capitolo 15
LE NUBI SI ADDENSANO
E
adesso torniamo a Bilbo e ai nani. Avevano fatto la guardia a turno per tutta la notte, ma giunse il mattino senza che avessero udito o visto alcun segno di pericolo. Eppure gli uccelli andavano ammassandosi sempre più fitti. Giungevano in volo da sud, a stormi compatti; e i corvi che ancora vivevano intorno alla Montagna continuavano a volteggiare e a berciare sopra di loro. “Sta accadendo qualcosa di strano,” disse Thorin. “Il tempo delle migrazioni autunnali è finito; e questi sono comunque uccelli stanziali: vedo sciami di fringuelli e di storni; e laggiù, più lontani di tutti, ci sono nugoli di avvoltoi, come se fosse in corso una battaglia!” D’un tratto Bilbo indicò qualcosa: “C’è ancora quel vecchio tordo!” esclamò. “Dev’essersi salvato quando Smaug ha distrutto il fianco della Montagna, ma immagino che le chiocciole non abbiano fatto altrettanto!” E in effetti il vecchio tordo era lì, e, quando Bilbo lo indicò, volò verso di loro e si appollaiò su una pietra lì accanto. Poi sbatté le ali e cantò; poi piegò il capo di lato, come per ascoltare; e daccapo cantò, e daccapo ascoltò. “Credo che stia cercando di dirci qualcosa,” disse Balin. “Ma non riesco a seguire l’idioma di questi uccelli; è troppo complicato e veloce. Tu ci capisci qualcosa, Baggins?” “Non molto,” rispose Bilbo (in realtà non ci capiva assolutamente niente), “ma il nostro amico sembra molto eccitato.”
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