Life People Febbraio 2008

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LIFE PEOPLE

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N. 6 - FEBBRAIO 2008 - € 3,00

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ATTUALITA’: Politica italiana, oltre la vergogna INCHIESTE: Donne-soldato, abusi sotto la mimetica ESTERI: Obama - Hillary, una poltrona per due BIOGRAFIE: Nicolas Cage Talento e tormento sotto la Coppola MISTERI: Le linee di Nazca LIFE STYLE: Nuove tendenze, New York il marketing scopre le mutande

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LIFE PEOPLE ATTUALITà

Politica italiana, oltre la vergogna

INCHIESTE Donne-soldato, gli abusi sotto la mimetica

Economia Il Sole24ore brillerà anche in borsa?

ESTERI Obama-Hillary, una poltrona per due

biografie Nicolas Cage, talento e tormento sotto la Coppola

moda L’uomo Richmond 2008

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index

febbraio 2008

24 31 35

Life style Nuove tendenze, New York il marketing scopre …le mutande

media & hi-tech

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www.virtuy.it, il futuro dell’e-commerce

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Tlc mobile, la telefonia mobile diventa virtuale

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Kindle, l’e-book formato Amazon

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MISTERI Le linee di Nazca

il mondo di alan I nuovi talenti

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motori Granturismo, non si vive di sola F1

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design Il sapore si fa bello

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viaggi Cipro, al mare con Afrodite

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cinema Rambo, la marcia degli zombie continua

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Life People - 9


Direttore Editoriale Giacomo Bertulli Per dialogare con l’editore contattalo all’indirizzo Messenger: giacomo.bertulli@libero.it Direttore Responsabile Francesco Sabbatucci Direttore Responsabile Progetto grafico dott. Gianni Gulletta Direttore Impaginazione redazionali dott. Gianni Gulletta

Life People Marketing Il Team di Life People è formato da consulenti specializzati nello sviluppo di piani di marketing strategico, operativo e webmarketing, per aziende ed attività commerciali medio-piccole.

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Giornalisti Federico Sperindei Giovanni Zerba Matteo Garofoli Alan Parker (www.myspace.com/alanparker28) Consulenze legali rivista Life People Studio del dott. Matteo Andreoni Studio fotografico d’appoggio Studio Uno Fano via IV Novembre - tel 0721 827343 Fotografi collaboratori Massimo Burgè (servizi esterni cinema - Roma) Alessandro De Pace (servizi moda - Milano)

Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n°546 del 18/12/2007 Marchio protetto d Copyright



Attualità

Politica italiana, oltre la vergogna by Federico Sperindei

C

i risiamo. A quindici anni da Tangentopoli, e a poche settimane da Mastellopoli, la parola chiave della Seconda Reppublica Italiana sembra definitivamente una: ostaggio. E’ questo il terribile leitmotiv dell’alternanza tra le forze di Berlusconi e quelle del centro-sinistra. Il primo governo del Cavaliere, nel 94/95, visse la sua breve esperienza come ostaggio di Umberto Bossi, deciso a concedere all’alleato la libertà di governare solo in cambio di opportuno riscatto federalista (lo stesso Bossi che, lo ricordiamo, era stato il più feroce nel condannare la discesa politica di Silvio accusandolo di rapporti con la mafia, salvo poi stringervi un’alleanza). Il primo Governo Prodi (96/98) non fu da meno e capitolò quando non soddisfò più le richieste del sequestratore di turno, Rifondazione Comunista. Dopo la parentesi Amato-D’Alema, Berlusconi tornò al potere e, forte di numeri che stavolta lo mettevano al riparo da eventuali ricatti degli alleati, invertì i termini della questione senza tuttavia modificarne l’essenza. Stavolta è stato lui stesso, lentamente, a prendere in ostaggio i suoi alleati: ostaggi dai mezzi mediatici del premier, forse persino della sua forza economica. Da anni, i vari Fini, Casini e Bossi sono posseduti dal desiderio di liberarsi del Cavaliere, ma si trattengono dal farlo, mordendosi le guance, perché sanno di non poter vincere senza di lui, inteso come persona ancor prima che come leader di Forza Italia: le ragioni di questa dipendenza hanno poco a che fare con programmi di partito o orientamenti politici e generano piuttosto un super-potenza del Berlusconi individuo, che ci legittima, ancora una volta, a parlare di potere di ricatto (nei confronti degli altri partiti di centro-destra). L’ultimo episodio, infine, è attualità pura: il secondo Governo Prodi ostaggio e vittima del partitino di Mastella, personaggio che molti hanno assunto a simbolo, giusto o no che sia, della decadenza della classe politica italiana. Life People 12


Sorvolando sulla questione di sistemi elettorali che consentono a soggetti minori di ricattare le grandi forze, l’esatto contra-

rio del concetto di democrazia. Siamo al punto: i giochi di potere della classe politica moderna, anche quando legalmente consentiti e attuati all’interno del Parlamento, non rispecchiano la forma della democrazia. Assomigliano piuttosto a Sarabanda di Enrico Papi, o all’Isola dei famosi, dove i personaggi più strampalati e aggressivi finiscono per guidare il gioco, se non per vincere almeno per determinare il nome del vincitore. La vera domanda, però, è un’altra: di chi è la colpa? Del divetto che minaccia violenza in diretta o dello spettatore che continua a guardarlo divertito, anziché spaccare il televisore e uscire di casa? I fenomeni da baraccone sono sempre esistiti, solo che un tempo non si dava loro la patente di leader della società. Tornando al discorso centrale, dovremmo quindi chiederci se certi fenomeni politici di bassa lega non siano il prodotto, in primis, di una cittadinanza che non è più capace di indignarsi e ribellarsi, che accetta da spettatrice passiva i giochi delle parti in Parlamento, osservando il Bossi o il Mastella di turno che indirizza con i propri capricci il destino del paese. Al contrario, gran parte dell’elettorato italiano sembra ormai compiere le sue scelte valutando proprio la capacità di uno schieramento di barcamenarsi tra alleanze avventurose e ricatti di vario genere, anziché giudicarne idee e progetti. Nel ’96, si vota centro-sinistra perché Berlusconi non ha saputo gestire l’alleanza con Bossi, nel 2001 si vota centro-destra perché Prodi non è riuscito ad amministrare Bertinotti, e così via, in una logica dell’alternanza dal profilo patologico. Cosa sarebbe avvenuto, invece, in un paese con vera coscienza democratica? Semplicemente, non si sarebbe permesso che un Calderoli, una Mussolini e forse persino un Mastella entrassero a far parte di una coalizione destinata a governare il paese, lo si sarebbe impedito a colpi di manifestazioni e proteste. In Italia niente. Si assiste e ci si adegua. I politici tralasciano l’essenza democratica perché sanno che l’elettorato stesso, il popolo, il demos, è pronto a tralasciarla. Da qui, il passo è breve verso fenomeni di degrado che acquistano connotati ancora più grotteschi, in un certo senso folkloristici: il conflitto d’interessi mai risolto di Berlusconi, l’aereo di stato usato da Mastella per recarsi al Gran Premio di Monza, la «pulizia etnica contro i culattoni» invocata da Gentilini a Treviso, la presunta scalata alle banche di Fassino e company, la presenza di ex-carcerati all’interno dell’uno o l’altro schieramento, le figure ridicole ai meeting europei, le campagne elettorali condotte a parolacce e le ormai famigerate risse in Parlamento. Soprattutto, il passo è breve verso la possibilità di accettare tra le guide del paese personaggi indagati per reati mafiosi o corruzione, peraltro sistematicamente restii ad accettare il corso della giustizia nei loro confronti. Senza dover riesumare le mille

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vicissitudini berlusconiane, proprio il caso-Mastella è terribilmente emblematico in questo senso. Un ministro indagato su presunti reati di concussione in ambito sanitario, anziché preoccuparsi di difendere (come suo diritto) la propria posizione davanti ai cittadini che l’hanno votato, reagisce attaccando la magistratura (senza sostenere la propria accusa con alcun fatto concreto) e mandando a gambe all’aria un

governo che, se anche avesse l’illegittima possibilità di condizionare i magistrati, non avrebbe alcun motivo evidente per farlo in modo tanto autolesionista, contro un suo stesso ministro. Scusateci, ma non capiamo. Ci sfugge il filo logico, ci sfugge tutto. E ci sfugge, tra le altre cose, come la cittadinanza possa reagire mettendosi davanti alla tv a contare i voti del Senato quasi si trattasse dell’assegnazione del Pallone d’Oro, anziché impugnando l’iniziativa contro l’ennesimo, squallido gioco delle parti e degli interessi personali. Il concetto è abbastanza elementare: criminali, furbi e arrampicatori sono esistiti sempre e dovunque (in Italia un po’ di più? Forse), l’obiettivo principale di questa tipologia di personaggi è acquisire una posizione di potere/vantaggio ed è abbastanza naturale, di conseguenza, trovarli alle prese con un tentativo di carriera politica. Ma non è questo il vero problema. Il vero problema è che altrove, o in altri periodi storici, non si sarebbe concesso a tali individui di oltrepassare certi limiti. Arrivati a un Life People 14

certo punto, essi sarebbero stati distrutti senza possibilità d’appello dall’opinione pubblica, rendendo svantaggiosa anziché utile, per qualsiasi schieramento, un’ipotetica alleanza con loro. Qui ed ora, invece, si tollera a oltranza, o addirittura si assiste con perverso piacere a questa sorta di calcio-mercato politico, pronto ad accettare o riabilitare chiunque, qualunque cosa. Manca la reazione che, per quanto scoordinata e confusa, ci fu dopo Tangentopoli. Concludendo: la decadenza della classe politica italiana è direttamente proporzionale alla decadenza delle capacità critiche dell’opinione pubblica. Restano da individuare le cause di quest’ultimo fattore e, a costo di apparire banali, non possiamo che puntare il dito sull’unico elemento davvero decisivo: la televisione. Siamo il paese civilizzato che va meno al cinema, che legge meno libri e meno giornali. Fra talk-show e tribune politiche, la tv propone e legittima proprio il modello di gestione della cosa pubblica basato sul culto del personaggio e sul meccanismo del duello, che stanno alla base della politica degli ostaggi. La tv esalta il conflitto che ammette ogni mezzo e ogni individuo, che antepone una spettacolarità quasi calcistica all’esposizione delle idee.


