y l i a D Sabato 16 luglio 2011
Anno 2 - Numero 5
“NON CI POSSIAMO CREDERE”
“Aldo, Giovanni, Giacomo!”. È la voce dei giurati ad urlare incessantemente i nomi dei tre comici. Un coro di bambini in delirio quando sul red carpet arrivano gli eroi di “Tre uomini e una gamba”, regalando autografi, battute e sorrisi tra l’eccitazione dei giurati. Gli esilaranti attori, per la seconda volta ospiti del Giffoni Film Festival, scherzano, si prendono in giro, improvvisano sketch irresistibili. Un divertente tour per la Cittadella che fa esplodere la verve ironica del trio.Tra i colori e le matite del “Filangolo”,Aldo, Giovanni, Giacomo ricevono tre alter ego in pongo manipolati dai piccoli artisti dei laboratori creativi: "Sembro l’orco Shrek in versione rosa” gioca Aldo. E lasciano una dedica originale sulle pareti di cartone inondate di disegni: “Buone vacanze!” annota Aldo, “Che la fortuna vi perseguiti” scrive Giovanni, “Forza ragazzi!” è lo slogan di Giacomo. Come
bambini emozionati si gettano tra i fan e parlano del futuro sulla scia del successo de “La banda dei Babbi Natale”: "Ci siamo presi sei mesi sabbatici”. “A settembre ci rimettiamo a lavorare sul nostro prossimo spettacolo teatrale che potrebbe diventare la sceneggiatura del nostro nuovo film". Un commento al trionfo di Benvenuti al Sud, "un’operazione commerciale fatta bene, ma sarebbe bello esportare una commedia italiana all’estero", e una curiosità sugli spot televisivi: “Li scriviamo noi, è uno spasso!". Ma sul piccolo schermo non torneranno presto. "Per ora la tv non è nei nostri pensieri – ha proseguito il trio –. Vorremmo fare un programma con un’idea nostra.
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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011
ALDO, GIOVANNI E GIACOMO: PER ORA NIENTE TV Continua dalla prima Avevamo pensato a delle strisce di 10 minuti, ma la cosa non è andata in porto”. “La Tv di oggi, poi - spiegano i tre comici si basa solo su vecchie idee, non esiste un ricambio e questo perchè per inserire determinati programmi nei palinsesti ci vuole coraggio. Penso, ad esempio, allo spettacolo teatrale Favelas che è pazzesco e interessante, ma nonostante questo non credo che potrà mai approdare in tv. C'è, inoltre, la falsa convinzione che tutto quello che passa in tv deve andare bene per forza e invece non così''. Concorde anche Giacomo che parla di ''mancanza di volontà di proporre'', mentre per Aldo ''una nuova tv esiste, i programmi interessanti ci sono ma non vengono recepiti dalla massa. E pazienza, dunque, se la gente vuole vedere Grande Fratello''. Loro, comunque, confessano di guardare, tra le altre cose, Chi l'ha visto, Report e le partite di calcio. E, anche se non capisci mai se scherzano o
insieme, ma la nostra amicizia non finirà mai''. Mentre si rilassano tra un film e uno spettacolo, ''giocando a tennis, viaggiando e riposandosi, in attesa di ricaricare le batterie e confrontarsi sulle nuove idee da sviluppare insieme'', consigliano anche alcuni film per l'estate: mentre Giovanni opta per La Grande Guerra e Aldo punta
tografiche. Nella realtà, però, ognuno ha una sua opinione personale. Questa tristezza morale, questo degrado politico
Chi l’ha Visto, Report e le partire di calcio: questa la nostra tv sono seri quando affrontano l'argomento lavoro, si sente che dicono la verità quando parlano della loro unione artistica. ''Il collante del nostro rapporto sono le persone che ci seguono e poi, sicuramente, è dato dal fatto - scherzano che ci vediamo poco. In ogni caso, potremmo anche smettere di lavorare
sulla riscoperta dei grandi classici, Giacomo propone I Tartassati, ''vista la situazione che stiamo vivendo e pensando alla gente che non paga le tasse''. Sull'attualità, invece, non si sbilanciano più di tanto. ''Siamo bravi - dicono - sul palcoscenico o nelle scene cinema-
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e civico, comunque, noi forse lo interpretiamo con i nostri lavori. Non facciamo satira politica ma raccontiamo le persone comuni. Speriamo, comunque, concludono - che questo degrado ci stimoli e ci aiuti''.
