Lo Hobbit Edizione da Collezione

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capitolo 9

BARILI IN LIBERTÀ

I

l giorno dopo la battaglia con i ragni, Bilbo e i nani fecero un ultimo sforzo disperato per trovare una via d’uscita prima di morire di fame e di sete. Si alzarono e arrancarono nella direzione in cui otto di loro, sui tredici che erano, pensavano si trovasse il sentiero; ma non avrebbero mai saputo se la decisione fosse giusta o no. Mentre quella sorta di giorno che c’era nella foresta cominciava ancora una volta a spegnersi nelle tenebre della notte, intorno a loro si accesero d’improvviso le luci di molte torce, come centinaia di stelle rosse. Ed ecco spuntare gli Elfi Silvani, che, armati di archi e frecce, intimarono ai nani di fermarsi. Inutile pensare di dar battaglia. Anche se i nani non fossero stati in condizioni tali da essere addirittura felici di venire catturati, i loro piccoli coltelli, le sole armi che avessero, non sarebbero serviti a niente contro le frecce degli elfi, che potevano colpire l’occhio di un uccello al buio. Perciò si limitarono a fermarsi di colpo, si sedettero a terra e aspettarono – tutti tranne Bilbo, che infilò l’anello e scivolò lestamente in disparte. Per questo, quando gli elfi legarono i nani in una lunga fila, uno dietro l’altro, e li contarono, non trovarono né contarono lo hobbit. E nemmeno lo udirono o lo videro che trotterellava dietro di loro alla luce delle torce mentre portavano via i prigionieri attraverso la foresta. I nani erano tutti bendati, ma questo non

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