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Inchieste

Donne-soldato, gli abusi sotto la mimetica by Daniele Galvani

S

uzanne S. ha 21 anni. È una ragazza forte, positiva e molto intelligente. Per il suo viaggio alcune cose sono state già spedite, libri, dvd, il suo cuscino rosa, il suo pacchetto di semi di girasole. È il febbraio 2005 e lei è una delle tante donne-soldato impegnate nelle missioni U.S. Army. Ma i giorni appena passati sono stati un inferno: è stata estremamente ansiosa, irritabile, aveva incubi, si è ubriacata pesantemente. Fra tutti i 130 soldati reclutati per la missione, l’unica a mancare è proprio Suzanne. Se ne va da un’amica, cambia numero di cellulare e decide di non usare nessuna carta di credito ma solo soldi in contanti per non essere rintracciata. Passa più di un anno prima che Suzanne pensi di tornare a casa, ad aprile 2006. 2 mesi dopo, nella notte dell’11 giugno viene arrestata nel soggiorno della madre per essere diventata un’ “assente senza permesso” La sua non era pazzia. Il suo era un fantasma violento che la svegliava ogni notte e con Life People 16


il quale non voleva più avere a che fare. Di fronte agli investigatori la Swift cede e racconta. Parla di abusi sessuali di cui è stata vittima da parte di tre dei suoi supervisori durante la propria carriera militare: le violenze sono cominciate durante la guerra in Kuwait, proseguite durante la guerra in Iraq. Parla di stress post-traumatico, forte depressione, incubi e disturbi della memoria. Non bastavano le 16 ore al giorno di lavoro e la morte dei colleghi e amici nei campi militari. Si sono aggiunti 4 lenti e inesorabili mesi di richieste di prestazioni sessuali da parte dei suoi superiori e poi alla fine la decisione di ribellarsi alla violenza.

Una decisione che non l’ha certo aiutata a migliorare la situazione: obbligo di marce notturne da una parte all’altra del campo militare, umiliazioni di fronte ai colleghi maschi fare rapporto in tenuta da combattimento ogni ora e terrore paralizzante di ricevere richieste ancora più umilianti. Dal giorno del “NO” di Suzanne i rapporti negativi sul soldato Swift cominciarono a fioccare.Tristemente non parliamo di un caso isolato. Suzanne è l’emblema di tutte le soldatesse che hanno denunciato abusi simili nelle aree di guerra. Nel 2003 sono stati 88 i casi di aggressioni sessuali denunciati dalle soldatesse: 80 nell’esercito,

7 nell’aeronautica e uno nei marines. Denunce totalmente ignorate. Sembrerebbe un numero esiguo considerate le forze in campo, ma le indagini del Pentagono mostrano che i casi che coinvolgono le forze Usa in Iraq nel solo 2003 salgono a 500 e gli ufficiali ascoltati in procedura di segretezza ammettono che il problema e’ più vasto e reso maggiormente complicato dallo scenario di guerra. “E’ molto piu’ comune di quanto la gente pensi” dice Colleen Mussolino, fondatrice del gruppo Donne veterane d’America, “Ci sono, letteralmente, migliaia di donne che hanno sperimentato vicende simili”. “La presunzione e’ che Life People 17


il subordinato debba prenderlo come un ordine, e temere castighi se si nega”, spiega Manning, capitana della marina militare in pensione, “Più giovane e’ il subordinato, più e’ difficile che si rifiuti, nel timore delle conseguenze”. Gli abusi sessuali nell’esercito americano non sono certo riconducibili solo all’ultima guerra. Una ricerca condotta dal Department of veterans affairs, relativa alle truppe impegnate nella prima guerra del Golfo (1991) ha reso noto che il 7 per cento delle soldatesse intervistate erano state vittima di aggressioni sessuali, mentre il 30 per cento aveva subito molestie sessuali «sotto la minaccia della forza». E il 37 per cento delle donne militari stuprate hanno subito violenze sessuali più di una volta. Per di più, secondo la Miles foundation, un’associazione che offre assistenza alle vittime di violenze nelle forze armate o negli ambienti militari, i quattro quinti delle veterane violentate non lo hanno denunciato ai loro ufficiali, un po’ perché non sapevano come fare e un po’ perché credevano che lo stupro fosse da mettere in conto come inevitabile negli ambienti militari. Infine, tra i dati che illustrano la violenza presente nei ranghi militari, soprattutto in teatri di guerra, sono i traumi sessuali quelli che fanno il maggior numero di vittime: oltre 22.000 maschi e 19.000 femmine sono stati trattati dagli appositi centri. Suzanne ora rischia la Corte Marziale, la corte che giudica i membri delle forze armate per violazioni del diritto militare. Nonostante sia una detenuta, l’esercito le sta facendo svolgere un completo orario di lavoro e in 102 giorni le e’ stato concesso di vedere lo psicologo che l’ha in cura soltanto per sei volte. Anche se non si ha quasi mai il coraggio di dirlo apertamente, quando una donna decide di intraprendere la carriera militare, ci si aspetta sempre che sappia a cosa vada incontro: andare in guerra non è uno scherzo, e andarci volontariamente dovrebbe valere doppio, in termini di consapevolezza, di quel che può accadere. Ma qui siamo oltre: la violenza sessuale non rientra nel ventaglio dei rischi previsti, non può rientrare in nessun contesto come rischio possibile. Ma la triste realtà è che ogni fantasia, per quanto assurda, viene superata dal quotidiano e ansimante respiro del militarismo mentale, dove, per quanto non se ne parli, la violenza sessuale è diventata oggi ciò che il nonnismo è stato fino a ieri: un’arma. Life People 18


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Economia

brillerà anche in borsa? by Giovanni Zerba

I

po si, ipo no. Questo è il dilemma. Molte aziende italiane hanno pensato di entrare in borsa fra la fine del 2007 e l’inizio del 2008. La quotazione in borsa, spesso inevitabile per l’eccessivo indebitamento, può portare spesso spiacevoli sorprese, soprattutto in periodi come questo in cui la congiuntura economica sta entrando in una fase negativa rendendo difficile l’approdo a Piazza Affari. Molte società, come la Fri-El (settore energetico), hanno congelato la quotazione, ma ci sono state anche imprese più coraggiose. Fra queste il gruppo editoriale Il Sole 24 Ore, controllato dalla Confindustria e proprietario del principale quotidiano economico italiano, che ha invece varcato i portoni della Borsa milanese. Il gruppo ha un ruolo di primo piano nell’editoria italiana e possiede, oltre a un quotidiano economico con oltre 1,2 milioni di lettori, l’Agenzia di stampa 24 Ore Radiocor, Radio 24, una tv satellitare, la concessionaria pubblicitaria 24 Ore System ed una collana specializzata nell’editoria professionale attraverso libri, riviste, banche dati, corsi di formazione e software gestionali. Il debutto è avvenuto nei primi giorni di dicembre ma, a distanza di due mesi, ha perso oltre il 30% del suo valore. Il Sole 24 Ore è stata l’ultima matricola del 2007 in Piazza Affari, portandosi sul mercato a un prezzo di 5,75

euro per azione, il minimo della forchetta indicativa che, per le banche d’affari che hanno curato la quotazione (Mediobanca, Ubs e Morgan Stanley), era compreso fra 5,75 euro e 7,20 euro. Oggi il titolo viaggia intorno a 3,50 euro. Il percorso per l’approdo in Borsa è stato però lungo. Dall’inizio del collocamento, iniziato il 19 novembre scorso, ci sono state richieste, nelle due settimane che hanno preceduto l’ingresso in borsa, pari a 1,5 volte l’offerta. Circa 27 mila risparmiatori hanno prenotato i titoli dell’editore, per un totale di 24,8 milioni di titoli (21,9 milioni assegnati), mentre sul versante degli istituzionali sono arrivate richieste da 47 investitori professionali (di cui 16 italiani e 31 internazionali) per un totale di 22,9 milioni di azioni (18,3 milioni assegnati). Sul mercato è andato il 30% della società. L’azionista Confindustria non ha però venduto azioni proprie ma ha effettuato un aumento di capitale che è stato messo sul mercato e che ha portato così la capitalizzazione del Sole 24 Ore a cifre che si aggirano intorno ai 749 milioni di euro. Quello del Sole 24 Ore è stato uno dei debutti più amari del 2007. Il titolo ha pagato una congiuntura negativa ed una situazione macroeconoLife People 21


mica che ha penalizzato notevolmente i titoli editoriali negli ultimi mesi. Altri gruppi quotati come Mediaset, Caltagirone, L’Espresso o Class hanno avuto sofferenze. L’andamento non ha comunque preoccupato il Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo che, in merito alla quotazione del gruppo, si è detto fiducioso sul titolo nel medio-lungo periodo. Un management ottimista quello del Sole 24 Ore che ha dalla sua i numeri: cresce il fatturato, l’area new media con il portale ha quasi raddoppiato la raccolta pubblicitaria e buone notizie arrivano anche dal settore radiofonico, dove Radio 24 ha superato la soglia dei 2 milioni di ascoltatori giornalieri. L’azienda

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ha ora sufficiente liquidità per crescere ed espandersi, anche e soprattutto all’estero, potenziando i suoi prodotti o conquistando nuovi brand. Sono in arrivo joint-venture per l’area professional, dove il mercato è sempre stabile ed il gruppo ha una posizione di leadership, ma molta attenzione è concentrata anche sul multimediale. Fra le novità più interessanti dell’editore di Viale dell’Astronomia la versione in Inglese del quotidiano, importante per affermare la presenza del giornale in Europa dove può vantare una delle più alte diffusioni.



