Giffoni Daily 22 Agosto #Giffoni50

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SABATO 22 AGOSTO 2020 • ANNO 11 - NUMERO 4

QUI NASCE UN’UMANITÀ MIGLIORE


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“Giffoni crea le basi per la comunità del futuro” Erri De Luca ha incontrato i giffoner per parlare di scrittura, ambiente ed emozioni “Giffoni getta le basi per fondare la comunità del futuro. Qui nasce il germe di una nuova umanità. Inventate, progettate. Conservate lo spirito, l’energia e l’entusiasmo che si respira in questi luoghi. Da oggi per me Giffoni non è un paese o un festival, ma il participio presente di un nuovo verbo, Giffoning, perché tutto è in divenire”. Erri De Luca, scrittore, giornalista, poeta e traduttore, ha incantato la platea della sala blu della Cittadella del cinema, raccontando il suo rapporto con la scrittura ed i suoi esordi, senza sottrarsi alle numerose domande dei giffoner, dal rapporto tra uomo e natura, che lo ha visto protagonista del dibattito nazionale anche in piena pandemia, al ruolo dei giovani, dalle fragilità dell’essere umano alle contraddizioni dell’adolescenza. Si definisce un lettore e non uno scrittore, “perché ho sempre trovato molta più soddisfazione nel leggere che nello scrivere. La lettura ti regala illuminazioni”. I percorsi si intrecciano nell’infanzia e i ricordi portano alla biblioteca paterna, un luogo senza censure e, soprattutto, senza libri per bambini. “Il grande vantaggio di quell’esperienza è che mi ha consentito di conoscere il mondo degli adulti dal di dentro, con i loro drammi e le loro fratture – ha raccontato – Sapevo come erano fatti, ma non potevo rispondere a quell’universo che sentivo lontano. Ad esempio, non mi spiegavo i drammi per amore. Lo svantaggio è stato quello di sviluppare dentro di me un processo continuo che terminava puntualmente con una condanna senza appello nei confronti delle persone più grandi”. Dopo l’esperienza del calamaio con le sue geometrie, i pennini da intingere nell’inchiostro con difficoltà, le lotte con le pendenze di banchi scolastici inadeguati e la scelta dell’incidenza dell’angolo sul foglio, la svolta arriva con la penna Bic: “E’ stato allora – ha ironizzato – che ho capito che avrei potuto scrivere”. Il primo racconto, firmato a nove anni, era dedicato a un pesce e, con il senno di poi, rappresentava una sorta di manifesto anti Esopo e “la tirannia che lo portava a rendere gli animali dei burattini”. Il suo pesce era semplicemente un pesce che non conosceva nulla del mondo umano. Di lì, le parole hanno iniziato a moltiplicarsi sul foglio bianco, costruendo l’evoluzione continua del linguaggio. “Leggere molto ci rende proprietari della nostra lingua e non clienti – ha continuato De Luca – Leggere ha un effetto sanitario, perché il libro migliora il sistema immunitario e ci fortifica nei confronti delle bugie e delle falsificazioni”. Il primo libro poco prima dei quarant’anni, “ma questo non ha fatto di me uno scrittore se non agli occhi di mio padre. E neanche ora posso definirmi scrittore. Diffido di chi fa della scrittura un mestiere e anche delle scuole di scrittura, non le ho mai frequentate, né ho mai accettato inviti per insegnarvi. Per essere uno scrittore devi abbracciare la rassegnazione esclusiva

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di mettere tutto dentro la scrittura. Per questo – ha detto rivolgendosi ai ragazzi – non vi inviterei a seguire questa strada”. La parola nuda seduce, ma non lo fa meno dell’immagine. “Il cinema è meraviglioso – ha precisato – ma non ha nulla a che vedere con la scrittura. Un film non è il regista o l’attore, sono i titoli di coda, tutta quell’enorme marea di persone che compongono tassello dopo tassello un’opera collettiva. Il cinema è il risultato di questa pluralità di competenze, a prescindere dalla storia che si sta raccontando”. A chi gli ha chiesto cosa pensasse del cinema di oggi, De Luca ha risposto: “Il nostro cinema è meno bello di prima, perché non ci sono più i produttori che nel dopoguerra decisero di investire in questa industria, riempiendo le sale. La produzione italiana è soffocata, mentre quella estera ci offre ancora delle sorprese”. Ma è sui giovani, sulla loro identità e sulle loro infinite possibilità che ha voluto concentrarsi. “La generazione del dopoguerra, la mia, è stata molto numerosa. Eravamo una quantità di marmocchi nati dopo la decimazione, a causa della guerra, della generazione precedente. Le fibre di quella società tendevano a riprodursi e l’Italia di quegli anni brulicava di nozze e nascite. Voi ragazzi, invece, vi trovate in una situazione strana. Siete pochi, dopo il Giappone siamo il Paese più vecchio del mondo. Ma la vostra riduzione numerica è compensata da misteriose qualità e competenze. Studiate e avete progetti per il mondo, anzi, sentite la responsabilità del futuro del mondo. Questo festival – ha ribadito De Luca – è una specie di acceleratore di particelle per una generazione come la vostra, che è per certi versi presocratica, dal momento che vuole spiegarsi com’è fatto il mondo e salvarlo. Ecco perché sono convinto che sarete capaci di inventare un’economia della riparazione opposta a quella dello spreco”. Il riferimento è ai movimenti giovanili nati intorno alle tematiche ambientali, come i Fridays4future. “Si dice che il pianeta terra sia a un punto di non ritorno. Non credo sia così, ritengo invece che riuscirete ad afferrare in tempo quel punto e a sbarazzarvi delle generazioni precedenti”. Inevitabile la riflessione sul rapporto con la natura: “Per me natura è dove non c’è l’uomo. Sono le montagne che scalo, dove la mia presenza è del tutto irrilevante. Il resto lo chiamo ambiente ed è tutto ciò che ci circonda. Questa epidemia – ha precisato – ha fermato le nostre attività e ci ha costretto a ragionare su quale prontezza di reazione abbia avuto l’ambiente per riprendere fiato e riappropriarsi dei suoi spazi”. De Luca ha poi ricevuto dal fondatore e direttore di Giffoni Opportunity Claudio Gubitosi un premio che ha voluto destinare alla famiglia di Giulio Reggeni. “Erri ci ha regalato il privilegio delle emozioni”, ha commentato Gubitosi consegnandogli anche una raccolta di stampe che raccontano i momenti principali dei primi cinquant’anni del festival.


