y l i a D Mercoledì 20 luglio 2011
Anno 2 - Numero 9
ASSEGNATO IL PRIMO GRIFONE
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d aggiudicarsi il Grifone di Elements +3 è stato GLORIA TROVA UN VERO PADRONE, di Joshua Held, uno dei due italiani in competizione realizzato da Giunti Progetti Educativi. Il film racconta le vicende di una gattina vanitosa che scopre grazie ad un cane e al suo padrone che la vera bellezza risiede nell’amore. Per tre sere i giurati dai 3 ai 5 anni alla Sala Sordi hanno assistito alla proiezione di 21 cortometraggi animati provenienti da 15 nazioni tra cui felici ritorni come la Russia con SWING, prodotto dalla scuola di animazione Shar, e l'Iran dal quale proviene l'episodio della serie SUGARLAND. Storie brevi che puntano al sorriso: lacci magici (KOYA THE EXTRAORDINARY), uno strano rumore nella savana (RUMORS). Altre raccontano le paure e i rifiuti di tutti i bambini (TREVOR, PIERRE
AND THE SPINACH DRAGON), la ricerca dell'affetto dei grandi (PAPA'S BOY), l'amicizia (HOGGIE AND SNIP, MOUSE FOR SALE, PICKELS IN A PICKLE, ACORN BOY, MOBILE, A STAR IN THE BACKYARD, ATTRACT), la difesa degli animali (TIGERIS, MY DEAR DEER), la magia delle piccole cose (FIREFLIES), la capacità di sognare per ritrovare la strada (PERDUS). I giurati, ma anche mamme e papà, hanno apprezzato la varietà e la ricchezza delle proposte: si passa dai disegni animati al 3D senza dimenticare i pupazzi animati della lettone Film Studio „Animacijas Brigade“ che per il terzo anno è presente a Giffoni. Particolarissima l'animazione della serie danese BIG WASH della quale è stato proposto l'episodio MISSING. In 23 episodi la biancheria dei
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PUCCINI, GIFFONI FONDAMENTALE PER I RAGAZZI
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lisa di Rivombrosa è il personaggio che l'ha resa nota al grande pubblico. Abbandonati i panni dell'eroina romantica di fine '700, sospirante e intraprendente, si sta imponendo sempre di più sulla scena dei grandi schermi con pellicole di successo come Ma quando arrivano le ragazze?, Baciami ancora e La vita facile. Una carriera in ascesa, quella di Vittoria Puccini ieri alla Cittadella del Cinema per ricevere il Premio Giffoni 2011. Un riconoscimento che si aggiunge al “Premio Afrodite” 2011 come “Attrice dell'Anno” attribuitole di recente dall'Associazione Donne nell'Audiovisivo. L’attrice a novembre 2010 ha iniziato le riprese della miniserie Rai Violetta, per la regia di Antonio Frazzi, fiction liberamente tratta da “La Traviata” di Giuseppe Verdi, che andrà in onda in tv il prossimo autunno. “Quando ho letto la sceneggiatura di Violetta mi sono
Mi piacerebbe fare teatro anche se mi fa un po’ paura commossa”, ha dichiarato la Puccini, “il mio è un personaggio veramente interessante. Una donna con una personalità ricca di sfaccettature che scende a compromessi per riscattarsi da un passato di povertà. L'amore è un qualcosa da cui si difende costantemente, lo considera pericoloso, perché teme che possa compromettere la sua spasmodica ricerca di benessere. Eppure, presto, Violetta si innamorerà di uno squattrinato che le farà riscoprire il suo lato da bambina”. Commentando il lavoro compiuto con Frazzi per realizzare la fiction la Puccini ha
rimarcato la stima che nutre per lui: “Antonio è un regista molto sensibile. Ha una personalità molto forte. Prima di iniziare le riprese mi ha parlato molto invitandomi a non soffermarmi sull'aspetto superficiale del personaggio ma ad entrare nelle pieghe della storia, in profondità. Spesso, per farmi comprendere certi aspetti del film, mi ha raccontato aspetti della sua vita privata. E' un artista davvero generoso”. Sul Festival, l'attrice ha dichiarato:“Giffoni è una realtà necessaria perché da ai giovani la possibilità di coltivare i propri interessi, le proprie passioni, la propria curiosità, in un periodo in cui, ahimè, spesso vengono solo criticati”. Interrogata, infine, sui suoi progetti futuri, Vittoria ha anticipato alla stampa un nuovo progetto televisivo, un film che girerà per la Rai con la regia di Marco Turco sulle case di tolleranza e sulla legge Merlin.“Sono entusiasta di prendere parte
Giffoni Daily Supplemento di Giffoni News Generation
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a questo film che tratta un argomento forte in modo realistico, poetico ed emozionante”. Il teatro, invece, per la Puccini ora può attendere: “Mi piacerebbe tanto fare teatro. L'idea c'è. Credo sia un'esperienza con cui dovrò prima o poi
Quando ho letto la sceneggiatura di “Violetta” mi sono commossa necessariamente confrontarmi. Confesso che mi fa un po' paura perché lì non ci si improvvisa. Prima o poi mi sono ripromessa che lo farò”.