Esteri

OBAMA-HILLARY, UNA N onostante la resistenza repubblicana le presidenziali americane di quest’anno appaiono sempre di più essere una faccenda interna al partito democratico. Da una parte Barak Obama, primo candidato di colore della storia in corsa per la casa bianca,dall’altra quella Hillary che pur avendo un cognome antecedente a quello ereditato dal marito nel momento del matrimonio tutti ormai conoscono come Clinton: Hillary Clinton appunto, che, a distanza di qualche anno dalle incresciose vicende “Lewinskiane” , alla stanza ovale vorrebbe tornarci da protagonista.E rigorosamente SOPRA la scrivania. In una fase così delicata per il futuro politico della più grande potenza occidentale “Life

People” ha deciso di approfondire i profili dei due candidati più papabili del dopo Bush. E di raccontarveli. Barack Hussein Obama Jr. nasce a Honolulu (Hawaii, USA) il 4 agosto 1961. Il padre, keniota agnostico ed ex pastore, emigrato negli Stati Uniti per studiare conosce la studentessa Ann Dunham (di Wichita, Kansas); la coppia frequenta ancora l’università quando il piccolo Barack nasce. Nel 1963 i genitori si separano; il padre si trasferisce ad Harvard per completare gli studi, poi fa ritorno in Kenya. Rivedrà il figlio solo in un’occasione; morirà nel suo paese natale nel 1982. Viene cresciuto inizialmente dai nonni materni e poi dalla madre che li raggiunge. Dopo il liceo studia all’ “Occidental College” prima di spostarsi al “Columbia College” della Columbia University. Qui consegue una laurea in scienze politiche con una specializzazione in relazioni internazionali. Inizia quindi a lavorare per la “Business International Corporation” (poi diverrà parte del “The Economist Group”), agenzia fornitrice di notizie economiche di carattere internazionale. Obama si trasferisce in seguito a Chicago per dirigere un progetto no-profit che assiste le chiese locali nell’organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side. Lascia Chicago nel 1988 per andare ad Harvard, per tre anni, dove approfondisce gli studi di giurisprudenza. Nel febbraio 1990 è il primo afroamericano presidente della celebre rivista “Harvard Law Review”. Nel 1989 conosce Michelle Robinson, avvocato associato nello studio dove Obama sta facendo uno stage estivo. Ottiene il dottorato magna cum Life People 24


A POLTRONA PER DUE

laude nel 1991 e l’anno seguente sposa Michelle. Tornato a Chicago dirige il movimento “voter registration drive”, per far registrare al voto quanti più elettori possibili. Diviene avvocato associato dello studio legale Miner, Barnhill & Galland e lavora per difendere organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto. Nel 1995 scrive un libro dal titolo “Dreams from My Father”, in cui descrive l’esperienza di crescere con la famiglia della madre, famiglia bianca, di ceto medio. La madre morirà solo poco tempo dopo la pubblicazione del libro. Intanto nel 1993 inizia a insegnare Diritto costituzionale presso la Scuola di legge dell’Univerisità di Chicago, attività che porta avanti fino al 2004 quando si candida per il Partito Democratico e viene eletto al Senato federale. Sin dal suo discorso inaugurale riceve una vasta notorietà a livello nazionale. E’ l’unico senatore afroamericano quando, a Springfield, capitale dell’Illinois, il 10 febbraio 2007 annuncia ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008. Membro del suo stesso partito e anche lei in corsa per la Casa Bianca è Hillary Clinton, moglie dell’ex Presidente USA. Hillary Diane Rodham nasce a Chicago (Illinois) il 26 ottobre 1947. Cresce a Park Ridge, Illinois, in una famiglia metodista: il padre, Hugh Ellsworth Rodham, è figlio di immigrati inglesi e dirigente di un’industria tessile a Scranton (Pennsylvania), mentre la madre, Dorothy Emma How-


ell Rodham, è “semplicemente” casalinga. Hugh e Tony sono i suoi fratelli minori. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza impegnata in diverse attività della chiesa e presso la scuola di Park Ridge. Pratica diversi sport ottenendo alcuni riconoscimenti per le sue attività in alcune organizzazioni femminili di scout. Frequenta la Maine East High School dove ricopre il ruolo di presidente di classe, membro del consiglio degli studenti e membro della National Honor Society. Consegue poi il diploma presso la Maine South High School, ricevendo durante il suo ultimo anno il primo premio in scienze sociali. Cresciuta in una famiglia di stampo conservatore, ha occasione di lavorare in qualità di volontaria per il candidato repubblicano Barry Goldwater nella campagna presidenziale del 1964. Nel 1965 entra al Wellesley College, divenendo presto attiva in politica. Negli anni successivi viene a sapere della morte di Martin Luther King (4 aprile 1968), profonda è la tristezza della giovane Hillary per la scomparsa di quel grande personaggio del secolo contemporaneo che lei stessa aveva avuto modo di conoscere di persona Life People 26

sei anni prima. Frequenta poi la facoltà di Legge all’università di Yale. Il suo interesse in questi anni si focalizza sui diritti dei bambini e della famiglia, argomento che porterà avanti con passione e dedizione negli anni, anche durante la sua carriera di avvocato e personaggio politico. Dopo la laurea entra nello staff di avvocati del “Children’s Defense Fund” americano. Entra poi nel gruppo di avvocati (è una delle due sole donne che compongono lo staff) della “House Judiciary Committee”, l’organismo preposto al giudizio dell’impeachment di Richard Nixon per lo scandalo Watergate. La carriera di avvocato prosegue: rifiuta le offerte di grandi studi decidendo di seguire il cuore, rapito da un uomo dell’Arkansas che risponde al nome di Bill Clinton. Si trasferisce quindi in Arkansas dove i due si uniscono in matrimonio nel 1975: cinque anni dopo nasce la figlia Chelsea. Nel frattempo l’attività di Hillary è volta a fornire aiuti legali per gli abusi sui minori. Organizza e crea il gruppo “Arkansas Advocates for Children and Families”. Porta avanti questa attività anche quando il marito viene eletto Governatore dello stato. Negli anni seguenti il suo nome entra nell’elenco dei 100 avvocati più influenti d’America. Bill Clinton viene eletto Presidente degli Stati Uniti nel 1992: il ruolo di First Lady di Hillary durerà per due legislature, fino al 2001. In questi anni viaggia per il globo insieme al marito ma anche sola, per parlare e denunciare le condizioni di degrado e abuso delle donne, sostenendo il nobile principio che i diritti delle donne sono diritti dell’intero genere umano. L’attività politica di Hillary continua, in ascesa, fino al 2000, quando viene eletta al Senato tra le file del Partito Democratico. Senza abbandonare i temi sociali a lei cari, si è trovata protagonista nell’affrontare i fatti seguiti agli atti terroristici dell’11 settembre 2001. Appoggiata e sostenuta dal marito, oltre che da decine di milioni di cittadini in tutto il paese, Hillary Rodham Clinton ha preso una decisione importante per il suo futuro e per quello degli USA, annunciando all’inizio del 2007 la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti per le elezioni del 2008.


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Biografie

Nicolas Cage

Talento e tormento sotto la Coppola

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iglio d’arte, anzi, nipote. Nato il 7 gennaio 1964 a Long Beach, California, Nicolas Cage è uno degli attori più affermati del panorama hollywoodiano grazie alla sua duttilità che gli ha permesso di ottenere notevole successo sia con ruoli d’azione, brillanti e divertenti, sia con interpretazioni prettamente drammatiche. Nipote del noto regista Francis Ford Coppola è figlio di August Coppola, professore di letteratura, e di Joy Vogelsang, coreografa. Con il

cognome che lo riconduce fatalmente allo zio regista è facile pensare che Nicholas Kim Coppola - questo il suo nome all’anagrafe - abbia avuto la strada spianata, e forse così è stato, ma la sua storia dimostra che il vero talento si mantiene nel tempo e si costruisce passo dopo passo. A soli sei anni deve affrontare la grave depressione che colpisce la madre e che la porterà ad essere ricoverata in un ospedale psichiatrico. A dodici anni dopo il divorzio dei genitori viene affidato

al padre. Ha quindici anni quando inizia a frequentare l’American “Conservatory Theatre” di San Francisco. Esordisce subito sul palcoscenico e nel 1981 è la volta della televisione con il telefilm “Best of times”. L’anno seguente, ancora con il nome Coppola, affronta il grande schermo con il film “Fuori di testa” di Any Heckerling. Durante queste prime esperienze Nicolas

non ha mai smesso di lavorare al “Fairfax Theater” come venditore di pop corn. A diciotto anni cambia il suo cognome in Cage in onore sia di Luke Cage, noto personaggio dei fumetti Marvel, sia di John Cage, musicista d’avanguardia. Il suo vero esordio arriva grazie allo zio Francis Ford Coppola con “Rusty il selvaggio” (1983) seguito da “Cotton Life People 31


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club” (con Richard Gere) e dal bellissimo “Birdy - Le ali della libertà” (1984) con Matthew Modine e diretto da Alan Parker. D’ora in avanti tutto diventa più facile: è tra i protagonisti di “Peggy Sue si è sposata”, “Arizona junior”, il pluripremiato “Stregata dalla luna” e “Cuore selvaggio” (1990) del maestro David Lynch. La vita sentimentale di Nicolas Cage è particolarmente movimentata: ha un figlio, Weston, dall’attrice Kristina Fulton, lasciata per la modella Kristen Zang, a sua volta abbandonata per l’attrice Patricia Arquette. Il matrimonio con Patricia arriva nel 1995: vivono in case separate, lei a Los Angeles, lui a New York e dopo vari tentativi di mantenersi uniti (l’attore tenterà anche di salvare il rapporto offrendo una forte somma) i due divorzieranno nel 2001. Senza perdere tempo nell’agosto 2002 sposa Lisa Marie Presley (figlia del “Re del rock” Elvis Presley), ma il matrimonio dura poco e dopo neanche un anno preparano le carte per il divorzio. Nel 1996 riceve l’importante riconoscimento dell’Oscar come miglior attore protagonista per “Via da Las Vegas” (1995) di Mike Figgs, con Elisabeth Shue. Successivamente si esibisce in alcuni film d’azione di grande impatto al botteghino quali “The rock” di Michael Bay, “Con Air” di Simon West e “Face off” di John Woo. Altri titoli importanti sono “Omicidio in diretta” (1998) di Brian De Palma, “City of Angels” (1999) con Meg Ryan, “Al di là della vita” (1999) di Martin Scorsese, “Fuori in sessanta secondi” (2001) con Angelina Jolie, “Il mandolino del Capitano Corelli” (2001) con Penelope Cruz, e “Il ladro di orchidee” (2003) di Spike Jonze che gli vale la candidatura all’Oscar grazie anche al doppio ruolo interpretato nel film. Tra gli ultimi suoi lavori vi sono “Il genio della truffa” (2003, di Ridley Scott), “Il mistero dei templari” (2004, con Harvey Keitel e Jon Voight), “Lord of War” (2005), “The Weather Man” (2005), “World Trade Center” (2006), “Il prescelto” (2006). Alla fine 2007 è uscito il secondo capitolo de “Il mistero dei templari” (National Treasure). A Los Angeles, sulle colline di Hollywood, possiede una villa che gli amici chiamano “Il castello”. Grande collezionista di fumetti, Nicolas Cage possiede tutte le copertine delle prime edizioni di Superman e di altri eroi dei comics. Life People 33



