Lo Hobbit Edizione da Collezione

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capitolo 18

IL VIAGGIO DI RITORNO

Q

uando ritrovò i sensi, Bilbo non ritrovò nient’altro. Era disteso sulle piatte rocce di Collecorvo, da solo, senza nessuno attorno. Sopra di lui si stendeva un cielo limpido ma gelido. Tremava e si sentiva freddo come una pietra, ma aveva la testa in fiamme. ‘Cosa sarà successo?’ disse tra sé e sé. ‘A quanto pare non sono tra gli eroi caduti, ma immagino che per questo ci sia ancora tempo!’ Si alzò a sedere, dolorante. Guardando nella vallata non vide traccia di orchi vivi. Di lì a poco, schiaritosi le idee, gli parve di vedere alcuni elfi muoversi tra le rocce ai piedi della Montagna. Si stropicciò gli occhi. Di sicuro c’era ancora un accampamento laggiù nella pianura; e non c’era forse un andirivieni intorno alla Porta? Sembrava che i nani fossero impegnati a rimuovere il muro. Ma tutto era immerso in un silenzio di tomba. Non si udivano grida, né risuonavano canti. L’aria sembrava intrisa di dolore. “Se non capisco male, alla fine abbiamo vinto!” disse, toccandosi la testa indolenzita. “Peccato che la vittoria abbia un aspetto così triste!” All’improvviso, vide un uomo inerpicarsi su per il pendio e avanzare verso di lui. “Ehilà!” gli gridò, con voce tremante. “Ehilà! Che notizie ci sono?” “Che voce è questa che parla tra le pietre?” disse l’uomo, fer-

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