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Sylvester Stallone a #Giffoni50 “L’anno prossimo sarò al festival” Invece di mettere la mano sulla Bibbia, Sylvester Stallone ha giurato sul suo Premio Oscar di tornare al festival nel 2021, in presenza. Durante l’incontro a #Giffoni50 l’icona di Hollywood ha voluto mostrare alla sala la preziosa statuetta e ha anche posato con i jurors sollevandola in alto, come metafora dei successi raggiunti dopo un percorso faticoso. “L’idea di Giffoni è bellissima”, ha detto la star 74enne, “e non vedo l’ora di essere

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circondato dall’entusiasmo di questi ragazzi per il prossimo anno. Quello che auguro al festival è un compleanno felice con un futuro radioso davanti”. Per spronare gli artisti di domani li ha invitati “a non mollare mai e continuare a lottare”. Il motivo? “Io non ho più nulla da dimostrare al mondo ma voi sì e io voglio aiutare i talenti giovani e insegnare a sceneggiatori e registi in erba come orientarsi”.La sua non è mancanza di modestia ma

semplice attestazione della realtà: “Ho conquistato l’Academy Award a 30 anni e ho raggiunto tutto quello che volevo da giovane, anzi ho persino superato quegli obiettivi. Cosa potevo chiedere di meglio?”. A proposito di traguardi tagliati, conclude con una battuta: “Qual è il regista con cui mi trovo meglio a lavorare? Semplice, sono io perché è la persona con cui vado maggiormente d’accordo al mondo”.



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Diego Bianchi tra i giffoner “Festival stupefacente grazie ad un’idea vincente” Zoro conquista la Impact raccontando se stesso e il suo Propaganda Live C’era stato nel 2012 in veste di attore, interprete nel film “Il sole dentro” di Paolo Bianchini. Diego Bianchi torna a Giffoni dopo una straordinaria stagione di Propaganda Live. Quello che per molti è ancora e sempre Zoro conquista i ragazzi della Giffoni Impact e, a sua volta, ne resta “impressionato”. Nella Sala Blu, le domande hanno inondato il conduttore di La7. Che ha rievocatp la sua prima esperienza a Giffoni: “Per caso Bianchini mi disse che voleva fare di me un console africano. E ci ritrovammo qua. Io non sapevo nulla o quasi di Giffoni. Ma – ha ammesso – è stupefacente, veramente impressionante la storia di un festival che si tiene in un paese oggettivamente sconosciuto della provincia salernitana che diventa uno dei più importanti non d’Italia, ma del mondo, perché la carrellata di ospiti che ho visto qui non so quanti altri festival possono vantarla. Merito all’idea, merito alla tenacia, merito alla continuità e soprattutto a questa edizione qua. È un’edizione che ricorderete, forse più delle altre”. E ironizza: “Ho visto il video Giffoni 50: facile venire gli altri anni con tutta quella gente. Questo è l’anno in cui bisognava esserci”.Tra disparati aneddoti e inevitabili riflessioni sull’attualità politica, infarciti di ironia a tratti amara e dall’immancabile tono sarcastico, Bianchi ha raccontato ai giffoner se stesso e il suo lavoro. “Non sono mai stato un grande programmatore della mia vita e della mia carriera. Non ho pensato che un giorno avrei fatto un programma televisivo. Mi ci sono ritrovato”. E ha continuato: “Ho avuto due grandi scuole di formazione: una politica, da militante nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, e una calcistica”. Ma per conservare a 50 anni il fuoco dei venti bisogna “continuare a divertirsi – ha detto - Io mi diverto a fare quello che faccio. Certo, faccio una cosa che mi sono guadagnato”. Soprattutto puntando sulla sostanza: “Formalmente non sono un giornalista, non ho avuto bisogno, per fare cose di valenza giornalistica, di avere

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un tesserino. I temi però sono sempre più complessi e bisogna essere preparati per parlarne. Nel mio caso – ha spiegato - la cosa che mi prepara di più è andare nei posti. Lo dico perché soprattutto sul tema dell’immigrazione negli anni ho letto cose da propaganda, da tifoseria, scritte stando con il culo sulla sedia”. Diversi i racconti di una stagione televisiva complessa e del modo in cui viene preparata. Con la consapevolezza che Propaganda Live ha creato “un senso di appartenenza perché ha riempito un vuoto. Nel momento in cui è difficile trovare qualcuno che ti rappresenti in politica, può succedere a una trasmissione televisiva”. E spiega: “Il programma ha due aspetti: un nostro filtro per le cose più efficaci rispetto a quello che vogliamo dire e poi, per più della metà del programma, contenuti nostri, dai disegni di Makkox ai miei video e alla parte musicale”. Perché quella di creare nuovo contenuti “è la mia battaglia”. Bianchi ha svelato ai giffoner anche un po’ di retroscena: dall’intervista all’ex dirigente del PCI Emanuele Macaluso all’idea del Vaso degli Esteri. Diverse anche le riflessioni sulla comunicazione, dai social network alla comunicazione politica, passando per le fake news e il loro contrasto: “Una volta le avremmo chiamate stronzate – h esclamato - E come la combatti la fake dei migranti che si mangiano i cani a Lampedusa? Ci sono fulminati o mitomani che vogliono inventarsi notizie, ma la cosa grave è che questa roba viene rilanciata da leader politici. Non ho una soluzione per combatterle. Probabilmente l’unico modo è combatterle con le news vere”. Così come per avere risposte dai politici, alcuni dei quali “sono muri di gomma”, è “rifare la stessa domanda” fino ad avere la risposta. Il congedo è un reciproco ringraziamento. A Diego Bianchi, il Premio speciale Giffoni 50. E l’acclamazione della Impact: “Questa – ha commentato Zoro - è un’occasione molto importante, anche da punto di vista personale. Sentire le cose belle che mi avete detto e le domande stimolanti che mi avete fatto mi fa piacere e mi convince che abbiamo fatto bene a fare quello che abbiamo fatto e mi dà lo stimolo per ricominciare. Senza rilassarsi perché è tutto è da dimostrare sempre”.