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BARBARA DE ROSSI, INNAMORATA DI... NAPOLI S
coperta da Alberto Lattuada, uno dei grandi maestri del cinema italiano, Barbara De Rossi si conferma oggi un talento in costante evoluzione. E non solo per i continui cambiamenti di look cui ha abituato il grande pubblico, ma anche e soprattutto per la varietà di personaggi che nel tempo la brava attrice ha interpretato, spaziando dalle miniserie tv ai film impegnati, fino ad arrivare a confrontarsi, di recente, con il teatro classico napoletano, interpretando il personaggio di Amalia in “Napoli Milionaria”, per la regia di Massimo Ranieri. La bella attrice è oggi approdata alla Cittadella in compagnia del suo giovane fidanzato, il cantautore napoletano Anthony Manfredonia, per raccontarsi alla stampa. “Sono venuta già diverse volte a Giffoni”, ha raccontato la De Rossi, “la prima volta credo risalga all’87, agli esordi, quando tutto in questo Festival era molto più piccolo anche se già dotato di grande risonanza. Adesso devo dire che questa manifestazione è veramente impressionante. E’ bellissimo vedere come negli
anni questo Festival sia cresciuto, aiutando tantissimi giovani ad avvicinarsi al mondo del cinema e a tematiche sociali di grande rilevanza”. Barbara, che tornerà presto in teatro con una sorta di musical insieme al compagno, ha poi anticipato alla stampa qualche stralcio della trama della fiction drammatica “Le stragi del sabato sera” diretta da Fabrizio Costa per Rai1, in cui interpreta il ruolo di una madre che perde un figlio in un incidente automobilistico.
Finanziato da
Relativamente alla scelta di “Link” come tema portante del Festival di quest’anno, la De Rossi ha infine dichiarato: “L’argomento proposto credo sia davvero interessante. Internet in apparenza sembra aver reso la nostra comunicazione più facile ma in realtà ha complicato le cose. Con questi mezzi i ragazzi si trovano velocemente in chat ma finiscono per perdere il contatto umano, rinunciando così alla bellezza dell’incontro”.
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Ieri in concorso per le sezioni +6 e +10
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ivagazioni fantastiche affollano lo schermo in Lilly the Witch 2 The Journey to Mandolan, di Harald
LILLY THE WITCH 2 Sicheritz, fiaba esotico-avventurosa che ai filtri magici e agli avvolgenti incantesimi unisce una carica umoristica insolita per il genere. Si tratta del seguito di Maga Martina e il libro magico del draghetto (Hexe Lilli, der Drache und das magische Buch), di Stefan Ruzowitzky.
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a calma è la virtù dei forti, recita un celebre proverbio nostrano. La storia della piccola Eva, l'undicenne protagonista di The Secret Letter, ben si presta a fungere da parabola esplicativa di tale massima. La forza e la ragionevolezza della ragazzina nascono dall'esperienza, in particolare da un piccolo grande errore commesso per disperazione: la decisione di scappare di casa, un istintivo ed estremo gesto di protesta indotto da una situazione familiare poco idilliaca. Ma dagli sbagli si può e si deve imparare. Eva inizia a contare fino a dieci prima di agire, anche quando il fato la porterà a fronteggiare situazioni al limite del paradosso. “Cosa fare (o cosa non fare) quando si scopre che uno dei tuoi genitori, probabilmente, ha un terribile segreto da nascondere?
Convocata in soccorso del nuovo sovrano della immaginaria regione di Mandolan, l'apprendista strega Lilly (incarnata d a l l a giovane e spiritosa attrice A l i n a Freund), in compagnia del fidato d r a g o H e c t o r, d o v r à svelare il mistero della scomparsa del precedente sovrano. L'indagine sugli intrighi di palazzo, degni della migliore tradizione fiabesca, si rivelerà più difficoltosa del previsto, ma lo spirito di improvvisazione dell'ardimentosa Lilly e del suo piccolo compagno si rivelerà decisivo per
superare gli ostacoli disseminati lungo l'accidentato cammino che condurrà alla agognata soluzione dell'enigma. La storia si snoda fra scenari incantati che rimandano a celebrati modelli, come Indiana Jones, Il Signore degli Anelli, fino a Scontro di Titani, senza rinunciare a palpiti di modernità in tono con le tendenze fiabesche del nuovo millennio. Ma il vero punto di forza di questa movimentata fiaba dai colori abbacinanti è nella solarità della piccola protagonista e nella irresistibile goffaggine della sua spalla, un buffo drago dai tratti umani che si impone con la sua carica di irriverente comicità, svettando sui personaggi principali e sui comprimari anche nell'intonato lieto fine, dove vincitori e vinti si ritrovano coinvolti in uno spiritoso congedo dal pubblico.