Editore Ente Autonomo Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi Sede legale: Via Aldo Moro, 4 84095 Giffoni Valle Piana (SA) Presidente Carlo Andria Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero Giffoni Media Service S.r.l., Sede legale e Direzione commerciale: Via G. Fortunato, 5 - 84095 – Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 39 089866727 - email: info@giffonimediaservice.it - www.giffonimediaservice.it Resp.li del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Marco Cesaro, Pietro Rinaldi
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CELESTINI, ALLA TV PREFERISCO YOUTUBE
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'Nessun mezzo di comunicazione è realmente autentico. La tv è fatta di politica e di palinsesti inserzionistici. In generale, comunque, meno girano i soldi e più c'è l'autonomia di scegliere''. A dirlo Ascanio Celestini, scrittore, sceneggiatore, attore e autore tv ospite ieri al Giffoni Experience dove, alla platea scelta della Masterclass, ha diffuso la sua idea sul mezzo televisivo. “Oggi si può parlare di 'macedonia televisiva' perché è difficile pensare ad un linguaggio televisivo, oggi la fruizione coincide con lo zapping. Ormai un ballerino di Maria De Filippi è uguale ad un attore di un film di Bergman che va alle 2 di notte. La televisione è un frullatore dove la frutta viene mescolata. Ogni elemento conserva il suo sapore, ma alla fine tutto si amalgama. Io vedo youtube perché quello, nonostante tutto, è un luogo che tu scegli di frequentare”. E a proposito dei politici ospiti di programmi televisivi ha affermato “Oggi non ci sono politici ma personaggi televisivi, ormai si può parlare di 'politica di professione. I politici in tv non guardano i loro interlocutori, ma guardano sempre e solo fisso in camera. Fino a quando c'è un primo piano questo funziona, ma quando ci sono riprese ampie si cade nel ridicolo”. ''Qualche volta ha rivelato - mi è capitato di essere invitato ad entrare in politica ma non è una cosa che mi interessa. Anzi, spero di non esserne mai tentato Fare politica è qualcosa di più ampio che entrare in un partito”. Poi, ha per un attimo capovolto i ruoli. “Pensate che Murdoch perché non iscritto ufficialmente ad un partito non faccia politica?” ha chiesto ai ragazzi. “I partiti sono contenitori che hanno perso il loro
contenuto. Per questo non mi sono mai candidato, anche se mi è stato chiesto, e penso che mai lo farò”. E ha aggiunto
“Bisognerebbe più che governare con i partiti, gestire la propria condizione nella m a n i e r a p i ù d i re t t a p o s s i b i l e ” . Immancabile la domanda con riferimento a Beppe Grillo che Celestini non definisce un capopopolo. “Grillo dice solo quello che pensa e, proprio come i politici di oggi, è un personaggio, di quelli che non conosci di persona ma che conosci tramite internet o la tv in generale. Il vero pericolo è parlare solo per tappare dei buchi, senza un'ideologia, senza una prospettiva, senza una visione del mondo. La cosa che mi fa paura sono i gruppi che come i soldati robotizzati, fanno tutti la cosa in nome solo di una bandiera. Lì non si può parlare di pensiero ma solo di tifo”. Nel raccontare la nascita di alcune sue opere Celestini ha rimarcato che “ci sono battaglie importanti che devono essere sottolineate. Per me fabbriche, manicomi, campi di concentramento, sono luoghi in cui si consumano battaglie uguali”. In particolare poi ha raccontato la genesi di uno dei suoi più apprezzati e recenti lavori. “Nel 2006 avevo cominciato a fare delle ricerche sui call center, in uno dei centri della periferie di Roma, che aveva 5.000 persone ed un collettivo aut organizzato. Storie di
uomini non lontane da quelle dei manicomi. Avevo inizialmente pensato ad un film, poi ne è venuto fuori uno spettacolo e infine il romanzo Lotta di Classe. Tornando al discorso della tv, l'attore ha ribadito che ''non siamo più abituati a vedere un programma, ormai facciamo zapping. La televisione è un
Oggi non ci sono politici ma personaggi televisivi imbuto dove finisce tutto; alla fine ti sembrerà di non distinguere più nulla in questa macedonia televisiva e anche quando scrivi un programma e ti perdi in quella ciotola, perdi il tuo sapore specifico. Al massimo bisogna cercare di mantenere il più possibile la propria cifra e il proprio stile”. Da cinque anni tra i protagonisti del salotto tv di Serena Dandini, ''sulla prossima stagione - ha detto - ancora non so nulla. Ho incontrato il regista di Parla con me che mi ha chiesto: Cosa ci inventiamo quest'anno? Ma per qualcosa di più concreto posso solo dire che le novità le apprendo dai giornali''. Mentre sugli altri progetti futuri ha confermato di non avere per ora in programma nuove esperienze al cinema. ''Prima di fare un film ci devo arrivare. Così è stato con La pecora nera, pensato dopo lo spettacolo teatrale e dopo il libro ma non so se seguirò lo stesso iter anche ora con il romanzo Lotta di Classe.