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Pinguini Tattici Nucleari #Giffonistarr La band rivelazione ai giffoner: “La libertà va coltivata, come le passioni. Seguite i vostri sogni” I Pinguini Tattici Nucleari sono stati protagonisti di un incontro powered by Comix - l’agenda più amata dai ragazzi che, proprio quest’anno, ospita tra le sue pagine la band - con i giurati Generator +16 e +18 nell’ambito di #Giffoni50. Nella Sala Galileo erano presenti oltre 100 ragazzi, che hanno posto domande alla band rivelazione, reduce dal successo travolgente dopo la partecipazione al Festival di Sanremo che li ha visti salire sul podio, al terzo posto. In collegamento anche gli speciali Hub targati Giffoni, che permettono ai ragazzi di interagire con il Festival da diverse città d’Italia. I PTN ormai non sono più una band emergente, ma una certezza del panorama musicale italiano.

saremmo più partiti per i palazzetti è stato difficile – ha ammesso Riccaro Zanotti a proposito del lockdown – Il palazzetto per un musicista è un traguardo importante, poi adoriamo stare a contatto con il pubblico e venivamo da mesi di lavoro, dopo Sanremo. Stavamo andando dritti vero la meta. Alla fine il percorso è stato stoppato a metà. Ci siamo rimasti molto male, ma chiaramente eravamo consapevoli che in gioco c’era qualcosa di molto più grande di noi. Prima di tutto c’è il bene comune e la salute dei cittadini”. A fargli eco, il batterista del gruppo, Matteo Locati: “Durante la tragica chiusura per il Covid, abbiamo sempre cercato di portare avanti i nostri progetti, senza dimenticarci ciò che accadeva a

dei ragazzi in sala, per poi affrontare il suo percorso personale – Da giovani, il confronto con i genitori non è sempre facile. Il modo in cui sono riuscito a smarcarmi dalle aspettative che i miei avevano sul mio conto è stato uscendo dal contesto familiare. Ho deciso di andarmene, non tagliando i contatti perché ci si è sempre voluti bene. Però volevo dimostrare che riuscivo a gestirmi l’indipendenza. Pasolini diceva che chi ha la libertà spesso non sa cosa farne. Io ho voluto farla fruttare. La libertà è qualcosa da seminare e far crescere. Sono andato a studiare fuori per questa esigenza, far capire ai miei genitori che la mia vita era un’altra. Ho dovuto patire, senza farmi compatire.

Partiti da Bergamo, Riccardo Zanotti (voce, compositore e autore), accompagnato da Elio Biffi, Nicola Buttafuoco, Matteo Locati, Simone Pagani e Lorenzo Pasini sono diventati una delle band più popolari d’Italia, con 4 album all’attivo e diversi Dischi d’Oro (Verdura, Irene, Antartide, e Ridere e Lake Washington Boulevard). Sono saliti sul podio della 70esima edizione del Festival di Sanremo 2020 con Ringo Starr, brano che è rimasto a lungo ai primi posti delle classifiche radio e streaming, certificato Disco di Platino insieme all’album Fuori Dall’Hype. I giovani artisti hanno raccontato la sofferenza degli ultimi mesi, la voglia di ripartire, gli esordi. “Quando abbiamo capito che non

Bergamo e intorno a noi. C’era bisogno di dire quanto fossimo vicini alla nostra città e a quelle persone che non se la passavano molto bene. È stata una sfida con noi stessi. La cosa importante era sensibilizzare la gente ed è quello che abbiamo provato a fare”. Zanotti ha poi parlato degli esordi del gruppo e del suo distacco dal contesto familiare per conquistarsi una libertà individuale nel mondo. “All’inizio eravamo solo una band di Bergamo. Ci trattavano male. Le delusioni sono state tante. Devi farti la pelle. Non diciamo sia giusto, ma funziona così. Col tempo siamo diventati forti, abbiamo imparato, siamo cresciuti e adesso i cachet ce li facciamo dare – dice tra le risate

All’inizio non avevo quasi i soldi per mangiare, dovevo mantenermi. Ma l’obiettivo che hai in testa non te lo può togliere nessuno. Devi passare l’ostacolo e, se ce la fai, la felicità è grande”. Dal pubblico dei giffoner arriva anche la domanda sul loro passaggio alla major Sony che avrebbe potuto cambiarli. “C’è questa grande storia dell’etichetta gigante che ti vuole cambiare in qualche modo – ha spiegato il frontman della band– La realtà è che nel 99 % dei casi sei tu che cambi e decidi di affidarti. Ho cambiato diverse volte il mio modo di scrivere, avendo iniziato a farlo a 17 anni. Nel nostro caso è stata semplicemente la volontà di arrivare a più gente. Cresci e cambia il tuo mondo dentro”.