Cela davvero qualcosa di indicibile quest'uomo che mi dimostra così tanto affetto?”, continua a domandarsi la ragazzina. E il grande dilemma è soprattutto cosa fare nel caso in cui le risposte siano quelle temute piuttosto che quelle auspicate. Nel dubbio, meglio non perdere troppo di vista il padre: potrebbe mettersi nei guai! Nella sua funzione di angelo custode, le saranno di grande aiuto gli amici del cuore Jackie e Thomas. È una scommessa vinta il terzo lungometraggio della regista Simone van Dusseldorp. Realizzare un film per ragazzi puntando tutto su un genere , il thriller,
generalmente riservato ai grandi, non era un'impresa facile. Dei tratti distintivi del
THE SECRET LETTER genere non manca nulla: ritmo incalzante, buona dose di suspense e numerose (liete) sorprese. La morale della favola: sarà anche vero che nessuno è come sembra, ma ciò non esclude che esistano anche persone che sono meglio di come appaiono.
Ristorante la divina commedia
Via S. Maria a Vico trav. Fortunato - Giffoni Valle Piana (SA) - Tel. 089866124
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Ieri in concorso per le sezioni +13 e +16
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oast, primo lungometraggio della regista inglese S.J. Clarkson, si apre su uno scaffale di conserve e si chiude nella cucina del prestigioso Savoy Hotel. In mezzo scorrono le memorie di Nigel Slater, popolare chef e critico gastronomico britannico. Ricordi e immagini, odori e sapori di un'infanzia e di un'adolescenza indissolubilmente legate al cibo, una passione sbocciata quasi inconsapevolmente in tenera età e coltivata con dedizione nel corso degli anni. Il cibo è il vero e proprio trait d'union tra gli episodi raccontati, il motore di ogni reminiscenza e di ogni azione, è associato alla vita come alla morte, alla libertà come ai divieti. Il toast è il ricordo indelebile di una fanciullezza agrodolce, il piatto che la madre, pessima cuoca di buona volontà, ripropone a figlio e marito dopo ogni fallimento culinario. La meringa al limone è il ricordo di un'adolescenza fatta di battaglie con la donna che avrebbe dovuto sostituire la madre morta, ma che Nigel ha
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turbamenti dell'adolescenza e le inquietudini esistenziali caratterizzano la partitura di Submarine, opera prima di Richard Ayoade, dai toni nostalgici e a volte dissacratori, che mette a fuoco le
sempre rifiutato. Diciassette anni di vita, una cronistoria che non manca di momenti tristi o tetri ma che cerca di
TOAST raccontare la vita mostrandocene il lato dolce, un elogio della caparbietà e della forza interiore di Nigel, di quella incrollabile fiducia nella vita che gli permetterà di superare indenne le
di precettori, che scaturisce dalla presa di coscienza del fatto che l'isolamento può essere l'unica forma di difesa da un ambiente soffocante, e che termina con un coraggioso atto liberatorio.
all'incrinarsi del rapporto fra il padre, depresso ricercatore (Noah Taylor), e la madre (Sally Hawkins), impiegata con il suo carico di frustrazioni che si lascia irretire dalle lusinghe di un improbabile predicatore (un inedito Paddy Considine). A fare da spalla allo spaesato protagonista è la piromane Jordana, compagna di classe dark con un caschetto corvino alla Louise Brooks, l'unica che nel complicato universo di Oliver sembra prendere sul serio gli affanni dell'allampanato adolescente. Diviso in cinque atti (un prologo, tre capitoli e un epilogo) Submarine mette in scena una acuta radiografia dei rapporti umani fotografati sullo sfondo spesso
desolato di una Inghilterra fatiscente dove ogni componente dello scenario, dagli interni borghesi ai paesaggi, sembra avvolta da una spessa patina di grigio che rimanda alle esistenze affannate dei personaggi. L'ambientazione rétro e il montaggio a tratti sincopato danno alla successione degli eventi un tono ora stralunato ora amaro che impreziosisce la narrazione, sempre in bilico tra improvvise scoperte e provvidenziali fughe dalla quotidianità. Ma la riconciliazione conclusiva tra i due protagonisti, immersi fino alle ginocchia nel mare invernale, sembra suggerire una quieta accettazione delle ansie giovanili. In fondo ci si aggrappa alla realtà per non restarne sommersi.
