capitolo 14
FUOCO E ACQUA
S
e adesso, come i nani, volete notizie di Smaug, dovete tornare alla sera in cui distrusse la porta e volò via pieno di collera, due giorni prima. Quella sera gli uomini della Città del Lago, Esgaroth, erano perlopiù in casa, perché il vento veniva dal nero Oriente ed era freddo; alcuni di loro, però, passeggiavano sulle banchine e osservavano, come amavano fare, le stelle che si riflettevano sulla superficie del lago man mano che sbocciavano nel cielo. Dalla loro città, la Montagna Solitaria era perlopiù schermata dalle basse colline sul lato opposto del lago, dove affluiva da nord il Fiume Fluente. Solo la sua alta vetta si poteva vedere quando il cielo era limpido, ed essi la guardavano di rado, perché era minacciosa e cupa perfino alla luce del mattino. Ora era sparita del tutto, inghiottita dal buio. A un tratto riapparve per un attimo alla vista; un bagliore fulmineo la sfiorò e svanì. “Guarda!” disse uno. “Di nuovo le luci! La notte scorsa le sentinelle le hanno viste apparire e sparire da mezzanotte fino all’alba. Lassù sta succedendo qualcosa.” “Forse il Re sotto la Montagna sta forgiando dell’oro,” disse un altro. “È passato tanto tempo da quando è andato a nord, e sarebbe ora che le canzoni cominciassero a dimostrarsi vere.” “Quale re?” disse un altro con voce rude. “È più probabile che sia il fuoco predatore del drago, l’unico re sotto la Montagna che abbiamo mai conosciuto.”
227