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Comicon e Feltrinelli Comics: i primi 50 anni in una graphic novel Lo sceneggiatore Tito Faraci e il disegnatore Wallie a confronto con i giovani I suoi 50 anni, Giffoni Film Festival li celebra insieme a COMICON e Feltrinelli Comics, annunciando Un sogno chiamato Giffoni, graphic novel sceneggiata da Tito Faraci (curatore editoriale di Feltrinelli Comics, sceneggiatore, di Topolino, Tex, Diabolik, Dylan Dog), e disegnata da Walter “Wallie” Petrone (Croce sul cuore, Sporchi e subito), in libreria da agosto. Insieme a Faraci e Wallie, ha partecipato all’incontro anche Roberto Policastro direttore creativo del Comicon. A Tito Faraci e Wallie è stata consegnata la Riggiola d’Arte Giffoni 2020. La storia. Edo è uno straordinario ragazzo come tanti, che ha due amici altrettanto normali e straordinari: Marta e Jaco. Con loro ha vissuto giornate bellissime, nella giuria del Giffoni Film Festival, insieme ad altri giovani provenienti da tutto il mondo. In quell’atmosfera internazionale e piena di stimoli la sua passione per il cinema è cresciuta al punto che ora Edo ha un sogno: vuole diventare regista! Il suo film sarà una nuova versione di Romeo e Giulietta, con qualche “trascurabile” libertà nella trama e un cast di attori d’eccezione: i suoi amici. Qualcuno ha provato a spiegargli che quel sogno è destinato a rimanere tale, perché per regolamento un film come il suo non potrebbe entrare nella selezione ufficiale. Ma ormai il giovane cineasta si è lanciato in questa piccola, grande

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avventura che, come ogni avventura che si rispetti, riserverà non pochi colpi di scena. Come ha spiegato il direttore e fondatore di Giffoni Opportunity, Claudio Gubitosi: «Impossibile raccontare la storia del Giffoni. Come la racconti? Il rapporto con il cinema, con i giovani, con la cultura, con il paese, con gli artisti. Ogni capitolo sarebbe una storia a parte. tuttavia una storia molto particolare è venuta fuori. Mi è stata sottoposta l’idea di una novella grafica sul Giffoni 50. Non so quanti libri hanno scritto su di noi, oltre alle centinaia di tesi di laurea. Ma questo libro è speciale». «Quella del Giffoni è una sfida che siete riusciti a vincere – ha poi detto Tito Faraci a Gubitosi e ai ragazzi in sala – Non era scontato far ripartire il festival. Con questo libro è successa una magia. Mi hanno chiesto di scrivere per celebrare i 50 anni a Giffoni, ho fatto una lunga chiacchierata con Claudio Gubitosi. Ho cercato di immaginare come potesse essere lui da giovane e ho provato a trasportare quello spirito nel protagonista della storia. L’obiettivo era vincere una sfida. La stessa sfida con cui è stato realizzato il Giffoni. Ho avuto la fortuna di avere con me un disegnatore come Wallie al quale, pur essendo “autore unico” perché disegna e scrive le proprie storie, per la prima volta è stata sottoposta una sceneggiatura. Un’esperienza divertente. Io e Wallie abbiamo parlato tanto, ci siamo

confrontati sul progetto». Wallie ha quindi espresso il suo entusiasmo per la collaborazione con lo sceneggiatore lombardo: «Una cosa che volevo fare da tempo. Sono cresciuto leggendo Topolino e Diabolik e inconsciamente, quindi, sono cresciuto leggendo Tito Faraci. Questo è stato un passo importante nella mia carriera, disegnare su una sua sceneggiatura». Tito Faraci è nato nel 1965. È uno dei più noti sceneggiatori italiani di fumetti, pubblicato in decine di paesi del mondo. Ha scritto storie per personaggi come Topolino, Dylan Dog, Tex, Diabolik, Spider-Man, DareDevil e Capitan America. Per Feltrinelli ha firmato nel 2015 il romanzo La vita in generale, due libri in coppia con Sio e l’adattamento a fumetti di Senza sangue di Alessandro Baricco. Il suo ultimo romanzo è Spigole (Feltrinelli, 2020). Wallie, nome d’arte di Walter Petrone, è un illustratore e fumettista che vive e lavora a Bologna, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Emerso in rete, ha un seguito di oltre centoventimila follower su Instagram, in continua crescita. Cantore dei sogni e delle angosce della sua generazione, ha esordito nel 2018 con Solo un altro giorno (ManFont). Per Feltrinelli Comics nel 2020 ha pubblicato Croce sul cuore e un racconto nell’antologia Sporchi e subito, a cura di Fumettibrutti.


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Don Joe: “Da qui una nuova speranza Voi siete testimoni di libertà” La musica come stile di vita e il mestiere del produttore alla ricerca di giovani talenti La musica cambia, si trasforma, vibra. La musica è vita, ed è l’estensione naturale di Don Joe che è tornato a #Giffoni50, a casa. Il Festival necessario lo conosce bene, il ritmo e la magia dei giffoner sono energia naturale, aria da respirare: “Questo posto rappresenta tante cose, questo Festival è tante cose e voi sarete testimoni di un’edizione speciale”. Un Festival che cambia, si fa in quattro, ma non perde mai la sua vera essenza. Il coraggio, la curiosità, la voglia di guardare e sentire, l’entusiasmo. “Da qui parte una nuova speranza – ha sottolineato Joe -. C’è voglia

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di dare esplosione alla curiosità, alla bellezza. È solo questione di tempo, torneremo a dissetarci in un posto dove la magia trova il suo spazio, la sua musica più intensa”. Joe lo sa bene di cosa sono capaci i giovani del Festival, che in un posto come questo riesci a rigenerarti e riempirti allo stesso tempo. Un po’ come la musica. Il rap ad esempio lo accompagna da sempre, dai tempi di “questa non è musica per la radio”. Tenacia e costanza, lavoro e passione, perché se insisti conquisti. “Non è stato facile, il mio è stato un percorso lungo – ha raccontato ai masterclasser -.