SUBMARINE peripezie del quindicenne Oliver alle prese con le prime pulsioni sentimentali e gli stanchi rituali familiari. Il perplesso adolescente assiste
avversità insite nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Un percorso di maturazione insolito, indipendente, privo
Gioielleria Cafaro Corso Vittorio Emanuele 15 84095 - Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 089868373
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Ieri in concorso per la sezione +18
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us Van Sant ha raccontato il massacro della Columbine High School dall'interno, pedinando con la camera alcuni dei protagonisti, riflettendo sulla “logica degli eventi”. Michael Moore, partendo dagli stessi fatti, si è interrogato sul rapporto del popolo americano con le armi. Shwan Ku, con il suo Beautiful Boy, trasforma una tragedia simile nello spunto per descrivere le reazioni dei genitori del carnefice. Una coppia ordinaria è alle prese con una insanabile crisi matrimoniale; si parlano a malapena e dormono in camere separate. La verità sul loro rapporto la conoscono solo le mura domestiche, all'esterno tutto appare normale. Una scelta dettata dall'esigenza di tutelare il figlio Sam, adolescente, da poco trasferitosi al college a studiare
Letteratura Inglese. La loro routine di silenzi è interrotta da alcuni poliziotti che si presentano alla loro porta dicendo che Sam, armato di pistola, ha ucciso venti
secondo il regista, che trasforma il film in un'indagine sui rapporti umani. Il concetto di distanza è espresso anche attraverso la disposizione sulla scena: di fronte a ogni situazione i p e r s o n a g g i s i t ro v a n o separati, a sottolineare quanto siano lontani emotivamente. Non c'è rabbia all'inizio, nemmeno un grido di disperazione. Le lacrime vengono versate in solitudine, entrambi i genitori portano in volto una muta sofferenza e l'interrogativo su cosa abbia potuto spingere il figlio ad agire in quel modo. In cosa hanno sbagliato durante la sua crescita? Eppure la distanza sembra diminuire man mano che la reazione autentica dei protagonisti inizia a venire fuori: mostrando rabbia e addirittura rancore verso il figlio, la coppia sembra riavvicinarsi e ritrovarsi.
BEAUTIFUL BOY studenti nel campus prima di togliersi la vita. La visione oggettiva della tragedia è tralasciata, evitando momenti drammatici come quello della strage, del riconoscimento del corpo, del funerale. È la distanza la causa di ogni problema
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Il ricordo del Festival per “L’Italiano ad Hollywood”
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ar conoscere chi è stato veramente Dino De Laurentis. Un autorità del cinema, sì, ma anche e soprattutto uno straordinario uomo, capace come pochi di creare dal nulla un'industria culturale, consegnando alla storia pietre miliari della cinematografia, e di conquistare la stima, il rispetto e l'affetto di chiunque lo abbia incrociato sul suo cammino. Un racconto possibile solo a chi, per mestiere prima e per inevitabile amicizia poi, ne ha seguito tutto il g l o r i o s o p e rc o r s o artistico. È il documentario L'Italiano di Hollywood firmato dal giornalista Rai Tonino Pinto e dedicato a uno dei più g r a n d i p ro d u t t o r i cinematografici italiani, Agostino De Laurentiis, detto Dino, scomparso l'11 novembre 2010. Proiettato ieri in Sala Truffaut come evento speciale del quarto giorno del GFF 2011, dove Pinto è da anni speaker ufficiale, il documento racconta in 1h e 10'' le tappe più significative della vita e della carriera del produttore e distributore, in un collage che lega frammenti di una lunga intervista realizzata dal giornalista a Los Angeles con il padre de “La Strada” alle testimonianze commosse dei talenti da lui scoperti, come Robert De Niro e Matt Damon, a spezzoni inediti di episodi della vita lavorativa del vulcanico produttore. Un tributo avvincente per lo scopritore di Al Pacino che ha lavorato con Maestri del grande schermo come Federico Fellini, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Dino Risi, Luigi Comencini, Giuseppe De Santis, Ingmar Bergman, David Lynch, Michael Cimino, David Cronenberg, John Huston, KingVidor, Sidney Lumet.
