y l i a D Giovedì 21 luglio 2011
Anno 2 - Numero 10
MERAVIGLIOSAMENTE FELICI
S
econda giornata di verdetti per i film in concorso alla 41esima edizione del Giffoni Film Festival. A conquistare il primo Grifone del 2011 la storia di una vanitosa gattina, Gloria trova un vero padrone. Il cortometraggio di animazione italiano, firmato dal regista Joshua Held, è risultato, martedì sera, il più votato dai baby giurati della sezione Elements +3. Fuchsia the mini witch dell'olandese Johan Nijenhuis e Carlotta and the cloud del tedesco Daniel Acht sono invece rispettivamente il lungometraggio e il cortometraggio vincitori della sezione Elements +6. Due piccole eroine che con i rispettivi colpi di magia hanno conquistato il cuore della giuria in maglia celeste. Stesso
plebiscito di voti e di entusiasmo per Totally True Love decretato miglior film dal gruppo degli Elements +10. I giurati color arancio hanno accolto con una standing ovation i due giovanissimi attori protagonisti della storia d'amore diretta dalla norvegese Anne Switsky, Otto Garli e Maria Antoniette Tandero Berglyd, che hanno ritirato ieri il premio.Ad aggiudicarsi il podio tra i cortometraggi in concorso per la stessa sezione Weightless firmato dalla coppia di registi svedesi Robert Lundmark e Magnus Johansson. Oggi, invece, si scopriranno i vincitori delle categorie Generator.
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41a Edizione|12.21.LUGLIO.2011
I VINCITORI DELLA SEZIONE +6
LUNGOMETRAGGIO
CORTOMETRAGGIO
FUCHSIA THE MINI WITCH FOEKSIA DE MINIHEKS di Johan Nijenhuis Paesi Bassi, 2010
CARLOTTA AND THE CLOUD CARLOTTA UND DIE WOLKE di Daniel Acht Germania, 2010
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I VINCITORI DELLA SEZIONE +10
LUNGOMETRAGGIO
CORTOMETRAGGIO
TOTALLY TRUE LOVE JØRGEN + ANNE = SANT di Anne Sewitsky Norvegia, 2010
WEIGHTLESS VIKTLÖS di Robert Lundmark e Magnus Johansson Svezia, 2011
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PREMIO FILA SUPER BE-BÈ A “TOTA CHAN” K
yoto, Giappone. È una fresca mattina in un monastero Zen. Un vecchio monaco, assorto nella misteriosa bellezza del suo giardino, è intento a rastrellare la sabbia. Quando all’improvviso arriva Tora Chan, un gatto soriano, che scambia il giardino per una gigante lettiera, minacciando la perfezione del disegno di sabbia. Tra i due si apre subito una sfida che mette a dura prova la serenità del luogo, ma sopratutto la pazienza del monaco. La lotta è una conseguenza inevitabile e, in una sequenza di clamorose gag, i due devastano il disegno tanto meticolosamente realizzato dal monaco sulla sabbia.
È questa, in breve, la trama del cartone animato che ha fatto ridere a crepapelle la giuria composta dai cinefili più giovani del mondo, creata per il secondo anno da
Finanziato da
Giffoni Film Festival e FILA – Fabbrica italiana Lapis ed Affini. Ad aggiudicarsi il premio della seconda edizione del Premio Speciale Giotto Super Be-bè è Tora Chan, il cortometraggio di Davide Como, Claudia Cutrì, Stefano Echise,Valerio Gori: quattro giovani filmaker italiani specializzati nella realizzazione di film d'animazione 3D presso il Dipartimento Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Piemonte. “Con soddisfazione possiamo dire che non solo è stato premiato il corto più divertente, ma anche quello con l’idea più originale, realizzato con un’alta qualità tecnica capace di rappresentare al meglio la professionalità dei giovani autori italiani pronti ad affacciarsi sul panorama internazionale” il commento di Orietta Casazza, Marketing Manager Italia di FILA. Anche nel 2011 alla base della partnership tra Giffoni Film Festival e FILA c’è la volontà comune di promuovere un
cinema a misura di bambino, che sappia incoraggiare nei più piccoli la capacità di immaginare, emozionarsi ed apprendere: tutti elementi fondamentali per la crescita ‘creativa’ dei bambini e dei ragazzi. “È a partire dalla condivisione di questo obiettivo che l’anno scorso abbiamo accolto con entusiasmo l’invito della direzione artistica del Giffoni Film Festival di contribuire all’istituzione di un premio “speciale”, nell’ambito della sezione Elements +3 dedicata unicamente ai bambini dai 3 ai 5 anni – ha proseguito Orietta Casazza - ed è nato così il Premio Speciale Giotto Super be-bè, assegnato nel 2010 alla regista svedese Jessica Laurén con il cortometraggio di animazione Who’s Bleeding. Siamo particolarmente felici ed orgogliosi, da azienda italiana che realizza da più di novanta anni prodotti al servizio della creatività, di consegnarlo oggi nelle mani di quattro giovani creativi italiani”.
