori per l'andamento della casa e per l'isruzione de11e ragazze, cui si aggiunge una sor,,venzione di 7 scudi e 60 baiocchi mensili per le necessità personali, derivanti da una rendita in forma di "luoghi di monte" che assommano a 4.000 scudi fra beni personali e di famiglia lasciati per la sua pia memoria dalla duchessa Lucrezia Rospigliosi Salviati, esatti in Roma da tale don Angelo Orlandi. La casa di Marino delle Maestre Pie dispone di un oratorio, o cappel1,a privata, dove si celebra la messa da parte di un canonico di San Barnaba, il reverendo don Domenico Trovalusci di Marino, e che l'altare. ben costruito e dotato di tutte le sacre suppellettili, gode della concessione data nel1754 di celebrazione con un indulto alla memoria del cardinale Borghese e un alro nel 1758 per 1a seconda messa nella ricorrenza della Beata Vergine del Buon Consiglio e dei santi lgnazio di Loyola, Francesco Saverio, Luigi Gonzaga, quasi a riprova dei forti legami dell'opera di Rosa Venerini con I'ordine dei Gesuiti. Si dice quindi della finalità

della scuola, che è quella di istruire 1e fanciulle di questa terra di Marino, di impartire loro i rudimenti della dottrina cristiana e dei buoni costumi, nonché la conoscenza dei lavori manuali femminili. Le ragazze seguite dalla suore sono circa settanta e da questo lavoro le Maestre Pie non percepiscono alcun emolumento da1le famig1ie, secondo quanto è stabilito dalla prima regola della fondatrice Rosa Venerini della "uiterbese Società di Gesù". In una visita pastorale del 1758, si rileva che, olre alf insegnamento de11a fede e delle lettere, alle Maestre Pie spetta anche f incombenza di insegnare alle ragazze la dottrina ogni domenica pomeriggio nella Chiesa parrocchiale di San Barnaba. Ogni volta i visitatori trovano che - dopo essere state opportunamente interrogate sulle varie materie - le ragazze dsultano parimenti istruite nelle discipline loro impartite, tanto dottrinali quanto scolasdche; ma soprattutto appaiono ammaestrate all'amore e a1 timore di Dio, capaci di fuggire le tentazioni di peccato, assidue ai sacramenti. Sotto la direzione della prima superiora, Margherita Galli, anche a Marino le ragazze impararono a leggere e a scrivere. I risultati sono evidentemente lusinghieri, dal momento che persino le famiglie più abbienti de1 paese decidono di inviare le loro figlie alla scuola delle Maestre Pie Venerini. Suor Margherita Galli muore nel 1786 nel generale compianto del1a popolazione marinese. La sua salma viene sepolta nella chiesa della SS. Trinità, La scuola tuttavia è ormai radicata e la presenza delle Maestre Pie Venerini è una realtà viva che può solo crescere e ruffotzarsi ne1 tessuto sociale della comunità.

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I1 castello

di Marino

dalla metà del Settecento agh tntzi dell' Ottocento Alla metà del Settecento 1a popolazione del castello di Marino supera i 1.800 abitanti fissi, ai quali si aggiungono un migliaio di lavoratori stagionali, l'espansione urbana è cessata e nella generale crisi economica stenta a sviluppare l'artigianato che si limita, oltre al-

erbaggi per il consumo locaie. piantagioni sporadiche della canapa e Jel gelso::. Accanto a quella dell'o1ivo e di cereai. h questo periodo l'attività principale Ceila popolazione locale è in prevalenza quelia ', iriruicola sr'olta nei piccoli appezzamenti resiCur ai margini dei latifondi. Ai più indisenii Casa Colonna assegna annualmente in concessione lotti di terreno per la coltivazione deì1e cipolle che poi trovano sbocco commercia-ie sul mercato di piazza Navona a Roma. A ion Fabrizio Colonna. morto nel t7>). succede Lorenzo Colonna (1723-1779) e a questo il nono e ul-

timo duca di Marino: Filippo IiI

Marino 1980 - Panorama della valle Ferentina con

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castello in alto e la torre d'Ammonte in primo piano

lo sfruttamento delle cave di peperino, a ufi.a conceria presso 1a torre d'Ammonte, una cartiera e una ferriera lungo 1o stesso corso d'acqua, a una fabbrica di sapone alf interno del paese verso la fine del secolo e alcune mole per il grano e per l'olio; mentre fra 1e attività sussidiarie dell'agricoltura si ricordano alcune coltivazioni di frutta e di grano, ortivi ed

t.1760-

1818), il quale nel 1802 cede alla comunità di Marino in enfiteusi perpetua tutte 1e prir,ative derivanti dal diritto feudale. come il torno, 1a macelleria,Ia ptzzicheria. 1'osteria. le mole e il granaio in cambio di un canone annuo di 610 scudi, Alla fine del Settecento irizia la decadenza economica di Nlarino causata dalla riapertura dell'Appia voluta da papa Pio VL La qual cosa rende i1 castello con il suo territorio non più una tappa obbligata su1la rotta commerciale per Napoli, così come è stato per secoli. Qualche piacevole evento mondano rompe la monotonia della quotidianità nel castello di Marino, come il passaggio di Maria Carolina d'Austria sposa del re Ferdinando di Napoli nella primavera del 17 6811e le visite dei pontefici, a cominciare da quella di Clemente XI (1o stesso che a Roma si è soffermato ad ascoltare una lezione in classe di santa Rosa Venerini) che nel 1710 viene accolto nella basilica di San Barnaba, mentre le fontane pubbliche buttano vino in suo onore, per finire con quella di papa Gregorio XVI che ne1 1815 conferisce a Marino il titolo di città12. G1i eventi storici precipitano invece sotto iI pontificato di Pio VI, quando i Francesi esportano 1a loro rivoluzione anche nello Stato pontificio, istituendo la Repubblica Romana (1798-1799) con l'abolizione del potere temporale e 1'espulsione del papal3. In tale circostanza prima che vengon o innalzati gli


alberi della libertà e

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vessillo nero-bianco-

rosso) 1'angoscia collettiva di un'occup azione militare o di un contagio di idee liberali e gia-

cobine si impadronisce di tutte 1e classi sociali e si trasforma spesso in isterismo collettivo. Così in varie riprese si registrano eventi soprannaturali: diversi testimoni asseriscono di aver visto 1e madonnine delle edicole sacre in Roma piangere e muovere gli occhi. Lo stesso accade a Marino ne1 luglio del U96, presso la casa dei fratelli Francesco, Mauro e Luigi Giani, posta nei pressi della piazza di santa Lucia all'inizio della via per Napoli, dove un'immagine della Vergine apre e chiude gli occhi, muove Ie pupille davanti a1le donne di casa che la invocano e poi di fronte a una popolazione intera che accorre numerosa per assistere al prodigiola. Nel febbraio 1798 scoppia la sollevazione antifrancese a Marino, Albano e Velletri, cui segue la repressione militare di Murat contro la popolazione. La situazione si rovescia ne1 giro di un anno: il 20 agosto 1799le bande del cardinale Ruffo rinforzate dalla cavalleria di Lucio Caracciolo sbaragliano i francesi a Frascati e liberano il Cantone di Marino. Nel corso dei disordini sono depredati da Palazzo Colonna di Marino i cimeli della battaglia di Lepanto. La Repubblica Romana giacobina è finita, ma sta per iniziare il periodo napoleonico assai più funesto per lo Stato della Chiesa di questa pur breve parentesi rivoluzionaria. Il 24 dicembre 1799 Napoleone Bonaparte, rovesciato il governo dittatoriale, si fa nominare primo console. II74 marzo 1800 viene eletto aYenezia il nuovo papa Pio VII. I 14 giugno la vittoria di Napoleone a Marengo rende i francesi di nuovo i padroni dell'Italia. Nel 1804 Napoleone è imperatore. Il I febbraio 1808 i francesi occupano Roma per restarvi fino alla caduta di Napoleone e al rientro de1 papa i1 24 maggio 1814, dopo un lungo periodo di umiliazioni e di prigionia.

I-listruzione a Marino fra Settecento e Ottocento Grazie alla presenza del1e Maestre Pie Venerini, a Marino l'organizzazione per la diffusione dell'istruzione, in particolare di quella femminile, giunge a compimento qualche decennio prima di quella maschile. I Chierici Regolari Minori di San Lorenzo in Lucina a Roma, noti come Caracciolini da1 nome de1 loro santo fondatore san Francesco Caracciolo, sono presenti a Marino fin dai primi anni de1 Seicento, qui chiam ati dal duca Fabrizio I Colonna e da sua moglie Anna Borromeo non solo per coadiuvare i1 clero secolare delle due parrocchie di San Giovanni e di Santa

Marino inizio anni

'20

Foto di gruppo

Lucia, ma anche per diffondere la dottrina cattolica fra la popolazione marinese e il nuovo catechismo fra i rugazzi del luogo. Possiamo immaginare che nel1o stesso tempo i religiosi impartiscono anche qualche nozione di lettura e scrittura, ma nul1a di più e nulla di organizzato. I Caracciolini risiedono fin dal 1614 nella chiesa della SS. Trinità poco fuori de1 centro abitato lungo la via per Napoli, chiesa che da loro viene riedificata fra 1\ 7$5 e 11 1640, con un annesso convento per i religiosi. Considerando quanto costoro si vanno

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Marino 1922 - Scrola di lavoro

adoperando nelf insegnamento del catechismo da oltre un secolo, nel1766 il consiglio comunale di Marino intende affrontare 1o stato di affetratezza culturale della popolazione confinata alla conoscenza di poche nozioni scolastiche elementari impartite da sporadici e non sempre qualificati insegnanti e quindi si adopera per awiare un'istruzione elementare e superiore che sia stabile e organica. Per questo fa cadere la sua scelta sulf istituto dei Caracciolini già presenti sul territorio da generazioni e con loro stipula una convenzione il l0 dicembre 7766 rogata dal notaio Fiorelli, nella quale in cambio di 80 scudi annui i religiosi ospitano nei locali del loro collegio le aule necessarie a tre maestri da loro messi a disposizione per fornire istruzione elementare il primo, insegnamento di grammatica e retorica il secondo, filosofia il tetzo75.