Moda

ALAN A. PARKER: VI PRESENTO L’UOMO RICHMOND 2008

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ineare. Flessibile. Dominante.Questi tre aggettivi rispecchiano perfettamente la collezione uomo di John Richmond 2008 presentata ai giardini di porta Venezia a Milano il 14 gennaio. Modelli filiformi in passerella, abiti aderenti alle proporzioni corporee dei ragazzi efebici protagonisti della sfilata. Nero, bianco ed uno spruzzo di viola hanno

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caratterizzato ogni creazione. Un’elegante mescolanza di sete pregiate per ciascun abito, singolarmente creato per rispettare i gusti di una clientela esigente e raffinata. Pochissimi contrasti, eccellenti trasparenze ed una precisione impeccabile ha contraddistinto questa collezione rispetto alle altre. Un tocco di classe in più lo hanno donato sicuramente gli accessori; rigorosamente panna. Un bianco panna tema dominante per le scarpe, lavorate a mano per ciascuna creazione. Montoni in tinta ad una variegata serie di pashmine, il vero elemento vincente della collezione. Felpe con cappuccio in colori cangianti, abbinati ad una jeanseria dai ritmi metropolitani. Polvere d’acqua il colore del futuro e John Richmond il nome dell’uomo del presente. Con la presentazione di queLife People 36


Marco Materazzi, John Richmond, Alan Parker e Saverio Moschillo

Alessandra Moschillo, Alan Parker e Eleonora Pedron

Alan Parker e Mara Venier

Modello Richmond

Modello Richmond

sta collezione, i produttori e distributori del marchio (Saverio ed Alessandra Moschillo) hanno messo sicuramente a segno un punto importante nella loro crescita professionale. Sono rimasto senza parole e per uno scrittore, vi assicuro, è una cosa piÚ unica che rara!

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Life Style

Nuove tendenze, New York il marketing scopre …le mutande

I

l nuovo trend della comunicazione?! Belle donne, senza la gonne. Siete in centro con vostra moglie a fare una passeggiata e all’improvviso op! una bella bionda si alza la gonna e vi mostra il sedere, no! non state sognando e voi mogli, prima di abbattere la citata signorina con una borsettata da record proprio li’ dove le grazie abbondano, guardate meglio, sul retro delle mutandine troverete sicuramente il logo o l’indirizzo internet o lo slogan di un’ azienda: a New York nasce l’Ass-vertising. Nuovo canale di marketing tutt’altro che convenzionale, sembra aver preso sempre più piede oltre oceano dove note aziende, leader nel settore, affittano i sederi di giovani donzelle per divulgare il loro messaggio pubblicitario. Questo inusuale cartellone vivente viene utilizzato per la prima volta per pubblicizzare l’apertura di un centro benessere sito nella Big Apple, da allora sono passati un paio d’anni e anche se non si è ancora riusciti a trarne dati statistici ufficiali, il centro in questione ha avuto un enorme successo. Attenzione, quello americano non è un episodio isolato, infatti l’Ass-vertising è stato sdoganato in Europa e più precisamente in Ucraina, dalla Kodak, che alla fine di un convegno ha allietato gli invitati mostrando il loro marchio su una superficie a dir poco insolita. Questo trend è talmente tutt’ora in crescita che agenzie come “Night Agency” e “BoottyFull” sono alla continua ricerca di “nuovi talenti”, sottoposti a veri e propri casting. Ma in Italia? Benché l’Italia sembri perennemente sonnecchiare e affacciarsi timida alle novità solo quando sono ormai desuete dall’altra parte del mondo, potrebbe essere la stagione giusta per azzardare un esperimento: l’estate 2008 potrebbe diventare un buon campo di prova per testare la risposta del consumatore italiano. Concorsi

di bellezza, feste in discoteche, party o semplici promoter che passeggiano sulla spiaggia bollente e gli ombrelloni affolati, Rimini, Riccione, Milano Marittima e chi più ne ha più ne metta, numerosissimi i banchi di prova …l’efficacia? Beh dipende dalla malizia delle prescelte. Variabili? Ovviamente anche gli uomini fanno il loro effetto.

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Nuova collezione primavera - estate 20 0 8

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Media & hi-tech

WWW.VIRTUY.IT IL FUTURO DELL’ E-COMMERCE

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ualche settimana fa un giornalista ha scritto che tra 10 anni la metà dei cittadini Europei non uscirà per fare shopping. Preferirà sedersi comodamente davanti a un computer ed acquistare ciò di cui ha bisogno, magari navigando in un centro commerciale virtuale con tanto di negozi, banche, volantini con gli sconti, hostess, ascensori, scale mobili... Purtroppo dobbiamo contraddire il giornalista che ha scritto l’ articolo, in quanto abbiamo avuto in esclusiva l’opportunità di conoscere “Virtuy” e di appurare con certezza che non occorrerà aspettare 10 anni, ma solo poche settimane. Virtuy è un vero e proprio centro commerciale fatto di negozi, banche, uffici, promoters, totem, servizi e molto altro, interamente navigabile in 3 dimensioni in realtime. Questa volta il futuro del commercio elettronico, e lo diciamo con grande orgoglio, non è nato come spesso accade nella silicon valley americana. E’ di fatto un progetto tutto italiano, a dimostrazione che i nostri giovani non hanno nulla da invidiare, ne per idee ne per tecnica, ai concorrenti degli states. Effettivamente, la forza di Virtuy rispetto a un centro commerciale reale è nel potenziale bacino d’utenza che non ha limiti poiché raggiungibile on-line da qualsiasi Pc connesso ad internet in qualsiasi parte del mondo. Abbiamo visto con i nostri occhi qualcosa che farà sicuramente parlare

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i media; un progetto che merita. Ci divertiremo, magari, a disquisire se è giusto o meno acquistare da casa piuttosto che fare una bella passeggiata; Ci confronteremo sui pro e sui contro, e sulle possibili conseguenze che avrà sul mercato tradizionale; ci perderemo nei confini dell’immaginazione, tra realtà e irrealtà; pur sempre un dibattito nuovo. Per il momento, alla luce di ciò che abbiamo visto in anteprima, vogliamo solo dirvi che finalmente si è materializzato una promessa già sentita negli anni ‘90 di passare dal web 2d al web 3d. Un sospiro di sollievo dopo la delusione di qualche altro simile centro commerciale virtuale che, ormai, sembra lontano anni luce da questa realtà. Un plauso allora alla Esimple, azienda fondata da espertissimi web master e uomini di marketing, che attraverso il progetto VirtuyMall, promettono di avvicinare all’ e-commerce anche i più reticenti alle novità del web, grazie ad un sito flessibile e pratico in cui è possibile acquistare anche attraverso una ricerca classica (2D) o addirittura attraverso una mappa dei negozi presenti. Virtuy permetterà a piccoli imprenditori o grandi industrie di entrare nel mondo del commercio elettronico con un progetto innovativo ma soprattuto con un sistema “chiavi in mano” nato con la consapevolezza che fare e-commerce oggi è difficilissimo e che gli imprenditori hanno bisogno di una appoggio costante di professionisti del settore che curino anche i più piccoli particolari. A nostro avviso vediamo Virtuymall come un incredibile occasione per esportare il “made in italy” con l’unione di tante professionalità Italiane in un progetto dalle dimensioni planetarie innovativo e redditizio. Lo dicono gli ideatori stessi: Ecommerce made easy. Il primo centro commerciale virtuale al mondo è un progetto a cui noi di “Life People” crediamo molto e che ci troverà partner ufficiali nel lancio, che avverrà a Milano fra pochissimi mesi. Nel mentre vi invitiamo a visitare il sito (http://www.virtuy.it) ed entrare in anteprima nel futuro del commercio.