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ACTIONAID PREMIA L’INDIANO STANLEY’S TIFFIN BOX
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Una piccola storia con un grande cuore”, così si presenta Stanley’s Tiffin Box, il film del regista indiano Amole Gupte, selezionato da ActionAid tra le opere cinematografiche in concorso. La finalità del premio - un acquerello donato da Marco Palmieri, architetto e artista napoletano - è quella di segnalare e valorizzare le produzioni cinematografiche che abbiano mostrato sensibilità alle tematiche di solidarietà e di impegno nella lotta alla povertà. Il film, una commovente storia di amicizia e solidarietà, si svolge attorno alla vita scolastica di Stanley e dei suoi compagni di classe svelando a poco a poco come la povertà possa interferire nella crescita di un bambino al quale viene di fatto negato il diritto ad una infanzia serena. Stanley, il piccolo protagonista del film, arriva ogni giorno a scuola molto prima degli altri bambini, senza il cestino del pranzo e con degli strani segni sul viso. E ogni giorno inventa una piccola bugia per giustificare come mai nessuno lo accompagni a scuola o lo venga a riprendere e perché beva solo acqua mentre all’ora del pasto i suoi compagni festeggiano con i manicaretti che le loro mamme preparano e danno loro da portare a scuola nella “tiffin box” del titolo, ovvero nel cestino del pranzo. Nonostante la narrazione sia tenera e scanzonata e Stanley non perda mai la voglia di imparare e di stare insieme agli amici, il film denuncia in maniera chiara la crudeltà del lavoro minorile, soprattutto se si pensa che Stanley è uno degli oltre 12 milioni di bambini lavoratori che in India vivono questa terribile schiavitù. “Con questo premio vogliamo inoltre dare risalto all’iniziativa del regista Amole Gupte che ha affiancato al progetto
cinematografico una campagna di sensibilizzazione contro il lavoro minorile
per promuovere i diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza in India” ha dichiarato Marco De Ponte, Segretario Generale Action Aid. “Riponiamo molta fiducia nella funzione sociale del cinema come mezzo per sensibilizzare i giovani su quello che accade nel mondo e siamo particolarmente soddisfatti che la partnership che abbiamo inaugurato quest’anno col Giffoni Film Festival, abbia favorito un contesto particolarmente sensibile e recettivo alla promozione dei diritti fondamentali presso i ragazzi.”
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A LOST IN AFRICA IL PREMIO AMNESTY
"Per le emozioni suscitate, perché anche l'amicizia è un diritto umano, per ricordarci, attraverso la storia dei protagonisti, come i diritti umani non siano rispettati in tutto il mondo, per sollecitarci a diventare noi per primi strumenti attraverso i quali sconfiggere l'ingiustizia sociale impegnandoci quotidianamente anche nella nostra scuola, perché unendoci il nostro 'no' alla violenza e alla povertà diventa un messaggio più forte". È la motivazione con cui la giuria speciale composta da cinque ragazzi di una classe Amnesty Kids della scuola secondaria di I grado “Maria Rosaria Gorga Pica” di Sant'Arsenio (SA) ha deciso di assegnare il Premio Amnesty Giffoni Film Festival 2011 a Lost in Africa di Vibeke Muasya (Danimarca, 2010). In concorso ufficiale nella sezione Elements +10, il film racconta il viaggio di Simon, un ragazzo di 11 anni di colore adottato da una famiglia danese e appassionato di
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calcio, verso il suo paese d'origine, il Kenya. Poco dopo esser giunto a destinazione con la madre Susanne, Simon perde il suo amato pallone da calcio. Cercandolo, si perde nei vicoli della più grande bidonville africana. Con le sue scarpe alla moda e i suoi abiti eleganti si distingue e si fa notare, ma dopo essere stato rapinato assume l'aspetto di ogni altro ragazzo africano. Quando Susanne si rivolge ai mezzi di comunicazione promettendo una ricompensa per chi ritrovi suo figlio, Simon diventa improvvisamente un ragazzo ricercato da tutti nei vicoli della baraccopoli. Per sfuggire ai pericoli che lo circondano, Simon avrà bisogno dell'aiuto che i suoi nuovi amici potranno offrirgli. A ritirare ieri il riconoscimento
nella Sala Sordi della Cittadella del Cinema la regista daneseVibeke Muasya. Oltre a conferire il premio per il lungometraggio in concorso che ha meglio affrontato il tema dei diritti umani, per l'ottavo anno consecutivo la Sezione Italiana di Amnesty International è stata presente a Giffoni con una sezione di cortometraggi dedicata Right Links. Qui, ad aggiudicarsi il Premio Amnesty Corto GFF 2011 In mano hai il tuo futuro di Enrico Maria Artale, mentre il Premio Amnesty speciale 50°, istituito per festeggiare il 50° anniversario della fondazione dell'Organizzazione Internazionale per i diritti umani, è andato al francese [R] di Julie Rembauville e Nicolas Bianco-Levrin.