Giffoni Friends
“De Laurentiis è stato un punto di riferimento per la sua famiglia, e per la grande famiglia del cinema italiano e internazionale” ha spiegato Tonino Pinto
oppure quando durante la seconda guerra mondiale inventa a Capri l'acqua della Grotta Azzurra come espediente commerciale per far sfamare troupe e sceneggiatori bloccati sull'isola. “La cosa incredibile di mio padre - ha raccontato Dina è che, anni dopo, salendo su un taxi a Los Angeles, vide quella sua creazione nell'abitacolo e senza scomporsi disse al tassista di averla inventata lui”. Immancabile la citazione commossa del GFF e del direttore Gubitosi rievocando la visita di De Laurentis all’evento.
prima della proiezione alla presenza di Mar tha e Dina De Laurentis (rispettivamente moglie e figlia). “Ho voluto raccontare l'inarrestabile vitalità di un protagonista assoluto del grande cinema, capace di creare un modo italiano di fare cinema riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo”. “Un documento riuscitissimo - ha confermato la vedova che trasmette la sensibilità del grande uomo, il suo amore infinito per il lavoro che faceva e la sua carica di trascinatore”. Come in una scena divertentissima ed esclusiva che mostra come De Laurentis convince, dinanzi ad un incredulo Indro Montanelli, Alberto Sordi a tornare alla commedia,
“Dino fu molto colpito da Giffoni quando ritirò il Truffaut anni fa - ha ricordato la moglie - orgoglioso che vicino alla sua terra natale (Torre Annunziata) ci fosse un simile fermento”. Sulle orme del padre anche Dina, che studia in California produzione cinematografica, e che è da giorni
un'attenta osservatrice del Giffoni Experience, “per prendere spunti su dove sta andando il cinema per ragazzi”.
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CAPONE, DIFFIDATE DEI TALENT SHOW
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rasmette energia pura Maurizio Capone , il ragazzo, ormai cresciuto, col pallino dell'arte della musica. Al polso il braccialetto di Legambiente per il referendum sul nucleare, sul volto la luminosità di chi si confronta sinceramente, a viso aperto, con il parterre festivaliero del GFF 2011. Dove l'eco musicista è presente, insieme alla sua band, sin dal primo giorno, impegnato in una serie di attività. Anzitutto per interagire con i tutti i protagonisti dell'Experience attraverso il box CAPONE & BUNGTBANGT TV posizionato nel Lounge. Una web tv pensata come una vera e propria “casaCapone” per confrontarsi, con vip e non, sul verso “Che razza di mondo ti do” tratto dal loro ultimo singolo “Il Ballo del PorPonPof ”, manifesto ecologico di denuncia su ogni tipo e forma di inquinamento. Parte da qui la nostra chiacchiera con Maurizio, prima del suo Workshop con in ragazzi della Masterclass nelle Antiche Ramiere e del suo attesissimo concerto della serata di ieri.“Per me è naturale occuparmi di certi temi”, esordisce il cantautore che da sempre trasmette il concetto di riciclo creativo, “in fondo sono nato per trasformare la materia in espressione” dice mentre gli viene naturale mostrarci come fa: in un attimo per lui il tavolino di cartone riciclato che ha davanti diventa u n o s t r u m e n t o a p e rc u s s i o n e . Impossibile pensare che il suo impegno sul tema sia solo una moda.“Avevo già votato al referendum di anni fa sul nucleare, ho trovato assurdo che ci abbiano interpellato di nuovo. La qualità degli italiani per fortuna è uscita nuovamente fuori. Da 30 anni cerco di creare una rete e finalmente sento che nell'aria aleggia sempre più una consapevolezza. E la gente quando sente messaggi concreti
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risponde”. È scontato per lui usare la sua voce al servizio di un tema così importante, e non perché napoletano doc. “Ci sono delle priorità nella vita , valori veri, importanti, condivisi e condivisibili. Bisogna entrare nella consapevolezza che la nostra casa è anche fuori dalle mura domestiche e che l'inquinamento non è un fatto politico ma ci riguarda tutti. Allora anche la musica diventa vera arte quando prova a dare il suo contributo, a migliorare la qualità della vita, a trasmettere spunti di riflessione. Se chi ascolta il tuo messaggio lo condivide con un amico, e poi con un
altro ancora e ci si collega tutti insieme sulla stessa lunghezza d'onda, allora sì che hai creato arte. L'importante è farlo senza mettersi in cattedra: la gente non vuole sentirsi dire 'questo si fa, quest'altro no', ma sa raccogliere anche le metafore quando gli parli col cuore. La musica per me è un alimento dell'anima”. Inutile tentare di strappargli qualche attacco diretto ai colleghi. “Non giudico, seguo solo la mia sensibilità artistica. Chi preferisce chiudersi in testi sul mondo dorato e non provare a suggerire piccoli o grandi messaggi, perde solo una grande occasione personale. Il problema vero è che in molti, raggiunta la popolarità, subentra il narcisismo ”. La sua filosofia di vita, insomma, è proprio il tema del GFF