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Media & hi-tech

TLC MOBILE, LA TELEFONIA MOBILE DIVENTA VIRTUALE by Giovanni Zerba

I

l 2007 ha portato due novità molto importanti nel settore della telefonia mobile: l’abolizione dei costi di ricarica e la nascita dei primi operatori virtuali. Due cambiamenti di non poco conto per gli italiani, grandi comunicatori per tradizione e fra i maggiori utilizzatori di telefoni cellulari in Europa. Partiamo dal primo. L’abolizione dei costi di ricarica ha avuto adeguato risalto sui mezzi di stampa ed è stata, ovviamente, ben accolta dagli italiani che almeno in questo

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si trovano a poter risparmiare. Meno attenzione è stata data ai problemi che ancora permangono. Ci sono ancora difficoltà per chi vuole cambiare operatore mantenendo il proprio credito che, secondo le nuove norme, non ha scadenza. Il Decreto Bersani che ha introdotto questa novità non è intervenuto infatti sulla durata annuale delle schede Sim, rendendo inefficace il proposito di salvaguardare il denaro residuo. Più delicata ed ancora poco interessante per il portafoglio dei consumatori è invece la seconda novità del 2007 in tema di telefonia mobile: l’introduzione degli operatori virtuali o Mvno (Mobile virtual network operator). Mentre in altri Paesi europei, come l’Inghilterra, già da alcuni anni è possibile diventare clienti di queste compagnie virtuali, legate di solito a nomi della grande distribuzione, che rivendono al dettaglio traffico telefonico acquistato da operatori reali, in Italia questa svolta “liberalizzatrice” è arrivata con notevole ritardo. Negli ultimi sei mesi sono uscite le offerte commerciali dei primi tre operatori mobili virtuali: CoopVoce, Unomobile e Poste Mobile. Le prime due compagnie, che si appoggiano rispettivamente alla reti di Tim e Vodafone, fanno capo alle catene di supermercati Coop e Carrefour, mentre la terza rientra nel piano di espansione di Poste Italiane che, dopo i servizi bancari, sta coinvolgendo anche la telefonia. La vicenda dei Mvno si è sbloccata dinanzi alla minaccia di sanzioni dell’Antitrust, ma non si è ancora conclusa positivamente. I nuovi soggetti, infatti, non si possono definire propriamente Mvno ma, più correttamente, Esp (Enhanced service provider), cioè fornitori di servizi. Più che operatori di telefonia, sono soltanto rivenditori di Sim, grazie a semplici accordi con i singoli gestori di rete. I finti “Mvno” non fanno realmente concorrenza ai big della telefonia. Le offerte proposte agli utenti sono allineate a quelle già esistenti. L’interesse di questi operatori è principalmente quello di rafforzare il proprio brand in un nuovo settore e fidelizzare la clientela con offerte riservate a chi ha già carte prepagate o tessere. I benefici, quindi, riguardano più le aziende che gli utenti. Per avere dei veri Mvno è necessario un intervento delle istituzioni, per imporre ai gestori mobili un listino all’ingrosso (bitstream) come avviene nella telefonia fissa. Intanto gli accordi bilaterali fra nuovi soggetti e gestori di rete proseguono: della partita vogliono far parte anche BtItalia, Life People 75 Auchan, Conad, Tiscali, Fastweb e Autostrade. La concorrenza, a questo punto, potrebbe iniziare a farsi sentire, soprattutto per le tasche degli italiani. Sarà interessante vedere come si comporterà, a fianco dei giganti della grande distribuzione, chi già opera nel settore delle Tlc come Tiscali e Fastweb, che vorranno affiancare ad internet, telefonia fissa ed IpTV anche il business del mobile. Le offerte e la tariffe potrebbero diventare seriamente competitive e agli operatori non basterà più mischiare le carte. Life People 45


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Media & hi-tech

KINDLE, L’E-BOOK FORMATO AMAZON by Giovanni Zerba

tante mpor chi e Te ole torev stitute of zava u a , onte fetiz an In egrop (Michig atica, pro giornale N s T a ichol re del MI ell’inform ibro e del ermare o t aff t ud el l dire e gur a morte d Possiamo enuto ma ) y g ci avv nolo nni 90 l hi anni. on è irigendo a n c i l o o t g p e s d e ne d trebb ro di e que i sta alla fi to nel gi 2008, ch digitale s 2008 po ne in Il o pa el stam l’inizio d il mondo orprese. connessi cres i l la a a u l ” ora, esto in c iacevoli nno del bile, con golo, a t o p n ’ n il co ervando “ l’Italia l internet m dietro l’a o che r r ’ s x sta ri anche pe e infatti l el wi-ma anche ve dersi d S e è e esser mobilità. e il lancio concreto, ad intrav eless o n i o fi n w d ia i ir rete i reti wi in mo ncominc ispositiv digitali. o d d n a uti scit ità i ppa do d svilu opportun roducen i, conten la sembra a t s p i i s m ro et ssant hi sta t’ulti gadg ta pa intere tutto per c mite ques rio ques r i nuovi cciap t e a fa sopra ibuirà, tr eless. Pro rimento p si inter pora ” e f tr ir e dis mo al w unto di rif he mese iurassiche ettori l a c g p i l i “ a n o Tor nuov fino a qu le ormai egli ultim ione. Il l i e r esse nici che solo con h, uno d conness eo a uc el pr elettr ’un l’altro Ipod To fre quest vasivo d o ma f l o e er vano . Il nuov Apple, o do più p dio e vid B a u n te US ati in cas sta rivela iù solo a p n i s e 3 olg mp erò coinv ess p wirel ora non e visto

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anche l’universo dei libri, sempre più accessibili in rete attraverso i formati elettronici dell’e-book. Se fino a qualche tempo fa libri e tecnologia sembravano due mondi divergenti, ora, con interfacce più mature, le distanze sembrano ridursi. Gutenberg incontra Bill Gates e l’anello di congiunzione fra i due ha un nome ben preciso: Jeff Bezos. Il fondatore di “Amazon.com”, il più celebre libraio on line del mondo che, ripresosi completamente dalla bolla della new-economy, ha ritrovato slancio imprenditoriale ed ha lanciatodi recentissimo “Kindle”, il lettore di e-book targato Amazon. Difficile dire se il nuovo prodotto diventerà un oggetto cult, ma sicuramente “Kindle” ha già spiazzato i più scettici andando esaurito per questo Natale 2007 al prezzo di 399 dollari. Con “Kindle” è possibile navigare in rete e leggere la propria e-mail, andare sui motori di ricerca e sui blog, leggere i giornali dal web e, ovviamente, i libri. Al suo interno si possono memorizzare 200 volumi e, una volta connessi, il lettore avrà la possibilità di scegliere fra 90 mila titoli e 100 bestseller scaricabili a 9,99 dollari l’uno. Interessante anche la strategia di marketing pensata da Bezos: il primo capitolo di ogni libro è scaricabile gratis; un modo per invogliare all’acquisto. Due i fattori che spingono il mercato in favore di Kindle e che propendono per il suo successo. L’Associazione editori ha affermato che le vendite on line di libri sono cresciute solo lo scorso anno del 30%, segno che il legame fra lettori ed e-commerce è quanto mai saldo. A questo occorre aggiungere la qualità del prodotto Kindle che, rispetto ad altri lettori e-book, ha prestazione davvero elevate: non è ingombrante, la visione dei testi è buona perché lo schermo non è retro-illuminato, le batterie durano 30 ore. Standard a cui aspirano anche i principali concorrenti di Kindle che si affacciano sul mercato: Epson Seiko sta lavorando a un prototipo sottilissimo, appena tre millimetri, ma stanno emer-

gendo anche rivali open source, che non utilizzano sistemi per il controllo e la gestione dei diritti d’autore come il Drm (Digital Rights Management). Questi sistemi limitano l’utilizzo dei contenuti a un solo dispositivo e potrebbero decretare, come per altre tecnologie protagoniste della guerra dei formati, la fortuna o il declino di questi prodotti. Nel frattempo il mondo del filesharing si sta attrezzando, come già avvenuto per libri e musica. A breve anche i libri leggibili su “Kindle” potrebbero essere scaricati tramite piattaforme P2P. Non è una bella notizia per l’industria editoriale ma “Kindle“ ed altri dispositivi potrebbero trovare giovamento proprio dalla disponibilità di e-book a costo zero. Life People 49


Misteri

LE LINEE DI NAZCA

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el Perù meridionale, nell’altopiano di Nazca, si cela uno degli enigmi più affascinanti dell’archeologia. Realizzati asportando dal suolo lo strato superficiale di ciotoli vulcanici neri, i geroglifici peruviani possono essere definiti la più grande opera grafica del pianeta. Nel 1927 un pilota dell’aviazione peruviana sorvolando la regione meridionale scoprì che per chilometri si stendevano linee che formavano dei disegni visibili solo dall’alto. Il primo studio sistematico fu compiuto nel 1939 dall’archeologo statunitense Paul Kosok. Secondo tale ricostruzione le figure possono essere distinte in tre gruppi principali: figure dritte, a spirale e geometriche (rappresentanti persone e animali). Ciò che rende straordinari questi disegni è che questi sono visibili solo ... dal cielo! In quale modo gli abitanti di Nazca riuscirono circa 600 anni fa a tracciare queste linee? E quale scopo legittimò questa grande impresa? Una illustre studiosa del fenomeno, Maria Reich, afferma (rispondendo in parte alla prima domanda) che gli indiani di Nazca partivano da “schizzi” dei disegni che poi allargavano; magari con l’aiuto di un opportuno reticolato di corde.

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Dagli studi approfonditi degli archeologi risulta che i disegni tracciati sono circondati da un labirinto di forme geometriche di una precisione millimetrica: sono visibili delle linee perfettamente rette lunghe più di 8 km e una di queste misura addirittura 65 km! Stiamo dunque parlando di una sorta di pista d’atterraggio per “antichi frequentatori” del cielo? Le Linee di Nazca restano così uno dei misteri più affascinanti dell’archeologia mondiale.

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Il Mondo di Alan

I nuovi talenti by alan a. parker

Giovanni Vernia Life People 54


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opo il successo riscontrato nel mese scorso, ho deciso di proseguire il viaggio verso il destino che mi ha permesso di incontrare individui dalle storie e dalle vite molto diverse tra di loro ma accomuntati da talenti che, per quanto diversi, hanno la straordinarieta’ come comune denominatore.