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PAPALEO, CHE BELLO ESSERE A GIFFONI R
ifiuta di andare sul set di Woody Allen, “le riprese erano ad agosto, avevo programmato un lungo viaggio negli States con mio figlio, era una promessa e ho detto no al regista!”. Che prova di coraggio per Rocco Papaleo che al Gff svela le sue prossime mosse con l’irriverente ironia di sempre: “Ho appena terminato la sceneggiatura del mio prossimo film da regista con Valter Lupo, si chiamerà Una piccola impresa meridionale ed è un progetto più ambizioso e complesso di Basilicata coast to coast: un gruppo di persone riunite per restaurare un faro che finiranno per restaurare le proprie vite”. Ansie da prestazione per il ritorno dietro la macchina da presa? “Ho cambiato posizione perché davanti c’era un sovraffollamento. E’ stato un percorso naturale. Dopo decenni di esperienza come attore ho avvertito l’esigenza di cambiare punto di vista. Grazie
Ho detto no a Woody Allen perché vado in vacanza con mio figlio soprattutto alle insistenze di Giovanna Mezzogiorno, mia grande amica, praticamente una sorella che mi ha “estorto” un film. Non ho paura di tornare a dirigere, però forse dovrei fare come suggeriva Massimo Troisi: passare direttamente al terzo film per bypassare i critici…”. Papaleo è un accanito fan di Checco Zalone, “l’unica star che mi rende affine a mio figlio che ha 13 anni e ascolta l’Heavy Metal, io detesto l’Heavy Metal! Invece le canzoni di Checco ci accomunano, sul set di Che bella giornata interpretava le sue hit nel camper solo per me. Una goduria
Giffoni Daily Supplemento di Giffoni News Generation
Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 19751 Direttore Responsabile Marco Cesaro Redazione Via Aldo Moro, 4 - 84095 Giffoni Valle Piana (SA) tel. +39 089 8023001, fax +39 0898023210 e-mail: giffoninewsgeneration@giffoniff.it - sito: www.giffoniff.it
infinita, adoro Checco è umile, umano, per niente presuntuoso”. Scherza continuamente Rocco, “gli attori sono un po’ come le prostitute, offrono divertimento a pagamento…” ma quando si tratta di descrivere l’atmosfera del Gff si fa serio: “Avevo tanto sentito parlare di
“Una Piccola Impresa Meridionale, il mio prossimo film da regista questo clima effervescente, c’è un’aria autentica e informale. E’ splendido essere qui”.
Editore Ente Autonomo Festival Internazionale del Cinema per Ragazzi Sede legale: Via Aldo Moro, 4 84095 Giffoni Valle Piana (SA) Presidente Carlo Andria Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero Giffoni Media Service S.r.l., Sede legale e Direzione commerciale: Via G. Fortunato, 5 - 84095 – Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 39 089866727 - email: info@giffonimediaservice.it - www.giffonimediaservice.it Resp.li del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Marco Cesaro, Pietro Rinaldi
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FINOCCHIARO, PRONTA PER “QUESTI FANTASMI” B
ellocchio, Ronconi, Tornatore, Crialese, questi alcuni dei grandi nomi con cui ha lavorato Donatella Finocchiaro, ospite ieri al Giffoni Film Fe s t i v a l . I m p e r v i o m a r i c c o d i soddisfazioni il percorso artistico dell’attrice catanese che, dopo aver conseguito una “sudata” laurea in giurisprudenza, ha abbandonato la toga per dedicarsi alla sua vera passione: la recitazione. “Tutto ciò che si fa nella vita non è mai tempo buttato”, ha precisato la bella attrice, “Non mi pento del mio percorso universitario. E’ vero, l’avvocato l’ho fatto per pochissimo tempo, ma non considero
Quando studiavo giurisprudenza avevo l’ansia da prestazione gli anni trascorsi sui libri come anni sprecati, tutt’altro. E poi l’ansia da prestazione che vivevo agli esami mi è servita, mi ha abituato a quella che vivo oggi ai provini”. E sulla vociferata presenza della pellicola Terra ferma di Emanuele Crialese aVenezia, la Finocchiaro risponde così: “Sembra che il film andrà al Festival, ma niente è ancora sicuro”. Nella pellicola l’attrice siciliana interpreta il ruolo di Giulietta la madre di Filippo, un ragazzino conteso tra il mondo antico e il mondo moderno: “Giulietta vorrebbe portare il figlio verso la modernità, lontano dall’isola in cui vive per fargli fare nuove esperienze”, ha spiegato la Finocchiaro,“Amo questo film. Avevo una gran voglia di lavorare con Emanuele e ho accettato di girare con lui la pellicola a scatola chiusa, senza neanche leggere il
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copione”. Donatella ha dato, poi, qualche piccola anticipazione su un’altra opera che la vedrà protagonista, Non lo so ancora di Fabiana Sargentini in cui recita al fianco di Giulio Brogi. “Il film è molto interessante:
Due film in uscita, e a settembre le riprese della commedia di Eduardo racconta una storia molto intima e di profonda amicizia tra due individui di generazioni diverse”. A settembre l’attrice catanese sarà impegnata con Massimo Ranieri per le riprese della commedia di Eduardo De Filippo Questi fantasmi.
