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3 amici a Montlhéry
SONO PARTITI IN TRE PER PROVARE L’EMOZIONE DI UN GIRO SULLA PISTA DOVE, NEGLI ANNI ‘50, LA PIAGGIO CONQUISTÒ 17 INCREDIBILI PRIMATI
Come vi avevamo anticipato nel numero scorso, abbiamo seguito l’impresa di tre amici, Marco Fumagalli, Carlo Bozzetti e Paolo Zanon, che si sono recati in Francia per rivivere le emozioni di una pista entusiasmante, soprattutto per noi. Ecco, infatti, che cosa ci ha raccontato Marco…
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COM’È NATA LA SQUADRA
«Sono venuto a conoscenza su Facebook del raduno Autodrome Italian Meeting organizzato dal Vespa Club Paris e dal Vespa Club France, e mi sono subito iscritto. Dopo al- cuni giorni, ho chiamato Paolo per informarlo che ci sarebbe stato questo evento, e gli ho chiesto se voleva venire con me, il posto c’era sia per lui che per un’altra Vespa. A pochi giorni dalla partenza poi, mentre raccontavo alla sede del Vespa Club Milano dell’imminente avvenimento, il Presidente Carlo Bozzetti mi ha chiesto se c’era un posto anche per
Il Miracolo Oltre
Una delle copertine della rivista Sport Moto, il settimanale ufficiale dei corridori motociclisti Italiani ai tempi dei mitici record francesi.
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Il circuito, nato nel 1924, è dotato di una splendida soprelevata. La Vespa non poteva permettersi di scalarla, però faceva lo stesso la sua bella figura.
lui e mi ha spiegato che gli avrebbe fatto piacere venire come semplice passeggero, per assaporare l’aria del circuito. Gli piaceva l’idea di quel luogo storico, che era stato teatro di record vespisti clamorosi».
Come Terroristi
«E allora, pronti, via! Pensavo che il viaggio (in furgone) sarebbe stato più pesante e noioso, dovevamo affrontare circa 900 km per arrivare a destinazione, invece tra una chiacchiera e l’altra è passato velocemente. Una volta arrivati a destinazione, telefoniamo al nostro contatto, Delphine Nadjar, per capire se ci sarem-
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Brividi
In Curva
mo visti la sera, ma lei ci informa che sarebbe arrivata da Grenoble solo la mattina del giorno dopo. A questo punto, abbastanza stanchi, chiediamo informazioni per andare a cena nei pressi della casa dove soggiornavamo. Non potevamo certo muoverci con il furgone, che si portava sulle spalle il carico di una Vespa 6 giorni e della mia Sport Rossa, più sedie, tavolo, tanica, attrezzi, e ovviamente i libri del Paolo. Oltretutto un furgone con targa italiana, nei pressi di Parigi, con 3 ceffi come noi, dava nell’occhio. Potevamo essere scambiati per terroristi».
Paolo Sulla
Vespa Sport
Freddo E Guai
«La mattina seguente arriviamo al circuito con una temperatura invernale, circa 4 gradi. Mi avvicino alla segreteria per cercare di capire come vengono distribuiti i pass e i turni per l’ingresso in pista e mi accorgo con
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Riviste
D’EPOCA
GIGANTESCA UN’ONDA
mia grossa sorpresa che nell’elenco in ordine alfabetico non c’eravamo né io né Paolo. Maschero il panico rincuorando Paolo, che conoscendolo era già abbastanza nervoso vedendo lo squallore decadente del posto, che poteva anche essere interpretato come “conservato”. Riusciamo comunque a risolvere abbastanza bene con i pass e ci comunicano che abbiamo a disposizione 4 turni da 20 minuti l’uno, categoria solo motociclette, per cui io e Paolo decidiamo di entrare subito al primo turno».
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Come Mazzoncini
«Entriamo in pista, un misto di moderno/nuovo con varianti, curve abbastanza strette e un lungo rettilineo, poi si prende la parte vecchia. C’è la soprelevata, che è un vero e proprio muro. Rispetto a quella di Monza è molto più alta e anche più larga. A occhio direi che possono viaggiare 5 auto affiancate. Chiaramente, con la Vespa riusciamo a “scalare” la soprelevata solo di pochi metri, perché per salire e rimanere in cima al muro, si deve viaggiare a circa 240 Km/h… Girare sul quel cemento misto ad asfalto dove aveva girato il grande Mazzoncini, ci fa riflettere e provare grandi emozioni».
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Tante Emozioni
«Tra un giro e l’altro, Paolo ci racconta qualche aneddoto dell’epoca, e così lo squallore del posto passa in secondo piano. Personalmente mi sento soddisfatto dopo un turno e cedo la mia Vespa Sport rossa a Paolo e lui fa guidare la Vespa 6 giorni
Una 6 Giorni In Pista Con
La Sua
Ha Detto Grinta
a Carlo, in modo che anche lui possa vivere le emozioni di girare su una 6 giorni in quella pista che fu in passato teatro di battaglie irripetibili tra Vespa e Lambretta. Il giorno dopo la manifestazione lo trascorriamo in auto, sulla strada del ritorno, parlando di quanto la Vespa abbia lasciato il segno un po’ in tutti i campi motoristici e storici, di quanto fascino ci ha tramandato e di quante emozioni è ancora in grado di regalare».
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Momenti Preziosi
Tante emozioni per i tre amici, merito di Marco che li ha coinvolti e che ha portato la sua Vespa Sport a correre sulla famosa pista. Sono stati momenti preziosi per Paolo che finalmente è riuscito a visitare un luogo che ha spesso nominato nei suoi libri dedicati alla storia della Vespa, e che gli sono costati grandi e non facili ricerche. Ma anche per Carlo è stata un’occasione indimenticabile: ha girato con una Vespa rara, e mentre lo faceva, forse pensava al presidente del Vespa Club Milano Renato Tassinari, che nel 1950 aveva festeggiato i successi guadagnati su quella pista. E lì, lui, che è l’attuale presidente del VC lombardo, si è goduto la pista dove Mazzoncini e poi Tassinari si erano coperti di gloria.
I Tre Amici
Al Ritorno
Cambio In Sella
La Chiave Sul Manubrio
Allo Sportellino
Vista dal lato sinistro, a differenza della normale Special, si nota subito lo sportellino simile a quello del motore, ma senza feritoie. All’interno si trovavano due batterie da 6 V collegate in serie per avere i 12 V.