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Giro la chiave e via…

PUNTANDO SU UN PUBBLICO

FEMMINILE, E SEGUENDO LA MODA

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DELL’AVVIAMENTO ELETTRICO, LA

PIAGGIO LANCIÒ LA 50 ELESTART, CHE

ORA È DIVENTATA PIUTTOSTO RARA

Bisogna dire che ai suoi tempi ebbe poco successo. Parlando di scocca Small Frame anni ’60/’70, questa fu la prima e unica Vespa dotata di avviamento elettrico. In totale ne furono prodotti poco più di 7.900 esemplari, di cui solo

433 della terza serie, l’ultima produzione, ora rarissima. Insomma, è una delle Vespa prodotte nel minor numero di esemplari. In pratica, pochi di più della ricercatissima e altrettanto rara 90 SS. Chissà se un domani arriverà alle stesse quotazioni?

L’AVVIAMENTO ELETTRICO

Nel modello dell’Elestart fu ricavato un vano con uno sportellino simile a quello del motore, nella pancia sinistra, dove trovavano alloggio due batterie da 6V ciascuna, collegate in serie per raggiungere i 12 volt che permettevano l’avviamento del motore. Per ricarica c’era uno statore Bosch da 12 V-70w, oggi difficile da trovare, che faceva anche da dinamotore per l’avviamento del propulsore. Anche la bobina di marca Bosch, per mancanza di spazio, era esterna, a differenza della normale Special.

Manca

QUALCOSA...

Da questa parte, a un primo colpo d’occhio sembra una normalissima Special, ma un occhio attento noterà che manca la leva dell’accensione.

QUASI)

Troppo Pesante

Questo modello non si presenta con la classica leva d’avviamento e, per mettere in moto, basta girare la chiave posta sul manubrio. Una particolarità di questo motore è che il carter presenta un tappino che chiude il foro predisposto per la leva d’avviamento. Il tappino non è pressofuso ed è fissato da un fermo elastico. Lo scarso successo fu anche perché questa Vespa, penalizzata dall’aumento di peso delle batterie, passava dai 69 kg della versione normale ai 75 della versione Elestart e questo influiva negativamente sulle prestazioni. Per il resto era uguale a una normale Special.

Contachilometri Classico

Le Sue Particolarit

La Elestart segue come particolari e differenze le 3 serie della Special. Sul manubrio troviamo il commutatore a chiave con 3 posizioni:

0 – arresto;

1 – accensione motore e predisposizione ai servizi;

2 – avviamento motore. È presente anche una spia a gem- ma rossa che si accende nella posizione 1 della chiave e ai bassi regimi, tipo il minimo. Sul manuale uso e manutenzione, era indicato che se la spia rimaneva accesa anche a regimi più alti, bisognava recarsi in un’officina autorizzata Piaggio per un controllo all’impianto elettrico. Se, una volta spento il motore, si lasciava inavvertitamente la chiave sulla posizione 1, dopo poco la Vespa non andava più in moto e non rimaneva altro modo che spingerla. Ricordo che avevo un’amica con l’Elestart, e spesso dovevo aiutarla a spingere la Vespa perché non partiva, cosa non comoda per una ragazza che, oltretutto, era anche piuttosto esile. La Elestart è stata prodotta in 3 serie, quella che vedete in queste pagine è una seconda serie conservatissima di un collezionista lombardo. La Vespa ha subito solo una bella ripulita e una controllata al motore, che è perfettamente funzionante.

Classico Conservato

Ecco il copriventola originale ricambio NOS, messoci gentilmente a disposizione dal lettore Ciccio Livieri, molto diverso dagli altri modelli e non facile da reperire.

Le Tre Serie

Prima serie

Sigla telaio V5A3T motore

V5A3M – 3 marce e ruote da 9”. Prodotta dal 1969; dal n° 1.001 al 1972 n° 5.708.

Seconda serie

Sigla telaio V5B2T motore

V5A3M – 3 marce e ruote da 10”. Prodotta dal 1972 n° 1.001 al 1975 n° 3.667.

Terza serie

Sigla telaio V5B4T motore

V5B4M – 4 marce e ruote da 10”. Prodotta dal 1975 n° 1.101 al 1975 n° 1.533.

L’ADESIVO DEL CONCESSIONARIO

Elestart:

Gianluca Festa ci ha aiutato a spiegare come funzionava l’avviamento elettrico. Il sistema consisteva nel convertire il gruppo statore-volano dell’alternatore in un motore elettrico abbastanza potente da far girare l’albero motore, avviando quindi il propulsore.

Parti Importanti

Le Sigle

Lo Schema

Il Volano

Il volano con il suo disegno particolare che componeva il dinamotore: macchina dinamoelettrica convertitrice a corrente continua, avente un solo induttore e due avvolgimenti indotti distinti che, con l’induttore, funzionano uno da motore e uno da generatore.

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