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KONCHALOVSKIJ, UNA VITA TRA MUSICA E CINEMA
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opo un brillante passato nel mondo della musica è approdato a l d o r a t o m o n d o cinematografico imponendosi sulla scena mondiale. Stiamo parlando di Andrej Konchalovskij che è giunto ieri a Giffoni per incontrare la vivace curiosità dei giovani giurati. Stimolato dalle domande degli esperti cinefili giffoniani, il noto regista ha parlato della sua pellicola pluripremiata Zio Vanja del 1971: “Film come questo hanno bisogno di tanta pazienza da parte degli spettatori e non so se oggi la gente ha questa pazienza. Il pubblico giovane è abituato ad immagini diverse, come quelle di MTV: una diarrea di immagini senza senso. Siamo abituati a montaggi molto
rapidi e ad un cinema americano molto veloce. Oggi probabilmente non girerei il film in questo modo, utilizzerei un
linguaggio diverso”. Konchalovskij ha poi parlato del rapporto tra cinema e teatro: “Tra cinema e teatro c’è una grande differenza. Il teatro può essere apprezzato dai ciechi perché lì importanti sono le parole. Al cinema, invece, le storie sono raccontate attraverso le immagini, il linguaggio non è necessario”. Parlando poi più nello specifico del cinema, il regista ha dichiarato: “quando si guarda un film si utilizza il cuore non il cervello e così se un film è molto bello lo si può riguardare mille volte perché ogni volta si può scoprire in esso qualcosa di nuovo. I film commerciali, invece, li vedi una volta e poi basta. E’ questa la differenza tra l’arte e il commercio. Il commercio non si fonda sull’ispirazione ma sullo stimolo come quando sei al lunapark dove stai bene per pochi secondi perché sei in preda agli stimoli e poi ne esci fuori completamente vuoto. Se vedi l’arte, invece, esci fuori dal cinema con il
desiderio di restare in silenzio per dare il tempo alle emozioni di tornare al cervello”. Interessante è, infine, la definizione di artista fornita da Konchalovskij:“L’uomo è un angelo ma contemporaneamente è una merda e tocca all’artista riuscire a comprenderlo. Il vero artista è colui che cerca di capire ma fallisce. Ciò che più conta è essere curiosi e cercare di soddisfare la propria curiosità fallendo, perché senza fallimenti non ci sono vittorie. Spesso dei registi che fanno film di gran successo se ne perdono le tracce perché è difficile, se non impossibile, ripetersi. Non ci si può ripetere, occorre andare avanti, da un’altra parte. Oggi le star intelligenti sono tutte infelici perché devono fare sempre la stessa cosa, le cose benvolute. Poche sono le star che possono fare quello che vogliono. Oggi, ad esempio, Tom Cruise può fare solo Tom Cruise, Alberto Sordi, invece, poteva fare quello che gli pareva”.
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GENSINI, IL MIO SOGNO È SORRENTINO
Deliziosa e minuta, si è mescolata facilmente tra i giurati per ben due giorni, cercando di recepire discretamente le loro reazioni alle due pellicole con cui era presente sul grande schermo della Sala Truffaut. Niente arie da diva, neanche quando racconta di aver appena terminato a Praga le riprese di alcune puntate della celebre serie tv americana Missing, o quando ricorda la sua partecipazione nella pellicola di Ken Loach Tickets. Chiara Gensini è fatta così e se ne accorge subito anche il giovane pubblico del GFF dove ieri è stato proiettato in anteprima nazionale Almeno tu nell'universo, opera prima di Andrea Biglione (nelle sale italiane il 12 agosto) in cui la giovane attrice recita un ruolo molto particolare “Mi sono molto divertita ad interpretare la parte di Dafne ha raccontato la Gensini prima dell'anteprima un insegnante di ballo di cui il protagonista si invaghisce. Inizialmente il personaggio doveva essere di origini argentine, ma poi gli sceneggiatori e il regista, dopo aver deciso di affidarmi il ruolo, hanno pensato di cambiarle origine, in mio onore, chiedendomi di recitare in italiano con la cadenza greca, la lingua di mia madre”. Dopo un attimo di tristezza quando le viene chiesto proprio un commento sulla situazione nella penisola ellenica - “provo un dispiacere immenso, la Grecia è la mia seconda casa, ma sono certa che tutto si risolverà prestissimo” Chiara ha ripreso con la sua solarità a raccontare del film: “La fatica più grande per una pigra come me è stato dover prendere lezioni di tango, ma sono contenta del risultato, spero che anche i ragazzi che saranno in sala la penseranno così”. La sua grande umiltà le fa dimenticare che i giurati del GFF lei li ha già conquistati domenica,
quando aveva accompagnato la visione del film Oggetti Smarriti in concorso per la sezione +18. “un'esperienza inaspettata ha detto avevo già lavorato con il regista Giorgio Molteni e quando mi ha detto che pensava a me, alla mia fisicità per questo ruolo, mi ha inorgoglito molto. La sceneggiatura poi mi è piaciuta tantissimo e non ho avuto dubbi. Mi sono buttata nel personaggio di Sofia fidandomi in tutto e per tutto delle indicazioni di Giorgio. Un regista sensibile, capace come pochi di creare un ambiente tranquillo sul set, anche nelle scene di nudo che sono riuscita ad affrontare con grande serenità”. A colpirla di più di questo film, ha spiegato, “è la sua atmosfera surreale. Sofia, il personaggio che interpreto, è una sorta di allucinazione del protagonista. Sono sempre stata attratta dal cinema come mezzo e luogo per dare sfogo ad una espressività fuori dal proprio
ordinario. Ciò che mi affascina di questo lavoro è poter variare nella gestualità, poter dialogare in modi assolutamente diversi, alternativi al mio modo d'essere”. È quanto per esempio le è accaduto ne I Liceali 3, dove Chiara è una sfigata bruttina, quasi irriconoscibile, un ruolo a cui ha detto di essere molto legata, al pari della sua parte ne I mostri oggi e ne L'Ispettore Coliandro. E mentre ora si appresta a girare la nuova serie de Il Commissario Rex, cova due sogni nel cassetto: “Poter interpretare un film horror e lavorare con Paolo Sorrentino, un cineasta dalla qualità superiore”. Insieme alla mamma, che dopo una perplessità iniziale è diventata ormai la sua fan più accanita, da Giffoni sono tutti certi che, presto, li realizzerà entrambi.