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SIGNORIS, GIFFONI EMOZIONA PIU’ DI CANNES T
eatro, televisione, cinema: è pieno di tutto questo il ricco curriculum di Carla Signoris giunta ieri alla Cittadella per incontrare i giurati e i giornalisti. “Sono emozionata manco fossi a Cannes!”, ha esclamato la simpatica attrice quando un giornalista le ha chiesto un’opinione sul Festival di Giffoni. “Dai ragazzi mi è arrivata un’ondata di energia che non ho potuto non restituire. Questa è una gran bella generazione, piena di entusiasmo”. Sul suo rapporto con la Tv la Signoris si è soffermata a lungo. “Credo che la televisione rispecchi la realtà e
viceversa - ha tenuto ad evidenziare forse dovremmo migliorare la tv per migliorare anche noi”. L’attrice ha poi parlato del suo secondo libro Meglio vedove che male accompagnate: “Tra le pagine prendo in giro le donne con
ironia. Sono molto contenta di questo lavoro che attualmente è al secondo posto delle classifiche delle vendite”. Sollecitata dalle domande della stampa l’attrice ha parlato anche di politica: “La politica la faccio tutti i giorni quando provo a trasmettere ai miei figli dei valori. Ossia che la furbizia non è una risorsa, che l’arroganza non è carisma e che la bugia non è fantasia”. Invitata a ripercorre la sua formazione professionale, svolta in parte alla Scuola di Recitazione del teatro Stabile di Genova, la Signoris ha insisitito molto su un punto: ”lo studio della tecnica è fondamentale per un attore perché dà il senso della disciplina e consente di scambiare esperienze con attori di un certo calibro”. Un messaggio chiarissimo quanto quello che l’artista genovese ha lanciato sui tagli applicati recentemente alla cultura. “La cultura è l’unica cosa che possiamo lasciare ai nostri figli affinché un
giorno possano capire e, perché no, forse, anche cambiare. È il solo investimento a cui non possiamo rinunciare per il nostro futuro, anzi è l’unica ricchezza che possiamo realmente lasciare ai nostri figli. I soldi che si investono nella cultura sono quelli meglio spesi, sono obbligatori, altrimenti finiremo come l'Argentina. Ai nostri figli non dobbiamo lasciare case, soldi o proprietà, quel che conta è il pensiero che è l'unico che può aiutare a cambiare le cose". L'artista genovese si è infine soffermata sul rapporto tra satira e censura."Si può dire sempre quello che si pensa, poi bisogna vedere se te lo fanno dire. Da sempre c'è una grande attenzione nei confronti della comicità intesa come satira perchè attraverso il riso sei in grado di smuovere i meccanismi. La differenza col passato è che oggi esiste una maggiore informazione che ti fa sapere molto di più e molto prima se c'è o meno la censura".
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FERRARI, RAGAZZI PERSEGUITE UNO SCOPO “
Giffoni è attraversata da una meravigliosa atmosfera solare. Essere qui è un onore e un'occasione per me, anche per spiegare ai ragazzi che la sclerosi multipla è una malattia contro la quale si può e si deve combattere. Come? Ponendosi un obiettivo per cui lottare, perseguendo uno scopo”. Luminosa e sorridente Antonella Ferrari, in passato volto della soap Centovetrine, ha portato ieri al GFF il suo messaggio da ambasciatrice dell'Aism (Associazione italiana Sclerosi Multipla). “Per molti sono un punto di riferimento, ricevo centinaia di mail al giorno piene di ringraziamenti per la mia tenacia e la mia forza
nell'affrontare questo piccolo ‘problemino’ che mi porto dietro. I colleghi che hanno le mie stesse difficoltà mi vedono un po' come una pasionaria che rivendica il giusto diritto alla professione”. Antonella, un trascorso da
ballerina professionista e un presente da interprete teatrale e televisiva, è giunta avvolta in un vestito variopinto, scarpe alte, un fiore ai capelli e le stampelle dai colori dell'arcobaleno. Un fiume in piena di entusiasmo, specie quando le vengono chieste le sue prossime esperienze lavorative: “Sono alla ricerca di uno sponsor per uno spettacolo a teatro che mi riguarda personalmente ha dichiarato - un testo che ripercorre la mia esistenza scritto da Luciana Grifi come uno sfogo. Si intitola Io nonostante e servirà a far capire come la sclerosi possa costituire un nuovo inizio. Le lacrime non servono, bisogna darsi da fare!”. Intanto, la Ferrari ha anticipato che tornerà in televisione diretta da Pupi Avati, ma il soggetto è ancora top secret: “Ne parlavamo già da qualche anno e finalmente realizzeremo insieme un progetto per la Rai. Ma, al momento, non posso dire altro”.
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I VINCITORI DELLA SEZIONE +3
bambini vive emozionanti avventure all'interno della lavatrice. L’altro italiano in competizione TORA CHAN realizzato dal Centro Sperimentale di Torino Dipartimento di Animazione Sede Piemonte si è aggiudicato il Premio Speciale Giotto Super Be-Bè 2011.
Alla cerimonia hanno partecipato ieri i registi Kassandra Wellendorf, Magnus Hjerpe, Kolja Saksida, Steffen Schaeffler, Valerio Gori, Seo Mi-Won.
Technical Partners
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Ieri in concorso per la sezione +10
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mbientato nel tormentato scenario israeliano, David & Kamal, di Kikuo Kawasaki, bilancia le inclinazioni neorealiste con riuscite incursioni nel territorio dell'amicizia giovanile, senza tralasciare precise annotazioni sul peso delle differenze di classe. Un furto di denaro e la successiva restituzione di una parte del m a l t o l t o d Ă av v i o a l l a conoscenza tra il fragile borghese David, statunitense in visita al padre benestante, e il reietto Kamal, coetaneo obbligato dalla sua condizione ad apprendere in fretta la lezione della strada. Malgrado le apparenti differenze, i due ragazzi, inseguiti dalla polizia in cerca di David e da un gruppo di giovinastri intenzionati a impartire una lezione alla coppia, improvvisano una fuga che li porterĂ alla scoperta dei labirintici spazi di
Gerusalemme, cittĂ fatalmente divisa da insanabili contrasti etnici. La contrapposizione dei due diversi contesti familiari fa da sfondo agli affanni dei due protagonisti. Parallela all'esistenza alto
DAVID & KAMAL borghese di David, scorre quella proletaria di Kamal, in una alternanza apparentemente inconciliabile. L'autore riesce a rendere credibilissimo l'incontro tra i due, governando con perizia la successione degli eventi che si snodano
con naturalezza lungo il corso della storia, concentrata in sole quarantotto ore. Disseminate lungo il cammino dei personaggi si rincorrono citazioni che strizzano l'occhio a narratori come David Grossman, e ai padri del cinema italiano, in particolare Roberto Rossellini. L'inseguimento da parte di un affranto David del furgone dei gendarmi che porta via Kamal, ricorda la memorabile e vana rincorsa della Magnani al furgone miliziano in Roma cittĂ aperta. Tra spinte emotive, luoghi irraggiungibili evocati solo nei racconti (la madre di David vive a Hollywood) e lancinanti prese di coscienza, la sintesi del film potrebbe essere quella di una specie di sogno lungo un giorno sull'amicizia impossibile tra due ragazzini.