2011. “Il link è la mia costante. Ai ragazzi darò un solo imperativo: guardate agli altri senza barriere. E non temo domande, imbarazzi o polemiche anzi: le provocazioni mi divertono molto. E se, come è immaginabile, mi chiederanno cosa fare, del loro futuro, sono preparato. Sono il guru del precariato”. Neanche a dirlo, inevitabilmente l'argomento è stato l'incipit del Workshop. Maurizio ha raccontato la sua storia, quando diciassettenne disse al padre di voler fare il musicista e lui gli rispose “e poi come lavoro?”, interrogativo che l'ha continuato a perseguitare a quanti, perplessi, gli ponevano la stessa domanda. Erano gli anni del '68 “l'univa vera rivoluzione italiana grazie al femminismo”, poi del terrorismo “un'illusione di aggregazione dietro cui si celava solo un tentativo di passaggio di potere da una mano all'altra, mostrando che pur invertendo l'ordine dei fattori il risultato è sempre l'inquinamento politico”. “L'unica possibilità che avete è crearvi la propria strada - ha detto ai ragazzi - e non affidarvi ai talent-show. Diffidate dalle proposte usa-e-getta”. In serata il concerto live all'Arena Alberto Sordi, meltin'pot di canzoni suoni e contaminazioni stilistiche dal raggae al pop, dal techno al jungle con un pizzico di napoletanità con il loro repertorio: “Un'altra canzone d'amore”, “Blokko al traffico”, “Lisca di pesce” e, naturalmente “Il Ballo del PorPonPof”, ultimo lavoro del gruppo. “Un brano su cui ho concentrato tutte le forze degli ultimi tempi ha detto Capone sono fatto così: devo esprimere i contenuti fino all'ultima goccia possibile prima di passare ad altro. Ora sono pronto per finire un LP, che credo uscirà per Natale. Ma solo dopo essermi goduto Giffoni fino alla fine”.
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GIFFONI WORLD ALLIANCE IN BRASILE
San Paolo del Brasile vuole il Giffoni Film Festival. La rassegna cinematografica diretta da 41 anni da Claudio Gubitosi, conquista il Sudamerica in un gemellaggio che dal 2012 al 2015 porterà oltreoceano il format e l’energia di Giffoni: un festival brasiliano - in programma a ridosso e negli stessi luoghi del Carnevale più famoso del mondo - dove i protagonisti saranno i
Da marzo 2012 il format della manifestazione a Sao Paolo ragazzi brasiliani insieme a centinaia di loro coetanei provenienti da tutto il mondo. “Siamo molto felici e orgogliosi che il Brasile abbia scelto noi – commenta Gubitosi – nella sua lunga storia, il Gff è stato in oltre 52 nazioni e porterà finalmente il cinema anche lì, in un
momento fondamentale per il Paese latinoamericano, al centro di una crescita economica e culturale senza precedenti”. Uno scambio che nasce naturalmente grazie anche alla massiccia presenza in Brasile di nostri connanzionali tra i quali si
contano tantissimi giovani. “La selezione dei film in concorso sarà curata da una commissione internazionale – riprende Gubitosi -. Giffoni suggerirà il 60 per cento dei titoli da p ro p o r re a due categorie di giovani giurati: la fascia dai 12 anni in su e quella dai 17 anni in poi. A marzo il festival farà, come sempre, da passaporto alla Campania, valorizzando eccellenze imprenditorial i, creatività artistiche e tipicità gastronomiche attraverso mostre e iniziative collaterali, tutte accolte in una
struttura avveniristica: l’Anhembi, un polo innovativo – la sola arena contiene 30 mila persone - fulcro di tutte le attività culturali di San Paolo, dalle sfilate del carnevale ai principali concerti delle s t a r internazionali ». Il progetto è stato voluto e approvato direttamente d a l l a municipalità di San Paolo che ha delegato Marco Scabia di Mix Brand Experience per la propria organizzazione e per l'Italia Giffoni ha delegato la società Guardans-Cambò di Milano.
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L’ECO LABORATORIO AL PROFUMO DI CAFFÈ D opo aver marcato il campo nel 2010 allestendo al GFF una postazione per la degustazione del caffè, Kimbo è tornata anche quest'anno Giffoni. L'azienda napoletana, partner ufficiale, è presente con una serie
creatività, ridando vita a quei materiali che hanno fatto parte della catena di produzione Kimbo: cialde e capsule di risulta, confezioni compromesse, lattine non più utili, sacchi di iuta, coperchi e, naturalmente, chicchi e polvere di caffè.
di iniziative che mirano da un lato ad attivare il link tra l'azienda e il Festival, dall'altro a lasciare un segno concreto per i cittadini e il territorio.