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Ieri in concorso per le sezioni +13 e +16
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embra davvero di assistere a un piccolo miracolo quando il quattordicenne ragazzo arabo Ali e l'ottantaquattrenne ebreo russo Alexander decidono di trangugiare una bottiglia di vodka per brindare alla loro amicizia. E lo fanno dimenticando ogni tipo di avversione e pregiudizio, in barba alla rivalità storica e secolare delle loro rispettive razze e a tutte le catastrofi che questo annoso conflitto ha generato. “Kaddish for a Friend”, il debutto alla regia di Leo Khasin, è un racconto morale sulla possibilità di superare i divari tra culture diverse, una commedia che affronta anche temi politici ma senza fare la voce grossa. Il film denuncia quelli che possono essere gli effetti degenerativi di una visione rigida, distorta e retriva del senso del gruppo e della comunità. A questa eccessiva chiusura si lega il rapporto conflittuale di Ali con la figura paterna e con i suoi coetanei. Da questa solitudine scaturisce
il bisogno di affetto e di sostegno da parte di Ali, quella necessità che lo spingerà ad approfondire la conoscenza dell'altro da sé, anche se quest'ultimo è un rappresentante di una razza che la sua comunità dipinge come il nemico per eccellenza. E così il film diventa anche la storia dell'incontro tra un padre senza figlio e un figlio senza padre, e del loro percorso di reciproca rivelazione, di mutua conoscenza. Alexander e Ali si aprono gradualmente l'uno all'altro fino a colmare le loro relative mancanze. Il vecchio, ex insegnante, rivedrà nel ragazzo quel figlio perduto troppo presto e un nuovo allievo a cui spiegare la vita. Il giovane troverà nel
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capace di capire i suoi bisogni e di ascoltarlo senza giudicarlo. Si ritrova così in una chat dal nome Suicide Room (La stanza del suicidio), dove un gruppo di ragazzi che ha perso la voglia di vivere, si raduna per progettare un modo indolore di abbandonare il mondo anzitempo. Creare una realtà alternativa, virtuale, in cui rifugiarsi è conseguenza delle difficoltà che oggi le persone, specialmente i giovani, incontrano nel rintracciare u n a comunicazione autentica: una ricerca impegnativa che logora il cervello e finisce per allontanare sempre di più dal mondo reale, odiato e visto come scaturigine di sofferenza. Se poi ci si rifugia tra individui che vedono come unica soluzione quella di
embra impossibile, ma si può gridare al mondo il proprio disagio e non essere ascoltati. Il passaggio dall'adolescenza alla vita adulta è il momento più delicato nella vita di una persona. Dominik sta per diplomarsi, e i suoi genitori, ambiziosi e concentrati soltanto sul lavoro, credono che basti accontentare ogni bisogno materiale per riuscire a rendere felice il figlio. Quando Dominik si accorge di provare attrazione fisica per i ragazzi, improvvisamente si scontra con lo scetticismo dei genitori che lo accusano di aver scelto volontariamente la sua omosessualità e con la crudeltà dei suoi compagni di scuola che lo deridono pubblicando in rete materiale offensivo. In preda alla totale solitudine, Dominik sceglie internet come mondo per cercare qualcuno
veterano tutto ciò che non ha mai avuto: un vero padre, un maestro, un amico.Al di là di ogni differenza e di ogni insensata distinzione. E quando alla fine del film si
KADDISH FOR A FRIEND
SUICIDE ROOM
ascolta una preghiera ebraica recitata in coro da Ali insieme alla comunità israelita, tornano in mente le parole di Aristotele che Alexander ha insegnato al ragazzo: «L'uguaglianza e la somiglianza costituiscono l'amicizia» (“Etica Nicomachea”, LibroVIII). togliersi la vita, allora vuol dire che esiste un male che affligge la generazione odierna di giovani. Con il film “Suicide Room”, il regista Jan Komasa dimostra di non aver paura di criticare una generazione che gli appare, almeno in parte, priva di valori e di qualsiasi forma di rispetto, codarda. Codardi sono i compagni di scuola che scherniscono Dominik per la sua omosessualità; codardi sono gli amici della chat, che lo portano a suicidarsi, nonostante il ragazzo abbia ancora voglia di vivere, e lo lasciano solo, per restare fedeli a uno stile di vita adottato per moda, non certo per necessità. Ma la critica di Komasa che non ha paura di sperimentare e rischiare, soprattutto sul piano visivo non si ferma ai giovani: è globale. Il vero male risiede nell'uomo, troppo impegnato a realizzarsi, ad apparire, incapace di ascoltare lo straziante, disperato grido di un ragazzo che, in preda ai dolori più atroci, continua a cercare la madre per un ultimo abbraccio.