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Ieri in concorso per le sezioni +13 e +16
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pud in inglese vuol dire patata, ed è il nomignolo che viene affibbiato a John Milton, un ragazzo che vive nel Sudafrica post-apartheid. Dopo aver vinto una borsa di studio per una prestigiosa scuola privata, John si trova a dover affrontare problemi di socializzazione con i suoi nuovi compagni. Schernito e preso continuamente in giro, decide di fare un'audizione per una versione teatrale di Oliver Twist. Ottiene il ruolo da protagonista. Crede che attraverso la performance riuscirà a ottenere la popolarità per vivere serenamente gli anni della scuola. Nel frattempo il suo cuore è rapito da due ragazze: la dolcissima Mermaid e la femme fatale Amanda. Nel suo percorso di formazione, John viene guidato dal suo eccentrico insegnante di lettere, Mister Edly, che lo avvia ai grandi classici della letteratura mondiale, opere in cui anche un ragazzino di tredici anni può trovare risposte. Il film Spud, di
Donovan Marsh, disegna un percorso le cui tappe offrono spunti per riflettere su elementi o situazioni che la vita può riservare. Pervaso da un s e n s a t o buonismo ma assolutamente n o n p r i vo d i verità, il film permette di immedesimarsi nel ruolo del piccolo John (un eccellente Troye Sivan), di cui vediamo e rileviamo il cambiamento e la crescita personale attraverso gli sguardi. Il personaggio ne offre diversi in relazione ai momenti vissuti, e nel suo ultimo lo spettatore può cogliere le differenze che ci sono tra il John dell'inizio del film e il
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denaro collaborando con la gang del quartiere. Nel momento i cui ai due ragazzi si prospetta l'occasione della vita, un provino per il Caracas Football Club, l'inaspettata e tragica morte della madre rischia di dividere per sempre le loro strade. Già dalla prima scena Brother, opera prima del venezuelano Marcel Rasquin, si presenta come una tragedia greca ambientata nei barrios di Caracas (la figura del bambino esposto è uno dei temi ricorrenti dell'antica drammaturgia ellenica). Il suo deus ex machina è Daniel, un dono che la Provvidenza ha elargito a Julio e sua madre. Sconvolto per non essere riuscito a sottrarre alla morte la sua salvatrice, Daniel ripagherà il debito di riconoscenza verso la sua famiglia di adozione salvando il fratello dalla strada della perdizione. Il film parla di passioni e di emozioni, di
ato è il soprannome che Daniel si porta addosso fin da neonato, quando Julio e la madre lo hanno ritrovato tra i rifiuti credendo che fosse un felino da salvare. Daniel e Julio sono cresciuti insieme a Caracas, condividendo la passione per il calcio. Entrambi giocano nella squadra del loro quartiere, La Ceniza. Daniel, piccolo e agile, è un talento naturale; Julio è il leader carismatico della squadra, un mediano dai sette polmoni e dai piedi buoni. Sebbene non siano veri fratelli di sangue, il loro è un legame sincero e intenso, un accordo tra uomini d'onore più forte di una parentela assegnata dalla natura. Un affetto che va al di là delle differenze caratteriali e delle rispettive scelte di vita. Daniel è totalmente concentrato sul suo sogno di entrare a far parte del settore giovanile della squadra cittadina; Julio racimola
John maturo e pronto ad affrontare la vita che c'è nel finale. Siamo di fronte a una sorta di rilettura de L'attimo fuggente:
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Troye Sivan fa eco all'Ethan Hawke del film citato, mentre Mister Edly (il grande John Cleese dei Monty Python) può essere visto come un Robin Williams con più vizi ma con le stesse ambizioni, e con lo stesso desiderio di insegnare l'importanza della forza del pensiero e della libertà. solidarietà e di amore fraterno, delle naturali difficoltà legate al superamento di un trauma causato da una perdita inaspettata. Ma parla soprattutto della possibilità di realizzare i sogni grazie al
BROTHER talento e al sacrificio, affrontando la vita con coraggio, come se la sfida fosse sempre sullo 0-0, dimenticando tutte le volte in cui essa ci costringe a raccogliere il pallone in fondo al sacco.