Con l'aiuto di strumenti, materie prime, pitture e sostanze collanti, e sotto la guida di professionisti formati nei più accreditati laboratori didattici museali, ognuno può assemblare come vuole i vari materiali messi a disposizione. Il risultato: lavori artigianali che poi ciascuno può portare con sé, in ricordo della manifestazione e di Kimbo. L'uomo e la natura sono i leitmotiv dei manufatti che saranno realizzati nel KIMBO LAB: cialde che diventano fiori, capsule che si trasformano in tartarughe marine, chicchi di caffè che brillano negli occhi di piccoli omini che inneggiano alla semplicità. Con un chiaro messaggio di
Presente nell'area lounge del Festival e nel Chiostro di San Francesco con due postazioni bar dove è possibile gustare un'eccellente tazzina di caffè, l'azienda dedica al pubblico il KIMBO LAB, un vero e proprio eco-laboratorio creativo, accessibile tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 22. Qui i giovani giurati, gli ospiti vip e tutti gli spettatori grandi e piccoli possono dare sfogo alla propria
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fondo: la sensibilizzazione al riuso, al riciclo e allariduzione dei rifiuti. Dimostrando ancora una volta grande attenzione per le famiglie, Kimbo, d'intesa con il direttore del Festival Claudio Gubitosi, ha donato alla Città di Giffoni un parco giochi composto di cinque giostre per bambini che il Sindaco della Città, Paolo Russomando, ha deciso di collocare nei Giardini della Dolce Vita, alle porte di Giffoni: la cerimonia ufficiale di consegna si è tenuta a prologo del Festival sabato 9 luglio, alla presenza delle istituzioni e dei vertici Kimbo, per consentire anche alle migliaia di bambini approdati per il Festival di ammirare il parco ed inaugurarlo. A tutti gli artisti presenti al GFF, infine,
Kimbo lascerà un personale gift aziendale, una originale scultura in plexiglass d i s e g n a t a d a l l ' u f f i c i o m a r ke t i n g dell'azienda che esprime l'energia e la vitalità che il caffè e il mondo del cinema condividono da sempre. Tutte le iniziative sono seguite e pubblicate nella sezione “news” del sito kimbo.it.
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LEZIONI DI SCENEGGIATURA CON MICHAEL BRANDT 2 Fast 2 Furios, Wanted- Scegli il tuo destino:, questi alcuni dei film che hanno reso celebre Michael Brandt, regista statunitense protagonista giovedì pomeriggio a Giffoni di un’affollata masterclass. Sommerso dalle domande dei giurati,
e, cari ragazzi, vi suggerisco di fare lo stesso”. Brandt ha poi dispensato altre utili dritte alla folla di ragazzi incuriositi relative al difficile rapporto con i produttori. “Quando un produttore vi critica qualche
Brandt ha parlato della sua difficoltà nel s e g u i re p re c i s e s t r u t t u re n e l l a realizzazione delle sue sceneggiature che dalla fine della metà degli anni’90 scrive per lo più a quattro mani con il suo collaboratore Derek Haas. “Ricordo che Brad Pitt una volta leggendo una mia sceneggiatura rimase sorpreso dalla struttura che avevo dato alla storia e mi chiese se nel secondo atto non dovesse, secondo schemi più abituali, succedere qualcosa di più importante rispetto a quanto da me scritto ”, ha raccontato il regista, “ma io gli risposi che io non ragiono per atti, io scrivo quello che sento
aspetto della sceneggiatura voi cogliete di quello che vi suggerisce l’aspetto più bello e valorizzatelo con grandi sorrisi”, ha suggerito sornione, “così alla fine potrete lasciare la sceneggiatura esattamente come l’avevate pensata”. Quando, infine, qualche giurato gli ha chiesto cosa pensa del fatto che spesso in Italia famosi scrittori si trasformano in sceneggiatori, il regista ha risposto: “per fortuna in America ciò accade molto raramente . Credo che le due professionalità richiedano competenze differenti, forse sarebbe giusto tenerle distinte”.