Gioielleria Cafaro Corso Vittorio Emanuele 15 84095 - Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 089868373
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Ieri in concorso per la sezione +18
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ra colpe presenti e passate, lancinanti riferimenti alla cronaca e fughe quasi subliminali nella fantasia, i cor tometraggi della sezione GENERATOR +18 tentano di comporre un mosaico della realtà mettendo in evidenza le contraddizioni di una società globalizzata ancora annichilita da differenze culturali e religiose.
DOUBLE Tu r b a m e n t i e ro t i c o - s e n t i m e n t a l i scandiscono le vicissitudini del protagonista di “Double Happy”, di Shahir Daud. Amante dei fuochi artificiali, il giovane Rory organizza una dimostrazione per fare colpo sulla coetanea Rebecca; ma quando la ragazza
JODY DELLE GIOSTRE
lo respinge, l'irrequieto adolescente dà sfogo alla sua frustrazione con il lancio punitivo di un razzo contro l'edicola di una immigrata, dimostrando come sia sottile il confine fra tolleranza ed eccessi violenti che, in modo inesorabile, si proiettano proprio sui più deboli. Cambiando latitudine, ha un'ambientazione poco esplorata dal cinema italiano quella dei
Luna Park itineranti “Jody delle giostre”, di Adriano Sforzi. Piccolo giostraio, il generoso Jody offre a un introverso compagno di scuola un esclusivo giro notturno sull'attrazione gestita d a l p a d re . I l f a n t a s t i c o girotondo dagli echi felliniani suggellerà l'amicizia tra i due ragazzi. Si fanno invece i conti con il solco scavato dai pregiudizi razziali nell'assorto “La colpa”, di Francesco Prisco. L'intervento di un avvocato (Gianmarco Tognazzi) in favore di un viaggiatore HAPPY islamico perquisito dalla polizia ferroviaria si rivelerà non così disinteressato, ma il bistrattato viaggiatore si prenderà una sottile rivincita mettendo a nudo l'ipocrisia del suo presunto soccorritore. Si concentra sui travagli amorosi della terza età “Cose naturali”, di Germano Maccioni, che esplora le pulsioni dell'anziano Roberto Herlitzka invaghito della prostituta Angela Baraldi. Accompagnato dal riverbero di una voce fuoricampo che scandisce gli ipnotici versi di Lucrezio, “Cose naturali” sonda i sussulti amorosi di una età proibitiva per i sentimenti, mettendoli a confronto con le contraddizioni di una società dove sembra che, da un certo punto in poi della vita, l'affetto e l'amore possano essere solo comprati, anche se il prezzo più alto da pagare è quello della disillusione .
LA COLPA Cortometraggio animato quasi rarefatto e dagli echi nostalgici, “Oh, Paris!”, di Oleksandr Shmygun, propone ancora uno sguardo sui travagli della senilità. Un'attempata viaggiatrice in partenza per Parigi si trova a fare un bilancio della sua
COSE NATURALI esistenza, fra polverosi ricordi e sogni a occhi aperti. Ma se il viaggio in treno sarà scandito dalle romantiche fantasticherie della protagonista, l'arrivo riserverà una triste sorpresa attenuata dal simbolico e liberatorio volo di un canarino: se il tempo scorre inesorabile per il corpo, l'immaginazione, a qualunque età, non può essere rinchiusa in una gabbia.
OH, PARIS!
Ristorante la divina commedia
Via S. Maria a Vico trav. Fortunato - Giffoni Valle Piana (SA) - Tel. 089866124
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GIFFONI ADOTTA IL DREAMFEST IN ROMANIA D
ream Fest, è questo il nome del Festival Internazionale del Cinema per ragazzi nato quest’anno a Slatina in Romania sotto l’egida del patron Gubitosi che, padrino di questa nuova iniziativa, si è recentemente recato nella terra rumena per dare un supporto umano, culturale e artistico alla kermesse. “Lì in Romania ho avuto modo di apprezzare il lavoro del managing director del Festival Cornel Diaconu e del suo straordinario staff”, ha precisato Claudio Gubitosi, presentando l’accordo di collaborazione nato con il sindaco di Saltina, Darius Valcolv, con cui il Giffoni Film Festival si è impegnato a dare il suo contributo per lo sviluppo e il potenziamento del Dream Fest. “L’ospitalità che ho ricevuto in Romania è stata davvero straordinaria” ha aggiunto, poi, il patron, “è stato bello portare in
quella città industriale, e non nota come Giffoni, l’esperienza del nostro Festival”. A settembre il patron del GFF tornerà in Romania per continuare a dare il suo contributo alla manifestazione e per incontrare alcuni giovani liceali aiutandoli nella selezione dei film da proporre nella kermesse. “Con l’aiuto di Claudio proverò ad adattare la magnifica esperienza di Giffoni alla realtà che c’è in Romania”, ha dichiarato entusiasta Diaconu. Presente alla conferenza anche Lavinia Sandru che, nella duplice veste di moglie del Sindaco Valcov e madrina del Dream Fest, ha affermato: “Sono felice di essere qui con voi. Mi piace molto questo Festival anche per la sua natura ecologista. Confido in una collaborazione lunga e proficua tra i nostri Festival. Spero ci seguiate sempre come se fossimo per voi un fratellino più piccolo”.