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Ieri in concorso per la sezione +18
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acconti di formazione , costruzioni fantastiche , esplorazioni di universi paralleli e incursioni nella dimensione contemporanea per sottolinearne le contraddizioni. La prima serie di cortometraggi GENERATOR +18 propone uno sguardo sul mondo alternando l'approccio immaginifico a quello realistico, sempre con l'intento di evidenziare turbamenti e scoperte che assumono un valore universale. Una animazione dai tratti
surreali cattura i personaggi di Da-18 di Martin Groezinger: in un tram si incontrano casualmente un anziano viaggiatore e una bambina in cerca di compagnia. I tentativi della piccola di disincagliare l'adulto dai suoi grigi rituali
THE LOST TOWN OF saranno inutili; solo la rivelazione finale obbligherà l'indifferente viaggiatore a una amarissima e tardiva presa di coscienza. Toni solenni e citazioni iconografiche
elevano il valore di The Lost Town of inarrestabile sfortuna aleggia invece sul Switez, di Kamil Polak, fiaba animata giovane Zhor, protagonista di Short Life, di d'ambientazione medievale che mette Adil El Fadili: la malasorte perseguita il in scena un disorientato viandante p ro t a g o n i s t a f i n d a l l a n a s c i t a , che, con un vertiginoso salto accompagnandolo lungo le tappe che ne temporale, si ritrova in una città assediata da un esercito nemico. Un'onda gigantesca, prodotta dal castigo divino, si abbatterà sugli invasori spazzando via ogni cosa. A riaffiorare dal lago prodotto dalla sciagura sarà solo lo sconosciuto protagonista, unico SCHEHERAZADE AND THE KOSHER DELIGHT superstite del scandiscono la travagliata esistenza. Dalla p ro d i g i o s o e v e n t o. U n a prematura morte della madre a quella animazione dal notevole della donna amata, fino alla mutilazione impatto spettacolare provocata da un'esperienza come contraddistingue Paths of Hate, guerrigliero a Kabul, l'epopea di Zhor, tra di Damian Nenow, storia DA -18 simbolica sull'odio che la guerra vertiginose cadute e difficoltose risalite, si concluderà con la nascita di un figlio e la alimenta trasformando gli esseri difficoltosa conquista di un posto nel umani, nella circostanza due piloti, in mondo. Fra echi surrealistici e stravaganze inarrestabili automi guidati da un cieco, autodistruttivo furore . A m b i e n t a z i o n e contemporanea per Scheherazade and the Kosher Delight”, di Agnès Caffin: una giovane profuga palestinese cerca un impiego p r e s s o u n SHORT LIFE ristorante ebraico gestito da una figurative che rimandano al cinema di burbera cuoca interpretata da Jean-Pierre Jeunet, Short Life scandisce le Fanny Ardant. Un periodo di ŚWITEŹ prova e un estemporaneo tappe di una vita dagli imprevedibili esiti, che a tratti ha il valore di un epico viaggio in auto permetteranno resoconto sulle storture del nostro alle due donne di conoscersi e di scoprire tempo. che in fondo ogni differenza è superabile se solo si ha la volontà di andare oltre i propri limitanti pregiudizi. Una
Ristorante la divina commedia
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SONY PICTURES, A GIFFONI LA PRIMA DI ZOOKEPER
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lezioni di “rimorchio” da una comitiva di esilaranti animali dello zoo. Le regole per conquistare l’amore della vita in versione “jungla” sono state svelate attraverso gli sketch del film Zookeeper – Il signore dello Zoo di Frank Coraci, l’anteprima di ieri sera del GFF. Protagonista della pellicola che arriverà nelle sale italiane soltanto il 12 agosto è il comico Kevin James. L’attore, che già frequentava la scuola di seduzione del Will Smith/dottor Rimorchio di Hitch, si cala adesso nei panni di Griffin Keyes, guardiano di un esplosivo giardino zoologico: un fenomeno con gli amici a quattro zampe e un disastro con le donne. Keyes, nonostante mille tentativi, non riesce a far entrare una ragazza nella sua vita!
Disperato, il mancato playboy decide di abbandonare l’amato zoo per dedicarsi alla conquista della donna dei suoi sogni. Ma i fedelissimi animali lo aiuteranno nell’impresa, insegnandogli le principali
regole del corteggiamento in un susseguirsi di gag irresistibili.
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MYBARONISSI NUOVA SEZIONE DEL FESTIVAL B
uone pratiche unite nel segno della legalità. Una nuova iniziativa targata Giffoni Experience e realizzata in sintesi con il Comune di Baronissi quella presentata nel corso della terzultima giornata della 41esima edizione del Festival del Cinema per ragazzi. “Da anni la factory Giffoni firma progetti di educazione civile - ha rimarcato il direttore Claudio Gubitosi mettendo il proprio knowhow al servizio di diverse campagne nazionali di sensibilizzazione, dalla lotta alla droga alla sicurezza stradale. Un impegno che nasce dalla consapevolezza che chi, come noi, fa spettacolo e produce cultura ha un importante responsabilità nella tutela della vita dei ragazzi Un impegno forte il
cui segno tangibile è nella rete dei nostri contatti: circa 8mila scuole di tutta Italia. Prossimo obiettivo la diffusione della cultura della legalità, unendoci all'esperienza positiva portata avanti da anni dall'amico Giovanni Moscatiello, Sindaco di Baronissi”. Ad anticipare l'accordo tra i due territori, la realizzazione del video “Fatti di Legalità” girato dalla III G della scuola media
Finanziato da
“Villari” di Baronissi, già lanciato in un'anteprima dedicata e mostrato anche ieri a Giffoni nell'ambito dell'appuntamento dedicato alla legalità al quale hanno preso parte, insieme al Sindaco Moscatiello, il preside della scuola Ciro Amaro con una rappresentanza di studenti, l'Assessore alla Cultura e Legalità del Comune di Baronissi Nicola Lombardi ed il Presidente del Comitato per la Legalità Aldo Giusti. Il Comitato è nato tempo fa per volontà del Primo Cittadino ha spiegato Giusti quale segnale concreto di predisposizione del proprio territorio ad allevare le proprie generazioni nel segno del rispetto delle regole della società civile”. In che modo, lo ha spiegato nel dettaglio l'Assessore Lombardi: “La cultura è la porta aperta alla legalità e il nostro compito è dissuadere i ragazzi dalle pratiche illegali, come scaricare un film pirata, tanto per fare un esempio a tema, e convincerli che ciò che apparentemente mina le libertà individuali è la base della
libertà culturale, un bene collettivo da difendere a tutti i costi”. Un concetto ribadito anche dal Preside Amaro: “Il senso della giustizia è un tema educativo fondamentale. Occorre riaffermare il rispetto delle regole come giusta via per la vita sociale di una comunità”. Un percorso che il Comune del salernitano ha intrapreso da tempo. “Rispettare le regole conviene è lo slogan con cui abbiamo affermato l'identità della nostra cittadina ha spiegato il Sindaco e contraddistinta da una serie di primati importanti che hanno conferito vantaggi concreti alla cittadinanza, come la riduzione della Tarsu, grazie agli ottimi risultati, sia nella quantità che nella qualità, della raccolta differenziata. Abbiamo recepito e fatta propria l'esigenza di educare le giovani generazioni alla diffusione di un concetto che dovrebbe essere alla base naturale della società civile. Ora siamo entusiasti di esportare con Giffoni la nostra esperienza in tutta Italia”. Il comune della Valle dell'Irno sarà infatti la città capofila di un nuovo concorso che il GFF lancerà a livello nazionale sul tema della legalità, invitando le scuole ad elaborare video e prodotti audiovisiv, sul rispetto delle regole. Una sezione che permetterà a centinaia di scuole di partecipare con cortometraggi e spot all'edizione 2012 del festival del cinema dei ragazzi.