Sono venuto fuori in un periodo poco facile per la mia musica ma non ho mai mollato, anche quando le radio non passavano un solo brano di rap. Per diventare grandi bisognava andare nei negozi di dischi, ognuno mostrava il proprio talento nei locali, non era affatto semplice”. È oggi tra i produttori più apprezzati nel panorama musicale, nelle sue mani il suono e l’evoluzione di una musica che racconta attraverso la condivisione e la contaminazione nuove storie. È stata l’anima dei Club Dogo, oggi scala le classifiche con brani sorprendenti di giovani talenti con il sogno grande della musica. “Dovete credere ogni momento in quello che state facendo – ha continuato parlando ai giovani del suo lavoro di talent scout e produttore -. Non cadete nell’errore di fare perché gli altri fanno, bisogna sempre riconoscere i propri limiti. Le persone che ci circondano possono fare la differenza, se un amico è un amico vero ti dice che le tue qualità sono eccellenti piuttosto che scarse. Bisogna parlarsi, ascoltarsi, guardarsi sempre con sincerità”. Per costruire, costruirsi. “Siete voi a scegliere e decidere, non vi arrendete – ha insistito -. Quello che rimane è la verità, ricordate che non mente mai. Puoi fare quanti più dischi di platino e oro vuoi, ma quello che resterà per sempre è la musica perché è quella che riesce a mettere insieme cuori e emozioni. È quella che ti permette di riempire palazzetti, strade e piazze”. Un pizzico di fortuna, la fame di futuro, lasciarsi sorprendere dalle opportunità e l’esigenza di verità, perché è la passione ad alimentare ogni cosa e Joe ha voluto ricordarlo ai sognatori di #Giffoni50. “La condivisione, di quella dovete far tesoro – ha concluso -. Nella musica e nella vita, la condivisione è tutto”.


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Viito e Ariete: la meglio gioventù del pop italiano La vincitrice di X Factor e il gruppo si raccontano ai giurati “Ci respiriamo senza paura” è un verso sussurrato a cappella, che si apre col pubblico dei Giffoners fino agli applausi. Vincitrice di X Factor, diciottenne, Arianna Del Ghiaccio è partita dal talent: “Allora il progetto di Ariete non esisteva, ho cantato dei miei pezzi, sono piaciuti, da trentamila siamo diventati 150”. All’inizio Arianna si è presentata col suo nome, poi divenuto Ariete, con Spotify e Bomba dischi, mettendo in fila pezzi come Amianto”, “Pillole” e “Riposa in pace”, finite nella playlist di Indieitalia. “Se dieci anni fa c’era il negozio di dischi, ora le playlist rappresentano una cosa simile, con la tua faccia in copertina e le canzoni a farti pubblicità. Pillole sta andando molto in radio”. Il successo, il primo approdo di una carriera, la gente: tutto in poco tempo, via web con la rampa di lancio: “Vuoi rimanere su quella lunghezza d’onda, è ovvio, i pezzi vanno e vengono streammati, poi i numeri calano e uno ci pensa. Di solito sono abbastanza tranquilla”. La fortuna, a volte interviene: “Con Bomba dischi durante il lockdown c’era un gioco in cui Franchino faceva una domanda su di me, ci siamo beccati in situazioni professionali”. Dietro, nel background di Arianna c’è la passione di papà per la musica: “Guccini, De Andrè. Dalla, Pino Daniele mi hanno influenzato. Poi crescendo sono passata al pop americano. Molti miei pezzi sono dedicati ad una donna, sono una persona molto consapevole, so che se scrivo una cosa ci sono pro e contro, non ho mai riscontrato problemi, di certo nelle canzoni nessuna ragazza parlava di altre ragazze”. Sui commenti, sugli haters, lei non si ferma: “Se mi dicono chi è questa lesbica, non rispondo, non capirebbero perché non ci arrivano,

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io mi sento libera e incoraggiata e dico ai ragazzi di credere in quel che si fa, senza mai arrendersi”. I Viito, invece, sono nati da un annuncio per trovare casa: “Abbiamo scritto

giorno dopo a San Siro. Abbiamo completato dieci tracce e le abbiamo mandate a chiunque, incassando dei no fino ad ottenere il contratto”.

la prima canzone sulla fine di una relazione sentimentale, ci siamo conosciuti così”, raccontano i due componenti, “Ci stavamo lasciando

Sulla scelta del nome, anche qui, si tratta di un caso, di uno scambio tra amici che si è preso la scena: “Ho aperto una pagina Facebook,

contemporaneamente e siamo diventati una sorta di coppia di fatto, scrivendo pezzi come fosse una terapia, trasferendoci poi in un’altra casa. Finivamo di scrivere una canzone ed eravamo pronti come se dovessimo suonarla il

l’ho chiamata Viito e ho scritto che stavamo arrivando”, spiega Giuseppe. “A Vito ho chiesto se gli piaceva ma lui stava praticamente dormendo”. Così Vito Dell’Erba alla voce e Giuseppe Zingaro alla chitarra sono diventati un gruppo.


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Gianni Mirabello Generator + 18 - giurato del Festival dal 2014 Pontecagnano Faiano ROSA PIETRA STELLA (Italia, 2019) di Marcello Sannino

Se dovessi dare un voto al film, un bell’otto. È un film ben fatto, con un finale aperto ad interpretazione dello spettatore.

e re film e d e v lo so ove e non è m r e n luogo d p u i o t n t o u t iff t G pra il mondo ttori. È so a o t e t r a u r t t n a inco zzi d ere ere raga c s o n e condivid o c lm r fi e t i o e p ere d er discut t o p i u c con lice. n posto fe : u è i, n io i fantasia d o emoz g o lu n à, non è u Una realt o ove viviam d o t s o p è un tasia! con la fan

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a. poli odiern a N la a z z ri e caratte vita. I di realtĂ ch stiche della ri io e rc tt a u ra q a s c o le retarli che sono porta in un do di interp rare quelle u ra tra Stella ci g tt ie a P c in a a ti s e o ta c R s s Il film rando ettive rie che sono he va matu ri e le prosp sugli attori c lo a le o li a c g tr i fi is o g rs a e Attrav o madre modo m stanza cile rapport ra verso la o costruiti in iffi tu n a d o s lc il i a g è p g m a ’i lm n perso questo fi dre da un cindibile. Il tema di o della ma . e rd n a u io g z s e nza impres rf o ra e n e u p s n i o alla p c d o a rmin he è segn o il film. Te un sorriso c d a to n durante tutt ia p a un e si passa d della figlia

