Lo Hobbit Edizione da Collezione

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capitolo 3

UN BREVE RIPOSO

Q

uel giorno non cantarono né raccontarono storie, anche se il tempo era migliorato; e neanche l’indomani, né il giorno successivo. Avevano cominciato a sentire che il pericolo non era lontano. Si accampavano sotto le stelle e i loro pony avevano da mangiare più di loro; c’era erba in abbondanza, infatti, ma nelle loro bisacce non c’era molto, considerato anche quello che si erano procurati dai troll. Un mattino guadarono un fiume in un punto ampio e poco profondo, lì dove sassi e spruzzi producevano un gran rumore. La riva opposta era scoscesa e sdrucciolevole. Quando arrivarono in cima, conducendo a mano i pony, videro che le grandi montagne erano ormai vicinissime. Subito pensarono che ormai ci volesse solo un giorno di viaggio per giungere ai piedi di quella più vicina, che appariva scura e desolata, benché ci fossero chiazze di sole sui suoi fianchi bruni e dietro ad essa luccicassero le sommità delle vette nevose. “È quella La Montagna?” domandò Bilbo con voce solenne, guardandola con occhi sbarrati. Non aveva mai visto una cosa tanto grande in vita sua. “Certo che no!” disse Balin. “Questo è solo l’inizio delle Montagne Nebbiose, e bisogna che in qualche modo passiamo al di là, sopra o sotto di esse, prima di giungere nelle Terre Selvagge che stanno dietro. E c’è un bel po’ di strada anche dall’altra parte, fino alla Montagna Solitaria a est, dove Smaug giace sul nostro tesoro.” “Oh!” disse Bilbo, e proprio in quel momento si sentì più stanco

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