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AL PARCO HOLLYWOOD IL RITMO DEL GFF C
ontinuano le feste serali al Parco Hollywood per il Giffoni Film Festival. Lunedi sera anche i giurati di Elements +6 e Elements +10 hanno avuto il loro esclusivo evento musicale tutti per loro, con animazione e
Baby Dance. Anche i più piccoli hanno avuto lo spazio tutto per loro, dove potersi divertire e scatenare al suono delle loro canzoni preferite: da “Le tagliatelle di nonna Pina” a “Il coccodrillo come fa'” passando anche i ritmi latino-
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americani e gli ultimi tormentoni di disco dance, a loro notissimi. I più grandi,
Generator +13 +16 e + 18, si sono comunque dati appuntamenti al Parco dopo le 21:30 per la musica House in compagnia dei Dj Paolo e Marco, dei vocalist e delle ragazze immagine. Il prato si tingerà anche oggi, come ogni sera, dei colori vivaci delle loro magliette in un'esplosione di gioia ed energia da condividere tutti insieme. Oltre al cinema un ulteriore ”Link” per far incontrare e socializzare i giurati, avvicinare e unire i ragazzi e le loro diverse culture.
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LE CREAZIONI DI RUSSO PER GLI OSPITI DEL GFF C
apriccio, eleganza e fantasia conducono la collezione squisitamente artigianale di Gianmarco Russo. La manualità e l'estro dello stilista trovano la loro più suadente espressione nell'ideare e realizzare singolari accessori, fondendo insieme materiali di grande qualità a stile inconfondibile. Vere opere “Made in Italy”, Stole-gioiello, Foulard-gioiello e sciarpe da uomo, realizzate in seta, lino, velluto e cachemire, rese uniche da uno speciale gancio, ideato e brevettato da Gianmarco Russo, mediante il quale l'accessorio acquisisce multifunzionalità creativa, è unico e mai uguale a se stesso. L'originale gancio è realizzato in pietre dure, perle, coralli, cristalli, bronzo, argento, cuoio; non c'è limite alla fantasia sontuosa ma dosata in charme. Tutto rigorosamente rifinito a mano, ago e filo. Gianmarco Russo in pochi anni è riuscito ad affermarsi in prestigiose boutique in
Italia. L'avventura di Gianmarco Russo continua nel cuore di Roma antica dove vive e lavora, ma la sua arte, che trae anche ispirazione da viaggi in tutto il mondo, ha cominciato a trovare spazio nelle più importanti città internazionali.
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ASSOCIAZIONE SINDROME DI WILLIAMS P
er il quinto anno consecutivo l' Associazione Italiana Sindrome di Williams (AISW Onlus) partecipa con un gruppo di ragazzi membri della giuria che premia i film presentati in concorso al Giffoni Experience. La sezione della giuria di cui fanno parte i ragazzi con Sindrome di Williams è Generator +16. Il gruppo, composto da 7 ragazzi di cui 6 SW (Francesca, Francesco R., Francesco D., Silvia, Giorgio e Barbara) e due accompagnatori, si è inserito, con estrema naturalezza ed entusiasmo, all'interno della multicolore e variegata giuria del Giffoni Experience. I
assistiti da Antonio “Chicco” e Maria Elena, attraverso questa esperienza, hanno la possibilità di accrescere la capacità di autonomia, la capacità di risucire a cavarsela da soli anche davanti a piccoli inconvenienti. Giffoni VP durante i giorni del festival è la città dei ragazzi: tutto a loro misura; diventà perciò il luogo ideale dove “abbandonare” a se stesso un ragazzo con SW. I ragazzi con Sindrome di Williams, pur caratterizzati da una notevole espansività, in realtà hanno difficoltà nell'interazione con i propri coetanei.
ragazzi durante le giornate partecipano alle proiezioni dei film, ai dibattiti e agli incontri con gli ospiti.
habitat naturale dove poter vincere timidezza ed insicurezza. I giurati non conoscono preconcetti ed infrastrutture mentali che possano impedire la comunicazione e la relazione reciproca. Il gruppo di quest'anno comprende una ragazza normodotata: a lei il compito di fare da ponte tra i due “mondi”, facilitando il contatto e le relazioni interpersonali. I ragazzi SW soffrono spesso il confronto con i pari-età, temono la competizione, che è naturale durante l'adolescenza, non si sentono adeguati al contesto sociale in cui vivono: scuola e società in genere.