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Roberta Guido Generator +18 - giurata del Festival dal 2017 Giffoni Valle Piana KIDS RUN (Germania, 2020) di Barbara Ott

Giffoni Film Festival è un’occasione per apprendere di più del mondo cinematografico e fare nuove amicizie. È un vanto, bellezza, meraviglia, immensità.

oto da uno v n u re e m ri p s e nso, se dovessi te in e te n e v o notevole. Ho m m ra o ie c n a iù p m in lm fi ta il na Questo è stato mato e emozio s ia s tu n e a h i e di tutto per i M b . b o n re ie fa P e . h e c v o re n d l a a dieci, un be elte di questo p c s e ll e n infinito un a re n e e s c s s e i a n s g s o o p in re, oniano quanto m percepito amo ti s te e h c ia c a inazione e ten suoi figli. Determ . ropria famiglia p la r e p to n e sentim

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ato molto m a o H . ia r to ppo della s u il v s ni cosa, g lo o e o t a a m z z a r e t r p tivo. Ho ap olpito per la a c ic o n lt u o m m o c a ih riflessivo e o Kids Run m lt o m , ia r o della st amente. n a t ie is p n , o a t g a a t n il pro no appassio o s i M . e r u t ma tutte le sfu

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Vincenzo Adinolfi Generator +16 - Terzo anno in giuriaS Giffoni Valle Piana HERE ARE THE YOUNG MEN by Eoin MacKen (Ireland, 2020, 96’)

Il messaggio che viene fuori da questo film è che non bisogna mai farsi influenzare dagli altri, bensì fare ciò che ci sentiamo, che sia giusto o sbagliato.

vita credo a ll e n a lt o eno una v lm a e h c a emozioni rienz e e r p e s e iv l’ v i è d i e n t o re. Permet a Per me Giff f i d à it il ib iffoni ti fa poss G la . e e r t t e u v t a o le n per provar tutti debba a r e t in a it bbe una v e r e t s a b n che no crescere

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Simona Ferrara Generator + 16 San Cipriano Picentino (SA) OUR LADY OF THE NILE by Atiq Rahimi (France/Belgium/Rwanda, 2019, 93’) e famiglia rm o n e ta s e u q i ta membro d to, una grande famiglia ta n e iv d r e s s e lto di ques Mi dispiace morché il Giffoni Film Festival è trare in contatto con ragazzi n solo ora. Sì, pe di fare nuove amicizie e di e osto sicuro, dove puoi essere e che ci permett tutto il mondo. Questo è un p venga, quale sia il tuo culto provenienti da por ta chi tu sia, da dove tu ntirai sempre a casa. im te stesso: non orientamento sessuale: ti se o religioso o il tu

da, lite in Ruan ’é d a c li to t a la c o in in una scuo e Tutsi, si rispecchian to a t n ie b ”, am utu une y of the Nile icizie tra due popoli, H sino alla mor te di alc d la r u “o lm hè im per Il fi i un 8 poic trasti e le in centi. Questi por tano re n a o d c i le a t , n e o n c rac oles iezio nche i ragazze ad un voto a questa pro , la diversa razza ed a d o p p ru g un r to erra ire ndo attribu empio l’abo al genocidio della gu s e e v o d D a . i, n ro u lo om di to por tanti e c nti che hanno por ta im i m te a t t e tra i ev irato ai ver p is è é h rc pe ese. civile ruand

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22 Agosto 2020

Secondo me il messaggio trasmesso è che non puó esistere lo sterminio di individui e l’annullamento dei loro valori solo per la diversità da altri.

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22 Agosto 2020

La startup anti Covid-19 di Benvenuto parte da #Giffoni50 e Innovation Hub Il giovane e brillante ricercatore ai giffoner: “Qui si può sperimentare liberamente, ti lasciano ancora fantasticare” Domenico Benvenuto ha 24 anni e da mesi sta lavorando sui processi che hanno permesso a malattie infettive, proprio come il Covid-19, di passare dagli animali all’uomo. Ecco perché, grazie anche all’aiuto di Giffoni Innovation Hub, il giovane medico è in procinto di costituire la sua startup. Un passo importante che gli potrà permettere di superare più agevolmente i soliti ostacoli della ricerca classica. Ospite della 6a edizione della rassegna Next Generation, Benvenuto ha spiegato in cosa consiste il suo progetto: “Mi sono laureato in Medicina al Campus Bio-medico di Roma e ho lavorato negli ultimi 3 anni nell’ambito della ricerca sulla sorveglianza molecolare e sulla medicina molecolare. Abbiamo studiato molti virus ma in particolare abbiamo lavorato sul COVID-19 fin dall’inizio dell’epidemia. Partendo dal codice genetico del virus abbiamo ricostruito la proteina Spike, che è quella che permette al virus di agganciare le cellule umane e abbiamo studiato le mutazioni che gli hanno permesso il salto di specie, provocando il contagio nell’uomo”. Da qui, qualche mese è venuta l’idea di creare, nella maniera più veloce possibile, una startup. Ma come si è arrivati a ciò? “La ricerca è stata per molto tempo ferma – ha continuato Benvenuto – Negli ultimi decenni ci siamo affidati troppo agli antibiotici già esistenti che sono sicuramente efficaci ma che hanno degli effetti collaterali anche importanti mentre i batteri si sono evoluti sviluppando meccanismi di difesa che li hanno resi spesso estremamente resistenti se non immuni.Lo stallo della ricerca di nuove forme di antibiotici ha fatto si che questi nuovi agenti patogeni riuscissero a superare vecchie

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difese. Ora sta a noi ricercarne di nuove. Sarà molto importante sviluppare nuovi farmaci più efficaci e con minori effetti collaterali anche e soprattutto per poter affrontare meglio le prossime epidemie”. Benvenuto ha le idee chiare: per creare una startup vincente che possa davvero dare un supporto in questi tempi particolari, servono energie e nuove collaborazioni. “Con Giffoni Innovation Hub e con

Luca Tesauro stiamo cercando di costruire l’infrastruttura necessaria per costruire questa startup – racconta – Abbiamo già individuato nel Medicon Village di Lund, che si occupa della ricerca in ambito medico e che già collabora da anni con l’Hub, un potenziale partner, tant’è che il prossimo mese saremo lì in Svezia per capire come poter unire le nostre forze e stabilire una base locale per iniziare la ricerca“.