Perfino durante l'occupazione napoleonica r Caracciolini continuano la loro opera educatrice nei confronti dei giovani marinesi. Accade infatti che alle domande di impiego di tale Paolo Giacinto Franchi nativo della Corsica de17 luglio 1812 e del romano Francesco Pancaldi del 9 luglio 1812, per professare da laici l'ufficio di maesffo elementare, Silvestro Hipp maire del cantone di Marino è costretto a respingere le domande pervenute, poiché argomenta in una lettera al prefetto del2g luglio 1872, " è necessario che il maestro sia sacerdote per assistere oltre la scuola , an' cbe il culto della chiesa contigua, che restereb-

fatto ii.cu:-ie e \-otare in proprrsiro i concomunali siglie ii Gior-anni Battista Schiattini. Bernardino Bernabei. \'incenzo Bernabei, Pietro Paolo Cimini. Camil1o Di Nlarco, Barnaba Raparelli, Domenico Mariani, Gior.anni Battista Del Frate, Agostino Amadei, Domenico Andretzzi, Antonio Giansanti, Alessandro Terribili, Domenico Antonio Santovetti, i quali dichiarano: " / Maestri dei fanciulli sono sempre stati sacerdoti e preso in considerazione che detti Maestri oltre la scuola assistono anche al culto della chiesa della Trinità contigua alla scuola, quale restarebbe chiusa se fossero nxaestri secolari e ne risentirebbe

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Popo-

lo del danno"76. Con il passare degli anni, però, i religiosi tengono sempre meno rispetto alla convenzione, al punto che nella seduta del consiglio comunale del 9 settembre 1818 gli amministratori di Marino si pronunciano negativamente sulf istruzione pubblica affidata ai Caracciolini, giudicata insufficiente e approssirnattv a, quindi denunciano I'inosservan za de' g1i obblighi assunti a suo tempo dai religiosi che non riescono ad assicurare la presenza dei promessi maestri. Nella successiva seduta del 16 novembre dello stesso anno il comune di Marino indice un concorso per due soli maestri, il primo per I'insegnamento delle nozioni elementari con lo stipendio di 90 scudi annui, il secondo per f insegnamento di studi superiori pagato con 110 scudi l'anno1z. Sebhene nominati e subito insediati i due maestri nei locali del collegio della SS. Trinità, le famiglie marinesi elevano 1a loro protesta, perché il comune non riesce a far fronte a tutte 1e domande dei giovani che chiedono di essere preparati in modo adeguato ai tempi mu-


tati. Il 17 dicembre 1828 il priore del comune Lorenzo Ingami propone a1 consiglio comunale di inviare un'istanza formale alpapa per richiam arc aI loro dovere contrattuale i Chierici Minori. La protesta viene effettivamente inviata al pontefice Leone XII per il tramite del cardinale Befiazzoli prefetto degli studi e per conoscenza anche a Piccadori pre-

feriore della durata di due anni (classe infima e classe suprema) equivalente a Ltna media odierna, dove si apprendono latino, geografia e aritmetica, poi un biennio di grammatica superiore, dove si cura l'ortografia, Ia storia greca e romana attraverso gli autori classici; segue il quarto livello che assicura agli alunni una preparazione, equivalente a un ginnasio, che approfondisce e affina la cultura classica; infine il quinto cic1o, che oggi diremmo licea1e, completa la conoscenza gelerale attraverso un biennio dove si affronta la logica, 1a metafisica, la fisica, 1a matematica e l'etica18.

Marino 1919 - Scuola di ricamo

posito generale dei Caracciolini. I numerosi incontri al vertice fra autorità religiose e amministratori locali non sbloccano la situazione e intanto g1i anni passano. Nel 1815 interviene nella questione direttamente papa Gregorio XVI che intima ai Carucciolini di consegnare la chiesa della SS. Trinità e il convento adiacente, compresi la biblioteca e i beni mobili, aiPadri della Dotrina Cristiana, noti anche con ii nome di Dotminari. Nell'ottobre del 1815 finalmente viene riaperta 1a scuola ai giovani marinesi, dove le materie insegnate sono : gram fiatica, umanità, retorica, filosofia e teologia; i1 corso completo è articolato in cinque cicli didattici, o scuole. Al livello più basso è f insegnamento dei primi elementi della durata di quattro anni per l'apprendimento della lettura e della scrittura in italiano e in latino, quindi la scuola di grammatica in-

Per decenni i Dottrinari si adoperano per diffondere l'isffuzione presso la gioventù marinese e non soltanto di questa, dal momento che al Collegio Gregoriano giungono allievi da ogni parte della Comarca di Roma e da qui escono formari molti professionisti e gran parte della classe dirigente del tempo. La scuola riscuote una notevole e vasta reputazione, anche per questo dura gran parte dell'Ottocento, poi arciva il momento di nuovi rivolgimenti politici.

Llstituto delle Maestre

Pie Venerini nella seconda metà

dell'Ottocento I-lopera iniziata da suor Margherita Galli viene continuata dalla superiora e prima mae-

stra suor Anna Maria Menicocci di Velleui che nel 1852ha 66 anni, di cui g1à 45 passati nell'Istituto e 31 nella scuola. La seconda maestra è Maria Tornatore di Dolceacqua presso Imperia di anni 46, ài cui 25 già trascorsi nell'Istituto e 21 nelf insegnamento. La terza maestra è Teresa Tarquini di Arsoli dell'età di 47 anni, ccnffata da 79 anninell'Istitu-

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to e da 18 impegnata nella didattica. La quarta maestra è Giacinta Romani di Ariccia, giovane di 24 anni, da soli 7 anni nell'Istituto e 6 nella scuola. Nella casa di piazza San Barnaba manca un locale dove poter accogliere educande, c'è un donna di servizio di nome Maria Gabrielli nativa di Rocca di Papa che ha 26 anni. Da 11 mesi iI deputato delle suore è don Sebastiano Nicolini canonico della collegiata di San Barnaba Apostolo con la qualifica di teologo, il confessore di tutte le religiose è da sette anni il canonico Gabriele

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Marino 1915 - Suor Elettra'ù(/anzer con i bambini della seconda elementare

Del Frate, anche 1ui di San Barnaba. La scuoIa accoglie ben 200 tagazze, ci sarebbe ancora richiesta. ma non ci sono locali sufficienti per tenerle. A loro si insegna a leggere e scrivefe, a fare le calze, acucire e a ficamare, a fare merletti e altri lavori da donna con 1o stesso metodo tenuto nella scuola di Roma. La scuola ha una rendita annua di240 scudi versati dal comune, più ,14 scudi e 56 baiocchi da parte del Governo quale rendita de1 consolidato e luoghi di monte. La scuola non ha crediti, né debiti. L'unica necessità della scuola sarebbe quella di poter avere una grotta sottostante la casa che però il comune non si decide ad assegnarele.

Caduto definitivamente lo sraro remporale della Chiesa con 1'annessione dr Roma all'Ita1ia, l'applicazione dei

principi dello stato li-

berale trova attuazione anche a ]larino. allorché il 21 dicembre 1870. fra i primi pror,vedimenti "urgenti" r,iene deliberato da1 consiglio comunale il licenziamento del maestro di cappella, dei padri Dottrinari. che si occupano dell'istruzione maschile superiore, e soprattutto delle Maestre Pie Venerini che curano f insegnamento femminile nelle classi inferiori. Inoltre i religiosi locali si trovano nell'impossibilità di proseguire la loro opera didattica, perché sono privati anche delle abitazioni e delle aule adibite all'insegnamento, da1 momento in cui tutti i beni ecclesiastici sono espropriati dal1o stato2o. Allontanatesi dalla casa di piazza San Barnaba,la sorte dell'Istituto de1le Maestre Pie di Marino non si prospetta diversa da quella del liceo chiuso e abbandonato dai padri Dottinari, la cui attività è trasferita nella vicina città di Albano. Invece alla soprar,wivenza dell'istituzione pro\.vede un prelato di origine marinese, mons. Giuseppe Ingami, deputato delle suore che poi sarà vescovo di Orvieto. mettendo a disposizione delle Maestre Pie Venerini una casa di sua proprietà, situata sulla via de1le mura, l'odierna via Garibaldi, dove ancor oggi le religiose vivono in comunità ed esercitano 1a loro professione di insegnanti2l. Lo scampato destino di chiudere per sempre un istituto fra i primi sorti dopo la scomparsa di santa Rosa Venerini e uno dei più radicati nel cuore e nella mente del popolo marinese, non è tuttavia compensato dalla tristezza delle suore di essere comunque additate ed emarginate dalla pubblica amministrazione. Questa, infatti, appare evidente, è ispiruta nella sua azione di governo non solo ai principi liberali di separazione fra ciò che appartiene all'ambito ecclesiastico da ciò che compete alle istituzioni pubbliche, ma anche