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GETTA IL CHEWING GUM NEL CESTINO DIGITALE C
he lo mastichi per avere un alito fresco o per scaricare la tensione, per avere denti puliti o per scacciare il senso di fame, il chewing gum va poi avvolto nella carta e gettato nel cestino, per fare bene a tutti, compreso l'ambiente. Per ricordare ai consumatori di avere cura dell'ambiente, da Perfetti Van Melle, la principale azienda italiana che produce chewing gum, è nata l'idea di Basket Gum, una nuova e divertente app su supporto Apple che attraverso un gioco insegna a incartare e buttare nel cestino il chewing gum. La app è compatibile con IPhone, IPad e
I Po d To u c h e d è s c a r i c a b i l e gratuitamente da app store digitando semplicemente nel search “basket gum”. Il gioco multimediale su diversi livelli è intuitivo e presuppone abilità e velocità per riuscire a superare ogni step: si comincia incartando il chewing gum e lanciandolo nel cestino entro un tempo stabilito. Basket Gum è un modo divertente per ricordare a tutti che in ogni luogo - a scuola, al parco o a casa - bastano due gesti: incartare e buttare in un cestino il proprio chewing gum per aiutare a mantenere il mondo più pulito.
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MARECHIARO FILM, IL PRANZO DI NATALE
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ra le molteplici nuove partnership illustrate in questi giorni, è stata annunciata anche la collaborazione tra il Giffoni Film Festival e la marechiarofilm per la realizzazione del progetto Il Pranzo di Natale 2011, Film Documentario Partecipato. Nato da un'idea di Antonietta De Lillo, il progetto già realizzato nel 2010 dalla casa di produzione e distribuzione (con la partecipazione di Blue Film - Home Movies Repubblica.it), si compone di un contest per cineasti professionisti e non invitati a confrontarsi con il tema, girando docufilm della durata massima di 15 minuti o inviando brevi riprese aventi ad oggetto ritualità natalizie. I materiali pervenuti selezionati vanno a comporre i tanti tasselli del film documentario
“partecipato” perché, appunto, realizzato attraverso i contributi filmati di registi professionisti, ma anche di aspiranti filmmakers e “persone comuni”, invitati attraverso il web a esprimersi su un tema
collettivo, quello appunto il pranzo di Natale - da sempre un rito collettivo che riguarda tutti e in cui generazioni e culture diverse si incontrano con cui poter comporre, attraverso i diversi sguardi dei
partecipanti, un affresco dell'Italia di oggi. Un'opera collettiva, punto d'incontro tra la capacità di diffusione della rete e il mondo del cinema, alla quale nel 2011 potranno prendere parte anche i giovani amici del Giffoni Experience. A partire dal prossimo settembre sarà possibile scaricare il bando per partecipare al docu-film 2011 sui siti di Giffoni Film Festival e marechiarofilm. I ragazzi avranno u n c o s t a n t e r ap p o r t o d i monitoraggio e accompagnamento sia sulla fase di realizzazione e montaggio che di post produzione dei loro lavori. I migliori filmati verranno presentati al Giffoni Experience 2012 e tutti i lavori dei ragazzi potranno far parte del film collettivo Il Pranzo di Natale.
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GNAMFEST, RINNOVATA LA PARTNERSHIP CON GIFFONI
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l Progetto GNAMFEST, giunto alla IX Edizione, rientra tra le azioni del Programma di Comunicazione ed Educazione Alimentare , varato dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania. Attraverso le attività poste in essere si intende perseguire l'obiettivo di sensibilizzare e informare un vasto pubblico, costituito per lo più da bambini e adolescenti, su: !ruolo dell'agricoltura e rilevanza delle
vengono poi replicate e implementate durante il successivo anno scolastico, attraverso i Movie Days. Quest'ultimi vedono ogni anno il coinvolgimento di circa 30.000 studenti e oltre 2.000 docenti scolastici, con attività ludiche, laboratoriali, degustazioni guidate e concorsi, sempre in tema di alimentazione di qualità e riscoperta del mondo rurale.
zone rurali !sana e corretta alimentazione, attraverso la valorizzazione della Dieta Mediterranea !conoscenza dei prodotti agroalimentari campani certificati !salvaguardia e tutela ambientale. Le azioni didattiche e interattive, attuate nel corso dell'annuale Festival del Cinema, destinate ai giovani componenti le giurie,
SERATA GNAM FEST Tra le attività programmate per la corrente edizione, particolare valenza assume la serata GNAM FEST, prevista per oggi dalle ore 21, presso il Giardino degli Aranci in GiffoniValle Piana. Il Giardino degli Aranci, infatti, è da sempre la sede riservata al teatro per ragazzi e anche quest'anno le porte del Giardino si aprono proprio all'educazione e alla
comunicazione alimentare. Nel corso della serata, destinata ad un pubblico di adolescenti, educatori e famiglie , verranno presentate e commentate alcune clip del Videobox 2010-2011, che vedono gli adolescenti esprimere liberamente il proprio rapporto con il cibo, e verrà dato adeguato spazio all'impegno dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania in materia di Educazione Alimentare e di Valorizzazione dei Territori. L'evento si concluderà con una interessante novità, costituita dallo spettacolo didattico di Burattini dal titolo Pulcinella e Felice Sciosciammocca, custodi del territorio.