Si emozionano e commuovono di fronte a l l e m a g n i f i c h e p ro i e z i o n i c h e caratterizzano la 41esima edizione del festival, danno il loro contributo, pertinente e adeguato, durante le discussioni che seuono la proiezione dei film, socializzano con gli altri giurati e si fanno apprezzare da tutti per la loro simpatia e spontaneità. Troppo legati ai genitori ed alla propria famiglia, dalla qualle e nella quale si sentono protetti, lontano dai familiari, fuori casa per dieci giorni: per un ragazzo con SW può essere un'esperienza devastante; tuttavia sapientemente
La giuria del Giffoni Film Festival offre un
Il loro punto debole è l'autostima. Ogni giurato del Giffoni Film Festival è protagonista, è leader, è il centro di un processo culturale. Durante i dibattiti, che hanno come oggetto i film visionati, ogni
giurato, stimolato dai moderatori, può esprimere la propria opinione, senza nessuna forma di censura o limitazione. Non c'è competizione. La sezione Generator +16 è terreno fertile, ricco di humus naturale per far germogliare e crescere l'autostima di ciascuno dei ragazzi del gruppo AISW. Essere un giurato del Giffoni Film Festival è una grossa responsabilità. Pur in un clima di assoluta leggerezza, i film devono essere giudicati; prima però devono esse analizzati, le trame scomposte e ricomposte, sceneggiatura,
sinopsi, fotografia, musica...tutto questo, per ogni ragazzo, sia esso normodato o non, è un momento di crescita sia culturale che personale: Francesca, Francesco R., Francesco D., Silvia e Giorgio sono pronti per questa nuova sfida...o meglio, per questa nuova (Giffoni) Experience. Arriverderci all'anno prossimo; nel frattempo per approndire gli aspetti della Sindrome di Williams: www.sindromediwilliams.org
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GIFFONI E VIVACE PER LE INTOLLERANZE ALIMENTARI
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Intolleranze alimentari e giovani del mondo. Quale rapporto oggi?” il tema dell'incontro di sensibilizzazione tra Vivace - Vetrina delle Intolleranze Alimentari e il Giffoni Film Festival promosso ieri mattina nell'ambito delle abituali “finestre” di approfondimento che quotidianamente l'evento diretto da Claudio Gubitosi apre sui temi sensibili legati al mondo dell'infanzia. Una preziosa occasione di approfon-dimento e di informazione focalizzata questa volta sulla conoscenza della “non malattia” della celiachia e delle intolleranze alimentari, e, più in generale, della p r e v e n z i o n e p e r un'alimentazione corretta ed equilibrata. A parlarne in Sala Conferenze alla 41esima edizione del GFF il Presidente dell'Associazione LaborSALERNO, organizzatrice della manifestazione Vivace Maria Rosaria Scuoppo, il responsabile dell'Unità Operativa di Allergologia ed Immunologia Clinica dell'Azienda Universitaria Ospedaliera di Salerno Sergio Poto ed il prof. Giuseppe Perillo Direttore del Dipartimento delle Specialità Mediche dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. A snocciolare i numeri del fenomeno in Campania, il professore Perillo: “La celiachia colpisce l'1% della popolazione su base italiana, un trend confermato anche in Campania e nei cui confronti la nostra Azienda Ospedaliera intende agire con particolare attenzione attraverso i due Centri di supporto attivati: uno dedicato agli adulti ed un altro ai bambini”. L a d i a g n o s t i c a re s t a u n p u n t o fondamentale. “Il primo snodo da
risolvere per coloro che soffrono di intolleranze alimentari è scoprirlo ha spiegato il dottor Poto - il 70% dei casi nei sintomi non sono tipici, e vengono facilmente confusi come semplici difficoltà digestive . Per questi diventa di conseguenza più difficile la diagnostica. Oltre a ciò, nella prossima edizione di Vivace ci occuperemo anche dell'epidemia
dell'obesità infantile, focalizzando l'attenzione sull'origine alla base del fenomeno, sempre più spesso di tipo comportamentale”. “Il bambino obeso è un pluripatologico, perché oltre ai problemi di ordine psicologico alla base della sua patologia, soffrirà inevitabilmente delle complicazioni fisiche del problema” ha aggiunto il professore Perillo. “Occorre necessariamente informazione e prevenzione, e il Giffoni Film Festival in questo può fare una grande parte”. E il direttore Gubitosi non si è tirato certo indietro.“Grazie a voi che ci avete fatto conoscere meglio un problema che in molti casi stravolge la vita relazionale di bambini e giovani e i
programmi che la realtà sanitaria locale mette in campo per prevenirli e risolverli. Ogni volta che abbiamo avuto l'occasione di comunicare il tema, trovando film che ne parlavano, lo abbiamo sempre fatto. Da tempo ho un'idea: il nostro territorio potrebbe ospitare un Centro dove i ragazzi che soffrono di obesità possano riscoprire l'importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata e disintossicarsi dei tanti, troppi messaggi da cui sono aggrediti”. Un'idea apprezzata dal professore Perillo che, suggerendo a Gubitosi di trovare una Fondazione in grado di sostenere economicamente il progetto, ha dato subito la disponibilità dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno a fornire tutto l'eventuale supporto scientifico. Intanto il GFF sarà partner della IV edizione di Vivace, la Vetrina delle Intolleranze Alimentari in programma dal 29 settembre al 2 ottobre a Salerno. “Ringrazio sinceramente il direttore Gubitosi per la sensibilità mostrata a questo tema e per lo spazio che ci ha dedicato all'interno del suo grande contesto ha detto il Presidente Maria Rosaria Scuoppo - dando ai nostri esperti e medici la possibilità di dialogare con i tanti giovani convenuti al Festival da ogni parte del mondo al fine di sensibilizzarli verso l'adozione di comportamenti alimentari giusti. Lo ringraziamo inoltre per la possibilità conferitaci di poter portare all'attenzione del grande pubblico, attraverso l'incontro-stampa dedicato, testimonianze e pareri medico-scientifici. La formazione attraverso una giusta informazione, prima che essere rimedio, è prevenzione”.