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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011
JIM JAM CERCA BABY STAR PER LA NUOVA SERIE TV Direttamente da JimJam sbarcano oggi alla Cittadella del Cinema i protagonisti di due dei cartoni animati più amati dai bambini: Bob Aggiustatutto e Bing & Bong. I due simpatici personaggi arriveranno oggi a Giffoni per incontrare dal vivo i bambini a cui distribuiranno anche dei piccoli omaggi. L'appuntamento è fissato dalle 18 alle 22.30. un'occasione da non perdere che il celebre canale televisivo riserva al baby pubblico del Giffoni Experience di cui è media partner ufficiale. Oltre a portare al Festival alcuni dei suoi personaggi più conosciuti, anche quest'anno JimJam offre inoltre ai bimbi presenti la possibilità di diventare delle star della tv. Il canale ha infatti lanciato un concorso per selezionare immagini di bambini e bambine che saranno i
protagonisti della nuovissima serie PICME, in onda su JimJam a partire da lunedì 3 ottobre 2011. “JimJam è un ambiente sicuro e positivo per i bambini in età prescolare e per coloro che li accudiscono, con l'intrattenimento dei personaggi tv preferiti dei più piccoli”, spiega Claire Drinkwater, direttore Marketing e Comunicazione”. “Portiamo ancora una volta al Festival di Giffoni - prosegue l'esperienza di JimJam dando ai bimbi la possibilità di incontrare Bob Aggiustatutto e Bing e Bong, e anche di apparire in un loro programma televisivo, con un nostro concorso speciale! Siamo sicuri di trovare al festival di Giffoni le prossime star della tv per la nostra nuova serie PICME che andrà in onda ad ottobre.” Per maggiori
informazioni su come partecipare, basta digitare il sito www.it.jimjam.tv JimJam è un canale televisivo interamente dedicato ai bambini da 1 a 6 anni, ai genitori e a chi si prede cura di loro. JimJam è l'amico ideale dei genitori, con un ambiente unico, stimolante e sicuro per i più piccoli. JimJam presenta tutti i più amati e fidati amici dei bambini, tra cui: Thomas & i suoi amici; Bob Aggiustatutto™; Barney™; Angelina Ballerina™ Pingu™. JimJam è disponibile solo su Sky - canale 621. E dal 4 luglio JimJam ha raddoppiato. E' possibile infatti rivedere tutti i programmi del canale un'ora dopo su JimJam +1, al canale 622 di Sky.
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Musica, i ritmi rionali dei COSANG I
CoSang, ovvero Luca “Luchè” Imprudente e Antonio “Ntò” Riccardi , sono nati artisticamente nella metà degli anni '90. La prima apparizione ufficiale del duo hip hop napoletano intitolata “Paura Che Passa” è contenuta nell'album “Spaccanapoli” della crew Clan Vesuvio. Era il 1997. Negli anni successivi, i CoSang si dedicano allo sviluppo del proprio stile mantenendo le tematiche che li hanno caratterizzati sin dall'inizio, comparendo raramente sulla scena hip hop italiana. Convinti di aver raggiunto un livello artistico tale da poter affrontare il mercato musicale italiano, nel 2005 esordiscono con l'album “CHI MORE PE' MME”. Da subito il disco viene descritto un classico del suo genere, prodotto interamente dall'etichetta indy Poesia Cruda Dischi e distribuito da Relief Records EU. La critica è molto positiva e nelle recensioni dei maggiori giornali di settore si capisce che l' Italia aveva bisogno di un disco che parlasse alla gente e che raccontasse vita vera. Nel 2006
conquistano la copertina del celebre magazine “Rumore” che non era assegnata ad un gruppo rap da almeno 7
anni, e articoli di svariate pagine su riviste come “Rolling Stones” e “XL”; quest'ultima a fine anno li classifica tra le prime 10 migliori novità del panorama italiano. Nell'Ottobre 2006 firmano un nuovo contratto di distribuzione con Universal Music Italia ed iniziano il tour promozionale che li vede calcare i principali palchi dei più noti club italiani, in collaborazione con l' agenzia “Arealive”. I toni dell'esordio del 2005, carichi e scuri per la necessità del momento, in “Vita Bona” si manifestano come background di un'analisi più introspettiva, si attenuano nell'intento di smuovere, evidenziando con un auspicio positivo le potenzialità costruttive, l'orgoglio di un popolo un po' sopito, indifferente e comunque inerme davanti alla pessima pubblicità mediatica degli ultimi anni in cui il napoletano fa tendenza perché ignorante e fa share
perché violento. L'incontro con un giovane talento come il produttore Guido Parisi e la crescita stilistica di Luchè danno un nuovo volto alle produzioni, a tratti pervase dal calore tipico dei Seventies, in altri momenti più al passo con le influenze elettroniche recenti; una simile evoluzione è presente nelle liriche, più elaborate e consapevoli. Collaborazioni con la Fuossera e Monsi du XVI, la voce soul di Raiz, Marracash, il rapper dominicano El Koyote e la star internazionale dell'hip hop francese Akhenaton.
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