a un pregiudizievole risentimento anticlerica-

le e massonico che vede nelf insegnamento religioso una minaccia allo stato laico moderno e una corruzione della coscienza civica che si vuole affrancare anche con la forza dalle "superstizionT" del passato. Suor Anna Maria Menicocci è molto anziana, a lei spetta di riorganizzarela nuova casa di via Garibaldi, di far fronte a1le nuove difficoltà economiche che si prospettano, come e peggio che all'inizio de1la sua attività intrapresa a Marino oltre venti anni prima. L'ultraottantenne superiora ha soltanto la consolazione di non aver visto andare disperso i1 suo lavoro terreno, di poter coltivare la speranza in un futuro migliore per la casa di Marino e forse anche che vi potrà fiorire una nuova scuola, prima di spegnersiil20luglio 1873. Chi deve assumere sulle sue ancor giovani spalle il fardello della "ricosttuzione" è suor Teresa Bovi, la nuova superiora, coadiuvata da un'altra sorella: suor Giulia Milton. Entrambe sono maestre patentate, come si usa dire in quel tempo, in altre parole dotate del1' abtlitazione magistrale all'insegnamento, che di lì a breve torna utile per meglio qualificare 1'apostolato educativo in mezzo alle più giovani generazioni. Nel 1875 il comune ha deciso di organizzateùrra sua scuola pubblica, ma le solite diatribe, 1e lentezze scaturite dalla scarsa determinazione, che evidenzia in pieno la mancanza dt attenzione a una questione cruciale per una società che vuole ritenersi civile e veramente moderna, quale è l'insegnamento e il progresso culturale dei futuri cittadini, produce risultati talmente scadenti, che fra la popolazione di Marino serpeggia il malumore e si chiede a granvoce alle autorità comunali di ripristinare la scuola delle Maestre Pie Venerini. Vuoi il malcontento. vuoi la cronica difficoltà finanziaria de1 comune, a1la fine i consiglieri comunali, che hanno avuto anche loro - accesi mangiapreti - figlie e sorelle a studiare dalle Maestre Pie, decidono di desistere almeno per i1 momento dali'insano proposito

A,Iarino - Convegno ecclesiastico

di disporre in modo esclusirro delf istruzione, spinti a ciò da un'arringa de1 consigliere Girolamo Torquati, farmacista e studioso de1le memorie locali, che chiede di mettere ai voti la decisione di " dichiarare cr-,ruunali le Scuole Wnerini e di affidare il Magistero a quelle stesdlle quali, dnche coru sacrificio della ktro borsa, i marinesi uoglio affidare le loro figlie per farle istruire ed educdre" 22. Forse per mettere con malizia le Maesffe Pie alla prova, forse perché afflitti da reale penuria di fondi, gli amministratori comunali propongono alle suore un contratto per niente vanlaggioso: 1'Istituto deve mettere a disposizione le aule per le alunne e per di più anche il materiale didattico. in cambio il comune riconosce la funzione pubbiica dell'insegnamento alle Maesre Pie Venerini e dà loro un sussidio che è più di un terzo inferiore, rispetto a se Maestre,

quello che spenderebbe il comune se gestisse direttamente la scuola. Occorrono rinforzi e fresche energie per rimettere in pie-

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scuola, così giungono da Roma nel t876 suor Regina Gaggi e suor Lavinia Verchiani che, nominata direttrice, sulla proposta avanzata dal comune si esprime con queste parole: "Le Maestre


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me diversi aspetti e momenti di un unicum educatii'o rir-olto ai giovani, vicina in ciò a1lo spinto del1a fonda-

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Marino 1945 - Scuola di lavoro

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Pie che badano più al bene morale che al proprio interesse, causa per cui l'Istituto non è ricco ma se?rupre benedetto da Dio, accettano le condizioni non certo uantaggiose proposte dal Municipio"2s . Come nel1732 si sceglie i1 gior-

no dell'Assunzione per inaugurare il 15 agosto 1876 la nuova scuola, ma è il 19 ottobre successivo che si aprono i battenti alle scolarette. A,v'viene così che la scuola delle Maestre Pie Venerini rinasce in forma "privata", com-

plementare a quella laica comunale ma in competizione con questa sul piano della formazione morale e dell'isffuzione scolastica, dove le religiose sono consid erate alla stregua

di insegnanti comunali, una sorta di parificazione ante litteram, dettata dalla necessità degli eventi e... dalla Prowidenza. Fin dall'inizio dell'anno scolastico 1876Le suore gestiscono quasi l'intera istruzione elementare femminile, sowenendo alle esigenze di circa quattrocent o t agazze marinesi. Il 15 luglio 1880 muore l'abate parroco Giuseppe Soldini e gli succede don Francesco Pescatori. Suor Lavinia Verchiani dirige la scuola coadiuvata da suor Regina Gaggi, suor Teresa Bovi, suor Giulia Milton, ma è lei - suor Lavinia - che dà un'impronta profonda el'indirizzo giusto alla scuola con saggezza e determinazione esplic ata rn oltre quaranta anni di insegnamento ininterrotto, un'imperitura e infaticabile opera educatrice che ha lasciato un segno indelebile su generazioni di giovanette divenute poi spose e madri responsabili dei giusti valori da trasmettere ai figli e da vivificare nella famiglia. Suor Lavinia Verchiani concepisce 1'attività didattica e quella dottrinale, i1 lavoro e\a ricreazione co-

trice Rosa Venerini e a quel1o dei fondatori dell'oratorio san Filippo Neri e san Giovanni Bosco. La cultura materiale e quella religiosa, 1a preghiera e il lavoro vuole che si alternino in atti-

vità diverse e contigue nella stessa giornata, perché Ia missione educatrice di una Maestra Pia è una sola e indivisibile. Per questo suor Lavinia Verchiani inventa iniziative, promuove recite degli alunni, esposizioni dei lavori femminili realizzati nel1a scuola, premiazioni e riconoscimenti dei meriti scolastici, incontri con 1e famiglie. Tutte idee che 1e nascono spontanee grazie però a una frequentazione assidua dei giovani e ne11a perseveranza di un lavoro che non è fine a se stesso, ma svolto con dedizione e passione totale, sì da rendere 1a scuola viva e pattectpata, anticipando nei tempi alcuni aspetti dell'attuale indirizzo didattico e formativo. La missione poi la integra e la completa con un para11elo lavoro sulle alunne svolto all'interno delle attività pamocchiali, dove suor Lavima educa 1e giovanette al canto corale in chiesa, alla frequentazione delle sacre funzioni e alla prepa, razione catechistica. Con il consenso delle

Marino 1950 - Scuola c1i ricamo


autorità religiose e con l'ausilio del padre agostiniano Giovanni Ruelli dorganizza la Congregazione delle Figlie de1 Sacro Cuore, già istituita nel 18511, quindi fonda il 19 febbraio 1901 la Congregazione delle Figlie di Maria, ag$egata alla Primaria di Sant'Agnese in Roma, dove le suore possono trasmettere alle giovani la gioia che scaturisce dalla promozione evangelica e sociale, dove in un accogliente ricreatorio di ragazze quasi adulte - 1e Figlie di Maria - si impiega il tempo libero dalla scuola e dal lavoro con attività pedagogicamente mirate che vanno dall'assistenza alle persone sole, agli indigentt, ai malati, dove ci si scambiano reciprocamente esperienze di vita, culturali, familiad e perfino di lavori domestici.

Dall'inizio del Novecento alla seconda guerra mondiale

i cattolici in genere i primi anni del Novecento sono a Marino particolarmente difficili2+. Da una parte la caduta de1 potere temporale della Chies a e la raggiunta unità nazionale, insieme alla bolla Non expedit di Pio IX che vieta ai cattolici di partecipare alla vita politica, dall'altra I'affermazione e la progressiva diffusione di ideologie liberali e socialiste produce nei decenni un'emarginazione crescente e una subordinazione culturale delle masse cattoliche. Lultimo decennio dell'Ottocento è carutteizzato da una propaganda anticlericale e ateista contro le gerarchie ecclesiastiche, ree di essersi opposte al processo risorgimentale della nazione, e contro la reliprogresso sociale e scientifico dell'età contemporanea. La classe dirigente di Marino non è da meno, anzi domina incontrastatala scena politica loca1e e spicca per settarismo su tutti i Castelli Romani. Qui fioriscono vari circoli repubblicani e massonici, come Indipendengione che si vuole far credere ostacolo

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secolo si chiude con un evento drammatico per tuttala comunità di Marino e per a1-

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tre popolazioni dei Castelli Romani: il 19 luglio 1899 si regisma un terremoto che lesiona molte case, fra 1e quali anche quella delle Maestre Pie in via Garibaldi che devono evacuare l'edificio dichiarato pericolante. Le suore vengono accolte in casa di Annibale Terribili, altre dal1a signora Maria Desideri nella sua villa di Belpoggio. Dopo un mese di restauri per consolidare l'edificio le suore possono tornare a svolgere la loro attività scolastica che tntzia regolarmente a offobre. II26 maggio 1900 suor Regina Gaggi subentra nel ruolo di superiora dell'Istituto di Marino a suor Teresa Bovi che in ogni modo continua ad essere presente come insegnante per altri 25 anni. Suor Regina invece muore a Marino 1'B ottobre 1916 dopo olte quaranta anni di vita religiosa, dei quali gran parte impegnati nelf insegnamento. A lei subentra, nella guida della comunità religiosa locale, suor Lavinia Verchiani che è anche diretmice della scuola. Per la comunità ecclesiale e per

Marino - Processione della Vergine del SS.mo Rosario, durante una Sagra dell'Uva che precede l'ultima guerra mondiale. Le Maestre Pie sono sempre state fra le organizzatrici del1a processione

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Marino 2007. r.ia Garibalcli