Mariam Trapassi

Questa volta due uomini ed una donna che non hanno smesso un istante di credere nelle proprie potenzialita’ e nei loro sogni. Marian trapassi, la prima dei tre, e’ una cantautrice palermitana che ha studiato all’accademia di belle arti ed attualmente vive e lavora a milano. Sempre in bilico tra l’arte figurativa e la musica, la sua carriera di cantautrice si definisce con il lungo soggiorno a new york che la condurra’ al debutto con il suo primo album “sogno verde” uscito nel 2002 e prodotto da simone chivilo’, in cui spicca la ballata “essere”. Nel 2004 esce l’album “marian trapassi”, successo immediato di critica e pubblico specialmente con i brani “storie” e “la mosca”. marian partecipa al concorso “l’artista che non c’era” e viene premiata nel 2004 a livorno con il prestigioso premio ciampi. quella di marian e’ una vita dedicata alla musica ed e’ in “vi chiamero’ per nome” che raggiunge dopo innumerevoli sacrifici il suo traguardo personale. “vi chiamero’ per nome” e’ il titolo del suo ultimo album, nei negozi di dischi a partire da febbraio 2008, prodotto sempre da simone chivilo’ in cui marian si propone come narratrice dell’universo femminile. Il disco si apre con “lucilla e le altre” ironica e scanzonata che mostra una visione d’insieme sulle donne che incontriamo ogni giorno e su cui spesso non ci soffermiamo. Spiccano nell’album il brano “sofia”, un elegante duetto con syria che stupisce anche l’ascoltatore piu’ raffinato, e “maja” che mostra il percorso dell’amore, valutando momenti di gioia e dolore come parti dello stesso sentimento. “vi chiamero’ per nome e’ un disco che parla di donne ma che si rivolge a tutti, un disco di carattere e dai contorni netti, non un disco che cerca emozioni ma un’opera che inaspettatamente le trova negli angoli piu’ nascosti di ognuno di noi. Il secondo talento che ho scelto di presentarvi per il mese di febbraio si chiama alessandro de pace ed e’ il fotografo che ha scattato la copertina di questo mese. alessandro e’ un aritsta nato a brindisi nel 1984. le terre del sole e del mare hanno sulla sua personalita’ un effetto chiaro e tangibile. l’ambizione che contraddistingue questo ragazzo lo spinge allo studio ed alla dedizione nei confronti della sua piu’ profonda passione: la fotografia. Si specializza in grafica pubblicitaria ed approda nella capitale, si sottopone alle ferree regole di una prestigiosa accademia fotogrfica dove per tre anni studia moda, reportage, stil-life, fotoritocco, camera oscura e strategie di comunicazione visiva.

terminato il periodo dell’accademia si trasferisce a milano per specializzarsi nel settore moda, collaborando con diversi personaggi affermati del campo. alessandro si definisce sempre alla ricerca di concettualita’, di bellezza, di esaltazione dei colori, di spiritualita’ e punta sempre all’emozione che una “semplice” immagine e’ in grado di trasmettere. sono queste le motivazioni per cui – come egli stesso dice - e’ la fotografia a scegliere lui e non viceversa, catapultandolo in realta’ metropolitane come londra, parigi e new york per trasmettere e far apprezzare il suo stile fotografico, innovativo ed all’avanguardia. l’ultimo nuovo talento (“ultimo” limitatamente a questo numero, ovviamente. e comunque non per ordine di importanza ) a cui ho scelto di dare spazio si chiama giovanni vernia. giovanni nasce nell’agosto del 1973 a genova, dove vive sino alla laurea conseguita con il massimo dei voti in ingegneria elettronica. nel gennaio del 2002 decide di cercare fortuna altrove ed abbandona il mare genovese per le nebbie di milano. riesce a trovare lavoro presso una grossa societa’ di consulenze americana Life People 55


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Alessandro de Pace

ma la sua passione lo condurra’ presto verso altri lidi. il suo talento e’ unico ed encomiabile allo stesso tempo; giovanni riesce a far ridere un pubblico. e’ per questo motivo che anziche’ limitarsi a raccontare barzellette ai suoi colleghi durante la pausa pranzo, si iscrive ad una scuola di teatro, la scuola teatrale d’improvvisazione comica “teatribu’”. contemporaneamente scrive ad ogni ora del giorno e della notte, testando le sue idee nei laboratori di cabaret milanesi. E’ durante questo periodo della sua vita che partecipa attivamente al laboratorio “barros” ed incontra una figura cruciale per la sua carriera: manuel j. serantes cristal. giovanni e manuel insieme si concentrano sullo studio del teatro e della maschera comica ed avviano una collaborazione che portera’ il talento di giovanni a crescere, conducendolo a partecipare ai laboratori di “zelig on the road” di verona e pavia ed a fondare assieme a gianni cinelli il laboratorio comico “ridi ’n’ blu” in scena ogni settimana al teatro blu di milano.

un luogo magico dove artisti emergenti e famosi si esibiscono in improvvisazioni e pezzi di repertorio, al cospetto di un pubblico che ride dal primo all’ultimo minuto. il suo personaggio piu’ celebre e’: ”pasticcia”. pasticcia e’ un ragazzo follemente innamorato dela discoteca e a dispetto del suo nome non fa uso di droghe o di alcol ma la sua unica passione e’ la musica da cui viene spesso “rintronato”. la definirei una meravigliosa, innovativa e divertentissima parodia del mondo della notte. giovanni vernia e’ un caratterista, un monologhista che porta in scena il frutto di una vivace ed attenta osservazione della realta’ dotato di carisma e presenza scenica e’ in grado di realizzare pezzi dall’indiscutibile valore artistico. contatti: www.mariantrapassi.com www.alessandrodepace.com www.myspace.com/giovannivernia Life People 57



GRANTURISMO, NON SI VIVE DI SOLA F1

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Motori

utomobilismo... grande passione da generazioni. Mettersi al volante di una vettura da competizione è il sogno di tanti giovani che molto spesso “elaborano” le vetture stradali affinché il loro aspetto diventi più sportivo e le prestazioni più performanti.

I marchi sono i più prestigiosi ( Maserati, Ferrari, Porsche, Lotus, Dodge Viper, Ford Mustang , Corvette, Lamborghini, ....) che spesso alla fine della loro carriera diventano oggetti di altissima collezione.

Ma siete certi che la F1 rappresenti l’automobilismo più entusiasmante? Il più vero? La televisione ha catturato tutte le attenzioni e gli appassionati, Ecclestone ed i grandi interessi economici hanno monopolizzato l’automobilismo ma

E’ certo che la mancanza di una casa automobilistica italiana che partecipa ufficialmente ad un campionato fa si che le notizie non vengano date nei TG all’ora di cena come avveniva anni fa per i rally (chi non conosce Miki Biason e le avventure della Lancia Delta Integrale!).

Anche se il seguito televisivo non è paragonabile a quello dei gran premi della classe regina, i campionati Ma quando si parla di automobilismo, piloti e grandi ve- Gran Turismo sia in Italia che in Europa stanno riscontrando tanto successo. locità il riferimento alla Formula 1 è quasi inevitabile.

le vetture da corse si dividono da sempre in due grandi Ma la mancanza degli “ufficiali” rende protagonisti assoluti le Scuderie private che in questa categoria trovcategorie: ruote coperte e ruote scoperte. ano la loro massima espressione . Se la F1 rappresenta la massima espressione delle vettura a ruote scoperte, le vetture Gran Turismo ricoprono Le gare Gran Turismo sono seguite tantissimo da telil ruolo da protagoniste tra le ruote coperte. Sono infatti evisioni satellitari come l’europea EUROSPORT ma sole più ammirate vetture stradali simbolo dell’immagine prattutto ricevono tante visite sui “campi di gara” dove, più prestigiosa e dal contenuto prettamente sportivo, che senza troppi problemi è possibile rimanere nel paddock vengono utilizzate in emozionanti gare anche di durata. con Team e Piloti ed addirittura salire sulle vetture per la foto ricordo, alla faccia della F1! Life People 59


E in questi mesi freddi, come sempre accade tutti sono al lavoro ormai per questo 2008 appena iniziato. Sarà più veloce la nuova Ferrari 430 o la Porsche 997 GT3? Oppure la Lamborghini Gallardo? Le domande sono sempre le stesse ed ognuno è convinto delle proprie scelte ma la risposta, come sempre accade, arriverà solo dalla pista.

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Fiera di Pesaro presenta

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I primi campionati inizieranno ad aprile e le gare si susseguiranno ininterrottamente fino a Novembre inoltrato. In Italia partiranno ad Aprile i 2 campionati più importanti l’EGTS e il GT Italiano dove in ogni weekend si sfideranno in 2 gare i più bravi piloti e i più importanti team italiani.

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Design

FOOD DESIGN, IL SAPORE SI FA BELLO by Daniele Gazzetti Life People 64


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l Food Design è una disciplina Internazionale sviluppatasi negli ultimi anni. Recentemente in Italia è stata amplificata dal Salone Internazionale del Mobile di Milano grazie alla mostra (aperta anche alla Triennale Coffedesign) Dining Design (Guida Interni Streetfood Restdesign) di qualche anno fa. Celebri stilisti, Importanti Università, Ricercatori, Designer ed Aziende stanno investendo notevoli risorse nel futuro di questa nuova disciplina. Il Food Design, basa le sue regole sull’applicazione di norme derivate dalle arti visive in simbiosi con il polisensoriale. L’applicazione riguarda settori come industrial, interior e product design, spaziando dalla “Mise en place”, all’ambiente, sino al contenuto del piatto, il tutto concentrato per ottenere la giusta atmosfera che determina il raggiungimento espressivo ed emotivo al proprio interlocutore. Le provocazioni di alcuni designer da un lato, l’incursione di alcuni grandi chef nelle categorie del progetto dall’altro (la cui origine risale all’invenzione della nouvelle cuisine francese di fine anni ‘70), sono stati elementi determinanti nel suscitare il grande interesse attuale per il food design, divenuto ormai materia di seminari, corsi universitari, iniziative culturali e pubblicazioni, probabili premesse a una futura frequente collaborazione tra designer, grandi chef e industria. Parlare di Design nell’alimentazione può far pensare a chi non è designer ad una forzatura o addirittura ad un inflazionamento del termine. Chi veramente sa cosa è il Design, ossia cultura di progetto e innovazione tecnologica potrà capire quanto spazio di lavoro ancora c’è nel settore alimentare per questa disciplina trasversale.E per chi domanda se il Design possa essere applicato a qualsiasi cosa la risposta è sicuramente sì. Massimo Del Monte Art Designer

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L’associazione di queste due discipline così diverse, ma tanto simili, ci porta a mettere uno di fronte all’altro lo Chef ed il Designer, figure con un bagaglio culturale differente, ma entrambe con una profonda consapevolezza dei propri mezzi, delle tecnologie, degli ingredienti da utilizzare per ottenere il miglior risultato. Ma è con questo prossimo ingrediente, forse il più importante, che entrambe riescono a stupire e stimolare i sensi di chi come fruitore si lascia coinvolgere molto volentieri. E’ la creatività, proprietà che non si apprende né si acquista. E’ attraverso la creatività che si riesce a portare al massimo livello espressivo anche il “Cibo”, il gusto della pietanza abbinato ad una eccelsa e curata rappresentazione trasforma anche una semplice ricetta in un piatto raffinato. Lo innalza ad un grado più alto; coinvolgendo più sensi. Oltre a quello gustativo e olfattivo si risvegliano quello visivo, tattile e persino in alcuni casi quello uditivo, suscitando emozioni a chi fortunatamente in quel momento sta gustando il quel cibo, immerso in un ambiente, che perfettamente si abbina al suddetto. Tutto viene approfonditamente studiato per far risaltare al meglio il cibo, per far così nascere i migliori ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie... Vi è, ad esempio, una cioccolateria che da anni, con una conduzione familiare, riesce a far innamorare numerosi clienti: La Pasticceria Roccati.