22 Agosto 2020 Giffoni come un punto di partenza insomma, piattaforma ideale per dare slancio ad idee altrimenti relegate a canoni del passato. “Io credo che la forza di Giffoni sia proprio questa – conclude Benvenuto – La capacità di poter sperimentare liberamente, non senza conoscere le conseguenze ma sentendosi più liberi di fantasticare senza sentirsi condizionati da fattori esterni. Questa idea è nata per gioco, ma allo stesso tempo stiamo creando qualcosa di davvero importante in modo concreto. L’Hub è un cantiere fatto appositamente per questo, per dare un aiuto a quei giovani che fin troppo spesso risultano schiacciati dalle proprie realtà”.

A Next Generation presentata arTutorial Postiglione: “Un nuovo modo per far incontrare utenti e professori su corsi online e formazione dedicati all’arte” Imparare l’arte e metterla online. Rigorosamente in forma di tutorial. La formazione a distanza, soprattutto quando si parla di specifiche competenze, è probabilmente il trend del 2020 e così Alfredo Postiglione e Alessio Smaldone di arTutorial hanno ideato un nuovo modo di far incontrare i professionisti della creatività con appassionati, e non solo, che vogliono imparare di più. Un’idea che la squadra della nuova startup ha portato alla sesta edizione di Next Generation rassegna realizzata da Giffoni Innovation Hub, creative agency ispirata e promossa da Giffoni Opportunity. “La nostra idea – ha spiegato Postiglione, Ceo di arTutorial – è far incontrare le esigenze degli utenti e dei professori per quanto riguarda tutorial e corsi online su argomenti che esplorano l’universo dell’arte 2D e della 3D. Il vero problema è che molti di questi corsi sono o di cattiva qualità oppure a pagamento, e spesso molto cari. Ma soprattutto vanno acquistati a scatola chiusa. Inoltre, sono pochi i corsi che sono tenuti da professori o esperti certificati”. Esperti certificati che poi, spesso, sono anche restii a caricare i loro tutorial in rete. “I professionisti che sarebbero in grado di fare tutorial di qualità hanno una serie di ostacoli. Il primo è lo scarso ritorno economico di piattaforme mainstream dove si guadagna per la pubblicità o poco altro”. “L’idea di arTutorial è interessante – ha

spiegato Luca Tesauro, Ceo e co-Founder di Giffoni Innovation Hub – visto che esplora le nuove frontiere della formazione e della creatività. Tematiche fondamentali per immaginare il futuro. Un futuro in cui le competenze digitali, le soft skills e l’innovazione vanno di pari passo con la cultura. Una cultura alla portata di tutti, proprio grazie alle nuove tecnologie”. “Il primo video di ogni corso – ha aggiunto ancora Postiglione – sarà gratuito per far conoscere agli utenti il tutor, vedere come spiega gli argomenti. Insomma, per aiutarli a capire se fa al caso loro. Dal secondo video in poi sarà attivo un crowdfunding per sbloccare man mano i contenuti, così che chi è interessato possa contribuire in maniera che il professionista non debba svendere il proprio prodotto”. Prodotti che promettono di essere diversissimi. “Si andrà – ha concluso lo startupper e artista – dal disegno di una semplice mano, magari in tanti stili diversi, fino all’uso dei software adatti alla produzione di contenuti e così via. Il tutto in una sorta di mini-accademia della creatività dove oltre alla qualità dei singoli corsi si ritroverà anche la comodità di poterli seguire comodamente da casa propria”.

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Guido Zaccarelli ai dreamers: “Il futuro è nella conoscenza condivisa” “Il talento è la forza per raggiungere gli obiettivi più importanti” Mentor e ispiratore. Guido Zaccarelli illumina il percorso dei giovani del Dream Team durante la sua grintosa e attesa mentoship. All’interno dello spazio coworking, il professor Zaccarelli, docente di informatica, giornalista del Resto del Carlino, saggista ed esperto di comunicazione dell’innovazione ha parlato ai ragazzi di talento emotivo e di conoscenza condivisa. “Il talento emotivo rappresenta la virtù di ogni singola persona, la forza grazie alla quale è possibile

atteggiamento che è fondamentale e che dovremmo avere un po’ tutti”. Questo in un contesto, quello disegnato da Zaccarelli ai ragazzi in sala, che individua nel talento un pezzo dell’identità personale. “Cosa è per voi il successo? – ha chiesto al DreamTeam – Il successo non è la notorietà. È l’unità di misura, metrica, che io assegno al realizzare qualcosa per me. Per la società”. Una società che però ha bisogno di un cambiamento. “Eppure,

di sé. E sembrerà strano ma a guadagnarne saranno anche le aziende”. E’ in questo contesto che si inserisce “Dalla Piramide al Cerchio”, progetto digitale dello stesso Zaccarelli nato per valorizzare i talenti e allo stesso tempo le realtà che valorizzano le persone. Perché piramide e perché cerchio? “L’idea alla base è che le aziende passino da una struttura mentale prettamente piramidale a una in cui la competitività si misuri sulla capacità di condividere la

raggiungere insieme gli obiettivi”, ha detto il professore, che tra un momento di confronto con i ragazzi e l’ascolto delle loro storie, ha chiesto loro il tipo di percorso fatto finora e il lavoro svolto nell’ambito di Giffoni Innovation Hub. “Quando si parla con i ragazzi – racconta Zaccarelli – si impara sempre qualcosa di nuovo. È un po’ come proiettarsi nel futuro. Un

cambiare la cultura aziendale non è certo una cosa facile. Non facile ma necessaria. Quanto costa all’azienda fare senza pensare? E soprattutto quanto è difficile distaccarsi dalla parola d’ordine di una vita. Numeri. Numeri. Numeri. Invece i ragazzi dovrebbero incontrare un mondo aziendale pronto ad apprezzare il loro talento ed accompagnarli a dare il meglio

conoscenza in forma circolare. Un po’ come Giffoni e come Giffoni Innovation Hub sta facendo in generale nel suo lavoro e in particolare con il Dream Team durante i giorni di Next Generation. Ecco, d’altronde cos’è un Dream Team se non una squadra che riunisce i migliori talenti? Talenti innovativi, variegati, i cui occhi guardano al futuro”.