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Casa delle Nlaestre Pie

Venerini

te, Concordia, Mameli, Ferrer, Balilla, Mazzittt e qui si contrasta più che almove la libertà di espressione e le attività religiose. Si dileggia no pubbiicamente 1e processioni, si ostacola la partecipazione dei fedeli alle funzioni reli-

giose, si protrae

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carnevale provocatoria-

mente fino ai giorno delle Ceneri, si fanno attentati e intimidazioni alf indirizzo dei cattolici. ln questa situazione ar,.viene 1'aggressione del cardinale segretario di stato Merry Del Val il 16 agosto 1907 sulla piazza del comune, oggi piazza Matteotti, durante una sua visita al Collegio Scozzese in via S. Anna. In questo

contesto di forte contrasto ideologico si staglia la vicenda umana e politica di Attilio Pandozi abate parroco di San Barnaba dal 4 ottobre 1901 al 15 novembrc I9A7. Costui.

nato a Lenola 1'11 aprile 1868 e ordinato sacerdote il 25 dicembre 1891, non è affatto rozzo come la tradizione cattolica loca1e ce 1o ha tramandato, anzi è un buon conoscitore delle sacre scritture e un intellettuale disposto ad aperture notevoli al pensiero moderni' sta. Entrato in contrasto con le gerarchie diocesane (vescovo di Albano è in questo perio' do il cardinale Antonio Agliardi) e con i con-

SUO COmpOIIilmenILr. S1 S:.'-,,-, -- --r - l,:l,lCuì e inizia a manifestare pr-rb :-, :-: -,,-, .- -'lll:i'O 1a Chiesa e contro i priirclp :- ---- . l r --,.rsi1ica di San Barnzrba r-iene c'l-r-...i ,,--- r ,... scr-rsa di alcuni lavori di restaruro. L ; ,--:r-- --.ri-ronicale e i fedeli sono allo sba;'ri.. l --,:,-, sr conclude con una ritrattazione ;r.ub:r.--:.'i-r su11a "Civiltà Caftolica" il26 masgir. 1',' : Ja parte di Pandozi che ne1 frattempo - sr:l.rr scomunicato, ma il vantaggio dato asli rnriclericali sembra ormai incolmabile. Pron ede i1 vescovo nelf inviare a Marino un Siolane e valido sacerdote originario di Ge nzano, mons. Guglielmo Grassi. che i1 21 aprile 1908 prende possesso de1la panocchia più importante della città e assume 1a ditticile guida di pastore di un gregge di fedeli intimorito e disperso. 11 nuorro parroco trova subito ne1le Maestre Pie Venerini un valido appoggio e una sollecita e intelligente collaborazione da parte loro neli'opera di ricostruzione tnorale e pastorale della comunità ecclesiale. Mons. Grassi può dar rrita all'Unione Donne di Azione Cattolica, grazie a quanto hanno fino ad allora seminato le umili Maestre Pie Venerini. Anzi 1e riunioni delle Donne di A. C., presiedute cla Assunta Vitali Quagliarini, si svolgono proprio presso la casa delle Maestre Pie in via Garibaldi, anziché in basilica. Poi si ùorganizza il magistero catechistico a partire dal modello femminile introdotto dalle suore e con loro si pror,rrede a coinvolgere alunne e madri in un'opera di volontariato che porti a una ricostruzione dal basso dei tessuti connettivi di una società troppo individualista e disgregata. Fra le varie iniziative si ricordano: I'attivazione di una biblioteca, di cui è priva Marino, le continue raccolte di fondi da indinzzate a opere sociali, il mantenimento del decoro della basilica. Tale attività non passa inosservata e gli amministratori di parte repubblicana forse si pentono anche dello "spazio" imprudente-


ni che nel frattempo si sono stabiliti nel convitto Fumasoni Biondi devono lasciare Mari-

Marino 1911 -Yia Garibaldi sotto ie bombe. Pur lesionata la casa delle Maestre Pie è rimasta in piedi!

mente concesso alle suore. Nella seduta comunale del 6 aprile 1907 1l consigliere Barnaba Vcini esprime il suo disappunto perché le Maestre Pie Venerini hanno accompagnato alcune alunne della scuola pubblica alla processione "clericale", mentre il consigliere Cesare Terribili propone di inviare un telegramma a1l'on. Leonida Bissolati a sostegno della mozione per l'abolizione dell'insegnamento religioso nella scuola dibattuto alla Camera 1127 febl:raio 190825. Intanto il comune reperisce le aule dove svolgere l'attività scolastica elementare, così le Maestre Pie devono prendere ogni giorno servizio non più presso la propria casa> ma nel Collegio Fumasoni Biondi, i1 quale altro non è che il Collegio Gregoriano espropriato da1 comune insieme aila chiesa del1a SS. Trinità ai Padri Dottrinari nel 1870, tenuto in uno stato di abbandono per decenni e quindi dato in gestione e poi venduto al marchese Achille Fumasoni Biondi il 15 gennaio I9l9 perché vi stabilisca un istituto di studi superiori. Il complesso donato ai marinesi da papa Gregorio XVI ne1 18J) viene acquistato con i terreni circostanti dal marchese per 60.000 lire, vi ricava 8r.000 lire dal governo per i danni di guerra, a causa dei prigionieri ausmiaci 1ì tenuti dal 19Ir, quindi rivende il tutto a1 comune nel 1930 per 610.000 lire. I Padri Giuseppi-

no per Albano scacciati anche loto, come una volta è accaduto ai Padri Dottrinari. Le Maestre Pie da parte loro non sanno dove battere la testa, perché 1a casa di via Garibaldi non è di loro proprietà ma dei successori di mons. Ingami che 1ì le ha accolte nel 1870 in un momento di difficoltà, devono pagare un affitto e le entrate dal comune di Marino sono pressoché scomparse. Llstituto di Marino delle

Marino

19,14 -

Dopo

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bombardamento da notare i crate

ri delle bombe in aperta campagna) oggi tutta urbanrzzata rArchilio G l)e Mxr.hisr


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giorno che suor Larr:ria sr: !.: :rco',-erarsi la febbre prende a salire ','eloc-n-nie e resta bloccata in casa. assisrita da su..r Sefe[a Zoffoli. Ormai non vedente da un occhio e afflitta dai dolori, presaga delf irn-'nilenre cecità, suor Lavinia non dispera e pregJ ilcessantemente Dio per f intercessione della tbndatrice Rosa Venerini. Senza alcun ilten-ento medico o chirurgico, la suora malata inizra pian piano a tornare a vedere. Portata di nuor-o in visita dal professore unir-ersitario. lo stesso Fortunati che le ha diagnosticato il male in-

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Marino

1941

Suor Sefelia Zoffoli e 1e alunne della

quarta elementare

Maestre Pie sembra essere arrivato al capolinea. La madre generale delle Venerini suor Teresa Baliva propone più volte a1 cardinale Granito Pignatelli di Belmonte vescovo di A1 bano e a monsignor Guglielmo Grassi parroco di Marino di chiudere la casa e consentirle di trasferire altrove le suore. Uno scatto di orgoglio e di sano campanilismo muove suor Maddalena Vannutelli, originaria di Marino, che mette in moto 1a rete di conoscenze e di solidarietà che solo in questi casi può scattare. Con l'aiuto di mons. Grassi e di facoltosi marinesi si vendono piccoli appezzamenti di terreno, si raccolgono offerte più o meno grandi, si chiede sostegno alle alte case della Congregazione e finalmente i1 6 maggio 1920, la vigilia dell'anniversario de1la morte di Santa Rosa Venerini, viene stipulato i1 rogito notarile e la casa di via Garibaldi è proprietà deile suorel Nel1o stesso anno 1920 suor Lavinia accusa forti dolori agli occhi tanto da essere visitata d'urgenza al Policlinico "Umbefio I" di Roma. 11 prof. Fortunati pronuncia la dia gnosi di glaucoma infiammatorio subacuto bilaterale. Si tratta di una malattia che conduce alla cecità con poche probabilità che 1a vista possa essere salvata, anche in seguito a una difficile operazione dagli esiti incerti. 11

curabile, dichiara che il glaucoma appare definitivamente scomparso. I medici deJl'ospedale sono meravigliati ed emozionati. Si preannuncia il miracolo, proprio que11o che è stato poi ufficialmente riconosciuto ed è divenuto determinante nella causa per la beati{rcazione di Rosa Venerini26. Un miracolo avvenuto a Marino, ne1la casa del1e Maestre Pie Venerinil Per la gente suor Lavinia Verchiani, con i suoi quaranta anni di insegnamento, si identifica ormai con la scuola stessa delle Maestre Pie, come mai è ar,,venuto fino ad oru. È amivata l'ora di andare in pensione e anche di passare ad altri i1 testimone di superiora. La comunità locale vuole esternarle la gratitudine con una manifestazione che si otganizza in concomitanza del riconoscimento concesso dal Ministero della Pubblica Istruzione che nel7922le conferisce una medaglia d'oro per l'impareggiabile servizio reso alla scuola municipale di Marino27. Nel medesimo anno è emanato un decreto ecclesiastico che impedisce a ciascuna superiora di Istituto di restare tale nella stessa casa per più di sei anni di seguito, Pertanto nella casa di Marino viene eletta superiore suor Corinna Zelinottr marinese, poi suor Flavia Ortolani, quindi, di nuovo per quattro anni, suor Lavinia Verchiani che vi rimane fino a1la morte a\.venuta nel generale compianto il 21 ottobre 1932.Il ritorno alla Casa de1 Padre non impedisce però a suor Lavinia di concludere una vita lunga e intensamente de-