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I mille colori di Giffoni
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Musica MADS LANGER, ICONA SCANDINAVA
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ato da genitori che condividevano una grande passione per la musica, Mads ha iniziato a prendere lezioni di piano quando aveva tre anni. C’è una vecchia foto in cui Mads, poco più che un bebè, non riesce nemmeno ad arrivare ai tasti del pianoforte, ma cerca lo stesso di suonare sollevandosi in punta di piedi. E in un certo senso, la storia di Behold potrebbe essere cominciata proprio allora. Oltre alle sue capacità musicali, col tempo Mads ha sviluppato una genuina, profonda conoscenza di tutto ciò che è musica, dalla classica, al jazz, al punk. E poi naturalmente c’è quella voce angelica (paragonata a quella di Jeff Buckley, Thom Yorke, e Chris Martin) che di certo non guasta. All’età di 15 anni, Mads decise che un giorno si sarebbe trasferito a New York e sarebbe diventato una rockstar. Qualche anno dopo, un talent scout lo ha invitato a bere una birra dopo un’audizione locale a Skive e gli ha suggerito di prendere le sue canzoni e di saltare su un treno per Copenhagen. Sembrava davvero che tutto stesse per cominciare quando Mads Langer, appena ventenne, arrivò nella capitale danese, dove ben presto fu percepito come la nuova grande star del pop danese. Fu etichettato come “il” giovane artista da tenere d’occhio, i media lo amavano, e l’intera industria era convinta che per lui sarebbe arrivato un grande successo. Il suo singolo di debutto fu una vera hit, ma l’album che seguì fu poco più che una scintilla nel buio. Inevitabilmente, a 22 anni, Mads si trovò a New York, per cercare di realizzare il futuro da rockstar che sette anni prima aveva immaginato per sé. Ancora gli fu detto che aveva un talento enorme, che era una star, il grande nome di domani.
Questa volta il sogno stava davvero per realizzarsi. Ma ancora, queste parole si rivelarono vuote, e Mads Langer era stufo delle visioni degli altri. Persino lui stesso ormai non ci credeva pienamente, nemmeno nella propria musica. Trovandosi a un bivio, con la nostalgia di casa, Mads ritornò a Skive.
"Il mio primo album conteneva undici brani che avrebbero tutti potuto essere singoli da radio – undici successi potenziali. Ma non erano il vero me. Erano quello che credevo che gli altri volessero da me. La cosa che avevo più bisogno di fare era smetterla con la vita da rockstar, e cominciare a concentrarmi di nuovo sulla mia musica. Così sono tornato a Skive, ho comprato una macchina usata e me ne sono andato in tour", racconta il cantante. Durante quel tour di concerti intimi in locali di piccole dimensioni, Mads cominciò a ritrovare se stesso, e in meno di un anno aveva migliaia di nuovi fan – fan che andavano a vederlo per la sua musica. Fact-Fiction, dal secondo album Mads Langer, è stata una di quelle hit capaci di reclutare un gran numero di fan devoti. È stata scritta negli Stati Uniti in meno di
dieci minuti ed è intrisa della confusione in cui Mads si trovava mentre era in America. Un clip su YouTube di una versione live del pezzo ha totalizzato più di un milione di view, e nella crudezza di quella performance c’è un qualcosa che farà anche da catalizzatore per il suono di Behold. "L’album Behold è un riflesso del costante flusso di musica che mi scorre nelle vene. Osservo attraverso la mia musica, e gioco a ping pong tra la musica e i testi, per catturare istantanee della mia realtà. Sono molto ispirato dal modo in cui Keith Jarrett lascia che le sue mani perdano il controllo e creino grandi momenti di improvvisazione poetica. Lo stesso si può dire di artisti come Ryan Adams e Jeff Buckley. Mi ritrovo in tutti e tre, perché tutti e tre sembrano lasciarsi trasportare in posti meravigliosi dalle proprie intuizioni e dalle proprie sensibilità musicali desiderose di sperimentare. La mia musica nasce nella stessa maniera", spiega Mads. Dall’isolamento in cui ha scritto il primo singolo Microscope e dal suo girare per Londra, dove Mads ha registrato tre tracce con il produttore Martin Terefe (Ron Sexsmith, Jason Mraz), esce un album pieno di frammenti melodici scaturiti dalle visioni poetiche che attraversano la mente di Mads. Dice Martin: "C’è un tipo di malinconia speciale nel pop nordico, che raramente si traduce al di fuori dei confini scandinavi. Una specie di introversione in un mondo di estroversi. In ogni modo, quando ho sentito le canzoni di Mads, ho sentito quella malinconia, ma alleggerita da grandi melodie epiche e da parole che si sono immediatamente fissate nel mia mente. Credo davvero che i suoi brani possano fare presa sugli amanti della musica di tutto il mondo".
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