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22 Agosto 2020

maggio

2020 giugno 2025

Un progetto del Gi oni Experience per il contrasto alla povertĂ educativa minorile

Campus

Basilicata Calabria Campania Sardegna Veneto Cantieri di narrazione 29


22 Agosto 2020

OGGI IN SALA

Bube maises Yaffa è una donna di 80 anni che vive in una casa di cura. La sua demenza le fa rivivere la l’infanzia. A quel tempo, suo padre viaggiava e le inviava cartoline per farla sognare. Oggi è sua figlia Miri che preparare nuove cartoline per lei.

A devil in the pocket Fruscii e crepitii in una foresta, il silenzio viene interrotto da uno sparo improvviso che cambierà tutto. In un luogo remoto sette bambini sono testimoni di un omicidio. Auguste lotta con la sua coscienza.

How my grandmother became a chair La nonna si sta deteriorando dopo che i suoi avidi figli l’hanno abbandonata. Rose, la sua spinosa bestia domestica, non è in grado di impedire alla nonna di trasformarsi in una sedia e di perdere i sensi uno ad uno.

The midnight freak train Un ragazzo solo in metropolitana sembra aver trovato la felicità e l’amore in una ragazza adorabilmente anormale…

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Daughter Una ragazza che non ha ricevuto amore da suo padre non è in grado di condividere con lui i suoi sentimenti. A volte è troppo difficile aprirsi e condividere i propri sentimento con una persona cara. A volte è troppo tardi.

Dry Sea Un pescatore viene lasciato da solo sulla riva di un mare ormai prosciugato. Rimarrà bloccato nel passato, fino a quando una tempesta di sabbia non lo travolgerà ridefinendo il significato della sua esistenza ...

Iron me Pedro, un giovane sportivo, convive con un asse da stiro. Nel villaggio in cui abita tutti l’ammirano e prendono esempio da lui. Una notte però, tutto collassa...

On the beach Film d’animazione 3D sugli sbarchi del D-Day che utilizza una nuova tecnica ibrida per ottenere l’effetto di un dipinto.


22 Agosto 2020

OGGI IN SALA

Reflection

Sura

Clara ha nove anni e una visione distorta della realtà. È caduta in una fossa dalla quale potrà solo risalire con un grande sforzo e l’assistenza delle persone che la amano.

Themes

Questa è la storia di una studentessa delle superiori e della sua migliore amica incinta.

Ties

Un viaggio attraverso la tradizione umanistica della pittura europea che si trasforma nell’assurda tragedia dell’attuale crisi dell’immigrazione.

GIFFONI NEWS Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 19751 DIRETTORE RESPONSABILE Marco Cesaro REDAZIONE Via Aldo Moro 84095 Giffoni Valle Piana (SA) tel. +39 089 80 23 001 m.cesaro@giffoniff.it www.giffoniff.it RESPONSABILI DEL TRATTAMENTO DEI DATI (d. Lgs. 196/2003): Marco Cesaro, Pietro Rinaldi

Esiste una forte connessione tra genitori e figlio. Una giovane donna lascia la casa dei genitori per scoprire il mondo. Ma il mondo dei suoi genitori è così strettamente connesso a lei che, lasciandolo, lo mette in pericolo.

EDITORE Ente Autonomo Giffoni Experience Sede legale: Via Aldo Moro 84095 Giffoni Valle Piana (SA) PRESIDENTE Pietro Rinaldi CAPOREDATTORE Rita Esposito REDATTORI Barbara Cangiano Daniele Moschella Sabrina Sica IMPAGINAZIONE & GRAFICA Patrizia De Cristofaro

CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITÀ PER L’ITALIA E PER L’ESTERO Giffoni Media Service S.r.l., Sede legale e Direzione commerciale Via Aldo Moro 84095 - Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 39 089 866 727 info@giffonimediaservice.it www.giffonimediaservice.it

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21 Agosto 2020

OGGI IN SALA

90% Nella vita di Jean l’anoressia occupa sempre più spazio. I suoi genitori non lo comprendono. Solo quando Lili entra nella sua vita e la sconvolge, Jean inizia lentamente ad aprirsi. Sarà Lili a trascinarlo in un’avventura e ad incoraggiarlo.

Jamila Jamila è concentrata sul balletto che sta provando con le amiche e non fa caso alle domande della sorellina Leila sull’esito della richiesta di asilo fatta dalla loro famiglia. Ma all’improvviso arriva a scuola la polizia.

Ropeless

Cuban Heel Shoes Paco e Jose sono due ragazzi che vivono in un quartiere periferico di Madrid. Circondati da un ambiente aggressivo, macho e omofobo, i due giovani sono costretti a condurre una doppia vita per nascondere l’inizio del loro amore.

Mamman Annika, una madre, fa un disperato tentativo di salvare sua figlia che vive rinchiusa nella sua stanza e si rifiuta di andare a scuola.

Schiavonea

Un uomo che è un veterano nella lavanderia per cui lavora Vincenzo è un giovane che vive in una piccola comunità appende migliaia di abiti bagnati sotto un sole cocente. Ma marittima calabrese, Schiavonea. Ayana è una giovane stranamente non vuole che asciughino. migrante, ospitata nel mercato del pesce. L’incontro inaspettato segnerà per sempre la vita di entrambi.

Wilma Un ragazzo incontra per la prima volta suo padre. L’uomo vive in un campo caravan e non sa che il figlio si sente una ragazza e si fa chiamare Wilma.

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