dicata alla missione di Rosa Venerini, quello di poter partecipare ai festeggiamenti per il duecentesimo anniversario della fondazione della scuola di Marino. Le celebrazioni liturgiche sono presiedute da mons. Guglielmo Grassi, quelle ricreative dalla superiora che fa allestire spettacoli di teatro e di canto corale, una mostra di lavori delle Figlie di Maria. Le successive chiamate alla responsabilità della casa di Marino sono: suor Santina Valori, suor Concetta Argenti, suor Giovannina Frattali, suor Liduina Menghini. A questa ultima superiora spetta di vivere con le consorelle g1i orrori de1la guerra, non più combatttta al fronre, come nel 7915-1918, mainmezzo alla popolazione civile, di sopportare l'occup azione tedesca seguita all'armistizio dell'S settembre 1,9$ e soprattutto la fame e i bombardamenti che si intensificano nel territorio di Marino dallo sbarco di Anzio 122 gennaio 1944,fino allaliberuzione di Roma i14 giugno 1914.Periodo di grande lutto e di immane tragedia che per la nostra città ha ar,rrto un testimone d'eccezion e inZaccaria Negroni, iI quale ci ha lasciato un racconto asciutto nello stile ma bagnato di lacrime: Marino sotto le bombe. Ne1 bombardamento del 2 febbraio 1944,1, più grave di tutti, anche la casa de11e Maestre Pie Venerini di Marino è colpita e, danneggiata in modo grave, deve essere sgomberata. Le suore, come tanti altri sfollati, devono cercarsi un rifugio di fortuna. Lo trovano in una casetta rurale nelle vigne di Castel de Paolis, tra Marino e Grottaferrata, messa loro a disposizione dal marinese Attilio Limiti, Una settimana a dormire sul1a paglia e senza mangiare con i tedeschi nelle immediate victnanze che presidiano la galleria ferroviaria da cui periodicamente si affaccia il super cannone che spara enormi proiettili sulla rada di Anzio, poi tutte a Roma ospiti del1a madre generale suor Marianna Piccinetti. Le suore tornano a Marino solo dopo la liberazione dove condividono con la restante popolazione i sacrifici della ricostruzione morale e materiale della città, fra le macerie e 1a penuria di ogni genere.

La seconda metà ri

del Novecento Occorre immediatamente ristrutturare

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dificio danneggiato dalle bombe e aprire di nuovo la scuola; la fame non è soltanto quella de1 pane, ma anche quella della conoscenza e dell'educazione di una nuova generazrone che, crescendo, dovrà portare solo i1 ricordo e il monito deile barbarie appena cessate. Tra l'altro alle suore incombe il compito di insegnare la dottrina alle ragazze che si preparano a ricevere i sacramenti della Confessione e dell'Eucarestia, 1a collaboruzione alle attività parrocchiali, il laboratorio di ricamo e di taglio, le colonie estive, i1 collegio delle educande di nuova istituzione per accogliere orfane e allieve esterne, organizzarc 1e adunanze delle sezioni della Gioventù Femminile di Azione Cattolica che, negli anni caldi dello scontro ideologico, cominciano ad avere più cogente interesse rispetto a quello di seguire gli incontri della Congregazione del1e Figlie di Maria. Suor Liduina Menghini ha brillantemente assolto a1 suo mandato di sei

Marino, corso Trieste - Processione in onore de1la Madonna del SS.mo Rosario. Iragazzi delle "Fiamme tricolori"

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anni di superiora, attraversando uno dei più difficili momenti dell'Istituto, quello della distruzione e de1la ricostruzione, così ne1 1948 lascia l'incarico alla nuova eletta: suor Filomena Pianura.

Per tutta la Congreg azione il ,{ maggio 1952 è una data straordinaria in assoluto e una tappa importante di un percorso che tutti i devoti di Rosa Venerini aspettano da ge-

nerazioni: sale agli onori dell'altare la fondatrice delle Maestre Pie. Alla cerimonia di beatificazione le suore vanno in piazza San Pietro accompagnate da un giovane sacerdote loro vicario auditore, giunto da poco a Marino in veste di profugo dalmata privato de1la patriaitaliana in terra di lugoslavia: don Giovanni Eleuterio Lovrovich. Papa Pio XII si rivolge a tutte le suore della Congregazione giunte da ogni parte d'Italia e dice loro: "Sin dal|inizio la Beata Rc-tsa insegnò per santificare. Tale fu sempre il suo fine e tale è ancora il uostro, dopo più di due secoli e mezzo di feconda dedizione" . Anche a Marino si festeggia la "promozione" di Rosa Venerini agli altariil12 e rI13 giugno 1954 (cioè due anni dopo) con una ricca serie di manifestaziom, alle quali prende parte mons. Raffaele Macario vescovo della diocesi di Albano. Per l'occasione don Giovanni scrive e fa stampare un libricino che ripercorre la storia delle Maestre Pie di Marino, forse il primo dei tanti che egli ffibuterà, negli anni a venire, alla sua nuova terra d'approdo. Una novità è rappresentata dal fatto che per 1a prima volta, alla fine dell'anno scolastico, prima con 1e adunanze all'aperto per il mese mariano, ora per i festeggiamenti in onore della Beata Rosa Venerini ad animare il convivio festoso ne1 giardino non sono 1e femminucce soltanto, ma anche i maschietti, sebbene siano ancora molto piccoli. Si tratta di un evento rivoluzionario di costume e di mentalità,.Inizia con l'anno scolastico 1954 la classe mista, alla quale già da qualche tempo le Maestre Pie di Marino stanno pensando, in parte per le mutate concezioni pedagogiche (anche 1e scuole statali si

stanno via via attrezzando'. il pilrte per le sollecite richieste dei genitori che r-ogliono anche per i loro bambini quelf insegnamento completo sul piano culturale e spirituale prima riservato solo al),e ragazze. Di conseguenza ora le Maestre Pie devono farsi ulteriore carico di lavoro per seguire le adunanze, non solo delle "beniamine", ma anche degli "aspiranti" e delle "fiamme tricolori", cioè dei bambini più grandi e più piccoli, sia femmine che maschi, appartenenti alle formazioni elementari dell'Azione Cattolica. I11954 termina con due cambi di guardia: suor Clizia Cottieri che proviene dalla scuola di via dei Tribunali a Napoli sostituisce la superiora suor Filomena Pianura nella direzio-

Marino. metà

anni'60

"Fiamme tricolori" dell'Azione Cattolica

ne dell'Istituto di Marino e don Giovanni Lovrovich diviene i1 nuovo abate parroco del duomo di San Barnaba, poiché i1 1rl settembre mons. Guglielmo Grassi si ricongiunge al Padre dopo una vita esemplare di sacerdozio che ha lasciato un profondo segno nella storia della città e in una imipetibile generazione

di cattolici impegnati. Si annunciano gli anni del boom economico che comporta un certo relativo benessere crescente per tutti. Non è più i1 tempo del


boom demografico degli anni antecedenti la guerra. Ora le famiglie si assestano su una media di tre figli ciascuna, eppure più che in passato si sente l'esigenza di avere a disposizione un asilo di infanzia. Non si ratta soltanto dei numerosi nuovi nuclei famigliari sopraggiunti con f impetuoso sviluppo edilizio, le madri della piccola borghesia cominciano a lavorare e quelle proletarie, che ancora vanno nelle vigne a giotnata, sono sempre meno propense a lasciare i loro piccoli alle vicine di

Marino

Inangurazione dell'asi1o. Da sinistra: i1 sen Zaccaria Negrolri, suor Clizia Cottieli, mons. G. B Tror.,alusci e il r,escovo mons. Raffaele Macario

casa, ai nonni, o in mezzo alla strada. Per questo le Maestre Pie, sempre pronte a rece-

pire i mutamenti culturali e sociali del proprio secolo, allestiscono un asilo molto spazioso e 'àttrezzato con tanti giochi che viene inaugurato il 23 maruo L957 rn un'affollata cerimonia presenziata dal vescovo Raffaele Macario, dall'abate parroco mons. Lovrovich, dal vicario diocesano mons. Giovanni

Marino 1961 - Giovani educande orfane di guerra. A1 cen tro è suor Clizia Cottieli, a sinistra suor Maria Gregorini

ùenza volta all'apprendimento di lavori "donneschi" p". offrire un nuovo servizio strutturato come ormai vuole la legge. LIstituto Nazionale per l'Insegnamento e Addestramento Settore Artigiano assegna alla scuola delle Maestre Pie Venerini di Marino tre corsi di formazione professionale: ricamo, sartoria per bambino, sartoria per signora. Ne1 1958 1a scuola de1le Maestre Pie otriene una convenzione con l'Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari di Carriera dell'Esercito per istituzionalizzare quello che già fanno da diversi anni: accogliere fra le educande le giovani orfane di guerra. Resta ancora un settore dove le Maestre Pie Venerini non hanno ar,-viato una specifica offerta formativa: le attività ludiche sportive. Fino ad ora ci si è accontentati di far giocare spensierati i bambini in giardino, ai giochi tradizionali del1a palla, della corda, a"fazzoletto" e all'altalena. Ora è il momento di far vedere alle famiglie che si fa "sul serio" in forme moderne e professionali. Così alla fine dell'anno si apre una

Battista Trovalusci di Marino, dalla madre vicaria suor Gilda Vicini, dal senatoreZaccana Negroni, dalla direttrice didattica Maria Pia Castelli, da1 commissario prefettizio Nicola Marini d'Armenia e tante altre autorità poli

tiche, civili e militari. Nello stesso anno le Maestre Pie Venerini mettono a frufto 1a loro ultrasecolare espe-

Marino 1958 classica

Saggio c'ielle bambine

de11a

scuola di clanza


scuola di danza classica. non a1 fine di creare chissà quale corpo di ballo, ma per educare

ancora una volta le bambine alla sensibilità della musica e della grazia e al coordinamento dei movimenti de1 corpo. Quindi è la volta, il2) aprile del 1964, delf inaugurazione di una palestra per insegnare agli alunni attività

Marino 1955/56 La dirertrice i.-]. l',i=.s::- Pie \inerini suor Clizia Cottieri con l rnsegnarr- sii,l: l!1.1:i.r Gregorini