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La famiglia Roccati intraprese l’esperienza pasticcera presso la residenza Savoia di Venaria Reale. Sempre alle dipendenze della Real casa, ai primi del ‘900, prestarono il loro servizio a Roma, alternando tale attività con quella stagionale a Senigallia. Nella cittadina marchigiana, all’epoca stazione balneare di gran moda, nel 1909 Pasquale, Teresa e Luigi Roccati avviarono la propria “Pasticceria torinese Roccati”. Nel laboratorio di tale nuova attività producevano sapientemente bignè, confetteria, torroni, opere in caramello, confettura e cioccolato, tutto secondo la migliore tradizione piemontese, con enorme successo presso la clientela. Dal 1968, Mario Roccati diventò responsabile dell’azienda, approfondendo la sua predilezione per il cioccolato, in particolare nel periodo 1989-1996, quando la pasticceria venne trasferita da Senigallia a Madonna di Campiglio. Proprio per sviluppare al meglio la passione per il cioccolato, il laboratorio viene nuovamente trasferito, questa volta a Bologna in via Clavature 17/a; ove Mario, la moglie e i figli decisero di dedicare esclusivamente a questo prodotto tutta la loro esperienza, per l’esclusivo piacere dei palati più raffinati..... La voglia di migliorare e migliorarsi a portato la famiglia Roccati, sempre dedita ad una continua



ricerca e sviluppo del proprio prodotto, ad avvicinarsi a questa nuova disciplina: il Food-Design appunto. La famiglia Roccati, grazie anche all’arrivo della nuava generazione, ha iniziato nel trasformare le classiche confezioni di cioccolato in un packaging più attuale, moderno; abbinando buonissime pralinerie di variegati gusti a forme più minimali, coordinando tutto ciò che viene esposto, dalla scatola colorata al nastro con il fiocco, uniformando uno stile che identifichi Roccati con “L’artigiano del Cioccolato” per antonomasia. La loro attenzione ad un miglioramento visivo e comunicativo del prodotto li ha portati a decidere di intervenire sull’arredamento interno della cioccolateria, buttando il vecchio bancone e le scaffalature, cercando di uniformare l’ambiente al prodotto. Ed è in questa fase che lo Chef e il Designer si incontrano ed iniziano una ricetta assieme, quella del Food-Design. La famiglia Roccati assieme allo studio D ARCHITETTURA di Massimo Del Monte ha sviluppato, mischiando le proprie idee, un progetto, molto simile ad una ricetta, utilizzando particolari ingriedenti, sempre attenti a valorizzarne uno in

particolare quello più importante: il cioccolato.Lo studio D ARCHITETTURA ha sviluppato l’intero progetto (dalla ideazione alla realizzazione) ponendosi come obiettivo quello di esaltare il cioccolato; creando un ambiente a servizio del prodotto e di chi lo usa. Un grande banco espositivo che quasi scompare alla vista, grazie al piano superiore interamente realizzato in cristallo trasparente, lascia saltare agli occhi i dolci di cioccolata, al punto tale che persino la luce non scalfisce il prezioso prodotto, grazie ad una linea di faretti con illuminazione a led, posta sottostante al piano in cristallo. Le pareti circostanti si illuminano come una garza dorata che avvolge l’intero negozio, impreziosendolo e più precisamente sembra che le pareti divena l’involucro di un enorme lingotto di cioccolata, in effetti il bancone pieno di cioccolatini esposti sembrerebbe, realizzato interamente di cioccolata. La curiosità del pubblico nel vedere all’opera padre e figlio nel creare i gustosissimi e tanto richiesti dolcetti, ha influenzato la scelta di mostrare, come se fosse una

Massimo Del Monte Art Designer vetrina il laboratorio, così il bancone dal reparto vendita, sempre pulito ed ordinato, sfonda in un ambiente diverso, un laboratorio con macchinari per la produzione di dolci. Si possono vedere impastatrici, differenti ingredienti, lastre di pralinerie, cioccolato fuso che si immerge negli stampi, che a volte cola dolcemente fuori, gocce che nessuno può evitare di desiderare di prendere. Siccome la modernità del prodotto Roccati scaturisce da una lunga ed importante esperienza, si sono scelti materiali innovativi che avessero un trascorso una cultura che si potessero affiancare ad un importante prodotto, così sono apparsi nello storico negozio di via Clavature pannelli di cristalli con garze, particolare acciaio riflettente, otLife People 68

tone acidato, specchi e plexiglas colorati... Il nuovo arredo si è uniformato al prodotto con un ottimo risultato, già collaudato da innumerevoli clienti sia vecchi che nuovi, che in quest’ultimo inverno hanno frequentato la famosa cioccolateria a Bologna. Così con un pizzico di Designer e due cucchiai di Chef la cioccolateria Roccati è ormai entrata nel nuovo mondo del Food-Design.

Massimo Del Monte Art Designer Fano, Via Montevecchio Tel.0721/802612


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Senigallia, Via Veronese, 36 Tel. 071/6608232



CIRCOLO PRIVATO E.N.A.L.

Pesaro, Strada dei Pioppi, 16 Nei pressi di Media World Zona BPA Palas

Ristorante aperto dalle 12.00 alle 14.30 dal lunedĂŹ al venerdĂŹ. American bar con ampia selezione di cocktails aperto tutti i giorni dalle 21.00 alle 02.00. Sala Biliardi. Per info e prenotazioni tel. 338 6525761 APERTO TESSERAMENTO 2008

Come raggiungerci


Viaggi

Cipro

, al mare con Afrodite

C

’è un’isola in fondo al mediterraneo, laggiù, vicino alla Siria ed alla Turchia, un’isola che tutti conosciamo di nome, ma che in pochi hanno visitato. E’ Cipro, l’isola di Afrodite, antica culla della civiltà mediterranea, crocevia di genti e culture, sospesa a metà tra oriente e occidente, terra con un passato antichissimo ed un presente tutto da scoprire. Qui è nata, tra la spuma delle acque marine, Afrodite, la nostra Venere, regina della bellezza e dea tra le piu’ desiderate. Di qui è passata la Storia, quella con la S maiuscola: dalle caverne alle antenne militari, tutti hanno lasciato qualche traccia del loro passaggio, ma il mare è rimasto quello di un tempo, limpido, trasparente ed incredibilmente caldo. Il nostro viaggio inizia da Larnaca, città vacanziera con bella spiaggia, gran lungomare e superbi ristoranti. Nelle taverne piu’ lontane dall’area turistica si puo’ degustare il “Cyprus meze” piu’ buono del paese. In tutta l’isola il problema della cena è superato brillantemente con il “mezé”, in pratica un buffet di specialità greche a base di carne,

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verdure e pesce, che è possibile richiedere anche ogni sera del vostro soggiorno: è sempre abbondante ed ogni ristoratore lo interpreta a modo suo, il tutto al prezzo di una nostra pizza. Il clima a Larnaca, però non è dei migliori. Alla periferia della città si nota il lago salato, un’ ampia distesa desertica di sabbia e sale che condivide la stessa natura del Mar Morto. Il centro storico mantiene delle testimonianze di rilievo, ma nel complesso la città può essere visitata con rapidità. Ci spostiamo quindi sulla capitale, Nicosia. Uno dei problemi che si incontrano a Cipro è quello del nome da dare ai luoghi: ve ne sono sempre almeno tre, tutti ugualmente utilizzati, tutti ugualmente noti. Allora vanno bene anche Lefcosia o Lefcosa, città divisa in due da un muro anacronistico che ricorda la Berlino d’altri

tempi. La parte greca di Nicosia spicca per la modernità e l’eleganza ed i tanti palazzi nuovi nascondono qualche capolavoro in forma di chiesa ortodossa o di antica moschea. Da non perdere l’iconostasi della chiesa Tripiotis, la Porta di Famagosta e la moderna colossale statua di Macarios. Passato il confine interno, si entra nella parte turca, la piu’ ricca di monumenti storici. Ci attende la grande cattedrale di Santa Sofia, un capolavoro gotico francese sotto il sole bollente del mediterraneo. I due minareti del 1500 ci ricordano, però, che siamo ad un passo dall’oriente e che la Chiesa è stata trasformata in moschea ormai da centinaia d’anni. Si visita tutto il centro storico, di cui si notano subito i ritmi lenti e la tranquillità degli abitanti, in generale gentili e disponibili con i visitatori italiani. I caraLife People 73


vanserragli accolgono i turisti così come hanno fatto per secoli, gli hammam ci portano a oriente mentre le mura e i palazzi veneziani ci svelano il volto di una città ancora legata all’Occidente. Ma la tragedia della divisione ha lasciato il segno e la trascuratezza di alcuni siti è evidente: gli sfondi con le case diroccate, i muri colpiti dalle bombe, i palazzi fatiscenti e chiusi ancora da sacchetti di sabbia ci narrano una vicenda triste, che fortunatamente ormai sfuma nel passato. Ci dirigiamo poi sulla strada turca verso Famagosta (Famagusta, Gazimagusa, Ammocostos): la splendida città veneziana è oggi poco abitata, ma reca i segni di una discreta ripresa di vivacità. Gazimagusa è una meraviglia: ricca di monumenti di tutti i tipi, perfino una rarissima Chiesa Nestoriana. Vanta poi la cattedrale di San Nicola, anch’essa oggi moschea. E poi le sedi templari, quelle dei cavalieri di Malta, le mura veneziane, la fortezza di Otello, i leoni di san Marco che spuntano qui e lì; tutto lega questa città alla piu’ alta tradizione storica europea. Qui