Gioielleria Cafaro Corso Vittorio Emanuele 15 84095 - Giffoni Valle Piana (SA) Tel. 089868373
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I mille colori di Giffoni
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I mille colori di Giffoni
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Musica
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HOOVERPHONIC, GRAN FINALE
l passato. E' il 1996 quando gli Hooverphonic inondano le frequenze radio del Belgio con il loro album A New Stereophonic Sound Spectacular . Nello stesso anno il regista Bernardo Bertolucci inserisce nella colonna sonora del suo film "Io Ballo da Sola” (Stealing Beauty)" la canzone 2 Wicky. E' l'inizio di quella che sarebbe diventata la storia di un successo internazionale, alla quale ogni nuovo lavoro della band aggiunge un capitolo. Nel 2006 gli Hooverphonic celebrano il loro decimo anniversario con un album di “best of” intitolato Singles 96 06; in quel periodo le vendite del CD superano il milione di copie. Un anno dopo l'uscita del loro settimo album, The President of the LSD Golf Club (2007), certamente il più sperimentale della band, la vocalist Geike Arnaert decide di lasciare il gruppo per dedicarsi alla carriera di solista. Alex Collier e Raymond Geerts, colonne portanti della band, si mettono alla ricerca di una nuova cantante.
Parte 1: la ricerca 'Band che ama il divertimento a volte anche responsabile a cui piace ridere che vive per comporre alla ricerca della taglia 36 per brani sensuali, dischi sexy, idem per i live show non sono tollerati momenti di noia e musica tediosa'. Più o meno questo sarebbe potuto essere il tono degli annunci di ricerca di una nuova cantante quasi fosse l'adattamento di una scena presa da Mad Men, una delle serie preferite di Alex Callier e Raymond Geerts. In realtà il testo, diffuso attraverso i media, suonava un po' più prosaico; il duo riceve più di mille risposte all'annuncio, da tutto il mondo. America, Belgio (Fiandre e Vallonia comprese), Inghilterra, Israele, Kenya, Polonia, Russia… la lista di nazioni da cui provengono le domande, sia da parte di candidati maschili sia femminili,
assomiglia ad un atlante mondiale. Delle circa 30 figure che passano la prima selezione solo una risponde alle caratteristiche richieste: Noémie Maria Alexis Ghislaine Wolfs... abbreviata a Noémie Wolfs.
Parte 2: l'ingresso di Noémie Wolfs Nata e cresciuta in un piccolo e tranquillo paesino in Belgio chiamato Scherpenheuvel-Zichem, è tutto tranne che la tipica ragazza della porta accanto.
Ventiduenne, alta 1,77m, slanciata, bel portamento, capelli castani e occhi verdi, sa esattamente ciò che vuole. Dichiara apertamente di non possedere alcun background musicale sebbene un tempo cantasse a scuola in una band improvvisata. Non ha mai preso lezioni di canto…. Ma è qualcosa che le viene naturale. Il diploma in Arti Grafiche alla Gent Academy è un compromesso tra il sogno e la realtà. Risponde all'annuncio degli Hooverphonic inviando un demo contenente quattro brani registrati al Wim Claes's Close Studio. Niente cover banali di Celine Dion ma classici del rock come Lovin' You di Minnie Riperton's e The Game of Love dei Santana. Alex Callier e Raymond Geerts la convocano subito per una audizione e dopo la
sessione lasciano decadere il tutto per qualche mese. La incontrano nuovamente in occasione del Musicans' Day ed è allora che decidono che Noémie è colei che avevano sempre cercato.
Parte 3:The Night Before Presa la decisione, la band inizia a registrare in studio il nuovo album. Lo scopo è semplice: ritornare alle origini degli Hooverphonic. Il materiale non manca e ci sono anche alcune vecchie canzoni che non sono mai state ultimate in modo soddisfacente. Ora, con la nuova c a n t a n t e , ve n go n o ve l o c e m e n t e completate e mixate (Anger Never Dies, Danger Zone. Ci sono anche molti brani nuovi; alcuni avevano già iniziato a prendere forma quando Collier e Geerts improvvisavano insieme (il brano che dà il titolo all'album The Night Before, How Can You Sleep e One, Two, Three). Altri hanno origine da un seminario di compositori tenutosi in Norvegia (Hear tbroken, George's Cafe e Norwegian Stars). Identical Twin è un ulteriore risultato della fruttuosa collaborazione tra Callier e Cathy Denis, che aveva precedentemente dato il suo contributo a brani quali Jackie Cane (2001) e The Last Thing I Need Is You (2003).Le fonti d'ispirazione sono ambiziose come sempre: le ricche orchestrazioni che si ascoltano in The Night Bifore riecheggiano il meglio di Burt Bacharach, Ennio Morricone e John Barry, sebbene inequivocabilmente nello stile degli Hooverphonic. L'album è stato registrato per la maggior parte a casa di Alex Callier e completato nei famosi studi ICP di Bruxelles. E' stato Raymond Geerts ad insistere per far produrre e anche mixare l'album a Callier: lasciamo agli intenditori il giudizio finale anche se la band va al di là delle aspettative.
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