Marino - Giovani in attività ludiche e sportive nella palestra dell'Istituto

sportive a1 momento quasi sconosciute, come la pallavolo e la pallacanestro, essendo i maschietti votati in genere soltanto al calcio. La palestra viene messa a disposizione dalle Maestre Pie con vera generosità, anche degli studenti del1e scuole medie e degli atleti di a1cune società sportive locali. Lanno scolastico 1,959-1960 inizia con due nuove maestre: una laica, la signorina Gabriella Sellari e una religiosa, suor Maria Anita Lisotti, che in seguito deve tornare alla Casa Generale e quindi nel t962-t9$ è sostituita nelf insegnamento dalla signorina Fabiola Paolini diplomata maestra nel 1950, cui si aggiungono tre nuove insegnanti: Gabriella Aguzzi, Vera Giometti e Anna Sellari. Qualche anno dopo entrano nel corpo insegnante 1e maesme Lina Galassini, Sandra Baldi, Adriana Zoffolie suor Annunziata Miconi. Nel 1961 un alunno di quinta elemenrare

delle Maestre Pie, Roberro Sanri. nceve il premio Liuio Tempestd per 1a "XIII Giornata della bontà nella scuo1a". Di questo bambino di Marino ne parla tutta la stampa nazionale, quando il20 novembre ricer-e i1 premio ne1la sala Protomoteca del Campidoglio alla presenza del sindaco di Roma. del minrstro della Pubblica Isruzione Luigi Gui. i cardinali Cente e Copello, f ispettore scolastico Alfio Corti, il parroco di Marino don Gior-anni Lovrovich, i1 direttore didattico Nicola Azzarrti, la direttrice della scuola Maestre Pie Venerini suor Clizia Cottieri con f insegnante suor Maria Gregorini. La motivazione del premio evidenzia non solo la generosità e la bontà del bambino di quinta elementare, che deve servire da esempio ad altri rugazzi del1a sua età, ma anche la qualità delf insegnamento cattolico da sempre propugnato da1le À,laestre Pie Venerini2s. Nel 1965 ad essere eletta madre generale de1la Congregazione è Gilda Vicini, una suora di origine marinese. L'anno successivo suor Clizia Cottieri torna ad essere la superiora dell'Istituto di Marino e mantiene tale incarico per circa tre anni, a causa dei motivi di salute che la convincono a lasciare 1a guida della casa di Marino a una suora più giovane e ormai radicata profondamente nel tessuto sociale della città: suor Maria Gregorini. Fra le prime iniziative che intraprende la nuova superiora vi è quella di rafforzare l'apporto delle suore aile attività parrocchiali, come


l'incontro settimanale di catechismo

e 1a

pre-

parazione alla Prima Comunione.

Come abbiamo potuto constatare nella lunga storia della casa di Marino del1e Maestre Pie, quando le cose sembrano andare per il meglio, ecco che 1a Pror,-videnza trova il modo per mettere di nuovo alla prova la comunità educante. Nella primavera del 1970

uno dei principali assi viari del centro storico, via Garibaldi, percorso a doppio senso da un'intensa e anche pesante circolazione automobilistica, che provoca un cedimento delle volte delle grotte sottostanti alla strada e ai palazzi che vi si affacciano, deve essere chiusa per una voragine. Poi alcuni pa\azzi, fra i quali quello delle Maestre Pie Venerini, devono essere evacuati per motivi di sicurezza il 12 giugno successivo, a seguito di un sopralluogo dei vigili del fuoco e di una specifica ordinanza di sgombero firmata dal sindaco Franco Palumbo. Infine i primi due giorni di

Marino 1969 - Superiora Suor Maria Gregorini

agosto crollano alcuni grossi edifici per fortuna senza fare vittime . La casa delle Maestre Pie è lesionata, mentre un'intera ala, dove è allocato l'asi1o d'tnfanzia, è scomparsa sepolta da una massa di detriti prodotta dagli ap-

partamenti soprastanti precipitati quasi di colpo. Lasciare una casa e una scuola in poche ore ò uno sfollamento da tempi di guerra, per fortuna ia scuola è chiusa per il periodo dtvacanza estiva. ma che fare? Le suore non si perdono d'animo, anche se il colpo accusato è grande. La superiora esprime pubblicamente la sua piena fiducia nella Prowidenza e nella solidarietà dei marinesi che non hanno mai abbandonato in olre due secoli di fortune e di traversie 1e "1oro" Maestre Pie Venerini2e. Suor Clizia Cottieri e suor Maria Gregorini trovano ospitalità nella casa parrocchiale, le altre suore trovano alloggio presso la casa dei Frati Minori a Colle Sant'Anto-

nio in località Squarciarelli di Grottafercata, accolte da padre Anselmo Padovani cappellano delle Maestre Pie Venerini di Marino. Occorre, però, superare la situazione pror,wisoria e riportare le suore a Marino, dove possono svolgere 1a loro attività sul posto, in previsione del nuovo anno scolastico 1970-71 e di quelli che verranno. L11 febbraio muore suor Clizia Cottieri. I1 31 luglio la Madre generale suor Gilda Vicini cessa dalla sua funzione e assume l'incarico di prima autorità dell'Istituto un'a1ra suora di origine marinese: suor Alba Pescatori. Si va avanti, risolvendo il prioritario problema de1l'alloggio unico: il medico chirurgo marinese Antonino Limiti, il l0 giugno 1971, mette a disposizione delle Maestre Pie un appartamento abbastanza grande da ospitare tutta 1a famiglia dispersa delle suore e per svolgervi le attività di direzione e segreteria, sia materna, che elementare. Le aule vengono ricavate nelle stanze a piano terra dell'Oratorio parrocchiale "San Barnaba" in via Cairoli, dove di solito si fa catechismo. Solo così si evita di far saltare 1'anno scolastico a centosessanta alunni del1e elementari e di disperderli nelle scuole pubbli-

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Marino

200 t- - Piazzale

degli Eloi, il nuor,cr N' onumento ai Caduti. Sullo sfondo la casa clelle NIae stre Pie Venelini


per l'asilo d'infanzia occomono altri

Marino

Giardino dell'Istituto. Foto di gruppo dei

bambini del1'asi1o con suor Ersilia Chianese

che. Anche

il Comune fa la sua parte,

conce-

dendo l'uso di uno spazio adiacente l'antico Collegio Gregoriano, oggi utilizzato dall'Istituto statale d'Arte "Paolo Mercuri", dove, fino alla metà degli anni Sessanta, si è fatto cinema a1l'aperto d'estate: l"'Arena Azzutta". Qui viene montato un prefabbricato da adibire ad asilo. La sistemazione in emergenza delle aule riscuote successo, grazie a1la comprensione delle famiglie marinesi che non abbandonano le suore in un momento di difficoltà, ma anche mediante un servizio di scuolabus condotto con la consueta bonomia da1 bravo pompiere Gino Del Gobbo. Il25 marzo 1974 iniziano i lavori di consolidamento delle grotte, riempiendole di calcesttt)zzo, quindi si procede al restauro della casa delle Maestre Pre, grazie anche agli aiuti finanziari che provengono dalla rete di solidarietà di tutte le case consorelle sparse in Italia. Altri palazzi crollatt sono rimasti tali per decenni, uno si sta riedificando in questi mesi del 2007, un a1ffo ancora, che solo in parte è di proprietà delle Maestre Pie, ricorda con la sua assenza quell'evento rovinoso e quanto siano precarie tutte 1e cose umane. Un anno dopo, il 28 giugno 1975, i lavori so, no ultimati e l'Istituto delle Maestre Pie Venerini è di nuovo agibile. Il successivo 30 ottobre le suore vi si trasferiscono definitivamente. Le aule delle elementari sono rttlizzate fin dall'anno scolastrco 7975-1976. mente

due anni prima di riportarlo fra 1e mura dell'edificio, nel frattempo il prefabbricato viene trasferito dall'Arena Azzurra nel giardino della scuola in via Garibaldi. Nel 197u1 la famiglia delle Maestre Pie è colpita da un triplice luttoro: suor Giulia Campagnoli termina la sua vita terrena nell'ospedale di Guidonia e viene sepolta a Marino, dove ha insegnato molti anni prima; suor Rosina Schiaffini di origine marinese è la maestra dei lavori muliebri da sempre vicina alle ragazze adolescentil infine suor Maria Odetta Bonci. Il27 maggio del 1978 si festeggiano i 250 anni della morte della Beata Rosa Venerini con varie rniziative fra gli alunni della scuola. Nel 1980 suor Tina Balestrini diventa 1a nuova superiora della casa di Marino delle Mae-

Marino 1980 - Suor Tina Balestrini diventa Ia

rruova

superiora

stre Pie Venerini che condivide finalmente nella serenità del lavoro e della preghiera con le consorelle: suor Marta Gregorini, suor Ersilia Chianese, suor Maria Fazio, suor Ada Pelosi, suor Caterina Spinucci, suor Agnese Fanasca. Nel 1982 viene festeggiato 11 250"


gnante Assunta Colazza, Nel 1997-1998 suor

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Marino 199-l - Basilica di S. Barnaba. Le Maestre Pie Venerini in preghiera durante 1a celebrazione eucaristica

anniversario della fondazione della scuola di Marino, fra le varie tniziative realizzate per l'occasione si pubblica un libretto scritto da Roberto Di Sante sulla storia dell'Istituto marinese.