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non mancate il caffè turco più buono che potete trovare - talmente forte che rischiate di non dormire per 24 ore !- mentre i più ghiotti potranno assaporare una varia pasticceria orientale. Mentre si attraversa Cipro si nota che una prerogativa dell’isola è ancora quella di essere un vero e proprio crocevia; in pochi altri luoghi infatti capita di incrociare lungo la strada automezzi di ben 5 eserciti: quello ufficiale cipriota, il greco, il turco, l’inglese e quello del’Onu. Qui la sovranità territoriale sembra un concetto relativo. Tuttavia la forte militarizzazione non è mai fonte di tensione e l’aria che si respira è decisamente tranquilla, tanto che la cosa piu’ pericolosa che può capitare oggi a Cipro è quella di scottarsi per il sole bollente! Per questo portatevi delle creme solari a forte schermatura e preparatevi a sognare l’acqua fredda, in quanto il getto esce caldo anche dal rubinetto blu. E decisamente bollente (da ustione) da quello rosso. Per poter chiudere occhio la notte il condizionatore è d’obbligo in ogni stanza; anche quella piu’ economica. Da Nicosia


andiamo sui monti Troodos, dove troviamo finalmente un po’ di fresco e visitiamo gli antichi monasteri sparsi qui e lì. Si comincia da Kikkos, il più importante, dalla bella struttura ma che è stato quasi totalmente rifatto in tempi recentissimi a causa dei frequenti incendi che lo hanno devastato. L’annesso museo, tuttavia, conserva alcune delle più belle icone dell’intera Ortodossia. Cercate poi la chiesa di Santa Maura, sulla via per il sud. Vale una tappa e si conserva integra e originale, con i suoi splendidi affreschi bizantini. Arriviamo a Pafos, città per lo più turistica, meta prediletta di russi e inglesi. Sembra di stare a Porto Cervo per via dei numerosi yachts, e

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dei tanti locali notturni. La cittadina è anche un’ottima base per escursioni verso le più belle spiagge dell’isola. Qui possiamo finalmente incontrare Afrodite… sembra di vederla davvero che ci aspetta tra le onde spumeggianti di Petra tou Romiou, il luogo che l’ha vista nascere. I bagni di Afrodite sono invece a nord, laddove una fonte sgorga dalla roccia e bagna poi un mare dalle acque caldissime e trasparenti. Con un buona dose di pazienza e di un fuoristrada è possibile raggiungere Lara, spiaggia dorata fra le più selvagge del Mediterraneo. Un luogo dove il tempo pare essersi fermato alla creazione. Attenzione però a non calpestare i tanti nidi di tartaruga marina che troverete sul vostro cammino in attesa dell’immenso tramonto sul mare. Dalla penisola di Akamas parte un’escursione fino ad Androlikos, paese abbandonato capace di svelare uno scenario particolare ed inconsueto. A sud di Pafos é Curion, sull’alto di un promontorio a strapiombo sul mare. Un sito archeologico di prim’ordine, ben organizzato e perfettamente conservato. Il teatro ancora in uso, i bagni termali, la casa dei gladiatori, un panorama stupendo e la curiosità che tutti vogliono vedere: il mosaico di Achille travestito da donna. A Pafos meritano una visita il museo dei mosaici e le Tombe dei Re, un qualcosa a metà strada tra le tombe etrusche ed i templi greci. Il sole a picco sul mare penetra tra le rocce ed entra nelle cavità oscure, negli anfratti, nei cunicoli, svela le colonne, sfiora i capitelli ionici ed i triglifi....ed è tutto un gioco di echi, di ombre, di luce accecante, un effetto surreale e magico che quasi stordisce. Ci sarebbe ancora molto da vedere sull’isola, ma il tempo stringe e l’ora del ritorno a casa ci sveglia da questo sogno... partiamo e con la coda dell’occhio scorgiamo Afrodite che si tuffa fra le onde e ci saluta... arrivederci a presto nelle calde acque di Cipro!

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Fano, Zona Bellocchi Via Einaudi, 10b Tel. 0721/854925 Orario continuato dal lunedì al venerdì 9.00 - 21.00 Sabato 9.00-13.00

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Serra degli agrumi Parco Miralfiore

Pesaro - zona Ipercoop all’interno del parco Miralfiore Per prenotazioni tel 0721 415509 cell. 328 0969491

esterno ristorante


Cinema

Rambo

la marcia degli zombie continua by Federico Sperindei

A

volte ritornano. Anzi, sempre piĂš spesso. SĂŹ, tornano tutti, e allora torna anche lui. Ladies and gentlemen, John Rambo. Dopo la fortunata riesumazione di Rocky (per Rocky Balboa, nel 2007, ci sono stati 70 milioni di dollari al botteghino americano e 6,5 milioni di euro a quello nostrano) Stallone propone la seconda raschiata Life People 79


AGRITURISMO IL SOLE Fano, via Papiria, 88

Ristorante con specialitĂ tipiche marchigiane Aperto tutti i giorni su prenotazione Cene aziendali Pernottamenti con convenzioni particolari per aziende Tel.333 2088513 - 338 5967955

www.ilsoleagriturismo.it


del barile e (ri)irrompe nelle sale italiane con John Rambo, nientemeno che 20 anni dopo Rambo III. Ci perdonino i fan accaniti, ma che tristezza. L’eroe che riempiva da solo lo schermo si fa ora vessillo di un’assenza: l’assenza di idee del cinema moderno, soprattutto se hollywoodiano, e l’assenza di storie nuove. Vedendo esaurirsi persino il serbatoio dei fumetti e quello dei remake di film orientali, il grande schermo si abbandona all’inedia e chiede aiuto disperato ai suoi miti storici, trasformandoli in zombie, come se stesse convocando il pubblico per un funerale. Ciò che deprime, di questa pratica un po’ necrofila, non è tanto la natura prettamente commerciale dell’operazione quanto la sensazione che si ricorra, ormai, a una strategia di volontario inganno nei confronti del pubblico. Proponendo il quarto Rambo agli ormai più che adulti fans del guerriero, li si induce a un pensiero che funziona più o

meno così: so che probabilmente sarò deluso dal film, so che stanno facendo tutto solo per farmi acquistare il biglietto, ma per rispetto del mio eroe non posso non andare a vederlo. E i biglietti si staccano. Lo abbiamo visto in Italia con L’allenatore nel pallone 2: tutti i nostalgici del film dell’84 si dicevano consapevoli di come la “magia” non fosse replicabile e di come la macchina del business si stesse servendo di loro, eppure non se la sono sentita di disertare il cinema. Risultato: oltre 7 milioni di euro per un film che chiunque, a partire dal pubblico più fedele, ha giudicato scadente non solo in una scala di valore assoluta (abbastanza scontato), ma anche nel confronto col suo predecessore o con altri esempi di comicità demenziale. Qui sta il problema. Attirando i suoi spettatori con una sorta di chiamata alle armi, la riproposta di un antico cult può permettersi di tutto, qualsiasi grado

di mediocrità del prodotto e dei contenuti, riscaldano la minestra col minimo sforzo e senza nemmeno provare a portarla al passo coi tempi. Semplicemente, si replica lo stesso gesto del passato in un atteggiamento da zombie (appunto), con la differenza che non inorridiamo di fronte alle rughe di Stallone, bensì di fronte alle rughe della storia: come il secondo Allenatore nel pallone replica senza ritegno la vicenda del primo, così John Rambo non evolve nemmeno di un millimetro. Anzi, se possibile, regredisce al conservatorismo più totale: in questo quarto episodio, rinuncia a una vocazione buddista per accorrere in soccorso di un gruppo di missionari cristiani, quasi ammiccando al Papa, a Bush e di rimando al suo collega Schwarzenegger. L’unico update possibile sembra quello nei confronti

degli stessi mezzi di comunicazione, tanto per adeguarsi al nuovo modo di vedere (e non pensare) del pubblico. Banfi ha provveduto chiamando a raccolta sempre più personaggi televisivi (ossia calciatori, che poi è la stessa cosa), mentre Stallone preferisce adeguarsi allo stile dei moderni videogiochi, dove più personaggi si ammazzano e più ci si diverte. Qualcuno, non a caso, ha fatto notare che nel primo Rambo moriva solo un “cattivo” mentre in quest’ultimo episodio si contano addirittura 236 caduti, per una media di 2,6 al minuto. Grandi progressi, davvero.

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MOM

unusual BAR & restaurant

FANO Dalle 23,30 Venerdì Dj Resident JEAN GABIN Fano/Riccione/Rimini Sabato Dj Resident GIANLU E LELE - Fano "Attenti a quei due" Musica a 360°

Sabato 8 marzo speciale Festa della Donna

Domenica Alla Consolle Dj Rudi Lounge/Chill/Electric/Sound Aperto tutti i giorni a pranzo dalle 12.00 alle 14.00

info e prenotazioni 0721 827293 - 335 1491009

Chiuso il martedì sera

Feste di Laurea - Compleanni - Cene aziendali - Pranzi di lavoro - Brunch


Sabato 8 marzo trascorri la Festa della Donna


il ristorante galleggiante fantasiosa realtà nel porto di Fano

Tutte le domeniche dalle 18.30 alle 20.00 ricco aperitivo “buffet di pesce e vino” a soli 10 euro. Tutti i giovedì sia a pranzo che a cena, menù promozionale del pesce locale a soli 20,00 euro, vini esclusi.

Sala Imperiale

Info e prenotazioni: 0721.820829 - 333.9340964 www.scimitar.it - info@scimitar.it


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