Lanno scolastico l97I-I972 viene assunta come maestra Clelia Elena D'Ottavi, quindi LauraMuccini e Anna Ciocci. Poi è la volta di Anna Miscoli. Nel 1980 torna a Marino, dove aveva tntziato a fare 1a maestra nel 1916, suor Tina Balesffini che insegna, oltre ad essere superiora dell'Istituto. Nel 1981 entrano nel corpo insegnante le maestre Marina Pistolesi e Rosella Giorgi. Nel 1985 afftva suor Emilia Silvestrini che completa e stabtlizza fino al 1989 il corpo insegnante della scuola insieme a suor Maria Gregorini, Anna Miscoli, Rosella Giorgi e Marina Pistolesi. Lanno scolastico L989-1990 vede la sostituzione di suor Emilia con suor Lina Capponi. A1la famiglia delle suore italiane si aggiungono, per fare esperienza di comunità, alcune suore Maestre Pie Venerini straniere a partire dal t995: suor Angelica, suor Emanuela, suor Dorothy, suor Maria Chelaru e suor Maria Anton, provenienti da varie parti del mondo. Nell'anno scolastico 1996-1997 suor Maria Gregorini lascia f insegnamento ed entra a far pafie del corpo inse-

Annttnziata Silr,estri subentra a suor Lina Capponi e vi resta fino all'ann o 2001-2002, al suo posto viene assuntaPafiLzta }Ianoni. Nel 2OO5-2006 Anna Miscoli lascia 1a scuola e al suo posto viene incaricata Yaleria Monopoli. Nel 2006-2007 anche Nlarina Pistolesi lascia la scuola e 1a sua classe viene affidata aMaria Michela Zingaro che già da alcuni anni insegna lingua inglese. Nel corrente anno scolastico completano l'organico docenti: Daniela Fiorucci, insegnante di inglese, informatica, educazione motoria, e le insegnanti di sostegno Valentina Bedini e Nicoletta Comente. Da molti decenni la scuola materna è parte integrante dell'Istituto di Marino, affidata fin dall'inizio degli anni Cinquanta a suor Ersilia Chianese, alla quale si è affiancata dal 1987 suor Ida Capozzo. Dal 1996la materna è affrdata alle cure delle maestre: suor Maria Anton ed Emanuela Corsi, con la collaborazione di Maria Elisabetta Montefiori. Completano l'organico dei dipendenti 1e signore: Paola Toscano e Rossana Cervone. Oltre alla normale programmazione, i bambini partecipano a lezioni di informatica, inglese, musica, danza e nuoto. Negli ultimi quindici anm la scuola delle Maestre Pie Venerini ha consolidato ancor più 1a sua presenza nel tessuto sociale di Marino, tenendo alto il nome ela tradizione se-

Marino, 1' giugno 1989 - Intitolazione di una strada alla Beata Rosa Venerini aila presenza de1 Vescovo mons. Dante Bernini, del sindaco Leonaldo Massa e del1'Abate

parroco don Elio Abri.


Marino 1999 - Saia consiliare, suor Maria Gregorini fe steggia i 50 anni di vita religiosa alla presenza del parroco della SS.ma Trinità, don Giorgio Botti e dell'assessore alla crrltrrra Cirrliana Iozzi

colare che accompagna l'immagine dell'Istituto. Negli anni Novanta con suor Lina Capponi si organizzano per la prima volta i centri estivi per gli alunni e gli ex alunni con l'intento di proseguire il lavoro educativo anche durante le vacanze. Con 1o spirito oratoriale che distingue i1 centro estivo delle Maestre Pie Venerini, si programmano varie escursioni al Tuscolo e a1 mare, gtazie anche alla co1' laborazione di don Ugo Di Lollo sempre disponibile a fare da "autista" con il suo vecchio piccolo autobus chiamato: "pulmino" a suore, maestre e bambini. Ne1200l si ar,,viano corsi di nuoto in piscina per g1i alunni, accompagnati dalle maestre, durante il normale orario scolastico. Quindi si attrezza un'aula di informatica con tredici computer in rete, collegati ad internet. Nel 2006 viene attivato un nuovo servizio a favore degli ex alunni che possono usufruire della mensa scolastica e di assistenza nello svolgimento dei compiti da parte di insegnanti laureati. I1 coro "Rosa Venerini" partecipa più volte al concorso regionale "Egisto Macchi" arrivando sempre fra i primi tre classificati. La scuola di danza, rivolta alle alunne, continua la sua attività ne1le ore pomeridiane e g1i allievi, anche della materna, si esibiscono in un saggio di fine anno scolasti-

co. La scuola partecipa sempre più attivamente alle attività del territorio in collaborazione con associazioni di voiontariato e con il comune, come il Carnevale marinese, i "Presepi in grotta" nell'ambito del Natale marinese, la festa di Santa Lucia, il gemellaggio spirituale con Assisi nel nome di Jacopa dei Settesoli. G1i alunni ogni anno sono impegnati come "Piccoli missionari in erba" alla realizzazione di un progetto rivolto a chi è meno fortunato. Per questo motivo nel 200J sono stati ricevuti dal papa Giovanni Paolo II, al quale hanno offerto i loro lavori come il "Rosario missionario". I1 4 maggio 1952 papa Pio XII beatifica Rosa Venerini. Cinquanta anni dopo, sabato zl maggio 2002,IaCongregazione, gli alunni e

Marino 16 novembre 2006, sala consiliare - Aiunni de1l'lstituto À,laestre Pie Venerini in visita a1)alazzo Colonna

gli ex alunni delle Maestre Pie con le loro famiglie si trovano a Roma per festeggiarcI'anniversario. I marinesi si mobilitano diero 1'espresso invito di suor Marta rivolto a tutti che non si può mancare a1l'appuntamento: "non possiamo essere da meno delle altre città dove l'opera della beata Rosa ha messo radici e ha dato frutti". Partono quattro autobus carichi di marinesi alla cerimonia ufficiale presso 1a chiesa di sant'Ignazio, dove a1le ore 9li attende una solenne celebrazione del vescovo di Viterbo mons. Lorenzo Chiarinelli; poi al-

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le ore 76 alteatro Massimo si rappresentala vita de1la beata Rosa Venerini messa in scena da Michele Paulicelli. l'autore àr Forza uenite gente.

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I1 15 ottobrc 20061e suore, il corpo insegnante, gli alunni e g1i ex alunni insieme alle rispettive famiglie sono p resen ti in piazza S an Pietro alla cerimonia di canonizzazione di Santa Rosa Venerini, insieme ai rappresentanti de1 comune di Marino, vivendo in ta1 modo un momento di comunione che resterà indelebile nella memoria di ciascun partecipante. Suor Maria non è in condizioni di salute tali da permetterle di assistere di persona a un evento che forse ha atteso tutta la vita. Così come oggi non è qui con noi fisicamente, a festeggiarc i 275 anni di vita dell'Istituto di Marino. Il26 dicembre 2006 suor Maria Gregorini è tornata alla Casa del Padre. I1 funerale si è tenuto nel duomo di San Barnaba 1a mattina

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de1 28 dicembre rrairc..r::. ;- gente che l'ha conosciuta. Se suor La.,.ria I,-erchiani ha dato la sua impronta aL.l .c.o,a all'inizio del Novecento, anche suor -\]ar, Gregorini ha lasciato un profondo e arlo:i\ oie solco nella vita di centinaia di alunni ne, corso del1a seconda metà del secolo appena passato, tant'è che il Comune di lVlarino nel giugno de12004 le ha conferito 1a cittadinanza onoraria con deliberazione del Consiglio comunale r,oluta dal sindaco Onorati. Disponibile, schietta, forte d'animo, eppure materna , apefia a1le relazioni umane e socia1i, dinamica, concreta, autorevole, determinata, intelligente, ottimista: questi sono i principali attributi del carattere di Suor Maria. Se poi al tratto umano aggiungiamo quel1o altrettanto positivo di educatrice e di religiosa, abbiamo un'idea della figura completa del1a donna, delf insegnante, della suora che è stata maestra di vita per due generazioni di

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Roma, Città del Vaticano, 14 giugno 2001, sala "Paolo VI" - I ragazzi e 1e maestre dell'Istituto per i1 160" annir,etsatio de11a Pontificia Opera deli'Infanzia Missionaria

in udienza dal

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marinesi. Se poi consideriamo i 56 anni da lei trascorsi con dedizione alla formazione di tanti giovani marinesi e il continuo contatto con 1e famiglie de1 luogo ci rendiamo conto del perché, a torto o a ragione, l'Istituto locale delle Maestre Pie Venerini ancora oggi si identifichi nelf immaginario collettivo con lei che ha saputo dirigerlo per molti anni in siatazioni smaordinarie di obiettiva difficoltà e del perché per tutti era semplicemente "Suor Maria" per antonomasia. I marinesi hanno voluto testimoniare così in modo massiccio, senza distinzione di età o di estrazione culturale e sociale, l'affetto spontaneo, la stima, la riconoscenza che nutrono per Suor Maria sia per darle l'ultimo saluto su questa tetta, sia quando - lo ricordiamo ancora - tanta gente 1e è stata vicina quel venerdì 6 maggio del 1999 presso la chiesa parrocchiale de11a SS. Trinità, dove si sono festeggiati i suoi cinquanta anni di professione religiosa. Alla presenza della Madre Generale dell'Istituto, fondato da Santa Rosa Venerini, suor Marcella Lorenzetti, del1a Madre Provinciale suor Angela Silvestrini, delle consorelle di Roma, di Ariccia e di Velletri,

Roma, Città del Vaticano 14 giugno 2001 - Foto di gruppo alla presenza del sindaco di Marino Ugo Onorati

1e quali molte novizie, il vescovo deila diocesi di Albano mons. Dante Bernini ha concelebrato una messa solenne insieme ad alcuni dei tanti sacerdoti che hanno lavorato con Suor Maria, imperniando l'omelia sul valore della donazione e del servizio, in particolare delia donna, in seno alla Chiesai1. Una festa che è stata semplice e ordinata, ma tutt'altro che intima, dal momento che la chiesa traboccava letteralmente di gente: tutti, a Marino, si sono passati parola dell'ar.venimento e i1 risultato è stato quello di una specie di mobilitazione generale, Religiosi, parroci, ex alunni, catechisti e rappresentanti di associazioni laicali si sono mescolati in un'autentica folla di grandi e piccoli: tutti a fare g1i auguri a Suor Maria. Fra gli altri il sindaco di Marino signora Rosa Perrone, 1'assessore a1la cultura signora Giuliana lozzi e Ia direttrice didattica signora Maria Gabriella Angelini, donne impegnate in diversi settori della vita politica e amministrativa loca1e, presenti per rendere omaggio a un'altra donna, una suora, che in mezzo secolo di professione religiosa ha svolto anche un prezioso servizio in seno alla comunità locale, in qualità di educatrice di generuzioni di giovani. Suor Maria Gregorini è nata nella città di Ostra, in provincia di Ancona, l'otto marzo del L926 in una famiglia modesta ma laboriosa, con il papà che fa il muratore e la mamma occupata in un negozio di stoffe. Prima di due sole figlie, suor Maria, frequentando fin da bambina l'Istituto de1le Maesme Pie Venerini della sua città natale, a soli sedici anni decide di entrare nella Congregazione, avendo maturato 1a determinazione di intraprendere la vita religiosa. Dal

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1943 aL1948 si trasferisce ad Urbino per conseguire il diploma di scuola magistrale, aven-

do come maestra delle norrizie una suora di origine marinese; suor Clara Trinca. 11 1B settembre 1949 giunge a Roma presso la Casa Madre in via G. G. Belli, dove pronuncia i voti della professione religiosa, mentre fa 1a professione perpetua dopo sei anni nella Casa di Galloro ad Ariccia. I-lanno successivo, nel mese di ottobre, giunge a Marino, dove per prima cosa rimane impressionata dalla folla accorsa per i festeggiamenti della Sagra dell'Uva, alla quale per molti anni a venire avrebbe partecipato, organizzando la processione solenne; (quindi dal carattere schietto e generoso dei marinesi che tanto somiglia al suo, sotto questo aspetto). Ne1lo stesso tempo conosce sia l'anziano abate parroco Guglielmo Grassi, sia il giovane profugo dalmata don Giovanni Lovrovich, giunto a Marino appena qualche mese prima di lei il 15 luglio 1950. Un sacerdote molto attento a1la catechesi che stabilisce su-

Roma, Città del Vaticano, 14 giugno 2001, sala "Pao1o

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bito un rappofio di cordiale collaborazione con le suore e che contribuisce in modo particolare a un immediato ed efficace inserimento di suor Mana nell'ambito de1le attività parocchiali. Uanno che suor Maria giunge a lvlarino 1a superiora dell'Istituto de1le llaesme Pie è suor Filomena Pianura, dopo r-ari zrr,r,icendamenti tocca a lei regge re su1le sue spalle la responsabilità de1la comunità religiosa, prima dal 1969 al 1980, poi di nuovo dal t999 aI 2006. Fra gli arwenimenti che piùr l'hanno toccata nella sua r,ita di educante. al tempo in cui è direttore didattico Dino Lauri, suor Maria conserva il ricordo in r"nodo particolare del premio "Livio Tempesta" per il bambino più buono dell'anno, consegniìto in Campidoglio a Roberto Santi. alunno delle Maestre Pie Venerini di Marino, distintosi per un atto di particolare generositiì. A suor }Iaria direttrice della scuola si der-e l attir-azione di materie extrascolastiche iin da1 1963, a quel tempo pionieristiche. come la d,anza,la lingua inglese e la musica. 1'orsanizzazione del

I ngazzi de11'Istituto in uclie nza

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Santa Rosa Venerini fondatrice della Congregazione de1le Maestre Pie Venerini

carnevale dei bambini nella parrocchia di San Barnaba e tante altre attività sociali. Suor Maria rnizia la sua attività di promo-

zione umana e religiosa nel rione Crocifisso nel197I, perché a partire dal 2 agosto 1970, essendo crollato l'edificio delle suore in via Garibaldi, peraltro già sfollato il precedente 13 giugno, Ie Maestre Pie Venerini si sono ffasferite in un appartamento di corso Vittoria Colonna, in località Due Pini, dopo la permanenza di un anno a Colle Sant'Antonio, presso padre Anselmo PadovaniE stato questo un momento particolarmente difficile per suor Maria, superiora della "ricostruzione" . La casa di Marino dell'Istituto. dopo una secolare tradtzione di insegnamento, rischia di chiudere per sempre. Per evitar1o occorre trovare locali idonei per lo svolgimento dell'attività didattica e il tempo è pochissimo: a ottobre iniziail nuovo anno scolastico. Lasilo decide di trasferirlo in un edificio prefabbricato installato nello spazio retrostante il Collegio GregorianoJ2, per le aule delle scuole elementari pensa di utllizzare alcune stanze dell'Oratorio San Barnaba in via Cairoli presso l'istituto dei Piccoli Discepoli di Gesù. 11 suo carattere deciso e il coraggio che le viene dal chiedere non per sé

ma per la scuola 1a fanno intraprendente con le autorità comunali che di buon grado alLttano suor Maria nelf impresa quasi disperata. I lavori di ricostruzione dell'edificio in via Garibaldi che lei ha seguito di persona durano cinque anni, fra tante preoccupazioni, difficoltà e anche afiTarezze. Alla fine vince la tenacia di Suor Maria e della comunità delle Maesme Pie per spuntarla contro tufie le avversità del caso. Nel giugno del 197 41a Casa e la scuola sono finalmente di nuovo in grado di accogliere la scuola e la casa delle suore. Durante tutto questo periodo Suor Maria condivide con gli abitanti del rione Crocifisso la drammatica esperienza dello "sfollamento". Infatti la popolosa comunità di fedeli è rimasta senza un edificio di culto nella zona, da quando la chiesa de1la Santissima Trinità in corso Vittoria Colonna è chiusa nel 1969, perché il tetto è pericolante. Le messe domenicali vengono celebrate ugualmente, ma in un corridoio molto poco accogliente delle adiacenti scuole elementari del Collegio Gregoriano da padre Anselmo Padovani francescano che è anche il cappellano delle Maestre Pie Venerini. È proprio padre Anselmo, altro carattere risoluto, come suor Maùa, che si rimbocca le maniche per primo e, con l'aiuto del1e suore Ersilia Chianese e Tina Balesmini, riordina l'ambiente che gli è stato concesso alf interno delle scuole comunali, riprendendo in modo stabile le attività ecclesiali che gli sono state affidate dal parroco di San Barnaba don Giovanni Lovrovich. Il numero dei fedeli cresce domenica dopo domenica, raccogliendo pian piano tutta 1a popolazione del rione Crocifisso. Così nasce f idea di costituire una nuova parrocchia, una volta restaurata la chiesa della SS. Trinità. Sogno che si concrettzza dopo lunghe e aspre fatiche nel novembre del 1984. Il primo parroco è don Santo Cocco, al quale non manca il sostegno delle Maestre Pie Venerini. Il primo novembre del 1987 subentra don Giorgio Botti sempre attivo e disponibile, grazie al quale, con 1'aiuto dell'instancabile suor Ma-


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Roma -- PiazzaSan Pietro, 15 ottobre 2006 - Rosa Venerini viene elevata agli onori degli altari

ria e di molti r,olenterosi parrocchiani raccolti nella neonata associazione Amici di Sant'Antonio, la parrocchia cresce sempre più negli anni successivi. Poi è 1a volta di don Carlo Togni, di don Francesco Angelucci e infine l'11 novembre 2001 di don Felicetto Gabrielli. Tutti i sacerdoti che l'hanno conosciuta, hanno trovato una suor Maria sempre con qualche acciacco in più, ma sempre piena cli spirito e di disponibilità, pronta a servire come quando ha detto di sì al Signore la prima volta. Così la ricorderemo suor Maria: con il suo materno sorriso, un po' scanzonata, con un vocione che non nasconde per niente la determinazione nel difendere 1e sue ragioni, ma anche disponibile e maternamente pronta ad ascoltare tutti. Siamo così giunti dal 1732 all'anno 2007. Da pochi mesi la nuova superiora dell'Istituto di Marino è suor Elettra Molinari, cui spetta raccogliere il testimone passato di mano tante volte su un percorso lungo 275 anni.Le sfide delf immediato futuro che la società at-

tuale impone di affrontare sono caratteizzate da un continuo aggiornamento dei programmi scolastici in linea non solo con 1e direttive ministeriali, ma anche con le richieste sempre maggiori del1e famiglie degli alunni. In particolare sono stati affrontati e risolti i problemi insiti nell'accoglienza, nell'educazione e nelf inserimento dei bambini che appartengono a famiglie di immigrati di diversa etnia e cultura nel tessuto sociale locale. Tuttavia il problema più grande resta quello dell'evoluzione in senso non sempre positivo della famigiia attuale che è il principale pilastro della società. A mantenere saldi i valori della famiglia le Maestre Pie hanno sempre dato un prezioso contributo, trasmettendoli a generazioni di alunni. Siamo sicuri che le suore e le maestre non verranno mai meno a tale compito, anche se è sempre più difficile e gravoso nel tempo in cui viviamo. Di tutto ciò che hanno fatto e che continuano a fare le Maestre Pie Venerini non possiamo che esser loro grati.


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composto dai maestro Americo Terribili in occasione deila Beattftcazione. Questo brano è ancora cantato dal coro dei bambini de1le Maestre Pie Venerini diretto da1 maestro Stefano Terribili

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